Carta Ittica del Fiume Po

8. Tratto di alta pianura

8.1 Ambiente

8.1.1 Caratteristiche generali

Figura 19 Da sinistra: Fiume Po a Torino, 30 luglio 2007; Fiume Po a , 25 luglio 2007; Fiume Po a , 24 luglio 2007.

Questo macro-tratto, lungo 98 km, dalla confluenza del Chisola alla confluenza del Fiume Sesia, attraversa l’area metropolitana di Torino. Qui il Po riceve gli importanti contributi della Dora Riparia e dello Stura di Lanzo. Più avanti poi riceve anche le acque della Dora Baltea e, con un percorso piuttosto rettilineo in area urbana, più irregolare verso valle, scorre in direzione Ovest-Est, nell’alta pianura alessandrina, fino a ricevere le acque del Fiume Sesia a Valmacca (AL).

La pendenza dell’alveo fluviale, a valle di Torino ritorna a valori spesso superiori allo 0,1 %. Per esempio a Brandizzo si riscontra uno 0,16 %.

8.2 Fauna Ittica

8.2.1 Comunità ittica potenziale

La comunità ittica potenziale di questo macrotratto si compone di ben 23 specie ittiche, di cui 16 ordinarie e 7 straordinarie.

Essendo il tratto caratterizzato da una vocazione ittica potenziale mista a Salmonidi e Ciprinidi, la comunità potenziale presenta una dominanza di quest’ultima famiglia, la più numerosa nella checklist delle specie dulcicole italiane.

I Salmonidi nativi per questo tratto sono temolo e trota marmorata, ad essi si aggiungono altre specie ad elevata selettività ambientale, come lampreda padana, tra le ordinarie, e barbo canino e

G.R.A.I.A. Srl – Gestione e Ricerca Ambientale Ittica Acque Pagina 36 di 143

Carta Ittica del Fiume Po

scazzone, tra le straordinarie, per le quali peraltro, questo macro-tratto segna il confine meridionale Figura 20 Frequenza di comparsa relativa (%) delle specie, in relazione alla loro origine (grafico a torta a sinistra) ed in relazione alla famiglia di appartenenza (campagna del tratto di Fiume Po della loro distribuzione potenziale. 2007).

Percidae Tabella 16 Comunità ittica potenziale del tratto di alta pianura Salmonidae 3% Specie ordinaria / Specie (nome 5%Siluridae Specie (nome scientifico) Famiglia Origine Altre straordinaria ) famiglie 2% Specie ordinaria anguilla Anguilla anguilla Anguillidae autoctono 18% Specie ordinaria barbo comune Barbus plebejus Cyprinidae autoctono esotici - specie Specie ordinaria cavedano Leuciscus cephalus Cyprinidae autoctono esotiche 27% Specie ordinaria cobite comune Cobitis taenia bilineata Cobitidae autoctono Specie ordinaria cobite mascherato Sabanejewia larvata Cobitidae autoctono autoctoni - specie ordinarie Specie ordinaria ghiozzo padano Padogobius martensii Gobiidae autoctono 48% Specie ordinaria gobione Gobio gobio Cyprinidae autoctono Specie ordinaria lampreda padana Lampetra zanandreai Petromyzontidae autoctono autoctoni - Specie ordinaria lasca Chondrostoma genei Cyprinidae autoctono altre specie 13% Specie ordinaria sanguinerola Phoxinus phoxinus Cyprinidae autoctono Specie ordinaria storione cobice Acipenser naccarii Acipenseridae autoctono autoctoni - specie Specie ordinaria temolo Thymallus thymallus Salmonidae autoctono straordinarie Cyprinidae Specie ordinaria trota marmorata* Salmo (trutta) marmoratus Salmonidae autoctono 12% 72% Specie ordinaria vairone Leuciscus souffia muticellus Cyprinidae autoctono Specie straordinaria alborella Alburnus alburnus alborella Cyprinidae autoctono Figura 21 Somma dei valori di abbondanza numerica stimata (indice di Moyle modificato) per Specie straordinaria barbo canino Barbus meridionalis caninus Cyprinidae autoctono la comunità a specie autoctone e a specie esotiche, per ciascuna stazione cagnetta Salaria fluviatilis Blennidae autoctono Specie straordinaria (campagna 2007). Specie straordinaria carpa Cyprinus carpio Cyprinidae para-autoctono autoctoni esotici Specie straordinaria pigo Rutilus pigus Cyprinidae autoctono 30 Specie straordinaria savetta Chondrostoma soetta Cyprinidae autoctono

Specie straordinaria scazzone Cottus gobio Cottidae autoctono 25 * E il suo ibrido con la trota fario

20 8.2.2 Comunità ittica attuale

8.2.2.1 Quadro conoscitivo sulla base dei censimenti ittici 15

La campagna di censimento è stata svolta in 6 stazioni poste a Torino, San Mauro Torinese, 10 Brandizzo, , e Casale Monferrato. Nella tabella sottostante sono riportati 5 l’identificativo, la località esatta, il numero di censimenti ittici compiuti, le date ed il tipo di Somma delle Sommadelle abbondanza stimate censimento, per ciascuna stazione. 0

Tabella 17 Elenco delle stazioni di campionamento ittico indagate nel macro-tratto di alta -5 pianura. -10 Distanza ID Altitudine Tecnica di Comune (Prov) Località Data Torino S.Mauro T.se (TO) Brandizzo (TO) Verrua Savoia (TO) Moncestino (AL) Casale Monf errato sorg. (km) stazione (m s.l.m.) campionamento (AL)

107 102 Torino Ponte Vittorio Emanuele II 222 elettropesca 30/07/2007 102 20 21 23 106 25 117 20 S.Mauro T.se (TO) ponte S.Mauro 206 elettropesca 25/07/2007 107,4 117,1 128,9 151 155,5 184,5 129 21 Brandizzo (TO) via po 185 elettropesca 24/07/2007 Comune (Prov) 151 23 Verrua Savoia (TO) Verrua 150 elettropesca 24/07/2007 ID stazione distanza dalle sorgenti (km) 155 106 Moncestino (AL) C.na 143 elettropesca 01/08/2007 184549 25 Casale Monferrato (AL) ponte ferrovia 105 elettropesca 01/08/2007

G.R.A.I.A. Srl – Gestione e Ricerca Ambientale Ittica Acque Pagina 37 di 143

Carta Ittica del Fiume Po

Tabella 18 Abbondanza numerica stimata delle singole specie ittiche rinvenute nei censimenti In tutti i casi i campionamenti sono stati compiuti tramite elettropesca, manovrata per lo più (campagna 2007) nelle diverse stazioni (in ordine monte-valle). percorrendo il fiume a piedi, lungo fasce litorali e sub-litorali accessibili. In alcune occasioni si è

Autoctoni esotici anche fatto ricorso ad un’imbarcazione. specie specie ordinarie stra- altre specie specie esotiche In questo tratto sono state complessivamente rinvenute 12 specie autoctone ascrivibili alla ordinarie comunità ittica potenziale, cui si aggiungono altre 5 specie autoctone, tipiche però di altri macrotratti fluviali. Al gruppo si uniscono anche 6 specie esotiche.

Di nuovo i Ciprinidi sono la famiglia dominante anche in termini di frequenza di comparsa delle specie nei campionamenti (Figura 20). Tra le specie della comunità ittica potenziale, la trota marmorata è stata trovata solo a San Mauro Torinese, che inoltre pare segnare il confine tinca tinca Lasca Lasca carpa meridionale della distribuzione attuale della specie nel Po. in questa stazione sono stati campionati siluro triotto triotto vairone gobione carassio scardola alborella cavedano trota trota fario ID ID Stazione persicosole

persicotrota rodeoamaro e solo avvistati più di una decina di esemplari di marmorata e della sua forma ibrida, aventi taglie sanguinerola pesce persico barbocomune cobite comune pseudorasbora Comune(Prov) ghiozzopadano trota trota marmorata diversificate.

Distanzadallesorgenti (km) Anche la sanguinerola è stata rinvenuta in un’unica stazione, a Verrua Savoia, peraltro mostrandosi trota trota ibridafario x marmorata alquanto scarsa numericamente. 10 107 Torino 3 2 2 2 3 2 1 2 1 2 1 1 3 3 2 2 La lasca è invece presente in tutto il tratto da monte fino a Verrua e solo in questa stazione è stata S.Mauro 117 20 4 3 1 2 3 1 3 3 2 2 3 2 2 1 2 T.se (TO) riscontrata la presenza di una popolazione numerosa e piuttosto ben strutturata. Va sottolineato, a Brandizzo 129 21 2 2 3 3 2 2 3 2 2 1 2 1 2 3 (TO) proposito di questa specie, che i dati complessivi della campagna di censimenti ittici condotti nel Verrua periodo 2007-2008 su tutto il Po, mostrano una particolare concentrazione di questa specie 151 23 Savoia 4 2 2 2 3 3 2 1 2 2 2 1 2 3 1 (TO) (comunque molto rarefatta e scarsa numericamente) proprio in questo macrotratto. Nel resto del Po 10 Moncestin 156 3 4 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 1 6 o (AL) la lasca è stata ritrovata in soli altri due punti, uno nel macrotratto pedemontano e l’altro in bassa Casale pianura, a testimonianza dell’estensione potenziale della sua area di distribuzione, comunque 185 25 Monferrato 3 2 2 2 1 1 2 1 2 3 1 (AL) confermata dai dati attuali, ma in maniera estremamente frammentata.

Le altre specie riscontrate e appartenenti alla comunità potenziale mostrano una distribuzione più Tabella 19 Confronto dei dati dei censimenti ittici compiuti nel 2007, relativi alla consistenza uniforme nel tratto. Per esempio, l’alborella è presente un po’ ovunque, ma con una popolazione delle popolazioni (indice di abbondanza di Moyle modificato), con i dati pregressi disponibili (rif. Paragrafo “Fonti dei Dati”). Un valore di abbondanza pari a 1,5 non alquanto esigua, così come relativamente scarse risultano essere anche tutte le altre popolazioni di ha alcun significato quantitativo, ma rappresenta esclusivamente il dato di specie della comunità potenziale, e cioè: cobite comune, ghiozzo padano, gobione e carpa. “presenza” della specie riportato dalla Fonte. Cavedano, vairone, ma soprattutto barbo comune mostrano invece popolazioni più consistenti. Un autoctoni esotici specie caso particolare è costituito poi dal triotto: esso è presente in tutto il tratto con distribuzione specie ordinarie altre specie specie esotiche straordinarie uniforme, ma risulta assai scarso numericamente.

Tra le altre specie autoctone presenti, scardola e tinca sono sporadiche e confinate nel segmento fluviale di monte, a Torino. Il pesce persico è stato rinvenuto anch’esso solo a monte, nel tratto tra Torino e San Mauro Torinese.

In questo tratto è presente anche la trota fario, rinvenuta come specie comunque occasionale nelle due stazioni di Brandizzo e Verrua Savoia.

Rispetto al tratto pedemontano, il numero delle specie esotiche è aumentato; carassio e pseudorasbora paiono essere le più diffuse, seguite da rodeo amaro e persico sole. Sporadici sono invece il persico trota ed il siluro, quest’ultimo rinvenuto solo nelle due stazioni di valle. È da anguilla anguilla barbocomune cavedano cobite comune cobitemascherato Ghiozzopadano gobione Lasca sanguinerola temolo triotto trota ibridafario x marmorata trota marmorata vairone alborella barbocanino carpa pigo savetta luccio pesce persico scardola tinca trota fario barbusspp. Carassio persicosole persicotrota pesce gatto pseudorasbora rodeoamaro siluro trota iridea sottolineare che la stazione di Moncestino (AL) segna il nuovo limite superiore della distribuzione del 2007 3 3 2 2 2 2 2 1 3 3 2 2 2 3 1 1 1 2 2 1 2 2 1 siluro nel Fiume Po. confrontando infatti questo dato con le informazioni pregresse, si evince 2004 1 2 2 2 2 2 1 2 1 2 2 2 2 1 1 2 1 1 3 2 2 1 2 4 2 1 un’ulteriore risalita della specie per la quale, nel 2004, il limite di monte era segnato a Casale Anno1990 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 Monferrato (Monitoraggio della Fauna Ittica del Piemonte, 2004).

G.R.A.I.A. Srl – Gestione e Ricerca Ambientale Ittica Acque Pagina 38 di 143

Carta Ittica del Fiume Po

Complessivamente i dati mostrano una comunità ittica alterata rispetto all’assetto prefigurato in La Dora Baltea ha origine con i suoi due rami, Dora di Veny e Dora di Ferret, dai ghiacciai del Monte condizioni climax . Delle 23 specie della comunità ittica potenziale nell’ultimo anno ne sono state Bianco. Il suo bacino ha una superficie complessiva di circa 3.930 km 2 (6% della superficie del ritrovate solo 12. Tra queste, l’unica specie ad elevata selettività ambientale rimasta è la trota bacino del Po) di cui il 90% in ambito montano. Le aree glaciali occupano complessivamente 237 marmorata, per la quale comunque i dati dei censimenti condotti in questi ultimi anni documentano km 2. Il tracciato è inizialmente diretto da nordovest a sud-est, poco prima di Aosta assume la presenza di una popolazione molto rarefatta numericamente ma anche distribuita in maniera andamento ovest-est fino a Saint Vincent, dove assume la direzione sud-est, che mantiene fino alla frammentaria, per di più confinata al segmento di monte, da Torino a (TO). Le popolazioni confluenza. per le quali si registra una certa stabilità negli ultimi anni, pur risultando numericamente poco Il censimento ittico ha interessato il tratto terminale di Dora, in un punto posto subito a monte e a consistenti, sono: barbo comune, cavedano, cobite comune, ghiozzo padano, gobione, vairone, valle di una briglia di contenimento sita in corrispondenza del ponte di (TO) (ID alborella e carpa. Desta invece forte preoccupazione lo stato delle popolazioni di lasca, sanguinerola stazione = 100 – 160 m s.l.m.). e triotto. Inoltre, i dati di quest’ultimo aggiornamento non possono confermare la presenza attuale nel macrotratto di altre specie della comunità ittica potenziale: temolo, anguilla, barbo canino, Qui è stato realizzato un campionamento tramite elettropesca manovrata da barca, con cui è stato pigo, savetta e cobite mascherato (già segnalato in passato come specie in forte declino nel tratto), sondato sia un tratto subito a valle, indagando tra i massi posti in alveo alla rinfusa, nel run che si la cui presenza era stata riscontrata circa vent’anni fa e, per la savetta e il barbo canino, anche 4 forma più a valle ed anche in una grande pool presente subito a valle della briglia; sia in prossimità anni fa. dei piloni del ponte e nel tratto lacustrizzato a monte della briglia, con fondo sabbioso. Complessivamente sono state catturate 17 specie, tutte autoctone ad eccezione della 8.2.2.2 Segnalazioni dal mondo della pesca pseudorasbora e del carassio. Nel tratto a valle del ponte sono stati catturati alcuni esemplari di Le segnalazioni per questo tratto riguardano la minaccia rappresentata dall’avifauna ittiofaga. Il temolo e di ibridi fario x marmorata, oltre ad un buon numero di vaironi ed ad un esemplare di tratto, canalizzato e cementificato, privato di un’adeguata fascia ripariale vegetata, in gran parte scazzone. Nel tratto lacustrizzato sono state campionate più specie di Ciprinidi e la lampreda anche privato di portate utili a formare grandi buche profonde e buie, risulta particolarmente padana. Un esemplare di anguilla è stato inoltre campionato tra i rifugi disponibili alla base dei carente in quanto a disponibilità di rifugi per la fauna ittica, particolarmente esposta agli attacchi piloni del ponte. dei cormorani, divenuti assidui frequentatori della zona. La buona ricchezza in specie e la presenza di diverse specie ad elevata selettività ambientale, come trota marmorata, scazzone e temolo, nonché la presenza di ben 6 specie endemiche e sub- 8.3 Affluenti endemiche e ben 13 specie in Lista Rossa Italiana, esprimono il grande pregio di questo ecosistema fluviale, quantomeno le sue elevate potenzialità, dal momento che in realtà (per quanto occorra 8.3.1 Tratto terminale della Dora Baltea sottolineare le forti difficoltà di campionamento) per tutte le specie campionate è stata riscontrata una presenza numericamente molto scarsa; tanto che per nessuna delle specie campionate è stato Figura 22 Dora Baltea a Crescentino, 25 luglio 2007. possibile accertare una presenza stabile, nemmeno per il vairone, la cui popolazione è risultata piuttosto mal-strutturata.

Figura 23 Frequenza di comparsa relativa (%) delle specie, in relazione alla loro origine (grafico a torta a sinistra) ed in relazione alla famiglia di appartenenza (campagna 2007).

Cottidae 6% esotici Altre 18% famiglie 18% Salmonidae 17%

Anguillidae 6%

autoctoni 82% Cyprinidae 53%

G.R.A.I.A. Srl – Gestione e Ricerca Ambientale Ittica Acque Pagina 39 di 143

Carta Ittica del Fiume Po

Figura 24 Composizione specifica della comunità ittica e abbondanza stimata di ciascuna inciso tra pareti rocciose. Quindi il percorso si sviluppa nell’altopiano canavesano per circa 40 km, specie (Indice di Moyle modificato). fino alla confluenza nel Po in prossimità di . Il bacino dell’Orco ha una superficie 5 complessiva di circa 910 km 2, di cui il 78% in ambito montano e il 22% in pianura; circa 11 km 2 sono occupati da ghiacciai. La superficie del bacino del è pari a circa 344 km 2, di cui il 25% 4 in ambito montano e il 75% in pianura. Complessivamente i bacini dell’Orco e del Malone 3 sottendono una superficie di circa 1255 km 2 (64% in ambito montano e 36% in pianura) (AdbPo, 2006). 2 L’Orco è stato interessato da un campionamento ittico condotto tramite elettropesca percorrendo a 1 piedi il corso d’acqua, a risalire. Il campionamento è avvenuto nel luglio 2007. Abbondanza stimata (1-5) stimata Abbondanza La stazione è posta a Chivasso (TO), in prossimità dalla confluenza in Po (ID stazione 99 – a 182 m 0 s.l.m.). Lasca temolo vairone anguilla Qui l’alveo di morbida è di gran lunga più largo dell’alveo bagnato e presenta arginature scoscese carassio gobione alborella scazzone cavedano trota fario trota

persico sole persico con evidenti segni di erosione in sponda sinistra. Monocursale alla confluenza, presenta invece una sanguinerola barbo comune barbo pseudorasbora ghiozzo padano ghiozzo diramazione poco a monte. La fascia riparia abbastanza ampia e continua in sponda sinistra risulta lampreda padana lampreda ridotta sia per ampiezza che per continuità in sponda destra. Da un punto di vista idraulico- morfologico il corso d’acqua si presenta come un run prevalentemente basso e lento.

trota ibrida fario x marmorata x fario ibrida trota Il substrato è costituito soprattutto da materiale medio-piccolo: sabbia, ghiaia e ciottoli in uguale proporzione. La stazione non offre particolari zone di rifugio per la fauna ittica, soprattutto per pesci autoctoni esotici di taglia medio-grande.

Complessivamente sono state catturate 11 specie delle quali solo un’esotica: la pseudorasbora, 8.3.2 Tratto terminale del Torrente Orco peraltro risultata piuttosto rara. Il tratto mostra complessivamente una buona popolazione di vairone sia in termini di struttura che di abbondanza ed una discreta presenza del gobione. Tutte le Figura 25 Torrente Orco a Chivasso (TO), 24 luglio 2007. 10 specie autoctone rinvenute risultano in Lista Rossa italiana; tra queste 6 sono endemismi o sub- endemismi italiani e 3 sono specie di interesse comunitario: barbo comune, cobite comune e lasca.

La comunità ittica nel complesso risulta molto monotona e mal strutturata, con la presenza dominante del vairone e, in proporzione minore, del gobione, e la presenza esigua di tutte le altre specie, per le quali non si può confermare l’esistenza di popolazioni stabili.

Il Torrente Orco scorre sul versante meridionale del massiccio del Gran Paradiso, di cui raccoglie i deflussi; esso trae origine dal Lago Rossett e ha un percorso vallivo di circa 50 km, profondamente

G.R.A.I.A. Srl – Gestione e Ricerca Ambientale Ittica Acque Pagina 40 di 143

Carta Ittica del Fiume Po

Figura 26 Frequenza di comparsa relativa (%) delle specie, in relazione alla loro origine (grafico a torta a sinistra) ed in relazione alla famiglia di appartenenza (campagna 2007). 8.4 Pressioni e impatti sulla fauna ittica

Salmonidae esotici 9% 8.4.1 Alterazioni ambientali 18% Altre famiglie 18% Figura 28 Alterazioni ambientali nel tratto di alta pianura.

Diga di Torino – monte sbarramento Diga di Torino – valle sbarramento

autoctoni 82% Cyprinidae 73%

Figura 27 Composizione specifica della comunità ittica e abbondanza stimata di ciascuna specie (Indice di Moyle modificato). Diga di San Mauro Torinese – monte sbarramento Diga di San Mauro Torinese – valle sbarramento 5

4

3

2

1 Abbondanza stimata (1-5) stimata Abbondanza

0

Lasca vairone gobione alborella

cavedano Chivasso, presa del canale Cavour Chivasso, presa del canale Cavour, organo di trota fario trota sanguinerola barbo comune barbo cobite comune cobite pseudorasbora ghiozzo padano ghiozzo

autoctoni esotici

G.R.A.I.A. Srl – Gestione e Ricerca Ambientale Ittica Acque Pagina 41 di 143

Carta Ittica del Fiume Po

si riducono talora a poche centinaia di litri al secondo, due ordini di grandezza inferiori rispetto a Diga di Casale Monferrato – a monte dello sbarramento Diga di Casale Monferrato – sbarramento quelle naturali. L’alveo del più grande fiume padano si riduce ad una successione di stagni alimentati da un rivolo di corrente, appena sufficiente a garantire la presenza di acqua. Il contributo, sulla destra, dello Stura di Casale è assolutamente insufficiente ed occorre arrivare fino alla confluenza con la Dora Baltea per rivedere un vero fiume come dovrebbe essere il Po.

Frammentazione fluviale. Questo tratto è il più colpito dal problema della frammentazione fluviale per la concentrazione di opere di presa e di imbrigliamento del fiume, del tutto prive di passaggi per la fauna ittica o provviste di “passaggi” percorribili solo in condizioni di morbida e/o solo dalle specie ittiche più agili e meglio dotate. Da monte verso valle si incontrano le seguenti impercorribilità:

• Diga di Torino, non percorribile;

• Diga di San Mauro Torinese, non percorribile; • Presa del Canale Cavour a Chivasso, parzialmente percorribile; Casale Monferrato, ponte ferrovia, briglia Casale Monferrato, ponte ferrovia, briglia • Diga di Casale Monferrato, non percorribile;

• Briglia del ponte di Casale Monferrato, parzialmente percorribile.

Inquinamento dell’acqua. Il Po in questo macro-tratto risente dell’attraversamento dell’area urbana di Torino sotto il profilo della qualità dell’acqua. Per di più a valle di Torino, presso S. Mauro Torinese, fino a Chivasso, in un tratto peraltro sottoposto a portate ridotte, è presente lo scarico del depuratore Po-Sangone che, per quanto si possa considerare un chiaro esempio di buona gestione a livello europeo, non scarica certamente acqua pulita (CREST, 2006). L’impatto di tale scarico sarebbe molto probabilmente ben tollerato dal fiume, se fosse garantita una portata minima adeguata.

Alterazione morfologica dell’habitat acquatico. Questo tratto, anche per via del fatto che attraversa un’area fortemente urbanizzata, è afflitto da opere di difesa spondale, cementificazione, rettificazione, imbrigliamento, e tutto quanto poteva essere fatto ai fini di contenere il dinamismo dell’alveo fluviale ed eventuali esondazioni. Con ciò, visto che peraltro gli stessi interventi hanno Prelievi idrici. L’impatto dei prelievi idrici è pesante in questo tratto, non solo per le opere di presa riguardato anche i suoi affluenti (Orco, Dore, Stura di Lanzo), gli effetti ottenuti in alcuni casi sono presenti sul Po ma anche per la sofferenza idrica in cui versano alcuni suoi grandi affluenti. anche l’opposto dell’atteso, in quanto la rettificazione, la cementificazione, l’arginatura entro un Nell’area metropolitana torinese il fiume è caratterizzato da un regime idrologico tutto sommato alveo ristretto, la chiusura di aree esondabili, non hanno fatto altro che favorire la velocità dei flutti non eccessivamente alterato. Dopo aver superato l’ostacolo della collina, il Po riprende a “viaggiare” e promuovere processi di trasporto solido e intasamento in corrispondenza dei punti di più velocemente, ma l’acqua è molto lenta o quasi stagnante, conseguenza delle captazioni idriche imbrigliamento che favoriscono lo scatenarsi, in periodi di eventi meteorici eccezionali, di che impoveriscono il fiume in misura notevole, praticamente in tutto il suo tratto a valle di Torino, esondazioni e eventi catastrofici, per il fiume e per il territorio circostante. fino alla confluenza con la Dora Baltea, cioè per un percorso pari a 37 km. In questo segmento fluviale il Po riceve gli importanti contributi della Dora Riparia e dello Stura di Lanzo. In particolare, 8.4.2 Alterazioni faunistiche per quanto riguarda il secondo, soprattutto in estate, con portate ridotte anche ad un decimo di In questo tratto si presentano due problematiche a carico della comunità ittica: quelle naturali a causa delle derivazioni per fini irrigui che interessano tale torrente in tutto il suo corso di pianura a valle di Lanzo. Il contributo dell’Orco (alimentato da un bacino molto più grande • l’avifauna ittiofaga e quindi ipoteticamente importante) è ridotto, quando va bene, ad un paio di metri cubi al secondo; • l’avanzamento del siluro infatti anche questo importante torrente è sottoposto a forti prelievi per fini irrigui tanto da La presenza massiccia dei cormorani costituisce di fatto un problema pressante sulla fauna ittica risultare, in quasi tutte le estati, praticamente prosciugato da Rivarolo alla confluenza con il perché questa si trova particolarmente esposta alla predazione in un ambiente profondamente Malesina (poco a monte di Chivasso) (CREST, 2006). La situazione più grave, sotto il profilo alterato e banalizzato, privato di indispensabili vie di rifugio, come sponde vegetate in ombra, idrologico, è quella che si presenta a valle della traversa che alimenta il Canale Cavour, presso ceppaie, buche profonde in alveo. Peraltro i dati dei censimenti svolti sul cormorano (Parco Fluviale Chivasso. Nei periodi di magra estiva l’acqua viene quasi totalmente derivata e le portate nel fiume

G.R.A.I.A. Srl – Gestione e Ricerca Ambientale Ittica Acque Pagina 42 di 143

Carta Ittica del Fiume Po

del Po e dell’Orba, 2008), documentano la crescita demografica enorme del cormorano in questi Prelievi idrici. Per quanto concerne le dighe di Torino (AEM), di San Mauro Torinese (ENEL), ultimi vent’anni, duranti i quali la specie si è anche adattata a compiere l’intro proprio ciclo vitale Chivasso, e Casale Monferrato, la stessa Autorità di Bacino del Fiume Po (Deliberazione n° 7/2002) nel territorio, divenendo nidificante e dunque frequentando il fiume tutto l’anno. I dati sul numero ha proposto i seguenti valori di DMV, che dovranno essere garantiti a partire dal 31/12/2008, di nidi contati nel Parco Fluviale del Po e dell’Orba in periodo riproduttivo mostrano il passaggio da secondo quanto stabilito dal PTA della Regione Piemonte: nessun nido contato nel 1996 e 1997 a 208 nidi nel 2006, e i dati sugli individui svernanti • Torino (traversa AEM) DMV = 16 m 3/s registrano il passaggio da circa 600 individui nel 2001 a oltre 1200 nel 2007 (Parco Fluviale del Po e • 3 dell’Orba, 2008). S. Mauro Torinese (traversa ENEL) DMV = 16 m /s • 3 Altra minaccia per l’ittiofauna nativa proviene, tra tutte le specie esotiche presenti, dal siluro, per il Chivasso (traversa Canale Cavour) DMV = 21 m /s quale è già cominciata l’avanzata. Oggi è presente fino a Moncestino (AL), a breve potrà risalire • Casale Monferrato (traversa Lanza) DMV = 32 m 3/s quantomeno fino alla presa del Canale Cavour. Questi valori potrebbero costituire un ragionevole compromesso tra l’esigenza di sfruttamento della risorsa idrica e la necessità di consentire al fiume di mantenere capacità di riacquistare parte delle 8.5 Indicazioni gestionali proprie capacità auto depurative. Ai fini della tutela della fauna ittica tali valori costituiscono di certo un passo importante in un’ottica di ripristino, i cui effetti potranno comunque essere valutati solo Anche per questo macrotratto le indicazioni gestionali comprendono interventi di carattere con il monitoraggio su questa componente biologica una volta che il rilascio sarà adeguato al valore ambientale. Si sostiene infatti con forza la convinzione che in un ambiente risanato anche la fauna fissato. D’altro canto, pur aspirando alla migliore condizione realizzabile, si condivide l’approccio di ittica ed il biota in generale possano trovare sufficienti risorse per riequilibrarsi. Evidentemente sussidiarietà e di gradualità enunciati dalla stessa AdbPo nell’avanzare la propria proposta di DMV. comunque, dal momento che i tempi dei processi biologici e naturali in generale sono molto più Al tempo stesso, se verranno adeguati anche gli impianti di presa sugli affluenti del Po, secondo lunghi dei tempi della tecnologia, occorre prendere provvedimenti diretti anche sul biota stesso, che quanto previsto dal PTA della Regione Piemonte, per quanto anche in questo caso si tratti di un siano d’aiuto alle specie native per resistere alla pressione delle alterazioni faunistiche, di matrice primo passo, in un’ottica di rinaturazione dei corsi d’acqua, anch’essi potranno contribuire al antropica. Ci si riferisce in particolare all’avanzata del siluro che può essere rallentata con risanamento della comunità ittica del Po. campagne periodiche di sfoltimento e contenimento, come viene fatto in Ticino, da alcuni anni con risultati incoraggianti, per il fatto che la comunità ittica nei tratti battuti risulta più diversificata sia Frammentazione fluviale. Per ciascun punto di ostacolo alla libera percorribilità da parte dei pesci, in composizione specifica sia in classi di taglia rispetto a qualche anno fa. Questo tipo di attività ha sono di seguito indicate le possibilità di realizzazione di adeguati passaggi per pesci, il cui però speranza di successo solo se viene compiuta con assiduità e con metodo, nei periodi (inverno e dimensionamento, la cui ubicazione e le altre caratteristiche tecniche devono comunque essere periodo riproduttivo del siluro) e negli ambienti (rifugi sotto riva d’inverno e aree di frega nel stabiliti in sede di progettazione: periodo riproduttivo) e con le tecniche (elettropesca compiuta di giorno in inverno e di notte nel • Diga di Torino. Le caratteristiche strutturali della diga determinano la possibilità di costruire periodo riproduttivo), adeguati. un passaggio artificiale a bacini successivi, eventualmente ubicato in sponda sinistra Per quanto riguarda la pressione svolta dai cormorani sulla fauna ittica, si comprendono e orografica, con possibile imbocco di monte nel canale di presa; condividono le preoccupazioni dei pescatori sportivi, soprattutto perché, effettivamente, a parte il • Diga di San Mauro Torinese (TO). Le caratteristiche strutturali della diga determinano la pesce predato, esiste anche una grande quota di pesci feriti ma non catturati, per l’impossibilità del possibilità di costruire un passaggio artificiale a bacini successivi, ubicato in sponda destra cormorano di sollevarli dall’acqua (perché troppo grossi o afferrati male) che vengono feriti orografica, con imbocco di monte eventualmente nel canale di presa; profondamente, con beccate che solcano buona parte del dorso dove, nella gran parte dei casi, si • Presa del Canale Cavour a Chivasso (TO). In questo caso le caratteristiche dello sviluppano batteri e funghi che poi causano la morte dell’animale. D’altronde si comprende pure la sbarramento, che risulta parzialmente valicabile sia in dipendenza della specie ittica sia delle difficoltà di intraprendere azioni dissuasive nei confronti di questo animale all’interno di un’area portate del fiume, suggeriscono la realizzazione di una rampa in pietrame, ubicata nei pressi protetta, come quella del Parco Fluviale del Po e dell’Orba, che si estenda da Verrua Savoia, fino della sponda destra orografica, vicino all’organo di scarico esistente, nel punto di maggior circa a Valenza Po, interessando segmenti fluviali in cui la pressione del cormorano sui pesci è richiamo per i pesci, sfruttando la via di sfioro preferenziale esistente. I massi dovranno particolarmente evidente. Per questo motivo, se comunque da una parte ci si auspica che essere adeguatamente dimensionati in base alla piena di progetto e opportunamente dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA, ex INFS - Istituto Nazionale ancorati, eventualmente su sottofondo in calcestruzzo; per la Fauna Selvatica) -organo istituzionale che ha il compito di censire il patrimonio ambientale costituito dalla fauna selvatica, di studiarne lo stato, l’evoluzione ed i rapporti con le altre • Briglia del ponte di Casale Monferrato (AL). Le caratteristiche della briglia suggeriscono la componenti ambientali- siano fornite indicazioni a riguardo, dall’altra si conferma la convinzione che realizzazione di una rampa in pietrame, ubicata nei pressi della sponda destra orografica, dalla riqualificazione fluviale e dal risanamento delle acque possa venire il maggiore supporto alla vicino all’organo di scarico esistente, nel punto di maggior richiamo per i pesci, sfruttando la fauna ittica che, incrementata, potrebbe dimostrarsi più resistente alla pressione del cormorano.. via di sfioro preferenziale esistente. I massi dovranno essere adeguatamente dimensionati in

G.R.A.I.A. Srl – Gestione e Ricerca Ambientale Ittica Acque Pagina 43 di 143

Carta Ittica del Fiume Po

base alla piena di progetto e opportunamente ancorati, eventualmente su sottofondo in calcestruzzo.

Inquinamento dell’acqua. Riguardo alla questione dell’inquinamento dell’acqua, esistono oggi tutti gli strumenti normativi necessari a garantire una qualità compatibile con la vita dei pesci. Il problema è evidentemente più che altro di tipo politico e amministrativo e riguarda la necessità di riuscire a fare rispettare le limitazioni imposte e ad adeguare impianti di depurazione e scarichi secondo quanto sancito dalle leggi vigenti. Per quanto riguarda in particolare il depuratore del Po- Sangone, si ritiene che anche il recupero di portate adeguate nel Po consentirebbe al fiume di riacquistare quel potere di diluizione che solo può venire dalla disponibilità del suo elemento primario. Allo stesso tempo, anche la rinaturazione delle sponde, con il recupero della loro capacità di buffer ecologico ed il riacquisto da parte del fiume della propria capacità di autodepurazione, insieme con il ricorso, in casi puntuali ove se ne ravvisino l’utilità e le possibilità realizzative, alla fitodepurazione potranno contribuire a migliorare la qualità dell’acqua.

Alterazione morfologica dell’habitat acquatico. Con tecniche e metodi propri dell’ingegneria naturalistica e, più in generale, della moderna riqualificazione fluviale dovrà essere perseguito l’obiettivo di diversificazione e rinaturazione dell’habitat acquatico e delle sponde, promuovendone una maggiore divagazione, non solo per la ricostituzione di un popolamento ittico altrettanto diversificato, stabile e consistente ma anche per ridonare stabilità all’alveo, oggi fortemente tendente alla maggiore incisione e unicursalità, e conferire ad esso maggiore resilienza ad eventi eccezionali di piena, distruttivi anche per la fauna ittica.

G.R.A.I.A. Srl – Gestione e Ricerca Ambientale Ittica Acque Pagina 44 di 143