Comune di

Provincia di Milano

Piano Attuativo n.11 Zona C5 – VARIANTE-

Verifica di Assoggettabilità a VAS

Rapporto Preliminare

Rapporto Preliminare

Autorità procedente: Redazione documento:

Studio Tecnico Castelli S.a.s. ______

Data: Aprile 2010

File: RAPP_PRLIMINARE PA11.doc – COD: U.028.002.EVA Variante al Piano Attuativo n.11 Zona C5

Rapporto Preliminare

INDICE

1 Premessa 3 2 Inquadramento territoriale 5 2.1 Uso del suolo 8 2.1.1 Suoli boschivi 9 2.1.2 I suoli agricoli 11 3 PRG e PTCP 13 3.1 Studio geologico Comunale 14 3.2 Clima acustico 15 3.3 Il PTPR 16 3.4 Il PTCP 17 3.4.1 Carta della caratterizzazione agricola 17 3.4.2 Ambiti territoriali 19 3.4.3 Paesaggio 20 3.4.4 Rete ecologica 25 3.4.5 Difesa del suolo 27 3.4.6 Sistema insediativo e infrastrutturale 28 3.4.7 Piani d’area 29 3.5 Il PLIS Parco del Bosco di Rugareto 31 4 Il Piano Attuativo 34 4.1 Premessa 34 4.2 Descrizione dell’area 34 4.3 Il progetto 35 5 Gli Indicatori ambientali 38 5.1 Alterazione dei valori paesaggistici 39 5.2 Interferenze con gli elementi del PTCP 45 5.3 Minimizzazione dell’uso del suolo 45 5.4 Traffico veicolare generato 45

5.5 Inquinamento atmosferico 47 Rapporto Preliminare 5.6 Inquinamento acustico 48 5.7 Produzione di rifiuti 49 5.8 Consumo di risorse idriche 50 5.9 Smaltimento dei reflui 51 5.10 Beneficio pubblico 51 5.11 Sintesi degli indicatori 52 6 Motivazioni di non assoggettabilità a VAS 53

2 Variante al Piano Attuativo n.11 Zona C5

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1 Premessa

In di Rescaldina è in animo di attuazione il Progetto di Piano Attuativo n.13 . Tale progetto costituirà variante al Piano Regolatore generale vigente.

I piani attuativi di strumenti urbanistici comunali diversi dai PGT sono collocabili in un quadro di riferimento che non è quello proposto dal comma 2° dell’art. 4 della L.R. 12/05 e s.m.i.1

Conseguentemente, gli atti regionali di esemplificazione e discretizzazione della procedura di VAS per i piani e programmi e segnatamente la D.C.R. 13.03.2007 n. 8/351, la DGR 27.12.2007 n.8/6420 non dichiarano alcuna fattispecie procedurale per i c.d. “Piani attuativi di PRG”.

Successivamente la DGR 8/10971 del 30/12/2009 individua all’allegato 1 “Modello generale” punto 2.2 la procedura di Verifica di Assoggettabilità alla valutazione ambientale di ogni piano e programma.

Peraltro, la normativa nazionale ambientale (il c.d. Testo unico sull’ambiente – D.lgs. 152/06), tramite il correttivo promulgato in data 16.10.2008 meglio conosciuto quale D.lgs n.4/08 meglio recependo ed attuando la direttiva comunitaria concernente la valutazione dagli impatti di piani e programmi sull’ambiente (la direttiva 2001/42/CE del 27.06.2001), attraverso il comma 3bis dell’art.6 2 3, già

1 L.R. 12/05 art 4 comma 2: Sono sottoposti alla valutazione di cui al comma 1 il piano territoriale regionale, i piani territoriali regionali d'area e i piani territoriali di coordinamento provinciali, il documento di piano di cui all’articolo 8, nonché le varianti agli stessi. La valutazione ambientale di cui al presente articolo è effettuata durante la fase preparatoria del piano o del programma ed anteriormente alla sua adozione o all’avvio della relativa procedura di approvazione.

2 D.lgs 152/06 art.6 comma 3-bis.- L'autorità competente valuta, secondo le disposizioni di cui all'articolo 12, se i piani e i programmi, diversi da quelli di cui al paragrafo 2, che definiscono il quadro di riferimento per l'autorizzazione dei progetti, possono avere effetti significativi sull'ambiente. Rapporto Preliminare

3 D.lgs 152/06 art.2 comma 2.- Fatto salvo quanto disposto al comma 3, viene effettuata una valutazione per tutti i piani e i programmi: a) che sono elaborati per la valutazione e gestione della qualita' dell'aria ambiente, per i settori agricolo, forestale, della pesca, energetico, industriale, dei trasporti, della gestione dei rifiuti e delle acque, delle telecomunicazioni, turistico, della pianificazione territoriale o della destinazione dei suoli, e che definiscono il quadro di riferimento per l'approvazione, l'autorizzazione, l'area di localizzazione o comunque la realizzazione dei progetti elencati negli allegati II, III e IV del presente

3 Variante al Piano Attuativo n.11 Zona C5

Rapporto Preliminare invitava la c.d. “Autorità competente 4 alla verifica della sussistenza di eventuali effetti sull’ambiente del piano recepito, promuovendo una indagine ambientale il cui strumento applicativo sono le disposizioni dell’art.12 del decreto medesimo, e segnatamente le circostanze rilevabili all’All.I al decreto stesso5.

Il presente Rapporto Preliminare della proposta di variante al piano attuativo p.a. n. 11, redatto ai sensi del punto 5.4 dell’allegato 1della DGR n.8/10971 del 30/12/2010 contiene le informazioni e i dati necessari alla verifica degli effetti significativi sull’ambiente e sulla salute, con riferimento ai criteri della direttiva, tra i quali si evidenziano le caratteristiche e le relative verifiche degli effetti più direttamente pertinenti alla tipologia del piano proposto:

ƒ in quale misura il piano o il programma influenza altri piani o programmi, inclusi quelli gerarchicamente ordinati;

ƒ problemi ambientali pertinenti al piano o al programma;

ƒ carattere cumulativo degli effetti;

ƒ valore e vulnerabilità dell’area che potrebbe essere interessata a causa:

o delle speciali caratteristiche naturali o del patrimonio culturale;

o del superamento dei livelli di qualità ambientale o dei valori limite;

o dell’utilizzo intensivo del suolo;

ƒ effetti sul paesaggio.

decreto; b) per i quali, in considerazione dei possibili impatti sulle finalità di conservazione dei siti designati come zone di Rapporto Preliminare protezione speciale per la conservazione degli uccelli selvatici e quelli classificati come siti di importanza comunitaria per la protezione degli habitat naturali e della flora e della fauna selvatica, si ritiene necessaria una valutazione d'incidenza ai sensi dell'articolo 5 del decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357, e successive modificazioni.

4 L’autorità Competente è la pubblica amministrazione a cui compete l’adozione del provvedimento di verifica di assoggettabilià (art. 5, comma 1, lettera p D.lgs 152/06)

5 L’allegato I al D.lgs 152/06, individua i termini.

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2 Inquadramento territoriale

Il comune in numeri

Latitudine: 45° 37' 0' N Longitudine: 8° 57' 0' E Altitudine: 220 m s.l.m. Superficie: 8,00 Km2 Regione: Lombardia Provincia: Milano Comuni contigui: Castellanza (VA), , Cislago (VA), Gerenzano (VA), Gorla Minore (VA), , Marnate (VA), Uboldo (VA). Abitanti: 13.825 ( codice ISTAT del 31/03/2009 ). Nuclei familiari: 5.089 Densità: 1629 ab./Km2

Il Comune comprende una frazione, Rescalda e il rione Ravello.

Il comune appartiene alla Regione Agraria n. 2 – Pianura di Legnano. L'origine del nome di Rescalda (dì cui Rescaldina sarà un diminutivo) si ritiene che sia composta dal latino "robur" cioè rovere e dal longobardo "scalta" cioè macchia di alberi, quindi "bosco di roveri". Rescaldina, come tanti altri comuni privi di un passato particolarmente significativo, è stata sempre alquanto trascurata dagli studiosi di storia antichi e moderni per cui è estremamente difficile ottenere informazioni sufficientemente complete sulle sue origini, la storia e le comunità che l'hanno via via abitata. La zona, vista l'abbondanza di acque, fu sicuramente abitata dal XIII secolo, anche se la prima Rapporto Preliminare traccia della presenza umana risale all'epoca romana grazie ad una Ara in pietra che riportava probabilmente una simbologia religiosa, ora rimossa. Probabilmente l'Ara fu collocata lungo la strada romana che percorreva la parte superiore del bordo della Valle . ). Un primo catasto, detto teresiano, definiva nel 1730 l'assetto del territorio, per la maggior parte ancora suddiviso e posseduto da nobili e conti; alle soglie del mondo moderno, nel censimento del 1807, Rescaldina contava 207 abitanti e Rescalda 630, dati statici rispetto a quelli che conosciamo del Cinquecento e del Settecento; allo stesso modo perdurava quella economia agricola di sussitenza che era già una caratteristica in

5 Variante al Piano Attuativo n.11 Zona C5

Rapporto Preliminare secoli lontani. Con l'unità d'Italia Rescaldina e Rescalda vennero unificate con Rescaldina comune e Rescalda frazione. La costruzione della stazione delle Ferrovie Nord Milano, prima stazione dopo il nodo di Saronno della linea Milano-Novara, contribuì notevolmente allo sviluppo sia economico che sociale. L'agricoltura venne rimpiazzata dall'inizio del XX secolo da una massiccia industrializzazione nel tessile (Bassetti) e poi, iniziando dall'indotto per manutenzione e riparazione dei telai, nel settore metalmeccanico e successivamente metallurgico, specificatamente per la fusione della ghisa. La fine del secolo scorso ha seguito, dal punto di vista economico, il generale andamento della zona dell'Alto Milanese, con il declino del settore manifatturiero a favore del terziario. Nel caso di Rescaldina, più che verso le tecnologie avanzate, si è andati verso il settore della grandi attività commerciali, sfruttando l'asse viario della Strada Statale 527 che la attraversa e la vicinanza dell'autostrada A8 (Milano-Laghi) da cui Rescaldina è servita da 2 uscite (Legnano e Castellanza). Il territorio comunale è dotato di una stazione lungo la linea ferroviaria Milano – Novara Nord e Saronno - Malpensa. La stessa è fermata della linea S5 del Servizio ferroviario suburbano di Milano. Il Comune appartiene alla pieve di Busto Arsizio o Pieve di San Giovanni Battista di Busto Arsizio (plebis busti arsitiiensis o plebis sancti johanni baptistae busti arsitiiensis), questo era il nome di un'antica pieve dell'arcidiocesi di Milano con capoluogo Busto Arsizio (VA). Ricade sotto il decanato di Busto Arsizio e comprende 17 parrocchie tra cui quella di Rescaldina.

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Il territorio del comune confina:

- a Est con il comune di Gerenzano (VA);

- a Nord – Ovest con i comuni di Gorla Minore (VA) e di Marnate (VA);

- a Nord con il comune di Cislago;

- a Ovest con i comuni di Castellanza (VA) e Legnano (MI);

- a Sud- Est con il comune di Uboldo (VA);

- a Sud con il comune di Cerro Maggiore (MI).

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Figura 5.2 – Inquadramento territoriale

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2.1 Uso del suolo

Dall’analisi dell’uso del suolo eseguita tramite i dati DUSAF emerge quanto segue (Cfr Allegato 2):

Sup. ha % Suoli boschivi 227,75 28,5% Suoli agricoli 189,56 23,7% Suoli urbanizzati 382,69 47,8% 800

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Il territorio Comunale appare quindi caratterizzato dall’estensione dei suoli urbanizzati che occupano il 47,8% del territorio, mentre i suoli boschivi occupano quasi il 30% del territorio comunale e i suoli agricoli il 24% circa.

2.1.1 Suoli boschivi Dall’analisi dell’uso del suolo eseguita tramite i dati DUSAF emerge quanto segue (Cfr Allegato 3):

Sup. ha % Boschi di latifoglie 221,29 97,2% Vegetazione arbustiva e dei cespuglieti 6,46 2,8% 227,75 Rapporto Preliminare

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Come mostrato in tabella e nel grafico si evidenzia la predominanza dei “Boschi di latifoglie” (97,2%) mentre la presenza della “Vegetazione arbustiva e dei cespuglieti” occupa solo il 2,8% della superficie interessata. Rapporto Preliminare

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2.1.2 I suoli agricoli Dall’analisi dell’uso del suolo eseguita tramite i dati DUSAF emerge quanto segue:

Sup. ha % Orti familiari non in ambito urbano 1,37 0,7% Prati permanenti di pianura 9,38 5,0% Seminativo semplice 178,81 94,3% 189,56

Dall’elaborazione si evince che l’occupazione dei suoli agricoli è dominata da “seminativi semplici” (94,3%), il 5,0% della superficie è interessata da “Prati permanenti di pianura” mentre solo lo 0,7% è occupato dagli “orti familiari non in ambito urbano”.

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3 PRG e PTCP

L’area di intervento è collocata in zona C.5 – Piano attuativo n.11 ad eccezione dell’area individuata al mappale n.11 risilta classificata in zona B4.

Figura 3-1 - Estratto Prg

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3.1 Studio geologico Comunale

Lo studio geologico comunale classifica l’area in classe I di fattibilità geologica.

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3.2 Clima acustico

Secondo quanto previsto nella zonizzazione acustica Comunale, l’area interessata dal risulta così classificata:

CLASSE II – Aree prevalentemente residenziali

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3.3 Il PTPR

Il PTPR, anche se ad una scala macro-territoriale, contiene indicazioni e criteri per una lettura in chiave paesistico ambientale del territorio e, all’interno di queste, anche delle caratteristiche salienti del territorio del Milanese, cui Rescaldina appartiene.

Esse mostrano appunto la collocazione del Comune all’interno dell’ambito geografico del “Milanese” e dell’unità tipologica di paesaggio “Paesaggi dell’ alta pianura”.

“Il paesaggio dell’alta pianura è stato quello più intensamente coinvolto nei processi evolutivi del territorio lombardo. È un paesaggio costruito, edificato per larghissima misura, che si caratterizza per la ripetitività anonima degli artefatti, peraltro molto vari e complessi. Questi si strutturano intorno alle nuove polarità del tessuto territoriale: i grandi supermercati, le oasi sportive e di evasione, gli stabilimenti industriali, le nuove sedi terziarie, i nuovi centri residenziali formati da blocchi di condomini o di casette a schiera e, in alcune zone più vicine alla città, vere e proprie unità insediative tipo ‘new town’ (come Milano 2). L’alta pianura, benchè ormai appaia come unico grande mare edilizio, è ancora nettamente organizzata intorno alle vecchie strutture, i centri che si snodano sulle direttrici che portano alle città pedemontane. Esse in passato hanno sempre avuto una loro autonoma capacità gestionale, una loro forza urbana capace di promuovere attività e territorializzazioni loro proprie, come rivela la stessa ricchezza monumentale dei loro nuclei storici, nei quali appaiono consistenti i richiami al periodo della dominazione veneziana. La geografia fisica dell’alta pianura è imperniata sui corsi fluviali che scendono dalla fascia alpina. Essi attraversano l’area delle colline moreniche poste allo sbocco delle valli maggiori e scorrono incassati tra i terrazzi pleistocenici. I solchi fluviali, anche minori, hanno funzionato da assi di industrializzazione ed è lungo di essi che ancora si trovano i maggiori e più vecchi addensamenti industriali (valle dell’Olona, valle del Lambro, valle dell’Adda, valle del Serio, mentre è stato meno intenso il fenomeno lungo il Ticino e l’Oglio). L’organizzazione agricola è diversa là dove si estende il sistema irrigatorio (come nelle zone attraversate dal canale Villoresi), basandosi su aziende di maggiori dimensioni che operano in funzione commerciale. Un tempo il paesaggio era ben disegnato dai filari di alberi (tra cui avevano importanza i gelsi), dalla presenza di qualche vigneto; ma l’albero non è mai stato qui una presenza importante e comunque è stato sacrificato a causa della fame di terreno coltivabile (fondamentale era la coltivazione

del grano). Rapporto Preliminare Oggi le macchie boschive si estendono ai bordi dei campi, lungo i corsi d’acqua, nei valloncelli che attraversano le colline moreniche, nei solchi fluviali e nei pianalti pedemontani, intorno ai laghi dell’ambiente morenico. Si è imposta come pianta dominante la robinia, specie importata e di facile attecchimento, che banalizza gli scenari vegetali a danno delle specie originarie padane, come le querce, la cui presenza eleva la qualità del paesaggio anche nel giudizio della popolazione”. Le aree poste alle quote più elevate della montagna prealpina si differenziano da quelle della fascia alpina per diversi motivi. Anzitutto vi predominano le rocce carbonatiche, da cui derivano specifiche morfologie dovute all’erosione carsica; inoltre le morfologie legate al glacialismo hanno carattere relitto, mancandovi attualmente ogni formazione glaciale a causa delle quote non elevate.

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Un’altra caratteristica propria di questa unità tipologica è la presenza di una flora dissimile da quella alpina, anche a motivo della differente composizione dei suoli. La funzione propria della montagna prealpina è quella di essere una sorta di balconata verso i sottostanti laghi o verso la pianura mentre le valli e le culture valligiane sono qui più aperte verso la pianura. Anche l’alta montagna prealpina rappresenta una delle non molte porzioni del territorio lombardo ad alto grado di naturalità, benché anch’essa oggi sia molto fruita dalle popolazioni urbane che trovano qui il più ravvicinato ambito ricreativo. Il limite inferiore di questo ambito non è facilmente determinabile se ci riferiamo semplicemente a delle isoipse; esso si individua sulla base della vegetazione, nel passaggio fra le formazioni arboree controllate dall’uomo e i mugeti striscianti, poi all’arbusteto e alle praterie d’alta quota. Molte delle famiglie e degli elementi costitutivi di questa tipologia sono gli stessi che si ritrovano nei paesaggi della montagna alpina. Le differenze sono sfumate e attengono a caratteri specifici di determinate aree”.

3.4 Il PTCP

3.4.1 Carta della caratterizzazione agricola Rapporto Preliminare

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Questa carta restituisce indicazioni relative alla struttura produttiva dei suoli e delle aziende e costituisce quindi uno strumento di analisi della risorsa agricola in senso economico. I temi considerati, misurati nella quantità presente in ogni cella della griglia, sono i seguenti:

ƒ densità di aste idriche;

ƒ continuità territoriale rispetto alle infrastrutture stradali;

ƒ finanziamenti per misure di tutela ambientale;

ƒ finanziamenti per misure di sviluppo economico-produttivo.

I quattro temi/indicatori utilizzati sono stati predisposti nell’ambito del progetto regionale Sal.Va.Te.R. e sono stati classificati sulla base della frequenza.

Dalla lettura delle sovrapposizioni dei vari temi e dalla somma dei relativi punteggi, è stato prodotto lo strato tematico di sintesi riprodotto nella Carta della caratterizzazione agricola, nella quale il territorio provinciale è stato suddiviso in tre classi:

1. Bassa (punteggio da 4 a 5);

2. Media (punteggio da 6 a 7);

3. Alta (punteggio da 8 a 12).

Dall’analisi della carta della “Caratterizzazione agricola” si evince che il comune di Rescaldina appartiene alle classi “bassa” e “media”.

RESCALDINA Rapporto Preliminare

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3.4.2 Ambiti territoriali6

Il comune di Rescaldina appartiene all’ambito territoriale del , una conurbazione lineare con una forte identità legata al ruolo di baricentro in un articolato sistema di relazioni territoriali a diverse scale. L’ambito presenta un carattere fortemente urbano e fa parte di una più complessa ed estesa Rapporto Preliminare conurbazione cresciuta a ridosso della Valle dell’Olona e dell’asse del Sempione. Il Legnanese ha dimensioni relativamente contenute avendo un’estensione territoriale pari a 96,88 Kmq pari al 4,9%

6 PTCP Provincia di Milano

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Rapporto Preliminare dell’intera provincia. I caratteri strutturali del sistema insediativo dipendono strettamente dai segni che gli elementi orografici e il processo di antropizzazione hanno depositato sul territorio.

La vallata dell’Olona rappresenta il principale elemento generativo della forma del territorio e, nel tempo, ha fortemente connotato la rete dei tracciati principali.

La strada romana del Verbano, prima, e quella napoleonica del Sempione, dopo, hanno sfruttato i terrazzamenti fluviali dell’Olona, favorendo lo sviluppo dei centri abitati in una posizione di sicurezza rispetto alle esondazioni e alle variazioni dwel corso del fiume.

All’interno dell’ambito si possono individuare due sistemi insediativi: la conurbazione lineare della Valle dell’Olona e il reticolo storico dei nuclei urbani a cavallo del Canale Villoresi.

3.4.3 Paesaggio7 Rapporto Preliminare

Figura 5.5.2 – Estratto cartografico delle Unità Paesistico Ambientali – TAV n.6 – PTC

7 PTCP Provincia di Milano

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Il comune di Rescaldina appartiene all’unità paesistico territoriale dell’ ”Alta pianura asciutta” e alle sotto – unità “Alta pianura asciutta occidentale” e “Alta pianura asciutta dei torrenti Lura e Bozzente”:

Alta Pianura asciutta occidentale

“Il paesaggio dell’alta pianura asciutta identificabile come pianura asciutta del Bustese, a nord del Canale Villoresi e ad occidente dell'Olona, assume come carattere dominante le formazioni boschive intorno al Parco del Ticino e quelle degli antichi boschi a sud di Cortese. Si tratta delle porzioni residue di grandi boschi secolari, intaccati e smembrati soprattutto nell'ultimo secolo e, in particolare, nel corso delle due grandi guerre ma tuttavia ancora identificabili e in condizione di essere consolidati e riqualificati. Il paesaggio presenta campi di taglio regolare, geometrico, ad andamento ortogonale: linee forti est- ovest sottolineate dalla viabilità rurale e dalla distribuzione dei filari alberati che ne seguono l'orientamento. I campi di taglio medio-grande e le coltivazioni fortemente omogenee conferiscono a questo ambiente caratteri assai simili a quelli della pianura irrigua anche per effetto della buona permeabilità dei suoli L’alta pianura è costituita da terreni porosi nei quali l’acqua si infiltra: è perciò una zona tendenzialmente poco fertile. Il territorio è frammentato in piccole proprietà terriere e, laddove permane l’utilizzo agricolo del terreno, in molte varietà di coltivazioni. All'inizio del XIX secolo il paesaggio di questa porzione dell'alta pianura asciutta era caratterizzato da aree a brughiera e da seminativi vitati. Le colture principali di queste aree erano la vite, il gelso e secondariamente i cereali; tra questi i più rappresentati erano in ordine, il mais, il frumento e la segale. Attualmente il paesaggio è condizionato da un'attività agricola poco differenziata e, in genere, senza zootecnia. Anche in quest'area il mais è la coltura principale, seguito, a seconda dell'andamento del mercato, dalle colture proteo-oleaginose (soia, colza) e dai cereali vernini, sono in genere scarsi i prati e l'allevamento è per lo più da ingrasso. Le strutture aziendali sono oggi per lo più inglobate nei centri urbani, peraltro fortemente intrecciati col tessuto rurale. Pochi sono gli elementi ancora riconoscibili del paesaggio agrario tradizionale; permane una rete viaria minore di una qualche significatività soprattutto nella porzione occidentale dell'unità, sviluppata tra i centri di fino a e . Frammiste all'agricolo si riscontrano aree boscate a ceduo in genere a prevalenza di Robinia. Rapporto Preliminare La caratteristica principale del territorio è di essere totalmente pianeggiante in quanto la quota massima registrata non raggiunge i 300 metri. sul livello del mare”.

L’alta pianura asciutta dei torrenti Lura e Bozzente

L’alta pianura asciutta dei torrenti Lura e Bozzente è un’area caratterizzata da ampie ondulazioni, legate a eventi deposizionali misti di natura eolica e fluviale che hanno prodotto terreni costituiti da orizzonti superficiali piuttosto fini sopra i classici sedimenti ghiaioso-sabbiosi della pianura.

21 Variante al Piano Attuativo n.11 Zona C5

Rapporto Preliminare

Attualmente quest’area è interessata da elevati processi di urbanizzazione e forte pressione del territorio. Restano zone coltivate a seminativo e prato e pochi boschi. I corsi d’acqua hanno perso la loro naturale funzione per assumere quella dominante di scoli, subendo profonde modificazioni di tracciato e di struttura: per lunghi tratti sono stati canalizzati e interrati e svolgono ora la funzione prevalente di collettore fognario. Mentre il sistema territoriale del torrente Bozzente insiste sull’ambito collocato ai margini delle urbanizzazioni lineari del Sempione e della Varesina ed è interessato dalle propaggini di tali contesti urbani, il sistema del Lura si compone della stretta e allungata porzione di territorio compresa tra l’ambito delle Groane e il solco fluviale del Lura, e si presenta come uno spazio aperto, integro, poco infrastrutturato e urbanizzato. Lungo il torrente Bozzente si trovano infatti gli abitati di Rescaldina e Cerro Maggiore che costituiscono le frange periferiche della conurbazione densa dell’Olona e che, nel corso dell’ultimo secolo, hanno eroso gran parte dei territori agricoli che si estendevano ad est fino ai boschi di Uboldo e ad ovest sino all’Olona. Per quanto riguarda Rescaldina, la frangia urbana si presenta per lo più compatta, quasi a fronteggiare i boschi circostanti che sembrano ritagliati per fare spazio all’espansione urbana; Cerro Maggiore, al contrario, si innesta nel territorio agricolo e naturale in maniera più frastagliata, non trovando limite all’espansione neanche nel tracciato autostradale dei laghi.

Ambiti ed elementi di interesse storico – paesaggistico

Analizzando l’estratto cartografico della Tavola degli “Ambiti ed elementi di interesse storico – paesaggistico” relativo al territorio comunale si evidenzia la presenza di:

• Tre centri storici e nuclei di antica formazione (art.36). Il PTCP nel capitolo relativo alle norme di attuazione, indica quali centri storici “le aree urbanizzate di più antico insediamento, corrispondenti ai centri urbani storici di maggior livello gerarchico per la presenza di sedi amministrative, religiose, di mercato, dotati di impianto urbanistico complesso, con diffuse presenze di edifici monumentali o elementi architettonici di pregio”. • Un “Ambito di rilevanza paesistica (art.31)”, indicato dal PTCP quale “area connotata dalla presenza di elementi di interesse storico, geomorfologico, naturalistico e le aree in cui si manifestano dinamiche idrauliche, intese come sistemi territoriali costituiti dal corso d'acqua naturale e dal relativo contesto paesistico, caratterizzato da elementi morfologici, naturalistici, storico - architettonici e culturali. Sono altresì comprese le aree che necessitano di una riqualificazione dal punto di vista paesistico”.

• Due aree in cui è evidenziata la presenza di “Alberi di interesse monumentale” indicati dal Rapporto Preliminare PTCP quali “esemplari arborei singoli, in gruppo o in filare di alto pregio naturalistico, storico, paesaggistico e culturale”. Sul territorio comunale sono stati individuati 100 esemplari di Calocedrus decurrens, e 20 esemplari di Cedrus deodara (Cedro dell’Himalaya). • Un’area a rischio archeologico, definita dal PTCP come “ambito caratterizzato dall'accertato ritrovamento di beni di interesse archeologico”, localizzata nei pressi di uno dei tre centri storici.

22 Variante al Piano Attuativo n.11 Zona C5

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• Un “Ambito di cava cessata” (art.50 delle norme del PTCP). Il Comune verifica e individua nello strumento urbanistico la presenza ed il perimetro delle cave cessate rappresentate ai soli fini ricognitivi alla Tavola 2 del PTCP.

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Figura 5.5.2a – Estratto cartografico della carta degli ambiti ed elementi di interesse storico – paesaggistico – TAV 3c – PTC

23 Variante al Piano Attuativo n.11 Zona C5

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A Est del territorio comunale scorre il torrente Bozzente, vincolato lungo tutto il tratto ricadente nella provincia di Varese (vedi figura sotto) mentre il tratto ricadente nella provincia di Milano è vincolato solo nei tratti scoperti.

Il torrente Bozzente, lungo 37 Km nasce nel comune di Appiano Gentile, a nord – est della località San Bartolomeo al Bosco attraversa le provincie di Como, Varese e Milano e sfocia nel fiume Olona.

I suoi affluenti sono Valle del Muggioeu, Torrente Vaiadiga, Lambarin, Fosso delle Valli e Torrente Antiga.

Il percorso del torrente Bozzente fu deviato, con il contributo del Ducato di Milano e dei Conti Borromeo sin dai primi anni del XVII secolo, per impedirne lo straripamento e la conseguente alluvione dei paesi che si trovavano lungo l'antico corso. Affluenti antichi erano il torrente Gradaluso (detto anche Gradeluso, Cao o Bozzentino) e Fontanile di Tradate (o Raboeu), che oggi spagliano in prossimità del Bozzente stesso.

A Nord – Ovest scorre il torrente Tradate, vincolato lungo tutto il tratto ricadente all’interno della provincia di Varese.

Il fiume Olona è uno dei principali corsi d’acqua del Nord Italia. Nasce nelle prealpi varesine presso Rasa in Valganna dove scorre tra colline moreniche, sbocca nella parte alta della pianura alluvionale e quindi si estende per buona parte dei comuni del nord-ovest milanese fino a raggiungere il capoluogo lombardo nei pressi del quartiere Gallaratese. Rapporto Preliminare

24 Variante al Piano Attuativo n.11 Zona C5

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Torrente TRADATE

Torrente BOZZENTE

Corsi d'acqua Corsi d'acqua vincolati

Area di rispetto fiumi (150 m)

Ferrovie

Figura 5.5.2b – Estratto cartografico dei vincoli – SIBA.

3.4.4 Rete ecologica8 Analizzando la cartografia del PTCP per quanto riguarda il territorio comunale, si evidenzia la presenza lungo i confini Nord ed Est del territorio comunale di un “Ganglio secondario” (area rosa puntinata), Rapporto Preliminare definite dal PTCP quali “zone che presentano caratteristiche analoghe a quelle dei gangli primari ma dai quali si differenziano per il più modesto livello di naturalità presente” e di una “Barriera

8 PTCP Provincia di Milano

25 Variante al Piano Attuativo n.11 Zona C5

Rapporto Preliminare infrastrutturale” (cerchio rosso) a Est rappresentata dalla rete ferroviaria Milano – Novara Nord (linea rosa in figura).

Lungo il confine Sud del territorio comunale si trova una “Zona extraurbana con presupposti per l’attivazione di progetti di consolidamento ecologico” (area ovale tratteggiata di rosso). L’articolo 61 delle Norme di Attuazione del PTCP definisce “zone extraurbane su cui attivare il consolidamento ecologico” le aree agricole esterne agli ambiti urbani caratterizzate dalla presenza di consistenti elementi vegetazionali.

RESCALDINA

Rapporto Preliminare

26 Variante al Piano Attuativo n.11 Zona C5

Rapporto Preliminare

3.4.5 Difesa del suolo9 Nel territorio Comunale di Rescaldina appare interessato da due “Aree in corso di caratterizzazione e bonifica (figura successiva,rettangoli arancioni) ma non appare interessato da aree di dissesto.

Sul territorio comunale è presente uno stabilimento a rischio di incidente rilevante (quadrato viola in figura).

Rapporto Preliminare

igura 5.5.4 – Estratto cartografico della carta della Difesa del suolo - Tavola 2/c - PTCP

9 PTPC Provincia di Milano

27 Variante al Piano Attuativo n.11 Zona C5

Rapporto Preliminare

3.4.6 Sistema insediativo e infrastrutturale10 Il territorio comunale appartiene al Polo tecnologico multifunzionale – Cerro Maggiore.

Figura 5.5.5 – Estratto cartografico dalla Tavola 1 – Sistema insediativo – infrastrutturale Rapporto Preliminare

10

28 Variante al Piano Attuativo n.11 Zona C5

Rapporto Preliminare

Nella Relazione generale del PTCP viene inoltre riportato come intervento infrastrutturale nel Tavolo Interistituzionale il potenziamento delle strutture di interscambio (di interesse locale) presso le stazioni ferroviarie di e Rescaldina (tratto blu - grigio in figura).

TAVOLO INTERISTITUZIONALE: Legnanese.

Comuni interessati: Busto Garolofo, Canegrate, Cerro Maggiore, , Legnano, , , Rescaldina, , , Villa Cortese.

INTERVENTO DESCRIZIONE NOTE

Potenziamento strutture di Individuazione/programmazione di Proposta da approfondire nell’ambito interscambio (di interesse locale) interventi relativi alla realizzazione di della definizione del Piano di Bacino presso le stazioni ferroviarie di parcheggi di interscambio, sosta bus e della Mobilità e dei Trasporti della Canegrate e Rescaldina. miglioramento accessibilità ciclo- provincia di Milano, che individuerà pedonale, in funzione della prevista caratteristiche e priorità degli attivazione del SFR. interventi.

3.4.7 Piani d’area11 Piani d’Area sono “esperienze volontaristiche, sviluppate da un insieme più o meno vasto di Comuni, che nascono dalla necessità di gestire problematiche e opportunità di ciascun ambito territoriale ad una scala intermedia tra quella provinciale e quella comunale coordinando la messa a fuoco di criticità, potenzialità, occasioni di sviluppo e progetti pilota per governare al meglio le trasformazioni del territorio”. Rapporto Preliminare

11 PTCP Provincia di Milano

29 Variante al Piano Attuativo n.11 Zona C5

Rapporto Preliminare

Il comune di Rescaldina appartiene al Piano d’Area “Legnanese”, che comprende 11 comuni: Busto Garolfo, Canegrate, Cerro Maggiore, Dairago, Legnano, Nerviano, Parabiago, Rescaldina, San Giorgio su Legnano, San Vittore Olona, Villa Cortese.

Il Piano d’Area si prefigge di approfondire i seguenti temi:

• identità del Legnanese, strategie di sviluppo e governo dei cambiamenti, in funzione delle caratteristiche territoriali, economiche ed ambientali, in rapporto all’asse del Sempione, a Milano ed al sistema Busto-Gallarate-Malpensa;

• proposte per la ricostruzione e valorizzazione del sistema delle eccellenze nei settori dei servizi alle imprese, della formazione qualificata e della ricerca industriale;

• ambiente e paesaggio: il sistema delle aree non urbanizzate mediante la messa a sistema Rapporto Preliminare delle aree protette individuando, quale elemento strutturante del progetto di “dorsale verde nord”, il collegamento tra Parco del Ticino e Parco delle Groane attraverso il sistema dei PLIS, i principali corridoi della rete ecologica, le aree inedificate e il sistema delle acque (Villoresi, Olona);

• il sistema dell’accessibilità, con la definizione di un piano della mobilità d’area per la risoluzione delle problematiche di connessione interne all’ambito, con l’obiettivo del riequilibrio

30 Variante al Piano Attuativo n.11 Zona C5

Rapporto Preliminare

della rete, del miglioramento dell’accesso ai sistemi della grande viabilità e a supporto delle polarità territoriali;

• la progettazione di un sistema della ciclabilità intercomunale;

• il sistema insediativo e i servizi di valenza metropolitana.

3.5 Il PLIS Parco del Bosco di Rugareto Rapporto Preliminare

Figura 5.1.1 – Estratto cartografico del Plis del Parco del Rugareto

Il territorio Comunale di Rescaldina è compreso nel PLIS Parco del Rugareto.

Il PLIS del Rugareto è situato nella porzione nord-ovest della provincia di Milano, fra i tracciati dell’autostrada dei Laghi (A8), della SS 33 e della ferrovia del Sempione, a ovest, e della Varesina e della ferrovia Saronno-Varese, a est.

31 Variante al Piano Attuativo n.11 Zona C5

Rapporto Preliminare

Il contesto è quello dell’alta pianura asciutta occidentale, a nord del canale Villoresi e a oriente della stretta valle dell’Olona, in un ambito territoriale caratterizzato da ampie ondulazioni dovute all’azione eolica e fluviale sul terrazzo fluvioglaciale che segna il margine settentrionale della pianura a nord di

Milano.

L’estrema parte nord-orientale è ubicata in corrispondenza degli anfiteatri morenici rissiani (la linea del terrazzo passa infatti nelle vicinanze della SS n° 233, Cislago). l’escursione altimetrica nel PLIS è poco sviluppata, passando da ca. 210 m s.l.m. della parte più meridionale a ca. 260 m s.l.m. della parte nord orientale. Il PLIS è stato riconosciuto nel 2006 dalla Provincia di Milano, dove occupa circa 201 ettari in Comune di Rescaldina; la rimanente parte del Plis si trova in Provincia di Varese, nei Comuni di Cislago, Marnate e Gorla Maggiore, con una superficie di circa 1.012 ettari. Si tratta del primo nucleo di tutela di una estesa superficie forestata, compresa fra la valle dell'Olona e la Pineta di Tradate.

Rapporto Preliminare

32 Variante al Piano Attuativo n.11 Zona C5

Rapporto Preliminare

Figura 5.1.1° - Confini comunali del PLIS approvati e definiti dalla Provincia

Rapporto Preliminare

33 Variante al Piano Attuativo n.11 Zona C5

Rapporto Preliminare

4 Il Piano Attuativo12

4.1 Premessa La presente relazione ha lo scopo di illustrare l'intervento proposto "in Variante" al Piano Attuativo n°. 11 - (Zona C 5 ) - già convenzionato con Atto Doti. Fenaroli di Legnano in data 03/11/2004 Rep. n. 17695/2355 di racc. Registrato a Milano 3 il 22/11/2004 Trascritto a Milano 2 il 26/11/2004 ai n. 171659/89823 nonché di verificare la compatibilita con lo Strumento Urbanistico di riferimento attualmente vigente nel Comune di Rescaldina, con le Leggi in vigore e la loro conseguente pratica attuazione. La presente Variante inoltre, deve intendersi sostitutiva di quella già inoltrata in data 30/03/2009 Prot. 5741 che, ancorché già adottata dal Consiglio Comunale , deve intendersi non più operativa a tutti gli affetti per modificate previsioni di sviluppo e per l'adesione dei lottizzanti richiedenti alle determinazioni comunali di cui alla nota in data 17/02/2010 Prot. 3482 in copia allegata alla presente.

4.2 Descrizione dell’area L'area di intervento del Piano Attuativo n°. 11 ( Zona C 5) è ubicata nel versante "Sud-Est" del Comune di Rescaldina, lambita da Via Granisci, Viale Kennedy e Via Resegone dalle quali si accede L'area è pressoché pianeggiante nel suo insieme non presentando apprezzabili contrasti planoaltimetrici di facile lettura ed è immediatamente raggiungibile dal centro abitato con il quale confina nel lato di ponente. Nell'insieme l'area, con il relativo fabbricato esistente, non manifesta particolari riferimenti architettonici, non è interessata da vincoli monumentali, storici, idrogeologici o parchi e non costituisce, eccezion fatta per alcune alberature poste sui confini, bene da salvaguardare a memoria. Per la particolare posizione, a ridosso del centro edificato, l'intero comparto, può contare inoltre sulla presenza di tutti i servizi quali: • Rete stradale • Rete acquedotto • Rete fognature/tombinature di tipo misto • Rete metano • Rete ENEL • Rete TELECOM

• Rete illuminazione Pubblica Rapporto Preliminare cosi come illustrato dalle tavole allegate al vigente P.A. originario già convenzionato che confermano e garantiscono una vocazione edilizia sicuramente incontestabile.

12 Dott. Arch. Luigi Adolfo Pirovano

34 Variante al Piano Attuativo n.11 Zona C5

Rapporto Preliminare

Come illustrato infine nelle tavola n° 5 e 14 , i rilievi dell'intera proprietà originaria avevano determinato una superficie complessiva reale pari a mq. 98.037,00 annotando che una ulteriore porzione di mq. 4.191,00 era già stata oggetto di "cessione bonaria" per allargamento stradale tra Via Gramsci / Viale Kennedy e Viale Resegone, non ancora perfezionata con Atto Pubblico. Attualmente la superficie reale, per effetto dell'ampliamento del P.A. , ricomprendente nel nuovo perimetro il mapp. 11 avente una superficie reale pari a mq. 497,28 , viene determinata in mq. 98.534,28 fermo restando le cessioni delle superfìci stradali sopra indicate.

4.3 Il progetto Il progetto già anticipato ai paragrafi precedenti e nuovamente elaborato in recepimento delle indicazioni emerse a seguito della nota comunale del 17/02/2010 avanti citata, prevede i seguenti interventi da realizzarsi "in Variante" all'originario P.A.: • Accorpamento con ampliamento nell'area del P.A. n°. 11, anche della superficie relativa al mapp. n. 11 di proprietà dei Sigg. Tarantella e Voltati sulla quale attualmente insiste un fabbricato di civile abitazione. Per tale fabbricato è prevista la demolizione con il recupero dell'area a parcheggio / verde e la nuova edificazione in una restante parte della superficie del P.A. n°.11. Tale spostamento risulta individuato dalle cartografie allegate (rif. Tav. n.4) con la simbologia TR. Il fabbricato esistente è sviluppato su due piani fuori terra con una SL di mq 179,24, che viene riconfermata nel nuovo progetto in mq. 200,00, ed una superficie coperta di mq 250,00 , quest'ultima invece riproposta per una scelta progettuale discendente da esigenze di sviluppo su un solo piano fuori terra del nuovo fabbricato con una volumetria, anche questa comunque riconfermata di me. 546,69). L'esigenza di uno sviluppo planimetrico limitato al solo piano terreno , come detto, oltre ad essere più consona ai disposti della L. n. 13 / 89 è dettata sopratutto da manifestate volontà della proprietà. • Per effetto dell'accorpamento del mapp. n. 11 , la superfìcie del P.A. n°. 11, individuata negli iniziali mq 62.500, dalla normativa di piano ai fini dei calcoli planivolumetrici, viene ora quantificata in mq . 62.997,28 teorici e in mq. 67.048,28. • Variazioni alle Superfici Coperte dei fabbricati in progetto, sono previste nella presente Variante ai soli fini di un miglior sfruttamento delle possibilità edificatorie (relative tettoie e pensiline) e tutto ciò, però, fermo restando l'utilizzazione massima consentita e fissata dallo strumento attuativo più volte citato. Anche le nuove altezze dei fabbricati in progetto risultano contenute entro i limiti massimi previsti dalla vigente normativa di Piano e pertanto per tutti i fabbricati indicati con i n. 4-5-6-7, è prevista la possibilità di realizzazione fino all'altezza massima di mi. 15,00 (limite della zona)

• Il Fabbricato "A" che inizialmente prevedeva destinazioni diverse ( attività culturali, sociali, Rapporto Preliminare sanitarie, assistenziali ed albergo), è attualmente previsto in cessione all'Amministrazione comunale nello stato attuale in cui si trova, per gli usi istituzionali dalla stessa determinati. • E' prevista la realizzazione e la cessione all'Amministrazione comunale del fabbricato indicato con il "Lotto 9" e meglio raffigurato dalla Tav. n. 8 da destinare a centro diurno per disabili ed il tutto come meglio descritto nel "Computo Estimativo" relativo alle Opere di Urbanizzazione Secondarie allegato in calce alla presente • Viene modificata l'impostazione progettuale iniziale che prevedeva la realizzazione di una "piazza da destinare a mercato" sull'area a standard prevista in cessione e, su tale area, viene ora prevista la realizzazione di un un'area da destinare a parcheggio e verde pubblico mentre sulla residua

35 Variante al Piano Attuativo n.11 Zona C5

Rapporto Preliminare

parte indicata come "Lotto 10" è prevista la realizzazione di un nuovo fabbricato con destinazione residenziale con negozi di vicinato che, recuperando le possibilità edificatorie esistenti scaturenti e discendenti dalla cessione dei fabbricati al Comune, avrà una possibilità edificatoria quantificata con una S.L. di mq. 7.000,00 e potrà essere sviluppato su otto piani per un'altezza di mi. 26,00. • Vengono confermate le restanti Opere di Urbanizzazione previste attinenti il tronco stradale interno che mette in comunicazione Via Bozzente con Via Gramsci, la realizzazione delle rimanenti aree a verde e parcheggio nonché la "scuola materna" la cui costruzione, in fase di ultimazione, era prevista dagli accordi sottoscritti con la Convenzione originaria. • A seguito infine di determinazioni assunte in accordo con l'Amministrazione Comunale , la richiedente Metallurgica Legnanese S.p.A. si farà altresì carico di fornire in opera tutti gli arredi relativi alla scuola materna realizzata ed a completamento della struttura così come riportato nella specifica descrizione allegata alla presente.

Ai fini della verifica delle possibilità edificatorie per l'attuazione della Variante in oggetto, si è considerato il Comparto nel suo insieme, C5 ( P.A. n. 11), e con riferimento a tale ambito si sono verificate le possibilità edificatorie possibili con espresso riferimento all'ari. 2 comma 2 lettera D della L.R. n. 23/1997 che cosi si riassumono.

Rapporto Preliminare

36 Variante al Piano Attuativo n.11 Zona C5

Rapporto Preliminare

Si ottiene pertanto che i nuovi interventi edilizi pari a mq. 7.200,00 sono inferiori ai mq. 7.465,54 ammessi dalla L.R. 23/97 citata Rapporto Preliminare

37 Variante al Piano Attuativo n.11 Zona C5

Rapporto Preliminare

5 Gli Indicatori ambientali

Una corretta definizione di “indicatore ambientale” può essere la seguente: “è un parametro, o un valore derivato da parametri, che fornisce informazioni o descrive lo stato di un fenomeno/ambiente/area”.

Grazie alla sua capacità di sintetizzare un fenomeno, un indicatore è in grado di ridurre il numero di misure e parametri necessari per fornire l’esatto stato di fatto e semplificare il processo di comunicazione. Un indicatore deve perciò rispondere alla domanda di informazione, ed essere semplice, misurabile e ripetibile permettendo di indicare eventuali tendenze nel tempo.

Nel caso in esame, data la finalità del presente documento, gli indicatori ambientali sono utilizzati con lo scopo di misurare e confrontare gli esiti di progetto rispetto alla situazione in atto.

In particolare, gli indicatori selezionati hanno lo scopo di evidenziare direttamente gli effetti prodotti dal progetto sull’ambiente urbano di Rescaldina, quali:

5.1) alterazione dei valori paesaggistici;

5.2) interferenza con gli elementi del PTCP;

5.3) uso del suolo;

5.4) traffico veicolare;

5.5) inquinamento atmosferico;

5.6) inquinamento acustico;

5.7) produzione di rifiuti; Rapporto Preliminare 5.8) consumo di risorse idriche;

5.9) smaltimento dei reflui;

5.10) beneficio pubblico.

Gli indicatori così determinati valutano il progetto di variante al Piano Attuativo n.11 solo per gli aspetti che ne determinano variante al progetto di Piano Attuativo già convenzionato ed in corso di attuazione.

38 Variante al Piano Attuativo n.11 Zona C5

Rapporto Preliminare

5.1 Alterazione dei valori paesaggistici

Al fine di valutare l’alterazione dei valori paesistici prodotti dall’intervento in oggetto si sono analizzate le alterazioni delle viste dei quadri visivi e del grado di interferenza dell’opera con il contesto. A tal proposito si è adottata la tecnica dell’analisi per scomposizione dei quadri di paesaggio maggiormente significativi.

Ripercorrendo quindi le strade limitrofe all’area di intervento passando attraverso quei luoghi di maggior frequentazione all’intorno dei quali si svolge il quotidiano (con ciò definibili quindi luoghi dell’ordinario e cioè il c.d. “paesaggio quotidiano”) ed attraversando i luoghi di minor fruizione ma altrettanto importanti in quanto rappresentativi di una visione privilegiata o extra-ordinaria del territorio (e cioè il c.d. “paesaggio esorbitante”), si è giunti all’identificazione dei seguenti punti di vista.

La principale alterazione del paesaggio dovuta alla variante di PA consiste nella realizzazione del lotto 10 rispetto al quale il presente capitolo concentrerà le valutazioni.

Nella tabella successiva si sono analizzate le viste di ampia e media percettività relative a:

• Viste da via Kennedy direzione nord

• Vista da via Brianza

• Viste da via Kennedy direzione sud

• Vista aerea da nord

• Percezione cinematica Rapporto Preliminare

39 Variante al Piano Attuativo n.11 Zona C5

Rapporto Preliminare

Vista / Rif. Descrizione del quadro di paesaggio Valutazione dell’alterazione del quadro Doc. Fot. Foto 1 – Vista Vista da Via Kennedy in direzione nord. Il fabbricato in progetto di variante di PA si da Via Quadro dominato dall’asse stradale e dai inserisce nella porzione sinistra del quadro. Le Kennedy giardini di pertinenza delle villette in affaccio dimensioni del fabbricato nonché l’altezza dello direzione nord sulla via. La profondità di campo è ridotta. Non stesso determinano la formazione di un elemento vengono evidenziati marcatori negativi del fortemente fuori scala. paesaggio. Rapporto Preliminare Ampiezza di veduta: scarsa Profondità di veduta: scarsa Conservazione del quadro: buona

40 Variante al Piano Attuativo n.11 Zona C5

Rapporto Preliminare

Foto 2 –Vista Vista da via Brianza direzione sud-ovest. L’area di PA viene percepita in maniera non de via Brianza Quadro dominato dall’asse stradale e dai rilevante all’interno del quadro. Tuttavia il giardini di pertinenza delle villette in affaccio fabbricato afferente il Lotto 10 viene scorto nella sulla via. La profondità di campo è ridotta. Non porzione destra del quadro a causa proprio vengono evidenziati marcatori negativi del dell’altezza dello stesso, la quale via via paesaggio. approssimandosi alla rotatoria incombe sulla vista Ampiezza di veduta: scarsa dell’osservatore. Profondità di veduta: scarsa Conservazione del quadro: buona Foto 3 – Vista Vista da Via Kennedy in direzione sud. L’area di PA non viene percepita all’interno del de via Quadro dominato dall’asse stradale e dalle quadro. L’area di PA posta non distante dal punto Kennedy alberature poste in fregio del viale stesso. di ripresa rimane comunque celata dalla direzione sud L’area di PA non è percepita vegetazione e dalle edificazioni interposte tra essa Ampiezza di veduta: scarsa e l’osservatore. Ovviamente in accesso alla Profondità di veduta: scarsa rotatoria viene in rilievo con modalità incombente il Conservazione del quadro: buona lotto n.10. Foto 6 – Vista Il quadro identifica la vista aerea dell’area presa da Nord., condizione peraltro vieppiù non assumibile aerea dall’utenza dei luoghi stante la mancanza di punti di osservazione in quota Dalla consultazione del fotoinserimento (tratto dagli elaborati progettuali) si evidenzia come l’edificio (LOTTO 10) risulti di dimensioni abnormi rispetto al costruito esistente. Meno evidente appare tuttavia la sproporzione dell’edifico esistente rispetto agli edifici già autorizzati sull’area di PA. Percezione cinematica Vengono inoltre analizzate alcune viste che rappresentano non più singoli punti di osservazione ma percorsi di percezione così definita percezione cinematica. Tali “tracciati di percezione” vengono assunti quali maggiormente significativi in quanto lungo tali direttrici si potrebbero verificare visuali critiche. I percorsi di percezione qui di seguito analizzati si riferiscono all’ampia percettività. Vista 4 – I fotogrammi rilevano la pressoché totale assenza di relazione visiva con l’edificio in progetto. La Vista da via notevole distanza nonché la presenza dell’edificato e della vegetazione boscata determinano Rapporto Preliminare San Clemente l’assenza di percezione diretta del fabbricato più alto (Lotto 10). (Cerro Maggiore)

41 Variante al Piano Attuativo n.11 Zona C5

Rapporto Preliminare

Vista 5 – In maniera analoga a quanto rilevato in precedenza si evince che, nel percorrere la via IV Novembre Vista da Via da ovest sino alla rotatoria con Via Kennedy, l’edificio più alto in progetto di variante (Lotto 10) non IV Novembre sarà visibile in conseguenza dell’interposizione delle edificazioni e delle arre boscate. - Kennedy Per quanto riguarda il tratto di Viale Kennedy si evince come all’approssimarsi all’edificio in progetto aumenti, come ovvio, la percezione dello stesso. Il grado di interferenza ottico, slavo quando in approssimazione alla tratta finale, rimane comunque contenuto in quanto le edificazioni e i numerosi alberi ad alto fusto si collocano in prossimità del ciglio stradale creando il più delle volte un effetto di barriera ottica.

Dalla lettura della suesposta tabella, si evince che le opere oggetto di variante al PA andranno ad inserire un edificio di indubbia elevata altezza rispetto al costruito contermine, determinando un elemento di oggettiva fuoriscala nelle viste e nel paesaggio. La sproporzione di tale edificio appare peraltro meno squilibrata rispetto al contesto edificatorio del PA. se la valutazione tiene conto del fatto che, una volta edificati gli altri corpi di fabbrica (altezza prevista mt. 15, numero 5 piani fuori terra) così come già autorizzabili dal piano attuativo vigente, quello proposto risulterà di soli n. 3 piani ulteriori rispetto al comparto esistente. Tuttavia nei predetti fabbricati questi piani già precedentemente assentiti sono ubicati in una posizione del comparto mediamente distale dal lotto 10, colchè quest’ultimo vieppiù isolato faticherebbe comunque a considerarsi volumetricamente armonico nei confronti del suo intorno. Non è però il solo volume fuori scala che deve essere acquisito a base di valutazione della sostenibilità della scelta proposta: mancando infatti ogni qualsivoglia informazione, dettaglio compositivo o materico, od anche solo suggestione di quello che sarà il prodotto edilizio, ci si riserva ogni altra valutazione al riguardo.

Peraltro, non ravvisandosi all’attuale stato della progettazione, alcuna espressione edilizia di tali volumi, sia in termini architettonico-compositivi (anche tenuto conto delle necessità legate al rispetto civilistico delle distanze dagli edifici confinanti) che materici nonché di inserimento nel contesto pertinenziale

(spazi aperti pubblico-privati, loro edificazione vegetale ecc.), risulta ardito sciogliere in questa sede Rapporto Preliminare ogni dubbio circa la sostenibilità paesaggistico-percettiva di quella che sarà la possibilità espressiva della variante urbanistica qui proposta. Tant’è che in sede di deliberazione consiliare della variante di P.A. (vedi delibera C.C n.23 del 26/3/2010), si è inserito uno specifico emendamento teso a dilazionare l’effettività della previsione di cui al predetto Lotto 10 e segnatamente: “L’edificio da realizzarsi dovrà garantire requisiti energetici tali da essere classificato almeno in classe B. La progettazione edilizia dell’edificio dovrà essere supportata da specifica analisi di impatto ambientale in rapporto sia all’area

42 Variante al Piano Attuativo n.11 Zona C5

Rapporto Preliminare circostante sia allo skyline urbano. Sulla base degli esiti di valutazione progettuale adottati, l’Amministrazione Comunale si riserva la possibilità di richiedere all’operatore la riduzione dell’altezza complessiva del nuovo edificio. In questo caso la Superficie Lorda (SL) residua potrà essere trasferita in area adatta allo scopo da individuarsi all’interno del redigendo Piano di Governo del Territorio (PGT)”.

Comunque, dovendosi attendere la stagione di progettazione definitivo-esecutica dei fabbricati resi possibili dalla proposta variante di piano attuativo (e non potrebbe che essere così), a nulla varrebbe impiegare ulteriori spazi valutativi (procedendo con la V.A.S. sino alla redazione del rapporto ambientale e celebrando una seconda conferenza di valutazione oltre a quella utile per esaminare il presente documento preliminare) senza potersi aggiungere alcunché in materia di conoscenza della proposta ad oggi disponibile.

Certamente, il tema urbano che ne rileva, ha la necessità di dover essere accompagnato da ogni qualsivoglia attenzione progettuale, non solo del prodotto edilizio, ma anche (e soprattutto) del suo contorno, al fine di efficentarne le funzioni non unicamente d’arredo ma segnatamente mitigazionali ovvero di coniugazione territoriale (anche solo del brano di territorio urbano del comparto di riferimento) della nuova proposta urbanistica nei confronti del suo intorno (così da evitare una affermazione della polarizzazione del luogo in animo di realizzo).

A tal fine si elencano sin d’ora le necessarie condizioni provvidimentali il cui assolvimento, per la parte non afferente la progettazione esecutiva dell’intervento edilizio, dovrà essere prescritto e verificato anzitempo l’inoltro alla Provincia di Milano del provvedimento di adozione consigliare del PA medesimo, ai fini del conseguimento del parere ex art. 92 – VIII comma L.R. n. 12/2005 e s.m.i.:

• definizione degli spazi pertinenziali perimetrali a tutti i corpi di fabbrica previsti nei sedimi di PA allocando una fascia arborea d’alto fusto di profondità minima di mt. 10, fittamente piantumata sia nel piano dominante che in quello arbustivo dominato, avente funzione di filtro

mitigazionale con le contermini espressioni edilizie; Rapporto Preliminare

• previsione di generosa edificazione vegetale di prima grandezza (individui arborei d’alto fusto) a dotazione delle aree a parcheggio, le cui superfici di calpestio non potranno risolversi con previsione di loro totale impermeabilizzazione;

43 Variante al Piano Attuativo n.11 Zona C5

Rapporto Preliminare

• progettazione integrata dell’interezza degli spazi a verde con appropriato studio vegetazionale, paesaggistico e percettivo (un c.d. Piano del Verde) della totalità delle aree libere da edificazione;

• avvio dell’esecuzione contestuale ed anticipatoria di tutte le opere a verde prescritte/previste anzitempo il rilascio dei titoli abilitativi inerenti i prodotti edilizi realizzabili con la variante di P.A. (lotto n. 10), assistita da idonea garanzia fideiussoria da risolversi solo dopo collaudo delle opere stesse

• raggiungimento perlomeno della classe energetica B per tutte le nuove realizzazioni edilizie

• riduzione delle necessità acquedottistiche per l’irrigazione degli spazi verdi e ciò promuovendo il recupero delle acque meteoriche, il cui eccesso sia disperso al suolo e non canalizzato, con rispetto delle superfici minime drenanti

• assolvimento delle prescrizioni in tema di clima acustico, a mezzo di fonometrie ante-operam concordate con l’Arpa territorialmente competente;

• conduzione dell’indagine ambientale preliminare utile alle verifiche contaminative del substrato e della falda

• implementazione delle analisi viarie e studio del clima viabilistico indotto dalle previsioni di P.A.

• prevedere durante la fase di cantiere ogni accorgimento utile a minimizzare gli impatti d’immissione in ispecie sul contermine brano di territorio residenziale

• impegnare l’Amministrazione Comunale redigente il P.G.T. a considerare già ultronei rispetto a quest’ultimo gli effetti del P.A.. in materia di consumo di suolo, esternalità sui sistemi ambientali contermini, sul carico della mobilità, ecc.

Rapporto Preliminare Tali prescrizioni dovranno trovare inserimento nel decreto di non assoggetatbilità v.a.s. all’uopo redatto dall’autorità comunale competente.

44 Variante al Piano Attuativo n.11 Zona C5

Rapporto Preliminare

5.2 Interferenze con gli elementi del PTCP

L’analisi di coerenza rispetto alla previsioni di PTCP rileva una totale estraneità dell’area oggetto di variante dai temi individuati dal PTCP. La variante al PRG appare dunque coerente con la pianificazione di scala PROVINCIALE.

5.3 Minimizzazione dell’uso del suolo

Al fine di determinare il consumo di suolo generato dalla variante al PA n.11 è necessario premettere che la presente relazione valuta gli effetti prodotti sull’ambiente dovuti ai soli aspetti determinati dalla variante al PA convenzionato ed in fase di attuazione.

Pertanto l’incremento del consumo di suolo dovuto all’attuazione della variante al PA adottato viene determinato in base all’aumento della superficie coperta prevista.

Come rilevabili dagli elaborati grafici progettuali si evidenzia che:

PA convenzionato PA Variante Confronto Lotti 1/2 11.780 mq 11.780 mq + 0,00 Lotti 3/4/5/6/7 6.400 mq 8.200 mq + 1.800 mq Lotto 9 880 mq 880 mq + 0,00 Lotto 10 -- 2.145 mq + 2.145 mq Lotto TR 180,58 mq 250,00 mq + 69,42 Fabbricato “A” 4.001,60 mq 4.001,60 mq + 0,00 Totale 23.242,18 mq 27.256,6 + 4.014,42 Superficie totale 98.037,00 mq 98.534,28 mq + 497 mq Rapporto percentuale 23,7 % 27,6 % + 3,9 %

L’incremento di pressione generata sul territorio a fronte dell’aumento di superficie coperta è pari a mq Rapporto Preliminare 4.014,42 corrispondente a + 3,9 %.

5.4 Traffico veicolare generato

Per la determinazione del traffico generato dalla variante al P.A. 11 si considera che:

45 Variante al Piano Attuativo n.11 Zona C5

Rapporto Preliminare

• Il progetto prevede la realizzazione di un nuovo edificio (Lotto 10) determinate una SL totale pari a 7.000 mq con destinazione mista residenziale/terziario;

• Il lotto TR prevede un incremento di SL pari a 20,76 mq con destinazione residenziali;

• Per gli altri lotti è prevista unicamente la variazione della superficie coperta senza incidere sulle SL già convenzionate nel precedente progetto di PA.

Al fine della definizione del traffico indotto si assumono i seguenti coefficienti di generazione di traffico veicolare:

• 1 Vg ogni 50 m2 di SL per le destinazioni residenziali;

• 1 Vg ogni 20 m2 di SL per le destinazioni terziarie;

Pertanto è possibile ipotizzare per il lotto 10 che almeno 1.000 mq vengano destinati a terziario e 6.000 mq a residenza e pertanto:

Totale SL residenziale 6000(lotto 10) + 20,76 (lotto TR) = 6.020,76 mq

Totale SL terziaria = 1.000 mq

Pertanto:

TGM (indotto dalle residenze) 6.020,76 mq / 50 = 120 Vg

TGM (indotto dal terziario) 1.000 mq / 20 = 50 Vg

TOTALE Æ 170 vg

Si ipotizza pertanto la seguente dinamica di distribuzione dei carichi veicolari generati rappresentata schematicamente nella figura successiva:

Via Kennedy (dir. Nord) 20% 34 Vg Via Kennedy (dir. Sud) 50% 85 Vg Rapporto Preliminare Via Gramsci (dir. Sud) 28% 49 Vg Via Brianza 1 % 1 Vg Via Bozzente 1% 1 Vg

46 Variante al Piano Attuativo n.11 Zona C5

Rapporto Preliminare

20% 1%

28% 50%

1%

5.5 Inquinamento atmosferico

L’azione locale del progetto è valutabile in relazione all’energia utilizzata per il riscaldamento/raffrescamento delle strutture.

Per quanto riguarda l’efficienza energetica degli edifici e la conseguente riduzione degli inquinati in Rapporto Preliminare atmosfera (principalmente CO2) dovute alle emissioni conseguenti al riscaldamento/raffrescamento degli stessi (sistema edificio-impianto), gli edifici in progetto verranno costruiti in conformità alla normativa nazionale (D.lgs 192/05 e 311/06) e regionale (DGR VIII / 8745)

Per quanto riguarda l’incremento dell’inquinamento atmosferico dovuto al traffico veicolare indotto, si considererà proporzionale all’incremento di TGM (traffico giornaliero medio).

47 Variante al Piano Attuativo n.11 Zona C5

Rapporto Preliminare

5.6 Inquinamento acustico

Secondo quanto previsto nella zonizzazione acustica Comunale, l’area interessata dal risulta classificata in CLASSE II – Aree prevalentemente residenziali.

L’intervento risulta pertanto compatibile con tale documento prevedendo la variante al PA l’insediamento di nuovi edifici a carattere prevalentemente residenziale

Rapporto Preliminare

48 Variante al Piano Attuativo n.11 Zona C5

Rapporto Preliminare

5.7 Produzione di rifiuti

Per quanto riguarda la produzione di RSU determinata dall’attuazione delle opere è possibile stimare che l’intervento possa determinare un incremento di abitanti equivalenti ragguagliati considerando la funzione mista (terziaria- residenziale) pari a 140 unità così determinato:

13 7.020,76 mq / 50 mq/abequivalente = 140 abitanti equivalenti

Pertanto riportando il Rapporto Provinciale sui rifiuti una produzione pro capite pari a 509 Kg/ anno

E’ possibile determinare un incremento di rifiuti dovuti al PA di:

509 x 140 = 71.260 kg di RU Rapporto Preliminare

Di conseguenza l’incremento percentuale dovuto alla realizzazione della variante al PA sarà dello 1,23% circa.

13 SL residenziale + SL terziaria = 7.020,76 mq

49 Variante al Piano Attuativo n.11 Zona C5

Rapporto Preliminare

Da quanto si evince dal “Rapporto della gestione dei rifiuti urbani nella Provincia di Varese ” il Comune ha destinato nell’ultimo triennio il 41,02% degli RSU alla raccolta differenziata. Quindi, l’ormai consolidata capacità del comune di gestire la raccolta differenziata, potrà risolvere quindi le condizioni generate dal previsto aumento di rifiuti.

5.8 Consumo di risorse idriche

Per la determinazione degli emungimenti idrici previsti è possibile considerare un consumo medio pro- capite di 82 mc (dato medio Italia nord-occidentale14).

Per quanto riguarda quindi il consumo di risorse idriche determinato dall’attuazione delle opere è possibile stimare che l’intervento possa determinare un incremento di abitanti equivalenti ragguagliati considerando la funzione mista (terziaria- residenziale) pari a 140 unità (7.020,7615 mq / 50 mq/abequivalente = 140 abitanti equivalenti )

Pertanto:

140 x 82 = 11.480 m3/anno

Si consiglia inoltre, al fine di perseguire l’obiettivo generale del risparmio della risorsa idrica, nelle successive fasi di progettazione esecutiva, di dotare gli edifici di sistema di raccolta delle acque provenienti dalle coperture degli edifici in modo da essere in parte riutilizzate per usi compatibili quali sistemi antincendio, irrigazione di aree verdi, lavaggio aree esterne, eventuali doppi circuiti per sciacquoni e raffreddamento macchinari. Dovrà essere preferito inoltre l’impiego di dispositivi a basso consumo idrico negli impianti termoidraulici, idrosanitari e nelle apparecchiature irrigue.

Rapporto Preliminare

14 Fabrizio Martire, Roberto Tiberi – Acqua Il consumo in Italia – EMI Editore Bologna 2007

15 SL residenziale + SL terziaria = 7.020,76 mq

50 Variante al Piano Attuativo n.11 Zona C5

Rapporto Preliminare

5.9 Smaltimento dei reflui

I nuovi stabili previsti dalla variante al PA verranno allacciati alla rete comunale di smaltimento dei reflui con recapito finale all’impianto di depurazione.

5.10 Beneficio pubblico

Il beneficio pubblico derivante dalla variante al PA 11 consiste prevalentemente in:

• Il Fabbricato "A" che inizialmente prevedeva destinazioni diverse (attività culturali, sociali, sanitarie, assistenziali ed albergo), è attualmente previsto in cessione all'Amministrazione comunale nello stato attuale in cui si trova, per gli usi istituzionali dalla stessa determinati.

• E' prevista la realizzazione e la cessione all'Amministrazione comunale del fabbricato indicato con il "Lotto 9" e da destinare a centro diurno per disabili ed il tutto come meglio descritto nel "Computo Estimativo" relativo alle Opere di Urbanizzazione Secondarie allegato in calce alla presente

Rapporto Preliminare

51 Variante al Piano Attuativo n.11 Zona C5

Rapporto Preliminare

5.11 Sintesi degli indicatori

Nella matrice successiva sono sintetizzate le analisi sugli indicatori ambientali. Nella matrice ai singoli indicatori ambientali viene associata una scala di valori così suddivisa.

0 Nessuna interazione o irrilevante Effetti parzialmente Effetti scarsamente o +1 -1 positivi potenzialmnete negativi +2 Effetti positivi -2 Effetti negativi

Alterazione dei valori paesaggistici -2 Interferenze con il PTCP 0 Minimizzazione dell’uso di suolo -1 Traffico veicolare -1 Inquinamento atmosferico 0 Inquinamento acustico 0 Produzione di rifiuti 0 Consumo di risorse idriche 0 Smaltimento dei reflui 0 Beneficio pubblico +2

n.b.: i valori espressi nella matrice non sono da assoggettare a sommatoria aritmetica al fine di determinare la sostenibilità ambientale dell’intervento Rapporto Preliminare

52 Variante al Piano Attuativo n.11 Zona C5

Rapporto Preliminare

6 Motivazioni di non assoggettabilità a VAS

In sintesi la variante al piano attuativo P.A. n. 11 prevede la realizzazioni di:

• Nuovo edificio (Lotto 10) determinate una SL totale pari a 7.000 mq con destinazione mista residenziale/terziario;

• lotto TR prevede un incremento di SL pari a 20,76 mq con destinazione residenziali a seguito di trasferimento volumetrico;

• Per gli altri lotti è prevista unicamente la variazione della superficie coperta senza incidere sulle SL già convenzionate nel precedente progetto di PA;

• Cessione del fabbricato “A” , edificazione e cessione fabbricato lotto 9.

Nel capitolo 5 sono stati analizzati gli indicatori ambientali maggiormente significativi riguardanti il presente progetto di PA andando a sintetizzare in una matrice nel paragrafo 5.11 gli effetti ambientali modellizzati dagli indicatori.

L’analisi della matrice ha quindi evidenziato una generale indicazione di sostenibilità ambientale del PA fatta slava tuttavia la maggior criticità delle opere sotto gli aspetti paesaggistici.

Tutto ciò premesso, si ritengono ravvisabili condizioni di non assoggettabilità della variante di piano attuativo alla procedura VAS in quanto anche procedendo con il compimento procedurale della valutazione ambientale tramite la redazione del rapporto ambientale e successiva celebrazione della conferenza di valutazione finale dello stesso, non ne scaturirebbe in assenza del dettaglio edilizio inerente il Lotto 10 alcun nuovo elemento d’analisi e/o valutazione relativamente al tema paesaggistico.

Pertanto, a fronte della messa in atto di opportune azioni migliorative del paesaggio quali quelle precedentemente descritte all’elenco puntato di cui al paragrafo 5.1 e qui integralmente richiamate e da Rapporto Preliminare provvedimentalmente riprendersi nel decreto di non assoggettabilità v.a.s., non si ritengono prescrivibili altri adempimenti progettuali oltre a quelli già proposti in sede di variante al piano medesimo.

Aprile 2010

Studio Tecnico Castelli S.A.S.

(Dott. Giovanni Castelli)

53 Variante al Piano Attuativo n.11 Zona C5

Rapporto Preliminare

Allegati

Allegato 1 - Inquadramento territoriale

Allegato 2- Estratto PRG vigente / variante

Allegato 3 - Planimetria PA convenzionato

Allegato 4 - Planimetria PA di variante

Allegato 5 Tabelle riassuntive di confronto

Allegato 6 - Analisi della percezione (fotoinserimenti) Rapporto Preliminare

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