la memoria Il giorno in cui l’Italia scelse la destra La NELLO AJELLO e DARIO BIOCCA Domenica cultura Bloc-notes e pennelli, la lista è d’autore DOMENICA 24 LUGLIO 2011/ Numero 336 di Repubblica STEFANO BARTEZZAGHI e RICCARDO STAGLIANÒ

“Mi sento come un quindicenne, sono solo molto più saggio” Alla vigilia dei sessant’anni la più eclettica tra le rockstar svela i suoi sogni E i suoi incubi Il giovane FOTO PAOLO ROVERSI

GIUSEPPE VIDETTI darsi la zappa sui piedi», esclama Sting in una pausa delle prove spettacoli del — i suoi classici riarrangiati per voce e or- MONTREUX chestra di cinquanta elementi. Il grande stuntman e il tempio maledetto Capelli a spazzola, fisico asciutto e scattante di chi corre otto ENRICO FRANCESCHINI e STEVEN SPIELBERG on o senza droga, sesso e rock & roll fanno scintille chilometri al giorno, Sting compie sessant’anni il prossimo 2 ot- dai tempi di Elvis. In una acida serata londinese, tobre. I sessant’anni che tutti vorrebbero avere ma pur sempre Hendrix si fece fare il calco del membro da due irri- un’età in cui parlare di sesso tantrico sembra una boutade da i sapori ducibili fan che ovviamente non ne fecero mistero. Amici miei. «E perché mai?», protesta mentre in lontananza un JimC Morrison, in una sorta di estasi erotica, lo esibì in pubblico du- oboe fa a pugni con le note di . «Funzio- Insalate, tutti i colori del Mediterraneo rante un concerto dei Doors a Miami, e finì in manette. Una spu- na, funziona. Sempre più e sempre meglio. La gente ci ride sopra LICIA GRANELLO e MARINO NIOLA dorata biografia di Janis Joplin rivela che la cantante una volta mi- perché non ha nozione di cosa sia il sesso tantrico — che non è se in fila un’intera squadra di rugby. Ma nonostante gli eccessi di scatenato ma riflessivo e quindi può durare molto a lungo — e di l’incontro trent’anni di rock, quando Sting magnificò il potere dell’amore quanto sia salutare. Cosa la induce a pensare che la pulsione ero- tantrico fece ancora scalpore. Insomma sì, disse che un rapporto tica a sessant’anni diminuisca? È pazzo? Io ho le stesse erezioni Isabella Ragonese, “Lasciatemi danzare” poteva durare anche cinque ore, che poi con la fervida immagi- mattutine di quando avevo ventiquattro anni». IRENE MARIA SCALISE nazione dei tabloid diventarono sette e poi nove. «È stato come (segue nelle pagine successive)

Repubblica Nazionale 32 LA DOMENICA DI REPUBBLICA DOMENICA 24 LUGLIO 2011 la copertina Il giovane Sting

L’infanzia gelida a Newcastle (“Sono ancora fermo lì”), l’amore tantrico (“Funziona, funziona”), i figli (“Il più piccolo vuole fare il poliziotto”), l’Italia (“Non vi meritate questa classe dirigente”), il tempo che vola (“Mi piaccio così”) La rockstar si confessa, e svela i suoi progetti futuri: “Voglio scrivere una pièce teatrale. E diventare il nuovo Sinatra” “Ma sarò sempre

GIUSEPPE VIDETTI

(segue dalla copertina)

utta un occhio a una foto della rassegna stampa in cui lui e sua moglie Trudie Styler (classe 1954, con la quale ha quattro figli, dopo i due avuti dalle prime nozze con l’attrice irlandese Fran- ces Tomelty), da trent’anni la coppia più affiatata dello show business, si tengono aggrappati per i glutei e incollano le lin- gue come camaleonti ingordi d’insetti. «C’è anche da dire che B non siamo una coppia normale, capita di stare settimane sen- za incontrarsi. È normale che quando ci si rivede…». Devono essere state scintille anche alcune sere fa, a Ischia, dove entrambi e la figlia Coco, che ha da poco pubblicato l’al- bum d’esordio, erano ospiti del Global Fest. Sting sorvola sul kamasutra e si ferma però a parlare dell’Italia, il Paese dove tra- scorre molti mesi all’anno e dove sono nati due dei suoi figli (il più giovane, Giacomo, è stato così battezzato in omaggio a Puccini). «Ogni volta che torno mi chiedo quale sia il mistero di uno Stato democratico che ha una classe dirigente che non gli somiglia affatto, la testa di un mostro appartenente a un al- tro corpo che non è quello del Paese, fatto invece di gente ge- nerosa, allegra, comunicativa, creativa. A Ischia ho scoperto un’altra cosa bella dell’Italia, Gino Paoli. Mi ha commosso ve- derlo in concerto. Ha cantato Sapore di sale con un quartetto jazz e l’ho trovato irresistibile con quel severo atteggiamento d’artista: questo sono io, vi piaccia o no». Ci sono molti motivi, oltre al fatto che è invecchiato meglio di Newman e Brando, che fanno di Sting un sessantenne invi- diabile: sedici Grammy Awards con e senza i Police, una no- mination all’Oscar, un repertorio immenso e zeppo di canzo- ni già diventate standard, una popolarità che non accenna a scemare, una fortuna stimata in duecento milioni di euro che fanno della famiglia Sumner una delle cento più facoltose del Regno Unito. Sting non fa nulla per alimentare l’immagine ipocrita del rocker squattrinato e fricchettone. Ville, castelli, tenute e appartamenti sparsi per il mondo sono stati esibiti nelle più patinate riviste di case & giardini; la frenesia per lo shopping della coppia (anche durante le prove Sting indossa bermuda e t-shirt di James Perse, sul palco costosissimi com- pleti di Rick Owens) è leggendaria, le frequentazioni sempre all’altezza. Ma più invidiabile per gli artisti che patiscono le conseguenze della crisi del disco è la libertà artistica che Sting si è conquistato. Chi oggi può permettersi di dire: «Niente di- schi per un po’. Per i miei sessant’anni uscirà solo un cofanet- to celebrativo di 25 anni di carriera solistica con il dvd di un con- certo inedito»? È così che festeggerà il compleanno? «Beh, anche con un concerto al Beacon Theatre di New York. Ho invitato un sacco di amici a cantare le mie canzoni: Bruce Springsteen, Stevie Wonder, Will.I. Am, Mary J. Blige, Lady Ga- ga, Billy Joel. Mi è sembrato il modo migliore di far festa». Le fa paura invecchiare? «No, sto bene (in italiano). Sono fiero dei miei anni. Non mi sento vecchio, ho lo spirito di un quindicenne, e allo stesso tempo sono molto saggio. Mi piaccio». Tutto merito di yoga e meditazione? «La meditazione aiuta il sistema nervoso, elimina gli stress, è molto utile prima dei concerti. Ma a dire il vero non sono un grande meditatore, me la cavo meglio con gli esercizi fisici, con una dieta moderatamente vegetariana e un atteggiamento nei confronti della vita moderatamente salutista». A sessant’anni è più facile convivere con i demoni e i fanta- smi del passato? O è sempre la stessa lotta, fino alla fine? «Sto scrivendo uno spettacolo teatrale che è proprio incen- trato sul passato con il quale ho dovuto confrontarmi e con il

Repubblica Nazionale DOMENICA 24 LUGLIO 2011 LA DOMENICA DI REPUBBLICA 33

NEWCASTLE, 1951 GENNAIO 1977, I POLICE 1984, ADDIO ALLA BAND 1988, LA MUSICA COLTA 1997, UN SALTO NEL RAP 2003, L’AUTOBIOGRAFIA 11 FEBBRAIO 2007 Sting nasce a Wallsend, Si trasferisce a Londra Con Synchronicity e il singolo Incide L’histoire du soldat Canta con Puff Daddy I’ll be Pubblica Broken music, I Police si riuniscono Newcastle, da un lattaio dove incontra Stewart , di Igor Stravinsky con la London missing you, rielaborazione con i ricordi dell’infanzia alla cerimonia dei Grammy e una parrucchiera. Il suo primo Copeland e Henry Padovani, lascia i Police e inizia Sinfonietta diretta di Every breath you take, e della fuga da Newcastle e per un tour. L’evento giocattolo è la vecchia batterista poi rimpiazzato la carriera da solistia da Kent Nagano insieme agli Mtv Awards in tributo La storia s’interrompe proprio è campione d’incassi chitarra spagnola lasciata da Andy Summers nella con The dream a Vanessa Redgrave a Notorious B.I.G., il rapper nell’anno in cui si formano delle ultime stagioni in soffitta da uno zio prima formazione dei Police of the blue turtles e Sir Ian McKellen recentemente assassinato i Police e diventa rockstar concertistiche il figlio del lattaio” quale lotto quotidianamente. La mia infanzia. Il nodo è tutto mercato anche lavorando con musicisti di altra estrazione, co- lì. Non l’ho mai sciolto. Sono ancora il figlio del lattaio di New- me Gil Evans, Costello, Robert Wyatt, Branford Marsalis. Però castle che in quelle mattine gelide aiutava suo padre a distri- non ho mai cantato con Mick. Sì, insomma, mi fa rabbia non buire le bottiglie casa per casa. Mi rivedo silenzioso a scrutare esserci. Sarebbe stata un’altra sfida, perché credo che la sua sia i suoi occhi. Per comprendere se sapesse, come io avevo intui- una voce difficilissima da armonizzare con altre. C’è anche to, anzi visto, che mia madre lo tradiva. Ma non lasciava mai Il funerale Keith Richards nel supergruppo?». trapelare nulla. Per amore non ha mai fiatato, le è rimasto ac- No. canto fino alla fine. E io sono ancora lì. Non ho superato la loro Mi rivedo a scrutare «Ci avrei giurato. Quei due si odiano ormai. Troppi anni in- morte, nello stesso anno, distrutti dalla stessa malattia. Non gli‘‘ occhi di mio sieme a rifare le stesse canzoni. Speriamo che non succeda an- andai al funerale. Con la scusa che la mia presenza avrebbe di- che agli U2 dopo il flop di Spiderman a Broadway». stratto l’attenzione dal lutto. In realtà fu perché non riuscivo a padre per capire Ne sa qualcosa lei che con i Police si lascia e si prende. E al- elaborare il dolore…e molte altre cose. È questo il terreno in cui se sapesse, come io la fine di ogni avventura c’è sempre Stewart Copeland che di- Sting, l’artista, ha scavato in tutti questi anni, questo è il suo ce: «A Sting vorrei rompere il muso». paesaggio creativo. E lo sarà per sempre. Non credo riuscirò sapevo, che mia «Che dire? Non siamo mai andati d’accordo. La reunion è mai a venirne a capo». madre lo tradiva stata emotivamente faticosissima. Questa è la ragione per cui Era molto emozionato quando nel 2009, dopo più di due la mia autobiografia, Broken Music (2003), si è fermata ai Poli- decenni, tornò a Newcastle per cantare canzoni di Natale in Non andai ce. Non volevo scrivere di quegli anni. E se ci sarà un seguito, cattedrale. ripartirò dallo scioglimento». «Newcastle ha un potere straordinario e occulto su di me. I al loro funerale Ne parla come se la band fosse il vero lato oscuro della sua miei sogni ricorrenti sono immancabilmente ambientati lì, vita. nella vecchia casa, lungo il fiume. Tutto quello che ho voluta- «In un certo senso…». mente messo nel dimenticatoio riaffiora nell’inconscio, riapre A proposito di collaborazioni: che le è venuto in mente di ferite, fa male. E qualche volta sboccia in creatività. C’è anche travestirsi da donna per duettare con Shirley Bassey alla Car- la mia città natale nella pièce che sto scrivendo, e la morte di negie Hall? mio padre, l’infanzia, l’adolescenza, lo sforzo di cercarsi un po- «Una volta nella vita dovrebbero farlo tutti. Per capire quan- sto nella società, imparare a comportarsi, relazionarsi con gli IL TOUR to è difficile essere donna. Un inferno: cerone, fondo tinta, ci- altri… tutte cose che ancora non ho finito di imparare». Dopo quattordici mesi pria, rossetto, ombretto, mascara, ciglia finte, messa in piega, Si è mai chiesto che tipo di maestro elementare sarebbe sta- di tournée, tacchi a spillo. C’è voluto più di un’ora per truccarmi e un’altra to se il successo non l’avesse strappato a quella professione? il Symphonicity Tour per togliermi tutto quell’impiastro dalla faccia. E loro lo fanno «Pessimo, perché la frustrazione mi avrebbe inaridito e re- arriva in Italia: ogni giorno. Dopo questa esperienza apprezzo le donne mol- so rabbioso e introverso, scontroso anche con i bambini. Io vo- il 27 luglio a Palermo, to di più». levo cantare, fare musica. Se non ci fossi riuscito sarei diventa- il 29 a Venezia, Avere due figli, Joe e Coco, che sguazzano nel mondo del to una larva umana». il 30 a Roma, rock le crea qualche ansietà? Qualcuno ha insinuato che riproporre le solite canzoni con il 31 a Brescia «Come potevo evitarlo? Gli ho fatto la predica: il successo l’orchestra sia una scelta “adulta”: Sting invecchia e mette in Sting proporrà non è fondamentale, essere felici è importante, imparare è im- grisaglia le sue canzoni. i suoi più grandi portante. E loro: è facile per te papà, lo dici perché sei ricco e fa- «Vecchio sì, adulto mai. Sono un artista che ha afferrato al successi rivisitati moso! Io insisto: è la verità, non avrei mai fatto musica se non volo tutte le opportunità che ha avuto davanti. Ho lasciato i Po- con arrangiamenti mi avesse reso felice, non fatevi incantare dalla X-Factor Ge- lice nel pieno del successo, ho flirtato con il jazz, la classica e la sinfonici neration, quelli non sono artisti, solo dei cloni generati da ste- world music; con il cinema e con il teatro. Per me suonare con reotipi pre-esistenti, Bob Dylan sarebbe stato scartato subito la grande orchestra è stata una tentazione irrinunciabile. Non ad American Idol. Trudie e io non abbiamo mai fatto credere ai intendevo cambiare lo spirito delle mie canzoni, tutt’altro. ragazzi di poter contare su un vitalizio, l’idea del bamboccio- Trovo che Roxanne sia molto più romantica, espressiva e gar- ne non è molto popolare in Inghilterra. Coco ha uno spirito in- bata in questa veste. Se vuoi che il tuo repertorio si evolva, se dipendente, non accetta soldi da noi. Non ho il diritto di sco- vuoi trascinarlo da un decennio all’altro, devi adattarlo a con- raggiarla, è come me quando avevo la sua età, non avrei volu- testi il più possibile diversi. Le assicuro, anzi, che dopo questo to che nessuno uccidesse il mio sogno. Ma loro hanno una lungo apprendistato scriverò anche per voce e orchestra». realtà — comoda e scomoda ma ineluttabile — con cui fare i Ma chi la conosce sa che per temperamento lei si prenderà conti: sono figli di un cantante famoso». una pausa da tutto questo. Come sarà il prossimo disco? Forse proprio questa è stata la spinta… Un’altra escursione nella musica antica? «Non creda. Abbiamo un dissidente in famiglia. Il più pic- «Ha ragione. Sono già con la testa da un’altra parte. Come le colo, Giacomo, che ha quindici anni e studia in un ottimo col- ho detto sto scrivendo uno spettacolo teatrale tutto mio, con lege di New York. Vuole fare il poliziotto». canzoni che saranno cantate da altri. Avevo bisogno di libera- E voi come l’avete presa? re la creatività in modo diverso. Sting mi annoia, è un vecchio Il party «Non abbiamo fiatato. Se cerchiamo di fargli cambiare idea benestante ormai, ho bisogno di rigenerarlo attraverso gli in- Per i miei sessant’anni è la volta buona che s’intestardisce. È il suo modo di ribellarsi. terpreti. La scrittura va a gonfie vele, ma non so ancora quan- ‘‘ Forse sogna di arrestare suo padre. Ma in verità è il più eccen- do andrà in scena. Ne verrà fuori un disco? Forse». verranno un sacco trico dei Sumner, più artista di tutti noi». Mick Jagger si sta rigenerando nei SuperHeavy, una band Se continua così, una carriera che va avanti spedita verso i di all-star appena formata con Dave Stewart, Joss Stone, Da- di amici a New York settanta, diventerà il Frank Sinatra del nuovo millennio. mian Marley e il premio Oscar indiano A. R. Rahman. Bruce, Stevie Wonder, «Mi piace! Adoro l’idea di poter cantare le mie canzoni an- «Non ne sapevo nulla. La cosa triste è che Mick Jagger abbia che tra dieci anni. Frank e io abbiamo molti tratti in comune. formato un supergruppo senza invitarmi. Avrei cantato vo- Lady Gaga Io non ho “the voice”, ma ho fatto film, ho un repertorio inossi- lentieri con lui e Joss Stone». Mick Jagger no, dabile, piaccio alle donne… ». Forse ha pensato che lei è troppo occupato, in tournée per Ma lui ne ha avute mooolte di più. anni interi. lui non m’ha invitato «Questo lo dice lei».

«O forse ha fatto il conto delle mie numerose collaborazio- © RIPRODUZIONE RISERVATA ni. Io non sono mica rimasto al caldo con i Police, ho sfidato il nel suo supergruppo FOTO © FABRIZIO FERRI

Repubblica Nazionale 34 LA DOMENICA DI REPUBBLICA DOMENICA 24 LUGLIO 2011 la memoria Cent’anni fa un Regio decreto stabiliva che ogni provincia On the road potesse avere il proprio codice della strada: se a Bergamo si teneva la sinistra a Brescia si faceva l’opposto. Guidare divenne sempre più pericoloso finché, sollecitato dai prefetti, Mussolini ordinò la “mano unica”. Dai documenti ufficiali la storia dimenticata del “grande ingorgo” post unitario Quando l’Italia si buttò a destra

DARIO BIOCCA le zone di operazione. A Caporetto, po- nella Venezia tridentina si guidava te- sione era stata presa nel 1907 allo scopo strada, dunque a sinistra, per evitare che co dopo, si verificò un ingorgo senza nendo la destra; dopo la dichiarazione di facilitare l’installazione delle tram- gli animali imbizzarriti uscissero dalla a guidaa sinistra è per mol- precedenti che costò la vita a migliaia di di guerra del maggio 1915, tuttavia, l’e- vie. Peccato che, a distanza di quindici carreggiata. Il problema dei cavalli era ti un’eccentrica abitudine soldati intrappolati nelle strette valli al- sercito aveva obbligato gli autisti a pas- anni, ancora la popolazione non osser- diffuso ovunque; anche a Rovigo, al mo- britannica o un antico re- pine e decimati dalle artiglierie nemi- sare alla mano sinistra. Il provvedimen- vava scrupolosamente l’ordinanza e si mento di incrociarsi lungo le strade più taggio dell’età coloniale. che. Le colonne in ritirata marciavano a to fu revocato nel novembre del 1918 verificavano continui incidenti; la solu- strette, i veicoli a motore e le carrozze si Anche nell’Italia unita, sinistra, i rinforzi provenienti da sud te- ma per mesi ancora si verificarono inci- zione, a giudizio del prefetto, era comportavano in modo differente e im- però, si guidava a sinistra, nevano la destra. Era la prima volta che denti, in particolare agli incroci e nelle senz’altro di «imporre la mano sinistra» prevedibile — e sempre con grave peri- anziL si guidava a volte a sinistra e a volte l’Italia si accorgeva di un problema: le aree urbane regnava una «grande con- a tutto il Paese. A Ravenna si teneva la colo per l’incolumità dei viaggiatori. a destra, cambiando mano là dove i car- regole del suo traffico stradale erano in- fusione». Un funzionario spiegò che l’e- destra ma, lungo la strada per Porto Ma il caso più penoso era l’Umbria, telli, se c’erano, lo indicavano come un certe, incoerenti, persino imprevedibi- sercito aveva imposto quel «decreto di Corsini, «per antica consuetudine» si dove vigeva l’obbligo di tenere la destra obbligo per tutti i conducenti. Esatta- li. Ma se ne discusse poco, nel 1917 ben mano sinistra» perché le auto e i camion procedeva a mano sinistra. A Bergamo sia nei centri abitati sia nelle zone rura- mente cent’anni fa il Regio decreto n. altri eventi riempirono le pagine (del re- militari erano dotati di un freno di si teneva la sinistra, a Brescia la destra. li. Le strade erano però «a schiena d’asi- 416 del 28 luglio 1901 confermò il dirit- sto censurate) dei giornali e il cuore emergenza posto all’esterno delle vet- Nella provincia di Como si teneva la si- no» e prive di «spalla di contenimento». to di ogni provincia di redigere il pro- stesso degli italiani. ture e azionato dalla mano destra del- nistra ma nei circondari di Varese e Lec- Al sopraggiungere di veicoli a motore prio codice stradale, imporre o abroga- Fu Mussolini, cinque anni più tardi, a l’autista, dunque anche il posto di gui- co «prevaleva la mano destra». che intendevano procedere al sorpas- re i limiti di velocità e scegliere la dire- prendere la definitiva e totalitaria deci- da era a destra. Poiché le strade di mon- Se nelle province del nord le regole so, i guidatori dei carri e delle carrozze zione di marcia dei veicoli. Gli automo- sione di far guidare tutti gli italiani, na- tagna erano strette, i conducenti teme- della guida mutavano in relazione alle si spostavano verso sinistra, dunque bilisti, già abituati a passare da un lato turalmente, a destra. Nel dopoguerra, vano di sbilanciare il carico verso i diru- ordinanze locali, lo stesso avveniva al verso il centro della strada. Evitavano della carreggiata all’altro anche per infatti, tornata una relativa calma am- pi o urtare i mezzi che procedevano in sud, anche se con minore frequenza. In così di uscire dalla carreggiata e brevi viaggi, non protestarono perché il ministrativa, si provò a capire e porre ri- direzione opposta. Tutti preferivano alcuni comuni prossimi a Caltanissetta sprofondare con le ruote nella terra o traffico era modesto e le automobili si medio al problema. Il governo chiese scorgere i pericoli a distanza e trovarsi si guidava a sinistra mentre il prefetto di nel fango ma correvano il pericolo di in- aprivano la strada con pittoresche alle prefetture informazioni dettagliate sempre al centro della carreggiata. E an- Trapani dichiarò che nella sua città «si crociare le auto più veloci provenienti trombe. sul traffico e le trasmise a Mussolini, ap- cora. A Vicenza si teneva la mano de- era soliti» tenere la destra «ma non sem- dalla direzione opposta con prevedibi- Tutto cambiò nel 1915, con la Prima pena nominato Presidente del Consi- stra, ma nella vicina provincia di Vero- pre»; i conducenti dei carri, infatti, teme- li e catastrofiche conseguenze. La pro- guerra mondiale, quando il Comando glio, che le trovò a dir poco sconcertan- na si teneva la sinistra. Interrogato dal vano le automobili e al loro approssi- vincia di Perugia, per questo motivo, re- supremo impose la guida a sinistra nel- ti. Nell’aprile del 1923, per esempio, ministero il prefetto spiegò che la deci- marsi si spostavano verso il centro della gistrava una mortalità particolarmente

GLI ESERCITI In basso da sinistra, truppe austriache verso Caporetto A fianco colonna dell’esercito italiano durante la Grande guerra. Gli uni e gli altri tengono la sinistra

n principio era il caos. Ecco un incipit adatto, in pratica, a Lascia perplessi la lettura del decreto n. 416 del 28 luglio 1901. qualunque ricostruzione storica. Ma nel caso della “Mano Esso istituisce il diritto di ciascuna provincia italiana di redigere unica” il termine caos calza a puntino. Se però si desidera il proprio codice stradale: limite di velocità o senso di marcia era- Federalismo una variante, lo stato in cui versava la circolazione in ogni no considerati fatti locali. I mezzi di trasporto, per lo più trasci- angolo del nostro Paese all’inizio del 1900 potremmo an- nati da bestie, si adeguavano alle loro reazioni, non sempre go- che chiamarlo «federalismo stradale». vernabili. Traffico limitato, ma rumore tanto. Ci si faceva largo, IL’Italia del primo Novecento era unita da un mucchietto di de- su strada, come racconta Biocca nell’articolo qui sopra, al suono stradale cenni. Più giovane ancora (la Fiat era nata nel 1899) era quell’og- di «pittoresche trombe». getto o meccanismo che si sarebbe chiamato «automobile» e che Allo scoppio della Grande Guerra, l’automobile è come uscita NELLO AJELLO non mostrava ancora l’attitudine a rivoluzionare i costumi (e a di minorità. Se ne diffonde la mitologia. Albeggia appena il suo modificare talvolta anche i cervelli), ma la poteva far sospettare. imperialismo nella pratica quotidiana della gente, ma si avverte Il binomio fra una nazione e un veicolo entrambi “in fieri” si ma- che, assai più in alto, ne deriveranno scelte sociali ed economi- nifestava, comunque, nella maniera più bizzarra. che determinanti. In quello che ha di moderno, il conflitto euro-

Repubblica Nazionale DOMENICA 24 LUGLIO 2011 LA DOMENICA DI REPUBBLICA 35

I DOCUMENTI I rapporti del 1923 delle prefetture di Milano e di Como sul problema del traffico. Entrambe auspicano che si tenga la mano sinistra su tutte le strade nazionali

alta e il prefetto non poté che lamentar- non avere scorto in tempo quell’avviso; a sinistra. Le autorità della capitale si pose infine il compromesso più ragio- ri, intellettuali e giornalisti, gelosi delle si della diffidenza della popolazione, descrisse quindi a Mussolini la sua di- preoccuparono appena il governo, nel nevole: «Molto si è ottenuto nel mondo tradizioni locali, il decreto parve un so- definita «misoneista», e della capar- savventura scongiurando il Duce di settembre del 1923, annunciò di voler con la mano unica, che è la mano destra, pruso e alcuni protestarono, scrissero bietà dei conducenti, incuranti dei ri- prendere provvedimenti. Il prefetto di imporre finalmente «la mano unica». Il ma in Italia prevale ancora la promi- che si voleva «tagliare una mano agli ita- schi e tenacemente legati alle loro abi- Milano replicò sarcastico: «La mano Regio commissario Cremonese, per- scuità. Bisognerebbe prevedere un con- liani». Pochi si avvidero che Mussolini, tudini contadine. unica si impone ma questa non può es- plesso, inoltrò a Mussolini un allarmato gruo lasso di tempo per il cambiamento nel fervore del suo primo incarico di go- Sorda alle istanze della modernità, l’I- sere che la sinistra. Soltanto i cavalli, rapporto illustrando il problema. I tram della circolazione tramviaria». verno, avrebbe voluto modificare an- talia antica dei muli, dei cavalli e dei buoi quando l’uomo dorme, si sposteranno a su rotaia viaggiavano a sinistra come in E così avvenne. Ad appena un anno che le regole del traffico ferroviario che, si misurò nelle grandi città con la nuova destra, gli uomini bestemmieranno un altre città italiane; gli scambi, i cavi elet- dalla Marcia su Roma, dove le auto de- dal Piemonte alla Sicilia, viaggiava «al- Italia delle automobili, dei camion e dei po’ di più ma ci penserà la Lega antibla- trici, le porte automatiche, le stazioni e gli squadristi avevano percorso le vie l’inglese», tenendo la sinistra. In questo tram. A Milano, Torino, Genova, Spezia, sfema». Il prefetto di Torino la pensava la segnaletica erano stati predisposti per del centro tenendo la sinistra, Mussoli- caso Mussolini dovette cedere: i treni Savona, Parma e anche a Roma si era de- allo stesso modo: «Non sembra conve- quel lato e la modifica del senso di mar- ni sottopose al Re un decreto che fu con- sarebbero arrivati in orario ma dal lato ciso di guidare a sinistra; alla periferia niente emanare disposizioni contrarie cia, se pure tecnicamente possibile, trofirmato il 31 dicembre del 1923. La sbagliato. Del resto, un’operazione co- delle aree urbane, tuttavia, un cartello alla guida sul lato sinistro della strada. I comportava una spesa di almeno sei mi- legge impose al Paese la «mano destra sì ambiziosa e totalitaria come l’inver- avvertiva i conducenti di passare senza pedoni si tengono sulla destra in guisa lioni di lire, una cifra enorme di cui l’am- unica» ma accordò la proroga di due an- sione di marcia sui binari di una nazio- indugio alla mano destra. Nell’aprile del da scorgere ed evitare i veicoli che pro- ministrazione capitolina non dispone- ni alle amministrazioni cittadine per ne intera non fu tentata mai, neppure 1923 un automobilista milanese, fasci- cedono in senso opposto». E anche a Ro- va. Una ulteriore relazione della Com- approntare la nuova segnaletica e ria- da Adolf Hitler. sta della prima ora, finì in ospedale per ma (come a Viterbo e a Rieti) si guidava missione straordinaria per Roma pro- dattare le tramvie. A molti parlamenta- © RIPRODUZIONE RISERVATA Da una parte una nazione ancora contadina: muli, cavalli e buoi. Dall’altra l’alba della modernità: automobili, camion e primi tram in città. A Perugia la maglia nera per il maggior numero di incidenti

Il prefetto di Trapani: “Siamo soliti tenere la destra, ma non sempre” IN CITTÀ Nel Ravennate “per consuetudine Mezzi pubblici, pedoni e biciclette tengono la sinistra a Roma all’inizio del Novecento. Al centro corso Plebisciti a Milano un po’ l’una e un po’ l’altra” A sinistra, Mussolini nel ’32 sulla sua spider Alfa (con guida a destra) peo non può prescindere da una notizia: il secolo ventesimo è l’El- comicità, prima che con un decreto emanato il 31 dicembre 1923 mio alla dichiarazione più sconcertante, sceglierei quella che — dorado della Macchina. Ed ecco nel 1915 ancora un decreto, emes- Mussolini imponesse, appunto, «la mano unica». Quella destra. documenta ancora Biocca — emise il prefetto di Trapani. Da noi, so questa volta dal Comando Supremo. Stabilisce che in zona di La scelta era stata faticosa. Si era ormai capito che il rapporto uo- dichiarò, «si è soliti» tenere la destra. Ma non sempre. Dipende. operazioni è d’obbligo la guida a sinistra. Caporetto troverà nel di- mo-auto era lo stigma del tempo. Oggetto d’amore, più di rado di Mi viene in mente un’espressione autoironica in uso a Napoli in sordine del traffico una decisa spinta verso la catastrofe. Perché? timore, le quattro ruote viaggiavano, correvano, dominavano. Ave- materia di traffico. La dice lunga su certi stati d’animo locali, ma in Perché le truppe italiane in rotta marciavano a sinistra mentre i vano vinto. Non nutrire un punto di vista sull’impiego della mac- realtà diffusi un po’ dappertutto: il verde e il rosso dei semafori non rinforzi provenienti dal Sud tenevano la destra. Sembra solo una china, cioè del massimo feticcio presente sulla Terra, significa non indicano un obbligo o una proibizione, ma emettono «‘nu cunsi- pennellata applicata a un quadro, nella sua tragicità, assai com- esistere. Consultati dal governo fascista appena insediato, i rap- glio», un suggerimento. Spetta perciò al cittadino accogliere o re- plesso. Ma emerge anche qui, nell’infortunio delle “mani sbaglia- presentanti di capoluoghi tra loro vicini, come Verona e Vicenza, o spingere l’indicazione cromatica, secondo il suo umore del mo- te”, un segno della perdita della ragione. di province attigue, Como e Lecco, si agitano su opposte barricate. mento. C’è da dedurne che il legame degli italiani con il libero ar- Nei giorni di Caporetto c’era comunque ben altro a cui pensare. Torino si batte per la sinistra, Milano per la destra. Non manca chi bitrio può rasentare l’eroismo o l’umorismo. A volte mostra l’uno Sarà più tardi, all’alba degli anni Venti, che la guida a destra e la gui- assicura che nella Roma dei Cesari convogli e bighe tenevano la si- e l’altro, abbracciati fra loro e appesi al volante. da a sinistra assumeranno in Italia il ritmo d’un balletto di intensa nistra, come gli inglesi. Altri negano. Se dovessi assegnare un pre- © RIPRODUZIONE RISERVATA

Repubblica Nazionale 36 LA DOMENICA DI REPUBBLICA DOMENICA 24 LUGLIO 2011

Picasso appunta i nomi di chi invitare CULTURA alla kermesse di Chicago. In partenza per l’Europa * Adolf Konrad disegna su un bloc-notes ciò che dovrà mettere in valigia. L’espressionista Franz Kline conserva l’elenco dei liquori acquistati per la festa di fine anno. Sentimenti e prosaiche incombenze catalogati da grandi artisti. E ora esposti in una strabiliante mostra a New York

RICCARDO STAGLIANÒ NEW YORK

e «parole indesiderabili» e le «parole più adeguate». Le «persone che devo perdo- nare» e le «persone che mi Linteressano». Le qualità che hanno spin- to un architetto di genio a innamorarsi della sua seconda moglie. Il catalogo, va- sto, dei tipi di alcol di cui uno scrittore molto acuto è appassionato. La selezio- ne di artisti che l’inventore del cubismo raccomanda per una mostra (più uno, famoso e per di più suo amico, prima tra- lasciato e poi aggiunto). Liste di ogni genere per tentare di da- re un minimo ordine al caos della vita. Passamano di carta cui aggrapparsi quando le furiose tempeste in cui finia- mo quotidianamente ci fanno sbandare in ogni direzione, eccetto quella verso cui vorremmo procedere. Fogli, taccui- ni, blocchi da disegno che diventano le ascisse e le ordinate dove tracciare i no- stri assurdi grafici esistenziali. Di questo parliamo quando parliamo di Lists: To- dos, Illustrated Inventories, Collected Thoughts and Other Artists’Enumera- tions, sorprendente mostra alla Morgan Library di New York (fino al 3 ottobre). L’ Un’immane quantità di intelligenza, tranche de vie, frammenti di discorsi amorosi, resoconti di incombenze pro- saiche, il tutto ospitato in una sala, nean- che tanto grande e neppure troppo affol- arte lata, del secondo piano della biblioteca VALIGIE E PAGELLE che porta il nome di uno dei finanzieri Da sinistra in alto, le opere di Bluemner; più leggendari della storia americana, della la “valigia” di Konrad; sotto, il “to-do” che morì a Roma nel 1913 e lasciò la sua di Lowry; a fianco, l’auto-pagella di Bertoia pantagruelica collezione d’arte alla Li- A destra, le cose da comprare di Leo Castelli brary che Renzo Piano ha di recente rein- ventato. La locandina dell’esibizione è la gigantografia di un foglio di bloc-notes a spirale dove il pittore Adolf Konrad nel ’63 disegna ad acquerello ogni singola cosa da mettere in valigia per affrontare un viaggio in Europa. Una giacca, un im- permeabile, sei paia di calzini, scorte di penne, colori e matite e così via, tranne le scarpe. Non è l’unico catalogo illustrato, dal momento che i fogli esposti proven- lista gono da cassetti e armadi dimenticati degli Archives of American Art della Un ordine di carta contro il caos della vita Smithsonian Institution dove la curatri- ce Lisa Kirwin li ha salvati dall’oblio indi- stinto della categoria «miscellanea». stelli, invece, sono più sobrie. «Dall’em- Sul versante più immateriale svetta il fase acuta della Grande Depressione, flessione sul matrimonio. Scrive: «Credo Volendo tematizzare ulteriormente, porio: schiuma da barba Schick, lamet- dodecalogo di Eero Saarinen. Il grande l’autore di American Gothic rievoca le nel matrimonio e l’ho celebrato per an- d’altronde il gioco è questo, possiamo te, Anacin (un farmaco contro l’emicra- architetto e designer finlandese conosce dodici crisi economiche precedenti du- ni. È la migliore soluzione, non solo alla suddividere i reperti tra quelli che si oc- nia, ndr)». Ma anche, nello stesso foglio Aline Bernstein, critica d’arte del New rate almeno un anno. La morale arriva questione del sesso, ma anche a quella cupano di cose mentre altri raccontano di carta intestata, «chiamare Andy» che, York Times, e non riesce a pensare ad al- all’ultima riga: «Sono tutte finite eccetto della vita in generale. Voglio dire, per un sentimenti. Si va dalla biografia alcolica al 99 per cento, è il Warhol che sarebbe tro. Lui è già sposato, lei pure. Ma quan- questa. Forse anche questa finirà». Uno uomo normale. La mia vita è stata trop- desumibile dal conto che il newyorche- stato contento di dividere lo spazio con i do lui le snocciola, scritti a matita color spaccato fobico-artistico è riassunto in po irregolare per considerarlo: sono sta- se John Heller’s Liquor Store presenta al- prodotti commerciali celebrati dalla sua ocra rossa, tutti in maiuscolo in una pa- una breve nota del performer italo-ame- to troppo preso da altre cose. Ma ogni ra- l’espressionista astratto Franz Kline co- pop art. La rubrica degli indirizzi dello ginetta singola, i motivi del perché è paz- ricano Vito Acconci, terrorizzato dal vo- gazza plausibile che si impegnasse un me dotazione per la festa dell’ultimo del- scultore Alexander Calder è assemblata zo di lei, cede. «I) Per prima cosa mi sono lo, alla vigilia di una partenza verso Hali- po’ potrebbe probabilmente catturar- l’anno del ’60: 265,67 dollari, una cifra a mano, foglio dopo foglio, con grandi accorto che eri molto intelligente. II) Che fax, Canada. «Lascerò una busta alla se- mi, anche oggi. Se mai mi sposerò sarà ragguardevole per l’epoca. Alla classifica capolettera dipinti a pennello. In una eri molto molto bella. III) Che eri perspi- greteria della School of Visual Art. La bu- sulla base d’un impulso improvviso, co- dei drink preferiti da H. L. Mencken, stretta scheda ingiallita Picasso butta giù cace. IV) Che eri entusiasta. V) Che eri ge- sta conterrà le chiavi del mio apparta- me quello di un uomo che si spara. Me ne giornalista e scrittore, inventore del ter- la squadra di quelli che è giusto invitare nerosa». Sino al finale, irresistibilmente mento. In caso di morte la busta potrà es- pentirò amaramente per circa un mese, mine Bible Belt per indicare i più bac- all’Armory Show di Chicago del ’13, pri- sgrammaticato: «XII) Che più uno scava sere ritirata dalla prima persona che la e poi mi abituerò con soddisfazione». Al chettoni tra gli Stati dell’unione, confes- ma edizione della grande mostra inter- verso le fondamenta, più uno trova il gra- richieda. Che sarà libera di usare il mio punto 18 elabora sulla felicità «necessa- sati all’amico pittore Charles Green nazionale d’arte contemporanea. C’è nito più solido per me e te su cui costrui- appartamento, e quello che c’è dentro, riamente transitoria» e sul fatto che, seb- Shaw nel ’27: «Birra in ogni forma, vini Juan Gris, Leger, Duchamp (scritto, con re una vita insieme (lo so che non è una come meglio crederà». bene «le donne possono rendere l’uomo Mosella, Borgogna, Chianti, gin e gin- licenza cubista, «Duchan») e infine, ag- frase costruita bene)». Il senso non po- Il capolavoro inarrivabile resta quello perfettamente felice, raramente sanno ger-beer e whisky di segale. Uso il punch giunto in un secondo momento, in pic- trebbe essere più chiaro e convincente. del taglientissimo Mencken. In una let- come farlo. Possono anche essere la cau- svedese solo per aromatizzare i cocktail. colo e con grafìa leggermente diversa, Anche la lista di Grant Wood, nella sua tera a punti nel dicembre ’27 aggiorna sa del peggior tipo di infelicità». Al punto Non mi piace lo scotch e lo bevo di rado». Braque, che pure era amico e collabora- apparente ingenuità, è memorabile. l’amico sui suoi sviluppi salienti. Si va 27, riguardo i suoi amori dice: «Negli ul- Le liste della spesa del gallerista Leo Ca- tore dell’artista spagnolo. Scritta a macchina nel novembre del ’31, dagli ultimi acquisti di scarpe a una ri- timi tempi mi hanno dato per fidanzato

Repubblica Nazionale DOMENICA 24 LUGLIO 2011 LA DOMENICA DI REPUBBLICA 37

ZODIACO Al centro pagina i segni zodiacali di Macdonald-Wright; a destra la lista di Picasso; l’elenco delle cose divertenti per George Catlin; i gioielli ordinati da Margaret de Patta Le “liste” sono in mostra alla Morgan Library di New York fino al 2 ottobre

LIQUORI E POESIE A sinistra, i liquori acquistati da Kline; a destra, indirizzi di Alexander Calder Al centro da sinistra, la lista dei dipinti di Reinhardt; i contatti di Evergood; la poesia-lista di Groen Shawn

Appena prima dell’eccetera

STEFANO BARTEZZAGHI

are, conoscere, giudicare. Era già una lista il titolo del- scioni ha applicato a tale vocazione gaddiana i principi del la conferenza che Wystan Hugh Auden teneva a Singula enumerare e dell’Omnia circumspicere. Enume- FOxford, nel giugno del 1956. Un’altra lista compari- rare i dettagli, abbracciare la totalità con lo sguardo: la va nel punto in cui il poeta elencava i quattro requisiti di doppia ottica, miope e presbite, è di diretta derivazione un buon critico. Il primo riguardava a sua volta le liste: «le cartesiana, poiché nella follia caotica dell’«enumeración» genealogie dell’Antico Testamento o il Catalogo delle na- c’è un (discorso del) metodo. vi nell’Iliade» che un buon critico non può non amare. Au- Dal catalogo delle navi alla filmografia di James O. In- con sei donne. Mi consola pensare che den potrebbe allora fidarsi di noi, perché nella nostra epo- candenza, da Omero a David Foster Wallace, la lista è uno erano tutte affascinanti e che, tranne ca tutto pare pronto a disporsi in una lista, in un elenco, in strumento di rappresentazione della molteplicità (come cinque, erano tutte belle. I loro redditi un abbozzo di tassonomia. dice Italo Calvino) nonché occasione di voluttà e vertigi- netti si aggiravano sui 2500 dollari». Chi ha cominciato? Chiederselo ha poco senso. Certo ne (come aggiunge Umberto Eco). Ordine nel caos, ragione nel senti- non Fabio Fazio e Roberto Saviano, che in Vieni via con me I nostri post-it, bloc-notes, lavagnette per i memoran- mento, ma tutto ha un limite. Un paio hanno pur lodevolmente tradotto in sintassi tv la poetica da domestici ci dimostrano ogni giorno l’umile ma cru- d’anni fa Atul Gawande, chirurgo-star dell’«enumeración caótica» studiata da Leo Spitzer nel ciale necessità della lista. Rabelais, Perec, Arbasino ne te- americano, ha fatto parlare di sé con un 1945. Se già Woody Allen su un famoso divanetto newyor- stimoniano l’intrinseco potenziale comico. Michel Fou- libro dal titolo A Checklist Manifesto. chese procedeva tramite microfono alla masturbazione cault, appoggiandosi a Jorge Luis Borges, dimostra infine Prendendo esempio dai piloti d’aereo mentale delle «cose per cui vale la pena vivere», il «mi pia- come la lista nasconde sempre il tarlo che la distrugge, il che passano in rassegna ogni parte cru- ce / non mi piace» era stata anche la categoria di un capi- paradosso logico dell’insieme che vorrebbe contenere se ciale dell’apparecchiatura di bordo e la tolo del Barthes di Roland Barthes, forse l’unico autore al stesso. spuntano prima di decollare, propone- mondo che poteva davvero interessarci alla sua preferen- Oggi la scrittura per il web, svolgendosi tanto spesso per va l’approccio delle liste in ogni settore, za per l’odore di fieno appena tagliato e per le posizioni paragrafi anche numerati, ci lascia sospettare che la co- per ridurre il numero degli errori. I pen- leggere in politica o alla sua avversione per le donne in struzione di una lista rimanga la principale (o forse pri- sieri, sulla pagina, diventano quasi azio- pantaloni, per le tautologie e per Béla Bartók. mordiale) forma di sintassi a nostra disposizione. Ci ri- ni. Anche le liste altrui risultano istrutti- Nell’ultimo Gustave Flaubert è dalla lista che incomin- volgiamo a questa, sino al mesto compromesso di ogni ve. Non foss’altro per capire che non sia- cia la resistenza all’assedio della stupidità umana. Carlo eccetera, ogni volta che il tempo dell’analisi si è dramma- mo i soli a girare a vuoto, fallire, non es- Emilio Gadda prosegue l’opera e compone furiosi elenchi ticamente accorciato e diventa urgente dirsi in fretta il ne- sere all’altezza. E a insistere, giorno do- di cognomi, villette, carabattole che poi, in via Keplero, cessario, perché sta per succedere chissà poi cosa. po giorno, a cavare uno spartito da quel- manda finalmente a fuoco. Lo studioso Gian Carlo Ro- © RIPRODUZIONE RISERVATA l’infinita jam session che è la vita.

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Repubblica Nazionale 38 LA DOMENICA DI REPUBBLICA DOMENICA 24 LUGLIO 2011

Non salta più su un carro armato da un cavallo in corsa, “ma posso ancora fare un bel testa-coda” assicura Vic Armstrong, l’attore invisibile SPETTACOLI che ha sostituito nelle scene più pericolose tutte le star di Hollywood Ora ha scritto un libro. E racconta come tutto cominciò con una battutaccia a Sophia Loren

“Sono io Indiana Jones”

ENRICO FRANCESCHINI LONDRA

o avete visto al cinema un’infinità di volte, eppure non conoscete il suo nome. Ha interpretato la parte di alcuni dei personaggi più famosi Ldi Hollywood, da James Bond a Indiana Jones, da Superman a Terminator, ma nessuno ricorda il suo volto. Il suo mestiere è fare l’attore, sebbene non c’è cavallo, Il grande sonno, I duellanti, Superman, I mai stato un premio Oscar per quelli della sua cate- predatori dell’arca perduta, Blade runner, Conan il goria. Vic Armstrong è uno stuntman, o meglio è il barbaro, Mai dire mai, The Mission, Gangs of New più grande tra i cascatori di professione: coloro che York, Mission impossible, L’uomo ragno, per citar- sostituiscono i divi nelle riprese pericolose, che fan- ne solo una piccola parte. Ha lavorato con molti no i testa-coda in auto, cadono da cavallo, si butta- dei registi più importanti dell’ultimo mezzo seco- no dalle finestre, attraversano il fuoco, rischiano lo, da David Lean a Stanley Kubrick, da Ridley Scott addirittura la vita, spaccandosi costole, braccia, a Martin Scorsese, da Steven Spielberg a David gambe, mettendo in gioco tutto, tranne la faccia, Lynch, da Michael Cimino a Roman Polanski; e ac- che è o almeno deve sembrare quella di un altro. canto, o meglio, al posto di tantissime star di Hol- Avete presente la scena di Indiana Jones e l’ulti- lywood, Sean Connery, Omar Sharif, Robert Mit- ma crociata in cui Harrison Ford, nel ruolo dell’in- chum, George Segal, Donald Sutherland, Ryan trepido antropologo, in groppa a un cavallo al ga- O’Neal, Malcom McDowell, Anthony Quinn, Pe- loppo salta al volo sulla torretta di un carro armato? ter Sellers, James Caan, Albert Finney, Gene Hack- Be’ non era Harrison Ford a saltare con il pericolo di man, Roger Moore, Pierce Brosnan, David Niven, rompersi la spina dorsale, era Vic. Ricordate quan- Harrison Ford, Arnold Schwarzenegger, Tom do Christopher Reeve, nel primo Superman, sfon- HARRISON FORD da il tetto del rifugio del suo nemico Luthor? Non era che destriero: quelli che avevano preso erano vec- A tutta pagina Christopher Reeve, a rischiare di fracassarsi il cra- chi ronzini incapaci di saltare un ostacolo, dunque e nelle prime nio era Vic. E vi è rimasto in mente quella scena di inutilizzabili per le scene avventurose previste dal tre foto in alto Mai dire mai in cui Sean Connery, nel ruolo dell’a- copione. Papà Armstrong manda il diciottenne Vic a destra, gente 007, si butta a cavallo dalla cima di un castel- a consegnare i cavalli e il regista lo assume su due alcuni frammenti lo nell’oceano sottostante, con buone probabilità piedi: per venti sterline a giornata deve fare la parte della scena di non riemergere più? Non era Connery, era sem- di uno degli attori principali nelle scene riprese da in cui pre Vic. Lo stesso vale per l’inseguimento dell’Aston lontano. Vista la sua dimestichezza con i cavalli, Vic Armstrong Martin nel film di 007 Die another day. Per il salto presto gli viene assegnato anche un altro incarico: sostituisce dall’elicottero alla fine di Charlie’s Angels. Per la ris- tenere fermo per le briglie quello della Loren quan- Harrison Ford sa nel bar in Terminator 2. Vic, Vic, Vic. Sembra un do si girano i primi piani. Solo che il cavallo si inner- sul ponte altro, invece è sempre lui. Quando gli effetti specia- vosisce, scalcia e spaventa l’attrice. «Vic, Vic, ma di corda nel film li e le finzioni computerizzate non bastano, quan- perché fa così?», gli domanda lei preoccupata. «Sta- Indiana Jones do l’azione deve essere il più realistica possibile, ci va seduta praticamente seminuda sulla schiena del e il tempio vuole uno stuntman. E come stuntman nessuno è cavallo, senza sella», ricorda lui ora, «e non riuscii a maledetto bravo, coraggioso o pazzo quanto Armostrong. Che trattenermi dal fare una battutaccia. “Se lei stesse adesso, a 64 anni, passato a dirigere stuntmen più nuda in groppa a me scalcerei anch’io, signora”, le giovani, a insegnare loro come si fa e a suggerire so- dissi». Per una simile irriverenza potrebbe venire li- luzioni impossibili ai registi, ha deciso di racconta- cenziato su due piedi. Ma Sophia scoppia a ridere, re la sua storia in un libro, The True Adventures of the commentando «birichino, birichino», il cavallo do- World’s Greatest Stuntman. Il titolo non esagera. po un po’ si calma e così la carriera dello stuntman La sua carriera poteva terminare prima di co- di maggiore successo di tutti i tempi va avanti. COME STEVE MCQUEEN minciare, se non fosse stato per il senso dell’umori- A vederlo oggi, con i capelli grigi e qualche chilo A destra Vic Armstrong scimmiotta lo Steve McQueen de La grande fuga smo di Sophia Loren. Figlio di un addestratore e al- di troppo, Armstrong non mostra il carisma del- Accanto insieme a Harrison Ford durante le riprese di Indiana Jones e il tempio levatore di cavalli, Vic era un fantino provetto fin da l’uomo di spettacolo. Ma a scorrere le foto di scena maledetto. Tutte le foto che illustrano queste pagine, come pure il testo bambino. Nel 1966 i produttori di Arabesque, un delle decine di film a cui ha partecipato si cambia di Steven Spielberg, sono tratte da The True Adventures of the Wolrd’s film con la diva italiana e Gregory Peck, chiamano presto idea. L’elenco è lungo: Si vive solo due volte, Greatest Stuntman (Titan Books) di Vic Armstrong le scuderie di Armstrong senior per noleggiare qual- La figlia di Ryan, Barry Lyndon, Un uomo chiamato

Repubblica Nazionale DOMENICA 24 LUGLIO 2011 LA DOMENICA DI REPUBBLICA 39

TOM CRUISE Da sinistra, con Tom Cruise sul set di Operazione Valchiria; suo figlio Bruce con Robert de Niro; Vic e Ryan O’Neal che tiene in braccio Bruce

SYLVESTER STALLONE Da sinistra, Vic Armstrong in versione Superman; insieme a Stallone per Rambo III; con Spielberg e Harrison Ford sul set di Indiana Jones e il tempio maledetto; con Sharon Stone

re costringere un gli stunt. Tre dei miei figli hanno seguito la mia car- sacco di gente ad aspet- riera e lavoriamo spesso insieme, la quarta è una tare che tu faccia la cosa giu- campionessa di equitazione. Anche mio fratello fa sta. È imbarazzante. Questa è la co- lo stuntman, e pure suo figlio, mio nipote. Siamo sa che innervosisce di più. Con il tempo e una famiglia di cascatori professionisti, come una l’esperienza, però, uno ci fa l’abitudine». Come si di quelle vecchie troupe dei circhi equestri di una prepara uno stunt, ovvero una scena pericolosa ad volta: amiamo i cavalli, ci piace sembrare sperico- effetto? «La preparazione è la parte più importante. lati come gli acrobati sul trapezio, ma in realtà sia- Come sempre, nel cinema, quello che lo spettatore mo attenti e prudenti in tutto quello che facciamo, non vede è più importante e difficile di quello che e soprattutto, ci divertiamo a fare questo mestiere». Cruise, Robert De Niro, Sylvester Stallone, Mel sto del film e restare disoccupato. poi vedrà sullo schermo. Per esempio, la scena di In- Qualcuno prevede che non esisterà ancora a Gibson, Nicholas Cage. Non è che Armstrong sia molto loquace anche diana Jones in cui salto da un cavallo in corsa su un lungo il mestiere dello stuntman: lo stanno facen- Dell’attore, da giovane, aveva il look. Qualche quando è fuori dal set. A una domanda su cosa lo ab- carro armato è considerata da alcuni come uno de- do sparire i CG, come si dice in gergo, i computer volta ha pure recitato come tale e perfino diretto un bia influenzato a diventare uno stuntman, su quali gli stunt più pericolosi mai tentati. Ma io avevo pas- graphics, le animazioni computerizzate, in grado paio di film per la televisione. Ma non si è mai illuso esperienze durante l’infanzia o la gioventù lo ab- sato ore ad addestrare il cavallo a compiere il per- di ricreare mondi interi e situazioni, qualsiasi co- di poter rimpiazzare le stelle per le quali rotolava biano spinto in questa direzione, risponde laconi- corso, avevo sistemato delle pietre lungo il tragitto sa, come si è visto in Avatar. Ma Vic Armstrong non nella polvere. «Con alcuni siamo diventati amici ed co: «Sono cresciuto insieme ai cavalli, il che ti dà un per aiutarlo a capire dove doveva correre, in modo è d’accordo: «Niente eccita uno spettatore come erano loro i primi a scherzarci sopra», ammette, co- certo senso di sicurezza ed equilibrio». Va bene la si- che restasse sempre parallelo al carro armato, vici- una dose di realismo, come uno stunt fatto sul se- me quando Harrison Ford gli regalò una foto che li curezza, d’accordo l’equilibrio, ma non ha mai pau- no ma non troppo. Il mio balzo dalla groppa del ca- rio, da un uomo e in carne e ossa». E lui ne fa anco- ritrae uno accanto all’altro, entrambi con il costu- ra, quando deve compiere una delle sue prodezze vallo alla torretta del carro armato, alla fine, era re- ra, per tenersi in allenamento? «Non salto più in me di scena e il trucco da Indiana Jones, pratica- davanti alla cinepresa? «Certo capita di essere un lativamente semplice, rispetto a tutto il training e corsa dalle groppe dei cavalli. Ma un testa-coda in mente indistinguibili uno dall’altro (il figlio di Ford po’ nervoso. Ma non è tanto la paura di cadere e far- alla preparazione che lo hanno preceduto». È orgo- macchina so ancora farlo. Vuole provarne uno?». continuava a chiamare Vic “papà” ogni volta che lo si male, quanto quella di commettere un errore, sic- glioso di quello che ha realizzato: «Penso di averne Se state leggendo questo articolo, vuol dire che incontrava sul set), con il suo autografo e la scritta: ché il regista è costretto a girare di nuovo la scena. fatta di strada. Dalle venti sterline al giorno di Ara- non ha dimenticato come si fa senza fracassare «Se tu avessi anche il dono della parola, io sarei nei Ripetere una scena significa perdere un sacco di besque nel ’66, adesso sono responsabile di un bud- l’auto, se stesso e il passeggero al suo fianco. guai», ovvero potrei essere sostituito anche nel re- tempo e sprecare un bel po’ di soldi. Vuole anche di- get di trenta milioni di dollari per gli effetti speciali e © RIPRODUZIONE RISERVATA L’uomo dei tuffi impossibili batte ogni computer

STEVEN SPIELBERG

er me, e per molti dei miei contemporanei, Vic Arm- mento per tre settimane e saremmo stati costretti a bloccare strong rappresenta la capacità di fare l’impossibile, tra- il film se non si fosse fatto avanti Vic a sostituire Harrison. Psformare una cosa estremamente improbabile in una In La guerra dei mondi, un film molto complesso, sem- cosa totalmente credibile. Può fare delle cose incredibili o può brava che il mondo giungesse alla sua fine con l’aiuto di Vic. organizzarle in modo che le facciano altri senza farsi male. Mi ha sempre impressionato la sua freddezza molto britan- Non dimenticherò mai quella scena in Indiana Jones e l’ul- nica — ha una risposta a ogni sfida pur rimanendo sempre tima crociata, una delle cose più spericolate che abbia mai semplice, disinvolto, amichevole. Qualsiasi cosa gli si chie- fatto. Richiedeva un salto da un cavallo al galoppo a un carro da, lui la fa senza tante storie. Non mi meraviglio che i suoi armato in corsa. Sembrava assolutamente impossibile e in- colleghi gli abbiano voluto dare un premio alla carriera. Un vece lui lo fece, con quello che io chiamo coraggio e che lui altro glielo do io: non c’è immagine al computer che sia al- definirebbe solo sangue freddo. Ci sono stati tanti altri mo- l’altezza di quello che Vic può fare. menti memorabili durante la sua partecipazione ai miei film. Traduzione di Luis E. Moriones Uno dei più incredibili fu quando Harrison Ford si infortunò (dall’introduzione a “The True Adventures of the Wolrd’s seriamente alla schiena durante una ripresa di Indiana Jones Greatest Stuntman” - Titan Books)

e il tempio maledetto. L’incidente lo mise fuori combatti- © RIPRODUZIONE RISERVATA

Repubblica Nazionale 40 LA DOMENICA DI REPUBBLICA DOMENICA 24 LUGLIO 2011 le tendenze Dimenticate l’effetto marinaretto tanto caro a Coco Chanel, Geometrie come pure i quadrettini alla Brigitte Bardot anni Cinquanta Quest’anno le strisce tornano, ma con l’obiettivo di rompere gli schemi E così da Miuccia Prada a Dolce e Gabbana, dagli abiti agli occhiali, dalla borsetta al sandalo, l’invito è a osare di più

COLLEGIALE Abiti a quadretti (apparentemente) PATCHWORK da collegiale di antica memoria, La magnifica ossessione per le righe per le giovani di Versus: ragazze di Marni si traduce in un originale completo: con una attitudine rock svelata maglia e pantalone, abbinato a una cuffia anche dai sandali con le borchie punk a due toni da aviatore. È la vittoria dei colori GLAMOUR squillanti, ma effetto patchwork Il rigore e il calibrato minimalismo del tubino di Jil Sander si armonizza perfettamente con le maxi righe stile sdraio da spiaggia. Il trend dell’estate contagia anche le borse Estate 2011, la moda detta la linea

LAURA ASNAGHI bana. I quadretti si associano immediatamente a Brigitte per donne che volevano liberarsi dalla schiavitù del corsetto. Bardot e agli anni in cui la bionda diva francese imperversa- Ma queste fantasie sono una costante del guardaroba fem- uest’estatela moda mette tutti in riga. Non una riga qualsiasi, va a Saint-Tropez. minile. Entrano ed escono ciclicamente. E le loro rentrée non ma una striscia forte, decisa colorata, orizzontale e verticale, La moda estiva gioca dunque sui quadri e sulle righe disse- sono mai in sordina. Quando ci sono la loro presenza è mas- a zig zag o a intreccio, con colori decisi, che non passano inos- minandoli su borse e scarpe, in maniera tutt’altro che con- siccia, quasi una grande abbuffata per compensare i periodi servati e richiedono un’allure speciale per essere indossati venzionale. L’imperativo è usare queste fantasie rompendo di assenza. Quest’anno però le strips non si accontentano di con convinzione. Gli abiti rigati sono in testa alla classifica dei gli schemi. E osando molto. Come fa Jil Sander che propone contaminare gli abiti ma allargano il loro dominio anche agli più trendy del momento. Piacciono alle dive ma imperversa- maxi-greche per i suoi raffinati tubini. Moschino va oltre. E accessori. Riga chiama riga e quadro chiama quadro, così le Qno anche tra le fashion victim, che da anni non vedevano nel- per esaltare il bello delle righe, le piazza orizzontali su ampie borse, formato shopping o con chiusure metalliche, ripren- le vetrine un tale dispiegamento di strips sdoganate dal tradi- gonne a corolla. Via libera agli eccessi: le bluse con le linee ver- dono la stessa fantasia dell’abito (magari con colori diversi). zionale genere marinaretto. ticali si mescolano a quelle oblique della gonna con colori in Anche i sandali, preferibilmente a tacco alto, si adeguano a A spalancare le porte alla moda a righe, con la massima equilibrio tra loro. questo trend estivo. E lo stesso fanno gli occhiali: le lenti sono convinzione e innovazione, è stata Miuccia Prada. Le sue blu- Le righe, come i quadri, non sono fatte per passare inosser- incastonate in montature insolite, con piccoli segni grafici o se, i suoi abiti, con echi esotici, esteticamente perfetti, hanno vate. Nella storia della moda, una grande cultrice del genere è righe che si rincorrono anche sulle stanghette. Un’overdose fatto da apripista a un fenomeno che si è andato a intreccia- stata Coco Chanel che, ispirandosi alle divise dei marinai, ave- voluta e studiata nei dettagli. Il messaggio degli stilisti è: «Osa- re con il ritorno dei quadri ipercolorati, proposti in una ver- va creato maglie a strisce bianche e blu, che poi sono diventa- te, d’estate si può».

sione molto sexy e giovanile nella linea D&G dei Dolce e Gab- te uno dei capi cult del suo abbigliamento sportivo, pensato © RIPRODUZIONE RISERVATA

Repubblica Nazionale DOMENICA 24 LUGLIO 2011 LA DOMENICA DI REPUBBLICA 41

Domenico Dolce e Stefano Gabbana “Fantasie dalle radici antiche per ritrovare il gusto estremo della semplicità”

SIMONE MARCHETTI

onsolo righe e quadretti. Anche pois, stelle, macchie di leopardo. Le collezioni mente, poi, arriva la parte più difficile: ovvero, nobilitare il banale, rendendolo mo- Dolce e Gabbana e D&G per quest’estate e per l’inverno vedono il ritorno del- derno e bello. In questo sta la bravura di un creativo». Nle fantasie «banali». Nel senso di quei classici del guardaroba che, fino a ieri, sa- Rivalutando questi motivi, però, non si rischia di cadere nel déjà vu? rebbero stati snobbati. La loro ricomparsa, però, nasconde un trend che supera gli abi- «C’è un cortocircuito nella moda contemporanea. Da una parte c’è la nuova gene- ti. Ne parliamo con Domenico Dolce e Stefano Gabbana che hanno proposto questi razione di consumatori, ragazzi giovani che ci chiedono ancora i pezzi che a noi sem- disegni nelle loro sfilate. brano appartenere alle decadi passate. Dall’altra, invece, c’è chi desidera novità. Es- Come mai le passerelle, da sempre territorio della sperimentazione, vedono il sere in mezzo a queste due realtà è oggi la cosa più stimolante e insieme difficile che ci trionfo dei motivi più tradizionali? sia. In un certo senso, non ti puoi ripetere, altrimenti invecchi subito. Però non puoi «La moda e il suo sistema si trovano oggi di fronte a una situazione molto particola- nemmeno rinnovarti troppo, altrimenti perdi tutto. Si tratta, invece, di tornare alle re. Dopo anni di creatività estrema e abiti troppo cari, è arrivato il momento di torna- proprie radici e di capire che le tendenze sono lunghe e impiegano molto tempo per re alla semplicità. Si tratta di una tendenza che non va confusa col minimalismo per- venire assorbite. Il fashion system deve fare come un atto di umiltà verso un mercato ché è dettata dalla rivoluzione culturale di internet. La sovrabbondanza di informa- completamente cambiato. Noi, per esempio, non facciamo più collezioni perché zioni da cui siamo travolti, infatti, porta la necessità di dare messaggi semplici e chia- piacciano solo ai giornali di settore. La cosa più importante, invece, è restare fedeli al- ri. Nella moda come in Twitter, oggi conta formulare abiti o pensieri che tutti possano le persone che ci seguono. Ascoltarle, capirle, magari riuscire ad anticiparle. Oggi, poi, capire alla velocità di un clic». si avverte come una richiesta generale di sicurezza in mezzo alla tempesta perfetta dei Ma come si può rendere desiderabile una fantasia vista e rivista? cambiamenti. E il ritorno delle fantasie classiche non è che la punta dell’iceberg di que- «È la scommessa di oggi. Tutto, inizialmente, nasce per caso. È difficile, per esem- sto fenomeno. Nella nostra azienda il processo di semplificazione è arrivato anche nei pio, dire perché, a un certo punto, ci piacciano ancora i quadretti Vichy o le stelle. Di- negozi, che sono diventati più caldi e accoglienti. E presto investirà molti altri ambiti ciamo che il problema è non cadere in derive concettuali. Al contrario, come dice Ren- del nostro business». zo Piano, bisogna sempre considerare la semplicità come un punto di arrivo. Ovvia- © RIPRODUZIONE RISERVATA

COLORATA BAMBOLA Le righe che, per prime, hanno Il corsetto a quadretti rivoluzionato la moda estiva sono di Moschino si porta state quelle di Miuccia Prada con la gonna ampia, Onnipresenti (anche sulle scarpe) come una corolla, ma dal fascino irresistibile a righe orizzontali Da bambola moderna

SCOZZESE Per Vivienne Westwood i cotoni estivi con stampa scozzese rappresentano un must. Ecco l’abito che non può mancare nel guardaroba di una donna giovane e chic, ma attenta alla sobrietà

MOTIVI CLASSICI Quadretti, fiori e stelle: i motivi più classici (e “banali”, spiegano Dolce e Gabbana) sono protagonisti delle passerelle estate e inverno BORSE di Dolce Quadretti optical per la cartella & Gabbana Emporio Armani con fibbia Qui sopra, centrale. Sceglie, invece, le righe tre loro modelli marinare Antonio Marras con altrettante per la sacca firmata Kenzo stampe fantasia

SCARPE Come una tovaglia bianca e rossa i sandali Castaner Tessuto a righe bianche e blu per quelli di Salvatore Ferragamo Originalità da serata in piscina

Repubblica Nazionale 42 LA DOMENICA DI REPUBBLICA DOMENICA 24 LUGLIO 2011 i sapori Le fantasie dell’orto (lattuga, legumi, erbette fresche) Verde nostrum ma anche quelle del mare (alici, polpi, trigliette, arselle e cozze). Dalla Costa Azzurra alle sponde magrebine la tradizione più sana è anche quella più semplice. Magari con aggiunta di cous cous, fregola, orzo e friselle. Bandito il mais

LICIA GRANELLO arola d’ordine: Mediterraneo. Un mare amico del- la gastronomia, che unisce, mescola e arricchisce, tra ingredienti comuni e altri originali e segreti. Un marchio identitario che esplode di gusto, colori e Farro bellezza nella regina delle ricette estive: l’insalata. Pomodori secchi a dadini In Italia, la parola rimanda al trionfo delle sole fo- Pglie. Al di là di lattuga e cicorino, poco o nulla è ammesso, pena con quelli freschi, cipollotto, l’immediata correzione con l’aggettivo “mista”, o con il detta- sedano, capperi, mandorle, glio minuto degli ingredienti colpevoli di violare la suprema- olive nere e poco zucchero zia del verde: pollo e maionese, pomodori, uova, tonno, for- Sopra: pecorino grattugiato maggio. Nel resto dei paesi affacciati sul mare nostrum, inve- Insalate mediterranee Il sottile piacere di mangiare la foglia

ce, l’insalata si trasforma in cento preparazio- ni, ognuna con il proprio nome, men- tre la ciotola di sole foglie viene etichet- tata come una banale “insalata verde”, di scarso interesse. Certo, rispetto alla cioto- la di valerianella più o meno condita, le ca- lorie salgono parecchio. Ma anche i gusti, Pollo la forza, l’impatto cromatico, i nutrienti, Petto rosolato, e poi lattuga, l’energia, tanto da trasformare il contorno in portata principale, quando non addi- Parmigiano, crostini di pane rittura piatto unico. sfregati con lo zenzero I temi sono quelli che accompagnano la storia del- e dorati in olio. Vinaigrette l’homo mediterraneus: cereali, legumi, olio, verdure as- olio, limone, sale e senape sortite, un po’ di pesce, qualche cagliata, erbe fresche, spezie. E, naturalmente, il sale. Due correnti di pensiero alimentare. Chi vive pieds dans l’eau utilizza da sempre il mare come dispensa, e le insalate come naturale desti- nazione di quanto si ricava con la piccola pesca: polpi, alici, trigliette, arselle, cozze, sorretti dalla struttura mor- bida e corposa delle patate. Nella tradizione più povera e agricola, invece, la base – esattamente come nella “pi- ramide” della dieta mediterranea – è costituita dai car- boidrati integrali. Perché un tempo il pane bianco era ali- mento per pochi privilegiati, idem la pasta. Ma a vivere Riso più a lungo erano proprio quelli che si nutrivano di cibi non raffinati, frumento e grano duro in primis. Si va dal- Tocchetti di avocado le minutaglie nordafricane – cous cous, taboulé e bur- (spruzzato di limone), ghul – a quelle sarde (fregola) fino alle friselle cilentane, caprino, rucola e mandorle passando per il recupero del pane raffermo – la panza- per arricchire il cereale nella toscana – e all’utilizzo di pasta, riso, farro, orzo. integrale, rosso o nero Per chi vuole assaggiare le magie delle insalate mediter- ranee, oggi ad Acciaroli, Salerno, si celebra la prima edi- zione del festival ‘U Viecchiu, da un’idea di Angelo Vassal- lo, il sindaco-pescatore assassinato nel settembre scorso. Nato da un episodio misconosciuto – l’incontro nell’esta- te del 1951 tra Hemingway e Antonio Masarone, pescato- re acciarolese detto ‘u viecchiu, al quale lo scrittore si sa- rebbe ispirato per Il vecchio e il mare – il progetto unisce la passione per il mare con la scoperta del dottor Keynes. In quegli stessi anni, infatti, il medico americano aveva iden- tificato il segreto della longevità nell’alimentazione sana dei cilentani, esemplificata nel concetto di “dieta mediter- Verdure ranea”. Tra un reading di Il vecchio e il mare e un dibattito Polpo Cromoterapia vegetale sulla pesca sostenibile, addentate un’acqua&sale, la frisel- Bollito dopo tre tuffi grazie a peperoni arrostiti, la, che i pescatori intingevano in mare per idratarla e sa- nell’acqua bollente salata, carote e zucchine al vapore, larla, con pomodori, alici ed extravergine. Brindisi d’ob- raffreddato e fatto a pezzi, pomodori crudi, pane bligo con un bicchiere di Fiano fresco. si mescola con patate

con burro e aceto di mele © RIPRODUZIONE RISERVATA al vapore, olive, prezzemolo

Repubblica Nazionale DOMENICA 24 LUGLIO 2011 LA DOMENICA DI REPUBBLICA 43 itinerari Nizza Lucca Procida (Na) DOVE DORMIRE DOVE DORMIRE DOVE DORMIRE LES CIGALES HOTEL LA LUNA HOTEL SOLCALANTE (con cucina) 16 rue Dalpozzo Via Fillungo 12 Via Serra 1 Tel. 0033-497031070 Tel. 0583-493634 Tel. 081-8101856 Doppia da 100 euro, colazione inclusa Doppia da 130 euro, colazione inclusa Doppia da 90 euro, colazione inclusa DOVE MANGIARE DOVE MANGIARE DOVE MANGIARE L’AROMATE SERENDEPICO (con camere) LA LAMPARA (con camere) 20 Avenue Mar. Foch Via della Chiesa 36, Loc. Capannori Via Marina Corricella 88 Tel. 0033-493623222 Tel. 0583-975052 Tel. 081-8960609 Chiuso domenica e lunedì Aperto solo la sera Chiuso lunedì menu da 50 euro menu da 38 euro menu da 35 euro DOVE COMPRARE DOVE COMPRARE DOVE COMPRARE MARCHÉ AUX POISSONS IL CUORE (con cucina) PESCHERIA PARASCANDOLO Place Saint-François Via del Battistero 2 Via Roma 72 Aperto da martedì a domenica Tel. 0583-493196 Tel. 081-8967267

Misticanza universale, altro che melting pot MARINO NIOLA

Niçoise i sono tre cose che una donna è capace di fare con niente: Koriatiki un cappello, una scenata e un’insalata. La frase è di Mark L’insalata-culto della Costa CTwain e, a prescindere dal suo indubbio maschilismo, co- Nell’insalata greca, Azzurra con pomodori, glie la vera essenza dell’insalata. Che non è nulla di preciso. È fat- pomodori, cetriolo, cipolla, cetrioli, fave, cipollotti, ta di niente e ci si può mettere di tutto. Il suo segreto è la differen- cubetti di feta, formaggio acciughe, tonno, basilico, za, la mescolanza dei contrari, l’unione che fa la forza. Verdura e dop di pecora e capra olive. Sopra: uova sode carni, frutta e formaggi, cereali e crostacei, sottaceti e semi, pesci extravergine, sale e pepe e legumi, riso e uova, pasta e ortaggi, spezie e aromi, fiori e funghi. Eppure questa misticanza universale è il contrario di un melting pot. Non fonde, né confonde. Gli elementi e i nutrienti, i sapori e gli odori, gli umori e i colori restano quelli che sono. E proprio per questo l’insieme funziona. Quella delle insalate è, infatti, un’ar- monia dolce che grazie all’olio tiene gli ingredienti uniti e sepa- 320 rati. Congiunti e disgiunti, purché unti. E salati. Perché senza sa- le non si dà insalata, almeno etimologicamente parlando. le calorie per 100 grammi Anche se i latini la chiamavano acetaria per via dell’aceto. E dell’insalata nizzarda proclamavano che per fare una mista degna di questo nome bi- sognasse essere avari con l’aceto, prodighi con l’olio, saggi col sa- le e giudiziosi col pepe. Purché a mescolare il tutto fosse un paz- zo autentico. Apicio, l’Artusi del Pretorio, consigliava di insaporire le erbe 97 con qualche goccia di miele e di garum, l’antenato hard della co- latura di alici. Insomma i fondamentali insalateschi sono l’es- i gradi a cui cuocere senza del Mediterraneo, caprese e greca, nizzarda e taboulé. Un Kopar Salata il polpo perchè non si rovini rimbalzo di gusti e di civiltà tra una sponda e l’altra del mare no- È battezzata con l’aneto strum. Dove addirittura si identificavano certi germogli teneri e l’insalata made in Croazia freschi con le divinità della natura in fiore. È il caso della lattuga, sacra ad Adone, figlio della profumatissima Mirra ed effemina- di fagiolini saltati nel burro, to amante di Venere. Che il mito vuole morto in un’alcova di lat- mortadella a dadini, capperi, 80% tuga. Tutto il contrario del letto di rucola dove oggi si cerca di far olio, aceto e senape resuscitare gamberetti insipidi e bresaole rattrappite. In realtà il la quantità di latte lattughino, proprio a causa della sua freschezza innocente, che di pecora nella Feta oggi fa la gioia dei salutisti, aveva fama di erba frigida. In grado di donare la pace dei sensi all’amante più focoso. Pitagora, che di vegetarianesimo se ne intendeva, la chiamava “pianta degli eu- nuchi”. Per contrastarne la casta freddezza con un antidoto sfi- zioso la si sposava ad erbe calienti. Come la magica pimpinella. E come il dragoncello, originario della Siberia, patria di sciama- ni e veggenti, cui venivano attribuite addirittura proprietà ipno- tiche e visionarie. Non a caso certe insalatine ci fanno stravede- re. Soprattutto quando la semplicità nuda e cruda delle erbe si sublima nella complessità delle insalate gourmandes. Che met- tono nel piatto il meglio della natura e della cultura, il crudo e il cotto, la linfa primigenia delle verdure e la ricercatezza delle de- licatessen. Sempre all’insegna della sostenibile leggerezza del- Xatonada l’extravergine. Tutto il contrario di quei dressing angloamerica- Michwiya Dal catalano aixetonar ni che si abbattono sulle foglie come napalm. Giustamente sur- Dalla Tunisia la brunoise (aprire le botti) il mix classati dalla dieta dei popoli mediterranei che da almeno tre- di cipolle grigliate nel forno, mila anni hanno mangiato la foglia. di scarola, acciughe, tonno, pomodori e peperoni (poi olive e baccalà condito © RIPRODUZIONE RISERVATA sbucciati) e insaporita con salsa Romesco con il carvi (simile al cumino)

Repubblica Nazionale 44 LA DOMENICA DI REPUBBLICA DOMENICA 24 LUGLIO 2011 l’incontro Da piccola sognava di diventare Trentenni d’Italia una ballerina, ma sulla sua strada ha incontrato il cinema e il teatro È stata la precaria di “Tutta la vita davanti”, ha lavorato Isabella Ragonese con i migliori registi. E ora torna al vecchio amore salendo sul palcoscenico per Virginia Woolf Si è anche unita alle proteste delle donne e degli studenti: “Dobbiamo e possiamo fare qualcosa, per tutti noi è venuto il momento di uscire dal guscio”

IRENE MARIA SCALISE grande tradizione per la cultura classi- cast c’erano attori sconosciuti e questo naturale fiducia nei confronti degli al- questo momento è difficile esserlo, ma ca. Ho studiato alla Teates di Michele ovviamente ha reso il lavoro più com- tri. Tanto che, spesso, cita la frase di Mo- positiva sì. Sento che c’è il bisogno e la a bambina sognava di Perriera e quell’impronta mi è rimasta: plesso. Ma ci hanno aiutato i bambini. nicelli: “Gli attori non si discutono ma si possibilità di fare qualcosa. Criticare e fare la ballerina e oggi, il teatro ti aiuta ad uscire dal guscio, di- Sono meravigliosi, perché hanno l’in- amano”. È uno in grado di farti sentire basta non è più sufficiente. Con quella sul set, ha la stessa grazia venti più consapevole del tuo corpo. Ci genuità di confondere i ruoli interpre- in qualche modo autore delle cose che manifestazione abbiamo dimostrato di una danseuse. Isabel- sono donne con il nasone che sul pal- tati nel film con la vita vera: in pausa fai, e questo ti responsabilizza molto. E che le donne non sono solo quelle che si la Ragonese: a vederla coscenico sembrano bellissime. E lo so- pranzo mi chiamavano “maestra”». poi c’è Lucchetti: ha un grandissimo ri- vedono in televisione, che le donne ve- da vicino potrebbe sem- no, perché sanno recitare». Dopo i pri- Anche Il primo incaricoè un affresco sul spetto per chiunque si trovi sul set». re sono altre». Con lo stesso spirito ave- Dbrare una étoile, dietro la cinepresa pa- mi successi, anche se non senza resi- precariato senza tempo. «Mi è piaciuto Ora proprio dal set la Ragonese si va partecipato pochi mesi prima alle re ritrovare la grazia tipica delle danza- stenze, decide di abbandonare Paler- perché racconta il dovere di una donna prenderà però una pausa, accantona il proteste degli studenti e dei ricercatori trici. Capelli raccolti, lineamenti delica- mo. «All’inizio pensavo di poter conti- di ricoprire tanti ruoli dimostrando di cinema e torna al suo grande amore: in- contro i tagli della Gelmini: «Quei tagli ti, piccola ma muscolosa, pelle traspa- nuare a vivere nella mia città, poi ho ca- non avere paura. Ho persino dovuto uc- terpreterà da gennaio a teatro l’Orlan- sono una vera catastrofe, non era giusto rente. Quasi lunare. E pensare che è na- pito che era impossibile. Per la mia cidere una gallina, ma è stata l’occasio- do di Virginia Woolf. «Sono sicura che lasciare da soli i ragazzi e le ragazze sui ta a Palermo. Involucro nordico per un assurda paura di volare attraversavo l’I- ne per creare un bel personaggio fem- recitare sul palcoscenico mi farà benis- tetti delle facoltà. E poi mi sembrava cuore siciliano. talia in cuccette a sei letti poi, ma solo minile non rigido, mai tagliato con l’ac- simo, Orlando è un personaggio positi- l’occasione giusta per uscire dal nostro Nella sua vita, tra la realtà e il sogno perché quelle le hanno eliminate, sono cetta». vo, mai aspro, uno che dice sì alla vita. piccolo guscio fatto solo di cinema e di del balletto ci si è messo di mezzo il ta- passata alla C4. Viaggi surreali: come Lavorare con registi tanto diversi può Un inno alla gioia». Vive con estrema teatro». lento di attrice. Tanto teatro, dodici film compagne di notti insonni avevo signo- essere una sfida. «Crialese ha una regia naturalezza questa staffetta cinema- Quando si parla della sua vita privata in cinque anni, premi e recensioni che re con le vene varicose che si portavano molto simile a quella del teatro perché teatro: «Dal cinema, sembra strano a quel guscio si richiude all’improvviso. la dipingono come una delle più grandi la pasta al forno. Dopo i primi film ho non dà indicazioni psicologiche, con dirsi, ho imparato l’umiltà. Per esempio Diventa timidissima. Di più, ammuto- promesse del cinema italiano. Lei, giac- preso una casa a Roma, la dividevo con lui sei parte di un affresco. Virzì è bra- mi ha insegnato a dare fiducia al regista, lisce. Sull’argomento glissa con una ca maschile, pantaloni alla caviglia e altri quattro. Poi mi sono trasferita in un vissimo con tutti e non fa mai la scelta perché è a lui che ti devi affidare com- battuta: «Mi piacerebbe un uomo che scarpe piatte, sorride senza rimpianti: monolocale». Il taglio con la Sicilia è sta- scontata, è molto intuitivo e nutre una pletamente. Nel teatro invece sei più magari sia un medico o un professore, «Quando tornavo a casa da scuola pas- to netto, ma fatto a modo suo. «Riman- autonoma, perché l’idea di fondo è che ma dove lo incontri con la vita che fac- savo le ore incollata alla televisione per go molto palermitana: ho conservato i “Fare l’attrice sul set chi va in scena alla fine è l’attore. Ma è ciamo? L’ho detto prima, il mio mestie- imprimermi nella testa le immagini di ritmi del sud, non mi faccio mai travol- anche vero che il cinema restituisce re è anche un po’ il mio fidanzato, e co- ogni balletto, poi ho conosciuto il teatro gere dalla fretta, e la permalosità. Sono ha qualcosa di crudele un’immagine di te stesso diversa da sì cerco di coinvolgere nel mio lavoro ed è stato amore folle. Il mio lavoro è co- convinta che le persone si portino la quella che hai: è la stessa sensazione, anche la persona che mi sta accanto». me un fidanzato». propria città dentro, però mi ha fatto un L’immagine crudele e ridicola, di quando ascolti la Gelosa? «La gelosia la tengo sotto con- Secondo le biografie ufficiali esordi- gran bene andare fuori perché ho ini- tua voce registrata e ci rimani malissi- trollo, è più forte l’orgoglio». Figli? «Mi sce portando sul palcoscenico un sag- ziato a vedere le cose in una prospettiva che ti viene restituita mo perché sembra quella di un’altra dà fastidio quando la donna senza figli gio breve sulla figura di Ecuba nella tra- diversa». persona». Mentre parla la carnagione di viene considerata donna a metà. Quan- gedia euripidea. Addirittura dirige e in- Proprio da siciliana ha esordito nel non ha nulla di te porcellana si fa più rosea, la passione le do avevo vent’anni non avevo dubbi, terpreta alcune sue opere. Lei minimiz- cinema. Il film era Nuovomondo di colora le guance: «Rispetto al cinema il avrei voluto essere una mamma giova- za. Si arrotola una sigaretta, sistema la Emanuele Crialese: «Ai provini si era È come quando ascolti teatro ti trasmette un’energia diversa, ne. Poi andando avanti negli anni è co- giacca quasi a nascondere l’imbarazzo: presentata mezza Sicilia. Quando Cria- ogni replica è una vera botta di adrena- me se l’idea si stesse allontanando. So- «La verità è che ho studiato in un bellis- lese mi chiamò per dirmi che aveva la tua voce registrata, lina. Sul set, invece, si concentra tutto prattutto non voglio essere schiava di simo liceo e la professoressa di greco mi scelto me stavo al supermercato. Inve- nella sera della prima». Oppure ai festi- una data di scadenza, non voglio diven- aveva consigliato di frequentare una ce di fare i salti di gioia, la prima cosa a sembra sempre quella val. A quello di Venezia, per esempio, tare madre per forza». scuola di teatro. Del resto da noi c’è una cui ho pensato è che il film si sarebbe gi- Marco Muller l’ha voluta come madri- di un’altra persona” © RIPRODUZIONE RISERVATA rato in Argentina e che non avrei mai na a fianco di Quentin Tarantino. avuto il coraggio di fare un volo così lun- «Quando l’ho saputo ho pensato che go. Gli ho proposto di arrivarci in nave, fosse una scelta davvero molto azzar- per entrare meglio nella parte, ma lui mi data. Anzi, ho quasi creduto si fosse trat- ha smascherata subito e mi ha manda- tato di un errore. Ma poi mi sono detta

to il biglietto aereo». Tra i suoi ruoli più che forse era semplicemente l’omaggio amati dal pubblico c’è la lavoratrice del a una nuova generazione di attori gio- call center di Tutta la vita davanti. O la vani per i quali c’è molto affetto». Il di- mamma de La nostra vita, che ci ha fat- scorso se lo è scritto da sola: «Forse so- to piangere morendo di parto e lascian- no stata una madrina anomala - volevo do tre bambini a un incredibile Elio Ger- vedere tutte le proiezioni, andare a ogni mano. O ancora la protagonista di Vio- anteprima - ma come che sia l’atmosfe- ‘‘ la di mare, innamorata di Valeria Sola- ra del festival mi è piaciuta moltissimo. rino. E recentemente nel film Il primo A dirla tutta mi piace andare ovunque e incarico, piccola opera della regista in particolare adoro ritirare i premi: ho esordiente Giorgia Cecere, è la regina bisogno del riscontro diretto con le per- assoluta della scena. «Giorgia, dopo sone, con il pubblico». avermi visto in Nuovomondoaveva cer- Ma non c’è solo il pubblico dei suoi cato il mio numero di telefono sull’e- film, degli spettacoli teatrali e dei festi- lenco e aveva chiamato casa di mia val. Lo scorso 13 febbraio, in piazza del mamma a Palermo. Quando finalmen- Popolo, a Roma, alla manifestazione in te ci siamo parlate c’è stata la promessa favore dei diritti delle donne, “Se non reciproca di girare un film insieme e, ora quando”, c’era anche lei, e quel con Il primo incarico, finalmente è arri- giorno ce l’ha impresso nella memoria: vata l’occasione». È un film difficile, mi- «Per me esiste un prima e un dopo quel- nuto e antico, interamente poggiato l’esperienza indimenticabile. Non pos- sulle esili spalle della Ragonese. «Nel so dire di essere un’ottimista, perché in FOTO GETTY IMAGES ‘‘ Repubblica Nazionale