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SIROLO

pon 2019/20 tour

SUPER GRUPPO 2 Prof.sse Giuliodoro & Battistelli Villa Vetta Marina

Dell'antico complesso conventuale francescano oggi rimane solo l'antico campanile della chiesa, convertito poi in torre dell'orologio, ed il portale della chiesetta del Divino Amore, ricostruita nell’Ottocento vicino al cancello d’ingresso della villa. L’intero complesso conventuale venne trasformato in abitazione nel corso del XIX secolo. Secondo la tradizione fu proprio lo stesso San Francesco a fondare il convento al suo passaggio attraverso la Marca Anconetana nel 1215 e a piantare i due grandi alberi che svettano imponenti alla sinistra dell’ingresso. Inoltre, in questo ex convento sono vissuti anche altri beati, come Corrado da Offida e Pietro da Treia, la cui reliquia è conservata nella Chiesa del Rosario.

Il portale della chiesetta del Divino Amore anticamente annessa al convento. Arco gotico e ingresso paese

L’arco, datato 1050 e di origine gotica, segna l’ingresso a . È posto perpendicolarmente al Corso Italia ed è posizionato all’ingresso del centro storico, attualmente pedonale. Probabilmente anticamente c’era un ponte levatoio per impedire ai nemici di entrare nella cittadella fortificata. Sul lato c’è incisa una croce per chiedere a Dio di proteggere il paese ed allontanare il male. La famiglia dei Conti Cortesi ebbe il castello di Sirolo come feudo per molti secoli; esso era reso inespugnabile verso il mare da una difesa naturale di rocce impraticabili e verso terra da una cinta di mura poderose.

Interno dell’Arco verso il paese. La Croce sul fianco destro dell’Arco.

L’ingresso al paese attraverso l’Arco. Chiesa Santissimo Rosario

La chiesa del SS. Rosario fu edificata nel 1613 in stile barocco e subì un modesto ampliamento nel 1898. Nel 1898 venne ampliata e nell’altare maggiore fu riposta un’urna contenente le spoglie del Beato Pietro da Treia, la cui morte era avvenuta nel 1304 nel convento francescano che sorgeva in quei tempi dove oggi è Villa Vetta Marina. Fino a qualche anno fa, nella chiesa era conservato anche il Bambinello del Perdono, una piccola scultura di Gesù bambino, ora trafugata, ma a suo tempo recuperata da alcuni fedeli tra le macerie del convento di Villa Vetta Marina. La tradizione vuole che i contadini andassero a chiedere perdono davanti al Bambinello e che, se Egli avesse rivolto verso di loro il Suo sguardo, essi sarebbero stati perdonati. All’interno è conservato anche il Cristo ligneo deposto nel cataletto che viene portato in processione per i vicoli del paese il Venerdì Santo.

Dettaglio dell’esterno della chiesa

Interno della chiesa Vicoli

Sirolo è un paese di vicoli: piccoli, angusti, fioriti e pieni di salite e discese.

Sotto i vicoli sono stati rinvenuti dei silos dove venivano conservate le provviste durante la guerra. Tali grotte formavano un vero e proprio labirinto sotterraneo nel quale forse, quando il castello era sotto assedio, la popolazione si rifugiava.

Alcuni vicoli del paese Belvedere

Uscendo dai vicoli, ci si può affacciare al Belvedere e scoprire il panorama verso il , la vicina e la costa adriatica.

La punta del Belvedere

Alcune panchine del Belvedere Il panorama verso Numana Belvedere: fontana

Creata dall’olandese Johannes Genemans per la fontana di piazzale Marino, l’opera si intitola "Apollo e Venere che donano la perla dell’Adriatico al monte Conero”: lo scultore ha voluto rappresentare Venere, dea della bellezza, e Apollo, dio delle arti e della poesia, che donano al monte Conero la perla dell’Adriatico, ovvero Sirolo. Le due divinità intendono così omaggiare il monte Conero donandogli Sirolo, luogo di grandi bellezze naturali e artistiche ed è Apollo a porgere la perla in quanto dio del sole che all’alba sorge proprio dinanzi al monte Conero.

«Apollo e Venere che donano la perla dell’Adriatico a Sirolo» Chiesa di San Nicola

La chiesa, intitolata a San Nicola di Bari, il vescovo di Myra, città della Licia in Asia Minore, famoso in tutto il mondo per i suoi miracoli, si trova in piazza Vittorio Veneto e fu costruita per volere del vescovo Arnolfo, sotto il pontificato di Alessandro IV, nel 1732, sui resti di una chiesa del 1230.

All’interno è tuttora presente un organo del 1721.

L’edificio è in stile neoclassico a croce latina con abside a transetto a volta di botte e sei cappelle laterali con decorazioni a stucco. All’interno della chiesa, in una originale pala centrale, il Santo protettore, S. Nicola, compare unitamente alla Santa Casa di Loreto. La parrocchia, canonicamente riconosciuta sin dal XIII secolo, fu soggetta alla Diocesi di Humana fino al 1442, poi passò a quella di .

La torre campanaria era in mattoni, in passato faceva parte della cinta muraria del paese. Recentemente stuccata, ora si presenta completamente bianca salvo la parte superiore, dove sono ancora visibili i mattoni.

Il campanile della chiesa di San Nicola. Mura e Torrione

Le mura, costruite verso l’anno Mille, erano a protezione del borgo e del castello: di esse è rimasto oggi solo un torrione che è stato recentemente oggetto di restauro. Nelle pareti sono visibili i fori che erano i punti in cui sono state appoggiate le travi per la sua costruzione.

Parte della cinta muraria restaurata nel XX secolo. Il Torrione. Teatro “Cortesi”

La prima notizia di un teatro a Sirolo risale al 1872 quando il sindaco Montanari in una riunione pubblica diede la possibilità di una nuova strada per accedere alla spiaggia o al teatro. La gente scelse quest'ultima. Il teatro, eretto nel 1873 ed inaugurato nel 1875 con uno spettacolo di prosa ed intrattenimento musicale, è costruito con pietra bianca del Monte Conero e la sua struttura è interamente inglobata nel sistema murario cittadino. La facciata del «Cortesi»

Dopo esser stato chiuso per molti anni, è stato restaurato nel 1980, quindi riaperto nel 1989. Il teatro contiene 220 posti a sedere ed è dedicato al regista fiorentino Franco Enriquez legato alle per via del rapporto sentimentale con l’attrice jesina Valeria Moriconi, sua compagna nella vita. Nel mese di agosto, il teatro ospita un premio nazionale, in memoria del regista scomparso ad Ancona il 30 Agosto 1980. Franco Enriquez Valeria Moriconi

Dal punto di vista architettonico, la sala interna del teatro presenta la classica forma a ferro di cavallo abbellita da una galleria di colonne doriche, con due ordini di palchi; interessante è la decorazione a volta che presenta dieci figure femminili danzanti all’interno di riquadri ottagonali disposti a circolo attorno al rosone centrale, da cui pende un lampadario a cristalli.

L’interno del «Cortesi» Bibliografia: Bambozzi B. (a cura di), Sirolo, guida turistica, ed. Pro Loco Riviera del Conero Monaldi A., Francescani nel Conero, ed. Graynplaine Burattini G., Riviera del Conero, ed. IDEAS Bilò M., Il Castello di Sirolo, ed. Pequod Baroni Urbani C., De Andrade M.L., 1600-2000. Quattro secoli di Sirolesi, ed. Minerva Tabanelli G., Franco Enriquez e la Compagnia dei Quattro, ed. RAI ERI

Sitografia: https://www.turismo.marche.it http://www.regione.marche.it https://it.wikipedia.org https://www.rivieradelconero

Fotografie a cura degli studenti partecipanti & tratte dall’archivio personale della prof.ssa B.Giuliodoro

Il gruppo di lavoro desidera ringraziare il personale della Biblioteca Marcelli Jidalla e dell’Antiquarium di Numana per la professionalità e la pazienza con le quali ci hanno seguito nel nostro percorso di ricerca.