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Lay_iveco_La_rivista_alle.indd 1 17.02.16 15:13 Editoriale di Giangi Cretti mangiavano ancoraconlemani.Fusempreleiadif sulle tavolefrancesilaforchetta,perchéi dere nellacucinaicibisalatidaquellidolcieaportare celebrata comelagrandecuisine?FuCaterinaadivi ando igermogliodiquellacheverràuniversalmente avesse chiamatoaParigi cuochidallaToscana, cre non soddisfattadellacucinacortediFrancia terina de’Medici,andatainsposaaEnricod’Orléans, gativo: potrebberovantarequalitàetradizioneseCa transalpini cisonodebitori.Nonèbalzanol’interro D’altronde, ancheperlagastronomia,inostricugini antagonisti. affinare, diventando,agiustaragione,inostripiùfieri tive pratichediviticoltura.Chepoiifrancesisapranno esportarono inqueiluoghisialebarbatellecherela espandendo illorodominioinGalliaeBritannia, particolare nell’Italiacentrale.Poco piùtardi,iRomani, le tecnichedicoltivazioneeproduzionedelvino,in Nel corsodeisecoli,gliEtruschimantennerovive biamente laTerra delvino. stensione sicuramentemeritata:l’Italiatuttaèindub La storiaciconfermeràpoi,chesiètrattatodiun’e quell’appellativo èstatoassociatoall’interaPenisola. mo oggi.Checiracconta,però,che,perestensione, esistevano iconfinipoliticiregionalicheconoscia In realtà,unacontesadivuotarilevanza:all’epocanon del termineEllenico). gni tipicidiquellezone:ilGreco(innomenomen)el’Aglianico(unacontrazione tendevano laBasilicataeCalabria-testimoniatoanchedainomidialcuniviti Un trattodistintivo–che,volendoesseregeograficamentecircoscritti,sicon di viticoltura,vinificazioneconservazionedelvino. Cristo, nellapenisolaitalicaeranosviluppatee,viavia,perfezionateletecniche ragione c’è.Logica,semplicemente:giàparecchisecoliprimadellanascitadi Se pocomenoditremilaanniigrecilachiamavanoEnotria(terradelvino)una Di certononèuncaso. inizialmente (copiando con successo la tecnica dei inizialmente (copiando consuccessolatecnicadei tità. Tuttavia inalcunezone,Toscana ePiemonte In tempipiùrecenti,prevalsel’attenzionealla quan forte competizionetraleabazie. produrre vinidialtaqualità,alimentatoanche dalla Cistercensi, fudatoulterioreimpulsoaltentativodi ex monacobenedettino,fondònel1112 l’ordine dei proprio moderatochenefacevano.Quando Bernardo, erano famosiperillorovinoeconsumonon vino damessa.IBenedettini,presentiintuttaEuropa, nasteri, finalizzataprincipalmenteallaproduzionedi viva soprattuttograzieaimonaciall’internodeimo Nei secolibuidelMedioevolaviticolturasimantenne orfano senonconvolaagustosenozzeconilcibo. Ritorniamo alvino,che,comunque,sisentespesso Ma questaèun’altrastoria. essere unindumentoessenziale. francese, inquanto,amandomoltocavalcare,risultava fondere l’usodellemutandepressoledamedellacorte ------francesi), prendevanocorpoiprimitentatividivalo declinato da tutti e cinque i sensi. declinato datuttiecinqueisensi. Alla scopertadiitineraricheesaltanoil(buon) gusto: nuova strategiadipromozionedelterritorio. pertanto irrinunciabile,attornoalqualeedificareuna cratiche. Cheperòrappresentaunasse(t)insostituibile, tenziale: complicianchemiopieecomplicazioniburo Che nonhaancorascopertotuttoilsuoenormepo questo popolochesièsviluppatoilturismodelvino. È attornoaquestiproduttori,alleloroaziende,e mano che alsottoscrittosuonamoltoscioc,introppichia vino; quelliche,convezzo,chesipresumechic,ma consapevole eattentoallaqualità,diappassionatidel i qualiècresciutounpopolo,semprepiùnumeroso, Merito diproduttoriedenotecnicilungimiranti,con dell’eccellenza. autoctoni, haintenzionalmenteviratolungolarotta Sud, dovec’èstatounfruttuosorecuperodeivitigni scandalo delmetanolo,ilvinoitaliano,daNorda Archiviato conunasvoltaculturaleecolturalelo Da alcunianni,perfortuna,parecchioècambiato. vino prodottiinstabiliespessomaleodoranti. lussuria enologica,finendoperscambiarebuon “ troppo tempoèrimastainvalsalaconvinzionecheil facciamo vinid’oro”. Difficile,all’epoca,darglitorto. Per da uved’orofatevinid’argento,noid’argento viticoltore francesecheneglianni‘50gliconfidò:“Voi pianto GigiVeronelli ricordavaspessoleparolediquel ritorio nonèstatasempresfruttataappieno.Ilcom viticoltura. Purtroppo,però,questavocazionedelter che l’Italiasiaunpaesestraordinariamentevocatoalla saper fareilvinomegliodeglialtri.Nessunodubita A lungo,nelnostroPaese, sicoltivòlaconvinzionedi irrobustire igrandivinidelNord,francesicompresi. zione alcolica:icosiddettivinidataglio,destinatiad ci siaccomodòsullaproduzionedivinoadaltagrada rizzarne laqualità.Altrove,inmodoparticolarealSud, ” rappresentasse il massimo della vino delcontadino”rappresentasseilmassimodella wine lovers. ------THE POWER OF ATTRACTION

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1 Editoriale CULTURA San Carlo Borromeo e la Controriforma in 4 Sommario 36 Svizzera Dalla Svizzera degli Stati alla Svizzera federale PRIMO PIANO 42 All’USI il Convegno Italiamo 2: 9 e 10 16 Enoturismo fra opportunità e criticità settembre 2016 Un settore che contribuisce sempre più alla Incontro nazionale dei docenti d’italiano delle ricchezza complessiva dell’Italia scuole medie e medie-superiori Fondo per l’italiano in Svizzera INCONTRI 43 Lo psichiatra svizzero e il paziente fiorentino Un partner istituzionale per le imprese 46 20 italiane che si affacciano sui mercati esteri Ludwig Binswanger e Aby Warburg nel Sanatorio Intervista con Andrea Novelli – amministratore Bellevue di Kreuzlingen. delegato di SIMEST 48 Il neoimpressionismo illumina Losanna Baselworld 2016: l’opinione di Riccardo Prima del Dada c’era il Dada 23 Monfardino, CEO di Meccaniche Veloci 49 50 Dada Universale Il movimento anticulturale di portata mondiale compie 100 anni FABRIK 1933–1953: industria e lavoro sotto 52 la lente La mentalità provinciale è sintomo di 54 chiusura mentale Intervista con Marco Bellocchio 56 Con Fuocammare Rosi vince l’Orso d’Oro alla Berlinale 58 20 anni Radio Bern RaBe - l’italianità in primo piano 60 Sanremo 2016: ascolti da record

DOLCE VITA A Pasqua la riapertura della stagione 62 2016 dedicata all’amore È festa per i 15 anni dei giardini di Sissi 65 Benvenuti in Giappone St. Moritz Gourmet Festival “Yokoso Nippon” 69 A Rimini, per scoprire un altro mare ma anche gelati, pesce, piade e cappelletti Il Maserati Polo Tour 2016 è iniziato a 76 tutta velocità con la “Snow Polo World Cup St. Moritz” 86° Salone Internazionale dell’Automobile 78 di Ginevra 80 Automotonews Sommario

IL MONDO IN CAMERA Taste of Italy, il meglio del vino italiano in Successo per il taste of Italy a Ginevra 82 Svizzera - Lugano 84 Weine Italiens 2016 Vini piemontesi a Basilea 85 86 Contatti Commerciali Meetup Italia – Barilla e Campari si presentano a Ginevra Benvenuto ai nuovi soci Export strikes: incontri btob tra la cantina 88 Servizi Camerali sociale bergamasca e gli importatori svizzeri GO-ITALY@ MANOR FOOD a Emmen

6 In breve 33 L’elefante invisibile 9 Italiche 35 Per chi suona il campanello 11 Elvetiche 41 Scaffale 13 Europee 45 Benchmark 15 Internazionali 57 Sequenze Le Rubriche 19 Cultura d’impresa 61 Diapason

24 Burocratiche 69 Convivio 26 Normative allo specchio 72 Starbene

27 Angolo Fiscale 74 La dieta rivista 29 Angolo legale Svizzera 75 Motori 30 Convenzioni Internazionali In copertina: Il turismo del vino contribuisce sempre più alla ricchezza complessiva dell’Italia

Editore Collaboratori La Rivista Abbonamento annuo Progetto grafico Camera di Commercio C. Porro, Seestrasse 123 - Cas. post. 1836 Fr. 60.- Estero: 50 euro CMSGRAPHICS Italiana per la Svizzera M. Calderan, G. Cantoni, 8027 Zurigo Gratuito per i soci CCIS 83048 – Montella (Av) – Italy M. Caracciolo Di Brienza, Tel. ++41(0)44 2892319 Le opinioni espresse negli Direttore - Giangi CRETTI [email protected] C. D’ambrosio, V. Cesari Lusso, Fax ++41(0)44 2015357 articoli non impegnano la Marco De Stefano Comitato di Redazione M. Cipollone, P. Comuzzi, [email protected], www.ccis.ch CCIS. La riproduzione degli Emanuela Burli A.G. LOTTI, C. NICOLETTI, D. Cosentino, A. Crosti, Pubblicità articoli è consentita con la Gianni Capone S. SGUAITAMATTI L. D’alessandro, F. Dozio, Camera di Commercio citazione della fonte. M. Formenti, F. Franceschini, Italiana per la Svizzera Periodico iscritto all’USPI Stampa e confezione T. Gatani, G. Guerra, M. Lento, Seestrasse 123 - Casella postale (Unione Stampa Periodica Nastro & Nastro srl R. Lettieri, F. Macrì, 8027 Zurigo Italiana). Aderente alla 21010 Germignaga (Va) - Italy G. Merz, A. Orsi, V. Pansa, Tel. ++41(0)44 2892319 FUSIE (Federazione Unitaria Tel. +39 0332 531463 C. Rinaldi, G. Sorge, Fax ++41(0)44 2015357 Stampa Italiana all’Estero) Fax +39 0332 510715 N. Tanzi, I. Wedel e-mail: [email protected] Appare 11 volte l’anno. www.nastroenastro.it In Breve

L’Italia risulta il Paese con i lavoratori peggio Stipendi svizzeri, pagati tra gli stati presi in esame e chiude la Telelavoro classifica con una retribuzione media annua i migliori d’Europa di 27.400 euro. in evidenza La Confederazione domina anche per gli stipendi dei “middle manager”, con una Secondo un’indagine economica condotta su media di 144.400 euro all’anno, davanti a 15 paesi europei dalla Willis Towers Watson, Lussemburgo, 98.500 euro, e Germania, con la Svizzera è al primo posto per i salari medi 90.000 euro. dei neo-lavoratori, con una retribuzione di in- L’indagine considera anche il peso fiscale e il gresso di 83.600 euro annui (poco più di 90 costo della vita e fornisce previsioni sul potere mila franchi). d’acquisto dei lavoratori degli stati esaminati: A chiudere il terzetto del podio, la Danimarca, la Svizzera è prima in classifica anche sotto con un stipendio di ingresso medio di 51.400 questo aspetto e gli impiegati elvetici benefi- euro, e il Lussemburgo a quota 47.900 euro. ciano del più alto potere d’acquisto d’Europa.

Secondo uno studio della società di consulen- za Deloitte, il 28% degli svizzeri lavora da casa almeno mezza giornata a settimana, e tale percentuale potrebbe crescere ulteriormente in futuro. In Svizzera, il cosiddetto “home offi- ce” potrebbe essere utilizzato da circa la metà dei 4,9 milioni di dipendenti. Il capoeconomista di Deloitte Michael Grampp ha affermato che “recarsi quotidianamente in ufficio sta diventando sempre meno frequen- te”. Nonostante ciò, il 72% delle persone inter- pellate dalla ricerca deve ancora presentarsi Maria Grazia Davino è nuova ogni giorno sul posto di lavoro. Lo studio rivela che il 29% di essi usufruireb- direttrice FCA Svizzera be volentieri dell’opportunità di telelavoro. E anche l’85% di chi lavora già da casa alme- no una mezza giornata a settimana vorrebbe Maria Grazia Davino è la nuova Mana- mantenere o addirittura aumentare il tempo ging Director di Chrysler Automobiles passato al di fuori del proprio ufficio. Switzerland. Il suo predecessore, Alessan- Per effettuare questa analisi, tra il dicembre dro Paolucci, è stato richiamato presso la 2015 e il gennaio 2016, sono state condotte sede principale a Torino dove assumerà interviste individuali con rappresentanti di un nuovo incarico. Nata in Italia, Maria aziende e associazioni in tutta Svizzera, oltre Grazia Davino ha ricoperto il ruolo di Ma- a un sondaggio che ha coinvolto un migliaio naging Director di FCA Austria. All’inizio di persone. della sua carriera ha lavorato per Lam- Deloitte sottolinea che anche per le ditte borghini Holding, dove ha svolto svariate avere un modello di lavoro con questo tipo di funzioni dirigenziali. Lavora in FCA dal flessibilità offre grandi vantaggi. Con meno 2012, ricoprendo il ruolo di Sales Plan- impiegati sul posto di lavoro, lo spazio a di- ning per la regione EMEA, di Amministra- sposizione può venire infatti utilizzato in ma- tore Delegato del Motor Village Mirafiori niera più efficiente, aumentando allo stesso di Torino e in seguito del Motor Village tempo la produttività e la soddisfazione dei di Roma. dipendenti.

6 - La Rivista marzo 2016 Sempre secondo l’analisi i costi Olimpiadi a Roma: ammonterebbero a 5,3 miliardi, con il 70% degli impianti già Presentato il dossier per i pronti. Poco più di 2 miliardi, 2,1 Giochi del 2024 per l’esattezza, saranno destina- ti agli impianti permanenti che resteranno alla città, per i quali, come ha spiegato Montezemo- “Una sfida che sollecita le capacità pro- lo, gli investimenti più impor- gettuali del Paese”. Così il Presidente della tanti riguarderanno “il villaggio Repubblica Sergio Mattarella definisce la olimpico da 17.000 posti e il centro candidatura di Roma ad ospitare i giochi stampa, le altre opere permanenti sono la olimpici del 2024 nella lettera inviata a cycling arena, il parco naturalistico, la ri- Luca Cordero di Montezemolo, presidente strutturazione dello stadio Flaminio e le del comitato promotore e Giovanni Ma- Vele di Tor Vergata”. Gli impianti tempo- lagò, numero uno del Coni, in occasione ranei saranno invece “smontati al termi- della presentazione del dossier olimpico al ne dei Giochi, il costo per la costruzione, Palazzo dei Congressi dell’Eur. organizzazione e gestione sarà di 3,2 mi- Durante la presentazione sono stati anti- liardi”, cifra che, ha aggiunto Monteze- cipati anche i dati economici che ruota- molo “potremo coprire tra contributi del no attorno all’evento, a cominciare dalla Cio, licensing, sponsor e biglietti”. possibilità, nel periodo di cantiere (2017- “Se vinciamo la candidatura avremo 2023), di un aumento del Pil del Lazio, in- un contributo dal Cio che anche nella clusa la Capitale, pari a oltre il 2,4% con peggiore delle ipotesi sarà superiore una media annua intorno allo 0,4%, crean- al miliardo di euro. Poi avremo grosse do 177mila posti di lavoro, dei quali 48mila attività di licensing e merchandising ed direttamente collegati ai lavori preparatori entrate da biglietti e sponsor”, ha det- dei Giochi. Benefici che si rifletterebbero to ancora. Già tre gli sponsor importanti anche nel decennio successivo alle Olim- come Alitalia, Bnl-Bnp Paribas e Unipol- piadi, che secondo le proiezioni, potrebbe Sai, ai quali si uniranno Technogym, Eni generare un incremento dell’occupazione ed Enel “per dare un supporto privato alla pari circa 90mila unità di lavoro. candidatura”.

della Crusca si è detta disponibile. Tutto Ma come fa una parola ad entrare nel L’aggettivo «petaloso» è nato da un lavoro sugli aggettivi, ricor- vocabolario? «Bisogna che la usino tan- da la maestra della scuola elementare di te persone e tante persone la capiscano. entra nel vocabolario Copparo (Ferrara): «Qualche settimana Se riuscirai a diffondere la tua parola tra fa un mio alunno ha scritto di un fiore tante persone e tante persone in Italia che era «petaloso» La parola, benché ine- cominceranno a dire “Come è petaloso L’aggettivo «petaloso», inventato da un sistente, mi è piaciuta, così ho suggerito questo fiore”, ecco, allora petaloso sarà ragazzino di terza elementare, entrerà di inviarla all’Accademia della Crusca per diventata una parola dell’italiano», ha nel vocabolario italiano? L’Accademia una valutazione». scritto l’Accademia.

marzo 2016 La Rivista - 7 PASTA PER BUONGUSTAI

PENNE ALLO SPECK, PORCINI E TARTUFO NERO

28'

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Preparazione:  Tagliate lo speck a striscioline e fatelo dolcemente rosolare in una padella antiaderente. Quando sarà croccante, mettetelo su carta assorbente e tenetelo da parte.  Pulite accuratamente i funghi porcini con l’aiuto di un pennello- o un panno umido, e tagliateli a fettine.  Scaldate l’olio extra vergine in una padella e soffriggete dolce mente lo scalogno tritato. Unite un poco di prezzemolo, quindi saltate i funghi porcini a fuoco vivo, salate e pepate.  Unite la panna fresca, il tartufo nero affettato sottilmente e tenete da parte.  Lessate le Penne, scolatele al dente e versatele in padella.  Saltate, spolverate di Parmigiano grattugiato e aggiungete lo speck croccante, per un piacevole contrasto.

Academia_Rezeptins_LaRivista_Jan2016.indd 1 14.01.16 14:49 Italiche di Corrado Bianchi Porro

Miti sfatati

Secondo gli ultimi due rapporti di Mediobanca, è forse stato risolto il famoso dilemma a proposito del quale molto si discute: se cioè occorra una soglia minima di dimensione per effettuare economie di scala, oppure, come sostengono altri, che “piccolo è bello” perché le piccole aziende conservano quell’agilità necessaria a rispondere in tempo reale ai bisogni del mercato. Ebbene, Daniela Venanzi, dell’Università degli studi di Roma e Pierfrancesco Asso dell’Università di Palermo, sostengono quello che si è sempre detto in altri ambiti e cioè che “in medio stat virtus”. Il che sarebbe come dire, secondo la logica di Woody Allen, che è inutile andare dallo psichiatra. Infatti, lo psichiatra è un tizio che vi fa un sacco di domande costose che vostra moglie vi fa gratis. Ebbene, il rapporto Mediobanca sulle medie imprese del 2015 sfata due miti. Il primo è quello che considera la grande dimensione un vantaggio, in quanto consente incrementi di produttività ed efficienza. Lo svantaggio di produttività della minore dimensione sarebbe poi legato alla specializzazione settoriale che è più facile in settori a bassa tecnologia, mentre la grande dimensione consentirebbe solidità e solvibilità finanziaria atta a finanziare costosi processi di apprendimento del know-how. Il secondo mito da sfatare è quello della crisi del distretto. Un distretto fondato appunto sull’apporto di molti operatori polverizzati che, con la crisi, sono stati messi fuori gioco dai tempi duri. Ebbene, ciò che emerge dal rapporto Mediobanca è che in realtà i veri vincenti sono le medie imprese. Quelle di taglia media con un numero di dipendenti fino a 149 (ma con un numero mediano di 116 dipendenti, secondo i dati del 2013). Ovviamente si tratta di “nani” nei confronti dei colossi industriali. Eppure, questo segmento che nella parte più bassa attiva un numero elevato di piccole imprese nell’indotto (in particolare nei distretti che oggi registrano una presenza crescente di medie imprese) consente un’elevata specializzazione, capacità manageriale, forza di attrazione e di mobilità. Infatti, c’è elevata contaminazione e turbolenza tra questi due insiemi nella zone di frontiera, con piccole imprese che diventano medie e medie che tornano piccole. Nei distretti è tipica la funzione pilota di alcune aziende per attrarne altre su singoli progetti operativi. Secondo l’analisi di Mediobanca, negli aggregati di fatturato, valore aggiunto, esportazioni ed occupazione, le medie imprese fanno meglio (persino con performance doppie) delle grandi imprese. Quindi, sarebbe il caso di dire non che piccolo è bello, ma “medio” è bello. Nello studio di Daniela Venanzi si rileva per altro che la produttività (misurata dal valore aggiunto per addetto) è correlata negativamente con la dimensione. In sostanza, la taglia inferiore delle medie imprese fa meglio delle due classi dimensionali superiori. Ma questo è solo un aspetto che consente di valutare la produttività. L’altro elemento è invece correlato positivamente con la qualità della forza lavoro (misurata dal costo medio del lavoro per addetto). In sostanza, se si pagano di più gli addetti, è implicito che ciò avvenga in funzione della specializzazione raggiunta dalla forza lavoro. Come si vede da questi due dati, bisogna sempre andare a fondo nell’analisi dei processi. Poincaré diceva che la scienza è fatta di dati, come una casa è fatta di pietre. Ma un ammasso di dati senza logica non è una scienza, altrettanto come un mucchio di pietre non è ancora una casa. Con questa analisi, Daniela Venanzi sfata un altro mito. E cioè che per accrescere la produttività si debba ridurre il costo del lavoro. Anche questa è un’evidenza che Svizzera e Germania sperimentano quotidianamente, seppure ridurre i costi sia diventata oggi un’evidenza nelle produzioni a basso valore aggiunto, vista la concorrenza che viene dai Paesi emergenti. Per ritornare al rapporto Italia, si rileva ancora che nelle medie imprese nell’ultimo decennio il numero dei dipendenti “white collars” è cresciuto del 21% mentre quello del “blue collars” è aumentato solo del 4%. Insomma: la crescita della produttività mostra un andamento differenziato dell’occupazione a vantaggio delle funzioni impiegatizie e dirigenziali più che nelle linee strettamente legate alla produzione. Sempre nell’ultimo decennio si rileva addirittura che nelle medie imprese vi sono settori come l’abbigliamento, il chimico farmaceutico, la produzione di metallo e il metallurgico in cui l’in- cremento dei prezzi dell’Italia è stato nell’ultimo decennio superiore a quello di Germania e Francia. Il che implica prodotti di qualità superiore, in grado di supportare il divario dei prezzi europei. Anche dal lato del finanziamento, le medie imprese reggono meglio, tenendo sotto controllo il flusso operativo con un cash flow stabile e caso mai non sono i vincoli finanziari a limitare gli investimenti, ma le prospettive del mercato, mentre il debito finanziario si mantiene entro limiti di sicurezza. Una strategia che corrisponde agli obiettivi di indipendenza ed autocontrollo. Paradossalmente, nota Mediobanca, la crisi ha rafforzato queste imprese riducendo il debito e accrescendone la solvibilità. Più competenza manageriale e maggiore capacità d’investimento dunque per le medie imprese distrettuali. Pier Francesco Asso, infine, mette in risalto la crescita del tessuto industriale lungo la direttrice Campania-Puglia che si affianca con risultati lusinghieri rispetto ad altri a più forte tradizione industriale come, ovviamente il nord, ma anche Toscana e le Marche. Solo che nel Mezzogiorno, l’interna- zionalizzazione risulta più che altrove essere dipendente dalla densità e spessore delle relazioni non solo economiche che le imprese riescono a realizzare con l’estero ove quasi solo le fiere continuano ad essere il principale veicolo d’ingresso.

marzo 2016 La Rivista - 9

Elvetiche di Fabio Dozio

Imbrigliati nella rete Nel “Panorama svizzero delle dipendenze 2016”, pubblicato a febbraio, figura per la prima volta l’uso di internet. Il Panorama offre un’analisi sullo sviluppo del consumo di alcol, di tabacco, di droghe illegali, del gioco d’azzardo e prende in considerazione i rapporti pro- blematici con la rete. Mettiamo una sera a cena: a Zurigo o a Lugano, a Londra, Milano o New York. Una famiglia seduta al tavolo del ristorante: i genitori, nel migliore dei casi, si scambiano qualche parola, nel peggiore, si guardano muti, o dirigono lo sguardo distratto su qualche altro commensale. I due figli hanno per le mani unosmartphone o un tablet con cui stanno giocando, leggendo, ascoltando musica, comunicando, curiosando… La conversazione è morta, la connessione continua l’ha soffocata. È una scena universale. In Svizzera un recente studio (JAMES) rivela che i giovani tra i 12 e i 19 anni passano, durante il tempo libero, in media due ore al giorno in settimana e tre ore o più durante il week-end e le vacanze su Internet. In genere, affermano che lo scopo più importante è “incontrare gli amici”. Un altro studio (MIKE) informa che il 9% dei bambini tra i 6 e i 13 anni dichiara di aver utilizzato il proprio smartphone a letto, quando avrebbero dovuto dormire, almeno una volta alla settimana. Secondo le prime stime, si ritiene che in Svizzera circa 370 mila persone, dai 15 anni in su, abbiano un rapporto problematico con Internet. Un fenomeno che in futuro potrà solo evolvere. Anche il Consiglio federale, lanciando la strategia nazionale sulle dipendenze per gli anni 2017 – 2024, ha menzionato Internet. “Continuano a svilupparsi nuove forme di dipendenza. – scrive il ministro dell’Interno Alain Berset – Oltre all’al- col, all’eroina e al tabacco, la società deve far fronte a problematiche come l’abuso di farmaci, la dipendenza dai giochi d’azzardo o l’uso eccessivo di internet”. “Dipendenze Svizzera” è una fondazione di utilità pubblica, che concepisce e attua progetti di prevenzione, di politica sanitaria e di ricerca psicosociale. Il rapporto sulle dipendenze appena pubblicato fa il punto sulla situazione del consu- mo di sostanze in Svizzera, che non è cambiato molto. Una persona su quattro fuma, più di una su cinque beve alcol in modo esagerato e il 3% dei cittadini ha consumato canapa nel corso dell’ultimo mese. Per quanto riguarda il tabacco, si lamenta che l’obiettivo di ridurre il numero di fumatori non è stato raggiunto. Il consumo di tabacco in Svizzera causa 9500 morti all’anno, un dato che non è diminuito. Il numero dei fumatori è stagnante, ma sta cambiando il modo di fumare: sono in aumento le sigarette rollate a mano, la pipa ad acqua e le sigarette elettroniche. Il consumo di alcol fa registrare un leggero calo. Gli svizzeri assumono 8,1 litri di alcol puro pro capite all’anno. La dipendenza dall’alcol, che rimane la sostanza più accettata socialmente, ha conseguenze allarmanti: ogni cinque o sei ore una persona muore a causa dell’abuso di alcol! Si stima che le persone dipendenti dall’alcol siano circa 250 mila. Gli alcolisti hanno un impatto spesso nefasto anche con i loro famigliari, che sono centinaia di migliaia e, in particolare, con i loro figli. Sarebbero 100 mila i bambini che vivono in famiglie confrontate con l’alcolismo e che corrono un rischio maggiore di sviluppare, a loro volta, una dipendenza dall’alcol in età adulta. Il gioco d’azzardo è un ulteriore fenomeno che può creare dipendenza. Il numero delle persone coinvolte, nel nostro pa- ese, è però limitato. Poco più dell’1% della popolazione presenta un comportamento di gioco problematico o patologico. Il rapporto sulle dipendenze rileva che la situazione in materia di droghe è stabile da qualche anno. Le droghe pesanti e il policonsumo restano tuttavia una realtà che fa registrare circa 120 morti ogni anno. La sostanza illegale più consumata in Svizzera è la canapa. Circa il 7% dei giovani tra i 15 e i 34 anni ne fa uso. Come arginare il consumo di canapa? Il dibattito è politico e la contrapposizione tra i fautori della depenalizzazione e chi sostiene la linea proibizionista è sempre vivo. Certo, si va verso l’apertura. Dal 2013, in Svizzera, il consumatore di canapa non è più perseguito penal- mente, ma gli viene inflitta una multa di un centinaio di franchi. A metà febbraio i rappresentanti politici di alcune città (Ginevra, Berna, Zurigo, Winterthur, Basilea e Thun) si sono riuniti per discutere sul progetto sperimentale di distribuzio- ne controllata di canapa ai minorenni considerati “consumatori problematici”. Mentre in Svizzera si muovono le città, negli USA in cinque stati, fra cui la California, si voterà sulla legalizzazione e regolazione del mercato, in occasione della prossima elezione presidenziale in novembre. Un 2016 decisivo? Forse, in aprile ci sarà infatti una sessione speciale dell’assemblea delle Nazioni Unite dedicata al futuro delle politiche in materia di droga.

marzo 2016 La Rivista - 11

Europee di Viviana Pansa

Europa a rischio disintegrazione

Più volte in questi ultimi mesi il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega agli Affari europei, Sandro Gozi, aveva lamentato quale massimo rischio per l’Europa il perdurare dello status quo sulle questioni più urgenti, in ultimo in un incontro sulla promozione di modalità, oggi più che mai necessarie, di ingresso sicuro sul territorio europeo da parte di rifugiati in fuga da conflitti e terrorismo islamico. Era la vigilia dell’ultimo Consiglio europeo, svoltosi a Bruxelles il 18 e 19 febbraio –con una lunga notte, cominciata con un english dinner che lo ha protratto sino alle prime ore di sabato 20, -un incontro definito da più parti drammatico“ ” per il futuro dell’Unione. Era probabilmente un errore nutrire aspettative di una “scossa” su temi così complessi e delicati come la gestione dei flussi mi- gratori e i rapporti con la Gran Bretagna, al centro di questo summit dei capi di Stato e di governo dei Paesi membri dell’Unione. Ma non è da escludere che il famigerato status quo risulterebbe ora migliore di quanto effettivamente registrato al termine dei lavori, fatto che conferma la drammaticità della situazione di un continente a rischio “disintegrazione”. Se un accordo con la Gran Bretagna è stato raggiunto, infatti, esso è emblematico di quanto, più che di passi avanti o di status quo, ci si trovi oggi al cospetto di una retromarcia pericolosa, anche per il rischio di innescare reazioni a catena sulla scia di un progressivo sganciamento e della svalutazione dal di dentro del progetto politico europeo. I termini della questione erano in sostanza una conferma dell’eccezionalità britannica rispetto al continente, conferma ora affidata al referendum sulla permanenza del Paese nell’Unione che avrà luogo il prossimo 23 giugno, come annunciato dal primo ministro David Cameron al suo rientro da Bruxelles. Quest’ultimo, soddisfatto delle concessioni ottenute –e criticate già l’indomani anche da esponenti del suo stesso governo, -spiega che “la Gran Bretagna non farà mai parte di un superstato europeo” e che raccomanderà ora ai suoi concittadini di votare a favore della permanenza nell’Ue. Se vincerà il sì alle urne, non possiamo però non domandarci a quale prezzo. Al termine di oltre 24 ore di confronto, Cameron festeggia un accordo che restringe l’accesso ai benefici delwelfare a tutti i lavoratori che approderanno da ora in avanti sull’isola e per un periodo di 7 anni, una sconfitta per la cittadinanza europea, perché comporterà la suddivisione degli stessi europei in cittadini di serie A e serie B al cospetto delle istituzioni britanniche. Un passo indietro anche in termini di giustizia ed equità sociale, perché i dati economici evidenziano come l’introito derivante da tasse e contributi versati dai lavoratori migranti intra-Ue sia superiore ai costi di welfare loro spettanti. Dall’altra parte, diminuisce progressivamente –e in misura significativa negli ultimi due anni -la percentuale di consenso accordato dai Paesi riceventi all’ingresso senza limitazioni degli stessi migranti intra-Ue. Londra ottiene inoltre che, in fase di revisione dei Trattati, venga inserito un paragrafo che esplicita la sua esenzione della ever closer Union, il principio dell’Unione sempre più stretta su cui si fonda l’Europa sin dal Trattato di Roma del 1957. Una precisazione che fotografa la posizione che la Gran Bretagna è venuta assumendo in questi ultimi anni, testimoniata anche dalla contribuzione che versa all’Europa –è oggi all’ottavo posto in termini di contributi pro-capite –e, soprattutto, dal mec- canismo che viene applicato a tale contribuzione, il cosiddetto rebate, ossia la restituzione al Regno Unito dei due terzi delle risorse immesse. Anche se il sì all’accordo è stato unanime, lo stesso presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, lo definisce un sacrificio“ per il bene comune”; bene comune che sarebbe l’aver scongiurato l’uscita inglese dall’Unione, ma con una soluzione che concede sempre più spazio ad interessi nazionali difficilmente conciliabili con i valori che sin qui hanno fondato l’idea di Europa unita. Altro fronte su cui sono emerse tutte le divisioni possibili, quello dei migranti, in primis con l’annuncio del governo austriaco dell’introduzione di un limite di accoglienza delle richieste di asilo fissato a 80 al giorno. L’obiettivo espresso dal cancelliere Werner Faymann è di garantire l’accoglienza a non oltre 38 mila richiedenti asilo nel 2016, a fronte dei 90 mila ingressi dell’an- no scorso. Blocchi alle frontiere vengono annunciati anche da Ungheria, Slovenia, Serbia e Macedonia, mentre Renzi minaccia un ripensamento sulle risorse concesse dall’Unione –i fondi strutturali -a fronte di tali misure, ipotesi che il governo ungherese e polacco definiscono un vero e proprio ricatto“ politico”. Teme in merito alla questione della gestione delle frontiere anche la Grecia, entrata nuovamente in recessione e sottoposta a continui ultimatum da parte dell’Unione per l’attivazione dei centri di identificazione dei migranti, glihotspot ; un suo isolamento, aggravato dai passi indietro su Schengen, sarebbe un disastro. Nella discussione, che ha preceduto l’accordo con la Gran Bretagna, l’Europa sembra aver dato il peggio di sé. E il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, ha annunciato a marzo un vertice con la Turchia per cercare di sbloccare la situazione e concretizzare l’approccio europeo più volte auspicato su questo fronte. Va segnalato anche l’allarme provocato dall’idea, emersa in queste ultime settimane, di far intervenire la Nato nel controllo dei flussi nel Mediterraneo, una risposta che significherebbe davvero la resa dell’Unione e la fine del tentativo di articolare una politica estera comune. Se è vero quan- to affermato del premier Renzi subito dopo l’intesa raggiunta con la Gran Bretagna, ossia che “la partita per l’Europa inizia adesso”, c’è da augurarsi che, visto l’andamento di questo ultimo Consiglio europeo, non sia una partita già persa in partenza.

marzo 2016 La Rivista - 13 Annuario 2015_Annuario CVLL 11.05.15 15:54 Pagina 10

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Il Gruppo SEAL opera a Lugano dal 2005 ed offre servizi – AROFIN SA, una pura società fiduciaria statica, oltre integrati sia a privati che ad imprese, operando attraverso che broker di polizze assicurative di importanti compa- le seguenti società: gnie come SEB, Lombard, HSBC Life.

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Interacta Advis[o1ry0 S]A CIRCOLO VELICO LAGO DI LUGANO Annuario 2015_Annuario CVLL 11.05.15 15:54 Pagina 10

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Le Nazioni Unite: istituzione indispensabile?

Il preambolo della Carta delle Nazioni Unite, firmata a San Francisco il 26 giugno 1945, recita così: “Noi popoli delle Nazioni Unite, decisi a salvare le future generazioni dal flagello della guerra, che per ben due volte nel corso di questa generazione ha portato indicibili afflizioni all’umanità, […] abbiamo risoluto di unire i nostri sforzi per il raggiungimento di tali fini.” Il nome Nazioni Unite all’epoca era inteso come le Nazioni Unite contro in Nazismo. Oggi il mondo sarebbe un posto mi- gliore senza l’ONU? La risposta è no. Ciò non vuol dire che la sua opera non possa essere migliorata in termini di efficienza. Consideriamo alcuni dati forniti dal servizio informazioni dell’ONU: ogni anno le Nazioni Unite e le sue agenzie specia- lizzate forniscono un aiuto alimentare a 90 milioni di persone in ottanta paesi; vaccinano il 58% dei bambini del mondo, salvando così 3 milioni di vite ogni anno; aiutano 40 milioni di rifugiati che scappano dalle guerre, dalle carestie o dalle persecuzioni. Le Nazioni Unite combattono contro il cambiamento climatico e lavorano con 193 paesi per evitare le emissioni di mercurio; mantengono la pace con 120’000 caschi blu in sedici operazioni in quattro continenti; lottano contro la povertà aiutando 420 milioni di persone nelle zone rurali a migliorare le loro condizioni di vita negli ultimi trent’anni; proteggono e promuovono i diritti umani grazie anche a circa ottanta trattati o dichiarazioni; mobilitano 22 miliardi di dollari in aiuti per le persone colpite da calamità; contribuiscono a prevenire i conflitti grazie alla diplomazia. Il Gruppo SEAL opera a Lugano dal 2005 ed offre servizi – AROFIN SA, una pura società fiduciaria statica, oltre Ogni anno le Nazioni Unite portano un aiuto nello svolgimento di libere elezioni a circa sessanta paesi; operano a favore integrati sia a privati che ad imprese, operando attraverso che broker di polizze assicurative di importanti compa- della salute materna salvando la vita a 30 milioni di donne ogni anno. Se l’ONU non ci fosse, mancherebbe l’unico le seguenti società: gnie come SEB, Lombard, HSBC Life. luogo al mondo, dove in pratica tutti gli stati del pianeta si ritrovano per poter dialogare. L’ONU resta un forum unico e fondamentale, senza poi considerare l’opera d’assistenza in molteplici campi appena indicati. Il lavoro di Staffan de Mistura per fare in modo che il negoziato tra le parti in guerra in Siria avesse inizio è stato fatto – SEAL Consulting SA, attiva nella consulenza fiscale / – Interacta Advisory SA è una so cietà di consulenza di nell’ambito dell’ONU. De Mistura è, infatti, l’Inviato Speciale del Segretario Generale dell’ONU per la Siria. Si tratta di buoni uffici o è una mediazione? Questi sono due strumenti di natura consuetudinaria che sono stati codificati nelle due societaria / contabile, sia domestica che internazionale, diritto svizzero che opera in ambito tributario dome- Convenzioni dell’Aja del 1899 e 1907 sulla soluzione pacifica delle controversie. Entrambi prevedono l’intervento di un oltre che nel "Corporate Services Manage ment" (costi- stico ed internazionale con servizi di compliance fiscale terzo rispetto alle parti in causa, il quale può essere rappresentato da una o più persone fisiche, da uno stato o gruppo di stati, da un’organizzazione internazionale o da un’organizzazione non governativa. Ciò che caratterizza i due istituti tuzione di società, governance, regulatory and tax dedicati alle persone fisiche e alle società. In particolare è il diverso ruolo del terzo nella risoluzione della controversia: se, infatti, nella mediazione esso partecipa direttamente reporting); nella sfera della consulenza privata può assistere i propri ai negoziati, agendo come intermediario (è stato questo, ad esempio, il ruolo svolto dall’Algeria durante la crisi tra Stati Uniti e Iran nel 1980-81 e dal Segretario Generale delle Nazioni Unite nel processo di pace nella Repubblica Democrati- clienti nella corretta organizzazione del patrimonio fa - ca del Congo). Nei buoni uffici il terzo ha un ruolo di minor rilievo, limitandosi a portare le parti al tavolo negoziale. Il suo – SDB Financial Solutions SA, che è un gestore patrimo- miliare attraverso istituti giuridici dedicati per scopo e ruolo si esaurisce quando il negoziato ha inizio (tale ruolo è stato esercitato, ad esempio, dal Segretario Generale delle niale indipendente Svizzero e fornisce servizi di Multi- tipologia d’investimento. Nazioni Unite tra Iraq e Iran dopo la guerra del 1980-1988 e dopo la guerra tra Iraq e Kuwait nel 1990). Mediazione e buoni uffici non sono quindi delle prerogative esclusive dell’ONU, ma resta il suo ruolo rilevante. Family Office in completa "open architecture" (struttu- Quanto costa l’ONU agli stati membri? Il Budget ordinario dell’organizzazione per l’esercizio biennale 2014-2015 è stato razione di prodotti tailor made di ogni natura, asset Oltre che a Lugano, il Gruppo SEAL opera con proprie di 5,5 miliardi di dollari. Le operazioni per il mantenimento della pace hanno un costo annuale di circa 8 miliardi di dollari. Per avere un metro di paragone il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti spende 425 miliardi di dollari ogni consolidation, risk monitoring). Collabora sulla piazza strutture a Zurigo, Singa pore, Dubai e Uru guay. Tramite anno. Queste sono le proporzioni. con le più importanti istituzioni bancarie locali ed partnerships, il Grup po opera anche a Malta, Nuova Tutte le organizzazioni della «galassia ONU» come, ad esempio, l’UNICEF (United Nations Children’s Emergency Fund), l’UNDP (United Nations Development Program) e l’Alto Commissariato per i Rifugiati (UNHCR) ricevono contributi vo- internazionali come Zarattini, PKB, LGT, HSBC, UBS, Zelanda, Lussemburgo, Italia e Spa gna. lontari dai governi, ma anche dai cittadini come nel caso dell’UNICEF. Le stesse istituzioni specializzate della «galassia Rothschild; ONU» hanno un proprio budget come la WIPO (World Intellectual Property Organisation), la WMO (World Meteorologi- cal Organisation) o ancora l’ITU (International Telecommunication Union) e l’OMC (l’Organizzazione Mondiale del Com- mercio), l’OMS (l’Organizzazione Mondiale della Sanità) e la FAO (Food and Agriculture Organisation). La maggior parte delle agenzie specializzate ha sede a Ginevra e la loro funzione è quella di essere luogo di negoziati per materie speci- fiche e poi condividere un linguaggio tecnico in settori tecnici come appunto la meteorologia o le telecomunicazioni.

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marzo 2016 La Rivista - 15 Interacta Advis[o1ry0 S]A CIRCOLO VELICO LAGO DI LUGANO Presentato alla Bit di Milano il XII Rapporto sul Turismo del Vino curato da Città del Vino Associazione nazionale Enoturismo, crescita lenta ma costante

Nel 2017 previsti in Italia 12 milio- Nel 2015 la produzione italiana di vino è Da opportunità a necessità ni di arrivi lungo le Strade del Vino tornata a primeggiare a livello mondiale in L’internazionalizzazione del comparto viti- italiane termini quantitativi, anche se questa notizia, vinicolo italiano non è più un’opportunità, Oltre 2,5 miliardi di euro la spesa da molti ritenuta clamorosa, non è altro che ma una vera e propria necessità, resa ov- dei turisti del vino in Italia, ma il l’ennesimo esito di una “gara” in cui Italia e viamente ancor più difficile da una concor- settore soffre di alcuni problemi: la Francia sono impegnate da diversi anni. In renza sempre più aggressiva, in termini di qualità dell’offerta e dei servizi sul termini quantitativi, in altre parole, niente di reputazione (Francia), in termini di rapporto territorio e nelle cantine sono diso- nuovo sotto il sole, anche se naturalmente qualità/prezzo (Spagna) o più in generale in mogenei e non sempre adeguati, la il primato di Paese al mondo con la più alta termini di più spinto approccio al mercato carenza di progetti e finanziamenti produzione enoica non può che inorgoglire. (un po’ tutti i Paesi del Nuovo Mondo). quadro, la formazione professionale Del resto, l’imprenditore di buon senso sa In questa continua ricerca della migliore e la promozione spesso inefficaci. Le che quello si produce bisognerà pur ven- competitività del vino italiano un fonda- difficoltà dei piccoli Comuni e le oc- derlo e paradossalmente qualche ombra si mentale contributo può essere prestato dal casioni mancate, come l’Expo troppo staglia proprio sul fronte dei consumi, al- turismo del vino, che, nato come attività di “milanocentrica” che non ha portato meno per quanto riguarda quelli domestici, promozione della produzione vitivinicola, si benefici, né visite e visibilità a oltre che presentano ormai da diversi anni un sta ritagliando da tempo uno spazio sempre “8 cantine su 10”. costante segno negativo. più importante nell’economia sia del vino in senso lato sia del turismo in senso stretto. Questa dinamica è ormai pacifica soprat- tutto per le cantine del Nuovo Mondo, mol- to più avanti in termini di wine marketing e wine tourism rispetto alle cantine del Vec- chio Mondo. Il Belpaese, però, può contare su alcune ri- sorse, materiali e immateriali, che lo collo- cano indubitabilmente tra le prime nazioni al Mondo per potenzialità dell’attrattività enoturistica, che tuttavia spesso rimane non completamente implementata per al- cuni problemi di fondo. Infatti, l’assenza di orientamento al servizio, la resistenza alle aggregazioni sul territorio e la difficoltà di comunicare il territorio vitivinicolo nei ter- mini specifici della destinazione turistica sono limiti che ancora oggi frenano un più maturo sviluppo dell’enoturismo italiano. Il Rapporto presentato a Milano, che copre tutto l’anno 2014 fino al primo semestre 2015, nasce proprio con l’intento di forni- re un contributo all’analisi della dinamica economica, imprenditoriale e manageriale delle aziende vitivinicole impegnate (anche) nell’enoturismo, cercando, tramite l’analisi di un campione, di far emergere alcune evi- denze che possano fungere da macro-co-

16 - La Rivista marzo 2016 ordinate di riferimento per il governo e la gestione delle attività enoturistiche in Ita- lia. Tra i risultati più importanti del Rappor- to, anticipati in sede di presentazione, due sembrano quelli più rilevanti: 1. il valore economico mosso dall’enotu- rismo in Italia, che sembra confermarsi intorno ai 2,5 miliardi di euro; e 2. i flussi turistici, ormai stimabili, in un risultato quasi eclatante, in una cifra superiore ai 10 milioni, anche se fin d’ora si precisa che si parla di “arrivi” (e non di “turisti”) e che, soprattutto, di tratta di dati derivanti da stime e non da sistematiche rilevazioni sul campo (inesistenti se non impossibili). In linea con le dinamiche turistiche Questi dati, a ben vedere, sono molto ra- gionevolmente in linea con le dinamiche turistiche degli ultimi tempi. In Italia gli arrivi turistici in generale danno segni di rinvigorimento, dopo diversi anni di fiacca, il che contribuisce anche a giustificare un concentrato le opportunità di scelta, spin- con i Comuni rappresentativi dei terri- incremento così considerevole degli arrivi in gendo ancora più stranieri a venire in Italia. tori su cui insistono le aziende vitivini- cantina, anche se le ragioni possono essere Ampliando la riflessione, in un ragionamen- cole in tutta Italia (altra caratteristica diverse e non sempre legate alla sola com- to più ampio, queste concause si vanno ad unica del Belpaese); petitività della nostra economia turistica. aggiungere all’evidenza più importante: la • una costante formazione degli addetti, Infatti, i tempi non sempre facili dal punto costante crescita, in termini quantitativi e soprattutto a favore dell’internaziona- di vista economico-finanziario possono aver qualitativi, del tessuto economico legato al lizzazione dell’offerta; limitato le capacità di spesa, spingendo più comparto vitivinicolo italiano. In tal senso, • una matura cultura d’impresa per le Italiani a restare in Italia, con maggiore in- alcuni sviluppi sembrano inevitabili nell’as- aziende che facciano a vario titolo teresse verso altre offerte turistiche, tra cui secondare quello che avvertiamo come un parte della complessiva offerta eno- il turismo del vino. Più recentemente, inoltre, imminente “boom” dell’enoturismo italiano: turistica, anche e soprattutto nella i tempi non sempre facili dal punto di vista • una maggiore intensità di servizi, an- declinazione più ampia di una cultura della sicurezza internazionale possono aver che e soprattutto in collaborazione dell’imprenditorialità.

marzo 2016 La Rivista - 17 Creare ricchezza non è semplice, perderla invece sì. Voi cosa farete con la vostra?

Oggi i mercati sono sempre più imprevedibili. Anche il portafoglio più sicuro è soggetto ad un certo livello d’incertezza, se non monitorato e gestito con competenza. Ecco perché è essenziale sapere con esattezza cosa volete ottenere. Il nostro team di Wealth Planning è a vostra disposizione per aiutarvi a proteggere il vostro patrimonio nel tempo.

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a b Questo documento e le informazioni in esso contenute sono fornite esclusivamente a scopi informativi. © UBS 2016. Tutti i diritti riservati.

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Lavorare felici? Ma certo! Se sei più consapevole, vivi meglio, lavori meglio e stai meglio con gli altri

Una nota catena di ristoranti in USA si chiama TGI Friday’s, vale a dire “grazie a Dio è venerdì” e riprende un modo di dire diffuso che esprime tutta la infelicità di chi passa una intera settimana lavorativa in attesa del week end come momento di vita piacevole ed appagante. Ma c’è di più, spesso non ci si libera la mente dagli impegni attesi per la settimana successiva e la domenica sera è spesso dedicata a prepararsi alle scadenze del mattino dopo. La ricerca della felicità al lavoro, o almeno di una soddisfacente integrazione tra vita lavorativa e personale, è quindi un bisogno reale e le aziende stanno cercando di affrontare il problema, consapevoli che la sua risoluzione ha anche una ricaduta positiva su prestazioni e competitività. Il benessere delle persone è legato alla ricerca di senso nell’attività lavorativa, ad una relazione positiva con gli altri e alla riduzione dello stress, inoltre attraversa trasversalmente tutti i livelli aziendali e assume sempre maggiore importanza con le nuove generazioni. Un approccio al tema che viene sempre più utilizzato è quello dello studio, sviluppo e insegnamento dell’intelli- genza emotiva definita da quelli che ne sono considerati i padri, cioè Peter Salovey e John Mayer, come il saper monitorare i sentimenti e le emozioni proprie e altrui, valutarli ed utilizzare queste informazioni per indirizzare il proprio pensiero e le proprie azioni. Le aziende che la promuovono tra i dipendenti, e sono molte tra cui Google, Unilever, General Motors, identificano tra i vantaggi un netto miglioramento delle prestazioni professionali, una spiccata attitudine alla leadership e la capacità di creare concrete condizioni per il benessere. Il dato sicuramente più interessante è che il nostro cervello può essere addestrato all’intelligenza emotiva anche negli adulti, esistono molteplici prove scientifiche di come si possa modificare la struttura cerebrale e le sue funzioni per fronteggiare situazioni di ansia, stress, o emozioni negative. Il primo passo per allenare l’intelligen- za emotiva è il coltivare l’attenzione, cioè scegliere la nostra reazione a fronte di uno stimolo emotivo anziché abbandonarsi ad un automatismo. Si pensi, ad esempio, alle normali vicende del traffico, anziché reagire con un insulto o con gesti poco edificanti, è possibile fermarsi un secondo e scegliere come comportarsi. Inutile dire che questo evita spesso conseguenze davvero spiacevoli. Come coltivare l’attenzione? Si ricorre alla mindfulness o meditazione consapevole. La consapevolezza viene definita da Ellen Langer, docente di psicologia ad Harvard, come il processo che consiste nel notare attivamente nuove cose e tra i benefici che ne derivano indica innanzitutto una prestazione più soddisfacente, inoltre ,si ri- corda meglio ciò che si è fatto, si colgono al volo le opportunità, è più facile stare attenti, si diventa più creativi, si apprezzano di più gli altri e viceversa, si diventa più carismatici. Insomma una specie di panacea di tutti i mali! L’allenamento alla consapevolezza si fa mediante il semplice esercizio di concentrare l’attenzione sulla respirazio- ne e ogni qualvolta ci si distrae e pensieri di ogni tipo attraversano la mente, si riporta dolcemente l’attenzione alla respirazione. Tutto qui , molto facile e apparentemente banale. Le evidenze scientifiche degli effetti di questa pratica sono numerosissime e consolidate anche se ogni giorno si aggiungono nuove scoperte sulla neuroplasti- cità del nostro cervello, ripetere l’esercizio frequentemente genera calma e chiarezza mentale permettendoci di apprezzare ogni attimo. La consapevolezza è una antica pratica buddista di cui oggi stiamo verificando le solide basi scientifiche, viene utilizzata non solo in ambito aziendale ma anche clinico per la riduzione dello stress e la gestione del dolore in malati cronici. Non c’è nulla di religioso o esoterico nei programmi che le aziende promuovono, tuttavia non si può non notare che tra le mille implicazioni di questo approccio vi è una ricomposizione della separazione tra vita professionale e privata, un diverso rapporto con il tempo ed il suo utilizzo, uno spostamento dalla competizione alla collaborazione. Dopo 2500 anni abbiamo (ri)scoperto la via? [email protected]

marzo 2016 La Rivista - 19 Intervista con Andrea Novelli amministratore delegato di SIMEST Un partner istituzionale per le imprese italiane che si affacciano sui mercati esteri

SIMEST S.p.A. è la finanziaria controllata da Cassa De- di business, all’apertura di strutture commerciali perma- positi e Prestiti, che, dal 1991, sostiene lo sviluppo delle nenti, fino alla realizzazione di un investimento produt- imprese italiane impegnate a realizzare progetti di inter- tivo per presidiare efficacemente una determinata area nazionalizzazione. di mercato. Oltre a ciò mettiamo a disposizione delle im- Per conoscerne ruolo ed opportunità abbiamo posto alcu- prese anche strumenti agevolativi legati al loro sviluppo ne domande al suo amministratore delegato internazionale. Qual è il ruolo istituzionale di SIMEST? Quante aziende ha accompagnato all’estero Dal 1991 SIMEST supporta le imprese italiane che si af- SIMEST nel biennio 2014 - 2015? facciano sui mercati esteri con prodotti e servizi che nel Nel biennio abbiamo supportato oltre 500 imprese in 74 tempo sono stati rinnovati ed adeguati alle esigenze del paesi sia attraverso la partecipazione al capitale che at- mercato. L’azienda italiana trova infatti in SIMEST un traverso i finanziamenti agevolati per sviluppo commer- partner istituzionale che l’accompagna in tutte le fasi del ciale, studi di fattibilità, patrimonializzazione, partecipa- proprio sviluppo, dalla ricerca delle migliori opportunità zione a fiere e mostre e sostegno all’export. Quali sono le linee di finanziamento che offrite alle imprese italiane? La nostra attività è orientata a sviluppare investimenti produttivi e sostenere i programmi di sviluppo tecnolo- gico nelle aziende che investono in innovazione e ricerca applicata. A questo affianchiamo la gestione dei fondi pubblici finalizzati all’internazionalizzazione delle impre- se italiane per lo sviluppo commerciale, gli studi di fattibi- lità e l’export credit. Stiamo contribuendo al nuovo Piano Industriale del gruppo CDP di cui siamo parte, dove una delle priorità è quella di creare insieme alla stessa Capo- gruppo e a SACE una “porta unica”per assistere le imprese che esportano e si internazionalizzano. Ci può descrivere più nel dettaglio le linee di finanziamento dedicate alle fiere e all’apertura di mercati esteri? Il finanziamento riguarda la prima partecipazione a fiere e mostre in un paese extra UE ed è riservato alle PMI. Le aziende possono chiedere un finanziamento fino a 100.000 euro e la durata complessiva è di 4 anni, di cui 2 di preammortamento e 2 di rimborso del capitale. Il tasso, attualmente, è dello 0,50%. I programmi di inserimento sui mercati esteri sono invece dei finanziamenti finalizzati al lancio e alla diffusione di nuovi prodotti e servizi attraverso l’apertura di strutture commerciali permanenti in paesi fuori dell’Unione Eu- ropea. In questo caso la durata del finanziamento è di 6 anni di cui 2 di preammortamento. Il tasso attuale è dell’ 0,50%. Ovviamente questi finanziamenti sono rivolti

20 - La Rivista marzo 2016 alle imprese con sede in Italia. Desidero sot- gono a noi sono interessate soprattutto allo Anche le aziende svizzere con casa tolineare che tali strumenti sono in corso di strumento dello sviluppo commerciale; infatti, madre italiana possono beneficiare revisione, per renderli sempre più rispondenti con riferimento agli incentivi alle imprese, ben dei finanziamenti? alle esigenze delle imprese. 19 progetti riguardano proprio finanziamenti a L’operatività di SIMEST prevede che sia i fi- sostegno della realizzazione di programmi di nanziamenti agevolati così come le parteci- In quali settori e su quali paesi si inserimento sui mercati esteri, principalmente pazioni al capitale di rischio, siano promossi concentra la Vostra attività? nei settori agroalimentare, commercio e servizi. da imprese italiane. Pertanto possiamo af- I principali settori nei quali si concentra la Per quanto concerne invece i progetti di in- fiancare imprese svizzere che abbiano una nostra attività rappresentano uno spaccato vestimento in Svizzera, al momento, SIMEST presenza in Italia alla quale possiamo dare dell’eccellenza produttiva italiana: elettro- detiene due partecipazioni in portafoglio, nei il nostro supporto per realizzare un investi- meccanico/meccanico, tessile/abbigliamen- settori elettromeccanico/meccanico e carta/ mento all’estero. to, edilizia/costruzioni, agroalimentare, gom- cartotecnica. Comunque, in linea di principio, ma/plastica, servizi e legno/arredamento. Per SIMEST prende in considerazione progetti di È possibile organizzare in Svizzera quanto concerne le aree i progetti hanno investimento ben strutturati e che abbiano degli incontri con le Imprese locali? riguardato soprattutto il Far East, il Nord come prospettiva l’aumento della competi- Come già accennato, possiamo supportare America, l’America Latina, il Medio Oriente tività. In tal senso si comprende il ruolo cen- nel loro sviluppo internazionale soltanto le e l’Africa, che negli ultimi tempi sta offendo trale della Svizzera, intesa come piattaforma imprese italiane, quindi siamo ampiamente delle interessanti opportunità. produttiva ad alto valore aggiunto, da cui si disponibili a collaborare nell’organizzazio- possa immaginare di effettuare investimenti ne di incontri in Svizzera con aziende lo- La Svizzera è un mercato target? in mercati terzi, attraverso anche la creazio- cali interessate a collaborare con imprese Certamente sì. Le aziende italiane che si rivol- ne di joint-ventures di PMI italiane e svizzere. italiane.

SIMEST S.p.A. è la finanziaria controllata da Cassa Depositi e Prestiti, che dal 1991 sostiene lo sviluppo delle imprese italiane impegnate a realizzare progetti di internazionalizzazione. Può acquisire partecipazioni nelle imprese all’estero, fuori dell’UE, fino al 49% del capitale sociale, sia investendo direttamente che attraverso il fondo di Venture Capital. Dal 2011 sostiene le imprese anche in Italia per lo sviluppo produttivo e l’innovazione, con effetti positivi sia sulle esportazioni che sull’occupazione nazionale. Gestisce inoltre incentivi per le attività di internazionalizzazione e fornisce servizi di assistenza tecnica e consulen- za professionale alle aziende italiane che attuano processi di internazionalizzazione.

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Vestire con stile ed eleganza Nicoletta Marnati è l’anima creativa dello Studio Stilistico che porta la sua incon- fondibile firma. Basta sfogliare l’album dei bozzetti custodito nel suo atelier nel cuore di Lugano, per percepire immediatamente che si tratta di una raffinata passerella di alta sartoria dedicata all’uomo, alla donna, alla sposa. Forte di una passione che affonda le radici nell’infanzia, di una professionalità che coniuga magistralmente artigianalità ed eccellenza, Nicoletta disegna, ma sarebbe più appropriato usare il termine progetta, capi unici, realizzando abiti studiati sull’anatomia del corpo, riuscendo a dare un nuovo orizzonte di senso al concetto del “su misura”. Una storia che racchiude esperienza, talento e competenza. Un misurato minimalismo che valorizza il dettaglio, la conoscenza e l’attenta selezione dei materiali, si fonde con il talento per il design, dando vita a capi di forte personalità. Un carisma che si declina in eleganza, vestibilità, originalità. Questa è la chiave vincente delle sue creazioni. Lo charme dell’hand-made si concretizza in abiti da vivere come una seconda pelle, abiti coerenti con lo stile di ciascuno, valorizzato ed espresso nella propria unicità.

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Dal 17 al 24 marzo avrà luogo Baselworld, la calizzato sulla qualità e creatività. A partire da scenza, come nel caso dei telefonini. L’obso- fiera di Basilea che ogni anno raggruppa le più quest’anno saremo ancora più aperti al mon- lescenza programmata, tipica dell’elettronica, importanti marche di orologeria del mondo. do. La nostra strategia è chiara: l’obiettivo di non potrà mai essere applicata alla bellezza Riccardo Monfardino è il Chief Executive Offi- portare in Svizzera tutta la produzione e l’as- e all’anima viva di un meccanismo di buon cer di Meccaniche Veloci, una marca di orologi semblaggio, non solo la ricerca e lo sviluppo, di livello. È da escludere che ci sarà un’orolo- dal design italiano ma con sede a Plan-les- Meccaniche Veloci è stato raggiunto nel 2015. geria vintage di smart watch da qui a dieci Ouates, Ginevra. Con lui facciamo il punto su Adesso il passo successivo riguarda il lancio anni. L’orologeria meccanica sarà sempre un questo settore così importante per l’economia della nuova collezione. E’ stata completamen- best-seller nel mondo. Non si tratta solo di svizzera e cerchiamo di capire cosa vuol dire te ridisegnata, pur mantenendo quell’impronta una nicchia. Sicuramente la grande orologe- creare una marca di orologi. Riccardo Mon- del pistone così distintiva. Quest’anno Mecca- ria meccanica rimarrà qualcosa di esclusivo, fardino ha alle spalle quasi vent’anni di espe- niche Veloci continuerà a impegnarsi per rag- tuttavia ogni meccanismo di buon livello rienza nell’industria dell’orologeria e del lusso giungere l’eccellenza qualitativa sia in termini esalta l’arte di creare un orologio. in Svizzera, essendo stato direttore commercial di assemblaggio sia per quanto riguarda il pro- di Franck Muller per oltre quindici anni. Il suo prio design così particolare. Puntiamo all’alta Cosa vi aspettate dalla vostra percorso professionale di orafo e gioiellieri l’ha orologeria e il nostro meccanismo sviluppato presenza a Baselworld? La portato dalla Sardegna in Svizzera, dove ha in-house MV8801 ne è una prova. Tutti i nuo- partecipazione di Meccaniche dato uno slancio alla sua carriera grazie alla vi modelli monteranno l’MV8801 sviluppato e Veloci a questa fiera è proiezione internazionale. fabbricato a Ginevra. L’impegno per sviluppare determinante per le vendite il meccanismo e la qualità a cui puntiamo giu- dell’anno oppure ha perso di peso? Quali prospettive vede per il settore stificano dei lievi aggiustamenti di prezzo. L’appuntamento di Baselworld resta fonda- dell’orologeria svizzera nel 2016? mentale per tutto il settore dell’orologeria. Ci sarà una stagnazione delle Secondo lei, nel lungo periodo l’o- È una vetrina internazionale dove passa il esportazioni oppure un calo in rologeria meccanica sparirà oppure mondo intero. Che cosa ci aspettiamo a Ba- continuità con il 2015? sarà sempre una nicchia esclusiva selworld? Un pubblico molto attento e com- Il 2016 sarà sicuramente un anno con qualche di mercato? petente. È vero anche che stiamo assistendo difficoltà. È inutile negarlo. Tuttavia, credo che Penso che l’orologeria meccanica di ottimo a un graduale ridimensionamento della cen- lo sforzo da parte di tutte le aziende dell’oro- livello non scomparirà mai. Nel lungo termine tralità dell’evento fieristico in molti settori. Per logeria farà sì che ci sia comunque una solida l’orologeria elettronica resterà un gadget che Meccaniche Veloci la presenza a Baselworld presenza sul mercato. Questa fase sarà sicura- sarà dedicato a un pubblico di consumatori rappresenta la rinascita del marchio che arriva mente superata dalle varie marche. L’Asia resta di beni di largo consumo e di rapida obsole- nel decimo anniversario della fondazione. per Meccaniche Veloci un mercato importante. A mio avviso, i mercati che andranno forte sa- ranno il Nord America che ha già dato segni di L’orologeria svizzera e Baselworld. Alcune cifre ripresa e credo che continuerà a consolidarsi. Ci auguriamo che la situazione in Russia ripren- 28,6 milioni: il numero di orologi esportato dalla Svizzera nel 2014. da alla grande poiché è un mercato che resta 21 miliardi di CHF: il valore delle esportazioni di orologi dalla Svizzera nel 2015 fortissimo. Vi sono grandi amatori e conoscitori 1,31 miliardi di CHF: il valore delle esportazioni di orologi dalla Svizzera in Italia nel 2015. dell’alta orologeria. Il mercato brasiliano e quel- L’Italia è il quarto mercato mondiale per gli orologi svizzeri dopo Hong Kong, Stati Uniti e Cina. lo indiano sono da tenere sott’occhio poiché si 60’000: gli addetti dell’industria dell’orologeria in Svizzera. sta sviluppando un grande interesse per gli oro- 1’500 marchi presenti nell’edizione del 2016 di Baselworld. logi d’alta gamma. 150’000 partecipanti (visitatori, addetti degli espositori, giornalisti e acquirenti). Quali sono i vostri obiettivi 4’300 giornalisti accreditati di 100 paesi. maggiori per quest’anno ? Fonte: MCH Swiss Exhibition (Basilea) Ltd. e Fédération de l’Industrie Horlogère Suisse. Per Meccaniche Veloci il 2016 sarà un anno fo-

marzo 2016 La Rivista - 23 Burocratiche di Manuela Cipollone

Le novità pubblicate in Gazzetta Ufficiale Italiani residenti all’estero, giovani immigrati in attesa della cittadinanza italiana, nuove nomine e rimpasti di Governo, senza dimenticare l’ambiente. Come accade ogni anno, tra gennaio e febbraio viene pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto interministeriale – firmato dai Ministri dell’Interno Alfano e degli esteri Gen- tiloni – che certifica il numero degli italiani residenti all’estero al 31 dicembre di ogni anno, così come previsto dalla legge sul voto all’estero, la cosiddetta Legge Tremaglia. Sono 4.811.163 gli italiani residenti all’estero Il totale, quest’anno, fa 4.811.163 connazionali – 174.516 in più rispetto all’anno scorso - la maggior parte dei quali residenti in Europa; segue il Sud America, il Nord America e, infine, l’Australia. In Europa vivono 2.590.037 connazionali; 1.512.695 sono in America Meridionale; altri 437.710 in America Setten- trionale e Centrale e, infine, 270.721 sono in Africa, Asia, Oceania e Antartide. Secondo quanto rilevato dalla Fondazione Migrantes nel Rapporto Italiani nel Mondo 2015, la Svizzera rimane al terzo posto tra i Paesi con più italiani residenti. Con 580.995 connazionali, la precedono solo Argentina (stabile al primo posto) e Germania. Del 12 febbraio la pubblicazione in Gazzetta del decreto che ricostituisce il Consiglio generale degli italiani all’este- ro. Si tratta del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri (datato 7 gennaio e vistato dall’Ufficio del bilancio e per il riscontro di regolarità amministrativo-contabile della Presidenza del Consiglio dei ministri il 14 gennaio 2016) con cui si nominano 20 consiglieri in rappresentanza di partiti, sindacati e associazioni e federazioni, che vanno ad aggiungersi ai 40 eletti nei quattro continenti nel settembre scorso. Nuove nomine Quanto agli svizzeri in Italia, da fine gennaio c’è un nuovo Console generale della Confederazione a Milano. In Gaz- zetta il comunicato con cui il Ministero degli Esteri italiano conferma di aver concesso l’exequatur a Felix Baumann, subentrato al ticinese Massimo Biaggi, nominato a sua volta ambasciatore elvetico a Rabat. Sempre sul fronte incarichi, il 3 febbraio è stato pubblicato in Gazzetta il Decreto del Presidente della Repubblica che nomina nuovi Sottosegretari di Stato. Tra loro anche Vincenzo Amendola al Ministero degli Esteri - che prende il posto di Mario Giro, a sua volta “pro- mosso” viceministro, casella lasciata vuota da Lapo Pistelli l’anno scorso. Arrivi e partenze anche al Ministero dello Sviluppo Economico: parte Carlo Calenda, designato ambasciatore alla Rappresentanza italiana presso l’Unione Europea, e arrivano Teresa Bellanova, finora Sottosegretario al Lavoro e alle politiche sociali, e Antonio Gentile. Gli altri sottosegretari sono Tommaso Nannicini (Presidenza del Consiglio dei ministri), Federica Chiavaroli e Gen- naro Migliore (Giustizia); Simona Vicari (Infrastrutture e i trasporti), Dorina Bianchi e Antimo Cesaro (Beni e attività culturali e il turismo). Negli stessi giorni, un altro decreto del Presidente Mattarella ha nominato nuovo Ministro senza portafoglio Enrico Costa: fino ad allora Sottosegretario al Ministero della giustizia, Costa è il nuovo ministro agli Affari regionali e alla famiglia.

24 - La Rivista marzo 2016 L’integrazione sociale dei minori stranieri È entrata in vigore il 16 febbraio la Legge “Disposizioni per favorire l’integrazione sociale dei minori stranieri resi- denti in Italia mediante l’ammissione nelle società sportive appartenenti alle federazioni nazionali, alle discipline associate o agli enti di promozione sportiva”. La legge si compone di un solo articolo ed è stata emanata per favorire l’integrazione dei migranti più giovani attraverso lo sport. In particolare, si stabilisce che “i minori di anni diciotto che non sono cittadini italiani e che risultano regolarmente residenti nel territorio italiano almeno dal compimento del decimo anno di età possono essere tesserati presso società sportive appartenenti alle federazioni nazionali o alle discipline associate o presso associazioni ed enti di promozione sportiva con le stesse procedure previste per il tesseramento dei cittadini italiani”. Questo tesseramento “resta valido, dopo il compimento del diciottesimo anno di età, fino al completamento delle procedure per l’acquisizione della cittadinanza italiana da parte dei soggetti che, ricorrendo i presupposti di cui alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, hanno presentato tale richiesta”. La legge sulla Green Economy Approvata dal parlamento e pubblicata in Gazzetta anche la legge sulla Green Economy (Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali). Valutazione di impatto ambientale, gestione dei rifiuti, blue economy, prevenzione del dissesto idrogeologico, mo- bilità sostenibile e appalti verdi, nonché norme volte a favorire il riuso dei materiali: la legge interviene su moltis- simi ambiti. Tra le altre cose, la legge stanzia fondi per la mobilità sostenibile (35 milioni di euro) a favore dei comuni con più di 100 mila abitanti, per finanziare progetti che limitino il traffico e l’inquinamento come le piste ciclabili o il o il bike-sharing; introduce per la prima volta in Italia il mobility manager scolastico che avrà il compito di orga- nizzare e coordinare gli spostamenti casa-scuola-casa del personale scolastico e degli alunni; coordinarsi con gli altri istituti scolastici o segnalare eventuali problemi legati al trasporto dei disabili; essere il referente delle aziende di trasporto. La legge introduce - a favore delle imprese - il credito d’imposta del 50%, ripartito in tre anni, sulle spese sostenute per interventi di bonifica dell’amianto su beni e strutture produttive e un fondo di 10 milioni di euro per rimuovere o demolire opere e immobili realizzati in aree a rischio idrogeologico elevato. Tolleranza zero Tolleranza zero – almeno sulla carta – verso i fumatori che buttano cicche per terra: il testo, infatti, contiene anche nuove norme per “contrastare il fenomeno dell’abbandono di mozziconi di sigarette” e rifiuti di piccolissime dimensioni: per chi continua a sporcare strade e marciapiedi la multa prevista va da 30 a 150 euro. Viene istituito il marchio “Made Green in Italy” per indicare l’impronta ambientale dei prodotti. Infine, la legge stabilisce la impignorabilità degli “animali da affezione e da compagnia” che siano tenuti presso la casa del debitore o negli altri luoghi a lui appartenenti (senza fini produttivi, alimentari o commerciali) e degli animali impiegati ai fini terapeutici o di assistenza del debitore, del coniuge, del convivente o dei figli. Tra gli accordi internazionali entrati in vigore citiamo la Convenzione europea per la protezione del patrimonio archeologico (riveduta), firmata a La Valletta il 16 gennaio 1992 e ratificata dall’Italia nell’aprile 2015; e la Convenzione de L’Aja (competenza, legge applicabile, riconoscimento, esecu- zione e cooperazione in materia di responsabilità genitoriale e di misure di protezione dei minori).

17 aprile: si vota Il presidente Mattarella ha firmato il decreto di indizione del Referendum sugli idrocarburi, ribattezzato “No triv”. Si voterà il prossimo 17 aprile. Il testo del quesito: “Volete voi che sia abrogato l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, “Norme in materia ambientale”, come sostituito dal comma 239 dell’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 “Disposizioni per la formazione del bilan- cio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2016)”, limitatamente alle seguenti parole: “per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale”?”. Si chiede agli italiani – in patria e all’estero – di dire la propria sulla durata delle autorizzazioni a esplorazioni e tri- vellazioni dei giacimenti già rilasciate: se approvato, cancellerebbe la dispo- sizione di legge per cui chi è stato già autorizzato portà continuare ad estrarre dal giacimento fino all’esauri- mento dello stesso.

marzo 2016 La Rivista - 25 di Carlotta D’Ambrosio con la collaborazione Normative di Paola Fuso allo specchio

La Svizzera sulla scia dell’Europa: il progetto BEPS

Appare particolarmente interessante illustrare, seppur brevemente, la posizione della Svizzera riguardo alla lotta alla elusione fiscale che tutta l’Europa sta combattendo senza esclusione di colpi. Aldilà degli strumenti adottati è evidente l’adesione del sistema elvetico alle regole europee a dimostrazione che l’autonomia deve ridimensionarsi per non essere tagliati fuori dal mercato europeo. E lo sforzo non è sicuramente ridotto, se si pensa al numero di imprese multinazionali che hanno scelto questo o quel Cantone perché a tassazione più bassa o favorevoli ad accordare dei tax ruling particolarmente vantaggiosi. Gli studi OCSE hanno infatti sottolineato che le grandi società scelgono frequentemente strutture di pianificazione fiscale divenute, nel corso degli ultimi anni, particolarmente aggressive con l’obiet- tivo di ridurre il carico fiscale complessivo di gruppo mediante operazioni formalmente legittime, ma in contrasto con lo scopo della norma. Quindi, poiché dal punto di vista giuridico si assiste ad una massiccia operazione di elusione, l’Ocse ha nel tempo elaborato 15 “azioni” specifiche per ostacolare il fenomeno dell’erosione della base imponibile. Le azioni in questioni rientrano nel cd. progetto BEPS (Base Erosion Profit Shifting, ovvero Erosione della base imponibile e trasferimento degli utili) la cui missione è combattere le politiche di pianificazione fiscale aggressiva e contrastare lo “sposta- mento” di base imponibile dai Paesi ad alta fiscalità verso giurisdizioni con pressione fiscale bassa o nulla, puntando a stabilire regole uniche e trasparenti condivise a livello internazionale. All’indomani della pubblicazione delle linee guida dell’OCSE, appena 5 mesi fa, il Dipartimento federale delle finanze (DFF) ha emanato un comunicato stampa dal titolo esemplificativo: “Nuovi standard internazionali dell’OCSE obbligatori in ambito di imposizione delle imprese: anche la Svizzera è chiamata ad agire”. Dunque, dopo lo scambio di informazioni in materia fiscale e sulla scia di disposizioni europee, arriva la cooperazione per le imposizioni delle imprese, cosa che porterà la Svizzera a smarcarsi dalla “black list” cui appartiene. Il piano d’azione BEPS si basa sui seguenti pilastri: fare in modo che gli utili siano tassati nel luogo in cui viene effettivamente esercitata l’attività economica, impedire una pianificazione fiscale aggressiva ed evitare fenomeni di doppia non imposizione nei rapporti internazionali. Il BEPS, per quanto concerne la Svizzera, dovrebbe determinare la fine ai regimi fiscali “potenzial- mente” dannosi alla concorrenza, con particolare riferimento agli statuti fiscali speciali previsti dal diritto cantonale (società di domicilio, società miste, società holding). I dossier decisivi per la Svizzera riguardano 1) l’elaborazione di un nuovo approccio per l’imposizione dei beni immateriali in base al quale i relativi redditi, per poter beneficiare di un’imposizione agevolata, dovranno essere connessi alla ricerca e allo sviluppo effettuati sul luogo dell’imposizione (IP box); 2) la previsione del ruling o scambio spontaneo di informazioni su decisioni anticipate in materia fiscale; 3) all’interno del più generale accordo internazionale, la garanzia di poter accedere alla procedura amichevole se l’applicazione di una convenzione comportasse una doppia imposizione. In tal senso la Svizzera si è impegnata a prevedere una procedura arbitrale. Infine, 4) la decisione di dare vita ad un sistema per lo scambio di rapporti Pa- ese per Paese (il cd. country by country reporting), che rendiconterà circa la ripartizione a livello mondiale degli utili conseguiti dalle multinazionali e delle relative imposte versate. Questa ultima misura è particolarmente complessa poiché presuppone la creazione di una banca dati comune cui attingere e scambiare informazioni nel rispetto delle singole normative nazionali. A che punto è la Svizzera? Ebbene, con la Riforma III dell’imposizione delle imprese è stata pianificata l’introduzione di un regime fiscale privilegiato per i redditi della proprietà intellettuale in linea con le direttive del piano d’azione n. 5 del BEPS (cd. patent box). Di realizzazione più complessa è, invece, il dossier sullo scambio di informazioni; poiché con la messa in opera della misura il risultato è che qualsiasi ruling pattuito tra fisco e società finirà per essere conosciuto anche dalle altre autorità fiscali, bisognerà correggere anche le regole applicabili ai prezzi di trasferimento infragruppo. La sfida per la Svizzera (armo- nizzate ormai le regole del gioco dal punto di vista fiscale), sarà riuscire ad attirare società capaci di creare valore aggiunto. Per quanto concerne i Paesi OCSE (tra cui evidentemente l’Italia) i piani sono tutti condivisi, anche se i singoli Stati saranno chiamati a confrontarsi con un problema propedeutico, cioè la mappatura dell’economia digitale. Ci si riferisce all’e-commer- ce, agli acquisti negli app store, alla pubblicità on line. Va da sé se che parlare di erosione di base imponibile e di trasferimento degli utili nei paradisi offshore diventa difficile se una gran fetta dell’economia mondiale passa attraverso questi settori. Allora lo sforzo sarà di natura concettuale: occorrerà ridefinire i concetti di stabile organizzazione, riscrivere le linee guida sul transferpricing e la guidance sulle regole per le so- cietà controllate all’estero. Lo sforzo sarà quello di creare una nuova griglia cui ancorare se non la produzione quanto meno il consumo della ricchezza. Ne sono un esempio, i ragionamenti sul nuovo profilo dell’IVA che dovrebbe passare da imposta sul valore aggiunto a imposta sul consumo, perché la soluzione individuata è che venga versata nel Paese in cui si trova il cliente. Oppure la possibilità di introdurre una digital tax, paventata dal Governo Italiano, nel caso l’Europa non dovesse agire. [email protected] [email protected]

26 - La Rivista marzo 2016 Angolo di Tiziana Marenco Fiscale Elusione fiscale nel diritto dell’IVA

Raramente la giurisprudenza svizzera in materia tributaria si richiama all’elusione fiscale per negare il riconoscimento alla forma giuridica scelta dal contribuente. Le autorità e i tribunali ignorano una struttura formale contrattuale o so- cietaria sostituendola con un’altra, sollevando l’obiezione dell’elusione fiscale, solo allorquando sono date tre condizioni: • la forma giuridica scelta dal contribuente appare insolita, inadeguata o singolare e comunque del tutto inap- propriata se rapportata alla reale situazione economica; • questa scelta è stata fatta abusivamente nel solo intento di risparmiare imposte che sarebbero dovute qualora i rapporti giuridici in questione fossero configurati in modo adeguato; • se fosse accettato dall’autorità fiscale, il procedimento adottato condurrebbe effettivamente a un risparmio d’imposta rilevante. La più recente giurisprudenza del Tribunale Federale Svizzero (2C_321/2015 del 22 dicembre 2015) precisa inoltre in coda alle tre condizioni cumulative di cui sopra una quarta condizione, secondo la quale nel diritto tributario la teoria dell’elusione sarebbe da applicare in modo restrittivo, quindi solo in via eccezionale, e più precisamente solo allorquando la norma non può essere altrimenti interpretata in modo soddisfacente nemmeno utilizzando l’approc- cio economico inerente alla stessa. In un recente caso riguardante l’Imposta sul Valore Aggiunto (IVA) il TF ha ammesso l’elusione nella fattispecie seguente: Una società anonima (SA) attiva nel campo del commercio di vini acquistava vini rari e pregiati (anche in piccole quantità) da privati in modo indiretto, più precisamente per il tramite di due persone fisiche con impresa in- dividuale. Queste due ditte individuali acquistavano da privati la merce (non soggetta a IVA) su indicazioni di prezzo della SA, la rivendevano il giorno stesso allo stesso prezzo esclusivamente alla SA, guadagnando solo una provvigione di intermediario e la differenza tra l’IVA dovuta sulla merce venduta alla SA e l’aliquota saldo (di parecchio inferiore all’aliquota ordinaria) che versavano all’Amministrazione Federale delle Contribuzioni (AFC). Le imprese individuali non disponevano di magazzini, non pubblicizzavano il commercio né avevano costi di spedizione, non avevano alcu- na sede fisica né uffici, né tantomeno recapito telefonico. Esse non sopportavano alcun rischio economico in quanto acquistavano al momento in cui la SA confermava che avrebbe riacquistato la merce. Per finire, le ditte individuali rivenditrici facevano capo tutte allo stesso ufficio di contabilità. Il TF ha quindi confermato la tesi delle istanze precedenti e dell’AFC secondo le quali nella fattispecie la forma giuridica scelta dalle imprese giustificava la classificazione di elusione fiscale e il risparmio fiscale realizzato dalla struttura, solo per l’anno 2010 CHF 230’000, non poteva venir ammesso. Negava quindi alle imprese individuali il carattere di impresa ai sensi dell’IVA e reintegrava i flussi contabili nella SA annullando così i flussi intermedi delle ditte individuali.

In realtà la negazione del carattere di impresa individuale qua attività indipendente in presenza di un solo ed unico cliente è ben nota nella giurisprudenza dei contributi sociali: le autorità e il TF ritengono infatti che il lavoratore formalmente indipendente, quindi formalmente organizzato come ditta individuale, se attivo per un solo e unico cliente/mandatario sia in realtà da considerare come suo lavoratore dipendente e l’impresa individuale sia da igno- rare. Sarebbe facile immaginare anche nella fattispecie che la costruzione scelta fosse piuttosto mirata ad evitare contributi sociali per la SA che non al risparmio sull’IVA. Anche perché non ci sembra credibile che alla SA non ver- rebbe concesso di suddividere le sue attività in diverse società per le quali, in mancanza del superamento dei limiti previsti dalla legge, sarebbe possibile applicare l’aliquota saldo. E se la costruzione fosse stata scelta per motivi di risparmio di oneri sociali e non di IVA, secondo il tenore della giurisprudenza, si potrebbe questionare sulla presenza dell’elusione, giacché la prassi summenzionata richiede che la costruzione sia stata scelta al solo scopo di aggirare l’imposta, ma non di un’altra imposta. Davvero provvidenziale, nel caso deciso dal TF, l’aliquota saldo che lo ha salvato da più profonde considerazioni! [email protected]

marzo 2016 La Rivista - 27 La Banca che parla con te

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Registrazione della durata del lavoro

La Legge federale svizzera sul lavoro nell’industria, nell’artigianato e nel commercio del 13 marzo 1964 (Legge sul lavoro) si applica a tutte le aziende pubbliche e private, eccezione fatta per (1) le amministrazioni federali, cantonali e comunali; le aziende di trasporti pubblici; le aziende del- la navigazione marittima sotto bandiera svizzera; le aziende agricole, compresi i servizi accessori prevalentemente adibiti alla trasformazione o all’utilizzazione dei prodotti dell’azienda principale; i centri locali di raccolta del latte e le aziende connesse che lavorano il latte; le aziende prevalente- mente adibite alla produzione di piante; le aziende di pesca; le economie domestiche private; e (2) gli ecclesiastici e altre persone al servizio di chiese e altre comunità religiose; il personale, domici- liato in Svizzera, di amministrazioni pubbliche di Stati esteri o di organizzazioni internazionali; gli equipaggi delle imprese svizzere di trasporto aereo; i quadri, gli scienzati e gli artisti indipendenti; i docenti delle scuole private, i docenti e gli assistenti di università o istituti simili; i lavoratori a domicilio; i commessi viaggiatori; e i battellieri del Reno. Si presume che la Legge sul lavoro sia applicabile a circa 2,6 milioni di lavoratori in circa 240.000 aziende. La Legge sul lavoro e le sue ordinanze prevedono che si registrino, in modo preciso e dettagliato, l’inizio, la durata e la fine del lavoro giornaliero e settimanale effettivamente svolto dal lavoratore, incluse le ore di compensazione e le ore straordi- narie, i giorni di riposo o di riposo compensativo concessi settimanalmente se non cadono regolarmente di domenica, come pure l’inizio, la durata e la fine delle pause di durata uguale o superiore a mezz’ora. La normativa prevede che il datore di lavoro tenga a disposizione delle autorità competenti i registri e gli altri atti da cui risultano questi dati. L’obbiettivo della normativa è di proteggere la salute dei lavoratori, partendo dal presupposto che la durata del lavoro e i periodi di riposo sono fondamentali per la salute fisica e psichica degli stessi. Negli ultimi anni la critica alla normativa è aumentata, perché non sembra più in linea con una parte importante dell’odier- no mondo del lavoro. Nata per tutelare i lavorati del settore industriale, stride con il modo di lavorare molto più flessibile e autonomo nel settore terziario che oggi domina l’economia svizzera, in particolar modo per quanto concerne i quadri/ dirigenti, i lavoratori indipendenti, i liberi professionisti (ad esempio, i consulenti aziendali e gli avvocati), i professori e altre categorie, che spesso prevede viaggi, lavoro svolto parzialmente da casa, onde permettere di stare più vicini alla famiglia, l’autonomia del lavoratore nel scegliere quando svolgere la sua attività, anche al di fuori degli orari di ufficio o standard, ecc. Di fatto, ci si è ritrovati con una normativa non rispettata da numerosissime aziende con i rispettivi lavoratori. Negli ultimi anni, gli ispettori cantonali hanno controllato sempre più aziende del terziario, intimando a molte di loro di mettere in ordine la loro organizzazione, a volte anche dando multe piuttosto salate. Le parti sociali hanno elaborato un compromesso, entrato in vigore il 1° gennaio 2016. L’obbligo di registrazione e docu- mentazione, in quanto tale, è stato mantenuto. La nuova normativa, però, introduce due nuovi regimi. I tre regimi possono essere scelti dalle aziende in base alle condizioni quadro in cui esercitano la loro attività: La registrazione sistematica della durata del lavoro e di tutti gli altri dati summenzionati è il regime di base. Si applica a tutti i lavoratori che non dispongano di una certa autonomia nello stabilire i propri orari di lavoro e quando non vi siano le condizioni che permettono all’azienda di scegliere un altro regime. L’azienda rimane, però, libera di scegliere lo strumento di registrazione più adatto alla sua organizzazione. La registrazione semplificata della durata del lavorosi limita al totale delle ore lavorate ogni giorno. Questo regime è applicabile ai lavoratori che sono liberi di stabilire in misura significativa, ovvero almeno al 25%, i propri orari di lavoro. È necessario un accordo scritto tra l’azienda e una rappresentanza dei lavoratori della stessa. Un contratto collettivo di lavoro (CCL) sarà la norma, ma non è strettamente necessario. Nelle aziende con meno di 50 dipendenti è possibile stipulare un accordo scritto, individualmente con ogni singolo dipendente. La rinuncia alla registrazione della durata del lavoro è possibile per i lavoratori che sono liberi di stabilire i propri orari di lavoro almeno al 50% e dispongono di un’ampia autonomia nella gestione del proprio lavoro, e che percepiscono un reddito annuo lordo superiore a CHF 120.000. Questo regime può essere introdotto nel quadro di un contratto collettivo di lavoro (CCL), già esistente o ad hoc, e con il consenso scritto di ogni singolo dipendente interessato. [email protected]

marzo 2016 La Rivista - 29 Convenzioni di Paolo Comuzzi Internazionali

Alle prese con il BEPS

Ormai il BEPS è diventato l’argomento di discussione principale nell’ambito dei temi relativi alla fiscalità internazionale e quindi si rende di un certo interesse fare alcune considerazioni su un tema specifico e molto importante nell’ambito della materia del diritto tributario internazione che è quello che si riferisce alla Stabile organizzazione. È noto che per il nostro ordinamento giuridico il concetto di stabile organizzazione assume una importanza fondamentale in quanto comporta l’assoggettamento a tassazione in Italia dei redditi che viene a produrre un soggetto estero1. La esistenza o meno di una stabile organizzazione in Italia assume una tale rilevanza che la materia viene assistita anche da norme aventi carattere di norma penale2. In buona sostanza quando sussiste una stabile organizzazione e non viene presentata la relativa dichiarazione dei redditi si versa in una ipotesi di reato (omessa dichiarazione) con il rischio che si giunga al sequestro e quindi alla confisca del quantum identificato come profitto del reato. Stabilito in questo modo la importanza del punto vediamo di procedere con qualche chiarimento al riguardo dando una estrema sintesi di cosa potrebbe modificarsi nel prossimo futuro.

Commenti Il BEPS agisce deve essere tenuto presente in quanto agendo sulla nozione di stabile organizzazione viene ad incidere anche su alcuni aspetti di organizzazione aziendale e sulla ripartizione della remunerazione (profitto) che il contribuente realizza. Se guardiamo alla nozione di stabile organizzazione diciamo che il BEPS agisce almeno con riferimento a certi punti specifici che possiamo identificare come segue: 1. Aggiornamento della definizione del concetto: questo aggiornamento si rende necessario anche per evitare i fenomeni di abuso (prevenire situazioni in cui è lecito affermare che esiste una stabile organizzazione della quale il contribuente si è dimenticato) e qui una particolare attenzione viene messa sui commissionari che presentano certamente caratteristiche tali da potersi definire come soggetti ambigui3; 2. Concetto di indipendenza dell’Agente: e qui si presenta il problema dell’Agente che lavora per più soggetti ma in sostanza lavora per le società del gruppo (o magari per una sola). In questa situa- zione non dovrebbe (l’agente) essere considerato come un soggetto indipendente e quindi dovrebbe configurarsi una stabile organizzazione del soggetto estero nel territorio dello Stato con tutte le conseguenze del caso; 3. Attenzione estrema alla frammentazione: in sostanza si vuole cercare di impedire che le cd liste negative (quelle che escludono la esistenza di una stabile organizzazione) siano usate in modo poco trasparente e con chiare finalità elusive (ovvero per negare che sussista una stabile organizzazione del soggetto estero). Si tratta di ipotesi nelle quali le funzioni ausiliare sono svolte da società diverse ma devono intendersi nell’insieme come una funzione unitaria tesa al raggiungimento dello scopo. In merito al punto (1) se guardiamo all’oggi (prima del BEPS) possiamo dire che non integra una ipotesi di stabile organizzazione una società italiana che agisca in nome proprio se questa è indipendente e congruamente remunerata e questo porterebbe alla conclusione che un commissionario4 sia, a priori, escluso dal problema della stabile organizzazione in quanto agisce sempre in nome proprio e non in nome

30 - La Rivista marzo 2016 della impresa mandante (anche se la sostanza è ovviamente diversa e questa affermazione vale in quanto fondata sulla forma giuridica che è connessa al contratto). Su questo soggetto potrebbero abbattersi le ire dei paesi aderenti all’OCSE se viene presa la strada di un approccio di carattere sostanziale in quanto è vero che il commissionario agisce in nome proprio ma è an- che vero che lo stesso agisce in modo certo ed evidente nell’interesse del mandante (ovvero del soggetto che si cela alle spalle del commissionario). In merito al punto (2) che è quello della indipendenza dell’Agente possiamo dire che il contratto in esclu- siva (giudicato in modo non negativo in una decisione della CTR Lombardia) potrebbe presentare, dopo la emanazione delle regole BEPS, qualche problematica evidente. In sostanza il requisito della indipendenza viene meno quando il soggetto agente opera con un accordo di esclusiva e questo certamente incide in modo pesante con riferimento al tema della stabile organiz- zazione. In merito al punto (3) possiamo dire che ci si avvia verso una ferrea “regola antifragmentazione” ovvero una regola che deve impedire un uso distorto di quelle che sono le attività ausiliarie che singolarmente prese non costituiscono una stabile organizzazione del soggetto estero. Quanto sopra potrebbe anche incidere sulla organizzazione aziendale delle imprese multinazionali in quanto vi sono strutture che oggi non sono incluse nel concetto di stabile organizzazione ma che potreb- bero essere a pieno titolo portate in questo elemento nel prossimo futuro. In particolare possiamo dire che le strutture centralizzate potrebbero presentare delle problematiche alla luce della nuova impostazione fiscale che gli Stati OCSE desiderano perseguire. Collegando questo elemento ai punti di cui sopra qualche problema di riorganizzazione aziendale potreb- be sorgere con riferimento a strutture come il Toll manufacturer (che produce senza avere la proprietà delle materie prime che restano in un magazzino “posseduto” dal principal) in quanto il magazzino del principal potrebbe essere considerato come un elemento generatore di una stabile organizzazione. In questa situazione si potrebbe pensare di trasformare il toll manufacturer in contract manufacturer con un conseguente aumento della remunerazione dello stesso in quanto salgono le funzioni ed i rischi associati5. Le stesse considerazioni possono emergere per il soggetto definito comelimited risk distributor e per la medesima ragione che abbiamo indicato in precedenza ed anche qui potrebbe essere necessario un incre- mento delle funzioni di questa società estera per evitare rischi. Non si esclude pertanto che alcune strutture (comunque lecite) debbano essere ripensate alla luce di queste nuove considerazioni fatte dai paesi industrializzati allo scopo di evitare una riduzione della base imponibile che oggi appare come una riduzione artificiosa. Questo significa ripensare la proprio organizzazione economica ed il proprio modo di agire e si ritiene che una reazione a quanto sopra (incertezza) possano essere anche i ruling che anche nell’ordinamento giuri- dico italiano trovano uno spazio sempre maggiore e che in presenza di una incertezza che, almeno per il nostro ordinamento, può giungere a conseguenze anche di carattere penale appaiono come lo strumento necessario per ridurre il rischio di una azione sbagliata. Conclusione Con il BEPS siamo in presenza di un cambiamento importante e queste modifiche riferite al tema del- la stabile organizzazione sono importanti. Per il nostro ordinamento che prevede una sanzione penale riferita alla omessa dichiarazione si pone anche un problema di adattamento. L’ipotesi è quella per cui alla luce delle nuove norme situazioni pregresse siano giudicate come situazioni in cui si rende dovuta la dichiarazione dei redditi (ovviamente omessa ed a ragione negli anni anteriori per assenza della stabile organizzazione). Appare di tutta evidenza come il far retroagire un criterio di carattere interpretativo come quello previsto nel BEPS presenti profili di pericolo per il contribuente e sono questi profili di pericolo che richiedono che si ripensi alla norma penale tributaria in quanto se è vero che il reato è uguale (omessa dichiarazione) altrettanto vero è che i fatto che sono generatori dell’obbligo di dichiarazione sono modificati da aspetti interpretativi e di questo non si può che tenere conto per il solo futuro.

1 NON ANDIAMO NEI DETTAGLI IN QUESTA SEDE ANCHE SE CAPIAMO CHE LA AFFERMAZIONE FATTA E’ GENERICA. 2 QUESTE NORME SONO ASSURTE AL RANGO DI NORME CHE ORMAI SONO ALLA ATTENZIONE DELLA CRONACA GIORNALISTICA. 3 IN MOLTI CASI IN ITALIA DEI DISTRIBUTORI SONO STATI TRASFORMATI IN COMMISSIONARI E SI E’ SOSTENUTO CHE IN TALE SITUAZIONE NON SORGEVA ALCUNA AVVIAMENTO DA CESSIONE DI AZIENDA IN QUANTO IL COMMISSIONARIO CONTINUA A DETENERE LA LISTA DEI CLIENTI. 4 IN QUESTO SENSO ANCHE UNA SENTENZA DELLA CASSAZIONE CHE MI PARE COMUNQUE RESPINGERE L’APPELLO DELL’AGENZIA PIU’ SU TEMI DI PROCEDURA CHE SU TEMI SOSTANZIALI. 5 DEL RESTO E’ EVIDENTE LA REGOLA IN MATERIA DI PREZZI DI TRASFERIMENTO PER CUI LA REMUNERAZIONE DI UNA DETERMI- NATA CONSOCIATA SI COLLEGA STRETTAMENTE ALLE FUNZIONI ED AI RISCHI CHE SONO ASSOCIATI ALLA STESSA.

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Mi capita sempre più spesso di provare fastidio quando sento osannare, senza distinguo, gli effetti benefici dell’autostima. Possedere il dono di “stimarsi da solo” sembra essere diventato il toccasana di cui nessuno può più fare a meno. Come avranno mai fatto gli umani a sopravvivere nei secoli passati quando non c’erano i corsi di autostima? Oggi è tutto un fiorire di corsi e discorsi sul tema: nei giornali, in TV, nei social, a scuola, tra amici. È un continuo ripetere affermazioni del tipo “Tizio ha problemi perché soffre di scarsa autostima”; “Caio va assolutamente aiutato a volersi più bene e ad apprezzarsi di più”; “La scuola dovrebbe sviluppare maggiormente l’autostima degli allievi”. In cosa consiste tale magico ingrediente? Si tratta sostanzialmente di un sentimento di autoconsapevolezza del proprio valore personale, fondato su autopercezioni circa la positività delle proprie caratteristiche. Ma fino a che punto tali autopercezioni sono affidabili e utili? Da dove nascono? In gran parte dallo sguardo altrui. Lo dice la scienza e lo suggeriscono le esperienze quotidiane. Un grande pediatra e ricercatore Donald Winnicott scriveva che “il bambino scopre il proprio sé negli occhi della madre” (oggigiorno bisognerebbe affrettarsi a sostituire il temine “madre” con “genitore 1. e genitore 2.”, per non essere accusati di discriminare le famiglie non tradizionali). Comunque sia, è au- spicabile che si tratti di occhi capaci di offrire amore, buone cure, apprezzamento e conforto. Ciò permette al cucciolo di dirsi in qualche modo, “io valgo”, come nella pubblicità. Ergo, per sviluppare una percezione di sé positiva non conta tanto il benessere economico della famiglia, conta il benessere psicologico della persona accudente. Difficile sviluppare una buona immagine di sé quando si è confrontati quotidianamente all’afflitto sguardo di un adulto depresso, oppure a due occhi costantemente severi e arcigni. L’idea che ci facciamo di noi è dunque tributaria in buona parte degli sguardi altrui. In passato spesso troppo severi, oggi sovente eccessivamente indulgenti. Man mano che gli anni passano l’immagine di sé viene forgiata da una pluralità di altri fattori: incontri, esperienze di vita, successi e insuccessi, talento nel cogliere le opportunità, capacità di superare frustrazioni e ostacoli. Certo, chi nasce, bello, intelligente e ricco è avvantaggiato in partenza. Ma ciò non basta. Essere belli permette di fare quotidianamente il pieno di complimenti, di sentirsi ammirati e desiderati. Ciò è sufficiente per vivere bene con noi stessi? Non sempre! Il mito di Narciso ci ricorda come si possa affogare miseramente innamorandosi della propria immagine riflessa. Il dramma di Marylin Monroe ci insegna come anche la più bella donna del mondo possa essere profondamente insoddisfatta di sé. A un altro livello, nascere in una famiglia abbiente e altolocata può contribuire a gonfiare il proprio ego con sentimenti di superiorità, ma a lungo andare ci vuole altro. E poi può sempre arrivare il giorno in cui tale ego si sente inadeguato e inferiore nei confronti di sta ancora più in alto nella scala sociale. I successi e gli insuccessi hanno un ruolo determinante nel forgiare l’immagine di sé. È qui che entra in gioco un fattore capitale: l’elefante invisibile dello scarto fra il livello del sé ideale e quello reale. Ci sono individui dolorosamente schiavi di aspettative (proprie e altrui) irraggiungibili, e pertanto perennemente insoddisfatti di sé. Altri invece sfoggiano senza ritegno un’idea di sé ipertrofica, che li fa apparire come pal- loni gonfiati di onnipotenza e vanagloria. Non pochi bambini odierni, nutriti giornalmente a lodi iperboliche senza riscontro nella realtà, si trasformano così in piccole mongolfiere. Non pochi politici una volta al potere assumono posture baldanzose e si comportano come “gli asini di Cavour”, creature che secondo un antico detto piemontese avevano il malvezzo di lodarsi da soli. Come trovare un equilibrio tra i due poli? Lasciando perdere la nozione di autostima e adottando quella più modesta e funzionale di autoefficacia. Per sentirci bene con noi stessi non abbiamo infatti bisogno di 1 Una vecchia leggenda india- un’autostima generale e generica, ma di sentirci competenti in qualche settore o argomento, accettando na narra di un elefante che pur parallelamente le nostre inevitabili incompetenze in altri. muovendosi tra la folla con al (anche minuscole) che sappiamo e vogliano fare bene. Senza fare sua imponente mole passava Cerchiamo di capire quali sono le cose comunque inosservato. Come danni al prossimo, si intende. Coltiviamole con impegno. È il modo per ricevere sincere attestazioni di stima. se fosse invisibile… Senza le quali la nozione di autostima è solo uno specchietto per le allodole.

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Il sorriso sotto la barba Ezio Bosso è un mito. E non lo dico per la toccante esibizione sanremese, sulla quale si è ricamato fino al limite del buon gusto (…se non ben oltre!), permettendo alla magia del momento di scadere in quel tipico sentimentalismo ignorante da talk show di bassa lega (e larga audience); no, Ezio Bosso è un grande perché è un campione d’eleganza nella disciplina che più di ogni altra caratterizza le menti eccelse: l’autoironia. Se l’autoironia non è forse sistematicamente un sintomo d’intelligenza (cosa che in realtà sospetto esser vera), posso quantomeno dire che la triste e rassegnata constatazione della mancanza di autoironia di un uomo fino ad allora considerato eccellente non può che costringermi a ricalibrare il giudizio – dopotutto, solo un imbecille può continuare a ritenersi tanto importante davanti all’insensatezza dell’esistenza. Per questo Ezio Bosso è un mito, perché quando Spinoza (il sito web, non il filosofo…), coerentemente alla linea di democratica dissacrazione dei suoi autori (nel senso che le loro brillanti, acidissime e idiotissime battutacce vengono allegramente elargite a piene mani a destra e a manca – e questa sì che è parità di trattamento) osserva che “è davvero commovente vedere come anche una persona con una grave disabilità possa avere una pettinatura da coglione”, scatenando le ire benpensanti dei noiosi (noiosiiiissimi), è lui stesso a replicare, dando un’ulteriore e definitiva prova della sua grandezza d’animo: “quello perché mi cerco di pettinarmi da solo”. Al di là della grammatica vacillante, il motto di spirito è notevole, leggerissimo e rilancia magistralmente l’ironia di Spinoza, al punto che gli autori del sito calano dovutamente il cappello: “era già il nostro idolo prima, ma ora ha vinto tutto”. Uno scambio tra gentlemen della libera espressione, insomma, senza pietà (e autocommiserazione), ma pura ironia (e autoironia): che è un modo insensato di affrontare l’insensata amarezza della vita – e come altro si potrebbe? Dopotutto, quello di non prendersi troppo sul serio (meglio: di sapere all’occorrenza non prendersi troppo sul serio) è da sempre un attributo dei grandi personaggi: pensate per esempio ad Alessandro (quello che a trent’anni regna- va dalla Grecia all’India…), che, avendo assicurato al filosofo Diogene (quello che viveva nudo in una botte…), del quale era un profondo ammiratore, di voler esaudire qualsiasi sua richiesta, vedendosi rispondere di spostarsi un po’ più a lato, perché “mi fai ombra”, ebbe (proverbialmente, quantomeno) l’intelligenza di sancire: “se non fossi Alessandro vorrei essere Diogene”. E che dire, allora, del buon vecchio Giuliano, “Giuliano l’Apostata”, l’ultimo imperatore pagano in un Impero Romano oramai largamente cristianizzato? Dopo l’opera di tolleranza prima e di cristianizzazione poi di suo zio Costantino e dei suoi cugini, Giuliano tentò (invano) di invertire la rotta, riproponendo il paganesimo (ma soprat- tutto: il neoplatonismo, dal quale i grandi teologi cristiani avevano attinto a pienissime mani – naturalmente adattando e distorcendo), e presentandosi come un monarca-filosofo-eremita, con tanto di barba incolta (al tem- po attributo dichiarato dei filosofi, o della “grecitudine” – parliamo di ellenismo nel senso tardo del termine, per intenderci), che si atteneva rigorosamente ad uno stile di vita sobrio (per non dire morigerato), in contrasto con i suoi gaudenti predecessori cristiani. La città di Antiochia, a larga maggioranza cristiana e nota al tempo per essere pervasa da uno spirito cosmopolita e mondano (appunto: gaudente), naturalmente non vedeva affatto di buon occhio il Nostro, al punto che, in occasione di un suo soggiorno nella città, vi furono aperte critiche e lamentele riguardo ai costumi austeri dell’imperatore. Imperatore che, se non fosse stato un grand’uomo qual era Giuliano, avrebbe probabilmente ricondotto il popolo a più miti opinioni a forza di bastonate: e cosa fece il Nostro invece? Compose un testo satirico e lo fece circolare tra il popolo cittadino – il che è già di per sé notevole, perché non si è mai sentito che l’uomo più potente del mondo si dia la pena di risolvere con la retorica quello che una manica di scagnozzi avrebbe facilmente sistemato con un paio di randelli – e la satira era oltretutto (sarcasticamente) rivolta al suo autore stesso: Giuliano infatti assumeva nell’opuscolo (intitolato Misopogon, “l’odiatore della bar- ba”) il punto di vista dei suoi critici, ridicolizzando paradossalmente le loro accuse, concentrandosi in particolare sulla moltitudine di gravissimi difetti dovutigli al mancato sbarbamento, come la difficoltà nell’ingerire cibo senza trovarsi peli in bocca, o la ruvidezza dei baci…insomma, il tenore è questo, e la dimostrazione di sottile, tagliente, sagace autoironia non può che affezionarci a quest’uomo immenso (nel bene e nel male: per quanto riguarda il male, potete chiedere ad un prete qualunque…) quanto sfortunato. Di nuovo, l’autoironia è sintomo di intelligen- za: limpida, lungimirante, sconsolata intelligenza.

marzo 2016 La Rivista - 35 Dalla Svizzera degli Stati a quella federale Lugano, Chiesa di San Carlo, patrono della città San Carlo Borromeo di Tindaro Gatani e la Controriforma in Svizzera

San Carlo Borromeo (1538-1584), con le sue molteplici iniziative, fu uno dei prin- cipali artefici della Controriforma e un cardinale molto attento alle esigenze della Chiesa in quel particolare momento sto- rico. Per affrontare la difficile situazione, sotto l’incalzare delle nuove dottrine, che avevano fatto proseliti in mezza Europa, preoccupato soprattutto della formazione del clero e delle condizioni dei fedeli, il futuro Santo indisse sinodi, emanò decreti per la salvezza delle anime, fondò scuole e seminari, fece costruire ospedali e ospizi, mettendo a disposizione della fede anche ingenti patrimoni familiari. Egli fu un rigo- roso custode della tradizione cattolica, raf- forzando la venerazione per la Vergine Ma- ria, per i Santi, per i Sacramenti e per tutti quegli altri aspetti più colpiti dalla Rifor- ma protestante. Fu, infatti, lui a rilanciare l’adorazione del Crocifisso e del Corpo di Cristo, che si tradusse in un più accentuato culto dell’Eucaristia. Per portare a termine i suoi obiettivi dovette innanzitutto porre un freno ai privilegi e alle deviazioni dello stesso clero, imponendo regole ben precise e più austere all’interno delle strutture ec- clesiastiche. Erano iniziative spesso in con- Il Patto della Lega o Fratellanza cristiana, poi detto della Lega d’oro per i suoi fregi dorati e, infine, in trasto con i potentati locali, che traevano onore di San Carlo, Lega Borromea, con, in alto, gli stemmi e, in basso, i sigilli degli otto Cantoni aderenti. vantaggi dalle loro ingerenze negli affari della Chiesa. Il motto della sua famiglia, Humilitas, trovò la massima conferma nella decretato dal Concilio di Trento. Convocato per due anni, dal 1562 aI1563, e si concluse sua personale e costante assistenza ai con- da papa Paolo III, per assicurare l’unità della con il fermo impegno della Chiesa cattolica tagiati della peste di Milano. La sua attività fede e della Chiesa, il Concilio si svolse in tre a una radicale riorganizzazione teologica ed riguardò anche la Svizzera, dove, dopo che ben distinti periodi. Il primo (1545-1547) era ecclesiastica e con la emanazione di severe erano stati soffocati i primordi della Rifor- stato caratterizzato dai dissensi tra l’Impe- disposizioni. L’artefice principale di questa ma a Lugano e cacciati gli evangelici da ratore (Carlo V), che voleva dare precedenza terza e ultima fase del Concilio fu, appunto, Locarno, bisognava opporsi con decisione alle iniziative riformiste, e il Papa (Paolo III), il cardinale Carlo Borromeo. Fu, infatti, sotto all’avanzata dei zwingliani e dei calvinisti. che voleva, invece, imporre preliminarmente la sua regia che videro allora la luce i Decreti il dibattito teologico. La seconda fase dei la- dogmatici, sui principi indiscutibili della dot- Il Concilio di Trento vori (1551-1552) aveva portato alla sconfitta trina cattolica, riguardanti i sacramenti, la Per meglio fronteggiare la situazione, la Chie- dell’Imperatore Carlo V, in carica fino al 16 tradizione, il sacrificio della Messa, il sacer- sa cattolica si impegnava a realizzare, nel più gennaio 1556, che aveva voluto la presen- dozio, il peccato originale, la confessione; e i breve tempo possibile, il vasto programma za a Trento di rappresentanti protestanti. Il Decreti disciplinari, sulla formazione, i doveri, di epurazione morale del popolo e del clero terzo periodo, quello definitivo, si protrasse il celibato del clero. Per meglio difendere la

36 - La Rivista marzo 2016 alle imprese banditesche sul lago di Como, degli Stati pontifici. Appositamente per lui, il soprattutto contro i Grigioni e la Valtellina pontefice-zio istituì la nuova potente carica (vedi «La Rivista» di novembre 2015). Con di Segretario di Stato, una specie di Ministro l’assunzione al pontificato dello zio, per degli esteri. Mai, nel governo della Chiesa, un Carlo Borromeo cominciò quella splendida uomo, e per giunta così giovane, aveva ac- carriera ecclesiastica che lo porterà a essere, centrato in sé tanti poteri, assegnati, tutta- dopo S. Ambrogio, il più celebre e popolare via, non per nepotismo, ma ben meritati per arcivescovo di Milano, lasciando un’orma il suo impegno e le sue qualità e capacità. Le incancellabile nella storia della Chiesa. Il critiche della Curia romana, per un così vasto nuovo pontefice-zio si premurò di chiama- favore concesso a un nipote del Papa, anda- re, già il 3 gennaio 1560, il giovane nipote a rono, infatti, scemando man mano che Car- Roma per assegnargli le cariche più impor- lo, messo al|’opera, dimostrava che la scelta tanti: il 3l gennaio, a soli 22 anni, Carlo fu dello zio era stata felice. Gli storici dividono eletto cardinale diacono e l’8 febbraio arci- la vita di San Carlo Borromeo in due periodi: vescovo di Milano. Poco dopo fu nominato l’uno romano-tridentino e l’altro milanese. protonotario apostolico, referendario, gover- natore delle legazioni pontificie di Bologna, Autorità e paternità spirituale della Romagna e delle Marche; protettore Dopo che le prime due fasi del Concilio si della Corona del Portogallo, dei Paesi Bassi, erano concluse, come detto, con un nulla di Stemma della famiglia Borromeo, con il motto Humilitas, Duomo di Milano dell’ordine gerosolimitano di Malta, e di tanti fatto, il Papa, dopo avere regolato i conti con altri ordini religiosi, come quello dei France- gli oppositori interni, facendo condannare a scani e dei Carmelitani. In seguito fu anche morte per strangolamento il cardinale Carlo fede cattolica e arginare con maggiore effi- chiamato a presiedere la Consulta, istituita Carafa e il fratello Giovanni, duca di Palliano cacia l’espansione della Riforma, il Concilio per provvedere all’amministrazione civile (1561), incaricò il nipote di portare a termine decise l’immediata apertura di seminari in tutti i Paesi cattolici e istituì l’Indice dei libri proibiti, tenuto dalla congregazione del San- to Uffizio. Uomo di fede e statista Il Concilio ristabiliva anche il Tribunale dell’Inquisizione, che aveva lo scopo di ricer- care e giudicare gli eretici. Dell’esecuzione delle decisioni del Concilio furono incaricati i Gesuiti, con il compito di sorvegliare sul|’at- tività della gioventù delle classi dirigenti, e i Cappuccini, che si dovevano occupare dell’e- ducazione del popolo. Per avviare il program- ma di restaurazione, il Cattolicesimo poteva contare in Svizzera su grandi personalità energiche e devote come, solo per fare dei nomi, Egidio Tschudi a Glarona, Melchiorre Lussy a Stans, Luigi pfyffer a Lucerna. Il prin- cipale pioniere della Controriforma cattolica in Svizzera resta, comunque, sempre Carlo Borromeo, uno dei personaggi che mag- giormente hanno influito, attraverso i secoli, sui rapporti italo-svizzeri. Secondo figlio del conte Gilberto Borromeo e di Margherita de’ Medici (sorella di Giovanni Angelo, il futuro papa Pio IV), Carlo nacque il 2 ottobre del l538 nella Rocca di Arona. A dodici anni ri- cevette l’abito clericale e la tonsura; a sedici era già iscritto all’Università di Pavia in teo- logia e legge; il 6 dicembre 1559 conseguì la laurea in diritto canonico e civile. Suo zio Pio IV sarebbe successo, solo alcuni giorni dopo, sul soglio di Pietro a Paolo IV della potente famiglia Carafa, dopo un drammatico con- clave, che si concluse il 25 dicembre 1559. Il nuovo Papa, che, nonostante il cognome, non era imparentato con l’omonima famiglia di Firenze, era fratello di quel Gian Giacomo de’ Medici, detto il Medeghino (1498-1555), che, come sappiamo, doveva la sua fortuna San Carlo Borromeo in un quadro d’epoca di Orazio Borgianni (1578-1616)

marzo 2016 La Rivista - 37 le assise tridentine. Come prima cosa, Carlo più poveri e più ignoranti, egli vedeva chiara- recò a Einsiedeln, a Disentis, a Lichtensteig, convinse lo zio a riconoscere subito come mente che per il valico di questi monti poteva a Svitto, a Stans, a Zugo, a Rorschach. Andò Imperatore Ferdinando I d’Asburgo, chiamato discendere facilmente l’eresia e invadere I’I- a pregare sulla tomba di San Nicolao della a quella dignità nel 1556, dopo l’abdicazio- talia» (D’ALESSANDRi Paolo, Prefazione agli Flüe a Flüeli am Ranft, nel Canton Obvaldo. ne del fratello Carlo V. Fissò inoltre, sempre Atti di Carlo riguardanti la Svizzera, Locarno A Lucerna e a Friburgo fece fondare collegi d’accordo con il Pontefice, tutto il program- 1909). dei Gesuiti. Carlo riteneva molto importante ma finale dei lavori del Concilio, non limitan- la sua azione in terra elvetica non solo per dosi a impartire istruzioni ai legati pontifici, Missionario tra gli appestati l’incombente minaccia della Riforma, ma ma sorvegliando ogni minimo atto e ogni de- L’azione diretta e personale di San Carlo in soprattutto perché la situazione era «più che cisione. Fu merito soprattutto suo se i lavori Svizzera fu esplicata attraverso una fitta penosa»: tra il clero locale non c’erano, infat- di Trento si conclusero con l’approvazione del corrispondenza e le molteplici visite pasto- ti, soltanto dei «disgraziati intrusi, favoriti dal vasto programma voluto dalla Curia romana. rali durante le quali non si limitava a visitare braccio secolare», ma anche persone che non Carlo si impegnò poi nella rigorosa attuazio- «ogni singola rupe» delle Tre Valli ambrosiane, erano neppure sacerdoti, ma semplici «laici ne dei deliberati del Concilio. Come respon- ma anche il maggior numero possibile del- perversi camuffati da prete». Il futuro Santo, sabile della Congregazione concistoriale, sor- le città e dei villaggi cattolici della Svizzera recandosi in quelle parrocchie «per alpestri e vegliò, infatti, personalmente la compilazio- di lingua tedesca. Tra il 1567 e il 1584, San appartate che fossero», si prodigava in istru- ne del Catechismo romano, il testo ufficiale Carlo effettuò ben dieci visite pastorali in zioni ed esortazioni e offriva uno spettacolo per l’insegnamento della religione al popolo, Svizzera sempre accolto con grandi onori. Si di tale e tanta frugalità e mortificazione«da senza mai trascurare la sua diocesi di Mila- no, che tenne sempre sotto ferreo controllo per mezzo di suoi vicari. I rapporti di Carlo Borromeo con la Svizzera si fecero sempre più stretti nel secondo periodo della sua vita, quello milanese. Fu, infatti, allora che si raf- forzarono le relazioni amichevoli e d’indole religiosa con numerosi eminenti personaggi non solo della Svizzera di lingua italiana ma anche di quella di lingua tedesca: con il già ricordato Melchiorre Lussy di Stans, suo ami- co d’infanzia, che aveva ritrovato tra i dele- gati svizzeri a Trento; con Hans Zumbrunnen di Uri, a lui stretto da legami di parentela; con il cardinale di Hohenems, vescovo di Costan- za, al quale anche era stretto da parentela di «sangue e d’affinità». I legami che caratte- rizzarono maggiormente l’azione di Carlo in Svizzera furono, però, i vincoli di autorità e di paternità spirituale, derivanti da tre titoli precipui: quello di cardinale protettore dei Cantoni cattolici, quello di arcivescovo di Milano e ordinario delle Tre Valli, e quello di visitatore apostolico di tutti i paesi svizzeri o soggetti «ai Signori Svizzeri». Le Tre Valli dette ambrosiane, per la loro appartenenza all’arcidiocesi milanese, erano costituite dai baliaggi di Leventina, Blenio e Riviera, poli- ticamente soggette a Uri, Svitto e Unterwal- den, con 56 parrocchie, alle quali venivano aggiunte le pievi di Brissago e di Capriasca. Il restante del Ticino apparteneva al vesco- vado di Como. Deciso ad arginare l’avanzata protestante, Carlo Borromeo impegnò tutte le sue forze al rinnovamento del clero della Svizzera. «Egli è sempre vero — nota Paolo D’Alessandri — che per questa parte della sua diocesi, posta negli Svizzeri, egli ebbe una sollecitudine affatto particolare con maggior numero di visite, maggior copia di corrispon- denze, più premura per l’istruzione, fermezza nei trattati e rigore congiunto con altrettanto maggior affetto nella disciplina del clero, che non per altre regioni». Questo non solo per la sua speciale protezione verso gli Svizzeri, ma anche perché «oltre l’impulso del suo cuore Il Sancarlone, monumento in onore di San Carlo Borromeo, sul Sacro Monte di Arona, opera (3188 cm) di padre che lo spingeva a curare di più i figli in rame e granito di Giovan Battista Crespi terminata nel 1698

38 - La Rivista marzo 2016 San Carlo visita gli appestati nella campagna milanese, quadro d’epoca

1577, quella dei Promessi Sposi di Alessandro l’ambasciatore del Papa, si stabilì a Lucerna, Manzoni, conosciuta, appunto come Peste di dove avrà sede fino al 1873. Primo Nunzio Particolare del Trattato della Lega o Fratellanza San Carlo. In quell’occasione i Cantoni catto- apostolico in Svizzera fu nominato il vescovo cristiana, con i fregi dorati, donde anche Lega lici e le Tre Valli risposero all’appello dell’ar- di Vercelli Giovanni Francesco Bonomo, suo d’oro e poi Borromea, in onore del cardinale di Milano civescovo, che fece «venire monatti dal paese amico e cooperatore. Molti lodano San Carlo de’ Svizzeri e dodici o quindici capre per al- per la sua fede, per le sue azioni e per il suo lattar le povere creature prive di persone che carattere mite ed energico, non mancano, tut- conseguire miracoli di resipiscenza e di con- le volessero nutrire e un prete, il quale fece tavia, i critici al suo operato, che lo incolpano versione, anche dove meno pareva potersene opere grandissime di carità intorno agli ap- non solo di precipitazione nei suoi consigli, ma attendere». Certo non mancarono, nemme- pestati». Riguardo alla presenza dei monatti persino «di ferocia nei suoi atti», rimproveran- no in Svizzera, le ostinate resistenze d’ogni svizzeri a Milano, il «Bollettino Storico della dogli soprattutto la sua partecipazione attiva sorta, che avevano caratterizzato i primi Svizzera Italiana» ha pubblicato un elenco di ai processi contro le streghe, allora numerose anni del governo della diocesi in Lombardia. 44 persone, uomini e donne, addette al triste anche in Svizzera. Nei baliaggi ticinesi si face- Ricordiamo l’opposizione fatta dai canonici compito di raccogliere e seppellire le vittime va comunque ricorso più a qualche esorcista della Scala, che avevano rifiutato all’arcive- della tremenda epidemia. Si tratta di persone ecclesiastico che al rogo. Abbiamo notizia che, scovo, il 24 agosto 1569, l’ingresso alla loro provenienti dalle valli Leventina e Blenio e nei soli paesi di Mezzovico e Sigirino, nell’an- basilica; non si deve dimenticare nemmeno dai cantoni di Uri, Svitto, Unterwalden, Gla- no 1580, ben 60 donne erano state accusate l’archibugiata tirata il 26 ottobre dello stes- rona e Appenzello Interno. L’elenco dei mo- di stregoneria. Tutte ebbero, però, la fortuna so anno contro di lui, mentre pregava nella natti svizzeri è tratto dal Libro generale dei di trovare un buon prete esorcista, che le propria cappella, dal prete Gerolamo Donato, «pagamenti del Lazzaretto, 1576». avrebbe liberate dal demonio e ciò avveniva, detto il Farina, la cui mano era stata armata secondo le cronache del tempo, alla presenza da quei tracotanti frati Umiliati, il cui Ordi- La questione delle streghe e con viva soddisfazione dello stesso landfo- ne stava per essere abolito per volere dello L’assunzione dei monatti avveniva dopo una gto, cioè il Governatore dei Cantoni Sovrani. stesso Carlo. L’opposizione ticinese alla sua regolare contrattazione salariale tanto che Per alcuni, il futuro Santo risulterebbe diretta- venuta si concretizzò nella insinuazione del sulla prima pagina di quel Libro si trova la mente implicato nel rogo di alcune streghe in parroco di Bodio, che sosteneva che l’arcive- seguente necessaria spiegazione: «Il giorno Mesolcina. Lo stesso Cesare Cantù, parlando scovo venisse con nascosti fini politici; men- che si vedrà avanti il prezzo è il giorno che si di San Carlo, scrive che «in Val Mesolcina fece tre il prete Giorgio d’Airolo protestava pub- accordarono. Il giorno dopo il prezzo di quan- processare severamente eretici e maliardi: er- blicamente di non aver ordini da ricevere dal do cominciarono a servire» («Bollettino Stori- rori dei tempi che [...] vorremmo dimenticare, cardinale, ma soltanto dai Signori d’Uri. Gra- co della Svizzera Italiana», anno V 1883, pp. per dire come profondesse ogni aver suo coi zie alle continue cure, alle ricorrenti visite, e 146-147). Nel 1579, per meglio estendere la poveri» (Storia Universale, vol. VIII). Al di fuori alla costante opera di San Carlo, lo spirito del sua cura ai giovani ecclesiastici della Svizze- della Mesolcina, in nessuna relazione di visite Concilio penetrò in tutta la Svizzera cattolica ra, Carlo Borromeo, istituì a Milano il Collegio pastorali compiute dal cardinale Borromeo si e gradualmente sparirono molti abusi, che Elvetico, destinato a impartire gratuitamente parla, comunque, di «processi di stregoneria avevano provocato l’opposizione alla Chiesa l’istruzione ai chierici cattolici della Confede- da lui organizzati o, quantomeno promossi» e le critiche della Riforma. I rapporti tra il razione. Sempre nello stesso anno, San Carlo (BOLDINI Rinaldo, Preparazione e svolgimento cardinale e la Svizzera si mantennero stretti ottenne da papa Gregorio XIII l’istituzione di e risultati della visita di san Carlo Borromeo nel anche in occasione della peste del 1576- una Nunziatura per la Svizzera. Il Nunzio, cioè Moesano, in «Quarto centenario della visita

marzo 2016 La Rivista - 39 di san Carlo Borromeo nel Moesano 1583- questi Cantoni, ai quali si era intanto aggiun- Milano e la Spagna, senza peraltro disdire 1983», Roveredo 1983, p. 17). Si sa, invece, to l’Appenzello Interno, sceglievano San Carlo quella con la Francia, alla quale i Cantoni delle che in previsione di quella visita, San Carlo come loro patrono e, nel 1655, rinnovando due confessioni continuavano a fornire truppe inviò nel Moesano il giureconsulto e gesuita l’alleanza, la chiamarono Lega Borromea, im- mercenarie. La conseguenza più grave della mantovano Francesco Borsatto sotto il quale pegnandosi nuovamente a conservare e difen- Lega Borromea, che sarebbe stata rinnovata furono individuate e processate un centinaio dere la propria religione. Secondo i patti sot- ancora nel 1713, fu il sopravvento della po- di persone sospette di stregoneria, tra cui an- toscritti, i rappresentanti dei Cantoni cattolici, litica confessionale su quella nazionale, che, che il prevosto della Collegiata di San Vittore, indipendentemente dagli impegni assunti in pur non debordando mai dall’unità federale, Domenico Quattrini. Molte di loro si pentirono precedenza, erano tenuti a impedire, con ogni divise, di fatto, per lungo tempo, la Svizzera e altre si convertirono e furono quindi gra- mezzo, la defezione di uno qualsiasi di loro in cattolica e in riformata. La divisione era tale ziate. Dal d’Alessandri (op. cit.) sappiamo poi dalla fede cattolica e a punire all’occorrenza che già, ancora prima, quando, nel 1582, papa che le condanne si ridussero a una dozzina e i sediziosi. Una clausola dell’alleanza stabiliva Gregorio XIII, per annullare il ritardo accumu- che comunque il giudizio finale spettava al che qualora qualcuno di religione «acattolica», lato, aveva introdotto il nuovo calendario, i braccio secolare, cioè ai giudici laici che alla cioè riformata, assalisse, per motivi religiosi o Cantoni riformati si rifiutarono di accettare la fine, come risulta da una relazione del 9 di- anche per altri motivi, uno degli alleati, gli altri risoluzione papale, rimanendo legati, ancora cembre 1583, furono sette le donne finite sul avrebbero dovuto prendere le armi e correre per molto tempo, al computo di quello giulia- rogo. È, però, storicamente dimostrato che in soccorso: nessun patto precedente o poste- no, che comportava dieci giorni di differenza San Carlo non prese direttamente parte ai riore doveva impedire questo aiuto. In seguito in meno. Sulle tante visite pastorali di San processi contro gli eretici, se si esclude il caso al giuramento di fedeltà alla Lega venivano a Carlo in Svizzera fiorirono molte leggende, riguardante il prevosto Quattrini, che risulta, cadere gli impegni che Friburgo e Soletta ave- che ancora oggi si raccontano. Tutti gli storici, tuttavia, solamente ridotto allo stato secola- vano verso Berna in virtù di precedenti tratta- anche i critici più severi, sono, tuttavia, con- re, tanto che «era ancora in vita tre anni dopo ti e, nello stesso tempo, Soletta recedeva, di cordi nel riferire che ogni volta, andando per la morte di San Carlo» (SEGMÜLLLER Fridolin, fatto, dai suoi impegni verso Ginevra previsti le parrocchie più disperse e isolate sui monti S. Carolus Borromeus vindicatus, Einsiedeln dall’antico patto di alleanza. Per completare e «egli svolgeva un lavoro immane» (ROSSI Giu- 1924 - DONATI Claudio, a cura di, Alle frontie- rinsaldare il loro sistema difensivo, i Cantoni lio – POMETTA Eligio, Storia del Cantone Tici- re della Lombardia. Politica, guerra e religione cattolici concordavano anche un patto con no, Locarno 1980, pp. 136-137). nell’età moderna, Milano 2006, p. 57, n. 68 – SILVANO Carlo, Autorità e responsabilità nelle Chiesa cattolica, Edizione del noce, 2006, pp. 105-111). Il Collegio Papio e la Lega Borromea Grande parte San Carlo ebbe anche nella fon- dazione del Collegio Papio di Ascona, sorto per volere dell’architetto Bartolomeo Papio, cava- liere pontificio e cittadino romano, oriundo di Ascona, il quale, morendo nell’anno 1580 in Roma, aveva disposto per testamento un legato di 25.000 scudi e il proprio palazzo di Ascona perché venisse istituito un seminario destinato all’istruzione e all’educazione gratu- ita di un certo numero di giovani suoi concit- tadini. Papa Gregorio XIII, esecutore di diritto dei testamenti che riguardavano le cause pie e i seminari, affidava ogni cura d’amministra- zione dell’erigendo istituto a San Carlo Borro- meo, che, il l5 giugno 1583, si recò ad Ascona, accolto festosamente dagli abitanti, per affi- dare la costruzione del collegio all’architetto Pellegrino Pellegrini. Carlo Borromeo morì il 3 novembre 1584 a Milano, fu beatificato nel 1602 e canonizzato nel 1610, essendo arci- vescovo della metropoli lombarda suo cugino Federico Borromeo, lo stesso che, nel 1624, fece iniziare i lavori per la costruzione del fa- moso colosso San Carlo, una statua di oltre 30 m in rame e granito, sulla sponda del basso Verbano, terminata poi solo nel 1698. Due anni dopo la morte di San Carlo, il 5 ottobre 1586, i sette Cantoni di Lucerna, Uri, Svitto, Unterwalden, Zugo, Friburgo e Soletta strinse- ro un’alleanza per difendere la religione catto- lica, alla quale fu dato il nome di Lega o Fra- tellanza cristiana, che, più tardi, per i suoi fregi dorati, sarà chiamata Lega d’oro. In seguito, San Carlo consola gli appestati, particolare di un quadro d’epoca

40 - La Rivista marzo 2016 Scaffale

Gerardo Giampaolo Gustavo Passannante Pansa Zagrebelsky Il declino degli dèi Il rompiscatole Senza Adulti Amore e disamore (Rizzoli (Einaudi (Città del sole edizioni - pp 212 € 14,00) pp 400 € 20,00) pp. XIII - 106 € 12,00)

Il declino degli dèi è un ampio romanzo storico “Tutto ciò che resterà della mia vita è quello che Il tempo presente ha rivoluzionato i rapporti tra le che intende offrire in dieci volumi un affresco ho scritto.” Qualcuno l’ha detto pensando a se età della vita. Dei giovani è il presente e il futuro. del periodo tra il III e il IV secolo, quando il Cri- stesso, però sono parole che si adattano anche Chi viene dal passato è un intruso. Bisogna prolun- stianesimo, dopo l’ultima persecuzione, si avvia a a me. Ho sempre voluto scrivere. Alla fine della gare la giovinezza fin che si può e con ogni mezzo. diventare la più importante religione dell’Impero scuola media, andavo per i tredici anni, mio pa- Questa contrazione annulla l’età matura, l’età del- romano. Questo secondo volume – Amore e disa- dre Ernesto mi regalò una macchina Underwo- la pienezza. Con quali conseguenze? more - mette in scena, con stile elegante, terso, od di seconda mano, dicendo: “Vedi un po’ se Da sempre le età della vita erano considerate raffi nato e lirico, l’accentuazione del divario tra la sai usare”. Mia madre Giovanna mi mandò a tre: giovinezza, età adulta e vecchiaia. Ora sono Diocleziano e Prisca, sua moglie. una scuola di dattilografia. Ma dopo un paio di ridotte a due, l’età adulta non interessa più, so- La scena del romanzo è quella delle aree perenne- lezioni, chi la dirigeva le spiegò: “Giampaolo ha prattutto all’economia, per la quale esistono due mente martoriate dei Balcani e del Medio Oriente, imparato subito quanto gli serve. Non butti via i sole categorie di consumatori: i giovani e gli an- della Palestina, del Libano, dell’Iran, dell’Irak, della suoi soldi”. Ho cominciato a scrivere nell’estate ziani. Ormai la giovinezza viene artificiosamente Siria… Dove il tamburo della guerra stenta a tacere, del 1948 e da allora non ho più smesso. Nell’ot- allungata dalle lusinghe del mercato, che spac- per il connubio di una duplice violenza: quella eser- tobre 2015 di anni ne ho compiuti ottanta. E ho cia prodotti destinati a eterni Peter Pan, i quali citata contro la libertà, e l’altra, fi glia della sedu- deciso che potevo permettermi questo libro. poi da un momento all’altro si ritrovano vecchi, zione di una parola assoluta che inviti al sacrificio. Non oso definirlo un’autobiografia, parola pom- senza essere passati attraverso una consapevole «La nota però peculiare di Amore e disamore è posa. Allora dirò che è il racconto personale di maturità. Il libro non parla però soltanto dell’età già dichiarata dal titolo. Ed è l’amore, altra corda un vecchio ragazzo destinato a fare il giornali- individuale, bensì anche delle «generazioni» come dell’arte scrittoria di Passannante, di cui conosco sta. (…) Ho lavorato in tanti giornali, un buon unità di misura dell’età delle società. E qui un’al- un canzoniere d’amore di rara perfezione stilisti- posto di vedetta per osservare l’Italia. L’ho nar- tra riduzione è in corso, in nome della sopravvi- ca, di fattura petrarchesca. Il lettore infatti verrà rata e la narro seguendo un’inclinazione che, venza della generazione vivente. Siamo in una ammesso al privato più intimo di Diocleziano – il nel passare degli anni, si è accentuata: quella situazione di dinamismo senza dinamica, perché Diocle di Prisca – sviscerando i processi psicologi- del rompiscatole. Un signore che non gli va né la mobilitazione non porta ad altro che alla con- ci di tutte le fasi dell’amore, dall’innamoramento di comandare né di obbedire. E cerca di vede- servazione del contingente. In termini morali, è la all’oblio, entrando in quella sfera dove solo la Po- re le cose con un occhio insolito. Inoltrandosi solidarietà nei confronti di tutti i viventi e dei vi- esia può permettersi di inventare verità eterne, se su terreni che nessuno voleva esplorare, come venti nei confronti dei non ancora viventi, a essere eterna è la sostanza di cui gli uomini sono fatti, è accaduto per la guerra civile e il sangue dei compromessa. siano essi imperatori o umili cittadini.» (Dalla Pre- vinti. Ho descritto tante Italie che cambiavano, Gustavo Zagrebelsky è professore emerito di dirit- fazione di Roberto Pazzi). ras politici trionfare e poi cadere, bande armate to costituzionale all’Università di Torino. Collabora Gerardo Passannante, vive in Svizzera, dove a pronte a uccidere, terrorismi che nascevano e con il quotidiano la Repubblica. Ha pubblicato tra lungo è stato insegnante e preside. Ha studiato a mutavano, per ultimo quello del Califfato isla- gli altri: Principî e voti (2005), Imparare democra- Milano e a Friburgo. È autore di sei raccolte poe- mico. Ho avuto spesso paura, ma in fondo ho zia (2007), Intorno alla legge (2009), Sulla lingua tiche, di due Canzonieri di dimensioni petrarche- vissuto e mi sono persino divertito. Spero che del tempo presente (2010), Giuda (2011), Simboli sche, di romanzi, racconti, saggi, diari, aforismi, Il rompiscatole diverta anche quanti lo legge- al potere (2012), Fondata sul lavoro (2013), Fonda- opere teatrali, traduzioni. ranno. (G.P.) ta sulla cultura (2014), Liberi servi (2015).

marzo 2016 La Rivista - 41 All’USI il Convegno Italiamo 2: 9 e 10 settembre 2016 Incontro nazionale dei docenti d’italiano delle scuole medie e medie-superiori

Il Convegno Italiamo, organizzato in collaborazione con l’Associazione svizzera dei professori d’italiano (ASPI-VSI), rappresenta un luogo di incontro per i docenti d’italiano pro- venienti da tutta la Svizzera. Durante il convegno i docenti hanno inoltre modo di conoscere le attività esistenti per la promozione dell’italiano e di incrementare il dialogo con le istituzioni della Svizzera italiana (Governo, licei, università, radiotelevisione) attive nella promozione dell’italiano. La seconda edizione del convegno Italiamo si svolgerà il 9 e 10 settembre 2016 all’USI (Università della Svizzera italiana), Campus di Lugano. Il Convegno si prefigge mol- teplici obiettivi. Da un lato vuole fornire ai docenti idee concrete per promuovere l’italiano come materia nelle loro scuole, e dall’altro intende dare elementi sulla Svizzera Donato Sperduto e Nicole Bandion italiana da poter immediatamente “integrare” nella pro- pria attività didattica. Per di più l’incontro intende rappre- sentare per i partecipanti un’occasione di aggiornamento convegno si è deciso di riproporre alcuni dei “momenti” che reciproco sulle iniziative intraprese dalla prima edizione nella precedente edizione si sono rivelati più interessanti di Italiamo (settembre 2013). Il convegno vuole offrire e proficui. Si avrà quindi modo di conoscere direttamente lo spazio per una discussione sulle novità più recenti sul alcuni interessanti progetti che sono stati realizzati negli tema della valorizzazione della lingua italiana in Svizzera; ultimi tre anni (in rete, a livello cantonale e politico, ecc.). in particolare, durante la tavola rotonda prevista per il 9 Parteciperanno alla fiera anche case editrici che presente- settembre, si dibatterà sulla ricezione del “Messaggio sulla ranno i loro volumi di maggior interesse nell’ottica dell’in- cultura2016-2020” (approvato dal Parlamento il 19 giugno segnamento dell’italiano. 2015) che prevede, da un lato, l’aumento, nella Svizzera Il programma dettagliato sarà pubblicato a fine aprile 2016. tedesca e romanda, dell’offerta delle maturità bilingue e, Per informazioni, scrivere a: dall’altro lato, un maggiore investimento a sostegno degli Nicole Bandion ([email protected] - Servizio orienta- eventi culturali volti alla promozione dell’italiano. mento USI) e Donato Sperduto ([email protected] - Presi- Per quanto riguarda la programmazione dettagliata del dente ASPI-VSI e docente al Liceo di Sursee).

Abbiamo chiesto al Prof. Donato Sperduto di parlarci della problematica del presunto piccolo numero di allievi che sceglie l’italiano nei licei svizzeri. Sperduto: L’imprenditore e scrittore di successo Rolf Dobelli mette tutti in guardia dai numeri piccoli presentati da imprese, città, bilanci familiari e persino da scuole. Riferiamoci ad esempio al peso dei collaboratori di due ditte: una molto grande e una molto piccola. “Nella ditta grande lavorano 1’000 collaboratori, nella piccola soltanto due. Il peso medio nella ditta grande corrisponde all’incirca al peso medio della popolazione, diciamo 75 kg. Indipendentemente da chi viene assunto o licenziato, non cambia quasi per niente. Ciò è diverso nella ditta piccola: a seconda se il responsabile ingaggia un collaboratore grasso o magro, il peso medio cambia massicciamente” (Klar denken, klug handeln, Hanser, p. 254). Quindi, quando si parla di numeri piccoli, attenti a non lasciarsi ingannare. “Sia prudente quando degli studi mettono in evidenza qualcosa di speciale concernente piccole imprese, bilanci familiari, città, centri di calcolo, formicai, parrocchie, scuole ecc.” E a cascarci sono le persone più impensate, anche giornalisti, manager e consigli di vigilanza. Quando si parla dell’italiano in Svizzera, non sarebbe il caso di seguire il consiglio di Dobelli, cioè di non lasciarsi ingannare dai numeri piccoli, e approfondire la questione?

42 - La Rivista marzo 2016 Fondo per l’italiano in Svizzera

Giovedì 18 febbraio 2016, nell’ambito di una conferenza stampa tenutasi a Palazzo delle Orsoline, a Bellinzona, il di- rettore RSI Maurizio Canetta, il direttore del DECS Manuele Bertoli, la responsabile del Percento culturale di Migros Ti- cino Yvonne Pesenti Salazar e la testimonial Christa Rigozzi hanno presentato il progetto “Promozione della lingua ita- liana in Svizzera #italiando”. Di cosa si tratta? Il direttore della RSI Maurizio Canetta, la testimonial Christa Corsi di “Italiano & Sport” in Ticino finanziati per 3 anni: Rigozzi, il direttore del DECS Manuele Bertoli, e la responsa- bile del Percento culturale di Migros Ticino Yvonne Pesenti 2016, 2017, 2018. Una proposta che prima non c’era. Salazar sono intervenuti alla conferenza stampa di Bellinzona Invitati nella Svizzera Italiana1’500 giovani delle altre re- gioni linguistiche, offrendo loro l’opportunità di imparare la nostra lingua, praticare sport e scoprire il territorio. ra”. Nel triennio 2016, 2017 e 2018, finanzierà i corsi estivi Il corso dura sette giorni. Si può selezionare la settimana “Italiano + Sport” a Tenero e Bellinzona all’intenzione di che meglio soddisfa le esigenze del partecipante e della 1’500 giovani svizzeri. famiglia. I ragazzi possono scegliere di raggiungerci in pri- Più precisamente, il Fondo finanzierà il dimezzamento della mavera, in estate e in autunno. Due i campi base: il Centro quota d’iscrizione: una settimana in Ticino costerà 250 CHF Sportivo nazionale di Tenero e il Centro Gioventù+Sport di anziché 500 CHF, al fine di incoraggiare famiglie e ragazzi a Bellinzona. condividere il nostro spirito federalista. La quota di iscrizione è dimezzata grazie al sostegno dei partner: 250 CHF al posto di 500 CHF. Tanti i vantaggi pro- Gennaio / Febbraio 2016 posti dai due testimonial della campagna promozionale: È partita la campagna promozionale per sensibilizzare l’o- Christa Rigozzi per la Svizzera tedesca, Massimo Lorenzi pinione pubblica svizzera e la scuola romanda, romancia - giornalista RTS/SSR - per la Svizzera francese. e svizzera tedesca presentando l’offerta dei corsi “italiano Un traguardo che è stato tagliato dopo alcune tappe inter- & sport”, inoltrando i materiali di #italiando a 1’000 sedi medie che l’hanno preceduto. scolastiche in Svizzera. Parallelamente, sono stati attivati i vettori web della cam- Settembre 2014 pagna: www.italiando.ch, www.facebook.com/italiando e Tre partner svizzero italiani – RSI Radiotelevisione svizzera www.instagram.com/italiandoch di lingua italiana, DECS Dipartimento dell’educazione, della Ottimo, da subito, il riscontro. In meno di tre settimane, cultura e dello sport del Cantone Ticino e Percento cultura- 300 giovani romandi, svizzero tedeschi e romanci si sono le Migros Ticino – decidono di unire le forze per promuove- iscritti. re la lingua italiana e l’italianità in Svizzera. Il sud della Svizzera si attiva per richiamare l’attenzione su Primavera 2016 / Estate 2016 / Autunno valori identitari svizzeri quali plurilinguismo e multicultu- 2016 ralità. Viene lanciato il progetto “Italiano: lingua di frontie- Ragazzi tra i 14 e i 17 anni da tutta la Svizzera frequentano ra” e avviata la campagna di comunicazione sui canali RSI i corsi di “Italiano & Sport” al Centro Sportivo nazionale di (radio, tv, web e social) e i media locali. Tenero e al Centro Gioventù+Sport di Bellinzona. Insegnan- Parte una raccolta fondi legata alla vendita del DVD “Fron- ti e monitori sono proposti dal DECS. taliers – qui si parla itaGliano”. Il DVD viene acquistato da La mattina, 3 moduli da 45’ di italiano. 2 livelli: principianti 40’000 persone nella sola Svizzera italiana. e “avanzati”. Il pomeriggio, le attività sportive, muovendosi su tutto il territorio alla scoperta della Svizzera italiana. Marzo 2015 Con i primi ragazzi che a maggio ‘16 arriverranno a Tenero, Nasce il “Fondo per la promozione dell’italiano in Svizze- il progetto prenderà vita.

marzo 2016 La Rivista - 43 Precisione svizzera e flair italiano…

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Triste, solitario y final. I social network e l’eutanasia del calcio I social network sono la nuova piazza del paese. Hanno sostituito anche i bar, dove un tempo si discuteva di tutto: di politica, di donne e motori, del festival di Sanremo. La possibilità di condividere e commentare contenuti ha assunto una dimensione impensabile fino a pochi anni fa, per l’immediatezza della rete e per la quantità impressionante di persone coinvolte quando un contenuto diventa un fenomeno “virale”, grazie allo sharing in rapida successione da parte di migliaia o milioni di utenti della rete. Un tempo, nell’ambito delle teorie della comunicazione, si parlava di “agenda setting”: la capacità dei mass media, giornali e tv in testa, di “dettare” l’agenda all’opinione pubblica stabilendo una gerarchia fra temi e notizie. Con Internet il meccanismo non è cambiato nella sostanza. L’unica – ma radicale – differenza è che la rete diffonde contenuti di ogni genere, e finiscono per prevalere ed essere maggiormente condivisi e discussi non i contenuti più importanti ma quelli che stuzzicano meglio la curiosità, il voyeurismo e in generale la “pancia” dell’utente medio. Dai gattini ai complotti, passando per ogni genere di argomento: e più bassi sono gli istinti solleticati, più quei contenuti avranno la possibilità di diventare virali. Oggi a dettare l’agenda sono, probabilmente con pari importanza, i media tradizionali e Internet. La tv e (in misura mi- nore) i giornali, soprattutto presso il pubblico meno giovane e meno coinvolto nelle dinamiche multimediali, mantiene un’importanza determinante nello stabilire la gerarchia delle notizie. Ma ha bisogno di Internet, di Facebook e Twitter, per mettere in moto il meccanismo dell’interesse condiviso, per fare in modo che di una cosa o dell’altra si parli nella piazza virtuale. È pensando a tutto questo che mi è venuto in mente: ma il calcio, dov’è finito? Già, il calcio. L’argomento principale nelle discussioni da bar. L’oggetto di infinite contese il lunedì all’indomani delle partite di campionato. Lo sport che unifica la nazione attorno al grande schermo durante i mondiali e gli europei. Ci si aspettereb- be di vedere sui social, prima durante e dopo le partite, tutto un pullulare di commenti, condivisioni, “like”, e la riproposta all’infinito dei gol piu spettacolari, oggetti d’orgoglio da sbandierare come trofei sotto gli occhi dei tifosi avversari per deriderli – come prevede l’ortodossia calcistica in tutto il mondo. Come mai tutto questo sui social non succede? La risposta è ovviamente molto semplice. Non succede perché prima ancora che uno spettacolo, prima ancora che uno sport a diffusione di massa, il calcio è oggi un business. Attorno a cui ruotano cifre colossali. Un business che sta in piedi in sostanza grazie alla maggiore fonte di entrate: i diritti televisivi. Ormai pochissimo di quanto accade negli stadi è visibile a chi non è disposto a spendere centinaia di euro per l’abbonamento alla pay-tv, Sky o (in Italia) Mediaset premium che sia. Non in Svizzera dove la tradizione calcistica è secondaria rispetto a quella dell’hockey su ghiaccio, ma nei paesi in cui il calcio “pesa” non è più un patrimonio condiviso, ma un’opzione a pagamento. Così in tanti hanno fatto e continuano a fare dei bei soldi, certo. Ma il prezzo che il calcio stesso sta pagando è molto alto. Il pubblico si va sempre più polarizzando: un tempo anche mogli e fidanzate finivano per lasciarsi trascinare a urlare “gol!” nei momenti giusti. Oggi se non sei fra quelli disposti a pagare, il calcio finisce che te lo dimentichi. La dimensione affettiva che ne ha fatto per tutto il secolo scorso lo sport più autenticamente popolare si va sgretolando sotto i colpi di piccone del business. E così a vedere le partite sono sempre meno. E sempre meno contenti. In Italia nelle ultime stagioni il numero degli spettatori delle partite di serie A è andato diminuendo anno dopo anno. Basta guardare i dati dell’audience, il numero di spettatori complessivi di una stagione. Dal 2011 ad oggi l’audience della Juventus, la squadra più amata dal pubblico italiano, è calata di oltre sette milioni di spettatori. Quella del Milan, di quasi dieci milioni. Intanto il pubblico è sempre più scontento e disilluso, perché ha del calcio l’idea di uno sport poco pulito: un ambiente condizionato dalla corruzione, dalle scommesse, dalla criminalità organizzata. Realisticamente, intravvedere un’inversione di tendenza è fuori discussione. Che peccato. Era così bello, quel calcio che faceva sentire un intero popolo unito attorno a undici uomini in mutande. Erano così belli, I tempi della radiolina all’orecchio durante la passeggiata della domenica pomeriggio, i tempi del rito di “90° minuto” e della Domenica sportiva. I tempi in cui come scrisse Osvaldo Soriano – “perfino in Vaticano parlano solo di calcio: stamattina ho sentito che pregavano perché non crolli lo stadio”.

marzo 2016 La Rivista - 45 Ludwig Binswanger e Aby Warburg nel Sanatorio Bellevue di Kreuzlingen. L’edificio dell’ex-SanatoriumBellevue , oggi Lo psichiatra svizzero di Giuseppe Muscardini e il paziente fiorentino

Due personalità differenti, medico e paziente, entrate in contatto negli anni Venti. L’uno dirigeva la clinica psi- chiatrica Bellevue di Kreuzlingen; l’altro, affetto da os- sessioni, era uno dei più celebri studiosi di cultura rina- scimentale del secolo scorso. Un illustre degente Ad Aby Warburg è intitolata una prestigiosa Fondazione londinese che forma giovani studiosi di discipline artistiche, selezionati con severi test d’ingresso. Storico dell’arte, affascinato dalle immagini simboliche nelle culture arcaiche, fondatore dell’iconologia, Warburg fu il promo- tore del X Congresso internazionale di Storia dell’Arte tenutosi a Roma

Aby Warburg con un indiano Pueblos (materiale fotografico di Aby Warburg) presso l’Accademia Nazionale dei Lincei il 16 dal titolo La guarigione infinita, aprendo così abitudini rituali degli indiani del Nuovo Mes- ottobre 1912. Grazie agli interventi di qualif- un capitolo nuovo sulla permanenza dello sico e del Nord America. In quell’occasione icate personalità del mondo dell’arte, l’even- studioso tedesco a Kreuzlingen. Vi sono ri- aveva raccolto un centinaio di immagini sig- to mise a fuoco i problemi irrisolti di una ma- portati fedelmente i dati integrali della car- nificative, proiettate nel gennaio e nel marzo teria che andava sempre più consolidandosi tella clinica del noto degente, oltre ad una 1897 nel corso di due interventi ad Amburgo come effettivo sapere della storia d’Italia, di serie di informazioni utili per inquadrare e a Berlino, intitolati rispettivamente Eine cui Aby Warburg era profondo conoscitore. origini ed effetti della malattia mentale che Reise durch das Gebiet der Pueblo-Indianer Amava definirsiamburghese di cuore, ebreo colpì Aby Warburg, senza tuttavia distoglier- in Neu-Mexico e Bilder aus dem Leben der di sangue ma fiorentino di anima. Tra il 1921 lo completamente dai suoi interessi e dagli Pueblo-Indianer in Nordamerika. e il 1924 soggiornò a Kreuzlingen nella clini- studi iconologici. Il tutto all’interno di una A Keuzlingen gli venne pertanto offerta l’oc- ca Bellevue di Ludwig Binswanger, dove guarì clinica moderna che vantava all’epoca ses- casione di testimoniare come le cure di Lud- dalle forme psicotiche da cui era invaso. sant’anni di attività, prima sotto la direzione wig Binswanger avessero prodotto in lui esiti Quest’anno ricorre il 150° della nascita di Aby di Otto Binswanger, nativo di Münsterlingen felici, portando alla guarigione un paziente Warburg (13 giugno 1866), e nel contempo e psichiatra di fiducia di Friedrich Nietzsche, affetto da crisi depressive con sconfinamenti il 50° della morte di Ludwig Binswanger (5 e poi del nipote Ludwig, iniziatore di tecniche pericolosi nell’aggressività. Il materiale fo- febbraio 1966). Una circostanza determinata psicoterapiche innovative. Qui Aby Warburg tografico collezionato ventisette anni prima, dalla cieca casualità, ma che induce a voler entrò nell’aprile del 1921 e ne uscì nell’agos- divenne un prezioso corredo per la conferen- approfondire le dinamiche del proficuo rap- to del 1924, dopo aver tenuto una pubblica za di Kreuzlingen, dal tema perfettamente in porto instauratosi fra un rinomato medico e conferenza per dimostrare di aver varcato la linea con gli orientamenti terapeutici intro- il suo altrettanto rinomato paziente. Uno sti- soglia della guarigione. Alla conferenza, a cui dotti da Binswanger. Scostandosi dalle tera- molo in tal senso venne dieci anni fa dall’in- parteciparono i pazienti della clinica, diede pie in uso all’epoca, limitando elettroshock, traprendente Casa editrice vicentina Neri il titolo de Il rituale del serpente, prendendo lobotomie, ipnosi e insulinoterapia, a cui ri- Pozza, che pubblicò a cura di Davide Stimilli spunto da un’esperienza di viaggio in cui correva invece il collega Jakob Klaesi presso il carteggio intercorso fra i due in un volume aveva documentato tra il 1896 e il 1897 le l’Ospedale Burghölzli di Zurigo per il tratta-

46 - La Rivista marzo 2016 genti le teorie di Biswanger con l’argomen- sotto l’aspetto della periodica muta della to proposto da Warburg per la conferenza. pelle, sia in funzione dell’invidiabile abilità In particolare Aby Warburg puntò su certe del rettile di nascondersi e mimetizzarsi per usanze degli indiani Moki, osservate con poi affiorare rapidamente. L’insita allegoria interesse durante il viaggio del 1896, che del tema della conferenza di Warburg a consistevano nel danzare per unirsi simboli- Kreuzlingen, si spiega dunque nei termini camente con i serpenti. di una salvezza raggiunta a fatica, di un Animale pericoloso per eccellenza, insidioso riemergere al mondo dopo un’inevitabile e imprevedibile nell’immaginario collettivo, sofferenza e un raccoglimento che a gradi il serpente veniva in qualche maniera “ad- porta alla guarigione e allontana le nostre domesticato” con procedure di purificazi- paure ataviche, insediatesi per effetto degli one e di immersione in acqua, e successiv- scompensi della mente. amente lanciato su riquadri di sabbia dove erano raffigurati fulmini a forma di rettile. Luogo di guarigione Con la danza e con questo rituale, gli indiani Questo visse Aby Warburg nel Sanatorio invocavano così le divinità perché mandas- Bellevue di Kreuzlingen, considerato come sero una scrosciante pioggia accompagnata “uno dei luoghi sacri della psicanalisi”. Nel da fulmini, e in periodi di siccità il serpente 1882, quaranta anni prima di Warburg, vi fu era il magico collegamento tra cielo e terra ricoverata Bertha von Pappenheim, la pazi- per soddisfare la corale richiesta. La paura ente affetta da isteria che Sigmund Freud del serpente, che accompagna ogni civiltà osservò nelle sue sedute con scrupolosa at- e ogni cultura del presente e del passato, tenzione, ricavando il materiale e la neces- veniva così mitigata dall’unione simbolica saria documentazione per muovere i primi fra l’uomo e l’animale. Il serpente non è passi verso le cure psicoanalitiche. Della solo rappresentazione del male sulla terra, celebre clinica Bellevue oggi resta poco o concezione introdotta dal biblico pomo of- niente. L’edificio è stato demolito nel 1988 ferto ad Eva nell’Eden, oltre che strumento e ricostruito nel rispetto dello stile preesis- di vendetta preferito dagli Dei; ma è anche tente, riconoscibile nella facciata e nel por- Ritratto fotografico di Aby Warburg il segno di una possibile rinascita vista sia tico d’ingresso. mento della schizofrenia, Biswanger credeva in un recupero dei pazienti che tenesse conto delle loro individuali propensioni. Alle radici della guarigione Nello stesso periodo in cui il quarant- acinquenne Aby Warburg aveva preparato a Roma il suo intervento per il X Congresso internazionale di Storia dell’Arte, il trentenne Ludwig Biswanger aveva assunto la direzi- one del Sanatorio Bellevue. Terminati nel 1906 gli studi universitari, aveva iniziato la propria carriera come assistente presso la cl- inica psichiatrica di Zurigo, conseguendo un dottorato con Carl Gustav Jung. Il rapporto con Jung si era gradualmente affinato e ben presto Binswanger aveva conosciuto Sig- mund Freud, instaurando con il padre della psicanalisi un affiatamento e una confidenza inoltratasi negli anni, mai guastata dalle di- vergenze in merito agli effettivi apporti della disciplina in cui entrambi eccellevano. Bin- swanger era infatti un convinto sostenitore di quella psicoterapia esistenziale che mette- va i pazienti in condizione di misurarsi con le potenzialità del loro corpo, acquisendone coscienza come elemento vitale e fattivo per risanare la mente. I rituali primitivi, le danze tribali, le imitazioni degli animali nel corso delle cerimonie all’interno di comunità non progredite, aspetti indagati da Aby Warburg con accuratezza scientifica, sposavano pi- enamente l’idea che il corpo detenesse un ruolo primario per la realizzazione di sé. Si intuisce pertanto quanto fossero conver- Ritratto fotografico di Ludwig Binswanger

marzo 2016 La Rivista - 47 Signac Une vie au fil de l’eau affiche F12 de l’exposition (avec un détail de l’oeuvreJuan-les-Pins ) Fondation de l’Hermitage, Lausanne © photo François Bertin Il neoimpressionismo illumina Losanna

La Fondation de l’Hermitage ospita fino esposte fanno parte di una collezione pri- in contemporanea e per vie diverse, ma al 22 maggio a Losanna i dipinti di Paul vata ed è uno dei maggiori fondi di opere che vedrà la fotografia inesorabilmente Signac (1863-1935). Si tratta di una sele- di questo pittore parigino autodidatta, che superiore e popolare a questa tecnica zione di 140 acquerelli, disegni e quadri a dopo aver visitato la mostra di Claude Mo- di pittura. Per avere un’idea si possono olio che illustrano il percorso artistico del net nel 1880, decise di dedicare la sua vita ben comparare ai quadri di Signac quelle maestro dei neoimpressionisti. Le opere alla pittura. Inizialmente Signac scelse di opere pop che spesso non sono nient’al- evocare nelle sue opere l’acqua e i suoi tro che degli ingrandimenti giganti di riflessi. I paesaggi si distinguono per via fumetti colorati con i punti della stampa della scelta di colori forti e delle composi- meccanica. zioni frontali. A Losanna sono ora presenti La mostra è organizzata in partenariato con fino al 22 maggio tutti gli acquerelli della il Museo d’Arte della Svizzera italiana di serie dedicata ai porti di Francia, le im- Lugano, dove sarà presentata dal settembre magini di Venezia, Rotterdam e Istanbul. prossimo fino al gennaio 2017. Dopo la pittura, la grande passione di Si- gnac era la nautica. Gherardo Cantoni L’elemento straordinario della corrente neoimpressionista che ebbe altri grandi «Signac, une vie au fil de l’eau» interpreti in Pissarro e Seurat è la con- Dal 29 gennaio al 22 maggio 2016 temporaneità con la nuova tecnica della presso la Fondation de l’Hermitage 2, nascente fotografia a colore. I punti di Route du Signal - Losanna colori fondamentali sono sovrapposti per creare tutti gli altri. Si lascia allo spetta- Aperta dal martedì alla domenica dalle tore del quadro, ai suoi occhi, lo sforzo 10.00 alle 18.00, giovedì fino alle 21.00 Paul Signac Mont Saint-Michel. Brume et soleil, automatico d’immaginare tutti i colori 1897 huile sur toile, 46,7 x 55,5 cm percepiti. E’ un risultato che la tecnolo- Per maggiori informazioni: collection privée © photo Maurice Aeschimann gia dell’epoca e la pittura raggiungono www.fondation-hermitage.ch

Paul Signac Saint-Tropez. Fontaine des Lices, 1895 huile sur toile, 65 x 81 cm collection privée Paul Signac Saint-Briac, Les balises, opus 210, 1890 huile sur toile, 65 x 81 cm collection privée © photo Maurice Aeschimann © photo Maurice Aeschimann

48 - La Rivista marzo 2016 «Dada è l’anima del mondo» (Hugo Ball, manifesto di inaugurazione per la 1a serata Dada, 14.07.1916) La sala del Cabaret punto d’incontro culturale della città sulla Limmat Prima del Dada c’era il Dada

Mentre la Prima guerra mondiale met- Dada è globale, ma anche no di nuovo inghiottiti nel caos Dada. teva a ferro e fuoco l’Europa, a Zurigo universale Dada è allo stesso tempo lo svolgersi e veniva coniata la parola magica «Dada», Il Dadaismo ha portato all’estremo il la sostanza di tutto ciò che accade nel che poi si diffuse a macchia d’olio nel principio della negazione radicale. Nel mondo», scriveva Richard Huelsenbeck, resto del mondo. delirio dionisiaco, il «no» alla cultura cofondatore del movimento. In altri Alcuni emigranti, fra cui Hugo Ball, Emmy esistente si trasforma in un «sì» al mo- termini, «prima del Dada c’era il Dada». Hennings, Hans Arp e Tristan Tzara, inau- mento presente. E proprio perché il Dadaismo racchiu- gurarono il Cabaret Voltaire nel centro deva in sé i tratti di tutte le corren- storico della città, al numero 1 della Spie- Dal nulla nasce il nuovo ti d’avanguardia – dal Futurismo al gelgasse. Da qui, la loro rivolta radicale Dada non è semplicemente uno dei Costruttivismo, reinterpretandoli con varcò i confini svizzeri e anche europei: tanti «ismi» che caratterizzano la assenso o dissenso – può essere visto presto vennero aperte filiali dadaiste a storia dell’arte. «Dada è il caos da cui come corrente emblematica dell’Avan- Berlino, Parigi, Tokyo, Madrid e New York. sorgono mille ordini, che poi vengo- guardia. Senza dada Il Dadaismo ebbe l’effetto di una vera e propria detonazione, che ha lasciato tracce fino ai giorni nostri. Ed essen- do stato fin dall’inizio un movimento avanguardista di artisti rivolto agli ar- tisti, ha esercitato un notevole influs- so su altre correnti degli ultimi cento anni, dal Surrealismo a Fluxus, dalla pop art alla mail art, dai situazionisti della Parigi degli anni Sessanta a varie altre tendenze artistiche e intellettuali successive. Senza Dada non ci sarebbero stati i sit- in del 1968, Joseph Beuys non avrebbe baciato una lepre morta e il punk Sid Vicious non avrebbe cantato God Save The Queen. Senza Dada, i Bewegig del- la rivolta giovanile esplosa a Zurigo nel 1980 non sarebbero scesi in cam- po con l’intenzione di fare dello Stato «un’insalata di cetrioli». E senza Dada, oggi il Cabaret Voltaire della Spiegel- gasse sarebbe una delle tante farmacie di Zurigo. Eppure, quando nel 1924 il poeta surrealista Robert Desnos si sen- tì chiedere cosa sarebbe rimasto del Dadaismo, dal torpore ipnotico in cui si calava per dare libera espressione alla propria creatività sussurrò: «Nient’al- L’entrata del Cabaret Voltaire al nr. 26 della Spiegelgasse di Zurigo tro che banane».

marzo 2016 La Rivista - 49 Il movimento anticulturale di Marcel Duchamp è stato l’inventore del ready-made: un oggetto di uso quotidiano elevato a opera d’arte. Sotto lo pseudonimo di R. Mutt, fu protagonista nel 1917 a New York di uno dei maggiori scandali nella storia dell’arte con il suo portata mondiale orinatoio chiamato «Fountain». 1917 / Replica 1964. The Vera and Arturo Schwarz Collection of Dada and Surrealist Art compie 100 anni in the Israel Museum, Gerusalemme. © Museo nazionale svizzero. Dada Universale

Hans Arp, Scultura di silenzio / Corneille, 1942 Aargauer Kunsthaus Aarau / Donazione Marguerite Arp-Hagenbach. Foto: Hauser & Wirth © 2015, Pro- Litteris, Zurigo Restano riservati tutti i diritti d’autore. Tutte le riproduzioni e qualsiasi altra utilizzazione non autorizzate – ad eccezione dell’uso privato Un secolo fa a Zurigo venne fondato il Dadaismo, un movimento arti- ed individuale delle opere – sono vietate. stico radicale che conquistò subito la fama a livello internazionale. Ma che cosa si nasconde dietro questa parola? Stravaganze? Assurdità? No: il Dada è una reazione alla brutalità della Prima Guerra Mondiale. In occasione del centenario, nel 2016 il Museo nazionale di Zurigo punta i riflettori su questo importante movimento, evidenziandone la portata globale e universale e gli effetti che si avvertono fino ai giorni nostri. Oltre a presentare numerose opere tra cui il leggendario orinatoio di Marcel Duchamp, la «Monna Lisa» del Dadaismo, la mostra consente al visitatore di entrare nello spirito dada, in un vortice spazio-tempo che con oggetti, video e poesie recitate offre un’esperienza di straordinaria valenza sensoriale. Perché «dada est tatou. tout est dada».

Molto di più dell’arte al Museo presente anche il dodo, l’uccello incapace di meraviglie» quale espressione del lato bizzar- nazionale fino al 28 marzo volare, già celebrato in «Alice nel paese delle ro della natura. Il costume degli indiani Hopi Dada, movimento anticulturale di portata mondiale, è esploso nel 1916 a Zurigo al Caba- Erwin Blumenfeld, Marquis de Sade, 1921, collage su carta. The Israel Museum, Gerusalemme. © 2016 ret Voltaire. La detonazione ha lasciato tracce Henry & Yorick Blumenfeld e Yvette Blumenfeld Georges Deeton fino ai giorni nostri. Il Dadaismo ha influenza- to il Surrealismo così come Fluxus, la pop art e molte altre correnti artistiche, intellettuali e perfino politiche quali i situazionisti parigini (maggio 1968) o le rivolte giovanili di Zurigo del 1980. In occasione del 100° anniversario di Dada, il Museo nazionale Zurigo intende puntare i riflettori sullo spirito creativo, rivo- luzionario e universale che ha contraddistinto il movimento attraverso una selezione di ope- re. L’esposizione «Dada Universale» rientra nel contesto di questo centenario di ampio respiro che si celebra nel 2016. Per «Dada Universale», il Museo nazionale ospita opere di varia provenienza, come la celeberrima «Fountain» di Marcel Duchamp della collezione dell’Israel Museum: un ori- natoio innalzato al rango di opera d’arte, ritenuto la «Monna Lisa» del Dadaismo. È

50 - La Rivista marzo 2016 di Sophie Taeuber-Arp – raramente messo in mostra – si accosta a maschere africane pro- venienti dal Museo Rietberg e al macinino di Hannah Höch, dall’aspetto di un candelotto di dinamite con meccanismo di innesco. Il trionfo della negazione assoluta Non è un caso che il movimento dadaista prenda le mosse dal Cabaret Voltaire di Zuri- go: in origine, infatti, si proponeva come ma- nifestazione di protesta contro la guerra, pro- prio in nome del celebre filosofo illuminista. L’opposizione alla guerra si è poi estesa fino ad assumere i contorni di un rifiuto nei con- fronti della cultura occidentale, da cui aveva avuto origine questa catastrofe a livello glo- bale. Infine, con le poesie sonore Dada arriva a distruggere completamente la lingua, sulla quale si fonda la civiltà dell’Occidente. Ma dall’impeto della negazione nasce un nuovo «sì». I Dadaisti individuarono alcuni aspetti della loro visione già negli antichi, in Friedrich Nietzsche ma anche nella mistica medievale: negli scritti di uno di questi autori Hugo Ball si imbatte in una citazione di Gesù «aeà iuo iao oia psinoter ternops nopsiter zagura pagura», motivo che spiega la presenza nella mostra di un Cristo sull’asino dell’XI secolo proveniente dalla collezione del Museo nazionale. 1916: nel cuore del conflitto bellico L’esposizione «Dada Universale» inquadra gli oggetti e le testimonianze del movimento dadaista nel contesto del periodo storico della Prima guerra mondiale. Una mantella mimeti- ca per i combattimenti al fronte, proveniente dal Musée de l’Armée di Parigi, richiama alla mente il vestito a forma di cilindro indossato da Hugo Ball nel 1916 nella sua celebre appa- rizione al Cabaret Voltaire quando per la prima volta declamò le sue poesie sonore dai trat- ti mistici ed estatici. E un fucile Lebel fusosi Rivista quindicinale illustrata «Jedermann sein eigener Fussball», Wieland Herzfelde / Malik-Verlag, al fronte e posto accanto al «Fiore Futurista» Berlino, n. 1/1919. Fotomontaggi in copertina di John Heartfield. The Israel Museum, Gerusalemme / 2015, ProLitteris, Zurigo Restano riservati tutti i diritti d’autore. Tutte le riproduzioni e qualsiasi altra (1918) di Giacomo Balla, tratto dalla colle- utilizzazione non autorizzate – ad eccezione dell’uso privato ed individuale delle opere – sono vietate. zione della Kunsthaus di Zurigo, simboleggia tutto il non senso della guerra. scrisse Tristan Tzara: «Dada dubita di tutto. dall’Ufficio federale della cultura. Il pro- I «dossier»: i documenti del Dadaismo Dada è tutto. Diffidate di tutto. Diffidate di gramma prevede esposizioni, visite guidate Una serie di collage, elementi tipografici e dada». I veri dadaisti sono contro dada. È un e rappresentazioni, letture, dibattiti, semi- immagini dei primi esperimenti cinematogra- atto sovversivo? No, costruttivo! nari, pubblicazioni, un film documentario e fici del movimento creano nel padiglione del simposi. Progetti web partecipativi e per- Museo nazionale un vortice visivo e uditivo, Il centenario del Dadaismo sonaggi della cultura pop e sperimentale là dove nel mezzo dell’esposizione vi è una L’esposizione «Dada Universale» presso contribuiranno a mettere in luce il Dadai- sorta di «kaaba del Dadaismo». In essa spicca il Museo nazionale si svolge nel conte- smo. Questa multiformità di iniziative fa sì un foglio sul quale i Dadaisti parigini hanno sto del centenario del Dadaismo «da- che la celebrazione dell’anniversario diventi collocato i nomi di tutti i personaggi dai quali da100zürich2016», una collaborazione fra espressione e patrimonio della collettività. hanno tratto ispirazione, da Hegel a Sade, cre- partner pubblici e privati, musei, teatri, L’associazione dada100zürich2016 promuo- ando una sorta di firmamento. A fianco della istituzioni, festival, associazioni, organiz- ve e coordina i progetti. Da ultimo anche il kaaba, il «dossier» di André Breton nel quale zazioni e iniziative individuali che animerà Cabaret Voltaire, il luogo in cui il movimen- egli ha raccolto vari documenti relativi a Dada. la scena culturale fra l’inizio e la metà del to ha visto la luce, ha allestito un ambizio- Lo spirito del dadaismo è ancora ben presen- 2016. Ideazione, coordinamento, affianca- so programma per celebrare la ricorrenza. te nell’arte dei giorni nostri. Ma il movimento mento e comunicazione sono affidati all’as- Dada è grande abbastanza. È locale, globale dada non può semplicemente essere consi- sociazione dada100zürich2016. Il centena- e universale. derato un episodio nel flusso lineare dell’arte rio è ampiamente supportato dalla Programmi e informazioni sul sito: del XX secolo. Il dadaismo è scontroso. Come città e dal Cantone di Zurigo nonché www.dada100zuerich2016.ch

marzo 2016 La Rivista - 51 Alla Fondazione MAST di Bologna due mostre dedicate al fotografo Jakob Tuggener (1904-1988), per la prima volta in Italia fino al 17 aprile Senza Titolo, Tornos, Moutier 1942 © Fondazione Jakob Tuggener, Uster FABRIK 1933–1953: industria e lavoro sotto la lente

Con il fotografo zurighese Jakob Tuggener si è aperto il ciclo di mostre fotografiche del 2016 proposte dalla Fondazione Mast che promuove speciali esposizioni sui temi dell’indu- stria e del lavoro, sia con immagini della propria collezione di fotografia industriale, sia con opere di raccolte private o archivi spesso inediti. “Jakob Tuggener è considerato uno dei dieci fotografi industriali di maggior spicco che siano mai esistiti -sottolinea Urs Stahel, direttore della PhotoGallery del MAST e co-curatore della mostra. Il suo libro FABRIK è una pietra miliare nella storia dell’e- ditoria fotografica, paragonabile aParis de nuit di Brassaïs del 1933 e a The English at Home di Bill Brandt del 1936”. “Il tratto distintivo della sua opera - continua Stahel - è rappresentato da uno sguardo penetrante sulle persone e sugli oggetti del mondo così ravvicinato e attento come se volesse sorprenderli, unito a una grande padronanza del gio- co di luci e ombre”.

Ballo ungherese, Grand Hotel Dolder Zurigo, 1935 © Fondazione Jakob Tug- gener, Uster

150 stampe originali BRIK consolidò la fama di Tuggener quale livello 0 del MAST presentano immagini di La mostra FABRIK 1933–1953 presenta nel- eccezionale fotoartista, aprendogli le porte balli ed altre occasioni mondane. Tuggener la Photo gallery del MAST oltre 150 stampe di prestigiose esposizioni collettive come affascinato dall’atmosfera spumeggiante originali del lavoro di Tuggener, sia tratte ‘Postwar European Photography’ del 1953 delle feste dell’alta società aveva iniziato dal suo importante libro fotograficoFA - e ‘The Family of Man’ del 1955 al Museum a fotografare a Berlino le dame eleganti BRIK - saggio unico nel suo genere con un of Modern Art di New York, o la ‘Prima mo- e i loro abiti di seta, ma è a Zurigo e a St approccio critico di grande impatto visivo e stra internazionale biennale di fotografia Moritz che con la sua Leica, indossando lo umano sul tema del rapporto tra l’uomo e la di Venezia’ del 1957.” smoking, ha colto le misteriose sfaccetta- macchina - sia da altri scatti dell’artista che In FABRIK Tuggener, oltre a ripercorrere la ture delle NUITS DE BAL. Riprendeva con affrontano momenti del lavoro in Svizzera. storia dell’industrializzazione, aveva come il suo obiettivo anche “il lavoro invisibile” “Tuggener è stato al tempo stesso foto- finalità, non sempre svelata, di illustrare il dei musicisti, dei camerieri, dei cuochi, dei grafo, regista e pittore. Ma si considera- potenziale distruttivo del progresso tecnico valletti, dei maître, che attraversavano si- va anzitutto un artista” - afferma Martin indiscriminato il cui esito, secondo l’autore, lenti il mondo festoso ed autoreferenziale Gasser, l’altro co-curatore della mostra -. era la guerra in corso, per la quale l’industria degli incuranti ospiti. Questi ultimi osteg- “Influenzato dal cinema espressionista te- bellica svizzera produceva indisturbata. giarono la pubblicazione del materiale desco degli anni Venti, sviluppò una cifra dedicato ai balli, in quanto preferivano artistica estremamente poetica destinata Con la Leica, indossando lo smoking rimanere anonimi e non essere visti in in- a fare scuola nel secondo dopoguerra. FA- Le proiezioni NUITS DE BAL 1934–1950 al trattenimenti danzanti.

52 - La Rivista marzo 2016 Nell’ufficio della fonderia, fabbrica di costruzione meccaniche Oerlikon , 1937 © Fondazione Jakob Tuggener, Uster

Ballo ACS, Grand Hotel Dolder Zurigo, 1948 © Fondazione Jakob Tuggener, Uster

Lusso sfrenato e mani sporche “È stato soprattutto il contrasto tra la luminosa sala da ballo e il buio capannone industriale a caratterizzare la percezione della sua opera artistica. Il fotografo stesso, affermando: ‘Seta e macchine, questo è Tuggener’, si collocava tra questi due estremi - spiega ancora Gasser - . Di fatto amava entrambi: il lusso sfrenato e le mani sporche dal lavoro, le donne seducenti e gli operai sudati. Li riteneva di egual valore arti- stico e rifiutava di essere classificato come un critico della società che contrapponeva due mondi antitetici. Al contrario, gli opposti rientrava- no appieno nella sua concezione della vita: amava vivere intensamente gli estremi, senza tralasciare le sfumature più tenui tra i due poli”. Accanto alle 150 immagini delle fabbriche e allo slide show del lavo- ro sui balli, MAST propone una raccolta di “menabò” di libri fotogra- fici, che lo stesso Tuggener impaginava manualmente. Inoltre per rappresentare l’eclettismo e l’eccezionalità di questo ar- tista, il percorso è arricchito da filmati caratterizzati da una regia dinamica e una tecnica di montaggio che deve molto alle teorie di Ejzenštejn, con passaggi dal campo totale al primo piano.

Mostre a cura di Martin Gasser, Urs Stahel Promosse dalla Fondazione MAST In collaborazione con: la Fondazione Jakob Tuggener, Uster e la Fon- Laboratorio di ricerca, fabbrica di costruzione meccaniche Oerlikon , 1941 dazione Svizzera per la fotografia, Winterthur. © Fondazione Jakob Tuggener, Uster

marzo 2016 La Rivista - 53 Intervista con Marco Bellocchio Lou Castel, protagonista del film I pugni in tasca La mentalità provinciale di Sara Ferretti è sintomo di chiusura mentale

A cinquant’anni dal suo esordio come regista, il regista piacentino, che sta ora realizzando un film, su torna nella sale cinematografiche svizzera con il suo ultimo filmSan - gue del mio sangue in contemporanea con la distribuzione della versione restaurata della sua prima opera: I Pugni in tasca. Un‘occasione per Bellocchio, insignito all’ultimo festival di Locarno con il pardo d’onore, per uan trasferta oltre Gottardo per accompagnare l’uscita del film ed incontrare la stampa. Lo abbiamo intervistato.

Lei si trova a Zurigo per presentare a scelte che riguardavano anche la mia vita lui è un attore e da diversi anni frequenta il suo ultimo lavoro Sangue del mio privata. Di conseguenza, trovandomi già a la scuola di cinema di Bobbio interpretan- sangue, ambientato a Bobbio, sua Bobbio e avendo anche visitato luoghi come do personaggi differenti. Il lavoro con Pier città natale. La stessa che ha fatto le prigioni antiche, che hanno suscitato la Giorgio è stato sicuramente più complesso, da sfondo, cinquant’anni fa, al film mia curiosità e la mia immaginazione, vista dovendo interpretare due personaggi. Men- I Pugni in tasca che ha segnato il la mia professione, è quasi naturale che sia tre per quanto riguarda Elena, lei ama il pa- suo esordio come regista: possiamo stato indotto a girare qui il film. ese e ha interpretato il suo personaggio con chiamarlo un ritorno alle origini? molta naturalezza, anche se non credo vor- Come mai proprio Bobbio? Oltre alla città natale, ci sono anche rà mai intraprendere la carriera di attrice. Direi che il mio ritorno è stato essenzialmen- i legami famigliari: all’interno del È stato senz’altro un lavoro non stressante, te casuale. Io da circa vent’anni conduco cast sono presenti anche i suoi dove ha prevalso il divertimento. una scuola di regia a Bobbio. Diversi anni fa figli Pier Giorgio ed Elena e suo sono venuto a conoscenza della possibilità fratello Alberto. Com’e nata l’idea di La religione, come la follia è un di girare nelle antiche prigioni abbandona- coinvolgere la famiglia, non casuale tema ricorrente nei suoi lavori, te di Bobbio e pertanto girai un frammento in un film che è intitolatoSangue basti citare L’ora di religione, Bella intitolato ‘La Monaca’ inserito successiva- del mio sangue? addormentata e I Pugni in tasca. Lei mente all’interno del filmSangue del mio La scelta di coinvolgere nelle riprese del film che rapporto ha con la religione? sangue. In seguito, mi è venuto il desiderio parte della mia famiglia è dovuta principal- Storicamente, io provengo da una famiglia di raccontare l’antefatto di quell’episodio mente a due fattori. Da una parte vi erano d’impronta cattolica, per cui ho ricevuto che è presentato nella prima parte del film, ragioni di necessità, come ad esempio il un’educazione cattolica. Tuttavia, a partire cui poi ho voluto aggiungere un episodio budget e tempi piuttosto contratti i quali dai tempi dell’adolescenza è avvenuto un totalmente inventato e ambientato nel pre- hanno reso naturale la presenza di fami- distacco da parte mia: i concetti come la sente. Oltre al corso di regia che conduco, liari. Dall’altra, la scelta di coinvolgere Pier paura dell’inferno e della dannazione, sui la mia presenza a Bobbio era dovuta anche Giorgio deriva principalmente dal fatto che quali si basava essenzialmente la mia fede

54 - La Rivista marzo 2016 persero rilevanza all’interno della società è finito proprio perché il mondo in cui oggi in Svizzera. È proprio la sua astrazione, la contemporanea, e mi ritrovai quindi senza viviamo è profondamente cambiato, non sua inattualità, la sua violenza che entra nel fede. Ciò nonostante, anche se non si ha ha più confini. Dimensioni come provincia cuore delle tragedie familiari che lo rende più fede, rimane un abito mentale che di- e paese sono divenute oramai anacronisti- attuale oggi. Inoltre, il caso ha voluto che rettamente, in qualche modo ha origine in che dal momento che la comunicazione ci il film precedesse il movimento del ’68, per un tipo di cultura ed educazione cattolica. permette di raggiungere i confini del mon- cui il protagonista del film, che possiamo Questo è un sentimento piuttosto diffuso do. Oggi tuttavia, in Italia, ma non solo, ci definire un ribelle, è stato percepito all’epo- nella nostra società. In questo senso, credo sono delle spinte, che definirei disperate, di ca come un eroe. Tuttavia, non lo definirei di avere ancora in me dei residui di quell’e- ritornare ad un’identità di paese. Ma è una un rivoluzionario, ma piuttosto un distrut- ducazione cattolica, ma ad ogni modo non battaglia persa, che potrà avere al massimo tore radicale di un certo conformismo, in- mi ritengo credente, non credo nella vita qualche seguito, magari elettorale, di brave terpretato nel film dalla famiglia, da cui si eterna. durata. È rimasta senz’altro una mentalità deve cambiare. Credo piuttosto che la vita si giochi tutta in provinciale, che però a differenza del passa- questa dimensione. Qualche sacerdote ritie- to, oggi coincide con una chiusura mentale Concludendo, tornando al suo ne invece che in realtà io senza rendermene al resto del mondo. ultimo lavoro, Sangue del mio conto sia un credente o comunque abbia sangue tra i protagonisti compare degli interessi per la trascendenza. Eppure a In contemporanea alla programma- anche la figura di un fratello livello di percezione profonda non mi sem- zione di Sangue del mio sangue in suicida: una simmetria intenzionale bra di avere una fede religiosa. Svizzera viene riproposta anche la e ben precisa, conoscendo la sua versione restaurata di I Pugni in ta- vicenda personale? Sempre nel suo ultimo lavoro sca: si tratta di una casualità o c’è Certo, questa vicenda del fratello che arri- emerge forte anche un altro l’intenzione di lanciare un messag- va a vendicare il gemello suicida in qualche tema, ovvero la contrapposizione gio? A 50 anni dalla sua uscita Pugni modo mi riguardava personalmente. Questo tra passato e presente: si può in tasca mantiene la sua attualità? non è il primo film in cui affronto il tema del dire che, nel suo ultimo film, il La casualità è stata senz’altro quella di es- suicidio del gemello: nel 1981 girai un film personaggio del conte vampiro sia sere l’anniversario dei 50 anni. Il caso ha Gli occhi e la bocca, un film che non rinne- anche piuttosto emblematica della voluto che il restauro del film realizzato go, però c’era una tale presa diretta con la società italiana dei giorni nostri. dalla Cineteca di Bologna abbia coinciso realtà che, anche se lì la storia era comple- Lui fa riferimento appunto ad un isolazio- con l’uscita dell’ultimo film, guarda caso tamente diversa da quella che era capitata a nismo di tipo vampiresco, come se questo girato anch’esso a Bobbio. Non vorrei usare me mi accorsi in seguito che aveva inibito e ‘vampirismo comunale’ trasmettesse un un paradosso ma credo che Pugni in tasca bloccato la mia immaginazione. Inoltre, mia certo benessere a coloro che accettavano abbia avuto così successo sia in passato che madre era ancora viva, così come i miei fra- questo tipo di isolamento protettivo, questo oggi, proprio per la sua inattualità. Se il film telli, per cui affrontavo un tema al quale non limite alla libertà. In qualche modo, i vecchi avesse trattato dei problemi che affligge- ero preparato. Questo tema al contrario l’ho poteri difendevano una certa stabilità ed vano l’Italia di allora, se avesse voluto sim- trattato con molta più libertà in Sangue del autonomia da ‘invasioni barbariche’ ester- boleggiare una denuncia sociale, non credo mio sangue perché trasferendolo in un’epoca ne. Il conte si rende conto che tutto questo avrebbe avuto questo seguito anche oggi inventata mi sono sentito molto più libero.

A Bobbio, città natale del regista, è ambientato il suo ultimo

marzo 2016 La Rivista - 55 Con Fuocammare Rosi vince l’Orso d’Oro alla Berlinale

L’orso d’oro della 66/ima edizione Ber- Distribuito in Italia da Istituto Luce Cine- da e andare a caccia. Gli piacciono i giochi linale va al film documentarioFuo - città e 01 Distribution il nuovo film docu- di terra, anche se tutto intorno a lui parla coammare di Gianfranco Rosi. Il film, mentario di Gianfranco Rosi é uscito nelle del mare e di uomini, donne e bambini che che il regista già Leone d’oro a Venezia sale italiane lo scorso 18 febbraio, mentre, cercano di attraversarlo per raggiungere la con Sacro G.r.a., ha girato nel corso di In Svizzera distribuito dalla xenixfilm sarà sua isola. Ma non è un’isola come le altre, un anno e mezzo a Lampedusa docu- in programmazione in Ticino a partire dal è Lampedusa, approdo negli ultimi 20 anni mentando da un lato la vita sospesa di 17 marzo. di migliaia di migranti in cerca di libertà. alcuni suoi abitanti e dall’altro quella Nel suo viaggio intorno al mondo per rac- Samuele e i lampedusani sono i testimoni drammatica dei migranti in esodo ver- contare persone e luoghi invisibili ai più, a volte inconsapevoli, a volte muti, a volte so l’Europa, aveva colpito sin dall’inizio dopo l’India dei barcaioli (Boatman), il de- partecipi, di una tra le più grandi tragedie critica e pubblico del Festival. serto americano dei drop-out (Below Sea umane dei nostri tempi. L’invito a parteci- Level), il Messico dei killer del narcotraffico pare alla Berlinale è arrivato mentre Rosi “Il mio pensiero va a tutti coloro che non sono (El Sicario, room 164), la Roma del Grande stava ancora girando a Lampedusa, dove è mai arrivati a Lampedusa nel loro viaggio di Raccordo Anulare (Sacro Gra), Gianfranco stato trasferito il montaggio per garantire speranza, e alla gente di Lampedusa che da Rosi è andato a Lampedusa, nell’epicentro il continuo scambio tra realtà e narrazio- venti trenta anni apre il suo cuore a chi arri- del clamore mediatico, per cercare, laddove ne documentaristica. “È sempre difficile va”. Lo ha detto Gianfranco Rosi, ricevendo sembrerebbe non esserci più, l’invisibile e staccarmi dai personaggi e dai luoghi delle l’orso d’Oro. “L’accoglienza non deve essere le sue storie. Rosi, seguendo il suo metodo riprese, ma questa volta lo è ancora di più. fatta dalle singole nazioni, ma dall’Europa. di totale immersione, si è trasferito per più Più che in altri miei progetti, ho sentito però L’esempio che ieri ha dato l’Austria, che sta di un anno sull’isola facendo esperienza di la necessità di restituire al più presto que- iniziando a chiudersi, non è un grande esem- cosa vuol dire vivere sul confine più simbo- sta esperienza per metterla in dialogo con pio”, aveva detto precedentemente il regista lico d’Europa raccontando i diversi destini il presente e le sue domande. Sono partico- Gianfranco Rosi a Berlino, procedendo lun- di chi sull’isola ci abita da sempre, i lam- larmente contento di portare a Berlino, nel go il red carpet della Berlinale. “L’Italia ha pedusani, e chi ci arriva per andare altrove, centro dell’Europa, il racconto di Lampe- fatto tantissimo - ha aggiunto - per venti i migranti. Da questa immersione è nato dusa, dei suoi abitanti e dei suoi migranti, anni ha fatto da sola, ora non è più il mo- Fuocoammare. Racconta di Samuele che ha proprio ora che la cronaca impone nuovi mento di agire singolarmente”. 12 anni, va a scuola, ama tirare con la fion- ragionamenti.”

Il regista italiano con Meryl Streep che ha presieduto la giuria della Berlinale

56 - La Rivista marzo 2016 Sequenze di Jean de la Mulière

Spotlight Hail Caesar Chocolat di Tom McCarthy di Joel e Ethan Coen di Roschdy Zem

Il film racconta la storia del team di giorna- In estrema sintesi, questa firmata dai fratelli Quarto lungometraggio di Roschdy Zem li- listi investigativi del Boston Globe sopranno- Coen è una commedia nera ambientata nella beramente tratto dal libro Chocolat clown minato Spotlight, che nel 2002 ha sconvolto Hollywood degli Anni Cinquanta: la storia di nègre di Gérard Noiriel, la sceneggiatura se- la città con le sue rivelazioni sulla copertura Eddie Mannix, un fixer, cioè colui che deve gue la stupefacente traiettoria di Rafael Pa- sistematica da parte della Chiesa Cattolica tenere lontani dagli scandali in cui si vanno dilla, nato in una famiglia africana ridotta in degli abusi sessuali commessi su minori da a ficcare le star che stanno lavorando ai film schiavitù e deportata a Cuba, venduto a otto oltre 70 sacerdoti locali, in un’inchiesta pre- di un grande Studio. Deve quindi far sparire anni, prima di fuggire qualche anno più tardi. miata col Premio Pulitzer nel 2003. foto osé e cercare di camuffare gravidanze Vivendo di piccoli lavori, incontra il celebre Quando il neodirettore Marty Baron arriva fuori dal matrimonio. Quando poi accade che clown bianco George Footit che scopre il suo da Miami per dirigere il Globe nell’estate del scompaia il protagonista di un film su Gesù, enorme potenziale, lo prende al suo servizio, 2001, per prima cosa incarica il team Spot- nei panni di un centurione romano (Interpre- lo soprannomina Chocolat e crea con lui un light di indagare sulla notizia di cronaca di tato dal divo Baird Whitlock/George Clooney), duo comico, tra un artista bianco e uno di un prete locale accusato di aver abusato la situazione si complica. Anche perché costui colore - primo artista nero in Francia a cal- sessualmente di decine di giovani parroc- è stato rapito da quel set e tenuto ostaggio care la scena di un teatro, che conoscerà chiani nel corso di trent’anni. Consapevoli da un gruppo di sceneggiatori comunisti se- una folgorante ascesa nella Parigi della Belle dei rischi cui vanno incontro mettendosi dotti dal Capitale di Carlo Marx e dalla filo- Epoque. Fino a quando questioni legate al contro un’istituzione come la Chiesa Cat- sofia del loro leader Herbert Marcuse, che in denaro, al gioco d’azzardo e alla discrimina- tolica a Boston, il caporedattore del team quegli anni insegnava in California. zione razziale compromisero l’amicizia e la un paio di cronisti e uno specialista in ri- In questo divertissement _ perché tale dav- carriera di Chocolat. cerche informatiche cominciano a indagare vero è - metacinematografico, in questo gio- Il film racconta la struggente storia vera di sul caso. Via via che l’indagine prende corpo co di scatole cinesi che un po’ s’incastrano e un’amicizia unica e profonda in un’epoca di emerge con sempre maggiore evidenza che un po’ no, quello che colpisce, non è tanto lo pregiudizi e discriminazioni. Narrando se- l’insabbiamento dei casi di abuso è sistema- spirito anarchico e irriverente a cui ci hanno condo il regista “la storia di una coppia che tico e che il fenomeno è molto più grave abituato i registi e comunque nel film c’è. s’incontra, crea insieme e che viene separata ed esteso di quanto si potesse immaginare. Non è neppure un percorso narrativo fuori dalla vita. Ma anche l’emancipazione di un Il regista si assume la responsabilità di rac- da ogni regola tanto da risultare quasi scom- uomo, Chocolat, che scopre la vita, diventa contare con accuratezza e rispetto il lavoro binato. Non è nemmeno la sintesi, in 109 un adulto posato, meno candido e di conse- di questi personaggi alle prese con un tema minuti, di tutto quello che era la Hollywood guenza meno docile. Attraverso questa storia, scabroso e delicato in un film in cui le regole degli anni Cinquanta: dentro e fuori dai set. si racconta anche un po’ la Francia. Senza del buon giornalismo e quelle del buon cine- Perché il film è anche tutto questo. sensi di colpa né accuse. Chocolat ha segna- ma coincidono. E lo fa scegliendo con equi- Quello davvero colpisce è il ritrovare - assie- to la sua epoca, è stato dimenticato. Non è il librio un cast di talento (da Mark Ruffalo a me ai calzari degli antichi romani, ai western solo. Parlarne permette di conoscere meglio il Michael Keaton, passando per Liev Schreiber avventurosi e sentimentali, alle commedie passato. E ho sempre pensato che sia essen- e Rachel McAdams) capace di lavorare come sofisticate, ai musical alla Gene Kelly e alle ziale per vivere meglio il presente. Chocolat una vera squadra, riuscendo così nel girare fantasie acquatiche alla Ester Williams - an- è un epicureo che abbraccia la vita. Senza un film dai tempi e dai ritmi perfetti, avvin- che un cinema di stringente attualità. dimenticare il proprio passato di schiavo, co- cente senza mai essere stressante o sensa- Tra fondali finti e improbabili farm del West, nosce le opportunità che gli vengono offerte zionalistico. Elegante e sobrio il film scorre i Coen ci ricordano anche come la fabbrica e diventa una grande star. Con questo perso- con un’oggettività partecipe, senza revansci- della finzione si nutra di un pubblico che ha naggio positivo, senza occultare il contesto smi accusatori evitando di cadere nella facile fame di affabulazioni che stanno dentro e colonialista, è stato possibile raccontare la trappola dell’anticlericalismo a tutti i costi. fuori dallo schermo. storia evitando il pathos”.

marzo 2016 La Rivista - 57 Waldimiro Rossi (Miro) e Luigi Farulli (Gigi) responsabili del programma Piazza Italia 20 anni Radio Bern RaBe l’italianità in primo piano

Il 29 febbraio 2016 ha segnato l’inizio del giubileo di Radio Bern RaBe 95.6 MHz, l’emittente locale che da oltre vent’an- ni offre programmi di cultura e cronaca al di là del mainstream, e programmi in lingue straniere. Con i programmi Piazza Italia e Onda Libera, l’italianità e la lingua italiana svolgono tuttora un ruolo importante nel palinsesto. La Rivista ha incontrato gli autori dei rispettivi programmi.

liani e internazionali, senza per questo menti del web e della diffusione di questi Piazza Italia tralasciare brani di altri tempi. Con le ultimi, il Social Network è diventato parte Ogni sabato, dalle ore 11 alle ore 13 rubriche culturali, d’informazione e in- della vita di tutti. I Social Network, dun- Responsabili del programma: trattenimento, Piazza Italia si impegna, que, come piattaforma di scambio d’in- Waldimiro Rossi (Miro) e Luigi nel massimo rispetto dei radioascoltatori, formazione, rappresentano l’estensione Farulli (Gigi) ad informare in maniera obiettiva e im- naturale della trasmissione Piazza Italia parziale oltre che divertire. Dai microfoni per mantenere vivo il contatto con i ra- di Piazza Italia, inoltre, sono passati i più dioascoltatori attraverso news, compendi Miro, quest’anno Piazza Italia famosi cantanti del panorama musicale ed eventi. supererà le 2000 ore di trasmissione. italiano. Che cosa rappresenta Piazza Italia? Per maggiori informazioni: Piazza Italia è la trasmissione radiofonica Gigi, che cosa significa per voi www.piazzaitalia.fm culturale per gli italiani e italofoni, in onda Radio Bern RaBe? www.facebook.com/Piazza-Italia-33984629274 ogni sabato dalle ore 11 alle ore 13 su Ra- Indispensabile per il successo della tra- www.twitter.com/piazzaitaliafm dio Bern RaBe 95.6 MHz. Un servizio per la smissione Piazza Italia è il supporto di collettività italiana e italofona in Svizzera Radio Bern RaBe, che con la sua continua con musica, notizie, informazioni e tanto attenzione nei confronti delle minoranze, divertimento. La nostra trasmissione va in ha reso possibile l’esistenza di uno spazio Onda Libera onda dal 16 marzo 1996, e insieme a Ra- tutto dedicato alla cultura italiana. Duran- Ogni domenica, dalle ore 13 alle ore 14 dio Bern RaBe, quest’anno compie 20 anni. te i 20 anni di attività, oltre a rappresen- Responsabile del programma: Come hai accennato, supereremo le 2000 tare la trasmissione radiofonica culturale Salvatore Pinto (Dj Salvi) ore di trasmissione. Lo scopo di Piazza Ita- per gli italiani e italofoni della regione di lia è rappresentare la voce del mondo ita- Berna e considerata più volte come esem- liano e italofono in Svizzera, informando pio di integrazione dalla regione stessa, Salvi, parlaci degli inizi di Onda obiettivamente e divertendo gli ascoltato- Piazza Italia ha offerto una piattaforma Libera. ri, valorizzando la spontaneità italiana con per associazioni e artisti italiani e italofoni Fin da ragazzo ho sempre avuto un rap- il massimo impegno, imparzialità, rispetto in Svizzera. porto privilegiato con il mitico e ormai e determinazione. raro vinile. Anche dopo il mio trasferi- Miro, il futuro di Piazza Italia? mento in Svizzera negli anni Ottanta Gigi, come è organizzata la All’avanguardia nel mondo dell’informa- continuavo a seguire questa mia pas- trasmissione? zione, Piazza Italia vanta la sua presenza sione. In quegli anni notavo che le radio Gran parte del successo di Piazza Italia su internet all’indirizzo piazzaitalia.fm, su locali non trasmettevano tanta musica si nasconde proprio dietro la particolare Twitter e Facebook. Tutti, infatti, usiamo i italiana - diciamo che mi mancava un attenzione data alla selezione dei brani Social Network per comunicare, condivi- po’. Quindi ho cominciato a pensare o al- musicali. Durante la trasmissione si pos- dere eventi e idee, informarci e per farci meno a sognare di fare una trasmissio- sono ascoltare sempre i successi attuali conoscere in rete. Recentemente, a fronte ne in lingua italiana, data la massiccia e le ultimissime novità degli artisti ita- della maggiore conoscenza degli stru- presenza di connazionali sul territorio

58 - La Rivista marzo 2016 bernese. Sapevo che l’idea non era male una radio nata pochi mesi prima e che con mixer e microfoni, il colloquio è e che avrebbe fatto piacere agli ascol- era alla ricerca di un dj per una trasmis- stato quasi una formalità. Non ho avuto tatori e - ovviamente - anche a me. Nel sione in lingua italiana. Potrai capire la grandi difficoltà nel trovare un progetto 1996, era un giorno di novembre, ho in- mia gioia nel sentire quella notizia. Mi di trasmissione e di trovare uno slot che contrato un amico che, mentre stavamo sono subito recato nei locali di questa andasse bene per me. Onda Libera ha ri- parlando di musica, mi ha raccontato di radio. Dato che avevo già confidenza scontrato un successo immediato. Come si è evoluta la tua trasmissione negli gli anni? Rispettando le esigenze degli ascoltatori e il loro gusto musicale ho arricchito il programma con interviste fatte ai loro cantanti preferiti: Zucchero, Pausini, Nek, D’Alessio, Tozzi, Nannini e Benna- to. Avendo un pubblico molto giovane, seguo molto la scena italiana di musica hip-hop, in modo da variare la program- mazione. Negli anni la trasmissione ha fatto un salto di qualità diventando un punto di riferimento sia culturale che musicale per un vasto pubblico naziona- le e anche internazionale. Inoltre, la mia ripetuta presenza al Festival della Can- zone Italiana Sanremo come giornalista e fotografo, permette agli ascoltatori di seguirmi non solo via radio ma anche tramite i Social Media come ad esempio Facebook. Il contenuto di spessore fa sì che molti sponsor aderiscano a sostenere Onda Libera. Che significato ha RaBe per te? Per me significa «VOCE»: cultura, adesio- ne, aggregazione, casa, popolo. Sappia- mo bene che la radio è nata prima della televisione ed è quindi un potente stru- mento di comunicabilità e comunica- zione. Uno segue un programma, senza vedere chi gli sta parlando. Questo, per me, sa di magico. Che direzione dovrebbe intraprendere Radio RaBe? La direzione di una radio o di una singola trasmissione può essere orientata verso il futuro soltanto se si fa caso agli ascol- ti, agli umori, alle tendenze musicali e ai gusti degli ascoltatori. Onda Libera non non sarà mai statica perché si adatterà ai cambiamenti sia sociali che cultura- li. Cercherò sempre di sorprendere gli ascoltatori con input nuovi e coinvolger- li sempre di più all’ascolto. Ecco perché Onda Libera è diventata una trasmissione kult con un alto indice di ascolto. Per maggiori informazioni: www.facebook.com/djsalviondalibera www.facebook.com/groups/42400312582 www.myspace.com/djsalviondalibera

www.rabe.ch Salvatore Pinto (Dj Salvi) responsabile del programma Onda libera www.wahnsinnsradio.ch

marzo 2016 La Rivista - 59 Con il brano Un Giorno Mi Dirai gli Stadio, gruppo musicale bolognese, si sono aggiudicati il primo posto al 66° Festival della Canzone di Sanremo Sanremo 2016 Testo e foto di Salvatore Pinto con ascolti da record

Con il brano Un Giorno Mi Dirai gli Stadio, gruppo musi- cale bolognese, si sono aggiudicati il primo posto al 66° Festival della Canzone di Sanremo. Seguono al secondo e terzo posto Francesca Michielin con Nessun Grado Di Se- parazione e il duetto Giovanni Caccamo e Deborah Iurato con Via Da Qui. Con questa classifica finale il 13 febbraio scorso si è conclu- sa nella splendida cittadina di Sanremo la kermesse canora più seguita in Italia. Per cinque giorni la città dei fiori è sembrata di essere sotto assedio, tra giornalisti, fotografi, artisti e ospi- ti accorsi da ogni parte del mondo. Sono arrivati in vetta gli Visti i risultati di quest’edizione, la RAI non ha esitato a confermare Carlo Conti alla conduzione della prossima

Stadio, che con il loro brano Un giorno Fortunato Zampaglione, ha raggiunto il sono stati 11 milioni 223 mila (share del ti dirò hanno convinto il pubblico e la 6° posto in classifica. 52.52 per cento) i telespettatori che giuria. Nella categoria Nuove Proposte A margine della kermesse è prevalso il hanno seguito su Rai1 la serata finale, è riuscito a conquistare il podio il can- tema politico sulla legge delle unioni in onda dalle 21.12 all’1.33. Questi dati tautore Toscano Francesco Gabbani con civili tra coppie omosessuali e il diritto confermano la “giusta” strategia adot- Amen che dopo un inconveniente tecnico di adozione di figli. I giornalisti presenti tata dal conduttore e direttore artistico sulla votazione, ha avuto la meglio sulla si aspettavano un intervento di qualche Carlo Conti, che durante la manifesta- cantante Miele. artista caratteristico, che dal vivo espri- zione ha dichiarato l’intenzione di voler Si davano appuntamento al Festival messe un messaggio politico chiaro e condurre il Festival anche nel 2017. La ospiti illustri, i cosiddetti “super ospiti”, inequivocabile. L’unico messaggio (non RAI non ha esitato a confermarlo. Conti italiani e internazionali, tra cui Elton verbale) è stato lanciato da gran parte salirà dunque sul palco dell’Ariston per la John, Andrew Hozier-Byrne, Nicole Kid- dei cantanti in gara, che sono saliti sul terza volta consecutiva. man, Eros Ramazzotti, Laura Pausini e palco portando nastri con i colori dell’ar- In passato sono usciti grandi artisti da Renato Zero, Elisa e i Pooh. Questi ultimi cobaleno, uno dei simboli più utilizzati Sanremo. Ricordiamo Zucchero, Andrea si sono presentati in formazione storica dalla comunità LGBT (Lesbiche, Gay, Bi- Boccelli, Eros Ramazzotti, Vasco Rossi e per festeggiare i cinquant’anni di carrie- sessuali e Transgender) nelle manife- Laura Pausini. La critica sulla performance ra con il medley Dammi solo un minuto, stazioni e negli eventi organizzati per dei cantanti in gara, la scelta dei condut- Tanta voglia di lei, Piccola Katy, Noi due promuovere la parità dei diritti tra tutte tori e degli ospiti, anche se a volte ne- nel mondo e nell’anima, Pensiero, Chi fer- le persone. Con questo gesto i cantanti gativa, annualmente sviluppa una bufera merà la musica. Ha festeggiato i suoi cin- lasciavano intendere la loro solidarietà. mediatica, che prima di tutto va a vantag- quant’anni di carriera anche Patty Pravo, Sanremo anche quest’anno ha suscitato gio delle testate giornalistiche e televisive che ha preferito presentarsi come con- un grande interesse pubblico. Secondo presenti. È sorprendente il fatto che tut- corrente e non come super ospite. Con il un comunicato emesso dalla RAI, la 66a te le critiche infine non siano in grado di brano Cieli Immersi, una composizione di edizione si è chiusa con ascolti da record: causare danni all’immagine del Festival.

60 - La Rivista marzo 2016 Diapason di Luca D’Alessandro

Ezio Bosso The Dining Rooms The 12th Room Do Hipsters Love Sun (Ra)? (Egea) (Schema)

In seguito all’esibizione di Ezio Bosso come ospite al 66° Festi- Jazz moderno con un groove conciso e sfumature cosmico-elettro- val della Canzone italiana, The 12th Room è salito in vetta della niche: è quella l’ultima opera dei Dining Rooms, un gruppo musica- classifica di iTunes. L’album del compositore e pianista torinese si le formato da Cesare Malfatti e Stefano Ghittoni. Con Do Hipsters compone da dodici brani, divisi su due CD. Il primo contiene quat- Love Sun (Ra) il duo non solo vuole rendere omaggio a Sun Ra, tro inediti e sette di repertorio pianistico. Insieme raffigurano le uno dei personaggi più profondi e rivoluzionari nella storia della undici stanze che simboleggiano il percorso dell’artista nei ruoli musica, capace di dare nuovo significato alla parola cosmic. Ma da musicista, narratore e compositore, mentre il dodicesimo brano, anche ai cosiddetti hipsters, delle persone innovatrici che sento- la Sonata no. 1 in Sol Minore, non solo sta per la stanza numero no un forte desiderio di novità e sperimentazione. L’album è una dodici, ma mette a punto l’intera opera. Il disco, registrato quasi colonna sonora di elementi cinematici, combinati con sequenze interamente live a settembre 2015 durante i concerti al Teatro So- sperimentali tipiche per la musica jazz. E altrettanto tipiche per ciale di Gualtieri (Reggio Emilia), è un ritratto di un esponente del The Dining Rooms, che già in passato non hanno mai esitato di mondo musicale di altissimo livello. intraprendere nuove vie di sperimentazione.

Enrico Ruggeri Francesco De Gregori Un Viaggio Incredibile De Gregori Canta Bob Dylan - Amore E Furto (Sony) (Sony)

Un Viaggio Incredibile, un titolo emblematico che il cantautore ha Il ventiduesimo album di Francesco De Gregori è molto più di un sem- scelto per il suo doppio album, pubblicato contemporaneamente con plice elenco di brani di Bob Dylan. È la celebrazione di ammirazione per la sua presenza al 66° Festival della Canzone Italiana Sanremo. Il disco il cantante statunitense. I brani sono stati tradotti in italiano, in parte da comprende nove brani inediti, tra cui il brano in gara al Festival Il Pri- De Gregori stesso, in parte erano già stati elaborati anni prima, come Non mo Amore Non Si Scorda Mai. Inoltre, vi figurano alcuni tra i suoi più dirle che non è così e Come il giorno, oltre alla Via della Povertà, tradotta in amati successi, che sono stati tratti dal repertorio discografico che va collaborazione con Fabrizio De André e incisa nel 1974. Per De Gregori dal 1986 al 1991. Il cantautore ha inoltre scelto di inserire nel disco era dovere avvicinarsi al testo originale con “gran rispetto”. Non intendeva un tributo a David Bowie, artista che lo ha ispirato e di cui in passato assolutamente modificare la parte testuale, ancora meno la parte ritmica aveva inciso quattro cover, ora incluse in Un Viaggio Incredibile come e quella musicale. Con la presente opera il cantautore ci apre la porta al ultimo omaggio al Duca Bianco. lavoro di Dylan in modo molto prudente, e altrettanto originale.

marzo 2016 La Rivista - 61 È festa per i 15 anni dei giardini di Sissi A Pasqua la riapertura della stagione 2016 dedicata all’amore

Sono passati 15 anni da quando i Giardini di Sissi hanno aperto i cancelli al pubblico per la prima volta. Lo spettacolare anfiteatro botanico nel cuore di Merano in primavera torna a far sognare migliaia di visitatori nel week-end di Pasqua. Sarà inaugurata il 25 marzo la stagione 2016 dei Giardini di Castel Trauttmansdorff, con l’apertura del “Giardino degli Innamo- rati”, un’oasi dedicata alle promesse d’amore. 2001–2016: un traguardo importante quello che si apprestano a raggiungere i Giardini di Sissi. Sono passati infatti 15 anni da quan- do il parco botanico meranese ha aperto i cancelli ai visitatori per la prima volta. Un anniversario lungo un’intera stagione quello dei

Giardini di Castel Trauttmansdorff, da fe- cessi. In questo scenario fiabesco infinite sono incantevole area del parco meranese inau- steggiare e condividere con gli ospiti che da le sfumature che si schiudono di fronte allo gurata quest’anno, si erge quale rifugio se- fine marzo affolleranno i colorati sentieri sguardo stupito dei visitatori. Tulipani e narcisi greto dedicato a chiunque voglia riscoprire botanici. L’apertura 2016 sarà infatti uffi- nei Boschi del Mondo danno il benvenuto alla sentimenti, ricordi ed emozioni attorniati cialmente inaugurata venerdì 25 marzo du- primavera con i loro toni accesi, mentre nella dallo spettacolo suggestivo della natura. rante il week-end di Pasqua, con la rigoglio- Serra fioriscono le collezioni di orchidee, aza- Gli innamorati, accolti dai delicati colori dei sa fioritura degli oltre 400.000 tra tulipani, lee, camelie e rododendri. Da maggio a giugno petali di rosa e dall’intensa fragranza del narcisi, pratoline, viole, nontiscordardimé e le regine del parco saranno invece le oltre 300 gelsomino stellato, si addentreranno in un violacciocche che come ogni anno salute- varietà di rose multicolore. Nei mesi estivi la percorso interiore nel paesaggio irrazionale ranno l’arrivo della primavera. profumata ed inebriante lavanda incornicia il dei sentimenti, circondati da opere artisti- Camminare sull’erba tra varietà rarissime di castello e ad impreziosire come gioielli le ac- che, installazioni e citazioni letterarie che piante, lontani dalla frenesia e dal caos, una que del laghetto al centro del parco saranno le celebrano la potenza dirompente dell’amo- passeggiata romantica, una riflessione soli- eleganti ninfee e i fiori di loto. re, stimolando il dialogo. taria o una gita per tutta la famiglia. Qui il Da uno specchio d’acqua si diramano tre mito di Sissi c’è ancora, l’amata imperatrice Il Giardino degli Innamorati padiglioni disposti a raggiera. Qui, circon- d’Austria, slanciata, sportiva e amante del- Un giardino per innamorarsi, dove perdersi dati dal silenzio della natura, amanti ed in- le camminate, che per prima scelse questo tra profumi e colori. Un’oasi di pace e tran- namorati sono invitati a compiere un rituale luogo come residenza estiva, contribuendo quillità, immersa nello splendore di centi- che si articola in tre fasi. L’abbandono, dove a rendere la città di Merano una vera e pro- naia di bulbi in fiore. Nel cuore del bosco l’acqua della fontana purifica e aiuta a libe- pria capitale delle vacanze. di roverelle, nella parte superiore del parco, rarsi dalle costrizioni e dai sentimenti nega- Tra cascate variopinte di fiori, che di stagione si erge un vero e proprio tempio dedicato tivi come la gelosia, il dubbio e l’egoismo. in stagione sbocciano mutando l’aspetto del al sentimento più forte e profondo che da La promessa con la pietra magica in marmo giardino, lo spettacolare anfiteatro botanico si sempre muove l’animo umano: l’amore. e il cuore, a simboleggiare la passione, sug- appresta a vivere un altro anno ricco di suc- Il “Giardino degli Innamorati”, la nuova e gellano la promessa d’amore per l’eternità.

62 - La Rivista marzo 2016 Touriseum, il Museo Provinciale del Tu- rismo, che per la stagione 2016 propone una nuova mostra temporanea. Un focus del settore turistico in Alto Adige, che sottolinea l’importanza delle aziende a conduzione familiare, vero punto di for- za dell’offerta turistica altoatesina. La rassegna “Hotel. Generazioni. Racconta- no” indaga i sentimenti, le paure e i ri- cordi delle famiglie e dei piccoli impren- ditori, che di generazione in generazione hanno fatto dell’accoglienza la propria filosofia di vita. Sono tanti gli obiettivi raggiunti in questi 15 anni dai Giardini di Sissi che, con una media di oltre 400.000 visitatori a stagione, rimangono la meta turistica più visitata in Alto Adige. I riconoscimenti internazionali, come il “Parco più Bello d’Italia” del 2005, “Parco d’Europa n. 6” nel 2006 ed il pre- stigioso “Giardino Internazionale dell’Anno 2013”, conseguito alla Garden Tourism Con- ference di Toronto (Canada), li hanno fatti conoscere ed apprezzare in oltre 90 paesi nel mondo, sottolineandone l’originalità ri- sultante da una perfetta fusione tra relax, arte e cultura in un contesto botanico tra Documentario “I Giardini” preparazioni pre-stagionali in inverno alla i più interessanti e variegati a livello inter- In 30 minuti il racconto di un intero anno chiusura del parco in autunno. nazionale. ai Giardini di Sissi. È stato appena realizza- Il docu-film, disponibile in tre lingue, sarà Dopo l’apertura ufficiale della stagione to dalla casa di produzione Kottomfilms, in proiettato in un piccolo cinema allestito per 2016, prevista per venerdì 25 marzo, i Giar- collaborazione con Ruggero Arena, il docu- l’occasione e sarà acquistabile nello shop dini di Castel Trauttmansdorff rimarranno mentario che racconta il giardino, un viaggio vicino alla biglietteria. aperti al pubblico fino al 15 novembre. nell’alternanza del cambiamento determi- nato dalle stagioni, che presenta il prezioso “Hotel.Generazioni.Raccontano” in Per scoprire le nuove tariffe e gli orari d’a- lavoro quotidiano dei giardinieri e di tutto il mostra al Touriseum pertura basta collegarsi al sito web: team della struttura: un ciclo continuo, dalle Grande fermento quest’anno anche al www.trauttmansdorff.it

marzo 2016 La Rivista - 63 twitter.com/goitalych

www.facebook.com /pages/wwwgo-italych/229002748483 Emozioni in movimento www.go-italy.ch: partner dell’eccellenza

Emozioni in movimento declinate, anche nella lingua, all’insegna dell’italianità. Con la dichiarata volontà di privilegiare, pur in una situazione di italofonia precaria, la lingua italiana, di rendere riconoscibile un'esplicita impronta identitaria aperta e ricettiva, di valorizzarne l'immagine dentro e fuori i confini nazionali. In rete con un mondo italofono e italofilo che, per ragioni economiche, culturali ed emotive, s'incrocia, s'incontra e interagisce. St. Moritz Gourmet Festival “Yokoso Nippon” Foto di gruppo per chef ospiti e cuochi locali

di Rocco Lettieri Benvenuti in Giappone

L’Engadina, con il suo clima “champagne”, asciutto e frizzante, è meta turistica privilegiata sia d’estate che d’inverno. Conosce- re l’Engadina sta a significare spingersi sino nelle più lontane località quali ad esempio Vulpera, Tarasp, Scuol, Guarda, Santa Maria, Zernez, S-chanf, Ftan, S-charl, Ramosch, che con le loro caratteristiche casette colme di gerani, con le finestre a feritoia adornate di graffiti incisi direttamente nell’intonaco, offrono al visitatore attento momenti di emozioni senza eguali. Allegra - ciao - Evviva - salute - sono gli auguri più sinceri e anche le denominazioni dei prospetti che gli enti turistici engadinesi distribu- iscono agli ospiti di tutto il mondo. Ebbene qui a St. Moritz dal 25 al Masayasu Yonemura, una stella Michelin a Tokyo e lo chef del Suvretta Hou- se Fabrizio Zanetti

29 Gennaio scorso si è svolto la ventitreesi- spezie, gli ingredienti più disparati, così come (gnocchi allo spiedo), Donburi (pollo con ma edizione del St. Moritz Gourmet Festival particolari sono i suoi metodi di preparazio- brodo e uova sbattute e riso con sakè), Mi- 2016 “Yokoso Nippon”, dove la cucina giap- ne. La rivista americana Saveur ha dichiarato soshiru (brodo di tonnetto con alghe konbu ponese ha offerto per una intera settimana Tokyo la capitale, dove si mangia meglio al con miso, tofu e wakame), Nikujaga (carne, la sua grande varietà culinaria con gli chef mondo. Il confronto è valido anche dai giudi- patate e cipolle stufate), Oden (carne cotta stellati Hisato Nakahigashi, Masayasu Yone- zi stellati: 226 rispetto ai 94 di Parigi. E in vi- nel brodo con piccante senape giapponese), mura, Hiroki Yoshitake, Kei Kobayashi, Kei- sta delle Olimpiadi del 2020, Tokyo sta pun- Okonomiyaki (è il piatto tipico di Osaka e del suke Matsushima, Tohru Nakamura, Hideki tando parecchio sulla promozione del settore Kansai e letteralmente significa: “cucina alla Matsuhisa e Nobu Matsuhisa, e gli chef di food non tanto puntando su sushi quanto sul piastra quello che preferisci”), Onigiri (riso sushi del famoso Akifumi Sakagami. predetto washoku. con ingredienti a piacere rivestito con una L’UNESCO ha dichiarato la cucina giappone- foglia d’alga secca), Sashimi (piccole fette di se washoku Patrimonio Immateriale Mon- Una scena gastronomica in pesce crudo tagliato con un metodo codifi- diale. Washoku è una pratica sociale basata fermento cato molto particolare). Uno dei più pregiati su un insieme di competenze, conoscenze, Tutta la scena gastronomica delle città è quello di tonno (maguro) di cui, a seconda pratiche e tradizioni legate alla produzione, giapponesi è in fermento. Basterebbe poter della parte del pesce, si possono scegliere ge- trasformazione, preparazione e consumo entrare una volta nella vita al mercato del neralmente tre tagli: otoro, chutoro o akame; di cibo sostenibile delle risorse naturali di pesce di Tsukiji, il più grande al mondo, per i giapponesi considerano più pregiata la par- provenienza locale come riso, pesce, verdu- capire cosa stia a significare la freschez- te più grassa (otoro, ventresca). re, frutta e piante selvatiche commestibili. za per questo popolo. Il vantaggio di questi Un modo elegante di servire il sashimi è nella Dopo la cucina francese è la seconda cucina ristoranti stellati sta nel numero piccolo cosiddetta barca di sashimi che è una bar- al mondo ad essere premiata con questa par- di coperti che vanno da una decina ad un chetta di legno su cui vengono depositati le ticolare distinzione. massimo di due dozzine e tutti specializzati fettine di pesce), Shabu shabu (fettine di carne La terra del Sol Levante si ispira all’alta cuci- in qualche specialità: Tempura (fritto legge- di vitello e maiale molto sottili lessate diretta- na utilizzando i suoi aromi particolari, le sue ro), Dobin mushi (zuppa di funghi), Dango mente al tavolo in un brodo leggero; somiglia

marzo 2016 La Rivista - 65 presidente dell’organizzazione dell’evento: “Siamo riusciti ad invitare qui a St. Moritz alcuni dei più innovativi chef giapponesi di tutta la scena gastronomica mondiale. I nove chef giapponesi e gli chef di cucina dei nove hotel partner saranno fieri di viziare gli ospiti del Festival per una settimana sullo sfondo del paesaggio da sogno che dona l’Engadina, alla quota di ben 1.800 m slm”. Così è stato. I nove selezionatissimi chef giapponesi unitamente ai nove migliori chef di cucina degli hotel partner del festival di St. Moritz, hanno incantato gli ospiti per una settimana, che, pur senza la neve degli altri anni, non sono affatto mancati a questo pre- stigioso incontro. In totale ben 4.500 ospiti, che sono stati viziati dall’autentica arte culi- naria dell’Estremo Oriente. Il Giappone, con la sua cucina, è andato drit- to al cuore dei gourmet arrivati da ogni parte del mondo. Il grande interesse degli appas- sionati di questa cucina era già stato mani- festato all’inaugurazione tenutasi al glamour Kempinski Grand Hotel des Bains da ben 400 In totale ben 4.500 sono stati i commensali che sono stati viziati dall’autentica arte culinaria ospiti. Qui gli chef stellati giapponesi hanno dell’Estremo Oriente servito le loro specialità culinarie individuali su diverse “isole gastronomiche” apposita- mente allestite. Le creazioni raffinate con in- un po’ alla fondue chinoise); Sukiyaki (simile Nove selezionatissimi chef gredienti e prodotti orientali, piuttosto inso- allo shabu shabu, il consiste in sottili fettine Con il motto “Yokoso Nippon” si è dato il più liti da noi, e preparati con tecniche di cottura di manzo cotte in un brodo di salsa di soia, cordiale “benvenuto in Giappone!” Tutti gli tradizionali e contemporanee, hanno dato un zucchero e sakè, assieme a verdure e tofu), chef sono nati in Giappone ma ognuno di loro fantastico assaggio degli eventi piacevoli che Sushi (polpettine di riso cotto per assorbimen- ha interpretato la cucina giapponese molto si sarebbero susseguiti nella settimana. to d’acqua e trattato con aceto di riso - per individualmente, anche pensando al luogo La poliedricità della cucina giapponese, mantenerlo compatto - zucchero e sale, sulle dove ognuno di loro lavora attualmente, at- con i suoi diversi stili, è stata presentata ai quali viene messa una fettina di pesce crudo). tirando l’attenzione internazionale su questa commensali gourmet nei ristoranti dei nove È forse il piatto giapponese più noto e com- meravigliosa arte culinaria. I buongustai di alberghi partner. Qui, ogni chef giapponese prende varie preparazioni. Viene consumato tutto il mondo si attendevano esperienze ospite ha creato in modo del tutto persona- con l’aggiunta di salsa di soia e wasabi, crema di piacere in tutti i sensi anche seguendo i le un menu di cinque portate, offerto a 195 di radice Wasabia japonica, molto piccante. consigli data via stampa da Reto Mathis, Fr. oppure a 255 con abbinamento di vini al bicchiere. L’offerta culinaria passava da quella avanguardista a quella del sushi, da quella fantastica aromaticità giapponese a quella naturale Tsumikusa, dalla cucina fran- co-giapponese a quella spagnolo-mediterra- nea con prelibatezze di tocco orientale. Combinazioni ed ingredienti inaspettati Per addentrarci in una di queste serate ri- porto qui di seguito la mia personale espe- rienza tenutasi al Suvretta House con lo chef giapponese Masayasu Yonemura, una stella Michelin a Tokyo e lo chef di casa Fabrizio Zanetti. Masayasu Yonemura combina la sua cucina giapponese con stile francese e con ingredienti inaspettati. Il suo ristorante “Yo- nemura” è considerato una mecca per gli ap- passionati gourmet desiderosi di sperimenta- re e lui stesso vanta celebrità grazie alla sua cucina aromatica creativa. Ha rappresentato il suo paese in diverse riunioni internazionali come ambasciatore culinario. Lui stesso con- fessa: “credo che condividendo le mie ricette con il resto del mondo, sto facendo la mia

66 - La Rivista marzo 2016 un menù composto di un piatto per hotel, ce- nando direttamente nelle cucine alla presen- za dello chef di casa e dello chef giapponese ospite. Vini, manco a dirlo, sempre con un bicchiere di Champagne di benvenuto e poi vini bianchi o rossi o da dessert, in abbina- mento al piatto. Nella cucina dell’hotel Schweizerhof situato nel centro di St. Moritz si sono tenute le cene “Whispering”, nelle quali lo chef Akifumi Sakagami offriva un aperitivo dell’Estremo Oriente preparato al momento dell’arrivo degli ospiti. A seguire Christian Ott, chef dell’hotel Schweizerhof, coadiuvato dagli chef Pascal Schmutz del ristorante Kaufleu- ten di Zurigo e da Christian Nickel del Park Hotel Vitznau, in un’atmosfera informale, hanno offerto sorprendenti piatti realizzati con le ricette segrete della tradizionale “Edo- mae Sushi” (Edomae chirashizushi, letteral- mente: “Sushi sparpagliato allo stile di Edo”. Gli ingredienti crudi sono miscelati con arte parte per tutelare le tradizioni della cucina pagne” evento con Laurent-Perrier, dove l’e- sopra al riso in una ciotola). giapponese”. Appassionato sostenitore del sclusiva Cuvée Ultra Brut della casa è stata Altre specialità giapponesi eccezionali, con buon cibo è membro e anima del progetto abbinato ad appetizer giapponesi sempre un panorama mozzafiato, sono state offerte “Tohoku”. Inoltre, ha preso parte per quattro preparati dal Guest Chef Masayasu Yone- al Mathis Food Affairs sul Corviglia, ad un’al- anni come Ambasciatore per il Giappone mura, come pure gli altri piatti abbinati che titudine di 2’486 m slm dallo chef Akihiko presso la Conferenza Internazionale dell’Ali- sono stati sposati a: Brut 2006 in magnum, Suzuki del ristorante Ryokan Hasenberg, mentazione in California ed è stato due volte Grand Siècle 2008, Cuvée Rosé in magnun e unico chef giapponese in Svizzera ad aver chef ospite al World Festival Food del rinoma- demi sec. La serata è stata sottolineata mu- ottenuto una stella Michelin. to Culinary Institute of America (CIA). Questo sicalmente dal violinista francese Chouchane L’arte giapponese della cucina è stata spo- il menù: Amuse Bouche; Zuppa di rape, ca- Siranossian con al pianoforte Jan Schultsz, sata presso il Kulm Hotel con un’iniziativa pesante e funghi al gratin; Sashimi con salsa direttore artistico del Festival dell’Engadina. voluta dall’esperto di vini Ueli Schiess della di sakè giapponese e mascarpone sormonta- Caratello Vini. Qui, il due stelle cuoco Hisato to da alghe e ricci di mare in polvere; pasta Tra pranzo e cena Nakahigashi di Tokyo ha presentato la sua fredda con cetrioli di mare cosparsa di yuzu Molte le iniziative che si sono tenute tra il arte culinaria Tsumikusa (appena raccolti) (la coltivazione dello yuzu, agrume dal pro- pranzo e la cena. Ogni hotel aveva una sua in modo sorprendente con i vini ecceziona- fumo intenso, si trova soprattutto nell’isola personale interpretazione della fantasia cre- li friulani di Nicola Manferrari dell’azienda di Shikoku la più piccola e meno popolosa ativa dello chef. Il Gourmet Safari, caratte- Borgo del Tiglio. delle quattro isole maggiori dell’arcipelago rizzato da specialità esclusive giapponesi, All’Hotel Waldhaus di Sils-Maria, invece, giapponese); pesce di mare alla mugnaia ha incontrato una enorme risposta. In modo è stato l’enologo Jan Martel di San Gallo con verdure giapponesi di stagione e salsa divertente, i partecipanti si spostavano con a fare da anfitrione in una cena a lume di gazpacho; carne wagyulem con crocchetta di eleganti auto della BMW nel loro tour alla candela. Quest’anno, per la prima volta, per fungo e salsa di senape in grani; (wagyulem scoperta di cinque chef ospiti, viziandosi con la gioia degli amanti dei formaggi, il Wine & è carne di tipo Kobe di mucche giapponesi alimentate con birra e massaggiate quoti- dianamente.); monte Bianco con biscotti di matcha (Il matcha è il tè verde giapponese, finemente lavorato, usato principalmente nella tradizionale cerimonia del tè. Le foglie vengono cotte al vapore, asciugate e ridotte in polvere finissima; ce ne sono due tipi, il koicha (spesso) che proviene da piante di età superiore a 30 anni, e l’usucha (sottile) che proviene da piante di età inferiore ai 30 anni). Vini e sakè in abbinamento: Riesling Spätlese 2013 Carl von Schubert’sche Schlosskellerei, Mosel/Germania; Sauvignon Meriggio 2014, Cantina Fontodi Toscana/ltalia; Sake Sawaya Matsumoto, Kyòto/Japan; Chardonnay Cor- tefranca 2011, Cà del Bosco, Franciacorta/ ltalia; Gevrey-Chambertin 2011, Domarne Trapet Côte-de-Nuits/Francia. Un’altra elegantissima serata, sempre al Suvretta House, è stata “Fascination Cham-

marzo 2016 La Rivista - 67 (Masayasu Yonemura & Fabrizio Zanetti); Black cod with yuzu miso (Nobuyuki Mat- suhisa and Michel Jost); Stewed boned rib of Wagyu-mushrooms-shredded leek (Hisato Nakahigashi & Hans Nussbaumer); Opéra - Macha - White chocolate (Hiroki Yoshitake & Gero Porstein). La scelta dei vini è stata affidata alla Martel AG e alla Caratello Weine St.GalIen: Cà del Bosco, Chardonnay-Pinot Bianco 2014, Cur- tefranca (DOC), Lombardia,Italia; Shafer “Red Shoulder Ranch” Chardonnay 2013, Carne- ros-Napa Valley, California, USA; Desiderio Merlot-Cabernet Sauvignon Toscana IGT 2012, Toscana, Italia (da doppio magnum); Saké, Edo Genroku, Junmai (Genshu), Giap- pone. Grappe offerte dalla Nonino Distillatori – Friuli – Italia. Molti gli applausi che hanno accompagnato la cerimonia di chiusura con la premiazione degli chef e con l’annuncio di Luc Liebster come il vincitore del concorso “Giovani Ta- lenti dell’Engadina”. Lo chef apprendista, al Anche il Cà del Bosco, Chardonnay-Pinot Bianco 2014, ha accompagnato le proposte gastronomiche del Gran Finale suo terzo anno di formazione, lavora con lo chef Kurt Röösli presso l’Hotel Waldhaus di Sils-Maria. Cheese Celebration, si è svolto in tre serate lo Champagne Laurent-Perrier Brut servito Parole di chiusura al presidente Reto Mathis, nelle cantine dell’Hotel Steffani; il Maître da magnum, in abbinamento a questa suc- che ha avuto il piacere di dichiarare questo Antony in persona ha fatto da “Cérémonie cessione di piatti che da soli potevano valere festival essere da record: “Durante questa de Fromages”. A causa della grande richiesta il viaggio, come dice la Michelin: Homard settimana, siamo stati lieti di accogliere e in tempi brevi, l’evento speciale giappone- Kabocha (Kei Kobayashi & Fabrizio Piantani- 4.500 ospiti in tutta l’Alta Engadina; questo se della “Cerimonia del tè” è stato ripetuto da); Toro-sea urchin-truffle-nori wasabi-soy è la massima presenza che abbiamo avuto durante i tre pomeriggi presso il Grand Ho- (Hideki Matsuhisa & Markus Rose); Caviar nelle 23 edizioni della nostra spettacolare tel Kronenhof a Pontresina, dal maestro del and marinated trout (Tohru Nakamura & festa! Ringraziando gli appassionati gourmet tè Soyu Mukai che ha introdotto gli ospiti Matthias Schmidberger) e Mushroom “Fish possono guardare avanti al prossimo anno! Il a questa tradizionale arte giapponese del & Chips”, Lamb’s Lettuce, truffled vinaigrette 2017 St. Moritz Gourmet Festival si svolgerà 14esimo secolo, preparando tè verdi di alta (Keisuke Matsushima & Kurt Röösli). A segui- dal 30 gennaio al 3 febbraio 2017 con una qualità secondo i rituali rigorosamente sen- re la cena di gala nella sala da pranzo del “USA Special Edition”, con maestri cuochi suali di bere il tè. grand hotel arredato in stile Estremo Oriente. provenienti dagli Stati Uniti, che sapranno Durante i pomeriggi, dalle 15 alle 18 nelle Tutti i cuochi ospiti e gli chef di cucina de- conquistare ancora una volta gli ospiti del sale del Palace Hotel Badrutt si è tenuto lo gli hotel partner hanno cucinato insieme i festival con la loro spettacolare arte culinaria specialissimo “Chocolate Cult”, immancabile cinque piatti che venivano presentati dalla per una settimana in Alta Engadina”. evento per i gourmet amanti delle delicate nota attrice svizzera Kiki Maeder nonché da fusioni di prelibatezze a base di cioccolato Megumi Komura del Giappone. Questa la Altre notizie di questa edizione del festival ap- creati dallo chef pasticciere Stefan Gerber. sequenza dei piatti, anche se, a dire il vero, pena concluso si possono trovare sul sito web: Inoltre, Sepp Fässler, lo chef cioccolatiere ci si aspettava molto di più: Salenegg poa- www.stmoritzgourmetfestival.ch della rinomata Confiserie Sprüngli, in onore ched Abalone - Abalone liver sauce (Akifumi dell’edizione giapponese del festival, ha con- Sakagami & Christian in Ott); Steamed rice e pure in Facebook: fezionato praline sapientemente composte topped with crab and espuma of soy sauce www.stmoritz-gourmetfestival.ch con un tocco giapponese, che sono state accolte con grande approvazione da par- Il logo della prossima edizione te degli ospiti che ricevevano tè e caffè in abbinamento a tutte le offerte cioccolatiere. Una occasione da non mancare anche per chi passa per St. Moritz. 40 Fr per 3 ore di godu- ria cioccolatosa. Il Great BMW Gourmet Finale L’evento culminante del festival, come già lo scorso anno si è tenuto all’Hotel Kulm alla presenza di più di trecento persone. L’incon- tro è iniziato nell’ampia hall dell’hotel con un elegante cocktail e specialità di grande clas- se preparate dall’unione di tutti gli chef. Ad aprire le danze (eno-gastronomiche) è stato

68 - La Rivista marzo 2016 Convivio di Domenico Cosentino

A Rimini, per scoprire un altro mare ma anche gelati, pesce, piade e cappelletti

“Una vacanza di alcuni giorni a Rimini? Anche s’è inverno?” Cittadina dal cuore antico “Perché no!”. Così avevo risposto al messaggio inviatomi dall’a- A Rimini, il viaggiatore goloso c’è arrivato in treno: Frecciarossa, Pa- mico Vincenzo Staglianò, noto gelatiere-pasticciere, patron di dova-Rimini-Fiera. Se la cittadina è famosa per i suoi divertimenti un’antica e storica pasticceria-gelateria di Soverato; aggiun- notturni e la frenetica vita da spiaggia nel periodo estivo, in questo gendo che in questa stagione di mesi poco turistici, ad un viag- tiepido mese di gennaio, il viaggiatore l’ha trovata deserta. Ed è sta- giatore goloso e curioso come me, si dà l’occasione, lungo la to piacevole (la sera) fare rilassanti passeggiate sulla spiaggia, orfana Costa Adriatica, di scoprire quei territori in tutta tranquillità, delle decine di lettini e ombrelloni, che si è presentata in tutta la sua evitando la calca dei visitatori che affollano l’estate: Riccione, grandezza: 15 chilometri in cui il viaggiatore si è fatto cullare dal ven- Cesenatico, San Leo e Rimini, che è la capitale del turismo più to, dalla sabbia del mare (molto diverso dal suo mare di Pietragrande), sfrenato, con i suoi 140.000 abitanti circa, ed anche il princi- in totale silenzio. Al viaggiatore goloso la cittadina è apparsa così, come gli avevano sempre raccontato gli amici romagnoli, conosciuti pale centro della Riviera romagnola. “E allora – aveva risposto a Zurigo: con un cuore antico che risale all’epoca romana, da ammi- Vincenzo – incontriamoci dal 23 al 27 gennaio a RiminiFiera, rare nei suoi monumenti suggestivi quale il Ponte di Tiberio, l’Arco di alla Sigep, che è il Salone Internazionale Gelateria Pasticcera e Augusto o l’Anfiteatro. E ancora, cosa che forse non tutti sanno, il Panificazione Artigianali , dove parteciperò al Concorso Mon- viaggiatore goloso ha scoperto che durante il Rinascimento, la Corte diale “Gelato 100 e lode” con una mia creazione: “Il Noccio- dei Malatesta, aveva il suo centro proprio qui, e che ospitava artisti del lotto di Soverato”, che è un semifreddo a base di nocciole di calibro di Leon Battisti Alberto e Piero della Francesca, che hanno dato Torre e Cardinale ripieno con un cuore di cioccolata fondete”. opere come il Tempio Malatestiano, decisamente da visitare. Cosa che il viaggiatore goloso ha fatto, inoltrandosi nell’elegante e raccolto centro storico, passeggiando e ammirando i molti palazzi signorili, che Il pasticciere Enzo Staglianò a concorso con i suo “nocciolotto” ne abbelliscono le strade e le piazzettine nascoste. Quell’arte del gusto italiano nel mondo La Sigep di Rimini è l’appuntamento fieristico che ogni gelatiere-pa- sticciere-barista-pizzaiolo, esercente in unica parola, appunta nel suo calendario. In seguito, puntualmente, ormai da quarant’anni, verso la fine del mese di gennaio, per cinque giorni, si trasferisce a Rimini. E d’altra parte non potrebbe fare altrimenti, visto che negli ultimi anni, la Sigep a Rimini, è andata sempre più espandendosi, tanto da occupa- re uno spazio speciale ed enorme, negli argomenti che di anno in anno propone: gelateria, pasticceria, pizzeria e caffè: “Quell’arte del gusto italiano che tutto il mondo ci invidia”. È tale l’importanza della rassegna che a nessuno verrebbe in mente di mettere in discussione tale scelta. Era così nei tempi nei quali il settore del dolciario artigianale cresceva esponenzialmente per meriti propri, lo è ancora oggi - almeno così

marzo 2016 La Rivista - 69 Il viaggiatore goloso ha potuto così seguire da vicino non solo le sfide tra gelatieri-pasticcieri in concorso, ma anche le premiazioni:Il Gelato 100 e lode, vinto dal pasticciere-gelatiere romano, Francesco Ozimo; Il Gelato di Pane, presentato dallo chef Alessandro Circiello e il gran finale per laCoppa del Mondo della Gelateria. Al Sigep, il Team italiano, guidato da Diego Crosara di Altavilla Vicentina, ha vinto la Coppa della Gelateria, dopo una tre giorni di prove e assaggi, tra cui il finger food con gelato salato, la scultura di ghiaccio e la torta gelato. Seconda si è piazzata la Spagna, terza l’Australia. Piada, Cappelletti e Mora Non si può lasciare Rimini senza aver gustato la piadina romagnola romagnola all’Osteria De Borg” Ma Rimini non è solo Sigep, non è solo turismo di massa con il menù turistico. A Rimini, il viaggiatore goloso ha mangiato da Dio! Perché l’Emilia e Romagna è sempre stata la patria del buon cibo, e non si può venire da queste parti senza provare la famosa piadina, le ta- gliatele al ragù tagliate a coltello o gustare dei cappelletti in brodo di gallina. Nella Rimini famosa come città di divertimento, l’ultima sera, prima di salutarci, Enzo aveva prenotato un tavolo all’Osteria de Borg, che è un locale storico situato vicino al Ponte di Tiberio, nell’antico borgo di San Giuliano, tra le vecchie case con dipinti che ricordano tanto Federico Fellini. Una volta sede di un circolo operaio, l’osteria è stata rinnovata e arredata in modo semplice e informale, rispettando la tradizione romagnola, con tante stampe che ricordano Tonino Guerra. Tra le proposte fatte da Mirko (opera ai fornelli) e Massimo (in sala), il viaggiatore goloso ha optato per il menù della Strozzapreti con salsiccia di mora romagnola e broccoletti tradizione, mentre Enzo ha scelto il Gran Menù dell’Osteria. Si è iniziato con un’ottima piadina abbinata ad una selezione di salumi è apparso al viaggiatore goloso visitando gli stand affollati - che la di mora romagnola e formaggi, seguiti da crostini misti su pane to- crisi economica sembrerebbe invece non risparmiare nessun settore produttivo. Sono evidenti i numeri che parlano di un trend in costante ascesa. Dal 17 al 21 gennaio dello scorso anno alla fiera di Rimini Michela porta a tavola i misto dell’osteria di mora romagnola alla brace sono stati staccati 187.233 biglietti d’ingresso, quasi tutti operatori proveniente da tutto i mondo. Gelato 100 e lode L’amico Enzo Staglianò, il viaggiatore goloso, l’ha incontrato al padiglio- ne A7 della fiera, dove, insieme ai colleghi gelatieri, partecipava al con- corso mondiale “Gelato 100 e lode” con la sua creazione Il Nocciolotto, un tartufo di gelato a base di pasta di nocciole. Enzo a Rimini ci viene da una vita. E ogni anno in concorso si presenta con una sua novità ricca di estro e fantasia: granite, semifreddi o gelati, basati su frutta fresca e biologica della sua terra o agrumi come: Bergamotto, Limoni, Cedri. Quest’anno ,con le corpose nocciole di Torre e Cardinale nel suo noccio- lotto, si è piazzato tra i migliori 20 gelatieri di tutto il mondo. Sempre in prima fila per difendere, diffondere e valorizzare il Gelato Artigianale. E non potrebbe essere diversamente, visto che Enzo, in campo di Alta Gelateria-Pasticceria, almeno nella sua Soverato, ha un nome e una storia, quasi centenaria, da difendere. Enzo ha iniziato i primi passi nel laboratorio del suocero, e da allora trascorre gran parte della sua vita all’interno del suo laboratorio di pasticceria-gela- teria artigianale. Non si può andare a Soverato senza fare una sosta al Bar-Gelateria-Pasticceria Morè, che è una sorta di icona! Lì, in una delle eleganti sale, assaporare Il Tartufone di Nocciola al cioccolato fondente o gustare una granita di limone, fragola, mandorle, o caffè con panna, accompagnandola con una profumata e soffice Brioche. Nei tre giorni di Riminifiera, Enzo è stato anche una preziosa guida.

70 - La Rivista marzo 2016 Mirko (ai fornelli) e Massimo in sala, conducono da bravi professionisti l’O- steria De Borg a Rimini

Cappelletti in brodo di gallina (Tanto cari a Federico Fellini) Ingredienti per 6 persone: Il manifesto esposto all’interno dell’osteria: “A Tavola con Fellini” 2 litri di brodo di carne di gallina. Per la sfoglia: scano e una tenera polentina con fonduta di formaggi. Come primi, il 600 g di farina, menù prevedeva le tagliatelle con ragù tradizionale a coltello, gnocchi 6 uova, sale. di patate gialle di Gemmano con crema di spinaci funghi e salsiccia e, Per il ripieno dei cappelletti: per rendere omaggio alla terra che lo ospitava, il viaggiatore ha con- 1 fetta di lombo di maiale, cluso i primi con i Cappelletti in brodo di gallina, tanto cari a Federico 1 fetta di petto di pollo, Fellini, che quando era nella sua Rimini, veniva qui a gustarli insieme 1 fetta di vitello, alla sua Giulietta Masina e sua sorella Maddalena. 30 g di burro, Il viaggiatore goloso ha concluso la cena con Il misto dell’Osteria di 1 fetta di mortadella, mora (carni) romagnola alla brace, accompagnandolo con due calici 1 uovo, di vino rosso: “Maestrale”, Sangiovese-Rubicone, Azienda Agricola 100 g di caciotta grattugiata, F.lli Gessaroli, Rimini. 150 g di parmigiano grattugiato, All’Osteria De Borg, oltre ad aver mangiato e bevuto squisitamente, al noce moscata, sale. viaggiatore goloso è stato raccontato, a proposito di Fellini, un grazioso aneddoto: Un giorno il grande regista, finito di mangiare il solitoGran Come li preparava la sorella Maddalena: Menù dell’Osteria ( 8 portate tra questi i suoi adorati cappelletti in brodo Cuoceva le fette di carne in un tegame nel burro. Le faceva raffreddare, di gallina), stava per uscire insieme al suo amico Tonino Guerra quando le tagliava a dadini, aggiungeva la mortadella e passava al tritatutto. un cameriere proprio in quel momento appoggiava sul banco un cesto di Amalgamava con l’uovo, la ricotta, il formaggio fresco, il parmigiano rosette con la mortadella. “Non si può rinunciare alla mortadella”- disse e la noce moscata. Federico a Tonino - . “Ma io sono pieno” – rispose Tonino – “Anch’io… ma Preparata la sfoglia, la tagliava a quadri di 4 cm e disponeva il ripieno la mortadella è il sapore della nostra infanzia. Comprane una per due”. al centro dei quadratini. Chiudeva ogni cappelletto e li lasciava asciu- Cosa che Tonino fece. Ma quando Federico cercò di spezzarla, un ret- gare in un luogo fresco. Poi versava in una pentola capiente il brodo tangolo di grasso volò in alto e poi cadde sulla schiena di Fellini. Arrivati di gallina, precedentemente preparato e sgrassato. Appena il brodo a casa, il Maestro cercò di consegnare la giacca alla donna di servizio, bolliva univa i cappelletti e faceva cuocere per 10 minuti. Serviva ben ma trovò Giulietta che subito si gettò a capofitto sul divano gridando: caldi in una zuppiera con abbondante parmigiano. “Sei il primo uomo al mondo che sia riuscito a ungersi anche la schiena”. Federico si sedette con aria mesta vicino a lei e disse sottovoce: “Però c’è Non dimenticando di portare a tavola anche un Fiasco di vino rosso sempre soddisfazione ad essere primo”. Sangiovese, preferito dal fratello: il maestro e regista Federico Fellini.

marzo 2016 La Rivista - 71 La buccia di banana per Nuova frontiera nella diagnosi combattere il cancro della dei tumori, biopsia dalla pelle saliva: risultati in 10 minuti

Un nuovo test della saliva, sviluppato da un team di ricercatori guidato dal professor David Wong, della Scuola di Odontoiatria presso l’Università della California a Los Angeles, è in grado di rilevare la presenza del tumore in soli 10 minuti. Il test, non è invasivo, costa poco meno di 20 euro. Wong e colleghi hanno lavorato su un metodo chiamato “biopsia liquida” che rileva il DNA tumorale circolante nei fluidi corporei come la saliva e il sangue. Il test offre la possibilità di una rapida identificazione delle trac- ce lasciate dal tumore e facilita il monitoraggio della progressione della malattia durante i vari trattamenti terapeutici. Il prototipo del dispositivo è stato descritto dall’equipe nel corso di una conferenza stampa tenutasi durante la riunione annuale dell’American Association for the Advance- ment of Science (AAAS) 2016. Il dispositivo Efirm analizza il contenuto degli esosomi - piccoli agglome- rati di molecole che le cellule rilasciano di tanto in tanto - coinvolti nei processi di comunicazione cellulare grazie all’espressione di specifici re- cettori di superficie e al contenuto di un determinato materiale genetico. Il “lettore” costringe gli esosomi a rilasciare il loro contenuto e svolge il bio-riconoscimento delle biomolecole rilasciate. L’approccio – secondo gli studiosi - rispetto alle tecnologie usate fino ad oggi per il sequenziamento ha una elevata precisione. Finora il test si è mostrato accurato sul tumore ai polmoni e quest’anno dovrebbe entrare in piena sperimentazione clini- ca sui pazienti con questa malattia in Cina. Secondo i ricercatori l’approvazione da parte della FDA dovrebbe arrivare entro un paio d’anni ed il test potrebbe essere disponibile sul mercato La buccia di banana permette di meglio comprendere e combattere in 4 anni. La biopsia liquida della saliva potrebbe essere la chiave per la il cancro della pelle: una équipe di ricercatori del Politecnico fede- diagnosi precoce anche di altri tumori, come quello del pancreas, per cui rale di Losanna (EPFL), sulla base delle sue osservazioni, ha svilup- attualmente non esistono screening precoci efficaci. pato uno scanner in grado di eliminare le cellule malate. I ricercatori hanno studiato l’imbrunimento della buccia di bana- na, ossia le macchie scure che vi si formano con il trascorrere dei giorni. Responsabile del fenomeno è la tirosinasi, un enzima che controlla la produzione di melanina e svolge dunque un ruolo im- portante nella formazione dei melanomi. Secondo i ricercatori, il livello di tirosinasi e la sua ripartizione sul corpo forniscono informazioni affidabili sulla malattia e lo svilup- po dei melanomi. È stato dunque messo a punto uno scanner che segnala sulla superficie della pelle la distribuzione e la quantità di tirosinasi. L’obiettivo è di utilizzare lo strumento per identificare i tumori ed eliminarli. In un comunicato del Politecnico si legge che primi test hanno dato risultati positivi.

72 - La Rivista marzo 2016 Alzheimer, farmaco Il cioccolato potrebbe anti-cancro previene la potenziare le abilità formazione delle placche cognitive

Il cioccolato, non solo il più salubre fondente ma anche quello al latte, po- trebbe potenziare le funzioni cognitive se mangiato regolarmente, almeno una volta a settimana. È quanto dimostra uno studio di Georgie Crichton della University of South Australia pubblicato sulla rivista Appetite. Il cioccolato - specie quello fondente che è il più ricco di antiossidanti della famiglia dei flavonoidi - è stato recente ‘’incensato’’ da molteplici ricerche scientifiche per i suoi effetti benefici sulla salute, ad esempio cardiovascolare. Gli studiosi hanno voluto vedere se vi fossero effetti a lungo termine sulle Un tratto distintivo dell’ Alzheimer è la formazione di grumi di proteine difettose funzioni cognitive, indotti dal consumo regolare di questo dolce alimento. che si accumulano e intasano il cervello, uccidendo le cellule cerebrali. Dopo aver Finora infatti, studi analoghi erano stati eseguiti solo sugli effetti a breve osservato i suoi effetti in un modello di laboratorio, un team di ricercatori dell’U- termine, ovvero sugli effetti prodotti immediatamente dopo il consumo. niversità di Cambridge ha scoperto che un farmaco anti-cancro, già approvato I ricercatori australiani hanno considerato i consumi di cioccolata di 968 per la cura di alcuni linfomi cutanei, potrebbe ritardare l’insorgenza della malattia individui di 23-98 anni nell’arco di 30 anni, “somministrando” loro perio- neurodegenerativa. Lo studio, i cui risultati sono stati pubblicati sulle pagine della dicamente dei questionari alimentari. In particolare per questa ricerca è rivista Science Advances, suggerisce che il bexarotene, sperimentato in prece- stato chiesto al campione quanto di frequente consumassero cioccolato. denza per cancellare le placche beta amiloidi di Alzheimer, possa essere invece Poi i partecipanti sono stati sottoposti a una serie di test cognitivi per efficace nel prevenire la loro formazione se utilizzato nelle fasi iniziali di sviluppo misurarne le performance in vari ambiti (memoria visiva, di lavoro, ver- della malattia, stimolando le difese naturali dell’organismo contro le proteine di- bale, etc). fettose che si accumulano nel cervello. L’autore dello studio, l’italiano Michele È emerso che un consumo settimanale di cioccolato è associato a migliori Vendruscolo, docente responsabile del Dipartimento di chimica presso l’Università funzioni cognitive in tutti i campi della cognizione. di Cambridge, spiega che con l’avanzare dell’età, i nostri meccanismi naturali di L’effetto si vede con qualunque tipo di cioccolata, non solamente con il difesa contro le placche cerebrali si indeboliscono e vengono sopraffatti. La com- fondente e potrebbe dunque essere dovuto non solo al contenuto in fla- prensione di come funzionano queste difese naturali consentirà di sostenere la vonoidi che varia molto a seconda del tipo di cioccolato ed è comunque progettazione di farmaci che si comportano in modo simile. apprezzabile soprattutto nel fondente. Il team, che ha somministrato il bexarotene su vermi nematodi geneticamente programmati per sviluppare i sintomi del morbo ha notato che il medicinale era in grado di bloccare la formazione delle placche amiloidi. Il farmaco, hanno eviden- ziato i ricercatori britannici, non ha avuto alcun effetto una volta che erano già apparsi i sintomi dell’Alzheimer. Ulteriori analisi dell’azione molecolare di bexaro- tene hanno rivelato infatti che il medicinale agisce direttamente sulla nucleazione primaria, il primo passo nella reazione a catena che porta alla formazione della placca amiloide. La ricerca per prevenire la formazione di oligomeri nella malattia di Alzheimer è andata avanti per oltre due decenni, ma fino ad oggi nessuna equipe di scienziati era mai riuscita a trovare una potenziale strategia curativa. Ora, il professor Ven- druscolo e il gruppo di ricercatori impegnati nello studio hanno stabilito esatta- mente ciò che accade nelle diverse fasi di sviluppo della malattia. Questo significa che ora sono in grado di ridurre la tossicità degli aggregati anziché semplicemente bloccare la loro formazione.

marzo 2016 La Rivista - 73 La dieta di Tatiana Gaudimonte Rivista

I panini bianchi della nonna di Heidi e la potenzialità inespressa del consumatore Al pari, probabilmente, di alcuni di voi, provo spesso una punta di nostalgia a rivedere particolari della mia infanzia riproposti oggi sui social network o da alcuni programmi televisivi: il telefono a gettoni, le musicassette e… i cartoni animati! Sono quindi stata felicissima quando mia figlia di sette anni, tornando dalla visita con la scuola alla biblioteca, ha portato a casa, insieme ai libri, un dvd con alcuni episodi di Heidi, la pastorella svizzera con problemi di tossicodipendenza (non mi spiego altrimenti la sua capacità di vedere le caprette che fanno ciao). Nel corso di una puntata, la bimba dalle guanciotte rosa e perfettamente tonde porta dalla città, in omaggio alla buona nonnina cieca, un cesto pieno di panini bianchi, morbidi e tondi come le suddette guance. “Così non farai fatica a masticarli, cara nonnina!” Gli abitanti del piccolo villaggio, infatti, avevano a disposizione per la loro alimentazione “solo” il pane nero fatto con la farina ottenuta dalla semplice macinazione dei cereali, senza il processo di raffinazione. Le bambine di città, invece, come l’amichetta Clara e me che guardavo il cartone, avevano “la fortuna” di poter mangiare quel morbido pane bianco. Ora, che ciò sia una fortuna è tutto da valutare. Cosa implica infatti il processo di raffinazione della farina? In sostanza, la totale de- plezione di tutto ciò che di più nutriente ha il chicco di frumento, lasciando solo l’amido, ossia la parte zuccherina (calorica) del seme. Vediamo ora cosa viene tolto. Partendo dall’esterno, innanzitutto la crusca, ossia il rivestimento protettivo costituito da preziosa fibra; subito dopo, l’ancor più prezioso germe. Quest’ultimo altro non è che il piccolo embrione della nuova pianta e quindi con- tiene una quantità incredibile di importanti elementi nutritivi, tra cui: proteine e aminoacidi essenziali, vitamine del gruppo B, acidi grassi insaturi omega 6. Sembra incredibile che ancora oggi, in una società mediamente più informata rispetto al passato, sia ancora opinione generale che la farina raffinata sia migliore di quella integrale. La ragione di questa convinzione diffusa risiede nella storia recente: la comparsa delle macine in acciaio ai primi del ‘900 permise al ceto più abbiente di accedere alla farina bianca, con la quale si otteneva un impasto più morbido e più facilmente masticabile che presentava l’indubbio vantaggio di essere meno deperibile e meno attaccabile dai topi e altri infestanti (perché meno nutriente quindi meno appetibile rispetto a quella nera). ll paradigma quindi era: cibo da ricchi = cibo migliore. Corrispondenza falsa oggi come allora, in quanto, appunto, la farina raffinata, lungi dall’essere migliore, è invece solo più semplice sotto diversi punti di vista: più facile da impastare, più facile da conservare, più facile da masticare. Come spesso succede, però, le cose troppo facili nascondono la fregatura. Infatti, ancora oggi, la maggior parte dei consumatori si ostina o si rassegna a mangiare prodotti ottenuti con farina raffinata che non solo è più povera di sostanze nutritive (un rapido controllo delle etichette ci rivelerà che, per esempio, il contenuto in proteine è del 12-15% nel pane integrale contro il 3% del bianco o che il contenuto di ferro è fino a 20 volte superiore nella farina integrale rispetto a quella raffinata), ma che, essendo costituita al 100% da soli zuccheri, ha un indice glicemico altissimo, ossia causa un repentino incremento dello zucchero nel sangue, con diverse conseguenze deleterie a breve e medio-lungo termine. Che succede, infatti, quando la glicemia si alza troppo rapidamente? Succede che il pancreas reagisce immettendo nel sangue una massiccia dose di insulina, la quale fa assorbire dalle cellule lo zucchero in eccesso nel sangue. Il risultato immediato è che lo zuc- chero ematico scende tanto rapidamente quanto era salito, raggiungendo in tempi brevi un livello inferiore alla soglia al di sotto della quale si attivano i centri della fame. In conclusione, dopo una porzione di pasta bianca avremo di nuovo fame in breve tempo. Quali sono gli effetti a lungo termine di questo meccanismo? L’eccesso di insulina prodotta porta, nel tempo, a una progressiva insensibilità delle cellule al suo effetto. In altre parole, le cellule diventano “sorde” al richiamo costante dell’insulina ad assorbire lo zucchero dal sangue; di conseguenza, la glicemia resta alta e si verificano le condizioni di cosiddetto pre-diabete e poi di diabete di tipo 2, che, guarda caso, in Italia affligge cinque milioni di persone (il doppio rispetto a 30 anni fa - fonte diabete.com) e i cui casi in Svizzera sono aumentati del 25% dal 2006 al 2011(fonte: helsana.ch). Ora, voi direte: “non sarà mica per colpa del panino bianco che mi ammalerò di diabete!”. Probabilmente no, se conducete una vita sana e attiva, ma perché tenere questo fattore di rischio nella dieta quotidiana, per scelta o per rassegnazione? Perché devo chinare la testa e pagare lo stesso quando al bar o al ristorante chiedo un prodotto integrale e mi dicono che “c’è solo questo, signora”? Perché non diventare consumatori più consapevoli, anche del proprio valore di creatori della domanda commerciale e dire con un sorriso “no, grazie”? Perché aumentare il costo della mia spesa comprando da una parte prodotti raffinati per poi aggiungere al carrello, per esempio, la confezione (carissima) di germe di grano o l’integratore di ferro e vitamine, o persino l’in- tegratore di fibre, quando un consumo quotidiano di prodotti integrali mi garantirebbe il giusto apporto di tutti i nutrienti e un senso di sazietà più duraturo? Mentre riflettete sul vostro potenziale di consumatori consapevoli, io vado ad impastare una pizza. Di farina integrale,ça va sans dire. Alla prossima!

74 - La Rivista marzo 2016 Motori di Graziano Guerra

Nuovo Iveco Daily Electric Azzera le emissioni - Pronto per ogni lavoro tonnellate di peso totale a terra e un volume di carico fino a 19,6 m3, il versatile 100% elettrico si adatta alle più comuni missioni in ambito urbano, come la distribuzione porta a porta e il trasporto di persone. La portata utile è aumentata di circa 100 kg, e, secondo il costrutto- re, l’autonomia con tre batterie può arrivare fino a 280 km (misurata secondo il ciclo di omologazione NEDC). Le prestazioni delle batterie, ora con durata superiore del 20% e riciclabili al 100%, sono state ottimizzate in tutte le condizioni ambientali e di temperatura. La rica- rica flessibile - brevetto Iveco – è possibile sia in ambito pubblico sia privato, e collegandosi a una stazione di ricarica rapida in sole due ore. Daily, prodotto a Suzzara vicino Mantova, è sinonimo di robustezza, anche grazie al telaio di acciaio ad alta resistenza. Lo “sposalizio” con la propulsione elettrica avviene a Genova nel centro specializzato AL- TRA, la tecnologia delle nuove batterie è stata sviluppata a Stabio, in Ticino, da FIAMM. Nuovo Daily Electric è disponibile in Svizzera con 1, 2 o 3 batterie e potenze da 60 e 80 kW nelle versioni 35S/E, 35C/E, Il vincitore del prestigioso riconoscimento 50C/E - H1, H2, H3, con passo da 3000 a 4100 mm. “International Van of the Year 2015” Daily, è stato presentato in sessione dinamica a Zurigo-Kloten da Dati tecnici Iveco Svizzera nella nuova versione 100% elettrica. Velocità max 80 km/h (limitata elettronicamente) Nelle vicinanze dell’aeroporto ci siamo mossi silenziosamente, in Ripresa da 30 a 60 km/h in 7,5 s modo sicuro e rapido. Sul cruscotto spiccava un tablet da 7’’, rimovibi- Pendenza max superabile 18% (a pieno carico) le. Il quadro strumenti elettronico consentiva il monitoraggio “online” Batterie: 1500 cicli di ricarica dei dati del veicolo. La tecnologia di navigazione TomTom Bridge per Consumo secondo norme UNECE 101/01 380 Wh / km (a prescindere Iveco - frutto della collaborazione tra le due aziende – va incontro alle dal tipo di batteria) esigenze dei conducenti professionisti. Lo schermo touch offre i van- Carica-batterie a bordo taggi di un sistema integrato e la flessibilità di un dispositivo portatile. Garanzia di 4 anni o 7500 cicli Al volante, con il modus Eco si gestisce la potenza del motore elettrico trasmessa alle ruote posteriori minimizzando il consumo energetico, con il modus Power si ha la piena prestazione del tri-fase di trazione. Si veleggia a 80 km/h, e quindi si può circolare in autostrada. La si- lenziosità è una caratteristica importante, che riduce l’inquinamento acustico e rende il Nuovo Iveco Daily Electric adatto alle consegne notturne in area urbana. Nel traffico, il nuovo sistema di segnalazione acustica per i pedoni si dimostra utile. È di serie, attivo fino a 30 km/h e disattivabile tramite il pulsante «P». Con l’importante funzione di frenata rigenerativa (Regenerative Bra- king) si seleziona, anche in marcia, il modus di frenata più opportuno secondo la circolazione e il tipo di percorso, per minimizzare il consu- mo energetico, e la guidabilità si mantiene a un ottimo livello. Consegne a emissioni zero – Fino a 280 km di autonomia Con versioni furgone e cabinato a ruote singole o gemellate, 3,5 t e 5,6

marzo 2016 La Rivista - 75 86° Salone Internazionale dell’Automobile di Ginevra

Maserati Levante

La grande vetrina dell’industria automobilistica è fra le sotto la guida di Lapo Elkann l’ 595 “Competizione cinque più grandi al mondo e la maggiore in Svizzera. Tut- by Tag Heuer”. Per i visitatori vi sono cinque simulatori di to quanto nel mondo automobilistico abbia nome e rango gara, una pista in miniatura, un bar, due zone VIP, un maxi s’incontra ai primi di marzo (3 – 13.03.2016) al Palexpo schermo, un container con il nuovo „Oculus Rift“ dove si di Ginevra, dove i grandi produttori e i carrozzieri storici racconta la storia della famosa Carrera. Non manca certo puntualmente presentano ogni anno le loro novità - più un gioco a premi, e una boutique con l’ultima collezione di 130 quest’anno - fra europee e mondiali. “Tutti i grandi di orologi TAG Heuer. I più attenti già lo sanno, è scarica- nomi sono presenti; un segno di fiducia nei nostri con- bile la App “Star Car Collector” che permette di calcolare fronti che ogni anno si rinnova da parte del mondo auto- l’efficienza energetica delle vetture esposte e partecipare mobilistico e che assicura la nostra posizione tra i primi a un concorso che vede in palio un’autovettura. Informa- cinque eventi mondiali del settore, anche grazie all’im- zioni dettagliate e biglietti online al sito: www.salon-au- peccabile organizzazione”, ha spiegato Maurice Turrettini, to.ch. presidente del Salone. André Hefti, direttore generale ha aggiunto: “Abbiamo 200 espositori provenienti da 30 Pa- Italiane a Ginevra esi che occupano 77.323 m2 di superficie espositiva nei presenta in prima mondiale la GTC4Lusso, quattro sette padiglioni del Palexpo e negli undici giorni di espo- posti con - per la prima volta - ruote posteriori sterzanti sizione arriveranno circa 700.000 visitatori”. integrate con le quattro ruote motrici, un enorme passo Non manca un’esposizione speciale. Su uno stand di circa avanti per le Gran Turismo. Pensata per chi vuole vivere le 1000 m2 il Team TAG Heuer presenta cinque fantastici emozioni di guida Ferrari sempre: nei brevi e lunghi viag- modelli: F1 Red Bull Racing Tag Heuer RB12 2016; Por- gi, sulle strade innevate di montagna e nei percorsi citta- sche Racing 911 RSR, la vettura con cui Patrick Dempsey dini, da solo o in quattro, con i suoi 690 CV a 8000 giri il si è classificato secondo alla 24 ore di Le Mans 2015 e motore 12 cilindri offre un’erogazione sempre crescente. vinto a Suzuka; March 701 Jo Siffert, il bolide che Porsche Il rapporto peso potenza è da record per la categoria con regalò all’indimenticato pilota svizzero nel 1970 per trat- 2,6 kg/cv così come quello di compressione a 13,5:1. La tenerlo da un passaggio in Ferrari; Formula E 2016, su te- coppia massima è di 697 Nm a 5.750 giri/minuto con l’80 laio , carrozzeria Spark e motore McLaren. E infine, % della coppia disponibile a 1.750 giri/minuto. realizzata in soli 30 esemplari da Garage Italia Customs Il 2016 di Maserati è iniziato con un record di vendite in

Pirelli festeggia il mitico P Zero Al Salone di Ginevra con uno stand unico

Pirelli Tyre (Suisse) SA partecipa all’86° Salone Internazionale di Ginevra con un concetto unico e tutto nuovo nel padiglione 6 allo Stand 6360. Una caratteristica particolare dello stand Pirelli è rappresentata da un palcoscenico, dove i visitatori potranno assistere alla costruzione di uno pneumatico ad alte prestazioni. Un tecnico Pirelli altamente qualificato presenterà live la lavorazione artigianale del taglio di uno pneumatico. Il produttore di pneumatici di maggior successo, conta più di 1700 Omologazioni, espone pneumatici ad alte prestazioni costruiti su misura, come il CINTURATO™ P7™ BLUE per veicoli premium, lo Scorpion Verde™ per veicoli SUV e Crossover. Inoltre Pirelli racconta la storia del mitico P Zero: Da 30 anni lo pneumatico a prestazioni ultra-elevate di maggior successo. In occasione di questo particolare anniversario, i visitatori potranno ammirare i modelli P Zero di diverse annate.

76 - La Rivista marzo 2016 Italia, dove in gennaio ha immatricolato 130 unità, superando le 127 nello stesso mese del 2015. Si conferma quindi, nell’attesa gene- rale del SUV Levante che debutta al Salone, il grande successo riscontrato dalle berline Quattroporte e Ghibli. Levante è immedia- tamente riconducibile al marchio Maserati e alla sua assoluta italianità. Il telaio abbina alte prestazioni stradali, dinamicità di guida pure su fondi a scarsissima aderenza e un ot- timo confort in fuori strada. Il SUV Maserati prevede raffinati contenuti standard come: sospensioni elettroniche, trazione integrale intelligente “Q4”, cambio automatico a 8 ve- locità, motori benzina e diesel Euro6. Dalla linea di montaggio di Mirafiori sono già usci- te le prime vetture; in Europa la commercia- lizzazione è prevista in primavera. presenta la Centenario, ver- Fiat Tipo sione speciale limitata in onore del 100° anniversario dalla nascita di Ferruccio Lamborghini. ha anticipato con un’immagine alcuni tratti della sua nuo- va straordinaria concept-car in anteprima mondiale. In bella mostra inoltre creazioni di , Automobili, Carrozzeria Touring Superleggera e dell’ita- lo-svizzero Sbarro, presente fra l’altro con Haze, ispirata al mondo delle corse e realiz- zata in 60 giorni da 28 allievi della sua scuola di design. FCA porta l’Abarth 124 Spider in prima mon- diale, premiere europea per la Fiat 124 Spider e per la nuova famiglia Tipo, oltre ad alcune nuove motorizzazioni . Nuova Tipo - premiata “Autobest 2016” da una giu- ria di 26 giornalisti in rappresentanza di al- trettanti Paesi europei che corrispondono al 91% della popolazione continentale - coniu- ga la grande capacità di carico (520 litri) con le dimensioni compatte di una berlina. Sarà presentata in Svizzera nel corso del 2016 e commercializzata in diverse versioni. Ferrari GTC4 Lusso

124 Spider già in concessionaria Fiat 124 Spider Capelli al vento e trazione posteriore

La nuova Fiat 124 Spider è in tutte le concessionarie ufficiali della Svizzera negli allestimenti Spider, Lusso e nella versione limitata a 124 esemplari Anniversary. Per il mercato elvetico è stata creata l’esclusiva “Swiss Launch Edition”. Il listino prezzi della gamma parte da 27’900 franchi. Con la 124 Spider la Casa torna nel segmento delle vetture scoperte. I designer del Centro Stile Fiat hanno racchiuso in uno stile evoluto la bellezza classica della progenitrice. La macchina porta il nome dell’antesignana, presentata a Torino nel 1966, e dopo cinquant’anni ne raccoglie il testimone. Per celebrare questa ricorrenza è stata allestita l’edizione “Anniversary”, limitata a 124 esemplari numerati, di colore “Rosso Passione” al prezzo di 33’500 CHF. La versione “Swiss Launch Edition” ne costa 32’900. Tutti gli allestimenti prevedono di serie 4 airbag, climatizzatore manuale, radio mp3 con Bluetooth e porta USB, quattro altoparlanti, volante in pelle, cruise control, cerchi in lega da 16”, sistema di accensione con tasto. Cuore della vettura è il 1.4 Turbo MultiAir da 140 CV, che assicura 240 Nm di coppia. Il propulsore è abbinato a un cambio manuale a sei marce e con la trazione posteriore esalta la sportività della vettura. Le prime 124 Spider saranno in consegna da giugno.

marzo 2016 La Rivista - 77 Il Maserati Polo Tour 2016 con il supporto tecnico di La Martina è iniziato a tutta velocità con la “Snow Polo World Cup St. Moritz”

Il team Maserati vince il trofeo

Inizio entusiasmante a St. Moritz per il Maserati Enrico Roselli, CEO di La Martina, ha aggiunto “È sem- Polo Tour 2016. pre emozionante per noi partecipare alla Snow Polo World Durante i tre giorni della Snow Polo World Cup Cup di St. Moritz, visto che siamo stati tra i fondatori del St. Moritz, dal 29 al 31 gennaio, i 4 team si sono Torneo oltre trent’anni fa. Condividere questa esperienza sfidati con classe ed eleganza, intrattenendo circa con Maserati è venuto in maniera del tutto naturale, per- 13’000 spettatori. ché siamo due realtà che hanno lo stesso codice genetico Il clima favorevole ha senz’altro contribuito a ren- all’insegna della forte passione per lo sport e per l’eccel- dere il campo da polo sul lago ghiacciato uno sce- lenza nelle prestazioni”. nario spettacolare, con le suggestive montagne in- Il Team Maserati, formato dal Capitano Rommy Gianni nevate di St. Moritz a fare da sfondo. Tra gli ospiti (Italia, Handicap +1), Luciano Vazquez (Spagna, Handi- presenti, anche diverse celebrità e personaggi dello cap +2), Dario Musso (Argentina, Handicap +7) e Frankie spettacolo, della politica e del mondo del business. Menendes (Argentina, Handicap +6) ha ricevuto grande supporto da parte degli spettatori e ha vinto le finali della “Siamo lieti di aver iniziato il Maserati Polo Tour con un Snow Polo World Cup St. Moritz contro il Team Cartier in Torneo così spettacolare”, ha detto Giulio Pastore, Gene- un epilogo emozionante dal risultato di 5 a 4. ral Manager di Maserati Europe: “Il Polo sulla neve ha un Una dimostrazione di potenza che dal lago di St. Moritz che di speciale, che aggiunge al brivido del gioco un livello è continuata all’interno del Polo Village, dove Maserati di adrenalina ulteriore, specialmente quando la cornice è ha esposto un esemplare della Ghibli, in versione diesel. un’atmosfera unica come quella di St. Moritz”. Inoltre, durante i trasferimenti dal centro di St. Moritz

78 - La Rivista marzo 2016 già affermata partnership con La Martina, il primo fornitore mondiale di equipaggiamen- to per il gioco del Polo. Protagonista della collaborazione tra La Martina e Maserati è l’iconica Polo Duvet, usata sul campo per la prima volta pro- prio durante l’edizione 2015 della Snow Polo World Cup. Si tratta di una speciale Polo trapuntata in cashmere ed isolante, studiata per essere indossata durante le sessioni di riscaldamento prima delle gare invernali, quando la maglia ufficiale, pur essendo termica, si rivela troppo sottile ed una semplice giacca a vento sarebbe trop- po ingombrante per il gioco. La Polo Duvet è pensata per essere indossata su polo e ma- glia a collo alto e per essere tolta all’inizio della gara. Grazie alle caratteristiche tecniche ed al de- sign accattivante, la Polo Duvet si presta an- che come capo sportswear da indossare fuori dal campo, durante la mezza stagione. Dopo l’inaugurazione in Svizzera, il Maserati Polo Tour proseguirà a Dubai per la sua se- conda tappa, la “Maserati Dubai Polo Cup”, organizzata dal Guards Polo Club dal 21 al al Polo Village, le celebrità presenti hanno il torneo di Golf sulla neve, l’emozionante 25 Marzo. potuto guidare l’intera gamma delle berline Worldclass Snow Polo con il Team Maserati Informazioni dettagliate sulla Snow Polo Maserati, mettendo alla prova il sistema a e l’esclusiva cena di Gala. World Cup di St. Moritz possono essere repe- trazione integrale “Q4”, sia sull’ammiraglia La Snow Polo World Cup St. Moritz ha segna- rite su www.snowpolo-stmoritz.com. Quattroporte che sulla berlina sportiva di to l’entusiasmante inizio del Maserati Polo Per essere sempre aggiornati su tutti gli ap- segmento E, Ghibli. Tour 2016, confermando il già consolidato passionanti eventi globali, il Tour 2016 può Per tutta la durata del weekend, gli aficio- coinvolgimento di Maserati nel mondo del essere seguito sul sito www.maseratipolo. nados della Casa del Tridente hanno potuto Polo. Il Maserati Polo Tour 2016 porrà ancora com, dove sarà possibile accedere a foto, beneficiare dei Test Drive su neve e ghiac- una volta i riflettori sulla scena internazio- contenuti extra e aggiornamenti da ogni cio, e di altri preziosi intrattenimenti, quali nale del Polo di quest’anno, grazie anche alla tappa del Maserati Polo Tour.

marzo 2016 La Rivista - 79 100 Anni Ferruccio Lamborghini Fulcro dell’Anniversary 2016 sarà il Museo Ferruccio Lamborghini di Argelato

Per ricordare la figura del Cav. Lavoro Ferruccio Lamborghini, dal 25 al 30 aprile avrà luogo la prima di una serie di iniziative che sa- ranno organizzate lungo tutto il 2016 per il “Ferruccio Lamborghini Anniversary”. La prima manifestazione è dedicata in particolar modo a Lamborghini Club italiani e stranieri, fan del mito Lamborghini e appassionati del mondo delle auto sportive. Motor Valley emiliana dedicata ai Lamborghini Club nel mondo, fan Il 2016 è l’anno di Ferruccio Lamborghini. 100 anni fa il genio mec- del marchio del Toro e appassionati di auto sportive. Nel Museo, il 28 canico e imprenditoriale nasceva a Renazzo di Cento, in provincia aprile, ricorrenza esatta dei 100 anni dalla nascita di Ferruccio, sarà di Ferrara. Da allora il nome Lamborghini è diventato un cognome organizzato uno speciale Galà con la presentazione dei vari Club conosciuto a livello mondiale, un marchio che ha spaziato in diversi internazionali che parteciperanno all’evento, i ricordi e gli aneddoti settori (dai trattori alle auto sportive, dalla meccanica all’oleodina- di chi ha conosciuto Ferruccio, allietati dalla band di Teo Ciavarella e mica, fino ai sistemi di riscaldamento e raffreddamento) e un simbo- un intrattenimento a sorpresa per gli ospiti della serata. lo di qualità ed eccellenza tutto italiano. Il programma dettagliato della manifestazione, con le modalità di Per onorare il Centenario dalla nascita del padre, l’imprenditore To- partecipazione è consultabile all’indirizzo: nino Lamborghini ha ideato una manifestazione a tappe lungo la http://ferrucciolamborghini-100anniversary.it/it/programma/

Al volante della Prius di IV generazione Design moderno e d’impatto per la Toyota più innovativa

La nuova Toyota Prius ha forme futuristiche ed eleganti, ma anche può restare invaghiti dalla sua linea bassa e dinamica. La macchina razionali, e trasmettono qualità ed emozione. La quarta generazio- ibrida passa da 0-100 km/h in poco più di 10 secondi, accelera da 80 ne - in realtà una new entry - non è solo innovazione, il design e la a 120 all’ora in poco più di 8 e può raggiungere i 180 km/h. Cifre che qualità le assicurano un look moderno con forme che giocano su non possono rivelare a fondo le doti della nuova Prius. L’allestimento contrasti tra sinuosità e superfici decise. Osservandola di profilo si interno è futurista, ma regala un senso di sicurezza completa, nell’a- bitacolo è facile trovare una posizione di guida ottimale. La visione sulla carreggiata e in tutte le altre direzioni intorno è più che otti- ma. La potenza del nuovo sistema ibrido è di 122 cavalli, si sviluppa in maniera molto lineare e progressiva. La nuova Unità di Controllo Potenza (PCU) sfrutta al meglio l’energia elettrica assicurando un’ac- celerazione sempre in linea con i regimi del motore, per un piacere di guida che soddisfa anche nel traffico più convulso e regala a nuova Prius maggiori qualità sportive. Lo shift-by-wire è come un cambio automatico; con le modalità Normal, ECO e Power si trova facilmen- te l’impostazione che si desidera. Con “EV” si viaggia solo in elettrico, ma solo per brevi tragitti. Full Hybrid Toyota di ultima generazione, con 3.0 litri ai 100 km, su percorso misto, assicura economie di con- sumo che cercano confronti e che i tassisti apprezzeranno in modo particolare. Buono a sapersi: la quarta generazione è la prima ad avere una capacità di traino di 725 kg (senza freni). In vendita da marzo 2016 è disponibile negli allestimenti SOL (34’500 franchi) e SOL Premium (36’900 franchi). In dote porta luci a LED, assistenza intelligente al posteggio, sistema di pre-collisione con rilevamento pedoni, allerta stanchezza e molto altro.

80 - La Rivista marzo 2016 Mondo in Camera

Taste of Italy, il meglio del vino GO-ITALY@ MANOR FOOD italiano in Svizzera - Lugano a Emmen Vini piemontesi a Basilea Successo per il taste of Italy a Ginevra Meetup Italia – Barilla e Campari Weine Italiens 2016 si presentano a Ginevra Export strikes: incontri btob tra la Benvenuto ai nuovi soci cantina sociale bergamasca e gli importatori svizzeri Contatti commerciali Servizi camerali

marzo 2016 La Rivista - 81 Taste of Italy, il meglio del vino italiano in Svizzera - Lugano

La Camera di Commercio Italiana per la provenienti da diverse regioni d’Italia che si ri, importatori, dettaglianti, sommelier, stam- Svizzera organizza il 7 marzo 2016 , presso presenteranno: pa incontreranno le cantine e degusteranno i una prestigiosa location di Lugano l’evento - ai professionisti svizzeri del settore (ristoranti, loro vini) “Taste of Italy, il meglio del vino italiano importatori, dettaglianti, sommelier, stampa) - Ore 17.30 - 20.00: apertura ai wine lovers e in Svizzera”. - ai wine lovers residenti in Ticino ad un pubblico selezionato di intenditori - soci, partone e amici della Camera di Com- Arrivato alla sua seconda edizione dopo l’e- mercio Italiana in Svizzera Informazioni e iscrizioni CCIS, sordio ginevrino il 25 gennaio, Taste of Italy Ufficio Lugano si rivolge al mercato della Svizzera italiana Il programma prevede: tel: +41 91 924 02 33 e apre la selezione di 12 aziende vitivinicole - Ore 14.30 - 18.30: incontri BtoB (ristorato- email ([email protected]) Vini piemontesi a Basilea

Affinché si possa organizzare i vostri appuntamenti Vini Rossi : Barbera, Roero / Vini Bianchi: al meglio, sono richiesti da parte degli importatori Roero Arneis delle indicazioni quali potrebbero essere i vini pie- Fascia di prezzo all’importatore: montesi di maggiore interesse di vostra esigenza. media / Nr. bottiglie prodotte : 55’000

DATA: Lunedì 7 marzo 2016 Scarzello Giorgio & Figli (Barolo-Cuneo) La Camera di Commercio Italiana per la Sviz- LUOGO: Hotel/Ristorante MERIAN SPITZ BA- www.scarzellobarolo.com zera (CCIS) organizza in collaborazione con il SEL Rheingasse 2, 4056 Basilea Vini Rossi : Barolo, Nebbiolo, Barbera d’Alba Consorzio „I Vini del Piemonte“, una sessione (www.hotelmerianbasel.ch) (bianchi niente) di 4/5 incontri B2B tra importatori svizzeri e ORARIO: 17.00 - 19.00 incontri b2b Fascia di prezzo all’importatore : cantine piemontesi. 19.30 - ca. 22.30 cena medio-elevata, anche top / Nr. bottiglie pro- I produttori saranno presenti per far conoscere SALA: Leue Stube / Ristorante dotte : 25’000 e degustare i propri vini esclusivi ad importa- tori interessati nella splendida cornice dell’Ho- Cantine che hanno aderito ad oggi Informazioni e iscrizioni: tel Merien Spitz di Basilea. A seguire sarà of- Cascina Val del Prete (Priocca-Cuneo) CCIS Zurigo, Tel: 044 289 23 23 ferta una cena ai presenti. www.valdelprete.com E-Mail:[email protected] Meetup Italia Barilla e Campari si presentano a Ginevra

Riprendono i MeetUp Italia, incontri per con- 18.30 alle ore 20.30 presso il Club Suisse de solidare ed espandere la rete di contatti per i la Presse (Route de Ferney 106, 1202 Genève). soci CCIS e tutti coloro interessati alle inizia- La presentazione si svolgerà in francese. tive della Camera di Commercio Italiana per Seguirà per i partecipanti un cocktail con co- la Svizzera. Diamo inizio al primo incontro del oking show con i prodotti Barilla. 2016 con due delle ditte che hanno fatto la storia dell’eccellenza del Made in Italy in Italia Entrata libera e posti a disposizione limitati. e all’estero : Barilla e Campari. Per l’occasione, Christoph Birchler (Managing Per maggiori informazioni Director, Barilla Switzerland AG), Véronique Camera di Commercio Italiana Tassigny (Marketing and communication Direc- per la Svizzera Ufficio di Ginevra tor – Europe, Barilla Switzerland AG) e Campari Lysiane Bennato Tel: 022 906 85 95 interverranno lunedì 14 marzo 2016 dalle ore Mail [email protected]

82 - La Rivista marzo 2016 Export strikes: incontri btob tra la cantina sociale bergamasca e gli importatori svizzeri

1962 ed ha subito rappresentato, per la vi- zoni 6.0.13 (bianco): (incrocio tra Pinot blanc ticoltura bergamasca, il centro propulsore e Riesling Renano). Ottenuto con il metodo attorno al quale sono ruotate innovazione e della criomacerazione: macerazione a freddo ricerca. Attualmente, la Cantina Sociale Ber- delle bucce dell’uva che consente di ottenere gamasca ha 80 soci conferitori di uva per un la massima quantità di sostanze aromatiche totale di 160 ettari di superficie vitata. Ha un nel mosto. Finita la criomacerazione, inizia impianto di vinificazione ed imbottigliamen- la vinificazione in bianco tradizionale. -DOC to di ultima generazione ed una cantina di Franconia (rosso): (vitigno tradizionale ber- affinamento con oltre 2’500 ettolitri di ca- gamasco). Le uve vengono pigiate e subisco- pacità in botti di rovere francese. La Cantina no una macerazione variabile tra gli 8 ed i 10 Sociale Bergamasca attualmente produce e giorni. Segue un periodo di affinamento di 3 commercializza 800 000 bottiglie all’anno mesi in serbatoi acciaio prima dell’imbotti- di vino del territorio, vantando di un’ampia gliamento ed un affinamento in bottiglia. gamma di etichette: Bergamasca IGT - IGT Rosso: (ottenuto da Valcalepio DOC -DOC Rosso Riserva: (50% una selezione di uve Merlot, Cabernet Sauvi- Merlot e 50% Cabernet Sauvignon). Le due gnon e Franconia delle colline bergamasche). varietà, Merlot e Cabernet Sauvignon, ven- Le uve vengono pigiate e subiscono una ma- gono vinificate separatamente, a fermenta- cerazione variabile tra gli 8 ed i 10 giorni. zione ultimata si procede al taglio. Segue un Segue un periodo di affinamento di 3 mesi in affinamento di 3 anni in botte di rovere fran- serbatoi acciaio prima dell’imbottigliamento. cese prima dell’imbottigliamento. -DOC Ros- La Cantina Sociale Bergamasca sta investen- La Camera di Commercio italiana per la Sviz- so: (60% Merlot e 40% Cabernet Sauvignon). do da diversi anni in importanti progetti con zera(CCIS) presenta agli importatori svizzeri Le due varietà, Merlot e Cabernet Sauvignon, l’obiettivo di produrre e commercializzare i del settore la Cantina Sociale Bergamasca vengono vinificate separatamente, a fermen- soli vini del loro territorio con la massima che si recherà in Svizzera il 16 e 17 mar- tazione ultimata si procede al taglio. Segue serietà e competenza tecnica/commerciale zo per far degustare la loro gamma di vini a un affinamento di 9 mesi in botte di rovere per comprendere e soddisfare le esigenze del tutti coloro che sono interessati ad avere un francese prima dell’imbottigliamento. -DOC consumatore non trascurando mai la qualità incontro d’affari. Bianco: (40% Chardonnay, 30% Pinot blanc e, al contempo, garantendo un ottimo rap- e 30% Pinot grigio). Le uve vengono raccol- porto prezzo/qualità. La Cantina Sociale Bergamasca te a mano, pressate delicatamente e poste a È una società cooperativa a responsabili- fermentare a temperatura controllata. Segue Per informazioni e contatti tà limitata situata a San Polo d’Argon, ad un periodo di affinamento di 3 mesi in vasca Lysiane Bennato una decina di chilometri ad est di Bergamo. di acciaio prima dell’imbottigliamento. [email protected] Fondata nel 1957, ha iniziato a produrre nel Terre del Colleoni DOC - DOC Incrocio Man- Tel 022 906 85 95 GO-ITALY@ MANOR FOOD a Emmen

La Camera di Commercio Italiana per due settimane dell’evento. Gli stessi la Svizzera (CCIS) organizza in colla- imprenditori potranno essere presen- borazione con il centro commerciale ti per qualche giorno, promuovere i di Emmen della catena Manor Food propri prodotti al pubblico ed entrare (www.emmencenter.ch) un’isola gastro- in contatto con i rappresentanti della nomica italiana chiamata GO-ITALY@ catena. La quota di partecipazione per MANOR FOOD. le aziende verrà richiesta soltanto se Per due settimane dal 4 al 16 aprile saranno selezionate da Manor per par- 2016 prodotti agroalimentari italia- tecipare all’evento. ni saranno promossi e venduti presso il centro commerciale della catena Informazioni Manor ad Emmen nel lucernese. Le CCIS Zurigo aziende sono state selezionate e i loro Tel. 0041 44 289 23 23 prodotti acquisitati e rivenduti per le E-mail: [email protected]

marzo 2016 La Rivista - 83 Successo per il taste of Italy a Ginevra

Lunedì 25 gennaio si è svolta nella bellis- wine lovers. L’evento, conclusosi alle ore sima cornice dell’hotel Le Richemond di 21.00, ha registrato ben 250 partecipanti. Ginevra la prima edizione di “Taste of Italy: Tra i presenti, oltre ai numerosi funzionari Le meilleur du vin italien en Suisse” che ha delle Organizzazioni Internazionali e i ma- visto come prima tappa la capitale della nager delle multinazionali, anche il Conso- Svizzera francese, Ginevra. le generale d’Italia a Ginevra, Dott Andrea L’iniziativa ha riportato un grande suc- Bertozzi, il rappresentante della Missione cesso sia per il numero di cantine italiane Permanente d’Italia presso il WTO, Dott. presenti, ben 17 provenienti dalle seguen- Nico Frandi, il Presidente del COMITES, ti regioni d’Italia: Piemonte, Lombardia, Avv. Andrea Pappalardo. Veneto, Friuli, Toscana, Abruzzo, Marche, L’evento infine ha visto il prezioso con- Sardegna, che per il numero dei parteci- tributo della Galardi Media Network, che panti alla manifestazione. ha curato tutti i servizi media della ma- La manifestazione ha aperto le porte alle nifestazione, e di Radio Italia con i pezzi ore 14.30 con la sessione dedicata agli in- musicali della musica italiana di successo contri con i professionisti elvetici del set- degli ultimi anni. tore (importatori, sommelier, dettaglianti, Grande soddisfazione sia da parte delle giornalisti) seguita dalla sessione, a partire cantine italiane che del pubblico che ha dalle ore 17.30, dedicata al pubblico di aderito alla degustazione.

84 - La Rivista marzo 2016 Gambero Rosso Editore Weine Italiens 2016 2 400 Produzenten – 22 000 Weine 421 Tre Bicchieri – 80 Tre bicchieri verdi 111 Tre Bicchieri unter 15 Euro 984 Seiten. EUR 30.00

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marzo 2016 La Rivista - 87 Sede Lugano Via Nassa 5CH-6900 Lugano Tel: +41 (0)91 924 02 32 Fax: +41 (0)91 924 02 33 E-Mail: [email protected]

Sede Zurigo Seestrasse 123CH-8027 Zurich Tel: +41 (0)44 289 23 23 Fax: +41 (0)44 201 53 57 E-Mail: [email protected]

Sede Ginevra 12-14 rue du Cendrier CH-1211 Ginevra 1 Servizi Tel: +41 (0)22 906 85 95 Fax: +41 (0)22 906 85 99 Camerali E-Mail: [email protected]

La CCIS (Camera di Commercio Italiana per la Svizzera) è l’hub di riferimento in Svizzera per imprese medie e piccole, grandi aziende e marchi del Made in Italy, consorzi, associazioni di categoria ed enti pubblici che abbiano l’obiettivo di accrescere la presenza economica italiana in Svizzera. Fondata nel 1909 la Camera appartiene alla rete delle Camere di Commercio Italiane all’Estero, riconosciute dal Governo italiano quali strumenti di promozione del Made in Italy nel Mondo e suscitatrici di opportunità e investimenti delle imprese dei paesi in cui operano verso il mercato italiano.

La CCIS assiste con i suoi servizi tutti i soggetti Investimenti svizzeri e italiani coinvolti negli scambi economici tra - Apertura di un’attività Italia, Svizzera e Liechtenstein. - Investire nella ristorazione - Appalti pubblici in Svizzera La gamma dei suoi servizi è ampia e strategicamente - Attività di M&A e di Corporate Finance strutturata in aree tematiche: Comunicazione e promozione turistica Esportazioni La Rivista, magazine mensile in lingua italiana, e - Ricerca buyers/clienti www.go-italy.ch, portale bilingue, in italiano tedesco, - Consulenza fiscale (rappresentanza fiscale e per l’italianità in movimento recupero dell’iva italiana, svizzera e tedesca) - Consulenza di natura commerciale e doganale Corsi - Export & Investment Desk - Dalla Svizzera nel - Corsi per professionisti e semplici appassionati mondo - Corsi per sommelier in lingua italiana - Informazioni finanziarie e legate alla solvibilità dei partner (visure, rapporti commerciali, ecc.) Altro - Organizzazione di degustazioni, workshops ed - Recupero Crediti eventi - Ricerca di dati statistici - Realizzazione di delegazioni ed export strikes - Traduzioni ed interpretariato (visite presso buyers svizzeri) - Agevolazioni speciali per i soci - Organizzazione ed accompagnamento di espositori italiani a fiere svizzere e di visitatori elvetici a fiere I settori di punta italiane Agroalimentare, Industria elettromeccanica, Sistema - Organizzazione di seminari ed incontri di affari Casa, Sistema Moda, Innovazione tecnologica e - Focus settoriali Start-up, Turismo, Pubblicità e Comunicazione

88 - La Rivista marzo 2016 PerPer unauna dolcedolce tentazionetentazione

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prezzo d’acquisto in contanti CHF 21 500.–, rata di leasing mensile a partire da CHF 249.– IVA incl. 500 Lounge 1.2 69 cv, 4,3 l / 100 km, 99 g CO2 / km, categoria d’ef cienza energetica: B, prezzo listino CHF 16 090.– più vernice speciale CHF 550.– / bonus cash CHF 500.–, prezzo d’acquisto in contanti CHF 16 140.–, rata di leasing mensile a partire da CHF 189.– IVA incl. Pagamento straordinario CHF 0.–, durata 60 mesi, 10 000 km / anno, interesse annuo effettivo 0 % con assicurazione casco totale obbligatoria e assicurazione sulle rate «Comfort» opzionale non incluse nel calcolo. Prezzo raccomandato. FCA Capital Suisse SA. La concessione dei crediti è vietata qualora comporti un indebitamento eccessivo

del consumatore. Salvo modi che del prezzo. Media delle emissioni di CO2 di tutte le nuove vetture vendute in Svizzera: 139 g / km. Promozione valida no al 31.3.2016 o no a revoca.

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