Parrocchia di San Floriano in . Inventario dell'archivio storico (1356 - 2004)

a cura di Cooperativa Koinè

Provincia autonoma di . Soprintendenza per i beni librari e archivistici 2008

Premessa L'ordinamento e l'inventariazione dell'archivio sono stati effettuati per incarico e con la direzione della Soprintendenza per i beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento e con la collaborazione dell'Archivio diocesano tridentino; la redazione dell'inventario è stata curata da Ornella Bolognese, Francesca Tecilla, Elena Bertagnolli e Cinzia Groff socie della cooperativa Koinè e ultimata nel luglio 2008.

Relativamente alla descrizione delle singole unità archivistiche sono stati usati i seguenti criteri: - il titolo originale del documento è riportato tra virgolette; - nella trascrizione dei titoli si sono ricondotti all'uso moderno i segni d'interpunzione, i segni diacritici, le lettere maiuscole e minuscole e si sono sciolte le abbreviature, tranne quelle ancora in uso; - le ricostruzioni di titoli, di date ed eventuali altre integrazioni sono state indicate tra parentesi quadre; - di ogni unità archivistica si sono indicati gli estremi cronologici, la definizione archivistica e il numero delle carte.

In particolare per i registri: - in presenza di più titoli originali, si è scelto quello più significativo, specificandone la posizione solo se esso non appare all'esterno; - si è riportata, ove presente, la numerazione originaria per carte o per pagine; se assente si è dato il computo delle carte scritte, facendo seguire al numero l'espressione "non numerate" (n.n.); - la numerazione originaria riferita allo specchio formato da due facciate contrapposte viene espressa mediante la locuzione "carte sinistra - destra" (cc. sd); - in presenza di una numerazione non omogenea si è indicato il computo totale delle carte scritte, specificando di seguito, tra parentesi tonde, il tipo di numerazione presente (parziale, varia, imprecisa); - si è indicata tra parentesi la presenza di carte bianche, tranne quelle esistenti in fine registro.

Nelle citazioni, l'unità archivistica è individuata dal nome del fondo, dal nome della serie e dal numero che indica la posizione dell'unità all'interno della serie. Ad ogni unità archivistica è inoltre associata una segnatura, scritta nel margine sinistro in alto e applicata sul pezzo, che indica la collocazione fisica del pezzo all'interno della serie. Questa è costituita da una lettera alfabetica maiuscola diversa per ogni fondo, dal numero corrispondente alla serie, dal numero del pezzo in inventario e, eventualmente, dal numero della busta-contenitore.

Nella descrizione delle unità archivistiche si è fatto ricorso alle seguenti abbreviazioni: c., cc. carta, carte recto - verso cc. sd carte sinistra - destra, cioè con la numerazione originaria riferita allo specchio formato da due facciate contrapposte ex. exeunte in. ineunte n., nn. numero, numeri n. n. non numerato/e num. orig. numerazione originale p., pp. pagina, pagine tit. dorso titolo dorso tit. int. titolo interno

Alla fine dell'inventario si trovano indici relativi a: persone, toponimi, istituzioni e cose notevoli. Ad ogni lemma dell'indice sono associati i numeri che indicano la posizione del lemma stesso nell'inventario; tali numeri sono collocati tra parentesi tonde, accanto alle introduzioni e alle unità archivistiche, in alto a destra. Le voci dell'indice si riferiscono esclusivamente a quanto riportato nel presente inventario, senza ulteriori ricerche e approfondimenti critici.

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Archivio storico della parrocchia di San Floriano in Storo, 1356 - 2004 ...... 7

Curazia di San Floriano ...... 10

Parrocchia di San Floriano...... 15

A Ufficio parrocchiale di San Floriano in Storo, 1446 (copia) - 2004...... 19

A 1 Registri dei nati e battezzati, 1606 - 1969...... 20

A 2 Registri dei matrimoni, 1669 - 1964 ...... 23

A 3 Registri dei morti, 1691 - 1962 ...... 26

A 4 Registri dei cresimati, 1851 - 2004 ...... 28

A 5 Stati delle anime, [1941] - 1985...... 29

A 6 Registri degli sponsali, 1908 - 1929...... 31

A 7 Registri delle pubblicazioni matrimoniali, 1924 - 1938...... 32

A 8 Atti matrimoniali, 1820 - 1962 ...... 33

A 9 Registri dei matrimoni fuori parrocchia, 1938 - 1960...... 36

A 10 Carteggio e atti attinenti all'anagrafe, 1851 - 1968 ...... 37

A 11 Diari delle messe avventizie, 1853 - 1959 ...... 38

A 12 Diari personali delle messe, 1861 - 1962...... 41

A 13 Diari delle messe legatarie, 1834 - 1884...... 43

A 14 Registri delle messe ordinate, 1919 - 1938 ...... 44

A 15 Registri degli avvisi, 1919 - 1958 ...... 45

A 16 Registri dei legati missari, [1723]...... 47

A 17 Registri delle soddisfazioni dei legati, 1727 - 1808...... 48

A 18 Registri di amministrazione dei legati missari, 1902 - 1938...... 49

A 19 Registri di amministrazione delle associazioni parrocchiali, 1865 - 1960...... 50

A 20 Urbari generali, [1902] - 1936 ...... 51

A 21 Registri di cassa generale, 1901 - 1963...... 52

A 22 Registri di cronache e memorie, 1900 - 1983 ...... 54

A 23 Repertori, [1789] - [1850]...... 55

A 24 Protocolli degli esibiti, 1893 - 1953...... 56

A 25 Carteggio e atti ordinati, 1446 (copia) - 1961...... 57

3

A 26 Carteggio e atti, 1674 - 1958...... 69

Chiesa di San Floriano ...... 70

B Chiesa di San Floriano in Storo, [1719] - 1961...... 74

B 1 Urbari, [1719]...... 75

B 2 Registri delle mappe, sec. XIX primo quarto...... 77

B 3 Registri di cassa, 1868 - 1899 ...... 78

B 4 Resoconti, 1853 - 1961 ...... 79

Beneficio Scalabrini...... 81

C Beneficio Scalabrini di Storo, sec. XVIII terzo quarto - 1961 ...... 82

C 1 Registri degli "instrumenta", sec. XVIII terzo quarto ...... 83

C 2 Registri di amministrazione, 1848 - 1888 ...... 84

C 3 Resoconti, 1887 - 1961 ...... 85

C 4 Carteggio e atti, 1767 (copia); 1825 - 1943...... 86

Mansioneria Cortella...... 87

D Mansioneria Cortella di Storo, 1881 - 1943...... 89

D 1 Resoconti, 1881 - 1943 ...... 90

Beneficio Giovanelli ...... 91

E Beneficio Giovanelli di Storo, 1841 - 1961...... 92

E 1 Registri di cassa, 1841 - 1856...... 93

E 2 Resoconti, 1854 - 1961...... 94

Legati pii...... 95

F Legati pii di Storo, 1872 - 1961...... 97

F 1 Resoconti, 1872 - 1961...... 98

Fondo Sante Anime...... 99

G Fondo Sante Anime di Storo, 1807 - 1938...... 100

G 1 Registri delle rese di conto dei massari, 1807 - 1912...... 101

G 2 Registri di cassa, 1901 - 1938 ...... 102

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Confraternita del Santissimo Sacramento ...... 103

H Confraternita del Santissimo Sacramento di Storo, 1582 (copia) - 1973...... 106

H 1 Registri degli iscritti, [1901] - 1934...... 107

H 2 Registri delle rese di conto, 1858 - 1901...... 108

H 3 Carteggio e atti, 1582 (copia) - 1973 ...... 109

Confraternita della Beata Vergine Maria ...... 110

I Confraternita della Beata Vergine Maria di Storo, 1643 - 1786...... 112

I 1 Registri di amministrazione, 1643 - 1786...... 113

J Pergamene dell'archivio parrocchiale di Storo, 1356 - 1725...... 115

Indici...... 134

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Albero dei soggetti produttori

Curazia di San Floriano, Storo, 1446 luglio 11-1900 novembre 4 Successori: Parrocchia di San Floriano, Storo, 1900 novembre 5-

Parrocchia di San Floriano, Storo, 1900 novembre 5- Predecessori: Curazia di San Floriano, Storo, 1446 luglio 11-1900 novembre 4 Assorbe : Legati pii, Storo, [1871] - 1986 Assorbe : Chiesa di San Floriano, Storo, ante 1189 giugno 4 - 1986

Chiesa di San Floriano, Storo, ante 1189 giugno 4 - 1986 E' assorbito da : Parrocchia di San Floriano, Storo, 1900 novembre 5-

Beneficio Scalabrini, Storo, 1686 settembre 2 - ante 1986

Mansioneria Cortella, Storo, 1713 marzo 16 - 1943

Beneficio Giovanelli, Storo, 1716 novembre 1 - ante 1986

Legati pii, Storo, [1871] - 1986 E' assorbito da : Parrocchia di San Floriano, Storo, 1900 novembre 5-

Fondo Sante Anime, Storo, sec. XVII - ante 1986

Confraternita del Santissimo Sacramento, Storo, ante 1531 - [1973]

Confraternita della Beata Vergine Maria, Venezia, sec. XVII - [1820]

6 superfondo Archivio storico della parrocchia di San Floriano in Storo, 1356 - 2004 (1)

registri 89, quaderni 2, buste 33 (fascicoli 35), fascicoli 6, pergamene 62; metri lineari 8.0

Lingua Italiano, Tedesco, Latino

Storia archivistica L'archivio parrocchiale di Storo si trovava al momento del riordino nella canonica abitata dal parroco. L'attività propria dell'ufficio curaziale di Storo inizia dal XVII secolo, con la produzione di atti, con la loro conservazione e con la tenuta di registri: le registrazioni dei battezzati datano a partire dal 1606, dei matrimoni dal 1669 e dei morti dal 1691. Presso la chiesa di San Floriano vennero fondati benefici, legati missari, furono erette confraternite e per ognuna di queste amministrazioni si produssero atti. Presso il curato venivano inoltre depositati testamenti e atti privati. Nel corso dei secoli prese dunque forma e consistenza l'archivio della parrocchia di Storo. Tra le carte custodite nell'archivio parrocchiale si trova una lettera, datata 20 luglio 1891, spedita dal capocomune all'allora curato don Luigi Ghezzi dalla quale si apprende che il aveva negato l'acquisto "di un armadio ad uso archivio canonicale" a causa della critica situazione economica (1). Dopo circa un anno il curato ripresentò la domanda: l'acquisto si rendeva urgente perché il vecchio armadio era inservibile e il curato non sapeva "dove custodire i diversi atti e documenti spettanti alla curazia" (2). Il curato proponeva alla rappresentanza comunale di mettergli a disposizione il legname necessario mentre lui avrebbe contattato qualche falegname del paese per costruire l'armadio, che sottolineava essere "un mobile che resterà sempre in quest'ufficio e che sarà sempre di proprietà del comune" (3). La risposta fu anche questa volta negativa. Don Luigi Ghezzi lasciò la cura d'anime di Storo nel 1894 e per quanto riguarda l'archivio, consegnò al suo successore oltre ai registri, carte, documenti e atti raccolti in "plichi" o in fascicoli (4). L'armadio non era stato acquistato e non lo sarà fino al 1904. Nel 1901 don Giacomo Regensburger venne nominato primo parroco di Storo. Per poter avviare regolarmente il suo ufficio si vide costretto a rivedere tutta l'amministrazione parrocchiale e fu perciò necessario il suo intervento sull'archivio. Il lavoro fu concluso nel 1904 e la cronaca di quell'anno riporta: "Queste fondazioni e chiesa vennero provviste d'un archivio con teche per la regolare evidenza degli atti. L'archivio venne pagato pro rata dalla cassa dei legati e chiesa come di dovere" (5). Il parroco portò a termine il lavoro in poco più di due anni e lasciò tutti i documenti e gli atti ordinati in teche secondo il loro contenuto. I parroci che si sono succeduti nel tempo hanno continuato ad utilizzare quell'ordinamento incrementando il contenuto delle teche. I primitivi contenitori non sono giunti fino a noi poiché quelli trovati al momento del presente intervento risalgono al tempo del parroco Vigilio Flabbi (1938-1963), che li sostituì probabilmente perché logori e insufficienti a contenere le documentazione che nel corso degli anni era aumentata. E' sua infatti la grafia con la quale sono scritti i titoli sulle buste, titoli ripresi sicuramente dai vecchi contenitori.

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Criteri di ordinamento e inventariazione Come riferimento metodologico generale per l'ordinamento e l'inventariazione dell'archivio storico della parrocchia di Storo ci si è attenuti a quanto indicato nelle "Direttive circa i requisiti dei locali, i criteri generali di ordinamento e inventariazione, nonché di organizzazione degli archivi" approvate dalla Giunta provinciale di Trento con deliberazione 29 marzo 1993, n. 3692, parte prima, punto 3, che fa riferimento alla C.M. del Ministero dell'interno n. 39/1966, Direzione generale degli Archivi di Stato, "Norme per la pubblicazione degli inventari". Il presente lavoro ha comportato tre momenti principali: la schedatura, l'ordinamento e l'elaborazione finale. In fase iniziale sono stati schedati tutti i pezzi rinvenuti nell'archivio parrocchiale rispettando le unità preesistenti. Per quanto riguarda l'ordinamento poiché non è stato possibile ricostruirne uno preesistente, si sono individuate le varie attività svolte dal parroco e le amministrazioni che nella parrocchia operano sotto la sua diretta o indiretta responsabilità. Le valutazioni, le scelte e le operazioni occorse nel presente lavoro di riordino sono state comunque concertate con il direttore dell'Archivio diocesano tridentino e con il referente della Soprintendenza per i beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento.

Condizioni di accesso In base alle "Intese fra la Giunta provinciale di Trento e l'Ordinariato diocesano in materia di archivi degli enti ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana" la consultazione dei documenti riguarda esclusivamente la documentazione dichiarata di interesse storico. La consultazione di documenti di carattere riservato, relativi a situazioni puramente private di persone, è regolata in termini di legge statale (D. L. 30/6/03 n. 196 "Codice in materia di protezione dei dati personali") richiamata dal "Testo unico provinciale dei Beni Culturali" (L. P. n. 1/2003). Ai titolari degli archivi viene riservato il giudizio sulla consultabilità dei documenti che possono ledere il riserbo dovuto alle persone e comunque solo ad essi, o ad operatori autorizzati, è concessa la facoltà di accedere alla parte relativa all'anagrafe. Inoltre, in base alle suddette "Intese", la consultazione da parte degli studiosi deve comunque avvenire mediante motivata richiesta da inoltrarsi al titolare dell'archivio tramite l'Archivio diocesano, il quale dovrà inviare al servizio provinciale competente l'elenco delle autorizzazioni rilasciate.

Condizioni di riproduzione La riproduzione (fotoriproduzione, microfilmatura, ecc.) dei documenti conservati nell'archivio parrocchiale è consentita previa autorizzazione da parte del titolare dell'archivio stesso, sentito il parere e avuto il consenso dell'incaricato diocesano per gli archivi parrocchiali. L'Ordinariato consente alla Provincia la microfilmatura dei documenti al fine di costituire copie di sicurezza che saranno conservate presso l'Archivio provinciale.

Bibliografia CASETTI A., Guida storico-archivistica del , Trento, 1961 (2)

Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888 (3) SPARAPANI L., I libri parrocchiali della diocesi di Trento, IN: La conta delle anime. Popolazioni e registri (4) parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze a cura di COPPOLA G. e GRANDI C., Bologna, 1989

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Normative Circolare del Ministero dell'Interno 25 giugno 1966, n. 39, Norme per la pubblicazione degli inventari (5) Codice di diritto canonico (6) Deliberazione della giunta provinciale di Trento 29 marzo 1993 n. 3692, Approvazione delle direttive circa i (7) requisiti dei locali, i criteri generali di ordinamento ed inventariazione, nonché di organizzazione degli archivi (art. 28, comma 2 L.P. 14 febbraio 1992, n. 11) Legge provinciale 17 febbraio 2003, n. 1, Nuove disposizioni in materia di beni culturali. (8) Codice in materia di protezione dei dati personali, D. L. 30 giugno 2003, n. 196 (9)

Norme o convenzion i La scheda è stata compilata secondo le regole di descrizione di "Sistema informativo degli archivi storici del Trentino. Manuale-guida per l'inserimento dei dati", Trento, 2006.

Note (1) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Floriano, Carteggio e atti ordinati, fasc. 5.2. (2) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Floriano, Carteggio e atti ordinati, fasc. 5.2. (3) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Floriano, Carteggio e atti ordinati, fasc. 5.2. (4) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Floriano, Carteggio e atti ordinati, fasc. 6.4. (5) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Floriano, Registri di cronache e memorie, reg. 1.

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Ente Curazia di San Floriano (10) 1446 luglio 11 - 1900 novembre 4

Luoghi Storo (TN)

Archivi prodotti Fondo Ufficio parrocchiale di San Floriano in Storo

Storia Storo si trova nella parte sud occidentale del Trentino, al confine con la Lombardia. E' uno dei più importanti paesi della valle del Chiese e come recita una rima popolare, "ha per corona i monti e per confine il lago". La valle del Chiese era ducato longobardo e come tale era diviso in contee e circoscrizioni minori dette "plebes": alla 'pieve' di apparteneva il territorio di Storo. Dall'inizio del XI secolo la valle si trovò sotto la sovranità dei principi vescovi di Trento e potere politico e religioso si confusero nella stessa persona. Il nome del paese compare per la prima volta nel XII secolo, ma fino al 1800, quando si attesta nella forma attuale, il toponimo si trova scritto con diverse varianti: Setorium, Sutorum, Subtaurum, Setourum, Setaurum, Sitourum, Astori, Staurium, Storium, Stor, Storro (1). La chiesa di Storo è menzionata per la prima volta in un documento del 1189 (2); si trattava certamente di una cappella, poiché per i fedeli di Storo la chiesa principale era quella di Santa Maria di Condino, alla quale si recavano per tutte le funzioni e per ricevere i sacramenti. Fonti documentarie certe si hanno dal 1445, quando il vescovo suffraganeo Albertino da Tridino consacrò il 22 novembre la chiesa di San Floriano di Storo (3). I capifamiglia del paese, attraverso il loro rappresentante console Guglielmino (4), avevano già avanzato presso la curia romana la richiesta formale per avere un sacerdote stabile; il papa Eugenio IV rispose con una bolla (5) incaricando il vescovo suffraganeo di verificare lo stato delle cose. Il vescovo Albertino, accertata la sussistenza di quanto dichiarato nella petizione e confermato il nulla osta del pievano, con atto datato 11 luglio 1446 eresse Storo a curazia dipendente dalla pieve di Santa Maria di Condino (6). Il presule, fatti salvi i diritti del pievano, concesse agli uomini "terre seu ville de Setauro" la facoltà di mantenere un sacerdote per la cura d'anime e riservò loro il diritto di presentazione. Insieme ai rappresentanti della comunità furono stabiliti i capitoli che sarebbero stati alla base dei rapporti con la matrice. Nell'atto il futuro curato viene indicato con l'appellativo di "vicarius", termine che sottolineava la subordinazione del curato rispetto al pievano nell'amministrazione della cura d'anime. I dieci punti, approvati dall'arciprete Silvestro e dal console Guglielmino, prevedevano tra l'altro la destinazione esclusiva di offerte e lasciti per il sostentamento del sacerdote, regolavano la presenza del curato e del pievano in determinate funzioni e occasioni, sottolineavano l'obbligo per gli Storesi di partecipare alle spese per la fabbrica e la dotazione della chiesa pievana. Strettamente legate all'attività religiosa, le attività economica e amministrativa ebbero in questo periodo un notevole sviluppo: crebbe l'attività del taglio e del commercio del legname, a Storo fu concesso il privilegio di avere uno speciale vicario per le cause civili di minore entità, e nel 1480 furono concessi alla comunità nuovi statuti estratti da quelli della città di Trento. 10

Storo perse però gran parte dei suoi privilegi a causa di un grave fatto di sangue avvenuto nel 1491: l'uccisione del cappellano don Giacomo. La sua morte sembra fosse stata provocata dalla rabbia di tutta la popolazione esasperata dal suo contegno. L'autorità vescovile intervenne con pene ecclesiastiche e civili, mitigate in seguito all'accorata supplica dei delegati della comunità (7). Gli Storesi ottennero il perdono ma persero il privilegio di presentare il proprio cappellano, pagarono una pesante ammenda e dovettero rinunciare al diritto di eleggere il vicario civile che da allora fu scelto dal vescovo. Il 21 gennaio 1492 il vescovo ripristinò la cura d'anime di Storo affidandola a don Lorenzo fu Manfredo di Roccafranca, della diocesi di Brescia (8). Qualche anno dopo, nel 1509, si concluse con una transazione la lite intercorsa tra gli uomini di Condino e quelli di Storo in merito al pagamento delle spese per la fabbrica della chiesa pievana di Santa Maria (9). Gli uomini di Condino, che avevano affrontato grandi spese per la costruzione della nuova chiesa, pretendevano da tutti i paesi ad essa soggetti il versamento di contributi speciali, pretesa che trovò il rifiuto da parte di Storo. Alla fine i rappresentanti del paese concordarono per il versamento di una quota una tantum e il mantenimento delle contribuzioni come in passato. In quello stesso anno prese l'avvio la fabbrica della nuova chiesa di San Floriano, la cui consacrazione solenne avvenne nell'ottobre del 1521. Alla fine di aprile del 1537 la chiesa di Storo fu oggetto di visita pastorale; i visitatori arrivarono "ad villam Settauri, quae etiam ab antiquo capella est plebis Condini, et cum sit populosa adeo ad mille ducentos habet comunicantes, et omnia sacramenta, et distant aliquantulum longe a plebe (...), habent proprium curatum (...) qui eis omnia sacramenta administrat" (10). La visita del 1579 rilevò soprattutto il rispetto delle norme emanate dal Concilio in merito alla tenuta dei registri che furono trovati "boni et laudati ac approbati" (11). Il primo dicembre 1636 il principe vescovo Carlo Emanuele Madruzzo, riconoscente della fedeltà tante volte dimostrata, elevò "la terra di Storo" al rango di "borgo" (12). Nel corso del XVII secolo la comunità di Storo patì la peste, le inondazioni del Chiese e la carestia. Il nuovo secolo non si aprì nel migliore dei modi: le truppe francesi si avvicinavano pericolosamente al confine; la difesa fu affidata ai Giudicariesi e tutta la zona fu teatro di incendi e saccheggi. Il 1787 segnò un significativo distacco di Storo dalla pieve di Condino: la transazione del 13 agosto (13) sancì la definitiva liberazione di Storo dall'obbligo di concorrere alle spese per il mantenimento della chiesa di Santa Maria di Condino; fino ad allora Storo aveva sempre provveduto ai versamenti in favore della chiesa pievana. L'autorità vescovile determinò nella "somma di fiorini seicento quella corrispondenza alla quale crediamo che equitativamente possa per una sol volta obbligarsi la comunità predetta di Storo verso quella di Condino a titolo del mantenimento perpetuo di quella chiesa matrice, venendo colla somma predetta ad essere esentata da qualsivoglia ulterior contribuzione". Vennero comunque garantiti all'arciprete i suoi diritti parrocchiali "non concernenti il mantenimento di detta chiesa matrice". Gli ultimi anni del secolo furono segnati dal passaggio delle truppe napoleoniche. Nel 1804 la chiesa di Storo venne autorizzata a vendere parte dei suoi fondi e delle sue argenterie per sostenere le ingenti spese del Comune, costretto a far fronte ai danni delle guerre napoleoniche (14). Un'epidemia di colera colpì la zona nel 1855 e il successivo passaggio delle truppe garibaldine costrinse il curato a nascondere l'argenteria e altri arredi sacri di pregio della chiesa, che fu ridotta ad ospedale militare (15). Nel 1886 il nuovo curato, don Luigi Ghezzi, e i rappresentanti comunali stabilirono i capitoli per la curazia: gran parte dei punti veniva dedicata agli emolumenti del curato, da percepire sotto varie forme e modi dalla cassa comunale.

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Alla fine del secolo la popolazione di Storo diede l'avvio alle pratiche per innalzare la cura d'anime in parrocchia, erezione avvenuta il 5 novembre 1900.

ELENCO DEI CURATI (16)

1486 Lorenzo 1491 Giacomo 1492 Lorenzo fu Manfredo di Roccafranca, della diocesi di Brescia 1527-1529 Domenico de Sclavis 1529, 1534 Alessandro Personeno, della diocesi di Bergamo 1537 Antonio (vicario) 1600-1608 Martino Martinelli da Lardaro 1608-1612 Baldassare Santoni 1612-1615 Ippolito Festi 1615-1617 Filippo Sordelli 1617-1618 Giovanni Rossi 1618-1640 Giorgio Cretti da Vigne d'Arco 1640-1644 Luigi Borvio da 1644-1645 Pietro Martino da Trento 1645-1653 Antonio Carrari da Bagolino 1653-1661 Niccolò Marini da Darzo 1661-1663 Domenico Prada da Faida di Piné 1663-1669 Antonio Peterlini 1669-1671 Francesco Chemotti 1671-1680 Lodovico Gargano da Salò 1680-1683 Bartolomeo Vedovelli da Breguzzo 1683-1697 Giuseppe Cristoforo Cristoforetti da 1688-1703 Giovanni Antonio Ottolini Cristoforo Gioseffi da Volano 1704-1746 Giovanni Vedovelli da Breguzzo 1746-1750 Domenico Rolandi da Storo 1750-1751 Giovanni Pietro Tamburini 1751-1753 Domenico Giovanni Danieli da 1753-1764 Bernardino Pasi da Trento 1764-1766 Giuseppe de Schrattenberger, nobile tridentino 1766-1773 Giovanni Battista Pegoretti da Povo 1774-1780 Luigi Bevilacqua da Malé 1781-1793 Pietro Scansoni, ex gesuita, da Riva del Garda Filippo Visintainer da (non prese mai possesso della curazia) 1793-1795 Giovanni Pietro Scarpari da Storo 1795-1810 Domenico Zanoni da Egna

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1810-1811 Giovanni Battista Valenti da Monclassico 1811-1830 Pietro Casna da Rabbi 1830-1836 Francesco Gentili da Gardumo 1836-1838 Salvatore Scarpari da Storo, curato supplente 1838-1852 Bartolomeo Zambelli da Trento 1853-1886 Giovanni Zadra da Tres 1886-1894 Luigi Ghezzi da 1894-1901 Luigi Bertini da Cimego

Funzioni, occupazioni e attività Con il termine "curazia" si vuole indicare un luogo o un territorio determinato, con chiesa propria, situata all'interno dei confini della parrocchia, sottratta parzialmente alla giurisdizione del parroco e affidata a un curato. La curazia poteva essere, in relazione alla parrocchia d'origine, completamente o parzialmente dipendente, o indipendente a seconda delle concessioni ottenute a mano a mano dall'autorità ecclesiastica e civile. Nei territori soggetti alla giurisdizione austriaca venivano riconosciute come indipendenti quelle sole stazioni di cura d'anime delle quali si poteva comprovare l'erezione a cura indipendente con il beneplacito dello Stato. I sacerdoti che ambivano all'assegnazione del beneficio curaziale dovevano sostenere gli esami di concorso indetti dall'Ordinariato. Il curato era tenuto a celebrare la messa "pro populo" ed era autorizzato a tenere, senza delegazione parrocchiale, i registri di battesimo, matrimonio e morte. Nel Tirolo tuttavia si ebbero curazie erette anche senza la presenza di tutti gli elementi descritti sopra.Tra le due guerre mondiali la maggior parte delle curazie presenti sul territorio tridentino ottennero l'elevazione a parrocchia e il sistema curaziale fu abolito completamente in seguito al Concordato del 1984.

Contesto generale Diocesi di Trento Decanato di Condino

Fonti archivistiche e bibliografia Bibliografia BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888, pp. 501-503 (11)

Note (1) Sembra derivato da "sub Taur", sotto il monte, dove in gallico "Taur" significa rupe, monte. Il significato bene si adatta alla posizione del paese. (2) Cfr. in questo inventario l'introduzione al soggetto Chiesa di San Floriano. (3) Cfr. Pergamene dell’archivio parrocchiale di Storo, n. 2. (4) Al tempo i capicomune venivano chiamati "consoli"; furono in seguito affiancati da un gruppo di consiglieri e l'appellativo si estese anche ad essi. (5) Cfr. Pergamene dell’archivio parrocchiale di Storo, n. 3: la bolla è inserta in copia. (6) Cfr. Pergamene dell’archivio parrocchiale di Storo, n. 3. (7) Cfr. Pergamene dell’archivio parrocchiale di Storo, n. 4. (8) Cfr. Archivio diocesano tridentino, Investiture, I, c. 189.

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(9) Cfr. Pergamene dell’archivio parrocchiale di Storo, n. 6. (10) Cfr. Archivio diocesano tridentino, Atti visitali, 1, c. 69. (11) Cfr. Archivio diocesano tridentino, Atti visitali, 5, c. 170. (12) Il privilegio fu confermato dai successori fino al 1777, epoca della cessazione del potere temporale dei vescovi. (13) La transazione è allegata in copia agli atti presentati per l'erezione di Storo a parrocchia, nel cui decreto viene anche nominata. Cfr. Archivio diocesano tridentino, Parrocchie e curazie, 71 c, n. 3 a. (14) Cfr. Archivio diocesano tridentino, Libro B (114), n. 106; Libro B (121), n. 290. (15) Cfr. Archivio diocesano tridentino, Libro B (601), n. 1544. (16) L'elenco dei curati è stato tratto da CODROICO R., POLETTI G., Le chiese del comune di Storo, Cooperativa Il Chiese in collaborazione col Comune di Storo (IS), Storo, 1995, p. 56.

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Ente Parrocchia di San Floriano (12) 1900 novembre 5 -

Luoghi Storo (TN)

Archivi prodotti Fondo Ufficio parrocchiale di San Floriano in Storo

Storia Il 27 marzo 1899 il podestà, a nome della popolazione di Storo, inviò all'Ordinariato l'istanza con la quale si chiedeva di promuovere l'erezione della curazia di San Floriano a parrocchia. Le motivazioni addotte nella petizione tenevano conto dell'aumentato numero della popolazione, che ammontava a oltre 2000 abitanti, ma soprattutto del fatto che la curazia già esercitava le proprie funzioni indipendentemente dall'arciprete di Condino "col quale da epoca assai remota non esiste alcun vincolo di sommissione e di concorrenza" (1). A certificare quanto esposto dalla rappresentanza comunale, l'arciprete Giacomo Redolfi inviò all'Ordinariato in data 30 giugno una lettera nella quale attestava che "il curato di Storo esercita tutte le funzioni e mansioni di cura d'anime in virtù del decreto vescovile senza bisogno di veruna delegazione da parte dell'arciprete di Condino. In particolare si certifica che il predetto curato tiene sotto propria responsabilità i registri dei matrimoni, dei nati e dei morti, e non è obbligato di intervenire alla chiesa parochiale che nel giorno dell'Assunzione di Maria Vergine, che ne è titolare; il parroco di Condino si reca a Storo soltanto pel titolare di quella chiesa. Inoltre si certifica che il Comune di Storo non concorre con verun importo all'onorario o congrua dell'arciprete di Condino" (2); a completamento della sua dichiarazione e su richiesta esplicita dell'Ordinariato il 5 settembre l'arciprete espresse il suo ufficiale consenso per l'avvio delle pratiche. L'assenso all'erezione della parrocchia di Storò arrivò anche dal Capitolo della Cattedrale il 27 dicembre. Il secolo si concluse quindi con tutte le carte in regola per quanto riguardava l'assenso da parte delle autorità ecclesiastiche. Nei primi giorni del nuovo anno l'Ordinariato inviò alla Luogotenenza di Innsbruck la propria relazione, osservando che la disponibilità ad erigere la nuova parrocchia era subordinata all'assenso da parte del governo e "a condizione che la neo erigenda parrocchia sia di libera collazione vescovile, rimanendo tutti gli oneri di patronato a carico del comune di Storo" (3). Anche dall'autorità politica giunse il nulla osta (15 giugno 1900, n. 7970 Eccl.). Il 30 settembre 1900 si tenne a Storo il comizio dei capifamiglia per la rinuncia dello jus praesentandi di quella popolazione in favore del vescovo di Trento, che avrebbe incondizionatamente e per sempre eletto e nominato i futuri parroci di Storo (4). Il 5 novembre 1900 il vescovo Eugenio Carlo Valussi decretò l'erezione della curazia di Storo in parrocchia (decreto n. 3271 Benef.). Il documento di erezione fu redatto in tre esemplari: uno per l'Ordinariato (5), uno per Storo (6) e uno per la Luogotenenza. Il 19 dicembre la rappresentanza comunale, a nome di tutta la popolazione, si sentì in dovere di porgere al vescovo la propria riconoscenza "onde si è degnata di onorare questa borgata elevandola a parrocchia" e nell'occasione pregava di provvederla al più presto di un parroco (7).

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Con atto 9 aprile 1901 il vescovo investì don Giacomo Regensburger della parrocchia di Storo. L'immissione in possesso della chiesa parrocchiale di Storo, dei suoi diritti e delle sue pertinenze avvenne il 21 aprile 1901. Nella parrocchia di Storo rientrano le località Ampola e Cà Rossa e i seguenti luoghi di culto: CHIESA DI SANT'ANDREA, detta anche del cimitero. La chiesa fu consacrata insieme a quella di San Floriano il 22 novembre 1445 dal vescovo suffraganeo Albertino da Tridino (8). Presso la chiesetta trovava sede la confraternita dei Disciplinati (detta anche dei Battuti o dei Flagellati), un'antica associazione di credenti che ebbe forte sviluppo nelle Giudicarie (9). Dal 1663 al 1665 vi fu annesso un ospizio tenuto dal Padri Francescani Minori. Nel 1781 la chiesa di Sant'Andrea fu riedificata nell'aspetto attuale. Nel 1859 fu profanata e trasformata in caserma; venne restituita al culto dopo la riconciliazione del 1860. Analoga sorte subì durante il passaggio delle truppe garibaldine nel 1866; venne restaurata nel 1878 e riconsacrata. Oggi svolge la funzione di chiesa cimiteriale. CHIESA DI SAN LORENZO, sul colle omonimo. Fu edificata probabilmente tra il XV e il XVI secolo; la chiesa è nominata in un testamento del 1604, conservato nell'archivio parrocchiale (10). Nel 1866 fu profanata dalle truppe garibaldine che la adibirono ad uso militare. Venne in seguito riconciliata. CHIESA DI SANT'ANTONIO DA PADOVA, eretta probabilmente nella seconda metà del XVII secolo. La chiesa, poco più di una cappella gentilizia, è collegata attraverso un passaggio aereo al palazzo che fu proprietà nell'Ottocento della famiglia Cortella (11). CAPPELLA DEI MORTI, presso il ponte sul fiume Palvico. Fu eretta forse nella prima metà del XIX secolo, poiché vi è notizia della sua benedizione avvenuta nel 1844 (12). Durante l'epidemia di colera che colpì la zona nel 1855, la chiesetta fu trasformata in lazzaretto. Nel 1960 fu presa in consegna e restaurata dall'Associazione degli Alpini di Storo e dedicata al loro patrono san Maurizio. La parrocchia confina con Condino, Darzo, Lodrone, , Tiarno di Sopra. Con D.M. del 30 dicembre 1986 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 24 gennaio 1987 è stata dichiarata Persona Giuridica Privata (Tribunale di Trento, Registro Persone Giuridiche n. 538) e si è vista assegnare i beni (con tutte le relative pertinenze, accessioni, comproprietà, diritti, servitù e ipoteche) degli enti estinti "Chiesa parrocchiale di San Floriano di Storo", "Beneficio parrocchiale di Storo" e "Legati pii di Storo".

ELENCO DEI PARROCI

1901-1911 Giacomo Regensburger 1911-1915; 1918-1919 Francesco Ermon 1920-1926 Ignazio Panizza 1927-1938 Luigi Colmano 1938-1963 Vigilio Flabbi 1964-1985 Simone Facchini 1985-2004 Michele Balestra 2004- Renato Tomio

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Condizione giuridica Ente privato

Funzioni, occupazioni e attività Il termine "parrocchia" (13) deriva dal greco e indica, dal punto di vista etimologico, una qualsiasi circoscrizione territoriale. Nei primi secoli della cristianità fino al basso medioevo il termine venne adottato per indicare le ripartizioni dei territori diocesani in circoscrizioni minori, fenomeno nato in conseguenza del moltiplicarsi nelle diocesi di nuove chiese sotto la spinta delle crescenti esigenze dei fedeli. La consacrazione definitiva del "sistema parrocchiale" si ebbe con il Concilio di Trento che, sulla base della precedente normativa pontificia e conciliare, dettò una nuova e completa disciplina della struttura della Chiesa. I legislatori del Concilio prescrissero che, per la più efficace tutela della cura delle anime affidate ai vescovi, il "populus fidelium" si dovesse distinguere in parrocchie proprie con confini determinati e che a ciascuna di esse venisse assegnato un sacerdote che vi risiedesse, soltanto dal quale i fedeli potevano ricevere i Sacramenti (Sess. XXIV, cap. 13). Si ordinò così che venissero erette parrocchie in tutti i luoghi in cui esse non esistevano e si stabilirono delle norme per assicurare ai parroci un reddito minimo. Il parroco si impegnava a risiedere nel luogo assegnatogli, ad approfondire la conoscenza della comunità dei fedeli attraverso la compilazione e l'accurata custodia dei libri parrocchiali e a partecipare alle adunanze vicariali. I principi enunciati dal Concilio di Trento e successivamente ribaditi nella normativa pontificia sono stati accolti e sintetizzati nel testo del Codice di diritto canonico del 1917. Il can. 216 §1 dispone che il territorio di ogni diocesi debba essere diviso in "distinctas partes territoriales", a ciascuna delle quali "sua peculiaris ecclesia cum populo determinato est assignanda suusque peculiaris rector, tamquam proprius eiusdem pastor, est praeficiendus pro necessaria animarum cura". L'istituzione parrocchiale dunque risulta costituita, oltre che dall'elemento territoriale, da altri tre elementi: un determinato "popolo", una peculiare "chiesa" e un "pastor". Il Codice di diritto canonico del 1983 ha riconosciuto la personalità giuridica della parrocchia espressamente concepita come "Communitas Christifidelium" (CIC 1983, can. 515 §3). Tale riforma è stata recepita sia nell'accordo tra Stato e Chiesa (legge 121/1985) sia nelle disposizioni sugli enti e beni ecclesiastici (legge 222/1985); le diocesi e le parrocchie acquistano la personalità giuridica civile dalla data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto del Ministero dell'interno che conferisce loro la qualifica di "ente ecclesiastico civilmente riconosciuto".

Contesto generale Diocesi di Trento Decanato di Condino

Fonti normative Codice di diritto canonico (13) Legge 20 maggio 1985, n. 222 (14) Decreto Ministeriale 30 dicembre 1986, Conferimento della qualifica di ente ecclesiastico civilmente (15) riconosciuto all'Istituto per il sostentamento del clero nella diocesi di Trento ed alle quattrocentocinquantasei parrocchie costituite nella stessa diocesi. Perdita della personalità giuridica civile da parte di millecentonovantuno enti beneficiali e di quattrocentoquarantadue chiese parrocchiali, tutti della sopraddetta diocesi di Trento

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Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio Archivio diocesano tridentino, Parrocchie e curazie Archivio diocesano tridentino, Libro B Bibliografia AMBROSI F., Commentari della storia trentina, Trento, 1985 (16) BERTOLOTTI G., Il parroco italiano ne' suoi rapporti con le leggi dello stato, Roma, 1910 (17) BONELLI B., Monumenta ecclesiae tridentinae, Trento, 1765 (18) CODROICO R., POLETTI G., Le chiese del comune di Storo, Cooperativa Il Chiese in collaborazione col (19) Comune di Storo(IS), Storo, 1995 COSTA A., La chiesa di Dio che vive in Trento, Trento, 1986 (20) FOLLONI A., Storo : raccolta di notizie riguardanti il paese ed i suoi abitanti dalle origini ad oggi, Cassa (21) rurale di Storo, Storo, 1977 Fonti per la storia del principato e della chiesa tridentina: atti del convegno Trento 16-17 maggio 1991, (22) Trento, 1995 KÖGL J., La sovranità dei vescovi di Trento e Bressanone, Trento, 1964 (23) LUTTEROTTI A., Il Trentino: il nuovo volto di un'antica terra d'incontro, Bolzano, 1997 (24) TOVAZZI G., Parochiale tridentinum, ed. a cura di Remo , Trento, Biblioteca PP. Francescani, 1970 (25) WEBER S., I vescovi suffraganei della Chiesa di Trento, Trento, 1932 (26)

Note (1) Cfr. Archivio diocesano tridentino, Parrocchie e curazie, 71 c, n. 3 a. Il riferimento è relativo alla transazione avvenuta il 13 agosto 1787. (2) Cfr. Archivio diocesano tridentino, Parrocchie e curazie, 71 c, n. 3 a. (3) Cfr. Archivio diocesano tridentino, Parrocchie e curazie, 71 c, n. 3 a. (4) Il verbale del comizio e la lista relativa alla votazione si trovano in: Archivio diocesano tridentino, Parrocchie e curazie, 71 c, n. 3 a. (5) L'atto si trova in: Archivio diocesano tridentino, Parrocchie e curazie, 71 c, n. 3 a. (6) L'atto si trova in: Ufficio parrocchiale di San Floriano, Carteggio e atti ordinati, fasc. 2.1. (7) Cfr. Archivio diocesano tridentino, Parrocchie e curazie, 71 c, n. 3 a. (8) Cfr. Pergamene dell’archivio parrocchiale di Storo, n. 2. (9) Della confraternita, già presente qui dal XVI secolo, si conserva nell'archivio parrocchiale la concessione di indulgenza rilasciata ai confratelli nel 1683 e l'atto di erezione del 1709. Cfr. rispettivamente Pergamene, Pergamene, n. 57 e Ufficio parrocchiale di San Floriano, Carteggio e atti, fasc. 1. (10) Cfr. Pergamene dell’archivio parrocchiale di Storo, n. 24. (11) Durante la prima guerra mondiale nel palazzo si trovava un piccolo ospedale da campo; attualmente vi ha sede un ricovero per anziani. (12) Cfr. Archivio diocesano tridentino, Libro B (429), n. 621. (13) Le presenti notizie informative sono da ritenersi generali e non esaustive. Per un approfondimento e una bibliografia articolata si rimanda alla voce corrispondente dell'"Enciclopedia del diritto", Giuffré, Varese, 1958-1995

18 fondo A Ufficio parrocchiale di San Floriano in Storo, 1446 (copia) - 2004 (27)

registri 75, quaderni 2, buste 26 (fascicoli 35), fascicoli 4

Soggetti produttori Parrocchia di San Floriano, 1900 novembre 5 - (28) Curazia di San Floriano, 1446 luglio 11 - 1900 novembre 5 (29)

Contenuto La documentazione conservata nel fondo è quella tipica presente in tutte le parrocchie, composta prevalentemente dai registri anagrafici e dai relativi atti, da registri di amministrazione, da carteggio e atti vari.

Lingua Tedesco, Latino, Italiano

Modalità di acquisizione e versamento Il fondo è sempre stato di proprietà dell'ente; in base alla Commissione Beni Culturali del primo aprile 1994 è stato dichiarato di interesse storico.

Incrementi previsti Si prevede il continuo accrescimento della documentazione in quanto l'ente parrocchia è ancora attivo.

Esistenza e localizzazione delle copie Presso l'Archivio diocesano si trovano microfilmati tutti i registri anagrafici (nati e battezzati, matrimoni, morti) dal Concilio di Trento fino alla fine del 1923, data oltre la quale tali registrazioni e certificazioni diventano di competenza comunale.

19 serie A 1 Registri dei nati e battezzati, 1606 - 1969 (30)

registri 9

Contenuto I registri dei battesimi insieme a quelli dei matrimoni furono introdotti nel diritto canonico dal "Decretum de Reformatione Matrimonii" del Concilio di Trento (Sess. XXIV, capp. 1-2). I titoli 91-97 del "Rituale Romanum" emanato da Paolo V nel 1614 proposero le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri. Tali normative trovarono applicazione nelle parrocchie della diocesi di Trento in tempi relativamente brevi; infatti i libri dei battezzati vennero compilati costantemente fino all'epoca contemporanea, prima con finalità solo religiose, poi anche civili e anagrafiche. L'autorità politica austriaca si interessò ai libri parrocchiali con la lettera circolare del primo maggio 1781 che li dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. Nella successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 vennero prescritte formule e espressioni linguistiche uniformi per la loro compilazione in modo da "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' nostri sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Dopo la breve parentesi dei domini bavarese e napoleonico, durante i quali le competenze in materia di stato civile furono trasferite ai Comuni (anche se la regolare tenuta dei libri canonici da parte dei parroci non venne mai meno) con il decreto del 21 agosto 1815 la Commissione aulica centrale d'organizzazione restituiva ai curatori d'anime il compito di ufficiali di stato civile che essi mantennero fino al primo gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano presso i Comuni.

Le registrazioni dei nati e battezzati della parrocchia di Storo datano a partire dal 1606. Esse sono redatte in lingua latina fino agli inizi del XIX secolo, epoca dell'introduzione del registro strutturato a tabella prestampata e dell'obbligo di utilizzare la lingua italiana nelle registrazioni. Fino agli inizi dell'Ottocento infatti le registrazioni non sono strutturate e il loro carattere è discorsivo; dal 1805 il curato registra invece i battezzati sugli appositi formulari che trova prestampati sui registri. I parroci di Storo effettuarono, fino alla fine del 1943 e alternativamente al cognome fino all'agosto del 1945, le registrazioni secondo il nome del battezzato e solo dal settembre del 1945, in modo definitivo, secondo il cognome. Dal maggio 1807 fino al marzo 1855 si trova annotato anche il nome della levatrice (o mammana), nome che ricompare dall'aprile del 1901. I registri sono tutti dotati di indice alfabetico, non coevo per quanto riguarda i primi quattro volumi.

A 1.1 (31) "Nati dagli 8 maggio 1606 ai 2 aprile 1639" (tit. dorso) 1606 maggio 8 - 1639 aprile 2 Altre denominazioni: "Liber baptizatorum et baptizandorum canonice Setauri" latino Registro, carta, legatura in mezza pelle, pp. 260, con indice alfabetico all'inizio n.n. 20

Segnature precedenti: I

A 1.2 (32) "Nati dal 1639 al 1686" (tit. dorso) 1639 aprile 12 - 1868 febbraio 20 latino Registro, carta, legatura in mezza pelle, pp. 232, con indice alfabetico sciolto Segnature precedenti: II

A 1.3 (33) "Nati dal 16[86] al 18[05]" (tit. dorso) 1686 novembre 10 - 1805 febbraio 11 Altre denominazioni: "Terminante anno 1686. Liber baptizatorum Burgi Settauri tunc curam animarum gerente reverendo d. Christophoro de Iosephis ex Avolano, Comunitatem Magnificam gubernantibus d. Francesco Ferrario ac Andrea Dolzani" Sulla carta di guardia: memoria relativa alla certificazione di un battesimo non registrato, 1724 luglio 1. latino Registro, carta, legatura in mezza pelle, cc. sd 190, con indice alfabetico sciolto Segnature precedenti: Libro III

A 1.4 (34) "Nati 1805-184[3]" (tit. dorso) 1805 gennaio 10 (1) - 1843 dicembre 25 italiano Registro, carta, legatura in mezza pelle, cc. sd 197, con indice alfabetico sciolto Segnature precedenti: Vol. IV Note (1) Le registrazioni dal 10 gennaio all'11 febbraio 1805 sono riprese dal registro precedente.

A 1.5 (35) "Registro dei nati e battezzati nella curazia del borgo di Storo dal 1844 al 1879" 1844 gennaio 10 - 1880 gennaio 1 Registro, carta, legatura in mezza pelle, cc. sd 210, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Segnature precedenti: V

A 1.6 (36) "Nati gennaio 1880 - dicembre 1901" 1880 gennaio 4 - 1901 dicembre 29 italiano Registro, carta, legatura in mezza pelle, cc. sd 142, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Segnature precedenti: Vol. VI

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A 1.7 (37) "Registro dei nati e battezzati nella parrocchia di Storo. 1902-1926" (tit. int.) 1902 gennaio 11 - 1926 luglio 25 italiano Registro, carta, legatura in carta, cc. sd 198, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Segnature precedenti: Vol. VII

A 1.8 (38) "Registro nati e battezzati della parrocchia di Storo dal 25.VII.1926 al 31.12.1947" 1926 luglio 23 - 1948 gennaio 18 italiano Registro, carta, legatura in tela, cc. sd 146, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Segnature precedenti: Vol. VIII

A 1.9 (39) "Parrocchia San Floriano Storo. Registro nati e battezzati dal 1948 al 1968" 1948 gennaio 1 - 1969 gennaio 5 italiano Registro, carta, legatura in tela, cc. sd 134, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Segnature precedenti: Vol. IX

22 serie A 2 Registri dei matrimoni, 1669 - 1964 (40)

registri 7

Contenuto I registri dei matrimoni, insieme a quelli dei battesimi, furono introdotti nel diritto canonico dal "Decretum de Reformatione Matrimonii" del Concilio di Trento (Sess. XXIV, capp. 1-2). I titoli 91- 97 del "Rituale Romanum" emanato da Paolo V nel 1614 proposero le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri. Tali normative trovarono applicazione nelle parrocchie della diocesi di Trento in tempi relativamente brevi; i libri dei matrimoni infatti vennero compilati costantemente fino all'epoca contemporanea, prima con finalità solo religiose, poi anche civili ed anagrafiche. L'autorità politica austriaca si interessò ai libri parrocchiali con la lettera circolare del primo maggio 1781 che li dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. Nella successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 vennero prescritte formule e espressioni linguistiche uniformi per la loro compilazione e si ordinò di "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' nostri sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Dopo la breve parentesi dei domini bavarese e napoleonico, durante i quali le competenze in materia di stato civile furono trasferite ai Comuni (anche se la regolare tenuta dei libri canonici da parte dei parroci non venne mai meno) con la legge imperiale del 20 aprile 1815 ed il decreto del 21 agosto 1815 della Commissione aulica centrale d'organizzazione veniva restituito ai curatori d'anime il compito di ufficiali di stato civile che essi mantennero fino al primo gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano presso i Comuni. Se durante la dominazione austriaca il matrimonio celebrato in chiesa aveva validità civile e al parroco veniva richiesta un'attenzione particolare nella produzione degli atti necessari per la celebrazione e la registrazione del sacramento (Cfr. Codice civile austriaco, § 80), negli anni tra l'annessione al Regno d'Italia e il Concordato del 1929 stipulato tra la Santa Sede e l'autorità politica, i riti civile e religioso venivano celebrati separatamente. Con la legge n. 847 del 27 maggio 1929 lo Stato italiano riconobbe la validità civile del matrimonio celebrato secondo le norme di diritto canonico ed il curatore d'anime è tenuto alla notificazione dell'avvenuta celebrazione al Comune, per la sua trascrizione nei registri anagrafici.

Le registrazioni dei matrimoni celebrati a Storo datano a partire dal 1669. Le registrazioni che si trovano sul primo registro sono strutturate in forma discorsiva e in lingua latina, mentre dal 1805 il curato registra i matrimoni in lingua italiana utilizzando gli appositi formulari che trova prestampati sui registri. I registri sono tutti dotati di indice alfabetico; l'indice del primo registro fu approntato nel 1914 dal cooperatore Giovanni Battista Mezzi, autore probabilmente anche dell'indice del secondo volume.

A 2.1 (41) "Matrimoni dal 1669 fino al 1805" (tit. dorso) 1669 aprile 29 - 1805 gennaio 24 A p. 1: registrazione di una promessa di matrimonio, 1669 dicembre 29. latino 23

Registro, carta, legatura in mezza pelle, pp. 213, con indice alfabetico alla fine n.n. Segnature precedenti: I

A 2.2 (42) "Registro dei matrimoni incominciato nell'anno 1805 e terminato nel 1859" 1805 luglio 25 - 1859 novembre 26 italiano Registro, carta, legatura in mezza pelle, cc. sd 23, 80, con indice alfabetico alla fine n.n. Segnature precedenti: II

A 2.3 (43) "[Registro dei matrimoni] (1) incominciando dall'anno 1860 al 1892 inclusivo" 1860 febbraio 15 - 1892 novembre 19 italiano Registro, carta, legatura in mezza pergamena, cc. sd 94, con indice alfabetico alla fine n.n. Segnature precedenti: III Note (1) Il titolo è parzialmente coperto da un'etichetta del secolo XX.

A 2.4 (44) "Registro matrimoni dal 1893 al 1914" 1893 febbraio 5 - 1914 aprile 13 italiano Registro, carta, legatura in mezza pelle, cc. sd 99, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Segnature precedenti: Vol. III

A 2.5 (45) "Registro matrimoni dal 1914 al 1930" 1914 aprile 30 - 1929 dicembre 28 All'interno del piatto anteriore: annotazione relativa all'obbligo del Municipio di sostenere le spese per i registri anagrafici, secondo il decreto governiale del 18 luglio 1836 n. 15230, 1914 aprile 16. italiano Registro, carta, legatura in mezza pelle, cc. sd 60, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Segnature precedenti: Vol. V

A 2.6 (46) "Registro matrimoni dal 1930 al 1946" 1930 gennaio 8 - 1946 maggio 18 italiano Registro, carta, legatura in mezza tela, cc. 198, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Segnature precedenti: Vol. VI

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A 2.7 (47) "Registro matrimoni dal 1946 al 1964" 1946 giugno 5 - 1964 settembre 12 italiano Registro, carta, legatura in tela, pp. 286, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Segnature precedenti: Vol. VII

25 serie A 3 Registri dei morti, 1691 - 1962 (48)

registri 4

Contenuto I registri dei morti vennero introdotti insieme ai registri dei cresimati e agli "stati delle anime" dal "Rituale Romanum" di Paolo V nel 1614, nel quale si stabilivano anche le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri (Cfr. § Formulae scribendae in libris habendis apud parochos ut infra notatur). Tale normativa trovò applicazione nelle parrocchie della diocesi di Trento in tempi relativamente brevi; infatti i libri dei morti vennero compilati costantemente fino all'epoca contemporanea, prima con finalità solo religiose, poi anche civili ed anagrafiche. L'autorità politica austriaca si interessò ai libri parrocchiali con la lettera circolare del primo maggio 1781 che li dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. Nella successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 vennero prescritte formule e espressioni linguistiche uniformi per la loro compilazione e si ordinò di "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' nostri sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Dopo la breve parentesi dei domini bavarese e napoleonico, durante i quali le competenze in materia di stato civile furono trasferite ai Comuni (anche se la regolare tenuta dei libri canonici da parte dei parroci non venne mai meno) con il decreto del 21 agosto 1815 la Commissione aulica centrale d'organizzazione restituiva ai curatori d'anime il compito di ufficiali di stato civile, che essi mantennero fino al primo gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano presso i Comuni.

Le registrazioni dei morti di Storo datano a partire dal 1691. Le prime registrazioni, a carattere discorsivo, sono redatte in lingua latina, ma dal 1805 il curato registra i matrimoni in lingua italiana utilizzando gli appositi formulari che trova prestampati sui registri. Da quell'anno viene annotata la causa di morte e dalla fine del 1919 si riporta anche il nome del medico che attesta il decesso. Dal 1924 fino al marzo 1940 sui registri non si trovano segnate le generalità del medico. Sul secondo registro si trova una interessante annotazione del parroco Francesco Ermon relativa ai luoghi di sepoltura utilizzati fino al 1841, data dell'ultimo ampliamento del cimitero di Storo: "Fino all'anno 1836 i morti si seppellivano nel cimitero attiguo (sotto e anche sopra la chiesa parrocchiale di San Floriano). Esisteva però almeno fin dal 1774 anche un piccolo cimitero attiguo alla chiesa di Sant'Andrea (v. libretto delle messe legatarie esteso nel 1774 dal reverendo don Domenico Malcotti beneficiato Scalabrini, pag. 4) (1) costruito quest'ultimo forse dai reverendi Padri Riformati, stati a Storo e funzionanti nella chiesa di Sant'Andrea negli anni 1664 e 1665. Nel 1836, anno del colera, s'incominciò a portare i morti (tutti) nel cimitero di Sant'Andrea e nella Chiesura del curato attigua (citata nel detto libretto) e nel 1841 questa Chiesura fu compresa nella costruzione ed ampliamento dell'attuale cimitero, che fu benedetto nel 1842. Storo 6/4/1913 p. Ermon Francesco parr. annotai".

Note (1) Non presente nell'archivio parrocchiale.

26

A 3.1 (49) "Morti dal 28 maggio 1691 al 18 settembre 1804" (tit. dorso) 1691 maggio 28 - 1804 settembre 18 latino Registro, carta, legatura in mezza pelle, cc. 175 Segnature precedenti: I

A 3.2 (50) "Registro dei morti nella curazia del Borgo di Storo dall'anno 1805 al 1894" 1805 gennaio 16 - 1894 marzo 3 All'inizio: annotazione del parroco don Francesco Ermon relativa ai luoghi di sepoltura utilizzati fino al 1841, 1913 aprile 6. italiano Registro, carta, legatura in mezza pelle, pp. 221, con indice alfabetico sciolto non coevo Segnature precedenti: Vol. II

A 3.3 (51) "Registro dei morti nella curazia di Storo dall'anno 1894-1921" 1894 marzo 12 - 1921 settembre 26 Tra le pp. 216-217: "Soldati morti nell'Ospedaletto da campo n. 25 Storo", 1915 lug. 19-1918 aprile 7. italiano Registro, carta, legatura in mezza pelle, pp. 236, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Segnature precedenti: Vol. III

A 3.4 (52) "Registro dei morti della parocchia di Storo dal 1.10.1921 al 31.12.62" 1921 ottobre 1 - 1962 dicembre 27 italiano Registro, carta, legatura in tela, pp. 297, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Segnature precedenti: IV

27 serie A 4 Registri dei cresimati, 1851 - 2004 (53)

registri 2

Contenuto I registri dei cresimati vennero introdotti insieme ai registri dei morti e agli "stati delle anime" dal "Rituale Romanum" di Paolo V nel 1614, nel quale si stabilirono anche le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri (Cfr. § Formulae scribendae in libris habendis apud parochos ut infra notatur). In realtà nella diocesi di Trento i registri dei cresimati furono compilati con sistematicità solo a partire dal secolo XIX.

A 4.1 (54) "Liber primus confirmatorum ab anno 1851 usque ad annum 1890" 1851 luglio 30 - 1893 maggio 14 italiano Registro, carta, legatura in mezza pelle, cc. 57 n.n.

A 4.2 (55) "Liber secundus confirmatorum" 1903 giugno - 2004 maggio 9 italiano Registro, carta, legatura in mezza pelle, cc. sd 184, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n.

28 serie A 5 Stati delle anime, [1941] - 1985 (56)

registri 4

Contenuto Il "Liber Status animarum" (o Anagrafe) era un registro che permetteva al parroco di conoscere in modo esatto la composizione, la situazione anagrafica e l'impartizione dei Sacramenti delle famiglie sottoposte alla sua cura al fine di facilitare il suo compito di sacerdote e di ufficiale di stato civile. La compilazione degli stati delle anime venne raccomandata, insieme a quella dei registri dei cresimati e dei morti, dal "Rituale Romano" di Paolo V nel 1614. Successivamente diversi concilii e sinodi ordinarono che durante la Quaresima di ogni anno questi libri venissero aggiornati. Queste disposizioni non furono applicate diligentemente nelle parrocchie della diocesi di Trento: prima del XIX secolo infatti si sono conservati pochi registri di questo tipo nonostante le frequenti sollecitazioni provenienti anche dalle autorità civili. Molti sono i vescovi tridentini che, negli atti delle visite pastorali, richiamano l'attenzione su questa lacuna; ma fu il vescovo Celestino Endrici che in occasione della sua prima visita pastorale nella diocesi stilò un formulario in cui si richiedeva, tra l'altro, e per la prima volta in forma esplicita, di segnalare la presenza in parrocchia degli "Status animarum" o "Anagraphes" (1). Nel 1917 il Codice di diritto canonico li rese obbligatori, lasciando alle disposizioni dei vari Ordinari il compito di introdurli e di stilare anche nuovi e più semplici metodi di compilazione.

La serie è formata da quattro registri. La prima anagrafe, compresa in due volumi, registra lo stato delle famiglie di Storo a partire dai primi anni del Novecento o per meglio dire, secondo quanto troviamo annotato sul secondo volume, "le famiglie che si formano coi matrimoni incominciando dal 1 gennaio 1908". Nell'aprile del 1941 il sacerdote Mansueto Saibanti, ex cappellano di Storo, cominciò la compilazione di una nuova anagrafe "per affetto alla parrocchia di Storo", luogo della sua prima destinazione. Il registro riporta lo stato delle famiglie di Storo dal 1841 al 1941. Sulla carta di guardia troviamo delle interessanti avvertenze per la consultazione fornite dallo stesso compilatore: "Avvertenze per l'uso di questa anagrafe: 1. Essa abbraccia tutti i nati di Storo in paese e fuori dall'anno 1841 al 30 ottobre 1941. Sono esclusi i morti celibi o nubili. Fu aggiornata fino al 30.5.1944 e al 22 settembre 1947 e al 13 aprile 1948 e al 28.7.1948; 2. Il numero avanti il nome indica la pagina dove si trova la famiglia di origine, il numero dopo il nome indica la pagina della famiglia nuova, il numero fra parentesi la pagina della vecchia anagrafe (si indica eventuali illegittimi morti); 3. Il lavoro di questa anagrafe fu incominciato alla fine di aprile del 1941 e terminato nel novembre 1941 per affetto alla parrocchia di Storo, luogo della prima destinazione del compilatore; 4. Le date di nascita, matrimonio, morte furono verificate sui registri; 5. Il luogo di nascite, matrimonio e morte s'intende sempre Storo e s'indica solo quando è diverso da Storo. Storo 1.6.1944 sac. Mansueto Saibanti ex cappellano di Storo". A questa anagrafe ne seguì un'altra compilata nella seconda metà del Novecento.

Bibliografia BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888, p. 52 (57) Codice di diritto canonico, Roma, 1984, can. 440 (58)

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Foglio diocesano per la parte italiana dell'arcidiocesi di Trento, VII, 1905, p. 239 (59) SPARAPANI L., I libri parrocchiali della diocesi di Trento, IN: La conta delle anime. Popolazioni e registri (60) parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze a cura di COPPOLA G. e GRANDI C., Bologna, 1989, pp. 277-319

Note (1) Cfr. Foglio diocesano, VII, 1905, p. 239.

A 5.1 (61) "Anagrafe I. 1907-***" [1908 gennaio 1] - sec. XX prima metà italiano Registro, carta, legatura in mezza pelle, cc. sd 202, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n.

A 5.2 (62) "Anagrafe II. 1907-***" [1908 gennaio 1] - sec. XX prima metà Sulla carta di guardia: "Il presente volume raccoglie le famiglie che si formano coi matrimoni incominciando dal 1 gennaio 1908 in seguito con richiamo alle date contenute nel I volume. Storo 31 dicembre 1907. Don Giacomo Regensburger parroco" e, di seguito: "Però anche il I volume contiene famiglie derivanti da matrimoni contratti anche dopo il 1/1 1908. P. Ermon Francesco paroco". italiano Registro, carta, legatura in mezza pelle, cc. sd 196, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n.

A 5.3 (63) "Registro anagrafe dal 1841 al 1941" [1941] (con aggiornamenti fino al 1981) Sulla carta di guardia: "Avvertenze per l'uso di questa anagrafe", note relative alla consultazione dell'anagrafe scritte dal compilatore don Mansueto Saibanti, 1944 giugno 1. italiano Registro, carta, legatura in mezza pelle (1), cc. sd. 0-149, con indice alfabetico a rubrica alle cc. sd 0-10 Note (1) Una nota interna ricorda che il registro venne "rilegato dal Comune il 21.09.2004".

A 5.4 (64) "Parrochia di Storo. Anagrafe dal 1955 al ***" [1955] - 1985 italiano Registro, carta, legatura in mezza pergamena, cc. 401-585, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n.

30 serie A 6 Registri degli sponsali, 1908 - 1929 (65)

registri 3

Contenuto Papa Pio X nel decreto "Ne temere" stabilì che dal giorno di Pasqua del 1908 la promessa di matrimonio per essere valida dovesse essere fatta per iscritto, alla presenza del parroco oppure di due testimoni e firmata dai due fidanzati. Tutto questo allo scopo di impedire problemi o controversie che potevano nascere in seguito ad accordi segreti e di evitare litigi o inimicizie tra persone e famiglie. Il decreto era anche in sintonia con il Codice civile austriaco che stabiliva inoltre che la promessa di matrimonio non imponeva alcun obbligo legale nè a contrarre il matrimonio nè a versare quanto era stato pattuito, nel caso uno dei due fidanzati mancasse alla promessa.

Bibliografia Foglio diocesano per la parte italiana dell'arcidiocesi di Trento, a. 1908, n. 3 (66)

A 6.1 (67) "Registro sponsali dal 1908 al 1917" 1908 aprile 16 - 1917 aprile 18 italiano Registro, carta, legatura in mezza tela, cc. 49 n.n.

A 6.2 (68) "Registro sponsali dal 31 agosto 1917 al 4.IV.1928" 1917 agosto 31 - 1928 aprile 4 italiano Registro, carta, legatura in mezza tela, cc. 49 n.n.

A 6.3 (69) "Sponsali dal 4.IV.1928 al ***" 1928 aprile 4 - 1929 aprile 28 italiano Registro, carta, legatura in mezza tela, pp. 22, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n.

31 serie A 7 Registri delle pubblicazioni matrimoniali, 1924 - 1938 (70)

registri 1

Contenuto Su tali registri venivano annotate e successivamente comunicate ai fedeli le date delle tre pubblicazioni necessarie alla celebrazione dei matrimoni stabilite dal Concilio di Trento (Sess. 24) e dal Codice di diritto civile austriaco (§ 71) che recitava "la denuncia deve farsi in tre giorni di domenica o di festa, all'adunanza ordinaria nella chiesa parrocchiale del distretto e se gli sposi abitano in diversi distretti nella chiesa parrocchiale del distretto di ciascun di essi". La serie è formata da un unico registro, ma dalle risposte rese sul questionario per la visita pastorale del 1928 il parroco segnalava la presenza di due registri di pubblicazioni matrimoniali a partire dal 1901.

A 7.1 (71) "Libro pubblicazioni matrimoni" 1924 settembre 7 - 1938 ottobre 23 italiano Registro, carta, legatura in mezza tela, pp. 64

32 serie A 8 Atti matrimoniali, 1820 - 1962 (72)

buste 10

Contenuto La documentazione è composta dall'insieme delle pratiche relative ai singoli matrimoni celebrati nella parrocchia. Gli atti, prodotti dagli enti ecclesiastici o civili e dai futuri sposi, variano per genere e quantità a seconda delle epoche e dei governi. Si possono trovare, per esempio, certificati di battesimo e di cresima, esami di religione, attestati di avvenute pubblicazioni, dispense vescovili da impedimenti, permessi politici e militari, consensi paterni. Il permesso politico, introdotto nel Tirolo con il decreto della Cancelleria aulica del 12 maggio 1820, veniva rilasciato dal Comune e doveva dimostrare che lo sposo fosse in grado di mantenere una famiglia mediante l'esercizio di un'attività o fosse garantito da una paga giornaliera. Ai parroci era vietato benedire i matrimoni di coloro che non lo avessero presentato. In seguito alla legge n. 847 del 27 maggio 1929, la documentazione di ogni matrimonio viene raccolta nel bifoglio "Esame dei contraenti", consistente nelle domande da farsi agli sposi secondo il can. 1020 del Codice di diritto canonico, e comprende anche la notificazione al comune dell'avvenuta celebrazione da parte del parroco con la relativa attestazione della sua registrazione nei registri anagrafici comunali.

La serie è formata da 10 buste, corrispondenti ad altrettanti faldoni originali, contenenti gli atti relativi ai matrimoni celebrati nella parrocchia di Storo a partire dal 1820. Al momento del presente riordino gli atti conservati nella prima busta erano piegati a metà nel senso della lunghezza, in parte raccolti in mazzi annuali e in parte sparsi alla rinfusa all'interno del faldone. Solo occasionalmente gli atti riportavano sul verso i nomi degli sposi, il numero del matrimonio e l'anno della celebrazione. A partire dal 1898 ogni pratica matrimoniale è conservata in una cartellina riportante i nomi degli sposi e l'elenco degli atti allegati. Dal 1929 ogni pratica è stata raccolta nel bifoglio "esame dei contraenti" e la documentazione di ogni annata in cartelline riportanti l'elenco degli sposi. In occasione del presente riordino si sono ricostruite le pratiche verificando la registrazione sul corrispondente registro dei matrimoni e riordinando i matrimoni secondo il numero apposto dal ministro celebrante. A volte, alla fine dei fascicoli annuali, si può trovare documentazione relativa a matrimoni non celebrati o celebrati fuori parrocchia (ad esempio richieste di pubblicazioni matrimoniali, certificati di nascita e dispense vescovili).

Bibliografia BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888, pp. 174-175 (73)

A 8.1 b. 1 (74) "Matrimoni 1820-1896" 1820 - 1896 Per gli anni 1820-1886 solo dispense matrimoniali e qualche certificato di stato libero. Busta, carta, cc. 430 n.n. 33

A 8.2 b. 2 (75) "Matrimoni 1897-1903" 1897 - 1903 Busta, carta, cc. 206 n.n.

A 8.3 b. 3 (76) "Matrimoni 1904-1911" 1904 - 1911 Busta, carta, cc. 428 n.n.

A 8.4 b. 4 (77) "Matrimoni 1912-1921" 1912 - 1921 Busta, carta, cc. 474 n.n.

A 8.5 b. 5 (78) "Matrimoni 1922-1930" 1922 - 1930 Busta, carta, cc. 443 n.n.

A 8.6 b. 6 (79) "Matrimoni 1931-1940" 1931 - 1940 Busta, carta, cc. 892 n.n.

A 8.7 b. 7 (80) "Matrimoni 1941-1947" 1941 - 1947 Busta, carta, cc. 866 n.n.

A 8.8 b. 8 (81) "Matrimoni 1948-1952" 1948 - 1952 Busta, carta, cc. 731 n.n.

A 8.9 b. 9 (82) "Matrimoni 1953-1957" 1953 - 1957 Busta, carta, cc. 717 n.n.

34

A 8.10 b. 10 (83) "Matrimoni 1958-1962" 1958 - 1962 Busta, carta, cc. 711 n.n.

35 serie A 9 Registri dei matrimoni fuori parrocchia, 1938 - 1960 (84)

registri 1

A 9.1 (85) "Registro dei matrimoni fatti fuori parrochia dal 14.8.1938" 1938 febbraio 10 - 1960 settembre 1 italiano Registro, carta, legatura in carta, cc. sd 12

36 serie A 10 Carteggio e atti attinenti all'anagrafe, 1851 - 1968 (86)

buste 2, fascicoli 1

A 10.1 b. 1 (87) Carteggio e atti attinenti all'anagrafe 1851 - 1943 Elenco dei cresimati nel 1851, annotazioni di nati all'estero (1880-1918), di morti all'estero (1882-1918), e di matrimoni all'estero (1889-1917), certificati anagrafici, alberi genealogici, carteggio e atti per pratiche matrimoniali, atti relativi alla cresima impartita nel 1920, atti di rettificazione di stato civile, minute per la preparazione degli indici dei primi due registri dei nati, ecc. italiano Fascicolo, carta, cc. 205

A 10.2 b. 2 (88) "Nati (1848-1937). Morti (1882-1937). Matrimoni (1845-193[7]) all'estero" 1851 - 1935; 1967 Partecipazioni di nascite dal 1849 al 1929, di morti dal 1882 al 1935 e di matrimoni dal 1845 al 1935 avvenuti fuori parrocchia. italiano Busta, carta, cc. 336

A 10.3 b. 2 (89) "Nati, morti, matrimoni all'estero. 1938-***" 1938 - 1968 (con documenti dal 1937) - Partecipazioni di nascite avvenute fuori parrocchia, nn. 1-94, 1941-1968; - partecipazioni di morti avvenute fuori parrocchia, nn. 1-6, 1939-1948; - partecipazioni di matrimoni celebrati fuori parrocchia, nn. 1-57, 1938-1959 (con documenti dal 1937). italiano Busta, carta, cc. 200 n.n.

37 serie A 11 Diari delle messe avventizie, 1853 - 1959 (90)

registri 13

Contenuto L'autorità ecclesiastica predispose l'uso di tre diari per la registrazione delle messe: il diario per le messe legatarie, quello per le messe avventizie e il diario personale del sacerdote e ne stilò le norme per la loro compilazione. I diari delle messe avventizie, con quelli delle messe legatarie, dovevano essere custoditi in sacrestia, come stabilito da una comunicazione ai decani del 14 agosto 1804 redatta dal vicario generale del vescovo di Trento Simone Albano Zambaiti che riprendeva quanto enunciato nell'enciclica 'Quamvis iterato' del 4 gennaio 1774. Tali disposizioni vennero confermate dal vescovo Francesco Saverio Luschin nel 1825 (Costituzioni diocesane, 1 marzo 1825). Nei diari delle messe avventizie dovevano essere annotati il numero progressivo delle messe celebrate, la data della celebrazione, l'intenzione e il nome del ministro celebrante.

Bibliografia BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888, pp. 382-386 (91)

A 11.1 (92) "Diarium missarum celebratarum a die 1 ianuarii anno 1853" 1853 gennaio 1 - 1856 dicembre 31 All'interno del piatto posteriore: annotazione relativa al colera che colpì Storo nell'anno 1855, s.d. latino Registro, carta, legatura in carta, cc. 79 n.n.

A 11.2 (93) "Diarium missarum celebratarum ab anno 1857" 1857 gennaio 1 - 1864 dicembre 31 latino Registro, carta, legatura in carta, cc. 105 n.n.

A 11.3 (94) "Diarium missarum incoeptum anno Domini 1865" 1865 gennaio 1 - 1876 dicembre 31 latino Registro, carta, legatura in mezza tela, cc. 135 n.n.

38

A 11.4 (95) "Diarium missarum incoeptum anno Domini 1877" 1877 gennaio 1 - 1891 dicembre 31 latino Registro, carta, legatura in mezza pelle, cc. 122 n.n.

A 11.5 (96) "Diarium missarum" 1892 gennaio 1 - 1900 dicembre 31 latino Registro, carta, legatura in mezza tela, cc. 91 n.n.

"Diarium missarum" (97) 1901 gennaio 1 - 1907 ottobre 11 latino Registro, carta, legatura in mezza tela, cc. 85 n.n.

A 11.7 (98) "Diarium missarum" 1907 ottobre 12 - 1926 agosto 29 latino Registro, carta, legatura in mezza tela, cc. 185 n.n.

"Diarium missarum sacrestia" (99) 1926 agosto 30 - 1934 dicembre 9 latino Registro, carta, legatura in mezza tela, cc. 89 n.n.

A 11.9 (100) "Diarium missarum celebratarum in ecclesia Settauri ab 10.XII.1934 ad 31.X.1940" (tit. int.) 1934 dicembre 10 - 1940 ottobre 31 latino Registro, carta, legatura in mezza tela, cc. 89 n.n.

A 11.10 (101) "Diarium missarum celebratarum in ecclesia Settauri ab 1 novembris 1940 ad 31 augusti 1945" (tit. int.) 1940 novembre 1 - 1945 agosto 31 latino Registro, carta, legatura in mezza tela, cc. 104 n.n.

39

A 11.11 (102) "Diarium missarum celebratarum in ecclesia Settauri ab 1 septembris 1945 ad ***" (tit. int.) 1945 settembre 1 - 1949 dicembre 31 latino Registro, carta, legatura in mezza tela, cc. 74 n.n.

A 11.12 (103) "Diarium missarum celebratarum in ecclesia di Storo ab 1 gennaio 1950 ad 1954" (tit. int.) 1950 gennaio 1 - 1954 giugno 17 latino Registro, carta, legatura in mezza tela, cc. 76 n.n.

A 11.13 (104) "Diarium missarum celebratarum in ecclesia Storo a die 18.6.1954 ad 28.2.1959" (tit. int.) 1954 giugno 18 - 1959 febbraio 28 latino Registro, carta, legatura in mezza tela, cc. 78 n.n.

40 serie A 12 Diari personali delle messe, 1861 - 1962 (105)

registri 6

Contenuto L'autorità ecclesiastica predispose l'uso di tre diari per la registrazione delle messe: il diario per le messe legatarie, quello per le messe avventizie e il diario personale del sacerdote e ne stilò le norme per la loro compilazione. Mentre i primi due diari dovevano essere conservati in sacrestia, il diario personale doveva essere custodito da ogni sacerdote il quale vi annotava tutte le messe che doveva celebrare e quelle celebrate. Tali disposizioni vennero confermate nel 1825 dal decreto diocesano del vescovo di Trento Francesco Saverio Luschin (Costituzioni diocesane del 1 marzo 1825). In seguito altre circolari aggiornarono le disposizioni del decreto e stabilirono che ogni sacerdote dovesse porre al principio del suo diario una dichiarazione firmata con la quale si obbligava a celebrare le messe di cui si fosse preso carico e a incaricare i suoi eredi, in caso di morte, della soddisfazione delle rimanenti. Fu anche espressamente ordinato che i diari privati dovessero, alla fine di ogni anno, essere riveduti e firmati dal rispettivo parroco per poterne far fede.

Bibliografia BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888, pp. 382-386 (106)

A 12.1 (107) "Secundum et ultimum diarium missarum incoeptum anno Domini 1861" 1861 gennaio 1 - 1880 settembre 26 Altre denominazioni: "Diario sante messe di don Tonini Carlo Luigi"; "Diarium Tonini coop. 1880" Diario personale delle messe di don Carlo Luigi Tonini (1). latino Registro, carta, legatura in mezza pelle, cc. 118 n.n. Note (1) Nato a Storo il 2 settembre 1816, fu consacrato sacerdote l'11 luglio 1841. Dal 1861 al 1880 fu cooperatore a Storo, dove morì il 3 ottobre 1880.

A 12.2 (108) "Diarium missarum sacerdotis Vigilio Flabbi n. " (tit. int.) 1923 luglio 1 - 1932 dicembre 31 Diario personale delle messe di don Vigilio Flabbi (1). latino Registro, carta, legatura in mezza tela, cc. 86 n.n. Note (1) Nato a Spormaggiore il 30 novembre 1899, fu consacrato sacerdote il primo luglio 1923; coopertatore ad Avio (1923-1926) e a Mori (1927-1930); curato a Cadine (1930-1938); parroco di Storo dall'agosto 1938 al febbraio 1963,

41 dove morì il 4 febbraio a causa di un infarto. Il 14 giugno 1945 l'arcivescovo Carlo de Ferrari lo nominò arciprete ad personam.

A 12.3 (109) "Adversaria sacrorum presbiteri Vigilii Flabbi" (tit. int.) 1933 gennaio 1 - 1942 dicembre 31 (con annotazioni del 10 gennaio 1943) Diario personale delle messe di don Vigilio Flabbi. latino Registro, carta, legatura in mezza tela, cc. 74 n.n.

A 12.4 (110) "Diarium missarum presbiteri sac. don Vigilio Flabbi" (tit. int.) 1943 gennaio 1 - 1952 dicembre 31 Diario personale delle messe di don Vigilio Flabbi. latino Registro, carta, legatura in mezza tela, cc. 78 n.n.

A 12.5 (111) "Diarium missarum presbiteri sac. don Vigilio Flabbi. Storo" (tit. int.) 1953 gennaio 1 - 1962 dicembre 31 Diario personale delle messe di don Vigilio Flabbi. latino Registro, carta, legatura in mezza tela, cc. 79 n.n.

A 12.6 (112) "Diarium missarum presbiteri d. Joannes Baratella" (tit. int.) 1937 gennaio 2 - 1946 dicembre 31 Diario personale delle messe di don Giovanni Baratella (1). latino Registro, carta, legatura in mezza tela, cc. 81 n.n. Note (1) Nato a Storo il 12 gennaio 1863, fu consacrato sacerdote il 5 luglio 1885. Fu parroco di Giustino e dal 1909. Si ritirò a riposo nel paese natale.

42 serie A 13 Diari delle messe legatarie, 1834 - 1884 (113)

registri 1

Contenuto L'autorità ecclesiastica predispose l'uso di tre diari per la registrazione delle messe: il diario per le messe legatarie, quello per le messe avventizie e il diario personale del sacerdote e stilò le norme per la loro compilazione. I diari delle messe legatarie, assieme a quelli delle messe avventizie, dovevano essere conservati in sacrestia, come stabilito da una comunicazione ai decani del 14 agosto 1804 redatta dal vicario generale del vescovo di Trento Simone Albano Zambaiti che riprendeva quanto enunciato nell'enciclica 'Quamvis iterato' del 4 gennaio 1774. Tali disposizioni vennero confermate dal vescovo Francesco Saverio Luschin nel 1825 (Costituzioni diocesane, 1 marzo 1825). Nei diari delle messe legatarie dovevano essere annotati la data del ricevimento della disposizione testamentaria, il numero progressivo delle messe celebrate, il committente, lo stipendio, l'intenzione, il giorno fissato per la celebrazione e la soddisfazione.

A 13.1 (114) "Diario per le messe perpetue" (1) 1834 marzo 13 - 1884 Diario delle messe legatarie delle cappellanie, dei benefici, delle mansionerie e dei legati fondati nella cura d'anime di Storo. italiano Registro, carta, legatura in mezza pelle, cc. 56 n.n., con appigli Note (1) Segue: "Prima della fine d'ogni anno si rivegga dal curatore d'anime".

43 serie A 14 Registri delle messe ordinate, 1919 - 1938 (115)

registri 1

A 14.1 (116) "Offici" 1919 novembre 15 - 1938 maggio 27 Registro delle intenzioni per offici funebri e per anniversari. Capovolgendo il registro: "Registro messe [manuali]", 1920 gennaio 21-1937 settembre 30. italiano Registro, carta, legatura in mezza tela, cc. 60 n.n.

44 serie A 15 Registri degli avvisi, 1919 - 1958 (117)

registri 5

Contenuto La serie è composta da cinque sui quali venivano annotati gli avvisi da leggersi ai fedeli a conclusione delle principali celebrazioni liturgiche; essi riguardavano l'orario e la scadenza delle funzioni settimanali, lo smarrimento di oggetti rinvenuti e portati in chiesa, l'orario delle confessioni, le attività di preparazione alle feste religiose e altre comunicazioni.

A 15.1 (118) "Sacre Funzioni nella chiesa di Storo" (tit. int.) 1919 dicembre 21 - 1922 ottobre 1 italiano Registro, carta, legatura in carta, pp. 200

A 15.2 (119) "Libro pubblicazioni sante messe ecc." 1922 ottobre 8 - 1925 giugno 14 italiano Registro, carta, legatura in mezza tela, pp. 113

A 15.3 (120) "Pubblicazioni sacre" 1925 giugno 21 - 1930 maggio 11 italiano Registro, carta, legatura in mezza tela, pp. 145

A 15.4 (121) Pubblicazioni sacre 1940 marzo 24 - 1942 marzo 29 italiano Registro, carta, legatura in tela, cc. 47 n.n.

45

A 15.5 (122) "Pubblicazioni fatte nella chiesa di Storo dal 19.2.1956 al 12.4.1958" 1956 febbraio 19 - 1958 aprile 7 italiano Registro, carta, legatura in mezza tela, cc. 54 n.n.

46 serie A 16 Registri dei legati missari, [1723] (123)

registri 1

A 16.1 (124) "Registro che accenna l'origine e gli stabili lasciati a fondo di molte messe perpetue in Storo" [1723] (1) Estratti di atti relativi a legati missari fondati tra il 1591 e il 1710. italiano Registro, carta, legatura in carta, pp. 70 Note (1) Il registro è stato formato probabilmente dal curato don Giovanni Vedovelli, di cui si trovano le annotazioni fino all'ottobre 1723.

47 serie A 17 Registri delle soddisfazioni dei legati, 1727 - 1808 (125)

registri 1

Contenuto Il registro, approntato dal curato Giovanni Vedovelli nel 1727, riporta le attestazioni dei "commissari dei legati pii del Borgo di Storo", relative al corretto adempimento delle disposizioni testamentarie. Ogni anno infatti la comunità di Storo eleggeva i "commissari dei legati pii" che avevano il compito di attestare la soddisfazione degli oneri missari, di vigilare sul corretto adempimento delle disposizioni testamentarie, sulle distribuzioni, sul mantenimento dei patrimoni lasciati in dotazione ai vari legati. All'interno del registro, sotto il titolo interno, il curato Vedovelli precisa: "Cominciato in tempo che regeva questa cura il molto illustre reverendo signor dottor don Giovanni Vedovelli di Breguzzo et essendo commissarii del sudetto anno il signor Antonio quondam Benedeto Baratella, mr Domenico quondam Bortolo Serafini, mr Giovanni Battista quondam Giovanni Battista Scalvini"; fa seguito una nota di altra mano relativa ad avvertire i commissari di non ricevere attestati di messe celebrate fuori diocesi. L'introduzione di queste figure, che risultano già presenti a Storo nella seconda metà del XVII secolo (1), fu dovuta al fatto che spesso le disposizioni rilasciate ai sacerdoti in punto di morte non erano ritenute valide da parte degli eredi, che così omettevano distribuzioni di sale o farina o mancavano alle soddisfazioni delle messe ordinate. Per ovviare a questo malcostume l'autorità preposta ordinò che le ultime volontà raccolte in punto di morte fossero scritte da un notaio e che l'esecuzione dei legati fosse demandata a persone appositamente elette dalla comunità con il compito anche di vigilare sul corretto adempimento degli stessi. Queste persone furono nominate "Commissari dei legati pii". In occasione della visita pastorale compiuta nel 1694 i visitatori richiamarono al dovere i commissari dei legati che sembra trascurassero il loro compito (2).

Note (1) Cfr. Pergamene, Pergamene, n. 53. (2) Cfr. Archivio diocesano tridentino, Atti visitali, 20, c. 45.

A 17.1 (126) "Libro di antica data di legati pii" 1727 gennaio 27 - 1808 settembre Altre denominazioni: "1727. Libro de' legati pii della spetabile Communità di Storo" Sulla carta di guardia: "Avertimenti per tutti li dd. Commissarii che pro tempore haveranno cura de legati pii di questa Communità", s.d. italiano Registro, carta, legatura in pelle, cc. 178 (mancano le cc. 146-163, 177), con fibbie, con indice alfabetico a rubrica all'inizio n.n. Segnature precedenti: Libro primo n. 1

48 serie A 18 Registri di amministrazione dei legati missari, 1902 - 1938 (127)

registri 1

A 18.1 (128) "Messe legatarie. Sante Missioni. Quaresimalista" 1902 maggio 14 - 1938 maggio 18 Registro di amministrazione di legati missari, della fondazione per le sante missioni, del fondo per il quaresimalista, del fondo Sante Anime, ecc. italiano Registro, carta, legatura in tela, pp. 191 (bianche molte pp., mancano molte pp.), con indice delle parti sulla c. di guardia

49 serie A 19 Registri di amministrazione delle associazioni parrocchiali, 1865 - 1960 (129)

registri 2, quaderni 1

A 19.1 (130) "Registro dei confratelli e delle consorelle della Beatissima Vergine Immacolata del Carmine" 1865 - 1895 Registro degli iscritti. italiano Registro a rubrica, carta, legatura in mezza pelle, cc. 18 n.n.

A 19.2 (131) "Elenco delle Figlie del Sacro Cuor di Gesù. Registro cassa 14 febbraio 1903" 1903 gennaio 24 - 1921 maggio 5 pp. 1-20: registro delle iscritte, 1903 febbraio 14-1921 maggio 5; pp. 108-126: registro di cassa, 1903 gennaio 24-1920 dicembre 29; pp. 150-152: registro dei verbali delle riunioni, 1912 dicembre 8; 1920 gennaio 11. italiano Registro, carta, legatura in mezza tela, pp. 152 (bianche molte pp., mancano molte pp.)

A 19.3 (132) "Libro - protocollo della Congregazione Terzo Ordine Francescano. Storo" 1943 dicembre 19 - 1960 ottobre 30 Registro dei verbali delle riunioni. italiano Quaderno, carta, legatura in carta, cc. 5 n.n.

50 serie A 20 Urbari generali, [1902] - 1936 (133)

registri 1

A 20.1 (134) "Urbario dei capitali e stabili della chiesa e legati e fondo Sante Anime, beneficio parrocchiale. Storo" [1902] - 1936 maggio 25 Urbario della chiesa parrocchiale, del beneficio Scalabrini, dei legati pii, della mansioneria Cortella, del beneficio Giovanelli, del fondo Sante Anime e del beneficio parrocchiale. italiano Registro, carta, legatura in tela, cc. sd 36 (bianche molte cc. sd), con indice delle parti sulla c. di guardia

51 serie A 21 Registri di cassa generale, 1901 - 1963 (135)

registri 4

Contenuto La serie è formata da quattro registri in uso al parroco che riportano l'annotazione di entrate e uscite di varie amministrazioni presenti in parrocchia sulle quali il sacerdote esercitava il suo controllo.

A 21.1 (136) "Giornale cassa chiesa ecc. e legati" 1901 gennaio 31 - 1930 dicembre 20 Registro di cassa della chiesa parrocchiale, dei legati pii, dei benefici Scalabrini e Giovanelli, della mansioneria Cortella, del beneficio parrocchiale, ecc. (1) italiano Registro, carta, legatura in mezza tela, pp. 196 (bianche le pp. 159-177, 181-184, 189-191) Note (1) Le registrazioni sono frammiste e le pagine quasi tutte cassate.

A 21.2 (137) "Protocollo fabbricieria Storo 1913" 1909 febbraio 1 - 1918 dicembre 31 Registro di cassa della chiesa parrocchiale, dei legati pii, dei benefici Scalabrini e Giovanelli, della mansioneria Cortella, del beneficio parrocchiale, ecc. Alle pp. 9-11: verbali delle riunioni della fabbriceria della chiesa parrocchiale di Storo, 1914 febbraio 26-1915 gennaio 27. italiano Registro, carta, legatura in mezza tela, pp. 120

A 21.3 (138) "Giornale" 1938 agosto 14 - 1954 dicembre 31 Registro di cassa della chiesa parrocchiale, dei benefici Giovanelli e Scalabrini, della mansioneria Cortella, del fondo Sante Anime, ecc. italiano Lettera e Registro, legatura in mezza tela, cc. 97

52

A 21.4 (139) "Giornale" 1938 agosto 14 - 1963 agosto 31 Registro di cassa del fondo quaresimalista, dell'oratorio, della confraternita del Santissimo Sacramento, della chiesa di San Lorenzo, della chiesa di Faserno, della cappella al Palvico, del Pane di San Antonio, ecc. italiano Registro, carta, legatura in mezza tela, cc. 71

53 serie A 22 Registri di cronache e memorie, 1900 - 1983 (140)

registri 3

A 22.1 (141) "Cronistoria della parrocchia di Storo dal 1900 al 1938" 1900 novembre 5 (1) - 1938 luglio 15 (2) Cronaca della parrocchia intrapresa dal parroco Giacomo Regensburger. italiano Registro, carta, legatura in carta, pp. 19-66 Note (1) Decreto di erezione della parrocchia. (2) Scoppio del grave incendio che devastò il paese.

A 22.2 (142) "Notizie storiche Storo" [1910] (con annotazioni fino al 23 apr. 1913) (1) Notizie di Storo dalle origini fino agli inizi del XX secolo scritte dal cooperatore Valentino Morelli (2). italiano Registro, carta, legatura in mezza tela, cc. 45 n.n. Note (1) Le annotazioni sono di mano del parroco Francesco Ermon. (2) Valentino Morelli da Padergnone fu cooperatore a Storo dal 17 gennaio 1908 al 25 agosto 1911.

A 22.3 (143) "Cronaca della parrochia di Storo" 1938 agosto 14 (1 )- 1983 dicembre 17 Incollati al registro molti ritagli di articoli di giornali. italiano Registro, carta, legatura in mezza tela, cc. 101 n.n. Note (1) Entrata solenne a Storo del nuovo parroco don Vigilio Flabbi.

54 serie A 23 Repertori, [1789] - [1850] (144)

registri 1, quaderni 1

A 23.1 (145) "Copia del libro in cui si trovano notate le scritture che esistono nell'archivio della magnifica e spettabile Comunità di Storo. Lette e registrate dal molto reverendo signor don Luigi Bevilacqua dignissimo curato del sudetto Borgo del 1780 e da me Salvatore Cortella copiate del 1789" (1) (tit. int.) [1789] Elenchi ed estratti di atti a partire dal secolo XIV relativi a: privilegi, divisioni comunali, pascoli, uso del fiume Chiese per i mercanti bresciani, compravendite, rese di conto, confini con le valli limitrofe, locazioni, atti relativi alla chiesa di Condino e a quella di Storo, a legati pii, a militari, alla sanità, a privati, ecc. italiano Registro, carta, legatura in mezza pelle, cc. 41 Note (1) Dopo il titolo, di altra mano: "In conseguenza il presente libro e di ragione di mio padre".

A 23.2 (146) "Repertorio delle carte utili che si conservano nell'archivio della canonica curata di Storo dall'anno 1751 fino all'anno 1850 inclusivo" (tit. int.) [1850 novembre ] Elenchi di documenti suddivisi per anno a partire dal 1751 fino al 1850, con indicazione anche di quelli senza data. Tra le pp. 2-3, legato: "Elenco delle carte ritrovate nell'archivio comunale del 1858", elenco di documenti dal 1530 al 1727, [1858]. italiano Quaderno, carta, legatura in carta, pp. 38

55 serie A 24 Protocolli degli esibiti, 1893 - 1953 (147)

registri 4

Contenuto I protocolli degli esibiti sono registri sui quali devono essere annotati, secondo una numerazione progressiva, gli atti e la corrispondenza in arrivo e in partenza di una amministrazione con l'indicazione della data e del contenuto. Ai parroci venne raccomandata la compilazione di tali registri per una corretta gestione del loro ufficio sia dall'autorità politica sia da quella ecclesiastica.

Bibliografia BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888, pp. 120-121 (148)

A 24.1 (149) "Protocollo esibiti 1893-1900" (tit. dorso) 1893 gennaio 2 - 1900 dicembre 19 italiano Registro, carta, legatura in mezza tela, cc. sd 20-91

A 24.2 (150) "Protocollo esibiti ufficio parrocchiale" 1901 aprile 25 - 1905 gennaio 4 italiano Registro, carta, legatura in mezza tela, cc. 79 n.n.

A 24.3 (151) Protocollo degli esibiti 1905 gennaio 3 - 1911 marzo 6 italiano Registro, carta, legatura in mezza tela, cc. 35 n.n.

A 24.4 (152) "Protocollo degli esibiti" 1906 gennaio 6 - 1953 marzo 5 (con annotazioni fino al 5 gennaio 1959) italiano Registro, carta, legatura in mezza tela, cc. 125 n.n.

56 serie A 25 Carteggio e atti ordinati, 1446 (copia) - 1961 (153)

buste 14 (fascicoli 35), fascicoli 1

Contenuto Quasi tutto il carteggio delle amministrazioni parrocchiali di Storo rientra in questa serie, formata attualmente da 15 "teche", suddivise per argomento e originariamente titolate; al loro interno la documentazione è spesso divisa in fascicoli tematici. Mentre la grafia riportata sui fascicoli non è riconducibile ad un'unica mano, quella sulle teche è da attribuire al parroco don Vigilio Flabbi (1938-1963), che non è l'autore di questo ordinamento, ma che probabilmente operò una sistemazione dell'archivio sostituendo i vecchi contenitori forse usurati o incapienti. Secondo quanto è possibile ricostruire, il lavoro di sistemazione degli atti dell'ufficio parrocchiale si deve attribuire a don Giacomo Regensburger, parroco di Storo dal 1901 al 1911. Nel 1901 don Giacomo Regensburger prese possesso della parrocchia; messosi al lavoro riscontrò per prima cosa la completa disorganizzazione dell'amministrazione, come egli stesso ebbe a sottolineare nelle prime righe della sua "Cronistoria" (1). Ritenne urgente rivedere tutta l'amministrazione e "in questo lavoro (...) fu sostenuto con risolutezza dal Municipio il quale riconobbe l'urgenza del riordinamento" (2). Don Regensburger fu quindi spinto a mettere mano all'archivio parrocchiale da una necessità di carattere amministrativo; l'archivio non gli fu consegnato sicuramente in ordine, come si evince dall'atto che indica la consegna generica di atti, fascicoli, carte vecchie (3). La "Cronistoria" riporta all'inizio dell'anno 1902 queste brevi note: "Venne continuata l'opera di riorganizzazione che entro l'anno giunse a buon termine: eretti i documenti di fondazione mancanti, approntati regolari quinternetti d'esazione e chiusi i conti. (...). Il lavoro fu addirittura febbrile (...)" (4). L'Ordinariato, che nel frattempo aveva compreso il tipo di lavoro intrapreso dal parroco, non poté fare a meno di esprimergli riconoscenza. Il lavoro fu concluso nel 1904 e la cronaca di quell'anno riporta: "Queste fondazioni e chiesa vennero provviste d'un archivio con teche per la regolare evidenza degli atti. L'archivio venne pagato pro rata dalla cassa dei legati e chiesa come di dovere". Nel 1909 la parrocchia fu oggetto di visita da parte del vescovo Endrici che esaminando l'archivio lo trovò in perfetto ordine, tanto da esprimere parole di lode nei confronti del parroco che indicò a modello in questo genere di cose (5). Nel 1911 don Regensburger fu promosso a decano arciprete di Condino dove si recò il primo maggio. Prese il suo posto a Storo don Francesco Ermon che ricevette in consegna, relativamente all'archivio, "N. 26 teche contenenti gli atti" (6). Nell'agosto del 1919 il parroco lasciò Storo e riconsegnò "N. 21 teche contenenti atti del beneficio" (7); altrettanto registra la riconsegna del suo successore nel 1926. In occasione della visita pastorale del 1928 il parroco Luigi Colmano, rispondendo alle domande del questionario nella parte relativa all'archivio, dichiarò che "gli atti sono disposti in apposite teche". Per la prima volta troviamo altre precisazioni in merito: "Atti ecclesiastici: 1 teca; Atti di nati, matrimoni, morti altrove: 1 teca; Atti matrimoniali: 4 teche; Corrispondenza colla Curia: 1 teca; corrispondenza coll'Autorità civile: 1 teca; Autentiche reliquie e pergamene: 1 teca; Documenti di fondazione: 1 teca (...). L'armadio uso archivio è chiuso a chiave" (8). Nel settembre 1941 fu compiuta una nuova visita pastorale e questa volta le risposte al questionario vennero date dal nuovo parroco don Vigilio Flabbi. Nel periodo intercorso tra le due visite la documentazione presente nell'archivio 57 parrocchiale si era naturalmente incrementata e ne troviamo conferma nel breve elenco che il parroco dà sul questionario: gli atti matrimoniali, per esempio, sono ora compresi in cinque teche (una in più); i documenti di fondazioni risultano raccolti in tre teche (due in più); le autentiche di reliquie e le pergamene sono invece raccolte non più in unica teca ma in due teche separate. Per quello che riguarda il resto della documentazione il parroco dichiara che "gli atti sono disposti in apposite teche secondo il contenuto" (9). E così, con i dovuti incrementi, la situazione è giunta a noi.

Note (1) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Floriano, Registri di cronache e memorie, reg. 1. (2) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Floriano, Registri di cronache e memorie, reg. 1. (3) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Floriano, Carteggio e atti ordinati, fasc. 7.4. (4) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Floriano, Registri di cronache e memorie, reg. 1. (5) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Floriano, Carteggio e atti ordinati, fasc. 2.3. (6) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Floriano, Carteggio e atti ordinati, fasc. 7.4. (7) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Floriano, Carteggio e atti ordinati, fasc. 7.4. (8) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Floriano, Carteggio e atti ordinati, fasc. 2.3. (9) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Floriano, Carteggio e atti ordinati, fasc. 2.3.

A 25.1 b. 1 (154) "Documenti vecchi chiesa e legati" 1446 (copia); 1573 - 1900 italiano, latino Busta, pergamena e carta

A 25.1.1 b. 1 (155) "Documenti vecchi chiesa" 1446 (copia); 1583 - 1896 Decreto di erezione della cura d'anime di Storo (1446 copia del 1750), commutazione di un voto (1583), consacrazione dell'altare dedicato a San Giovanni Battista (1727), dichiarazione di privilegio per l'altare maggiore nella chiesa di San Floriano e per quello dedicato a Santa Maria della Neve nella chiesa di Sant'Andrea (1842), decreti di erezione della Via Crucis nella chiesa di San Floriano (1891) e in quella di Sant'Andrea (1896). Fascicolo, carta, cc. 16

A 25.1.2 b. 1 (156) "Documenti vecchi aventi qualche relazione con messe legatarie" 1573 (1) - 1900 Copie di atti di fondazione di legati missari, carteggio e atti relativi ai beni legati e alla loro amministrazione. Contiene: estratto di vari legati pii rogati dal notaio Giovanni Scaletti di Storo, [1669]. Fascicolo, carta e pergamena, cc. 167 Note

58

(1) Gli atti relativi alle disposizioni testamentarie della famiglia Ferrari degli anni 1573-1652 sono redatti su supporto pergamenaceo.

A 25.2 b. 1 (157) "Decreti di cura d'anime. Atti vescovili e decanali. Visite pastorali e decanali" 1446 (copia); 1853 - 1954 italiano Busta, carta

A 25.2.1 b. 1 (158) Decreti di cura d'anime 1446 (copia); 1886 (copia) - 1942 Il fascicolo contiene 12 sottofascicoli: "N. 2 Facoltà di binare", 1909-1926; "N. 3 Sante Missioni e tridui", 1920-1926; 1941; "N. 4 Sacerdoti bresciani concessioni a confessare", 1908; 1935; "N. 5 Riduzione legati pii fondo chiesa - ristauri", 1903-1921; "N. 6 40 ore di adorazione", 1906-1920; "N. 7 Ufficio", disposizioni dell'ufficio parrocchiale, 1907; 1925; "N. 8 Capitolata curaziale di Storo 1886", capitoli, 1886 (copia del 1902); "N. 9 Quaresimalista", 1904-1924; "N. 10 Documenti erezione a curazia (1446) e parocchia (1900)", decreto di erezione a curazia e decreto di erezione a parrocchia, 1446 (copia del 1853); 1900; "N. 11 Funzioni", disposizioni per le sacre funzioni, 1901-1924; "N. 12 Concessioni e dispense", 1909-1930; "Decreti cooperatore", 1901-1942. Fascicolo, carta, cc. 182

A 25.2.2 b. 1 (159) "Pastorali vescovili" 1888 - 1937 Fascicolo, carta, cc. 75

A 25.2.3 b. 1 (160) "Visite pastorali e decanali" 1909 - 1954 Atti relativi alle visite pastorali del 1909 (questionario, decreti), 1928 (questionario), 1941 (programma, questionario, decreti), 1951 (questionario, decreti); atti relativi alle visite decanali del 1948 e 1954. Fascicolo, carta, cc. 104

59

A 25.3 b. 2 (161) "Autentiche delle S. Reliquie" 1655 - 1951 n. 62 autentiche di reliquie (1). Contiene elenchi delle reliquie. italiano, latino Busta, pergamena e carta, cc. 90 Note (1) Due atti (1656 e 1660) in pergamena descritti di seguito.

Pergamena 1 (162) Attestazione di autenticità di reliquie 1657 maggio 25 , Trento Castello del Buonconsiglio Francesco Alberti [Poia], vicario generale del vescovo di Trento, autentica le reliquie di santa Felicola e san Prisciano. Notaio: Carlo Antonio Scutelli di Trento (SN) Originale, atto notarile, latino Documento singolo, pergamena, mm 175(155) x 165(140), sul verso nota di contenuto.

Pergamena 2 (163) Donazione 1660 luglio 11 Giovanni Battista figlio di Stefano Berti da Storo dona alla comunità di Storo le reliquie dei santi Luciano, Prisciano e Felicola. Notaio: Gaudenzio Battitori di Saone Originale da imbreviature del notaio Battitori redatto dal notaio Bartolomeo Toniotti da Cimego (SN), atto notarile, latino, italiano Documento singolo, pergamena, mm 475 x 295, sul verso nota di contenuto.

A 25.4 b. 2 (164) "Documenti di fondazione dei benefici" 1713 (copia) - 1920 Atti relativi alle fondazioni di legati missari: mansioneria Cortella (1713 copia-1887), beneficio Francesco Giovanelli (1716 copia), fondo Sante Anime (1822-1914), fondazione Giovanni Scarpari (1840-1842), messe a carico della chiesa di San Floriano (1840- 1909), messe a carico del beneficio curaziale (1841-1842), fondazione Moneghini-Boera (1844-1912), fondazione Martino Coghi (1860-1914), fondazione Giovanni Bizer (1860), missaria Margherita Giovanelli (1869-1872), missaria Antonio Giovanelli (1870), beneficio Scalabrini (1870; 1920), pro sante missioni (1909), missaria Gilberto Poletti (1910). Contiene inoltre: prospetti delle messe legatarie, 1774-1914. latino, italiano Busta, carta, cc. 234

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A 25.5 b. 3 (165) "Documenti di fondazione dei benefici" 1802 - 1921 Locazioni, insinuazioni ipotecarie, estinzioni di debiti spettanti alle fondazioni missarie della parrocchia di Storo. latino, italiano Busta, carta, cc. 181

A 25.6 b. 3 (166) Carteggio con le autorità ecclesiastiche e civili (1) 1840 - 1932 latino, italiano, tedesco Busta, carta Note (1) Non è stato rinvenuto il contenitore originale, ma il criterio con il quale sono stati raccolti e titolati i fascicoli fa ragionevolmente presupporre l'analogia con le altre buste della serie.

A 25.6.1 b. 3 (167) "Carteggio col Giudizio" 1840 - 1921 Carteggio con il Giudizio distrettuale di Condino (1) relativo alla tenuta delle matricole, all'adempimento dei legati, alla tutela dei minori, a giudizi, deliberazioni ed esecuzioni, a certificazioni immobiliari, a partecipazioni testamentarie, ecc. Fascicolo, carta, cc. 45 Note (1) Durante la prima guerra mondiale il Giudizio distrettuale di Condino ebbe sede a Storo.

A 25.6.2 b. 3 (168) "Carteggio col Comune" 1891 - 1932 Carteggio col municipio di Storo relativo prevalentemente a comunicazioni di delibere, inviti della rappresentanza comunale, avvisi, disposizioni, ecc. Fascicolo, carta, cc. 37

A 25.6.3 b. 3 (169) "Carteggio col Capitanato" 1901 - 1914 Comunicazioni, avvisi e circolari provenienti dal Capitanato distrettuale di Tione. Fascicolo, carta, cc. 22

A 25.6.4 b. 3 (170) "Diversi. 1. Istruzioni matricole 2. Decreti ecc. ecc." 1901 - 1924 Circolari, verbali, informazioni, partecipazioni, disposizioni, ecc. provenienti da uffici ecclesiastici e civili in merito alla tenuta delle matricole, all'amministrazione dei beni ecclesiastici e alle certificazioni di stato civile. 61

Fascicolo, carta, cc. 39

A 25.6.5 b. 3 (171) "Carteggio coll'autorità ecclesiastica. Guerra 1914-1918" 1915 - 1919 Carteggio con l'ufficio del vicario foraneo di Val d'Adige (1) e i reggenti (2) della parrocchia di Storo in merito alla cura d'anime durante il periodo bellico. Fascicolo, carta, cc. 152 Note (1) Durante la guerra il parroco Francesco Ermon era stato internato a Torino e la parrocchia di Storo era tenuta da "reggenti militari" nominati dal vicario foraneo che aveva sede nella parrocchia di Sabbionara d'Avio. Il vicario foraneo, nominato dalla Santa Sede, aveva giurisdizione sulle parrocchie, chiese e clero nelle zone occupate dall'Esercito italiano, tra cui appunto Storo. (2) I reggenti della parrocchia di Storo furono don Giacomo Zanetti e don Giuseppe Galvani.

A 25.6.6 b. 3 (172) "Carteggio coll'autorità militare. Guerra 1914-1918" 1915 - 1922 Carteggio con il Commissariato civile (1) e i parroci reggenti in merito alla gestione provvisoria dei servizi civili, degli uffici e dei benefici ecclesiastici nei territori occupati. Fascicolo, carta, cc. 106 Note (1) Durante la prima guerra mondiale il Commissariato civile per il distretto politico di Tione ebbe sede a Storo.

A 25.6.7 b. 3 (173) "Consiglio scolastico Storo. Atti e decreti" 1920 - 1923 Atti, decreti, circolari e comunicazioni. Fascicolo, carta, cc. 99

A 25.7 b. 4 (174) "Inventari. Fassioni. Consegne. II cooperatore" 1841 - 1957 italiano Busta, carta

A 25.7.1 b. 4 (175) Inventari 1841 ; 1886 - 1907 Inventari del patrimonio dei legati Coghi, Bizer, Canella, Scarpari (1841; 1887-1907), del beneficio curaziale (1886; 1898), della chiesa di San Floriano (1890-1907), del beneficio Scalabrini (1891-1907), del beneficio Giovanelli (1900-1907) e della mansioneria Cortella (1892-1907). Fascicolo, carta, cc. 131 62

A 25.7.2 b. 4 (176) Atti amministrativi degli enti ecclesiastici 1882 - 1957 Diffide di pagamento (1882-1894), fogli di possesso fondiario (1901), prospetto statistico sulla gestione patrimoniale degli enti (1911), schede informative sulle rendite (1925), stato patrimoniale ed economico degli enti al 1929, elenchi dei fondi di proprietà degli enti (1930-1940), resoconti del beneficio parrocchiale (1950-1957), copie delle denunce dei redditi per gli anni 1951 e 1952 (1952-1953). Fascicolo, carta, cc. 214

A 25.7.3 b. 4 (177) "Fassione" 1892 - 1921 Atti relativi alla presentazione delle fassioni per il completamento della congrua del parroco e del cooperatore, con prospetti di rettificazione (1892-1921), fassioni per l'equivalente d'imposta sul valore del possesso fondiario della chiesa parrocchiale, del beneficio Giovanelli, della mansioneria Cortella, del beneficio Scalabrini, dei legati Coghi, Bizer, Canella e Scarpari, del beneficio parrocchiale e del fondo Sante Anime (1911). Fascicolo, carta, cc. 168

A 25.7.4 b. 4 (178) "Consegne 1) don Bertini 1894 2) don Regensburger 1901 3) don Ermon 1911 4) Interregno 1915- 1919 5) don Ignazio Panizza 1920 6) don Colmano 1927 7) don Flabbi 1938" 1894 - 1938 Atti di consegna. italiano Fascicolo, carta, cc. 172

A 25.8 b. 5 (179) "Carteggio coll'Ordinariato principesco arcivescovile e col decano" 1884 - 1924 italiano Busta, carta

A 25.8.1 b. 5 (180) "Carteggio coll'Ordinariato principesco vescovile" 1884 - 1910 Fascicolo, carta, cc. 145

A 25.8.2 b. 5 (181) "Carteggio col decano" 1901 - 1920 Fascicolo, carta, cc. 20

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A 25.8.3 b. 5 (182) "Circolari, ordinanze, ecc. vescovili" 1901 - 1924 Fascicolo, carta, cc. 55

A 25.9 b. 5 (183) "Azione cattolica e biblioteca ecclesiastico parrocchiale. Atti d'ufficio dal 1940" 1886 - 1958 italiano Busta, carta

A 25.9.1 b. 5 (184) "Biblioteca e archivio" 1886 - 1925 Elenco dei libri conservati in canonica (1886), elenco dei libri e inventario dei mobili della canonica (1894), acquisizione di un'"Enciclopedia universale" (1901), contributo comunale per la ricostruzione di un locale nella canonica da adibire a biblioteca (1908), polizza assicurativa contro gli incendi (1925). Fascicolo, carta, cc. 16

A 25.9.2 b. 5 (185) "Azione cattolica di Storo" 1939 - 1949 Elenchi di iscritti. Fascicolo, carta, cc. 82

A 25.9.3 b. 5 (186) "Atti d'ufficio dal 1940" 1939 - 1958 Carteggio e atti dell'ufficio parrocchiale: circolari, avvisi all'autorità di Pubblica sicurezza relativi a cerimonie religiose e processioni, nomine di cooperatori, provvedimenti per l'impianto del libro fondiario, partecipazioni relative allo stato civile, ecc. Fascicolo, carta, cc. 200

A 25.10 b. 6 (187) "Sacristano. Parroco (congrua). Beneficio Gelmini (1). Cappelle" 1890 - 1961 italiano Busta Note (1) La busta non contiene documentazione relativa a questo beneficio.

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A 25.10.1 b. 6 (188) "1. Coro 2. Organista 3. Sacristano 4. Esattore 5. Fabbricieri" 1890 - 1930 Il fascicolo contiene cinque sottofascicoli: "N. 1 Coro parocchiale", tasse di uffici e messe cantate, capitoli per i cantori, statuto della società cantori, ecc., 1894-1921; "N. 2 Organista", dimissioni, capitoli, assunzione di incarico, contributo comunale per il pagamento dell'organista, ecc., 1890- 1930; "N. 3 Sacristano", capitoli, concorrenza comunale allo stipendio, dimissioni, nomine, aumento di salario, verbale di installazione e consegne, ecc., 1890-1921; "N. 4 Esattore" (1), nomina e capitoli, 1902; 1911; "N. 5 Fabbricieri", nomine, 1919; 1921. Fascicolo, carta, cc. 65 Note (1) Questa figura fu introdotta per la prima volta nel 1902 dal parroco don Giacomo Regensburger. L'esattore veniva nominato dal parroco in accordo con la fabbriceria e con il patrono (il comune di Storo); ad esso era demandato l'ufficio di riscossione degli interessi di capitali e affitti spettanti alla chiesa e ai legati pii della parrocchia. La carica aveva durata annuale ed era rinnovabile. All'esattore veniva corrisposto il 5% sugli incassi.

A 25.10.2 b. 6 (189) Cappelle 1909 - 1931; 1961 Elenco degli oggetti appartenenti alla cappella di Sant'Antonio (1) (1909), atti relativi alla cappella di Faserno (2) (1910-1931; 1961). Fascicolo, carta, cc. 11 Note (1) Cappella gentilizia fatta erigere dalla famiglia Cortella nel 1689 circa. (2) Cappella sul monte Faserno, dedicata al Santo Rosario; fu costruita nel 1932 e benedetta il 28 luglio 1934.

A 25.10.3 b. 6 (190) "Asilo. Cappella suore" 1927 (copia) - 1942 Copia delle facoltà concesse alla Congregazione delle Suore Sacramentine (1927), riconoscimento del carattere di oratorio pubblico alla cappella delle suore dell'asilo di Storo, permesso di celebrare messe, conservare ed esporre il Santissimo (1930), concessione dell'erezione della Via Crucis nella cappella (1933), nomine dei confessori straordinari delle suore (1933-1942). Fascicolo, carta, cc. 10

A 25.11 b. 6 (191) "Affittanze e carteggi vari" 1892 - 1947 Carteggio e atti relativi agli affitti degli stabili della chiesa, del beneficio parrocchiale, del beneficio Giovanelli, del beneficio Scalabrini, dei legati pii, del fondo Sante Anime, ecc. italiano Busta, carta, cc. 198

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A 25.12 b. 6 (192) "Atti vari asilo, associazioni, ecc." 1901 - 1922 (con antecedenti del 1896) italiano Busta, carta

A 25.12.1 b. 6 (193) "Asilo" 1901 (con antecedenti del 1896) Offerte e sottoscrizioni pro erigendo asilo infantile di Storo. Fascicolo, carta, cc. 24

A 25.12.2 b. 6 (194) "Associazione madri e vedove caduti" 1919 - 1922 Carteggio e atti relativi ad orfani e vedove di guerra assistiti dalle associazioni nazionali. Fascicolo, carta, cc. 30

A 25.12.3 b. 6 (195) "Società dei Padri di famiglia 1. Documenti 2. Carteggio" 1920 - 1922 Carteggio e atti relativi all'attività della società. Contiene documentazione a stampa e articoli di giornali. Fascicolo, carta, cc. 25

A 25.13 bb. 7-8 (196) "Danni di guerra. Restauro chiesa" 1901 - 1953 italiano Busta, carta

A 25.13.1 b. 7 (197) "Carteggio restauri chiesa" 1901 - 1924 Carteggio e atti relativi ai lavori di restauro e abbellimento della chiesa parrocchiale: reperimento dei fondi, rilievi e pareri, preventivi, contratti con artigiani, corrispondenza con ditte e fabbriche, fatture, ecc. Contiene: memorie "alla posterità" relative ai restauri effettuati nel 1834 (1) e nel 1923-1924 (2), 1834; 1924. Fascicolo, carta, cc. 382 Note (1) Sulla carta si trova annotato: "Manoscritto trovato sullo scudo dell'arcata sopra i balaustri della chiesa". (2) Memoria redatta su pergamena; un biglietto accompagnatorio ricorda: "Pergamena trovata nella cornice del quadro rappresentante san Cristoforo nella chiesa di Sant'Andrea rubato il 4.2.1971 insieme con altri 2 quadri". 66

A 25.13.2 b. 7 (198) "Organo" 1903 - 1953 Carteggio e atti relativi al restauro del 1903, all'acquisto dell'organo proveniente dalla chiesa di Coccaglio (BS) e al suo adattamento all'orchestra di Storo (1923-1924), alla raccolta di fondi per l'acquisto di un nuovo strumento presso la fabbrica Mascioni di Cuvio (VA) (1949-1953). Contiene documentazione a stampa e articoli di giornali. Fascicolo, carta, cc. 136

A 25.13.3 b. 7 (199) "Campane" 1905 - 1922 Atti relativi alla fiera di beneficenza indetta per l'acquisto di un nuovo concerto di campane (1905), comunicazioni comunali (1906), corrispondenza con la Fonderia Chiappani di Trento (1907), autorizzazione a benedire una nuova campana (1908), atti per la rifusione delle campane requisite (1921-1922). Fascicolo, carta, cc. 51

A 25.13.4 b. 8 (200) "Carteggio danni di guerra" 1919 - 1930 Atti relativi alla presentazione delle domande di risarcimento per i danni subiti da beni mobili e immobili degli enti ecclesiastici di Storo durante la prima guerra mondiale (1919-1930), fogli di possesso fondiario (1923-1926). Fascicolo, carta, cc. 530

A 25.13.5 b. 8 (201) "Conto ristauro chiesa di San Lorenzo" 1931 (con antecedenti del 1906 e 1910) Prospetti dei lavoratori, fatture, pareri, corrispondenza con la Soprintendenza alle Belle Arti di Trento, ecc. Fascicolo, carta, cc. 48

A 25.14 b. 9 (202) "Quinternetti di esazione" 1901 - 1956 Nn. 1-48 quinternetti di riscossione di interessi e affitti spettanti agli enti ecclesiastici della parrocchia: chiesa, beneficio parrocchiale, benefici e legati. italiano Busta, carta, cc, 633 n.n.

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A 25.15 b. 10 (203) "Atti vecchi dell'Oratorio. Storo" (1) 1902 - 1939 (con antecedente del 1895 e seguito del 1953) Atti relativi al reperimento dei fondi per l'erezione dell'oratorio parrocchiale, carteggio con il Comune per concessioni di materiali e autorizzazioni, carteggio con artigiani e ditte, fatture (2), polizze assicurative, "Cronistoria" dell'oratorio dal 1902 al 1920, autorizzazioni a tenere spettacoli nel teatro dell'oratorio, atto relativo al collaudo dell'edificio dopo le riparazioni dei danni di guerra, concessioni rilasciate dall'ufficio di pubblica sicurezza per la tenuta di rappresentazioni teatrali, ecc. Contiene 2 progetti, s.d. italiano Fascicolo, carta, cc. 158 Note (1) L'istituzione nacque per volontà e impulso del parroco Giacomo Regensburger. I locali furono ricavati nel palazzo Scarpari venduto nel 1903 al parroco da Domenico fu Luigi Zocchi di Storo. L'oratorio fu inaugurato il 10 agosto 1904. Subì gravi danni durante la prima guerra mondiale e fu restaurato nel 1920. Negli anni Cinquanta venne ingrandito. (2) Legate in filza.

68 serie A 26 Carteggio e atti, 1674 - 1958 (204)

fascicoli 2

A 26.1 b. 1 (205) Miscellanea 1674 - 1952 Atto di procura tra privati (1674), atto relativo all'erezione della confraternita della Disciplina nella chiesa di Sant'Andrea (1) (1709), atti relativi all'erezione della confraternita della Beata Maria Vergine dei Sette Dolori nella chiesa di San Floriano (2) (1720-1722), atti relativi all'amministrazione della chiesa di Lodrone (1898, 1910), atti relativi al lascito di Emanuele Tonini per la fondazione di una borsa di studio per studenti di Storo (3) (1941-1946), mappa catastale del comune di Storo (s.d.), ecc. Contiene documentazione a stampa. latino, italiano Fascicolo, carta, cc. 53 Note (1) Dagli atti visitali del 1671 si apprende che presso la chiesa di Sant'Andrea era stata eretta una "schola disciplinae". In quell'occasione fu chiesta l'esibizione della bolla di erezione, che però sembra non esistesse. I confratelli si vestivano durante le processioni con sacchi bianchi. La confraternita, detta anche dei Battuti o dei Flagellati, ebbe vita breve. (2) Detta anche confraternita dell'Addolorata. (3) Per volere del testatore l'amministrazione del fondo era affidata al podestà di Storo.

A 26.2 b. 1 (206) Quietanze 1906 - 1958 Quietanze relative ai diversi enti e scopi della parrocchia: chiese, fondo Sante Anime, sacre missioni, cappelle, oratorio, asilo, confraternita del Santissimo Sacramento, congregazione del Sacro Cuore, cimitero, scuole, elemosine, messe, ecc. italiano Fascicolo, carta, cc. 240

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Ente Chiesa di San Floriano (207) ante 1189 giugno 4 - 1986

Luoghi Storo (TN)

Archivi prodotti Fondo Chiesa di San Floriano in Storo

Storia La chiesa di San Floriano viene nominata per la prima volta in un documento datato 4 giugno 1189 come luogo della riunione dei rappresentanti di sette famiglie di Storo che dovevano stringere un accordo per ottenere dal vescovo di Trento l'infeudazione dei beni dei conti di Lodrone (1). La chiesa fu eretta dunque prima di quella data e serviva, oltre che come luogo di culto, anche come sede di riunioni non esclusivamente religiose. Patrono della chiesa è san Floriano, un soldato veterano martirizzato nel Norico, l'attuale Carinzia (2). E' probabile che l'introduzione del culto per san Floriano risalga al V secolo, epoca dell'abbandono della postazione militare romana dal territorio di Storo; da quel momento la popolazione dovette provvedere alla propria difesa e forse si appellò all'aiuto del santo veterano. Nell'archivio parrocchiale si conserva l'atto relativo alla consacrazione della chiesa con il suo altare, avvenuta il 22 novembre 1445 per mano di Albertino da Tridino, suffraganeo del vescovo di Trento (3). Non è dato sapere se l'antica chiesa sorgesse nello stesso luogo dell'attuale. La decisione di erigere la nuova chiesa risale al 1509, tempo in cui si concluse, con una transazione, la lite intercorsa tra gli uomini di Condino e quelli di Storo in merito al pagamento delle spese per la fabbrica della chiesa pievana di Santa Maria (4). La necessità per Storo di avere una nuova chiesa era forse suggerita dalle cattive condizioni della cappella preesistente o dalle sue dimensioni divenute insufficienti a contenere la crescente popolazione. Gli storici locali propendono però per un'altra ipotesi, sicuramente più suggestiva: il desiderio di rivalsa degli Storesi nei confronti di quelli di Condino, per cui si vedrebbe nella nuova costruzione un ambizioso confronto con la pieve, dalla quale furono poi ripresi motivi architettonici. La fabbrica della chiesa di San Floriano iniziò nel 1509 e proseguì senza interruzione fino al 1511 (5). I lavori furono poi interrotti o sicuramente rallentati a causa delle vicende militari del tempo, e ai primi di gennaio del 1517 Storo fu dato alle fiamme dalle truppe francesi e venete. Nell'incendio fu coinvolta anche la chiesa di San Floriano, ancora in costruzione. Non si sa quali e quanti danni subì l'edificio, ma la costruzione fu ultimata nel 1521 e il 6 ottobre di quell'anno Cipriano de Charis, suffraganeo del vescovo di Trento, la consacrò solennemente insieme ai sei altari (6). I lavori si protrassero probabilmente ben oltre l'anno di consacrazione poiché sulla facciata della chiesa vi è incisa la data 1532. In occasione della visita pastorale compiuta alla fine di aprile del 1537 i visitatori rilevarono che la chiesa era "satis pulcram et spatiosam, quam cum multiplicis anconis optime depinctis et sculptis et indoratis decorarunt adeo, ut ei nihil deficiat" e che la costruzione del campanile era quasi ultimata (7). Nel 1538 la chiesa possedeva una campana. Restauri e ampliamenti furono compiuti ancora nel 1625 e 1627, come testimoniano altre incisioni. Risale al 1665 la costruzione della cantoria, una splendida struttura lignea attribuita alla bottega degli intagliatori bergamaschi Graziano e

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Andrea Fantoni (8). Durante la seconda metà del XVIII secolo furono eseguiti lavori di decorazione e abbellimento, furono acquistati arredi e paramenti sacri col contributo di generosi benefattori (9). Nel 1904 san Lorenzo fu dichiarato secondo patrono della chiesa di Storo (10). All'inizio del XX secolo le condizioni dell'edificio richiesero, per motivi di sicurezza, urgenti interventi; il Comune, in qualità di patrono della chiesa, non poté concorrere alle spese stimate e si provvide allora solo a poche riparazioni. Restauri furono compiuti nel 1924 per sanare i danni causati dalla guerra; altri lavori di manutenzione furono effettuati negli anni successivi. La chiesa di San Floriano è dotata di sette altari. L'altare maggiore, dedicato al titolare era in origine di legno e nel 1747 fu rifatto in pietra; la pala dell'altare è stata attribuita al Romanino. Nel 1842 l'altare fu dichiarato privilegiato (11). Gli altri sei altari sono dedicati a Maria Vergine Addolorata, a Sant'Antonio abate, a Santa Lucia, alla Beata Vergine del Rosario, al Santo Crocefisso e al Sacro Cuore. Sul fianco dell'abside fu ricavata una camera, comunicante esclusivamente con la sacrestia, atta a contenere "il tesoro", la pregevole argenteria, opera di orafi veneti, donata dagli Storesi residenti a Venezia (12). L'interno è a navata unica e la facciata, molto semplice, ha un portale centrale sormontato da una lunetta con un affresco raffigurante san Floriano a cavallo. Addossato alla chiesa si erge il campanile, in granito, con l'orologio e le quattro campane. La chiesa ha una capienza di circa 800 persone. In applicazione della legge n. 222 del 20 maggio 1985 e in seguito ai DD.MM. del 21 marzo 1986 e 30 dicembre 1986 l'ente "Chiesa di San Floriano di Storo" è stato soppresso e i suoi beni (con tutte le relative pertinenze, accessioni, comproprietà, diritti, servitù e ipoteche) sono stati assegnati all'ente "Parrocchia di San Floriano con sede in Storo".

Funzioni, occupazioni e attività Il curatore d'anime era il legittimo amministratore della sostanza della chiesa curata, come anche delle chiese annesse e di tutte le fondazioni istituite a favore delle stesse. Il patrimonio della chiesa era costituito dagli apparati, dagli utensili, dagli arredi sacri di cui essa è provvista per il culto divino, dagli altri beni mobili di sua proprietà, come pure dai fabbricati, fondi, capitali, introiti, diritti ad essa appartenenti, i cui proventi sono destinati a sopperire ai bisogni del culto divino e al mantenimento in buono stato dei fabbricati. Il parroco svolgeva la sua attività di responsabile amministrativo affiancato dai fabbricieri (detti anche sindaci o massari), quali rappresentanti della comunità. L'istituzione e l'azione dei fabbricieri vennero disciplinate da un decreto napoleonico del 26 maggio 1807: venivano nominati per decreto ministeriale o prefettizio, erano generalmente tre per ciascuna chiesa e duravano in carica cinque anni. Nella diocesi di Trento venne emanata nel 1865 una normativa relativa all'amministrazione delle chiese che disciplinava, tra l'altro, anche il rapporto del curatore d'anime coi fabbricieri. Il primo era considerato l'organo ecclesiastico dell'amministrazione e a lui competeva la principale direzione; i fabbricieri gli erano affiancati "tanto allo scopo di prestargli assistenza, quanto nella loro qualità di rappresentanti della comunità ecclesiastica (...). Tanto il curator d'anime che i fabbricieri devono sempre aver cognizione di quanto concerne l'amministrazione". I fabbricieri venivano di regola proposti al curatore d'anime; il loro ufficio durava due anni, salvo la possibilità di essere riconfermati. Dal 1874 (Legge 7 maggio 1874, Boll. Leggi dell'Impero n. 50) spettava al decano il diritto di nominare i fabbricieri proposti dalla comunità. Le fabbricerie erano perciò organi amministrativi dipendenti dall'autorità ecclesiastica, ai quali era demandata l'amministrazione dei beni temporali di una chiesa, con esclusione di qualsiasi ingerenza nelle questioni di culto. Anche il Codice di diritto canonico del 1917 (cann. 1183-1184) contemplava espressamente la fabbriceria, escludendola però da molte ingerenze (elemosine di messe, ordine della chiesa e del

71 cimitero, disposizione e custodia dei libri parrocchiali, ecc.). Lo stesso Codice conferiva alla chiesa personalità giuridica, con il diritto di acquistare, ritenere, amministrare liberamente ed indipendentemente da ogni potere civile beni temporali per il conseguimento dei propri fini (can. 1495). Dove mancava la fabbriceria, l'amministratore unico era il rettore della chiesa, sotto l'esclusivo controllo dell'Ordinario. Il parroco o rettore della chiesa, che faceva sempre parte di diritto della fabbriceria, per la natura stessa dell'ente ne era il presidente. Il Concordato del 1929 e il regio decreto del 26 settembre 1935 ridimensionarono ulteriormente la rilevanza delle fabbricerie. L'ente chiesa parrocchiale è stato soppresso in seguito all'applicazione degli adempimenti in materia di revisione concordataria seguiti alla legge 20 maggio 1985 n. 222, e all'entrata in vigore del relativo regolamento di esecuzione (decreto 13 febbraio 1987, n.33), in particolare in seguito all'approvazione dei decreti con i quali è stata stabilita la sede e la denominazione dei nuovi enti parrocchia.

Contesto generale Diocesi di Trento Decanato di Condino

Fonti normative Norme per l'amministrazione del patrimonio delle chiese e dei benefici nonché delle fondazioni (208) ecclesiastiche nella diocesi di Trento Codice di diritto canonico (209) Legge 20 maggio 1985, n. 222 (210) Decreto Ministeriale 30 dicembre 1986, Conferimento della qualifica di ente ecclesiastico civilmente (211) riconosciuto all'Istituto per il sostentamento del clero nella diocesi di Trento ed alle quattrocentocinquantasei parrocchie costituite nella stessa diocesi. Perdita della personalità giuridica civile da parte di millecentonovantuno enti beneficiali e di quattrocentoquarantadue chiese parrocchiali, tutti della sopraddetta diocesi di Trento

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio Archivio diocesano tridentino, Atti visitali Archivio comunale di Storo Bibliografia CODROICO R., POLETTI G., Le chiese del comune di Storo, Cooperativa Il Chiese in collaborazione col (212) Comune di Storo(IS), Storo, 1995

Note (1) Cfr. CODROICO R., POLETTI G., op. cit., p. 38: gli autori riferiscono che il documento fu pubblicato da PAPALEONI G., Le più antiche carte delle pievi di Bono e Condino nel Trentino, Firenze, 1891, pp. 45-46. Presso l'Archivio comunale di Storo è conservato l'atto con il quale il 24 agosto 1189 il vescovo di Trento, Corrado II di Beseno, affidò in feudo il castello di Lodrone agli uomini di Storo, cfr. Archivio comunale di Storo, perg. n. 1. (2) Nella devozione popolare il martire veniva invocato particolarmente contro gli incendi. Si venera anche un altro san Floriano, martirizzato però a Roma.

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(3) Cfr. Pergamene dell’archivio parrocchiale di Storo, n. 2. (4) Cfr. Pergamene dell’archivio parrocchiale di Storo, n. 6. (5) Nell'archivio comunale di Storo è conservato il Libro dei conti dei massari preposti alla fabbrica della chiesa di San Floriano di Storo, con registrazioni dal 1509 al 1511; cfr. n. 112, Inventario della sezione separata dell'archivio comunale, a cura della Coop. Corist, 1980. (6) Cfr. Pergamene dell’archivio parrocchiale di Storo, n. 8. (7) Cfr. Archivio diocesano tridentino, Atti visitali, 1, c. 69. (8) Cfr. CODROICO R., POLETTI G., OP. CIT., P. 84. La cantoria fu installata nella chiesa di Storo però in tempi successivi e venne più volte adattata per contenere i diversi strumenti installati nel corso dei secoli. (9) Nell'archivio comunale di Storo è conservato il Registro spese per la chiesa di San Floriano, con registrazioni dal 1766 al 1770; cfr. n. 113, Inventario della sezione separata dell'archivio comunale, a cura della Coop. Corist, 1980. (10) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Floriano, Registri di cronache e memorie, reg. 1. (11) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Floriano, Carteggio e atti ordinati, fasc. 1.1. Altare privilegiato: altare che può essere arricchito di alcune indulgenze per la celebrazione della messa. (12) Cfr. in questo inventario l'introduzione al soggetto Confraternita della Beata Vergine Maria.

73 fondo B Chiesa di San Floriano in Storo, [1719] - 1961 (213)

registri 3, buste 3

Soggetti produttori Chiesa di San Floriano, ante 1189 giugno 4 - 1986 (214)

74 serie B 1 Urbari, [1719] (215)

registri 1

Contenuto Per la corretta e vigile amministrazione dei beni della chiesa e per dimostrare la regolarità della gestione del patrimonio, si faceva uso di un particolare tipo di registro chiamato "inventarium" o "urbarium". In esso si registravano i fondi, gli stabili e i capitali di proprietà di un ente, la loro estensione, la rendita annuale, il nome dei locatari, le scadenze dei pagamenti degli interessi, la durata delle locazioni, le ipoteche, le garanzie ed eventuali altre annotazioni.

L'urbario è opera del curato Giovanni Vedovelli; sugli atti relativi alla visita pastorale compiuta nel 1727 si dice che "il curato ha fatto l'urbario di tutte le messe legatarie e di tutti gli beni della chiesa e questo con grandissima sua fatica, e però supplica che se merita qualche premio li sia liquidato" (1).

Note (1) Cfr. Archivio diocesano tridentino, Atti visitali, 38, c. 180.

B 1.1 (216) "Anno Domini 1719. Urbario della chiesa di S. Floriano di Storo ... formato con grandissima fatica da d. Giovanni Vedovelli di Breguzo in tempo che indegnamente governò questa cura di Storo ..." (tit. int.) [1719] (con aggiunte e integrazioni fino al 1741) Urbario della chiesa di San Floriano di Storo, dei suoi altari (1), della confraternita della Dottrina Cristiana e delle chiese di Sant'Andrea, di San Lorenzo e di Sant'Antonio di Padova, con notizie relative al legato Coghi e ai benefici Scalabrini e Giovanelli (2).

All'inizio: memoria relativa alla leggenda di san Floriano, s.d.; a c. 193v: memoria relativa alla benedizione di una campana, 1831 aprile 13; a c. 196: nota delle innovazioni apportate dal curato Giovanni Vedovelli nella chiesa e nella cura d'anime di Storo, s.d.; alle cc. 213-216r: memorie relative alla costruzione dell'altare della B.V. dell'Addolorata e di quello della B.V. del Rosario, alla formula per l'assoluzione dei confratelli del Sacro Scapolare di Agrone, alla celebrazione di messe e di altre funzioni e ad un decreto del 1690 relativo alle messe legatarie, s.d.; a c. 217v: memoria relativa al curato Giovanni Vedovelli, post 1745 novembre 29; alla fine (3): annotazione relativa al testamento di Francesco Franceschini detto il Malingambe, s.d. italiano, latino Registro, carta, mutilo, senza coperta, cc. 1-59, 193-217 (4) (bianche alcune cc.), con indice alle cc. 216v-217r Note (1) Gli altari erano sette ed erano quelli di S. Floriano, SS. Sacramento, SS. Rosario, S. Rocco, S. Giovanni Battista, S. Antonio abbate e S. Luciano. (2) Mancano le notizie relative alla mansioneria Cortella in quanto il registro è mutilo.

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(3) Cfr. a c. 42 del registro la memoria del curato Vedovelli, che dichiara che tale "carta volante ... è incolata nel fine di questo libro". (4) Le cc. 21-23, 32, 35 e 50 sono state strappate. Le cc. 53-216 sono staccate dal resto del registro. Mancano le cc. 194- 195, 200, 206-212, 214-215.

76 serie B 2 Registri delle mappe, sec. XIX primo quarto (217)

registri 1

B 1 1 (218) "Mappa generale degli stabili della venerabile chiesa di San Floriano di Storo" (tit. int.) sec. XIX primo quarto N. 29 mappe italiano Registro, carta, legatura in mezza pelle, cc. 15 n.n.

77 serie B 3 Registri di cassa, 1868 - 1899 (219)

registri 1

Contenuto La serie è formata da un registro sul quale è riportata la situazione di cassa della chiesa parrocchiale come luogo di culto (arredi sacri, cera, organista, messe, ecc.) e le entrate e le uscite relative all'amministrazione del suo patrimonio.

B 3.1 (220) "Registro cassa della chiesa di San Floriano nel Borgo di Storo" 1868 settembre 13 - 1899 settembre 8 pp. 1-82: registro delle riscossioni degli affitti, 1868 settembre 13-1899 settembre 8; pp. 83-94: registro di cassa della chiesa, 1871 gennaio 2-1882 dicembre 31; pp. 109-110, 120-126: "Conto della cera", 1870 dicembre 20-1890; p. 127: "Entrata dela limosina racolta dai confrateli le Sante Feste di Pasqua", 1871-1878; p. 128: annotazioni di entrate e di pagamenti, 1878-1881. italiano Registro, carta, legatura in mezza pelle, pp. 128 (bianche alcune pp.), con indice degli affitti all'inizio n.n.

78 serie B 4 Resoconti, 1853 - 1961 (221)

buste 3

Contenuto Con il decreto governativo del 3 agosto 1803 il Ministero per il culto del Regno d'Italia stabiliva delle regole per una migliore amministrazione economica dei beni in possesso degli istituti religiosi. Tutti gli "stabilimenti di religione e di beneficenza pubblica" erano tenuti a presentare annualmente alle municipalità il bilancio della loro attività, entro i tre mesi dell'anno successivo. In base alla circolare del governo del Tirolo e Vorarlberg del 13 ottobre 1821, ogni anno i sindaci della chiesa, nominati dal capo-comune e confermati dal pastore delle anime e dal giudice distrettuale, dovevano rendere conto dell'amministrazione del patrimonio della chiesa mediante un esatto conto. Sei settimane dopo il termine dell'anno militare, che cominciava il primo novembre e terminava il 31 ottobre, il sindaco della chiesa servendosi di appositi formulari doveva rendere i conti dell'amministrazione della chiesa, alla presenza del giudice, del pastore locale e di una deputazione comunale. Il conto formalmente rivisto e approvato doveva essere custodito nella cassa della chiesa o in un apposito armadio; in questa occasione era cura del pastore locale delle anime di fare un estratto di tale conto e trasmetterlo per conoscenza all'Ordinariato. Rimase sempre comunque al vescovo l'ispezione del patrimonio delle chiese della sua diocesi. La sorveglianza sull'amministrazione dei beni ecclesiastici, che prima del Concordato tra stato austriaco e chiesa del 1855 spettava quindi agli organi locali di governo, passava, in base all'art. 30 dell'accordo, all'autorità ecclesiastica. A Trento nel 1865 venne istituito a questo scopo l'Ufficio amministrativo diocesano. Le "Norme d'amministrazione ecclesiastica" pubblicate nel Bollettino delle Leggi dell'Impero del 25 gennaio 1866 regolamentarono la materia stabilendo, tra l'altro, la formazione dei resoconti secondo determinati formulari. Gli amministratori dovevano redigere annualmente i resoconti che, con il visto del curatore d'anime, dovevano essere inviati per l'approvazione all'Ordinariato con la relativa documentazione in ordine di entrata e di uscita. L'Ordinariato doveva vistare e rispedire una copia dei resoconti al curatore d'anime e inviarne un'altra all'autorità politica provinciale. Il Concordato tra stato italiano e chiesa del 1929 non apportò variazioni sostanziali a questo stato di cose.

B 4.1 b. 1 (222) Resoconti 1853; 1864 - 1920 Nn. 1-29 Per gli anni 1908-1920 anche documenti di corredo. Busta, carta, cc. 818 n.n.

B 4.2 b. 2 (223) Resoconti 1921 - 1934 Nn. 30-39 Resoconti e documenti di carredo.

79 italiano Busta, carta, cc. 745 n.n.

B 4.3 b. 3 (224) Resoconti 1935 - 1961 Nn. 40-61 Per gli anni 1947-1950, 1952-1954, 1957-1961 anche documenti di corredo. Per l'anno 1961 solo documenti di corredo. italiano Busta, carta, cc. 585 n.n.

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Ente Beneficio Scalabrini (225) 1689 settembre 2 - ante 1986

Luoghi Storo (TN)

Archivi prodotti Fondo Beneficio Scalabrini di Storo

Storia Francesco fu Pietro Scalabrini il 2 settembre 1689 fondò nella chiesa curata di Storo un beneficio ecclesiastico perpetuo a beneficio della propria anima e di quella dei parenti defunti. A tale scopo il fondatore assegnava beni stabili e censi tali da garantire il mantenimento di un sacerdote che aveva l'obbligo di celebrare ogni anno in perpetuo tre messe settimanali nella chiesa di San Floriano. Il beneficiato doveva provvedere a proprie spese le cere e i paramenti per le celebrazioni; aveva anche il compito di confessare tre volte l'anno: a Pasqua, Pentecoste e Natale. Il fondatore stabilì inoltre che alla sua morte il diritto di patronato sarebbe passato alla comunità di Storo, con la clausola che comunque sarebbe stato sempre da preferire un sacerdote discendente dalla famiglia Scalabrini o dalla famiglia del cognato Poletti. Francesco Scalabrini nel suo ultimo testamento datato 19 febbraio 1695 aumentò il patrimonio beneficiale e aggiunse l'onere di un'altra messa ogni quindici giorni in perpetuo. Le messe da celebrare passarono in seguito a quattro la settimana, grazie alle disposizioni testamentarie di Bona Poletti, moglie di Francesco Scalabrini. L'amministrazione del beneficio spettava inizialmente al beneficiato che ne doveva rendere conto annualmente al curato locale; dalla seconda metà del XIX secolo circa essa risulta affidata all'amministratore Luigi Zocchi, che la mantenne fino alla morte sopraggiunta nel 1888. La gestione del patrimonio venne poi affidata alla chiesa di Storo. Con decreto vescovile del 18 luglio 1909 l'amministrazione del beneficio fu unita con quelle del beneficio Giovanelli, dei legati Coghi, Bizer e Scarpari, ma fino al 1923 i resoconti del beneficio furono presentati separatamente. Dal 1924 al 1933 il rendiconto del beneficio Scalabrini fu presentato unitamente a quelli dei legati Bizer, Coghi, Scarpari, Canella e del beneficio Giovanelli, per poi essere ripresentato autonomamente dal 1934.

Contesto generale Diocesi di Trento Decanato di Condino

81 fondo C Beneficio Scalabrini di Storo, sec. XVIII terzo quarto - 1961 (226)

registri 2, buste 1, fascicoli 1

Soggetti produttori Beneficio Scalabrini, 1689 settembre 2 - ante 1986 (227)

82 serie C 1 Registri degli "instrumenta", sec. XVIII terzo quarto (228)

registri 1

C 1.1 (229) Registro degli "instrumenta" sec. XVIII terzo quarto (1) Copie di censi, dazioni in pagamento e altri atti redatti dal 1696 al 1776 a favore del beneficio Scalabrini. latino Registro, carta, acefalo e mutilo, senza coperta, pp. 23-92 Note (1) Don Domenico Malcotti, compilatore di gran parte del registro, fu beneficiato Scalabrini in un periodo compreso tra il 1756 e il 1776.

83 serie C 2 Registri di amministrazione, 1848 - 1888 (230)

registri 1

C 2.1 (231) "Entrata ed uscita del beneficio e mansioneria Scalabrini di Storo principiando dall'anno 1848" (tit. int.) 1848 - 1888 agosto 12 italiano Registro, carta, legatura in mezza pelle, cc. 44 n.n.

84 serie C 3 Resoconti, 1887 - 1961 (232)

buste 1

C 3.1 b. 1 (233) Resoconti 1887 (1)- 1923; 1934 - 1961 Nn. 1-35 Per gli anni 1908-1923 (2), 1943-1950, 1952-1960 anche documenti di corredo. Per l'anno 1961 solo documenti di corredo. italiano Busta, carta, cc. 357 n.n. Note (1) Al resoconto per gli anni 1887-1891 sono allegati la lettera di evasione ai conti per gli anni 1868-1870 e i conti presentati dall'amministratore per gli anni 1871-1886. (2) I documenti di corredo al resoconto per gli anni 1915-1920 sono costituiti dai conti annuali dei reggenti con le relative quietanze.

85 serie C 4 Carteggio e atti, 1767 (copia); 1825 - 1943 (234)

fascicoli 1

C 4.1 b. 1 (235) Carteggio e atti 1767 (copia); 1825 - 1943 Censo (1767 copia), fassione (1825), inventario dei beni mobili e immobili spettanti al beneficio (1829), polizza di assicurazione della casa beneficiale (1931), atti relativi al risarcimento assicurativo per i danni subiti a causa di un incendio alla casa beneficiale (1939), atti di consegna (1943). latino, italiano Fascicolo, carta, cc. 38

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Ente Mansioneria Cortella (236) 1713 marzo 16 - 1943

Luoghi Storo (TN)

Archivi prodotti Fondo Mansioneria Cortella di Storo

Storia Giovanni Maria fu Vigilio Poli detto Cortella da Storo, con suo testamento fatto a Venezia il 16 marzo 1713 e registrato negli atti del notaio veneziano Andrea Massaleo (1), ordinò la fondazione di una "mansioneria" (2) nella chiesa di San Floriano di Storo con l'onere di quattro messe settimanali in perpetuo. A questo scopo lasciò un capitale le cui rendite sarebbero state sufficienti alle celebrazioni, che per volontà del testatore sarebbero state officiate da un religioso della famiglia; egli dispose inoltre che in mancanza di un sacerdote della famiglia, sarebbe stata la comunità di Storo ad eleggere il mansionario. Giovanni Maria Poli morì a Venezia. L'istituzione canonica della mansioneria fu fatta davanti all'Ufficio spirituale di Trento il 30 agosto 1714. Nel 1841 vi fu una revisione patrimoniale che riscontrò una notevole riduzione del capitale; si dovette allora stabilire che le messe annuali sarebbero state quelle risultanti dalla rispettiva rendita. Un decreto capitanale di quell'anno, approvato dall'Ordinariato, ordinò l'estensione di un nuovo documento di fondazione; furono chiamati i discendenti del testatore, che nel frattempo si chiamavano col solo nome di Cortella, e il 2 ottobre si venne alla formale stesura del documento di erezione della "Mansioneria Cortella di Storo". Il diritto di patronato attivo (3) era riservato alla comunità di Storo, mentre alla famiglia Cortella, discendente del fondatore, spettava il diritto di presentare un sacerdote della famiglia qualora vi fosse stato. Il 16 marzo 1853 il Capitanato di Tione nominò Francesco Cortella amministratore della mansioneria, amministrazione che mantenne fino a tutto il 1880. In questo periodo furono spesso trascurati gli adempimenti degli oneri, come anche la presentazione delle rese di conto; il patrimonio del beneficio, che l'amministratore Cortella utilizzava per assistere all'educazione dei propri figli, si ridusse ulteriormente. Nel 1881 l'amministrazione passò al curato Giovanni Zadra (4), che tentò di recuperare dal vecchio amministratore l'importo di cui andava debitore; Francesco Cortella non possedeva però più nulla e morì in miseria nel 1885. Don Zadra mantenne l'amministrazione della mansioneria fino al 1890 per poi consegnarla alla fabbriceria della chiesa e questa al curato Luigi Ghezzi. I resoconti della mansioneria furono presentati fino al 1943 compreso. Il patrimonio dell'ente venne poi consegnato alla Curia, secondo le disposizioni dell'Ordinariato.

Contesto generale Diocesi di Trento Decanato di Condino

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Note (1) Copia del testamento si trova in: Ufficio parrocchiale di San Floriano, Carteggio e atti ordinati, b. 4, cc. 6-10. (2) Antico nome di cappellania. (3) Diritto di elezione. (4) L'Ordinariato aveva ufficiosamente nominato quale amministratore Luigi Zocchi, che morì nel 1888.

88 fondo D Mansioneria Cortella di Storo, 1881 - 1943 (237)

buste 1

Soggetti produttori Mansioneria Cortella, 1713 marzo 16 - 1943 (238)

89 serie D 1 Resoconti, 1881 - 1943 (239)

buste 1

D 1.1 b. 1 (240) Resoconti 1881 - 1943 Nn. 1-33 Per gli anni 1908-1910, 1912-1922 (1), 1925-1936 anche documenti di corredo. italiano Busta, carta, cc. 200 n.n. Note (1) I documenti di corredo al resoconto per gli anni 1915-1920 sono costituiti dai conti annuali dei reggenti e dalle relative quietanze.

90

Ente Beneficio Giovanelli (241) 1716 novembre 1 - ante 1986

Luoghi Storo (TN)

Archivi prodotti Fondo Beneficio Giovanelli di Storo

Storia Con atto del primo novembre 1716 veniva fondato il beneficio predisposto da Francesco fu Pietro Giovanelli di Storo (1). Si trattava di un beneficio ecclesiastico semplice, che prevedeva la celebrazione in perpetuo di due messe settimanali nella chiesa di San Floriano in suffragio dell'anima del testatore e di quella dei suoi defunti. Per volontà del fondatore il beneficio era riservato a quei discendenti della famiglia che avessero intrapreso la carriera ecclesiastica. Nelle intenzioni di Francesco Giovanelli il beneficiato doveva inoltre, la domenica, insegnare la dottrina cristiana. Il diritto di patronato spettava quindi alla discendenza per linea maschile della famiglia Giovanelli, ma nel caso di estinzione della stessa, tale diritto sarebbe passato alla comunità di Storo. Nel 1730 al beneficio Giovanelli fu aggregato anche il legato missario disposto da Vincenzo Zanetti di Darzo nel 1677. Il beneficio fu amministrato dalla fabbriceria della chiesa di Storo. Con decreto vescovile del 18 luglio 1909 l'amministrazione del beneficio fu unita con quelle del beneficio Scalabrini e dei legati Bizer, Coghi e Scarpari, ma fino al 1923 i resoconti del beneficio furono presentati separatamente. Dal 1924 al 1933 il rendiconto del beneficio Giovanelli fu presentato unitamente a quelli dei legati Bizer, Coghi, Scarpari, Canella e del beneficio Scalabrini, per poi essere ripresentato autonomamente dal 1934.

Contesto generale Diocesi di Trento Decanato di Condino

Note (1) Copia dell'atto si trova in: Ufficio parrocchiale di San Floriano, Carteggio e atti ordinati, b. 34 cc. 18-25.

91 fondo E Beneficio Giovanelli di Storo, 1841 - 1961 (242)

registri 1, buste 1

Soggetti produttori Beneficio Giovanelli, 1716 novembre 1 - ante 1986 (243)

92 serie E 1 Registri di cassa, 1841 - 1856 (244)

registri 1

E 1.1 (245) "Libro per l'incasso e speso del benefizio Giovanelli" 1841 gennaio 28 - 1856 - Registro delle riscossioni degli affitti, 1841 ottobre 31-1860 gennaio 1; - registro delle entrate e delle uscite, 1841 gennaio 28-1856. italiano Registro, carta, legatura in mezza pelle, cc. 16 n.n.

93 serie E 2 Resoconti, 1854 - 1961 (246)

buste 1

E 2.1 b. 1 (247) Resoconti 1854 - 1923; 1934 - 1961 Nn. 1-41 Per gli anni 1908-1923 (1), 1947-1950, 1952-1960 anche documenti di corredo. Per l'anno 1961 solo documenti di corredo. italiano Busta, carta, cc. 280 n.n. Note (1) I documenti di corredo al resoconto per gli anni 1915-1920 sono costituiti dai conti annuali dei reggenti e dalle relative quietanze.

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Ente Legati pii (248) [1871] - 1986

Luoghi Storo (TN)

Archivi prodotti Fondo Legati pii di Storo

Storia L'amministrazione dei cosiddetti "Legati pii" (Bizer, Coghi, Canella e Scarpari) passò variamente nel corso degli anni sotto la responsabilità dei rappresentanti della chiesa e di quelli del comune, recando immancabilmente lacune nella gestione del patrimonio dei legati. Nel 1871, per ordine della Giunta Provinciale in accordo con quanto già stabilito dalla Curia di Trento, il comune di Storo venne incaricato della loro amministrazione per la durata di un decennio a cominciare col 1871; dal 1881 circa essa passò alla fabbriceria della chiesa. Con decreto vescovile del 18 luglio 1909 l'amministrazione dei legati fu unita con quelle del beneficio Giovanelli, del beneficio Scalabrini, anche se solo dal 1934 l'Ordinariato decretò l'unione patrimoniale dei cosiddetti "Legati pii" per il motivo che essi avevano identico scopo (1). In applicazione della legge n. 222 del 20 maggio 1985 e in seguito ai DD.MM. del 21 marzo 1986 e 30 dicembre 1986, l'ente "Legati pii di Storo" è stato soppresso e i suoi beni (con tutte le relative pertinenze, accessioni, comproprietà, diritti, servitù e ipoteche) sono stati assegnati all'ente Parrocchia di San Floriano con sede in Storo.

LEGATO COGHI Martino fu Giovanni Coghi di Storo, con testamento datato 23 febbraio 1668 (2), istituì un legato di due messe alla settimana nella chiesa di Storo. Dispose inoltre, alla morte della moglie Domenica, l'aumento del lascito per istituire un beneficio destinato ad un sacerdote per assistere al coro della chiesa nei giorni festivi. Quest'ultima disposizione fu annullata dal codicillo seguito il 29 febbraio (3). Il testatore riservò il diritto di patronato ai propri discendenti e venendo questi a mancare, alla comunità di Storo. L'atto di fondazione del legato fu redatto il 28 febbraio 1860 (4); alla sua stesura risultano presenti il decano di Condino, il curato di Storo e un consigliere comunale quali rappresentanti del legato e due membri della Congregazione di carità quali patroni del legato stesso. Ne assunse l'amministrazione il beneficiato don Giovanni Scarpari, che si obbligava di celebrare o far celebrare le messe e prometteva di prestarsi ad ascoltare le confessioni in tutte le domeniche e feste dell'anno. Egli doveva rendere conto della propria gestione ogni anno alla Congregazione di carità di Storo, che accettava il diritto di patronato della fondazione. Il curato di Storo poteva disporre della messa festiva.

LEGATO BIZER Nell'atto di fondazione steso il 28 febbraio 1860 risultano presenti il decano, il curato, un consigliere comunale e don Giovanni Scarpari, amministratore e beneficiato del pio legato. In esso si dichiara che "da tempo immemorabile esiste 95 in Storo un Pio legato di messe iuxta proventum fondato dal fu Giovanni Bizer di Storo" (5). Il testamento non è mai stato trovato, ma il legato esisteva già dal 1840 come affermava lo Scarpari che già dal maggio di quell'anno diceva di beneficiarne. Si dovevano celebrare tante messe quante ne permettevano i ricavi dal patrimonio investito. L'amministratore doveva presentare al curato locale ogni anno il resoconto della propria gestione, che a sua volta veniva sottoposto alla revisione dell'arciprete.

LEGATO SCARPARI Don Giovanni Scarpari di Storo il 14 gennaio 1745 istituì nella chiesa curata di San Floriano un legato missario; il 19 dicembre 1757 dispose un ulteriore lascito con l'obbligo per il sacerdote beneficiato di celebrare le messe prescritte e "insegnare fino la gramatica et anco qualche cosa di più se occorresse ad uno o due giovani del ceppo o discendenza Scarpari" (6). Per disposizioni superiori lo studio privato fu proibito e non fu più possibile adempiere a quell'obbligo. Il 17 novembre 1841 fu esteso, per regolarizzare il legato, il formale documento di fondazione (7): erano presenti l'arciprete, il curato di Storo, il beneficiato don Salvatore Scarpari, il capo comune e il signor Domenico Scarpari quali rappresentanti del legato stesso. Nel documento si stabilì di far celebrare tante messe quante lo permettevano le rendite annuali e si impose al beneficiato l'insegnamento della grammatica ad un giovane della famiglia Scarpari. Venne anche stabilito che qualora non vi fosse stato un sacerdote beneficiato, la cifra stabilita per l'istruzione grammaticale sarebbe comunque stata corrisposta allo studente discendente dalla famiglia Scarpari. Il beneficiato o i suoi amministratori erano tenuti a render conto annualmente della gestione del legato al curato locale che a sua volta doveva sottoporre la revisione del conto all'arciprete.

LEGATO CANELLA Legato missario lasciato da Andrea Canella "non esiste né il di lui testamento né l'istrumento di fondazione" (8).

Contesto generale Diocesi di Trento Decanato di Condino

Note (1) Cfr. Legati pii, Resoconti, b. 1, resoconto 1934/37. (2) Il testamento, redatto su pergamena, si trova in: Pergamene dell’archivio parrocchiale di Storo, n. 53. (3) Il codicillo, redatto su pergamena, si trova in: Pergamene dell’archivio parrocchiale di Storo, n. 54. (4) L'atto si trova in: Ufficio parrocchiale di San Floriano, Carteggio e atti ordinati, b. 4, cc. 134-146. (5) L'atto si trova in: Ufficio parrocchiale di San Floriano, Carteggio e atti ordinati, b. 4, cc. 165-169. (6) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Floriano, Carteggio e atti ordinati, b. 4, c. 58. (7) Copia del documento si trova in: Ufficio parrocchiale di San Floriano, Carteggio e atti ordinati, b. 4, cc. 58-59. (8) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Floriano, Carteggio e atti ordinati, b. 4, cc. 219-220.

96 fondo F Legati pii di Storo, 1872 - 1961 (249)

buste 1

Soggetti produttori Legati pii, [1871] - 1986 (250)

97 serie F 1 Resoconti, 1872 - 1961 (251)

buste 1

F 1.1 b. 1 (252) Resoconti 1872 - 1961 Nn. 1-48 Contiene anche il resoconto per gli anni 1851-1859, redatto dall'amministratore dei legati e non approvato dall'Ordinariato vescovile di Trento. Per gli anni 1908-1910, 1912-1933 (1), 1947-1950, 1952-1960 anche documenti di corredo. Per l'anno 1961 solo documenti di corredo. Busta, carta, cc. 561 n.n. Note (1) I documenti di corredo al resoconto per gli anni 1915-1920 sono costituiti dai conti annuali dei reggenti e dalle relative quietanze.

98

Ente Fondo Sante Anime (253) sec. XVII - ante 1986

Luoghi Storo (TN)

Altre Forme autorizzate del nome Fondo Sante Anime del Purgatorio (secc. XVII - XIX)

Archivi prodotti Fondo Fondo Sante Anime di Storo

Storia Il fondo per le Sante Anime del Purgatorio fu costituito grazie a disposizioni, lasciti e legati diversi già a partire dal XVII secolo. Di alcuni di essi se ne ha notizia da annotazioni, da memorie e dalle copie degli atti trascritti all'inizio del registro delle rese di conto (1), come per esempio: il testamento del 25 luglio 1699 di Giovanni Battista Polli di Storo con il quale dispose per i suoi eredi l'obbligo "di mettere in perpetuo ogn'anno una quarta di formento nel sacho della questua solita farsi per le anime del Purgatorio nel solito giorno di questa"; il testamento del 6 agosto 1710 di Bernardo fu Antonio Zontini di Storo che "lassiò alli massari delle Sante Anime del Purgatorio una sua pezza di terra prativa con fenile". Il Fondo continuò ad incrementarsi nel corso dei secoli (legato Francesco Cortella del 1772, legato Bortolo Parolari del 1840, ecc.) e l'ultima disposizione di cui si ha notizia in archivio risale al 1909 con il legato fondato da Salvatore fu Lorenzo Moneghini di Storo (2). Dalla documentazione presente in archivio si può rilevare che la gestione delle elemosine era tenuta da massari o fabbricieri. L'amministrazione del Fondo è sempre rappresentata dal curato locale, ma almeno fino alla prima metà del XIX secolo, anche da un membro della Congregazione di Carità di Storo e da un rappresentante comunale.

Contesto generale Diocesi di Trento Decanato di Condino

Note (1) Cfr. Fondo Sante Anime, Registri delle rese di conto dei massari, reg. 1. (2) L'atto di fondazione del legato, datato 22 giugno 1914, si trova in: Ufficio parrocchiale di San Floriano, Carteggio e atti ordinati, b. 4, cc. 46-48.

99 fondo G Fondo Sante Anime di Storo, 1807 - 1938 (254)

registri 3

Soggetti produttori Fondo Sante Anime, sec. XVII - ante 1986 (255)

100 serie G 1 Registri delle rese di conto dei massari, 1807 - 1912 (256)

registri 2

Contenuto La serie è formata da due registri sui quali i massari del fondo Sante Anime annotavano le entrate e le uscite e le rese di conto annuali.

G 1.1 (257) "Libro dell'amministrazione per l'elemosine delle Sante Anime del Purgatorio con la nota de legati pii, de quali ne tengono l'impiego ed incombenza li solitti annui massari delle Anime Purganti in Storro incominciato il primo del mese di settembre l'anno di nostra salute 1807" (1) (tit. int.) 1807 agosto 30 - 1886 febbraio 26 All'inizio: copie di atti dal 1722 al 1772 relativi a legati, lasciti e affitti, [1807]. italiano Registro, carta, legatura in carta, cc. 150 n.n. Note (1) Segue: "Avertendo che il libro antecedente a questo fu posto in canonicha da me Vigilio Cortella de Poli presentaneo massaro assieme con Lorenzo Tulla".

G 1.2 (258) "Libro di amministrazione dei legati pii ed elemosine spettanti alle Sante Anime del Purgatorio nel borgo di Storo incominciato il 1° gennaio anno 1886" (tit. int.) 1886 maggio 30 - 1912 febbraio 24 All'inizio: copie di atti dal 1807 al 1886 relativi a legati, lasciti e affitti, [1886]. italiano Registro, carta, legatura in mezza pelle, cc. 45 n.n.

101 serie G 2 Registri di cassa, 1901 - 1938 (259)

registri 1

G 2.1 (260) "Registro cassa Sante Anime" 1901 ottobre 31 - 1938 agosto 2 A p. 1: "Nota delle tasse raccolte ... per le officiature ...", 1902 novembre; alle pp. 99-102: "Ristauri cimitero", verbali delle riunioni del Comitato restauri, 1920 febbraio 1-1921 aprile 17; alle pp. 103-106: registro cassa del cimitero, 1922 febbraio 15-1934 febbraio 1; a p. 115: "Legato Moneghini Salvatore", registro cassa, 1914 giugno 30-1914 dicembre 31; alle pp. 130-133: "Legati Sante Anime", registro cassa, 1914 ottobre 5-1921 aprile 1; alle pp. 146-159: rendiconto delle spese per i lavori di restauro del cimitero, 1909 maggio 2-1921 dicembre 12. italiano Registro, carta, legatura in mezza tela, pp. 159 (bianche alcune pp., mancano alcune pp.)

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Ente Confraternita del Santissimo Sacramento (261) ante 1531 - [1973]

Luoghi Storo (TN)

Archivi prodotti Fondo Confraternita del Santissimo Sacramento di Storo

Storia Nell'archivio parrocchiale di Storo è presente documentazione attestante l'esistenza della confraternita del Santissimo Sacramento, o "scola Corporis Christi", già dal 1531 (1). L'atto si riferisce ad un testamento con il quale tale Francesco fu Domenico de Paoli da Storo dispone parte del suo denaro per le tre confraternite erette nella chiesa di San Floriano, fra le quali appunto quella del Corpo di Cristo (2). In un altro testamento del 1534 le disposizioni sono per gli altari delle rispettive confraternite (3). In occasione della visita pastorale del 1579 fu osservato "che havendosi ritrovato tal confraternita eretta senza licenza né autorità alcuna della scola apostolica et senza indulgenza alcuna, ed essendo necessario per la erettione di quella le bolle et licenze di Roma con le indulgentie, che provedino quanto prima di procurarsele et haverle altrimente sarebbe di niun valore" (4). Nell'archivio parrocchiale sono conservate due bolle papali trasmesse alla confraternita del Santissimo Sacramento di Storo nel 1582 con le quali si estende alla confraternita eretta nella chiesa di San Floriano regolamenti e indulgenze concesse alla confraternita romana (5). Nel 1604 un'altra disposizione testamentaria stabilisce il versamento annuale di una quota a favore della confraternita, quota che la comunità di Storo aveva l'obbligo di versare (6); nel 1672 papa Clemente X concesse un'indulgenza ai confratelli del Santissimo di Storo (7). Grazie a questa documentazione si può quindi sostenere che la confraternita del Santissimo Sacramento era presente a Storo già prima del 1531 e che comunque da allora continuò ad essere attiva. Non si sa come fosse governata o quali diritti e doveri avessero i confratelli; da una nota che troviamo su un urbario della chiesa, veniamo a sapere che grazie al curato Bartolomeo Vedovelli (1680-1683) fu introdotto l'uso di indossare la cappa rossa: "confratres SS.mi Sacramenti, qui nullum anteo gestabant abitum, ut rubrum ferent introduxit" (8). Il decreto di erezione presente nell'archivio risale al 9 dicembre 1695 (9) e si tratta probabilmente del primo decreto, poiché ancora nel 1694 la confraternita non ne possedeva uno e come viene dichiarato negli atti visitali del 1694, essa aveva inoltrato la richiesta di aggregazione all'arciconfraternita romana (10). Con l'erezione vennero approvati anche i capitoli che regolamentavano la confraternita: i confratelli dovevano eleggere ogni anno due massari che erano tenuti a rendere conto della loro amministrazione al curato locale; ogni confratello aveva l'obbligo di contribuire annualmente alle spese per l'illuminazione del Santissimo, per la manutenzione delle cere e a quanto altro richiesto per il sostentamento della confraternita. Una nuova erezione con relativa approvazione dei capitoli si ebbe nel 1847 (11), ma nell'atto si fa menzione ad una precedente erezione del 1717. Furono fissate in 35 punti tutte le modalità di governo della confraternita, che come capo o priore riconosceva il curato pro tempore; ogni anno, l'8 settembre, si teneva l'assemblea generale dei confratelli "che 103 coll'antico nome si chiamerà Capitolo", durante il quale si approvava la resa di conto, si nominavano le cariche e si decideva su tutto quello che fosse utile per la confraternita; tra le cariche erano previsti quattro "scossori", uno per ogni contrada, che avevano il compito di riscuotere dai confratelli le quote annuali. Lo scopo della confraternita era esclusivamente religioso: il culto del Santissimo Sacramento in chiesa e nelle processioni. Nel 1727, in occasione della visita pastorale, si ordina alla confraternita di provvedere per un gonfalone del tipo in uso alle altre compagnie (12). Nel 1928 gli iscritti erano circa 700 per scendere a 500 nel 1941. In occasione della visita pastorale del 1951 il parroco scriveva sul questionario che "vi è in parrocchia la confraternita del SS. che onora il Santissimo col prendere parte in corpore ed in divisa alle processioni (...). I confratelli scaglionati a gruppi fanno l'adorazione nella notte dal giovedì al venerdì Santo, onorano le altre processioni ed accompagnano i loro confratelli al cimitero. Sono in numero di 150. Vi è anche la confraternita del SS. femminile (...). Il numero è di 600 circa" (13). Dalla documentazione presente in archivio risulta che la confraternita del Santissimo Sacramento di Storo rimase attiva sicuramente fino al 1973.

Funzioni, occupazioni e attività Le confraternite sono pie congregazioni di persone laiche associate per attendere ad esercizi di culto e anche di beneficenza. Esse possono essere canonicamente erette dalla competente autorità ecclesiastica, oppure mancare di tale approvazione e in questo caso sono enti di natura laicale. Norme generali circa l'erezione delle confraternite, da osservarsi esattamente pena la nullità delle stesse, furono stabilite da papa Clemente VIII (Bolla "Quaecumque a Sede Apostolica" del 7 dicembre 1604). Fin dal Concilio di Trento la Chiesa sentì la necessità di esercitare su di esse un'azione di controllo, ponendole sotto la vigilanza dei vescovi ed introducendovi il clero. In conseguenza di ciò il curatore d'anime ricoprì presto al loro interno una posizione preminente - generalmente ne era il presidente - ed era chiamato a garantirne il retto funzionamento. Un interesse particolare dell'autorità ecclesiastica era dedicato all'amministrazione dei redditi dei vari sodalizi. Ad essa provvedeva un massaro, che ogni anno doveva rendere conto del suo operato. Per le associazioni trentine, in particolare, lo scopo principale era quello di assicurare la celebrazione di messe in suffragio dell'anima dei confratelli e delle consorelle defunti. Durante il periodo napoleonico le confraternite religiose furono soppresse, ad eccezione di quelle del Santissimo Sacramento, seguendo provvedimenti analoghi a quelli presi da Giuseppe II e dal governo bavarese durante la loro dominazione nel Trentino. Infatti il decreto del 25 aprile 1806 art. I stabiliva: "Sono proibite in tutto il Regno le confraternite, le congregazioni, le compagnie ed in genere tutte le società religiose laicali eccettuate le confraternite sotto la denominazione del Santissimo, delle quali potrà esistere una sola presso ciascuna parrocchia sotto la direzione e dipendenza dell'Ordinariato e del parroco rispettivo per l'esercizio delle sacre funzioni" e l'art. IV prevedeva che i beni e le rendite delle confraternite del Santissimo fossero amministrati dai fabbriceri delle chiese parrocchiali e sussidiarie.

Contesto generale Diocesi di Trento Decanato di Condino

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Note (1) Cfr. Pergamene dell’archivio parrocchiale di Storo, n. 12. Nel XVI secolo la confraternita era nominata come confraternita o scuola del Corpo di Cristo. (2) Le altre confraternite erano quelle della Vergine Maria e di San Giovanni Battista. (3) Cfr. Pergamene dell’archivio parrocchiale di Storo, n. 14. (4) Cfr. Archivio diocesano tridentino, Atti visitali, 5, c. 181. (5) Cfr. Pergamene dell’archivio parrocchiale di Storo, nn. 21, 22. Copia dell'atto si trova anche in Confraternita del Santissimo Sacramento, Carteggio e atti, fasc. 1, cc. 1-4. (6) Cfr. Pergamene dell’archivio parrocchiale di Storo, n. 24. (7) Cfr. Pergamene dell’archivio parrocchiale di Storo, n. 64. (8) Cfr. Chiesa di San Floriano, Urbari, reg. 1, c. 196. (9) Cfr. Confraternita del Santissimo Sacramento, Carteggio e atti, fasc. 1, c. 5. (10) Cfr. Archivio diocesano tridentino, Atti visitali, 20, c. 45. (11) Cfr. Confraternita del Santissimo Sacramento, Carteggio e atti, fasc. 1, cc. 6-13. (12) Cfr. Archivio diocesano tridentino, Atti visitali, 38, c. 200. (13) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Floriano, Carteggio e atti ordinati, fasc. 2.3, c. 67.

105 fondo H Confraternita del Santissimo Sacramento di Storo, 1582 (copia) - 1973 (262)

registri 4, fascicoli 1

Soggetti produttori Confraternita del Santissimo Sacramento, ante 1531 - [1973] (263)

106 serie H 1 Registri degli iscritti, [1901] - 1934 (264)

registri 2

Contenuto Elenchi di consorelle e confratelli per gli anni 1894-1901 si trovano in Confraternita del SS. Sacramento, Registri delle rese di conto, reg. 2.

H 1.1 (265) "Elenco delle consorelle" [1901] - 1930 dicembre 31 A p. 1: prospetto relativo alle tasse di iscrizione, s.d. italiano Registro a rubrica, carta, legatura in mezza tela, pp. 261 (bianche molte pp., mancano le pp. 3-8)

H 1.2 (266) "Elenco dei confratelli" [1913] - 1934 A c. sd 1: prospetto relativo alle tasse di iscrizione, s.d. italiano Registro a rubrica, carta, legatura in mezza tela, cc. sd 12, pp. 217

107 serie H 2 Registri delle rese di conto, 1858 - 1901 (267)

registri 2

Contenuto La serie è formata da due registri, ma ne esisteva sicuramente un altro più antico poiché all'inizio delle registrazioni del primo registro si trova l'annotazione "Trasportato dal libro vecchio". Ogni anno i massari della confraternita presentavano al curato locale il rendiconto della loro amministrazione cui faceva seguito il "capitolo", l'assemblea generale, che approvava il conto, eleggeva le cariche, destinava gli avanzi di cassa, stabiliva l'ammontare delle tasse per le iscrizioni, le messe, ecc.

H 2.1 (268) "Libro dei rendiconti confraternita del Santissimo Sacramento dall'anno 1860" 1858 settembre 8 - 1894 ottobre 21 italiano Registro, carta, legatura in carta, cc. 79 n.n.

H 2.2 (269) "Confratelli e consorelle di Storo. Catalogo e rendiconti" 1894 [ottobre 21] - 1901 marzo 31 - "Confratelli del Santissimo Sacramento", elenco alfabetico a rubrica degli iscritti, s.d.; - "Consorelle del Santissimo Sacramento", elenco alfabetico a rubrica delle iscritte, 1857-1900; - "Annuali rendiconti dei confratelli", 1895 [ottobre 21]-1900 settembre 8; - "Annuali rendiconti delle consorelle", 1894 [ottobre 21]-1901 marzo 31; All'interno del piatto anteriore: "Per vestire i confratelli e consorelle", preghiera e modalità per la vestizione, s.d.; all'interno del piatto posteriore: "Regole" per le consorelle, [1889]. italiano Registro, carta, legatura in mezza tela, cc. 37 n.n.

108 serie H 3 Carteggio e atti, 1582 (copia) - 1973 (270)

fascicoli 1

H 3.1 b. 1 (271) "Confraternita del Santissimo Sacramento" 1582 (copia) - 1973 Bolla di papa Gregorio XIII relativa alle indulgenze concesse ai confratelli del Santissimo Sacramento (1582 copia parziale), decreti di erezione con approvazione dei capitoli (1695; 1847), relazione relativa alle rendite della confraternita (1909), relazione sulla confraternita ([1929]), elenchi di iscritti (1941-1973), estratto del regolamento (s.d.). latino, italiano Fascicolo, carta, cc. 56

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Ente Confraternita della Beata Vergine Maria (272) sec. XVII - [1820]

Luoghi Venezia

Archivi prodotti Fondo Confraternita della Beata Vergine Maria di Storo

Storia Tra il XVII e il XVIII secolo era presente a Venezia una colonia di Storesi, che si erano stabiliti nella città lagunare in cerca di fortuna. Si erano affermati come abili artigiani, apprezzati soprattutto nell'arte della fusione delle campane. Avevano raggiunto un certo benessere economico ed essendo molto uniti e legati al paese di origine si erano associati in una confraternita devota alla Beata Vergine Maria, probabilmente in ricordo dell'antica e omonima confraternita eretta già nel XVI secolo nella chiesa di San Floriano di Storo (1). La confraternita veneziana faceva riferimento al capitello che gli stessi Storesi avevano fatto erigere a Venezia "nel muro apreso la Cale Galeaza in Contra di San Bortolomio" (2); essa aveva un proprio bilancio, era gestita da massari e cassieri e teneva formali assemblee. Tra gli altri scopi aveva quello di acquistare, con le offerte dei confratelli, arredi d'argento da regalare alla chiesa di Storo. I soci della confraternita lasciavano infatti parte dei propri guadagni per questa causa: le offerte venivano depositate in una cassetta portata in giro, a turno, da incaricati eletti dall'assemblea "e quelo che non voleva portarla sborsava di sua scarsela troni sie, soldi quatro" (3). Per tutto il tempo in cui operò la confraternita vi fu un incessante approvvigionamento di argenteria: fu acquistato un vero e proprio tesoro formato da lampade, croci, vasi, candelieri, reliquiari, campanelle, che furono donati alla chiesa di San Floriano e che ancora oggi fanno bella mostra in chiesa nelle occasioni importanti (4); sugli oggetti, a testimonianza di tanta devozione, si trovano spesso iscrizioni relative alla donazione da parte di questi "fratelli devoti di Venetia" (5). L'attività della confraternita veneziana è documentata fino al 1820, come si evince da un elenco dei cassieri (6).

Fonti archivistiche e bibliografia Bibliografia CODROICO R., POLETTI G., Le chiese del comune di Storo, Cooperativa Il Chiese in collaborazione col (273) Comune di Storo(IS), Storo, 1995

Note (1) Nell'archivio parrocchiale di Storo sono presenti atti risalenti al XVI secolo che testimoniano la presenza e l'attività di questa confraternita nella chiesa di Storo. Cfr. Pergamene dell’archivio parrocchiale di Storo, nn. 7 (1515), 9 (1524), 12 (1531), 13 (1534), 17 (1562). (2) Cfr. Confraternita della Beata Vergine Maria, Registri di amministrazione, reg. 1, c. 114. (3) Cfr. Confraternita della Beata Vergine Maria, Registri di amministrazione, reg. 1, c. 113: segue un elenco dell'argenteria. 110

(4) Il "tesoro" è attualmente custodito in una camera di sicurezza ricavata sul fianco dell'abside comunicante con la sacrestia. (5) Belle immagini fotografiche degli argenti della chiesa di San Floriano si possono vedere in CODROICO R., POLETTI G., op. cit. (6) Cfr. Confraternita della Beata Vergine Maria, Registri di amministrazione, reg. 1, c. 172.

111 fondo I Confraternita della Beata Vergine Maria di Storo, 1643 - 1786 (274)

registri 1

Soggetti produttori Confraternita della Beata Vergine Maria, sec. XVII - [1820] (275)

112 serie I 1 Registri di amministrazione, 1643 - 1786 (276)

registri 1

Contenuto La serie è formata da un registro sul quale gli Storesi emigrati a Venezia e associati nella confraternita della Beata Vergine Maria registrarono le contribuzioni e le offerte destinate alla chiesa di San Floriano.

Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda BIANCHINI F. (trascrizioni di), Buoni confratelli in Venezia: Archivio parrocchiale di Storo: Memorie deli (277) buoni confrateli che si ritrovava in Venezia ... per conprar la argenteria che si trova nela chiesa di Storo ..., Centro studi Judicaria, (TN), 2004

I 1.1 (278) "Ano salute 1643 in Venezia. Memorie deli buoni confrateli che si ritrovava in Venezia, con le bone regole che teniva per conprar la argenteria che si trova nela chiesa di Storo dedicata a San Florian di Storo. A terminato l'ano 1786 e si formo un altro libro [novo]. Ora sono il custod Battista Poleti 1819; distruto anco il capitelo che era sopra la cale Galeaza a San Bartolomio in Venezia" 1643 maggio 17 - 1786 maggio 30 (con annotazioni fino al 1820) cc. 2v-7: "Parte", verbali delle riunioni dell'assemblea relative alle decisioni per sostenere le spese per l'acquisto di argenteria per la chiesa di San Floriano, 1643 maggio 17-1785 dicembre 28; cc. 8-33: "Capitoli", verbali delle riunioni generali (1), 1674 maggio 13-1786 maggio 28; cc. 35-89: "Casse e [...] de masseri", registro di cassa, 1674 luglio 8-1786 luglio 30; cc. 90-103: "Debiti et crediti [...]", debiti e crediti spettanti alla confraternita con elenchi di soci impegnati nell'acquisto di argenteria, 1675 giugno 9-1772 giugno 12; cc. 104-111: "Receveri", ricevute di pagamento, 1675 giugno 9-1786 maggio 28; c. 113: "Nota dela argenteria che si trova nela chiesa di S. Florian in Storro, fatta far dali patrioti di Storo che abitava in Venezia", 1675 giugno 9-1780; cc. 114-115: "Aventario", inventario dell'argenteria, 1786; cc. 120-151: registro a rubrica alfabetica dei confratelli iscritti, [1674 maggio 11]-1786 maggio 28; cc. 152-156: "Donne", registro alfabetico delle iscritte, [1674 maggio 11]-1785; cc. 163-165: "Copia dela argenteria ...", resoconto degli acquisti, 1675 giugno 9-1780 aprile 22; cc. 171-172: "Nota deli casieri dela casella deli frateli dela Madona" (2), 1743-1786; cc. 174-175: "Nota deli frateli et maseri che portano la casela dela Madona in Campo S. Bartolomio" (3), elenco degli incaricati alla raccolta delle offerte, 1742-1784. italiano Registro a rubrica, carta, legatura in pergamena, cc. 175 (bianche molte cc.) Note (1) "Fu fatto capitolo generale ...".

113

(2) Segue, dopo l'ultimo nome: "Per convenienze sucese a Venezia è stato spedito a Storo e il presente libro e il denaro e da medemo denar sa fatto far a Brera il Paradisetto ... e statto poi fatto un novo libro che sina l'ano 1820 regeva nele mani di Batta Poletti ora in Venezia e distruto anco il capitelo dali boni sacerdotti che si ritrovava". (3) Gli incaricati, a turno, facevano il giro dei soci portando una cassetta nella quale venivano depositate le offerte. Chi rifiutava di portare "la casela" veniva multato.

114 fondo J Pergamene dell'archivio parrocchiale di Storo, 1356 - 1725 (279)

pergamene 62

Contenuto Il fondo raccoglie 62 pergamene conservate nell'archivio della parrocchia di Storo. Al momento del presente riordino la maggior parte dei pezzi si trovava contenuta in due teche; nel corso del lavoro si sono rinvenute, frammiste alla documentazione dell'archivio, altre cinque pergamene. I testi di quasi tutti i documenti sono stati trascritti nel 1994 dal professor Franco Bianchini e si trovano in due volumi dattiloscritti a cura del Centro Studi Judicaria. I documenti coprono un arco temporale che va dal 1356 al 1725 e, per quanto riguarda il loro contenuto, molti testimoniano la vita comunitaria ed ecclesiastica di Storo. Si trovano consacrazioni, concessioni di indulgenza, i capitoli per il curato, investiture o atti attinenti a cause. Completa il fondo un nucleo consistente di documenti appartenenti a privati (molti dei quali alla famiglia Parisini), cosa non insolita per un archivio parrocchiale che veniva considerato anticamente dalla popolazione della comunità luogo adatto e sicuro per la conservazione di documenti importanti.

Lingua Latino

Criteri di ordinamento e inventariazione Per la descrizione dei singoli pezzi ci si è attenuti a quanto stabilito dalle "Direttive circa i requisiti dei locali, i criteri generali di ordinamento e inventariazione, nonché di organizzazione degli archivi" approvate dalla Giunta provinciale di Trento con deliberazione 29 marzo 1993, n. 3692, cap. 3 - parte prima, che integrano quanto già predisposto dalla circolare del Ministero dell'Interno n. 39/1966. Le pergamene sono descritte e inserite in ordine cronologico, non avendo in fase di inventariazione rilevato altro criterio preesistente di ordinamento. In questa sede si sono adottati i seguenti criteri di descrizione: - ogni unità è indentificata con un numero progressivo in cifre arabe che corrisponde a un ordine prettamente cronologico; - a questo numero segue l'intitolazione che esprime la natura giuridica del documento; - si sono riportate la data cronica completa e quella topica, quest'ultima espressa ove sia possibile con toponimo moderno. A queste informazioni segue un breve regesto nel quale vengono segnalati: - la natura dell'atto giuridico; - i nomi delle parti contraenti con relativa indicazione del patronimico e provenienza, menzionati singolarmente fino a un massimo di tre persone; - l'oggetto dell'atto stesso. I termini mancanti di una perfetta traduzione in italiano sono stati riportati tra virgolette; i nomi propri di persona non traducibili si sono dati in latino al caso nominativo; i cognomi sono stati omologati alla forma attuale, se esistente, o se comunque attestata verso l'inizio del secolo scorso. Viene indicato il notaio rogante, con relativo patronimico e 115 provenienza. Gli elementi dedotti da fonti esterne e non dal testo sono forniti fra parentesi quadre. Riguardo alla tradizione del documento si è distinto tra 'originale', 'originale da imbreviature'. Si intende per originale il documento tratto dal protocollo e sottoscritto dallo stesso notaio rogante; per originale da imbreviature di un altro notaio la stesura in forma pubblica del documento, previa autorizzazione di un'autorità competente, fatta da un notaio diverso da quello che aveva prodotto l'atto sul suo protocollo originale. Si forniscono inoltre indicazioni in merito alle dimensioni del supporto scrittorio, espresse in millimetri con la segnalazione dell'altezza e della base (per forme irregolari, la misura maggiore è seguita, tra parentesi rotonde, da quella minore); alla presenza di sigilli; alla presenza di note di contenuto e archivistiche sul verso o sul recto; a eventuali antiche segnature o danni riscontrati. Viene infine data notizia di altri regesti con la relativa citazione bibliografica.

Sigle adottate nella descrizione delle pergamene:

SI Sigillum impressum Sigillo impresso SP Sigillum pendens Sigillo pendente SPC Sigillum pendens cereum Sigillo pendente di cera SPD Sigillum pendens deperditum Sigillo pendente perduto SN Signum notarii Segno del notaio

Bibliografia BIANCHINI F. (trascrizioni di), Pergamene delle Giudicarie, Centro Studi Judicaria, Tione di Trento (TN), (280) 1982-

Nota dell’archivista La scheda è stata compilata secondo le regole di descrizione di "Sistema informativo degli archivi storici del Trentino. Manuale-guida per l'inserimento dei dati", Trento, 2006.

Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda LORENZI E., Dizionario toponomastico tridentino, 1932 (ristampa) (281) MASTRELLI ANZILOTTI G., Toponomastica Trentina. I nomi delle località abitate, Provincia autonoma (282) di Trento, Servizio Beni librari e archivistici, Trento, 2003 LECCISOTTI T., AVAGLIANO F. (a cura di), Abbazia di Montecassino. I regesti dell'archivio, vol. XI, (283) Roma, 1977 (Ministero per i Beni culturali e ambientali. Pubblicazione degli Archivi di Stato) NICOLAO F., I dati cronologici nei documenti trentini, Trento, 1934 (284) STENICO R., Notai che operarono nel Trentino dall'anno 845, Trento, Provincia autonoma di Trento, 2000 (285)

Normative Circolare del Ministero dell'Interno 25 giugno 1966, n. 39, Norme per la pubblicazione degli inventari (286) Deliberazione della giunta provinciale di Trento 29 marzo 1993 n. 3692, Approvazione delle direttive circa i (287) requisiti dei locali, i criteri generali di ordinamento ed inventariazione, nonché di organizzazione degli archivi (art. 28, comma 2 L.P. 14 febbraio 1992, n. 11)

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J 1 b. 1 (288) Accordo 1356 settembre 5 , Storo Pietro fu Bacchino da Moerna in Valvestino, a nome delle comunità di Valvestino, Bollone e Magasa, si accorda con Giovanni fu "Gualengo" e Frugerio fu "Casdole", in qualità di consoli della comunità di Storo, e con altri uomini della suddetta comunità, in merito ai diritti di pascolo sulla cima del monte Tombea. Notaio: Arnoldino figlio di Nicolò detto "Cumpater" da Lodrone (SN) Originale, atto notarile, latino Documento singolo, pergamena, mm 290 (280) x 190 (180), sul verso nota di contenuto e nota archivistica Segnature precedenti: VII

J 2 b. 1 (289) Consacrazione di chiesa e altare 1445 novembre 22 , Storo - Albertino da Tridino nel Monferrato, vescovo esiense, suffraganeo generale di Benedetto (1) vescovo di Trento, su richiesta degli uomini della comunità di tutte le ville di Storo nella pieve di Condino, consacra la chiesa di San Floriano di Storo e il suo altare e concede 40 giorni di indulgenza ai fedeli che la visiteranno e contribuiranno alla fabbrica, alla luminaria e all'acquisto di libri e di arredi sacri o faranno donazioni a suo favore nel giorno della consacrazione e sua ottava e in particolari giorni del calendario ecclesiastico. - Lo stesso giorno Albertino consacra la chiesa di Sant'Andrea di Storo e il suo altare e concede 40 giorni di indulgenza ai fedeli che la visiteranno, vi faranno celebrare delle messe, contribuiranno alla fabbrica, alla luminaria e all'acquisto di libri e arredi sacri nel giorno della consacrazione e sua ottava e in particolari giorni del calendario ecclesiastico. Notaio: Giacomo figlio di Giovanni del fu Boldino da Agrone nel comune di Roncone (SN) Originale, atto notarile, latino Documento singolo, pergamena, mm 440 (435) x 300 (280), sul verso nota di contenuto, SPD macchiata nella parte inferiore Note (1) Abbate del monastero di San Lorenzo di Trento eletto vescovo da papa Eugenio IV in seguito alla morte di Alessandro di Mazovia e in contrapposizione all'elezione di Teobaldo Wolkenstein voluta dal Capitolo tridentino. I due eletti si disputarono il vescovado per due anni fino a quando, verso la metà del 1446, si ritirarono entrambi, cfr. COSTA A., "I vescovi di Trento", Trento, 1977, pp. 118-119.

J 3 b. 1 (290) Erezione a curazia e capitoli per il curato 1446 luglio 11 , Pieve di - Albertino, vescovo esiense residente a Riva, esecutore e vicario delegato dalla sede apostolica, alla presenza di Guglielmino, console e nunzio della comunità delle ville di Storo, dopo aver verificato che la chiesa di San Floriano di Storo possiede le condizioni per avere un cappellano dipendente dalla pieve di Santa Maria di Condino, concede agli uomini della villa la facoltà di mantenere un loro sacerdote che si occupi della cura d'anime degli abitanti, fatti salvi i diritti del pievano. - Lo stesso giorno e nello stesso luogo l'arciprete Silvestro della pieve di Santa Maria di Condino, da una parte, e Guglielmino nunzio della comunità con i rappresentanti della villa di Storo, dall'altra, stabiliscono i capitoli che regoleranno i rapporti tra il sacerdote di Storo e la chiesa matrice. 117

Contiene inserto: mandato apostolico di papa Eugenio IV, Roma San Pietro 1445 novembre 13. Notaio: Antonio fu Bartolomeo da Riva (SN) Originale, atto notarile, latino Documento singolo, pergamena, mm 535 (485) x 350, sul verso note di contenuto e annotazione (18 dicembre 1586) e note archivistiche Segnature precedenti: n. 33; n. 60

J 4 b. 1 (291) Composizione 1492 gennaio 8 , Trento Castello del Buonconsiglio Davanti al principe vescovo di Trento Udalrico [Frundsberg], Andreas da Cles suo procuratore fiscale presenta i sindaci della comunità di Storo che chiedono perdono per l'omicidio del loro cappellano Giacomo perpetrato da alcuni giovani di Storo, supplicano affinché l'interdetto "a divini officiis" venga rimosso, offrono la somma di 100 ragnesi per ottenere l'assoluzione. Notaio: Nicolò fu Approvino Approvini da Trento Originale da imbreviature del notaio Nicolò Approvini redatto da notaio Gerolamo Approvino fu Nicolò Approvini da Trento (SN), atto notarile, latino Documento singolo, pergamena, mm 655 x 255, sul recto nota di contenuto, sul verso note di contenuto e nota archivistica Segnature precedenti: n. 44

J 5 b. 1 (292) Conferma 1497 aprile 6 , Trento Castello del Buonconsiglio Udalrico [Lichtenstein] vescovo di Trento, su richiesta dei consoli della comunità di Storo, conferma il privilegio concesso dai suoi predecessori che delega il vicario di Storo all'amministrazione della giustizia civile di cause fino a 50 lire. Originale, documento di cancelleria vescovile, latino Documento singolo, pergamena, mm 240 x 405, sul verso note di contenuto e note archivistiche, SPD Segnature precedenti: n. 4

J 6 b. 1 (293) Transazione 1509 marzo 11 , Storo Davanti a Domenico Zanetti da Storo, vicario delle valli Giudicarie interiori per il vescovo di Trento, i sindaci della comunità di Condino e Brione, da una parte, e i consoli e i giurati della comunità di Storo, dall'altra, pervengono ad una transazione per concludere la lite tra loro intercorsa in merito al pagamento delle spese per la fabbrica della chiesa di Santa Maria di Condino. Notaio: Antonio figlio di Domenico Zanetti da Storo Originale da imbreviature del notaio Zanetti redatto dal notaio Franceschino fu Melchiorre da Breguzzo (SN), atto notarile, latino Documento singolo, pergamena, mm 620 (570) x 220 (170), sul verso note di contenuto

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J 7 b. 1 (294) Compravendita 1515 dicembre 13 , Storo Guglielmo fu Giovanni detto "Quotto Tonino Maganze" da Storo vende a Melchiorre fu Bertolino "Penate" e a Domenico di Antonio Zontinelli ambedue da Storo e in qualità di massari e governatori della confraternita o scuola della cappella di Santa Maria nella chiesa di San Floriano di Storo un fondo arativo situato nel territorio di Storo in località Prael, per il prezzo di 180 lire di denaro piccolo di Trento. Notaio: Pietro fu Giovanni Schiavo da Storo (SN) Originale, atto notarile, latino Documento singolo, pergamena, mm 350 x 195 (185), sul verso nota di contenuto

J 8 b. 1 (295) Consacrazione di chiesa e di altari 1521 ottobre 6 , Storo Cipriano de Charis, suffraganeo generale del vescovo di Trento Bernardo [Cles], consacra la chiesa di San Floriano di Storo e i suoi sei altari dedicati al santo titolare, ai Santi Antonio abbate e Cosma e Damiano martiri, ai Santi Rocco, Sebastiano e Cristoforo, a Santa Maria, all'Eucarestia e al Corpo di Cristo e a San Giovanni Battista con l'evangelista Giovanni e concede 40 giorni d'indulgenza ai fedeli che visiteranno e contribuiranno al mantenimento dei detti altari nel giorno dell'anniversario della consacrazione, nei giorni consacrati ai santi titolari e in particolari giorni del calendario ecclesiastico. Notaio: Nicolò Gatta delegato apostolico Originale, documento di cancelleria vescovile, latino Documento singolo, pergamena, mm 230 (215) x 440 (415), sul verso note di contenuto e note archivistiche, SPD tagliata nella parte inferiore Segnature precedenti: X; 1

J 9 b. 1 (296) Codicillo 1524 febbraio 7 , Storo contrada Predello Floriano fu Boninsegna Marzadri da Storo aggiunge un codicillo al suo testamento e lega alla confraternita di Santa Maria eretta nella chiesa di San Floriano di Storo un fondo arativo situato nel territorio di Storo in località Saletto. Notaio: Pietro fu Giovanni Schiavo da Storo (SN) Originale, atto notarile, latino Documento singolo, pergamena, mm 340 x 160 (145), sul verso note di contenuto

J 10 b. 1 (297) Fideiussione 1528 giugno 7 , Storo Antonio Stefani, vicario di Storo, e Francesco "Charanstiolis", console per la comunità di Storo, con la maggior parte dei giurati di Storo si costituiscono fideiussori di alcuni abitanti di Storo uniti in società con il mercante Giovanni Domenico Ferraris da Riva nell'acquisto di 32 carichi di frumento e segale. Notaio: Pietro fu Giovanni Schiavo da Storo (SN) Originale, atto notarile, latino Documento singolo, pergamena, mm 465 x 215, sul verso note di contenuto

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J 11 b. 1 (298) Transazione con liberazione 1529 dicembre 17 , Storo contrada Mezza Villa Il sacerdote Matteo "de Zanotis" curato di Storo, da una parte, e Salvatore Tonini da Storo, vicario per il vescovo Bernardo [Cles], e Domenico de Paoli calzolaio, in qualità di console della comunità di Storo agente a nome della comunità, dall'altra, si accordano per dirimere la controversia tra loro intercorsa in merito al pagamento di otto ragnesi versati annualmente dalla comunità a don Domenico "de Sclavis" da Storo, precedente curato, e che don Matteo pretendeva; il suddetto sacerdote libera la comunità da ogni ulteriore pagamento. Notaio: Pietro fu Giovanni Schiavo da Storo (SN) Originale, atto notarile, latino Documento singolo, pergamena, mm 490 (400) x 205 (165), sul verso note di contenuto

J 12 b. 1 (299) Testamento 1531 febbraio 3 , Storo contrada Predello Francesco fu Domenico de Paoli da Storo dispone le sue ultime volontà stabilendo, tra l'altro, alcuni lasciti una tantum alle chiese di San Floriano e di Sant'Andrea e ai loro altari e lascia alla comunità di Storo un prato situato a Storo in contrada al di là del ponte della Lura in località "ai Thamaris" con l'onere annuo della distribuzione del pane nel giorno di Natale ai poveri. Notaio: Pietro fu Giovanni Schiavo da Storo (SN) Originale, atto notarile, latino Documento singolo, pergamena, formata da due fogli cuciti insieme, mm 925 x 235, sul verso note di contenuto Segnature precedenti: n. 29

J 13 b. 1 (300) Testamento 1534 marzo 14 , Storo contrada Spenigolo Paride fu Pietro del fu Bartolomeo Chizzoni da Storo dispone le sue ultime volontà stabilendo, tra l'altro, alcuni lasciti una tantum alle chiese di San Floriano e di Sant'Andrea e ai loro altari, nomina suo erede universale il figlio Pietro e, nel caso quest'ultimo morisse senza eredi, la comunità di Storo con l'onere della distribuzione annua, il giorno della Vigilia di Natale, di pane alla popolazione di Storo. Notaio: Pietro fu Giovanni Schiavo da Storo (SN) Originale, atto notarile, latino Documento singolo, pergamena, mm 540 x 210, sul verso note di contenuto

J 14 b. 1 (301) Investitura di beneficio 1534 maggio 29 , Trento Castello del Buonconsiglio Bernardo [Cles] cardinale e vescovo di Trento investe Alessandro "Personeno" della diocesi di Bergamo della cura d'anime e amministrazione della curazia di Storo in seguito alla rinuncia di Matteo "de Zanotis" da "Luxolo" nella diocesi di Luni (La Spezia). Originale, documento di cancelleria vescovile, latino Documento singolo, pergamena, mm 225 x 325, sul verso note di contenuto e note archivistiche, SPD Segnature precedenti: fo. 208; n. 36

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J 15 b. 1 (302) Composizione e lodo arbitrale 1535 marzo 5 , Storo contrada Mezza Villa I fratelli Pietro e Antonio fu Nicolò Rotondi e i fratelli Salvatore e Giovanni fu Federico Rotondi tutti da Storo, da una parte, e Florino fu Cristoforo Negri da Storo, in qualità di delegato del vicario di Storo Salvatore Soldanelli, e Simone detto "Lovo" fu Bertolino Giovanelli da Storo, in qualità di console e a nome della comunità di Storo, dall'altra, eleggono gli arbiti Comino fu Antonio Poli e Giovanni fu Bertolino Malcotti ambedue da Storo e si rimettono al loro giudizio per dirimere la controversia in merito alla vendita di alcune proprietà. Lo stesso giorno gli arbitri eletti emettono sentenza. Notaio: Bartolo figlio di Giovanni Malcotti da Storo (SN) Originale, atto notarile, latino Documento singolo, pergamena, mm 710 x 250, sul verso note di contenuto in parte sbiadite macchie di umidità nella parte superiore

J 16 b. 1 (303) Conferma di dispensa 1546 marzo 29 , Trento Giovanni Antonio Gallo da Milano, vicario generale del cardinale Cristoforo [Madruzzo] principe vescovo di Trento, conferma la dispensa concessa da Silvestro de Farfengo, frate degli ordini minori di San Francesco subdelegato apostolico per il Giubileo, dal voto fatto dalla comunità di Storo dell'osservanza di alcuni giorni festivi oltre a quelli di precetto riducendoli a quattro, con l'onere della celebrazione della messa e della distribuzione di quattro ragnesi in sale alla popolazione. Notaio: Stefano Approvini cancelliere vescovile Originale, documento di cancelleria vescovile, latino Documento singolo, pergamena, mm 210 x 380 con plica inferiore di mm 70, sul verso note di contenuto e note archivistiche, SPD Segnature precedenti: n. 25; n. 1

J 17 b. 1 (304) Conferma vescovile 1562 aprile 6 , Trento Castello del Buonconsiglio Cristoforo [Madruzzo] cardinale e principe vescovo di Trento e Bressanone, su richiesta dei fedeli di Storo, conferma le confraternite dedicate alla Beata Vergine Maria e ai Santi Giovanni, Antonio e Rocco erette nella chiesa di Storo con i loro capitoli e ordini. Originale, documento di cancelleria vescovile, latino Documento singolo, pergamena, mm 205 x 370 con plica inferiore di mm 50, sul verso note di contenuto, SPD

J 18 b. 1 (305) Compravendita 1568 gennaio 24 , Storo contrada Mezza Villa Davanti a Bertolino Plegatti da Storo, vicario di Storo, Giovanna fu Vigilio Soldanelli Tonini da Storo moglie di Simone Cesare Zucchetti da Storo, in presenza e con il consenso del marito, vende a Pietro fu Comino Salvotti e a Domenico fu Simone Pagnoni Carettoni, ambedue da Storo e in qualità di massari della confraternita o scuola di Santa Maria eretta nella chiesa di San Floriano, un fondo arativo facente parte della sua dote situato a Storo in contrada Predello, per il prezzo di 40 ducati e quattro lire di denaro piccolo di Trento; a norma degli statuti di Trento tre parenti della venditrice approvano la compravendita. Notaio: Vigilio fu Pietro Rotondi da Storo (SN) Originale, atto notarile, italiano Documento singolo, pergamena, mm 460 (435) x 190 (165), sul verso note di contenuto

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J 19 b. 1 (306) Permuta e in parte compravendita 1572 ottobre 1 , Storo contrada Mezza Villa Battista fu Paride Negri da Storo permuta e in parte vende a Buonafemmina fu Bartolomeo "Patagalius" Beltramolli da Storo moglie di Bertolino "de Carastiolis" da Storo un fondo arativo situato a Storo in contrada detta "in Rochola" con un altro fondo arativo situato in contrada Predello sul quale grava un livello annuo alla chiesa di San Floriano di Storo di mezza libbra di olio, e aggiunge un ragnese per la differenza di valore. Notaio: Giovanni Antonio fu Pietro Schiavo da Storo (SN) Originale, atto notarile, latino Documento singolo, pergamena, mm 315 (290) x 230, sul verso note di contenuto

J 20 b. 1 (307) Mandato 1582 maggio 30 , Trento Ludovico cardinale Madruzzo legato 'a latere' di papa Gregorio XIII e della sede apostolica ordina al suo vicario generale tridentino di permutare il voto che la comunità di Storo aveva fatto di astenersi dal lavoro ogni sabato iniziando dalla ventesima ora, in altra opera di pietà, a sua discrezione. Originale, documento di cancelleria vescovile, latino Documento singolo, pergamena, mm 200 x 345, sul verso note di contenuto e nota archivistica, SPD probabilmente mutila della parte inferiore Segnature precedenti: n. 27

J 21 b. 1 (308) Attestazione di copia 1582 novembre 2 (1) , Roma Santa Maria sopra Minerva Alessandro cardinale Farnese vescovo di Ostia, vice cancelliere della confraternita del Santissimo Corpo di Cristo eretta nella chiesa di Santa Maria sopra Minerva di Roma, e gli amministratori della confraternita, su richiesta di Ludovico cardinale Madruzzo principe vescovo di Trento a nome della confraternita del Santissimo Sacramento eretta nella chiesa di San Floriano di Storo, fa fare copia della lettera di papa Paolo III e del suo "motu proprio" relativi ai regolamenti e alle indulgenze concesse alle confraternite del Santissimo Corpo di Cristo. Contiene, inserti: lettera papale e "motu proprio", Roma 1539 novembre 30. Notaio: Nicolò "Pirotus" da Roma segretario dell'arciconfraternita (SN) Originale, latino Documento singolo, pergamena, mm 730 x 510, sul recto annotazione effettuata durante una visita, 1596 settembre 22, SPD il documento è a stampa con inserti manoscritti; presenta una miniatura inserita in un ovale nella parte superiore centrale; le lettere dell'invocazione sono in inchiostro rosso e azzurro Note (1) Al calcolo l'indizione risulta errata: XI anziché X.

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J 22 b. 1 (309) Attestazione di copia 1582 novembre 2 (1) , Roma Santa Maria sopra Minerva Alessandro cardinale Farnese vescovo di Ostia, vice cancelliere della confraternita del Santissimo Corpo di Cristo eretta nella chiesa di Santa Maria sopra Minerva di Roma, e gli amministratori della confraternita, su richiesta di Ludovico cardinale Madruzzo principe vescovo di Trento a nome della confraternita del Santissimo Sacramento eretta nella chiesa di San Floriano di Storo, fa fare copia della lettera di papa Gregorio XIII relativa alle indulgenze concesse alle confraternite del Santissimo Corpo di Cristo. Contiene, inserta: lettera papale, Roma San Marco 1573 agosto 6. Notaio: Nicolò "Pirotus" da Roma segretario dell'arciconfraternita (SN) Originale, latino Documento singolo, pergamena, mm 660 x 490, sul recto annotazione effettuata durante una visita, 1596 settembre 22; sul verso nota di contenuto, SPD il documento è a stampa con qualche inserto manoscritto; presenta una miniatura inserita in un ovale nella parte superiore centrale; le lettere dell'invocazione sono in inchiostro rosso e azzurro Note (1) Al calcolo l'indizione risulta errata: XI anziché X.

J 23 b. 1 (310) Atti di causa 1587 aprile 7 - 1587 luglio 13 , Trento Atti della causa promossa davanti al vicario generale Silvio a Prato, signore di e canonico di Trento, dalla comunità di Storo, rappresentata dal procuratore Bartolomeo Poli, contro don Cristoforo "Cilaus" arciprete di Condino per la celebrazione della messa settimanale del martedì nella chiesa di San Floriano di Storo. Notaio: Nicolò Chiusole cittadino di Trento (SN) Originale, atto notarile, latino Documento singolo, pergamena, mm 415 (370) x 190, sul verso note di contenuto e note archivistiche, SID tagliata in prossimità delle piegature, macchiata Segnature precedenti: M L; n. 21

J 24 b. 1 (311) Testamento 1604 giugno 7 , Cimego Simone fu Simone Basinelli da Storo dispone le sue ultime volontà stabilendo, tra l'altro, l'obbligo per la comunità di Storo di versare annualmente alle confraternite o scuole del Santissimo Corpo di Cristo e del Santissimo Rosario erette nella chiesa di San Floriano un ducato e mezzo per la celebrazione di messe a suffragio suo e dei suoi parenti e della distribuzione, nel giorno di san Lorenzo, dell'elemosina del pane a coloro che si recheranno nella chiesa di San Lorenzo di Storo. Notaio: Bartolomeo fu Giovanni Girardi da Cimego (SN) Originale, atto notarile, latino Documento singolo, pergamena, mm 500 x 325 (310), sul verso note di contenuto e nota archivistica inchiostro leggermente sbiadito, parte superiore rovinata Segnature precedenti: L C

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J 25 b. 1 (312) Dazione in pagamento 1605 settembre 11 , Storo Francesco Cortella Poli, in qualità di console della comunità di Storo e agente a nome della stessa, dà in pagamento a Lorenzo fu Giovanni Canella da Storo, in qualità di tesoriere della confraternita del Santissimo Rosario eretta nella chiesa di San Floriano di Storo, un fondo arativo situato nel territorio di Storo in località "al Capitel del Molino", del valore di 666 lire. Notaio: Giovanni Andrea figlio di Antonio Zanetti da Storo (SN) Originale, atto notarile, latino Documento singolo, pergamena, mm 330 (180) x 210 (80), sul verso note di contenuto

J 26 b. 1 (313) Concessione d'indulgenza 1608 ottobre 15 , Tuscolo Paolo V concede indulgenza plenaria ai fedeli appartenenti alla confraternita del Santissimo Rosario eretta nella chiesa di San Floriano di Storo che visiteranno, faranno la Comunione e pregheranno il giorno del Santissimo Rosario nella suddetta chiesa. Originale, documento di cancelleria papale (bolla), latino Documento singolo, pergamena, mm 415 x 620 con plica inferiore di mm 60, sul recto visto di approvazione della cancelleria vescovile di Trento del 20 novembre 1608; sul verso note di contenuto, SP plumbeo cum filo canapis fregio nella parte iniziale del documento che corre lungo tutto il margine superiore e sinistro

J 27 b. 1 (314) Compravendita 1609 novembre 20 , Storo Marino fu Pietro Serafini da Storo vende a Lorenzo fu Giovanni Canella da Storo, in qualità di priore della confraternita del Santissimo Rosario eretta nella chiesa di San Floriano di Storo, un fondo arativo situato nel territorio di Storo in località "alla Volta de' Gazo", per il prezzo di 65 ducati e 15 soldi. Notaio: Giovanni Andrea di Antonio Zanetti da Storo (SN) Originale, atto notarile, latino Documento singolo, pergamena, mm 200 (155) x 145 (90), sul verso note di contenuto

J 28 b. 1 (315) Compravendita 1612 marzo 27 , Storo Giovanni Battista fu Giovanni Malcotti da Storo vende a Bartolomeo fu Domenico "Maldurus" e ad Antonio figlio di Battista Bonomini, in qualità rispettivamente di subpriore e massaro della confraternita del Santissimo Rosario eretta nella chiesa di San Floriano di Storo, un fondo arativo situato a Storo in contrada Saletto in località "il Ronc", per il prezzo di 81 lire e 14 soldi "planetarum" di Brescia. Notaio: Alessandro figlio di Nicolò Salvaterra da Tione (SN) Originale, atto notarile, latino Documento singolo, pergamena, mm 180 x 145, sul verso note di contenuto

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J 29 b. 1 (316) Compravendita 1612 novembre 27 , Storo contrada Mezza Villa Lorenzo fu Giovanni Pietro Tonini da Storo vende a Bernardo fu Comino Parisini da Storo un prato situato nel territorio di Storo sul monte Faserno in località "in Campel", per il prezzo di 54 ducati. Notaio: Gaudenzio Battitori da Saone Originale da imbreviature del notaio Battitori redatto dal notaio Bartolomeo Toniotti da Cimego (SN), atto notarile, latino Documento singolo, pergamena, mm 185 x 155, sul verso note di contenuto

J 30 b. 1 (317) Compravendita 1613 marzo 11 , Storo Armanino fu Giovanni Pagnoni da Storo vende a Bernardo fu Comino Parisini da Storo un fondo arativo situato nel territorio di Storo in località Lavezze ossia Sorini "sotto la strada", per il prezzo di 71 lire e cinque soldi. Notaio: Gaudenzio Battitori da Saone Originale da imbreviature del notaio Battitori redatto dal notaio Bartolomeo Toniotti da Cimego (SN), atto notarile, latino Documento singolo, pergamena, mm 265 x 150, sul verso note di contenuto

J 31 b. 1 (318) Dazione in pagamento con patto di retrovendita 1614 ottobre 26 , Storo Marino fu Pietro Serafini da Storo dà in pagamento, con patto di retrovendita entro un biennio, ad Antonio fu Battista Bonomini e a Domenico Poli, entrambi da Storo e agenti a nome della confraternita o scuola del Santissimo Rosario eretta nella chiesa di San Floriano di Storo, una parte di fondo arativo situato nel territorio di Storo in contrada "dell'Araur", per un valore di 322 troni. Notaio: Gaudenzio figlio di Giulio Battitori da Saone (SN) Originale, atto notarile, latino Documento singolo, pergamena, mm 280 x 135 (125), sul verso note di contenuto

J 32 b. 2 (319) Compravendita 1614 ottobre 31 , Storo Bernardo fu Domenico "Pedrem" detto "Snainer" da Storo vende a Bernardo fu Giacomino Parisini daziere di Storo un prato con alberi da frutto e bosco situato nel territorio di Storo in contrada Sorini, per il prezzo di 58 ducati. Notaio: Gaudenzio Battitori da Saone Originale da imbreviature del notaio Battitori redatto dal notaio Bartolomeo Toniotti da Cimego (SN), atto notarile, latino Documento singolo, pergamena, mm 230 (175) x 175 (120), sul verso note di contenuto

J 33 b. 2 (320) Donazione 'inter vivos' 1615 agosto 3 , Storo Bernardo fu Giacomino Parisini da Storo dona a Bartolomeo Girardi, agente a nome dell'altare ossia scuola di San Giovanni eretta nella chiesa di San Floriano di Storo, un fondo arativo situato nel territorio di Storo in contrada Saletto in località Martinello con l'onere della celebrazione annua di una messa in memoria della figlia del donatore Maria moglie di Girolamo fu Baldassarre Armanini, farmacista di Storo. 125

Notaio: Bartolomeo fu Giovanni Girardi da Cimego (SN) Originale, atto notarile, latino Documento singolo, pergamena, mm 500 x 170, sul verso note di contenuto

J 34 b. 2 (321) Consegna di eredità 1617 marzo 15 , Storo Bernardo fu Comino Parisini da Storo consegna al figlio Giacomino avuto in prime nozze con la fu Caterina fu Antonio Bertolotti da Tiarno superiore la parte a lui spettante dell'eredità materna e della nonna Margherita consistente in una casa situata a Storo in contrada Spenigolo località "al ponte del Pellà", due fondi arativi in località Sorini e "zo in Gazo" e un prato in località Predello "alla Grotta" e aggiunge 20 ducati per un valore complessivo di 314 ducati. Notaio: Gaudenzio Battitori da Saone Originale da imbreviature del notaio Battitori redatto dal notaio Bartolomeo Toniotti da Cimego (SN), atto notarile, latino Documento singolo, pergamena, mm 430 x 115 (90), sul verso note di contenuto

J 35 b. 2 (322) Testamento; autenticazione 1618 settembre 26; 1618 settembre 28 , Storo Antonio fu Francesco Gelmini detto "Grasotto" da Storo detta al curato di Storo don Giorgio Cretti le sue ultime volontà stabilendo, tra l'altro, la nomina di sua figlia Isabetta ad erede universale e, nel caso questa morisse senza eredi, la chiesa di San Floriano di Storo con l'obbligo della celebrazione annua di una messa; due giorni dopo, davanti a Giovanni Salvotti delegato del vicario di Storo, il suddetto curato presenta il testamento al notaio Gaudenzio Battitori che, sentiti i testimoni, lo autentica. Notaio: Gaudenzio Battitori da Saone Originale (?) (1) dalle imbreviature del notaio Battitori redatto dal notaio Salvatore figlio di Antonio Condinelli da Condino, atto notarile, italiano Documento singolo, pergamena, mm 310 (290) x 190, sul verso note di contenuto Note (1) Manca il Signum.

J 36 b. 2 (323) Permuta 1618 novembre 5 , Storo Bartolomeo fu Giovanni Brugnoli da Storo, a nome anche del fratello Francesco convivente in regime di comunione dei beni, permuta con Bernardo fu Comino Parisini da Storo un fondo "grezivo" situato nel territorio di Storo in località Sorini ovvero Lavezze "sotto la strada", con una parte di prato situato nel medesimo territorio e località. Notaio: Gaudenzio Battitori da Saone Originale da imbreviature del notaio Battitori redatto dal notaio Bartolomeo Toniotti da Cimego (SN), atto notarile, latino Documento singolo, pergamena, mm 270 (220) x 120 (80), sul verso note di contenuto

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J 37 b. 2 (324) Compravendita 1620 gennaio 17 , Storo Antonio fu Bernardo Calligari Mancalino da Storo vende a Bernardo fu Giacomino Parisini daziere di Storo un fondo arativo situato a Storo in contrada Rondasino, per il prezzo di 53 ducati. Notaio: Gaudenzio Battitori da Saone Originale da imbreviature del notaio Battitori redatto dal notaio Bartolomeo Toniotti da Cimego (SN), atto notarile, latino Documento singolo, pergamena, mm 290 x 125 (95), sul verso note di contenuto

J 38 b. 2 (325) Compravendita 1622 novembre 11 , Storo Giovanni fu Paolo "Polatie" Poli da Storo vende a Bernardo fu Comino Parisini da Storo un fondo arativo situato a Storo in contrada Roccola, per il prezzo di 124 troni e sei gazzette di moneta veneta. Notaio: Gaudenzio Battitori da Saone Originale da imbreviature del notaio Battitori redatto dal notaio Bartolomeo Toniotti da Cimego (SN), atto notarile, latino Documento singolo, pergamena, mm 230 x 110 (100), sul verso note di contenuto

J 39 b. 2 (326) Retrovendita; dazione in pagamento 1624 maggio 9; 1629 gennaio 19 , Storo - Giacomino fu Bonardo Zovanardi da Bondone, procuratore della moglie Pasqua figlia del fu Giacomo Frati da Bondone ed erede del fratello Bartolomeo, retrovende a Vigilio fu Antonio Condino Giacomolli da Storo, a nome anche dei fratelli Delaidino e Antonio, con il consenso della madre Agneta "Bonardi", un fondo arativo situato a Storo in contrada Foilo, per il prezzo di 142 troni e sei gazzette di moneta veneta. - Giacomino fu Comino Trivellini Bonomini da Storo dà in pagamento a Vigilio fu Antonio Condino Giacomolli una porzione di fondo arativo situato a Storo in località Gaggio, per il valore di 183 troni e tre gazzette di moneta veneta. Notaio: Gaudenzio Battitori da Saone Originale da imbreviature del notaio Battitori redatto dal notaio Bartolomeo Toniotti da Cimego (SN), atto notarile, latino Documento singolo, pergamena, mm 325 x 95, sul verso note di contenuto

J 40 b. 2 (327) Quietanza 1627 novembre 9 , Storo Antonio fu Bernardo Parisini daziere dichiara di aver consegnato a Bartolomeo fu Salvatore Poli, agente a nome della moglie Agneta sorella del suddetto Antonio, 10 ducati lasciati come legato dal padre Bernardo; Bartolomeo dà garanzia alla moglie su tutti i suoi beni. Notaio: Gaudenzio Battitori da Saone Originale da imbreviature del notaio Battitori redatto dal notaio Bartolomeo Toniotti da Cimego (SN), atto notarile, latino Documento singolo, pergamena, mm 130 x 125, sul verso note di contenuto

127

J 41 b. 2 (328) Compravendita 1632 aprile 15 , Storo Armanino Carettoni, a nome di Giovanni fu Salvatore Parolari da Storo, vende a Melchiorre Poli, in qualità di massaro della chiesa di San Floriano di Storo con il consenso di don Giorgio Cretti curato di Storo, un orto situato a Storo in località Sant'Andrea, per il prezzo di 12 ducati. Notaio: Gaudenzio Battitori da Saone Originale (?) (1) da imbreviature del notaio Battitori redatto dal notaio Bartolomeo Toniotti da Cimego, atto notarile, latino Documento singolo, pergamena, mm 200 (140) x 90 (75), sul verso note di contenuto e nota archivistica Segnature precedenti: n. 28 Note (1) Manca il Signum.

J 42 b. 2 (329) Compravendita 1639 marzo 2 , Storo Davanti ad Armanno Bertino Zontini, vicario di Storo, Lucia fu Bortolo Battaiola moglie di Ludovico fu Giovanni Battista Malcotti da Storo, con il consenso del marito e di alcuni parenti, vende ad Antonio fu Bernardo Parisini daziere di Storo un fondo arativo situato a Storo in contrada Ripandolo, per il prezzo di 268 troni; il marito dà garanzia alla moglie su alcuni suoi beni e dichiara di investire la somma in un "affare" a Riva. Contiene, in italiano: dichiarazione di Adamo Moscardino, dottore di Riva, che la somma verrà investita a Riva, 1639 febbraio 22. Notaio: Gaudenzio Battitori da Saone Originale da imbreviature del notaio Battitori redatto dal notaio Bartolomeo Toniotti da Cimego (SN), atto notarile, italiano, latino Documento singolo, pergamena, mm 440 x 145 (120), sul verso note di contenuto

J 43 b. 2 (330) Affrancazione 1643 giugno 25 , Storo Giorgio fu Antonio Saoni da Riva, in qualità di erede della madre Giulia fu Cristoforo Roccabruna, confessa di aver ricevuto da Antonio figlio ed erede di Bernardo Parisini daziere di Storo 100 ragnesi in affrancazione di un censo costituito nel 1596 assicurato su un fondo situato in località "nella Grotta" e lo libera da ogni ulteriore pagamento. Notaio: Gaudenzio Battitori da Saone Originale da imbreviature del notaio Battitori redatto dal notaio Bartolomeo Toniotti da Cimego (SN), atto notarile, latino Documento singolo, pergamena, mm 240 x 160, sul verso note di contenuto

J 44 b. 2 (331) Compravendita 1646 luglio 5 , Storo Maria fu Bernardo daziere del fu Giacomino Parisini vedova di Pietro fu Antonio Zontini da Storo vende al fratello Antonio Parisini, daziere, un fondo arativo situato a Storo in contrada Predello in località "sotto li Horti delli Pagnoni", per il prezzo di 150 troni. Notaio: Gaudenzio Battitori da Saone Originale da imbreviature del notaio Battitori redatto dal notaio Bartolomeo Toniotti da Cimego (SN), atto notarile, latino Documento singolo, pergamena, mm 365 x 155 (145), sul verso note di contenuto

128

J 45 b. 2 (332) Compravendita 1649 maggio 9 , Storo Antonio fu Bernardo Parisini da Storo, agente a nome della moglie Maria fu Francesco Cimolino Poli e del fratello di lei Salvatore, vende ad Antonio fu Pietro Cattarina da Storo, a nome del fratello Pietro, un avvolto con cortile e aia situato a Storo in contrada "Pescine", per il prezzo di 60 ducati e dà garanzia alla moglie su tutti i suoi beni. Notaio: Gaudenzio Battitori da Saone Originale da imbreviature del notaio Battitori redatto dal notaio Bartolomeo Toniotti da Cimego (SN), atto notarile, latino Documento singolo, pergamena, mm 360 x 155 (145), sul verso note di contenuto

J 46 b. 2 (333) Delega papale 1651 marzo 20 , Roma Santa Maria Maggiore Innocenzo X delega il vescovo di Trento affinché stabilisca le modalità per la benedizione delle campagne nel territorio di Storo in seguito alla richiesta della popolazione del luogo. Originale, documento di cancelleria papale, latino Documento singolo, pergamena, mm 320 x 455, sul recto delega del vicario vescovile al curato di Storo, 1651 aprile 18; sul verso indicazione del destinatario e nota di contenuto, SID

J 47 b. 2 (334) Affrancazione 1651 novembre 29 , Storo Giovanni Malacarne Tinelli e Domenico Armanini da Storo, in qualità di massari della chiesa di San Lorenzo di Storo, confessano di aver ricevuto da Antonio fu Bernardo Parisini da Storo 50 ducati a completa affrancazione di un censo precedentemente costituito. Notaio: Gaudenzio Battitori da Saone Originale da imbreviature del notario Battitori redatto dal notaio Bartolomeo Toniotti da Cimego (SN), atto notarile, latino Documento singolo, pergamena, mm 335 x 120, sul verso note di contenuto

J 48 b. 2 (335) Compravendita 1652 maggio 13 , Storo Davanti a Giovanni Camozzi, vicario di Storo, Giovanni fu Begnudo Zontini detto "il Re di Storro", in qualità di tutore di Gelmino e Giovanna figli del fu Antonio Tonini da Storo, vende ad Antonio fu Bernardo Parisini da Storo un fondo arativo situato a Storo in contrada "Pillà" sul quale grava un censo di 30 scudi precedentemente costituito a favore di Giacomo fu Salvatore Dolci, per il prezzo troni 402 e sei gazzette di moneta veneta. Notaio: Gaudenzio Battitori da Saone Originale da imbreviature del notaio Battitori redatto dal notaio Bartolomeo Toniotti da Cimego (SN), atto notarile, italiano, latino Documento singolo, pergamena, mm 335 (295) x 160 (95), sul verso note di contenuto

129

J 49 b. 2 (336) Ratifica 1652 dicembre 3 , [Storo] Davanti al vicario di Storo [Giovanni] Camozzi, Giovanna vedova di Antonio fu Antonio Gelmino Tonini, tutrice dei figli Gelmino e Giovanna, e Domenica Tonini loro zia paterna ratificano e approvano la compravendita effettuata il 13 maggio dello stesso anno a favore di Antonio Parisini (1). Notaio: Gaudenzio Battitori da Saone Originale da imbreviature del notaio Battitori redatto dal notaio Bartolomeo Toniotti da Cimego (SN), atto notarile, latino Documento singolo, pergamena, mm 145 (110) x 150 (105), sul verso note di contenuto Note (1) Cfr. pergamena precedente.

J 50 b. 2 (337) Ratifica 1658 novembre 4 , Storo Giacomo fu Giovanni Canetti da Storo, letto il documento dotale della nuora Caterina figlia di Antonio Parisini da Storo e moglie del figlio Giovanni, lo ratifica e dà garanzia alla suddetta Caterina su tutti i suoi beni per la somma di 356 troni. Notaio: Gaudenzio Battitori da Saone Originale da imbreviature del notaio Battitori redatto dal notaio Bartolomeo Toniotti da Cimego (SN), atto notarile, latino Documento singolo, pergamena, mm 220 (210) x 120, sul vero note di contenuto

J 51 b. 2 (338) Quietanza 1658 novembre 4 , Storo Marino fu Bernardino Soldati, a nome della moglie Anna fu Giacomino del fu Bernardo Parisini da Storo, dichiara di aver preso visione dell'amministrazione dei beni della moglie effettuata da Antonio Parisini da Storo zio paterno e tutore della stessa e lo libera da ogni ulteriore obbligo tutelare. Notaio: Gaudenzio Battitori da Saone Originale da imbreviature del notaio Battitori redatto dal notaio Bartolomeo Toniotti da Cimego (SN), atto notarile, italiano, latino Documento singolo, pergamena, mm 270 x 100, sul verso note di contenuto

J 52 b. 2 (339) Affrancazione 1659 novembre 4 , Storo Antonio Parisini daziere da Storo consegna ad Antonio Ferretti e Pietro fu Matteo Mezzi, in qualità di massari della chiesa di San Floriano di Storo, 33 scudi e 16 troni al fine di affrancarsi da un censo costituito su un fondo arativo da lui acquistato nel 1652 (1); i suddetti massari lo liberano da ogni ulteriore pagamento. Notaio: Gaudenzio Battitori da Saone Originale da imbreviature del notaio Battitori redatto dal notaio Bartolomeo Toniotti da Cimego (SN), atto notarile, latino Documento singolo, pergamena, mm 250 x 174 (160), sul verso note di contenuto Note (1) Cfr. pergamena 1652 maggio 13

130

J 53 b. 2 (340) Testamento 1668 febbraio 23 , Storo Martino fu Giovanni Coghi da Storo dispone le sue ultime volontà stabilendo, tra l'altro, di lasciare 1000 ducati veneti ai commissari delle cause pie di Storo al fine di istituire un legato di due messe alla settimana nella chiesa di Storo e un ulteriore lascito, alla morte della moglie, di 50 ducati per l'istituzione di un beneficio per un sacerdote che assista al coro della chiesa di Storo nei giorni festivi. Notaio: Bartolomeo Toniotti da Cimego (SN) Originale, atto notarile, latino Documento singolo, pergamena, mm 625 (605) x 355 (320), sul verso nota di contenuto

J 54 b. 2 (341) Codicillo 1668 febbraio 29 , Storo Martino fu Giovanni Coghi da Storo aggiunge un codicillo al suo testamento redatto alcuni giorni prima (1). Notaio: Bartolomeo Toniotti da Cimego (SN) Originale, atto notarile, latino Documento singolo, pergamena, mm 335 x 200, sul verso note di contenuto molto sbiadite Note (1) Cfr. documento precedente.

J 55 b. 2 (342) Divisione ereditaria 1668 ottobre 18 , Storo Davanti a Pietro Carettoni, vicario di Storo per il Capitolo di Trento, e a Giovanni Pietro fu Simone Giovanelli da Storo, eletti per la divisione ereditaria, i fratelli Salvatore, Giovanni, Giacomo e Maria figli del fu Simone Grassi da Storo si accordano in merito alla divisione dell'eredità paterna. Notaio: Bartolomeo Toniotti da Cimego (SN) Originale, atto notarile, latino Documento singolo, pergamena, mm 740 (715) x 320, sul verso nota di contenuto sbiadita taglio lungo il lato sinistro, inchiostro sbiadito

J 56 b. 2 (343) Concessione di altare privilegiato 1672 aprile 22 , Roma Santa Maria Maggiore Clemente X concede per un settennio la facoltà dell'altare privilegiato all'altare della confraternita del Santissimo Sacramento eretta nella chiesa di San Floriano di Storo nel giorno della commemorazione dei defunti e sua ottava. Originale, documento di cancelleria papale, latino Documento singolo, pergamena, mm 135 x 400, sul recto annotazione del vicario generale di Trento Giuseppe Vittorio Alberti [d'Enno], 1672 giugno 25, SID

131

J 57 b. 2 (344) Concessione d'indulgenza 1683 giugno 3 , Roma San Pietro Innocenzo XI concede indulgenza plenaria ai confratelli e consorelle della confraternita dei Disciplinati sotto l'invocazione di Sant'Andrea eretta nella chiesa di Sant'Andrea di Storo nel giorno del loro ingresso nel sodalizio e 40 giorni nel giorno della festa della confraternita e in altri quattro giorni da stabilirsi da parte del vescovo di Trento. Originale, documento di cancelleria papale, latino Documento singolo, pergamena, mm 315 x 405, sul recto annotazione del sostituto del vicario generale del vescovo di Trento, 1684 ottobre 14, SID

J 58 b. 2 (345) Concessione 1696 agosto 1 , Roma convento di Santa Maria sopra Minerva Antonino Cloche, maestro generale dell'ordine dei Predicatori, professore di teologia, concede ai fedeli di Storo la facoltà di erigere nella chiesa di San Floriano di Storo la confraternita del Santissimo Rosario e concede l'applicazione di tutte le ingulgenze e i privilegi acquisiti dalle confraternite del Santissimo Rosario. Originale, documento di cancelleria papale, latino Documento singolo, pergamena, mm 340 x 470, sul recto annotazione del vicario generale di Trento Carlo [Emanuele] Voltolini, 1696 settembre 21; sul verso note di contenuto, SPD nella parte centrale superiore miniatura inserita in un ottagono irregolare riportante la Madonna del Rosario con Bambino ai cui piedi stanno un santo e una santa, il testo è inserito in una cornice dorata, le lettere dell'invocazione sono a caratteri in oro e la prima lettera del testo è attorniata da una miniatura con ramo e foglie in oro

J 59 b. 2 (346) Delega papale e concessione d'indulgenza 1710 marzo 29 , Roma San Pietro Clemente XI delega il vescovo di Trento affinché stabilisca le modalità per la benedizione delle campagne nel territorio di Condino infestate da animali nocivi e concede indulgenza ai fedeli che si comunicheranno e pregheranno contro la calamità. Originale, documento di cancelleria papale, latino Documento singolo, pergamena, mm 275 x 395, sul verso delega del vicario generale di Trento a Domenico Silvestro Martinelli priore del convento della Beata Maria Vergine di Strada, 1710 aprile 28, SID

J 60 b. 2 (347) Dichiarazione 1713 novembre 18 , [Venezia] Palazzo ducale Giovanni Corner doge veneziano dichiara che Giorgio Stefani ha fatto copia fedele del testamento di Martino Scaletti. Originale (?), latino Documento singolo, pergamena, frammento (?), mm 100 x 225

132

J 61 b. 2 (348) Concessione di altare privilegiato 1724 giugno 26 , Roma S. Pietro Benedetto XIII concede per un settennio la facoltà dell'altare privilegiato all'altare della confraternita della Beata Maria Vergine dei Sette Dolori eretto nella chiesa di Storo nel giorno della commemorazione dei defunti e sua ottava. Originale, documento di cancelleria papale, latino Documento singolo, pergamena, mm 125 (115) x 410 (120), sul recto visto del vicario generale di Trento, 1724 settembre 23

J 62 b. 2 (349) Conferimento di laurea 1725 marzo 28 , Padova Palazzo episcopale Ludovico da Campo San Pietro, canonico di Padova, e i rappresentanti dell'archiginnasio patavino proclamano Giovanni Antonio figlio di Giovanni Battista Rolandi, sacerdote trentino, dottore in teologia e gli concedono la facoltà di insegnare. Originale, documento di cancelleria vescovile, latino Documento singolo, pergamena, formata da quattro fogli inizialmente legati a quaderno, con miniatura all'interno del primo foglio, mm 235 x 170

133

INDICI

Cose notevoli

Altari (155, 207, 214, 216, 289, 295, 299, 343, 348)

Arredi sacri (10, 29, 207, 214, 219, 272, 275, 278, 289)

Asilo infantile di Storo (190, 192, 193, 206)

Calamità naturali (10, 29, 346)

Campane (199, 216)

Cimitero di Storo (48, 206, 260)

Colera (10, 12, 28, 29, 48, 92)

Consacrazioni di chiesa e di altare (10, 29, 155, 207, 214)

Coro parrocchiale di Storo (188)

Danni guerra (196, 200, 203)

Incendi (141, 235)

Lavori chiesa (10, 29, 196, 197, 201, 207, 214)

Oratorio parrocchiale di Storo (203, 206)

Organo (198)

Reliquie (161, 162, 163) 134

Sacrestano (187, 188)

Via Crucis (155, 190)

Visite decanali (157, 160)

Visite pastorali (10, 29, 56, 70, 125, 153, 157, 160, 207, 214, 215, 261, 263)

135

Istituzioni

Archivio diocesano tridentino di Trento (1, 27)

Associazione degli alpini di Storo (12, 28)

Azione cattolica di Storo (183, 185)

Beneficio curaziale di Storo (164, 175)

Beneficio Gelmini di Storo (187)

Beneficio Giovanelli di Storo (134, 136, 137, 138, 164, 175, 177, 191, 216, 225, 227, 241, 242, 243, 245, 248, 250)

Beneficio parrocchiale di Storo (12, 28, 134, 136, 137, 176, 177, 191, 202)

Beneficio Scalabrini di Storo (134, 136, 137, 138, 164, 175, 177, 191, 216, 225, 226, 227, 229, 231, 241, 243, 248, 250)

Cancelleria aulica di Vienna (72)

Capitanato distrettuale di Tione (169, 236, 238)

Capitolo della Cattedrale di Trento (12, 28, 289, 342)

Cappella al Palvico Vedi: Cappella dei morti di Storo (139)

Cappella dei morti di Storo (12, 28, 139)

Cappella del Santo Rosario di Faserno (139, 189)

Chiesa di Lodrone (205)

136

Chiesa di San Floriano di Storo (1, 12, 28, 48, 100, 101, 102, 103, 104, 118, 122, 134, 136, 137, 138, 143, 145, 155, 164, 175, 177, 191, 197, 202, 207, 213, 214, 216, 218, 220, 225, 227, 236, 238, 241, 243, 261, 263, 272, 275, 276, 278, 289, 290, 294, 295, 296, 299, 300, 304, 305, 306, 308, 309, 310, 311, 312, 313, 314, 315, 318, 320, 322, 343, 345, 348)

Chiesa di San Lorenzo di Storo (12, 28, 139, 201, 216, 311)

Chiesa di Santa Maria di Condino (10, 29, 145, 207, 214, 293)

Chiesa di Sant'Andrea di Storo (12, 28, 48, 155, 197, 205, 216, 289, 299, 300, 344)

Chiesa di Sant'Antonio da Padova di Storo (12, 28, 189, 216)

Città di Trento (10, 29)

Commissariato civile di Tione (172)

Commissione aulica centrale d'organizzazione, Vienna (30, 40, 48)

Comune di Storo (12, 28, 63, 168, 188, 205, 248, 250)

Comunità di Bollone (288)

Comunità di Condino e Brione (293)

Comunità di Magasia (288)

Comunità di Storo (10, 29, 125, 126, 145, 163, 225, 227, 236, 238, 241, 243, 261, 263, 289, 291, 292, 293, 298, 299, 300, 303, 307, 310, 311)

Comunità di Valvestino (288)

Confraternita dei Battuti di Storo Vedi: Confraternita dei Disciplinati (dei Battuti, dei Flagellati) di Storo (12, 28) 137

Confraternita dei Disciplinati (dei Battuti, dei Flagellati) di Storo (12, 28, 205, 344)

Confraternita dei Flagellati di Storo Vedi: Confraternita dei Disciplinati (dei Battuti, dei Flagellati) di Storo (12, 28)

Confraternita dei Santi Giovanni, Antonio e Rocco di Storo (304)

Confraternita del Santissimo Rosario di Storo (311, 313, 345)

Confraternita del Santissimo Sacramento di Storo (139, 206, 261, 262, 263, 268, 269, 271, 308, 309, 311, 343)

Confraternita della Beata Maria Vergine dei Sette Dolori di Storo (205, 348)

Confraternita della Beata Vergine Maria di Venezia (272, 274, 275, 276, 278)

Confraternita della Beatissima Vergine Immacolata del Carmine di Storo (130)

Confraternita della Dottrina cristiana di Storo (216)

Confraternita della Vergine Maria di Storo (261, 263, 272, 275, 296, 304)

Confraternita dell'Addolorata di Storo Vedi: Confraternita della Beata Maria Vergine dei Sette Dolori di Storo (205)

Confraternita di San Giovanni Battista di Storo (261, 263)

Congregazione del Sacro Cuore di Gesù di Storo 138

(131, 206)

Congregazione del Terz'Ordine di San Francesco di Storo (132)

Congregazione delle Suore Sacramentine (190)

Congregazione di carità di Storo (253, 255)

Consiglio scolastico di Storo (173)

Curazia di San Floriano in Storo (10, 12, 28, 29, 35, 50, 51, 155, 158, 216, 290, 301)

Curia arcivescovile di Trento (248, 250)

Decanato di Condino (10, 12, 28, 29, 207, 214, 225, 227, 236, 238, 241, 243, 248, 250, 253, 255, 261, 263)

Diocesi di Trento (10, 12, 28, 29, 30, 40, 48, 53, 56, 207, 214, 225, 227, 236, 238, 241, 243, 248, 250, 253, 255, 261, 263)

Ditta Vincenzo Mascioni di Cuvio (VA), costruttori d'organi (198)

Fabbriceria della chiesa parrocchiale di Storo (137, 188)

Fondazione Giovanni Bizer di Storo Vedi: Legato Bizer di Storo (164)

Fondazione Giovanni Scarpari di Storo Vedi: Legato Scarpari di Storo (164)

Fondazione Martino Coghi di Storo Vedi: Legato Coghi di Storo (164)

Fondazione Moneghini-Boera di Storo (164)

Fonderia Chiappani di Trento 139

(199)

Fondo Sante Anime (Fondo Sante Anime del Purgatorio) di Storo (128, 134, 138, 164, 177, 191, 206, 253, 254, 255, 256, 257, 258, 260)

Giudizio distrettuale di Condino (167)

Giunta provinciale di Trento (1, 248, 250)

Governo per il Tirolo e Vorarlberg (221)

Legati pii di Storo (12, 28, 134, 136, 137, 175, 177, 191, 225, 227, 241, 243, 248, 249, 250)

Legato Bizer di Storo (164, 175, 177, 225, 227, 241, 243, 248, 250)

Legato Canella di Storo (175, 177, 225, 227, 241, 243, 248, 250)

Legato Coghi di Storo (164, 175, 177, 216, 225, 227, 241, 243, 248, 250, 340)

Legato Francesco Cortella di Storo (253, 255)

Legato Moneghini di Storo (253, 255)

Legato Moneghini Salvatore di Storo (260)

Legato Scarpari di Storo (175, 177, 225, 227, 241, 243, 248, 250)

Luogotenenza di Innsbruck (12, 28)

Mansioneria Cortella di Storo (134, 136, 137, 138, 164, 175, 177, 216, 236, 237, 238)

Ministero dell'interno, Direzione generale degli archivi di Stato (1) 140

Missaria Antonio Giovanelli di Storo (164)

Missaria Gilberto Poletti di Storo (164)

Missaria Margherita Giovanelli di Storo (164)

Ordinariato diocesano di Trento (1)

Ordinariato vescovile di Trento (12, 28, 179, 180, 248, 250, 252)

Padri francescani minori (12, 28)

Pane di S. Antonio di Storo (139)

Parrocchia di Sabbionara d'Avio (171)

Parrocchia di San Floriano in Storo (1, 12, 28, 30, 37, 38, 39, 52, 64, 72, 141, 158, 165, 171, 202, 207, 214, 248, 250)

Pieve di Condino (10, 29, 289, 290)

Provincia autonoma di Trento, Soprintendenza per i beni librari e archivistici (1)

Regno d'Italia (40)

Regno d'Italia, Ministero per il culto (221)

Sacro Scapolare di Agrone (216)

Scuola del Corpo di Cristo di Storo Vedi: Confraternita del Santissimo Sacramento di Storo (261, 263) 141

Società dei padri di famiglia di Storo (195)

Soprintendenza alle Belle Arti di Trento (201)

Ufficio amministrativo diocesano di Trento (221)

Ufficio spirituale di Trento (236, 238)

142

Persone a Prato Silvio, signore di Segonzano e canonico di Trento, vicario generale del vescovo di Trento (310)

Alberti d'Enno Giuseppe Vittorio, vicario generale del vescovo di Trento (343)

Alberti Poia Francesco, vicario generale del vescovo di Trento (162)

Albertino da Tridino, vescovo Esiense, suffraganeo del vescovo di Trento (10, 12, 28, 29, 207, 214, 289, 290)

Alessandro di Mazovia, vescovo di Trento (289)

Antonio fu Bartolomeo da Riva, notaio (290)

Antonio, vicario curaziale di Storo (10, 29)

Approvini Gerolamo Approvino fu Nicolò da Trento, notaio (291)

Approvini Nicolò fu Approvino da Trento, notaio (291)

Approvini Stefano, cancelliere vescovile di Trento (303)

Armanini Domenico da Storo, massaro della chiesa di San Lorenzo di Storo (334)

Armanini Girolamo fu Baldassarre da Storo, farmacista (320)

Arnoldino di Nicolò detto Cumpater da 143

Lodrone, notaio (288)

Balestra Michele, parroco di Storo (12, 28)

Baratella Antonio fu Benedetto, commissario dei legati pii di Storo (125)

Baratella Giovanni, parroco di Giustino e Massimeno (112)

Basinelli Simone fu Simone da Storo (311)

Battaiola Malcotti Lucia fu Bortolo, moglie di Ludovico fu Giovanni Battista da Storo (329)

Battitori Gaudenzio di Giulio da Saone, notaio (163, 316, 317, 318, 319, 321, 322, 323, 324, 325, 326, 327, 328, 329, 330, 331, 332, 334, 335, 336, 337, 338, 339)

Beltramolli Carastiolis (de) Buonafemmina fu Bartolomeo da Storo, moglie di Bertolino (306)

Benedetto, abbate del monastero di San Lorenzo di Trento, eletto vescovo di Trento (289)

Benedetto XIII, papa (348)

Berti Giovanni di Stefano da Storo (163)

Bertini Luigi da Cimego, curato di Storo (10, 29, 178)

Bertolotti Parisini Caterina fu Antonio da Tiarno, moglie di Bernardo da Storo (321)

Beseno (di) Corrado II, vescovo di Trento (207, 214)

144

Bevilacqua Luigi da Malé, curato di Storo (10, 29, 145)

Bizer Giovanni, fondatore del legato Bizer di Storo (248, 250)

Bonardi Giacomolli Agneta, moglie di Antonio da Storo (326)

Bonomini Antonio di Battista, massaro della confraternita del Santissimo Rosario di Storo (315, 318)

Bonomini Giacomino fu Comino Trivellini da Storo (326)

Borvio Luigi da Riva del Garda, curato di Storo (10, 29)

Brugnoli Bartolomeo fu Giovanni da Storo (323)

Brugnoli Francesco fu Giovanni da Storo (323)

Calligari Mancalino Antonio fu Bernardo da Storo (324)

Camozzi Giovanni, vicario di Storo (335, 336)

Canella Andrea, fondatore del legato Canella di Storo (248, 250)

Canella Lorenzo fu Giovanni da Storo, priore e tesoriere della confraternita del Santissimo Rosario di Storo (312, 314)

Canetti Giacomo fu Giovanni da Storo (337)

Carettoni Armanino da Storo 145

(328)

Carettoni Pietro, vicario di Storo (342)

Carrari Antonio da Bagolino, curato di Storo (10, 29)

Casna Pietro da Rabbi, curato di Storo (10, 29)

Cattarina Antonio fu Pietro da Storo (332)

Cattarina Pietro fu Pietro da Storo (332)

Charanstiolis Francesco, console della comunità di Storo (297)

Charis (de) Cipriano, suffraganeo del vescovo di Trento (207, 214, 295)

Chemotti Francesco, curato di Storo (10, 29)

Chiusole Nicolò fu Filippo cittadino e abitante a Trento, notaio (310)

Chizzoni Paride fu Pietro del fu Bartolomeo da Storo (300)

Cilaus Cristoforo, arciprete di Condino (310)

Clemente VIII, papa (261, 263)

Clemente X, papa (261, 263, 343)

Clemente XI, papa (346)

146

Cles Bernardo, principe vescovo di Trento (295, 301)

Cles (da) Andreas, procuratore fiscale di Udalrico Frundsberg principe vescovo di Trento (291)

Cloche Antonino, maestro generale dell'Ordine dei Predicatori (345)

Coghi Domenica, moglie di Martino da Storo (248, 250)

Coghi Martino fu Giovanni da Storo, fondatore del legato Coghi di Storo (164, 248, 250, 340, 341)

Colmano Luigi, parroco di Storo (12, 28, 153, 178)

Condinelli Salvatore di Antonio da Condino, notaio (322)

Corner Giovanni, doge di Venezia (347)

Cortella de Poli Vigilio, massaro del fondo Sante Anime di Storo (257)

Cortella, famiglia di Storo (12, 28, 189, 236, 238)

Cortella Francesco, amministratore della mansioneria Cortella di Storo (236, 238)

Cortella Poli Francesco da Storo, console della comunità di Storo (312)

Cortella Salvatore, capocomune di Storo (145)

Cretti Giorgio da Vigne d'Arco, curato di Storo 147

(10, 29, 322, 328)

Cristoforetti Giuseppe Cristoforo da Volano, curato di Storo (10, 29)

Cristoforo, santo (197)

Danieli Domenico Giovanni da Calavino, curato di Storo (10, 29)

de Ferrari Carlo, vescovo di Trento (108)

Dolci Giacomo fu Salvatore (335)

Dolzani Andrea, governatore della comunità di Storo (33)

Endrici Celestino, vescovo di Trento (56)

Ermon Francesco, parroco di Storo (12, 28, 48, 50, 62, 142, 153, 171, 178)

Eugenio IV, papa (10, 29, 289, 290)

Facchini Simone, parroco di Storo (12, 28)

Fantoni Andrea da Bergamo, intagliatore (207, 214)

Fantoni Graziano da Bergamo, intagliatore (207, 214)

Farfengo (de) Silvestro, frate degli ordini minori di San Francesco, subdelegato per il Giubileo (303)

Farnese Alessandro, cardinale e vescovo di Ostia, vicecancelliere della confraterrnita del Santissimo Corpo di Cristo di Roma 148

(308, 309)

Felicola, santa (162, 163)

Ferrari, famiglia di Storo (156)

Ferrari Giuseppe, governatore della comunità di Storo (33)

Ferraris Giovanni Domenico da Riva, mercante (297)

Ferretti Antonio, massaro della chiesa di San Floriano di Storo (339)

Festi Ippolito, curato di Storo (10, 29)

Flabbi Vigilio, parroco di Storo (1, 12, 28, 108, 109, 110, 111, 143, 153, 178)

Floriano, santo (207, 214, 216)

Franceschini Francesco detto il Malingambe da Storo (216)

Franceschino fu Melchiorre da Breguzzo, notaio (293)

Frati Zovanardi Pasqua fu Giacomo da Bondone, moglie di Giacomino (326)

Frugerio fu Casdole, console della comunità di Storo (288)

Frundsberg Udalrico, principe vescovo di Trento (291)

149

Gallo Giovanni Antonio, vicario generale del vescovo di Trento (303)

Galvani Giuseppe, reggente della parrocchia di Storo (171)

Gargano Lodovico da Salò, curato di Storo (10, 29)

Gatta Nicolò, delegato apostolico (295)

Gelmini Antonio detto Grasotto fu Francesco da Storo (322)

Gelmini Isabetta di Antonio da Storo (322)

Gentili Francesco da Gardumo, curato di Storo (10, 29)

Ghezzi Luigi, curato di Storo (1, 10, 29, 236, 238)

Giacomo, curato di Storo (10, 29, 291)

Giacomo di Giovanni del fu Boldino da Agrone, notaio (289)

Giacomolli Antonio fu Antonio Condino da Storo (326)

Giacomolli Delaidino fu Antonio Condino da Storo (326)

Giacomolli Vigilio fu Antonio Condino da Storo (326)

Gioseffi Cristoforo da Volano, curato di Storo (10, 29, 33) 150

Giovanelli, famiglia di Storo (241, 243)

Giovanelli Francesco fu Pietro da Storo (241, 243)

Giovanelli Giovanni Pietro fu Simone da Storo (342)

Giovanelli Simone detto Lovo fu Bertolino da Storo, console della comunità di Storo (302)

Giovanni fu Gualengo, console della comunità di Storo (288)

Girardi Bartolomeo fu Giovanni da Cimego, notaio (311, 320)

Girardi Bartolomeo, rappresentante della scuola di San Giovanni di Storo (320)

Giuseppe II, imperatore d'Austria (261, 263)

Grassi Giacomo fu Simone da Storo (342)

Grassi Giovanni fu Simone da Storo (342)

Grassi Maria fu Simone da Storo (342)

Grassi Salvatore fu Simone da Storo (342)

Gregorio XIII, papa (271, 307, 309)

Guglielmino, console della comunità di Storo (10, 29, 290)

151

Guglielmo fu Giovanni detto Quotto Tonino Maganze da Storo (294)

Innocenzo X, papa (333)

Innocenzo XI, papa (344)

Lichtenstein Udalrico, principe vescovo di Trento (292)

Lodrone (di), conti (207, 214)

Lorenzo, curato di Storo (10, 29)

Lorenzo fu Manfredo di Roccafranca (BS), curato di Storo (10, 29)

Lorenzo, santo (207, 214)

Luciano, santo (163)

Ludovico da Campo San Pietro, canonico di Padova (349)

Luschin Francesco Saverio, vescovo di Trento (90, 105, 113)

Madruzzo Carlo Emanuele, principe vescovo di Trento (10, 29)

Madruzzo Cristoforo, cardinale e principe vescovo di Trento (304)

Madruzzo Ludovico, cardinale e principe vescovo di Trento (307, 308, 309) 152

Malacarne Tinelli Giovanni, massaro della chiesa di San Lorenzo di Storo (334)

Malcotti Bartolo di Giovanni da Storo, notaio (302)

Malcotti Domenico, beneficiato Scalabrini di Storo (48, 229)

Malcotti Giovanni Battista fu Giovanni da Storo (315)

Malcotti Giovanni fu Bertolino da Storo, arbitro (302)

Malcotti Ludovico fu Giovanni Battista da Storo (329)

Maldurus Bartolomeo fu Domenico, subpriore della confraternita del Santissimo Rosario di Storo (315)

Marco, santo (349)

Marini Niccolò da Darzo, curato di Storo (10, 29)

Martinelli Domenico Silvestro, priore del convento della Beata Vergine Maria di Strada (346)

Martinelli Martino da Lardaro, curato di Storo (10, 29)

Martino Pietro da Trento, curato di Storo (10, 29)

Marzadri Floriano fu Boninsegna da Storo 153

(296)

Massaleo Andrea, notaio di Venezia (236, 238)

Maurizio, santo (12, 28)

Mezzi Giovanni Battista, cooperatore a Storo (40)

Mezzi Pietro fu Matteo, massaro della chiesa di San Floriano di Storo (339)

Moneghini Salvatore fu Lorenzo da Storo (253, 255)

Morelli Valentino, cooperatore a Storo (142)

Moscardino Adamo, dottore di Riva (329)

Negri Battista fu Paride da Storo (306)

Negri Florino fu Cristoforo da Storo, delegato del vicario di Storo (302)

Ottolini Giovanni Antonio, curato di Storo (10, 29)

Pagnoni Armanino fu Giovanni da Storo (317)

Pagnoni Carettoni Domenico fu Simone da Storo, massaro della confraternita di Santa Maria di Storo (305)

Panizza Ignazio, parroco di Storo (12, 28, 178)

Paoli (de) Domenico, console della comunità di Storo 154

(298)

Paoli (de) Francesco fu Domenico da Storo (261, 263, 299)

Paolo III, papa (308)

Paolo V, papa (30, 40, 48, 53, 56, 313)

Parisini Antonio fu Bernardo da Storo, daziere (327, 329, 330, 331, 332, 334, 335, 336, 338, 339)

Parisini Armanini Maria di Bernardo da Storo, moglie di Girolamo fu Baldassarre (320)

Parisini Bernardo fu Comino (Giacomino) da Storo, daziere (316, 317, 319, 320, 321, 323, 324, 325)

Parisini Canetti Caterina di Antonio, moglie di Giovanni da Storo (337)

Parisini Giacomino di Bernardo da Storo (321)

Parisini Poli Agneta fu Bernardo, moglie di Bartolomeo da Storo (327)

Parisini Soldati Anna fu Giacomino da Storo, moglie di Marino fu Bernardino (338)

Parisini Zontini Maria fu Bernardo, vedova di Pietro fu Antonio da Storo (331)

Parolari Giovanni fu Salvatore da Storo (328)

Pasi Bernardino da Trento, curato di Storo (10, 29)

Pedrem Bernardo detto Snainer fu Domenico 155 da Storo (319)

Pegoretti Giovanni Battista da Povo, curato di Storo (10, 29)

Penate Melchiorre fu Bertolino da Storo, massaro e governatore della confraternita di Santa Maria di Storo (294)

Personeno Alessandro della diocesi di Bergamo, curato di Storo (10, 29, 301)

Peterlini Antonio, curato di Storo (10, 29)

Pietro fu Bacchino da Moerna (288)

Pio X, papa (65)

Pirotus Nicolò da Roma, segretario dell'arciconfraternita del Santissimo Corpo di Cristo di Roma (308, 309)

Plegatti Bertolino da Storo, vicario di Storo (305)

Poletti Battista, massaro della confraternita della Beata Vergine Maria di Venezia (278)

Poletti, famiglia di Storo (225, 227)

Poletti Scalabrini Bona, moglie di Francesco da Storo (225, 227)

Poli Bartolomeo fu Salvatore da Storo (327)

Poli Bartolomeo, procuratore della comunità di Storo (310) 156

Poli Comino fu Antonio da Storo, arbitro (302)

Poli Domenico da Storo, rappresentante della confraternita del Santissimo Rosario di Storo (318)

Poli Giovanni fu Paolo Polatie da Storo (325)

Poli Giovanni Maria fu Vigilio detto Cortella da Storo, fondatore della mansioneria Cortella di Storo (236, 238)

Poli Melchiorre, massaro della chiesa di San Floriano di Storo (328)

Poli Parisini Maria fu Francesco Cimolino, moglie di Antonio fu Bernardo da Storo (332)

Poli Salvatore fu Francesco Cimolino da Storo (332)

Polli Giovanni Battista da Storo (253, 255)

Prada Domenico da Faida di Piné, curato di Storo (10, 29)

Prisciano, santo (162, 163)

Redolfi Giacomo, arciprete di Condino (12, 28)

Regensburger Giacomo, parroco di Storo (1, 12, 28, 62, 141, 153, 178, 188)

Roccabruna Saoni Giulia fu Cristoforo, moglie di Antonio da Riva (330)

157

Rolandi Domenico da Storo, curato di Storo (10, 29)

Rolandi Giovanni Antonio di Giovanni Battista, dottore in teologia (349)

Rossi Giovanni, curato di Storo (10, 29)

Rotondi Antonio fu Nicolò da Storo (302)

Rotondi Giovanni fu Federico da Storo (302)

Rotondi Pietro fu Nicolò da Storo (302)

Rotondi Salvatore fu Federico da Storo (302)

Rotondi Vigilio fu Pietro da Storo, notaio (305)

Saibanti Mansueto, cappellano a Storo (56, 63)

Salvaterra Alessandro di Nicolò da Tione, notaio (315)

Salvotti Giovanni, delegato del vicario di Storo (322)

Salvotti Pietro fu Comino da Storo, massaro della confraternita di Santa Maria di Storo (305)

Santoni Baldassare, curato di Storo (10, 29)

Saoni Giorgio fu Antonio da Riva (330)

Scalabrini, famiglia di Storo (225, 227)

158

Scalabrini Francesco fu Pietro da Storo (225, 227)

Scaletti Giovanni da Storo, notaio (156)

Scaletti Martino da Storo (347)

Scansoni Pietro da Riva del Garda, curato di Storo (10, 29)

Scarpari Domenico, rappresentante del legato Scarpari di Storo (248, 250)

Scarpari don Giovanni da Storo, fondatore del legato Scarpari di Storo (248, 250)

Scarpari, famiglia di Storo (248, 250)

Scarpari Giovanni, beneficiato del legato Coghi di Storo (248, 250)

Scarpari Giovanni Pietro da Storo, curato di Storo (10, 29)

Scarpari Salvatore, beneficiato del legato Scarpari di Storo (248, 250)

Scarpari Salvatore da Storo, curato di Storo (10, 29)

Schiavo Giovanni Antonio fu Pietro da Storo, notaio (306)

Schiavo Pietro fu Giovanni da Storo, notaio (294, 296, 297, 298, 299, 300)

Schrattenberger (de) Giuseppe, curato di Storo (10, 29) 159

Sclavini Giovanni Battista fu Giovanni Battista, commissario dei legati pii di Storo (125)

Sclavis (de) Domenico, curato di Storo (10, 29, 298)

Scutelli Carlo Antonio da Trento, notaio (162)

Serafini Domenico fu Bortolo, commissario dei legati pii di Storo (125)

Serafini Marino fu Pietro da Storo (314, 318)

Silvestro, arciprete di Condino (10, 29, 290)

Soldanelli Salvatore, vicario di Storo (302)

Soldanelli Tonini Zucchetti Giovanna fu Vigilio da Storo, moglie di Simone Cesare (305)

Soldati Marino fu Bernardino (338)

Sordelli Filippo, curato di Storo (10, 29)

Stefani Antonio, vicario di Storo (297)

Stefani Giorgio (347)

Tamburini Giovanni Pietro, curato di Storo (10, 29)

Tomio Renato, parroco di Storo (12, 28)

Tonini Carlo Luigi, cooperatore a Storo (107) 160

Tonini Domenica fu Antonio Gelmino da Storo (336)

Tonini Emanuele da Storo (205)

Tonini Gelmino fu Antonio da Storo (335, 336)

Tonini Giovanna fu Antonio da Storo (335, 336)

Tonini Giovanna, vedova di Antonio fu Antonio Gelmino da Storo (336)

Tonini Lorenzo fu Giovanni da Storo (316)

Tonini Salvatore da Storo, vicario di Storo (298)

Toniotti Bartolomeo da Cimego, notaio (163, 316, 317, 319, 321, 323, 324, 325, 326, 327, 328, 329, 330, 331, 332, 334, 335, 336, 337, 338, 339, 340, 341, 342)

Tulla Lorenzo, massaro del fondo Sante Anime di Storo (257)

Valenti Giovanni Battista da Monclassico, curato di Storo (10, 29)

Valussi Eugenio Carlo, vescovo di Trento (12, 28)

Vedovelli Bartolomeo da Breguzzo, curato di Storo (10, 29, 261, 263)

Vedovelli Giovanni da Breguzzo, curato di Storo (10, 29, 124, 125, 215, 216)

Visintainer Filippo da Cles, curato di Storo (10, 29) 161

Voltolini Carlo Emanuele, vicario generale del vescovo di Trento (345)

Wolkenstein Teobaldo, eletto vescovo di Trento (289)

Zadra Giovanni, curato di Storo (10, 29, 236, 238)

Zambaiti Simone Albano, vicario generale del vescovo di Trento (90, 113)

Zambelli Bartolomeo da Trento, curato supplente di Storo (10, 29)

Zanetti Antonio di Domenico da Storo, notaio (293)

Zanetti Domenico da Storo, vicario delle Giudicarie interiori per il vescovo di Trento (293)

Zanetti Giacomo, reggente della parrocchia di Storo (171)

Zanetti Giovanni Andrea di Antonio da Storo, notaio (312, 314)

Zanetti Vincenzo da Darzo (241, 243)

Zanoni Domenico da Egna, curato di Storo (10, 29)

Zanotis (de) Matteo da Luxolo nella diocesi di Luni (La Spezia), curato di Storo (298, 301)

Zocchi Luigi da Storo, amministratore (225, 227, 236, 238)

162

Zontinelli Domenico di Antonio da Storo, massaro e governatore della confraternita di Santa Maria di Storo (294)

Zontini Armanno Bertino, vicario di Storo (329)

Zontini Bernardo fu Antonio da Storo (253, 255)

Zontini Giovanni detto il Re di Storro fu Begnudo da Storo (335)

Zovanardi Bartolomeo fu Bonardo da Bondone (326)

Zovanardi Giacomino fu Bonardo da Bondone (326)

163

Toponimi

Ampola, località di Storo (12, 28)

Araur (dell'), contrada di Storo (318)

Astori Vedi: Storo (Astori, Setaurum, Setorium, Setorum, Sitorum, Staurium, Stor, Storium, Storro, Subtaurum, Sutorum) (10, 29)

Avio (108)

Bondone (12, 28)

Cà Rossa, località di Storo (12, 28)

Cadine (108)

Campel (in), località di Storo (316)

Capitel (al) del Molino, località di Storo (312)

Carinzia (207, 214)

Chiese, fiume (10, 29, 145)

Coccaglio (BS) (198)

Condino (10, 12, 28, 29, 153, 207, 214, 346)

Darzo (12, 28)

Faserno, monte di Storo (189, 316) 164

Foilo, contrada di Storo (326)

Gaggio, località di Storo (326)

Galeaza, calle di Venezia (272, 275, 278)

Gazo (zo in), località di Storo (321)

Grotta (alla, nella), località di Storo (321, 330)

Horti (sotto li) delli Pagnoni, località di Storo (331)

Lavezze, località di Storo (317, 323)

Lodrone (12, 28)

Martinello, località di Storo (320)

Mori (108)

Palvico, fiume (12, 28)

Pescine, contrada di Storo (332)

Pillà, contrada di Storo (335)

Ponte (al) del Pellà, località di Storo (321)

Ponte della Lura (al di là del), contrada di Storo (299)

165

Prael, località di Storo (294)

Predello, contrada di Storo (305, 306, 321, 331)

Ripandolo, contrada di Storo (329)

Riva del Garda (329)

Roccola, contrada di Storo (325)

Roma (207, 214)

Ronc (il), località di Storo (315)

Ronchola (in), contrada di Storo (306)

Rondasino, contrada di Storo (324)

Saletto, contrada di Storo (296, 315, 320)

San Bartolomio, contrada di Venezia (272, 275, 278)

Sant'Andrea, località di Storo (328)

Sorini, località di Storo (317, 319, 321, 323)

Spenigolo, contrada di Storo (321)

Spormaggiore (108)

Storo (Astori, Setaurum, Setorium, Setorum, Sitorum, Staurium, Stor, Storium, Storro, 166

Subtaurum, Sutorum) (1, 10, 12, 28, 29, 40, 48, 56, 92, 107, 114, 124, 142, 143, 153, 167, 172, 200, 207, 214, 225, 227, 236, 238, 241, 243, 248, 250, 253, 255, 261, 263)

Thamaris (ai), località di Storo (299)

Tiarno di Sopra (12, 28)

Tirolo (10, 29, 72)

Tombea, monte di Storo (288)

Torino (171)

Trentino (261, 263)

Trento (221)

Valle del Chiese (10, 29)

Valle dell'Adige (171)

Valli Giudicarie (12, 28)

Venezia (207, 214, 236, 238, 272, 275, 276)

Volta (alla) de' Gazo, località di Storo (314)

167