Cavese, ipotesi Fusco per il ruolo di ds

CAVA DE’ TIRRENI – Dopo la conferenza stampa del presidente Santoriello, poco o nulla si è mosso a Cava de’ Tirreni. La società, naturalmente attende, la fine dei campionati, per poter muovere i primi passi. La Cavese, infatti, punta alla riammissione in , grazie alla forza dei suoi bilanci. Bisognerà vedere quanti posti ci saranno liberi e in graduatoria come sarà posizionata la squadra metelliana. Al momento la Cavese però deve pensare di essere in D e di costruire una squadra che possa tornare subito in terza serie sul terreno di gioco. L’obiettivo è di costruire un organico forte che in caso di riammissione avrebbe bisogno soltanto di pochi correttivi. Uno dei primi nodi da sciogliere riguarda la figura del nuovo direttore sportivo. La società metelliana avrebbe già trovato il nuovo direttore sportivo: si tratta di Pietro Fusco, ex Spezia, fino a gennaio ds della Sambenedettese in Lega Pro. Fusco avrebbe vinto la concorrenza di Fernandez. Per la panchina uno dei nomi circolato in queste ore è quello dell’esperto Giacomarro.

Covid: morto Vanacore, vice- allenatore della Cavese

Antonio Vanacore, vice -allenatore della Cavese (club di serie C, girone C) che aveva contratto il Covid-19 e’ morto ai 45 anni nell’ospedale di Frattamaggiore (Napoli). Ex calciatore, allenatore in seconda di , era tornato a Cava de’ Tirreni (SALERNO) a dicembre dopo l’esperienza dello scorso anno. Da calciatore aveva disputato piu’ di 150 partite tra serie C e , ritirandosi nel 2013. “La comunica con immenso dolore la scomparsa del vice allenatore Antonio Vanacore”, ha scritto il club di Cava dei Tirreni SALERNO), che in un messaggio alla famiglia lo definisce “uomo e professionista insostituibile”. Vanacore aveva contratto il virus a meta’ febbraio: inizialmente si era curato a casa poi, quando i livelli di saturazione si erano fatti preoccupanti, era stato trasferito in ospedale. Il Covid, nelle scorse settimane ha colpito in modo importante la Cavese: con 25 positivi (17 calciatori, 4 dirigenti e 4 componenti dello staff tecnico) la societa’ e’ stata costretta a rinviare due partite di campionato. Adesso che il gruppo e’ quasi completamente negativizzato, e’ arrivata la notizia della morte dell’allenatore in seconda.

Cavese, il ricordo del capitano Bruno Mazzotta

Il ricordo di Bruno Mazzotta, storico capitano della Cavese del dopoguerra, deceduto all’età di 25 anni, nel 70esimo anniversario della morte. Sono trascorsi 70 lunghi anni da un avvenimento luttuoso (una morte ad oggi rimasta ancora senza un perché) che getto’ nello sconforto l’intera città di Cava dei Tirreni, perché la privò di uno dei suoi giovani figli più brillanti, l’amatissimo capitano della sua squadra di calcio, Bruno Mazzotta. Il (suo malgrado ) protagonista sfortunato di quella tragedia era il fratello (per parte di madre) di mio padre, lo zio che non ho mai conosciuto. La vicenda ha origine negli anni immediatamente successivi al secondo disastroso conflitto mondiale, in un paese distrutto, nel quale la guerra ha lasciato lutti e rovine. Ma nei sopravvissuti( e Bruno Mazzotta è uno di quelli, essendosi trovato nel 1944 sulla linea del fronte proprio mentre infuria la tremenda battaglia di Cassino che porterà all’infame distruzione alleata della millenaria abbazia) la voglia di ripartire e di vivere, superando quei momenti bui così ancora tremendamente angoscianti e recenti è grande ed il calcio è la passione numero uno di quei ragazzi come lui, dotati di naturale talento. Bruno è nato a Cava dei Tirreni il primo luglio 1925 da Matilde Casaburi e Luigi Mazzotta, che di lì a poco dovrà trasferirsi a Gorizia con la famiglia in ragione del proprio lavoro (siamo negli anni seguenti alla prima guerra mondiale, in quella terra di frontiera oggetto di annoso contenzioso, quel confine orientale dove i nazionalismi fanno prepotentemente sentire i risentimenti inevitabilmente non sopiti). Nei miei ricordi di bambino al riguardo è rimasto indelebilmente impresso quello che la nonna Matilde – che mi aveva insegnato la canzone del Piave che soleva cantare spesso, lei di profondi sentimenti nazionali, e che da allora conosco strofa per strofa a memoria- mi raccontava di quel periodo vissuto in quelle lande martoriate ed in particolare dei rancori esistenti tra gli italiani di quelle zone e gli jugoslavi, derivanti da una oggettiva e profonda diversità culturale, di usi e costumi. Il soggiorno in quelle lande lontane non dura molto, perché Luigi Mazzotta improvvisamente muore e mia nonna è costretta a tornare a Cava con il piccolo Bruno, dove si risposerà con Francesco Cuoco, dalla cui unione nascerà mio padre Salvatore. Bruno cresce e gioca –bene- a calcio, oltre a studiare all’Università con profitto Giurisprudenza ed ad avere una bella fidanzata, la signorina Annamaria Amabile, di nobile famiglia cavese: è buono di animo, generoso e benvoluto da tutti, ed è un ottimo atleta, tanto da diventare un giovanissimo capitano della Cavese, pur con la presenza in squadra di calciatori di esperienza e di valore più grandi di lui. Quella Cavese è una squadra forte, che macina un calcio pratico ed efficace ma anche bello da vedersi, che vince due campionati di seguito ed approda in , che nella graduatoria dei campionati allora veniva subito dopo la serie C, e Bruno ne è l’alfiere e il capitano. Il mio capitano, come affettuosamente mister Piero Santin (allora giovanissimo calciatore, che trenta anni dopo avrebbe portato in serie B la Cavese come allenatore) amava chiamarlo. «Era un giocatore molto tecnico, un centrocampista di gran classe, ma anche un punto di riferimento e una guida per noi giovani” ricorderà mister Santin in un’intervista che gli feci per il “Roma” del direttore D’Angelo in occasione dei trenta anni dalla vittoria conseguita dalla Cavese sul a S. Siro il 7 novembre 1982. Senonché, per un crudele scherzo del destino, proprio nel momento di maggior fulgore fisico e di vita, nella prospettiva delle nozze con la signorina Amabile e di una laurea in Giurisprudenza, nonché sulle ali dei successi sportivi e dell’amore dei tifosi, la gioia si trasforma in dramma, e dopo quello che mio padre mi definì uno scontro di gioco, dal quale si riebbe dopo essere stato soccorso con i mezzi che allora la medicina sportiva aveva a disposizione, tornato a casa lo zio Bruno fu costretto a patire una settimana di fortissimi, laceranti dolori di testa, dai quali derivò una devastante emorragia interna che lo portò alla morte, a nemmeno 26 anni, il 18 febbraio del 1951. Le cause della morte non furono mai definitivamente chiarite, in un epoca ed in un periodo in cui la medicina sportiva non godeva dei mezzi strumentali e della diagnostica di cui dispone adesso. I funerali furono un evento di popolo come mai se ne era visto a Cava de’ Tirreni, con tutta la città che si strinse intorno al feretro del giovane capitano della Cavese, con la maglia biancoblu con il numero sei con l’aquilotto disposta sulla bara, che le cronache dell’epoca narrano come solenni e commoventi. Anni dopo allo zio Bruno, con la costruzione del nuovo impianto di via Mazzini, in molti sostennero che sarebbe stato doveroso intitolargli il nuovo stadio, lui capitano della Cavese, figlio di Cava dei Tirreni e morto per cause di gioco per la maglia blu e bianca degli aquilotti e la candidatura arrivò alle soglie della valutazione della casa comunale cittadina. Ma le strade della politica portarono prima a dilatorie non scelte, poi, frettolosamente ad una scelta che – lo dico con grande rispetto per i familiari ed i genitori della sfortunata Simonetta Lamberti , la prof. Angela Procaccini già collega di mio padre buonanima al “Matteo Della Corte” ed il dr. Alfonso Lamberti scomparso qualche anno fa– apparve avere poco a che fare con lo sport ed il calcio in particolare, essendo legata la intitolazione degli stadi per consolidata tradizione alla memoria di un’atleta scomparso. Nell’occasione la decisione assunta con delibera di giunta suscitò perplessità per le ragioni summenzionate, ma mio padre il prof. Salvatore Cuoco, con la sua innata discrezione e la sua profonda signorilità non volle mai fare alcuna pressione ne’polemica per indirizzare una decisione che oggettivamente avrebbe dovuto conseguire ex se, come lo stesso mister Piero Santin ebbe esplicitamente a dichiarare. I 70 anni dalla tragica scomparsa di Bruno Mazzotta, che molti giovani tifosi aquilotti non hanno magari mai sentito nominare e che il presente ricordo mi auguro possa essere servito a far conoscere, possono rappresentare anche un invito all’attuale amministrazione comunale ad onorare un debito morale nei confronti del compianto Bruno Mazzotta,in ragione del suo sacrificio per la squadra e la città , per ricordarlo almeno con l’intitolazione di una piazza o di una strada cittadina. Il dramma di Bruno Mazzotta si compiva tanti anni fa. Ma come è ben noto, ancora oggi le morti di calciatori– e sportivi in genere -, anche i più ligi e scrupolosi e seri nel condurre una vita da atleta, si ripetono sui campi di gioco. Per questo la battaglia per la sicurezza della salute degli atleti va sostenuta e incoraggiata, per evitare che eventi siffatti possano ripetersi. Se non del tutto – sarebbe un’utopia, data anche la componente fatalistica di tali accadimenti – ma almeno con frequenza minore e soprattutto non in ragione della mancata prevenzione e dei mancati indispensabili controlli. Francesco Cuoco

Cavese, primo punto in casa che serve a poco di Francesco De Pisapia

CAVESE-V.FRANCAVILLA 0-0 CAVESE (4-3-3): Russo; Tazza, Matino, De Franco, Semeraro (dal 41’st Ricchi); Matera, Pompetti (dal 35’st 5 Lulli), Esposito; Senesi (dal 19’ st Vivacqua), Germinale (dal 41’st De Rosa), Russotto. A disposizione: Bisogno, Favasuli, De Paoli, Onisa, Marzupio, Montaperto, Cannistrà, Nunziante. All.: Vincenzo Maiuri

VIRTUS FRANCAVILLA (3-5-2): Crispino; Delvino, Pambianchi (dal 12’ pt Sparandeo), Caporale; Giannotti, Franco, Di Cosmo, Castorani (dal 37’st Tchetchoua), Nunzella (dal 37’st Zenuni); Puntoriere (dal 36’st Carella), Vazquez. A disposizione: Costa, Sarcinella, Celli, Mastropietro, Buglia, Calcagno, Magnavita. All.: Bruno Trocini

ARBITRO: sig. Emanuele Frascaro di Firenze (Andrea Cravotta di Città di Castello e Stefano Camilli di Foligno); Quarto ufficiale: Giuseppe Vingo di Pisa

NOTE: giornata di sole; terreno di gioco in buone condizioni. Gara giocata a porte chiuse. Osservato un minuto di silenzio per la scomparsa in settimana del calciatore Paolo Rossi, protagonista del Mundial 82’. Ammoniti: Franco (VF); Esposito (C); Russotto (C); Carella (VF); Delvino (VF); Zenuni (VF); Crispino (VF). Angoli 7 a 6 per la Cavese. Recuperi: 1′ pt; 3′ st.

CAVA DE’ TIRRENI – Il “Simonetta Lamberti” resta e resterà un tabù per questo 2020. I metelliani non riescono a conquistare l’intera posta in palio contro la Virtus Francavilla, squadra rodata che ha confermato della scorsa stagione ben sette undicesimi tra quelli schierati in campo sin dal primo minuto ed allungato con il pareggio di oggi la sua serie positiva.

L’articolo completo sull’edizione digitale di oggi Piccoli passi in avanti ma la Cavese va ancora ko

CATANZARO-CAVESE 2-1

CATANZARO (3-4-1-2): Branduani; Riccardi (dal 1’st Evan’s), Fazio, Martinelli; Casoli, Verna (dal 48’st Corapi), Risolo, Garufo; Carlini (dal 35’st Baldassin); Di Massimo (dal 20’st Di Piazza), Curiale (dal 1’st Evacuo). A disposizione: Iannì, Di Gennaro, Contessa, Corapi, Salines, Riggio, Pinna, Altobelli. All.

CAVESE (4-3-3): Bisogno; Tazza, Matino(dal 1’st 13 Marzupio), De Franco, Semeraro; Cuccurullo (dal 15’st Onisa), Favasuli, Esposito; Senesi (dal 33’st Montaperto), Vivacqua (dal 21’st Germinale), Russotto. A disposizione: D’Andrea, Paduano, Ricchi, Migliorini, De Paoli, Forte, Cannistrà, Pompetti. All.: Vincenzo Maiuri (in panchina Felice Scotto)

ARBITRO: sig. Antonino Costanza di Agrigento (Marco Toce e Giuseppe Luca Lisi entrambi di Firenze); Quarto ufficiale: Alessandro Cutrufo di Catania

MARCATORI: 17′ st Risolo (Cz), 40’ st Di Piazza (Cz), 47’ st (rig.) Germinale (Cv)

NOTE: giornata con sole, vento e pioggia; terreno di gioco in buone condizioni. Gara giocata a porte chiuse. Ammoniti: al 30’ st Tazza (Cv); al 37′ st Evan’s (Cz); al 46’ st Risolo (Cz). Angoli 5 a 5. Recuperi: 1′ pt; 5′ st.

CATANZARO – Nemmeno l’avvento del neo tecnico Maiuri (in panchina però è andato il suo secondo Scotto), dopo lo scossone dei quadri tecnici avvenuto in settimana, è riuscito ad invertire quel trend negativo cominciato con la Ternana. C’è da dire però che, fino al vantaggio dei padroni di casa, la Cavese non aveva affatto demeritato. Calabresi che rispetto a sette giorni fa schierano solo Garufo al posto di Contessa sulla corsia sinistra di centrocampo. La Cavese, con la novità Germinale in panchina, viene confermata dal neo tecnico sia nel modulo che in quasi in tutti gli uomini scesi in campo contro il Foggia, ma con qualche cambio di ruolo.

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Lutto Cavese, è morto lo storico massaggiatore Ugo Russo di Adriano Rescigno

In un battito di ciglia sono andati via trent’anni di storia della Cavese. Ugo Russo, massaggiatore, ma nei fatti un padre e fratello per tutti quelli che hanno vestito la casacca biancoblù, si è spento all’età di 72 anni all’ospedale di Eboli. Insieme alla pioggia battente le lacrime dei tifosi, insieme alla pioggia battente all’arrivo della notizia si sono fermati anche gli allenamenti della squadra. Nessuno ha resistito, nessuno è voluto rimanere distante alla famiglia di Ugo, la moglie Assunta ed i figli Ida e Gerardo. In via Ferrara a Pregiato una processione per tutto il corso della giornata di ieri, presso la sua abitazione, non lontano dal campo dove si allenano i giovani talenti della Cavese. Non riesce a parlare il collega massaggiatore Gioacchino Cafaro: «E’ stata una persona per gli altri. Un uomo eccezionale». «Ugo per me era un fratello maggiore, si faceva volere bene da tutti, dai grandi e soprattutto dai ragazzi per il quale era un padre, un fratello, tutto. Sempre vicino, non abbandonava mai nessuno, era una persona che viveva per aiutare gli altri. Ieri mattina non potevamo far altro che fermare le attività della squadra. Lui non avrebbe voluto ma noi non abbiamo saputo far altro che stringerci nel dolore. Dal presidente, ai giocatori, al magazziniere, nessuno riusciva a parlare, troppo dopore». A ricordare Ugo Russo, anche il mister Salvatore Campilongo: «Lo vedevo lavorare al campo di Pregiato con i ragazzi e ne rimanevo affascinato per la cura e per l’abnegazione. Sempre sorridente, sempre dalla barzelletta pronta per smorzare la tensione o per riportare serenità al gruppo. Era una persona splendida. Con lui va via un pezzo della Cavese».

Multa al Catanzaro per offese a calciatore di colore della Cavese

Il giudice sportivo ha punito con un’ammenda di 5mila euro il Catanzaro per gli insulti rivolti da un gruppetto di tifosi a Massimo Goh, giovane attaccante di colore della Cavese. L’episodio era stato denunciato nel post- gara di Cavese-Catanzaro dallo stesso calciatore – nato a Torino ma di origini ivoriane – che, con una Instagram Stories, aveva lanciato la sua sfida al razzismo nel calcio. “Sono nero e sono fiero. Come sono italiano e sono fiero”, aveva ribadito Goh, in riferimento a quanto accaduto al triplice fischio del match disputato allo stadio “Menti” di Castellammare di Stabia (Napoli). Episodio che e’ stato ricostruito dal giudice sportivo grazie al referto del commissario di campo e che ha portato all’ammenda nei confronti della societa’ calabrese “perche’ uno sparuto gruppo di propri sostenitori (valutabile in 4/5 unita’) in campo avverso, rivolgeva ad un calciatore di colore della squadra avversaria, che rientrava negli spogliatoi al termine della gara, espressioni di discriminazione razziale”.

La festa dei 100 anni della Cavese

CAVA DE’ TIRRENI. C’erano davvero tutti, anche chi “guarda da lassù”. La Cavese compie i suoi primi cento anni e ad omaggiarla è scesa per il borgo porticato, nelle piazze delle frazioni, per le vie del centro, tutta la cittadinanza nel ricordo di Catello Mari, di Santin e nel disegno di un futuro più roseo che mai come lo stesso presidente Massimiliano Santoriello imbeccato dal sindaco Enzo Servalli: “Il regalo più grande per questo centenario è quello di dare stabilità alla società e continuità ai nostri progetti per amore della squadra della nostra città”. Nel lungo corteo che dallo stadio comunale Simonetta Lamberti dove si è tenuto un incontro tra circa 200 vecchie glorie e la tifoseria c’era anche la mitica “signora Francesca”, storica tifosa della Cavese con oltre trentacinque anni di curva sud alle spalle, che per l’evento ha comporto anche una poesia “Cavese tu ci hai rubato l’anima” ed omaggiata dai tifosi da un enorme striscione nei pressi di Palazzo di Città: “E’ un giorno speciale, un’emozione unica. Cento anni di storia, di amore che ti ruba l’anima, il regalo più grande per il centunesimo compleanno sarebbe la promozione in serie B”. La festa però non si è conclusa ieri sera, infatti come la signora Francesca tiene a sottolineare: “La festa non finisce qui, si protrarrà fino al 31 dicembre, la festa di ieri è stata offerta dalla società, ma presto ci sarà quella organizzata dai tifosi probabilmente al Simonetta Lamberti e forse ci sarà anche l’amichevole con il Napoli”. Dallo stadio fino a palazzo Guida su corso Umberto I la carovana biancoblu si è mossa per scoprire la targa in onore di tanti amici che il 25 maggio 1919 nello studio del ragioniere Pietro Punzi hanno dato vita all’Unione Sportiva Cavese, dove insieme al presidente Santoriello c’era il sindaco Enzo Servalli ed il mitico, una dei volti più amati dalla tifoseria Cavese, l’uomo che allo stadio Giuseppe Meazza di Milano, contribuì nel campionato di serie B 1982/1983, contribuì ad affondare il Milan di Jordan per 2 a 1, Costantino Tivelli, sommerso come prevedibile dall’abbraccio della città degli appassionati e dei tanti giovani soprattutto, troppo giovani per ricordare le sue gesta sportive ma che tramite il racconto di padri e nonni hanno imparato a conoscerlo. “Benvenuti a casa mitici eroi”, lo striscione che campeggiava al Lamberti all’inizio dell’incontro con le vecchie glorie mentre “E’ un onore essere il presidente del centenario – chiosa Santoriello – siamo tutti emozionati, festeggiare i 100 anni delle squadra è un evento unico”, e chissà se la sua ambizione tramite i suoi sacrifici riuscirà nell’intento di riportare la valle metelliana tra le fila della serie cadetta. AR.

Fella falso nueve e la Cavese ora sogna: «Il mio obiettivo è arrivare in doppia cifra» di Francesco De Pisapia

CAVA DE’ TIRRENI – La squadra di che oggi pomeriggio, come di consueto, riprenderà gli allenamenti, ha finalmente sfatato il tabù “Lamberti” riassaporando il gusto della vittoria. Tra gli artefici dei primi tre punti interni del 2019, l’attaccante Giuseppe Fella che, come nello scorso torneo, comincia a sentire l’aria di primavera e a sbocciare come i frutti della stagione: “Non è facile affrontare una squadra che si chiude. Siamo scesi in campo con la voglia di vincere e ci abbiamo creduto fino alla fine. Molte gare, però, se non si riescono a sbloccare su azioni, si sbloccano spesso e volentieri su calci piazzati e sull’angolo di Sainz-Maza ci ho creduto e sono andato sul secondo palo sperando che Migliorini la ciccasse….(se la ride).” Il calciatore al secondo anno con la maglia biancoblù, è alla sua prima doppietta in carriera tra i professionisti e domenica con le cinque reti raggiunte, ha eguagliato il proprio compagno di reparto Sciamanna risultando ora il più prolifico degli attaccanti: “Spero di poter raggiungere l’obiettivo della doppia cifra, meta che mi ero prefisso di centrare ad inizio stagione. Anche se parto da attaccante esterno, preferisco più giocare tra le linee e cercare il fraseggio con i compagni”. Per il tipo di gioco che la Cavese attua tutti i calciatori sono coinvolti; allo stesso attaccante che ama essere chiamato in causa, in qualche circostanza, è stato riservato anche qualche fischio da parte del pubblico: “Fa parte del gioco: quando vuoi giocare palla a terra e gli schemi coinvolgono tutti i calciatori a partecipare attraverso azioni più manovrate, poi ci sta che puoi sbagliare negli ultimi metri per tanti motivi e tra questi le non perfette condizioni del terreno di gioco come mi accadde in occasione della gara con il Rieti.” Ma da quando il tecnico di Mazara lo ha collocato nel ruolo di “falso nueve” per necessità nella gara di Lentini, il numero undici metelliano ha realizzato tre gol nelle ultime cinque gare: “In effetti giocare da punta centrale come già avevo fatto anni addietro quando militavo nel settore giovanile, ti consente di stare più vicino alla porta, di attaccare la profondità e di spaziare liberamente. Penso che sia la posizione più consona alle mie caratteristiche quella di giocare tra le linee, perché quando parti da esterno sei più prevedibile.” Infine una dedica speciale per la doppietta: “I gol di oggi li dedico uno a mio figlio che per la prima volta è venuto allo stadio e mi sa che porta bene. L’altro ad Emidio persona che ho conosciuto domenica mattina e che sta attraversando un periodo particolare.” L’impegno che attende Domenica la Cavese, sulla carta appare proibitivo. La capolista presenta numeri impressionanti: imbattuta da inizio torneo, miglior attacco con 49 reti e realizzate da ben 15 calciatori, miglior difesa con 9 gol subiti e porta inviolata da ben 887′ minuti (ovvero il portiere Branduani non ha preso ancora gol nel girone di ritorno). I metelliani saranno quindi di scena al “Menti” di Castellammare nel derby contro la Juve Stabia e sarà anche l’occasione da ambo le parti di ricordare l’indimenticato Catello Mari. Di sicuro salterà il match il centrocampista Migliorini uscito anzitempo per un problema all’adduttore, ma i ragazzi di mister Modica, nonostante l’assenza del leader della mediana, certamente vorranno ben figurare e fermare così, dopo il Trapani, anche le vespe stabiesi.

Cavese, occhi su Santaniello del Picerno. Possibile scambio col portiere Bisogno di Michele Lodato

Dopo il tour de force natalizio che ha visto gli aquilotti scendere in campo ben 7 volte nel mese di Dicembre, con 3 gare giocate nel periodo a cavallo fra il 23 ed il 30 dicembre, è tempo di riposo e pausa sia per i giocatori che per gli addetti ai lavori. Il rompete le righe è arrivato dopo la gara con la Casertana, con mister Modica apparso molto arrabbiato in sala stampa :” Sono rammaricato perché abbiamo pagato a caro prezzo 10’ di black out, dove si è spenta la luce. Non mi va neanche di condannare Ciccio Favasuli perché è un esempio tutti i giorni da seguire, il nervosismo può scattare a tutti, poi l’arbitro ci ha messo del suo, credo che ci fossero almeno due rigori a nostro favore”. Archiviato il derby, i giocatori aquilotti hanno atteso il nuovo anno con le rispettive famiglie e nelle loro città, anche se qualcuno ha preferito andare oltre i confini nazionali: Alessandro Vono ,estremo difensore ,è stato beccato a Monte Carlo in compagnia di fidanzata ed amici. Tutti dovranno ritrovarsi domani mattina al Desiderio di Pregiato, dove Modica ed il suo staff hanno preparato una “ritoccatina” fisica per affrontare la seconda parte della stagione, il prossimo impegno ufficiale sarà a Francavilla il prossimo 20 Gennaio. Sosta per i giocatori ma non per il mondo pallonaro, calciomercato di riparazione alle porte ed addetti ai lavori pronti a sfoderare qualche colpo ove possibile. Due le notizie che circolano sotto i portici, si tratta di Luca Bisogno, giovane portiere aquilotto classe 2000, appena rientrato dall’infortunio, sarebbe nelle mire della capolista Picerno, in , dove giocherebbe come “under”. Sempre dal Picerno potrebbe arrivare un rinforzo in casa aquilotta, l’attaccante Santaniello che sta trovando poco spazio alla corte di mister Giacomarro. Modica è stato chiaro e diretto :”Abbiamo un presidente molto presente ed attento, se dovesse servire qualche rinforzo, lo faremo, ma prenderemo qualcuno in grado di potersi integrare alla perfezione in questo gruppo, che reputo già forte”. Intanto continua l’ottimo lavoro del settore giovanile metelliano, una lieta notizia ieri per gli aquilotti, la convocazione dell’attaccante Domenico Colantuono nella Rapp. Under 17 Lega Pro. Il giovane calciatore del settore giovanile biancoblu, dovrà presentarsi al raduno il 10 Gennaio presso il Vigor Sporting Center di Roma