VI CONGRESSO NAZIONALE 3-4-5-6 Marzo 2005

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VI CONGRESSO NAZIONALE 3-4-5-6 Marzo 2005 Partito della Rifondazione Comunista VI CONGRESSO NAZIONALE 3-4-5-6 marzo 2005 MOZIONE 1 L’ALTERNATIVA DI SOCIETÀ primo firmatario FAUSTO BERTINOTTI MOZIONE 2 ESSERE COMUNISTI primo firmatario CLAUDIO GRASSI MOZIONE 3 PER UN PROGETTO COMUNISTA primo firmatario MARCO FERRANDO MOZIONE 4 UN’ALTRA RIFONDAZIONE È POSSIBILE primo firmatario GIGI MALABARBA MOZIONE 5 ROMPERE CON PRODI PREPARARE L’ALTERNATIVA OPERAIA primo firmatario CLAUDIO BELLOTTI REGOLAMENTO CONGRESSUALE Supplemento al numero odierno di Liberazione, giornale comunista - Registrazione del Tribunale di Roma 278/91 del 9/5/1991 Direttore responsabile: Piero Sansonetti - M.R.C. spa sede legale: viale del Policlinico 131, 00161 Roma VI CONGRESSO NAZIONALE PRC 2 MOZIONE 1 (primo firmatario: Fausto Bertinotti) L’ALTERNATIVA DI SOCIETÀ UN NUOVO CICLO POLITICO-SOCIALE niere – a cominciare da quelle italiane – da sempre rivendi- l VI Congresso nazionale del nostro Partito si tiene in un cato dalla sinistra alternativa e dal movimento pacifista, è la Imomento davvero “straordinario”: oggi, di fronte a noi è condizione imprescindibile per costruire la pace e avviare posta tutta intera la sfida per aprire in Italia e in Europa un un processo di transizione democratica. In questo quadro, nuovo ciclo politico-sociale. Cioè per sconfiggere non solo potrà costituire un passaggio importante la convocazione le destre ma le politiche di destra; e per uscire a sinistra dal- di una vera conferenza internazionale di pace, alla quale la crisi delle politiche neoliberiste così come dal fallimento partecipino tutti i protagonisti del conflitto, compresi gli e dall’impotenza strategica del riformismo. Noi investiamo esponenti della resistenza interna. fino in fondo su questa possibilità: non certo per sopravva- lutazione della nostra forza, o di quella dei movimenti e del- L’EUROPA la sinistra alternativa, ma a partire dalla persuasione che nche l’Europa vive il progressivo consumarsi dei percor- sono i processi reali a radicalizzare, sempre di più, le alter- A si di “terza via”, sia dal punto di vista politico che da quel- native della politica e del conflitto. Se è vero che, a destra lo economico-sociale: in questo senso essa è davvero di come a sinistra, si vanno svuotando gli spazi “centristi” (gli fronte ad un bivio. O si “americanizza” o, all’opposto, esalta spazi oggettivi, non le ricorrenti anzi permanenti pulsioni le conquiste di civiltà che le lotte e i movimenti hanno deter- soggettive), e che oggi non si danno tendenzialmente né minato, ponendole alla base della sua stessa costruzione e compromessi né “soluzioni” né, perfino, mediazioni di natu- determinando così un vero scatto di autonomia e soggettivi- ra realmente centrista, è vero allora che la soggettività poli- tà politica. Le classi dirigenti attuali – in particolare della Fran- tica radicale può svolgere un ruolo decisivo, nient’affatto cia, della Germania e della Spagna – tentano evidentemente minoritario, nella qualificazione della nuova fase. di sottrarsi a questo bivio sia con scelte di politica internazio- Per queste ragioni di fondo, la soggettività politica e stra- nale di forte autonomia dagli Usa, sia perseguendo l’obietti- tegica di Rifondazione Comunista è al centro del Congres- vo di una vera partnership atlantica e di una potenza militare so. Per un verso si tratta di consolidare, aggiornandola, la europea. Ma si tratta di un disegno sostanzialmente illusorio: riflessione accumulata in questi anni, in una nuova e collet- non ci può essere una vera autonomia politica europea se tiva consapevolezza teorica. La scelta strategica è quella di non c’è una rottura dell’Europa con il modello sociale nord- situare il baricentro dell’agire politico nella società, nel con- americano. Così i governi che hanno saputo meritoriamente flitto di classe e nei movimenti anziché nelle istituzioni e nel dire no alla guerra all’Iraq sono gli stessi che nei rispettivi rapporto tra le forze politiche; essa ha assunto particolare ambiti nazionali stanno smantellando il Welfare e il suo stori- intensità per la scelta strategica compiuta nello scorso Con- co sistema di diritti e garanzie. Non a caso ci troviamo di fron- gresso che confermiamo in questo, a maggior ragione alla te a proposte come la “Direttiva Bolkenstein”, così come è luce delle esperienze dei movimenti di questi anni. stata varata unanimemente dai governi una proposta di Per l’altro verso, è essenziale un salto di qualità nella con- Costituzione europea che costituzionalizza il primato del nessione tra progetto e pratica politica, tra ruolo generale e mercato ed espelle pace e diritti dall’identità europea. Su presenza nelle lotte, tra crescita della responsabilità e forza questa strada l’Unione Europea non riuscirà a superare posi- organizzata del Partito, strumento più che mai necessario e tivamente le sue incertezze di identità e ruolo. Perciò propo- insostituibile. niamo una grande campagna di massa contro il trattato, che Per queste ragioni di fondo, assumiamo il contributo del andrà condotta in tutte le sedi, a cominciare ovviamente da segretario del Prc – le 15 Tesi per il Congresso – come la quelle parlamentari. Una lotta politica e culturale, da dotare piattaforma più adeguata, in forza della sua natura organi- dell’articolazione necessaria, dello schieramento più vasto ca e sintetica, sia a un confronto democratico, ricco e coin- possibile, degli strumenti che saranno ritenuti più efficaci. volgente, sia a un esito di chiarezza e trasparenza politica. La sola alternativa è quella dell’altra Europa, dove si col- Un documento che, nel percorso della discussione precon- locano le iniziative del movimento, la crescita del conflitto gressuale e congressuale, potrà e dovrà essere “emenda- sociale e di massa, la mobilitazione dell’intellettualità non to”, approfondito, arricchito, analiticamente sviluppato, omologata. La nascita del Partito della Sinistra Europea, a ulteriormente definito, nella direzione della scrittura di una questo proposito, è il fatto nuovo della politica europea nel piattaforma politica finale che sarà costruita in prima per- quale Rifondazione comunista ha investito e sempre più sona dai militanti e dagli iscritti. investirà una parte essenziale del suo lavoro e della sua identità: proprio perché l’unificazione dei soggetti e delle BUSH E LA GUERRA soggettività alternative, che operano in Europa, è essenzia- roprio l’evento politico più significativo del 2004 – la vit- le sia per sconfiggere l’“americanizzazione” del vecchio Ptoria di George W. Bush nelle presidenziali americane – continente sia per costruire una realtà istituzionale che sia conferma la crisi di fondo sia del neoliberismo (ideologia del capace di una interlocuzione forte con l’intero movimento Pensiero Unico e delle magnifiche sorti e progressive della altermondialista. Una Unione Europea di pace, di acco- globalizzazione) sia delle sue versioni moderate (rappre- glienza, di solidarietà sociale, di cittadinanza universale, di sentate negli Usa da un Partito democratico centrista e democrazia laica, di laicità ricca: senza una forte sinistra, sostanzialmente scolorito). La destra Usa ha vinto non questa Unione non potrà nascere. Sulla base di questa con- stemperando ma esaltando il proprio patriottismo bellicista, vinzione, proponiamo di accogliere come simbolo del Par- che rivendica con assoluta arroganza la missione imperiale tito quello usato per le elezioni europee, assumendo così dell’America e ne ripropone intiero il modello sociale e di fino in fondo la scelta strategica della Sinistra Europea. valori oggi dominante. Il capitalismo si separa dal pensiero liberale e riscopre i valori della tradizione premoderna (Dio, IL PARTITO Patria, Famiglia), anzi si allea con essa. Una scelta reazio- n questi tre anni, Rifondazione Comunista si è guadagnata naria del tutto coerente con l’ideologia della guerra di civil- Iun ruolo centrale, nella politica, nei movimenti e nella socie- tà e il neofondamentalismo occidentalista che la accompa- tà italiana, vincendo largamente la sfida della sua sopravvi- gna. Da cui l’ossessione sicuritaria, la cancellazione o la venza politica e della sua “necessità” strategica. Da questo drastica limitazione di libertà, diritti e culture progressive riconoscimento, che del resto ci viene da un’area vasta della che hanno segnato il ‘900. D’altro canto è in corso un ten- sinistra e spesso anche dai nostri avversari, deve muovere tativo di liberalizzazione e privatizzazione totale dei beni una riflessione seria e approfondita sul Partito. C’è una diffi- comuni – servizi, sanità, cultura – che ha incontrato l’oppo- coltà, perfino crescente, ad essere davvero Partito: a soddi- sizione tenace ed efficace del movimento altermondialista, sfare le “domande ricche” che si riversano su di noi, a costrui- a Cancun come per il trattato del Mercosur. Opposizione re e far vivere un soggetto collettivo che valorizzi le pratiche che il Partito della Rifondazione Comunista deve continua- delle donne e la differenza di genere; un “noi” nel quale si rico- re a sostenere in modo convinto. noscano generi così come generazioni, culture politiche, Si configura, dunque, un pericolo accresciuto per le sorti esperienze diverse. Questi problemi non derivano solo dai del pianeta e dei popoli, specie del Sud del mondo, dove nostri limiti soggettivi che ci sono e sono seri: affondano le pure sono visibili anche processi in netta controtendenza loro radici nella più generale difficoltà che vivono oggi, senza (ad esempio in tutta l’America latina). Più che mai, perciò, la
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