OSSERVATORIO REGIONALE SUL CREDITO IN TOSCANA I R P E T

IL SISTEMA DEL CREDITO IN TOSCANA Rapporto

IL SISTEMA DEL CREDITO IN TOSCANA 2008

Rapporto 2008

IRPET Istituto Regionale Programmazione Economica Toscana

IL SISTEMA DEL CREDITO IN TOSCANA

Rapporto 2008

Osservatorio RegionALE Sul Credito IN TOSCANA RICONOSCIMENTI Questo Rapporto, coordinato da Renata Caselli (IRPET), è stato realizzato nell’ambito dell’Osservatorio Regionale sul Credito in Toscana. Alla stesura hanno partecipato: • Andrea Taddei (IRPET) - Introduzione, Capitoli 1, 2 e 3 • Renata Caselli e Andrea Taddei (IRPET) - Capitolo 4 • Renata Caselli (IRPET) - Capitolo 5

L’indagine campionaria illustrata nel capitolo 5, è stata svolta con metodo C.A.T.I. dalla Società Eurema di Firenze, che ha curato anche lo spoglio dei dati. Il campionamento delle imprese e le elaborazioni statistiche sono state curate da Stefano Rosignoli dell’IRPET.

Un ringraziamento particolare va ai colleghi del Settore delle Politiche finanziarie della Regione Toscana e che, con utili informazioni e suggerimenti, hanno contribuito alla predisposizione del Rapporto. Si ringrazia anche Claudia Giusti di Fidi Toscana per la preziosa collaborazione prestata ai fini dell’analisi dei dati del Protocollo.

La predisposizione editoriale del Rapporto è opera di Elena Zangheri del Servizio Editoriale dell’IRPET.

Si ringraziano infine coloro che hanno fornito dati e suggerimenti utili all’analisi del sistema delle garanzie. In particolare: • Silvia Borselli (Confidi Imprese Toscana) • Alessandro Coppi (Confidi Toscana Sud) • Marco Laghi (Centro Fidi Terziario) • Aleandro Manetti (Toscana Comfidi) • Francesco Mega (Artigiancredito Toscana) • Valentina Valoriani (FidiCoop Toscana)

L’intero rapporto è disponibile su Internet nel sito IRPET: http://www.irpet.it Indice

5 INTRODUZIONE

7 1. IL CONTESTO ECONOMICO E FINANZIARIO 7 1.1 La congiuntura finanziaria e creditizia 8 1.2 L’andamento dei tassi di interesse europei e la crisi subprime 11 1.3 L’assetto proprietario delle banche italiane 11 1.4 Le novità normative: l’inizio di Basilea 2 e la MiFID

15 2. L’OFFERTA DI CREDITO IN TOSCANA 15 2.1 La struttura del sistema creditizio 18 2.2 L’operatività del sistema creditizio 27 2.3 La dinamica dei prestiti e delle sofferenze 31 2.4 I tassi di interesse

37 3. IL PROTOCOLLO DI INTESA REGIONE TOSCANA-BANCHE 37 3.1 I soggetti firmatari 38 3.2 Gli strumenti del Protocollo 42 3.3 I risultati del Protocollo nel 2007

59 4. IL sistema delle garanzie in toscana nel 2007 59 4.1 Il mutato contesto normativo 60 4.2 La riorganizzazione istituzionale dei soggetti operanti nel sistema delle garanzie 62 4.3 Il riordino del sistema delle garanzie in Toscana 62 4.4 Le caratteristiche degli organismi attivi in Toscana 68 4.5 Il rapporto con le banche e gli effetti di Basilea 2

71 5. IL RAPPORTO IMPRESA-BANCA: RISULTATI DI UN’INDAGINE CAMPIONARIA 71 5.1 Scopo e caratteristiche dell’indagine 72 5.2 Caratteristiche e valutazione del rapporto Impresa-Banca 78 5.3 Conoscenza degli strumenti messi a punto dalla Regione Toscana per agevolare l’accesso al credito 83 5.4 Conoscenza e ruolo riconosciuto ai Confidi 84 5.5 Considerazioni finali 85 Allegato: Questionario Imprese

Indice 3

Introduzione

Il 2007 è stato un anno particolarmente significativo per il credito: dopo un quinquennio si è interrotta la favorevole fase di contenuta variabilità dei tassi di interesse, di bassi premi per il rischio e di prezzi crescenti delle attività sui mercati finanziari internazionali. La crisi del mercato dei mutui subprime statunitensi e le perdite sugli strumenti di credito strutturato a essi collegati, hanno provocato forti tensioni sui mercati finanziari dei principali paesi industrializzati con una conseguente crisi di liquidità bancaria. Tutto ciò è avvenuto contestualmente a un periodo di rallentamento dell’economia nazionale e regionale. Le principali ricadute sul settore creditizio hanno riguardato il progressivo peggioramento delle condizioni di accesso, quantità e qualità del credito erogato. In questo contesto la Toscana sembra aver retto ai primi effetti della crisi, anche se, con i dati ad oggi disponibili (relativi al dicembre 2007) è ancora prematuro dare conto della totalità di tali effetti. Gli impieghi regionali hanno continuato a crescere (+10%), sostenuti dalla richiesta di finanziamenti da parte delle imprese, mentre più contenuta è stata la crescita degli impieghi delle famiglie, per buona parte ascrivibile alle numerose operazioni di rinegoziazione e sostituzione dei mutui in essere, colpiti dall’effetto prezzo dei tassi di interesse. Sostanzialmente neutra è stata la variazione dei depositi regionali, mentre è cresciuta la componente obbligazionaria e i pronti contro termine della raccolta. Dal lato dell’accesso al credito, si è registrata un’offerta più restrittiva e selettiva operata dalle banche e un peggioramento in termini di costo in linea con la media nazionale. L’importanza delle banche locali in Toscana ha continuato a crescere: anche per il 2007 si sono registrati aumenti nelle quote di mercato sia dal lato degli impieghi che dei depositi. Ciò potrebbe essere spiegato da un più intenso ricorso a questo tipo di banche da parte delle piccole imprese, le quali hanno maggiormente risentito, rispetto alle imprese più grandi, della crescita di selettività creditizia. Il flusso delle nuove sofferenze rispetto ai prestiti concessi è lievemente diminuito, mentre le consistenze hanno mostrato una riduzione attribuibile alle importanti operazioni di cartolarizzazione che hanno avuto luogo nel 2007 e che hanno di fatto trasferito una parte di rischiosità dalle banche al resto del sistema regionale. Tra gli strumenti messi a disposizione delle imprese da parte dell’amministrazione regionale, ha mostrato buone performance il Protocollo di Intesa tra Regione Toscana e Banche, pur risentendo anch’esso della maggiore avversione al rischio delle banche eroganti. Le risorse impegnate per agevolare l’accesso al credito hanno registrato un elevato grado di collocamento, anche se talvolta le operazioni garantite dal Protocollo non sono state interamente finanziate da parte delle banche. Si consolida e dimostra di essere in continua evoluzione il sistema delle garanzie, il quale ha risposto all’esigenza di ridurre la sua frammentazione territoriale, formando pochi grandi soggetti a livello regionale. Rispetto agli anni passati, resta però costante il grado di penetrazione del sistema rispetto all’universo delle imprese toscane. Permangono quindi margini per un ulteriore estensione dei servizi offerti. Come segnalato nell’analisi dell’indagine campionaria svolta al fine di conoscere più a fondo il rapporto tra banche e imprese, la maggior parte delle intervistate dichiara di essere soddisfatta dei rapporti con la propria banca nonostante le difficoltà del contesto economico e finanziario prima richiamate. Una quota ridotta di imprese fornisce valutazioni negative. Emerge in ogni caso l’esigenza diffusa di maggior sostegno anche informativo riguardo agli strumenti messi in atto dalle istituzioni al fine di agevolare il rapporto con gli istituti di credito. Il Rapporto fornisce dunque alcune interessanti indicazioni riguardo ai comportamenti dei vari operatori coinvolti nel sistema del credito e al funzionamento degli strumenti che lo compongono. L’anno che si sta chiudendo porterà ulteriori informazioni su questi aspetti che, nell’ambito dell’Osservatorio regionale, ci si impegna a monitorare al fine di rendere più efficaci gli interventi pubblici nel settore.

Introduzione 5

1. IL CONTESTO ECONOMICO E FINANZIARIO

1.1 La congiuntura finanziaria e creditizia

Con la fine del 2007, si è chiusa la fase di lieve ripresa economica iniziata nel 2006 su scala nazionale e regionale. In Toscana, dopo una crescita del PIL del 1,7% nel 2006, il 2007 registra un ulteriore aumento dell’1,4% (+1,5% la crescita media nazionale), ma questo avviene per effetto di un inizio d’anno piuttosto positivo seguito da un secondo semestre in continuo peggioramento. La fine del 2007 ha infatti segnato l’inversione del ciclo in senso negativo. Già nel primo trimestre del 2008 l’andamento della produzione manifatturiera e degli ordinativi sia interni che esteri registrano variazioni negative e, come indicato dai principali istituti di ricerca nazionali e internazionali, le previsioni delineano per almeno tutto il 2009 andamenti stagnanti o recessivi. La Toscana risente particolarmente della dipendenza dal mercato americano e quindi dal progressivo indebolimento del dollaro. Unica nota favorevole è al momento il consistente abbassamento del costo del petrolio, che aveva determinato in molti settori dell’economia e nelle famiglie un aggravamento dei rispettivi bilanci. La situazione è particolarmente critica poiché un ulteriore riduzione del potere d’acquisto dei vari soggetti dell’economia potrebbe determinare una decelerazione economica e, conseguentemente, un peggioramento in termini occupazionali dopo che negli anni scorsi si erano registrati incrementi delle unità di lavoro distribuite tra industria, costruzioni e terziario. E’ ancora difficile prevedere l’entità degli effetti della crisi finanziaria mondiale. E’ tuttavia verosimile ipotizzare che l’aumento dei tassi d’interesse a breve e a lungo termine che ha caratterizzato tutto il 2008 proseguirà nei prossimi mesi determinando da un lato un maggior razionamento del credito a fronte di un grande fabbisogno di liquidità da parte di famiglie e imprese, dall’altro un aggravio consistente degli oneri finanziari per tutti i soggetti indebitati soprattutto a lungo termine. Se la decelerazione della crescita economica nazionale e regionale ha seguito l’evoluzione negativa del ciclo economico mondiale, ciò pare essersi verificato solo in parte per quanto riguarda la dinamica del settore finanziario e creditizio. L’ondata di crisi del sistema finanziario mondiale, iniziata con il caso dei mutui sub prime americani nel 2007 e i cui effetti finali, come si è detto, devono ancora emergere in modo compiuto, sembra aver coinvolto in misura relativamente limitata il settore bancario italiano, forse meno esposto a rischi finanziari sia sul fronte internazionale che interno1. A conferma di quanto detto, nel 2007, gli impieghi delle banche italiane sono cresciuti rispetto all’anno precedente di circa il 10%, interessando sia la componente delle famiglie (+8,7, crescita minore rispetto al 2006), che quella delle imprese (+11,5%, crescita in linea con l’anno precedente). Anche a livello europeo si è assistito a un trend di crescita degli impieghi sostenuto principalmente dalla domanda di finanziamento da parte delle imprese che, pur con dinamiche differenziate, sembrano aver risentito in misura molto limitata delle turbolenze presenti nei mercati finanziari. I bilanci degli istituti bancari nazionali si sono chiusi, nell’anno appena trascorso, con ulteriori incrementi nei profitti, mentre i bilanci del primo trimestre 2008 prefigurano una crescita dei margini di profitto anche se più attenuata rispetto all’esercizio appena trascorso. L’elevata profittabilità delle banche italiane emerge dai dati della BCE sui sistemi bancari dei principali Paesi europei (relativi però al dicembre 2006): essi mostrano infatti un alto livello del margine di interesse e degli altri ricavi. Inoltre, queste due grandezze registrano, tra il 2005 e il 2006, una crescita relativamente alta rispetto a quella degli altri Paesi. E’ altresì vero, però, che i ricavi conseguiti dagli istituti di credito italiani vengono assorbiti dai costi di gestione dell’istituto in misura maggiore rispetto a quanto nelle altre nazioni: al fine di contenere le spese (riconducibili principalmente alla numerosità delle filiali e al personale), gli istituti italiani hanno proceduto negli ultimi anni a una progressiva razionalizzazione, spinti dalla necessità di una maggiore competitività e redditività (Tab. 1.1).

1 Ciò deriva anche da una minore offerta di servizi e strumenti ad alto contenuto finanziario anche a causa di una richiesta di strumenti tradizionali da parte della clientela. Questo ha fatto sì che il sistema nazionale fosse meno esposto di altri verso derivati finanziari ad alto rischio.

Il contesto economico e finanziario 7 Tabella 1.1 PERFORMANCE ECONOMICHE DEL SETTORE BANCARIO IN ALCUNI PAESI EUROPEI. 2006 Banche con sede nazionale Fonte: BCE (2007)

Margine di Altri Spese ROA ROE Margine Altri ricavi Cost to Var. % Var % interesse ricavi totali d’interesse (% totale income ratio 06/05 06/05 (% totale attivo) (% totale margine altri attivo) attivo) d’interesse ricavi

Belgium 0,87 1,03 1,03 0,74 25,77 45,65 54,35 54,19 -0,06 0,37 Germany 0,84 0,91 1,14 0,31 10,24 47,96 52,04 65,19 -0,02 0,15 Greece 2,72 1,24 1,98 1,22 19,49 68,80 31,2 50,03 -0,06 -0,02 Spain 1,54 1,29 1,37 1,03 20,33 54,46 45,54 48,41 -0,01 0,11 France 0,80 1,39 1,33 0,62 20,24 36,49 63,51 60,56 -0,08 0,15 Ireland 1,06 0,62 0,76 0,76 19,86 63,02 36,98 44,98 0,10 0,03 Italy 1,79 1,67 2,04 0,81 17,68 51,73 48,27 58,74 0,31 0,21 Luxembourg 0,69 1,85 1,09 1,14 22,13 27,30 72,70 42,94 -0,10 0,51 Netherlands 1,05 1,01 1,43 0,45 14,16 50,99 49,01 69,62 -0,04 0,09 Austria 1,60 0,87 1,53 0,71 16,75 64,97 35,03 62,02 0,05 0,01 Portugal 1,77 1,51 1,76 0,99 18,18 54,00 46,00 53,69 0,02 0,00 Finland 1,50 1,31 1,57 0,95 14,34 53,50 46,50 55,80 0,00 0,38 United Kingdom 1,61 0,86 0,99 0,80 19,04 65,09 34,91 39,94 0,03 0,12

Per quanto concerne l’attivo bancario, l’incidenza sul PIL risulta, nelle banche italiane, inferiore rispetto a quella dei principali paesi europei. A partire dal 2002 tale incidenza è progressivamente aumentata nei vari paesi; a Irlanda, Regno Unito e Paesi Bassi corrispondono i valori e i tassi di crescita più elevati. Ciò deriva, nel caso dell’Irlanda, da un importante sviluppo dei mercati e delle imprese finanziarie favorito negli anni dall’assenza di tassazione sulle rendite finanziarie e dal conseguente ingresso di ingenti capitali dall’estero; nel caso del Regno Unito e dei Paesi Bassi da un consolidato mercato finanziario caratterizzato dalla presenza di istituti che operano da decenni come global players. Al di sotto della media europea si collocano la Francia, la Spagna e l’Italia che, registra nei vari anni il livello più basso e una dinamica pressoché stazionaria (Graf. 1.2). Si noti come al 2007 tutti i Paesi mostrano una crescita del rapporto ad esclusione dell’Italia e del Regno Unito.

Grafico 1.2 RAPPORTO ATTIVO BANCARIO SU PIL NAZIONALE IN ALCUNI PAESI EUROPEI. 2006 Valori percentuali Fonte: BCE (2007)

7 France

6 Germany

5 Ireland ITALY 4 Spain 3 United Kingdom 2 Netherlands 1 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

1.2 L’andamento dei tassi di interesse europei e la crisi subprime

Gli operatori finanziari di tutto il mondo ricorderanno il 2007 come l’anno della crisi dei mutui subprime. La maggior parte di questa tipologia di mutui, riguardanti la clientela considerata ad alto rischio, è stata concessa negli Stati Uniti intorno agli anni 2000, periodo in cui i tassi di interesse della banca centrale americana (la Federal Reserve) erano particolarmente bassi.

8 Il sistema del credito in Toscana Nel 2003 il tasso di interesse di riferimento (FED Funds) aveva raggiunto addirittura l’1%: con questi valori, la scelta di contrarre mutui a tasso variabile (la maggior parte dei subprime) si è rivelata nel tempo una decisione errata, in quanto, come prevedibile, i tassi d’interesse sarebbero in seguito cresciuti (come di fatto è accadduto) e con essi le rate dei mutui del popolo dei subprimer. Il risultato di tali comportamenti è stato l’avverarsi delle numerose insolvenze e dei conseguenti pignoramenti degli immobili ipotecati (Graf. 1.3).

Grafico 1.3 TASSI DI RIFERIMENTO EURIBOR, EURIRS E FED FUNDS. GENNAIO 1999-LUGLIO 2008 Valori percentuali Fonte: BCE e Board of Governors of the Federal Reserve System (vari anni) 8%

6%

4%

2%

0% gen 99 gen 00 gen 01 gen 02 gen 03 gen 04 gen 05 gen 06 gen 07 gen 08

Euribor 6 mesi Eurirs 5 anni Eurirs 20 anni FED funds

D’altra parte, l’alto rischio cui si sono sottoposti gli istituti di credito con l’erogazione di questi mutui è stato trasferito ad altri operatori attraverso la cartolarizzazione dei titoli di credito, la quale ha consentito peraltro di moltiplicare i profitti da commissioni. I titoli creati ad hoc e denominati ABS (Asset Backed Security, ossia cartolarizzazioni coperte da asset ovvero le abitazioni date in garanzia), finivano a loro volta in altri strumenti derivati, i CDO (Collateralized Debt Obbligation, titoli di debito emessi a fronte di cartolarizzazioni), a loro volta trasformati in altri derivati e collocati nel mercato finanziario tra i vari soggetti economici tra cui altre banche, società finanziarie, fondi di investimento e fondi pensione. I numerosi passaggi e trasformazioni hanno reso difficilmente riconoscibile la reale composizione e origine di questi prodotti finanziari, tanto che le società di rating hanno assegnato giudizi ottimi, invogliando il loro acquisto da parte degli operatori nazionali ed europei. Questo processo è stato in certa misura reso possibile dalla troppo frammentata vigilanza bancaria americana (oltre cento authority tra quelle federali e statali) nonché da una politica monetaria improntata sull’abbondanza di liquidità e sui bassi tassi di interesse, condizioni particolarmente favorevoli per lo sviluppo della situazione prima descritta. Le insolvenze e la conseguente crisi immobiliare statunitense, che ha determinato nel frattempo la svalutazione degli immobili pignorati ai debitori, hanno generato forti perdite per le banche, le società finanziarie e i fondi che avevano acquistato i CDO. Infatti, una delle principali caratteristiche di questi strumenti è quella di moltiplicare il rischio di chi vi investe e con essi perdite e/o guadagni col crescere della stratificazione dei derivati. Un’ulteriore conseguenza di questo processo è stata la progressiva diminuzione di liquidità per i fondi di private equity che con la loro politica di conquiste e di rivendita delle società spesso contribuiscono a tenere elevati i prezzi (e quindi i capitali) delle stesse società quotate. Le ripercussioni dei fenomeni delineati sulle borse mondiali sono sotto l’attenzione di tutti e ancora dagli effetti di difficile quantificazione. Nel corso dei mesi scorsi, FED e BCE sono state costrette ad iniettare nel mercato ingenti quantità di liquidità attraverso pronti contro termine, per sostenere il mercato del credito ed evitare ulteriori crolli repentini. Inoltre, negli Stati Uniti si è intervenuto con una progressiva correzione al ribasso dei tassi di interesse, che sono passati dal 5,2% del 2007 al 2% del giugno 2008. L’azione della BCE, che aveva invece progressivamente rialzato i tassi al fine di contrastare le dinamiche inflative provocate dai continui rialzi dei prezzi del petrolio e delle principali materie prime2, portando i tassi di riferimento dell’Area dell’Euro, nel luglio 2008, al 4,25%, è stata quella di mantenere costanti i tassi senza cedere alle pressioni dei vari Paesi UE. Alcuni dei membri ne avrebbero voluto una riduzione, convinti che l’inflazione sarebbe stata arginata dalla dinamica recessiva

2 Si consideri che tra il giugno 2007 e il giugno 2008 l’inflazione Europea (Indice HICP armonizzato, escluso il tabacco, ha raggiunto il livello del 4% (a fronte di un limite del 2% fissato da Maastricht).

Il contesto economico e finanziario 9 dell’economia. Proprio l’inflazione è cresciuta in un anno (dal luglio 2007 al luglio 2008) dal 2,2% al 4,1% in Europa e dal 2,1% al 5,6% in USA. La ricaduta di questi effetti sui singoli Paesi UE ha infine determinato una progressiva restrizione dell’accesso al credito per famiglie e imprese oltre a un peggioramento nella quantità e nella qualità del credito erogato. Negli ultimi quattro anni, i tassi sui prestiti alle famiglie e alle imprese a livello europeo sono cresciuti di circa il 40% con sensibili differenze tra paesi. Rispetto alla media dell’Euro zona, l’Italia registra tuttora tassi più alti, specialmente nel credito al consumo verso le famiglie, mentre segna risultati più positivi in corrispondenza dei flussi di prestito verso le imprese (Tab. 1.4).

Tabella 1.4 TASSI DI INTERESSE DI ALCUNI PAESI EUROPEI. NUOVE OPERAZIONI ED OPERAZIONI IN ESSERE. GIUGNO 2008 Valori percentuali Fonte: BCE (2008)

Nuove operazioni Operazioni in essere Famiglie: Famiglie: Scoperto Imprese: Imprese: Famiglie: Famiglie: credito Imprese: credito al acquisto casa di c/c fino ad 1 oltre 1 milione acquisto al consumo sup. 5 anni consumo sup. 1 anno milione entro oltre 1 anno casa sup. sup. 5 anni da 1 a 5 anni tasso variabile 1 anno 5 anni

Belgium 7,69 5,58 7,88 5,85 5,23 4,60 5,44 5,11 Germany 5,52 6,04 7,07 6,34 5,36 5,07 6,18 5,20 Greece 8,65 5,05 7,59 6,91 5,82 5,10 8,13 6,29 Spain 9,25 5,55 n.d. 6,12 5,38 5,45 6,43 5,48 France 6,77 5,03 5,80 5,99 5,46 4,54 6,30 5,08 Ireland n.d. 5,23 8,69 6,75 6,44 5,08 6,23 6,04 Italy 8,29 5,54 6,97 6,05 5,26 5,81 6,69 5,90 Netherlands n.d. 5,60 5,81 5,67 5,10 5,62 5,60 5,23 Austria 6,96 5,82 5,90 5,53 5,08 4,88 6,18 5,16 Portugal 12,09 5,58 6,75 7,66 5,79 5,65 7,88 5,92 Finland 6,36 5,10 5,90 5,74 5,37 5,17 5,70 5,26 Euro Area 6,91 5,47 6,68 6,16 5,35 5,08 6,33 5,39

A partire dal mese di settembre 2008, con l’acuirsi della crisi finanziaria, si è assistito da un lato, al fallimento del colosso Lehman Brothers e, dall’latro, al salvataggio, da parte dei Governi, di importanti colossi bancari quali ad esempio Fortis , e Citibank; un ulteriore colpo al mercato del credito americano lo hanno dato la crisi di Fannie Mae, Freddie Mac (società create alle fine degli anni Trenta per garantire i fondi per il mercato immobiliare americano) e della compagnia assicurativa AIG. Nel caso di Fannie Mae, Freddie Mac e AIG, il Tesoro americano ha operato il salvataggio, eventualità che era esclusivamente riservata alle banche, per tutelare i risparmiatori e per evitare la trasmissione dell’insolvenza da un istituto all’altro. Neppure Lehman è una banca commerciale, ma di investimento. In questo caso però è stato deciso di non intervenire, lasciandola fallire3. In un contesto caratterizzato da continui crolli dei mercati azionari e da un profondo peggioramento dello scenario macroeconomico, si è assistito, nel corso del mese di ottobre 2008, a due interventi coordinati di riduzione dei tassi di interesse di riferimento, da parte delle principali Banche centrali, per complessivi 100 punti base percentuali annui (1,00%); questi interventi hanno tenuto conto dei rischi deflazionistici nonché della sensibile flessione dei prezzi del petrolio e delle materie prime4. In relazione all’area Euro, alla fine di ottobre 2008, gli interventi della BCE hanno portato il tasso d’interesse al 3,25%. Se da un lato la crisi finanziaria in atto sta determinando un graduale calo dei tassi d’interesse, dall’altro, i forti timori di insolvenze collegate, direttamente o indirettamente, ai mutui sub prime sta causando fenomeni di forte restrizione creditizia (credit crunch), con la conseguenza di una maggiore selettività nella concessione dei finanziamenti e un notevole innalzamento degli spread di credito applicati sia sulle operazioni di credito bancario sia sulle operazioni di finanziamento mobiliare (ovvero con emissione di prestiti obbligazionari da parte di società).

3 La ragione riguarda la credibilità del Tesoro americano: si doveva dare l’impressione che fallire fosse possibile e che lo Stato non avrebbe assunto le sembianze di prestatore di ultima istanza. 4 In particolare, il prezzo del petrolio è passato da 139,81 dollari dollari USA del luglio 2008 a 49,09 USA del novembre 2008 (Fonte: Opec Monthly Report; July and November 2008).

10 Il sistema del credito in Toscana 1.3 L’assetto proprietario delle banche italiane Il 2007 è stato un anno importante per l’assetto bancario del paese. Si è assistito infatti a un’accelerazione del processo di consolidamento patrimoniale e dimensionale degli istituti avvenuta attraverso le numerose operazioni di fusione ed acquisizione che hanno interessato, nella maggior parte dei casi, banche di grandi dimensioni e, contrariamente a quanto avvenuto in passato, anche istituti di credito stranieri. Sembra dunque mutare, nel nostro Paese, l’atteggiamento di chiusura verso le proprietà straniere di grandi banche nazionali che aveva influenzato fino a pochi anni fa le decisioni politiche delle sfere più alte del settore finanziario e creditizio. L’acquisizione da parte dei grandi gruppi stranieri del controllo di istituti italiani ha definitivamente messo di fronte il sistema nazionale a due realtà consolidate: 1. la fine di un protezionismo che favoriva i soli istituti nazionali nella contendibilità del mercato creditizio e finanziario domestico; 2. l’adeguamento dimensionale e patrimoniale delle principali banche italiane di fronte ai grandi competitori stranieri. Il principale risultato di questo processo è rappresentato dalle circa 600 fusioni e acquisizioni che si sono succedute dal 1990 al 2006 e che hanno interessato l’80% del sistema; tale fenomeno è stato ulteriormente alimentato nel corso del 2007 e del 2008 dalle importanti operazioni che hanno riguardato gli istituti -CR Firenze, -Capitalia e MPS-Antonveneta. Alla fine del 2007, i primi 5 gruppi bancari italiani detenevano il 56,3% del mercato degli impieghi nazionali e il 52,7% di quello della raccolta. Un indicatore del grado di concentrazione del sistema bancario è rappresentato dall’indice di Herfindahl-Hirschmann (HHI); tale indice oscilla tra 0 (equidistribuzione delle quote del mercato ovvero bassa concentrazione) e 10.000 (massima concentrazione del mercato in un unico soggetto). Per tutto il periodo in esame, l’indicatore per il sistema italiano è il più basso, insieme a quello tedesco, anche se in crescita nell’ultimo anno. Infatti, le recenti operazioni di acquisto hanno incrementato il livello di concentrazione nel mercato bancario nazionale5 (Graf. 1.5). L’indice alla fine del periodo risulta non troppo elevato ma superiore a quello tedesco.

Grafico 1.5 GRADO DI CONCENTRAZIONE DEL SISTEMA BANCARIO DI ALCUNI PAESI EUROPEI. 1997-2006 Indice di Herfindahl-Hirschmann riferito alle quote di mercato (impieghi). Valori unitari Fonte: BCE (2007) 3.000 Belgium

Finland 2.400 France

Germany 1.800 Italy

1.200 Spain

United Kingdom 600 EU 15

0 Netherlands 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

1.4 Le novità normative: l’inizio di Basilea 2 e la MiFID Il 2008 sancisce, dopo un lungo iter di avvio iniziato nel 2004, l’entrata in vigore a pieno regime del Nuovo Accordo sul Capitale di Basilea 2. Rispetto alla tabella di marcia prevista, secondo la quale il 1 gennaio 2007 gli istituti bancari degli stati aderenti6 (membri della Banca

5 Sebbene i dati 2008 non siano ancora disponibili al momento in cui si scrive, la stima dell’indicatore calcolato tenendo conto di alcune importanti acquisizioni (San Paolo e Capitalia) approssimano per difetto l’attuale indice di concentrazione; infatti non si è tenuto conto di alcune operazioni tra cui quella di Antonveneta. 6 Gli stati aderenti all’accordo sono: Belgio, Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Paesi Bassi, Svezia, Svizzera Regno Unito e Stati Uniti.

Il contesto economico e finanziario 11 dei Regolamenti Internazionali con sede a Basilea) avrebbero dovuto applicare il nuovo Accordo al posto del precedente, le banche italiane hanno usufruito della proroga di un anno prevista dall’UE al fine di far aderire nello stesso momento i Paesi dell’Unione coinvolti per non creare squilibri nell’Eurosistema. Fino al 31 dicembre 2007, quindi, gli istituti nazionali hanno continuato ad applicare il vecchio accordo, evitando così le nuove disposizioni sui rischi operativi per tutto il periodo transitorio. Nel 2008, sarebbero stati introdotti dalle banche italiane i metodi standardizzati (standardized approach) oppure i metodi di rating interno di primo livello (foundation internal rating based). Tutti i maggiori gruppi italiani avrebbero dovuto adottare sistemi di rating avanzati, sebbene il processo di acquisizioni e fusioni, mai così forte come nel 2007, sembra aver rallentato la messa a punto dei sistemi secondo i parametri di Basilea 2. Ad oggi, anche i maggiori gruppi bancari nazionali registrano un ritardo nell’adeguamento a Basilea 2 in relazione alla realizzazione dell’Icaap (Internal capital adequacy assessment process) ovvero del processo interno di autovalutazione dell’adeguatezza patrimoniale che dovrà essere pronto entro il prossimo ottobre e che sarà poi oggetto di verifica da parte della Vigilanza. Gli istituti dovranno detenere un ammontare di capitale che garantisca la sicurezza e la solidità delle proprie operazioni (requisito patrimoniale), anche a fronte dei rischi di liquidità. Qualora tale ammontare non venisse considerato soddisfacente dalla Banca d’Italia, potrebbe essere imposto l’obbligo da parte degli istituti bancari di incrementare il patrimonio oppure il divieto di distribuire dividendi. Con Basilea 2, il requisito patrimoniale delle banche viene definito tenendo conto di un coefficiente che pondera la rischiosità delle varie categorie di clienti: tanto migliore sarà la valutazione di merito di credito delle stesse tanto minore sarà l’ammontare di capitale da immobilizzare; con il vecchio accordo invece tale ponderazione del rischio non veniva attuata. A contribuire all’abbassamento del patrimonio di vigilanza delle banche saranno in particolare i prestiti retail ovvero i mutui ipotecari delle famiglie e i prestiti alle piccole e medie imprese di importo inferiore a 1 milione di euro. Per questi crediti è prevista infatti una “mitigazione del rischio” e cioè un coefficiente di ponderazione dell’attività inferiore al 100 per cento. Questo criterio di definizione del requisito patrimoniale è spiegato dal fatto che questa categoria di affidamenti sarà gestita secondo una logica di pool assicurativo, all’interno del quale dovrebbe risultare piuttosto bassa la probabilità generalizzata di default. Un’ulteriore strumento che favorirà l’accesso al credito della fascia retail, mitigando ulteriormente il rischio delle banche, è la possibilità da parte delle imprese di aderire a organismi di garanzia (confidi) per poter acquisire il rispettivo rating, tale possibilità risulta estremamente importante alla luce del fatto che se l’impresa affidata viene classificata da un’agenzia di rating nella prima classe di merito, la ponderazione del rischio scende al 20%. L’adozione da parte della maggioranza delle medie e piccole banche italiane di metodi standardizzati di rating non dovrebbe comportare sostanziali modifiche nell’accesso e nel costo del credito per le PMI, in quanto se per le medie imprese il coefficiente di ponderazione risulterà immutato rispetto a Basilea 1 (100%), nel caso delle piccole e micro imprese della fascia retail il coefficiente sarà inferiore (75%). Per quanto riguarda i grandi gruppi, ad oggi, solo Unicredit e Credem hanno ricevuto, da parte della Banca d’Italia, la certificazione per utilizzare sistemi avanzati interni di valutazione. È infine estremamente probabile attendersi una crescita sempre maggiore dell’importanza e dell’utilizzo da parte delle imprese delle garanzie e dei Confidi che dovrebbero gradualmente ridurre la pratica del multiaffidamento. Nel processo di convergenza dei sistemi finanziari europei un importante provvedimento normativo è rappresentato dalla “Markets in Financial Instruments Directive” (MiFID), Direttiva approvata dal Parlamento europeo nel 2004 che dal 1 novembre 2007 introduce, nei mercati dell’Unione Europea, le nuove regole per la negoziazione di strumenti finanziari. L’obiettivo di tale disposizione (che opera a pieno regime dal 30 giugno 2008) è quello di definire un quadro organico di regole finalizzato a garantire un maggior livello di protezione degli investitori, a rafforzare l’integrità e la trasparenza dei mercati, a disciplinare l’esecuzione organizzata delle transazioni da parte delle Borse, degli altri sistemi di negoziazione e delle imprese di investimento e a stimolare la concorrenza tra le borse tradizionali e gli altri sistemi di negoziazione. Le principali novità introdotte riguardano la disciplina dell’esecuzione degli ordini alle migliori condizioni (cosiddetta best execution) e la ripartizione della clientela. Attraverso il primo strumento, gli intermediari vengono obbligati ad adottare misure e a mettere in atto meccanismi che siano efficaci al fine ottenere, nell’esecuzione degli ordini, il miglior risultato possibile per i clienti, avendo riguardo a prezzi, costi, rapidità e probabilità di esecuzione e di regolamento, dimensione e oggetto dell’ordine. Il peso di tali fattori deve essere definito

12 Il sistema del credito in Toscana dagli intermediari tenendo conto delle caratteristiche del cliente, dell’ordine, degli strumenti finanziari che sono oggetto dell’ordine, nonché delle sedi di esecuzione alle quali l’ordine può essere diretto. Riguardo invece alla ripartizione della clientela, si tratta di favorire una più puntuale identificazione delle caratteristiche e, conseguentemente, delle esigenze dei clienti; questi verranno divisi in tre categorie: clientela retail (i risparmiatori privati), clientela professionale e controparti qualificate. Queste ultime, solitamente società di intermediazione, sono escluse dall’ambito di applicazione della best execution in virtù della loro esperienza e conoscenza dei mercati finanziari; tuttavia possono richiedere l’operare di tale disposizione per sé stesse o per i propri clienti verso i quali effettuano il servizio di ricezione e trasmissione ordini al fine di garantire o garantirsi un maggior livello di protezione e di tutela.

Il contesto economico e finanziario 13

2. L’OFFERTA DI CREDITO IN TOSCANA

2.1 La struttura del sistema creditizio

Il sistema bancario e creditizio regionale ha registrato nell’anno appena trascorso alcuni importanti cambiamenti negli assetti proprietari delle maggiori banche toscane. Le operazioni più rilevanti hanno riguardato due delle principali banche con sede in Toscana: la Cassa di Risparmio di Firenze, che ha ceduto il 32% del suo azionariato al gruppo Intesa-Sanpaolo diventando una sub-holding del gruppo; e il Monte dei Paschi di Siena che ha rafforzato il suo potere di mercato acquistando in toto Banca Antonveneta e divenendo di fatto la terza banca italiana per grado di capitalizzazione. Infine la Cassa di Risparmio di Lucca, Pisa e Livorno, già controllata da Banca Popolare Italiana, è confluita nel neonato . L’assetto del sistema ha così dato un primo segnale di discontinuità rispetto a un trend che appariva in certa misura immune al processo di concentrazione in atto nel mondo bancario e che, per alcuni aspetti, mostrava addirittura andamenti opposti. Infatti, contrariamente a quanto è avvenuto a livello europeo e nazionale, il numero di banche toscane è cresciuto nell’ultimo decennio, mentre proseguiva il continuo incremento del numero di sportelli, che coprono attualmente oltre il 96% del territorio (Graf. 2.1).

Grafico 2.1 EVOLUZIONE DEL NUMERO DI BANCHE E DI SPORTELLI IN ITALIA E IN TOSCANA. 1996-2007 Numeri indice. 1996=100 Fonte: Elaborazioni su dati Banca d’Italia (2008)

140

130

120

110

100

90

80 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

Banche Toscana Banche Italia Sportelli Italia Sportelli Toscana

Nel 2007 il numero di intermediari operanti nella regione è aumentato di un’unità: vi sono infatti due unità aggiuntive di banche con sede in Toscana (entrambe BCC), mentre diminuisce di una unità il numero degli istituti che non hanno sede in regione. Rispetto al 1996, l’incremento del numero di istituti di credito è di 32 unità: 5 unità da annoverare tra le banche toscane e 27 tra le non toscane; queste ultime arrivano a rappresentare, nel 2007, circa il 50% del totale (Graf. 2.2). Nel corso del decennio, l’assetto istituzionale del sistema bancario regionale non subisce cambiamenti di rilievo: sul piano numerico permane prevalente la presenza di banche di credito cooperativo (Graf. 2.3).

L’offerta di credito in Toscana 15 Grafico 2.2 NUMERO DI BANCHE OPERANTI IN REGIONE. 1996, 2001 e 2007 Valori assoluti Fonte: Elaborazioni su dati Banca d’Italia (2008) 150 Banche toscane Banche non toscane 123 120 109 91 60 90 50 33 60

30 58 59 63

0 1996 2001 2007

Grafico 2.3 NUMERO DI BANCHE CON SEDE IN TOSCANA PER TIPOLOGIA ISTITUZIONALE. 1996, 2001 e 2007 Valori assoluti Fonte: Elaborazioni su dati Banca d’Italia (2008)

40 36 36 37

32 22 24 20 18 16

4 8 3 3 0 1996 2001 2007

Banche S.p.A. Banche Popolari BCC

Per quanto attiene alla struttura degli sportelli, il 2007 segna un ulteriore aumento, passando dai 2.376 sportelli del 2006 ai 2.458 (+82 unità) (Tab. 2.4). Sembra dunque non essersi esaurita la strategia di presidio del territorio che gli istituti di credito italiani e toscani hanno dimostrato di adottare apponendo ogni anno nuovi sportelli. La dislocazione può essere messa in relazione con vari fattori, tra cui il grado di sviluppo del territorio, il grado di concorrenza del sistema bancario esercitato dalla presenza più o meno forte di più istituti e rispettivi sportelli, la vicinanza al comune dove ha sede l’istituto bancario. Nel 2007 si registra in Toscana una variazione positiva del 3,5%, riconducibile principalmente all’aumento degli sportelli delle banche di credito cooperativo (+8,7%) e di quelle commerciali (+4,6%); diminuiscono del 19% circa, invece, gli sportelli delle banche popolari. In crescita del 2,7% gli sportelli delle banche con sede in regione che confermano la loro alta incidenza sul totale.

Tabella 2.4 NUMERO DI SPORTELLI IN TOSCANA PER TIPOLOGIA ISTITUZIONALE. 1996-2007 Valori assoluti e percentuali Fonte: Elaborazioni su dati Banca d’Italia (2008) BCC BP S.p.A. Banche estere Totale Di cui: di banche sportelli con sede in regione

1996 158 136 1.482 2 1.780 1997 172 156 1.519 2 1.851 1998 184 161 1.552 2 1.901 1999 189 164 1.600 2 1.957 2000 204 180 1.658 2 2.046 1.584 2001 213 192 1.709 3 2.119 1.636 2002 227 141 1.795 2 2.167 1.670 2003 234 176 1.805 1 2.218 1.694 2004 249 177 1.826 3 2.257 1.723 2005 256 179 1.858 4 2.297 1.756 2006 265 161 1.947 3 2.376 1.821 2007 288 131 2.036 3 2.458 1.871 Var. % 07/06 8,7 -18,6 4,6 0 3,5 2,7

16 Il sistema del credito in Toscana Come nel 2006, sono solo 11 i comuni toscani senza alcuno sportello bancario; per la maggior parte essi sono situati nell’Appennino Tosco-emiliano. Firenze è il comune strutturalmente più dotato, con 315 sportelli (il 12,8% del totale regionale); seguono Prato con 105 sportelli (il 4,3%), gli altri capoluoghi di provincia e i maggiori comuni non capoluogo. Il numero di sportelli per 10 mila abitanti varia, tra i comuni della regione, da un minimo di 2,49 ad un massimo di 28,78; Firenze si colloca nella classe intermedia; Prato, Livorno, Grosseto e Massa Carrara in classi medio-basse; al contrario, i piccoli e piccolissimi comuni si collocano spesso nelle classi caratterizzate da una presenza relativa di sportelli più elevata; si nota infine una buona presenza di sportelli nelle amministrazioni comunali caratterizzati da consistente flusso di presenze turistiche. La dislocazione degli sportelli che si sono aggiunti nel 2007 ha interessato principalmente i comuni più grandi e sviluppati sul piano economico: Firenze ha aumentato il numero di sportelli di 12 unità; gli altri capoluoghi e le amministrazioni comunali con redditi pro capite più alti hanno registrato incrementi di entità inferiore (Fig. 2.5). Come si è detto, la presenza bancaria nel territorio è tale da coprire, con almeno uno sportello, il 96,2% del totale dei comuni.

Figura 2.5 NUMERO DI SPORTELLI IN TOSCANA. 2007 Valori assoluti Fonte: Elaborazioni su dati Banca d’Italia (2008) NUMERO DI SPORTELLI 2007 SPORTELLI OGNI 10.000 ABITANTI

0 0 Fino a 6 Fino a 3 6 - 23 3 - 7 23 - 49 8 - 10 49 - 105 11 - 16 Oltre 105 Oltre 16

La ricomposizione dell’assetto proprietario del sistema bancario operante in Toscana non ha determinato cambiamenti significativi nelle quote relative delle diverse componenti (Tab. 2.6).

Tabella 2.6 COMPOSIZIONE DEL MERCATO BANCARIO TOSCANO. 2004-2007 Quote percentuali Fonte: Elaborazioni su dati Banca d’Italia (2008)

2004 2005 2006 2007 Quote di mercato degli sportelli Banche Regionali 76,3 76,4 77,0 76,1 S.p.A. 60,5 60,6 60,9 59,6 BP 4,8 4,7 4,9 4,8 BCC 11,0 11,1 11,2 11,7 Banche Extraregionali 23,7 23,6 23,0 23,9 Quote di mercato dei prestiti Banche Regionali 64,6 63,5 63,5 63,1 S.p.A. 52,7 51,5 51,6 51,0 BP 3,5 3,6 3,6 3,3 BCC 8,3 8,4 8,3 8,8 Banche Extraregionali 35,4 36,5 36,5 36,9 Quote di mercato della raccolta Banche Regionali 79,8 79,5 79,8 77,8 S.p.A. 64,0 62,9 62,8 60,9 BP 4,6 4,6 4,6 4,4 BCC 11,2 11,9 12,3 12,5 Banche Extraregionali 20,2 20,5 20,2 22,2

L’offerta di credito in Toscana 17 Tra il 2004 e il 2007, si registra un lieve incremento d’incidenza del mercato dei prestiti (dal 35,4% al 36,9%) e della raccolta (dal 20,2% al 22,2%) che fa capo alle banche extraregionali; aumentano le proprie quote, in termini di sportelli, prestiti e raccolta, le banche di credito cooperativo; mentre, al contrario, risultano in lieve diminuzione le quote relative a Spa e Banche popolari. Si conferma dunque, per la regione, una duplice tendenza: la progressiva concentrazione proprietaria e lo sviluppo di una importante componente a forte radicamento locale. Un aspetto da segnalare è che presumibilmente vi è stato, nell’ultimo quinquennio, un aumento del grado di concorrenza del mercato regionale dei prestiti che si è manifestato attraverso una maggiore mobilità dei finanziamenti da una banca a un’altra; una misura di tale mobilità è data infatti dalla somma dei valori assoluti delle variazioni delle quote di mercato, che è stata, nel periodo, superiore al 10%. Riguardo al grado di concentrazione del sistema bancario, la situazione relativa alle province toscane rappresentata attraverso l’indice di Herfindahl-Hirschmann7 risulta, nel 2007, in linea o superiore alla media italiana. Le province con i valori più bassi sono Firenze, Prato, Lucca e Pisa. Il mercato più concentrato (data la presenza di un grande operatore) è, come attendibile, quello della provincia di Siena.

Figura 2.7 GRADO DI CONCENTRAZIONE DEL SISTEMA BANCARIO ITALIANO. 2007 Indice di Herfindahl-Hirschmann per provincia. Valori per 10.000 Fonte: Elaborazioni su dati Banca d’Italia

Fino a 1.000 1.001 - 1.300 1.301 - 1.800 1.801 - 2.500 Oltre 2.500

2.2 L’operatività del sistema creditizio Nel corso del 2007, l’ammontare di credito affidato a imprese e famiglie è aumentato, sebbene per quanto riguarda quest’ultima componente si sia evidenziato un rallentamento nel ritmo di crescita. I depositi, al contrario, hanno continuato a rallentare la propria dinamica fino a segnare una variazione annuale prossima allo zero. Il costo del denaro è aumentato per effetto del rialzo dei tassi d’interesse i quali, a loro volta, hanno risentito dei primi effetti delle turbolenze sui mercati finanziari provocati dalla crisi dei mutui sub prime. Il livello delle sofferenze bancarie è diminuito anche se, come si dirà, nel valutare questo risultato occorre considerare che esso è in parte determinato dalle cartolarizzazioni operate nel corso del 2007 che determinano uno spostamento del rischio finanziario verso altre componenti del sistema regionale8.

7 L’indice è calcolato come la somma del quadrato delle quote di mercato di ogni singolo operatore in termini in questo caso di numero di sportelli (in percentuale). Un valore inferiore a 1.000 indica un mercato non concentrato, un valore tra 1.000 e 1.800 indica un mercato moderatamente concentrato, oltre i 1.800 siamo in presenza di alta concentrazione. 8 Attraverso la cartolarizzazione le banche trasformano parte dei debiti in loro possesso in titoli che poi vengono rivenduti ai risparmiatori e ad altri operatori economici. Attraverso questa operazione, insieme al debito, viene trasferito anche il rischio insito nel debito dalla banca ai risparmiatore. Di fatto, quindi, se a livello bancario il livello di sofferenze scende, a livello sistemico questa sofferenza non è scomparsa ma si è solo trasferita.

18 Il sistema del credito in Toscana • I depositi e la raccolta I depositi bancari costituiscono la componente più consistente della raccolta bancaria di un dato territorio; la loro entità dipende in parte dalla propensione del pubblico a detenere circolante; in parte dalla propensione delle banche ad accumulare riserve libere. Il livello dei depositi misura, dunque, la fiducia riposta dal pubblico nel mercato del credito. Nel 2007 si è registrato un sostanziale arresto della dinamica dei depositi complessivamente detenuti dalle banche in Toscana (+0,1%) (Tab. 2.8). In un contesto di rialzo dei tassi di riferimento, il costo opportunità di detenere moneta è aumentato e, conseguentemente, le risorse depositate sono diminuite, specialmente quelle riconducibili ai conti corrente. Una misura di questo maggior costo è dato dall’andamento crescente del differenziale tra il tasso Euribor a tre mesi e il rendimento dei conti correnti liberi, passato nel corso dell’anno dal 2,4% al 3%. A scala provinciale si possono segnalare andamenti di segno opposto: risulta diminuito l’ammontare dei depositi nelle province di Firenze (-2,3%), Lucca (-3,9%), Prato (-0,6%), Grosseto (-0,5%); risulta invece in aumento l’ammontare dei depositi nelle altre province. In particolare, aumentano del 4,2% quelli della provincia di Pisa, che costituiscono il 10% del totale regionale. Il rallentamento dei depositi è stato osservato anche a livello medio nazionale, dove, tuttavia, si è registrato un aumento più elevato rispetto a quello della regione (+3,1%).

Tabella 2.8 DEPOSITI BANCARI NELLE PROVINCE TOSCANE. 2006-2007 Valori in milioni di euro, incidenza e variazioni e percentuali Fonte: Elaborazioni su dati Banca d’Italia (2008)

2006 2007 Var. % 2006/05 Var. % 2007/06 Inc. % 2007

Arezzo 3.716 3.780 2,6 1,7 8,4 Firenze 14.585 14.256 5,6 -2,3 31,8 Grosseto 2.090 2.080 3,2 -0,5 4,6 Livorno 3.110 3.218 5,4 3,5 7,2 Lucca 4.784 4.595 9,9 -3,9 10,3 Massa Carrara 1.897 1.965 9,3 3,6 4,4 Pisa 4.434 4.621 0,9 4,2 10,3 Pistoia 2.995 3.081 2,0 2,9 6,9 Prato 3.286 3.267 0,2 -0,6 7,3 Siena 3.828 3.919 3,6 2,4 8,8 Toscana 44.724 44.783 4,5 0,1 100,0 Italia 726.732 749.406 5,2 3,1 6,0

La componente più consistente della raccolta bancaria è data dai depositi delle famiglie che rappresentano circa il 64% dei depositi totali. Dopo il rallentamento della crescita già rilevato da questa componente nel 2006, nel 2007 si registra in Toscana una lieve riduzione (-0,5%) a fronte di un contenuto segno positivo a scala nazionale (+0,4%) (Tab. 2.9). Segni negativi si rilevano in corrispondenza della maggior parte delle province, compresa quella di Firenze.

Tabella 2.9 DEPOSITI BANCARI DELLE FAMIGLIE IN TOSCANA. 2006-2007 Valori in milioni di euro e percentuali Fonte: Elaborazioni su dati Banca d’Italia (2008)

2006 2007 Var. % 2006/05 Var. % 2007/06 Inc. % 2007

Arezzo 2.524 2.512 1,5 -0,5 66,5 Firenze 8.920 8.757 3,1 -1,8 61,4 Grosseto 1.450 1.461 1,6 0,8 70,3 Livorno 2.183 2.201 3,7 0,8 68,4 Lucca 2.871 2.859 4,8 -0,4 62,2 Massa Carrara 1.329 1.360 4,5 2,3 69,2 Pisa 2.946 2.928 1,7 -0,6 63,4 Pistoia 1.996 2.027 -0,6 1,6 65,8 Prato 2.064 2.034 -0,2 -1,5 62,2 Siena 2.359 2.356 2,9 -0,1 60,1 Toscana 28.641 28.496 2,5 -0,5 63,6 Italia 419.331 420.926 3,9 0,4 56,2

L’offerta di credito in Toscana 19 La diminuzione dei depositi delle famiglie, che ammonta a 145 milioni di euro, si accompagna alla riduzione dei depositi realizzati dalle imprese, pari a 152 milioni di euro (Graf. 2.10). Entrambe queste variazioni hanno sostanzialmente compensato il consistente incremento registrato in relazione alle società finanziarie e assicurative, determinando la sostanziale stagnazione complessiva registrata nel periodo. Nel caso delle imprese, il disinvestimento potrebbe essere dovuto al maggior fabbisogno di liquidità.

Grafico 2.10 DEPOSITI IN TOSCANA PER OPERATORI. 2007 Variazioni in valori assoluti rispetto al 2006 Fonte: Elaborazioni su dati Banca d’Italia (2008)

Totale depositi +59

Altri soggetti -54

Famiglie -145

Soc. finanz.e ass. +396

PPAA +14

Imprese -152

-200 -100 0 100 200 300 400

Riguardo ai depositi, occorre infine segnalare che rispetto all’incidenza dei depositi in conto corrente, altre forme di raccolta più rischiose e remunerative (“altre forme di deposito”) quali i buoni fruttiferi e i certificati di deposito a breve e a lungo termine nonché i depositi vincolati diversi dai precedenti9, costituiscono ancora una parte molto esigua del totale della raccolta bancaria: nella nostra regione, come nelle altre realtà regionali, i depositi in c/c liberi rappresentano intorno al 90% del totale (Graf. 2.11). La forbice che divide le due categorie è, in Toscana, più accentuata che nella media nazionale e rispetto alla realtà delle maggiori regioni del centro nord ad eccezione del Piemonte. Sul fronte opposto si colloca la regione Marche che registra la quota più elevata di “altri depositi”, con oltre il 30% del totale.

Grafico 2.11 RACCOLTA BANCARIA PER FORMA TECNICA IN ALCUNE REGIONI ITALIANE. 2007 Valori percentuali Fonte: Elaborazioni su dati Banca d’Italia (2008) 100

80

60

40

20

0 Toscana Marche Emilia Romagna Lombardia Veneto Piemonte ITALIA

Depositi in c/c liberi Altre forme di deposito

Sempre nell’ambito della raccolta bancaria, e a fronte della stazionarietà dei depositi, si è registrata in Toscana una dinamica piuttosto marcata in relazione alle obbligazioni: queste, in linea con la dinamica rilevata a scala nazionale, hanno segnato nel 2007 un aumento del 12,3%, dopo un +5,3% del 2006. Gli incrementi più consistenti si sono avuti, nei due anni, nelle province di Livorno, Pisa e Siena.

9 La voce comprende: i depositi a risparmio liberi, i buoni fruttiferi e i certificati di deposito fino a 18 mesi, i buoni fruttiferi e i certificati di deposito oltre 18 mesi, i depositi vincolati diversi dai buoni fruttiferi e dai certificati di deposito.

20 Il sistema del credito in Toscana Tabella 2.12 TITOLI DI TERZI IN DEPOSITO PRESSO LE BANCHE IN TOSCANA (OBBLIGAZIONI). 2006-2007 Valori in milioni di euro e percentuali Fonte: L’economia della Toscana nell’anno 2007, Banca d’Italia (2008)

2006 2007 Var. 06/05% Var. 07/06% Inc. % 2007 Arezzo 2.070 2.310 8,6 11,6 8,6 Firenze 6.984 7.734 1,1 10,7 28,8 Grosseto 1.080 1.188 5,5 10,0 4,4 Livorno 1.768 2.059 10,8 16,5 7,7 Lucca 2.469 2.794 7,8 13,2 10,4 Massa Carrara 1.038 1.161 3,5 11,8 4,3 Pisa 2.899 3.307 9,2 14,1 12,3 Pistoia 1.973 2.186 5,5 10,8 8,1 Prato 1.497 1.628 4,6 8,8 6,1 Siena 2.142 2.489 5,1 16,2 9,3 Toscana 23.919 26.857 5,3 12,3 100,0 Italia 302.841 338.525 3,4 11,8 7,9

• Gli impieghi Così come il livello dei depositi misura la fiducia riposta dal pubblico nel mercato del credito, gli impieghi sono commisurati alla fiducia delle banche in merito alla rischiosità finanziaria degli operatori economici del territorio. Negli ultimi anni, il mercato del credito ha registrato, nei vari paesi europei, dinamiche molto simili che hanno portato a un incremento degli impieghi, trainato principalmente dalla componente dei mutui. Quest’andamento è imputabile, in buona parte, alla forte crescita dei mutui alle famiglie e alle successive rinegoziazioni e sostituzioni, alla diminuzione del risparmio, all’aumento della propensione all’indebitamento volto a mantenere invariati i livelli di consumo, al fabbisogno finanziario del comparto produttivo in una congiuntura economica stagnante. A scala regionale gli impieghi hanno confermato il trend di crescita degli anni precedenti segnando, nel 2007, una variazione del 9,7%, in linea con la variazione media italiana (Tab. 2.13). Questa dinamica positiva continua a porsi, ormai da alcuni anni, al di sopra di quella dei depositi. Gli aumenti più consistenti si sono registrati nelle province di Lucca, Pisa, Livorno e Massa Carrara. Si consideri tuttavia che la maggiore concentrazione di domanda di finanziamenti riguarda l’area fiorentina (31% del totale), l’area lucchese (12,8%) e quella senese (11,5%), che insieme incidono per il 55% del complesso degli impieghi bancari.

Tabella 2.13 IMPIEGHI BANCARI TOTALI PER PROVINCIA IN TOSCANA. 2006-2007 Valori in milioni di euro e percentuali Fonte: Elaborazioni su dati Banca d’Italia (2008)

2006 2007 Var. 06/05% Var. 07/06% Inc. % 2007 Arezzo 6.991 7.390 8,7 5,7 7,2 Firenze 29.083 32.017 7,1 10,1 31,2 Grosseto 3.944 4.239 13,7 7,5 4,1 Livorno 6.125 6.813 7,1 11,2 6,6 Lucca 11.649 13.189 22,9 13,2 12,8 Massa Carrara 3.178 3.528 13,6 11,0 3,4 Pisa 8.217 9.193 2,4 11,9 8,9 Pistoia 6.350 6.864 8,7 8,1 6,7 Prato 7.212 7.700 8,2 6,8 7,5 Siena 10.896 11.814 19,8 8,4 11,5 Toscana 93.646 102.747 10,6 9,7 100,0 Italia 1.368.288 1.500.616 10,5 9,7 6,8

Nel 2007, la dinamica crescente del credito alle famiglie ha registrato, in Toscana come in Italia, una certa decelerazione imputabile al raffreddamento del mercato immobiliare e all’innalzamento dei tassi d’interesse. L’irrigidimento della politica monetaria ha indotto le famiglie, non tanto a rinunciare all’indebitamento, quanto a rinegoziare i mutui per passare dai tassi variabili ai tassi fissi, ricontrattando la durata del finanziamento o stipulando nuovi affidamenti. Oltre l’80% delle

L’offerta di credito in Toscana 21 banche nazionali ha operato rinegoziazioni di mutui e circa il 58% li ha sostituiti10. Il tasso di crescita degli impieghi in Toscana si è portato dal 11,6% del 2006 al 5,9% del 2007; il rallentamento è stato quindi più marcato che nella media nazionale (dal 12,7% all’ 8,7%) (Tab. 2.14). I mutui ipotecari sono calati del 2,1% (come risulta dalla relazione “L’economia della Toscana nell’anno 2007” di Banca d’Italia), invertendo una dinamica crescente che perdurava dal 2002; alla base di tale situazione vi è un’offerta più restrittiva e selettiva. Le dinamiche a livello provinciale sono state molto differenziate: gli impieghi sono aumentati in misura consistente nelle province di Prato (+11,7%), Firenze e Pisa (+8.1%), in misura inferiore nelle altre; fanno eccezione quelle di Arezzo e Grosseto dove le variazioni sono state di segno negativo.

Tabella 2.14 IMPIEGHI BANCARI DELLE FAMIGLIE IN TOSCANA. 2006-2007 Valori in milioni di euro e percentuali Fonte: Elaborazioni su dati Banca d’Italia (2008)

Impieghi famiglie Incidenza sul totale impieghi (%) Var. % 07/06 2.006 2.007 2006 2007

Arezzo 1.826 1.813 26,1 24,5 -0,7 Firenze 6.998 7.566 24,1 23,6 8,1 Grosseto 1.299 1.283 32,9 30,3 -1,3 Livorno 2.167 2.221 35,4 32,6 2,5 Lucca 2.270 2.436 19,5 18,5 7,3 Massa Carrara 999 1.075 31,5 30,5 7,5 Pisa 2.486 2.688 30,2 29,2 8,1 Pistoia 1.886 1.997 29,7 29,1 5,9 Prato 1.722 1.924 23,9 25,0 11,7 Siena 1.957 2.005 18,0 17,0 2,5 Toscana 23.611 25.007 25,2 24,3 5,9 Italia 338.045 367.491 24,7 24,5 8,7

L’ampliamento delle opportunità di ricorso ad acquisti rateali di beni di consumo, unito all’introduzione di nuovi strumenti quali le carte revolving, ha incontrato negli ultimi anni il favore dei consumatori italiani; questi infatti hanno utilizzato in misura crescente, più per una esigenza di mantenimento del proprio livello di consumo, tale strumento. Sebbene l’Italia non sia ancora sui livelli medi europei, vi è stato, dal 2004, un importante incremento nell’uso di questo tipo di strumento. Come per i mutui, anche il credito al consumo ha rallentato la sua crescita nel 2007 segnando comunque aumenti di rilievo (+14% nel 2007) (Tab. 2.15). La Toscana è una delle regioni in cui la fruizione di questo strumento è stata tra le più elevate, seconda solo alla Lombardia e al Piemonte, con un ammontare complessivo che supera i 6 miliardi di euro nel 2007 (+10,8% rispetto al 2006).

Tabella 2.15 CREDITO AL CONSUMO DELLE FAMIGLIE IN ALCUNE REGIONI ITALIANE. 2003-2007 Valori in milioni di euro e percentuali Fonte: Elaborazioni su dati Banca d’Italia (2008)

2003 2004 2005 2006 2007 Var. 07/03 Var. 07/06

Toscana 3.723 4.359 5.029 5.763 6.387 71,5 10,8 Marche 1.104 1.345 1.577 1.834 2.143 94,2 16,9 Emilia Romagna 3.081 3.628 4.343 5.161 6.076 97,2 17,7 Lombardia 7.958 9.651 11.398 13.555 15.596 96,0 15,1 Piemonte 3.901 4.690 5.569 6.188 7.155 83,4 15,6 Veneto 3.075 3.767 4.508 5.304 6.111 98,7 15,2 Italia 50.109 60.945 72.663 85.646 97.836 95,2 14,2

10 Con il termine rinegoziazione si intende il procedimento tramite il quale il cliente propone alla banca (che può rifiutare) di rivedere alcune e limitate condizioni del contratto di mutuo, quali i punti di spread o la durata in modo tale da ridurre l’onerosità della singola rata. Con il termine sostituzione si intende l’estinzione del vecchio mutuo e la creazione di un nuovo contratto dove tutte le variabili sono negoziabili. Quest’ultima opzione prevede quindi un nuovo atto notarile e una nuova ipoteca a favore della banca, aumentando di fatto i costi per il debitore. La soluzione della surrogazione, introdotta dal Decreto Bersani, permette invece il subentro nel contratto di un’altra banca con minori costi aggiuntivi (spese notarili, di perizia e di assicurazione) e con la possibilità di rinegoziare tutte le condizioni.

22 Il sistema del credito in Toscana Per quanto riguarda le imprese, in una fase di bassa crescita e, conseguentemente, di stagnazione della capacità di autofinanziamento, il credito ad esse affidato è aumentato del 10% (+11,5% a scala nazionale) confermando il ritmo di incremento dell’anno precedente (Tab. 2.16). L’aumento dei finanziamenti ha interessato soprattutto le imprese medio-grandi; in relazione alle aziende con meno di 20 addetti, delle famiglie produttrici e di quelle artigiane la dinamica è stata, infatti, di misura inferiore (pari al 5,1%, 5% e 3,8% rispettivamente). Nelle province di Lucca, Livorno e Grosseto si sono registrate variazioni superiori alla media regionale. Nelle province di Prato e Arezzo si sono registrate (come nell’anno precedente) le maggiori incidenze di affidamento alle imprese rispetto al totale degli impieghi erogati (circa il 74%).

Tabella 2.16 IMPIEGHI BANCARI DELLE IMPRESE TOSCANE.2006-2007 Valori in milioni di euro e percentuali Fonte: Elaborazioni su dati Banca d’Italia (2008)

Province Impieghi imprese Incidenza sul totale impieghi (%) Var. % 07/06 2006 2007 2006 2007 Arezzo 5.011 5.439 71,7 73,6 8,5 Firenze 15.700 17.258 54,0 53,9 9,9 Grosseto 2.589 2.885 65,6 68,0 11,4 Livorno 3.748 4.327 61,2 63,5 15,4 Lucca 6.116 7.044 52,5 53,4 15,2 Massa Carrara 2.036 2.241 64,1 63,5 10,1 Pisa 5.381 5.768 65,5 62,7 7,2 Pistoia 4.313 4.715 67,9 68,7 9,3 Prato 5.376 5.683 74,5 73,8 5,7 Siena 4.886 5.348 44,8 45,3 9,5 Toscana 55.156 60.708 58,9 59,1 10,1 Italia 805.712 898.641 58,9 59,9 11,5

Il crescente ricorso all’indebitamento bancario da parte delle imprese toscane è strettamente legato, oltre che alla natura del sistema finanziario regionale e nazionale, principalmente basato sull’intermediazione bancaria, ad alcune caratteristiche proprie del tessuto produttivo regionale. L’azienda toscana si caratterizza per essere sottocapitalizzata, di piccola dimensione e per avere forme di conduzione tradizionali, connotate da management familiare. La gestione finanziaria è fortemente condizionata da una struttura di controllo piramidale-familiare: l’imprenditore si propone spesso come factotum dell’azienda, coprendo funzioni assai delicate e diverse tra loro come la gestione finanziaria che necessita spesso di competenze specifiche. Nella gran maggioranza dei casi si hanno imprese famigliari o società di persone. Un peso molto contenuto si registra in corrispondenza delle società di capitale e questo aspetto limita, nel complesso del sistema, le alternative più innovative di finanziamento dell’attività di impresa. La forte dipendenza dal credito bancario è il risultato di un ordine di preferenze gerarchico delle fonti di finanziamento che convalida la pecking order theory enunciata da Myers11: nella strategia finanziaria dell’impresa l’autofinanziamento viene sempre preferito all’emissione di debito e questo, a sua volta, al finanziamento con capitale di rischio. Tale gerarchia rispecchia livelli di rischio crescenti. Ponendo in relazione la dimensione aziendale con le dimensioni delle banche con cui vengono intrattenuti rapporti di finanziamento, emerge nel quadro regionale una sorta di “specializzazione dimensionale” (size effect) (Tab. 2.17): il 45% delle piccole imprese tende a stipulare i propri finanziamenti con i piccoli istituti di credito locali, mentre le imprese più grandi tendono invece a rivolgersi alle banche maggiori. La vicinanza al territorio delle piccole banche e l’approccio adottato verso l’impresa, fondato su stretti rapporti relazionali e sulla disponibilità di un discreto patrimonio informativo sul cliente (anche informali, le cosiddette soft informations), rende più fluido l’accesso al credito da parte delle piccole imprese. Occorre considerare che questo aspetto non sempre è il risultato di una vera e propria scelta strategica degli istituti di credito: specialmente per quelli di dimensioni molto contenute e legati al territorio, il finanziamento delle piccole e medie imprese locali rappresenta l’unico ambito di mercato dove possono realizzare condizioni migliori rispetto alle banche commerciali. Le imprese maggiori tendono invece a porre in essere rapporti con istituti di credito più grandi per poter disporre di un numero più vasto di strumenti e servizi finanziari che spesso le piccole banche locali non riescono a fornire. Inoltre, il potere contrattuale delle medie e grandi imprese pone in secondo piano la necessità di instaurare meccanismi di relationship lending al fine di spuntare condizioni migliori.

11 Myers (1984)

L’offerta di credito in Toscana 23 Tabella 2.17 QUOTA DEI FINANZIAMENTI PER CLASSE DI INTERMEDIARIO E IMPRESA IN TOSCANA E IN ITALIA. 2007 Valori percentuali Fonte: Elaborazioni su dati Banca d’Italia (2008)

Piccole imprese Medie imprese Grandi imprese Totale Toscana Banche maggiori e grandi 24,2 33,3 37,5 31,1 Banche medie 21,9 24,8 32,3 25,0 Banche piccole 45,1 32,9 19,9 34,7 di cui: in gruppi 32,0 26,3 15,6 26,2 Finanziarie e SPV 8,8 8,9 10,3 9,2 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 ITALIA Banche maggiori e grandi 32,8 39,2 43,7 39,5 Banche medie 19,9 22,1 25,7 22,6 Banche piccole 34,4 26,2 16,1 25,2 di cui: in gruppi 21,1 16,6 8,6 15,3 Finanziarie e SPV 12,9 21,5 14,4 12,7 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0

Concludendo il quadro dei finanziamenti collegati ai vari prenditori, le variazioni degli stock di prestiti per tipo di clientela mostra, in primo luogo, che la crescita riguardante le famiglie consumatrici è rallentata, evidenziando, nel 2007, un aumento del 6,1% contro gli incrementi superiori al 10% registrati negli anni precedenti (Tab. 2.18). Aumentano le risorse destinate alle società finanziarie e assicurative: dopo un incremento del 39% nel 2005 e un successivo rallentamento, nel 2007 la variazione si attesta intorno al 16%. La dinamica del credito alle imprese nell’ultimo anno considerato (+10,9%) ripropone i ritmi dell’anno precedente; tale risultato deriva da una consistente variazione positiva nel settore dei servizi (+15,3%), mentre gli affidamenti alle imprese nel settore delle costruzioni e dell’industria rallentano. L’accelerazione nell’ambito dei servizi è imputabile alla sola componente a breve termine ed è riconducibile in particolare alle imprese del commercio e degli “altri servizi destinabili alla vendita”. Il credito alla pubblica amministrazione, che nel 2006 era aumentato del 30%, nel 2007 registra un aumento ben inferiore, +7,5%, a causa delle rinegoziazioni dei mutui verso scadenze più protratte nel tempo.

Tabella 2.18 VARIAZIONE PRESTITI BANCARI PER SETTORE DI ATTIVITÀ ECONOMICA. TOSCANA. 2004-2007 Variazioni percentuali Fonte: Elaborazioni su dati Banca d’Italia (2008) 2004 2005 2006 2007 Amministrazioni pubbliche 1,4 10,8 30,6 7,5 Società finanziarie e assicurative 13,7 38,8 7,5 16,3 Società non finanziarie 6,9 5,3 11,2 11,5 di cui: con meno di 20 addetti 4,9 0,9 5,1 7,9 Famiglie produttrici 6,5 5,3 5,0 6,7 Famiglie consumatrici 14,4 13,0 11,4 6,1 Imprese (Società non fin. + famiglie produttrici) 6,9 5,3 10,4 10,9 di cui: industria manifatturiera 0,8 1,7 7,5 4,0 Costruzioni 11,6 7,2 19,4 14,4 Servizi 8,8 6,3 12,0 15,3 Totale 9,2 11,0 10,8 10,3

• La destinazione dei finanziamenti di lungo periodo L’analisi dei finanziamenti concessi a media e lunga scadenza consente di fornire alcune indicazioni riguardo la destinazione delle risorse investite nel sistema regionale, ovvero se esse sono state orientate verso il ciclo produttivo, l’ambito finanziario, quello immobiliare e fondiario oppure verso l’acquisto di beni di consumo durevole. Dai dati di flusso del 2007 emerge per la Toscana una conferma dell’elevata incidenza dei finanziamenti destinati all’acquisto delle abitazioni da parte delle famiglie che costituiscono circa il 64% dei prestiti a lungo termine concessi nell’anno anche se è possibile notare per il 2007 un rallentamento nella crescita; ai fabbricati non residenziali è destinato il 14% dei finanziamenti, mentre il restante 22% è destinato all’investimento in impianti, attrezzature e mezzi di trasporto. Rispetto al 2006, si rileva una sostanziale stabilità dell’ammontare complessivo dei finanziamenti che si attesta intorno ai 7 miliardi di euro (Graf. 2.19).

24 Il sistema del credito in Toscana Grafico 2.19 EROGAZIONI DEI PRESTITI A MEDIA E LUNGA SCADENZA IN TOSCANA. 2003-2007 Flussi in milioni di euro Fonte: Elaborazioni su dati Banca d’Italia (2008) 5.000 Acquisto di abitazioni famiglie 4.000 Acquisto di altri immobili

3.000 Inv estimenti in macchinari, attrezzature, mezzi di 2.000 trasporto e prodotti v ari

1.000

0 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

In termini di stock, si registra un aumento contenuto dei finanziamenti per l’acquisto di macchinari, attrezzature e materiali vari (+1,8%), rallenta la crescita delle consistenze dei finanziamenti per l’acquisto di abitazioni (+14,7% nel 2006, +5,4% nel 2007), mentre i finanziamenti per l’acquisto di beni durevoli da parte delle famiglie segna una variazione negativa (-3,8%) (Tab. 2.20). Rallentano, inoltre, i finanziamenti per le costruzioni e gli investimenti finanziari. Complessivamente, lo stock di finanziamenti a media e lunga scadenza diminuisce il ritmo di crescita passando dal 15,6% del 2006 al 10,3% dell’anno appena trascorso.

Tabella 2.20 DESTINAZIONE DEI FINANZIAMENTI A MEDIA E LUNGA SCADENZA IN TOSCANA. 2006-2007 Consistenze in milioni di euro e variazioni percentuali Fonte: Elaborazioni su dati Banca d’Italia (2008)

Var % 2006 2007 2006/05 2007/06 Investimenti in costruzioni 11.313 13.275 16,0 11,6 di cui: abitazioni 4.966 5.612 21,0 13,0 di cui: fabbricati non residenziali 6.347 6.965 15,6 9,7 Investimenti in macchine, attrezzature, mezzi di trasporto e materiali vari 3.939 4.008 0,7 1,8 Acquisto di immobili 15.211 20.494 13,4 5,6 di cui: abitazioni di famiglie consumatrici 15.211 16.038 14,7 5,4 Acquisto di beni durevoli da parte di famiglie consumatrici 1.511 1.453 2,4 -3,8 Investimenti finanziari 1.979 2.258 24,0 14,1 Altre destinazioni 56.914 21.280 22,2 17,0 Totale 56.914 62.769 15,6 10,3

• Il rapporto prestiti/raccolta Un utile indicatore della capacità del sistema bancario di redistribuire le risorse sul territorio e sostenere, in questo modo, lo sviluppo dello stesso è il rapporto prestiti/raccolta, che fornisce una misura di quanta parte dei risparmi raccolti nella regione rientri nel sistema attraverso le varie forme di impiego. Fino al 1999, in Toscana l’entità dei depositi risultava superiore al totale degli impieghi registrati dagli istituti di credito. Il rapporto percentuale era quindi inferiore al 100% (93,7%) ed era anche inferiore alla media italiana (97,7%). Negli anni successivi, e fino al 2007, l’indice ha segnato un trend crescente portandosi, nell’ultimo anno, al 131,5%, a fronte di un 126,4% della media italiana (Tab. 2.21, Graf. 2.22). Tra le maggiori regioni del centro nord, solo la Lombardia e il Veneto registrano rapporti più elevati (143% e 139% rispettivamente). Il progressivo aumento del rapporto in Toscana se, da un lato, è imputabile alla sostenuta crescita degli impieghi, dall’altra è riconducibile al rallentamento della raccolta sul territorio. All’interno della regione, i rapporti più elevati sono rilevabili nelle province di Siena, Prato, Lucca e Firenze; quelli più bassi nelle province di Pisa, Massa Carrara e Arezzo.

L’offerta di credito in Toscana 25 Tabella 2.21 RAPPORTO PRESTITI/RACCOLTA PER PROVINCE TOSCANE E ALCUNE REGIONI ITALIANE. 2004-2007 Valori percentuali Fonte: Elaborazioni su dati Banca d’Italia (2008)

2004 2005 2006 2007 Arezzo 104,1% 108,3% 110,9% 106,4% Firenze 113,5% 123,8% 124,7% 131,0% Grosseto 101,4% 109,5% 118,7% 119,0% Livorno 115,2% 119,7% 116,4% 118,0% Lucca 133,7% 134,4% 148,2% 156,6% Massa Carrara 96,2% 98,7% 103,5% 102,8% Pisa 103,5% 106,6% 103,3% 102,5% Pistoia 104,8% 111,5% 114,3% 112,4% Prato 131,2% 134,9% 141,7% 141,7% Siena 116,9% 142,0% 167,2% 165,7% Toscana 113,3% 121,3% 126,1% 131,5% ITALIA 102,1% 109,5% 114,3% 126,4% Marche 117,8% 122,7% 123,9% 128,3% Emilia Romagna 116,7% 119,1% 125,5% 129,2% Lombardia 127,9% 132,0% 136,9% 143,1% Veneto 121,5% 125,2% 133,4% 139,4% Piemonte 104,6% 101,3% 96,9% 100,0%

Grafico 2.22 RAPPORTO PRESTITI/RACCOLTA IN TOSCANA E IN ITALIA. 1999-2007 Valori percentuali Fonte: Elaborazioni su dati Banca d’Italia (2008) 131,5% 130% 126,1% Toscana ITALIA 121,3% 120% 126,4% 113,3% 108,1% 107,7% 110% 114,3% 104,6% 102,2% 109,5% 97,7% 100% 104,2% 102,8% 101,9% 103,5% 102,1% 93,7% 90% 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

• La distribuzione delle risorse nel territorio In precedenza si è mostrato come la quasi totalità del territorio regionale sia servita dalla presenza di almeno uno sportello bancario. Allo scopo di verificare quante risorse vengano messe a disposizione dal sistema bancario a livello locale, si consideri ora l’articolazione a scala comunale12 del rapporto impieghi/depositi13. Il primo aspetto da osservare è che i rapporti più elevati si registrano in concomitanza dell’Area metropolitana fiorentina e delle zone dove maggiore è la presenza di imprese; in secondo luogo, in alcuni comuni capoluogo (Pisa, Grosseto e Massa), si rilevano inaspettatamente indicatori piuttosto bassi e quindi un livello di impieghi pari o inferiore rispetto a quanto raccolto attraverso depositi nel territorio di riferimento, fattispecie che solitamente accomuna gli enti di minore dimensione (Fig. 2.23). Questa constatazione conferma quanto prima segnalato in relazione ai bassi rapporti mostrati da alcune province della regione: emerge, ad esempio, che in province come Pisa, dove il rapporto impieghi/depositi risulti piuttosto basso, il livello di impieghi per ogni sportello risulta inferiore alla media regionale, mentre al contrario il livello di depositi per sportello sia più alto della media regionale (Fig. 2.24).

12 Si considerano tutti i comuni della regione ad eccezione degli 11 privi di sportello e dei comuni per cui non è possibile disporre dei dati. A causa delle norme sulla privacy, infatti, Banca d’Italia non può diffondere dati riguardanti Comuni con meno di 3 sportelli. 13 Il rapporto sovrastima la variabile in quanto i depositi non rappresentano la totalità della raccolta.

26 Il sistema del credito in Toscana Figura 2.23 RAPPORTO IMPIEGHI/DEPOSITI PER COMUNE IN TOSCANA. 2007 Valori assoluti Fonte: Elaborazioni su dati Banca d’Italia (2008)

Missing Senza Sportelli Fino a 1 1 - 2 2 - 3 Oltre 3

Figura 2.24 DEPOSITI E IMPIEGHI BANCARI SU SPORTELLI PER COMUNE IN TOSCANA. 2007 Valori assoluti in euro Fonte: Elaborazioni su dati Banca d’Italia (2008)

Depositi su numero di sportelli Impieghi su numero di sportelli

0 0 0-4.500 0-10.000 4.500-10.000 10.000-35.000 10.000-20.000 35.000-65.000 20.000-35.000 65.000-150.000 Oltre 35.000 Oltre 35.000 Missing Missing

2.3 La dinamica dei prestiti e delle sofferenze

Nel corso degli ultimi anni, la consistenza dei prestiti erogati dalle banche è aumentata sia in Italia che in Toscana (Graff. 2.25-2.26). Tra il 2004 e il 2007, il tasso medio annuo di crescita dei prestiti a breve è stato in Toscana dell’8,4% (+25% nell’intero periodo), a fronte di un tasso medio annuo per l’Italia inferiore e pari al 6,4% (per un incremento complessivo del 19%). In entrambi gli ambiti territoriali, l’aumento delle consistenze dei prestiti a medio-lungo termine è stato superiore e di misura analoga, con un tasso medio annuo di circa il 14% per un aumento complessivo nel periodo del 42-43%.

L’offerta di credito in Toscana 27 Grafico 2.25 PRESTITI A BREVE E A MEDIO LUNGO TERMINE IN TOSCANA Consistenze in milioni di euro Fonte: Elaborazioni su dati Banca d’Italia (2008) 80.000 Prestiti a breve Prestiti a medio e a lungo +43% 60.000

40.000 +25%

20.000 2004 2005 2006 2007

Grafico 2.26 PRESTITI A BREVE E A MEDIO LUNGO TERMINE IN ITALIA Consistenze in milioni di euro Fonte: Elaborazioni su dati Banca d’Italia (2008) 1.000.000 Prestiti a breve Prestiti a medio e a lungo +42% 800.000

600.000 +19% 400.000

200.000 2004 2005 2006 2007

• Prestiti e sofferenze nei settori produttivi Il rallentamento registrato nel corso del 2007 dalla dinamica economica del sistema regionale si è accompagnato ad un incremento della consistenza dei finanziamenti erogati al comparto delle imprese del 10,9% (Tab. 2.27). I settori che hanno fatto maggiormente ricorso a nuovi finanziamenti sono, in ordine di grandezza della variazione, il settore dei servizi destinabili alla vendita (servizi privati di assistenza sociosanitaria, servizi domestici, di igiene, ecc) con oltre 2,3 miliardi di euro, il commercio (+1,2 miliardi), le costruzioni (+954 milioni di euro); seguono, con entità inferiori, il settore delle forniture elettriche (+269 milioni), il settore dei trasporti e degli alberghi e ristoranti (intorno ai 200 milioni). Stabile o in diminuzione la consistenza dei prestiti nei settori della moda (tessile, calzature, abbigliamento), nel settore cartario e in alcuni comparti della meccanica (produzione di macchine per ufficio). Dal lato delle sofferenze emerge invece una generalizzata riduzione che, a livello aggregato, raggiunge l’11,5% passando dai 2.141 milioni di euro del 2006 ai 1.895 milioni del 2007. Restano ancora consistenti le sofferenze nel comparto moda (circa il 16% del totale regionale); rilevanti anche quelle del settore del commercio (18%), delle costruzioni (10,6%) e dei servizi privati destinati alla vendita (14%). Al fine di ponderare l’effettiva rischiosità presente nel sistema, occorre considerare che il fattore che ha principalmente determinato la riduzione delle sofferenze in relazione a tutti i settori di produzione, è stato il consistente numero di cartolarizzazioni realizzate dalle maggiori banche toscane nel corso dell’anno 2007. Questo tipo di operazione finanziaria, che trasforma il credito delle banche verso le imprese in bond collocati presso altri soggetti economici, determina di fatto il trasferimento del rischio dalle banche che vendono i titoli verso chi li acquista. Queste operazioni consentono dunque, agli istituti di credito, di redistribuire il proprio rischio finanziario e di aumentare la propria liquidità. Così, se da un punto di vista contabile, la consistenza delle sofferenze bancarie si è contratta, a livello di sistema economico essa risulta invece accresciuta; tale aumento sarebbe stato, secondo stime di Banca d’Italia, del 5%, testimoniando come la rischiosità del sistema sia tuttora presente sotto altre forme (vedi L’economia della Toscana nell’anno 2007, Banca d’Italia). Tornando alla situazione contabilizzata dal sistema bancario, si rileva in alcuni settori un andamento in controtendenza con la generalità dei casi; in particolare si registra un incremento

28 Il sistema del credito in Toscana delle sofferenze nel cartario (+94,1%), in quello della produzione dei mezzi di trasporto (+18,3%) e dei prodotti in gomma e plastica (7,9%); settori che comunque incidono per quote piuttosto limitate sul totale delle sofferenze (Tab. 2.27). Si consideri inoltre che, mentre nel caso della produzione dei mezzi di trasporto tale risultato si è accompagnato a un incremento della produzione nel 2007, nei casi del cartario e del settore gomma-plastica l’aumento delle sofferenze è scaturito da un rallentamento o stagnazione della produzione. I maggiori stock di sofferenze sono riconducibili al commercio (342 milioni) e al settore moda (302 milioni); nel primo caso il rapporto sofferenze/prestiti è pari al 3,5%, nel secondo e invece pari al 7,1%.

Tabella 2.27 PRESTITI E SOFFERENZE PER BRANCA PRODUTTIVA IN TOSCANA. 2006-2007 Valori in milioni di euro, variazioni e incidenze percentuali Fonte: Elaborazioni su dati Banca d’Italia (2008)

Prestiti Sofferenze Inc. % sofferenze/prestiti 2007 Var. ass. Var. % 2007 Inc. % Var. % 2006 2007 07/06 07/06 2007 07/06

Agricoltura, silvicoltura, pesca 3.814 124 3,4 102 5,4 -14,4 3,2 2,7 Prodotti energetici 970 86 9,7 6 0,3 -30,4 0,9 0,6 Minerali e metalli 281 0 - 2 0,1 -49,3 1,4 0,7 Minerali e prodotti non metallici 1.163 -64 -5,2 62 3,3 -8,9 5,5 5,3 Prodotti chimici 767 -57 -6,9 6 0,3 -35,1 1,1 0,8 Prodotti in metallo 1.178 118 11,1 45 2,4 -21,8 5,5 3,8 Macchine agricole e industriali 888 30 3,5 56 3,0 -24,9 8,6 6,3 Macchine per ufficio 138 -13 -8,6 12 0,6 -29,2 11,3 8,7 Materiali e forniture elettriche 888 268 43,2 59 3,1 -14,3 11,1 6,6 Mezzi di trasporto 803 46 6,1 20 1,1 18,3 2,2 2,5 Prodotti alimentari e del tabacco 1.266 37 3 64 3,4 -7,0 5,6 5,1 Tessili, calzature, abbigliamento 4.257 46 1,1 302 15,9 -2,7 7,4 7,1 Carta, stampa, editoria 1.413 -16 -1,1 72 3,8 94,1 2,6 5,1 Prodotti in gomma e plastica 663 35 5,6 26 1,4 7,9 3,8 3,9 Altri prodotti industriali 2.114 150 7,6 100 5,3 -13,5 5,9 4,7 Edilizia e opere pubbliche 7.567 954 14,4 201 10,6 -5,5 3,2 2,7 Servizio del commercio e riparazioni 9.830 1.231 14,3 342 18,0 -15,4 4,7 3,5 Alberghi e pubblici esercizi 2.949 200 7,3 104 5,5 -11,2 4,3 3,5 Trasporti interni 662 37 5,9 24 1,3 -25,2 5,1 3,6 Trasporti marittimi e aerei 213 -63 -22,8 1 0,1 -27,4 0,4 0,5 Servizi connessi ai trasporti 981 210 27,2 13 0,7 -22,5 2,2 1,3 Servizi alle comunicazioni 158 73 85,9 2 0,1 -23,5 3,5 1,3 Altri servizi destinabili alla vendita 15.851 2.369 17,6 274 14,5 -22,1 2,6 1,7 Totale branche 58.813 5.799 10,9 1.895 100,0 -11,5 4,0 3,2

• Le sofferenze nel territorio regionale In Toscana, l’ammontare delle sofferenze ha registrato, nel corso degli ultimi anni, un trend crescente fino al 2006; nel corso del 2007, per effetto delle cartolarizzazioni di cui si è detto prima, si rileva invece una riduzione dell’8,8%. Nel complesso, si passa dai 2.300 euro del 2003 ai circa 2.500 del 2007 (Graf. 2.28). A fronte di quest’andamento, si rileva per l’Italia una tendenza in diminuzione già dal 2004.

Grafico 2.28 DINAMICA DELLE SOFFERENZE IN TOSCANA E IN ITALIA. 2003-2007 Numeri indice (2003 = 100) Fonte: Elaborazioni su dati Banca d’Italia (2008) 125 Toscana ITALIA 116,8 115 110,9 111,2 106,6 105 100,0 106,9

95 100,0 88,9 92,7 92,5 85 2003 2004 2005 2006 2007

L’offerta di credito in Toscana 29 A scala territoriale le dinamiche sono piuttosto diversificate: si registrano riduzioni per tutto il periodo considerato nelle province di Firenze e Livorno, mentre si rilevano lievi aumenti in tutti gli altri casi (Tab. 2.29). Queste dinamiche fanno si che l’incidenza delle sofferenze della provincia di Firenze che costituiva nel 2003 il 34% del totale regionale, si sia ridotta nel 2007 al 26% (Graf. 2.30).

Tabella 2.29 DINAMICA DELLE SOFFERENZE NELLE PROVINCE TOSCANA. 2003-2007 Consistenze in milioni di euro Fonte: Elaborazioni su dati Banca d’Italia (2008)

2003 2004 2005 2006 2007 Var. 07/06 Var. 07/03

Arezzo 212 226 263 245 246 0,4 16,0 Firenze 777 776 732 734 641 -12,7 -17,5 Grosseto 80 85 87 94 105 11,7 31,3 Livorno 153 153 146 159 137 -13,8 -10,5 Lucca 208 238 238 259 267 3,1 28,4 Massa Carrara 121 123 124 145 132 -9,0 9,1 Pisa 249 365 339 296 277 -6,4 11,2 Pistoia 184 219 232 287 263 -8,4 42,9 Prato 173 186 222 277 217 -21,7 25,4 Siena 144 181 175 193 167 -13,5 16,0 Toscana 2.302 2.553 2.560 2.689 2.453 -8,8 6,6 Italia 50.573 54.043 44.949 46.860 46.770 -0,2 -7,5

Grafico 2.30 INCIDENZA DELLE SOFFERENZE NELLE PROVINCE TOSCANA. 2003-2007 Valori percentuali

40 2003 2007 32

24

16

8

0 Arezzo Firenze Grosseto Liv orno Lucca Massa Pisa Pistoia Prato Siena

• Il tasso di decadimento Il tasso di decadimento14, permette di identificare meglio, rispetto al dato relativo alle sofferenze, il grado di criticità degli affidamenti bancari poiché considera soltanto il flusso di nuove sofferenze rettificate. Il dato regionale mostra, dal 2003, una lieve riduzione che lo porta, alla fine del periodo, ad un totale allineamento con il dato medio nazionale. Questo miglioramento assume particolare rilievo se si considera che avviene in concomitanza con l’aumento dei tassi di interesse, l’aumento degli impieghi e l’allargamento del bacino di utenza dei prenditori. I livelli più contenuti si rilevano in corrispondenza delle province di Siena (0,4), Livorno (0,5) e Firenze (0,6), mentre il livello più elevato si riscontra nella provincia di Arezzo (1,3) (Tab. 2.31). In questo contesto, sono state le imprese minori e i comparti della moda e della carta ad aver segnato le performance peggiori. Al contrario, un contributo positivo (riduzione del tasso di decadimento) si registra nel settore delle costruzioni e nei servizi, specialmente in quelli connessi al turismo. I valori riferiti al comparto delle famiglie sono peggiorati, sebbene in misura contenuta rispetto all’effettivo appesantimento dei bilanci familiari causato dall’incremento dei tassi di interesse.

14 Il tasso di decadimento è il rapporto tra il flusso di nuove sofferenze rettificate e i prestiti vivi all’inizio dell’anno di riferimento.

30 Il sistema del credito in Toscana Tabella 2.31 TASSO DI DECADIMENTO PER PROVINCIA IN TOSCANA Valori assoluti Fonte: Elaborazioni su dati Banca d’Italia (2008)

2003 2004 2005 2006 2007 Arezzo 1,3 1,0 1,8 1,2 1,3 Firenze 0,9 0,7 0,7 0,6 0,6 Grosseto 0,7 0,7 0,8 0,9 1,0 Livorno 1,5 0,7 0,7 1,0 0,5 Lucca 0,6 0,8 1,0 0,6 0,8 Massa Carrara 1,0 1,5 0,9 1,6 1,0 Pisa 1,0 2,1 1,0 0,9 1,2 Pistoia 0,9 1,5 1,6 1,8 1,2 Prato 1,3 0,8 2,0 0,8 1,2 Siena 0,8 1,1 0,5 0,7 0,4 Toscana 1,0 1,0 1,0 0,9 0,8 ITALIA 1,2 0,9 0,9 0,8 0,8

2.4 I tassi di interesse

Già dal 2006, la Banca Centrale Europea aveva apportato una serie di correttivi al rialzo dei tassi di interesse (fino a giungere il 4,25%) per contrastare le spinte inflative dell’area dell’euro dovuto in particolare all’aumento dei prezzi delle materie prime. Nell’estate 2007, la crisi dei sub prime e la conseguente crisi di liquidità ha determinato fenomeni generalizzati di credit crunch, prima negli Stati Uniti e, a distanza di poco tempo, anche in Europa. Il risultato è stato un inasprimento generalizzato delle condizioni di credito. Se però, allo scopo di allentare la stretta sui mutui, gli interventi correttivi della Federal Reserve sono stati quelli di ridurre i tassi di interesse, la BCE ha mantenuto fermo il proprio obiettivo di contenere la dinamica inflativa15. I riflessi di tali avvenimenti a livello regionale sono stati quelli di innalzare il livello dei tassi, interrompendo una diminuzione che, nel corso di alcuni anni, aveva portato il tasso a breve termine praticato dalle banche nel 2005 in Toscana (5,6%) al di sotto della media nazionale (5,8%) (Graf. 2.32). Al 2007 il tasso risultava pari al 7,3%, superiore alla media nazionale (7,2%). L’ultimo dato disponibile (giugno 2008) vede i tassi toscani portarsi al 7,24%, mentre quelli italiani arrivare al 7,19%, segnando un rallentamento di dinamica.

Grafico 2.32 TASSO DI INTERESSE A BREVE TERMINE IN TOSCANA E IN ITALIA. 2004-2007 Valori percentuali Fonte: Elaborazioni su dati Banca d’Italia (2008)

7,5% 7,30% 7,24% Toscana ITALIA 7,0% 7,15% 7,19% 6,43% 6,5% 6,08% 6,0% 5,82% 6,31% 6,02% 5,5% 5,59%

5,0% 2004 2005 2006 2007 giu-08

I tassi a medio-lungo termine hanno registrato in Toscana livelli e dinamiche perfettamente in linea con quelli nazionali, riducendosi dal 2002 al 2005 di un punto percentuale (dal 4,7% al 3,7%) per riprendere a crescere nei due anni successivi e raggiungere nel 2007 il 5,7% (Tab. 2.33).

15 Si consideri che tra il giugno 2007 e il giugno 2008 l’inflazione in Europa ha raggiunto il 4% (a fronte di un limite del 2% fissato da Maastricht).

L’offerta di credito in Toscana 31 Tabella 2.33 TASSI DI INTERESSE A BREVE E MEDIO LUNGO TERMINE IN TOSCANA E IN ITALIA Valori percentuali Fonte: Elaborazioni su dati Banca d’Italia (2008)

2005 2006 2007 giu-08

Toscana Finanziamenti a breve termine* 5,59 6,31 7,3 7,24 Imprese 6,71 7,16 7,76 7,56 di cui Industria 6,22 6,65 7,31 7,2 edilizia 7,82 8,16 8,69 8,5 servizi 6,85 7,34 7,84 7,61 Famiglie consumatrici 7,77 8,27 8,71 8,52 Finanziamenti a medio lungo termine** 3,74 4,87 5,72 5,98

Italia Finanziamenti a breve termine* 5,82 6,43 7,15 7,19 Imprese 6,05 6,55 7,22 7,27 di cui Industria 5,54 6,09 6,80 6,81 edilizia 4,09 7,55 8,13 8,16 servizi 6,2 6,65 7,32 7,41 Famiglie consumatrici 7,01 7,26 7,8 7,63 Finanziamenti a medio lungo termine ** 3,67 4,9 5,71 n.d. * Operazioni autoliquidanti e a revoca **T.A.E.G.

In Toscana, i tassi relativi ai prestiti a breve più elevati sono quelli praticati alle famiglie (8,71%) e, tra le imprese, a quelle che operano nel comparto dell’edilizia (8,69%). Confrontando il tasso a breve toscano con quello delle varie regioni italiane emerge un livello intorno alla media nazionale e in linea con le regioni del centro e del nordest. Risultano più elevati della media italiano i tassi delle regioni meridionali, della Val d’Aosta, della Liguria e del Piemonte; più bassi i tassi delle altre regioni del nord (Tab. 2.34). La variabilità dei tassi a medio e lungo termine appare, rispetto al caso dei tassi a breve, inferiore; tuttavia anche in questo caso i tassi delle regioni del sud risultano lievemente superiori.

Tabella 2.34 TASSI DI INTERESSE A BREVE E MEDIO LUNGO TERMINE NELLE REGIONI ITALIANE Valori percentuali Fonte: Elaborazioni su dati Banca d’Italia (2008)

2007 Diff. assoluta 07-06 Breve Medio-lungo Breve Medio-lungo

Piemonte 7,5% 5,7% 1,1% 1,2% Val d’Aosta 8,4% 6,2% 0,4% 0,9% Lombardia 6,7% 5,7% 3,4% 1,3% Trentino Alto Adige 6,5% 5,8% 2,7% 1,4% Liguria 7,9% 6,0% -0,4% 1,1% Emilia Romagna 6,9% 6,0% 1,1% 1,1% Veneto 7,0% 5,8% 0,9% 0,5% Friuli Venezia Giulia 7,2% 5,9% 1,3% 0,8% Toscana 7,3% 5,8% 0,4% 0,9% Umbria 7,8% 5,9% -0,1% 0,5% Marche 7,1% 5,6% 1,9% 1,3% Lazio 7,3% 5,4% 0,8% 0,9% Abruzzi 7,8% 6,1% 1,1% 1,0% Molise 8,2% 6,2% -0,2% 0,9% Campania 8,3% 6,2% 0,5% 1,0% Puglia 8,3% 6,1% -0,4% 0,7% Basilicata 8,1% 5,9% -0,8% 0,8% Calabria 9,4% 6,2% -1,4% 0,7% Sicilia 8,0% 6,0% 0,9% 1,2% Sardegna 7,9% 6,1% 0,3% 0,6% ITALIA 7,2% 5,7% 0,7% 0,8%

32 Il sistema del credito in Toscana Nella figura 2.35 si osserva con maggiore facilità la collocazione di ogni regione, in relazione al livello dei rispettivi tassi. La Toscana si pone nella classe medio bassa per entrambe le tipologie di tassi. Regioni come il Friuli Venezia Giulia e l’Emilia Romagna, registrano invece tassi a breve piuttosto bassi, mentre la classificazione relativa ai tassi a lungo termine le colloca tra le classi medio-alte.

Figura 2.35 TASSI DI INTERESSE A BREVE E MEDIO LUNGO TERMINE NELLE REGIONI ITALIANE. 2007 Valori percentuali Fonte: Elaborazioni su dati Banca d’Italia (2008) TASSI DI INTERESSE A BREVE TERMINE TASSI DI INTERESSE A MEDIO LUNGO TERMINE

Fino a 6,88% Fino a 5,60% 6,88% - 7,49% 5,60% - 5,80% 7,49% - 8% 5,80% - 5,97% 8% - 8,38% 5,97% - 6,10% Oltre 8,38% Oltre 6,10%

Dalle stime dell’Istituto Tagliacarne è possibile osservare i dati a scala provinciale per l’anno 2006 (Tab. 2.36). L’aumento degli ultimi due anni considerati interessa tutte le province, anche se i livelli medi sono in certa misura differenziati. Nella provincia di Firenze si registra alla fine del periodo il tasso più basso, pari al 5,5%, migliore anche rispetto alle altre province italiane (è infatti seconda solo a quella di Trento); i tassi più alti si rilevano, al contrario, in corrispondenza delle province di Massa Carrara, Grosseto e Arezzo.

Tabella 2.36 TASSI A BREVE TERMINE NELLE PROVINCE TOSCANE. 2001-2006 Valori percentuali Fonte: Istituto G. Tagliacarne (2007)

2001 2002 2003 2004 2005 2006

Arezzo 7,1 6,9 6,2 6,9 6,5 7,0 Firenze 5,5 6,0 4,7 5,1 4,6 5,5 Grosseto 7,8 7,2 6,6 7,1 6,6 7,1 Livorno 7,5 6,9 6,2 6,7 6,3 6,9 Lucca 6,8 6,7 5,7 6,4 5,9 6,4 Massa Carrara 7,7 7,1 6,5 7,2 6,8 7,1 Pisa 6,9 6,8 6,0 6,7 6,2 6,8 Pistoia 7,5 7,0 6,3 6,8 6,5 6,9 Prato 6,6 6,8 5,9 6,7 6,2 6,7 Siena 7,3 6,8 5,9 6,4 5,8 6,4

Un aspetto che interessa evidenziare riguarda i tassi di interesse riferiti all’acquisto di abitazioni da parte delle famiglie, articolati per dimensione di fido (Tab. 2.38). I mutui per l’acquisto della casa rappresentano bene le criticità che il rialzo dei tassi d’interesse dell’ultimo biennio hanno determinato sul reddito delle famiglie. Gli incrementi più consistenti hanno interessato i mutui per importi uguali o superiori ai 125.000 euro, variando da un minimo del 13% a un massimo del 34%; più contenute, ma comunque rilevanti, le variazioni dei tassi in relazione ai mutui di importo inferiore ai 125.000 euro. Se, a scala regionale, nel 2005 si rilevavano tassi tra i più bassi a scala nazionale, negli anni successivi, gli aumenti sono stati tra i più marcati, tanto da annullare i vantaggi segnati in precedenza.

L’offerta di credito in Toscana 33 Figura 2.37 TASSI A BREVE TERMINE PER PROVINCIA IN TOSCANA E IN ITALIA. 2006 Valori percentuali Fonte: Istituto G. Tagliacarne (2007) TASSI BREVE TERMINE IN TOSCANA TASSI A BREVE TERMINE IN ITALIA

Fino a 5,85% 5,85% - 6,65% 6,65%- 7,47% 7,47%- 8,46% Oltre 8,46%

Fino a 5,53% 5,53% - 6,41% 6,41%- 6,78% 6,78%- 6,97% Oltre 6,97%

Tabella 2.38 TASSO EFFETTIVO PER ACQUISTO ABITAZIONE DA PARTE DELLE FAMIGLIE. Articolazione per grandezza di fido. Operazioni a scadenza. Valori percentuali Fonte: Elaborazioni su dati Banca d’Italia (2008)

Fino a 125.000 Uguale o oltre 125.000 2005 2006 2007 Var. % 07/05 2005 2006 2007 Var. % 07/05

Piemonte e Valle d’Aosta 5,23 5,32 5,58 6,7 4,69 5,17 5,62 19,8 Liguria 4,78 4,99 5,48 14,6 4,38 4,90 5,56 26,9 Lombardia 5,33 5,47 5,53 3,8 4,47 5,12 5,56 24,4 Trentino A.A. 5,16 5,23 5,57 7,9 4,72 5,13 5,64 19,5 Veneto 4,71 5,16 5,51 17,0 4,34 5,09 5,59 28,8 Friuli V.G. 4,81 5,24 5,50 14,3 4,37 5,18 5,60 28,1 Emilia Romagna 4,99 5,26 5,47 9,6 4,77 5,30 5,55 16,4 Marche 4,55 4,82 5,34 17,4 3,93 4,40 5,26 33,8 TOSCANA 4,92 5,15 5,54 12,6 4,55 4,88 5,53 21,5 Umbria 4,59 5,07 5,48 19,4 4,29 4,94 5,53 28,9 Lazio 5,26 5,25 5,41 2,9 4,72 5,14 5,50 16,5 Campania 5,30 5,27 5,49 3,6 4,83 5,02 5,45 12,8 Abruzzi e Molise 5,38 5,39 5,61 4,3 4,97 5,16 5,58 12,3 Puglia 5,22 5,19 5,52 5,7 4,80 4,95 5,46 13,8 Basilicata 5,32 5,30 5,54 4,1 4,78 5,17 5,54 15,9 Calabria 5,27 5,33 5,57 5,7 4,92 5,18 5,55 12,8 Sicilia 5,22 5,36 5,60 7,3 4,82 5,18 5,56 15,4 Sardegna 5,24 5,09 5,52 5,3 4,88 4,98 5,53 13,3

Il ricorso ai mutui per l’acquisto di abitazioni è cresciuto, in Italia, in misura pronunciata. Tuttavia, se si confronta il livello di indebitamento pro capite tra i paesi europei, emerge che l’Italia e anche la Toscana si collocano nella parte bassa della graduatoria (Graf. 2.39). Livelli ben superiori si rilevano infatti in corrispondenza dei Paesi Bassi e l’Irlanda; anche se meno distanziati alti valori si rilevano per la Spagna, la Germania, la Francia. A scala nazionale, l’indebitamento pro capite della Toscana risulta inferiore alla media italiana e a quello di regioni come Lombardia ed Emilia Romagna.

34 Il sistema del credito in Toscana Grafico 2.39 INDEBITAMENTO PRO CAPITE PER ACQUISTO DI ABITAZIONI. FAMIGLIE CONSUMATRICI. 2007 Fonte: Elaborazioni su dati BCE (2008) 50.000

40.000

30.000

20.000

10.000

0 Spain ITALIA Ireland France Austria Veneto Finland Greece Marche Belgium Sweden Portugal Toscana Denmark Germany Piemonte Lombardia Luxemburg Netherlands Trentino A.A. Emilia Romagna

Per quanto riguarda la remunerazione dei depositi, i tassi attivi per la clientela sui conti correnti non vincolati in Toscana sono tornati a crescere nel 2004, dopo una continua riduzione che dal 2,4% del dicembre 2000 li aveva portati allo 0,8% (Graf. 2.40). Nel marzo del 2008 il tasso era dell’1,9%. Nel confronto con le altre regioni, la Toscana registra tassi remunerativi più bassi, ad esclusione del Piemonte (Tab. 2.41): solo il tasso applicato alle famiglie consumatrici e produttrici (1,46% e 1,37% rispettivamente) risulta maggiore della media nazionale (1,2% e 1,25%). Il dato medio complessivo pone comunque la regione al di sotto del dato nazionale e di quello delle altre regioni ad esclusione del Piemonte che con l’1,6% si colloca al di sotto della Toscana (1,8%).

Grafico 2.40 TASSO DI INTERESSE MEDIO DEI CONTI CORRENTE IN TOSCANA Tassi attivi per la clientela. Valori percentuali Fonte: Elaborazioni su dati Banca d’Italia (2008)

2,5

2,0

1,5

1,0

0,5

0,0 dic-00 dic-01 dic-02 dic-03 dic-04 dic-05 dic-06 dic-07

Tabella 2.41 TASSO DI INTERESSE MEDIO SUI CONTI CORRENTE PER COMPARTO DELLA CLIENTELA. 2007 Tassi attivi per la clientela Fonte: Elaborazioni su dati Banca d’Italia (2008)

Toscana Marche Emilia Romagna Lombardia Piemonte Veneto Italia

Amministrazioni pubbliche 4,01 4,06 4,59 4,34 4,13 4,77 4,02 Società finanziarie e assicurative 3,81 3,59 3,90 3,47 3,50 3,24 3,63 Società non finanziarie 2,40 2,62 2,89 2,65 2,52 2,71 2,66 di cui Industria 2,53 2,84 3,05 2,80 2,60 2,74 2,87 costruzioni 2,06 1,94 2,47 2,26 2,03 2,12 2,11 servizi 2,37 2,58 2,85 2,60 2,57 2,75 2,64 Famiglie produttrici 1,37 1,63 1,39 1,14 0,94 1,17 1,20 Famiglie consumatrici 1,46 1,66 1,35 1,21 1,02 1,13 1,25 Totale 1,83 1,94 1,97 1,99 1,57 1,77 1,91

L’offerta di credito in Toscana 35

3. Il Protocollo di Intesa Regione Toscana-Banche

Il Protocollo d’Intesa Regione Toscana-Banche rappresenta, dal 1999, uno dei principali strumenti messi a punto dalla Regione Toscana in accordo con i principali istituti di credito operanti nella regione per la facilitazione dell’accesso al credito e per l’attivazione di mezzi volti al consolidamento e allo sviluppo del sistema imprenditoriale toscano. Si tratta di un’importante leva a disposizione della Regione per concordare con il sistema del credito forme di collaborazione dirette ad agevolare le imprese, specialmente le PMI, nel percorso sempre più complesso necessario per il reperimento di risorse finanziarie. Specialmente negli ultimi anni, a seguito di importanti mutamenti avvenuti nel mondo creditizio e bancario (in primis i due Accordi sul capitale di Basilea), le procedure di valutazione del rischio hanno determinato per le imprese sempre maggiori adempimenti. Il primo Protocollo è stato sottoscritto il 12 novembre 1999 tra la Regione Toscana e gli istituti di credito maggiormente operativi nella regione. Al suo rinnovo, nel dicembre 2002, l’atto si è arricchito di un ulteriore strumento, incorporando la Convenzione “Investire in Rosa” (siglata nel 2001), avente analoghi obiettivi ma rivolta specificamente all’imprenditoria femminile. Nel 2003 un secondo rinnovo ha apportato adeguamenti resi necessari dalle mutate condizioni di mercato. L’attuale Protocollo, recante data 14 aprile 2006, è stato formulato dunque in modo da accompagnare per tutta la legislatura l’azione di governo e si concluderà nel 2010. L’atto rivede e aggiorna quello precedente in modo da tenere conto dell’evoluzione del contesto economico e delle azioni necessarie per il perseguimento degli obiettivi del nuovo Programma Regionale di Sviluppo e rispondere anche alle finalità definite nel “Nuovo Patto per lo Sviluppo e Maggiori e Migliori lavori in Toscana”.

3.1 I soggetti firmatari

Il numero di soggetti firmatari del Protocollo è andato aumentando negli anni. Questo è avvenuto grazie alla possibilità, introdotta con l’ultima revisione del 2006, per tutti gli istituti di credito operanti in Toscana di diventare firmatari del documento. Inizialmente, le banche partecipanti al protocollo erano 11 e a queste si affiancavano i due soggetti istituzionali, FidiToscana S.p.A. e Artigiancredito S.c.a.r.l.. Questi istituti partecipano non in qualità di firmatari ma come strumenti funzionali della Regione per la gestione delle misure di supporto e incentivazione dell’innovazione e della crescita di impresa, nonchè per l’erogazione di garanzie e l’analisi delle opportunità offerte dalla finanza innovativa a sostegno delle PMI della regione. Nell’ambito del Protocollo, le due società erogano, secondo le rispettive competenze, garanzie, cogaranzie, controgaranzie e possono svolgere l’istruttoria per le domande di finanziamento presentate dalle imprese. La decisione di ammettere o meno le domande di affidamento spetta invece alle banche che realizzano le valutazioni di rating e scoring. Attualmente, le banche aderenti al Protocollo sono 20 più la Federazione delle banche cooperative che raggruppa 37 banche locali; così, si porta a 57 il numero di istituti coinvolti, che costituiscono a loro volta circa il 50% delle banche operanti in Toscana. Questo dovrebbe consentire una maggiore operatività e diffusione degli strumenti attivati. Per quanto attiene agli istituti di credito coinvolti nel Protocollo, sono presenti tutte e tre le tipologie principali, ovvero le banche commerciali, le popolari e il credito cooperativo. L’ammontare messo a disposizione da parte delle banche aderenti, da destinare ai finanziamenti ai tassi predefiniti nel Protocollo, è complessivamente di 1,942 miliardi di euro. Le maggiori quote contributive sono riconducibili al Gruppo MPS (31%) e alla Cassa di Risparmio di Firenze (20%); seguono la Cassa di risparmio di Lucca, Livorno e Pisa, la BNL e la Federazione delle Banche di Credito Cooperativo (10-9%) (Tab. 3.1). La maggior parte del plafond di credito erogabile fa capo a banche con sede in Toscana che hanno, quindi, un forte legame con il territorio.

Il protocollo d’intesa Regione Toscana-Banche 37 Tabella 3.1 ISTITUTI BANCARI FIRMATARI DEL PROTOCOLLO E RELATIVI IMPEGNI RISPETTO AL PLAFOND DI CREDITO CONVENZIONATO STANZIATO Valori assoluti in euro Fonte: Elaborazioni IRPET su dati Protocollo d’Intesa Regioni-Banche

Banche o gruppi di banche Plafond % del plafond

Gruppo Monte Paschi di Siena S.p.A. 595.000.000 30,6% Cassa di Risparmio di Firenze S.p.A. 385.000.000 19,8% Cassa di Risparmio di Lucca, Pisa e Livorno 192.500.000 9,9% Banca Nazionale del Lavoro S.p.A. 175.000.000 9,0% Federazione Banche di Credito Cooperativo S.c.a.r.l. 175.000.000 9,0% Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio S.c. 70.000.000 3,6% Cassa di Risparmio di San Miniato S.p.A. 70.000.000 3,6% Cassa di Risparmio di Prato S.p.A. 52.500.000 2,7% Cassa di Risparmio di Volterra S.p.A. 17.500.000 0,9% S.p.A. 17.500.000 0,9% Banca di Credito Cooperativo di Cambiano Scpa 17.500.000 0,9% Banca Popolare di Lajatico Scpa 17.500.000 0,9% Cassa di Risparmio di Carrara Spa 17.500.000 0,9% Banca Popolare Etica Scpa 17.500.000 0,9% Artigiancassa Spa 17.500.000 0,9% Centro Leasing banca Spa 17.500.000 0,9% Banca di Credito Cooperativo di Fornacette Scpa 17.500.000 0,9% Banca Popolare di Cortona 17.500.000 0,9% Banca Popolare dell’Emilia Romagna Scpa 17.500.000 0,9% Spa 17.500.000 0,9% Credito Artigiano Spa 17.500.000 0,9% Totale 1.942.500.000 100,0%

3.2 Gli strumenti del Protocollo

I destinatari degli interventi del Protocollo d’intesa sono le PMI, le microimprese e le imprese artigiane presenti nel territorio toscano. Gli interventi sono destinati al perseguimento di specifici obiettivi: l’imprenditoria femminile e quella giovanile; il sostegno all’impresa in particolari fasi del suo ciclo di vita quali lo start up, l’internazionalizzazione, il rilancio; infine, al sostegno di imprese che investono in tre ambiti specifici: ricerca e sviluppo, innovazione, ruralità. Gli strumenti di intervento inseriti nel Protocollo si dividono in quattro categorie: -- Fondo speciale rischi per le prestazioni di garanzia e co-garanzia. -- Il credito convenzionato. -- Gli strumenti di ingegneria finanziaria a sostegno delle PMI. - La consulenza e l’assistenza per PMI e Enti Locali.

• Il Fondo unico di garanzia (Fondo speciale rischi) Questa misura era operante nel precedente Protocollo e prevedeva 3 diversi fondi: 1. il fondo per lo sviluppo rurale; 2. il fondo di garanzia per l’internazionalizzazione delle imprese; 3. il fondo per il rilancio d’impresa. Nel nuovo Protocollo, allo scopo di rendere più efficiente la gestione dello strumento, i vari fondi sono stati unificati in un singolo fondo speciale di garanzia alimentato per un terzo dai contributi delle banche e per due terzi da contributi regionali. L’importo complessivo, dato dalla somma dei precedenti 3 fondi, era pari a 14,3 milioni di euro. Con l’entrata dei nuovi firmatari, al 24/09/2007, il suo ammontare ha raggiunto i 15,9 milioni di euro. Una novità rispetto al precedente Protocollo è che il nuovo Fondo unico eroga, conformemente alle regole di Basilea 2, garanzie dirette, esplicite, incondizionate, irrevocabili e a prima richiesta. Il fondo è costituito presso FidiToscana S.p.A. e ha le seguenti finalità: - la nascita di nuove imprese; - lo sviluppo rurale; - interventi nel capitale di rischio delle imprese;

38 Il sistema del credito in Toscana - l’internazionalizzazione delle imprese; - il rilancio di impresa o consolidamento (strutturale e/o finanziario); - il microcredito alle imprese, ovvero finanziamenti per nuovi investimenti di importo massimo pari a 15.000 euro e durata compresa tra 36 e 60 mesi. L’intervento del fondo copre fino al 60% dell’importo dei finanziamenti bancari (80% per il microcredito) di durata non inferiore a 5 anni (non inferiore a 3 per il microcredito), concessi a piccole e medie imprese economicamente e finanziariamente sane a fronte di nuovi investimenti o di operazioni di ristrutturazione finanziaria. Il fondo eroga anche cogaranzie volte a rafforzare la garanzia primaria rilasciata dai Confidi operanti in Toscana. Inoltre il fondo può essere in parte controgarantito dal fondo centrale di garanzia. Attraverso quest’ultimo fondo statale, gestito da MedioCredito Centrale, FidiToscana ottiene per conto della Regione le controgaranzie per i finanziamenti attivati. Alla luce del D.L. 185/08 lo Stato diventa prestatore di ultima istanza, trasferendo il proprio rating al fondo e di conseguenza permettendo di abbattere ulteriormente il rischio dei finanziamenti gravanti sugli operatori regionali.

• Il credito convenzionato Altro elemento cardine del Protocollo è il plafond di credito condizionato. Queste risorse, poste in essere dalle banche, rispondono alla necessità di favorire l’accesso al credito delle PMI attraverso condizioni, stipulate con la Regione Toscana, che risultino maggiormente vantaggiose rispetto a quelle di mercato. Con l’ampliamento degli istituti di credito che partecipano al Protocollo, l’ammontare del plafond è passato, nel settembre del 2007, da 1,75 miliardi di euro a 1,94 miliardi. Se, per quanto riguarda i fondi per la prestazione di garanzie, il nuovo Protocollo ha attuato una loro aggregazione, al contrario, per quanto attiene al credito convenzionato si è proceduto a una maggiore specificazione delle destinazioni. Il vecchio atto prevedeva una ripartizione in due soli plafonds: il primo, rimasto anche nel nuovo testo, di ammontare pari a 1,2 miliardi di euro a sostegno delle iniziative del Docup e del Piano di Sviluppo Rurale; il secondo, di 500 milioni di euro, da destinare alle finalità convenzionate, a esclusione dello smobilizzo crediti verso Regione Toscana, Enti Locali toscani e Aziende sanitarie e ospedaliere toscane (cui corrispondeva un importo di 50 milioni di euro). Attualmente, la disaggregazione del plafond prevede le seguenti tipologie: - Ricerca e Sviluppo; - Innovazione; - Imprenditoria femminile; - Imprenditoria giovanile; - Piano di Sviluppo Rurale; - Smobilizzo crediti verso P.A.. Il nuovo Protocollo assegna 1,332 miliardi di euro al Piano di Sviluppo Rurale e i rimanenti 610,5 milioni di euro alle altre tipologie (Tab. 3.2).

Tabella 3.2 ARTICOLAZIONE DEL PLAFOND DI CREDITO CONVENZIONATO IN BASE ALLE FINALITÁ DEL FONDO Valori assoluti in euro Fonte: Elaborazioni IRPET su dati Protocollo d’Intesa Regioni-Banche

Tipo di Intervento Totale plafond di credito convenzionato

Ricerca e sviluppo 111.000.000 Innovazione 222.000.000 Imprenditoria femminile 111.000.000 Imprenditoria giovanile 111.000.000 Piano di sviluppo rurale 1.332.000.000 Smobilizzo crediti verso la P.A. 55.500.000 Totale 1.942.500.000

Le operazioni di finanziamento previste da questo tipo di intervento sono da intendersi con durata non superiore ai 10 anni; esse possono essere accordate sia a tasso variabile sia, compatibilmente alle provviste disponibili per le banche, a tasso fisso. Le condizioni di tasso riferite alle diverse finalità di finanziamento, a differenza delle precedenti intese, si determinano sulla base del merito di credito dell’impresa finanziata, in coerenza con la

Il protocollo d’intesa Regione Toscana-Banche 39 classificazione di valutazione delle imprese che le banche adottano secondo le metodologie imposte da Basilea 2. Le condizioni di tasso praticate alle varie tipologie di intervento devono rispettare degli spread massimi individuati dalla Regione Toscana e ripartiti a seconda della classe di merito creditizio dell’impresa (Tab. 3.3). Particolare attenzione è stata attribuita alle classi maggiormente penalizzate nell’accesso al credito, ovvero quelle potenzialmente più svantaggiate a causa dell’assenza di un significativo track record o della rischiosità del settore produttivo di appartenenza. Interessa in particolare favorire l’imprenditoria giovanile, l’imprenditoria femminile e le imprese che investono in innovazione, ricerca e sviluppo. Le aziende compresse in queste categorie, una volta ammesse a fruire dell’agevolazione pubblica, potranno avvantaggiarsi di un ulteriore abbattimento dello spread massimo di 0,05 punti percentuali. Inoltre, le imprese che effettuano operazioni assistite dalla garanzia di Fidi Toscana o Artigiancredito Toscano, oppure siano assistite dalla cogaranzia rilasciata dalle stesse società in modo da coprire almeno il 60% del finanziamento, o siano assistite dalla controgaranzia del nuovo Fondo regionale nella misura del 90% del garantito, otterranno una valutazione migliore e ridurranno i costi di finanziamento di ulteriori 0,10 punti.

Tabella 3.3 CONDIZIONI MASSIME DI SPREAD DA APPLICARE ALLE OPERAZIONI CONVENZIONATE DAL PROTOCOLLO* Valori percentuali Fonte: Protocollo d’Intesa Regioni-Banche

Piano di Sviluppo Rurale, attuazione Classi Imprenditoria femminile Smobilizzo crediti verso le Pubbliche Fondo Europeo di Ricerca e Sviluppo Innovazione di merito e Imprenditoria giovanile Amministrazioni Sviluppo Regionale e altri interventi regionali Con accettazione Senza accettazione della cessione del della cessione del Spread Spread Spread Spread Spread Spread Spread Spread credito credito Max (senza Max (con Max (senza Max (con Max (senza Max (con Max (senza Max (con Spread Spread Spread Spread garanzia) garanzia) garanzia) garanzia) garanzia) garanzia) garanzia) garanzia) Max Max Max Max (senza (con (senza (con garanzia) garanzia) garanzia) garanzia)

Ottimo 1,0 0,9 0,8 0,7 0,9 0,8 0,7 0,6 0,5 0,4 0,7 0,6 Buono 1,2 1,0 1,0 0,8 1,1 0,9 0,9 0,7 0,6 0,5 0,8 0,7 Discreto 1,4 1,2 1,2 1,0 1,3 1,1 1,1 0,9 0,7 0,6 0,9 0,8 Sufficiente 1,55 1,4 1,35 1,2 1,5 1,3 1,25 1,1 0,8 0,7 1,0 0,9 (Max tasso (Max tasso (Max tasso (Max tasso Mediocre ministeriale di 1,55 ministeriale di 1,35 ministeriale di 1,5ministeriale di 1,25 0,9 0,8 1,1 1,0 riferimento) riferimento) riferimento) riferimento) *In corrispondenza della classe di merito “mediocre” (la più rischiosa), qualora a fronte del finanziamento non sia richiesta una garanzia ovvero non sia stabilito uno spread massimo, il tasso applicato dalla banca non dovrebbe superare il tasso di riferimento ministeriale vigente per ogni settore

Nella fase di istruttoria, ogni banca associa i propri rating alle diverse classi di merito definite nel Protocollo, secondo una classificazione già comunicata alla Regione Toscana. Le banche hanno facoltà di modificare l’associazione effettuata tra rating e classi di merito, dando opportuna pubblicità e motivando il fatto, qualora vi sia peggioramento o miglioramento qualitativo del proprio portafoglio crediti. Si consideri che agli spread massimi stabiliti nel Protocollo occorre sommare il parametro dell’I.R.S. (Interest Rate Swap) per le operazioni a tasso fisso e il parametro dell’Euribor a 6 mesi su base 360 per le operazioni a tasso variabile. Al momento di realizzare queste operazioni, emergevano alcune difficoltà nel ricondurre i diversi tipi di rating interni ed esterni utilizzati dalle singole banche alle classi di merito stabilite nel Protocollo. Per superare queste difficoltà si è provveduto a stilare una tabella di conversione che mette in relazione, per ogni banca, i diversi rating con le cinque classi di cui sopra (Tab. 3.4). Si consideri, per concludere, che gli spread applicati per le operazioni del Protocollo non hanno subito ritocchi verso l’alto nonostante la difficile congiuntura economica e il rialzo dei tassi verificatosi fino alla metà del 2008.

40 Il sistema del credito in Toscana Tabella 3.4 TABELLA DI CONVERSIONE TRA CLASSI DI MERITO DEL PROTOCOLLO E RATING DELLE BANCHE FIRMATARIE Fonte: Protocollo d’Intesa Regioni-Banche

Classi di merito del Protocollo Banche Ottimo Buono Discreto Sufficiente Mediocre

Gruppo Monte Paschi di Siena S.p.A. A+ / A / A- B+ / B / B- C+ C / C- D+ / D / D- Cassa di Risparmio di Firenze S.p.A. A1/A2/A3/A4 B1/B2 B3/B4 B5 B6/B7 Banca Nazionale del Lavoro S.p.A. 1 2 3/4 5 6 Cassa di Risparmio di San Miniato S.p.A. 1 2/3 4/5 6 7/8 Cassa di Risparmio di Volterra S.p.A. AAA AA/A BBB BB/B CCC/CC/C Centro Leasing Banca Spa A1 A2 A3 A4 A5/A9 Federazione Banche di Credito Cooperativo S.c.a.r.l. GGG+ GGG/GGG- GG+/GG GG-/G+ G Cassa di Risparmio di Prato S.p.A. AAA AA-/A BBB BB-/B CCC-/CC Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio S.c. AAA/AA A BBB BB/B CCC/CC Valori CEBI 1/3 4/5 6 7 8/9 Casse di Risparmio di Lucca, Pisa e Livorno Valori IMR -100/0 1/40 41/60 61/70 71/100 Banca di Credito Cooperativo di Cambiano Scpa 1 2 3 4 5/8 Banca Popolare di Lajatico Scpa 1 2 3 4 5/8 Banca Popolare Etica Scpa A tutti i finanziamenti saranno applicati gli spread della fascia “buono” Cassa di Risparmio di Carrara Spa n.d. Artigiancassa Spa n.d. Banca del Monte di Lucca S.p.A. n.d.

• Il sostegno strutturale all’impresa Con il nuovo Protocollo sono stati confermati i due strumenti volti al sostegno strutturale dell’impresa: i prestiti partecipativi e il fondo di garanzia per interventi nel capitale di rischio delle imprese. Caratteristica principale dei prestiti partecipativi è che il rimborso in conto interessi viene commisurato, per una parte che può risultare significativa, ai risultati economici dell’impresa finanziata. Tale forma di finanziamento consente all’impresa di indebitarsi, anche per importi rilevanti, al fine di realizzare programmi di sviluppo, ammodernamento, innovazione o ristrutturazione, che migliorino sensibilmente i risultati economici dell’impresa e ne accrescano il valore. Lo stanziamento di 31 milioni di euro previsto dal vecchio protocollo (scesi a 15 milioni di euro nel 2002, 1/3 a carico della regione Toscana e 2/3 a carico delle banche firmatarie) è diminuito a 10 milioni totalmente stanziati dalle banche, utilizzabili per provvista di FidiToscana S.p.A. a un tasso pari alla media mensile Euribor 3/6 mesi (Euribor Flat) e, in prospettiva, anche da Artigiancredito toscano. Per sostenere, invece, gli interventi nel capitale di rischio delle imprese, il nuovo Protocollo prevede una specifica finalità nel già menzionato Fondo speciale rischi per prestazioni di garanzia e cogaranzia. Sono ammissibili gli interventi di finanziamento a favore di imprese che acquisiscono partecipazioni destinate a ricapitalizzare altre imprese.

• La finanza alternativa Per rispondere al fabbisogno di consulenza e assistenza tecnico-finanziaria delle piccole e medie imprese toscane, degli Enti Locali e delle loro società partecipate, le banche confermano l’impegno a sviluppare tutte le possibili sinergie con Fidi Toscana S.p.A. e Artigiancredito Toscano S.c.a.r.l. in merito all’attività di consulenza e sostegno finanziario allo sviluppo economico del territorio. In particolare, le banche, Fidi Toscana S.p.a. e Artigiancredito Toscano S.c.a.r.l. attiveranno varie forme di collaborazione su temi quali: - corporate finance advisory: pianificazione strategica, analisi di progetti d’investimento, fusioni e acquisizioni, ristrutturazioni finanziarie, consulenza nel ricorso a derivati finanziari, rilancio e riconversione di impresa, ecc; - intermediazione finanziaria: organizzazione e reperimento di finanziamenti a fronte di progetti d’investimento o di crescita dimensionale; - internazionalizzazione: interventi finanziari e consulenza per lo sviluppo delle imprese sul mercato internazionale, in accordo con organismi specializzati; - project finance advisory: accompagnamento e assistenza nell’analisi del progetto sia al

Il protocollo d’intesa Regione Toscana-Banche 41 promotore privato sia all’ente pubblico; partecipazione al capitale di rischio del promotore e/o gestore privato; organizzazione di finanziamenti in pool. Con riferimento all’assistenza e consulenza agli EE.LL., le Banche, insieme a Fidi Toscana S.p.a., si impegneranno a porre particolare attenzione sui seguenti temi: - gestione attiva del debito e opportunità del ricorso a derivati finanziari; - gestione degli assets e valorizzazione del patrimonio pubblico; - ricorso a forme di finanza consortile e innovativa; - progetti di sviluppo del territorio e privatizzazioni. Analoghe forme di collaborazione nell’assistenza e consulenza tecnico-finanziaria sono state messe a punto con la collaborazione delle Università toscane nell’ambito del Progetto PRO.CO.F.I.T., strumento teso a promuovere una maggiore consapevolezza finanziaria da parte dell’impresa attraverso la possibilità di realizzare un’autovalutazione secondo i parametri di merito creditizio scaturenti dalle disposizione degli Accordi di Basilea 2. Inoltre, con l’obiettivo di sostenere ulteriormente l’espansione del sistema delle PMI e contribuire a iniziative di start up e di venture capital, le parti si impegneranno a verificare la possibilità di realizzare iniziative mirate a convogliare verso le imprese i Fondo Europeo per gli Investimenti (FEI) messi a disposizione dalla Banca Europea per gli Investimenti (BEI).

• La convenzione “Investire in rosa” Il nuovo Protocollo ha confermato la convenzione “Investire in rosa”, riguardante il sostegno all’imprenditoria femminile toscana. Oltre all’attivazione di condizioni agevolate in termini di spread massimo (si veda lo strumento Il credito convenzionato, illustrato sopra), la Regione e le banche hanno ritenuto opportuno conferire priorità alle richieste di finanziamento presentate dalle imprese femminili in possesso della certificazione sociale SA 8000. Inoltre, le banche si impegnano a dare priorità alle richieste di credito presentate dall’imprenditoria femminile che parteciperà ai bandi attuativi della legge 215/92 e alla correlata Azione 1.6.2 “Aiuti a PMI a prevalente partecipazione femminile”, nonché ai bandi attuativi della Azione 1.6.1 “Aiuti a PMI di servizi alla famiglia” del Docup.

• Promozione dell’artigianato L’obiettivo è quello di favorire la promozione, la costituzione e la partecipazione a progetti territoriali e a progetti d’insediamento da parte di consorzi, cooperative o raggruppamenti di imprese artigiane. Tale progetto sarà perseguito grazie al ruolo centrale svolto in tale tematica da Artigiancredito Toscano S.c.a.r.l.. Data la trasformazione di Artigiancredito in un unico strumento di primo livello che otterrà l’iscrizione quale intermediario finanziario (art. 107 T.U.B.), le banche si impegnano a sottoscrivere una convenzione che, sulla base di direttive regionali, consenta di ampliare l’ambito di operatività di Artigiancredito. Nella fase transitoria le banche si sono impegnate a mantenere invariato, sino all’entrata in vigore di Basilea 2, il livello dei tassi e le condizioni contrattati nella convenzione.

3.3 I risultati del Protocollo nel 2007

L’analisi dei risultati del Protocollo per il 2007, in relazione alle varie tipologie di intervento previste, conferma quanto già rilevato per l’anno 2006: un elevato sfruttamento del Fondo unico di garanzia, soprattutto in relazione al microcredito e agli strumenti a favore delle imprese giovanili e femminili. Rimane ancora basso l’utilizzo di strumenti maggiormente innovativi come lo smobilizzo dei crediti verso la pubblica amministrazione e i prestiti partecipativi. Emerge, inoltre, che, a fronte di un generalizzato inasprimento del mercato del credito, anche le operazioni che passano attraverso il Protocollo risentono della maggiore prudenza del sistema bancario. I dati illustrati in seguito si riferiscono alle operazioni gestite da FidiToscana e, per quanto riguarda le operazioni attinenti le imprese femminili, anche da Artigiancredito. Rispetto all’analisi dei risultati realizzata in occasione del precedente Rapporto sul Credito, quest’anno è stato possibile disporre dei dati relativi al tasso di interesse praticato in corrispondenza di una parte significativa delle operazioni interssate dal Protocollo; e questo costituisce un utile elemento per la valutazione ex-post dell’efficacia degli strumenti attivati.

42 Il sistema del credito in Toscana • Il Fondo Unico di Garanzia Nel 2007, lo stock dei finanziamenti ammessi alla fruizione delle condizioni del Fondo unico nel corso degli anni precedenti ha raggiunto un importo complessivo di 209 milioni di euro, a fronte di 1.202 domande. Di tale ammontare complessivo il 93% (195 milioni di euro) è stato effettivamente erogato dalle banche (il 91% delle domande). Trattandosi del dato relativo alle consistenze delle erogazioni (e cioè del totale in essere alla fine dell’anno indipendentemente da quando sono avvenute le erogazioni) il dato fa emerge una buona funzionalità della procedura di facilitazione dell’accesso al credito. In corrispondenza di questo finanziamento l’ammontare garantito è di 94,3 milioni di euro. Se si considera il flusso attivato nel corso del solo 2007 si rileva invece che, l’ammontare ammesso a finanziamento è stato di 31 milioni di euro, mentre il finanziamente effettivamente erogato dalle banche è stato di poco inferiore ai 15 milioni di euro (risultanti da 292 domande) (Tab. 3.5). Questo significa che il rapporto tra il flusso di finanziamenti ammessi ed erogati risulta nell’anno piuttosto contenuto, pari al 47,3%. Tale risultato potrebbe essere dovuto a vari fattori tra cui la presenza di un certo ritardo nell’esecuzione delle procedure una volta ammesso il finanziamento, la presenza di una limitazione dovuta a un’insufficiente rotazione dei fondi (causata ad esempio da una prevalenza di finanziamenti a lungo termine), infine, una sorta di razionamento dei finanziamenti da parte delle banche successivamente all’ammissione da parte degli organismi gestori del Fondo. Si consideri che nel 2007 almeno per il 44% del totale delle domande ammesse a finanziamento l’erogazione effettiva risulta pari a zero. Resta comunque il dato che dalla procedura di selezione delle domande ammissibili, ne risulta un ammontare garantito di 20 milioni di euro cui corrisponde un finanziamento effettivo di entità inferiore (14,7 milioni di euro).

Tabella 3.5 OPERATIVITà DEL FONDO UNICO DI GARANZIA 2006-2007 Consistenze e flussi. Valori assoluti in euro e rapporti percentuali Fonte: Elaborazioni IRPET su dati FidiToscana 2008

Domande Importo Domande Importo Importo Dom. ammesse/ Importo fin. erogati/ ammesse finanziamenti avviate a finanziamenti garantito Dom. avviate Importo fin. ammessi ammessi erogazione erogati a erogazione

Consistenze 2006 1.023 192.954.289 970 184.271.134 79.689.475 94,8 95,5 Consistenze 2007 1.202 209.353.101 1.091 195.110.100 94.300.684 90,8 93,2 Flussi 2007 31.118.007 292 14.733.783 20.582.578 47,3

La dotazione del Fondo di garanzia è stata stabilito in 15,9 milioni di euro (nel 2006 era pari a 14,3 milioni di euro, passati a 15,155 milioni di euro nel dicembre dello stesso anno). Nel 2007, l’ammontare effettivo di tale fondo, e cioè l’importo attivato come quota delle garanzie in essere (circa il 12,5%)16, risulta piuttosto elevato e con picchi durante l’anno che arrivano più volte a sfiorare il 100%. Data la natura rotativa del fondo, la quota risulta variabile e, al 31 dicembre 2007, pari al 76,5%, corrispondenti a 12,1 milioni di euro (Tab. 3.6). Di questo ammontare, 2,57 milioni sono stati attivati nel corso del 2007.

Tabella 3.6 GRADO DI ATTIVAZIONE EFFETTIVA DEL FONDO UNICO DI GARANZIA 2006-2007 Consistenze e flussi. Valori assoluti in euro e grado di attivazione percentuale Fonte: Elaborazioni IRPET su dati FidiToscana 2008

Ammontare del Fondo Impegno effettivo Grado di attivazione del Fondo

Consistenze 2006 15.155.000 11.267.194 79,0% Consistenze 2007 15.900.000 12.136.395 76,5% Flussi 2007 2.572.822

16 L’impegno effettivo che si determina in corrispondenza di ogni operazione attivata è calcolato come quota della garanzia apposta e rappresenta la perdita cui andrà effettivamente incontro il garante in caso di default dell’impresa. Tale quota è, come si è detto nel testo, pari al 12,5%.

Il protocollo d’intesa Regione Toscana-Banche 43 Il numero di imprese beneficiarie del fondo è stato, per la parte gestita da FidiToscana nel 2007, pari a 28217. La metà di queste sono situate nelle province di Arezzo e Firenze; seguono, per numerosità di beneficiarie, quelle di Pisa e Prato; esiguo il numero nel resto del territorio regionale (Fig 3.7).

Figura 3.7 NUMERO DI IMPRESE BENEFICIARIE DEL FONDO UNICO DI GARANZIA 2007 Fonte: Elaborazioni IRPET su dati FidiToscana 2008

9

14 18 22 63

95 39

9 9

Fino a 10 10 11 - 22 23 - 39 40 - 63 Oltre 63

Le imprese beneficiarie sono per la quasi totalità di dimensioni molto piccole (234 imprese ovvero l’81,2%) o piccole (42 imprese, il 14,6%); nel 47,9% dei casi (138 imprese) si tratta di imprese individuali, nel 24,3% di società a responsabilità limitata (70 imprese). Esse rappresentano quindi la categoria di imprese (piccole e micro) che il Protocollo si prefigge di sostenere (Tab. 3.8).

Tabella 3.8 DIMENSIONE DELLE IMPRESE BENEFICIARIE Numero di imprese per dimensione Fonte: Elaborazioni IRPET su dati FidiToscana 2008

Micro Piccola Media Totale

Arezzo 95 95 Firenze 50 10 3 63 Grosseto 10 10 Livorno 5 3 1 9 Lucca 8 5 1 14 Massa Carrara 6 3 9 Pisa 30 9 39 Prato 12 7 3 22 Pistoia 10 5 3 18 Siena 8 1 9 Totale 234 42 12 288 Incidenza % 81,2% 14,6% 4,2% 100,0%

Riguardo all’appartenenza settoriale delle imprese, i comparti maggiormente rappresentati sono l’industria, il commercio e l’edilizia con 72, 67 e 61 unità rispettivamente. Più contenuto il numero delle imprese appartenenti al settore degli alberghi e ristoranti (29 imprese), dei servizi alla persona (24), dell’agricoltura (13) e delle attività immobiliari (12).

17 Il fatto che le domande presentate nello stesso anno sia 292 sta ad indicare che alcune imprese hanno presentato più di una domanda.

44 Il sistema del credito in Toscana Tabella 3.9 FORMA GIURIDICA DELLE IMPRESE PER PROVINCIA Unità Fonte: Elaborazioni IRPET su dati FidiToscana 2008

Provincia I.I. S.S. SAS SC SNC SPA SRL Totale

Arezzo 74 4 7 10 95 Firenze 23 2 5 3 9 4 17 63 Grosseto 7 2 1 10 Livorno 3 4 2 9 Livorno 5 1 1 1 1 2 3 14 Massa Carrara 2 1 6 9 Pisa 11 3 10 2 13 39 Prato 3 3 3 4 9 22 Pistoia 6 2 1 3 6 18 Siena 4 1 1 3 9 Totale 138 3 21 4 36 16 70 288 Incidenza % 47,9% 1,1% 7,3% 1,4% 12,5% 5,5% 24,3% 100,0%

Tabella 3.10 SETTORE ECONOMICO DI APPARTENENZA DELLE IMPRESE PER PROVINCIA Unità Fonte: Elaborazioni IRPET su dati FidiToscana 2008

Provincia AR FI GR LI LU MS PI PO PT SI Totale

Agricoltura e Pesca 2 4 1 2 2 2 13 Alberghi e ristoranti 6 6 2 3 3 6 1 2 29 Attività immobiliari e servizi alle imprese 1 5 1 2 2 1 12 Commercio 14 15 1 2 3 2 14 8 4 4 67 Edilizia 45 6 1 2 2 2 3 61 Industria 18 19 1 1 2 4 12 9 5 1 72 Servizi alla persona 7 5 3 1 1 1 2 3 1 24 Trasporti e telecomunicazioni 1 1 1 1 4 Altri 1 3 1 1 6 Totale 95 63 10 9 14 9 39 22 18 9 288

Come si è prima segnalato, nel corso del 2007, l’ammontare complessivo di finanziamenti richiesti è stato pari a 31 milioni di euro, mentre le risorse effettivamente erogate sono state poco meno di 15 milioni di euro, evidenziando un rapporto tra erogato e finanziato del 47%. Questa quota, piuttosto contenuta è il risultato di situazioni piuttosto diversificate nel territorio: nelle province di Lucca e Grosseto infatti il rapporto tra finanziamenti erogati e finanziamenti ammessi è stato molto basso (18% e 20%), mentre nelle province di Pisa e Pistoia si registrano quote ben superiori (81,4% e 71,6% rispettivamente) (Tab. 3.11).

Tabella 3.11 IMPORTI TOTALI PER PROVINCIA FIDITOSCANA 2007 Valori assoluti Fonte: Elaborazioni IRPET su dati FidiToscana 2008

Importo Importo Importo Importo Impegno Importo fin. erogati/ Investimento finanziamenti finanziamenti garantito effettivo Importo fin. ammessi ammessi erogati

Arezzo 1.719.351 1.448.841 638.739 1.147.073 143.384 44,1% Firenze 6.271.047 5.915.855 2.066.891 3.825.684 478.211 34,9% Grosseto 1.216.748 986.018 196.018 752.611 94.076 19,9% Livorno 5.157.136 1.277.000 762.000 908.600 113.575 59,7% Lucca 800.762 2.603.400 468.400 1.669.940 208.743 18,0% Massa 934.527 1.824.490 655.000 1.159.592 144.949 35,9% Pisa 2.365.190 5.787.635 4.711.635 3.800.371 475.046 81,4% Prato 6.620.179 5.597.000 2.135.000 3.646.600 455.825 38,1% Pistoia 2.162.827 3.715.233 2.660.100 2.312.586 289.073 71,6% Siena 1.140.937 1.962.536 440.000 1.359.522 169.940 22,4% Totale 28.388.703 31.118.007 14.733.783 20.582.578 2.572.822 47,3%

Il protocollo d’intesa Regione Toscana-Banche 45 Le diverse percentuali osservate possono essere condizionate, da un lato, dal differente comportamento delle banche in relazione ai finanziamenti che decidono di erogare18, dall’altra, dal diverso livello di sfruttamento delle risorse rotative a disposizione determinate, a loro volta, dagli effettivi rientri dei finanziamenti precedentemente accordati. Quanto detto spiega che la distribuzione territoriale dell’ammontare dei finanziamenti, degli investimenti e degli importi garantiti risulti difforme rispetto alla distribuzione territoriale dei finanziamenti effettivamente erogati (Fig. 3.12).

Figura 3.12 IMPORTO INVESTIMENTI, FINANZIAMENTI, EROGAZIONI E GARANZIE PER PROVINCIA Valori medi per impresa in euro Fonte: Elaborazioni IRPET su dati FidiToscana 2008

Importo investimento medio Importo finanziamento medio

Fino a 24.000 Fino a 20.000 24.000 - 122.000 20.0001 - 155.000 122.000 - 165.000 155.001 - 200.000 165.000 - 560.000 200.001 - 220.000 Oltre 560.000 Oltre 220.000

Importo erogato medio Importo garantito medio

Fino a 38.000 Fino a 16.000 38.001 - 60.000 16.001 - 105.000 60.001 - 80.000 105.001 - 130.000 80.001 - 107.000 130.001 - 145.000 Oltre 107.000 Oltre 145.000

Tra le 292 richieste di finanziamento ammesse, le finalità più frequenti si riferiscono all’ampliamento degli impianti (35,3%), all’acquisto di nuovi impianti (31,5%) e al consolidamento finanziario (23,6%). Sono molto contenute le richieste di finanziamenti da destinare ad ammodernamento e innovazione.

18 Si consideri che un comportamente restrittivo degli istituti di credito, successivo all’ammissione delle domande di finanziamento da parte dei gestori del Fondo, determina una certa inefficienza del meccanismo di facilitazione di accesso al credito, misurabile dal tempo e dai costi delle procedure relative alle imprese che non hanno ottenuto il finanziamento.

46 Il sistema del credito in Toscana Tabella 3.13 NUMERO DI OPERAZIONI PER FINALITà DELL’INTERVENTO FINANZIATO 2007 Fonte: Elaborazioni IRPET su dati FidiToscana 2008

Ammodernamento Ampliamento Rilancio e Innovazione Nuovo Ristrutturazione Altro Totale consolidamento impianto

Arezzo 3 72 18 2 95 Firenze 4 16 13 1 27 3 1 65 Grosseto 1 1 2 6 1 11 Livorno 1 3 5 9 Lucca 1 1 5 6 1 14 Massa Carrara 2 2 5 9 Pisa 2 1 23 12 1 39 Prato 4 11 5 2 22 Pistoia 5 9 4 1 19 Siena 1 1 1 4 2 9 Totale 12 103 69 2 92 6 8 292 Incidenze 4,1% 35,3% 23,6% 0,7% 31,5% 2,1% 2,7% 100,0%

Tra le varie destinazioni dei finanziamenti garantiti attraveso il Fondo, la maggior parte delle domande riguarda il microcredito, cui si riferiscono 165 domande (56,5%); più della metà delle imprese interessate a questo strumento è situata nella provincia di Arezzo (93). Seguono, in ordine di numerosità, il rilancio e/o consolidamento di impresa (69 domande) e le nuove imprese (36 domande).

Tabella 3.14 NUMERO DI OPERAZIONI DEL FONDO PER CONVENZIONE STIPULATA 2007 Fonte: Elaborazioni IRPET su dati FidiToscana 2008

Provincia Agricoltura/ Rilancio e Internazionalizzazione Microcredito Nuove Partecipazioni Prestiti Totale Pesca consolidamenti imprese partecipativi complessivo

Arezzo 1 93 1 95 Firenze 4 13 2 39 6 1 65 Grosseto 1 2 5 3 11 Livorno 3 1 5 9 Lucca 2 5 4 3 14 Massa 2 1 3 3 9 Carrara Pisa 2 23 6 8 39 Prato 10 2 5 3 1 1 22 Pistoia 10 1 5 3 19 Siena 2 1 4 1 1 9 Totale 12 69 6 165 36 2 2 292 Incidenze 4,1% 21,2% 2,0% 56,5% 12,3% 0,7% 0,7% 100,0%

L’ammontare medio dei finanziamenti ammessi è, a scala regionale, di oltre 106.000 euro; il finanziamento effettivamente erogato ammonta mediamente a soli 50.000 euro; la discrepanza tra i due importi ha riguardato soprattutto le medie imprese, mentre le micro si sono viste assegnare importi più vicini alle cifre richieste. A questo risultato ha contribuito il maggiore ricorso di quest’ultima categoria di imprese al microcredito che si attiva con un’istruttoria semplificata. L’ammontare medio delle erogazioni risulta più elevato nelle province di Pistoia e Pisa, le stesse che hanno registrato i più alti rapporti tra finanziamenti erogati e ammessi.

Il protocollo d’intesa Regione Toscana-Banche 47 Tabella 3.15 IMPORTI MEDI PER FINANZIAMENTI, EROGAZIONI E GARANZIE.2007 Valori assoluti in euro Fonte: Elaborazioni IRPET su dati FidiToscana 2008

Provincia Dati Micro Piccole Medie Totale Finanziamento medio 15.251 15.251 Arezzo Erogato medio 6.724 6.724 Imp.garantito medio 12.074 12.074 Finanziamento medio 35.817 215.000 296.818 91.013 Firenze Erogato medio 25.338 - 72.727 31.798 Imp.garantito medio 27.174 129.000 177.364 58.857 Finanziamento medio 89.638 89.638 Grosseto Erogato medio 17.820 17.820 Imp.garantito medio 68.419 68.419 Finanziamento medio 35.000 500.000 200.667 141.889 Livorno Erogato medio 32.000 500.000 34.000 84.667 Imp.garantito medio 25.400 300.000 160.533 100.956 Finanziamento medio 44.175 500.000 350.000 185.957 Lucca Erogato medio 33.550 - 40.000 33.457 Imp.garantito medio 33.743 300.000 220.000 119.281 Finanziamento medio 54.082 500.000 202.721 Massa Carrara Erogato medio 25.833 166.667 72.778 Imp.garantito medio 43.265 300.000 128.844 Finanziamento medio 105.588 291.111 148.401 Pisa Erogato medio 91.388 218.889 120.811 Imp.garantito medio 69.612 190.222 97.445 Finanziamento medio 179.750 500.000 277.143 254.409 Prato Erogato medio 107.917 166.667 48.571 97.045 Imp.garantito medio 119.383 300.000 187.714 165.755 Finanziamento medio 49.223 416.667 328.833 195.539 Pistoia Erogato medio 46.210 166.667 283.000 140.005 Imp.garantito medio 32.379 250.000 206.467 121.715 Finanziamento medio 183.284 496.268 218.060 Siena Erogato medio 55.000 - 48.889 Imp.garantito medio 132.720 297.761 151.058 Ammontare medio del finanziamento 52.603 392.790 310.227 106.569 Ammontare medio erogato 32.442 115.385 127.500 50.458 Ammontare medio.garantito 37.538 235.674 197.668 70.488

Disaggregando per settore economico di appartenenza dell’impresa, le erogazioni medie più alte si sono riscontrate nel settore delle telecomunicazioni e trasporti con un valore che supera i 250.000 euro; tale importo risulta molto vicino agli importi medi richiesti. Il settore che ha registrato il rapporto tra importo erogato e finanziamento richiesto più basso è l’agricoltura che, a fronte di oltre 200.000 euro di finanziamento richiesto ha registrato un erogato medio pari a 62.000 euro.

Tabella 3.16 IMPORTI MEDI PER FINANZIAMENTI, EROGAZIONI E GARANZIE PER SETTORE ECONOMICO.2007 Valori assoluti in euro Fonte: Elaborazioni IRPET su dati FidiToscana 2008

Settore Dati Totale Finanziamento medio 214.348 Agricoltura e Pesca Erogato medio 62.153 Imp.garantito medio 141.841 Finanziamento medio 53.486 Alberghi e ristoranti Erogato medio 37.327 Imp.garantito medio 39.782 Finanziamento medio 32.500 Assistenza sociale Erogato medio 32.500 Imp.garantito medio 26.000 Finanziamento medio 81.678 Attività immobiliari e servizi alle imprese Erogato medio 18.601 Imp.garantito medio 58.804

48 Il sistema del credito in Toscana Tabella 3.16 segue

Settore Dati Totale Finanziamento medio 126.089 Commercio Erogato medio 63.454 Imp.garantito medio 81.065 Finanziamento medio 31.448 Edilizia Erogato medio 20.849 Imp.garantito medio 21.616 Finanziamento medio 217.500 Estrazione e lavorazione minerali Erogato medio - Imp.garantito medio 130.500 Finanziamento medio 33.100 Istruzione Erogato medio 9.767 Imp.garantito medio 26.480 Finanziamento medio 163.490 Industria Erogato medio 77.209 Imp.garantito medio 105.101 Finanziamento medio 77.783 Servizi alla persona Erogato medio 14.658 Imp.garantito medio 59.393 Finanziamento medio 257.500 Trasporti e telecomunicazioni Erogato medio 253.750 Imp.garantito medio 156.000 Finanziamento medio 106.569 Erogato medio 50.458 Imp.garantito medio 70.488

Tabella 3.17 RAPPORTO EROGATO/FINANZIATO PER PROVINCIA E DIMENSIONE D’IMPRESA Valori percentuali Fonte: Elaborazioni IRPET su dati FidiToscana 2008

Micro Piccole Medie Totale

Arezzo 44,1% 44,1% Firenze 70,7% 0,0% 24,5% 34,9% Grosseto 19,9% 19,9% Livorno 91,4% 100,0% 16,9% 59,7% Lucca 75,9% 0,0% 11,4% 18,0% Massa Carrara 47,8% 33,3% 35,9% Pisa 86,6% 75,2% 81,4% Prato 60,0% 33,3% 17,5% 38,1% Pistoia 93,9% 40,0% 86,1% 71,6% Siena 30,0% 0,0% 22,4% Totale 61,7% 29,4% 41,1% 47,3%

I risultati osservati suggeriscono che la crisi di liquidità derivante dalla progressiva instabilità dei mercati finanziari, abbia accentuato l’avversione al rischio degli istituti di credito e che la presenza di garanzie nella richiesta di finanziamento sia stata una condizione necessaria ma non sufficiente per l’accesso al credito, vista anche la bassa quota di erogazioni nei rispetto agli importi domandati. I tassi medi praticati alle imprese che hanno utilizzato gli strumenti del Protocollo sono stati generalmente in linea con quanto concordato tra Regione Toscana e banche; in alcuni casi si sono tuttavia registrati superamenti anche rilevanti degli spread pattuiti, giungendo a livelli intorno al 7%. Si consideri che i tassi considerati riguardano circa un terzo del totale delle operazioni e quindi rappresentano solo parzialmente l’efficacia degli strumenti. Si consideri l’articolazione della variabile per dimensione d’impresa e per province. In corrispondenza delle micro e delle piccole imprese i tassi medi risultano, rispettivamente, pari al 5,9% e al 5,7%. I tassi più bassi si riscontrano nella provincia di Lucca (5,5%), mentre i più alti in quelle di Massa e Grosseto (6,2 % e 6,1%); si consideri tuttavia che la distanza tra il valore minimo e quello massimo risulta inferiore al punto percentuale.

Il protocollo d’intesa Regione Toscana-Banche 49 Tabella 3.18 TASSI MEDI DI INTERESSE PRATICATI PER DIMENSIONE AZIENDALE E PROVINCIA DELLE IMPRESE BENEFICIARIE Valori percentuali Fonte: Elaborazioni IRPET su dati FidiToscana 2008

Provincia Micro Piccole Medie Totale

AR 6,10 6,10 FI 5,88 5,45 5,86 GR 6,12 6,12 LI 5,49 5,32 6,22 5,57 LU 5,48 5,48 MS 6,28 6,05 6,21 PI 5,73 5,73 5,73 PO 6,03 6,03 PT 5,86 5,33 5,68 SI 5,92 5,92 Totale 5,90 5,66 6,22 5,87

Figura 3.19 TASSI MEDI DI INTERESSE PER PROVINCIA DELLE IMPRESE BENEFICIARIE Valori percentuali Fonte: Elaborazioni IRPET su dati FidiToscana 2008

6,2%

5,7% 5,5% 5,7% 5,9%

6,1% 5,7%

5,9% 5,6%

6,1% Fino a 5,6 5,61 - 5,7 5,71 - 5,9 Oltre 5,9

Dall’articolazione dei tassi per tipo di intervento emerge che quelli più bassi si riscontrano in corrispondenza degli interventi dedicati allo start up d’impresa, mentre i tassi risultano più alti in corrispondenza degli interventi di microcredito e quelli destinati alle imprese giovanili e femminili.

Tabella 3.20 TASSI MEDI DI INTERESSE PER TIPO DI INTERVENTO E PER PROVINCIA DELLE IMPRESE BENEFICIARIE* Valori percentuali Fonte: Elaborazioni IRPET su dati FidiToscana 2008

AR FI GR LI LU MS PI PO PT SI Totale

Rurale 5,5 6,0 5,6 Rilancio 5,5 5,6 6,1 5,7 6,0 5,8 5,7 Internazionalizzazione Microcredito 6,1 6,0 6,1 5,7 6,8 6,1 6,3 5,9 6,1 Start-Up 5,5 4,9 5,8 5,6 5,1 5,4 Partecipazioni Prestiti Partecipativi Totale 6,1 5,9 6,1 5,6 5,5 6,2 5,7 6,0 5,7 5,9 5,9 * Si riportano i tassi corrispondenti agli interventi per cui risultano disponibili i dati. Tra gli interventi previsti dal Protocollo, mancano dunque i dati sul credito per l’internazionalizzazione, per le participazioni in capitale di rischio e per i prestiti partecipativi

50 Il sistema del credito in Toscana Un’ultima considerazione riguardo alle operazioni svolte nell’ambito dell’utilizzo del Fondo unico di garanzia si riferisce al numero di pratiche passate in sofferenza: rispetto al 2006, esse sono raddoppiate portando l’ammontare dei finanziamenti in sofferenza oltre i 3 milioni di euro. Questa situazione potrebbe essere in parte spiegata dal peggioramento della congiuntura economica nel corso del 2007 che ha interessato alcuni settori tipici della Toscana, quali il comparto moda, il cartario e l’orafo; siutazione cui si aggiungono gli effetti anche indiretti della crisi finanziaria in corso.

Tabella 3.21 PRATICHE INCAGLIATE E PASSATE A SOFFERENZA FONDO UNICO GARANZIA* Consistenze. Valori asoluti e assoluti in euro Fonte: Elaborazioni IRPET su dati FidiToscana 2008

N. pratiche incagliate Importo finanziamenti incagliati N. pratiche in sofferenza Importo finanziamenti a sofferenza

2006 10 6.590.287 14 1.072.342 2007 6 4.853.061 27 3.672.407 * Si parla di incagli in riferimento a esposizioni verso affidati in temporanea situazione di obiettiva difficoltà che, peraltro, possono essere rimosse in un congruo periodo di tempo; di sofferenza, in relazione a crediti nei confronti di soggetti in stato di insolvenza (anche non accertato giudizialmente) o in situazioni sostanzialmente equiparabili

• Interventi in favore delle imprese femminili Nel 2007 le pratiche ammesse a delibera per quanto riguarda gli interventi in favore delle imprese femminili sono state 65. Tra queste operazioni, 23 hanno riguardato giovani imprenditrici. Le imprese femminili che hanno usufruito del Fondo Unico di Garanzia sono per lo più micro imprese individuali, in gran parte localizzate tra le Province di Firenze e di Arezzo. Le 29 osservazioni disponibili sul tasso di interesse praticato dalle banche in presenza della garanzia regionale evidenziano un tasso medio del 5,8% e una discreta variabilità, che va dal 4,78% al 6,75%. Mediamente, i valori più bassi si registrano in corrispondenza della provincia di Pistoia, mentre i più alti nella provincia di Massa Carrara. L’importo medio dei finanziamenti ammessi è di oltre 66.000 euro mentre i finanziamenti effettivamente erogati sono stati in media di circa 25.000 euro per operazione. L’ammontare mediamente garantito, oltre 48.000 euro, è stato anche in relazione a questo strumento superiore all’erogazione effettiva. Le erogazioni medie più consistenti si rilevano in corrispondenza delle imprese delle province di Lucca, Firenze, Livorno e Pistoia. Considerando la dimensione delle imprese coinvolte emerge che le più piccole (microimprese) sono state maggiormente favorite nel rapporto tra finanziato ed erogato; al contrario, le piccole e le medie imprese registrano in molti casi erogazioni nulle e, come si è prima accennato, questo potrebbe essere dovuto in alcuni casi al mancato completamento delle procedure (ritardo della procedura) oppure a una mancata assegnazione del finanziamento da parte della banca pur in presenza della già avvenuta istruttoria per la concessione della garanzia. Il tempo medio intercorrente tra la presentazione della domanda di finanziamento e l’ammissione della pratica è pari a 43 giorni. Per quanto riguarda le domande che non hanno avuto erogazione, il numero medio dei giorni intercorrenti tra la data di ammissione ed il 31/12/2007 è pari a 54 giorni.

Tabella 3.22 NUMERO DI IMPRESE E DI PRATICHE in favore delle imprese femminili PER PROVINCIA 2007 Fonte: Elaborazioni IRPET su dati FidiToscana 2008

Imprese Femminili Di cui anche giovanili

Arezzo 21 8 Firenze 15 3 Grosseto 3 2 Livorno 4 3 Lucca 3 0 Massa Carrara 2 0 Pisa 7 4 Prato 4 0 Pistoia 3 1 Siena 3 2 Totale 65 23

Il protocollo d’intesa Regione Toscana-Banche 51 Tabella 3.23 IMPORTO MEDIO FINANZIAMENTO, EROGATO, GARANTITO E IMPEGNATO PER PROVINCIA E DIMENSIONE DELLE IMPRESE FEMMINILI. 2007 Valori in euro Fonte: Elaborazioni IRPET su dati FidiToscana 2008

Provincia Dati Micro Piccole Medie Totale Finanziamento ammesso medio 12.932 12.932 Arezzo Finanziamento erogato medio 6.327 6.327 Importo garantito medio 10.346 10.346 Finanziamento ammesso medio 39.270 39.270 Firenze Finanziamento erogato medio 35.652 35.652 Importo garantito medio 28.083 28.083 Finanziamento ammesso medio 91.667 91.667 Grosseto Finanziamento erogato medio 0 0 Importo garantito medio 62.667 62.667 Finanziamento ammesso medio 43.333 60.000 47.500 Livorno Finanziamento erogato medio 43.333 60.000 47.500 Importo garantito medio 32.333 48.000 36.250 Finanziamento ammesso medio 82.500 250.000 138.333 Lucca Finanziamento erogato medio 82.500 0 55.000 Importo garantito medio 66.000 200.000 110.667 Finanziamento ammesso medio 11.348 11.348 Massa Carrara Finanziamento erogato medio 7.500 7.500 Importo garantito medio 9.078 9.078 Finanziamento ammesso medio 83.075 500.000 142.636 Pisa Finanziamento erogato medio 38.741 0 33.207 Importo garantito medio 61.960 400.000 110.251 Finanziamento ammesso medio 107.500 300.000 500.000 253.750 Prato Finanziamento erogato medio 7.500 0 0 3.750 Importo garantito medio 66.000 240.000 300.000 168.000 Finanziamento ammesso medio 47.500 275.000 123.333 Pistoia Finanziamento erogato medio 47.500 0 31.667 Importo garantito medio 38.000 220.000 98.667 Finanziamento ammesso medio 30.000 30.000 Siena Finanziamento erogato medio 20.000 20.000 Importo garantito medio 20.000 20.000 Finanziamento ammesso medio 39.861 277.000 500.000 65.181 TOSCANA Finanziamento erogato medio 23.391 12.000 0 22.155 Importo garantito medio 29.041 221.600 300.000 48.022

Complessivamente, le risorse erogate sono state pari a 1,75 milioni di euro a fronte di un finanziato pari a 4,73 milioni di euro, il 37%. La provincia di Firenze con il 91% è stata l’area con il rapporto erogato/finanziato più alto. Nella provincia di Grosseto non si sono registrate erogazioni. Nel 2007, in ogni modo, il rapporto tra finanziamento erogato e finanziamento ammesso risulta, in termini di consistenze, tra i più elevati da quando il protocollo è stato avviato.

Tabella 3.24 RAPPORTO EROGATO/FINANZIATO NELLE PROVINCE. 2007 Valori percentuali Fonte: Elaborazioni IRPET su dati FidiToscana 2008

Rapporto Erogato/Finanziato

Arezzo 48,9% Firenze 90,8% Grosseto 0,0% Livorno 100,0% Lucca 39,8% Massa Carrara 66,1% Pisa 23,3% Pistoia 1,5% Prato 25,7% Siena 66,7% Totale 34,0%

• Interventi in favore delle imprese giovanili Il numero di imprese giovanili ammesse a finanziamento in ambito del Protocollo è stato, in base ai dati per il 2007 forniti da FidiToscana, di 80 unità, per lo più localizzate nelle province di Grosseto, di Arezzo e di Livorno.

52 Il sistema del credito in Toscana Tabella 3.25 NUMERO IMPRESE GIOVANILI. FIDITOSCANA. 2007 Valori assoluti e percentuali Fonte: Elaborazioni IRPET su dati FidiToscana 2008

Provincia Imprese giovanili % sul totale Arezzo 36 47,4% Firenza 10 13,2% Grosseto 6 7,9% Livorno 5 6,6% Lucca 1 1,3% Massa Carrara 3 3,9% Pisa 7 9,2% Prato 2 2,6% Pistoia 3 3,9% Siena 3 3,9% Totale 76 100,0%

Il settore economico di appartenenza maggiormente presente tra le imprese giovanili interessate dal Protocolo è quello dell’edilizia (32 imprese su 76), seguito dal commercio e dalla manifattura. Le imprese femminili invece si concentrano maggiormente nel commercio (22 imprese su 65), mella manifattura e nei servizi alla persona.

Tabella 3.26 NUMERO DI IMPRESE E DI PRATICHE FEMMINILI E GIOVANILI PER PROVINCIA. 2007 Fonte: Elaborazioni IRPET su dati FidiToscana 2008

Solo Giovanile Solo Femminile Giovanili e femminili

Agricoltura e Pesca 3 5 1 Alberghi e ristoranti 4 7 1 Assistenza sociale 1 1 1 Attività immobiliari e servizi alle imprese 4 0 0 Commercio 14 22 8 Edilizia 32 6 5 Istruzione 0 1 0 Industria 12 13 4 Servizi alla persona 4 10 3 Trasporti e telecomunicazioni 2 0 0 Totale 76 65 23

Anche in questo caso sono state le micro imprese a beneficiare in numero più elevato dello strumento. Un dato da evidenziare si riferisce alla numerosità delle richieste formulate nelle province di Pistoia e di Prato che non sono andate, al momento della rilevazione, a buon fine (dove il finanziamento erogato risulta infatti pari a 0). Tenendo conto di questo fatto, si spiega che mediamente il finanziamento richiesto superi i 50.000 euro mentre il finanziamento medio erogato sia poco inferiore ai 21.000 euro, appena il 40%.

Tabella 3.27 IMPORTO MEDIO FINANZIAMENTO, EROGATO, GARANTITO E IMPEGNATO DELLE PRATICHE PER PROVINCIA E DIMENSIONE IMPRESE GIOVANILI. FIDITOSCANA 2007 Valori in euro Fonte: Elaborazioni IRPET su dati FidiToscana 2008

Province Micro Piccole Totale Finanziamento ammesso medio 12.760 12.760 Arezzo Finanziamento erogato medio 6.914 6.914 Importo garantito medio 10.208 10.208 Finanziamento ammesso medio 65.635 65.635 Firenze Finanziamento erogato medio 46.209 46.209 Importo garantito medio 52.508 52.508 Finanziamento ammesso medio 58.333 58.333 Grosseto Finanziamento erogato medio 29.167 29.167 Importo garantito medio 41.333 41.333 Finanziamento ammesso medio 36.667 51.000 42.400 Livorno Finanziamento erogato medio 31.667 51.000 39.400 Importo garantito medio 29.333 40.800 33.920

Il protocollo d’intesa Regione Toscana-Banche 53 Tabella 3.27 segue

Province Micro Piccole Totale Finanziamento ammesso medio 6.000 6.000 Lucca Finanziamento erogato medio 6.000 6.000 Importo garantito medio 4.800 4.800 Finanziamento ammesso medio 87.265 87.265 Massa Carrara Finanziamento erogato medio 33.333 33.333 Importo garantito medio 69.812 69.812 Finanziamento ammesso medio 55.850 55.850 Pisa Finanziamento erogato medio 17.850 17.850 Importo garantito medio 44.680 44.680 Finanziamento ammesso medio 15.000 450.000 232.500 Prato Finanziamento erogato medio 0 0 0 Importo garantito medio 12.000 360.000 186.000 Finanziamento ammesso medio 11.378 275.000 99.252 Pistoia Finanziamento erogato medio 0 0 0 Importo garantito medio 9.102 220.000 79.402 Finanziamento ammesso medio 126.667 126.667 Siena Finanziamento erogato medio 116.667 116.667 Importo garantito medio 101.333 101.333 Finanziamento ammesso medio 36.836 206.750 45.779 TOSCANA Finanziamento erogato medio 21.694 25.500 21.894 Importo garantito medio 29.025 165.400 36.202

Tabella 3.28 RAPPORTO EROGATO/FINANZIATO IMPRESE GIOVANILI. FIDITOSCANA 2007 Fonte: Elaborazioni IRPET su dati FidiToscana 2008

Micro Piccole Totale

Arezzo 54,2% 54,2% Firenze 70,4% 70,4% Grosseto 50,0% 50,0% Livorno 86,4% 100,0% 92,9% Lucca 100% 100% Massa Carrara 38,2% 38,2% Pisa 32,0% 32,0% Prato 0,0% 0,0% 0,0% Pistoia 0,0% 0,0% 0,0% Siena 92,1% 92,1% Totale 58,9% 12,3% 47,8%

• La convenzione “investire in rosa” Lo strumento della convenzione “investire in rosa” continua ad essere uno strumento richiesto ed apprezzato dalle imprenditrici toscane. Nel 2007 il numero di imprese che hanno usufruito della convenzione sono state 387 per un totale di 461 operazioni. Le pratiche sono state gestite per la maggior parte da Artigiancredito Toscano (366 operazioni) mentre le restanti 95 sono state perfezionate da FidiToscana.

Tabella 3.29 NUMERO DI IMPRESE E DI PRATICHE DELLO STRUMENTO “INVESTIRE IN ROSA” 2007 Fonte: Elaborazioni IRPET su dati FidiToscana e Artigiancredito Toscano 2008 Numero aziende Numero pratiche

FidiToscana 95 95 Artigiancredito Toscano 292 366 Totale 387 461

Vediamo di seguito le caratteristiche delle operazioni attivate distinguendole, per ragioni di semplicità, a seconda del gestore dello strumento.

54 Il sistema del credito in Toscana • Base dati FidiToscana19 I dati forniti da FidiToscana permettono di confrontare le consistenze dei vari anni di operatività della convenzione “investire in rosa”: al 31/12/2007 le domande ammesse erano 444, di 423 avviate ad erogazione (il 95,3%), per un ammontare di oltre 28,5 milioni di euro erogati e oltre 15 milioni di euro garantiti. Alto risulta il rapporto tra il finanziamento ammesso e quanto effettivamente erogato, ovvero il 94,2%.

Tabella 3.30 CONSISTENZE “INVESTIRE IN ROSA” NEI PRECEDENTI PROTOCOLLI. 2001-2007 Valori in euro Fonte: Elaborazioni IRPET su dati FidiToscana 2008

Anno N. domande Finanziamento Finanziamento N. domande Finanziamento Impegno % n. dom. a % Finanz. ammesse. ammesso garantito avviate a erogato effettivo del erog/n. dom. erog/ Finanz. erogazione Fondo ammese ammesso

2001 Totale 7 285.027 142.513 3 18.115 14.251 42,9 6,4 2002 Totale 84 5.333.607 2.666.804 70 3.702.307 266.680 83,3 69,4 2003 Totale 168 9.964.392 4.982.196 156 8.662.692 497.345 92,9 86,9 2004 Totale 244 16.162.448 8.055.024 236 15.451.448 820.398 96,7 95,6 2005 Totale 315 20.127.045 9.987.772 292 18.262.616 1.030.579 92,7 90,7 2006 Totale 403 27.528.023 13.559.537 357 23.266.894 1.390.076 90,6 85,4 2007 Totale 444 30.243.134 15.015.092 423 28.501.578 1.523.957 95,2 94,2

Le pratiche in sofferenza riguardanti le imprese femminili sono aumentate di poche unità: solo 2 pratiche si sono aggiunte alle 3 in sofferenza dal 2006, portando l’ammontare complessivo dai circa 90 mila euro ai 107 mila.

Tabella 3.31 PRATICHE INCAGLIATE E PASSATE A SOFFERENZA “INVESTIRE IN ROSA”. 2006-2007 Consistenze Valori assoluti in euro Fonte: Elaborazioni IRPET su dati FidiToscana 2008

N. pratiche incagliate Importo finanziamenti incagliati N. pratiche in sofferenza Importo finanziamenti a sofferenza 2006 2 24.244 3 90.382 2007 2 32.066 5 107.683

• Base dati Artigiancredito Toscano I dati di Artigiancredito fanno emergere un quadro che non si discosta molto da quello formulato in base ai dati di FidiToscana se non per il numero di delibere trattate. L’impresa media che ha fruito dello strumento del protocollo è una micro impresa individuale, cui corrisponde un ammontare medio di finanziamento ammesso20 per operazione di circa 34.000 euro, a fronte di una garanzia media di circa 16.000 euro.

Tabella 3.32 NUMERO DI IMPRESE PER FORMA GIURIDICA. 2007 Fonte: Elaborazioni IRPET su dati Artigiancredito Toscano 2008

Forma Giuridica Totale Associazione 1 COOP 1 Impresa individuale 259 SS 3 SAS 11 SNC 58 SRL 24 SRL 8 SRLU 1 Totale 366

19 Le note del presente paragrafo hanno un carattere puramente descrittivo. Occorre leggere i dati con cautela interpretativa poiché riferiti a un numero molto limitato di imprese. Le considerazioni fatte non possono essere alla base di generalizzazioni di alcun tipo. 20 In riferimento alle operazioni trattate da Artigiancredito non sono disponibili gli importi relativi ai finanziamenti effettivamente erogati dalle banche.

Il protocollo d’intesa Regione Toscana-Banche 55 Tabella 3.33 FINANZIAMENTO MEDIO AMMESSO E GARANZIA MEDIA PER FORMA GIURIDICA 2007 Valori in euro Fonte: Elaborazioni IRPET su dati Artigiancredito Toscano 2008

Forma giuridica Dati Totale Finanziamento medio ammesso 11.000 Associazione Importo medio garantito 5.500 Finanziamento medio ammesso 20.000 COOP Importo medio garantito 10.000 Finanziamento medio ammesso 12.167 S.S. Importo medio garantito 6.083 Finanziamento medio ammesso 29.953 SRL Importo medio garantito 14.977 Finanziamento medio ammesso 140.000 SRLU Importo medio garantito 70.000 Finanziamento medio ammesso 49.182 SAS Importo medio garantito 24.591 Finanziamento medio ammesso 35.714 I.I. Importo medio garantito 16.382 Finanziamento medio ammesso 26.750 SNC Importo medio garantito 12.823 Finanziamento medio ammesso 34.176 Totale Importo medio garantito 15.957

Per quanto riguarda la tipologia di servizio ottenuto, le garanzie sussidiarie a breve e a medio termine hanno rappresentato la maggioranza degli interventi.

Tabella 3.34 NUMERO DI PRATICHE PER TIPOLOGIA DI GARANZIA EROGATA E TIPOLOGIA D’IMPRESA. 2007 Fonte: Elaborazioni IRPET su dati Artigiancredito Toscano 2008

Imprese individuali Altre imprese Totale Garanzia primaria a medio termine (50%) 2 1 3 Garanzia sussidiaria a breve termine (50%) 82 42 124 Garanzia sussidiaria ipotecaria per Ristrutturazione Finanziaria (30%) 3 0 3 Garanzia sussidiaria ipotecaria per Investimenti (30%) 9 1 10 Garanzia sussidiaria a medio termine per Investimenti (50%) 134 48 182 Garanzia sussidiaria a medio termine per Ristrutturazione Finanziaria (50%) 29 15 44 Totale 259 107 366

L’ammontare complessivamente finanziato è stato pari a 12,5 milioni di euro e l’ammontare garantito invece pari a 5,8 milioni di euro; entrambi i valori in linea con le consistenze degli anni precedenti.

Tabella 3.35 PERFORMANCE “INVESTIRE IN ROSA” PRECEDENTI PROTOCOLLI. 2001-2007 Flussi. Valori in euro Fonte: Elaborazioni IRPET su dati Artigiancredito Toscano 2008

Anno Finanziamento ammesso Finanziamento Garantito Finanziamento Erogato % Erogato/Ammesso 2001 1.437.652 691.451 1.418.020 98,6 2002 8.560.427 4.002.190 8.481.780 99,1 2003 7.274.250 3.386.825 7.103.650 97,7 2004 12.898.900 5.920.700 12.661.400 98,2 2005 10.259.900 4.747.400 10.212.400 99,5 2006* 4.289.500 2.020.750 4.289.500 100,0** 2007 12.356.800 5.764.400 10.753.300*** 87,0 * I bassi valori per il 2006 sono spiegati dal processo di fusione dei vari confidi dell’artigianato toscani in Artigiancredito. Tale operazione ha inevitabilmente rallentato l’attività di quest’ultimo soggetto. ** A causa della migrazione del database di Artigiancredito su un nuovo sistema informatico, vi è un numero limitato di posizioni per le quali non è possibile sapere se sono state estinte o annullate. Queste operazioni sono state qui conteggiate come estinte. E’ verosimile ipotizzare, dato il basso numero delle operazioni dubbie, che il rapporto sia comunque compreso tra il 99 ed il 100%. *** Al momento in cui si scrive per 8 posizioni non era noto se l’erogazione era effettivamente avvenuta o meno. Tali operazioni compaiono, quindi, nel deliberato e garantito ma non nell’erogato.

• Lo smobilizzo crediti verso la Pubblica Amministrazione Al 31/12/2007 lo strumento dello smobilizzo crediti ha registrato uno stock di finanziamenti erogati pari agli oltre 6 milioni di euro, corrispondenti a circa il 70% degli importi ammessi a finanziamento. A fronte di questi valori, lo stock di garanzie apposte è stato pari a oltre 3

56 Il sistema del credito in Toscana milioni di euro, con circa 440.000 euro di impegni effettivi. Alla data suddetta, le operazioni deliberate ammontavano a 46, di cui 33 passate a erogazione (il 72% circa). I flussi del 2007 confermano un ricorso contenuto delle imprese a questo strumento; infatti, se si considera che il plafond messo a disposizione è pari a 55,5 milioni di euro, gli 8,8 milioni di euro ammessi a finanziamento corrispondono a circa il 16%. Questo limitato ricorso potrebbe essere spiegato da una insufficiente informazione da parte delle aziende riguardo alla sua esistenza, dalla loro predilezione per strumenti più convenzionali, da un ridotto fabbisogno.

Tabella 3.36 PLAFOND E OPERATIVITà DELLO STRUMENTO SMOBILIZZO CREDITI VERSO LA P.A. 2000-2007 Consistenze. Valori assoluti in euro e percentuali Fonte: Elaborazioni IRPET su dati FidiToscana 2008

Anno N° del. Deliberato Garantito N° erog. Erogato Impegno effettivo % n. erog/n. del. % Erog/.Del.

2000 31 3.222.691 1.611.346 27 2.907.652 161.135 87,1 90,2 2001 51 5.195.556 2.597.778 45 4.741.074 259.778 88,2 91,3 2002 63 7.068.585 3.534.293 51 5.763.360 353.429 81,0 81,5 2003 72 9.101.420 4.550.710 64 8.013.129 455.071 88,9 8.08 2004 76 8.747.880 4.258.940 70 7.816.880 437.394 92,1 89,4 2005 63 8.435.561 3.841.280 50 6.001.446 421.778 79,4 71,1 2006 69 11.190.103 5.217.067 48 7.177.937 559.505 69,9 68,6 2007 46 8.816.561 3.452.325 33 6.170.800 440.828 71,7 70,0

Le pratiche incagliate e in sofferenza riguardanti lo Smobilizzo crediti verso la P.A. non hanno registrato variazioni nel corso del 2007. La sola operazione in sofferenza, per un ammontare pari a 100 mila euro, si riferisce a una posizione già in default negli anni precedenti, confermando l’elevata solvibilità di cui si è prima detto.

Tabella 3.37 PRATICHE INCAGLIATE E PASSATE A SOFFERENZA SMOBILIZZO CREDITI VERSO LA P.A. 2007 Consistenze. Valori assoluti in euro Fonte: Elaborazioni IRPET su dati FidiToscana 2008

N° pratiche incagliate Importo finanziam. incagliato N° pratiche in sofferenza Importo finanziam. a sofferenza

2006 0 1 100.000 2007 0 1 100.000 * Si parla di incagli in riferimento a esposizioni verso affidati in temporanea situazione di obiettiva difficoltà che, peraltro, possa prevedibilmente essere rimossa in un congruo periodo di tempo; si parla invece di sofferenza in relazione a crediti nei confronti di soggetti in stato di insolvenza (anche non accertato giudizialmente) o in situazioni sostanzialmente equiparabili

• Consulenza e Finanza innovativa L’azione di consulenza d’impresa operata da FidiToscana verso le PMI è cresciuta nel 2007 registrando nuovi 18 interventi. Se da un lato la necessità di dare maggiore visibilità e pubblicità agli strumenti del Protocollo è diventata una giusta priorità per gli operatori, e molti sforzi sono stati fatti in questa direzione, dall’altra risulta ancora molto limitato il numero di imprese che si avvalgono di preziose consulenze finanziarie. Lo scarso ricorso agli strumenti maggiormente innovativi emerge anche osservando il grado di utilizzo dello strumento meno consueto del protocollo, i Prestiti Partecipativi. Le operazioni riguardanti questi prestiti sono state solo 2, numero inferiore ai 4 contabilizzati l’anno precedente. Il finanziamento complessivo ammesso a delibera è stato di 250.000 euro, a un tasso medio del 5% e con un’erogazione effettiva pari a 160.000 euro. Le finalità di questi interventi sono l’ampliamento degli impianti e il rilancio e consolidamento delle imprese. La scarsa richiesta di questo strumento può essere giustificata dalla natura stessa del prestito partecipativo, solitamente utilizzato per importi medio grandi o da imprese di media grandezza. Come si è visto, invece, la dimensione media delle imprese beneficiarie del Protocollo è generalmente molto piccola. Tuttavia, quanto detto spiega forse solo parzialmente il basso ricorso delle imprese medie e grandi toscane all’utilizzo dello strumento. Una spiegazione plausibile resta la mancanza di informazione.

Il protocollo d’intesa Regione Toscana-Banche 57 Tabella 3.38 SINTESI DELL’ATTIVITà DI CONSULENZA DI FIDITOSCANA S.P.A. Valori assoluti in euro Fonte: FidiToscana S.p.A.

Anno N. incarichi di cui per project financing (1) Fatturato

1999 3 2000 9 1 182.000 2001 10 1 140.000 2002 11 1 340.000 2003 10 2 267.000 2004 12 1 445.000 2005 7 0 320.000 2006 8 1 291.000 2007 18 3 307.000 (1) dal 2006 il dato si riferisce all’attività di Finanza locale

• Le operazioni del Protocollo dal lato delle banche La messa a disponibilità da parte delle Banche di Credito Cooperativo dei dati riguardanti le operazioni che si sono avvalse, nei propri istituti, del Protocollo d’Intesa, rende possibile una sorta di riscontro con i dati forniti da FidiToscana e Artigiancredito. Considerando le erogazioni praticate dalle BCC alle imprese beneficiarie, ben 1.148, emerge un notevole utilizzo degli strumenti del Protocollo anche indipendentemente dalla fruizione del Fondo unico di garanzia. Le risorse complessivamente erogate sono state pari a circa 85 milioni con un ammontare medio di circa 74.000 euro; valore, quest’ultimo, ben superiore rispetto alle medie rilevate nelle operazioni prima illustrate. Come auspicato in base alle finalità del Protocollo, molto favorevoli sono risultati gli spread praticati; questi infatti hanno consentito alle imprese di fruire di tassi sempre contenuti all’interno del range pattuito con la Regione Toscana. Il tasso medio di interesse è risultato pari al 5,33%, con uno spread medio di 0,94 punti percentuali. In alcuni casi, i tassi di interesse sono stati particolarmente bassi e questo quando si attiva l’utilizzo di altri strumenti agevolativi nazionali ed europei i quali possono favorire un ulteriore abbattimento del tasso (ad esempio, nel caso delle imprese agricole). Vista l’oscillazione dell’Euribor nel 2007 tra il 3,9% ed il 4,7%, i tassi praticati dalle BCC sono in linea con gli spread massimi consigliati dal Protocollo per i vari gradi di solvibilità delle imprese. Di conseguenza, confrontando i tassi di interesse appena analizzati con i tassi rilevati dalla Banca d’Italia in Toscana, questi risultano più bassi e quindi rispecchiano un effettivo beneficio dall’operare del Protocollo, in quanto per il breve termine i tassi regionali registrano un 7,3% e un 5,8% per quelli a medio-lungo termine.

Tabella 3.39 TASSI DI INTERESSE, EROGAZIONI E SPREAD MEDIO DELLE OPERAZIONI DI CREDITO AGEVOLATO SVOLTE DALLE BCC ATTRAVERSO IL PROTOCOLLO D’INTESA Valori percentuali, assoluti in euro e unità Fonte: Federazione delle Banche di Credito Cooperativo e Banca di Credito Cooperativo di Cambiano

Tasso medio Spread medio Numero imprese Totale erogato Erogato per impresa

Arezzo 5,36 1,01 145 10.638.075 73.366 Firenze 5,61 1,18 169 16.068.896 95.082 Grosseto 4,96 0,58 97 5.072.629 52.295 Livorno 5,73 1,23 13 1.864.000 143.385 Lucca 5,38 1,02 179 10.569.200 59.046 Massa Carrara 5,58 1,22 5 282.000 56.400 Pisa 5,53 1,25 32 1.738.048 54.314 Prato 5,57 1,20 141 8.999.700 63.828 Pistoia 5,57 1,15 203 18.665.539 91.948 Siena 4,61 0,20 164 10.995.554 67.046 Totale 5,33 0,94 1.148 84.893.642 73.949

58 Il sistema del credito in Toscana 4. Il sistema delle garanzie in Toscana nel 2007

4.1 Il mutato contesto normativo

Le numerose novità legislative e il mutato contesto economico hanno sollecitato un generale consolidamento del sistema regionale delle garanzie che ha registrato, negli ultimi tre anni, alcuni importanti cambiamenti. A tali cambiamenti hanno contribuito in modo significativo l’intervento di alcune norme che disciplinano il ruolo e l’attività dei confidi, in particolare l’articolo 13 della legge 326/2003 (legge quadro confidi), e il Nuovo Accordo di Basilea 2 sui requisiti patrimoniali degli istituti di credito. La legge quadro ha introdotto importanti novità riguardo la natura dei confidi e i requisiti patrimoniali degli stessi; essa promuove infatti la trasformazione di questi istituti in intermediari finanziari e introduce alcuni parametri patrimoniali di base che i confidi devono rispettare per poter esercitare il ruolo di prestatori di garanzie. L’entrata in vigore di Basilea 2, dopo le innumerevoli deroghe e dilazioni, ha invece rafforzato significativamente, ai fini della mitigazione del rischio di credito, il ruolo della valutazione del merito di credito dei soggetti economici che domandano credito e delle garanzie offerte a fronte di tali richieste. In primo luogo è stato stabilito dall’Accordo che, per quanto concerne le garanzie personali, i soggetti ammessi come garanti sono solo: enti pubblici, banche e altri operatori ad esse assimilabili o sottoposti comunque a vigilanza della Banca d’Italia (purché dotati di un rating o di una probabilità di default migliore del soggetto garantito) e, ancora, altri soggetti privati con un rating pari almeno ad A-. In alternativa, saranno ammesse garanzie reali che, tuttavia, non potranno più attivare, salvo casi specifici, il meccanismo del moltiplicatore. Più in particolare, non tutte le garanzie personali serviranno ad abbattere il rischio creditizio in quanto dovranno essere a prima richiesta; in altri termini saranno ammesse solo le garanzie: - dirette, in quanto devono rappresentare un diritto immediatamente esercitabile nei confronti del garante; - esplicite, in quanto devono essere legate a esposizioni specifiche in modo che se ne possa definire la portata in maniera chiara; - irrevocabili, ovvero non deve essere presente nessuna clausola contrattuale che consenta al garante di annullare la copertura; - incondizionate, nel senso che non vi devono essere clausole che consentano al garante di non pagare tempestivamente in caso di inadempienza del debitore. D’altro lato, le garanzie reali dovranno soddisfare i seguenti requisiti: - certezza legale: la garanzia reale è efficace solo se il meccanismo giuridico tramite il quale è concessa è solido e garantisca che il finanziatore goda di diritti ben definiti su di essa e possa liquidarla e trattenere l’importo ricavato in caso di inadempienza del debitore; - bassa correlazione con l’esposizione sottostante: perché la garanzia reale possa fornire un’adeguata protezione, la qualità creditizia del debitore e il valore della garanzia reale devono avere una correlazione positiva significativa; - robusti processi di gestione del rischio: se da un lato la garanzia reale riduce il rischio di credito, dall’altro aumenta altri rischi ai quali le banche si trovano esposte (rischio legale, operativo, di liquidità e di mercato); le banche devono quindi adottare processi di controllo del rischio che comprendano un’attenta valutazione delle garanzie reali; - le garanzie reali non avranno impatto sul rating (ossia sulla PD probabilità di default del debitore) ma andranno ad impattare sul valore della perdita attesa in caso di insolvenza (LGD, loss given default), riducendolo; questo tipo di garanzie avrà quindi effetti sul costo del finanziamento, non sulla possibilità di ottenerlo; - il comitato Basilea 2 ha poi individuato, ai fini della mitigazione del rischio, solo un numero limitato di strumenti finanziari da impiegare in appoggio alle garanzie reali: ovvero i depositi in contanti, i titoli di debito con rating almeno pari a BBB, le azioni quotate incluse in uno dei principali indici di borsa, l’oro e le obbligazioni bancarie.

Il sistema delle garanzie in Toscana nel 2007 59 4.2 La riorganizzazione istituzionale dei soggetti operanti nel sistema delle garanzie

Da un punto di vista istituzionale il sistema delle garanzie risulta composto da tre principali tipologie di organismi: i confidi ex art. 106 del TUB che operano esclusivamente con la concessione di garanzie sui fidi; i soggetti che operano in qualità di intermediari finanziari vigilati (elenco ex art. 107 del TUB) ed infine le banche di garanzia. Da gennaio 2008, i confidi tradizionali (ex art. 106) possono continuare a operare nell’ambito della gestione di fondi pubblici di agevolazione a condizione che l’affidamento di quest’attività avvenga attraverso l’assegnazione tramite gara. L’operatività di tale tipo di struttura, a cui corrisponde la stragrande maggioranza dei confidi italiani, sarà così concentrata esclusivamente sulla concessione di garanzie sui fidi e ai relativi servizi di base. Ciò sarà dovuto, in primo luogo, alle norme stringenti previste in merito all’efficacia delle garanzie ai fini della riduzione della rischiosità dei prestiti e, di conseguenza, dell’abbattimento del capitale di riserva che le banche devono accantonare. Alla luce di tali modifiche normative nazionali e internazionali più stringenti, quindi, si andrà a delineare, con tempi più o meno rapidi a seconda delle diverse realtà territoriali, un passaggio da un approccio “mutualistico” a un approccio di “mercato” nella domanda e offerta di garanzie, il che comporterà, dal lato dell’offerta, una maggior competizione tra gli operatori e, dal lato della domanda, una maggior attenzione alle condizioni applicate e ai servizi offerti dai confidi. Inoltre, crescerà la diversificazione dell’offerta data la possibilità dei confidi più strutturati di offrire, accanto alle garanzie, una serie di servizi aggiuntivi che potranno aumentare progressivamente la loro attrattività nei confronti delle imprese. A livello patrimoniale è stabilito che i confidi debbano disporre di un capitale sociale o di un fondo consortile non inferiore a 100.000 euro (tranne nel caso di S.p.A. che devono sottostare all’apposita normativa) e di un patrimonio netto non inferiore a 250.000 euro, di cui almeno un quinto apportato dai soci/consorziati. Ciascuna impresa associata non può detenere una quota di partecipazione superiore al 20% del fondo consortile o del capitale sociale o inferiore a 250 euro. La normativa prevede (e incoraggia) operazioni di aggregazione tra confidi, a cui possono partecipare anche altri soggetti purché non ne risulti snaturata la finalità istituzionale. Si prevede, inoltre, la possibilità per i confidi che associano almeno 15.000 imprese e garantiscono finanziamenti non inferiori a 500 milioni di euro di costituire fondi interconsortili di garanzia, che potranno offrire contro- o co-garanzie alle banche, di tipo personale. Il secondo tipo di organismi è quello che emerge dalla trasformazione dei confidi che presentano adeguati requisiti patrimoniali e operativi in intermediari finanziari vigilati dalla Banca d’Italia, e che svolgono l’attività prevalente d’erogazione di garanzie collettive sui fidi. Gli operatori che rientrano in questa categoria sono tenuti a iscriversi all’elenco speciale previsto dall’art. 107 del TUB e ad essi si applicano le disposizioni generali di vigilanza previste dalla normativa in materia di adeguatezza patrimoniale, contenimento del rischio, organizzazione amministrativa e contabile e sistema di controlli interni, obblighi di comunicazione delle partecipazioni nel capitale. Oltre alla funzione principale della concessione delle garanzie, gli intermediari ex. 107 possono gestire fondi pubblici di agevolazione, sottoscrivere convenzioni con banche a cui sono stati assegnati fondi pubblici di garanzia e prestare garanzie nei confronti dell’amministrazione finanziaria. Potrebbero, in via marginale, essere attivate da questi consorzi alcune funzioni che caratterizzano più specificamente l’azione di una banca di garanzia (concetto di “prevalenza”), come lo screening della clientela e il supporto alle valutazioni di merito effettuate dalle banche attraverso pre-istruttorie. Inoltre non va dimenticata la possibilità di svolgere, per conto di altri confidi meno strutturati, servizi avanzati in condizioni di outsourcing. Il decreto del Ministero dell’Economia sulle soglie dimensionali e operative previste per l’iscrizione dei confidi all’elenco speciale ex art. 107 del TUB prevede una soglia di sbarramento che scatta quando l’ammontare del volume di garanzie concesse supera i 75 milioni di euro. In questo caso, i confidi sono obbligati a iscriversi all’elenco speciale e a rispettare i requisiti previsti dalla Banca d’Italia per gli intermediari vigilati. I principali requisiti richiesti per l’iscrizione sono i seguenti: - il patrimonio di vigilanza deve essere pari al 6% delle attività (8% per quanti intendano avvalersi della raccolta del risparmio, secondo la bozza di normativa di attuazione pubblicata dalla Banca d’Italia);

60 Il sistema del credito in Toscana - l’operatività degli organismi, intesa come insieme delle operazioni offerte alla clientela tra cui l’erogazione di agevolazioni e garanzie, deve risultare pari ad almeno il 15% della media triennale del margine di intermediazione; - ogni singola posizione di rischio non deve superare il 25% del patrimonio di vigilanza. Da un punto di vista organizzativo e di trasparenza gli intermediari devono uniformarsi alle procedure contabili e di revisione dei bilanci e di segnalazione/rendicontazione degli organi di vigilanza, alla predisposizione delle procedure standard di segnalazioni mensili alla Centrale Rischi, alla normativa antiriciclaggio, alla trasparenza e alla definizione e implementazione di un sistema di internal auditing. Il processo di adeguamento previsto per l’iscrizione all’elenco speciale ex art. 107 richiede un consistente impegno finanziario, quantificabile secondo le stime della Banca d’Italia in almeno 500.000 euro annui nella fase di start up, ma che potrebbe superare, secondo altre proiezioni, il milione di euro. Si tratta di una cifra ragguardevole che richiede ai confidi una valutazione accurata dei costi necessari e delle fonti di entrata previste per adeguarsi alla normativa e per mantenere successivamente gli standard richiesti. La terza tipologia di organismi è quella che riguarda la trasformazione dei confidi in banca di garanzia (secondo il modello delle Banche di Credito Cooperativo). L’esercizio dell’attività bancaria in forma di società cooperativa a responsabilità limitata è infatti consentita anche a soggetti che, secondo il proprio statuto, esercitano prevalentemente l’attività di garanzia collettiva dei fidi a favore dei propri soci. E’ però necessario che la loro denominazione faccia specifico riferimento a tale attività. Alle banche di garanzia si applicano dunque lenorme previste per le BCC in termini di operatività, tipi di servizi e attività, tipi di partecipazione, destinazione degli utili25. Il valore nominale di ciascuna azione deve essere compreso tra 25 e 500 euro e il territorio di operatività deve riguardare la provincia in cui gli organismi hanno sede legale, quelle limitrofe o quelle dove hanno costituito unità locali entro la fine del 200526. L’organismo deve, inoltre, essere in regola con la disciplina in materia di requisiti patrimoniali e disporre di una struttura organizzativa e di un sistema di controlli interni in grado di valutare e gestire i rischi. Il capitale minimo iniziale richiesto per la costituzione di una banca di garanzia è pari a 2 milioni di euro e deve essere rappresentato da capitale sociale interamente versato e da riserve pienamente disponibili. Riguardo al patrimonio di vigilanza, valgono le disposizioni previste per le altre banche. Le esposizioni delle banche di garanzia non destinate ai soci devono essere assunte comunque nei confronti di soggetti operanti nelle province di competenza della banca. E’ possibile, peraltro, prevedere che una quota di esposizioni, non superiore al 5% del totale, sia assunta al di fuori delle zone di competenza territoriale delle banche di garanzia. In sintesi, le novità normative e l’attuazione degli Accordi di Basilea 2 determineranno alcuni importanti cambiamenti nell’attività degli organismi di garanzia: - le garanzie personali potranno essere offerte alle banche che utilizzano l’approccio standard o IRB (Internal rating based) di base solo da intermediari finanziari vigilati (ex art. 107) o da soggetti che dispongano di un rating pari almeno ad A-; - le garanzie personali potranno essere invece offerte alle banche che utilizzano l’approccio IRB avanzato anche da confidi iscritti all’elenco ex art. 106, poiché in questo caso spetta alla banca valutare, sotto la propria responsabilità, l’effetto di mitigazione del rischio offerto dalle garanzie; - le garanzie reali possono contribuire a mitigare il rischio secondo quanto illustrato in precedenza ma vedono profondamente ridimensionato il proprio ruolo nella definizione della base del moltiplicatore in quanto non partecipano alla formazione di quest’ultimo; - per i confidi che si trasformeranno in intermediari vigilati ex articolo 107 del TUB, saranno riconosciute le garanzie personali; in questo caso, nei confronti degli istituti di credito che adottano il metodo standard, i finanziamenti garantiti a favore d’imprese prive di rating avranno un requisito patrimoniale del 20%, ossia le banche dovranno accantonare una quota di capitale pari a 1,6% (invece dell’8%) dell’esposizione; nei confronti degli istituti di credito che adottano il metodo interno, il garante trasferisce sul garantito il proprio rating. - i confidi non iscritti all’elenco ex art. 107 potranno continuare a svolgere un ruolo di rilievo

25 Si vedano al riguardo le disposizioni contenute nella circolare di Banca d’Italia del 28/02/2008 sulle Banche di garanzia collettiva dei fidi. 26 Vi è poi la possibilità di prevedere sedi distaccate in altre province espressamente indicate nello statuto, previa raccolta di adesioni di almeno 200 nuovi soci.

Il sistema delle garanzie in Toscana nel 2007 61 nel sistema intervenendo in operazioni di cartolarizzazione virtuale delle garanzie27, avendo così la possibilità di “liberare” parte delle proprie risorse per garantire nuovi finanziamenti; tale tecnica può però essere applicata solo da banche che utilizzino l’approccio IRB avanzato, che prevede uno specifico modello di valutazione del rischio per portafogli cartolarizzati. Per questi confidi la possibilità di vedersi riconosciute come mitigatrici del rischio le proprie garanzie reali mutualistiche sarà legata al ricorso a controgaranzie pubbliche valide pertanto ai sensi di Basilea 2. Una via ulteriore è quella relativa alla copertura di tipo tranched cover, ovvero una cartolarizzazione dove si ipotizza il trasferimento di parte del rischio di un portafoglio a uno o più fornitori di protezione, mantenendo una quota di rischio in capo alla banca.

4.3 Il riordino del sistema delle garanzie in Toscana

Alla fine del 2005 è stato avviato un processo di riassetto generale del sistema regionale delle garanzie teso a superare la forte frammentazione degli organismi che ne fanno parte. Da allora si è infatti verificato l’accorpamento di un gran numero di piccoli confidi che ha consentito di dare origine ad alcuni istituti di maggiori dimensioni. Le operazioni più importanti hanno riguardato, in primo luogo, il consolidamento in un unico soggetto degli organismi che facevano capo al mondo dell’artigianato: Artigiancredito Toscano, ha raggruppato i 20 confidi provinciali operanti in regione; in secondo luogo, Centro Fidi Terziario, che, in qualità di intermediario finanziario, ha raggruppato i confidi del commercio e dei servizi; infine, Confidi imprese toscana, di emanazione confindustriale, ha inglobato per incorporazione CO.FI.R., confidi di riferimento della piccola industria. I soggetti emersi dalle prime due operazioni, Artigiancredito e Centro Fidi Terziario, sono riusciti nel corso del 2007 a soddisfare i requisiti previsti dalla nuova normativa precedentemente enunciati, potendo così fare domanda, il primo, e ad iscriversi, il secondo, all’elenco degli intermediari finanziari ex art. 107 del TUB. Il quadro delle garanzie in Toscana vede, quindi, tra i principali operatori, gli intermediari finanziari Artigiancredito (artigianato) e Centro Fidi Terziario (commercio, servizi), ei confidi ex art. 106 quali Confidi Imprese Toscane (industria), Toscana Comfidi (commercio), FidiCoop Toscana (cooperative), Confidi Toscana Sud (industria). Questi soggetti economici coprono oltre il 90% del sistema delle garanzie regionali in termini di operatività (ammontare di garanzie concesse, patrimonio, ecc.). Tra i cambiamenti di maggior rilievo si segnala la trasformazione da parte di Toscana Comfidi da consorzio a società consortile a responsabilità limitata, con un contestuale incremento di patrimonio netto che ha raggiunto al 31/12/2007 circa 60 milioni di euro. I confidi legati all’agricoltura, stanno intraprendendo anch’essi un processo di convergenza che porterà in un futuro prossimo alla costituzione di un unico soggetto di rilevanza nazionale gestito dalla CIA (Confederazione Italiana Agricoltori) che incorporerà i vari confidi di categoria regionali. Già nel 2006 Coldiretti aveva perfezionato tale operazione dando vita a Creditagri Coldiretti, soggetto di rilevanza nazionale. Una riflessione a sé occorre fare riguardo alla situazione di FidiToscana S.p.A., per la quale appare probabile la trasformazione in banca di garanzia.

4.4 Le caratteristiche degli organismi attivi in Toscana

Allo scopo di aggiornare il quadro regionale del sistema delle garanzie, è stata svolta un’indagine diretta tra i principali organismi (precedentemente enunciati) da cui emergono i tratti principali del comparto che, nel 2007, fa capo a circa 100.000 imprese. Il principale ambito territoriale di operatività dei confidi è la regione e si estende, in qualche caso, al livello nazionale con principale riferimento alle regioni limitrofe. I cambiamenti istituzionali prima delineati hanno ridotto consistentemente la frammentazione del sistema, il quale resta tuttavia caratterizzato da una certa polarizzazione tra pochi organismi

27 Con cartolarizzazione virtuale si intende la cessione ai confidi di una tranche del rischio di prima perdita su un portafoglio di prestiti opportunamente individuato, e la ritenzione di tale rischio da parte dei confidi contro l’effettuazione di un deposito pignoratizio, finanziato dai fondi rischi.

62 Il sistema del credito in Toscana di grandi dimensioni e altri molto piccoli: vi sono soggetti che associano oltre 50.000 imprese, altri che ne associano solo 250. D’altra parte, il campo di variazione del loro Patrimonio netto va da un massimo di circa 100 milioni di euro ad un minimo di 1 milione di euro. In effetti, sulla base dei dati raccolti, si può evidenziare che i tre organismi maggiori raccolgono oltre il 90% del totale delle imprese associate e un’analoga misura del patrimonio. Riguardo a quest’ultimo, si rileva che tutti i confi di considerati rispettano il requisito di legge secondo cui l’ammontare patrimoniale, comprensivo dei fondi rischi indisponibili, non deve essere inferiore ai 250 mila euro.

Tabella 4.1 PATRIMONIO NETTO, PATRIMONIO DI VIGILANZA E NUMERO DI IMPRESE ASSOCIATE DEI PRINCIPALI OPERATORI DEL SISTEMA DELLE GARANZIE TOSCANO. 2007 Valori assoluti Fonte: indagine IRPET

N. imprese Inc. % imprese Patrimonio Patrimonio di Inc. % Inc. % associate associate netto (euro) Vigilanza (euro) Patrimonio Patrimonio di netto vigilanza

ACT 52.418 53,3 97.400.000 97.193.532 34,1 34,3 Fidi Toscana 12.000 12,2 96.615.541 94.826.549 33,8 33,5 Toscana Comfi di 30.473 31,0 60.001.407 59.844.885 21,0 21,1 CFT n.d. n.d. 15.255.271 13.526.470 5,3 4,8 Confi di imprese toscane 2.841 2,9 13.472.960 13.034.206 4,7 4,6 Fidicooptoscana 416 0,4 2.066.443 2.053.270 0,7 0,7 Toscana Sud 250 0,3 1.010.246 2.817.780 0,4 1,0 TOTALE ORGANISMI INTERVISTATI 98.398* 100,0* 285.821.868 283.296.692 100,0 100,0 * Il dato totale esclude il numero di imprese che fanno capo a CFT: La ragione è che in questo caso le imprese garantite non sono associate bensì “clienti” di cui non è stato possibile avere il dato

Il grado di penetrazione medio dei confi di, calcolato come percentuale delle imprese associate rispetto al totale delle imprese toscane, è del 27,4%. Si rileva però una certa differenziazione a seconda del settore cui si rivolge prevalentemente l’organismo di garanzia; infatti, nell’ambito del sistema ACT e di Comfi di Toscana, cui fanno capo per lo più imprese di piccole e piccolissime dimensioni artigiane e del terziario, la quota (misurata rispetto al totale delle imprese di questi settori) risulta più elevata raggiungendo il 43% e 33%, rispettivamente. Il grado di penetrazione in ambito delle cooperative è signifi cativo, ma è riferito ad un numero molto contenuto di imprese. Complessivamente, il dato regionale mostra una lieve riduzione rispetto a quanto rilevato nel 2003, quando la quota di imprese coinvolte dal sistema delle garanzie raggiungeva il 29%28.

Tabella 4.2 GRADO DI PENETRAZIONE DEI CONFIDI IN TOSCANA AL 31/12/2007 Valori percentuali Fonte: indagine IRPET

Grado di penetrazione

ACT 43,4% Toscana Comfi di 32,7% Fidicooptoscana 10,7% Confi di imprese toscane 2,4% Toscana Sud 0,2% FidiToscana n.d. CFT n.d. Valore medio 27,4%

L’ammontare delle garanzie erogate nell’anno costituisce la variabile che meglio rappresenta l’operatività degli organismi di garanzia. Nel 2007, il totale delle garanzie erogate dagli organismi intervistati, senza considerare il confi di minore (Toscana Sud), è di 1,5 miliardi di euro (erano poco più di 1 miliardo nel 2003). Il 32% è destinato a fi nanziamenti a breve termine e il restante 68% a fi nanziamenti a medio-lungo termine. Questa distribuzione

28 Si veda su questo aspetto “Il sistema delle garanzie in Toscana. Una via per agevolare il credito alle imprese”, Caselli, Giordano, 2005.

Il sistema delle garanzie in Toscana nel 2007 63 percentuale è fortemente differenziata tra i vari istituti: FidiToscana, che eroga circa 1/5 del totale delle garanzie, opera per la quasi totalità su fi nanziamenti a lungo; molto inferiore la quota a più protratta scadenza di Toscana Comfi di e ACT, pari rispettivamente al 65% e 60%. In ogni caso, se consideriamo il complesso erogato dal sistema delle garanzie regionale (compresa quindi l’operatività di FidiToscana), l’incidenza media delle garanzie a lungo termine, pari al 68%, sembra essersi considerevolmente (e in modo inatteso) ridotta rispetto al 76% mediamente registrato tra il 2000 e il 2003.

Tabella 4.3 GARANZIE EROGATE A BREVE E A MEDIO-LUNGO TERMINE. 2007 Valori assoluti in migliaia di euro e incidenze % Fonte: indagine IRPET

A breve termine A medio lungo termine TOTALE migliaia di euro

Toscana Comfi di 242.427 444.167 686.594 ACT 118.033 175.874 293.907 CFT 66.951 63.228 130.180 Confi di imprese toscane 42.201 36.562 78.763 FidiToscana 15.744 296.182 311.925 Fidicooptoscana 1.896 2.766 4.662 TOTALE CONFIDI 487.253 1.018.778 1.506.031 Incidenze % sul totale garantito Toscana Comfi di 35,3 64,7 100,0 ACT 40,2 59,8 100,0 CFT 51,4 48,6 100,0 Confi di imprese toscane 53,6 46,4 100,0 FidiToscana 5,0 95,0 100,0 Fidicooptoscana 40,7 59,3 100,0 TOTALE CONFIDI 32,4 67,6 100 ,0

Il numero di operazioni garantite dai confi di intervistati è stato complessivamente di circa 37.000 unità, di cui mediamente il 49% riguardanti il breve termine e il 51% il medio-lungo termine. In realtà se si esclude dal conteggio il dato di FidiToscana che opera, come si detto, quasi esclusivamente nel medio-lungo periodo, la distribuzione si inverte: il 51% diviene la quota di operazioni a breve e il 42% la quota di operazioni a lungo. Il consistente, e apparentemente crescente, ricorso alle scadenze ravvicinate conferma la presenza di un fabbisogno signifi cativo di liquidità e/o di risorse da orientare a passività straordinarie o a correzioni momentanee della gestione, plausibilmente accentuato dalla stagnazione economica e dall’instabilità del mercato fi nanziario.

Tabella 4.4 NUMERO DI OPERAZIONI A BREVE E A MEDIO-LUNGO TERMINE. 2007 Numero e incidenze % Fonte: indagine IRPET

N. operazioni N. operazioni TOTALE a breve a medio-lungo OPERAZIONI

Toscana Comfi di 7.741 7.001 14.742 ACT 6.333 6.593 12.926 CFT* 2.280 2.411 4.691 FidiToscana 166 2.421 2.587 Confi di imprese toscane 1.134 323 1.457 Fidicooptoscana 54 48 102 Toscana Sud 80 10 90 TOTALE CONFIDI 17.788 18.807 36.595 Incidenze % sul numero totale di operazioni Toscana Comfi di 52,5 47,5 100,0 ACT 49,0 51,0 100,0 CFT* 48,6 51,4 100,0 FidiToscana 6,4 93,6 100,0 Confi di imprese toscane 77,8 22,2 100,0 Fidicooptoscana 52,9 47,1 100,0 Toscana Sud 88,9 11,1 100,0 TOTALE CONFIDI 48,6 51,4 100,0 Incidenza totale esclusa Fidi 51,8 48,2 100,0 * Per questo organismo, l’articolazione tra breve e lungo periodo è stata stimata applicando la distribuzione media degli altri

64 Il sistema del credito in Toscana L’ammontare medio delle garanzie accordate è di 41 mila euro, superiore ai 30 mila del 2003. Naturalmente nel caso delle garanzie a breve termine l’ammontare è inferiore (28 mila euro), mentre nel caso di quelle a medio-lungo termine è circa doppio (54 mila). In generale, si rileva un forte differenziale tra il valore medio delle garanzie erogate da FidiToscana rispetto agli altri organismi (a eccezione di Confi di imprese toscane), a conferma del suo maggior intervento a fi ni di investimenti. Questa differenza riguarda anche le garanzie a breve.

Grafi co 4.5 AMMONTARE MEDIO DELLE GARANZIE PER TIPO DI DURATA DEL FINANZIAMENTO. 2007 Valori assoluti in euro Fonte: indagine IRPET

150.000 Breve termine Medio-lungo termine 120.000

90.000

60.000

30.000

0 FidiToscana Confidi imprese Toscana Fidicoop CFT ACT TOTALE CONFIDI toscane Comfidi Toscana

Un’ulteriore informazione riguardo all’attività degli organismi di garanzie è rappresentato dal valore delle garanzie in essere che viene presentato al 31 dicembre dell’anno analizzato. Questo dato rappresenta infatti l’ammontare del rischio effettivamente in essere al netto dei rientri. La situazione in Toscana mostra un’esposizione residua molto consistente da parte di Toscana Comfi di, circa 1,8 miliardi di euro; segue FidiToscana con 1,2 miliardi e a distanza il sistema Artigiancredito (circa 600 milioni di euro).

Grafi co 4.6 CONSISTENZE DELLE GARANZIE AL 31/12/2007 Valori assoluti in milioni di euro Fonte: indagine IRPET 2.000 1.791

1.500 1.180 1.000 597 500 190 151 0 Toscana Comfidi Fidi Toscana ACT Confidi imprese toscane Altri

È interessante rilevare che l’ammontare delle garanzie in essere è cresciuto in misura marcata. Nel grafi co si osserva sia la dinamica dal 2000 del totale dei confi di (escluso FidiToscana) che la dinamica relativa ai due maggiori organismi privati (ACT e Toscana Comfi di): gli incrementi cospicui registrati nei primi anni del decennio si confermano dal 2003 al 2007. In relazione all’operatività e alla solidità dei confi di, è importante verifi care quale sia la loro capacità di far fronte ai rischi delle garanzie erogate attraverso l’accantonamento di risorse proprie. A tal fi ne può essere considerato il livello di assorbimento, defi nito come rapporto tra il patrimonio di vigilanza e l’ammontare delle garanzie in essere. Esso deve assumere un livello adeguato, che bilanci adeguatamente le due grandezze. Nel caso di un rapporto elevato si avrebbe infatti un limitato uso delle risorse a disposizione; nel caso di un basso rapporto si farebbe fronte a un eccessivo rischio rispetto alle risorse di copertura. Alcuni autori indicano come livello di equilibrio valori compresi tra l’8% e il 15%. Rispetto a questi valori di benchmark si segnala un valore medio adeguato (7,2%) che tuttavia scaturisce da situazioni molto diversifi cate tra i vari organismi. In corrispondenza dei vari soggetti del sistema si rilevano livelli di assorbimento

Il sistema delle garanzie in Toscana nel 2007 65 Grafi co 4.7 GARANZIE IN ESSERE NEL SISTEMA DEI CONFIDI E NEI DUE MAGGIORI CONFIDI. 2000-2003-2007 Valori assoluti in migliaia di euro e variazioni % rispetto al periodo precedente Fonte: indagine IRPET 3.500 Sistema dei confidi 2 maggiori confidi +79% 2.800 +113% 2.100 +114% 1.400 +143% 2.728 2.388 700 1.523 1.123 713 461 0 2000 2003 2007 in linea o comunque non troppo distanti da quelli di equilibrio (compresi infatti tra il 10% e il 16,3%). Ulteriori margini di operatività si rilevano dai livelli di assorbimento di Fidicoop Toscana (24%) e Confi di Toscana Sud (23,5%).

Tabella 4.8 GRADO DI ASSORBIMENTO. 2007 Valori percentuali Fonte: indagine IRPET Grado di assorbimento

Fidicoop Toscana 24,0% Toscana Sud 23,5% ACT 16,3% CFT 10,4% FidiToscana 8,0% Confi di imprese toscane 6,9% Toscana Comfi di * 3,3% VALORE MEDIO 7,2% * La quasi totalità delle garanzie rilasciate da Toscana Comfi di dovrebbero essere considerate dalla noramativa di Vigilanza, data la loro particolare caratteristica contrattuale, ad assorbimento patrimoniale zero

Tabella 4.9 RAPPORTO FINANZIAMENTI GARANTITI SU PATRIMONIO NETTO*. 2007 Valori percentuali Fonte: indagine IRPET Fin garantiti /Patrimonio Netto

Toscana Comfi di 21,7% CFT 21,4% Confi di imprese toscane 11,7% Fidicoop Toscana 8,6% ACT 6,5% FidiToscana 4,9% Toscana Sud n.d. TOTALE 7,9% * Tale rapporto non rappresenta il moltiplicatore ma viene presentato solamente a scopo esemplifi cativo dell’operatività dei Confi di

Il moltiplicatore è la quota che, applicata ad una data base di accantonamento, consente di stabilire l’ammontare massimo delle garanzie che possono essere erogate. Entrambe le grandezze, moltiplicatore e base d’accantonamento possono variare da soggetto a soggetto erogatore. Negli organismi considerati, infatti, 2 di questi hanno come base il patrimonio netto o quello di vigilanza, 2 i Fondi rischi e 2 i fondi fi deiussori. Riguardo al livello del moltiplicatore vi sono 3 organismi che hanno fi ssato tale grandezza al 10%, uno al 15% e uno al 30%.

66 Il sistema del credito in Toscana Per completare il quadro sull’operatività del sistema delle garanzie è stato calcolato un tasso medio di sofferenza quale rapporto tra la consistenza delle garanzie passate a sofferenza e la consistenza delle garanzie erogate. Nella gran parte degli organismi il livello varia dallo 1,0% al 2,1%; in un caso risulta leggermente superiore agli altri (7,9%).

Tabella 4.10 TASSO DI SOFFERENZA Garanzie a sofferenza/garanzie erogate. Valori percentuali consistenze 2007 Fonte: indagine IRPET

Tasso di sofferenza

Toscana Comfi di (6) 7,9% ACT (2) 2,1% Fidicooptoscana (5) 1,9% Confi di imprese toscane (1) 1,2% FidiToscana (7) 1,0% Toscana Sud (4) n.d. CFT (3) n.d.

Si rileva inoltre che, tra il 2004 e il 2007, nell’esperienza di almeno 3 organismi il livello di sofferenza è aumentato di oltre il 5%; mentre altri 3 organismi ritengono che esso sia rimasto stabile. In nessun caso si percepiscono diminuzioni.

Tabella 4.11 DINAMICA DEL LIVELLO DI SOFFERENZA Variazione 2007/04 Fonte: indagine IRPET

Come varia il LS tra 2004 e 2007

Toscana Comfi di Aumentato + del 5% Confi di imprese toscane Aumentato + del 5% ACT Rimasto stabile CFT Non rilevabile (confi di nato nel 2006) Toscana Sud Rimasto stabile Fidicooptoscana Rimasto stabile FidiToscana Aumentato + del 5%

Un ulteriore aspetto considerato si riferisce ai costi della garanzia. Questi possono essere defi niti come la somma di alcune componenti tra le quali ricoprono particolare importanza: la quota associativa nel caso di un consorzio fi di, il contributo al fondo rischi, il contributo di gestione e le spese generali di istruttoria e segreteria. Il comportamento dei confi di intervistati è risultato, al riguardo, abbastanza diversifi cato. La quota associativa va da un minimo di 100 euro a un massimo di 516 euro. Solo in un caso tale quota è calcolata come percentuale dell’ammontare del fi nanziamento richiesto. Per quanto riguarda le spese di istruttoria, solo un confi di prevede una spesa fi ssa pari a 200 euro, indipendentemente dal fi nanziamento, mentre negli altri casi i valori sono compresi in un range che va dallo 0,40% al 2% del fi nanziamento. Il contributo al Fondo rischi varia a seconda che si faccia riferimento ad affi damenti a breve o a medio-lungo termine. Nel primo caso si tratta di un contributo annuo che nella maggior parte dei casi oscilla tra lo 0,4% e l’1,4% del fi nanziamento accordato; in un caso si arriva a una quota annua del 3%. Nel secondo caso, le formule sono più diversifi cate: in alcuni casi si tratta di contributi annui, in altri di una tantum, in altri ancora di quote a scalare sul piano d’ammortamento. Per concludere questa breve disamina sull’attività del sistema delle garanzie si consideri che oltre al servizio principale, rappresentato appunto dall’erogazione di garanzie, alcuni di questi istituti svolgono altri servizi. Si tratta generalmente di servizi di consulenza per la gestione di tesoreria e dei rapporti con le banche, per la scelta delle forme di fi nanziamento e l’accesso ad agevolazioni o incentivi pubblici. Degli organismi considerati tre (operanti nel settore del terziario e dell’industria) non svolgono altri servizi.

Il sistema delle garanzie in Toscana nel 2007 67 Tabella 4.12 I COSTI DELLE GARANZIE Principali componenti e caratteristiche Fonte: indagine IRPET

Quota fissa di Spese d’istruttoria Contributo a FR Contributo a FR a Vi sono altri costi? adesione a breve medio-lungo Confidi imprese 516 € min 200€ 1,50%-3,75% 0,9% annuo no toscane una tantum max 1000€ una tantum 0,70% del 0,40% del ACT finanziamento, 1% 0,3% annuale 50€ finanziamento min 250€ CFT (EX 107) nessuna spesa 3% 3% no 0,40% del 0,40%-1,40% (a scalare sul Toscana Sud 250€ 0,40%-1,40% no finanziamento piano di ammortamento) quota sociale secondo n. FidicoopToscana 100€ 200€ 0,60% 0,40% addetti (260€, 520€, 1.040€) 0,5%-1% del Toscana Comfidi 250€ 0,90% 1%-2,25% no finanziamento FidiToscana 0,45%-2% del no (EX 107) finanziamento

Tabella 4.13 SERVIZI EROGATI DAGLI ORGANISMI DI GARANZIA* Fonte: indagine IRPET

Confidi ACT CFT Toscana Fidicoop Toscana Fidi Totale imprese Sud Toscana Comfidi Toscana toscane

Consulenza per gestione tesoreria e X --- X - X XXX rapporti bancari Consulenza su forme di finanziamento e XX -- X -- XXX accesso a incentivi pubblici Consulenza e informazioni su Basilea 2 ---- X -- X Elaborazione di budget economici e - X -- X -- XX finanziari Analisi di bilancio e pianificazione ------X X finanziaria *Sono stati inserito servizi svolti da almeno un organismo

4.5 Il rapporto con le banche e gli effetti di Basilea 2

Nel corso dell’indagine si è tentato di rilevare la percezione degli organismi riguardo agli effetti, sul sistema del credito, degli accordi di Basilea 2. La gran parte di essi afferma infatti di avere una visione dell’operato delle banche in termini di valutazione del merito del credito e, in particolare, degli effetti che l’applicazione di procedure di rating hanno nella fase di affidamento del credito. La maggior parte dei soggetti rileva, ad esempio, che l’attivazione di procedure di valutazione ha generalmente determinato un aumento dei tassi di interesse o dei costi dei finanziamenti nonché della richiesta di maggiori garanzie patrimoniali; questa percezione è più marcata nell’ambito delle imprese industriali e del commercio. Laddove l’attività riguarda principalmente le imprese artigiane, la percezione è di stabilità di condizioni. E’ interessante notare tuttavia, che gli effetti non sembrano riguardare l’ammontare del credito erogato, rispetto al quale, i vari organismi dichiarano che, rispetto alle richieste di finanziamento o di fido, il livello di accettazione è sempre superiore al 75% e in qualche caso superiore al 90%. Per quanto attiene alla conoscenza dei contenuti dell’Accordo sul capitale di Basilea 2, la percezione delle banche risulta differenziata a seconda del comparto in cui essi operano e, presumibilmente, anche a seconda della dimensione media delle imprese. Nel caso degli organismi che si rivolgono alle imprese dell’industriam si segnala un buon livello di informazione; nel caso degli organismi che operano con l’artigianato e nel comparto dei servizi la percezione è invece di scarsità informativa da parte delle imprese. L’organismo emanazione

68 Il sistema del credito in Toscana del mondo cooperativo conferma in un certo senso questa differenza, segnalando una diversità conoscitiva nei settori produttivi.

Tabella 4.14 RICHIESTE DI FINANZIAMENTO INTERMEDIATE DAI CONFIDI ANDATE A BUON FINE. 2006 E 2007 Fonte: indagine IRPET

Quante richieste di fido andate a buon fine?

Confidi imprese toscane Oltre il 90% ACT 75%-90% CFT 75%-90% Toscana Sud 75%-90% Fidicooptoscana 75%-90% Toscana Comfidi 75%-90% FidiToscana n.r.

Nel segnalare le categorie imprenditoriali o settoriali che potenzialmente potrebbero presentare maggiori difficoltà nell’accesso al credito con i nuovi parametri di Basilea, gli organismi intervistati fanno emergere un quadro dove non sembrano operare discriminanti particolari29. In alcuni casi si segnalano maggiori difficoltà per le imprese edili ( in ambito industriale), per quelle artigiane e anche per quelle agricole e dei servizi. Tale dato che confermerebbe una certa incidenza del fattore dimensionale. L’indicazione che proviene dai confidi è che un più agevole accesso al credito è generalmente favorito da una maggiore trasparenza dei bilanci, un’adeguata capitalizzazione dell’impresa e certamente l’appoggiarsi a un consorzio di garanzia. Un’ultima indicazione fornita dagli organismi di garanzia si riferisce agli elementi che, secondo il proprio punto di vista, dovrebbero essere potenziati nell’ambito dei servizi bancari, al fine di migliorare l’efficacia degli stessi rispetto al fabbisogno delle imprese. Le posizioni sono risultate molto articolate e hanno riguardato vari aspetti dell’attività bancaria. Tuttavia, i temi maggiormente ricorrenti riguardano, in primo luogo, la necessità di facilitare l’accesso al credito a medio-lungo termine e, in secondo luogo, la necessità di potenziare la presenza di professionalità specificamente orientate alla conoscenza e al supporto del fabbisogno delle imprese.

Tabella 4.15 QUALI SERVIZI BANCARI DOVREBBERO ESSERE MIGLIORATI O POTENZIATI? Fonte: indagine IRPET

Confidi ACT CFT Toscana Fidicoop Toscana Fidi Totale imprese Sud Toscana Comfidi Toscana toscane

Presenza di professionalità orientate a fabbisogno delle imprese X X X XXX Servizi finanziari complessi e a maggior valore aggiunto X X Specializzazione su consulenza finanziaria X X XX Supporto in operazioni relative al mercato dei capitali X X Disponibilità di credito a breve X X Accesso al credito a medio-lungo X XXX XXXX Trasparenza su investimenti in capitale di rischio X X XX Nessuno XX XX

29 Le difficoltà si direbbero distribuite trasversalmente; i maggiori organismi rispondono infatti che nessuna categoria in particolare è più in difficoltà di altre oppure che lo sono tutte allo stesso modo.

Il sistema delle garanzie in Toscana nel 2007 69

5. IL RAPPORTO IMPRESA-BANCA: RISULTATI DI UN’INDAGINE CAMPIONARIA

5.1 Scopo e caratteristiche dell’indagine

Il sistema regionale è costituito da un insieme di imprese, in prevalenza di piccole e piccolissime dimensioni, caratterizzate da una struttura finanziaria di tipo tradizionale. Principali forme di finanziamento dell’attività d’azienda sono infatti il capitale proprio e l’indebitamento con le banche. Il rapporto banca impresa costituisce quindi un elemento cruciale della gestione imprenditoriale. Al fine di avviare un percorso di studi sulle caratteristiche di tale rapporto è stata realizzata una indagine tra le imprese della regione volta a verificare, in primo luogo, quali siano le principali modalità di relazione instaurate con gli istituti di credito, quali siano poi le valutazioni delle imprese sulle condizioni che caratterizzano il rapporto con le banche, infine, quale sia il grado di conoscenza di alcuni importanti strumenti e soggetti attivi nell’ambito della governance regionale del sistema creditizio regionale. Le imprese intervistate sono state individuate in modo da costituire un campione rappresentativo del sistema imprenditoriale regionale in termini di settore di attività, dimensione e localizzazione territoriale. Sono state intervistate circa 1.900 imprese (1.600 imprese extra- agricole e 300 imprese agricole) alle quali è stato chiesto di segnalare se avessero o meno, al momento dell’intervista, rapporti di finanziamento con almeno una banca (scoperto di c/c, prestito, sconto di cambiali o crediti, anticipazioni...). Un primo aspetto da segnalare è che solo il 53% del totale delle imprese intervistate ha dichiarato di avere in atto rapporti di finanziamento con le banche; in particolare, solo il 17% delle imprese agricole e il 60% di quelle industriali e terziarie. Pur tenendo conto del fatto che tali quote plausibilmente comprendono una certa quantità di imprese che hanno voluto sottrarsi all’intervista, esse restano troppo alte rispetto alle attese. Le risposte utili (imprese che hanno rapporti di finanziamento) hanno dunque coinvolto poco più di 1.000 imprese di cui la gran parte (956) operanti nel settore dell’industria e del terziario e solo 52 in agricoltura.

Tabella 5.1 STRUTTURA DEL CAMPIONE DI IMPRESE CON RAPPORTI DI FINANZIAMENTO IN ATTO Articolazione per macrosettori e province Fonte: Indagine IRPET

Macrosettore AR FI GR LI LU MS PI* PO PT SI Toscana

Agricoltura 4 1 6 4 4 3 7 1 12 10 52 Costruzioni 12 20 6 7 7 8 34 5 4 7 110 Industria 24 53 8 15 19 13 76 42 26 22 298 Servizi 54 147 24 48 42 24 102 35 32 40 548 Totale 94 221 44 74 72 48 219 83 74 79 1.008 *Per la sola provincia di Pisa è stato realizzato un sovracampionamento, allo scopo di eseguire un approfondimento su quel territorio

Tabella 5.2 STRUTTURA DEL CAMPIONE DI IMPRESE CON RAPPORTI DI FINANZIAMENTO IN ATTO Articolazione per classi dimensionali e province Fonte: Indagine IRPET

Classe di addetti AR FI GR LI LU MS P*I PO PT SI Toscana

1 addetto 12 26 0 3 4 6 23 6 10 5 95 2-10 addetti 40 86 25 45 42 16 96 37 18 42 447 11-100 addetti 30 88 17 20 22 25 92 37 38 25 397 Oltre 100 addetti 12 21 2 6 4 1 8 3 7 8 70 Totale 94 221 44 74 72 48 219 83 74 79 1.008 *Per la sola provincia di Pisa è stato realizzato un sovracampionamento, allo scopo di eseguire un approfondimento su quel territorio

Il rapporto Impresa-Banca: risultati di un’indagine campionaria 71 5.2 Caratteristiche e valutazione del rapporto Impresa-Banca

• Caratteristiche dei finanziamenti attivati e loro destinazione Il primo obiettivo dell’indagine è fare emergere le caratteristiche del rapporto tra le imprese e le banche e le valutazioni che le prime traggono riguardo alle condizioni generali del credito accordato. Le imprese intervistate che hanno attivato forme di finanziamento con le banche sono in generale caratterizzate da una struttura finanziaria tradizionale; le principali forme di finanziamento dell’attività aziendale sono infatti i prestiti bancari a breve (lo è per il 46% delle imprese), l’autofinanziamento30 (per il 42% delle imprese) e i prestiti a medio-lungo termine (per il 35,6%). Le imprese hanno anche fornito un’indicazione della quota di risorse proveniente dalle diverse fonti di finanziamento. Il quadro è composito, ma conferma il ruolo determinante delle tre voci prima indicate31. Basti osservare che il finanziamento attraverso Capitale di rischio è nullo per il 97,7% delle imprese, mentre il finanziamento attraverso Altre forme lo è per il 95% delle imprese.

Tabella 5.3 Quote di finanziamento delle IMPRESE che hanno attivato rapporti con le banche % di imprese articolate per quote di finanziamento specifico Fonte: Indagine IRPET

Quota di finanziamento Autofinanziamento Bancario a Bancario a Capitale Altre forme di specifico breve medio-lungo di rischio finanziamento

0% 56,1 51,9 61,4 97,7 95,4 Da 1 a 25% 5,3 4,2 2,4 0,2 0,1 Da 26 a 50% 25,2 10,9 8,8 0,2 0,0 Da 51 a 75% 3,4 2,8 3,6 0,1 0,0 Da 76 a 99% 8,3 0,7 2,4 0,0 0,0 100% 0,0 27,7 19,8 0,0 0,0 Non indicato 1,8 1,8 1,8 1,8 4,4 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Riguardo alle forme di finanziamento attivate, emerge una netta prevalenza di affidamenti a breve termine: circa il 50% delle imprese detiene un rapporto di scoperto in c/c, il 32% beneficia di anticipazioni, il 40% ha altri finanziamenti a breve. Per quanto riguarda i rapporti a medio e lungo termine, il 14% delle imprese ha attivato finanziamenti chirografari (viene richiesta la garanzia personale del richiedente o di terzi) e il 16% finanziamenti ipotecari (contratti allo scopo di acquistare, costruire o ristrutturare un immobile per cui la restituzione del prestito viene garantita da iscrizione di ipoteca).

Grafico 5.4 QUALI SONO LE MODALITà DI FINANZIAMENTO BANCARIO ATTIVATE? Fonte: Indagine IRPET 60 49,9 40,1 45 32,2 30 14,2 15,6 15 4,2 4,7 0 Scoperto c/c Anticipazioni Finanz. a brev e Finanz. Finanz. Altro Non sa, (brev e) (brev e) chirografari ipotecari medio Non risponde medio lungo lungo

Questa articolazione temporale dei finanziamenti risponde infatti a fabbisogni di liquidità nel 40% dei casi, al finanziamento di acquisti di materie prime e altri prodotti semilavorati e finali nel 27% dei casi, all’acquisto o rinnovo di attrezzature nel 25%. Un aspetto da segnalare è che quote non indifferenti di finanziamenti a breve vengono anche destinati a investimenti di tipo strutturale che dovrebbero essere più opportunamente finanziati con strumenti a medio lungo termine: il 12%

30 Per autofinanziamento si intende il reinvestimento degli utili realizzati. 31 Si ricordi che l’insieme delle imprese considerate sono quelle che hanno dichiarato di avere in atto finanziamenti con le banche; risultano perciò nulle le caselle relative alle imprese che hanno forme di finanziamento diverse da quelle bancarie al 100%.

72 Il sistema del credito in Toscana utilizza i finanziamenti a breve per la ristrutturazioni o il rinnovo delle strutture, il 4% per l’acquisto di immobili; il 5% per la realizzazione di innovazioni (il 4% di processo, l’1% di prodotto).

Grafico 5.5 QUALI SONO LE PRINCIPALI DESTINAZIONI DEI FINANZIAMENTI A BREVE CONTRATTI? Fonte: Indagine IRPET 50 40,4 40 27,6 30 25,3

20 12,3

10 4,1 4,9 6,7 4,7 0 Liquidità Acq. materie Acq. o rinnovo Ristrutturaz. Acquisto Innovazione Altro Non sa, prime e prod. attrezz. strutture immobili Non risponde

La destinazione dei finanziamenti a lungo termine ha un’articolazione un po’ diversa dalla precedente: assumono un peso maggiore l’acquisto o il rinnovo di attrezzature (31%), la ristrutturazione o rinnovo di strutture produttive (28%), l’acquisto di immobili (18%). Resta tuttavia elevata la quota di finanziamenti rivolta a varie destinazioni più coerentemente riconducibili al breve termine: liquidità (28%), acquisto di materie prime e altri prodotti (14%). I finanziamenti destinati a innovazione sono ancora il 5,5%, mentre nella voce Altro (circa il 10%) comprende, ad esempio, 2,7% per il consolidamento del debito e il 2% per l’avvio dell’attività.

Grafico 5.6 QUALI SONO LE PRINCIPALI DESTINAZIONI DEI FINANZIAMENTI A A LUNGO CONTRATTI? Fonte: Indagine IRPET 40 30,5 27,7 28,1 30 17,5 20 13,7 9,6 10 5,5 0,3 0 Liquidità Acq. materie Acq. o rinnovo Ristrutturaz. Acquisto Innovazione Altro Non sa, prime e prod. attrezz. strutture immobili Non risponde

Come si è detto, tra le imprese intervistate, il 36,5% ha attivato finanziamenti a lungo, ovvero mutui ipotecari o finanziamenti chirografari. In realtà, il tema della richiesta di garanzie interessa una fascia ben più ampia di imprese, sia per quanto concerne il finanziamento a lungo che quello a breve, nel complesso il 63% delle imprese intervistate: al 42% delle imprese è stata richiesta una garanzia per importo superiore al fido erogato; al 13% una garanzia di ammontare compreso tra il 50% e il 100% del fido; all’8% una garanzia per importo inferiore al 50% del fido. Solo il 37% ha ottenuto un finanziamento (a breve) senza alcuna garanzia.

Grafico 5.7 LE è STATA RICHIESTA UNA GARANZIA? Fonte: Indagine IRPET

Si, più del 100% del valore del fido erogato Si, tra il 50% ed il 100% del fido erogato 42% 13%

Si, meno del 50% del fido erogato No 8% 37%

Il rapporto Impresa-Banca: risultati di un’indagine campionaria 73 • La scelta della banca, la loro tipologia e le condizioni del credito a confronto I fattori che maggiormente incidono nella scelta della banca sono la vicinanza fisica (per il 53% delle imprese) e l’esistenza di rapporti personalizzati con gli operatori degli istituti di credito (per il 38,7%). Altri elementi che contribuiscono a determinare la scelta dell’istituto di credito cui rivolgersi sono la qualità dei servizi forniti (19,6%), il minor costo del denaro (12,8%), le minori garanzie richieste, il livello di consulenza prestata. Questi dati sono coerenti con le caratteristiche tipiche dell’impresa toscana: piccola dimensione, specializzazione in settori tradizionali, struttura manageriale di tipo familiare. Sono anche coerenti con una realtà relazionale, quella tipica dei distretti industriali o dei sistemi economici locali, dove la commistione tra sfera imprenditoriale e sociale ha assunto un carattere determinante nelle fasi più dinamiche dello sviluppo. Oggi questo tipo di sistema relazionale mantiene una sua funzionalità ma rischia di scontrarsi con un’evoluzione dell’assetto istituzionale finanziario che pone le imprese di fronte a comportamenti e procedure sempre più standardizzate che si fondano sulla trasparenza e l’oggettività delle informazioni.

Grafico 5.8 QUALI SONO I FATTORI CHE DETERMINANO LA SCELTA DI UNA BANCA? Fonte: Indagine IRPET 60 53,1

48 38,7 36

24 19,6 12,8 12 9,4 7,7 2,4 2,6 0 Vicinanza Rapporti Minor costo del Minori Qualità dei Livello Altro Non sa, fisica personali denaro garanzie servizi consulenza Non risponde richieste prestata

La gran parte delle imprese dichiara di avere rapporti con un’unica banca (il 60%); il 37% ha rapporti con un numero che va da 2 a 4 banche; solo il 3% ha rapporti con più di 5 banche. Nel 47% dei casi la banca principale è una piccola banca locale, a conferma di quanto segnalato prima; nel 34% dei casi la banca principale è una grande banca toscana; nel 16% dei casi la banca principale è invece una grande banca di nazionale (non toscana).

Grafico 5.9 CON QUALI ISTITUTI CREDITIZI INTRATTIENE RAPPORTI E A QUALE TIPOLOGIA APPARTIENE LA SUA BANCA/QUELLA PRINCIPALE? Fonte: Indagine IRPET con quali istituti creditizi intrattiene rapporti? a quale tipologia appartiene la sua banca/quella principale? Non sa, Più di 5 Altro Non risponde 3% 1% 2%

Grande territoriale Tra 2 e 4 34% Piccola 37% 1 banca territoriale 60% 47%

Grande nazionale 16%

La ragione per cui un’impresa si rivolge a più banche è nel 37% dei casi la necessità di fruire di servizi diversi da quelli erogati dalla banca principale; nel 29% dei casi la necessità di rispondere a maggiore fabbisogno finanziario; nel 18% il contenimento dei costi dei finanziamenti.

74 Il sistema del credito in Toscana Grafico 5.10 PER QUALI RAGIONI ITRATTIENE RAPPORTI CON PIù BANCHE? Fonte: Indagine IRPET

Rispondere meglio alle esigenze aziendali Non sa, 4% Rapporti Non risponde personali 3% 3% Altro Ridurre il costo 4% del credito Richiesta di garanzie troppo alte 18% 2%

Ottenere servizi Soddisfare maggiori diversi esigenze finanziarie 37% 29%

Rispetto alla scelta del numero e del tipo di istituti di credito cui rivolgersi non si rilevano forti disomogeneità a scala territoriale, settoriale o per dimensione d’impresa. è possibile però segnalare qualche particolarità. Ad esempio, nella Provincia di Massa la quota di imprese che si rivolge a più banche è maggiore di quella che si rivolge a un’unica banca: se nella media regionale il 60% si rivolge a una solo istituto di credito, in tale provincia le imprese scelgono per il 60% un numero superiore di istituti. Inoltre, sempre tra le imprese di quest’area, si rileva una maggiore propensione a rivolgersi alle grandi banche nazionali (il 28% invece che il 16% medio regionale). Al fine di avere un’indicazione riguardo alle condizioni di finanziamento accordate dalle diverse tipologie di banche, si è chiesto alle 400 imprese che si rivolgono a più istituti (quel 40% del totale) se percepissero delle differenze di trattamento rispetto al costo del credito e alla quantità di prestito erogata. Il giudizio prevalente tra le imprese è che tali condizioni risultano molto simili tra i vari istituti; in particolare, per quanto riguarda le condizioni dei tassi d’interesse e del costo del credito una quota che oscilla tra il 34% e il 41% considera che esse siano le stesse; per quanto riguarda invece le quantità di credito erogato, quelle percentuali sono più alte e variano dal 38% al 46%. Analizzando più nel dettaglio le risposte per ciascuna delle due condizioni prese in esame, risulta poi per il 26% delle imprese che i tassi e i costi dei finanziamenti nelle piccole banche locali sono più favorevoli che negli altri tipi di istituto (tale quota corrisponde a circa 100 imprese); le percentuali relative a chi sostiene che le condizioni siano migliori nelle banche maggiori si riducono consistentemente. Al contrario, il 32% delle imprese considera le condizioni di costo peggiori nelle grandi banche nazionali e tale percentuale si riduce passando alle grandi locali e ancora di più passando alle piccole locali. Occorre tuttavia segnalare che, se si considerano i settori di attività, i pareri positivi riscontrati in relazione alle grandi banche nazionali (migliori condizioni di costo) sono riconducibili nella gran parte dalle imprese del terziario.

Tabella 5.11 DIFFERENZE DI TRATTAMENTO NELLE DIVERSE TIPOLOGIE DI BANCHE Tassi e costo del credito Fonte: Indagine IRPET

Tassi e costo del credito Piccole locali Grandi locali Grandi nazionali

Migliori condizioni 26,2 12,0 9,7 Peggiori condizioni 18,7 25,7 32,2 Stesse condizioni 36,9 41,1 33,9 Non sa/Non risponde 18,2 21,2 24,2 Totale 100,0 100,0 100,0

Per quanto concerne la quantità di credito erogato, una quota pari o superiore al 40% delle imprese considera le condizioni uguali tra le diverse banche. Tuttavia, vi sono alcune differenze da considerare: è sempre superiore la quota di chi considera le condizioni delle

Il rapporto Impresa-Banca: risultati di un’indagine campionaria 75 piccole banche migliori rispetto a chi considera migliori quelle delle maggiori; e, d’altro lato, chi considera migliori le condizioni delle grandi banche nazionali è la quota più bassa (appena il 6,5%). Ma questa volta sono di più le imprese che considerano peggiori le condizioni delle più piccole (20,9%) rispetto a quelle che le considerano migliori (15,2%).

Tabella 5.12 DIFFERENZE DI TRATTAMENTO NELLE DIVERSE TIPOLOGIE DI BANCHE Quantità di prestito erogato Fonte: Indagine IRPET

Quantità di prestito erogato Piccole locali Grandi locali Grandi nazionali

Migliori condizioni 15,2 10,5 6,5 Peggiori condizioni 20,9 19,7 27,2 Stesse condizioni 41,4 45,6 38,2 Non sa/Non risponde 22,5 24,2 28,1 Totale 100,0 100,0 100,0

• La valutazione della propria banca32 Alle imprese è stato chiesto di fornire una valutazione riguardo all’adeguatezza dei servizi forniti dalla propria banca in relazione ad alcuni aspetti che caratterizzano il rapporto con la clientela: in particolare, ancora riguardo al costo del finanziamento e alla quantità di credito concessa, ma anche circa la durata del finanziamento, l’entità delle garanzie richieste, la trasparenza delle condizioni contrattuali, la snellezza delle operazioni, i tempi d’istruttoria. In corrispondenza di tutti gli aspetti segnalati emerge una prevalenza di giudizi moderatamente positivi: le percentuali di chi considera adeguato l’insieme dei fattori che caratterizzano il rapporto con la banca oscillano, per la maggior parte di questi, tra il 60 e il 64% del totale; nel caso della quantità di credito erogata e della durata del credito la percentuale dei soddisfatti si alza al 70-71%. Come da attese, è ben superiore la quota di imprese che considera del tutto inadeguate le varie condizioni prese in esame rispetto a quella di chi le considera più che adeguate. Infatti, coloro che considerano le varie condizioni del tutto inadeguate oscillano tra il 14% e il 26%; quelli che le considerano più che adeguate, tra l’1% e il 9%. Il costo del finanziamento è l’aspetto che raccoglie le valutazioni più severe. Seguono la trasparenza delle condizioni e il livello delle garanzie richieste considerate del tutto inadeguate dal 24% delle imprese.

Tabella 5.13 COME VALUTA I SEGUENTI ASPETTI DELLA SUA BANCA/DELLA BANCA PRINCIPALE? Campione di 1007 imprese. Valori percentuali Fonte: Indagine IRPET

Costo del Quantità di Durata del Livello di Trasparenza Snellezza Tempi di finanziamento credito reso credito reso garanzie delle condizioni operazioni istruttoria disponibile disponibile richieste

Più che adeguato 1,5 6,5 6,4 8,1 8,6 7,1 8,0 Adeguato 64,3 70,1 71,3 61,1 59,9 63,7 62,2 Del tutto inadeguato 25,6 16,6 14,1 24,0 24,4 21,3 20,6 Non so 8,5 6,9 8,2 6,8 7,1 7,9 9,2 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Osservando le risposte secondo la provincia di appartenenza delle imprese emerge, nel complesso33, una certa differenza tra quelle riconducibili alla provincia di Firenze, a quelle del sud della regione (Arezzo, Siena Grosseto) e di Livorno, da una parte, e le risposte date nelle province del nord-ovest (Prato, Pistoia, Lucca e Massa) dall’altro. Nel primo gruppo, infatti, la somma dei giudizi positivi supera la media regionale mentre, al contrario, le valutazioni

32 Per chi ha rapporti con più di una banca, la valutazione riguarda la banca cui si fa maggiore riferimento (banca principale). 33 Poiché l’andamento indicato è piuttosto omogeneo in corrispondenza dei diversi aspetti su cui è stata chiesta la valutazione (costo del finanziamento, quantità di credito erogato, ecc..) il commento dell’articolazione provinciale è stato fatto sulla somma dei pareri assegnati dalle imprese a ciascuno di tali aspetti.

76 Il sistema del credito in Toscana negative sono inferiori alla media. Nel secondo gruppo di province, i pareri delle imprese assegnano un peso maggiore alle risposte negative. Nella provincia di Pisa, le valutazioni si allineano ai valori medi.

Grafico 5.14 VALUTAZIONE MEDIA DELLE VARIE TIPOLOGIE DI SERVIZIO PER PROVINCIA Fonte: Indagine IRPET 100% Adeguato Inadeguato 80%

60%

40%

20%

0% AR FI GR LI LU MS PI PO PT SI

Se, inoltre, si considera l’articolazione delle risposte per dimensione d’impresa emerge, considerando come nel caso precedente la valutazione complessiva sui vari aspetti indicati, una frequenza dei pareri positivi che aumenta con l’aumentare della dimensione e, al contrario una frequenza di aspetti negativi che diminuisce con la dimensione. Questo è un aspetto da tenere in conto, data l’elevata incidenza che le microimprese assumono nella regione.

Grafico 5.15 VALUTAZIONE MEDIA DELLE VARIE TIPOLOGIE DI SERVIZIO PER ADDETTI Fonte: Indagine IRPET 100% Adeguato Inadeguato 80%

60%

40%

20%

0% 1 add. 2/10 add. 11/100 add. 100/+ add.

Alla domanda “per quali servizi l’impresa desidererebbe un maggior supporto dalla banca”, gli intervistati rispondono coerentemente con quanto emerso nelle parti precedenti del questionario. Anzitutto, si vorrebbe un maggior supporto nella gestione della liquidità (37% delle imprese), che costituisce la motivazione principale delle richieste di finanziamento. Segue l’assistenza per l’individuazione di finanziamenti agevolati (36%), e questo conferma alcune evidenze riguardo alla scarsa conoscenza delle imprese sugli strumenti attivati dai diversi soggetti istituzionali a tal fine; particolarmente sensibili su questo tema si dichiarano le imprese del grossetano (il 61% delle imprese). Il 16% delle imprese chiede un supporto per poter migliorare la propria gestione finanziaria; la quota raggiunge il 24% nelle province di Livorno e Siena. Il 10% delle imprese chiede di poter rinegoziare l’indebitamento (e questo avveniva prima che la crisi finanziaria mondiale raggiungesse il suo apice) e anche di essere supportato nella scelta degli investimenti finanziari. Solo il 5% si dichiara soddisfatto e non ha dunque nulla da segnalare alla propria banca. Riguardo ai cambiamenti percepiti nelle condizioni di erogazione del credito nell’ultimo anno, sono nettamente prevalenti i pareri di chi non ha percepito cambiamenti di rilievo, che interessano dal 52% al 67% delle imprese. Risulta tuttavia molto ampia la forbice tra le valutazioni estreme. Molto basse le percentuali di imprese che hanno percepito miglioramenti nelle condizioni (inferiori al 5%); più diffuse le percezioni di peggioramento: il 18% delle imprese l’ha percepito nell’ammontare di credito concesso e nell’entità delle garanzie richieste; il 22% nell’istruttoria per la concessione del credito; infine il 34% ha percepito un peggioramento nel costo effettivo del credito.

Il rapporto Impresa-Banca: risultati di un’indagine campionaria 77 Grafico 5.16 PER QUALI DEI SEGUENTI SERVIZI LA SUA IMPRESA DESIDEREREBBE UN MAGGIOR SUPPORTO DA PARTE DELLE BANCHE? Fonte: Indagine IRPET 37,2 40 36,2

30

20 15,8 11,9 9,7 9,6 7,7 10 5,0 5,0 0 Gestione Indiv. finanz. Rinegoziaz. Migliore Scelta di Aumentare il Nessuno, Altro Non sa, liquidità agevolati indebit. gestione investimenti capitale sono Non risponde finanziaria finanz. (equity) soddisfatto

Tabella 5.17 HA PERCEPITO NELL’ULTIMO ANNO CAMBIAMENTI NELLE CONDIZIONI DI EROGAZIONE DEL CREDITO? Campione di 1007 imprese. Valori percentuali Fonte: Indagine IRPET

Istruttoria Costo Richiesta Ammontare concessione dell credito effettivo credito garanzie credito concesso

Miglioramento 4,8 2,0 1,4 2,3 Peggioramento 21,5 33,5 18,2 17,5 Nessun cambiamento 59,9 52,1 66,9 66,5 Non so 13,8 12,4 13,5 13,7 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0

In definitiva, alla domanda se ritiene soddisfacente il rapporto con la propria banca, il 71% delle imprese risponde positivamente. Sono pochi coloro che si dichiarano molto soddisfatti (il 5%), mentre la quota dei non soddisfatti è del 21%. Un livello di soddisfazione piuttosto elevato e netto si registra tra le imprese della provincia di Grosseto. Le quote di insoddisfazione più consistenti si rilevano invece nelle province di Massa, Prato e Pistoia.

Tabella 5.18 GRADO DI SODDISFAZIONE COMPLESSIVO RISPETTO AL SUO RAPPORTO CON IL SISTEMA BANCARIO Campione di 1007 imprese. Valori percentuali Fonte: Indagine IRPET AR FI GR LI LU MS PI PO PT SI totale

1. Molto soddisfatto 14% 3% 32% 0% 1% 5% 1% 7% 0% 0% 5% 2. Soddisfatto 70% 77% 56% 66% 73% 53% 71% 61% 70% 92% 71% 3. Non soddisfatto 14% 20% 7% 28% 20% 33% 22% 32% 30% 8% 21% 4. Altro 2% 0% 0% 6% 2% 0% 2% 0% 0% 0% 1% 5. Non so 0% 0% 4% 0% 3% 9% 3% 0% 0% 0% 1% totale 100% 100% 100% 100% 100% 100% 100% 100% 100% 100% 100%

5.3 Conoscenza degli strumenti messi a punto dalla Regione Toscana per agevolare l’accesso al credito

Uno degli aspetti di maggiore criticità nella gestione aziendale è costituito dal rapporto con il sistema bancario. L’indagine qui presentata conferma per certi aspetti questa indicazione e pone al primo posto le questioni del fabbisogno di liquidità, della necessità di una migliore gestione finanziaria delle risorse aziendali, di eccessiva onerosità del credito e anche di carenza di informazioni riguardo agli strumenti di agevolazione.

78 Il sistema del credito in Toscana Nei seguenti paragrafi, si propone un’analisi del grado di conoscenza, da parte delle imprese, degli strumenti messi in atto per agevolare l’accesso al credito.

• La conoscenza degli strumenti di agevolazione E’ stato chiesto alle imprese se conoscessero i più importanti strumenti attivati dall’amministrazione regionale; le risposte sono state piuttosto articolate a seconda dello strumento considerato. E’ importante segnalare che, in ogni caso, la percentuale di coloro che conosce almeno uno degli strumenti indicati non è trascurabile e risulta pari al 43,8% (il 56,2% dichiara al contrario di non conoscere alcuno strumento). Riguardo al Protocollo d’intesa Regione Banche, lo strumento più noto è risultato il finanziamento a tassi agevolati per le imprese giovanili (29,2% delle imprese); seguono quelli per le imprese femminili (20,4%), quelli per la ricerca e lo sviluppo (13,8%), per l’innovazione (10,8%), quelli per il Piano di sviluppo rurale (5%). Meno conosciuto è il Fondo di Garanzia Regionale (4%).

Grafico 5.19 QUALE, TRA GLI STRUMENTI DI AGEVOLAZIONE PUBBLICA DI ACCESSO AL CREDITO (PROTOCOLLO DI INTESA REGIONE-BANCHE) CONOSCE? Fonte: Indagine IRPET 29,2 30 20,4 20 13,8 10,8 10 5,1 4,3 1,4 0 FTA per Imprese FTA per Imprese FTA per Ricerca FTA per FTA per PS FTA per Smob. Fondo di garanzia giovanili femminili e sviluppo Innovazione Rurale Crediti vs PA regionale

Tra gli altri strumenti, quelli gestiti da Fidi Toscana o Artigiancredito, il grado di conoscenza risulta inferiore: i fondi del Docup sono noti al 6,7% delle imprese, gli altri a quote inferiori al 3% (Fondo Regionale di controgaranzia, Fondo garanzia per gli investimenti e Prestiti partecipativi).

Grafico 5.20 QUALE, TRA GLI STRUMENTI GESTITI DA FIDI O ARTIGIANCREDITO? Fonte: Indagine IRPET

8 6,7 6

4 2,9 2,7 2 1,0 0,9 0 Fondo garanzia DocUp Fondo Regionale Fondo garanzia Prestiti partecipativi Altro Controgaranzia investimenti

Tra le oltre 400 imprese che hanno dichiarato di conoscere almeno uno strumento agevolativo, il 18% ne è venuto a conoscenza attraverso la banca stessa, ancora il 18% attraverso il proprio commercialista o consulente finanziario, il 14% attraverso l’associazione di categoria, circa il 17% da enti o istituzioni pubbliche e private (Regione Toscana, FidiToscana, Artigiancredito, Confidi, Camere di commercio), l’8% ne viene a conoscenza direttamente da partecipazione a convegni, da internet o giornali, infine il 6% attraverso il passaparola.

Il rapporto Impresa-Banca: risultati di un’indagine campionaria 79 Grafico 5.21 Da chi è venuto a conoscenza dell’esistenza di questo/i strumento/i? Fonte: Indagine IRPET Non sa, Non risponde Banca 14% 18%

Altro 7%

Passaparola Ass. di categoria 6% 14% Convegni, giornali, internet Confidi 8% 2% Camera di commercio Commercialista 3% Consulente 18% RT Artigian EEPP Fidi Toscana credito 4% 5% 3%

• L’utilizzo degli strumenti del Protocollo La quota di imprese che ha utilizzato gli strumenti del Protocollo risulta, tuttavia, molto limitata, pari al 11,3%. Per le 339 imprese che, pur conoscendoli, non ne hanno fruito, la motivazione prevalente è che non avevano interesse (50%); altre ragioni sono la mancanza di requisiti (10%) e la difficoltà nel presentare domanda (10%).

Grafico 5.22 NON NE HA USUFRUITO, PERCHé? Rispondono 382 imprese Fonte: Indagine IRPET

Non In attesa conveniente dell’esito 7% 1% Mancanza dei requisiti 10%

Altro, Non interessava Non risponde 50% 18%

Rifiuto della domanda 4% Difficoltà nel presentare domanda 10%

Delle circa 40 aziende che hanno utilizzato i vari strumenti di agevolazione la maggior parte sono imprese giovanili (17 imprese). La percezione prevalente delle imprese beneficiarie riguardo agli effetti dello strumento utilizzato è di neutralità: la maggioranza delle imprese coinvolte dichiara infatti di non aver rilevato particolari cambiamenti rispetto alle normali condizioni di mercato. Si consideri comunque che, come attendibile, la gran parte delle altre imprese ha segnalato miglioramenti nelle condizioni: il 16% in termini di tassi, il 14% in termini di facilità d’accesso, quantità di credito erogato, garanzie richieste e costi generali. Da notare però che una quota consistente di imprese ha anche percepito un peggioramento nei tassi d’interesse (il 14%).

80 Il sistema del credito in Toscana Grafico 5.23 Di che tipo di intervento ha beneficiato? Rispondono 43 imprese Fonte: Indagine IRPET 18 Senza garanzia Con garanzia 15

12

9

6

3

0 Imprese Imprese Ricerca e Innovazione Piano di Smobilizzo Microcredito Altro Non sa, giovanili femminili sviluppo Sviluppo crediti verso Non risponde Rurale la P.A.

Tabella 5.24 HA PERCEPITO CAMBIAMENTI NELLE CONDIZIONI DI ACCESSO, COSTI E QUANTITÀ RISPETTO ALLE NORMALI CONDIZIONI DI MERCATO? Valori percentuali Fonte: Indagine IRPET

Accesso Tasso Quantità Garanzie Costi

1. Condizioni migliori 14,0 16,3 14,0 14,0 14,0 2. Condizioni peggiori 4,7 14,0 2,3 2,3 7,0 3. Nessun cambiamento 72,1 60,5 74,4 72,1 67,4 4. Non so 9,3 9,3 9,3 11,6 11,6 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Le principali destinazioni dei vari strumenti del Protocollo sono la ristrutturazione o il rinnovo delle strutture produttive (30%) e l’acquisto di attrezzature (21%). L’innovazione investe il 7% delle imprese.

Grafico 5.25 destinazione dell’agevolazione Fonte: Indagine IRPET

Avvio Acquisto dell’attività materie prime Non sa, 5% 7% Non risponde 12% Acquisto attrezzature 21% Altro 14%

Innovazione 7% Ristrutturazione o Acquisto rinnovo strutture immobili 30% 5%

E’ interessante segnalare che oltre il 50% delle imprese beneficiarie non avrebbe realizzato l’intervento in assenza dell’agevolazione. Inoltre, la quota di imprese che avrebbe comunque realizzato l’intervento è soltanto il 26% del totale. Questo significa che, per il restante 74%, la disponibilità della facilitazione ha avuto un ruolo determinante nella scelta aziendale.

Il rapporto Impresa-Banca: risultati di un’indagine campionaria 81 Grafico 5.26 Senza l’agevolazione ottenuta, avrebbe realizzato comunque l’operazione finanziata? Fonte: Indagine IRPET

Si, stesso ammontare 26% Si, ammontare inferiore No 5% 53% Si, stesso ammontare, ma in tempi più lunghi 0% Si, ammontare maggiore e tempi più lunghi Si, 7% con tassi maggiori 9%

• L’utilizzo degli altri strumenti di agevolazione Delle 83 imprese che hanno dichiarato di essere a conoscenza di uno strumento diverso da quelli previsti dal Protocollo, meno di un quarto ne ha fatto utilizzo (il 23%). Le altre hanno rinunciato per mancanza d’interesse (59%), difficoltà nel presentare domanda o nel produrre la documentazione richiesta (20%), mancanza dei requisiti (5%), infine per rifiuto della domanda (5%). Delle 10 imprese che hanno dichiarato di conoscere i prestiti partecipativi ne ha usufruito solo una.

Grafico 5.27 Non ne ha usufruito perché? Rispondono 64 imprese Fonte: Indagine IRPET Mancanza requisiti 5% Altro 11% Rifiuto della domanda 5%

Non interessava Difficoltà nel 59% presentare domanda 20%

La metà delle imprese che ha utilizzato i fondi si è rivolta a quelli previsti dal Docup. Il 58% ha destinato le risorse a nuovi investimenti.

Tabella 5.28 Che tipo di fondo ha utilizzato? (19 imprese) Fonte: Indagine IRPET % Fondo di garanzia DocUp 52,6 Fondo regionale di Controgaranzia* 5,3 Fondo garanzia per gli investimenti 42,1 Totale 100,0

Tabella 5.29 Per che tipo di intervento ha utilizzato la garanzia? (19 imprese) Fonte: Indagine IRPET % Nuovi investimenti 57,9 Ricerca 5,3 Beni immateriali 10,5 Altro 21,1 Non sa/Non risponde 5,3 Totale 100,0

82 Il sistema del credito in Toscana 5.4 Conoscenza e ruolo riconosciuto ai Confidi L’ultima parte dell’indagine è stata dedicata ai consorzi di garanzia. Si è chiesto alle imprese se conoscessero i confidi, se ne avessero aderito e quali valutazioni traevano dalle operazioni attivate con tali organismi. Delle circa 1.000 imprese intervistate una quota non trascurabile ha risposto di conoscere i consorzi fidi, circa il 38%. Resta tuttavia molto vasta la parte del sistema di imprese che, nella regione, non conosce tali orgnismi (il 63%). Tra le imprese che conoscono i confidi il 39% è associato mentre il restante 61% non lo è.

Tabella 5.30 Conosce i Confidi? Fonte: Indagine IRPET

V.A. %

Sì 375 37,9 No 614 62,1 Totale 989 100,0

Tabella 5.31 è associato a un Confidi? Fonte: Indagine IRPET

V.A. %

Sì 145 38,7 No 230 61,3 Totale 375 100,0

Il 32% delle imprese che conosce i consorzi ne è venuto a conoscenza attraverso le associazioni di categoria, il 25% attraverso la banca, il 12% attraverso il proprio commercialista o consulente finanziario.

Grafico 5.32 da chi è venuto a conoscenza dell’esistenza del confidi a cui aderisce? Rispondono 151 imprese Fonte: Indagine IRPET

Passaparola Altro 6% 4% Non sa, Banca Non risponde 25% 7% Artigiancredito 5% FidiToscana 4% Confidi 5% Associazione di categoria Commercialista Consulente 32% 12%

Il 73% delle imprese associate ha usufruito delle garanzie accordate; il rimanente 27% ha usufruito di servizi diversi dalle garanzie. Tra coloro che hanno usufruito della garanzia dei confidi, le considerazioni riguardo ai cambiamenti percepiti rispetto alle normali condizioni del mercato del credito sono per quote molto elevate di sostanziale invarianza. A seconda dell’aspetto considerato,le quote di imprese che dichiarano di non avere percepito cambiamenti oscillano dal 32% al 48%. Lo stesso range di oscillazione si rileva in corrispondenza di chi ha percepito miglioramenti, mentre molto contenute sono le quote di chi ha percepito peggioramenti.

Il rapporto Impresa-Banca: risultati di un’indagine campionaria 83 Tabella 5.33 quali cambiamenti ha percepito a fronte della garanzia rilasciata dai confronti? Fonte: Indagine IRPET

Accesso Tasso Quantità Garanzie Costi Tempi istruttoria Consulenza e complessivi complessivi altri servizi

Condizioni migliori 40,9 45,5 32,7 34,5 31,8 34,5 36,4 Condizioni peggiori 6,4 7,3 4,5 5,5 11,8 10,0 4,5 Nessun cambiamento 40,0 31,8 48,2 46,4 40,9 37,3 40,9 Non so 12,7 15,5 14,5 13,6 15,5 18,2 18,2 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

5.5 Considerazioni finali

La possibilità di accedere al credito costituisce una delle principali criticità per la gestione aziendale, tanto più in presenza di avversità connesse alla fase negativa del ciclo economico generale. In questo contesto, dall’indagine emerge una realtà nella quale complessivamente il rapporto con il sistema bancario viene valutato in modo positivo: una quota molto consistente di intervistati (71%) dichiara che i servizi forniti sono adeguati; mentre una quota minoritaria ma comunque significativa (21%) considera del tutto inadeguato l’operato del settore. Le difficoltà maggiori emergono in relazione ai costi effettivi dei servizi e anche la percezione di cambiamenti negativi vengono generalmente ricondotti a tale variabile. Diversamente dalle aspettative, le imprese risultano per una quota molto consistente (60%) affidate a un’unica banca. Quelle che si rivolgono invece a più banche lo fanno principalmente per ottenere servizi diversi da quelli offerti dalla banca principale, per soddisfare maggiori bisogni finanziari oppure per ridurre il costo del credito. Riguardo alla valutazione delle diverse tipologie di banca in relazione ai costi e alla quantità di credito erogato emerge che la quota più consistente giudica che le migliori condizioni vengano accordate dalle piccole banche locali, mentre i giudizi meno favorevoli vengono assegnati alle grandi banche nazionali. Per quanto concerne la conoscenza degli strumenti attivati dall’amministrazione regionale per agevolare l’accesso al credito, la quota di imprese che dichiara di conoscere almeno uno strumento è rilevante e pari a circa il 44% del totale delle intervistate. Gli strumenti maggiormente conosciuti sono i finanziamenti a tasso agevolato per le imprese giovanili e femminili. Un ruolo importante nel diffondere questa conoscenza è da attribuire alle banche, al consulente finanziario (commercialista) e alle associazioni di categoria. La quota di utilizzo degli strumenti risulta invece piuttosto limitata. Riguardo invece ai consorzi di garanzia, il grado di conoscenza da parte delle imprese è inferiore (il 38% delle imprese intervistate). Tra queste imprese il 39% aderisce all’organismo e formula una valutazione riguardo al loro operato che, per una quota che va dal 30 al 45% delle imprese, è positiva. Resta da segnalare la diffusa opinione riguardo all’opportunità di favorire la maggiore e migliore conoscenza degli strumenti adottati per agevolare l’accesso ai finanziamenti.

Tabella 5.34 RITERREBBE UTILE CONOSCERE MEGLIO GLI STRUMENTI MESSI A DISPOSIZIONE DALLE AMMINISTRAZIONI PER AGEVOLARE L’ACCESSO AL CREDITO? Fonte: Indagine IRPET

V.A. %

Sì 777 77,2 No 222 22,0 Altro 8 0,8 Totale 1.007 100,0

84 Il sistema del credito in Toscana ALLEGATO Questionario Imprese Rapporto sul credito 2008

Revisione 04/06/2008

INFORMAZIONI GENERALI SULL’IMPRESA INTERVISTATA

Ragione sociale ...... Comune dove ha sede l’impresa ...... Forma giuridica...... Settore attività ...... Numero di unità locali...... Numero addetti...... Anno di nascita dell’impresa...... IL RAPPORTO CON IL SISTEMA BANCARIO 1. La sua impresa ha attualmente un rapporto di finanziamento con le banche (scoperto di c/c, prestito, sconto di cambiali o crediti, anticipazioni etc.)? a. No b. Si c. Altro (specificare) d. Non sa/Non risponde Se “no” continuare, Se “si” saltare a domanda 3bis Perché?2.

3. Quali sono le più importanti fonti di finanziamento dell’attività di impresa ? (per le risposte attive, indicare percentuali approssimative) a. Autofinanziamento a.bis (solo cooperative) Riserva indivisibile a.ter (solo cooperative) Prestito sociale b. Capitale di rischio ...... pubblici privati b.bis (solo cooperative) Conferimento da soci sovventori ...... [ ] [ ] b.ter (solo cooperative) Capitale sociale b.quater (solo cooperative) APC (Azioni Partecipazione Cooperativa) b. quinquies (solo cooperative) Strumenti finanziari c. Prestiti da altre società di intermediazione finanziaria...... d. Fondi europei e altre agevolazioni nazionali o regionali...... e. Altro (specificare)...... f. Non sa/Non risponde FINE INTERVISTA Se “si”, 3bis. Quali sono le più importanti fonti di finanziamento dell’attività di impresa? (per le risposte attive, indicare percentuali approssimative) a. Autofinanziamento a.bis (solo cooperative) Riserva indivisibile a.ter (solo cooperative) Prestito sociale b. Capitale di rischio ...... pubblici privati b.bis (solo cooperative) Conferimento da soci sovventori ...... [ ] [ ] b.ter (solo cooperative) Capitale sociale b.quater (solo cooperative) APC (Azioni Partecipazione Cooperativa) b. quinquies (solo cooperative) Strumenti finanziari c. Finanziamento bancario a breve termine...... d. Finanziamento bancario a medio lungo termine...... e. Prestiti da altre società di intermediazione finanziaria...... f. Fondi europei e altre agevolazioni nazionali o regionali...... g. Altro (specificare) ...... h. Non sa/Non risponde 4. Quali sono le modalità di finanziamento bancario attivate? (risposta multipla) a. Scoperto di c/c b. Anticipazioni c. Finanziamenti bancari a breve termine d. Finanziamenti bancari a medio lungo termine chirografari

Il rapporto Impresa-Banca: risultati di un’indagine campionaria 85 e. Finanziamenti bancari a medio lungo termine ipotecari f. Altro (specificare) ...... g. Non sa/Non risponde 5. Le è stata richiesta una garanzia? e. Si, pari o superiore al valore del fido erogato f. Si, tra il 50% ed il 100% del fido erogato g. Si, meno del 50% del fido erogato h. Nessuna garanzia richiesta 6. Quali sono le principali destinazioni del finanziamento a breve o lungo termine contratto? (risposta multipla) Fin. a breve Fin. a lungo periodo periodo a. Liquidità (fabbisogno cassa, circolante) [ ] [ ] b. Acquisto materie prime, semilavorati e prodotti finiti [ ] [ ] c. Acquisto o rinnovo attrezzature e mobili [ ] [ ] d. Ristrutturazione o rinnovo strutture [ ] [ ] e. Acquisto immobili [ ] [ ] f. Innovazione di processo (comm., organizz., internaz., ecc) [ ] [ ] g Innovazione di prodotto [ ] [ ] h Consolidamento del debito i. Altro (specificare) ...... l. Non sa/Non risponde 7. Con quanti istituti creditizi intrattiene rapporti? a. Con 1 b. tra 2-4 c. Da 5 in su d. Altro (specificare) ...... e. Non sa/Non risponde Con l’aiuto dell’operatore 8. A quale tipologia appartiene la sua banca principale? a. Piccola territoriale (bcc, banca popolare non etruria, casse di risparmio esclusa CR firenze) b. Grande nazionale (intesa, unicredit,.BNL etc.) c. Grande territoriale (mps, banca toscana, banca etruria CR Firenze) d. Altro (specificare) ...... e. Non sa/Non risponde Se ha rapporti con più di una banca proseguire. Se no saltare a dom. 12 9. Per quali ragioni intrattiene rapporti con più banche? a. Per ridurre il costo del credito b. Per soddisfare maggiori esigenze finanziarie c. Per ottenere servizi diversi d. Per la richiesta di garanzie troppo alte e. Altro (specificare) ...... f. Non sa/Non risponde

10. Posto pari a 100 l’indebitamento bancario dell’ultimo anno, quanto è, in percentuale, la quota di indebitamento detenuta presso la/e banca/e principale/i? a. Prima banca ………………………… % b. Seconda banca ……………………… % c. Altre…………………………………… % d. Altro (specificare) ...... e. Non sa/Non risponde 11. Ha riscontrato differenze di trattamento tra le diverse banche utilizzate? Migliori Peggiori Stesse condizioni condizioni condizioni a. Banche piccole territoriali: tassi e costo [ ] [ ] [ ] b. Banche grandi nazionali: tassi e costo [ ] [ ] [ ] c. Banche grandi territoriali: tassi e costo [ ] [ ] [ ] d. Banche piccole territoriali: quantità di credito erogato [ ] [ ] [ ] e. Banche grandi nazionali: quantità di credito erogato [ ] [ ] [ ] f. Banche grandi territoriali: quantità di credito erogato [ ] [ ] [ ] g. Altro (specificare) ...... h. Non sa/Non risponde

86 Il sistema del credito in Toscana Da qui le domande sono rivolte a tutti (indipendentemente dal numero di banche cui si rivolge) 12. Da quanti anni intrattiene rapporti con la/le banca/che? (chi ha una sola banca risponde SOLO alla prima opzione) a. Prima banca: ___anni b. Seconda banca: ___anni c. Terza banca: ___anni d. Quarta: ___anni e. Altre: ___anni f. Altro (specificare) ...... g. Non sa/Non risponde 13. Quali sono i principali motivi che spingono alla scelta della/le banca/che (possibili fino a due risposte) a. Vicinanza fisica b. Esistenza di rapporti personali c. Costo del denaro minore d. Minori garanzie richieste e. Qualità generale dei servizi offerti f. Livello consulenza prestata g. Altro (specificare) ...... h. Non sa/Non risponde 14. Come valuta i seguenti aspetti della sua banca (principale)? Più che Adeguato Del tutto Adeguato inadeguato a. Costo del finanziamento [ ] [ ] [ ] b. Quantità di credito reso disponibile [ ] [ ] [ ] c. Durata del credito reso disponibile [ ] [ ] [ ] d. livello di garanzie richieste [ ] [ ] [ ] e. Trasparenza delle condizioni generali dei servizi [ ] [ ] [ ] f. Snellezza operazioni [ ] [ ] [ ] g. Tempi di istruttoria [ ] [ ] [ ] h. Altro (specificare) ...... [ ] i. Non sa/Non risponde [ ] 15. Per quali dei seguenti servizi la sua impresa desidererebbe un maggior supporto da parte delle banche? (si possono indicare fino a due risposte) a. Gestione liquidità aziendale b. Individuazione di finanziamenti agevolati c. Rinegoziazione dell’indebitamento in atto d. Miglioramento gestione finanziaria aziendale e. Scelta di investimenti finanziari f. Strumenti per aumentare il capitale (equity) g. Altro (specificare) ...... h. Non sa/Non risponde 16. Ha percepito nell’ultimo anno cambiamenti nelle condizioni di erogazione del credito in termini di: Migliora- Peggiora- Nessun mento mento cambiamento a. Istruttoria per la concessione del credito [ ] [ ] [ ] b. Costo effettivo del credito (tassi, commis., ecc) [ ] [ ] [ ] c. Richiesta di garanzie [ ] [ ] [ ] d. Quantità di credito concesso [ ] [ ] [ ] e. Altro (specificare) ...... [ ] f. Non sa/Non risponde [ ] 17. In definitiva, rispetto al suo rapporto con il sistema bancario, Lei si direbbe: a. Molto soddisfatto [ ] b. Soddisfatto [ ] c. Non soddisfatto [ ] d. Altro (specificare)...... [ ] e. Non sa/Non risponde [ ] 17bis. Conosce o ha utilizzato strumenti di autovalutazione del merito di credito delle imprese? a. Si b. No c. Altro (specificare) ...... d. Non sa/Non risponde [ ]

Il rapporto Impresa-Banca: risultati di un’indagine campionaria 87 17ter. Conosce lo strumento di autovalutazione Procofit (“Progetto per la consapevolezza finanziaria delle imprese toscane”)? a. No b. Si, ma non l’ho utilizzato c. Si e l’ho utilizzato d. Altro (specificare) ...... e. Non sa/Non risponde [ ]

CONOSCENZA DEGLI STRUMENTI MESSI A PUNTO DALLA REGIONE TOSCANA PER AGEVOLARE L’ACCESSO AL CREDITO (A tutti) L’intervistatore spiega che verranno poste alcune domande per verificare il grado di conoscenza di alcuni interventi della Regione Toscana volti ad agevolare l’accesso al credito. 18. Quali tra i seguenti strumenti di agevolazione pubblica di accesso al credito conosce? a. Protocollo di Intesa Regione-Banche (Specificare che contiene i seguenti strumenti) Si No Finanziamenti a tasso agevolato per Imprese giovanili [ ] [ ] Finanziamenti a tasso agevolato per Imprese femminili [ ] [ ] Finanziamenti a tasso agevolato per Ricerca e sviluppo [ ] [ ] Finanziamenti a tasso agevolato per Innovazione [ ] [ ] Finanziamenti a tasso agevolato per Piano di Sviluppo Rurale [ ] [ ] Finanziamenti a tasso agevolato per Smobilizzo crediti verso la P.A. [ ] [ ] Si No a. bis Il fondo di garanzia regionale istituito con il suddetto Protocollo di Intesa [ ] [ ] b. Altri fondi di garanzia regionali gestiti dal Fidi Toscana o Artigiancredito (Specificare che contiene i seguenti strumenti) Si No Fondo di garanzia DocUp [ ] [ ] Fondo regionale di Controgaranzia [ ] [ ] Fondo garanzia per gli investimenti [ ] [ ] c. Prestiti partecipativi d. Altro (specificare) ...... e. Nessuno Se conosce “a” e/o “a-bis” proseguire. Se “b” vai a domanda 19b e/o se “c” vai a domanda 19c. Se “Nessuno” saltare a domanda 26 19a. Ha usufruito del Protocollo d’Intesa Regione Banche? a. Si b. No

Se “si” proseguire, se “no” passare a domanda 27 Senza garanzia Con Garanzia (Solo finanziamento (Finanziamento agevolato) agev.+garanzia) 20a. Di che tipo di intervento ha beneficiato? a. Imprese giovanili [ ] [ ] b. Imprese femminili [ ] [ ] c. Ricerca e sviluppo [ ] [ ] d. Innovazione [ ] [ ] e. Piano di Sviluppo Rurale [ ] [ ] f. Smobilizzo crediti verso la P.A. [ ] [ ] g. Microcredito [ ] [ ] h. Altro (specificare) ...... i. Non sa/Non risponde 21a. Ha percepito cambiamenti nelle condizioni di accesso, costi e quantità? Condizioni Condizioni Nessun migliori peggiori cambiamento Accesso [ ] [ ] [ ] Tasso [ ] [ ] [ ] Quantità [ ] [ ] [ ] Garanzie [ ] [ ] [ ] Costi (commissioni e altre spese accessorie) [ ] [ ] [ ] Altro (specificare) ...... [ ] Non sa/Non risponde [ ]

88 Il sistema del credito in Toscana 22a. In che anno ha beneficiato di questo intervento? ……………………………………………………………. 23a. L’agevolazione ha permesso di contrarre un prestito da destinare a: a. Acquisto materie prime, semilavorati e prodotti finiti] b. Acquisto o rinnovo attrezzature e mobili c. Ristrutturazione o rinnovo strutture d. Acquisto immobili e. Altre spese per innovazione dei processi (commercializz., organizz., internazionalizz., ecc.) f. Altre spese per innovazione dei prodotto g. Altro (specificare) ...... h. Non sa/Non risponde Se conosce “b” alla domanda 17 19b. Ha usufruito di tali Fondi di garanzia (cioè diversi da quelli previsti dal protocollo)? a. Si b. No

Se “si” proseguire, se “no” passare a domanda 26 20b. Che tipo di fondo ha utilizzato? a. Fondo di garanzia DocUp b. Fondo regionale di Controgaranzia c. Fondo garanzia per gli investimenti

21b. Per che tipo di intervento ha utilizzato la garanzia? a. Nuovi investimenti b. Consolidamento del debito Ricercad. e. Consulenza f. Promozione per fiere ed eventi g. Beni immateriali h. Altro (specificare) ...... i. Non sa/Non risponde

22b. Ha percepito cambiamenti nelle condizioni di accesso, costi e quantità? Condizioni Condizioni Nessun migliori peggiori cambiamento Accesso [ ] [ ] [ ] Tasso [ ] [ ] [ ] Quantità [ ] [ ] [ ] Garanzie [ ] [ ] [ ] Costi (commissioni e altre spese accessorie) [ ] [ ] [ ] Altro (specificare) ...... [ ] Non sa/Non risponde [ ] 23b. In che anno ha beneficiato di questo intervento? ...... 24b. L’agevolazione ha permesso di contrarre un prestito da destinare a: a. Acquisto materie prime, semilavorati e prodotti finiti] b. Acquisto o rinnovo attrezzature e mobili c. Ristrutturazione o rinnovo strutture d. Acquisto immobili e. Altre spese per innovazione dei processi (commercializz., organizz., internazionalizz., ecc.) f. Altre spese per innovazione dei prodotto g. Altro (specificare) ...... h. Non sa/Non risponde Se conosce “c” alla domanda 17 19c. Ha usufruito dei Prestiti Partecipativi? c. Si d. No

Se “si” proseguire, se “no” passare a domanda 26 20c. In che anno ha beneficiato di questo intervento? ......

Il rapporto Impresa-Banca: risultati di un’indagine campionaria 89 21c. Per quale motivo ha scelto lo strumento? a. Ricapitalizzazione azienda b. Necessità di risorse per effettuare un investimento impegnativo c. Ristrutturazione debito azienda d. Acquisto materie prime o beni strumentali e. Acquisto altra azienda f. Altro (specificare) ...... g. Non sa/Non risponde A tutti quelli che rispondono a, b e/o c alla domanda 18 25. Da chi è venuto a conoscenza dell’esistenza di questo/i strumento/i? a. Banca b. Associazione di categoria c. Confidi d. Camera di Commercio h. FidiToscana i. Regione Toscana o altri enti pubblici j. Artigiancredito k. Commercialista/Consulente i. Altro (specificare) ...... l. Non sa/Non risponde Se “nessuno” a domanda 18 26. Riterrebbe utile conoscere meglio gli strumenti messi a disposizione dalle amministrazioni per agevolare l’accesso al credito? a. Si b. No c. Altro (specificare) ...... d. Non sa/Non risponde Se “no” a domande 19A,19B e 19C 27. Non ne ha usufruito perché? a. Non le interessava b. Difficoltà nel presentare domanda o nel produrre i documenti necessari c. Rifiuto della domanda d. Altro specificare...... Se “si” a domande 19A,19B e 19C 28. Senza l’agevolazione ottenuta, avrebbe realizzato comunque l’operazione finanziata? a. Si, con lo stesso ammontare b. Si, con un ammontare inferiore c. Si, con lo stesso ammontare, ma in tempi più lunghi d. Si, con un ammontare inferiore e in tempi più lunghi e. Si, con tassi maggiori Nof.

IL RUOLO DEI CONFIDI (A tutti) 29. Conosce i Confidi (o Consorzi di garanzia)? a. Si b. No Solo alle Cooperative 29bis. Conosce FidiCoop Toscana? a. Si b. No Se “si” proseguire. Se “no” a 29 o a 29bis saltare alla 36. 30. È associato a un Confidi? a. Si b. No c. Altro (specificare) ...... d. Non sa/Non risponde Solo alle Cooperative 30bis. è associato al Confidi: Si No a. FidiCoop Toscana [ ] [ ] b. Altri Confidi [ ] [ ]

90 Il sistema del credito in Toscana Se “si”, proseguire. Se “no” saltare a domanda 35 31. Da chi è venuto a conoscenza dell’esistenza del confidi? a. Banca b. Associazione di categoria c. Confidi d. Camera di Commercio e. FidiToscana f. Regione Toscana o altri enti pubblici g. Artigiancredito h. Commercialista/Consulente i. Altro (specificare) ...... l. Non sa/Non risponde 31bis. Ha mai usato le garanzie erogate dai confidi? a. Si b. No c. Altro (specificare) ...... d. Non sa/Non risponde

Se “si” proseguire. Se “no” saltare a domanda 35 32. Quali cambiamenti ha percepito a fronte della garanzia rilasciata dal confidi rispetto ad un suo precedente indebitamento bancario o rispetto alle condizioni del mercato di finanziamento ottenibili senza l’intervento del confidi? Condizioni Condizioni Nessun migliori peggiori cambiamento Accesso [ ] [ ] [ ] Tasso [ ] [ ] [ ] Quantità [ ] [ ] [ ] Garanzie [ ] [ ] [ ] Costi complessivi del garante e della banca (commissioni e altre spese accessorie) [ ] [ ] [ ] Tempi istruttoria complessivi del garante e della banca [ ] [ ] [ ] Consulenza e altri servizi [ ] [ ] [ ] Altro (specificare) ...... [ ] Non sa/Non risponde [ ] 33. In sintesi, reputa i servizi offerti dal suo Confidi? a. Molto adeguati b. Adeguati c. Non adeguati d. Non sa/Non risponde 34. Senza la garanzia ottenuta, avrebbe realizzato comunque l’operazione finanziata? a. Si, con lo stesso ammontare b. Si, con un ammontare inferiore c. Si, con lo stesso ammontare, ma in tempi più lunghi d. Si, con un ammontare inferiore e in tempi più lunghi e. Si, con tassi maggiori f. No Se “no” a domanda 30 o 31bis Perché?35. a. Non dispone dei requisiti per accedervi b. Non si ritiene il Confidi uno strumento utile c. Gli svantaggi sono superiori ai vantaggi d. I costi sono eccessivi e. Altro (specificare) ...... f. Non sa/Non risponde A tutti 36. Sarebbe disponibile ad essere ricontattato per future interviste riguardanti i temi del credito? a. Si b. No

FINE INTERVISTA

Il rapporto Impresa-Banca: risultati di un’indagine campionaria 91

Note

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

...... Note

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

Finito di stampare in Italia nel mese di Dicembre 2008 da Pacini Editore Industrie Grafiche - Ospedaletto (Pisa) per conto di Edifir - Edizioni Firenze

www.irpet.it