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CULTURA eSOCIETÀ l’Unità2 3 Mercoledì 12 novembre 1997

Romanzo & cinema «Snuff movie». Cioè Oggi esce il libro, il 14 arriva la pellicola diventare attore Cinema e letteratura, una volta tanto a braccetto, stanno per creare un corto circuito film/libro di grande interesse. Oggi arriva nelle librerie il romanzo di Gregory McDonald «Il e morire con profitto coraggioso»: per gentile concessione dell’editore Bompiani, pubblichiamo qui accanto la prefazione al romanzo scritta da Enrico Ghezzi. La firma di Ghezzi, noto cinefilo e padre storico di ENRICO GHEZZI «Blob» e «Fuori orario», non è casuale, per due ottime ragioni. La prima: da «Il coraggioso» è stato tratto anche un Morire come gesto di assoluta tuendo catartiche perversioni film, che ha segnato l’esordio nella e unica economia. Morire con visive alle torture criminali dei regia del noto attore (e musicista rock) profitto. Finalmente, l’assicu- corpi, o gingillandoci tra visi- , e ha rappresentato gli razione sulla vita è (come sem- bile e invisibile per negarci la Il coraggioso Usa in concorso all’ultimo festival di pre) assicurazione sulla morte. più classica delle illuminazio- di Gregory McDonald Cannes. La seconda: il libro (più del Morire come un maiale, senza ni: che il visibile stesso è mai Bompiani film) si occupa di un oggetto che sta agli sprecare nulla di sé. Vendere visto e invisibile, e che l’invisi- trad. di Sergio Claudio estremi confini dell’universo/cinema, la vita allo spettacolo della bile e l’insostenibile ci appaio- gli «snuff-movies», ovvero quei film - no e ci ipnotizzano ogni istan- Perroni morte. La geometria morale de del tutto illegali e clandestini, ma ahimè Il coraggioso è di una bellezza te. pagine 173, lire 24.000 esistenti - in cui le persone vengono basilare, prodigiosamente Non evade dall’inferno del concentrata: nera (noir)èlavi- davvero torturate e uccise. Qualcosa di capitale, il coraggioso. Assume concettualmente simile al porno (la «realtà» assoluta di ciò che ta stessa, a patto di conoscerlo, in sé la colpa di essere inservi- 12CUL02AF02 il patto che la fonda. Ricordati avviene, rispetto alla finzione del cinema comunemente inteso), bile, ne estrae giustizia e felici- ma ancora più estremo, con una ferocia che McDonald racconta 3.0 che devi morire; o se anche tà breve; concentrata in sé la non devi, morirai. E se anche coscienza, e permette agli nel suo romanzo con impressionante forza. Il film di Depp, forse 30.0 non muori, stai morendo. E se amati di essere incoscienti. proprio in quanto film «normale» e quindi ideologicamente e morirai, dovrai morire ancora. Viene per lavorare e per lavo- produttivamente agli antipodi dello «snuff», glissa assai di più. In Se vivi, dovrai vivere ancora. rarci, per avvertirci e farci av- compenso, rende esplicito il fatto che la vittima è un pellerossa, Non è un patto faustiano. A vertire che stiamo comunque cosa che nel romanzo è assai più sfumata. E si pone come dolente chi ti ha già comprato l’anima lavorando, dannati a un lavoro metafora di un genocidio che è stato, ed è, tragicamente reale. (lo spettacolo), proponi e chie- che non ci appartiene. Se vivi, di di prendersi anche il corpo. se già morto. La morte si sconta vivendo (dice il poeta). L’accordo sulle pro- prie spoglie rigenera la vita, ne trasfigura la banalità in banali- tà gloriosamente fiammeg- giante. Sotto la legge, fuori dalla legge, la più oscena regione dello spettacolo diventa il set di un atto d’amore definitivo. Nel libro di Mcdonald, affasci- na la sbrigatività elusiva con cui viene trattato questo mar- QuantoQuanto gine estremo dello spettacolo. Una premessa secca e ironica sembra ridurre e recintare l’or- Firmato rore della situazione: si tratta solo del terzo capitolo, il C, e McDonald, alcuni lettori potranno trovar- ne inopportuna la lettura. un libro Non si arriverà allo snuff mo- vie, alla morte del protagonista sull’ultima, sul set buio dove si girano i costacosta film terribili destinati a essere visti in altri antri oscuri in tut- terribile to il mondo. L’orrore è sconta- to in partenza, viene descritto frontiera Johnny Deep come una profezia fredda ana- e Cody Lightning litica allucinata. Nel bel film dello in una scena di Johnny Depp tratto dal ro- manzo (se ne era innamorato, del film l’attore, mentre girava l’unico spettacolo «Il coraggioso» grande film di Jim Jarmusch, unun uomo uomo Dead Man...), questa parte, pur Se qualcuno ha visto al cinema morte, la storia si dispiega rac- anima. manzo d’amore ma ha pagine fatta di sole parole, e pur enfa- Fletch se lo scordi. Sì, è vero, contando gli ultimi giorni di vi- Forse non è un indiano, Ra- che descrivono esplicitamente e tizzata dalla scelta di Marlon l’autore del giallo al quale era Rafael, che poté ta di quel ragazzo - che tutti fael. Ma come un indiano si pre- implicitamente un amore deli- Brando per il ruolo del produt- ispirato il film con considerano un indiano - pove- para al sacrificio, con un lungo cato e struggente; non è un libro tore di snuff, è quasi censurata, è lo stesso che ha scritto Il corag- ro fino allo stremo, con moglie rito di purificazione. Non senza di denuncia sociale ma mette il contenuta in poche allusioni. gioso.MaIl coraggioso nonèla e tre figli a carico. Rafael non sa però aver donato prima ai suoi dito su una delle piaghe della Ma anche così il meccanismo stessa cosa. Non c’è azione, non vendere solo se sia un bianco o un indiano. familiari e alla sua tribù un pez- società del benessere: la sua cre- implacabile si mette in moto. fa ridere, non è brillante. Non Non è quello il punto. Rafael sa zo della sua ricchezza: «Ho un scente capacità di «generare» Il coraggioso è uno spettro, da ha niente a che vedere con le tu- di essere un disperato, un disere- lavoro». Ricchezza che è fatta emarginazione e la sua incapaci- adesso in poi, un dying alive multuose e affascinanti avven- dato, un alcolizzato, un barbone soprattutto di cibo e vestiti, beni tà di tollerarla. Rafael è uno dei che si muove «come colui ch’è ture del giornalista Fletch, sul la propria tortura che sopravvive a Morgantown, primari negati. E che, invece, tanti barboni dell’Occidente. fuor di vita», avendo già cono- quale Gregory Mcdonald ha co- una baraccopoli ai margini di per i figli trasforma in un’eredità Potrebbe essere un indiano: nel sciuto e saputo la propria mor- struito una serie di romanzi e una discarica, insieme a un di improbabile utilizzo: a Lina, film omonimo Johnny Depp ha parte della sua fortuna lettera- gruppo di diseredati come lui. che non ha mai visto un medico deciso di «trasformarlo» in un te. Nell’atto stesso di cono- Accetta il lavoro di cui gli ha una terribile e inesorabile disce- scerla e accertarla, mentre il ria. In The brave (Il coraggioso, Sa di non avere casa, cibo, vesti- nella sua breve vita, regala il gio- nativo, lo «zio» vuole addobbar- appunto, che la Bompiani porta parlato il barista. «Cosa ti ha sa agli inferi, al fondo della do- ti né per sé né per la sua fami- co del «Piccolo medico»; a Mar- lo da guerriero perché «fa più tempo annullato si dilata, il detto Freedo?», gli chiede lo rata società americana, fatta di glia. Sa che non potrà mai aver- spettacolo». E Rafael è un disere- soggetto la converte in occa- oggi in libreria) non ci sono de- ta una tastiera elettrica che non tective, intrighi da svelare, belle «zio». «Non molto. Snuff movie. chi non ha niente per vivere e ne né per sé né per la sua fami- potrà mai suonare non essendo- dato che potrebbe anche «rap- sione di vita. Il lavoro (così ini- donne da conquistare. C’è una Venticinquemila dollari». Ne chi si prende anche quel niente, glia. Sa di non avere futuro. L’u- ci a Morgantown elettricità; al presentare» la nazione indiana, zia tutto, I came for the job, so- vita da sopportare. E c’è un eroe spunta trentamila, 300 subito, il una discesa che tortura il lettore nica cosa che ha, banale a dirsi neonato Frankie un guanto da battuta, spogliata, alcolizzata e no venuto per il lavoro) è an- che per amore e generosità com- resto a lavoro finito. Rafael ha fino alla fine del libro. ma non tanto, è il suo corpo baseball. «Poter fare qualcosa venduta allo spettacolo dai cora da svolgere ma sta già alle pie un estremo gesto di inutile venduto il suo corpo e quel che E la tortura inizia dopo quella non ancora distrutto dall’alcol. per loro gli riempiva il cuore bianchi. Ma Rafael è soprattutto spalle, esattamente come la vi- coraggio. rimane della sua vita. Ma non il raccontata. Dopo il capitolo C - È a partire da questo, e soprat- d’affetto». un poveraccio, e rimane un sim- ta. Se il film di Depp sembra suo candore. Purtroppo. Pur- che l’autore «segnala» ai lettori tutto dalle leggi della società Il coraggioso - un libro «ano- bolo di tutti i poveracci del semplificare la situazione radi- «Valgo più da morto che da troppo per chi legge, perché la come particolarmente crudo e odierna, che prende forma la malo» per il prolifico (venti ro- mondo. Un uomo che non rie- calizzandola, la scissione del- vivo». L’ha sentito dire (al cine- lettura, da quel momento in ripugnante, ma necessario al li- sua volontà di non arrendersi. manzi) e pluripremiato Gregory sce a vivere qui, un uomo al l’autore (regista) in attore (o ma?) e lo dice a chi gli chiede poi, diventa una tortura, il libro bro perché sua parte integrante - Decide di giocare l’ultimo gioco Mcdonald (ha vinto due volte il quale hanno tolto la possibilità meglio viceversa) la complica, perché lo fa. Rafael ha deciso: si si trasforma - perdonate il para- punto chiave del Coraggioso, nel che gli rimane da giocare. Di prestigioso Edgard Award per il di riscattarsi. Se non vendendo è venduto per sempre a mister gone, di lettura non si muore quale lo «zio» spiega a Rafael in scendere a patti col diavolo. Il miglior mystery) - non è un se stesso. incrementandone la fatalità e McCarthy, allo «zio». Perché Ra- insieme rivelando una dialet- mai, se non a volte di noia -in maniera appassionata e detta- diavolo post-moderno, lo spet- thriller ma porta il lettore dalla fael - età che crede gli convenga uno snuff book. Che non porta gliatissima tutte le atroci torture tacolo. Un diavolo che non rie- prima all’ultima pagina tirando- Stefania Scateni tica quasi teologica, con la fi- dichiarare, 21anni - ha deciso. alla morte, naturalmente, ma a gura onnipotente del regista che gli verranno inflitte fino alla sce, però, a prendersi tutta la sua lo per lo stomaco; non è un ro- che si mette in scena sdoppia- ta nel sacrifico d’attore, secon- do la logica cristica già presen- Il film In arrivo nelle sale l’esordio nella regia di Johnny Depp te nel romanzo. Ma anche l’e- videnza spettrale del corpo- immagine nel film mina la pu- rezza del gioco. Un gioco di Il carnefice? È Satana, anzi Brando scrittura. Scrittura privata e in- sieme socialmente intensissi- Il celebre divo, sempre più disfatto, campeggia nella prima metà della pellicola. La musica è di Iggy Pop. ma e pesantissima, oltre la leg- ge. Lo snuff, bordo estremo del- Johnny Depp, il bel Johnny di bocca come gadgets, il tutto reso un film discontinuo, con un inizio cambio della vita. lo spettacolo, dove lo spetta- Edward mani di forbice ediEd ancor più grottesco dalla sedia a straordinario e un finale tristissi- Grazie anche alla potente pre- colo erode e quasi cancella se Wood, voleva solo dirigerlo. Rite- rotelle sulla quale McCarthy si mo e bello, e una «pancia», una senza di Brando (doppiato, sempre stesso come differenza mentre neva che la cruda metafora conte- muove: ecco che il «produttore» parte centrale, piena di luoghi co- bene, dalla gloriosa voce di Giu- pare trionfare, non ha comun- nuta nel romanzo di McDonald sa- non è più un semplice personag- muni. È la parte dove Depp ha la- seppe Rinaldi), questi 40 minuti que bisogno d’esserci, di acca- rebbe stata ancora più forte, se in- gio, ma è Satana in persona, e il vorato di forbici, ma il problema sono angoscianti e magnifici. Nel dere davanti ai nostri occhi di terpretata da illustri sconosciuti. film tratto da Il coraggioso diventa stava nel manico. La verità è che il mezzo, raccontando come Raphael spettatore/lettore. Non è Ha trovato i finanziamenti solo a a tutti gli effetti una discesa agli film finisce dopo 40 minuti. L’a- recupera il rapporto con la fami- un’ombra nella visione, ma condizione di interpretare lui me- Inferi rimandata. È pertura è una sconvol- glia, Depp va più pesantemente sul l’ombra stessa della visione. desimo il personaggio di Raphael, il lato oscuro di quei gente panoramica che, luogo comune, ma si riscatta in un Mai innocente, comunque av- vinta e installata nello spetta- il pellerossa che vende per 50.000 film hollywoodiani, dal deserto del Sud- finale dolente, che non va raccon- colo, e tremendamente omici- dollari (nel libro sono 30.000) le tipo Il paradiso può Ovest americano bru- tato. Ma sappiate che si esce dal ci- da anche senza cadaveri. Basta immagini della propria morte. A attendere, nei quali a ciato dal sole, ci porta nema tutt’altro che allegri. il vivente, l’apparire del vive- lavorazione già iniziata - almeno, un personaggio vie- in un’allucinante disca- Servito poco bene da una sce- re, già freddato in fotogrammi così racconta la leggenda - ha rice- ne concessa un ri- rica dove sorge la bidon- neggiatura zoppicante, Depp diri- mentali che farfallano corpi li- vuto una telefonata di Marlon torno sulla terra do- ville di Morgantown. Lì ge in modo non eclatante, ben nee volti altri sguardi infilzati Brando, con il quale aveva già la- po la morte; Ra- vive una comunità di aiutato, in compenso, dalla foto- all’attimo. Nessuna fuga, infat- vorato in Don Juan de Marco.Sem- phael, invece, firma derelitti, di ogni razza e grafia di Vilko Filac, fedelissimo di ti. Né in un detour improvvi- pre a caccia di cammei che irrobu- la propria condanna colore; e fra loro c’è Ra- Kusturica. Come attore, si impone so, in una torsione salvifica stiscano il suo conto in banca e a morte e poi ha una phael, indiano con mo- una recitazione amara, tutta sotto della fiction. Né in un dark documentino il suo inarrestabile settimana di tempo glie, due figli e prece- le righe: ma si concede anche la passage che permetta fughe degrado fisico, Brando si offriva di per rielaborare il lut- denti penali che vanno giusta dose di primi piani. Nel oniriche e stravolte nel corri- doio visivosonoro da effetti interpretare McCarthy, il laido af- to. Da vivo, fa i conti - anche eco- dal furto all’ubriachezza. Durante complesso, un esordio rispettabile, speciali digitali, facendoci gio- farista che offre a Raphael quel ter- nomici - con la morte. un pomeriggio in città, al bar che non deluderà i fans anche se care con le gamme teoriche ribile «lavoro». Abbondantemente tagliuzzato «Freedo’s», Raphael ha sentito par- rischierà (per il tema del film) di del discorso, illudendoci che Capelli lunghi e unti, pancia e rispetto alla copia vista a Cannes, lare di un «lavoro». E ora va da deprimerli a morte. con lo spettacolo si possa pat- doppio mento ormai debordanti, Il coraggioso, nell’attuale lunghezza McCarthy per offrirsi. La tariffa, teggiare davvero, magari sosti- bicchiere di whisky e armonica a di due ore, è migliorato. Rimane come si diceva, è 50.000 dollari. In Alberto Crespi