PRO NATURA NOVARA ONLUS GRUPPO MALACOLOGICO NOVARESE Gianfranco Vischi

([email protected]) n. 11 – Luglio 2011

Gioielli del Mare Nostrum Le porcellane del Mediterraneo a cura di Paolo Cesana

Le porcellane del “Mare Nostrum” ovvero le CYPREE del Mediterraneo, appartengono alla vasta famiglia CYPRAEIDAE e sono come si sa tra le più belle, richieste e collezionate famiglie di conchiglie marine del mondo. Nel Mediterraneo, le cypree indigene sono solo 4, ma a queste vanno aggiunte altrettante specie originarie del Mar Rosso penetrate attraverso il canale di Suez.

Veniamo ora alla presentazione e descrizione delle suddette specie. Iniziamo con la Luria lurida (Linnè, 1758) specie carnivora, si nutre di spugne del genere Aplysina, a pochi metri di profondità. E' la più grande e forse la più bella delle cypree “nostrane”. E' lunga dai 20 ai 60 mm. La conchiglia è ovale, con estremità ben pronunciate, rossastre e ornate da macchie terminali scure; dorso dal grigio bruno, marrone al quasi nero, con due bande più chiare, bordo esterno calloso, spira visibile (esposta negli esemplari immaturi), base chiara con apertura larga e denti piccoli, a volte quasi assenti nel lato columellare. Sono riconosciute almeno due sottospeci. Specie protetta. La Erosaria spurca (Linnè, 1758) è la più variabile delle nostre cypree, assume, all'interno dello stesso areale, forma ovale-allungata o romboidale, con margini lisci o callosi, maculati e talvolta crenulati, colorazione dorsale dal giallo ocra pallido al marrone scuro, con ornamentazione che va da lacune chiare indistinte a spot ocellati scuri; la base, generalmente marrone chiaro o lievemente aranciata può assumere toni violetto (tipici della forma detta ''verdensium'', delle isole di Capo Verde, ma, francamente, reperita identica anche in Mediterraneo), e la dentatura è bianca, abbastanza estesa, con sponda terminale angolata e marcata. misura dai 12 ai 40 mm. vive in pochi metri d'acqua, su fondali rocciosi, associata ad alghe brune. Specie protetta. La Zonaria pyrum (Gmelin, 1791) è piriforme allungata, leggera, presenta base e fianchi dal giallo aranciato al rosso mattone, con denti bianchi, distanti e in genere poco marcati sul lato columellare; il dorso screziato di marrone lascia spesso intravedere 2 o 3 bande trasversali più chiare. lunghezza tra i 20 e 50 mm. Vive in profondità comprese fra i 15 e i 50 metri, su fondali molli, spesso in posidonieti. Specie protetta. La Schilderia achatidea (Sowerby, 1837), ha conchiglia piriforme, è leggera ed enflata, caratterizzata da base bianca con denti columellari quasi assenti o poco definiti, labiali brevissimi, apertura larga. I bordi sono marcati da una fascia rosa-arancio continua e tipica di questa specie, che può essere sbiadita negli esemplari spiaggiati o antichi. Il dorso è intensamente screziato di marrone, e conserva di solito traccia della bandeggiatura embrionale. Fondamentalmente inconfondibile, presenta una colorazione dorsale che rimanda ad un altra cypraea, la Austrasiatica langfordi, ma sia le dimensioni che la colorazione basale e la dentatura consentono una separazione immediata (oltre ovviamente a regioni geografiche praticamente agli antipodi l'una dall'altra).

1 Misura dai 25 ai 50 mm. E' entrata in Mediterraneo attraverso lo stretto di Gibilterra, dove vive in acque piuttosto profonde, su fondali molli, talvolta in praterie di posidonie. E' specie protetta.

Veniamo ora alle 4 specie '' clandestine '' introdotte nel nostro mare attraverso il canale di Suez . La Purpuradusta gracilis notata (Gill, 1858) sembra essersi la meglio ambientata, da cilindrica a ovale, più tozza e variabile di colore della gracilis gracilis, dal verde-azzurro scuro con macchie terminali viola intense, a forme pallide. L'addensamento dorsale è di solito evidente, la maculatura dei bordi è fitta ed estesa alla base, color crema. I denti columellari anteriori sono forti e distanziati, la fossula è denticolata. La lunghezza va da 14 a 25 mm, con l'eccezione di una popolazione delle coste somale, piuttosto pallida, che arriva anche a 30 mm. Vive in acque basse, sotto a piccoli substrati rigidi. Lessepsiana. La Erosaria turdus (Lamarck, 1810) pesante e callosa, sempre riconoscibile per l'ornamentazione del dorso verdino, talvolta giallognolo, picchettato di bruno con piccoli tratti sottili e spot, che ricordano il piumaggio del tordo, da cui il nome. I margini, bianchi e callosi, non crenulati, sono maculati di bruno, l'apertura è larga, specie anteriormente, con denti piccoli e non estesi sul labbro, appena più lunghi sulla base. Dimensione molto variabile a secondo della provenienza, da 20 a 50 mm. In Mediterraneo è presente con la forma ''micheloi'' (Chiapponi , 2009) romboidale e callosa, vive su fondali molli, spesso esposta nelle ore diurne. Lessepsiana. La Palmadusta lentiginosa (Gray , 1825) è certamente la più anomala del genere Palmadusta, (con vaga rassomiglianza con Zonaria zonaria) è però riconoscibile per la struttura piriforme slanciata, l'affollata ornamentazione del dorso, dove si accavallano bande e minuscoli spot, e soprattutto per l'ornamentazione dei margini e della base, data da numerosissimi spot piccoli e netti che risaltano sul colore bianco di fondo. I denti sono marcati ed estesi da ambo i lati, le estremità segnate da macchie terminali. Lunghezza tra i 18 e 35 mm. Vive in acque medio basse in substrati rigidi. Nel Mediterraneo vi è la forma '' dancalica '' ( Jonklaas & Nicolai , 1977 ). Lessepsiana. Per concludere la nostra carrellata di cypree nostrane, ecco la Erronea caurica quinquefasciata (Roeding ,1798), di forma ovale, caratterizzata dalla presenza costante di tre bande più scure sul dorso, si differenzia dalle altre sottospecie per l'apertura scura e allargata, per la base leggermente enflata, e per la dentatura che è fitta e breve dal lato columellare (con fossula molto smussata) e marcata e distante. Gli spot marginali, molto scuri, hanno un diametro notevole e sono variabili in densità. Vive a profondità di oltre 20 metri. La sua lunghezza varia tra i 25 e i 50 mm. Lessepsiana.

Luria lurida (Linné, 1758) Erosaria spurca (Linné, 1758)

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Erosaria spurca f. verdensium (Melvill, 1888)

Zonaria Pyrum (Gmelin, 1791)

Schilderia achatidea (Sowerby, 1837)

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Purpuradusta gracilis notata (Gill, 1858)

Erosaria turdus (Lamarck, 1810)

Palmadusta lentiginosa (Gray , 1825)

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Erronea caurica quinquefasciata (Roeding, 1798)

La Superfamiglia tra passione e pazienza a cura di Alberto Assi

Gentili collezionisti ed appassionati continuiamo il percorso intrapreso inserendo così altre specie: il “ mustelinus”, il “Conus namocanus”, il “Conus rattus” ed il “Conus maldivus”. Ripetiamo sempre che l’approccio con le specie sarà di natura estremamente semplificata per non ripetere ciò che le numerose pubblicazioni già riportano in maniera esaustiva, ma si rappresenteranno le loro varietà le quali saranno nominate con (v) anche se questa denominazione non è contemplata dal codice per la Nomenclatura Zoologica ICZN 4° edizione in vigore ma serve per distinguere le varietà stesse (si spera che, come in botanica, i ranghi tassonomici vengano riconosciuti fino alla forma ed alla varietà !!).

Conus mustelinus (Hwass in Bruguière, 1792) Conoidea - puncticuliinae - - mustelinus

Il rhizoconus mustelinus è presente nella regione malacologica dell’Indopacifico escluse le coste dell’Africa e l’area Polinesiana. Rispetto al tipo di esempio in figura vi sono una forma e 3 varietà molto diffuse: La (f) “melinus” presenta puntinature dal centro alla parte superiore. La forma è diffusa in tutta l’area geografica di riferimento. La (v) “mono line” ha una sola riga puntinata nella parte centrale. Questa varietà è diffusa in tutta l’area geografica di riferimento. La (v) “small dot” presenta le puntinature molto piccole e ravvicinate. Questa varietà è diffusa in tutta l’area geografica di riferimento. La (v) “extra line” presenta una terza riga puntinata nella parte centrale. Questa varietà è diffusa in tutta l’area geografica di riferimento.

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rhizoconus mustelinus Tipo di esempio

mustelinus (f) melinus mustelinus (v) mono line

mustelinus (v) extra line mustelinus (v) small dot

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Conus namocanus (Hwass in Bruguière, 1792) Conoidea - conidae puncticuliinae - rhizoconus - namocanus

Il rhizoconus namocanus è diffuso e presente lungo le coste Est dell’Africa e nel mar Rosso. Generalmente non arriva oltre la Regione Indiana. Sono presenti intorno ai 20 metri di profondità. Rispetto all’Olotipo in figura vi sono 3 varietà molto diffuse: La (v) “badius” presenta una colorazione scura molto satura con ben evidenti le linee caratteristiche. La diffusione è in tutta l’area geografica di riferimento. La (v) “fuzzy line” ha una macchiatura casuale sormontante la livrea standard. La diffusione è in tutta l’area geografica di riferimento. La (v) “grey” è simile all’Olotipo ma con la matrice grigia. La diffusione è più particolareggiata nel Golfo di Aden.

rhizoconus namocanus Olotipo MHNG

namocanus (v) badius namocanus (v) fuzzy line

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namocanus (v) grey

Conus rattus (Hwass in Bruguière, 1792) Conoidea - conidae puncticuliinae - rhizoconus - rattus

Il rhizoconus rattus è molto diffuso e presente nella regione malacologica dell’indopacifico. E’ presente intorno ai 15 metri di profondità. Rispetto al tipo di esempio in figura vi è una forma e 2 varietà: La (f) “taitensis” presenta una puntinatura quasi assente. La diffusione è localizzata nell’area del Pacifico. La (v) “semivelatus” presenta oltre alla fascia centrale la parte superiore non a macchie ma a colore chiaro continuo. La diffusione è localizzata nell’are del mar rosso e golfo di Aden. La (v) “spot” presenta una discreta puntinatura su tutta la superficie. La diffusione è in tutta l’area geografica di riferimento.

rhizoconus rattus - Tipo di esempio

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rattus (f) taitensis rattus (v) semivelatus

rattus (v) spot

Conus maldivus (Hwass in Bruguière, 1792) Conoidea - conidae puncticuliinae - strategoconus - maldivus

Lo strategoconus maldivus è diffuso nell’Oceano Indiano dalle coste dell’Africa fino alle regione Indiana. E’ un cono di bassa profondità e si trova intorno ai 6 metri di profondità. Rispetto al Lectotipo in figura vi è una varietà: La (v) “dark” ha una colorazione marrone/marrone scuro rispetto al lectotipo che è ocra. La diffusione è in tutta l’area geografica di riferimento.

Strategoconus maldivus

Lectotipo - MHNG maldivus (v) dark

9 Conus glorioceanus Poppe & Tagaro, 2009 A cura si Silvano Minuto

Sulla lista n. 28/2011 di Femorale è stato proposto questo cono con le seguenti indicazioni: Descrizione: ! F + + +, a super top quality fabulous specimen! Località: Filippine Size: 39 mm Price: 2.500,00

Foto di Femorale

------Nel sito di Poppe “Conchology Inc” troviamo la seguente descrizione.

Raro tra i più rari e già leggendario. Ad oggi sono noti solo 10 esemplari, tutti trovati nello stesso areale. I visitatori del sito hanno la possibilità di vedere l’immagine di questo gioiello. La società dei malacologi è rimasta sorpresa quando abbiamo descritto questo cono utilizzando il solo esemplare allora ritrovato e ci furono indiscrezioni che dissero che il conus glorioceanus era il frutto di una elaborazione con photoshop. Fortunatamente non abbiamo dovuto aspettare decenni prima che altri esemplari fossero ritrovati. L’esemplare illustrato nel sito è piuttosto piccolo (ma non il più piccolo) e presenta delle linee di crescita. I colori sono freschi, più di quelli presenti nell’olotipo, come se l’esemplare fosse stato preso vivo. I campioni finora raccolti sono stati catturati utilizzando le trappole di granchi e astici. Immagine del sito di una conchiglia Gem tra 32 e 36 mm quotata tra 2500 e 4000 euro

Urocoptidae A cura di Silvano Minuto

Gasteropodi terrestri della superfamiglia Urocoptoidea

Famiglia con esemplari piuttosto piccoli, di forma per lo più allungata e con alcuni generi che presentano sculture molto elaborate e aperture contrapposta caratteristiche di questa specie; bocca ovale con labbro ispessito. Gli adulti spesso perdono l’apice (decollati). Si trovano in molte regioni del mondo, ma gli esemplari che vengono proposti arrivano dal sud degli Stati Uniti, Messico, 10 America Centrale e regione Caraibica. La columella interna viene utilizzata per l’identificazione di alcune specie. Un genere, Hendersoniella, del Messico presenta una forma discoidale piatta. Il piede è piccolo e i colori del nicchio sono biancastri o marroni di varie tonalità. La famiglia ha circa 80 generi e sottogeneri con forse 2000 specie.

Urocoptis baquieana Urocoptis brevis Apoma agnesianum

Anomia tesselata Anomia splendens Bactrocoptis hydrophana

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Hendersoniella palmeri

Gongylostoma elliotti

Geoscala costulata

Macroceramus pictus litteratus

Urocoptis producta Mychostoma pearmanaeanum

Famiglia APLYSIIDAE Aplysia depilans o Lepre di mare

Mollusco gasteropode con conchiglia ridotta a un rudimento interno. Secerne un umore acre ed è specie erbivora. In primavera ed estate si avvicina alle rive per attaccare ai sassi lunghi e sottili tubi gelatinosi, aggrovigliati in fitte matasse, entro le quali si trovano miriadi di uova. Sono ermafroditi e possono raggiungere i 30 centimetri di lunghezza. Negli anni ‘50 erano comuni in Liguria.

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Fonte: siti: digilandernotteesale.it Tortonese, Rossi – Il mondo vivente nei mari italiani – Paravia 1951

Arzago (Bergamo): spunta un mollusco in un fontanile mai visto prima L’Eco di Bergamo.it - 4 luglio 2011

Conosciuto nella zona come il paese dei gamberi (in dialetto gli arzaghesi sono detti «i gamberei»), noto anche per i ritrovamenti di resti di abitazioni di epoca romanica e per essere stato sede di un'antica pieve, Arzago può adesso vantarsi di essere il luogo della scoperta di una nuova specie di mollusco stigobionte, un minuscolo essere che vive nelle acque sotterranee.

Il mollusco, chiamato «Iglica Paganii» in ricordo di Lelio Pagani, geografo, docente universitario, autore di numerose pubblicazioni e fondatore del Centro Studi sul Territorio dell'Università di Bergamo morto nel gennaio di cinque anni fa, è stato trovato nelle acque di un fontanile situato nei pressi della cascina Carlotta, a sud della Rivoltana, in una zona del territorio comunale non lontana Dal confine con Agnadello.

A fare questa scoperta, assolutamente nuova e perciò così importante per la scienza che studia questo settore, è stato il professor Enrico Pezzoli, di Bedulita, uno dei massimi esperti italiani di malacologia, nell'ambito di una ricerca sugli aspetti naturalistici e storico-paesaggistici dei fontanili

13 della pianura bergamasca commissionata dall'università di Bergamo, nella fattispecie dal dipartimento con a capo il professor Renato Ferlinghetti.

L'«Iglica Paganii» è un essere piccolissimo, che misura fra i 2 ed i 3 millimetri di lunghezza e fra 1 ed 1,2 millimetri di diametro. Molluschi di questo tipo sono ciechi e trasparenti: vivono infatti in assenza di luce, sottoterra nella falda. Provengono dalla falda alpina e finiscono per riemergere in superficie, nelle risorgive, quando piove in maniera abbondante.

Per ora infatti il mollusco di Arzago è, per così dire, «single»: non è ancora stato trovato un esemplare femmina, che da qualche parte c'è perché questi animali non sono ermafroditi.

Un fontanile

A Castegnato (Brescia) forme e colori delle conchiglie del mondo

E’ stata inaugurata a Castegnato, domenica 2 aprile 2010 al Centro civico di via Marconi, la mostra «Conchiglie - Forme e colori nel mondo» curata dal Gruppo malacologico bresciano, in collaborazione con l’amministrazione comunale (durata fino al 10 aprile 2011 – ingresso libero).

In esposizione ottomila esemplari tra gasteropodi e bivalvi.

Una delle conchiglie esposte Queste le nostre impressioni comunicate ai responsabili del Comune che ha patrocinato la mostra:

Abbiamo avuto modo di visitare la mostra di conchiglie organizzata nel Vostro Comune dal Gruppo Malacologico Bresciano. Vi dobbiamo fare i nostri complimenti per l'ottima realizzazione complessiva e per il gran numero

14 di esemplari esposti. Una rappresentazione di questo genere deve aver richiesto un gran numero di ore per la sistemazione delle bacheche, l'indicazione degli esemplari e le inerenti spiegazioni e illustrazioni presenti. Pensiamo sia stata una iniziativa non solo lodevole ma anche culturalmente molto elevata. Didatticamente, presentare degli esemplari che difficilmente si possono osservare nei musei (anche molto importanti) ed avere nel contempo degli esperti che ne illustrano le caratteristiche rappresenta il miglio modo per fare della divulgazione scientifica. Siamo certi che lo sforzo dei curatori avrà dato modo, specialmente agli scolari, di avere la consapevolezza della bellezza della vita del nostro pianeta e della necessità di mantenere il più possibile inalterato l'ambiente.

Gruppo Malacologico Novarese

Le conchiglie di Raimondo Del Prete in mostra alla Cattolica

Venerdì 13 maggio alle ore 12 si è tenuta, presso l’atrio dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, l’inaugurazione della mostra “CONCHIGLIE. La Collezione di Raimondo Del Prete” conservata a Piacenza”.

Interverranno il Direttore della sede di Piacenza dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Mauro Balordi, l’Assessore alla Cultura e al Turismo, Sport e Tempo libero del Comune di Piacenza Paolo Dosi, il Responsabile della Biblioteca dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza Pietro Scottini, ed il Coordinatore scientifico del Museo Civico di Storia Naturale di Piacenza Carlo Francou.

La collezione malacologica di Raimondo Del Prete si compone di migliaia di conchiglie e di oltre 600 volumi. Attualmente i volumi sono conservati presso la Biblioteca dell’Università Cattolica di Piacenza, riuniti in un'unica scaffalatura dopo il riordino e la catalogazione realizzata da Andrea Soderi di Bergamo. Le conchiglie sono invece custodite dal Museo Civico di Storia Naturale di Piacenza, grazie ad una convenzione stipulata con l’ateneo del Sacro Cuore, e rappresentano nel loro insieme una delle collezioni storiche più significative a livello nazionale, punto di riferimento per molti malacologi.

La mostra, è rimasta aperta al pubblico presso l'Università Cattolica tutti i giorni dal 13 maggio al 27 maggio 2011, dal lunedì al venerdì, dalle ore 9 alle ore 17, è composta da una selezione di conchiglie e di testi relativi alla preziosa collezione ed è stata allestita dalla Biblioteca dell’Università Cattolica di Piacenza insieme al Museo Civico di Storia Naturale di Piacenza, allo scopo di valorizzare e di fare conoscere ai piacentini una collezione rara nel mondo.

In occasione della mostra, nelle mattinate di mercoledì 18, giovedì 19, mercoledì 25 e giovedì 26 maggio - alle ore 10,30 – sono state effettuare nella sede del Museo Civico di Storia Naturale, in via Scalabrini 107, delle visite guidate all’intera raccolta malacologica "Del Prete" e alle collezioni di studio conservate presso il museo

PiacenzaSera.it 11.5.2011

15 Mostra a Vieste

Vieste, dunque, cittadina tutta da scoprire. Che offre curiosità e passioni impensabili. Subito una: il museo delle conchiglie. Sì, proprio a Vieste la dedizione alla ricerca di Biagio «Sisetto» Simone, ex finanziere, ha consentito alla cittadina garganica di poter offrire ai suoi visitatori una raccolta di oltre diciassettemila esemplari. Da quelli più comuni a quelli più rari. Raccolti o acquistati in tutto il mondo da questa simpaticissima ex «fiamma gialla» che riesce a mantenere viva la sua passione per le conchiglie anche grazie ad un merchandising disponibile nel museo (visitabile tutti i giorni dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 17 alle 23, in via Pola 8). Nelle teche, le conchiglie dalle forme più curiose sono presentate con pannelli che ne illustrano la storia dando così vita ad un percorso formativo e didattico che non ha età. Ed è proprio dal museo che, rimanendo nel centro storico, ci si può perdere in una rete di vicoletti che consentono al visitatore un richiamo alle antiche costruzioni, alle tradizioni artigiane di un tempo e alla buona tavola.

Corriere del mezzogiorno.it 12 maggio 2011-05-13

A Trebaseleghe l'uomo del paleolitico s'ornava di conchiglie

PADOVA. Indizi di un traffico paleolitico di conchiglie ornamentali dall'Adriatico ai Monti Lessini (nel Veronese) sono emersi ieri dalla scoperta di due nuovi siti preistorici nel comune di Trebaseleghe, non lontano da Padova. Fino ad ora, dicono gli esperti, non si aveva notizia di alcun

16 sito del paleolitico superiore situato in pianura. «Gli strumenti di selce rinvenuti nei due siti hanno una storia che risale a 20 millenni fa - afferma l'archeologo Gabriele Rossi Osmida, autore della ricerca sul posto dopo la segnalazione di alcuni residenti - a quell'epoca gran parte dell'Europa era coperta dai ghiacci, e il livello del mare era più basso di quasi cento metri». Si tratta di strumenti litici eterogenei: i cacciatori paleolitici, spiega Rossi Osmida, seguivano gli spostamenti stagionali delle loro prede, alci e cervi. L'attribuzione dei reperti al paleolitico superiore è dello specialista di preistoria - del Nordest in particolare - Alberto Broglio, il quale sottolinea che finora sono stati «praticamente inesistenti, in area collinare o di pianura, i ritrovamenti riferibili a questo periodo». Le conchiglie di provenienza adriatica rinvenute negli insediamenti del Paleolitico superiore sulle Prealpi veronesi, associate a coloranti ocra, fanno pensare ad una loro funzione ornamentale. «Avremmo pertanto scoperto - rileva Rossi Osmida - un sito posto su un itinerario verso le coste adriatiche, dove i nostri cacciatori paleolitici andavano a rifornirsi di conchiglie decorative: rimane da definire se questo sito rappresenti una stazione di bivacco temporaneo o un insediamento stagionale avanzato per la caccia, come suggerirebbero i reperti fin qui individuati». Da notare che il Centro Studi «Antiqua Agredo» di Trebaseleghe ha ricevuto dal Ministro della Cultura del Turkmenistan, su parere espresso dal Consiglio dei Ministri, le concessioni archeologiche già conferite al Centro Studi Ligabue di Venezia. Lo rende noto il Centro studi del padovano, spiegando che questo è avvenuto in considerazione dei risultati conseguiti negli ultimi dieci anni dal direttore della missione «Antica Margiana», il professor Gabriele Rossi Osmida, attuale presidente di'Antiqua Agredo', il quale ha scoperto la'Civilta' delle Oasì (III-II millennio a.C.) nel deserto del Karakum.

2.4.2011 – Da il mattino di Padova.it

THE CONE COLLECTOR N. 17 – Gennaio 2011 - Pag. 48 Scaricabile gratuitamente dal sito

17 Associazione naturalistica “Malachia”

L’Associazione mette a disposizione degli appassionanti i quaderni di Malachia. Nel sito indicato: Natura mediterraneo http://www.naturamediterraneo.com/forum/topic.asp?TOPIC_ID=139827 sono scaricabili gratuitamente n . 3 quaderni

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Segnaliamo dal sito “Mostra Mondiale di Malacologia”:

Il volume: Malacologia mediterranea. 500 foto a colori, opera monumentale alla quale hanno dato contributi malacologi di tutta Europa. Tutte le specie sono illustrate, 540 pagine, copertina cartonata, formato A4 (30 x 21 cm). Un lavoro che non può mancare nella biblioteca di chi si occupa di conchiglie del Mediterraneo. In un unico volume tutto quanto esiste nel nostro mare, aggiornato come sistematica ed in linea con le più recenti revisioni. Edito da L'Informatore Piceno, con il patrocinio del Museo Malacologico di Cupra Marittima Prezzo: 210,00 Euro

Eventi malacologici 2011

17 e 18 settembre, Ottmarsheim

7, 8 e 9 ottobre, Euro Mineral Expo - Torino, sede del Lingotto.

4 e 5 novembre, Prato, Hotel Datini

12 e 13 novembre – Preziosa – Novegro

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