GIOVEDÌ 11 LUGLIO 2019 23 MESSAGGEROVENETO CRONACADIUDINE la storia Addio al casello della -Majano Demolito il simbolo della ferrovia incompleta. Vecchiet: la volle il Comune per intercettare il traffico della Pedemontana

che molte industrie stavano Giacomina Pellizzari sorgendo a nord e, quindi, sentivano la necessità di por- Addio al casello ferroviario tare e ricevere le merci in dell’incompiuta ferrovia spazi dotati di ampi parcheg- Udine-Majano. Ieri, in via gi. Oltre alla stazione di Pa- Friuli, la ruspa ha demolito derno, un edificio molto de- uno dei simboli dell’opera gradato, resta anche il ponte mai completata realizzata lungo viale Vat. Al momento nella prima metà del Nove- l’unica stazione recuperata cento solo perché Udine non è quella di . Il casel- voleva essere da meno della lo di via Friuli, invece, venne Pedemontana, che si stava acquistato più di mezzo seco- dotando della tratta Saci- lo fa dalla famiglia Fallone e le-Manzano. Il casello, assie- fu trasformato in abitazio- me alla stazione di Paderno, ne. Oggi Enzo Fallone ha de- raccontava la storia del can- ciso di demolirlo per costrui- tiere iniziato nel 1915 e so- re una bifamiliare. speso nel 1932. Sulla Udi- ne-Majano i binari non sono ITALIA NOSTRA mai stati posati. Il casello è «Il casello andava salvaguar- passato di mano, un privato dato», afferma il presidente l’ha abitato fino a due anni della locale sezione di “Italia fa e ora il figlio ha deciso di 1 nostra”, avviando una cam- demolirlo per costruire una pagna di sensibilizzazione bifamiliare. “Italia nostra”, per tutelare quel che rimane l’associazione ambientali- del tracciato Udine-Majano. sta, avrebbe voluto tutelarlo «A esempio la stazione di Pa- ecco perché il presidente, derno – insiste Cragnolini – Gabriele Cragnolini, lancia o il viadotto sopra il torrente un appello per «salvare alme- Cormôr che potrebbe diven- no il tracciato trasformando- tare molto importante per lo in un percorso ciclopedo- l’utilizzazione di un eventua- nale». le percorso ciclopedonale». Da alcuni anni “Italia no- LA STORIA stra” tiene in considerazio- La storia della ferrovia Udi- ne il tracciato come «nuova ne-Majano è una di quelle “Greenway” per il territorio che fanno riflettere. È un’o- udinese, che può raccordare pera incompiuta: «Non chia- 2 3 il nord della città con le zone matela cattedrale nel deser- collinari di Pagnacco e Collo- to», raccomanda il direttore redo con un itinerario ciclo- della biblioteca civica Joppi, pedonale che potrebbe an- Romano Vecchiet, che da che raccordarsi alla Alpe tempo studia le Ferrovie e i Adria», evidenzia il presiden- treni. Nel contributo “La fer- te di “Italia nostra” non sen- rovia incompiuta Udine-Ma- za dimenticare di ricordare jano e Colloredo di Monte Al- che «ora è importante salva- bano” pubblicato dalla So- guardare i rimanenti edifici cietà filologica nel libro dedi- e le opere ancora presenti a cato a Colloredo, Vecchiet testimonianza della linea spiega il significato colto e ferroviaria mai entrata in non sempre compreso dell’o- esercizio. L’idea è stata fatta pera da parte della comuni- 4 4 propria anche dai giovani tà. Da un lato, si legge, c’era del movimento “Friday for «il disegno lungimirante del- 1. La demolizione del casello; 2. Fino a due anni fa l’edificio era abitato; 3, 4 e 5. I vari momenti della demolizione (FOTO PETRUSSI) future” decisi a portare avan- la politica più avanzata ti la rigenerazione del vec- dell’epoca, legato alle pre- ancora per tanti aspetti tipi- struttura ha a che fare con l’e- per far convergere il traffico berto, Colugna-Rizzi, Udi- chio tracciato anche con l’uti- messe di progresso ottocen- camente “feudale” nelle rela- migrazione, con l’abbando- originato dalla Pedemonta- ne, ma nonostante ciò i lavo- lizzo di materiali fotolumi- tesche, che voleva intercetta- zioni tra contado e conti fino no, con un lontano e incerto na in città». ri iniziarono e furono inter- nescenti. Negli anni, la linea re e trasferire su Udine (e a tutta la prima metà del No- ritorno». Erano gli anni del- Nessuno credeva vera- rotti nel 1932. «A Paderno re- ferroviaria senza binari è sta- non su Gemona e ) vecento, che guarda con as- la Grande guerra e la costru- mente al progetto articolato sta la stazione voluta dagli ta in gran parte riutilizzata tutto il traffico che si sareb- soluto distacco all’innova- zione consentì a molti milita- in diverse fermate: Majano, industriali dell’epoca per- dalla strada provinciale, so- be generato lungo la proget- zione che potrebbe sorgere ri di evitare la trincea. «Que- Avilla-Santo Stefano, , ché durante la Grande guer- lo nel tratto Colugna Riz- tata “Pedemontana” tra Saci- con la nuova ferrovia, di cui sta tratta ferroviaria – conti- Treppo, Vendoglio, Collore- ra la stazione centrale era zi-Udine è ancora riconosci- le e Pinzano», dall’altro «l’in- non ne capisce il senso, se nua Vecchiet – nasce per vo- do di Montalbano, Fontana- troppo affollata». Vecchiet bile. — differenza di una comunità, non, forse, quello che l’infra- lere del Comune di Udine e bona, Pagnacco, Feletto Um- lo sottolinea facendo notare BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

in duomo L’ultimo saluto a monsignor Soravito De Franceschi

La Chiesa friulana, le autorità e i fedeli assieme all’arcivesco- vo Mazzocato, ieri sera, hanno salutato per l’ultima volta il ve- scovo emerito di Adria Rovigo, Lucio Soravito De Franceschi. Originario di , monsi- gnor Soravito De Franceschi ri- posa nella cripta da lui stesso voluta quando era arciprete della parrocchia del duomo.