Poste Italiane S.p.A – sped. in a.p. – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 nº 46) art. 1 comma 1- LO/MI Anno XCVII – N. 10 - Novembre 2018 - Mensile dell’A.n.a. 4 novembre 1918 IN COPERTINA AUTORIZZAZIONE TRIBUNALE NUMERO 229 3 novembre 1918: le truppe Iscrizione R.O.C. n. 48 italiane entrano a Trento. La foto è stata scattata in DIRETTORE RESPONSABILE quella che oggi è via Rodolfo Bruno Fasani Belenzani, nel centro città. (Foto da l’Illustrazione Italiana, DIREZIONE E REDAZIONE anno XLV, n. 46, via Marsala, 9 - 20121 Milano 17 novembre 1918) tel. 02.29013181 - fax 02.29003611

INTERNET E-MAIL PUBBLICITÀ www.ana.it [email protected] [email protected]

COMITATO DI DIREZIONE Silvano Spiller (responsabile), 3 Editoriale Mauro Azzi, Giancarlo Bosetti, Bruno Fasani, Roberto Genero

novembre 2018 novembre 4 Lettere al direttore 8 4 novembre 1918: la fine della guerra NON ISCRITTI ALL’ANA Abbonamenti, cambio indirizzo, rinnovi 14 Esercitazione Vardirex: Pc Ana ed Esercito tel. 02.62410215 - fax 02.6555139 20 Don Gnocchi verso la canonizzazione [email protected] Tariffe per l’abbonamento a L’Alpino 24 Convegno annuale del Centro Studi Ana per l’Italia: 15,00 euro 26 Raduno del 1º Raggruppamento a Vercelli per l’estero: 17,00 euro sul C.C.P. 000023853203 intestato a: 30 A Mariano Comense il raduno del 2º Raggruppamento «L’Alpino» - via Marsala, 9 - 20121 Milano 34 Al via i lavori ad Arquata del Tronto IBAN: IT28 Z076 0101 6000 0002 3853 203 BIC: BPPIITRRXXX 36 A Perinaldo il 3º Campionato Ana di mountain bike indicando nella causale nome, cognome 38 Le Fanfare dei congedati riunite a Forlì per il 7º raduno e indirizzo completo della persona a cui dovrà essere spedito il giornale. 40 A Mestre in preghiera alla Madonna del Don ISCRITTI ALL’ANA 42 L’impresa del sergente Qualizza in Siberia Gli iscritti all’Ana, per il cambio di indirizzo, devono 44 Congresso Ifms a Verona rivolgersi esclusivamente al Gruppo o alla Sezione

sommario di appartenenza. 48 Auguri ai nostri veci! 50 Alpino chiama alpino 52 Incontri 56 Dalle nostre Sezioni 62 Biblioteca ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALPINI 63 Cdn e calendario manifestazioni Via Marsala, 9 - 20121 Milano 64 Obiettivo sul Centenario Segreteria: tel. 02.62410200 fax 02.6592364 [email protected] Segretario Nazionale: tel. 02.62410212 [email protected] Il Calendario Amministrazione: tel. 02.62410201 fax 02.6555139 del Centenario [email protected] Protezione Civile: tel. 02.62410205 l Calendario storico 2019 è dedica- fax 02.62410210 Ito al “Centenario dell’Associazione [email protected] Nazionale Alpini”. Nelle 24 pagine di Centro Studi Ana: tel. 02.62410207 grande formato le immagini raccon- [email protected] tano un anno di manifestazioni della Servizi Ana srl: tel. 02.62410219 nostra Associazione, la storia, le atti- fax 02.6555139 vità di conservazione della memoria e [email protected] quelle di volontariato. È possibile fin Stampa: da ora ordinare il calendario storico: le Rotolito S.p.A. Sezioni, i Gruppi e i singoli interessa- Stabilimento di Cernusco sul Naviglio (MI) ti possono richiederlo direttamente a Progetto grafico e impaginazione: Camillo Sassi “L. Editrice s.r.l.”, telefono 019/821863, Chiuso in tipografia il 30 ottobre 2018 cell. 333/4189360, [email protected] Di questo numero sono state tirate 347.406 copie 2 10 - 2018 EDITORIALE Commemorare è educare Mentre il 4 novembre in Italia si commemorava, a distanza di un secolo, l’avvenuta unificazione del Paese, insieme a tutti i Caduti che l’avevano resa possibile, mi trovavo a oltre diecimila chilometri di distanza in un sacrario militare italiano in terra straniera. A Zonderwater per l’esattezza, vicino a Pretoria in Sudafrica. Altra guerra, stavolta, ossia la Seconda guerra mondiale. Diversi gli scenari. Non più le Alpi, ma i deserti del Nord Africa, Libia, Egitto, Etiopia… lì dove la mania del colonialismo spingeva le ambizioni di Mussolini e lì dove Hitler chiedeva all’alleato italiano di fare da diga, cominciando dalla Grecia e dall’Albania, per non essere disturbato da Sud, mentre spingeva le sue mire espansionistiche verso l’Est d’Europa e del mondo. Scenari diversi, ma pur sempre accomunati dal destino di chi ha pagato con la vita. La morte, come la musica, si mescola sempre diventando sinfonia. Capace di commuovere, di alleggerire l’animo e, soprattutto, di far pensare. Ed era un pensiero commosso quello che si scioglieva davanti a 277 tombe, aristocratiche nella loro solenne capacità di intimorire e obbligare al silenzio. Duecentosettantasette “case” dove questi fratelli hanno trovato pace, curate con l’amore che avrebbero le mani di una madre, che qui sono le mani degli alpini e, in particolare, del responsabile Emilio Coccia, che da sempre ha fatto di questo luogo un giardino della memoria. Adesso tutto intorno odora di silenzio e di ordine, a cominciare dallo zelo dei carcerati, in tuta arancio, che qui, lavorando e meditando cercano un riscatto al loro fallimento. Ma un tempo non era così. Prima che la pietà coprisse i segni di quello che fu il più grande campo di prigionia costruito dagli Alleati, qui esistevano le baracche, in legno e mattoni rossi, entro le quali finirono a blocchi 118mila soldati, fatti prigionieri dagli inglesi. Qualcuno di loro sopravvisse e ritornò in Italia. Qualcuno è rimasto laggiù. Ma i più sono morti. Qualche volta sepolti da cristiani, come si usa dire. Altre volte buttati lì, in qualche modo con quello stile che Ugo Foscolo avrebbe chiamato di “illacrimata sepoltura”. A toglierli da un isolamento senza pietà e senza rispetto ci hanno pensato ancora una volta gli alpini. Si sono mobilitati per sapere dove si potevano trovare i resti dei soldati italiani. E li hanno trovati, disseminati negli spazi sconfinati di un Paese grande cinque volte l’Italia. «Siamo andati a cercarli - ci confida Emilio. Li abbiamo raccolti col cappello in testa e li abbiamo portati qui a nostre spese. Ditelo in Italia che qui vogliamo bene ai nostri Caduti». Le parole escono scandite come rintocchi ed hanno l’autorevolezza delle sentenze. Non ci guardiamo negli occhi, perché il pudore ci fa divieto di curiosare nei sentimenti degli altri. Mi chiedo, a bocce ferme, cosa resterà di tutto questo quando non ci saranno più gli alpini a far memoria laggiù e quassù. La risposta mi viene da un detto africano, che mi risuona dentro come un ritornello: “Build a child, build a Nation”. Costruisci un bambino, costruisci una Nazione. Siamo spesso qui a interrogarci sul dopo di noi. Credo che la risposta più vera sia in questa scheggia di sapienza. Il nostro compito è educare le nuove generazioni. Niente di più, niente di meno. Con l’esempio, con la nostra storia, con senso civico e morale, con la nostra grande o fragile fede, perché altri imparino ad amare la Patria come i nostri Caduti l’hanno amata e come noi vorremmo amarla e servirla giorno per giorno. Bruno Fasani 3 10 - 2018 lettere al direttore IL PREMIO LETTERARIO INTERNAZIONALE ra la fine dello scorso settembre quando in redazione mi arri- luogo volevo dire un grazie a chi, con discrezione e passione per Evava dalla Svizzera la comunicazione che mi era stato ricono- la montagna ha fatto circolare l’articolo. Il “colpevole”, che rin- sciuto il podio nel settore giornalismo, all’interno del Premio Let- grazio dal cuore, è il Capogruppo di Toceno, nella Val Vigezzo, terario Internazionale, assegnato dalla Fondazione Valle Bavona Flavio Zamboni. È stato lui a far circolare il pezzo sulla mon- per un articolo sulla montagna apparso su L’Alpino lo scorso tagna. La montagna, appunto. È la terza ragione, per cui sono anno. Da subito, accanto al piacere della notizia, decisi di tenerla qui a condividere la notizia. Gli amici svizzeri che fanno capo riservata. Poi le considerazioni di alcuni amici mi hanno fatto alla Fondazione Valle Bavona, da tempo sono impegnati in tante decidere di condividerla con i lettori de L’Alpino. Almeno per tre iniziative per tutelarla e per favorirne sempre più l’approccio cor- ragioni. Prima di tutto fa un immenso piacere sapere che il nostro retto da parte della gente. La montagna è da sempre punto di ri- giornale scavalca le Alpi e si fa apprezzare anche in ambito non ferimento fondamentale anche per gli alpini. Noi la raccontiamo necessariamente popolato da alpini. Se facciamo opinione anche come meglio possiamo. E qualche volta sembra che ci riusciamo. fuori casa, questa è davvero una gran bella cosa. In secondo Così hanno decretato gli amici svizzeri, che ringrazio di cuore.

“NOI” GUERRAFONDAI sì) difendevano la loro terra. 1940: noi dichiariamo guerra a Francia ed Inghilterra. Poi, “noi” assaliamo la Grecia. Quindi l mio servizio militare si è compiuto nel 1958/59, in Friuli, collaboriamo con il caro Adolf per invadere Paesi Balcanici Inel 3º artiglieria della Julia. Avevo i requisiti per la Scuola e ... Se, secondo qualcuno, ciò significa “difendere” la Ufficiali, ma preferii la naja semplice. In quegli anni, l’ipotesi Patria… Dario Sala, Sezione di Luino d’una guerra in Europa non era del tutto irreale: se si fosse re- alizzata, avrei fatto ciò che mi sarebbe stato ordinato, ma non Come vado dicendo da sempre, facciamo pure la revisione sto- volevo la responsabilità morale di ordinare ad altri. Tanto più rica del perché e del per come delle guerre. Ma non attribuiamo che avevo appena visto il famoso film “Orizzonti di gloria”, il ai soldati gli errori dei politici e di chi li comandava. Essi furo- quale fu una delle più eloquenti denunce di quegli aberran- no soltanto degli obbedienti. Magari per forza, giusto per non ti comportamenti che in tutti gli eserciti s’erano manifestati prendersi una fucilata nella schiena e senza scordare che molti nei gradi superiori. La Prima guerra mondiale era finita da di loro si sono dati fino all’eroismo. quarant’anni: qualcuno dei superstiti era ancora vivo, e ne sentii i racconti a viva voce. Ora ne son passati cento, e vedo con piacere che qualcuno s’è svegliato: mi riferisco alle lettere UN ALPINO SPECIALE pubblicate nel numero di giugno, “Perdono per i crimini di guerra” e “Giustizia per i poveri soldati”. ppena ricevo la nostra splendida rivista, subito mi im- Sono lieto che non siano state censurate, in nome della re- Amergo nella lettura dell’editoriale a tua firma. Ogni volta torica della Patria... Qualcuno protesterà, dirà che si vuol l’articolo è un concentrato di saggezza, alpinità e tanto al- mancare di rispetto a chi “ha dato la vita alla Patria”. Io re- tro… già altre volte volevo complimentarmi, ma pensando plicherei che, più che altro “la Patria ha preso loro la vita”. a quante lettere arrivano in redazione ho sempre rimandato, Sfumatura linguistica? E proprio per questo, quei poveri morti ma stavolta mi sento in dovere di esprimere un particolare e mutilati li compiango e li rispetto ancor di più. Ad ogni ringraziamento per l’articolo apparso sul numero di settem- modo, mi permetto fare un’altra precisazione linguistica: se- bre. Sono uno di quegli alpini che tutti gli anni partecipa condo i dizionari, “difendersi” significa “reagire a qualcosa o alla giornata ai Colli di San Fermo con i disabili, e ogni volta qualcuno che ci attacca”. Ed ecco un breve riassunto storico rientro a casa con riflessioni profonde sulla vita delle perso- delle guerre italiane. Dopo quelle per mandar via gli stranieri ne e dei genitori colpite dalla disabilità più o meno grave. che ci dominavano, ecco le altre: 1896: “noi” attacchiamo Condivido pienamente il pensiero sul Vava: è veramente un l’Etiopia (ci va male ad Adua, pazienza... ); 1911: “noi” attac- alpino speciale e di grande esempio. chiamo la Libia (siamo i primi al mondo ad usare mezzi aerei Andreino Valle - Gruppo Cenate Sopra, Sezione Bergamo per lanciar bombe sull’avversario); 1914: “noi” dichiariamo guerra all’, con la quale eravamo fino ad allora alleati; Ogni tanto qualcuno mi ricorda che noi, prima di essere un 1936: “noi” attacchiamo di nuovo l’Etiopia, dove pare accer- esercito di volontari, siamo una associazione d’Arma. Io ri- tato che abbiamo usato le armi chimiche come mi ha testimo- spondo sempre che ciò è vero, ma l’arma della nostra credibilità niato anche un parente che quella guerra l’ha fatta - e dove il è data prima di tutto dall’essere un polmone di gratuità e di buon Graziani ha ordinato lo sterminio di Etiopi che (quelli servizio a chi è più sfortunato. 4 10 - 2018 GLI EFFETTI DELLE DITTATURE pacifico panorama. Quello che circonda ora il sacrario è pace e un panorama che non sembra possibile sia stato teatro di eggo su L’Alpino che nel Tempio-Sacrario di Cargnacco feroci battaglie di postazione, dove la baionetta e la mazza L(Udine), sono state tumulate le salme di altri 100 alpini ferrata distruggevano vite insieme a gas e bombe. caduti sul fronte russo durante la Seconda guerra mondiale. Lisa Lambertini, San Giovanni in Persiceto (Bologna) Non posso fare a meno di pensare però a quanti giovani sono morti nei campi di prigionia russi, grazie all’interessamento La morte a volte è il grido più alto con cui si possa far riflettere di Palmiro Togliatti con il suo “tovarisch” Stalin. Certo è i vivi. che abbiamo avuto delle belle coppie a fine guerra, Palmiro e Stalin con i gulag, Pertini e Tito con le foibe, tutte a favore degli italiani, si fa per dire! FIUMI DI STORIA Ettore Marzolo, Viareggio il mese di gennaio del 2017. Un caro amico, direttore Caro Ettore, a voler mettere i puntini dove vanno messi, po- È del Coro Ana di un paese della Brianza, mi telefona, per tremmo aggiungere anche Mussolini con Hitler, che in fatto di invitarmi a partecipare con lui al Concorso “Una canzone morti sulla coscienza hanno anche loro una bella parte. Questo per l’adunata del Piave”. non per bilanciare gli errori tra destra e sinistra, ma soltanto Scrivo di getto alcune parole, pensando ad un alpino in trin- per aiutarci a riflettere sugli effetti devastanti delle dittature, a cea alla vigilia di Natale del 1917, quando in molti punti del qualsiasi colore appartengano. fronte si verificò una tregua tra soldati italiani e austriaci. La figura di quel soldato chiuso in trincea mi tormenta. Gli dò voce, immaginando che, nel gennaio 1918, canti una dolce IN VISITA AL SACRARIO ninna nanna a Gesù appena nato, in attesa della fine del- la guerra. Mi accorgo intanto che nelle storie degli alpini è ono Lisa e sono figlia di Adelmo Lambertini, un alpino. quasi sempre presente un fiume. Il Piave, baluardo difensivo SNei miei 43 anni di vita il cappello di mio padre l’ho nella Prima guerra mondiale, ritorna sfigurato nella tragedia sempre visto appeso in un punto di onore in casa. Quando del Vajont. Ancora un fiume, il Tigri, e una diga, quella di ero bambina era in soggiorno, su quadro del congedo e da ra- Mosul, danneggiata dall’Isis, sono teatro della recente mis- gazzina mi fermavo a guardare i volti dei commilitoni del mio sione degli alpini in Iraq. Un altro fiume simbolico è il Don papà, così vicini a me di età. Crescendo ho assimilato molto della Campagna di Russia, che, con il suo carico di soffe- dai libri della biblioteca di mio padre e così a 16 anni avevo renza, si trasforma in strumento di pace attraverso il “Pon- già letto La ritirata di Russia, Centomila gavette di ghiaccio e al- te dell’Amicizia”, che gli alpini hanno donato alla città di tri libri che abbondavano nelle sue mensole. Questa piccola Livenka. Storie di montagna, di neve, di fiumi, di Alpi, ma introduzione è per trasmettere anche a voi lettori l’imma- anche di Appennini e di mare. Come dimenticare l’impegno gine dei volti di quella generazione che è stata chiamata a degli alpini verso i migranti a Lampedusa o nei confronti dei difendere i confini. Cambia l’anno di nascita, ma comunque terremotati dell’Italia centrale? alcuni di quei soldati hanno compiuto i 18 anni nelle trincee Continuo a scrivere, suggestionata da tutte queste scene, che e questo pensiero mi ha accompagnato mentre nell’ossario hanno come denominatore comune il coraggio e la generosi- intravedevo centinaia di teschi accatastati l’uno sull’altro. tà dell’alpino... Grazie, alpini! Una delle signore che hanno partecipato alla gita ha osser- Cinzia Arbizzoni vato che sarebbe stato più rispettoso non rendere i teschi visibili, mentre io credo che quei teschi di giovani soldati I fiumi ci sono quasi sempre nelle vicende degli alpini. E il mo- hanno la missione più grande, ricordarci e farci da monito. tivo è palese. Il fiume è quasi sempre il vero confine naturale Siamo stati accompagnati dal generale in congedo Domeni- che mette di fronte truppe nemiche. Il confine di terra esiste, co Innecco, rappresentante di una fondazione privata che si ma è facile oltrepassarlo. Il fiume domanda fatiche che, come occupa di tenere aperto il sacrario ogni giorno dell’anno, la nel caso del Piave, rasentano l’eroismo. nostra guida nei modi trasmette i suoi ideali e si percepisce un cuore nobile, che parla di quei giovani come dei figli della Patria, arrivati da ogni regione per difendere i confini. Lo IL TESTAMENTO DELL’ANA stesso rispetto lo vuole per gli oltre 5.000 soldati italiani che per i 40 austriaci. Il museo di questa fondazione raccoglie i parla, da tempo, del futuro dell’Ana. Sappiamo benis- ricordi di quella vicenda e delle persone che l’hanno vissuta, Ssimo che tale futuro non è roseo, per evidenti motivi; ad accompagnarci un collaboratore della fondazione con i la soppressione (tecnicamente “sospensione”) della leva, la nonni austriaci. Lui racconta che ad essere da una parte o cancellazione della leva regionale e la conseguente man- dall’altra di quelle trincee erano ragazzi cresciuti nelle stesse canza di ricambio stanno lentamente, ma inesorabilmente, terre, a pochi chilometri. Abbiamo visitato il sacrario, tutto assottigliando le file dei soci. Certo, ci sono gli “aggregati” decorato con affreschi che rappresentano la vita e la mor- e gli “amici degli alpini”, che sono animati dalla più grande te, l’attesa della morte al fronte. Siamo risaliti per gli oltre buona volontà e che spesso sono fondamentali per la vita dei trenta metri della splendida struttura che si armonizza con il Gruppi, ma onestamente non possono bastare a garantire la 5 10 - 2018 LETTERE AL DIRETTORE continuità dell’Associazione in quanto tale. aggettivo del berretto era dovuto forse al berretto che portava E qui il problema è evidente e molti, se non tutti, ne stanno la fanteria soprannominata “la buffa”? discutendo sia de visu che sui social: che fine far fare all’A- Antonio Piccolo, Nervesa della Battaglia (Treviso) na? Non dimentichiamoci infatti che l’Associazione non ha solo in carico la storia e le tradizioni delle penne nere ma ha Caro Antonio, qualche sfottò ci sta anche bene. Tutto dipende anche un importante apparato di Protezione Civile, un patri- dall’animo con cui lo si fa. Se è per prendere in giro è una scema- monio di immobili non indifferente e un insieme di attività ta, ma se serve a creare spirito di cordialità ben venga. Qualche sul territorio che occupano molte persone e che rendono un volta succede anche tra noi alpini con gli artiglieri alpini. A questo grosso servizio alla comunità civile. proposito, agli amici artiglieri che fanno gli offesi perché non li no- Quando le ultime vestigia dell’Ana verranno meno, per ov- miniamo nei discorsi ufficiali, ricordo che quando si parla di alpini, vie ragioni anagrafiche, è evidente che nascerà - per non dire si parla di un Corpo, dove ci sono dentro alpini e artiglieri. Quindi che è già nato - il problema di chi raccoglierà il testimone e niente bizze da primedonne. Quanto al nome “la stupida”, per come lo gestirà. indicare il berretto portato durante l’addestramento, da quanto mi Io, personalmente, e molti alpini la pensano come me, sarei risulta, questo viene dal fatto che la foggia del cappello indossato dell’idea di sciogliere l’Ana quando ancora gli alpini saran- dai militari era simile a quello indossato dai degenti dei manicomi. no ancora in grado di farlo autonomamente, non aspettando Era il “berretto degli stupidi”, da cui è venuto in seguito il nome che muoia d’inedia e soprattutto non “annacquandola” con del nostro copricapo. persone che, seppur animate dalle più buone intenzioni, non sono alpini, perché altrimenti si snaturerebbe la natura stessa dell’Associazione. CASA TERESIO OLIVELLI Nel contempo, proprio per non perdere il patrimonio attual- mente custodito dall’Ana, si dovrebbe pensare di “creare” o scorso mese di ottobre, la Caritas di Norimberga ha una nuova Associazione, culturale e con i dovuti crismi, che Linaugurato nella città di una nuova struttura si assuma l’onore e l’onere di preservare, conservare e tra- denominata “Casa Olivelli”, in ricordo del beato Teresio mandare quanto di buono hanno fatto gli alpini in oltre 140 Olivelli che subì il martirio in “odium fidei” proprio nel cam- anni di vita. A questa nuova associazione - che ovviamente po di sterminio in quel territorio. L’ex “Casa di riposo al City non si chiamerà più Associazione Nazionale Alpini - potran- Park” d’ora in poi si chiamerà “Casa Teresio Olivelli” ed ospi- no partecipare tutti coloro che amano la montagna e che la terà oltre agli anziani, anche i malati terminali nella nuova studiano, coloro che si sentono vicini ai valori degli alpini sezione di day hospital per le cure palliative. L’arcivescovo e, naturalmente, anche gli alpini che ne vorranno far parte. di Bamberg, mons. Ludwig Schick dopo aver benedetto la Il nostro Labaro, carico di gloria e sangue con le sue 216 lapide e la targa con la nuova denominazione della struttura, Medaglie d’Oro, a questo punto dovrebbe venir portato a ha evidenziato la testimonianza cristiana e il sacrificio eroico Roma, all’Altare della Patria, a riposare assieme alle Bandie- in nome della fede e della carità del Beato. Il direttore della re di Guerra di tutti i reparti che hanno lottato per l’Italia. Caritas, Groß, ha confidato che la frase di Olivel- La mia è probabilmente un’idea che a molti non piacerà, per li “Non posso lasciarli soli, vado con loro”, pronunciata nel motivi che qui non è il caso di parlare, ma è sicuramente la campo di Flossenbürg nell’atto di seguire volontariamente i soluzione più diretta e la meno ipocrita per uscire da una più sfortunati destinati al campo di sterminio di Hersbruck, situazione che, piaccia o no, è alle porte, e alla quale bisogna è stata all’origine della decisione di dedicargli la rinnovata pensarci ora. realtà assistenziale a servizio di anziani e ammalati. L’esem- Grazie e in alto la penna! pio di Olivelli, che ha curato e donato conforto spirituale ai Roberto Buffolini malati e ai moribondi del lager di Hersbruck, sarà modello e guida degli operatori sanitari e del personale tutto di “Casa La lucidità con cui pianifichi il futuro dell’Ana mi ricorda quel- Olivelli”. A nome della Diocesi di Vigevano, il postulatore la di un notaio alle prese con la stesura di… disposizioni testa- della causa di canonizzazione, mons. Paolo Rizzi, ha inviato mentarie. Scherzi a parte, io credo che la storia non sia mai un messaggio letto nel corso della significativa cerimonia, lineare, ma popolata di imprevisti che ne possono modificare il nel quale ha evidenziato che la residenza intitolata al nuo- percorso e di conseguenza le previsioni. Per cui navigare a vista vo Beato, martire della fede e difensore dei deboli, esprime mi sembra forse la cosa più realistica da mettere in atto. la sensibilità evangelica di quella comunità cattolica verso le persone più fragili, testimoniando concretamente i valori cristiani vissuti da Teresio Olivelli, che è stato ucciso per- IL BERRETTO DEGLI STUPIDI ché i suoi persecutori del campo di sterminio odiavano la sua fede cristiana, che egli esprimeva con atteggiamenti religiosi opo il Car a Bassano sono stato trasferito all’8º Alpini e caritativi. Dalla caserma Di Prampero a Udine. Ricordo che all’epoca Vittorio Testa esisteva una grande rivalità tra noi alpini e la fanteria che era nominata “La buffa”. Inoltre durante il campo estivo in Come alpini e come cristiani la notizia ci riempie di orgoglio e caserma si usava spesso quello che si chiamava il berretto da ci conferma, se mai ce ne fosse bisogno, che il bene si fa sempre stupidi, il cappello alpino si usava nella libera uscita. Questo strada, oltre i muri dell’odio e della violenza. 6 10 - 2018 NONNISMO E BULLISMO feste dei Gruppi della mia Sezione e a volte quelle limitrofe con il gagliardetto. Quando ho presenziato la festa del 90º eggo sempre con curiosità la tua rubrica e ultimamente del Gruppo di Viu, durante lo schieramento al monumen- Li numerosi scritti relativi al servizio militare (naja), ma to ai Caduti, la banda del paese che ci accompagnava si è non vedo mai citato il fenomeno del “nonnismo” che ai tem- messa a suonare “Bella Ciao”. Io e molti altri alfieri ci sia- pi odierni forse lo chiameremmo “bullismo”. È forse un tabù mo guardati e non sapendo che fare siamo rimasti sull’at- o si tratta solamente di una leggenda metropolitana? tenti mormorando il disappunto (molti volevano abbassare Gradirei un’opinione in merito. il gagliardetto e andare via). Il monumento era dedicato ai Gianmario Mutti, Sezione Caduti partigiani. Nei partigiani (onori al merito per carità) c’erano persone provenienti da più classi sociali e parti po- Sarà perché, a parte qualche sfottò, io non l’ho mai sperimenta- litiche che hanno contribuito alla liberazione, però tra loro to, sta di fatto che il nonnismo non va ricondotto ad una prassi si erano anche aggregati delinquenti e truffatori che hanno che meriti attenzione, quanto alla stupidità di singole persone, ucciso e depredato molti innocenti nei nostri paesi di colli- inqualificabili, che oggi finirebbero dritte in tribunale. na e di montagna (testimonianze di veci “andati avanti”). Le domando se è stata una cosa giusta suonare quel pezzo, secondo molti di noi, abbastanza di sinistra; l’Ana dovrebbe QUELLE NOTE STONATE stare fuori dalle parti. Carlo Piazza, Sezione Torino crivo per un chiarimento riguardo un caso alquanto ano- Smalo. Quasi tutte le domeniche sono a presenziare alle Hai perfettamente ragione.

Lettera al Presidente Mattarella per il ripristino della festività del 4 Novembre

Ill.mo Signor Presidente, il 4 novembre del 1918, con la firma dell’armistizio a Villa Giusti, si è concluso uno degli eventi più tragici nella storia d’Italia, che da un lato ha portato alla completa unificazione del territorio italiano, ma dall’altro è costato la vita a centinaia di migliaia di giovani italiani immolatisi sui fronti della Grande Guerra. I nostri Padri già dal 1919 istituirono, nella giornata del 4 novembre, la Festa delle Forze Armate e dell’Unità d’Italia, unendo in questo modo, indissolubilmente, il sacrificio di così tanti uomini in armi e la riunificazione della nostra Nazione. Questa giornata fu decretata Sacra e festiva per consentire a tutti di recarsi nei luoghi della memoria e tributare un doveroso e riconoscente omaggio a tutti i Caduti, là dove anche le più alte cariche dello Stato si sono sempre recate in muto pellegrinaggio e raccoglimento. Poi, nel 1976, un improvvido provvedimento legislativo relegò questo giorno della memoria a celebrazione di second’ordine, aggregandolo alla prima domenica di novembre. Signor Presidente, a nome degli oltre 350.000 Soci ed Amici dell’Associazione Nazionale Alpini, La prego di farsi promotore nel ripristino della festività nella giornata del 4 novembre, ridando la legittima autorevolezza ad una data che rappresenta il sacrificio di tanti italiani in armi, ieri come oggi, e richiama a tutti gli Italiani l’identità in una Patria ed ai suoi valori. Certo che saprà interpretare il nostro sentimento di devozione nei confronti dei nostri Padri che seppero costruire la nostra Nazione, Le porgo i più distinti saluti. Il Presidente nazionale Sebastiano Favero

7 10 - 2018 4 novembre 1918 2018 Agli dei piacque diversamente

osì lo storico militare Piero Pie- inizia la vasta manovra d’aggiramento Altopiani, il 2 quelle di Val Lagarina e ri descrive il rapido affastellarsi della fronte montana nemica, son una del fronte dallo Stelvio al Garda: la sera Cdegli eventi negli ultimi giorni grande conversione a sinistra, sulle pre- era occupata Rovereto, e il Boroević di guerra, di cui fu testimone diretto in alpi bellunesi. Più a sud, la 3ª armata si comunicava di non ritenere possibile qualità di ufficiale degli alpini: “Il 30 pone in moto. Il numero dei prigionieri la conservazione delle vecchie posizio- ottobre falliscono i tentativi austriaci supera i 50.000, con la conquista di 300 ni del 1915! Le colonne nemiche erano di rinsaldare alla meglio sulla terza li- cannoni. […] Ormai l’esercito austriaco ovunque in fuga, dappertutto, inseguite, nea di difesa una nuova fronte; e anzi, era in pieno sfacelo. Il 1º novembre en- fermate, sopravanzate dalle avanguardie l’8ª armata, padrona di Vittorio Veneto, travano in azione anche le truppe degli italiane. Il 3 novembre alle 15,15 gli ita- 8 10 - 2018 3-4 NOVEMBRE 1918. VINCITORI E VINTI Agli dei SUL FRONTE ITALO-AUSTRIACO piacque diversamente

Truppe italiane in Piazza Dante a Trento.

liani entravano in Trento, meno di due vinti che i fotografi e i cineoperatori sfacelo del mondo; e, al termine della ore dopo i bersaglieri italiani sbarcava- italiani fissarono su pellicola: lunghe, marcia, i campi di raccolta e le stazioni no a , ancora un’ora più tardi, alle interminabili file di soldati ormai in ferroviarie che pullulano di questi uomi- ore 18, era firmato a Villa Giusti, presso disarmo che risalgono al nord e saluta- ni in attesa di qualcuno o qualcosa che Padova, l’armistizio che poneva termine no, sventolando il cappello e sorriden- li sfami e li riconduca finalmente ai loro alle ostilità alle 15 del giorno seguente”. do (dopo tanto tempo il sorriso…) alla paesi: sfatti, sfiniti, miserabili, cenciosi, Di quei giorni in cui si compì la disfat- camera che li riprende; ai lati del loro di nuovo senza sorriso. ta dell’esercito austro-ungarico a noi percorso, le rovine, i cavalli morti, le Che cosa era accaduto a imprimere una rimangono soprattutto le immagini dei armi abbandonate, che testimoniano lo svolta decisiva alla guerra sul fronte 9 10 - 2018 4 novembre

1918 italiano? Lasciamolo mondiale fu una guerra di logoramento Soldati austriaci a Trento dopo la resa. 2018 dire ai due storici Ma- che non lasciava spazio a manovre na- rio Isnenghi e Giorgio poleoniche. Anche i successi offensivi Rochat: “La battaglia degli alleati tra agosto e novembre 1918 di Vittorio Veneto sul fronte francese furono permessi dalla non fu la vittoria na- loro netta superiorità di forze, ma prima poleonica che procla- ancora dalla crisi dell’esercito tedesco ma l’agiografia nazionale. ormai esausto, privo di riserve e di rifor- I combattimenti sul Grappa nimenti essenziali”. terminarono senza né vinti né La memorialistica austriaca è piena di © Laboratorio di storia Rovereto vincitori (date le circostanze, non è questa fame, di questa miseria, di que- scorretto che entrambi i contendenti li sta stanchezza, che furono complici nel considerino un loro successo), il forza- chiudere i fronti. mento del Piave fu condotto con bravu- L’ingegnere-tenente Leo Handl, pro- ra ed efficacia, ma il suo sfruttamento in gettista e costruttore assieme ai suoi profondità fu permesso non dalla mano- uomini, della “Città di ghiaccio” nella vra di Caviglia, bensì dal collasso dell’e- Marmolada, l’ultimo anno di guerra fu sercito austro-ungarico. Ricordando ciò sull’Ortler e lì si avvide subito che le non intendiamo togliere alcunché al cose si mettevano al peggio, perché “la prestigio di Diaz, Badoglio e degli altri povertà e le forze della natura” rende- comandanti italiani. La Prima guerra vano quasi impossibili i rifornimenti e,

Camminamenti nella neve sul Monte Lozze, in Ortigara.

dunque, la permanenza delle truppe in quota: le munizioni erano scarse; legna e cibo arrivavano dal basso in quantità minime e sempre più di rado; gli uomi- ni, soldati e portatori, logorati e stanchi, soprattutto – osservava Handl – i figli dei contadini, che si ammalavano con maggior frequenza dei cittadini, essendo più deboli e più vulnerabili alle insidie del vento, del freddo, della fatica. “Un vecchio uomo galiziano mi si avvicinò, si inginocchiò, e con le mani alzate mi pregò: ‘Per favore, signor ufficiale, mi spari, sono stanco morto!’” Per sopperi- re alla mancanza di rifornimenti, Handl arrivò a mandare, di sua iniziativa, il sottufficiale contabile del suo reparto in Ungheria, “dove ancora non c’era mise- ria”, per acquistare speck e altri salumi. La guerra - stanziale, totale, imprevedi- bilmente lunga - non era sopravvissuta a se stessa: provocando fame, di fame si esaurì. E con essa si erano esauriti gli uo- mini e le risorse, i boschi e le foreste, gli animali domestici e selvatici. Certo, a Trieste come a Trento i soldati italiani entrarono accolti da case im- 10 10 - 2018 Soldati austriaci a Trento dopo la resa.

bandierate e plaudenti, da una Soldati italiani durante una lato ritornasse alla normalità; o popolazione festosa e fiduciosa Messa sul fronte dolomitico. presunta, perché troppe e trop- nell’avvenire; ma tutt’attorno si po profonde furono le ferite in- stendeva la “zona nera”, dove i ferte; troppe le vedove e troppi profughi e i soldati, rientrando gli orfani e gli illegittimi, troppi dagli esili e dai fronti o dalle i mutilati e gli invalidi, troppi gli prigionie, trovarono le case di- offesi e i non tornati. E troppe le strutte e razziate, le campagne lacerazioni che la guerra aveva devastate, i boschi infranti, gli prodotto all’interno delle comu- alveari senza più le api, le mon- nità “irredente”, costringendola tagne violate, il suolo contami- finanche al fratricidio. nato. Insomma, tutto troppo perché Scrisse un profugo della Vallarsa “il mito della guerra eroica, la al suo rientro: “I paesi lungo la sua celebrazione monumentale, valle erano irriconoscibili tutte l’enfasi sul sacrificio dei volon- le case sembravano e avevano la tari per l’Italia potessero incon- forma di una massa di sassi e cal- trare facile adesione presso uo- ce. D’ogni parte del terreno, c’erano cer- e là delle croci, segno che giaceva una mini e donne che della tragedia europea ti buchi scavati in special modo da non salma un eroe della Patria. Nei boschi avevano conosciuto direttamente altri credere sia stato i proietili. Certe file di non esisteva nessuna pianta tutto ave- volti e altri scenari, e che si trovavano articolati [reticolati] davano una brutta vano tagliato. Qua e la per la campagna di fronte alla necessità di elaborare altri impressione come pure tante bocchette vedevasi dei camposanti militari, pure lutti”, spesso essendone impediti. Tutto delle gallerie scavate nei monti. Vedere nei boschi si trova delle tracie umane, in qualche modo pre-avvertito da colo- tutte queste cose nuove non sembrava teste abiti corpi e tante altre cose da im- ro che, combattendo quella “guerra di davero fosse la terra d’una volta, ove si pressionarsi”. liberazione”, si accorsero che fra loro e è nati e cresciuti. Lungo il cammino si Servirono anni, diecine d’anni, perché i “liberati” mancava qualcosa che li fa- vedeva dei Campi Santi, nei prati qua quel territorio così spogliato e disartico- cesse identificare come “fratelli”. E ne 11 10 - 2018 4 novembre 1918 2018

Alpini del Btg. Val d’Orco nella zona del Monte Nero, alto Isonzo.

scrissero o ne fornirono testimonianza ci accoppare per gente che se ne frega - Noi vogliamo restare sotto l’Austria che nel dopoguerra. pensavamo - che di unirsi all’Italia non economicamente ci tratta bene; ma vo- Il colonnello degli alpini Giacomo Cal- gliene importa di niente…’” gliamo restarci come italiani, con le no- vi, parlando di Cesare Battisti nel corso Naturalmente, non fu sempre così: la stre scuole e la nostra lingua’. Io rimasi di un’intervista, ricordò: “Mi colpiva guerra chiude e apre, imprigiona e li- sorpreso, meravigliato, confuso. Da allo- quel suo modo esclusivo di sentirsi ita- bera. Per capirlo basta anche un solo ra in poi conobbi come i governi usano liano, al contrario di altre popolazioni episodio come questo. Il bersagliere la propaganda per gabbare i popoli, per della sua stessa zona che, pur essendo venticinquenne Giuseppe Filippetta ar- spingerli fino alla guerra”. italiane per lingua e tradizione, non rivò a Fiera di Primiero in Trentino da Che uomini erano quelli che, a fine avvertivano nessun richiamo verso la Moricone (Roma), trovando ospitalità guerra, tornarono “vivi” dal fronte? madrepatria. Anche toccare con mano in casa di Maria O., il cui marito era a Erano uomini profondamente mutati, un fatto del genere aveva creato nei combattere sul fronte orientale contro i irriconoscibili, che avevano visto e fatto nostri soldati dei contraccolpi negativi: russi. Nella lunga e forzata convivenza cose che travalicavano ogni limite pre- noi eravamo stati educati a pensare che si insinuò fra i due, il soldato italiano cedentemente assunto, assimilati da un il Trentino e la Venezia Giulia, tenuti “liberatore” e la donna italiana “libera- altrove a cui non sarebbero più sfuggiti. schiavi dall’Austria, aspettavano solo di ta”, un rapporto quasi di amicizia, che La guerra li aveva semplicemente inva- essere liberati: trovarci invece di fronte inquietava più lui che lei e che fu pro- si, costringendoli, una volta (non) rien- alla freddezza e al disinteresse, come ci prio lei ad accomodare semplicemente, trati nel mondo civile, al mutismo ov- è capitato spesso, metteva in crisi tutte e pacatamente, così: “‘Giuseppe, noi vero alla coazione ossessiva al ripetere. le nostre convinzioni, facendo calare lo siamo un po’diversi da voi meridiona- Fin dai suoi inizi la guerra di posizione slancio e l’impegno… ‘Stiamo qui a far- li: da noi non c’è gelosia come da voi. alimentò la separazione/opposizione fra

12 10 - 2018 il “mondo della trincea” e il “mondo dei Così, nella memorialistica e nella let- daveri dei cavalli e dei compagni caduti. borghesi”, proiettata sul futuro. A mag- teratura austro-tedesca il tema del non Ritornate erano soltanto le loro parven- gior ragione lo fece quando sembrò non ritorno dei reduci è presente ovunque. ze. I morti laggiù non erano morti. I vivi, aver mai fine e si accentuò la contrap- Bastino, a provarlo, questi frammenti ritornati a casa, erano i veri morti”. posizione fra alto e basso, di cui non c’è de Lo stendardo del grande scrittore, e Diego Leoni memoria diretta o testimonianza sulla ufficiale, austriaco Alexander Lernet guerra di montagna che non la registri. Holenia. “Si trattava di gente che era ri- I COSTI UMANI DELLA GUERRA Fra tutte, e su tutte, quella di Massimi- tornata a casa perché aveva creduto che I morti sul campo dei principali eserciti liano Majnoni, ufficiale del Val d’Intelvi la guerra fosse terminata. Essa invece Russia 1.700.000/2.500.000 sull’Adamello: “Occupati nel nostro do- continuava. Continuava in tutti colo- Germania 1.800.000 vere quotidiano che ci stancava fisica- ro che erano ritornati. Eppure in realtà Francia 1.350.000 mente, non facevamo nemmeno più la non erano ritornati. In realtà erano an- Austria-Ungheria 1.300.000 Gran Bretagna 750.000 fatica di tornare col pensiero a quell’ini- cora alla guerra, l’avevano dentro di sé, Italia 650.000 zio fiammeggiante della guerra, quando e mentre ogni cosa all’intorno avrebbe Stati Uniti 100.000 eravamo partiti per salvare l’umanità e il dovuto essere come era stata prima, essi Australia 60.000 diritto. E così non pensavamo nemme- non vi si intonavano più. Essi erano nel- Canada 60.000 no alla fine della guerra. Cioè ci si pen- le loro abitazioni, ma avevano l’impres- Belgio 50.000 India 50.000 sava, ma sapevamo che non era vero; sione di dover ripartire immediatamen- Nuova Zelanda 16.000 non c’era ragione che finisse. Del resto, te. […] I reduci non erano ritornati dal Il totale di 10 milioni di morti è approssima- cosa importava a noi che finisse? Tan- campo, ma erano rimasti accanto alle tivo e non comprende le vittime civili. to i nostri compagni erano morti prima artiglierie, nelle trincee, insieme ai ca- I profughi europei furono circa 17 milioni. di noi, e avanti fossero venuti sotto le armi i soldati della pace, noi saremmo certamente tutti con le scarpe al sole. Dunque stiamo contenti di arrivare a sera. Limitata dal circoscritto orizzonte delle nostre montagne s’era sviluppata nell’interno della compagnia una specie di fiera vita feudale; l’unità necessaria dal punto di vista militare aveva salda- to anche gli spiriti. La compagnia ormai ubbidiva a proprie leggi interne, spesso in contrasto col regolamento di disci- plina, alle quali s’attenevano sempre e ufficiali e soldati.” Due mondi a parte, che in guerra non si parlavano e forse non si parlarono più: nemmeno a pace firmata, nemmeno se da vincitori. Anzi, se c’è un tema che accomuna vinti e vincitori è proprio quello di una comunità militare che si era andata annidandosi nel cuore della società. Si manifesterà nel dopoguerra in tutta la sua forza dissacrante ed erom- Due alpini posano pente, con tutto il suo carico di sofferen- accanto al cippo za e di violenza accumulato e represso. eretto in omaggio al loro compagno Rendendo la vittoria, questa volta sì, d’armi Attilio Carteri, “mutilata”, come la sconfitta. sottotenente del Btg. Feltre, Medaglia d’Argento al V.M., caduto da eroe sul Monte Cauriol.

13 10 - 2018 “INTEGRAZIONE” TRA PROTEZIONE CIVILE ANA E TRUPPE ALPINE Sogno che diventa realtà Anime diverse Vardirex. Un nome difficile per un’operazione com- plessa che per la prima volta ha visto, sotto l’egida per un fine del Dipartimento nazionale di Pc, uomini e mezzi della Protezione Civile Ana e dell’Esercito operare comune fianco a fianco in una maxi esercitazione. Lo scopo è quello di integrare e armonizzare le procedure ope- rative, per essere più pronti nella gestione delle emergenze sul territorio nazionale. Nel veronese le autorità hanno potuto toccare con mano alcune fasi delle operazio- ni. «Per le Forze Armate questo è un impegno costante - ha detto il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito gen. C.A. Salvatore Farina - e abbiamo ben 12 reparti in tutt’I- talia che possono intervenire a fianco della Protezione Civile locale o nazionale. E in quest’ultimo ambito l’Ana, con la sua grandiosa organizzazione, concorre in modo fondamentale, dando l’esempio». «L’Esercito - ha sottolineato il capo Dipartimento della Protezione Civile Angelo Bor- © ComTA © ComTA

14 10 - 2018 “INTEGRAZIONE” TRA PROTEZIONE CIVILE ANA E TRUPPE ALPINE PROTEZIONE CIVILE Sogno che diventa realtà relli - è prezioso nella gestione delle maxi emergenze ma anche nella cosiddetta seconda fase con la necessità di provvedere agli insediamenti provvisori. In questo le capacità dei militari unite a quel- le dell’Associazione Nazionale Alpini possono tornare sicuramente utili per realizzare un sistema di gestione più efficiente». «Di sinergia, integrazione tra la Protezione Civile, di cui fa parte l’Ana, e le Forze Armate» ha parlato il comandante delle Truppe Alpine gen. C.A. Clau- dio Berto, ribadendo «l’importanza nell’essere capaci di rispondere insieme alle emergenze». Il Presidente nazionale Sebastiano Favero ha concluso: «Vardirex è stata una grande sfida per dimostrare ancora una volta la capacità degli alpini di operare con i loro colleghi in armi. Una capacità che nasce da lontano, dalle emergenze che già negli anni ’60 vedevano i militari con la penna lavorare gomito a gomito con il personale dell’Associazione. A Vardirex abbiamo visto lo stesso spirito ma con una capacità operativa nuova e più moderna».

La parola d’ordine è insomma quella di cooperare in un sistema articolato di prote- © ComTA zione civile con l’unico fine di salvaguardare i cittadini. Forse il più bel modo di mettere in atto il principio della sussidiarietà a cui lo Stato dovrebbe sempre attenersi e che tende a facilitare la tutela di un patrimonio essenziale come il bene comune.

Il coordinatore nazionale di Pc Ana Gianni Gontero durante una riunione operativa con l’Esercito. © ComTA © Meroni

Il Capo del Dipartimento nazionale di Pc Angelo Borrelli, il Capo di S.M. dell’Esercito Salvatore Farina, il Sindaco di Caprino Veronese Paola Arduini 15 e il nostro Presidente Sebastiano Favero. 10 - 2018 PROTEZIONE CIVILE alle collettività. Ma Vardirex è stata anche nello scenario abruzzese a Cop- anche la prima volta che la Sanità al- pito, dove solo un meteo avverso mi ha di pina, unita nelle sue due componenti, impedito di stringere personalmente la Gianni l’Ospedale da Campo Ana e le Squa- mano a ciascuno di voi. Gontero dre sanitarie di autoprotezione, hanno Una integrazione, una identità di in- operato davvero assieme. tenti, di vedute, di comportamenti, un Era un sogno accarezzato da tempo, sogno che è divenuto realtà, un model- ardirex 2018, la Various Disa- preparato nei minimi dettagli con lo per il futuro, il futuro della Sanità ster Relief Management Exerci- una sinergia ed una identità di ve- alpina, unita e coesa a partire dai verti- Vse, l’esercitazione congiunta tra dute con l’amico Sergio Rizzini, di- ci, fino ai volontari. la Protezione Civile dell’Associazione rettore dell’Ospedale da Campo Ana Ma Vardirex è stata anche e soprattut- Nazionale Alpini e le Truppe Alpine, al quale il Cdn, nel novembre 2017, to l’esperimento della integrazione più con la collaborazione del Dipartimen- ha dato gambe da camminare. E pro- profonda tra l’Ana e le Truppe Alpi- to nazionale della Protezione Civile, prio da questa integrazione, da questa ne, tra le due componenti della grande dell’Aviazione dell’Esercito e dell’Ae- “rivoluzione vincente” voglio partire. famiglia alpina che da sempre rappre- ronautica Militare si è appena conclu- Vi ho visto operare fianco a fianco, sentano il meglio della nostra società. sa. Gli oltre 800 tra uomini e donne esattamente previsto quando la Sani- Un’integrazione, anche in questo caso, delle Truppe Alpine e della Protezione tà alpina è stata “riunita”, nel Posto accarezzata da tempo, che in Vardirex Civile Ana stanno rientrando alle loro Medico Avanzato, presso lo scenario ha trovato la sua attuazione più pro- case, così come, ormai, anche tutti gli piemontese di Vardirex, a Salmour, a fonda. assetti, i materiali e le attrezzature Caprino Veronese, nel “Light Field Abbiamo visto nel cuneese e in Abruz- hanno fatto ritorno ai loro stoccaggi. Hospital”, l’Ospedale da Campo “leg- zo lavorare fianco a fianco i volontari Non è facile per me scrivere “a botta gero”, totalmente costituito da tende della Protezione Civile Ana con i ra- calda”, a pochi giorni di distanza da e al Pma di Ferrara di Monte Baldo, gazzi e le ragazze della Brigata alpina questa esperienza meravigliosa. nei primi momenti della simulazione Taurinense, a Caprino Veronese con Vardirex è stata l’inizio di un cam- di una maxiemergenza sanitaria. Mi i militari delle Truppe Alpine e della mino di integrazione tra due eccel- hanno raccontato di analogo successo Brigata alpina Julia. Vardirex è davve- lenze italiane al servizio del Paese, le Truppe Alpine e l’Ana, una unione che non potrà che accrescere le pro- prie sinergie e portare grandi vantaggi © Meroni 16 10 - 2018 © ComTA ro il punto di partenza per un cammino di integrazione e di collaborazione che, ne sono sicuro, ci porterà lontano, as- sieme, Ana e Truppe Alpine, con un unico vero punto di arrivo: offrire il meglio alla collettività in caso di emer- genza. E se ne sono accorti tutti, a par- tire dalle più alte cariche ed autorità civili e militari. E tutti sono rimasti colpiti ed entusiasti di quello che siete riusciti a fare nei giorni dell’esercita- zione. A complimentarsi con voi, e a stringer- vi la mano, non solo in modo figurato, il Capo di Stato Maggiore dell’Eser- cito, gen. Salvatore Farina, il coman- dante delle Forze Terrestri, il “nostro” gen. Federico Bonato, il comandante © Meroni Truppe Alpine, gen. Claudio Berto, il direttore della Pc Angelo Borrelli, tut- ti colpiti dall’efficienza e dalla efficacia dimostrate. Non è facile, dicevo, parlare di un ca- polavoro come quello che voi avete fat- to con Vardirex. Ma una cosa va detta, a voi che avete dato tutto e forse di più in questi giorni di esercitazione: grazie! © ComTA © ComTA PROTEZIONE CIVILE

di Sergio Rizzini Sanità alpina © Comando Alpine Truppe

Ana e Truppe Alpine in attività congiunta di soccorso a Ceraino. aro Francesco dedico a te il suc- ciò rappresentasse una grande opportu- cesso di Vardirex, te ne sei anda- nità sia per le squadre che per l’ospedale, Francesco Caminiti, logista ed elettricista Cto proprio mentre noi festeggia- un vecchio adagio recita che “l’unione dell’Ospedale da Campo, scomparso vamo la piena riuscita di quel progetto fa la forza”, aggiungo io che “il confron- prematuramente. che tu hai appoggiato fin da subito ed to e la collaborazione arricchisce”, per al quale avresti partecipato con tutto questo, insieme all’amico Angelo Ma- l’impegno possibile come hai sempre riani (responsabile nazionale squadre fatto, ti ha fermato la malattia ma il tuo sanitarie) e la mia collaboratrice Fede- spirito ed i tuoi insegnamenti saranno rica De Giuli (direttore sanitario Gimc) sempre vivi con noi, a te uomo sempli- abbiamo iniziato a spiegare ai volontari ce, sincero, vero, a te fratello di grandi delle squadre perché eravamo convinti, avventure… a te che sei “andato avan- come lo era il compianto dott. Gastaldi ti” troppo presto. A novembre 2017 il con il quale più volte, prima della sua Cdn volle affiliare le squadre sanitarie dipartita, ho sperato e sognato la nostra di autoprotezione della Pc Ana all’O- unione, convinti che ciò era la cosa più spedale da Campo ed al Gimc, questo giusta e naturale. produsse una serie di perplessità e di ti- Fu così da gennaio iniziammo ad incon- mori in molti amici delle squadre, non trare i colleghi delle squadre nei vari rag- capivano se questo potesse portare ad gruppamenti per spiegare loro che tale un rilancio della specialità oppure rap- novità sarebbe stata un’opportunità per presentarne la fine. Paure lecite che na- tutti e soprattutto si sarebbe potuta fon- scono in ognuno di noi di fronte a gran- dare la Sanità alpina. Proprio nel primo di cambiamenti, non si capiva se era un incontro a Bassano, l’amica Irene Berga- premio oppure un castigo. min fresca di nomina come coordinatri- Personalmente ho sempre pensato che ce sanitaria 3º Rgpt, mi propose entusia- 18 10 - 2018 «SAPPIATE CHE È NATA UNA NUOVA STELLA NELLA GRANDE Sanità alpina FAMIGLIA ANA» Il personale dell’Ospedale sticamente un’esercitazione nazionale di da Campo impegnato nelle operazioni di soccorso. tutta la componente sanitaria Ana, era una sfida fantastica che non potevo non cogliere e così cominciammo a pensare quando, dove e come farla. Grazie alla

fiorente e rinnovata collaborazione con © Stefano Meroni la Pc Ana e soprattutto al sodalizio con l’amico Gianni Gontero e il successivo incontro con il neo comandante delle Truppe Alpine gen. C.A. Claudio Ber- to, un idea ambiziosa si trasformò in un progetto quasi impossibile per i più, ma non per noi. Si decise in quella sede di organizzare un’esercitazione che coinvolgesse an- che le Truppe Alpine, che avesse come parola d’ordine l’integrazione tra Ana e Sappiate tutti che è nata una nuova stel- Sanità alpina e gli alpini saranno sempre Truppe Alpine, dando seguito alla col- la nella grande famiglia Ana, si chiama più splendenti. Siamo certi che questo laborazione sancita nel protocollo d’in- Sanità alpina ed è una stella che brilla di nostro entusiasmo ha contagiato anche tesa firmato tra Ana e Stato Maggiore luce propria, nel futuro sarà sempre più i nostri amici delle Truppe Alpine. Ora Difesa nel dicembre 2017. splendente, ha lavorato in modo super- camminiamo, baldanzosi e consapevoli A giugno nacque Vardirex 2018, eserci- bo, con abnegazione fuori dal comune della nostra forza, verso il futuro speran- tazione senza precedenti con tre scena- e con grandissimo senso di responsabi- do che tanti altri si uniranno a noi co- ri principali diversi e simultanei in tre lità e professionalità adattandosi senza gliendo la sfida del donare agli altri, che zone del Paese diverse e lontane tra loro, problemi a cambiamenti di programma, siano medici di ogni specialità, infermie- con numerosi sotto-scenari articolati e spostamenti di orari, modifica di piani ri con varie specializzazioni, chiunque complessi che avrebbero messo a dura ma sempre con il sorriso di chi è coscien- volesse unirsi a noi sarà il benvenuto, prova le capacità di ogni singola spe- te di stare facendo la storia, contagiando formato, istruito, equipaggiato e adde- cialità coinvolta sia Ana, che Forze Ar- tutti con questo fuoco inesauribile. strato, per cogliere altre importanti sfide mate, che Dnpc. C’era però una nuova Voglio ringraziare tutti voi per quanto anche se queste sembreranno impossibili variabile a complicare il tutto, sempre il avete fatto, vorrei potervi citare tutti ed essere pronti ad aiutare gli altri viven- gen. Graziano ci lanciò la sfida impossi- uno a uno perché mi siete entrati nel do i valori che l’Ana propone e protegge bile: svolgere questa complessa attività cuore, mi avete insegnato molto e mi da ormai 100 anni e che, attraverso i suoi tra il 18 e 21 ottobre 2018… si avete stimolate costantemente per nuove sfide iscritti, onora e mette a disposizione de- letto bene… solo 4 mesi di tempo per che, vi assicuro, non mancheranno, la gli altri e della nostra Patria. organizzare una cosa che di solito richie- de 16/18 mesi di preparazione, quando L’allestimento dell’Ospedale da Campo Ana a Caprino. informai tutti della data dovetti farmi assistere dai cardiologi e rianimatori della Sanità alpina perché il rischio di infarto era altissimo. La sfida venne raccolta e… vinta! Ed ora, dopo soli 4 mesi, la fine di questa esercitazione senza precedenti svolta nel migliore dei modi e con un successo so- pra ogni più rosea aspettativa, abbiamo confermato ancora una volta come se © Comando Alpine Truppe ce ne fosse bisogno che… per gli alpini non esiste l’impossibile. 19 10 - 2018 Una vita esagerata

20 10 - 2018 Una vita esagerata

La Santa Messa di beatificazione di don Carlo Gnocchi nel Duomo di Milano il 25 ottobre 2009.

PROGRESSI NEL PROCEDIMENTO PER LA CANONIZZAZIONE DI DON GNOCCHI

on si vuol parlare certo del pal- ve e drammatica, scritta da uomini au- cessità dei giovani soldati, va anche in lido film di alcuni anni fa e che daci e alleati con Dio, con uno stile di Russia, sempre in qualità di cappellano Normai nessuno ricorda più, né santità tutto impegno, progetti, parole degli alpini, questa volta della Divisio- della vita “spericolata” proposta da un e gesti». Sono parole puntuali di mons. ne Tridentina. «Un prete non può non cantante alla moda. Si parla invece del Angelo Bazzari, uno dei più autorevo- stare dove si muore!» usava dire. breve passaggio sulla terra di un uomo li successori della Fondazione messa in Tornò dal fronte con il cuore che bru- eccezionale, di un campione poliedri- piedi da quel pretino esile ma che, nel ciava dall’ansia di fare qualcosa per gli co e provvidenziale che ha attraversa- suo velo di carne, faceva vibrare un’a- alpini che gli erano spirati tra le braccia to gli anni feroci della Seconda guerra nima ardente da vero innamorato di e per i loro figli; parlando di quell’espe- mondiale e da quella furia insensata ha Dio e dell’uomo, a maggior ragione se rienza disse: «Ho incontrato un giorno saputo trarne frutti luminosi di santità piccolo, povero, sofferente, ferito e ab- Cristo sotto il grigioverde dei miei al- personale e lasciarci un’eredità grandio- bandonato. pini, poi l’ho rivisto nelle forme di un sa di amore per gli altri. Negli anni Quaranta, dopo l’entrata bimbo di otto anni, privo di una gamba «La guerra, questa tremenda realtà della dell’Italia in guerra e la chiamata alle che rischiava di restare abbandonato nostra storia che ha fatto versare lacri- armi anche di alcuni dei suoi giovani, sul margine della vita». me e sangue, ha avuto forse come unico don Carlo si arruola volontariamente I pochi superstiti della sciagurata cam- merito quello di aver formato i nuovi come cappellano militare del battaglio- pagna di Russia sono tornati tutti cam- testimoni della bontà cristiana. Don ne alpino Val Tagliamento e partecipa biati per sempre e nel profondo. Solo Carlo Gnocchi, sacerdote ed educatore, alla Campagna di Grecia. Proprio per- una minoranza però ha portato il suo appartiene a questa pagina di storia bre- ché aveva visto con i suoi occhi le ne- radicale cambiamento fino alle più in- 21 10 - 2018 cappellano non basta a far capire quel legame indissolubile di don Carlo ver- so di loro, né a spiegare la venerazione che a loro volta le penne nere nutrono per lui. Questo perché Carlo Gnocchi più di ogni altro è riuscito a penetrarne l’anima, a intuirne e apprezzarne i valo- ri e ammirarne perfino lo stile di vita. Qui però le parole, per quanto belle e profonde possano essere, non bastano; le intonazioni giuste non si trovano: bi- sogna che il cuore le possegga. Però don Carlo è andato oltre, non si è fermato a loro ma ha pensato anche ai loro figli; gli orfani dei soldati e i piccoli mutilati di guerra infatti sono i primi ad occu- Don Gnocchi con i suoi “mutilatini”. pare la sua “baracca”, come usava chia- marla (nel primo censimento realizza- time conseguenze, ovvero sino a dedi- ficato il 3 febbraio di quest’anno a Vige- to a fine guerra se ne contavano circa carsi completamente agli altri seguendo vano. Le storie di questi campioni sono quindicimila). Poi allarga lo sguardo e una vocazione religiosa che è servita belle, ma altrettanto nobili sarebbero cerca il volto di Cristo tra i sofferenti di da cammino verso la santità canonica- molte altre a noi sconosciute e scritte ogni tipo, tra gli ultimi e i più fragili di mente già proclamata dalla Chiesa per solo in cielo, a caratteri d’oro. Le mar- tutte le categorie sociali. alcuni. Infatti non c’è solo don Carlo ce senza sosta verso i gulag nelle steppe Di lui parlò anche Giulio Andreotti: Gnocchi, ma anche don Secondo Pol- della Russia sono lastricate di episodi di «Mi venne a trovare quand’ero sotto- lo, beatificato il 24 maggio 1998 da eroismo militare, di umana generosità e segretario alla presidenza del Consiglio papa Giovanni Paolo II a Vercelli; An- di grandissima virtù cristiana. e disse: ‘Questo è l’argomento su cui drea Bordino, la sua beatificazione è sta- Non si può immaginare don Carlo non ti darò pace’. E mi fece vedere la ta proclamata solennemente a Torino il Gnocchi senza associarlo automatica- foto di un bimbo nei cui occhi c’era la 2 maggio 2015 e Teresio Olivelli, beati- mente agli alpini. Soltanto l’essere stato guerra…». E ancora: «…sia per il co- Gli angeli di don Gnocchi arlo Giulio Cesare Mioni, nato a non fu trovato e tutte le ricerche risulta- CCorreggio Emilia, classe 1921, a 20 rono vane, nessuno lo aveva visto, nessu- anni si trovò scaraventato in Russia tra no sapeva niente di lui, era letteralmente le file del battaglione Verona, 6º Alpi- scomparso senza lasciare traccia. ni. Tornato a casa scrisse le sue memo- La notizia si sparse tra le isbe fulminea- rie nel libro “Luci ed ombre in Russia”. mente e gli alpini, pur stremati dalla fatica L’ultimo capitolo è dedicato a don Car- e indeboliti dalla fame, spontaneamente lo Gnocchi che definisce “un gigante”, formarono pattuglie di sciatori che usci- descrivendo varie vicende che videro rono immediatamente a perlustrare tutta l’eroico cappellano protagonista. Que- la zona attorno al villaggio, gradatamente sto è uno degli episodi raccontato da spingendo le ricerche sempre più lontano, Mioni - forse sconosciuto ai più - avve- ripercorrendo a ritroso il cammino coperto nuto durante la tragica ritirata. nella giornata, ispezionando attentamente vallate, colline, anfratti dove una perso- “Una sera durante una sosta in un villag- na poteva essere accidentalmente caduta e gio per trascorrervi la notte che si stava correndo là dove, nel chiarore della luna, approssimando, gli ufficiali del Comando si scorgeva una macchia scura sul candore della Tridentina si accorsero che il tenente della neve. Gnocchi non era tra loro e pensarono che Non fu trovato, forse anche lui era sparito si fosse rifugiato presso un’altra isba. Sor- nel calderone rovente della battaglia che to in seguito qualche dubbio, decisero di tutto inesorabilmente inghiottiva, forse lo effettuare un controllo, ma don Gnocchi avevano abbandonato le forze ed era rima- 22 10 - 2018 raggio dimostrato agli inizi di assume- re responsabilità enormi in un periodo difficilissimo, sia per il modo con cui ha acceso entusiasmi, interessi e adesioni, non fermandosi mai dinanzi alle diffi- coltà, richiamava veramente lo spirito e la personalità dei grandi fondatori e il suo impulso spirituale dava l’idea della soprannaturalità della sua azione». Nacquero così una dopo l’altra gran- diose realizzazioni e in poco tempo don Carlo fece sorgere le case di Pessano, nel milanese, di Roma, di Torino, di Sa- lerno, di Parma, di Pozzolatico, vicino a Firenze. La Fondazione Don Gnocchi ha pro- gressivamente ampliato nel tempo il Don Gnocchi celebra la Messa al campo in Russia. proprio raggio d’azione, assicurando cura, riabilitazione e integrazione socia- le persone più fragili. Oggi conta oltre della Cause dei Santi della diocesi di le a mutilatini e poliomielitici e rispon- 5.500 operatori nelle sue 28 strutture Milano, apparso sulla rivista Missione de, spesso con soluzioni innovative e residenziali, e una trentina di ambula- Uomo della Fondazione Don Gnoc- sperimentali, ai bisogni emergenti del- tori periferici, diffusi in 9 regioni italia- chi in occasione della beatificazione ne e con presenza anche dell’ottobre 2009. C’è infatti ancora un all’estero. passo da compiere per arrivare alla meta “Non tutto è ancora com- finale della canonizzazione, perché pos- piuto: la meta finale rima- sa essere chiamato San Carlo e il suo ne la santità”, è questo il culto esteso alla Chiesa Universale. titolo di un bell’articolo Fratel Rodolfo Meoli di mons. Ennio Apeciti, Postulatore della causa di responsabile dell’Ufficio canonizzazione del Beato Carlo Gnocchi Gli angeli di don Gnocchi sto vittima del gelo. geva, chi pregava e chi per contro strama- In un baleno la notizia si sparse e raggiun- Una alla volta le pattuglie rientravano e lediva senza ritegno sostenendo che, se se anche le isbe più lontane creando un in- si leggeva sul volto degli uomini sofferenza Dio fosse stato giusto, si sarebbe dovuto descrivibile entusiasmo; si alzarono voci di e rabbia, più di uno bestemmiava senza accontentare di chiamare a sé una deci- soddisfazione e di sorpresa, le bestemmie ritegno e si chiedeva cosa ci stesse a fare na di loro, ma mai don Carlo. Qualcuno che fino a quel momento avevano impera- Dio, lassù nei cieli, se non si preoccupava anche pregava in modo strano: “Dio, se to cessarono di colpo e furono sostituite da nemmeno di uno dei suoi. davvero lassù ci sei, pensaci Tu!”. parole di ringraziamento a Dio e ai Santi L’alpino è proprio una “bestia”, una bel- Una sera, alcuni giorni dopo, in una isba e incominciarono a volare manate sulla la ed ineguagliabile “bestia”, lo è in tutti i dove già altri si erano rifugiati, la porta si schiena del vicino in segno di giubilo e di sensi della parola; se è colpito da calamità spalancò ed entrarono due sciatori rico- festa e per giorni gli alpini si raccontaro- naturali trova la forza di reagire in ogni più perti della tuta bianca, sostenendo per le no tra loro, come se fossero a casa dentro sfavorevole circostanza con una esuberan- braccia, in mezzo a loro, don Carlo. Lo alla baita, attorno al fuoco, che due angeli za ed un ardore che non hanno confronto, accompagnarono ad una sedia, senza dire avevano salvato don Carlo”. se occorre un intervento per aiutare chi ha una parola, ed uscirono richiudendo la bisogno si presta con generosità senza limi- porta dietro di loro. Nessuno li conosceva, Qui finisce il racconto di Mioni. Ag- ti, disinteressata ed anche sacrificando il nessuno li aveva mai visti, non risultò che giungo che l’Altissimo, nei suoi imper- proprio tornaconto, se si arrabbia è capace appartenessero ai nostri reparti e furono scrutabili disegni, ha voluto che don di inventare delle maledizioni che fanno invano cercati perché erano letteralmente Carlo tornasse a casa, perché avrebbe paura a sentirle e così pittoresche che se scomparsi. Non si è mai saputo chi fosse- avuto ancora da lavorare a favore del- uno non le ha mai sentite non le immagina ro, da dove venivano, né si è mai saputo la gioventù più bisognosa. Ma questa è nemmeno. E questo è quello che accadde dove fosse stato don Carlo in quei giorni e un’altra storia… quella notte: chi era ammutolito, chi pian- cosa avesse fatto. Giancarlo Angelini 23 10 - 2018 A BOLOGNA IL CONVEGNO DEL CENTRO STUDI Sulle note della storia © Valerio Zanchi © Valerio La sala del convegno.

l Circolo Ufficiali di Bologna ha ospi- a farlo, della pubblicazione digitale me? È senz’altro qualcosa fuori dall’or- tato il convegno annuale del Centro sui decorati alpini nella Prima guerra dinario. Labanca lancia poi una sorta di IStudi lo scorso mese di settembre. mondiale. Un lavoro d’orchestra (sono sfida, prendendo spunto dall’intervento Ritmo serrato per i numerosi argo- numerosi coloro che contribuiscono del Presidente di Monza, Roberto Vi- menti all’ordine del giorno che corro- alla ricerca dei nomi e alla stesura dei ganò, sul problema generazionale. «Se no sull’infinito binario della storia. La testi) che fino ad ora ha dato alla luce non potete più raccontare l’esperienza storia relativa alla Grande Guerra negli tre volumi 1915, 1916, 1917, tutti pub- dei reduci, il rapporto con loro, perché anni del centenario e quella dell’Ana, blicati on line su ana.it. Grazie anche alcuni tra voi non li hanno conosciuti, che il prossimo anno compirà un secolo all’elegante impaginazione del grafico parlate della vostra naja, di quello che di vita e che, fin dagli albori, si è inter- Camillo Sassi, artigliere da montagna, avete vissuto durante il servizio milita- secata con la storia d’Italia. La presenza il lavoro risulta ben ordinato e fruibi- re, dell’esperienza all’interno dell’Ana. del Presidente nazionale Sebastiano Fa- le. Le motivazioni, in alcuni casi, sono Anche questi sono argomenti da spen- vero da una parte ha accresciuto asso- corredate dalla fotografia del decorato e dere nelle scuole». Lo spunto è stato su- ciativamente l’incontro e dall’altra è la così, un volto associato al racconto del bito colto e condiviso negli interventi dimostrazione di come i vertici dell’A- fatto d’armi è capace di emozionare. successivi. Come quello di Sergio Poi- na puntino molto sui progetti intrapresi E sempre sul binario della storia, si è nelli, Presidente della Sezione di Salò dal Centro Studi. Ne è prova anche la parlato dell’ultimo volume curato dal o del padrone di casa, Vittorio Costa presenza dei due past direttori de L’Alpi- professore Nicola Labanca (edizioni che fece domanda alla Smalp proprio in no, Cesare Di Dato e Vittorio Brunello, Unicopli) che completerà il cofanetto ricordo di suo padre, reduce sul fronte ospiti graditissimi. della triade “Alpini sempre! Studi sto- albanese. Dopo il saluto del Presidente della Bo- rici per il centenario dell’Associazione Spunti interessanti da spendere non lognese Romagnola Vittorio Costa, il Nazionale Alpini”. In questo terzo li- solo con le nuove generazioni, ma an- responsabile della commissione Centro bro, il ricercatore Filippo Masina, rac- che nei discorsi, negli interventi legati Studi Mauro Azzi ha introdotto gli ar- conta del vincolo associativo: perché all’attività associativa. gomenti all’ordine del giorno legati al dopo 100 anni, gli alpini, in un numero E sempre per divulgare maggiormente il centenario della Grande Guerra. Pier- importante, hanno ancora il bisogno, il patrimonio alpino, il prossimo anno ve- luigi Scolè si è occupato e continua desiderio di condividere e stare insie- drà il via un nuovo progetto legato alla 24 10 - 2018 A BOLOGNA IL CONVEGNO DEL CENTRO STUDI

Sulle note della storia Zanchi © Valerio coralità alpina che prevede, nell’anno del centenario dell’Ana, una borsa di studio e un convegno. Sono tre le figure che seguiranno questo ambizioso lavo- ro: il professore Labanca che individue- rà il borsista e due esperti del settore, e i professori Carlo Perucchetti e Bruno Zanolini, alpino. Un progetto ambizio- so perché, come ci ricorda il professo- re Perucchetti «la nostra società non canta più. Una volta, fino a qualche decennio fa, tutti cantavano un po’ in ogni situazione. Erano canti di tradizio- Il tavolo dei relatori. ne orale, trasmessi di padre in figlio». Grande Guerra ha fatto tutto quanto la proposta di legge per l’attuazione del Nonostante questa disabitudine però, poteva e doveva fare con grande impe- servizio obbligatorio e in questo senso occorre dare il giusto valore agli oltre gno in una società individualista come si stanno muovendo anche il Friuli Ve- 150 cori Ana, «un fenomeno unico - la nostra nella quale risulta più che mai nezia Giulia e la Lombardia. Riteniamo continua - un’isola felice dove ancora si difficile trasmettere i nostri valori ai il servizio obbligatorio fondamentale». canta e dove si tramanda questo sapere giovani. La solidarietà nata tra noi e i Chissà che nell’anno del centenario di padre in figlio». nostri commilitoni durante la naja è il dell’Ana, non giunga quello che sareb- Ha chiuso i lavori il Presidente Favero seme cresciuto poi nella società civile e be il più bel regalo non solo per gli al- ribadendo come sia compito del Cen- si è tradotto in azioni concrete in me- pini ma per l’Italia intera, il ripristino tro Studi attualizzare i nostri valori e moria dei Caduti e nel sostegno a chi della leva obbligatoria per la difesa della la nostra memoria. «Ho sentito oggi il ha bisogno. Anche per queste ragioni Patria, sacro dovere del cittadino. grande impegno concreto delle Sezioni chiediamo il ripristino dell’art. 52 della m.c. sull’argomento scuole. Occorre fare for- Costituzione. Il Veneto ha approvato mazione e gli studi curati dai professori Labanca, Perucchetti e Zanolini saran- no gli strumenti per migliorarsi. L’Ana per il suo centenario e per quello della

e-BOOK

25 10 - 2018 TRIPUDIO PER GLI ALPINI AL RADUNO DEL 1º RGPT. A VERCELLI

di Gian Maria Gagna Una mini Adunata e questa sera piovessero spilli rite da tempo, 2.600 ore di lavoro per delle leggendarie “Voloire” e una squa- in piazza Cavour, non uno il solo imbandieramento dei diciotto dra salmerie con i muli di Mondovì. «Scadrebbe a terra!», ha detto chilometri di tricolore tra bandierine Tutto ciò ha reso il raduno una vera e il sindaco di Vercelli Maura Forte rivol- e striscioni, 150 volontari della Prote- propria “mini Adunata nazionale”. gendosi ad alcuni commensali alla cena zione Civile, 50 del Servizio d’Ordine «Siamo diventati tutti un po’ alpini, pur ufficiale, il 13 ottobre scorso. Queste Nazionale, alcuni dei quali avevano già restando orgogliosi di essere vercellesi», poche parole basterebbero, da sole, a contribuito alla preparazione dell’even- ha ribadito il sindaco Forte. «Dopo due decretare il successo del 21º raduno del to, 40 al Coordinamento Centrale In- anni di grande impegno, in sinergia con 1º Raggruppamento, svoltosi a Vercelli terforze e 50 della Croce Rossa, prove- Piero Medri e i suoi alpini, abbiamo po- dal 12 al 14 ottobre, ma sono i nume- nienti da 13 comitati locali, che hanno tuto offrire a tutti le nostre eccellenze, ri a rendere ancor più merito al lavoro svolto una cinquantina di interventi, di sia culturali, sia enogastronomiche». svolto dalla Sezione, guidata da Piero cui solo tre portati in Pronto Soccorso e «Giornate come queste - ha sottoline- Medri. Quattrocento pullman, altret- dimessi comunque entro la serata. E an- ato il Vice comandante delle Truppe tanti camper, qualche decina di tende, cora: 31.256 biglietti venduti per la sot- Alpine, generale Marcello Bellacicco alberghi, bed&breakfast, alloggi Airbnb toscrizione a premi, 15.000 alpini in sfi- - non fanno altro che rinsaldare lo spi- e ospitalità varie sparse in un raggio di lata con 30 fanfare, compresa la sezione rito, l’attaccamento e la passione per il trenta chilometri dal capoluogo esau- di una batteria dell’artiglieria a cavallo cappello alpino, tra quelli che hanno 26 10 - 2018 “Genova nel cuore” si legge sullo striscione TRIPUDIO PER GLI ALPINI AL RADUNO DEL 1º RGPT. A VERCELLI portato dagli alpini in sfilata.

Una mini Adunata Il reduce Silvio Biasetti. servito e quelli che servono il Paese in ciazioni d’Arma di Vercelli e visitata da armi, non solo in Italia, ma in tutto il oltre seimila persone, con l’accensione mondo». del tripode in Piazza Cavour e con l’illu- Il Presidente nazionale Sebastiano minazione, di verde alpino, della Torre Favero, che poco meno di un anno fa dell’Angelo. Nella mattinata di sabato ricevette la cittadinanza onoraria che si sono tenute le riunioni dei Presiden- Vercelli aveva conferito all’Ana, ha ti, dei referenti della Protezione Civile chiosato: «La gente ci ama perché rico- e del Centro Studi con l’elezione, per nosce in noi il valore della solidarietà, questi ultimi, di Carlo Racchi della Se- la capacità di dare agli altri, in modo zione di Biella a referente di Raggrup- generoso e gratuito, la capacità di con- pamento. Quindi la marcia dei giova- dividere, di stare insieme e, in fondo a ni a Trino, città natale del “papà” del tutto questo, la famiglia e la Patria». Trentatré, Eugenio Palazzi, ha precedu- Per dovere di cronaca il raduno era ini- to l’arrivo del Labaro Ana e la Messa, ziato sabato 6 con l’inaugurazione del- presieduta dall’arcivescovo Marco Ar- la mostra sulla Prima guerra mondiale, nolfo nel Duomo, dove, vent’anni fa, realizzata in collaborazione con le asso- il cappellano del Val Chisone don Se- 27 10 - 2018 La Sezione di Vercelli: accanto al vessillo il Presidente Medri e il comandante della Taurinense gen. B. Biagini.

condo Pollo fu il primo alpino ad essere L’arcivescovo elevato all’onore degli altari. A perenne Arnolfo consegna la reliquia di don memoria una reliquia del Beato è stata Pollo al Presidente donata alla presidenza nazionale. Favero. Alla sera, il carosello delle fanfare della Taurinense, di San Giacomo Vercelle- se e della Bandella del Lago Maggiore nelle vie cittadine ha fatto da preludio all’apoteosi domenicale. Se domenica il momento del passaggio della stecca agli alpini di Savona ha Il passaggio della rappresentato un momento di “mago- stecca tra Vercelli e Savona, che il ne” per i vercellesi, con il Presidente prossimo anno Medri quasi afono al momento dei rin- ospiterà il raduno. graziamenti e dei saluti, gli applausi e le ovazioni ricevute durante lo sfilamen- to, hanno ripagato gli “alpini di risaia” delle fatiche degli ultimi ventiquattro mesi. Altri due momenti hanno caratterizzato lo sfilamento, durato quasi quattro ore e accompagnato dall’entusiasmante com- mento di Lucetta Rossetto: l’abbraccio a Silvio Biasetti, decano della Sezione con i suoi 105 anni compiuti lo scor- so 5 maggio, sceso da Biella a Vercelli perché «Un alpino deve avere coraggio, temperanza e speranza, per arrivare alla mia età!» e gli applausi scroscianti al passaggio dello striscione della Sezione di Genova, su cui era raffigurato un cap- pello alpino che univa i due tronconi del Ponte Morandi. 28 10 - 2018

PENNE NERE DEL 2º RAGGRUPPAMENTO A MARIANO COMENSE

di Chicco Gaffuri

ono cinque le fasi di accompagna- Raduno memorabile mento all’importante evento del Sraduno di Raggruppamento. Prima tra tutte, la decisione di ospitar- lo, sottovalutando l’impegno richie- sto… tanto si tratta di qualcosa che av- verrà fra uno, o due anni. Segue la fase della consapevolezza, in cui ci si rende conto che il tempo passa e ci si deve dar da fare, perché i temi da svolgere sono tanti e complessi. La terza è la fase del- la frenesia delle ultime settimane, degli ultimi giorni. Giorni di lavoro intenso, di preoccupazione, che a volte diventa quasi paura. Giorni di desiderio che tut- to finisca in fretta, perché la tensione preme senza darti tregua. Poi arriva la quarta, quella dell’evento, la fase libera- toria che affronti con un po’ di emozio- ne, ma nemmeno tanta. Più che altro, ti concentri sul piacere di scoprire che tutto funziona bene, la soddisfazione di aver lavorato come si deve. Fase cinque, l’ultima, quella del gior- no dopo. Giorno sognato a lungo, per essere finalmente scarico e riportare la pressione ai valori normali. Ed è proprio lì che ti accorgi di esserti lasciato alle spalle uno dei periodi più entusiasman- ti della tua vita associativa, che quasi inizi a rimpiangere, come si rimpiange il passato. Questa, in poche parole, po- trebbe essere la cronaca di un bellissi- mo raduno del 2º Raggruppamento, organizzato dalla Sezione di a Mariano Comense, una città di 25mila abitanti, a metà strada tra il capoluogo lariano e Monza. Raduno che per gli alpini comaschi equivale a un’Adunata nazionale, visto che non potranno mai ospitare quella vera, per via delle carat- teristiche geografiche e urbanistiche di Como, inadeguate. La scelta della loca- lità è stata in funzione del Gruppo che vi risiede. Un Gruppo che non si limita ad avere un grande numero di iscritti, ma è caratterizzato da laboriosità, fan- tasia, intraprendenza. Gruppo che tren- tacinque anni fa ha fondato e continua 30 10 - 2018 PENNE NERE DEL 2º RAGGRUPPAMENTO A MARIANO COMENSE Raduno memorabile I bambini delle scuole sfilano davanti agli alpini inquadrati all’ammassamento. © Mario Ghielmetti

31 10 - 2018 Soggiorno Alpino COSTALOVARA mercatini di natale e festa di capodanno in alto adige

Sfila il Labaro scortato dal vice Presidente Cordiglia e dal gen. Baron, vice comandante delle Truppe alpine. © Mario Ghielmetti

15mila secondo Rai3, o 12mila secondo Gli alpini sfilano davanti alla riproduzione a grandezza naturale la stampa locale. Comunque una bella della Colonna Mozza posta sull’Ortigara. massa, una brigata, o forse una divisione di uomini come si deve, di buoni citta- Speciale Inverno 2018 dini, in una parola di alpini. Gli ospiti dal 20/11 al 10/1 più prestigiosi sono stati il generale D. Ornello Baron, vice comandante delle MEZZA Truppe Alpine, e il nostro capofamiglia PENSIONE Presidente Sebastiano Favero. Presenti anche diversi vessilli extra Raggruppa- e mento. E dopo i discorsi delle autorità, 63

avanti con la sfilata, fra due ali di citta- acqua e vino ai pasti compresi dinanza assiepata lungo i due chilometri minimo 4 giorni e mezzo di percorso. Pubblico quasi da Adunata, che ha applaudito con calore fino alla fine della cerimonia di passaggio della stecca, che dalla Sezione di Como è andata a quella di Piacenza. Ammainabandiera, festa grande per tutte le vie della città e visita alla mo- Venite a trascorrere le vostre vacanze invernali al Soggiorno Alpino, stra sulla Grande Guerra, con un olo- un ambiente unico a pochi chilometri da , immerso nel verde dei pini ed accanto ad un caratteristico laghetto di montagna.

© Mario Ghielmetti gramma introduttivo e ricostruzioni di trincee e altri ambienti molto realistici. In questa incantevole cornice potrete trascorrere indimenticabili vacanze o week-end. a sostenere la Cooperativa Penna Nera, Il passaggio della stecca al Presidente Lupi Il Soggiorno, completamente rinnovato, offre confortevoli stanze dotate di tv che si affacciano onlus che si occupa delle disabilità. della Sezione di Piacenza, che organizzerà sul bosco o sul parco antistante. Un comodo ascensore consente di raggiungere i piani delle camere. Gli alpini di Mariano Comense non si il raduno del prossimo anno. sono affatto risparmiati nell’organizza- Ideale per chi vuole allontanarsi dalla routine, fare due passi sul lago ghiacciato di Costalovara, zione; hanno messo in campo uomini, pattinare e giocare a birilli su ghiaccio. Per gli amanti degli sport invernali, vi è l’area sciistica dell’altopiano del Corno Renon. Con un supplemento di 15e potrete trascorrere con noi anche il idee e grande impegno, con l’obiettivo pranzo o la cena di Natale oppure la cena di Capodanno, per trascorrere le feste insieme in allegria! di raggiungere risultati di vero successo. Il 20 e 21 ottobre gli alpini giunti da Sia che desideriate trascorrere un breve periodo di salutare riposo, oppure far visita alla città di Emilia Romagna e Lombardia hanno Bolzano durante le festività natalizie per curiosare tra le bancarelle del mercatino di Natale, saremo trovato una città letteralmente vestita lieti di sorprendervi positivamente. La rustica ma calda ospitalità degli Alpini vi accompagnerà per di Tricolore. È stata fin replicata la Co- tutto il periodo che deciderete di trascorrere presso la nostra struttura. Vi aspettiamo! lonna Mozza in dimensioni reali, posta su uno spartitraffico di fronte alla Sta- Per tutti gli ospiti, gratis la Card Plus! zione dei Carabinieri… così nessuno si La Card Plus consente di percorrere tutto l’Alto Adige senza limiti con i mezzi azzarderà a toccarla. pubblici del trasporto integrato e di visitare gratuitamente i musei del territorio. È stata scelta una spaziosa area di am- massamento, per farci stare tutti ben in- quadrati, ben visibili e il colpo d’occhio è stato formidabile, con tutti quegli alpini, © Mario Ghielmetti Altre informazioni su Oppure contattateci direttamente: 32 10 - 2018 www.soggiornoalpino.com tel. 0471/285771 [email protected] Soggiorno Alpino COSTALOVARA mercatini di natale e festa di capodanno in alto adige

Speciale Inverno 2018 dal 20/11 al 10/1

MEZZA PENSIONE 63 e

acqua e vino ai pasti compresi minimo 4 giorni

Venite a trascorrere le vostre vacanze invernali al Soggiorno Alpino, un ambiente unico a pochi chilometri da Bolzano, immerso nel verde dei pini ed accanto ad un caratteristico laghetto di montagna.

In questa incantevole cornice potrete trascorrere indimenticabili vacanze o week-end. Il Soggiorno, completamente rinnovato, offre confortevoli stanze dotate di tv che si affacciano sul bosco o sul parco antistante. Un comodo ascensore consente di raggiungere i piani delle camere.

Ideale per chi vuole allontanarsi dalla routine, fare due passi sul lago ghiacciato di Costalovara, pattinare e giocare a birilli su ghiaccio. Per gli amanti degli sport invernali, vi è l’area sciistica dell’altopiano del Corno Renon. Con un supplemento di 15e potrete trascorrere con noi anche il pranzo o la cena di Natale oppure la cena di Capodanno, per trascorrere le feste insieme in allegria!

Sia che desideriate trascorrere un breve periodo di salutare riposo, oppure far visita alla città di Bolzano durante le festività natalizie per curiosare tra le bancarelle del mercatino di Natale, saremo lieti di sorprendervi positivamente. La rustica ma calda ospitalità degli Alpini vi accompagnerà per tutto il periodo che deciderete di trascorrere presso la nostra struttura. Vi aspettiamo!

Per tutti gli ospiti, gratis la Card Plus! La Card Plus consente di percorrere tutto l’Alto Adige senza limiti con i mezzi pubblici del trasporto integrato e di visitare gratuitamente i musei del territorio.

Altre informazioni su Oppure contattateci direttamente:

www.soggiornoalpino.com tel. 0471/285771 [email protected] ARQUATA DEL TRONTO: AL VIA I LAVORI PER LA TERZA OPERA IN CENTRO ITALIA

di Lorenzo Cordiglia Nuova vita a “Borgo 2”

inalmente ci siamo! Il progetto nomica del Four Club One Vision. centro Ana di “Borgo 2” prevede anche che l’Ana ha da tempo promos- Il nuovo edificio rappresenta una vera la realizzazione di una piccola piazza Fso per dare sollievo e sostegno innovazione rispetto al modo di vivere pavimentata dove troverà collocazione alla comunità di Arquata del Tronto, garantito dai villaggi temporanei post- il monumento del Gruppo di Arquata ha avuto inizio con l’apertura del can- terremoto, costruiti per dare una prima che fortunatamente ha resistito al sisma tiere e l’esecuzione dei primi lavori di sistemazione ai cittadini che non han- e che sarà il simbolo della rinascita e scavo e di sistemazione del terreno. A no più una casa. Nella struttura, infatti, della ripartenza. ottobre sono state ultimate le opere di sono state concentrate tre attività di ca- Il disegno, fortemente condiviso con fondazione sulle quali verrà installata la rattere collettivo: una sala polifunziona- la Sede Nazionale e con il Presidente struttura lignea, progettata per poter in- le con un’ottantina di posti, adatta per serire correttamente l’edificio nel con- eventi, momenti aggregativi e dibattiti testo naturale di particolare peculiarità pubblici; tre uffici per professionisti che e per garantire la più ampia protezione hanno perso, a causa del terremoto, il in caso di emergenza, svolgendo anche proprio ambiente di lavoro; il restante la funzione di luogo sicuro per la popo- spazio è destinato a sede per un’associa- lazione in caso di eventi calamitosi. zione. In quest’ultimo caso, per inizia- L’edificio che l’Ana ha deciso di costru- tiva del Comune, sarà destinata al lo- ire, in accordo con l’amministrazione cale Gruppo Ana che ha avuto la sede comunale, nel villaggio Sae (Soluzioni distrutta dal sisma. Una bella forma di Abitative d’Emergenza) “Borgo 2” di riconoscenza nei confronti degli alpini. Arquata del Tronto, è stato finanziato Sarà dunque un edificio dal carattere dalla generosità dei soci dei Gruppi e veramente “polifunzionale”, pensato delle Sezioni Ana e sostenuto in parti- per essere attivo in vari momenti del- colar modo dalla Sezione Marche, e si la giornata ed essere utile agli abitanti avvarrà di una compartecipazione eco- delle Sae e non solo. Ma c’è di più: il 34 10 - 2018 ARQUATA DEL TRONTO: AL VIA I LAVORI PER LA TERZA OPERA IN CENTRO ITALIA Nuova vita a “Borgo 2”

Alcuni momenti della costruzione dell’edificio polifunzionale di Arquata.

Sebastiano Favero ricorda nel suo in- greco-albanese e insignito della Meda- sieme una vera e propria baita alpina glia d’Oro al Valor Militare. che sorge ai piedi del Monte Vettore, La realizzazione dell’innovativo proget- cima più alta dei Monti Sibillini, come to, curato dagli architetti locali Colla- avamposto del rifugio Ana di Forca di do Longa e Ermanno Antolini, iscritti Presta dedicato al sergente alpino Gio- alla nostra Associazione, è stata affidata vanni Giacomini (1921-1940), artiglie- ad una ditta dalla provata competenza re della divisione Julia, caduto durante in tema di antisismica che vanta già la Seconda guerra mondiale sul fronte diverse collaborazioni con l’Ana. L’e- secuzione dei lavori verrà seguita dal geom. Bernardino Virgulti, alpino della Sezione Marche, referente locale Ana per questo cantiere. I mesi di progetta- zione e di continui contatti iniziati fin dai primi giorni dopo il sisma del 2016 dalla Commissione Grandi Opere, ora gestita dal Consigliere nazionale Lucia- no Zanelli, e il comune di Arquata del Tronto, hanno portato ad un progetto sicuramente di grande valore sociale. Così come è stato fatto a Campotosto dove l’Ana ha costruito un fabbricato si- mile, sarà realizzato nel più breve tempo possibile, perché a “Borgo 2” la struttura è molto attesa dalla popolazione. 35 10 - 2018 SPORT IN PROVINCIA DI IMPERIA IL 3º CAMPIONATO ANA DI MOUNTAIN BIKE Tra mare e monti erinaldo è un antico e splendido Ana e agli alpini in servizio attivo. dato origine a tre battaglioni (Saccarel- borgo che si trova nell’estremo Il percorso di una ventina di chilome- lo, Valle Arroscia e Pieve di Teco). Il Pponente ligure, le cui origini ri- tri è stato tracciato dal Capogruppo Presidente della Commissione sportiva salgono all’anno 1.000. Fondato dal di Perinaldo, Maurizio Casonato e si Renato Romano ha chiuso gli interven- Conte Rinaldo di Ventimiglia che ne sviluppa per un buon 90% su sterrato, ti con un saluto a tutte le Sezioni par- individuò la posizione strategica, con- per un 6% su asfalto e il restante 4% in tecipanti, agli atleti e agli organizzatori serva tutt’oggi la fisionomia di paese singletrack, con erte che toccano, già per l’impegno profuso, con un pensiero fortezza con gli antichi carruggi che si all’inizio, il 15%. È un percorso piut- ai giovani e all’importanza dell’attività allungano, per un buon tratto, su un cri- tosto tecnico ed è stato promosso dalla sportiva per la loro formazione. nale, a 572 metri. Da lì il panorama che Commissione sportiva nazionale e dai Mons. Alberto Maria Careggio, ve- spazia dal mare e la Costa Azzurra per concorrenti che sono accorsi numerosi scovo emerito di Ventimiglia e Sanre- risalire verso nord sui contrafforti delle già alla mattina della vigilia per sag- mo ha celebrato la Messa in onore dei Alpi Liguri e Marittime, che già a pochi giarne la difficoltà, animando gli stretti Caduti, esprimendo apprezzamento, da chilometri dalla Riviera raggiungono i vicoli dell’antico borgo, soddisfacendo, valdostano doc, per il Corpo degli alpi- 2.000 metri di altitudine, lascia con il finalmente, la curiosità degli abitanti, ni e per le molteplici attività dell’As- fiato sospeso. da tempo in attesa dell’evento. sociazione. Un ricco aperitivo offerto Il paese è anche sede di un osservatorio La giornata della vigilia è iniziata pre- dal Gruppo di Perinaldo ha chiuso in assai conosciuto e frequentato, dedicato sto per la Commissione e per i volonta- allegria la prima giornata. all’astronomo Giovan Battista Cassini, ri della Sezione di Imperia che si sono Domenica non inizia bene: un inciden- il più illustre cittadino di Perinaldo, cui dedicati agli ultimi adempimenti, fino a te di caccia nei boschi limitrofi al per- è dedicata la famosa “sonda”. pomeriggio inoltrato con la distribuzio- corso di gara, che ha avuto parecchia Nel territorio di questo Comune la ne dei pacchi gara e il controllo delle eco sui media nazionali, ritarda la par- Sezione di Imperia, cui è stata affida- iscrizioni. Alle 16 le numerose penne tenza. Sono 262 gli iscritti, un record e ta l’organizzazione con l’apporto del nere e le autorità si sono ritrovate nella ancora un successo di questo sport dopo gruppo alpini locale, ha individuato il piazza del Comune per l’alzabandiera e quelli di Boves e Mandello al Lario, che percorso del 3º Campionato nazionale per la sfilata che, banda in testa, ha rag- gratifica gli alpini della Sezione di Im- di mountain bike, riservato agli iscritti giunto il monumento ai Caduti per la peria per l’impegno profuso e le tante resa degli onori; infine nella piazza della ore di lavoro. Ci sono tutti i migliori, chiesa parrocchiale dove, tra gli applau- tra i quali spicca l’alpino Carlo Zaglio si, è stata accesa la fiamma sul bellissimo Manfredi, classe 1968, della Sezione di tripode, prestito della Sezione di Cuneo. Brescia, vincitore delle prime due edi- A seguire i saluti e i ringraziamenti del zioni. Gli atleti sono muniti - ed è una sindaco Francesco Guglielmi, quelli del novità - di microchip, messi a disposi- vice prefetto, del Presidente sezionale zione dall’Associazione Cronometristi Enzo Daprelà che ha ringraziato i propri Riviera dei Fiori di Imperia che presta collaboratori e chi, da tanto distante, l’assistenza tecnica. ha raggiunto questo estremo lembo di Si parte! È un bel vedere l’impeto con terra, la cui aspra morfologia giustifica cui il coloratissimo gruppone si e fa comprendere come sia stata sempre lancia verso la prima salita zona di reclutamento alpino e abbia sparendo in breve nella

Gli atleti impegnati nella parte del tracciato all’interno del paese. 36 L’abitato di Perinaldo. 10 - 2018 IN PROVINCIA DI IMPERIA IL 3º CAMPIONATO ANA DI MOUNTAIN BIKE Tra mare e monti

Il podio con i primi tre classificati e il responsabile dello Sport Ana Renato Romano. A sinistra: le Sezioni prime classificate nel Trofeo “Peppino Prisco”: Bergamo, Trento, Valtellinese.

(1990) della Sezione di Feltre è stato il primo degli aggregati col tempo di 48’ 47’’, davanti a Federico Reynaud (1988), Sezione di Pinerolo e al torine- se Ivan Negro (1982). Si avvicendano sul podio i tre classifica- ti delle varie categorie fino alla catego- ria unica “Donne” che ha visto prevale- re la torinese Lorena Casse (1987) che ha preceduto Miriana Castello (1969) della Sezione di Imperia e Katia Gan- macchia mediterranea. Al traguardo è ferma il cronometro a 51’ 23’’. Chiude zerli (1971) della Sezione di Modena. subito fermento perché non passa nep- la gara dopo 2h 14’ 25’’ il bravissimo È stata una grande giornata per uno pure un’ora che i primi arrivano… ed è Giovannino Di Matteo, Sezione di Ber- sport in espansione. Un veicolo, lo una volata! Campione della 3ª edizione gamo pure lui, che a sessantasei anni ha sport, di avvicinamento ai giovani ma del campionato di mountain bike è Da- ancora la forza e lo spirito di mettersi anche ai praticanti con qualche anno vide Dinale, classe 1978, della Sezione alla prova. sulle spalle che per troppo tempo han- di Como, con il tempo 50’53’’. Segue Dopo il pranzo la premiazione è una fe- no vivacchiato nelle troppo folte fila ad un soffio il campione uscente Carlo sta: Davide Dinale sale sul podio con il dei “dormienti”. Si spegne il tripode Zaglio Manfredi con un ottimo 51’04’’, figlio e ritira anche il trofeo “M.A.V.M. ma c’è ancora il tempo di ammainare la sfatando la regola del “non c’è il due Giacomo Alberti” offerto dalla Sezione bandiera. Arrivederci ad Acqui Terme, senza il tre”. Al terzo posto il bergama- di Imperia. Viene premiata la Sezione il prossimo anno. e.d. sco Claudio Zanoletti, classe 1960, che di Bergamo, prima della classifica “al- pini effettivi”, che si aggiudica il Tro- Le classifiche complete possono essere feo “Peppino Prisco”, seguita da Tren- consultate sul sito www.ana.it to e dalla Valtellinese. Gregorio Rech

37 10 - 2018 7º RADUNO DEI CONGEDATI A FORLÌ W le fanfare! a Sezione Bolognese Romagnola prodigati nelle prove al Teatro Fabbri. duti. Dopo la deposizione della corona ha ospitato a Forlì il 7º raduno dei La prima ad inaugurare il concerto, nel la fanfara della Tridentina ha aperto la Lcongedati delle cinque fanfare al- pomeriggio, è stata la fanfara della Tri- sfilata, seguita dal lungo corteo, facen- pine. La città non aveva mai accolto né dentina guidata dall’impeccabile primo dosi largo tra due ali di folla festanti: le vissuto la presenza di tante penne nere, maresciallo Donato Tempesta. persone erano talmente tante che piaz- con tutto il significato espresso dalle Il vice Presidente nazionale Buttigliero, za Saffi - la quinta d’Italia per dimen- fanfare nella loro imponente maestosità. il Presidente sezionale Vittorio Costa e sioni - non riusciva quasi a contenerle. I musicanti arrivati nella mattinata del le autorità civili e militari hanno parte- Lo splendido concerto nel teatro Co- 22 settembre, si sono immediatamente cipato alla cerimonia in memoria delle munale è stato un susseguirsi di emozio- vittime di guerra nella chiesetta dei Ca- ni. Non un posto libero, tanti curiosi e ospiti, tra questi anche il cantante Bob-

38 10 - 2018 7º RADUNO DEI CONGEDATI A FORLÌ

La fanfara congedati della Tridentina.

In piazza a Forlì. by Solo, a testimoniare l’affetto per il mondo musicale alpino. Più stili e modi zio, Simona Vietina, che ha rimarcato musicali d’essere fanfare, accomunati l’importanza della formazione nel pe- dall’essere alpine, hanno impressio- riodo di leva, assumendosi l’impegno di nato il pubblico con momenti gioiosi proporne il ripristino. Quello della leva e altri di profonda tristezza, su tutte la è stato un argomento sottolineato dal presentazione, in prima assoluta, dell’i- Presidente Costa nei ringraziamenti fi- nedita versione del brano Nikolajewka. nali e ripreso ampiamente dal Presiden- A chiudere l’Inno di Mameli eseguito te Favero che ha parlato dell’enorme dalle fanfare e cantato da tutto il pub- impegno dell’Ana in tal senso e delle blico in teatro. Un’emozione che non si grandi aspettative che l’Associazione dimentica facilmente! nutre su questo tema. Domenica mattina, nella città addob- Le parole hanno lasciato nuovamente bata a festa, le fanfare sono arrivate in spazio alla musica delle fanfare con il piazza Saffi da cinque percorsi diversi e carosello finale e le figure in perfetto al- hanno formato lo schieramento. Poco lineamento, a dar prova della diligenza dopo sono entrati numerosi vessilli, ga- e dell’appartenenza ad un gruppo forte, gliardetti e gonfaloni - fra cui quello del coeso e disciplinato. Dal pubblico ap- Comune di Rimini decorato con Me- plausi in continuazione. daglia d’Oro - e il Labaro scortato dal La Sezione Bolognese Romagnola e Presidente nazionale Sebastiano Fave- la città di Forlì sono state premiate ro. Quindi l’alzabandiera e la posa della dall’ampia partecipazione di alpini e corona al sacrario. Tra gli interventi da cittadini. W le fanfare dei congedati! evidenziare quello del sindaco di Tredo- Francesco Tordonato

Sul palco con gli alpini, Bobby Solo, il Presidente Favero e il Presidente sezionale Costa. 39 10 - 2018 L’OLIO DONATO DALLE SEZIONI DI BELLUNO, LUINO E VALDOBBIADENE In preghiera a Mestre omenica 14 ottobre a Me- esi bellunesi, Valentino Baron, stre tre Sezioni della no- Presidente della Sezione di Val- Dstra Associazione hanno dobbiadene, ha citato, tra i tanti ripetuto il gesto simbolico della che non sono tornati, anche il donazione dell’olio alle lampa- figlio di una signora di Valdob- de perennemente accese sull’al- biadene che tutte le mattine per tare della Madonna del Don. anni e con la fiducia della fede Le Sezioni di Belluno, Luino e volgeva lo sguardo sul vialetto Valdobbiadene hanno prova- di casa, certa, che prima o poi to questa intensa emozione che sarebbe arrivato il suo figliolo. ogni anno si ripete quando, dopo Il Presidente di Luino, Michele tutti i rituali che accompagnano Marroffino, ha aggiunto una pre- le nostre manifestazioni, si tro- ghiera alla Madonna del Don, vano davanti a questa icona che perché doni a tutte le mamme di richiama uno dei più tremendi oggi, la forza e il modo migliore momenti della nostra storia. per stare vicino ai propri figli. «Su quell’immagine che viene da Alla festa hanno partecipato quelle terre e dai quei momenti come sempre tante Sezioni con - ha detto frate Elvio nella sua i loro vessilli, anche quello degli omelia - si sono posati gli sguar- alpini paracadutisti, tanti Gruppi di di tante mamme che hanno e i Consiglieri nazionali Roberto cercato le tracce dello sguardo, Genero e Michele Dal Paos. Il delle preghiere, nella tragedia Coro della Sezione di Belluno dei loro figli; una ricerca che trova si- sull’altare ogni giorno vengono accese ha accompagnato la Messa, la banda di gnificato umano quando tra cari si tenta decine di candele dai fedeli italiani ma Lentiai ha dato compostezza e suoni alle recuperare le tracce di un qualsiasi con- anche da tanti fedeli provenienti dalla varie fasi della manifestazione. tatto comune per evocare una presenza, Russia e dall’Ucraina che sono da noi Tra gli alpini veneziani e mestrini c’è una continuità, una consolazione». La per lavoro. stato anche un momento di tristezza presenza a Mestre della sacra icona è Angelo Dal Borgo, Presidente della Se- perché dopo tanti anni non c’è stata la importante poiché durante tutto l’anno zione di Belluno, ha ricordato i tanti presenza del nostro caro socio generale si rinnovano le visite di alpini e non, Caduti e dispersi delle vallate e dei pa- C.A. Pino Rizzo, “andato avanti” poco tempo fa. Come sempre la festa ha avuto il suo anticipo forte e significativo il sabato precedente a Montecchio, con l’omag- gio alla tomba di Padre Policarpo Cro- sara: la cerimonia, nata anni fa dall’i- niziativa di pochi alpini di Mestre e Montecchio, è stato un momento assai partecipato dagli alpini delle Sezioni di Vicenza, Venezia, Valdagno e Trento e dai vessilli delle Sezioni che hanno donato l’olio. Un doveroso ringraziamento anche a tutti gli alpini delle Sezioni ospiti, del Gruppo di Mestre, dei giovani e della Pc sezionale, degli altri Gruppi della Sezione di Venezia che ogni anno, con mezzi sempre più scarsi, riescono a por- tare avanti questa manifestazione giun- ta alla cinquantaduesima edizione. L’omaggio ai Caduti. Franco Munarini 40 10 - 2018 Offerta riservata solo ai Soci ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALPINI P Abbonati con lo sconto di oltre il

P 6 numeri di Meridiani Montagne a soli IN REGALO euro IN OGNI NUMERO 26,00 LA CARTINA (più € 1,90 contributo spese di spedizione) ESCLUSIVA anziché euro 45,00 P In più, potrai vincere uno splendido viaggio in Ladakh Per te un’esperienza unica ai confini del cielo! Un viaggio da ricordare per sempre Lontano dalle solite mete commerciali, un viaggio in Ladakh si trasforma in un’esperienza di vita. Uno spazio fuori dal tempo, lambito dalle maestose cate ne del Karakorum e dell’Himalaya. Territori di immenso fascino, crocevia di culture millenarie, dove si alternano oasi, deserti e al topiani, piccoli villaggi e monasteri buddisti e lo spirito si immerge in un’atmosfera di pace. Il viaggio di 15 giorni, organizzato da Kailas, comprende: · Volo internazionale A/R Regolamento completo su Voli interni e van privato http://www.shoped.it/it/regolamento.cfm · Vitto e alloggio in hotel, guesthouse e campo tendato Montepremi, IVA compresa, 5.000 e Il primo Tour Operator Italiano fondato da Geologi · che ti fa scoprire il mondo come nessun altro. · Guida Kailas esperta affiancata da staff locali. Abbonati e potrai vincere un viaggio indimenticabile! Numero Verde ON LINE! 800-001199 www.shoped.it ✆ Lunedì-venerdì dalle 8,45 alle 20,00 Servizio attivo tutti i giorni, 24 h su 24 h. Sabato dalle 8,45 alle 13,00 Da Desktop, Tablet e Smarthphone Tutti i prezzi sono IVA inclusa. Lo sconto è computato sul prezzo di copertina al lordo di offerte promozionali edicola. La presente offerta, in conformità con l’art.45 e ss. del codice del consumo, è formulata da Editoriale Domus Spa. Puoi recedere entro 14 giorni dalla ricezione del primo numero. Per maggiori informazioni visita http://www.shoped.it/it/cga

ABBONAMENTI e CONCORSO MRD MONT vinci LADAKH 2018 2019_X ALPINO 197X270.indd 1 27/09/18 10:10 NOSTRI ALPINI IN ARMI ’è un lago, in Siberia, che si E poi c’è lei, Ingrid. Il sergente Ingrid Tra il Baikal e Ingrid c’è una connessio- chiama Baikal. È un posto spe- Qualizza. Dopo undici anni trascorsi al- ne. Li lega una storia, che ancora in po- Cciale, in cui la luce brilla come l’8º Alpini di Cividale, è effettiva alla chi conoscono. È un passato che raccon- in nessun altro posto: una delle sette 74ª compagnia del 6º Alpini. È nata in ta di trecento friulani che costruirono la meraviglie della Russia. Lungo 636 chi- un piccolo paesino di montagna, Cra- Circumbalikalica, la parte di Transibe- lometri con una superficie superiore ai vero di San Leonardo, meglio noto ai riana che percorre la più impervia zona 31mila chilometri e una profondità di friulani con il nome di “Kravar”. Lì, tra montuosa a sud del gelido lago. Uomini oltre 1.600 metri, contiene un volume le Valli del Natisone, è cresciuta, e tra che provenivano da Montenars, Osop- d’acqua maggiore di quello dei cinque quei boschi ha imparato a muoversi, ad po, Forgaria, Clauzetto, Trasaghis, Ma- grandi laghi americani messi insieme. esplorare, a correre. Da quella piccola, jano, piccoli paesi poco distanti da San Disteso tra Occidente e Oriente, sulle sicura realtà ha spiccato il volo, e dopo Leonardo, dove ora vive Ingrid. Si legge sue rive sorgono templi buddhisti e scia- aver scelto di essere tra le prime donne che qualcuno di loro decise di andare a manici. È un luogo un po’ misterioso, ad arruolarsi nell’Esercito ha voluto ri- lavorare in Russia su suggerimento di un circondato da una natura selvaggia, che lanciare, avventurandosi nella discipli- amico, il quale gli propose di presentar- affascina quanto la sua terra, la Siberia, na della corsa estrema, verso innumere- si con una squadra a San Pietroburgo nome che in turco antico sta per “bella voli gare svolte in condizioni proibitive. per un progetto dello Zar (a quell’epo- addormentata”. E proprio durante la sua ultima compe- ca Alessandro III), che voleva “metter tizione, la prima in climi così rigidi, si è binari fino alla Cina”. Si trattava di ritrovata sulle sponde di quel lago magi- scalpellini esperti, poiché i friulani si sa, co, per attraversarlo, per sfidarlo. sono i migliori a lavorare la pietra, e in breve tempo assunsero ruoli fondamen- tali, diventando direttori di cantiere o caporali di squadre nella realizzazione di ponti, viadotti e gallerie dove le mae- stranze russe non possedevano le com- petenze per procedere con i lavori.

Lago Baikal

L’ALPINA DEL 6º E LA SFIDA AL LAGO GHIACCIATO

42 10 - 2018 Sergente di ferro Poi, di quasi tutti, si persero le tracce. grosso ostacolo. Il forte vento e la neve del Baikal, non deve esistere. Chi pen- La Rivoluzione d’Ottobre nel 1917 hanno accompagnato gli sfidanti per sa ad una competizione simile come ad precluse la via del ritorno in Patria a tutto il percorso, e le temperature sono una gara in cui vincere un trofeo, sba- quanti si trovavano in Siberia, poi con scese oltre i -35. Numerosi incidenti glia approccio». Ci tiene a precisarlo la Seconda guerra mondiale Stalin or- hanno messo fuori gioco la maggior par- Ingrid, che pur formalmente fuori gara dinò che tutti gli italiani fossero rimpa- te dei partecipanti, muniti di una slitta, ha voluto continuare, e ha saputo farlo. triati forzatamente e coloro che rima- la pulka: solo in tre hanno terminato il «Procedere in gruppo è fondamentale sero presero cognomi russi, rendendo tragitto in poco più di tre giorni e tra per avere risultati migliori. Il primo, praticamente impossibile ricostruire le questi c’è Ingrid! l’unico rimasto ufficialmente in gara, loro discendenze. Altri ancora, avendo «Man mano che procedevo nella pre- Nicola Bassi, avrebbe potuto fare tem- mantenuto passaporto italiano, furono parazione - ricorda Ingrid - mi sono pi ancora migliori. Ma ci ha aspettato e accusati di spionaggio e fucilati. resa conto che il solo pensiero di una questo è stato un gesto saggio, perché a Assume quasi il senso di una rivincita, medaglia non sarebbe stato sufficiente a temperature così basse è dura farcela da l’impresa del Sergente Ingrid alla “Black portare a termine il percorso. Era fonda- solo. La collaborazione tra persone che Baikal Race”. Donna, forte, friulana, mentale tener duro anche quando l’u- hanno capacità ed esperienze diverse in quella terra che prima ha accolto e more viene meno o quando vedi gente porta a risultati concreti, e così è suc- poi ripudiato tanti suoi compaesani, ha preparata ritirarsi. In questo mi ha aiu- cesso; ognuno ha messo qualcosa di suo. “sconfitto” il Baikal. tato moltissimo lo spirito militare, quel Io avevo un background militare, gli Per arrivare ad affrontare i 230 chilo- ‘mai arrendersi’ del nostro motto». altri due erano esperti e preparatissimi metri sulla superficie del lago è stata già È orgogliosa di sé e con ragione: tre mis- nel campo delle gare e delle spedizioni un’avventura: fino a Budapest con l’au- sioni all’estero, preparatissima a livello a queste latitudini, e mettendo assieme tobus, poi voli economici e diversi scali: operativo, rappresenta l’essenza dell’al- queste tre mentalità sono venuti fuori «In pratica la mia gara è cominciata pri- pinità e della montagna, che vive non i punti di forza di tutti: se da soli si è ma del tempo», scherza Ingrid. solo durante il lavoro, ma anche nel costretti ad arrendersi a certi limiti, con Già dalla partenza, le condizioni me- tempo libero. una squadra che funziona bene superarli teo-climatiche hanno rappresentato un «L’individualismo, in sfide come quella è molto più facile».

Ingrid Qualizza durante la traversata e, nella foto in basso, in allenamento.

L’ALPINA DEL 6º E LA SFIDA AL LAGO GHIACCIATO

43 Sergente di ferro 10 - 2018 IL 33º CONGRESSO IFMS A VERONA L’unione fa la forza n un periodo in cui le parole si spre- cano c’è un termine in uso tra gli al- Ipini che non deve rimanere astratto ma messo in pratica quotidianamente. Questo vocabolo, prezioso e irrinun- ciabile, è “unione”, perché il nostro sodalizio non concede nulla al caso, alla storia, alla diversificazione, all’età, al tempo. Lo scorso fine settembre la splendida Verona ha ospitato il 33º Congresso Ifms, la Federazione che riunisce le as- sociazioni dei soldati di montagna di 11 nazioni: Italia, Stati Uniti, Spagna, Francia, Austria, Germania, Svizzera, Slovenia, Bulgaria, Montenegro e Polo- nia. L’evento ha coinvolto la Sezione di Verona insieme alle autorità civili e mi- litari, su tutti il gen. C.A. Giuseppeni- cola Tota, che ha gentilmente concesso la sede del Comando delle Forze Opera- tive di Supporto. C’erano il sindaco Fe- derico Sboarina, il Presidente nazionale Sebastiano Favero e il vice comandante Comfoter Spt, gen. D. Claudio Ronda- no. Il Segretario generale della Fede- razione, Renato Genovese, ha aperto

ufficialmente i lavori del Congresso: Zanchi © Valerio la cornice del prestigioso Palazzo Car- Alcuni degli associati premiati con l’attestato di merito. li unita alla presenza delle delegazioni Per l’Italia è stato consegnato estere con familiari e la partecipazione a Peter Moretti. di tanti alpini della Sezione di Verona © Valerio Zanchi © Valerio con il vessillo sezionale e i gagliardetti dei Gruppi hanno dato lustro alla ceri- monia. Gli oratori hanno sottolineato innanzitutto l’amore comune per le montagne e l’orgoglio di adempiere i propri doveri militari e alpini, che uni- sce soldati di montagna in congedo e in attività, accomunati nella dedizione alla difesa della propria Patria e, allo stesso tempo, nell’impegno convinto a favore della comprensione tra i popoli, spirito che è la base della Federazione Internazionale dei Soldati di Monta- gna. L’evento è anche un’occasione di confronto sulle attività che ogni asso- 44 10 - 2018 IL 33º CONGRESSO IFMS A VERONA del dovere, l’amore per la Patria. Come ha ricordato Genovese nel discorso di apertura, questi sentimenti che sono universalmente riconosciuti e sono alla base della Federazione, devono ispirare il progresso umano; non devono rima- nere un’astrazione della mente ma esse- re una realtà che unisce e incoraggia ad aiutare chi si trova in difficoltà. La sede L’unione fa la forza dell’incontro ha accolto gli stranieri tra Piazza delle Erbe, San Zeno e Piazza dei Signori. In questi luoghi si è potuto rivi- vere il ricordo del famoso Adige e della sua storia alpina, grazie al fondamentale contributo della Sezione di Verona e del suo Presidente Luciano Bertagnoli, agli energici e indispensabili volon- tari di Protezione Civile, ai Gruppi di Chievo, Peschiera del Garda, Malcesi- ne, Colognola ai Colli e S. Massimo, che con ospitalità hanno incoraggiato un’atmosfera conviviale e “alpina” tra tutti i partecipanti della tre giorni. I lavori si sono conclusi presso la Ca- mera di Commercio, il cui Presidente Giuseppe Riello, per l’interessamento di Claudio Valente, ha gentilmente messo a disposizione la sala Auditorium Domus Mercatorum e ogni supporto necessario. A conferma della tradizionale alternan- za tra le nazioni aderenti, la Polonia si è offerta di ospitare il prossimo appunta- mento nel 2019 a Polanica Zdrój, con l’auspicio che la Federazione fornisca il suo sia pur piccolo contributo alla liber- tà e alla concordia, presupposto e condi- zione di quella giustizia sociale cercata dai padri fondatori della Federazione.

ciazione ha svolto durante l’anno nel proprio Paese, per poter argomentare e proporre attività congiunte da intra- prendere o da portare avanti. In questa visione globale di unità e di fratellanza il responsabile della Com- missione Ifms per l’Italia, il Consigliere nazionale Mario Rumo proposto di isti- tuire un premio tra i rispettivi candidati delle undici nazioni, da destinare a stu- denti o a classi meritevoli che prendano in considerazione la cura del territorio, la conoscenza dei reparti militari storici e i luoghi legati ai fatti d’arme. L’idea, accolta con entusiasmo, è quella di ap- procciare le nuove generazioni attraver- so lo spirito genuino che unisce i soldati di montagna per trasmettere loro valori L’intervento del gen. C.A. Tota, quali il sacrificio, la fratellanza e il senso Comandante del Comfoter di Supporto. Zanchi © Valerio 45 10 - 2018 PUBBLIREDAZIONALE

46 10 - 2018 47 10 - 2018 Auguriveci!

 Per EFREM BOLENGO sono 103 candeline! È reduce e socio fondatore del Gruppo di Mottalciata, Sezione di Biella. Era nell’8º Alpini, divisione Julia.

 Lo scorso luglio l’alpino ANTONIO DA FRE ha compiuto 100 anni! Ha festeggiato questo grande evento con la moglie, i figli, i nipoti e i pronipoti arrivati da diverse località canadesi, dagli Stati Uniti e perfino dal Brasile insieme agli alpini del Gruppo di Montreal. Antonio ha raccontato di essersi imbarcato a Napoli per Bengasi (Libia) il 28 giugno 1940. Poco dopo, insieme ai suoi commilitoni fu fatto prigioniero dai soldati della Nuova Zelanda che facevano parte delle truppe inglesi alleate. Il 1º gennaio 1941 venne trasferito in India, a Bombay e poi trasferito prima a Calcutta e poi a Nuova Del- hi fino al settembre del 1943. Da lì fu portato in Sri Lanka. Dopo 7 anni ha potuto fare ritorno a Cordignano (Treviso) il suo paese natio. Emigrò quindi in Svizzera, nel 1950 sposò Maria e due anni dopo si trasferì a Montreal. L’alpino centenario ha sempre cantato, come basso, nel coro alpino Tre Venezie.  Il reduce alpino ANTONIO TEDESCHI ha festeggiato i suoi 100 anni alla presenza del sindaco e attorniato da figli, nipoti e dai resi- denti di Albo, paese nel quale abita. Attorno i vessilli delle Sezione di Domodossola e Intra e il gagliardetto del Gruppo di Mergozzo. Durante la guerra Antonio ha combattuto con il btg. Intra in Francia e nei Balcani. Dopo l’8 Settembre fu fatto prigioniero e rimase due anni in Germania.

 Gli alpini del Gruppo di Canale d’Alba, Sezione di Cuneo, si sono ritrovati nella loro sede per festeggiare il 98º compleanno del re- duce di Russia SEBASTIANO PALLADINO, classe 1920. Venne assegnato alla divisione Cuneense, btg. Dronero. Dopo essere ri-  Il 12 settembre il geniere alpino RENATO PERESSAN ha fe- entrato dal fronte occidentale e aver combattuto anche sul fronte steggiato 98 anni con parenti, amici e compaesani, oltre che con greco-albanese, fu inviato in Russia con la sua motocicletta con gli alpini della Sezione di Udine rappresentata dal Presidente Dante incarico di portaordini. Il 17 gennaio incominciò il ripiegamento e Soravito de Franceschi al seguito del vessillo. Reduce dall’occupa- dopo circa 70 km a piedi e diversi combattimenti giunse a Niko- zione dell’Albania e dalle Campagne di Grecia e Russia cui ha parte- lajewka dove, al seguito della divisione Tridentina che aveva rotto cipato per intero nel III Battaglione misto Genio della Divisione Julia, l’accerchiamento, riuscì a rientrare in Italia. poi partigiano combattente dal 1943 fino alla Liberazione. Renato Alla sua festa erano presenti, oltre la moglie e il figlio, il Capogruppo vive da solo nella sua casa di Bolzano di San Giovanni al Natisone Domenico Giacone, il sindaco Enrico Faccenda e il vice Presidente ostentando invidiabile baldanza. Non poteva mancare alle sue spalle sezionale Vittorino Rosso. un enorme tricolore a ricordare suoi anni migliori dedicati alla Patria. 48 10 - 2018  BRUNO DELLE CASE, iscritto al Gruppo di Majano, Sezione di Udine, il 9 ottobre ha festeggiato le sue prime 98 primavere con i familiari e una delegazione del Gruppo. Bruno era nell’8º Alpini,  Lo scorso 26 settembre BORTOLO FACCHIN, ultimo reduce btg. Val Fella. Chiamato alle armi nel marzo 1940, dopo un breve nel Comune di Mussolente (Vicenza), ha festeggiato 95 anni con addestramento ad Artegna, viene inviato sul Monte Canin e succes- la sua famiglia e il gruppo alpini. Presenti tra gli altri il figlio Diego, sivamente sul Monte Nero; rientra poi a Tarcento e subito riparte alpino del Feltre, il Capogruppo Barichella e il Sindaco Montagner per l’Albania. Nel marzo 1942 viene ferito a tutte e due le gambe e che gli ha consegnato una targa ricordo. Bortolo è stato arruolato il viene rimpatriato in aereo, destinazione ospedale di Udine. Dopo la 10 gennaio 1943 a Brunico, alla caserma Regina Elena e dopo tre guarigione lavora con il personale del magazzino militare di Udine, mesi fu inviato a Pergine, passando al btg. Val Fassa. Nel settembre dove resta fino alla fine del conflitto. 1943 riuscì ad evitare la prigionia e rientrò a casa a piedi.

 Il vecio ALDO ZANCARLI lo scorso 2 settembre ha spento 93 candeline. Iscritto al Gruppo di Camisano Vicentino, Sezione Vicenza, è del 6º Alpini. Lo vediamo mentre viene festeggiato dalle 4 figlie, dai nipoti, i pronipoti e tanti altri familiari.

 Il Gruppo di San Damiano d’Asti ha fe- steggiato i 95 anni del socio MARIO MON- TICONE. Alpino del 3º a Pinerolo.

 Ha compiuto 98 anni lo scorso mese di ottobre, l’alpino FERDINANDO CHIABRANDO, detto Nando, classe 1920, cavaliere della Repubblica, Presidente della locale sezione Com-  MARIANO CONVERTI, nato a Bren- battenti e Reduci, iscritto al Gruppo di Martiniana Po, Sezione di Saluzzo. Nando partì militare dola (Vicenza) il 23 agosto 1928, ha il 15 marzo 1940: reduce delle Campagne di Francia, Grecia-Jugoslavia e di Russia nel btg. compiuto 90 anni. È iscritto al Gruppo di Mondovì, subì il congelamento di un piede e rischiò più volte la vita. Rientrato al reparto dopo Dueville, Sezione di Vicenza e ha fatto la un periodo di ospedale militare, venne assegnato al btg. Pieve di Teco con il quale in seguito naja come mitragliere della brigata Julia partì per la Russia. Dopo l’8 Settembre venne catturato dai tedeschi e costretto a lavorare a Ugovizza. Nella foto è con la moglie per ripristinare la ferrovia. Riuscì a fuggire dal campo di prigionia e dopo mille peripezie Natalina durante il pranzo organizzato dal fece ritorno a Martiniana Po. È stato festeggiato dai nipoti, dal Capogruppo e dagli alpini del Gruppo. Buon compleanno Mariano! Gruppo di Martiniana Po e dal Presidente sezionale Giorgio Carena. 49 10 - 2018 CHI SI RICONOSCE? INCONTRIAMOCI! - ALPINO CHIAMA ALPINO

CASERMA CHIESA 2ª BATTERIA 

Erano alla caserma Damiano Chiesa a Trento negli anni 1979/1980, nella 2ª batteria del 4º Gruppo specialisti artiglieria Bonzone. Contattare Ivan Bianchi: [email protected]

AD AOSTA NEL 1970 BTG. TRENTO NEL 1950

Alcuni alpini del btg. Trento che nel 1950 presenziarono a Brunico (Bol- zano) alla costituzione del btg. Bassano. Chiamare Benito Paternolli al nr. 0444/920331.

Smalp di Aosta nel 1970. Dino Casiraghi, cell. 339/7955727, ricorda GRUPPO CONEGLIANO, 13ª BATTERIA in particolare Boccardo, Franzoni, Pircher, Scarpellini, Tresoldi, Con- Rancio dei congedanti classe 1938 alla caserma Berghinz (Udine), sonni e Tanzi. gruppo Conegliano, 13ª batteria, nel marzo del 1960. Contattare Re-

nato Arossa al cell. 334/3320151.  CORSO INFORMATORI A BELLUNO Comando brigata Julia a Belluno, anni 1973/1974, durante il corso in- formatori con Giorgio Bortolotto, Francesco Buosi e Giorgio Schiavon. Contattare Giandomenico Pelizzari al cell. 380/2493602.

50 10 - 2018 CHI SI RICONOSCE? INCONTRIAMOCI! - ALPINO CHIAMA ALPINO

CORSO SCI 21º RAGGRUPPAMENTO

A Corvara durante il corso sci del 21º raggruppamento, nel 1961. Contattare Sergio Marchi al cell. 393/1443747.

ALLA CASERMA PIAVE NEL 1956 AL GRUPPO VICENZA

Domenico Dogliani (cell. 338/8077104) cerca i commilitoni che nel 1965 erano alla caserma Piave a Civitavecchia. Gruppo Vicenza, 21ª batteria sul Piz Boè nel luglio del 1956. Contatta- re Franco Zuppini, 340/0630623, [email protected] 11º ALPINI NEL 1968 Sella Nevea nel 1968: 11º Alpini d’arresto, 1º/’68. Sono da sinistra: CASERMA HUBER Adriano Deganutti (cell. 329/8069829), Antonio Ricci, Franco Napoli- Caserma Huber (Bolzano), 4º reparto Rifornimenti, Riparazioni e Recu- tano, Bruno Santilli, Mario Ruzza e Gino Botti. peri, nell’ottobre del 1978. Sono da sinistra Gaetano Brambilla (cell. 334/1770506, [email protected]), Emilio Leonetti, Erich Do- nà, Pietro Migliaccio e Luca Tosi.

51 10 - 2018 INCONTRI

Riunione ad Aosta degli allievi del 91º Auc della Smalp a 40 anni dalla fine del corso. Tra loro c’è l’allora comandante del battaglione allievi ufficiali ten. col. Arrigo Emanuelli. Hanno ricordato il comandante del corso Attilio Milesi, mancato pochi giorni prima del ritrovo.

Incontro dopo 55 anni tra l’alpino paracadutista Agostino Sacchi, classe 1939, di Lecco (missionario per 42 anni in Amazzonia) e Renato Cresta Gli alpini del 116º corso Auc della Smalp di Aosta si sono dati appuntamento ad Asiago. suo commilitone.

Alcuni ufficiali del 23º corso Auc che nel 1959 erano di stanza ad Grazie alla pubblicazione in questa rubrica alcuni commilitoni che nel Asiago. 1965 erano alla Sausa a Foligno hanno potuto riabbracciare, dopo 53 anni, l’alpino Pietro De Martin.

Artiglieri del 23º corso alla Sausa di Foligno si ritrovati a Provaglio Artiglieri della 36ª batteria del Vestone in servizio alla caserma d’Iseo. Contattare [email protected] Cesare Battisti di Merano. 52 10 - 2018 INCONTRI

Si sono ritrovati a Gemona a 43 anni dal congedo. Sono i genieri alpini della cp. Genio Pionieri della Julia, a naja nel 1973/1974.

Cesare Villani e Giancarlo Fracchetti si sono riabbracciati dopo 54 anni. Dal 1962 al 1964 erano al 22º corso Asc, alla Smalp di Aosta e poi al 5º Alpini a Merano. Ventennale del 168º corso Auc della Smalp di Aosta.

Si sono ritrovati a Calceranica (Trento), a 60 anni esatti dalla naja. Sono, da sinistra, Piergiorgio Lunelli, Valentino Degasperi, Prospero Dalvai, l’allora tenente, oggi generale, Cesare Di Dato (già direttore de L’Alpino) e Marcello Casagrande. A loro si è unito Guido Monelli di Nel 1999/2000 erano all’11º Alpini a Brunico, caserma Lugramani. qualche lustro più giovane. Erano del 22º raggruppamento Alpini da Eccoli di nuovo insieme 18 anni dopo. Posizione a Vipiteno, caserma Psaro, negli anni 1957/1958.

Commilitoni dell’11º raggruppamento Alpini d’Arresto, btg. Val Incontro a Tagliamento, 216ª compagnia in Carnia, nel 1968. 50 anni dalla naja degli artiglieri del Gruppo Sondrio, scaglioni 1º/’65, 3º/’66 e 1º/’67.

53 10 - 2018 INCONTRI

Natale Canavesi e Rino Giacomello insieme dopo 52 anni. Erano nella 51ª batteria del gruppo Sondrio.

Allievi del 28º corso Acs della Smalp di Aosta nel 1970.

Bruno Bellini e Giuseppe Francesconi si sono ritrovati dopo 50 anni. Nel 1968 erano nell’11º btg. Val Fella, Alpini d’Arresto a Ugovizza (Udine).

Sergio Valeriani ed Elio Caliari di nuovo insieme a 54 anni Artiglieri da montagna del gruppo Osoppo, nel 1973/1974, caserma Bertolotti a Pontebba. Per futuri dalla naja alla caserma Cerutti incontri contattare Mario Pisan al cell. 345/1571348 - [email protected] di Boves (Cuneo).

Si sono ritrovati dopo 43 anni gli alpini del 1º autoreparto di stanza Perusi, Sesiani, Ballesio, Rizzon, Averono, Fresia, Marigonda si sono alla caserma Mercanti di Bolzano. Eccoli mentre posano per la foto ritrovati a Quarto dei Mille (Genova). Ventitré anni fa erano nella ricordo. fanfara della brigata Taurinense, scaglione 7º/’94. 54 10 - 2018 INCONTRI

Si sono ritrovati gli artiglieri del Gruppo Asiago, Caserma Piave di Dobbiaco. Eccoli riuniti in questa bella foto di gruppo.

Gli alpini Belloni, Motta, Potrich e Radaelli si sono ritrovati sulla tomba del commilitone Roberto Rocchi, deceduto durante il campo estivo del btg. Trento, Insieme dopo 50 anni. Sono gli artiglieri alpini della Julia, gruppo Conegliano, 13ª batteria, 94ª compagnia, 4º/’82. 1º/’67 che erano alla caserma Berghinz di Gemona del Friuli.

Erano a Merano, btg. Edolo, 51ª compagnia nel 1972/1973. Sono Erano alla caserma Huber di Bolzano, 2º da montagna, nel 1972. Sono Groppo, Fedele, Gonzato, Gugole, Pupato e Fabbri. Per il prossimo Sergio Todeschini, Roberto Cristini, Sergio De Agostini e Lucio Favari. incontro scrivere a: [email protected]

Ritrovo a 50 anni dal congedo degli alpini del Gemona di stanza a Incontro Pontebba, scaglione 2º e 3º/’48. Sono Anghinetti, Piccoli, Zanet e dopo 40 Gabana. Con loro anche Castellacci, 1º/’48 che era alla caserma Del anni di alcuni Din a Tolmezzo, compagno di corso radiotrasmettitori. alpini del btg. Trento che erano alla caserma Cesare Battisti di Monguelfo, con il loro comandante di reparto Antonio Di Ilio. 55 10 - 2018 SEZIONI ITALIA

BERGAMO La croce di Colere al quotidiano L’Eco di Ber- gamo e con la partecipazio- ne del Cai, hanno avviato un’operazione di recupero. In primavera è partita una raccolta fondi sul portale Kendoo, legato all’editrice Sesaab dello storico giorna- le di Bergamo. Servivano cinquemila euro e pochi giorni prima dell’inizio programmato dei lavori, a fine giugno, la raccolta è stata terminata. Una pic- cola gara di solidarietà alla quale hanno partecipato tanti donatori, ma anche attivamente la parrocchia Un gruppo di volontari e la croce di Colere appena restaurata. di Colere e tanti fornitori, che hanno donato beni o servizi. Come, per esempio, il cele- ra malridotta. Malconcia. Instabile. Era una vecchia si- bre alpinista e alpino bergamasco Simone Moro, che in alta Egnora della montagna e aveva bisogno di essere salvata. quota ci va anche pilotando e che proprio col suo elicottero È la croce dei minatori della Presolana, Comune di Colere è arrivato a Colere per trasportare alla croce tutti i materiali (Bergamo). A due passi, c’è il rifugio Albani del Cai. Alle necessari. Alla fine, in due weekend di lavori, la croce è stata spalle, le vecchie miniere, chiuse qualche decennio fa. La messa a posto e inaugurata. Ma non è tutto: utilizzando un croce fu costruita nel 1951 dai minatori che vi lavoravano. vecchio binario e un caschetto originale donato dagli ex mi- Un simbolo, per loro, ma anche un punto di ritrovo e di con- natori di Colere, è stato realizzato un memoriale che “restitu- solazione, per una vita di sacrifici indicibili, lontani dalle isce” la croce ai minatori e alla loro storia. «Devo ringraziare loro famiglie per sei giorni alla settimana, confinati a quasi di cuore tutti quelli che hanno partecipato a questo progetto duemila metri mentre i cari vivevano mille metri più in bas- - spiega Aronne Belingheri, Capogruppo di Colere - abbiamo so. Umili, umilissime baracche come abitazioni, una mensa fatto una cosa importante, conservando questo simbolo che poverissima e arrangiata, un sentiero da fare a piedi sempre, da solo racconta tante storie di montagna, e di persone che anche in inverno, come strada del loro pendolarismo. alla montagna hanno dato la vita. Alpini e minatori hanno Quella croce, 67 inverni e 67 estati dopo, era in precarie con- questo in comune: l’amore per il lavoro e per le nostre mon- dizioni. Per questo, gli alpini del Gruppo di Colere, insieme tagne. La croce di Colere racconta tutto questo».

TRENTO Grande giorno a Pinzolo i è svolta a Pinzolo la cerimonia del 50º anniversario di Sfondazione e l’inaugurazione della nuova sede del locale gruppo alpini. Un particolare ringraziamento va all’ammini- strazione comunale che ha concesso alle penne nere di avere una sede confortevole nel centro del paese e al Presidente sezionale Pinamonti, alle autorità politiche e militari che non hanno voluto mancare a questo importante appuntamento. Un pensiero particolare va al Gruppo di Paganica a cui gli alpini di Pinzolo sono legati da una fraterna amicizia e solida- rietà decennale. Una giornata significativa di cui tutti serbe- ranno un bel ricordo. Agostino Lorenzetti

Nella foto il taglio del nastro, da sinistra il Consigliere nazionale Mauro Bondi, Carlo Daldoss, assessore provinciale, il Presidente di Sezione Maurizio Pinamonti, Cecilia Maffei, campionessa olimpionica e madrina del Gruppo, Michele Cereghini, sindaco di Pinzolo e il Capogruppo Agostino Lorenzetti. 56 10 - 2018 SEZIONI ITALIA

ROMA Valentino, alpino d’oro ella sede della Sezione di Roma, in una cerimonia breve Nma molto significativa, il Consigliere nazionale Federico di Marzo e il Presidente della Sezione Alessandro Federici, come segno di riconoscenza del Presidente della Repubbli- ca Sergio Matterella, hanno consegnato al reduce di Rus- sia Valentino Di Franco, una medaglia ricordo in argento e bronzo e una lettera del Capo dello Stato. Presenti alla manifestazione l’assistente militare per l’Esercito e aiutante di campo del Presidente della Repubblica colonnello degli alpini Davide Scalabrin, il comandante del btg. L’Aquila ten. col. Francesco Cameli accompagnato dal comandante della 108ª compagnia, ten. Bernardino Cipolloni, con i suoi alpini impegnati a Roma per “Strade sicure”. Particolarmen- te commovente e di grande valore questa presenza perché è la stessa compagnia nella quale Valentino era schierato sul fronte del Don, protagonista della battaglia di Selenyj Jar. Momenti che con grande lucidità e forte commozione ha ricordato in un breve discorso. Vedere vicini un reduce e si trovò improvvisamente disperso. Dopo 4 giorni e 4 notti al giovanissimi alpini in armi (nella foto) non può non avere un gelo senza mangiare raggiunse i compagni. Un portaferiti gli grande significato ed è sicuramente qualcosa di molto impor- aprì una scarpa ma il cuoio si era saldato alla pelle. Aveva i tante: sono la storia e il simbolo dei valori che fanno unica la piedi congelati, il 18 gennaio subì l’amputazione di entrambi nostra Associazione nel tramandare di padre in figlio storia, gli arti e da allora non poté più camminare. valori e tradizioni. Valentino oggi, all’età di 95 anni, come sempre, si adopera Valentino Di Franco reduce e alpino della Julia è nato il 23 in qualsiasi occasione (nelle scuole, in conferenze, in ma- novembre 1922. Partito per il fronte russo nell’agosto del nifestazioni varie) per far conoscere quel tragico momento 1942, schierato sul Don nel 9º Alpini, btg. L’Aquila, 108ª che è stata la Campagna di Russia. La nostra Associazione compagnia e protagonista della battaglia di Selenyj Jar. lo sorregge e lo accompagna in questa missione, che porta Valentino tra il 20 e il 26 dicembre 1942, durante la ritirata, avanti con orgoglio e con fierezza. Federico di Marzo

TREVISO Fotografare l’Adunata l 20º concorso sezionale “Fotografare l’Adunata - Trento cittadine. Le foto vi- I2018”, organizzato dalla Sezione di Treviso, si è concluso sionate sono state 88, con la scelta delle tre foto vincitrici e della segnalata nella gli autori 24, meno sezione speciale “L’Adunata del Centenario”. La premiazione dell’anno scorso ma dei vincitori si è svolta nella biblioteca sezionale, sede del d’altra parte l’Adunata Centro Studi, alla presenza delle autorità sezionali e civili “in casa” aveva chiara- mente permesso di ri- cevere molte più foto da tantissimi autori. Comunque il risultato è molto positivo e gli organizzatori si sono detti soddisfatti anche di questa edizione. Ecco le foto vincitrici: La foto più votata. 1ª classificata: “Rove- reto e il ricordo” di Roberto Bezzi, di Bergamo; 2ª classifica- ta: “Finalmente mi riposo” di Narciso Gallina, del Gruppo di Crocetta del Montello (Treviso); 3ª classificata: “Piazza Duomo“ di Marino Carraro, di Villanova di Camposanpiero (Padova). Il vincitore del concorso Roberto Bezzi di Bergamo, con il Presidente Premio speciale “L’Adunata del Centenario” di Leandro della Sezione di Treviso Marco Piovesan. Canciani, del Gruppo di Musano (Treviso). 57 10 - 2018 SEZIONI ITALIA

CONEGLIANO Parè vale doppio

Un momento della sfilata e il monumento ai Caduti appena inaugurato.

li alpini di Parè hanno festeggiato i 10 anni di gemel- tre vice e del vice Presidente della Sezione di Como, Silvano Glaggio con gli alpini di Parè. Sì, proprio così, non è una Miglioretto. Toccante testimonianza di un impegno genero- ripetizione dovuta a distrazione, ma un’omonimia, scoperta so e di un’amicizia che valica i confini del tempo è stata la per caso all’Adunata nazionale di Asiago, nel 2006, che ha sfilata di due cappelli alpini, posti su cuscini e appartenuti a segnato l’inizio di una storia di amicizia concretizzatasi con Giovanni Zanella, fondatore del Gruppo Parè di Conegliano il gemellaggio, nel 2008, tra il Gruppo di Parè di Conegliano e, per 25 anni, Capogruppo, e a Pasquale Gorla, segretario e quello di Parè di Como, ospite a Conegliano per l’evento. per molti anni del Gruppo di Parè di Como e promotore, in I festeggiamenti hanno avuto il loro culmine con l’inaugu- primis, di questo gemellaggio, “andato avanti” troppo presto. razione di un monumento ai Caduti di tutte le guerre, rap- L’evento si è concluso con un momento conviviale, duran- presentante le Tre Cime di Lavaredo, a memoria delle tante te il quale c’è stato uno scambio di attestazioni di reciproca vette su cui gli alpini sono stati posti a baluardo. La cerimo- amicizia e, ancora una volta, i due Gruppi hanno ricordato le nia si è svolta alla presenza dei parroci della comunità di Parè particolari coincidenze che li accomunano: Parè, il nome del di Conegliano, dei rispettivi ex sindaci che suggellarono il Gruppo, Camillo, il nome dei loro Capigruppo, 1948 l’anno gemellaggio nel 2008, del sindaco di Conegliano, del Pre- di nascita di entrambi. Queste singolarità contribuiscono, sidente della Sezione di Conegliano Gino Dorigo e dei suoi davvero, a far sentire il gruppo alpini Parè un gruppo unico!

MARCHE Benvenuto al Gruppo di Montegallo a nascita di un nuovo sodalizio alpino assume sempre, per sono state gettate le basi per la creazione del nuovo Gruppo Lla nostra Associazione, un significato che va ben oltre di Montegallo, il ventesimo per la nostra Sezione (nella foto). quello del solo accrescimento del numero di associati. Nuovi Il sodalizio prende vita dalla volontà di diversi alpini, alcuni interessi, nuovi stimoli e rinvigorito entusiasmo si ridestano dei quali già iscritti al Gruppo di Ascoli Piceno, dal deside- e, per una Sezione dai piccoli numeri come la nostra, in cui rio di partecipare direttamente alle attività associative, dalla l’onda lunga di pessimismo determinata dalla devastazione lecita ambizione di concretizzare l’appartenenza al proprio dal recente sisma iniziava a condizionare le attività di diversi territorio e ritrovarsi sotto lo stesso tetto per condividere ed Gruppi, risulta il miglior viatico per guardare avanti con un affrontare insieme momenti conviviali, così come le difficol- certo ottimismo. tà caratteristiche della vita in ambiente montano. Se da una parte assistiamo allo spopolamento delle zone Lo scorso mese di settembre il Comitato di Presidenza na- montane, determinato dagli effetti del sisma, dall’altro zionale ha approvato la costituzione del nuovo Gruppo di ci conforta la buona notizia della nascita di questo nuovo Montegallo e successivamente, in occasione della prima Gruppo alpino. Ed è stato così che, a seguito di alcuni incon- assemblea elettiva svolta dal Gruppo nella località Balzo di tri preliminari avuti nell’ultimo periodo dal Presidente Mer- Montegallo, alla presenza del Presidente sezionale Sergio curi con alcuni alpini del territorio di Montegallo (Ascoli Mercuri, del sindaco Sergio Fabiani, di alcuni consiglieri e Piceno), nel pomeriggio di un sabato d’agosto, ospiti di un alpini giunti dalla provincia, i soci hanno nominato quale socio promotore presso una caratteristica tenuta in stile ti- neo Capogruppo, Adriano Rizzi. picamente alpino ed in ambiente prettamente montano, alla Agli alpini del Gruppo di Montegallo, e al loro Capogruppo, presenza dello stesso Presidente sezionale e del Consigliere vanno i nostri complimenti per la loro determinazione e i più Corradetti, si è tenuto un incontro conviviale con un nutrito sinceri auguri di buon lavoro. ed entusiasta manipolo di alpini della zona, occasione in cui m.c. 58 10 - 2018 SEZIONI ITALIA

CUNEO Una giornata in caserma

I ragazzi alla caserma Vian e al Memoriale della Cuneense. e penne nere del Gruppo di Savigliano hanno organizzato ne della mostra statica dei mezzi e materiali in uso nonché Luna giornata con gli allievi delle classi terze medie delle della visita ai luoghi di addestramento. Nell’ambito delle at- scuole secondarie Schiaparelli e Marconi di Savigliano per tività sono state illustrate brevemente anche le possibilità di visitare il museo Memoriale della divisione Cuneense a Cu- arruolamento. neo Gesso e la caserma Ignazio Vian sede del 2º Alpini a San La visita è proseguita nell’ex stazione ferroviaria di Cuneo Rocco Castagnaretta di Cuneo. Gesso, ora sede del museo Memoriale della Divisione Cune- Gli studenti delle classi 3ªA della scuola secondaria Schia- ense. Da questa stazione partirono le tradotte cariche di gio- parelli e della 3ªC della scuola secondaria Marconi di Savi- vani soldati diretti verso il fronte di guerra russo. Qui sono gliano hanno visitato prima la caserma Vian, al comando del stati ricevuti dal Presidente del memoriale Aldo Meinero col. Enrico Fontana, dove, dopo un cordiale saluto di ben- che con l’aiuto di alcuni alpini volontari hanno coinvolto venuto, il vice comandante col. Claudio Caramia e i suoi gli studenti con visita guidata nei vari settori del museo e con alpini hanno illustrato ai ragazzi le attività e i compiti delle la spiegazione del materiale raccolto. Truppe Alpine, attraverso la visione di filmati e l’illustrazio- Silvio Pittavino

59 10 - 2018 SEZIONI ITALIA

VERONA Studenti in trincea I ragazzi in visita «L’intervento antropologico ha letteralmente trasformato la lungo le trincee geografia della Lessinia: una volta esistevano solo due vie che e le postazioni. salivano in quota, mancava un collegamento orizzontale in vetta e fu l’esercito a realizzarlo, proprio in occasione della Prima guerra mondiale - spiega Melotti. Ma dagli studi effet- tuati abbiamo scoperto che oltre ai 3.500 militari del Quinto Reggimento del Genio minatori della milizia territoriale, fu- rono impiegati anche 1.500 civili “militarizzati”, la maggior parte dei quali erano donne. E quando racconto questo ai ragazzi, restano molto impressionati dall’idea che si trattasse di ragazzi poco più grandi di loro». Quegli stessi ragazzi che a vent’anni si sono ritrovati a vivere in una trincea, nella logo- rante attesa dell’arrivo del nemico. Un’esperienza che i gio- vani studenti possono vivere in prima persona, visitando il caposaldo di Malga Pidocchio, interamente recuperato dagli occasione, alle volte, nasce un po’ per caso, come per i alpini veronesi che hanno riportato alla luce camminamenti, L’ragazzi dell’ultimo anno della scuola Aleardi di Quinto. manufatti, gradini di sparo e cartucciere in parete. Insieme Gli alpini del locale Gruppo hanno offerto loro l’occasio- a Melotti, nelle giornate dedicate ai ragazzi, ci sono anche ne di conoscere l’ecomuseo delle trincee della Lessinia re- gli alpini del Gruppo Storico 6º Alpini, btg. Verona con le cuperato su iniziativa del geometra, alpino, Flavio Melotti, divise, il fucile Carcano ’91 a canna lunga e le buffetterie riportato alla luce nell’agosto del 2014 grazie all’impegno dei dell’epoca. Una presenza di grande impatto per i giovani stu- volontari della Sezione di Verona. denti e gli insegnanti. Un museo a cielo aperto che in questi quattro anni è stato vi- Dal prossimo anno scolastico, la Sezione è pronta a raddop- sitato da oltre cinquemila studenti delle scuole di città e pro- piare l’offerta poiché sono iniziati i lavori per il recupero vincia. «Un dialogo che deve incessantemente continuare della postazione sul versante ad est, del Valon del Malera - commenta il Presidente della Sezione, Luciano Bertagnoli. e di quella del punto di osservazione del dosso di Gaibana, I risultati sono ottimi in fatto sia di ricerche storiche che di l’unica postazione da cui furono esplosi colpi di cannone con partecipazione e anche ora che inevitabilmente i riflettori un calibro da 305mm che raggiunsero gli abitati di Anghe- sul centenario della Grande Guerra finiranno per spegnersi, beni e Parrocchia di Vallarsa. «Recupereremo due postazioni noi dobbiamo tenere unito questo filo con i giovani e con le di artiglieria - prosegue Melotti - con stazioni di telefonica scuole perché i nostri ragazzi devono sapere chi sono e chi per i dati di tiro per le batterie di artiglieria. Inoltre, abbiamo sono stati gli alpini». Lì, in Lessinia, non si combatté alcuna scoperto una pietraia che serviva ad alimentare il sistema di battaglia, ma l’impatto del dramma del conflitto è ancora evi- 270 “barelle” poste a difesa del fronte su tutto il perimetro. dente. Un altipiano che supera i 1.800 metri di quota, per un Ne abbiamo recuperata una al dosso di Gaibana: veniva ri- raggio di circa 7 chilometri e un’orlatura di 36, lungo quello empita con le pietre e poi eventualmente scaricata addosso che cento anni fa rappresentava il confine con il nemico. al nemico che saliva dalla valle sottostante».

LUCE+GAS ENERGIA DALLE NOSTRE MANI

www.ascotrade.it/aria visita i nostri punti vendita numero verde 800 918 208 scarica Ascotrade App

60 10 - 2018 SEZIONI ESTERO

FRANCIA A Soupir per non dimenticare

el 1918 i soldati italia- Nni in Francia vissero una pagina di storia della Grande Guerra forse poco conosciu- ta e ricordata. Il villaggio di Soupir, sulla linea del fronte, dall’autunno del 1914 è in ro- vina e i suoi abitanti sono stati trasferiti nella parte occupata dalle truppe tedesche. Tutta la zona è teatro di sanguinosi combattimenti e gli attacchi francesi sono respinti con in- genti perdite. Nel maggio 1918 viene chie- sto l’intervento dell’Italia che invia il 2º Corpo d’Armata, circa 60mila uomini, al co- mando del gen. Alberico Al- La cerimonia al Cimitero militare italiano di Bligny con il Presidente della Sezione Francia Adolfo Corradini, bricci. L’offensiva inizia il 18 il Consigliere nazionale Marco Barmasse e il Presidente della Sezione Belgio, Mario Agnoli. luglio 1918. Il 23 settembre il 2º Corpo d’Armata si trova perto di rose la base del monumento dedicato dalle donne di fronte alle formidabili difese tedesche dello “Chemin des italiane ai loro fratelli caduti. Quindi sulla piazza del paese Dames”, tra Presles, Boves e Villers en Prayères. All’inizio di si è compiuto “Il volo delle anime dei soldati” e centinaia di ottobre i nostri soldati liberano il villaggio di Soupir: le perdi- palloncini contenenti messaggi di pace sono stati liberati dai te sono molte, 592 di quei Caduti, circa il doppio dell’attuale bambini. popolazione del villaggio, sono sepolti nel locale Cimitero Al mattino seguente gli alpini si sono recati al Cimitero mi- militare italiano. litare italiano di Bligny per rendere omaggio ad altri 4.500 Per “non dimenticare” il comune di Soupir, guidato dal sin- Caduti italiani in terra di Francia, di cui oltre 1.300 ignoti. È daco Evelyne Libregs, ha voluto commemorare solennemen- stata una giornata in omaggio ai nostri connazionali e a tutte te quell’evento che fu di vitale importanza per la sua stessa le vittime della guerra, giovani soldati che gli alpini mai di- sopravvivenza. La manifestazione per il “Centenario della menticano, perché il loro sacrificio non sia stato inutile ma la liberazione di Soupir e dello Chemin des Dames” è stata orga- memoria attraversi le generazioni trasmettendo i valori della nizzata in collaborazione con gli alpini della Sezione Francia, pace, della libertà, della giustizia e della solidarietà. guidati dal Presidente Adolfo Corradini. Hanno partecipato Il prossimo appuntamento a livello nazionale in Francia si in gran numero, coinvolgendo altri italiani residenti oltralpe terrà dal 19 al 22 settembre 2019 per il 3º Raduno degli Al- e padre Gaetano Saracino, rettore della Missione Cattolica di pini in Europa con una cerimonia a Soupir il 20 settembre. Parigi. Erano presenti anche gli alpini del Belgio con il Pre- sidente Mario Agnoli e il coro degli Amici Cantori di Mons; Gli alpini al Cimitero militare italiano di Soupir. per la Sede Nazionale c’era il Consigliere Marco Barmasse, delegato per le Sezioni all’estero. Accanto ai vessilli delle Se- zioni di Francia e Belgio faceva bella mostra anche quello del- la Sezione di Verona, al seguito dell’alpino Luca Biasato che ha portato con sé alcune divise storiche utilizzate nell’evento. All’incontro nel cimitero italiano, il 22 settembre pomerig- gio, hanno partecipato le autorità regionali e dipartimentali, quelle dei parlamentari locali, di molte associazioni d’Arma francesi e di una qualificata rappresentanza diplomatica e mi- litare dell’ambasciata d’Italia a Parigi. Il cerimoniale, svolto secondo l’uso francese, ha coinvolto ed emozionato i nume- rosi partecipanti. I discendenti del Caduto Giovanni Snider, giunti dall’Italia, hanno versato un po’ di terra del suo Paese natio sulla tomba del congiunto. Quaranta donne hanno co- 61 10 - 2018 biblioteca

LA TRADOTTA Partitura con disegno originale di Massimo Marchesotti Immagini e musica. È questo il leitmotiv de “La Tradotta”, Collana “I Girasoli”, opera realizzata da Massimo Marchesotti, per i tipi della Storica Libreria Bocca, sull’argo- mento della Grande Guerra in occasione del Centenario. Un tema caro all’artista, sia perché da tanti anni è direttore del Coro Ana di Milano, sia perché nei suoi lavori è da sempre attratto dai temi sociali. Il tema della guerra prende a prestito un canto degli alpini di quell’epoca: “La tra- dotta”, come sottotitolo: “I disastri della guerra”. L’opera, prodotta in 60 esemplari unici, contiene la partitura musicale del canto, il testo e un disegno a china e a colori di 20x14 cm che sviluppano il doloroso tema della guerra nei suoi infiniti aspetti. Prefazione a cura del giornalista Angelo Foletto. Ogni esemplare è stampato a mano con i tipi Paganini, su preziosa carta Hahnemühle. Per l’acquisto, euro 80, rivolgersi a Massimo Marchesotti, cell. 347/5302752, [email protected]

Gianluca Trevisi Enrico Reginato 168ª COMPAGNIA 12 ANNI DI PRIGIONIA ALPHA UNIFORM CHARLIE NELL’URSS Pagg. 189 - euro 15 Pagg. 219 - euro 20 Marco Serra Tarantola editore Nuovi Sentieri Editore In tutte le librerie In tutte le librerie oppure su www.tarantola.it

Alfeo Guadagnin Alessandro Pennazzato SUI MONTI LA GRANDE GUERRA ZOVETTO E LEMERLE DI MORTEGLIANO NEL GIUGNO 1916 I Caduti, il ricordo Pagg. 162 - euro 20 e altre storie di soldati Per l’acquisto: 1915-1932 [email protected] Pagg. 432 cell. 377/2717244 euro 22 più spese di spedizione Per l’acquisto rivolgersi all’autore [email protected]

Alessandro Doria, Giovannina Pasqualotto Alessandro Ormas TRA GLI ALTI VOLI LE MEDAGLIE DELLA FANTERIA DELLA STORIA DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE Raccontare Altivole Pagg. 159 - euro 39 Pagg. 370 - euro 20 Gaspari editore Editrice San Liberale In tutte le librerie Per l’acquisto scrivere all’autrice [email protected]

62 10 - 2018 Consiglio Direttivo Nazionale del 6 ottobre 2018 È stato fatto il punto sull’andamento delle attività in corso Il Premio fedeltà alla montagna 2019 è stato assegnato per l’organizzazione della 92ª Adunata Nazionale a Mi- all’alpino Fortunato Flaviani del Gruppo di Ovindoli, Sezione lano. Abruzzi. Il Consiglio ha deciso di non inserire tra le candidature È stato esaminato l’ordine del giorno per la riunione dei Pre- dell’Adunata nazionale 2020 la richiesta, giunta in via ec- sidenti di Sezione che si terrà a Milano l’11 novembre 2018. cezionale e fuori termine, della città di Genova. Nella seduta È stato approvata la partecipazione del Labaro alla cerimo- del 10 novembre 2018, il Cdn procederà all’assegnazione nia di commemorazione della Battaglia di Novo Postoja- scegliendo tra le tre candidate: Rimini, Torino e Verona. lowka, il 20 gennaio 2019 a Cuneo. DICEMBRE 2018 1º dicembre 15 dicembre CASALE MONFERRATO - Consegna distintivo d’Oro al LUINO - Inaugurazione 33º “Presepe degli Alpini” Santuario di Crea TRENTO - 77º Anniversario battaglia Pljevlja 16 dicembre BASSANO DEL GRAPPA - Assemblea straordinaria 1-2 dicembre PALMANOVA - Assemblea annuale dei responsabili sportivi 22 dicembre sezionali TRIESTE - Concerto di Natale al Teatro Rossetti

2 dicembre 23 dicembre MONZA - “Nostra Domenica”, Messa in ricordo dei soci “andati SAVONA - Messa di Natale in Duomo avanti” nella chiesa di San Gerardo VERONA - Messa di Natale nella basilica di San Zeno

8 dicembre 24 dicembre VERCELLI - Raduno sezionale presso Gruppo Vercelli Porta ASTI - Messa di Natale Torino VITTORIO VENETO, CONEGLIANO, TREVISO e VALDOBBIADENE - Veglia di Natale al Bosco delle Penne 9 dicembre Mozze a Cison di Valmarino MESSA IN DUOMO (SEZIONE MILANO) 26 dicembre 13 dicembre VERCELLI - Commemorazione della morte del Beato LECCO - Messa di Natale don Secondo Pollo a Caresanablot TRIESTE - Commemorazione M.O. Guido Corsi 31 dicembre 14 dicembre VICENZA - Commemorazione Matteo Miotto a Thiene ASTI - Concerto di Natale “Giornata della colletta alimentare” a anni l’Ana collabora con il 5 milioni e 58mila individui, il 6,9% D“Banco Alimentare” nella rac- delle famiglie. Ecco perché saba- colta di alimenti non deperibili, do- to 24 novembre, alla 22ª Giornata nati dai clienti dei supermercati ai nazionale della colletta alimentare, poveri del nostro Paese. Ricordiamo donare sarà importante; la solidarie- che i dati Istat fotografano una re- tà incontrerà il sorriso e la simpatia altà drammatica e in aumento: nel delle penne nere, presenti davanti a 2017 si stimano in povertà assoluta molti supermercati di tutt’Italia. Rassegna calendari alpini l 10 marzo 2019 si terrà a Imola la 19ª Rassegna dei Ca- 2019 all’indirizzo del Gruppo di Imola Valsanterno, piazza Ilendari Alpini a cura del Gruppo di Imola Valsanterno e Gramsci 21, 40026 Imola (Bologna), se possibile NON a de L’Alpino Imolese. Ogni testata giornalistica alpina, Sezio- mezzo corriere. Per informazioni telefonare a Giovanni Vinci, ne, Gruppo o reparto alpino interessato dovrà far pervenire cell. 334/3930680, [email protected] oppure Dante Poli entro il 31 gennaio 2019 due copie del proprio calendario 320/0625078, [email protected] 63 10 - 2018 Obiettivo sul Centenario