Pertej Detit.. Febbraio 2006 Anno 4
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Reggio Terzo Mondo Rassegna Stampa Balcani Delegazione Caritas Emilia Romagna “Pertej detit…” Rassegna Stampa Balcani DELEGAZIONE CARITAS EMILIA ROMAGNA Pertej detit.. Febbraio 2006 Anno 4 Numero 2 ---------------- Comitato di Redazione : - Silvia Riva Sommario Editoriale Pag.2 Convegno Caritas e Reggio Terzo Mondo : “Volontariato Pag.2 - Mirko internazionale andata e ritorno” I miei parrocchiani… Pag.3 Baccarani È morto Ibrahim Rugova Pag.4 È morto Mons. Sopi vescovo cattolico… Pag.5 Kosovo: a scuola di separazione Pag.5 Turismo responsabile nei Balcani Pag.7 Kosovo e adesso? Pag.8 Freddo: altri 5 morti in ex Jugoslavia Pag.9 - Alessandra Albania, il business viaggia in motoscafo Pag.10 Odone La macedonia è la prigione della CIA Pag.11 L’importanza del primo passo Pag.12 Montenegro: dopo il disastro ferroviario Pag.13 Il ritorno di Pacolli:: “Il Kosovo ha bisogno di me!” Pag.15 Iniziative - appuntamenti Pag.16 Biblioteca Balcani Pag.16 - Denis Turci . Anno 4 Numero 1 Pagina 1 Reggio Terzo Mondo Rassegna Stampa Balcani Delegazione Caritas Emilia Romagna “Pertej detit…” Editoriale Cari amici, eccoci puntuali con il secondo numero della Rassegna Stampa Balcani. Da febbraio si è reso disponibile Denis Turci, volontario del Centro Missionario Diocesano di Reggio Emilia rientrato da poco dalla Missione in Albania, che collaborerà alla realizzazione della Rassegna. Benvenuto in redazione! In questo numero, come preannunciato, non troverete solo articoli di carattere politico, ma anche dossier, interviste, iniziative, ecc. Anche questa volta ci sembra importante sollecitare il vostro contributo. Crediamo che per la qualità e completezza della Rassegna sarebbe molto importante comprendere le vostre preferenze, gli argomenti che vorreste approfondire o anche semplicemente ricevere vostri suggerimenti circa l'impostazione della Rassegna nonché in articoli e/o altri documenti che ritenete interessanti. Potete scriverci a [email protected] e RTM provvederà a girare a noi della redazioni i vostri contributi. Inoltre in questo numero, abbiamo inserito due nuove rubriche: la prima relativa a Iniziative e appuntamenti che riguardano i Balcani (chiediamo anche a tutti voi di segnalarcele); la seconda, chiamata Biblioteca Balcani, dove vi segnaleremo alcuni libri – riviste che riteniamo interessanti. Ci sembra importante, per tutti coloro che hanno avuto la possibilità di operare nei Balcani, continuare ad avere un legame e informazioni su come la situazione politica, economica e sociale si evolve. Da qui è nata l’idea di creare questo semplice strumento che abbiamo intitolato “Pertej detit…” che in lingua albanese vuol dire "Al di là del mare". Noi siamo tornati di qua dal mare, con le nostre comodità e sicurezze, ma al di là del mare i problemi, le difficoltà, la povertà continuano ad essere tanti… Con questo vi lasciamo alla lettura della rassegna, augurandovi un buon inizio di Quaresima. Un caro saluto a tutti e arrivederci a presto. Mirko, Denis, Alessandra, Silvia Convegno Caritas e Reggio Terzo Mondo: “Volontariato Internazionale andata e ritorno”. Qual è lo specifico del volontariato internazionale? Come diffonderne la cultura nel paese d’origine? Come valorizzarne l’esperienza fatta? A queste domande le Caritas delle diocesi dell’Emilia - Romagna, tra cui quella di Carpi è risultata tra le più attive, assieme a Reggio Terzo Mondo hanno cercato di dare una prima risposta intervistando direttamente i volontari, 76 su 107, che hanno partecipato ai progetti di intervento realizzati in Albania e in Kosovo dal 1999 al 2005. La carica dei 107 L’indagine, realizzata dal Centro Culturale Ferrari di Modena, presenta non solo un profilo del volontario internazionale ma anche alcune possibili proposte di miglioramento. Il volontario internazionale è giovane, non sposato, con titolo di studio elevato. Molti insegnanti (soprattutto tra le donne), impiegati e liberi professionisti mentre è presente anche una piccola quota di pensionati e studenti. Sono stati motivati a partire per interesse personale e per solidarietà. In misura minore per spirito missionario, desiderio di acquisire competenze o per curiosità. Una volta tornati a casa destinano prevalentemente il tempo a loro disposizione al lavoro (36%) e alle relazioni familiari (16%), anche se non trascurano “se stessi” (10%) mentre considerano marginale l’impegno politico (1%). Anno 4 Numero 1 Pagina 2 Reggio Terzo Mondo Rassegna Stampa Balcani Delegazione Caritas Emilia Romagna “Pertej detit…” Famiglia, amici e colleghi sono i primi destinatari della fiducia dei volontari mentre all’ultimo posto sono collocati i partiti politici e le banche preceduti dagli organi di informazione, imprenditori e sindacati. A metà strada si trovano invece chiesa, magistratura, forze dell’ordine e scuola. Il “potenziale sociale” I volontari pur essendo un gruppo selezionato di persone non sono tutti uguali. Analizzando i dati rilevati è possibile suddividerli in almeno due gruppi. Il primo gruppo, più numeroso (59%), appare caratterizzato da maggior tempo dedicato alle relazioni con gli altri, maggiore profondità di queste relazioni e da sistemi valoriali e di fiducia maggiormente "sentiti". In altre parole si tratta di un gruppo ad alta intensità di “potenziale sociale” che dedica più tempo alle relazioni con amici e vicini, alla vita ecclesiale e all’impegno politico e che valuta positive queste relazioni. Sono volontari che hanno trovato soddisfacente il progetto a cui hanno partecipato e che hanno avuto una maggiore permanenza all'estero. Il secondo gruppo (41%) ha un “potenziale sociale” minore in quanto alle stesse variabili attribuisce punteggi più bassi. Capacità di fare cultura: come? Se questa è la rappresentazione sintetica del volontario internazionale passiamo ora ad illustrare i punti su cui i volontari internazionali presenti in diocesi ma anche la comunità ecclesiale e civile possono riflettere per migliorare la propria capacità di fare cultura. La comunicazione interculturale. L’esperienza all’estero dei volontari può essere un valido contributo per conoscere la cultura di un determinato paese, per abilitarsi ad interpretare correttamente qual è il senso che gli stranieri attribuiscono ai fatti di “casa nostra” e migliorare in questo caso l’efficacia comunicazionale. Sarebbe paradossale se i volontari una volta rientrati non venissero coinvolti in attività o percorsi di educazione alla mondialità oppure con la loro testimonianza aumentassero i pregiudizi e i luoghi comuni verso i paesi esteri nei quali hanno operato. Il peso politico. Se il benessere procurato dall’azione volontaria all’estero si estende tendenzialmente a tutta la comunità locale, pertanto ad una quota di popolazione superiore a quella rappresentata dalla maggioranza politica o dalla maggioranza culturale, si comprende che sono proprio queste componenti della società verso le quali occorre intensificare e migliorare la qualità delle proprie relazioni concordando luoghi stabili e modalità di incontro specifiche a partire dalla comunità diocesana. La vocazione politica. Il volontariato internazionale può sviluppare una propria originale vocazione politica nella misura in cui si interpreta quale soggetto promotore di una maggiore equità da parte delle istituzioni locali e internazionali, sviluppando l’integrazione tra il livello operativo e quello culturale. In una società più equa si è portati, infatti, a fidarsi non solo dei familiari, degli amici o dei vicini ma anche degli sconosciuti e degli estranei. Gianpietro Cavazza – Presidente del “Centro Culturale Ferrari” di Modena I miei parrocchiani… Don Jeton Thaqi è un giovane sacerdote del Kosovo, Don Jeton conosce bene la realtà dei volontari di Reggio vicario parrocchiale di Klina dove ha sede la base Terzo Mondo - Caritas Carpi e Delegazione Emilia operativa dei volontari Caritas. Per don Jeton "i Romagna in Kosovo in quanto é vicario del parroco di volontari italiani sono tutti miei parrocchiani, giovani Klina e ogni settimana, in casa dei volontari, legge e come tutti gli altri che partecipano con i progetti commenta il Vangelo festivo. Nel suo intervento ha all'attività pastorale della parrocchia e per tale motivo sottolineato l'importanza della collaborazione con la cerco di essere presente appoggiandoli e condividendo chiesa cattolica kosovara per il successo dei progetti di con loro le attività in corso." sviluppo nati come risposta alle reali esigenze della gente La testimonianza resa dal sacerdote kosovaro al e della Chiesam locale e per l’inserimento e l’azione dei convegno del 21 gennaio su "Volontariato internazionale volontari. "Credo indispensabili" ha concluso don Jeton andata e ritorno" come rappresentante della piccola "le visite e le missioni in Kosovo dei rappresentanti di chiesa cattolica balcanica giunge in un momento di RTM e della Caritas affinché questo nostro cammino sia profondo dolore per la perdita lo scorso 10 gennaio di un percorso condiviso tra Chiese sorelle". dell'amministratore apostolico del Kosovo monsignor Marc Sopi, figura simbolo del processo di pacificazione Carpi,21/01/06 don Jeton Thagi in atto nel paese. Anno 4 Numero 1 Pagina 3 Reggio Terzo Mondo Rassegna Stampa Balcani Delegazione Caritas Emilia Romagna “Pertej detit…” e per tutti i leader del Kosovo di dimostrare la maturità che servirà per oggi e per il futuro". È morto Ibrahim Rugova Biografia di Ibrahim Rugova Ibrahim Rugova nacque il 2 dicembre 1944 nel villaggio Questa mattina il Kosovo è rimasto senza il suo leader di Crnce, nella municipalità di Istok in Kosovo. Terminò più