Italiani Sempre Più in Alto Azzurri, Chi Brillerà a New York?
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Anno XIV - n.28 - 18 luglio 2018 In tv su SuperTennis 5 tornei in diretta Da Bastad a Newport, passando per Umago, Gstaad e Bucarest Pag.18 Azzurri,Italiani chi sempre brillerà più a New in alto York? Dopo Marco Cecchinato a Parigi e Camila Giorgi a Wimbledon l’Italia guarda al prossimo Slam pag.3 Test a confronto, nuove Speed ‘Nole Style’ Provate sul campo le prossime Head di Djokovic: le differenze tra MP e PRO Pag.26 GLI ALTRI CONTENUTI Newport, dove il tennis dura... un’eternità Pag.12 Next Gen: Rublev, ma dov’eri finito? Pag.14 Classifiche: i numeri della settimana Pag.16 Personal Coach: l’Itf guarda avanti, l’Italia c’è Pag.20 Djokovic e Kerber, i redivivi Giovani: i campioni di Wimbledon Juniores Pag.22 Due storie parallele pag.4 e 8 Circuito Fit-Tpra: amatori a caccia dello Slam Pag.24 L’esperto: c’è un libro sulla nascita del tennis? Pag.28 prima pagina Cielo azzurro a New York DI ENZO ANDERLONI FOTO GETTY IMAGES a uno Slam all’altro: le clas- sifiche Atp e Wta del giorno dopo la finale di Wimbledon Dsono già quelle che deter- minano l’entry list degli Us Open, che cominceranno lunedì 27 agosto. Ci siamo emozionati per la resurre- zione di Novak Djokovic, per la sfida epica con Nadal in semifinale, per la maratona di servizi vinta da Kevin Anderson con John Isner (dopo aver lottato e vinto per più di quattro ore con Federer). E per il ritorno alla vit- toria Slam della Kerber insieme al ritorno di mamma Serena Williams a un livello che la porta a sfiorare il 24° Slam da record. Ma l’emozione che resta di più in noi italiani è un’altra maglia azzurra grande protagonista a questi livelli dopo la semifinale di Marco Cecchi- nato al Roland Garros. Camila Giorgi ha infatti finalmente dimostrato che la sua convinzione di poter fare qual- cosa di davvero grande (come uno Slam) non è una chimera. Lo storico quarto di finale raggiunto, la partita testa a testa con Serena, la proiettano verso i campi duri americani con una nuova forma mentis. Di sicuro con- solidata. E dunque con un potenziale che sale piano piano e questa setti- lità che oggi è sempre più condivisa enorme in questo tennis femminile mana ha stabilito il nuovo personale in Italia tra giocatori e coach. Arriva ancora alla ricerca di leader. “best ranking” al n.167 del mondo. Da fino al settore giovanile: i Musetti, le Dall’altra parte, quella del tabellone qui a fine anno non ha praticamente Cocciaretto, protagonisti a 16 3 17 maschile, ci presentiamo a New York più niente da perdere. Può solo mi- anni tra gli under 18, e ad altri die- con 5 giocatori già sicuri (Fabio Fo- gliorare. E cominciare a dare un se- tro di loro. Le classifiche Itf ci dicono gnini n.15, Marco Cecchinato n.27, guito di prestigio a quel suo trionfo a che il prossimo anno agli Open d’Au- Andreas Seppi n.50, Matteo Berrettini Wimbledon Juniores del 2013. stralia under 18, tra qualificazioni e n.75, Paolo Lorenzi n.88) e un sesto I nove italiani nel tabellone maschile main draw, ci saranno tra i 15 e i 20 assai probabile: Thomas Fabbiano dei Championships sono stati un re- azzurrini. Un fatto senza precedenti. con il quarto turno ai Champioship è cord che ci ha ingolosito. Ma insieme Dunque che qualcuno possa brillare risalito al n.107 e le ammissioni diret- alla quantità c’è la qualità dei nostri anche agli Us Open è molto più una te nel main draw di Flushing Meadows giocatori e la nuova consapevolezza probabilità che un sogno. Godiamoci sono 104. Poi ci sono i più vicini alla che se Cecchinato e Giorgi sono an- dunque quest’estate d’attesa di nuo- Top 100 che aggrediranno il torneo di dati così avanti negli Slam, l’occasio- ve emozioni. I meteorologi dicono: qualificazione: i Sonego, i Travaglia, ne ci sia per tutti quelli che lavorano cielo azzurro a New York. E se aves- i Bolelli. E magari il Gianluigi Quinzi con la mentalità giusta. Una menta- sero davvero ragione? DIRETTORE COORDINAMENTO REDAZIONALE HANNO COLLABORATO REALIZZAZIONE E IMPAGINAZIONE Manoscritti e fotografie, anche se non Angelo Binaghi Angelo Mancuso Giovanni Di Natale, Alessandro GAME Comunicazione & Media S.r.l. pubblicati, non si restituiscono. SUPER TENNIS TEAM Mastroluca, Andrea Nizzero, COMITATO DI DIREZIONE Antonio Costantini (foto editor), Claudia Pagani, Gabriele Riva, REDAZIONE E SEGRETERIA Angelo Binaghi, Giovanni Milan, Amanda Lanari, Mauro Simoncini, Giorgio Spalluto, Stadio Olimpico - Curva Nord Nicola Pietrangeli, Giancarlo Baccini, Annamaria Pedani (grafica) Piero Valesio. Ingresso 44, Scala G La rivista è disponibile Massimo Verdina 00135 Roma in formato digitale sui siti www. FOTO A CURA DI Sportcast Srl Info: [email protected] federtennis.it e www.supertennis.tv DIRETTORE RESPONSABILE Getty Images, Archivio FIT, Antonio Via Cesena, 58 - 00182 Roma Reg. Tribunale di Roma n. 1/2004 e spedita via newsletter. Per riceverla Enzo Anderloni Costantini, Angelo Tonelli [email protected] dell’ 8 gennaio 2004 scrivere a [email protected] 3 wimbledon Riparte l’inseguimento: Djokovic verso l’infinito Dopo la sconfitta con Cecchinato a Parigi sembrava un fantasma. Adesso con i suoi 13 Slam Nole si rimette alla rincorsa di Nadal e Federer (16 e 20). A Londra ha dovuto battere Rafa in uno dei “quinti a oltranza” del torneo DA LONDRA, ANGELO MANCUSO FOTO GETTY IMAGES a non dovevamo veder- ci più?”, cantava il gran- de Lucio Battisti. Novak “MDjokovic, poco più di un mese fa, dopo l’amara sconfitta nei quarti al Roland Garros contro Marco Cecchinato, era svuotato, un fantasma. “Potrei chiudere qui la mia carriera ed essere comunque soddisfatto”, confes- sò in una frettolosa conferenza stampa appena qualche minuto dopo il k.o. Pa- role che erano sembrate una resa, tanto da ventilare l’ipotesi di non presentarsi nei tornei sull’erba. E invece quella del 31enne di Belgrado a Wimbledon è la storia di una resurrezione: è tornato a trionfare in uno Slam a oltre due anni dall’ultimo squillo datato Roland Gar- ros 2016. “Non c’è un posto più bello dove riprendere a vincere”, ha confes- sato. Un successo speciale con uno spettatore speciale. “È la prima volta che vinco e in tribuna c’è mio figlio che urla papà. È stato il mio sparring spe- ciale nelle ultime due settimane”, ha detto emozionato durante la premia- zione sul Centre Court rivolgendosi al piccolo Stefan, tre anni, seduto in braccio a mamma Jelena (la coppia ha anche un’altra figlia, Tara, di un anno). È il 13° Slam (meglio solo Roger Fede- rer a quota 20 e Rafa Nadal a 17), il quarto a Wimbledon (come Rod Laver). Un campione capace di dominare per un paio di stagioni come nessuno nel tennis negli ultimi 30 anni. Più degli stessi Federer e Nadal: dal 1969 è stato l’unico a vincere 4 Major di fila, sep- pur non nella stessa stagione, ma tra il 2015 e il 2016. Maratone epiche Si potrebbe raccontare la finale, ma in La stretta di mano con Kevin Anderson e il suo “solito” rituale: mangiare qualche filo d’erba del realtà l’epilogo del torneo, il più antico Centre Court dopo aver conquistato il titolo 4 wimbledon Entrambi usciti da due diverse maratone in semifinale, Nole Djokovic (a destra) e Kevin Anderson sono stati in campo “solo” tre set in finale (era la 132a edizione) e prestigioso, vis- infinito) ed era solo un primo turno: in del terzo parziale il sudafricano aveva suto tra suicidi tennistici, teste di serie palio non c’era la finale di Wimbledon. avuto una sola palla break (mancata) spazzate via, set infiniti, scambi inter- sotto 5-2 nel secondo. Il serbo ne ha minabili sull’erba ormai gialla nell’in- Dubbi e interrogativi concesse due su altrettanti doppi fal- solito caldo torrido che ha attanagliato Anche quella contro Anderson è una li e le ha cancellate, come le altre tre Londra per due settimane, l’abbiamo sfida epica destinata a restare nella sotto 6-5. Erano tutti set point per An- gustato solo nell’ultima ora. Era facile storia del torneo, ma che ha ripropo- derson. Poi l’epilogo al tie-break do- immaginarlo visto che l’altro protago- sto polemiche e interrogativi. Il peso minato. Ha mangiato come suo costu- nista, Kevin Anderson, era reduce dal- di quello sforzo non poteva non con- me un po’ di erba del Centre Court, il la maratona di 6 ore e 36 minuti vinta dizionare la finale di Anderson. Tra gli tempio del tennis (“quest’anno razio- 26-24 al quinto contro John Isner. Ha aspetti più curiosi degli Slam c’è quel- ne doppia”, ha scherzato). Perché pro- dominato Djokovic: 6-2 6-2 7-6 (3) in la che si può definire come una vera e prio sui prati è rinato. Già al Queen’s, poco più di due ore. Aveva capito tutto propria anomalia. Mentre agli Austra- dove alla vigilia dei Championships il sudafricano, un gigante di oltre due lian Open, al Roland Garros e a Wim- era stato battuto in finale (la prima da metri: “Bisogna introdurre il tie-break bledon al quinto e decisivo set si pro- un anno a questa parte) da Cilic dopo nel quinto set anche a Wimbledon”, cede a oltranza, agli Us Open si gioca il aver avuto un match-point ed esse- aveva detto stremato dopo la semifi- tie-break, formula inventata nel 1965 re stato avanti 4-1 nel tie-break.