RELAZIONE 5HVSRQVDELOH6FLHQWL¿FR3URI0LFKHOH=DPSLOOL 5LFHUFDWRUH$UFK*LXOLD)LRUHQWLQR

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del di Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

INDICE

Premessa ...... 3 1. Inquadramento territoriale ...... 4 2. Analisi della cartografia storica ...... 6 3. Analisi del sistema insediativo territoriale ...... 17 Fase IV-III sec. a.C...... 17 Fase II sec. a.C.-III sec. d.C...... 17 Fase IV sec. d.C.- X sec...... 17 Fase XI-XII sec...... 18 Fase XIII-XVI sec...... 19 Stato attuale ...... 20 4. Lettura della struttura urbana ...... 21 XII-XIII sec...... 21 XIV-XV sec...... 22 XVI-XIX sec...... 23 XX sec...... 23 5. Storia sismica locale e individuazione dei fattori di rischio geologico ...... 24 5.1 Database Macrosismico Italiano DBMI11 ...... 24 5.2 Database macrosismico europeo AHEAD ...... 25 5.3 La nuova classificazione sismica ...... 26 6. Analisi degli strumenti urbanistici vigenti ...... 29 7. Indicazioni per le linee guida per il recupero del centro storico ...... 32 Strategie per il riuso ...... 33 Comparti: linee guida d’intervento ...... 33 8. Esperienze di recupero di centri storici minori in Italia ...... 35 Recupero con finalità turistica: Albergo diffuso ...... 35 Recupero con finalità produttiva ...... 37 Recupero con finalità immobiliare: Case ad 1 euro ...... 37 Recupero con finalità benessere/terza età ...... 39 Recupero con finalità sociale ...... 40 Recupero con finalità culturale ...... 40 9. L’albergo diffuso nel ...... 42 9.1 Normativa regionale ...... 42

1

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

9.2 Esperienze di albergo diffuso nel Lazio ...... 44 9.2.1 Albergo diffuso Villa Retrosi, Amatrice (RI) ...... 47 9.2.2 Albergo diffuso La locanda del Ditirambo, Castro dei Volsci (FR) ...... 48 9.2.3 Albergo diffuso Settelune, (RM) ...... 48 9.2.4 Albergo diffuso Specchio di Diana, (RM) ...... 48 10. Risorse e finanziamenti ...... 50 Esempio procedura mediante bando di evidenza pubblica ...... 51 Esempio approccio LEADER ...... 54 Elenco elaborati ...... 58 ALLEGATI...... 59 L.R. 06 Agosto 2007, n. 13 ...... 59 Regolamento regionale 24 ottobre 2008, n. 16 ...... 80 Dossier di candidatura per Attività II.5 POR FESR Lazio 2007-2013 ...... 102 BIBLIOGRAFIA ...... 114 SITI INTERNET ...... 116

2

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

Premessa

La relazione che segue e gli elaborati tecnici allegati sono frutto dello studio condotto sul centro storico del Comune di Arcinazzo Romano (RM), svolto grazie ad una borsa di studio post laurea della durata di tre mesi messa a disposizione dall’Amministrazione Comunale in convenzione con il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi Roma Tre.

Nella prima fase del lavoro, è stata condotta una ricerca storica, prevalentemente basata su fonti bibliografiche e cartografiche, al fine di approfondire le vicende e le ragioni che hanno favorito e condizionato lo sviluppo urbanistico del territorio e dell’insediamento.

In secondo luogo è stato condotto un rilievo fotografico sul campo che ha permesso di individuare i caratteri insediativi, costruttivi, architettonici del centro storico e di confrontarli con la documentazione storica e la manualistica.

Sulla base del rilievo è stata predisposta una “Carta delle qualità, dei fattori di degrado e di rischio” che, tenendo conto dei manufatti architettonici di pregio quali il sistema delle mura e delle porte urbane, individua i fenomeni di degrado e le superfetazioni più ricorrenti.

La ricerca è accompagnata da un’approfondita riflessione sulle esperienze di recupero, sia in Italia che all’estero, di borghi storici con caratteristiche insediative, sociali ed economiche simili a quelle di Arcinazzo Romano.

Il lavoro si conclude con la prefigurazione progettuale dell’ipotesi di intervento su uno dei comparti individuati nel centro storico e con indicazioni generali per le linee guida per il recupero del centro storico al fine di:

~ sostenere le iniziative tese alla conservazione ed al recupero del centro storico; ~ rimuovere i detrattori della qualità architettonica e ambientale presenti all’interno ed all’esterno del borgo; ~ tutelare gli ambiti circostanti l’edificato favorendo la conservazione ed il ripristino delle coltivazioni tipiche del territorio e impedire la nuova attività edificatoria all’esterno, se non strettamente connessa con l’uso agricolo del territorio e nel rispetto dei caratteri dell’edilizia rurale tradizionale; ~ individuare i possibili finanziatori, pubblici e privati, per il recupero del centro storico in accordo con i finanziamenti messi in programma dal POR FESR 2014-2020 della Regione Lazio.

3

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

1. Inquadramento territoriale Riferimento elaborato: Tav. 2

Il comune di Arcinazzo Romano1 fa parte del territorio della provincia di Roma ed è situato nell’Alta Valle dell’Aniene. Il territorio comunale, che si estende per 2.827 ettari, ha carattere prevalentemente montuoso e comprende al suo interno una zona pianeggiante denominata Altipiani di Arcinazzo (900 m s.l.m.).

Arcinazzo Romano confina a nord con i Monti Affilani e con i comuni di (RM) e Subiaco (RM); ad est con il comune di Jenne (RM) e con quello di (FR); a sud con la provincia di Frosinone, con il monte Retafani, il comune del (FR) ed il monte Scalambra; ad ovest con i comuni di (RM) e (FR) (Figura 1).

Arcinazzo Romano si trova a 831 m s.l.m. lungo la catena dei Monti Simbruini: all’interno del territorio comunale i rilievi più alti della dorsale dei Monti Affiliani sono il Monte delle Pianezze (1332 m s.l.m.) e il Monte Altuino (1270 m s.l.m.). Nella zona meridionale il territorio comunale è occupato da un’altra dorsale che raggiunge la massima altitudine con il Monte Scalambra (1.419 m s.l.m.).

Figura 1 – Orografia del territorio provinciale (SIT Provincia di Roma)

1 L’antico nome di Ponza resta in uso fino al 1872; diviene Ponza d’Arcinazzo dal 1873 al 1891, per poi assumere il toponimo attuale di Arcinazzo Romano a partire dal 1892.

4

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

Al di sotto di queste formazioni montuose scorre un piccolo torrente denominato «Terra Rio», il quale nei mesi di piena va a gettarsi nel fiume Aniene.

Nella zona meridionale del territorio comunale si trovano gli Altipiani di Arcinazzo, una conca lunga 3 Km e larga da 1 a 1,5 Km, caratterizzata da forme carsiche superficiali e ipogee.

La vegetazione presenta noccioli, gelsi e querce sui pendii montani, mentre nella zona delle arenarie sono presenti zone coltivate.

Il comune di Arcinazzo Romano dista da Roma circa 80 km ed è messo in comunicazione attraverso la via Tiburtina-Valeria e la Sublacense, la via Prenestina e l’autostrada A24.

5

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

2. Analisi della cartografia storica Riferimento elaborato: Tav. 1

A partire dal XVI sec., la cartografia storica descrive le trasformazioni del territorio oggetto di studio e consente una prima riflessione sullo sviluppo dell’insediamento.

L’abitato di Arcinazzo Romano viene rappresentato per la prima volta nell’affresco della Galleria delle Carte Geografiche in Vaticano, risalente alla seconda metà del XVI sec. (Figura 2). L’insediamento, indicato con l’antico toponimo di Ponza, si distingue accanto a quello di Affile e si riconosce per la caratteristica torre (Figura 3).

Nella rappresentazione si distinguono anche l’abitato di Subiaco, di proporzioni maggiori rispetto agli altri insediamenti, ed il reticolo idrografico.

Figura 2 – La raffigurazione dell’area sublacense nell’affresco della Galleria delle Carte Geografiche in Vaticano, seconda metà del XVI sec.

Figura 3 – Dettaglio dell’affresco, in evidenza l’abitato di Affile e Ponza.

La carta di Giovanni Antonio Magini del 1604 mostra una rappresentazione del territorio ancora incerta: l’insediamento di Ponza, accompagnato dall’inequivocabile simbolo della torre, è individuato a nord del comune di Affile (Afili), in una posizione non attendibile (Figura 4 - Figura 5).

6

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

Figura 4 – G. A. Magini, tav. 42 dell’Italia, 1604, da A. P. Frutaz, Le Carte el Lazio, vol. II, tav. 54.

Figura 5 – Dettaglio, G. A, Magini, tav. 42 dell’Italia, 1604, da A. P. Frutaz, Le Carte del Lazio, vol. II, tav. 54.

Più precisa ed accurata è la carta ad acquaforte e bulino disegnata da Giacomo Filippo Ameti nel 1693, Il Lazio con le sue più cospicue strade antiche, e moderne e’ principali casali, e tenute di esso [...] Parte prima terrestre del Latio [...], che, insieme alla carta rappresentante la parte meridionale della provincia di Roma, fa parte del progetto voluto da Papa Alessandro VII di formare il catasto dell’Agro Romano, sotto la guida del gesuita Francesco Eschinardi (Figura 8).

La carta di Ameti si basa su quella che il monaco camaldolese Innocenzo Mattei, geografo pontificio sotto Clemente X, aveva realizzato nel 1674, Nova et esatta Tavola topografica del Territorio o distretto di Roma. Nella carta viene riportata con cura l’idrografia e l’orografia del territorio, oltre che i toponimi delle strutture antiche (Figura 6 - Figura 7).

7

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

Figura 6 - Innocenzo Mattei, Nova et esatta Tavola topografica del Territorio o distretto di Roma, 1674, da A. P. Frutaz, Le Carte del Lazio, vol. II, tav. 156.

Figura 7 – Dettaglio, Innocenzo Mattei, Nova et esatta Tavola topografica del Territorio o distretto di Roma, 1674, da A. P. Frutaz, Le Carte del Lazio, vol. II, tav. 156.

La carta di Ameti rappresenta la regione laziale che si estende alla sinistra del Tevere, fino al Garigliano (compreso il golfo di Terracina nella parte litoranea), storicamente denominata o Campagna di Roma, qui indicata come Lazio. L'opera completa consta di 4 tavole, due terrestri e due marittime. La carta presenta un’accurata indicazione delle strade antiche e moderne; l'idrografia è dettagliata, l'orografia è convenzionale. Sono inoltre segnalati, accanto ai toponimi, i nomi dei proprietari dei fondi. L’abitato di Ponza viene indicato come «Ponza dell’Ab.[bazia] di Subiaco» (Figura 9).

8

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

Figura 8 - Giacomo Filippo Ameti, Il Lazio con le sue più cospicue strade antiche, e moderne e’ principali casali, e tenute di esso [...] Parte prima terrestre del Latio [...], 1693, da A. P. Frutaz, Le Carte del Lazio, vol. II, tavv. 174-175.

Figura 9 – Dettaglio della carta di Giacomo Filippo Ameti, Il Lazio con le sue più cospicue strade antiche, e moderne e’ principali casali, e tenute di esso [...] Parte prima terrestre del Latio [...], 1693, da A. P. Frutaz, Le Carte del Lazio, vol. II, tavv. 174-175.

Per quanto riguarda la cartografia edita nel XVIII sec., la ricerca storica fa riferimento alla carta di Cristoforo Boscovich del 1755 (Figura 10 - Figura 11) e quella di Maria Cassini del 1790 (Figura 12 - Figura 13). Nelle due cartografie scompaiono i toponimi antichi e i riferimenti alle affiliazioni cenobitiche presenti nei documenti del XVII sec; la rappresentazione dell’idrografia risulta essere più accurata, mentre permane un disegno schematico per l’orografia.

9

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

Figura 10 – C. Boscovich, Patrimonio di S. Pietro, Sabina, Campagna di Roma, 1755, da A. P. Frutaz, Le Carte del Lazio, vol. III, tav. 199.

Figura 11 – Dettaglio, C. Boscovich, Patrimonio di S. Pietro, Sabina, Campagna di Roma, 1755, da A. P. Frutaz, Le Carte del Lazio, vol. III, tav. 199.

10

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

Figura 12 - G. M. Cassini, Carta inserita nell’Atlante geografico universale, 1790, da A. P. Frutaz, Le Carte del Lazio, vol. III, tav. 210.

Figura 13 – Dettaglio G. M. Cassini, Carta inserita nell’Atlante geografico universale, 1790, da A. P. Frutaz, Le Carte del Lazio, vol. III, tav. 210.

Giovanni Maria Cassini è anche autore della carta disegnata da Pier Maria Cermelli nel 1782, [Carte corografiche di alcune provincie dello Stato pontificio indicanti le produzioni naturali in esse contenute]. Lazio Agro Romano Campagna, nella quale vengono annotate le osservazioni naturalistiche raccolte dal Cermelli durante i suoi viaggi (Figura 14). Nella carta non viene indicato l’abitato di Ponza, ma si distingue quello di Affile nella cui zona Cermelli annota la presenza di cristallo di rocca (Figura 15).

11

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

Figura 14 - Giovanni Maria Cassini, [Carte corografiche di alcune provincie dello Stato pontificio indicanti le produzioni naturali in esse contenute]. Lazio Agro Romano Campagna, 1782 (Archivio Storico Capitolino, Tom. 29, tav. III)

Figura 15 – Dettaglio della carta di Giovanni Maria Cassini, [Carte corografiche di alcune provincie dello Stato pontificio indicanti le produzioni naturali in esse contenute]. Lazio Agro Romano Campagna, 1782 (Archivio Storico Capitolino, Tom. 29, tav. III)

Nel XIX sec., sotto il Pontificato di Papa Pio VII, viene realizzato il Catasto Pio Gregoriano, primo catasto di tipo geometrico-particellare comprendente tutto il territorio dello Stato Pontificio; grazie ai brogliardi di corredo alle mappe, è possibile analizzare il territorio, le proprietà e le relative consistenze immobiliari, oltre che l’uso del suolo.

12

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

Risale al 1820 la mappa catastale relativa all’area di studio (Figura 16): l’abitato di Ponza appare circondato da terreni prevalentemente ad uso agricolo o di pascolo; alla voce «Genere di coltivazione» si trovano riferimenti a: «Pascolo, Aratorio vitato, Aratorio con olivi, Zappativo con olivi» (Figura 17).

Figura 16 - Catasto Pio Gregoriano, Comarca 208, Mappa della Seconda Sezione di Ponza, 1820 (Archivio di Stato di Roma)

Figura 17 – Dettaglio Catasto Pio Gregoriano, Comarca 208, Mappa della Seconda Sezione di Ponza, 1820 (Archivio di Stato di Roma)

13

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

Le variazioni di consistenza delle particelle catastali riferite al periodo 1870-1952 sono annotate nel Catasto Rustico della Provincia di Roma, rimasto in uso presso gli uffici locali del Censo fino all’attivazione del Nuovo Catasto Terreni. L’abitato di Ponza è rappresentato nella mappa Sezione II Ponza, Foglio VI: dal confronto tra le due planimetrie non risultano significative variazioni dell’assetto catastale (Figura 18).

Figura 18 - Catasto rustico della Provincia di Roma, Versamento U.T.E., Sezione II Ponza, Foglio VI, 1858-1870 (Archivio di Stato di Roma)

La carta realizzata nel 1863 dall’Ufficio del Censo dello Stato Pontificio offre un punto di vista alla scala regionale: la rappresentazione relativa alla zona compresa tra e , con i confini delle delegazioni di e Frosinone, annota indicazioni toponomastiche e presenta un assetto orografico più dettagliato rispetto alle precedenti mappe, oltre al reticolo idrografico e l’assetto infrastrutturale (Figura 19 - Figura 20).

14

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

Figura 19 - Stato Pontificio, Ufficio del Censo, Subiaco, 1863 (Archivio Storico Capitolino, 19502, n.5)

Figura 20 - Dettaglio della carta dello Stato Pontificio, Ufficio del Censo, Subiaco, 1863 (Archivio Storico Capitolino, 19502, n.5)

Nella cartografia del XX sec. compare per la prima volta il toponimo di Arcinazzo Romano attualmente in uso. Nella carta del catasto agrario del Lazio, intitolata Carta del compartimento del Lazio (Provincia di Roma) con i confini delle Zone agrarie e dei Territori comunali in esse compresi, redatta dall’Ufficio di statistica agraria del Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio nel 1912, vengono riportati i confini di Provincia, di Circondario, di Comune e delle Zone agrarie; Arcinazzo Romano fa parte della zona agraria 1 (Figura 21).

Risale al 1942 il Nuovo Catasto Edilizio Urbano, nel quale il territorio del comune di Arcinazzo Romano appare largamente urbanizzato rispetto all’assetto ottocentesco testimoniato dal

15

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano precedente catasto ed il tessuto edilizio di espansione si estende oltre l’antica cerchia muraria (Figura 22).

Figura 21 - Ufficio di statistica agraria del Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio, Carta del compartimento del Lazio (Provincia di Roma) con i confini delle Zone agrarie e dei Territori comunali in esse compresi, 1912, (Archivio Storico Capitolino, STRAGR 817bis (1, t.4)

Figura 22 - N.C.E.U. Nuovo Catasto Edilizio Urbano, Comune di Arcinazzo Romano, 1942 (Ufficio tecnico Comune di Arcinazzo Romano)

16

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

3. Analisi del sistema insediativo territoriale Riferimento elaborato: Tav. 2

Fase IV-III sec. a.C.

Nel periodo preromano l’Alta Valle dell’Aniene è area di confine tra gli Equi, i Latini e gli Ernici: data la sua posizione periferica rispetto ai poli territoriali delle diverse popolazioni, sembra non avere una struttura territoriale organizzata.

Nel periodo repubblicano il processo di organizzazione del territorio da parte dei Romani segue direttrici più sicure rispetto alla valle dell’Aniene, molto esposta alle aggressioni degli Equi. La principale direttrice di espansione romana verso est è costituita dalla via Tiburtina-Valeria che, costruita a partire dal 286 a.C., tocca solo tangenzialmente l’area sublacense e penetra nel territorio equo.

Carsulae ed Alba Fucens rappresentano gli avamposti della penetrazione romana a oriente, mentre la Valle dell’Aniene mantiene la linea difensiva latino-ernica lungo le valli dei fiumi Empiglione e .

Nel 272 a.C. i Romani costruiscono l’acquedotto Anio Vetus.

Fase II sec. a.C.-III sec. d.C.

Dopo la sconfitta degli Equi nel 304 a.C., il territorio viene incorporato nell’Ager Publicus Populi Romani. Vitellia sarebbe la prima colonia dedotta nel territorio, anche Affilae e Treba rientrano nelle prime operazioni di acquisizione da parte dei Romani. Il territorio viene riorganizzato con collegamenti da un lato verso Tivoli, e quindi Roma, attraverso la valle dell’Empiglione, e dall’altro in direzione di Treba attraverso gli altipiani di Arcinazzo.

Tra i primi interventi infrastrutturali vi è la costruzione degli acquedotti: l’acquedotto dell’Acqua Marcia (45 a.C.), l’acquedotto dell’Acqua Claudia e l’Anio Novus (36-40 a.C.). Segue la costruzione della villa di Nerone (60 d.C.) e della strada che, probabilmente su tracciato precedente, l’imperatore fa costruire per collegare direttamente la villa alla via Tiburtina-Valeria e quindi a Roma. Con questi interventi infrastrutturali la valle dell’Aniene viene ad assumere un ruolo predominante. Nel II sec. d.C., a sud-est della villa neroniana, viene costruita la villa di Traiano sull’Altopiano di Arcinazzo; un nuovo tratto viario, prolungamento della via voluta da Nerone, ne permette l’accesso.

A partire dal II sec. a.C. è individuabile il centro abitato di Affile, con un territorio prevalentemente destinato all’agricoltura. Le tracce dell’abitato romano sono ancora parzialmente visibili: alcuni resti come la cisterna e muri in opera reticolata sono stati riutilizzati nel medioevo. Arcinazzo non esiste ancora come insediamento, probabilmente in questa fase vi sono delle costruzioni sparse di supporto all’agricoltura.

Fase IV sec. d.C.- X sec.

Nel 494 d.C. San Benedetto da Norcia, lasciata Roma, si ferma nel villaggio di Affile, ospitato presso la chiesa di S. Pietro, e fonda il primo monastero benedettino, S. Clemente, sui resti della villa imperiale di Nerone; sulla riva sinistra dell’Aniene una comunità cristiana vive attorno alla chiesa di S. Lorenzo.

17

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

Dell’arco cronologico che va dal VI all’IX secolo non si hanno molte notizie; la bibliografia riferisce di un’incursione dei Saraceni nel IX secolo nella zona dei monasteri, la quale arreca danni a tutta la regione2.

Tra il IX e il X secolo le fonti descrivono fondi e casali, in cui i coloni sono dediti ad attività agricole varie, inoltre si alleva il bestiame e vi sono mulini ad acqua. Verso il 950 Affile è una colonia, cioè una zona di intenso sviluppo agricolo con case coloniche, mentre Ponza è ancora un centro rurale. Le fonti citano come colonie gli insediamenti di , San Valerio e Trellano.

Nel X sec. ha inizio la cosiddetta fase dell’incastellamento: secondo le datazioni riportate da Toubert3 sono castra gli insediamenti di: (983-997), (983-997), Castel S. Angelo (Oggi , 992-1038), Cervara (Oggi 997-1005), Empiglione (967-973), (Prima Del 1005), Marano (Oggi 973-1030), (973-1051), (983-997), Subiaco (923-927).

Tra il IX e il X secolo l’Abbazia di Subiaco diviene una potenza territoriale: il suo territorio si sviluppa soprattutto a valle del monastero di S. Scolastica, fino ad Anticoli Corrado seguendo il corso dell’Aniene. Fino a quel momento Ponza e Affile sono esclusi dai suoi confini territoriali.

Fase XI-XII sec.

L’aumento demografico e la necessità di controllare, organizzare e difendere il territorio, spingono l’Abbazia benedettina ad una vasta opera di seconda urbanizzazione dell’area sublacense.

Il castello di Affile è documentato a partire dal 1013. Una testimonianza di fondamentale importanza per ricostruire l’assetto del territorio e la distribuzione dei castra e castella, è la lapide fatta incidere nel 1051 sul campanile di Santa Scolastica, sulla quale è riportata la consistenza del patrimonio abbaziale e la menzione di quei centri abitati sorti in grandissima parte nei secoli X e XI per influenza del monastero.

Il castello di Agosta sorge nel 1051. Le prime notizie del castello di Ponza risalgono al 1109.

Per quanto riguarda il sistema dei percorsi, la lettura di Federici del regesto sublacense offre alcune considerazioni interessanti: «[Dal]la via Valeria o Marsicana […] si distacca quel braccio che conduce a Subiaco. Un diverticolo si diparte quasi all’altezza di S. Cosimato, ossia vicino al punto di incrocio delle due precedenti e penetra nel cuore della massa Giovenziana; forma diramazioni per e Saracinesco, e Cerreto; un ramo prosegue per , S. Vito e Olevano; tocca Gerano, Toccianello e Subiaco. Nelle vicinanze di Ciciliano un sentiero, inerpicatosi per la montagna, raggiunge Vulturella, Guadagnolo e Poli; una mulattiera si inizia da Gerano e per Rocca S. Stefano e Collesecco scende nel fosso della Mola: ne risale la sponda sinistra, fin sotto Affile, passa per la destra riva fino a sorgenti, e dopo aver scavalcato il Redafano, penetra nell’altipiano di Arcinazzo per raggiungere Anticoli (Fiuggi).

A Subiaco faceva capo una via attraverso il ponte Terillo (di S. Antonio) dopo aver lambito il prato di S. Lorenzo, il Monte Affilano, costeggiava le terme della colonia di Affile, passava sotto Ponza, e

2 L. Travaini, Due castelli medievali. Affile e Arcinazzo Romano, Team Stampa, Roma, 1990, p.10 3 P. Toubert, Les structures du Latium médiéval: le Latium méridional et la Sabine du IXe siècle à la fin du XIIe siècle, Ecole francaise de , Rome, 1973.

18

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano radeva il recinto ciclopico di Roiate per raggiungere . E un’altra mulattiera costeggiando l’Aniene, per Jenne e Trevi, congiungeva il capoluogo pure col paese degli Ernici.»4

Alla fine dell’XI secolo, l’aristocrazia Iocale, originatasi in gran parte direttamente dalle grandi famiglie romane, inizia un’opera di smantellamento del dominio abbaziale. Nei secoli seguenti, l’Abbazia è impegnata in una dura lotta contro i feudatari: in particolare negli anni del governo dell’abate Giovanni, dal 1065 al 1117, si cerca di recuperare i maggiori castelli del monastero5. In questa continua lotta, le conquiste sono assicurate anche con nuove fortificazioni.

Il successore Pietro III deve non tanto adoperarsi contro i feudatari dell’Abbazia quanto contro i Tiburtini che cercano di riconquistare ciò che ritengono sottratto dagli abati sublacensi. Nel febbraio 1126 Pietro giura la restituzione delle terre di Agosta e di metà del castello di Gerano. A queste terre due anni dopo si aggiungono altre richieste dei Tiburtini relative ai castelli di Marano, Rocca di Monte de Gufo, Rocca di Mezzo, e la sua rocca, Toccianello, Gerano e Cerreto.

Alla morte di Pietro III nel 1145, i diversi tiranni prendono il sopravvento sull’abbazia distruggendo in mezzo secolo l’autorità raggiunta fino a quel momento.

Fase XIII-XVI sec.

Il periodo a cavallo tra i secoli XIII e XIV è caratterizzato da un generale decadimento, da contrasti tra l’Abbazia di S. Scolastica e il S. Speco e dal terremoto del 1298, che causa diversi danni ai monasteri.

Figura 23 - 1250-1350 Giulio Battelli, Le diocesi del Lazio orientale. Ricostruzione (1946), da A.P. Frutaz, Le Carte del Lazio, vol. II, tav. 7.

4 Pubblicato in L. Carbonara, La struttura territoriale dalla seconda metà del secolo XI alla prima metà del secolo XVIII, in Il Comprensorio sublacense, in «Quaderni dell’Istituto di pianificazione territoriale», Università degli Studi di Roma, Facoltà di Architettura, II (1973), 2, pp. 37-56. 5 Ezulo, fratello dell’abate Umberto, occupava Cervara; Lando di Civitella possedeva Gerano e Cerreto; Subiaco si era reso indipendente; lo stesso fratello dell’abate, Rainiero, occupava Marano; Anticoli era in mano a Oddone di Palombara; Ponza e Affile erano occupate da Ildemondo.

19

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

Il periodo che giunge fino alla commenda, avvenuta nella prima metà del XV sec., è caratterizzato dalla continua diminuzione di potenza dell’abbazia, costretta a vendere in più riprese molti dei suoi territori per fare fronte alle spese.

La situazione peggiora quando la commenda viene assegnata ad esponenti di famiglie potenti che cercano di istituire una successione dinastica. Tra i commendatari vi è Rodrigo Borgia che nel 1476, fuggito da Roma per la peste, trova rifugio nel castello di Marano e ricostruisce la rocca. Il XVI sec. è caratterizzato dal dominio della famiglia dei Colonna; nel 1608, morto Ascanio Colonna, la commenda viene conferita al cardinale Scipione Borghese e poi ai Barberini per tutto il XVII e XVIII sec.

Ai Barberini si deve l’impianto di alcuni opifici nella seconda metà del XVII sec.: fabbriche della carta, del cotone che segnano gli albori dell’industria sublacense.

La maggior parte dei cronisti pone la fine della storia medievale dell’abbazia nel 1513, anno in cui avviene l’unione del Sublacense con la congregazione di Santa Giustina, evento che toglie definitivamente ogni autorità al monastero. L’abbazia rinuncia alla sua individualità e fino al XIX secolo non sarà altro che un possedimento della congregazione cassinese.

Stato attuale

Attualmente il sistema infrastrutturale della valle dell’Aniene è sostenuto dalla via Sublacense (SS411) che si riconnette a nord con la via Tiburtina-Valeria, a sud con la strada statale per Fiuggi.

I collegamenti con Roma sono assicurati dalla Tiburtina-Valeria e, a partire dagli anni ’60, dalla autostrada A24.

20

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

4. Lettura della struttura urbana Riferimento elaborato: Tav. 3

XII-XIII sec.

Le prime notizie del castello di Ponza risalgono al 1109 e si ritiene che venga fondato dallo stesso Signore che nel 1013 aveva fondato quello di Affile. Nel 1084 il Signore di Affile e di Ponza è Ildemondo, cui Papa Pasquale II sottrae i possedimenti per consegnarli al Monastero Sublacense. I due insediamenti sono assediati all’inizio del XII dall’esercito papale e sembra che Ildemondo sia costretto a rifugiarsi nel palazzo fortificato di Ponza. Solo nel 1176 i due castelli di Ponza e Affile divengono a tutti gli effetti parte dei possedimenti dell’Abbazia.

Per quanto riguarda l’assetto dell’insediamento in questa fase (Figura 24), il castello doveva trovarsi in posizione dominante, probabilmente in un’area coincidente con la particella 132 individuata come «Corte» nel Brogliardo del Catasto Gregoriano (Figura 25 - Figura 26). É possibile che in una prima fase esistesse la sola residenza fortificata del signore e che in una fase successiva si sia formato l’insediamento (oppidum), chiuso da una cinta muraria e accessibile mediante la Porta da Capo, della quale oggi non rimane alcuna traccia. In un periodo successivo, probabilmente coincidente con l’inizio del dominio abbaziale, potrebbe essere stata aperta una seconda porta, detta “Porta Nova”, in comunicazione con il fondovalle.

Figura 24 – Schema della prima fase formativa (XII-XIII sec.)

21

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

Figura 25 – Catasto Pio Gregoriano, Comarca 208, Mappa della Seconda Sezione di Ponza, 1820 con individuazione della particella 132 (Archivio di Stato di Roma)

Figura 26 – Stralcio del Brogliardo del Catasto Pio Gregoriano, II Sezione di Ponza, 1820, particella 132 (Archivio di Stato di Roma)

XIV-XV sec.

A questa fase risale la costruzione della chiesa di S. Maria, la cui prima menzione è datata 1327; si tratta probabilmente di una chiesa ad una sola navata come quella di S. Maria di Affile. Nella seconda metà del XV sec. alla chiesa vengono aggiunte delle cappelle; altre trasformazioni seguono nella seconda metà del XVI sec. epoca in cui viene operato un restauro generale. Infine nel 1829 viene deciso un altro restauro, del quale dà conferma la perizia del Capo Mastro Muratore: «Giudico pertanto esser necessario d’ingrandire detta chiesa, aggiungendole un’altra ala minore dalla parte del settentrione, per non renderla irregolare; secondo, renderla regolare secondo il

22

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano disegno formatone; terzo, coprirla di volta a botte; quarto ristabilirla nuovamente ad uso di arte e rimattonarla.»6

Dell’attività edilizia di questo secolo restano diverse tracce, quali le mura turrite che appartengono nel complesso al XIV sec. e le strutture murarie vicino la chiesa di S. Maria. La piazza antistante la chiesa sembra che in questa fase abbia assunto una certa rilevanza come centro politico.

Lo sviluppo territoriale di Ponza fa sì che agli inizi del XIV sec. l’abitato si estende oltre le mura, con la formazione di un “borgo” che viene menzionato nel 1329. Questo comporta l’ampliamento della cerchia muraria e l’apertura di una nuova porta, detta Porta da Piedi. A questa fase potrebbe appartenere anche la Chiesa di S. Rocco, attualmente trasformata in magazzino e ridotta nelle dimensioni per l’apertura di via Roma nel XVIII sec.

Figura 27 - Schema della seconda fase formativa (XIV-XV sec.)

XVI-XIX sec.

Al principio di questa fase appartiene la chiesa di S. Nicola, menzionata per la prima volta nel 1575 e distrutta agli inizi del XX sec. Come testimonia il Catasto Gregoriano, la chiesa si trovava in prossimità della Porta da Capo in una zona ritenuta tra le più antiche dell’insediamento.

La cappella di S. Lucia, prospiciente l’attuale Piazza Vittorio Emanuele, risale al XVIII sec. e probabilmente riutilizza le strutture murarie di una torre semicircolare della cinta difensiva.

Al XVIII sec appartiene anche la chiesa S. Croce, situata appena fuori dal centro storico.

XX sec.

La mappa catastale del 1942 evidenzia l’espansione edilizia del centro abitato all’esterno della cerchia muraria. I tracciati stradali non appaiono significativamente modificati.

6 Archivio di Stato di Roma, Cong. del Buon Governo, serie II, busta 37070. Pubblicato L. Travaini, Due castelli medievali. Affile e Arcinazzo Romano, Team Stampa, Roma, 1990pp.92-93

23

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

5. Storia sismica locale e individuazione dei fattori di rischio geologico

La storia sismica del luogo è stata ricostruita con l’ausilio di due databases macrosismici disponibili online: il DBMI11 (Database Macrosismico Italiano, http://emidius.mi.ingv.it/DBMI11/) ed il corrispettivo europeo AHEAD (European Archive of Historical EArthquake Data, http://www.emidius.eu/AHEAD/). Questi strumenti consentono di identificare per ogni singola località i terremoti che si sono verificati in una finestra temporale molto ampia e che complessivamente va dal 1000 al 2006.

5.1 Database Macrosismico Italiano DBMI11

Il Database Macrosismico Italiano consente di consultare le storie sismiche di 6800 località con un numero di osservazioni ≥ 3, situate in territorio italiano. Per ogni terremoto vengono resi disponibili: a dati macrosismici; a mappe della distribuzione delle intensità sulla scala Mercalli (MCS); a i parametri epicentrali macrosismici e strumentali, ove disponibili (epicentro e Mw); a sorgenti sismogenetiche (rappresentate come box) per i terremoti successivi al 1600 e con Mw >= 6.5.

Con riferimento al comune di Arcinazzo Romano, il database italiano censisce 14 terremoti avvertiti in loco, verificatisi tra il 1877 ed il 2004.

Tabella 1 - Storia sismica Arcinazzo Romano (da: M. Locati, R. Camassi e M. Stucchi, a cura di, 2011. DBMI11)

Data I Ax Np Io Mw (MCS) 1877 08 24 02:45 5 Lazio meridionale 54 7 5.23 ±0.22 1915 01 13 06:52 6 Avezzano 1041 11 7.00 ±0.09 1987 04 11 02:26:21 NF Colli Albani 72 6 4.37 ±0.16 1989 10 23 21:19:17 NF Colli Albani 65 6 4.43 ±0.15 1990 05 05 07:21:22 NF Potentino 1374 5.80 ±0.09 1997 09 26 00:33:13 NF Appennino umbro-marchigiano 760 5.70 ±0.09 1997 10 14 15:23:11 4 Appennino umbro-marchigiano 786 7-8 5.65 ±0.09 1997 11 06 02:20:27 2-3 MONTI SABINI 91 5-6 4.34 ±0.13 1998 05 12 21:46:46 2-3 Appennino abruzzese 48 5 4.06 ±0.18 1998 08 15 05:18:09 NF MONTI REATINI 233 5-6 4.45 ±0.09 2000 05 22 15:48:48 NF APPENNINO CENTRALE 48 5-6 3.66 ±0.22 2000 05 28 09:29:29 NF Monti Tiburtini 58 5 3.91 ±0.19 2000 06 27 07:32:32 NF Monti Tiburtini 138 6 4.28 ±0.09 2004 10 05 23:12:22 NF Monti Tiburtini 78 5 3.29 ±0.21 Ax: Area dei maggiori effetti Np: Numero osservazioni macrosismiche Io: Intensità epicentrale Mw: Magnitudo F: avvertito (felt), si ritiene di escludere che si siano verificati danni (3<=Int<=5) NF: non avvertito (not felt), in presenza di segnalazione esplicita è equiparabile a Int=1

Tra quelli riportati dal database, i più significativi sono (Figura 28):

24

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

x Terremoto del Lazio meridionale del 1877, con Intensità epicentrale pari a 7MCS, localmente stimata pari a 5MCS; x Terremoto di Avezzano del 1915, con Intensità epicentrale pari a 11MCS, localmente stimata pari a 6MCS;

Figura 28 - Grafico relativo ai terremoti censiti per il comune di Arcinazzo Romano (da: M. Locati, R. Camassi e M. Stucchi, a cura di, 2011. DBMI11)

5.2 Database macrosismico europeo AHEAD

Un’ulteriore indagine è stata condotta sul database europeo AHEAD il quale considera eventi sismici verificatisi tra il 1000 e il 1899 e consente di elaborare mappe dell’area di interesse, evidenziando i terremoti che si sono verificati nelle vicinanze. In questo modo è possibile tenere conto anche di eventi sismici per i quali non ci sono testimonianze storiche nel luogo d’interesse ma che ugualmente potrebbero aver causato danni. Si determina, dunque, che l’epicentro geograficamente più vicino all’area di interesse è quello del terremoto del 1348 di Subiaco con intensità pari a 8MCS (Figura 29).

Figura 29 - La stella indica il comune di Arcinazzo Romano, il quadratino è indicato l’epicentro del terremoto di Subiaco del 1348 (da: AHEAD Working Group. AHEAD, the European Archive of Historical Earthquake Data).

25

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

Figura 30 - In azzurro sono indicati i terremoti di media intensità verificatisi nel raggio di 20Km da Subiaco; si segnalano alcuni terremoti di bassa intensità nell’800.

Altri eventi sismici, con magnitudo inferiore a 5 verificatisi nel raggio di 20 Km e per i quali mancano testimonianze dirette, sono il terremoto di nel 1795 e il terremoto di Palestrina del 1844 con intensità epicentrale stimata attorno ai 6-7MCS (Figura 30).

Le fonti bibliografiche considerate riferiscono anche di un altro terremoto avvenuto nel 1298 e che potrebbe essere identificato con quello di Rieti di intensità epicentrale pari a 5-6 MCS ovvero di quello Reatino di intensità epicentrale stimata tra i 9 e i 10 MCS con diverse osservazioni macrosismiche registrate.

5.3 La nuova classificazione sismica

La nuova classificazione sismica, elaborata dal Servizio Geologico Regionale dell'Area Difesa del Suolo in collaborazione con l’ENEA, adottata dalla Regione Lazio con la Delibera della Giunta Regionale n. 387 del 22 maggio 2009, inserisce il Comune di Arcinazzo Romano in zona 2B7 (Figura 31- Figura 32).

L’istituzione delle sottozone sismiche consente di differenziare in modo dettagliato la pericolosità sismica sul territorio regionale, grazie agli studi di Microzonazione Sismica da effettuare da parte delle amministrazioni locali in fase di predisposizione degli strumenti urbanistici attuativi.

7 Suddivisione delle zone sismiche in relazione all’accelerazione di picco su terreno rigido (OPCM 3519/06): Zona sismica Accelerazione con probabilità di superamento pari al 10% in 50 anni (ag) 1 ag >0.25 2 0.15

26

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

Figura 31 – Nuova classificazione sismica della Regione Lazio 2009 (fonte: Regione Lazio http://www.regione.lazio.it/rl_ambiente/?vw=contenutidettaglio&id=314)

Figura 32 - Nuova classificazione sismica della Regione Lazio 2009 con individuazione del comune di Arcinazzo Romano (fonte: Regione Lazio http://www.regione.lazio.it/rl_ambiente/?vw=contenutidettaglio&id=314)

27

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

Figura 33 – Massime intensità macrosismiche (fonte: Regione Lazio http://www.regione.lazio.it/rl_ambiente/?vw=contenutidettaglio&id=314)

Figura 34 - Massime intensità macrosismiche con individuazione del comune di Arcinazzo Romano, MCS 8-8,5 (fonte: Regione Lazio http://www.regione.lazio.it/rl_ambiente/?vw=contenutidettaglio&id=314)

28

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

6. Analisi degli strumenti urbanistici vigenti

Il comune di Arcinazzo Romano ha adottato nel 1988 il Piano Regolatore Generale, cui ha fatto seguito una variante di aggiornamento adottata nel 2003 e approvata nel 20078.

La variante individua come zona Centro Storico-A un’area comprendente la porzione di abitato interno alla cinta muraria, quella ad essa immediatamente adiacente ed una porzione di territorio a est chiamata “Volubro” dove si trova l’ex abbeveratoio. All’interno della zona A la variante individua tre sottozone e le sottopone «a normativa di tutela, valorizzazione e recupero del patrimonio edilizio esistente»9:

Le zone che ricadono nell’area oggetto di studio sono la «A1. Centro storico più antico», nella quale sono consentite solo operazioni di recupero e restauro, e la «A2. Centro storico aggregato» nella quale sono possibili operazioni di ripristino edilizio o ristrutturazioni.

Ai margini dell’area oggetto di studio la variante prevede l’inserimento di servizi, attrezzature pubbliche (F1), parcheggi pubblici (F3) e perimetra un’area verde di rispetto (G4).

Figura 35 – Stralcio tav.18, Variante PRG Comune di Arcinazzo Romano

Le Norme Tecniche di Attuazione approfondiscono i concetti di recupero e conservazione del patrimonio edilizio esistente, stabilendo che (art.33): «vanno riferiti non solo agli elementi

8 Progettisti: Arch. Gianfranco Troiani, Ing. Felice Peguiron, Arch. Natale Russo, Arch. Maurizio Castelli. 9 Relazione di Variante, p. 40.

29

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano architettonici, plastici e figurativi originari, ma anche a tutti gli elementi che pur introdotti in epoche successive - o superstiti di fasi precedenti - costituiscono testimonianze significative dell’organismo edilizio.»

Le Norme Tecniche di Attuazione, pur rimandando ai piani particolareggiati o di recupero la definizione degli interventi, anticipano l’indirizzo metodologico che dovranno seguire gli strumenti urbanistici attuativi, dimostrando una certa sensibilità al tema della compatibilità rispetto ai caratteri insediativi, costruttivi e architettonici del luogo (art.34): «I piani particolareggiati o di recupero dovranno definire quegli interventi volti a conservare l’organismo urbanistico-edilizio e ad assicurarne un adeguato livello di funzionalità nel rispetto delle tipologie edilizie, degli elementi strutturali e formali, nonché degli aspetti architettonici e storici»,

Le Norme Tecniche di Attuazione dettano anche alcune prescrizioni operative per gli interventi in zona A, anch’esse in linea con quanto prima richiamato (art. 38):

a) le coperture dovranno essere realizzate a tetto con pendenze inferiori al 35% con manto di copertura con coppi o con coppi ed embrici di colori analoghi a quelle tradizionali; b) sono vietati infissi esterni in alluminio, di colore metallizzato; c) è vietato l’uso di materiali plastici a spessore per il trattamento delle superfici esterne. Per le finiture delle facciate è prescritto l’uso dei seguenti materiali: - muratura di pietre locali; - intonaci tradizionali; - soglie ed eventuali riquadrature di finestre e porte in pietre locali. - in casi particolari (aventi carattere organico ed unitario), potrà essere consentito l’uso del calcestruzzo a vista. d) I grafici del progetto, da presentarsi in sede di concessione, dovranno documentare in maniera inequivocabile lo stato di fatto prima dell’intervento. e) Le sistemazioni esterne devono rispettare l’aspetto attuale dei luoghi salvo la rimozione di superfetazioni e strutture incomplete prive di valore storico-documentale e salvo variazioni contenute in un dislivello inferiore ad un metro dall’attuale piano di campagna. - Pendenza delle scarpate i < 50% - Per pendenze superiori al 50% le nuove sistemazioni non dovranno prevedere dislivelli maggiori di 1.50 m trattati con muratura di pietrame a secco, o rivestita. f) Devono essere mantenuti i terrazzamenti; le murature a secco di contenimento esistenti vanno ripristinate in caso di cedimento o manomissione.

La pianificazione generale mette inoltre in luce la grande disponibilità di edifici non occupati: la logica del riuso portata avanti dallo strumento urbanistico vigente intravede la possibilità di reperire all’interno della zona A1 le aree per l’edilizia residenziale pubblica agevolata ovvero per servizi ed attrezzature di pubblico interesse: (art. 39) «Il piano di zona può eventualmente reperire in tale sottozona le aree e gli edifici esistenti da destinare alla realizzazione di edilizia residenziale pubblica agevolata di tipo sovvenzionato o convenzionato, nonché alla realizzazione di servizi ed attrezzature di pubblico interesse. Tale indicazione nasce dalla constatazione della notevole disponibilità di manufatti edilizi al momento non occupati.»

In questo modo la pianificazione generale apre ad una serie di possibili esperienze di recupero che spaziano dalla finalità sociale a quella culturale, le quali sono esemplificate nelle pagine seguenti della presente relazione, sulla base di esperienze concrete.

30

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

Appare altrettanto interessante anche la volontà da parte della pianificazione vigente di mantenere una sorta di “fascia di rispetto”, individuando la sottozona A2 come «Area di pertinenza dell’edificato storico». Ad essa le Norme Tecniche di Attuazione riconoscono la possibilità di essere compresa (art.40) «nei comparti attuativi interessanti anche la sottozona A1 al fine di poter adeguare l’accessibilità, la sistemazione di aree a verde pubblico e l’arredo urbano, agli obiettivi del recupero funzionale del centro. Sono di norma escluse per tale zona, nuove edificazioni fuori terra.»

L’attuazione degli indirizzi generali sopra richiamati attende, come sostenuto più volte nel PRG, gli opportuni approfondimenti in sede di pianificazione attuativa.

31

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

7. Indicazioni per le linee guida per il recupero del centro storico Riferimento elaborato: Tav. 4, Tav. 5, Tav. 6

Il centro storico di Arcinazzo Romano conta meno di 400 abitanti10 e vive una condizione simile a quella di altri comuni italiani e, in particolare, dell’hinterland romano, nel quale «l’uso principale delle strutture antiche risulta prevalentemente attribuito a non residenti, trasferiti, per motivi di lavoro, in altri Comuni.»11

Tuttavia il territorio comunale appare ricco di potenzialità in quanto:

x testimonia valori storico-artistici di grande interesse come il sito archeologico della villa di Traiano del II sec. d.C.; x preserva bellezze naturalistiche ancora incontaminate come gli itinerari escursionistici del monte Altuino, l’attraversamento dello Scalambra e degli Altipiani di Arcinazzo; x conserva un patrimonio immateriale, fatto di feste e tradizioni culturali ancora vive; x è situato in posizione strategica rispetto ad altre mete consolidate dal turismo come Subiaco e Tivoli, in prossimità della viabilità ad alta percorrenza verso Roma; x è dotato di un patrimonio immobiliare in buono stato di conservazione, e ciò ne consente un riuso a costi contenuti ed in tempi relativamente brevi.

Passando ad analizzare più da vicino il centro storico di Arcinazzo Romano, nella “Carta delle qualità” (Tav. 4) sono stati messi in luce i valori identitari del nucleo antico come il sistema delle mura e delle porte, in parte ancora leggibile nell’andamento del tessuto edilizio, le murature medievali con elementi architettonici di grande pregio, come le bifore e le cornici in pietra di porte e finestre. Questi elementi, insieme ai più ricorrenti passaggi coperti, devono essere oggetto di tutela e valorizzazione con criteri che saranno stabiliti dalla pianificazione attuativa. Inoltre, il centro storico di Arcinazzo Romano conserva ancora diversi esempi dei caratteri costruttivi dell’impianto originario, i quali sono stati censiti e documentati (Tav. 5) al fine di rendere possibile in sede di pianificazione un abaco di soluzioni virtuose. Come è stato detto in precedenza, il centro storico di Arcinazzo Romano non appare gravemente compromesso dal punto di vista tipologico ed architettonico, tuttavia sono stati censiti i fenomeni di degrado più ricorrenti, quali superfetazioni, trasformazioni incongrue, uso di materiali incompatibili con le tecniche costruttive tradizionali. Le superfetazioni e le trasformazioni incongrue, oltre ad essere dannose dal punto di vista estetico in quanto detrattori di qualità urbana e architettonica, sono anche interventi che compromettono il comportamento strutturale della fabbrica in caso di azione sismica.

Di seguito vengono fornite alcuni indicazioni di tipo generale per il riuso dell’edilizia esistente mediante inserimento di nuove funzioni e linee guida per il recupero di cinque comparti significativi individuati nel centro storico di Arcinazzo Romano. Per due di essi è inoltre stata delineata una prefigurazione progettuale di intervento per la quale si rimanda agli elaborati (Tav.6).

10 Fonte: Relazione Variante PRG, p.45. 11 Relazione di Variante, p. 40.

32

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

Strategie per il riuso

Le strategie per il riuso dell’edilizia esistente di seguito proposte si basano sulle esperienze attuate, sia in Italia che all’estero, per il recupero di borghi storici con caratteristiche insediative, sociali ed economiche simili a quelle di Arcinazzo Romano e sulla consapevolezza che per rivitalizzare il nucleo antico e rendere sostenibili gli interventi c’è bisogno di azioni sinergiche che prevedano l’inserimento di attività con finalità turistica quanto quelle residenziali, produttive, commerciali ecc. L’attuazione delle strategie di seguito individuate è preordinata al miglioramento dell’accessibilità del borgo, in termini di viabilità, parcheggi e servizi pubblici di collegamento con i centri abitati limitrofi.

Per il centro storico di Arcinazzo Romano si ritiene siano compatibili le seguenti strategie di riuso:

Finalità formativa

~ Partenariato con l’Università finalizzato alla ricerca di modelli innovativi per il recupero sostenibile del centro storico attraverso l’attivazione di “Cantieri Scuola” nei quali possano essere formati tecnici e maestranze locali.

Finalità turistica

~ Promozione di un circuito turistico-culturale-eno-gastronomico in grado di attrarre turisti e ampliare l’offerta ricettiva con un albergo diffuso che recupera parte degli immobili abbandonati del centro storico.

Finalità produttiva

~ Reinserimento nel centro storico di attività artigianali che recuperano gli immobili abbandonati ai margini del centro storico, situati in prossimità delle strade carrabili. ~ Incentivi per il recupero dei terreni coltivabili con la possibilità di vendere i prodotti a Km zero nelle botteghe del centro storico.

Finalità commerciale

~ Incentivi per il reinserimento del commercio al dettaglio nelle botteghe del centro storico.

Finalità residenziale e sociale

~ Come previsto dalla pianificazione vigente, recupero degli immobili abbandonati per convertirli in edilizia residenziale pubblica ovvero per servizi ed attrezzature di pubblico interesse.

Comparti: linee guida d’intervento

Nell’elaborato 6 “Linee guida di intervento” vengono perimetrati alcuni comparti del centro storico che ad oggi appaiono più bisognosi di un intervento di recupero.

33

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

I comparti 1 e 2 sono situati in prossimità della torre, simbolo identitario della comunità e che sarebbe auspicabile restituire alla collettività realizzando uno spazio pubblico attrezzato. L’intervento che si propone prevede l’acquisizione da parte del comune dei terreni privati sui quali si innesta la torre ed il recupero con finalità turistico-ricettiva dei manufatti architettonici abbandonati da riconvertire in albergo diffuso. Data la presenza di orti urbani alle pendici occidentali della torre, l’intervento prevede di sistemare con terrazzamenti le aree coltivate e di progettare nella porzione sommitale del pendio uno spazio pubblico attrezzato, fruibile sia dagli ospiti dell’albergo diffuso che dalla collettività.

Il comparto 3 si estende nella zona di espansione del primo nucleo insediativo e presenta un lungo fronte edilizio affacciato sulla principale via di carrabile dell’abitato, scorcio panoramico del borgo per chi proviene dal fondo valle. Si prevede pertanto di ridefinire il fronte edilizio, incentivando la demolizione di superfetazioni incongrue, di sistemare a verde il pendio e rimettere in luce la pietra affiorante.

Il comparto 4 comprende una porzione di edifici abbandonati prospicienti la zona centrale dell’abitato nei pressi della chiesa ed il percorso pedonale che, superando un dislivello di circa 5 metri, conduce alla strada carrabile periferica. Attualmente il pendio è sistemato con un muro di contenimento in cemento armato e il dislivello viene superato con una scala anch’essa cementizia. Nel comparto si prevede di: ridefinire il percorso pedonale di collegamento con una soluzione progettuale meno invasiva e che preveda l’impiego di materiali costruttivi tradizionali come la pietra; recuperare gli immobili abbandonati di pregio favorendo, anche in questa zona, il recupero con finalità turistico- ricettiva attraverso unità immobiliari dipendenti dall’albergo diffuso.

Il comparto 5 perimetra il fronte edilizio settentrionale, dove sono maggiormente evidenti le trasformazioni e le superfetazioni. Pertanto si prevede di ridefinire i fronti edilizi prospicienti la strada carrabile, di progettare spazi pubblici "filtro" tra i percorsi pedonali del centro storico e la strada carrabile Via Roma e favorire un adeguamento del livello di funzionalità delle tipologie edilizie presenti.

Per tutti i comparti gli interventi prevedono l’impiego di tecniche costruttive tradizionali e la definizione di incentivi e premialità per i privati che intendono demolire le superfetazioni e i manufatti incompiuti.

34

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

8. Esperienze di recupero di centri storici minori in Italia Riferimento elaborato: Tav. 7

Recupero con finalità turistica: Albergo diffuso

LOCALITÀ DESCRIZIONE RUOLO DELL’INTERVENTO DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE E FINANZIAMENTI COMEGLIANS (UD) Comeglians, borgo montano della Il progetto è stato realizzato con i Regione: Friuli Venezia Carnia, rappresenta il primo progetto fondi stanziati dalla Comunità Giulia di albergo diffuso in Italia. Le Europea con l’Obiettivo 5b ed il Superficie: 19,41 km² strutture coinvolte sono situate in tre successivo “Programma Leader II”. Popolazione: 534 (Istat frazioni e sono gestite dalla La Regione e le Amministrazioni 2012) Cooperativa Albergo Diffuso Comunali succedutesi nel corso Altitudine: 553 m s.l.m. Comeglians, fondata dai proprietari degli anni hanno dato il proprio Data di intervento: nel 1999, la quale si occupa anche di sostegno aggiungendo altri 1978-2000 promuovere le altre attività connesse finanziamenti. all’albergo diffuso. SUTRIO (UD) Il comune di Sutrio, sulle alpi Il principale promotore Regione: Friuli Venezia carniche, è stato oggetto di dell’intervento è stato il comune di Giulia intervento negli anni ’90 quando Sutrio con un piano di sviluppo Superficie: 21 km2 circa 21 immobili sono stati territoriale che ha investito sulla Popolazione: 1371 (Istat trasformati nell’albergo diffuso riqualificazione urbana e l’offerta 2011) “Borgo Soandri”. Gli immobili sono turistico-ricettiva, adottando la Altitudine: 572 m s.l.m. rimasti di proprietà privata ma Ia formula dell’albergo diffuso. Data di intervento: Cooperativa Borgo Soandri Scarl, Le risorse finanziarie sono state 1980-2000 nata nel 2002, si occupa della quelle stanziate dalla Comunità gestione dell’albergo diffuso e delle Europea nel 1994 con l’Obiettivo 5b. iniziative ad esso collegate. COLLETTA DI Colletta di Castelbianco, frazione del L’operazione è di iniziativa privata, CASTELBIANCO comune di Castelbianco sulle colline promossa e finanziata dalla SIVIM (SV) liguri, rappresenta la prima di Alessandria che ha acquistato gli Regione: Liguria esperienza di borgo telematico in immobili dai privati; Superficie: 14,76 km² Italia. Il borgo medievale è stato successivamente, per gestire Popolazione: 322 (Istat acquistato nei primi anni ‘90 dalla l'operazione, diventata sempre più 2011) Società Immobiliare SIVIM (Società complessa e articolata, è stata creata Altitudine: 341 m s.l.m Imprenditoriale Sviluppo Iniziative la società Colletta di Castelbianco. Data di intervento: Immobiliari) di Alessandria. La Realinvest ltd di Londra ha 1993-2002 Il progetto di recupero, curato seguito la vendita sul mercato del dall’arch. Giancarlo De Carlo, ha borgo. interessato circa settanta unità abitative che sono state restaurate secondo le tecniche costruttive tradizionali e dotate di impianti tecnologici moderni.

35

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

BORGOMARO (IM) Borgomaro, comune montano Il progetto è di iniziativa privata, Regione: Liguria dell’entroterra ligure, ospita dal 2012 portato avanti dalla famiglia Superficie: 23,3 km² il primo Eco Albergo Diffuso Scalambrin proprietaria delle tre Popolazione: 863 (Istat “Relais del Maro”. Il progetto aspira strutture interessate dall’intervento. 2011) al recupero del borgo ed alla La collaborazione con Altitudine: 249 m s.l.m salvaguardia dell’ambiente l’amministrazione comunale di Data di intervento: 2012 attraverso alcune semplici pratiche: Borgomaro, si è esplicata nella riduzione dell’impatto ambientale comune volontà di dar vita ad un delle attività correlate alla gestione modello di sviluppo del territorio a della struttura; utilizzazione di basso impatto ambientale, che tecnologie eco-compatibili e fonti potesse animare e stimolare future energetiche alternative; promozione iniziative locali. del turismo responsabile. CASTELFALFI (FI) Il borgo medioevale di Castelfalfi, Il progetto è di iniziativa privata ed Regione: Toscana frazione di Montaione, è stato interamente finanziato dalla Superficie: 11 km² acquistato nel 2007 dalla multinazionale tedesca TUI, attiva Popolazione: 18 (Istat multinazionale TUI ed è oggetto di nel settore turistico. Nel 2007 la 2001) un intervento di recupero che si società ha presentato al comune di Altitudine: 272 m s.l.m concluderà nel 2017 con l’apertura Montaione un Piano di fattibilità; Data intervento: 2007- del Toscana Resort Castelfalfi. successivamente l´amministrazione 2017 L’intervento aspira al recupero comunale ha avviato nel 2008 una conservativo del borgo, alla consultazione pubblica per realizzazione di nuove infrastrutture consentire a tutti i cittadini turistico-ricettive e allo sviluppo interessati di esprimere la propria dell’attività agricola preesistente. opinione sull’intervento. Nel 2009 sono stati approvati la Variante al Regolamento Urbanistico ed il Piano Urbanistico Attuativo; nel 2013 sono stati approvati i progetti esecutivi del borgo. SANTO STEFANO DI Santo Stefano di Sessanio, situato Il progetto è di iniziativa privata, SESSANIO (AQ) sull’appennino abruzzese nel Parco finanziato dall’imprenditore Daniel Regione: Abruzzo Nazionale del Gran Sasso e dei Kihlgren che nel 2004 ha iniziato ad Superficie: 33,14 km² Monti della Laga, è stato recuperato acquistare gli immobili abbandonati; Popolazione: (111 Istat su iniziativa dell’imprenditore l’iniziativa è stata appoggiata 2011) Daniel Kihlgren; il progetto, attuato dall’amministrazione comunale e Altitudine: 1.251 m. dall’Arch. Lelio Oriano Di Zio, dall’Ente Parco che include il s.l.m. riguarda diverse unità immobiliari piccolo comune. La società Data intervento: 2004- del borgo che sono state restaurate Sextantio creata da Daniel Kihlgren 2011 conservando non solo gli elementi per gestire l’albergo diffuso ha architettonici ma anche il carattere creato un indotto che coinvolge circa proprio della tradizione e 300 persone. Nel 2002 il Comune, dell’identità locale. l’Ente Parco e la Sexantio hanno firmato la Carta dei Valori con la quale si impegnano a conservare il borgo ed il paesaggio circostante.

36

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

Recupero con finalità produttiva

LOCALITÀ DESCRIZIONE RUOLO DELL’INTERVENTO DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE E FINANZIAMENTI SOLOMEO (PG) Solomeo, frazione del comune di Il progetto è di iniziativa privata e Regione: Umbria Corciano, è dal 1985 sede non si avvale di altri Superficie: – dell’azienda tessile Brunello finanziamenti. Popolazione: 649 (Istat Cucinelli, una delle principali nel 2011) settore del cachemire. Altitudine: 273 m s.l.m L’imprenditore, convinto che Data intervento: 1985 l’ambiente sereno e la bellezza dei borghi esaltino la creatività umana, ha adibito la rocca medioevale per gli uffici e i laboratori, mentre nella vecchia casa del fattore è stata ricavata la mensa aziendale. BORGO IL Il Borgo il Pischiello, nel comune di Il progetto è stato promosso da un PISCHIELLO (PG) Passignano sul Trasimeno, ospita un gruppo di imprenditori ed è stato Regione: Umbria polo tecnologico all’avanguardia nel condiviso dalle istituzioni Superficie: 19,41 km² settore dell’ingegneria elettronica ed pubbliche e private del territorio, Popolazione: 534 (Istat elettromeccanica: il Centro ricerche tramite accordo di programma 2012) ART (Advanced Research sottoscritto nel maggio 2004 da: Altitudine: 553 m s.l.m Technologies). Regione Umbria, Provincia di Data intervento: 2004- L’intervento si fonda sulla volontà di Perugia, Comune di Passignano, 2008 costruire un luogo di confronto tra Università di Perugia, Comunità ricercatori provenienti Montana, Sviluppumbria, Umbria dall’Università e dall’impresa, in un Innovazione e Soprintendenza. contesto ambientale che favorisca la generazione di idee fortemente innovative.

Recupero con finalità immobiliare: Case ad 1 euro

Nell’ambito delle esperienze di recupero di centri storici, in Italia sono attualmente in corso tre progetti di cessione pressoché gratuita di immobili abbandonati, un’iniziativa per lo più nota con il titolo “Case ad 1 euro”, che vede coinvolti in ordine temporale due comuni in Sicilia ed uno in Piemonte: Salemi (TP), Carrega Ligure (AL) e Gangi (PA).

Le tre esperienze riguardano comuni con caratteristiche demografiche molto diverse e difficilmente confrontabili: Salemi con 10.971 abitanti (Istat 2011) e Gangi con 7.102 abitanti (Istat 2010) superano le dimensioni di riferimento dei 5.000 abitanti con le quali vengono solitamente identificati

37

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano i piccoli comuni; il comune di Carrega Ligure presenta una comunità molto ridotta che conta solamente 85 abitanti (Istat 2010).

D’altra parte le ragioni che hanno mosso l’iniziativa da parte delle amministrazioni sono per lo più comuni, originate dalla volontà di recuperare gli immobili fatiscenti del centro storico, condizione che nel caso di Salemi è stata ulteriormente aggravata dai danni provocati dal terremoto del Belice del 1968, e porre un freno allo spopolamento e all’abbandono, fenomeno particolarmente evidente nel comune di Carrega Ligure.

I promotori dell’iniziativa, come già accennato, sono le amministrazioni comunali in collaborazione con liberi professionisti, come nel caso di Salemi che ha visto coinvolto l’architetto Lelio Oriano Di Zio, ovvero con la comunità scientifica locale. In quest’ultimo caso si fa riferimento al comune di Carrega Ligure che si è avvalso della collaborazione della Facoltà di Architettura dell’Università di Genova (prof. Marco Corradi) per portare avanti il censimento delle unità abitative disabitate. Al termine dell’operazione, l’Università ha anche manifestato l’interesse ad “adottare” un piccolo nucleo di case del centro storico per farne un laboratorio sperimentale di restauro.

Per quanto riguarda la procedura di cessione ed acquisizione, in tutti i casi citati è stata effettuata preliminarmente una ricognizione del patrimonio edilizio al fine di verificare la disponibilità degli immobili e dei proprietari a partecipare. Una volta manifestata la disponibilità da parte dei proprietari a cedere gli immobili, il comune ha fatto da intermediario per la conclusione del procedimento. Ogni comune ha autonomamente stabilito gli obblighi da sottoscrivere da parte dei soggetti interessati all’acquisto, stabilendo tempi di cessione e di presentazione del progetto di recupero, nonché l’importo delle spese da sostenere e le garanzie mediante polizze fidejussorie della concreta realizzazione dei lavori.

LOCALITÀ DESCRIZIONE RUOLO DELL’INTERVENTO DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE E FINANZIAMENTI SALEMI (TP) Il comune di Salemi ha avviato dal L’iniziativa è stata promossa dal Regione: Sicilia 2009 il progetto di cessione degli sindaco Vittorio Sgarbi e Superficie: 181 km² immobili già acquisiti al patrimonio dell’assessore alla Comunicazione e Popolazione: 10.971 del Comune di Salemi in forza della ai Diritti Umani Oliviero Toscani. Il (Istat 2011) legge 433/91 relativa al terremoto progetto, che ha riguardato due Altitudine: 446 m s.l.m del 1990. quartieri, è accompagnato da un Data intervento: 2009-in La cessione degli immobili, la cui regolamento che disciplina corso alienazione è determinata in maniera l’alienazione degli immobili e dalle simbolica in ragione di 1 euro, linee guida di intervento. Allo stato comporta, a carico del cessionario, attuale è difficile quantificare gli l’assunzione di alcuni impegni, tra esiti del progetto, in parte sospeso cui quello di ultimare i lavori, per il sequestro di urgenza disposto osservare le indicazioni progettuali dalla procura di Marsala nel 2011, contenute nelle linee guida, motivato dal pericolo di crollo di contribuire alle spese di alcuni immobili. realizzazione delle parti comuni. CARREGA LIGURE Il Comune di Carrega Ligure ha L’iniziativa è stata promossa nel (AL) avviato nel 2009 il censimento degli 2009 dal sindaco di Carrega Ligure, Regione: Piemonte immobili abbandonati, operazione Guido Gozzano, al fine di

38

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

Superficie: 56,67 km² portata a termine in collaborazione contrastare il fenomeno dello Popolazione: 85 (Istat con la Facoltà di Architettura spopolamento. La procedura vede 2010) dell'Università di Genova. coinvolto il comune esclusivamente Altitudine: 958 m s.l.m All'11 gennaio 2009 le case censite come intermediario tra i proprietari e Data intervento: 2009-in erano 720 e le richieste di cessione gli acquirenti interessati. corso accettate 400, tra cui quella di una comunità new age del Trentino e della Facoltà di Architettura dell'Università di Genova per fare un laboratorio sperimentale di architettura. GANGI (PA) Il comune di Gangi ha avviato dal L’iniziativa è stata promossa nel Regione: Sicilia 2013 la verifica della disponibilità 2013 dall’amministrazione Superficie: 127 km² alla cessione gratuita da parte dei comunale al fine di recuperare gli Popolazione: 7.102 ab proprietari di immobili vetusti immobili fatiscenti nel centro (Istat 2010) ubicati nel centro storico. Gli storico. Altitudine: 1.011 m acquirenti si impegnano a sostenere La procedura vede coinvolto il s.l.m tutte le spese per la redazione comune esclusivamente come Data intervento: 2013-in dell’atto di cessione, a predisporre il intermediario tra i proprietari e gli corso progetto di intervento entro un anno acquirenti interessati. dalla data di acquisto e ad iniziare i Al mese di agosto 2014 risulta che lavori entro il termine di due mesi l’operazione, ha registrato più di dalla data di rilascio della mille richieste per le venti case concessione edilizia. disponibili, quindici delle quali sono state assegnate.

Recupero con finalità benessere/terza età

LOCALITÀ DESCRIZIONE RUOLO DELL’INTERVENTO DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE E FINANZIAMENTI RICCIA (CB) Il progetto del comune di Il progetto è stato promosso dal Regione: Molise Riccia punta alla Sindaco del Comune di Riccia e fa Superficie: 70,04 km² realizzazione di un sistema di parte del Programma Aree Interne Popolazione: 5.377 (Istat 2011) ricettività dedicato agli che coinvolge 12 comuni del Molise. Altitudine: 710 m s.l.m. anziani e a persone che L’operazione si avvale di una serie di Data intervento: 2009- in corso necessitano di periodi di finanziamenti pubblici: FESR, FSC, riabilitazione e assistenza MIBAC, Fondi regionali. medica, integrato ad un sistema di servizi culturali. La gestione del Borgo del Benessere e dei servizi di accoglienza verrà poi affidata a operatori privati di

39

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

comprovata esperienza in questo ambito.

Recupero con finalità sociale

LOCALITÀ DESCRIZIONE RUOLO DELL’INTERVENTO DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE E FINANZIAMENTI RIACE (RC) L'Associazione Città Futura Il progetto non si avvale di contributi Regione: Calabria "Giuseppe Puglisi", fondata a Riace pubblici ma finanziamenti di Banca Superficie: 16,24 km² nel 1999 da un gruppo di giovani del Etica e di un mutuo chirografario per Popolazione: 1793 (Istat luogo, per la promozione, la ricerca il progetto “Rivivere il borgo 2011) e lo studio etnografico della storia e antico”. Il buon esito dell’iniziativa Altitudine: 300 m. s.l.m. della cultura locale, ha contribuito ha fatto sì che dal 2008 i sindaci dei Data intervento: 2001- alla nascita dell’ecovillaggio "Riace paesi vicini, Stignano e Caulonia, 2008 Village" per l'ospitalità diffusa, abbiano attivato anch’essi progetti l'accoglienza profughi, il recupero e analoghi. le valorizzazione degli antichi mestieri artigianali. COSSOGNO (VCO) Il comune di Cossogno ha inaugurato L’operazione è stata finanziata dalla Regione: Piemonte nel 2011 il progetto pilota di housing Fondazione Comunitaria del Superficie: 40,26 km² sociale nel centro storico, operazione Verbano Cusio Ossola, che Popolazione: 588 (Istat che coniuga la riqualificazione del promuove progetti di utilità sociale 2011) patrimonio immobiliare esistente nel territorio. Altitudine: 380 m s.l.m. con il bisogno di edilizia Data intervento: 2001- residenziale. Il progetto è stato 2011 preceduto da un censimento dei proprietari degli immobili del centro storico di Cossogno (2001), redazione di un Piano di Recupero degli immobili del centro storico (2010), costituzione di una società di intervento edilizio.

Recupero con finalità culturale

LOCALITÀ DESCRIZIONE RUOLO DELL’INTERVENTO DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE E FINANZIAMENTI CASTELBASSO (TE) Castelbasso, frazione del Il progetto è stato promosso Regione: Abruzzo comune di Castellalto, a metà dall’amministrazione comunale di Popolazione: 56 (Istat 2011) strada tra il mare ed il Gran Castellalto con un piano che Altitudine: 326 m. s.l.m. Sasso, è stato recuperato con un prevedeva: il recupero architettonico

40

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

Data intervento: 1988-2000 progetto che propone il borgo del borgo, la creazione di zone come polo culturale. naturali protette e di un parco “Castelbasso Progetto Cultura” è botanico, il risanamento ambientale un piano di iniziative di un tratto del fiume Vomano ed il predisposto dall'Associazione restauro di una ventina di casali da Amici per Castelbasso, ora destinare ad interventi agrituristici. Fondazione Malvina Menegaz Il progetto è stato finanziato con per le Arti e le Culture, che fondi di gestione, con fondi destinati prevede l'organizzazione di dalla Cee ai Piani integrati eventi nel campo delle arti mediterranei e con fondi messi a visive, della musica, del teatro e disposizione dalla legge 64/86 per gli della letteratura. interventi straordinari del Mezzogiorno.

41

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

9. L’albergo diffuso nel Lazio

La prima esperienza di albergo diffuso ha origine in Carnia quando, a seguito del terremoto del Friuli 1976, si manifesta la necessità di riutilizzare a fini turistici case e borghi disabitati. Il termine albergo diffuso viene utilizzato per la prima volta nel 1982 all'interno del progetto pilota Comeglians, portato avanti da un gruppo di lavoro guidato da Leonardo Zanier, che si avvale della consulenza di Giancarlo Dall'Ara. Verso la fine degli anni’80 il modello dell’albergo diffuso assume contorni più definiti e nel 1998 in Sardegna viene emanata la prima normativa specifica in materia.

La Regione Lazio, dopo aver emanato nel 2007 la Legge Regionale sul turismo (L.R. 06 Agosto 2007, n. 13), ha regolamentato il modello dell’albergo diffuso attraverso il Regolamento regionale 24 ottobre 2008, n.16 (BUR 7 Novembre 2008, n. 41, S/130, Disciplina delle Strutture Ricettive Extralberghiere)12.

9.1 Normativa regionale

Il Regolamento regionale definisce "alberghi diffusi" (art.2, comma f):

«le strutture ricettive che, in un centro storico con meno di tremila abitanti o in una area urbana omogenea individuata dal comune, forniscono agli utenti alloggio, eventualmente vitto ed altri servizi accessori, in unità alloggiative dislocate in più stabili collocati entro una distanza massima di trecento metri, con servizi unitari e centralizzati di reception, ristorazione ed eventuali altri servizi complementari, con almeno due spazi di uso comune. Il servizio di ristorazione è esercitabile anche attraverso convenzione con esercizi preesistenti. Tali strutture sono composte da non meno di sette appartamenti con un minimo di quindici posti letto. L'utilizzo d'unità immobiliari a tale scopo non comporta specifica destinazione d'uso ai fini urbanistici. L'adeguamento delle strutture, con particolare riferimento alla sicurezza e all'accessibilità, avviene nel rispetto della normativa vigente per le strutture residenziali per l'intero stabile».

In relazione alle particolari caratteristiche delle strutture ed ai servizi che offrono, gli alberghi diffusi possono avere le seguenti specificazioni aggiuntive (art.3):

«a) residenza d'epoca, per le strutture ricettive soggette ai vincoli di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004 n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'articolo 10 della legge 6 luglio 2002 n. 137) e successive modifiche, ubicate in immobili di particolare interesse paesaggistico e di pregio storico-architettonico, dotati di mobili ed arredi d'epoca o di particolare livello artistico, idonee ad una accoglienza altamente qualificata;

b) centri di soggiorno studi, per le strutture ricettive gestite da soggetti pubblici o privati, o dedicate ad ospitalità finalizzata alla educazione, alla formazione, allo sviluppo sociale e pedagogico. Tali strutture devono dotarsi di adeguata attrezzatura per l'attività didattica

12 Cfr. Allegati alla relazione.

42

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

e convegnistica specializzata, con camere per il soggiorno degli ospiti dotate dei requisiti minimi previsti per le strutture alberghiere classificate a due stelle;

c) case vacanze per ragazzi o kinderheim, per le case per ferie riservate a minori di diciotto anni, utilizzate per periodi di vacanza estiva o invernale. In tali strutture è garantita, quale servizio obbligatorio, la presenza di personale specializzato nel settore pedagogico, l'assistenza medica con presenza sul posto o con specifica convenzione con medico e/o struttura sanitaria per il primo soccorso;

d) residenze di campagna o country houses, per le strutture ricettive che offrono alloggio con o senza ristorazione in immobili, ubicati all'esterno del territorio urbanizzato, con caratteristiche proprie dell'edilizia tradizionale della zona. L'offerta turistica di dette strutture può comprendere l'ospitalità, la ristorazione, l'esercizio di attività ricreative, finalizzate alla corretta fruizione dei beni naturalistici, ambientali e culturali del territorio rurale;

e) esercizi ricettivi di qualità ecologica, per le strutture ricettive che rispondono ai criteri per l'assegnazione del marchio comunitario di qualità ecologica al servizio della ricettività turistica di cui alla decisione della Commissione europea del 14 aprile 2003 (2003/287/CE)».

Per quanto riguarda i requisiti minimi funzionali e strutturali degli alberghi diffusi, il Regolamento regionale prevede (art.4, comma 6):

«a) numero di unità alloggiative adibite al soggiorno e pernottamento degli ospiti, non inferiore a sette;

b) locale bagno in ogni unità alloggiativa;

c) locale ad uso comune;

d) locale per il ricevimento, il commiato e lo svolgimento delle formalità degli ospiti;

e) locale destinato alla ristorazione oppure un punto di ristoro convenzionato;

f) impianto elettrico conforme alla normativa vigente in materia;

g) idonee soluzioni funzionali per ospitalità delle persone diversamente abili;

h) possesso dei requisiti obbligatori previsti per la classificazione degli alberghi a due stelle, salvo i casi di possesso di requisiti di classificazione superiore nonché degli ulteriori requisiti minimi contenuti negli allegati A4 e A5;

i) accesso alle unità alloggiative direttamente da spazi pubblici, spazi comuni, o disimpegni e/o corridoi condominiali, mediante porta munita di serratura tradizionale o altri sistemi di chiusura personalizzata.»

In base al possesso dei requisiti minimi sopra richiamati e di quelli contenuti nella tabella A413, gli alberghi diffusi vengono classificati dalla provincia territorialmente competente (art.5, comma1) con l’attribuzione da 2 a 4 stelle.

13 Cfr. Allegati alla relazione.

43

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

9.2 Esperienze di albergo diffuso nel Lazio

Nel 2007 BIC Lazio14 ha avviato un progetto pilota per la definizione di un modello di albergo diffuso praticabile nella regione; come prima fase è stata condotta un'analisi territoriale che ha interessato una ventina di comuni della Tuscia e dell’area degli Ausoni15, al fine di verificare la presenza dei requisiti necessari per avviare un'esperienza di albergo diffuso.

L’analisi territoriale condotta ha avuto i seguenti obiettivi:

«1. valutare le prestazioni dei singoli centri urbani sui fattori di successo dell'albergo diffuso in termini di efficacia (visibilità di mercato), efficienza (economicità dei costi di intervento e gestione), equità (partecipazione della popolazione locale alla creazione ed alla suddivisione degli utili) e sostenibilità (difesa ambientale);

2. raccogliere dati utilizzabili ai fini del rafforzamento competitivo di tutti i Comuni come micro-destinazioni turistiche in grado di creare a loro volta valore nel prodotto provinciale e regionale;

3. formare una base di dati in grado di aiutare i gestori delle strutture a organizzare i servizi esistenti, a strutturarne le attività nella fase di commercializzazione, a valorizzare il territorio nella sua interezza e a fungere da piccoli tour operator interni.»16

A tal fine l’analisi territoriale condotta ha valutato la presenza nei singoli comuni dei seguenti prerequisiti:

• gli attrattori socioeconomici: intesi come la possibilità di interazione con i residenti, la presenza di un contesto locale relativamente sicuro per un'interazione positiva, la consistenza delle attività tradizionali

Prestazione Livello di Indicatori-tipo essenziale osservazione Possibilità di Densità abitativa - Superficie territoriale (km2); interazione - numero degli abitanti; - densità abitativa (abitanti/km2). Tranquillità sociale Reati contro le - Lesioni dolose; persone - violenze carnali contro minori di anni 14; - violenze carnali contro maggiori di anni 14.

14 Bic Lazio, istituito nel 1990, è l’ente della Regione Lazio che si occupa della creazione e sviluppo d’impresa ed affianca gli Enti locali nella individuazione delle potenzialità di sviluppo e nella progettazione di Piani integrati d’area. 15 Nella Tuscia lo studio ha preso in considerazione i comuni di: , , Barbarano Romano, Bassano Romano, Blera, , Canale monteranno, , , , , Vejano, Villa San Giovanni in Tuscia. Nell’area degli Ausoni: Amaseno, Arnara, Castro dei Volsci, Ceprano, Falvaterra, Pastena, Pofi, Ripi, San Giovanni Incarico, Strangolagalli, Vallecorsa. 16 L’albergo diffuso come strumento innovativo per la valorizzazione del potenziale turistico, «Bic Notes», Quaderno trimestrale su creazione d'impresa e sviluppo locale, 4 (2007), n. 4, pp.50-51

44

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

Reati contro le - Scippi; cose - furti in appartamento; - furti su auto in sosta; - furti di autoveicoli; - borseggi. Rilevanza dei Imprese attive Peso (%) raggiunto dalle aziende settori del comparto Agricoltura sul dell'economia più totale dei restanti considerati tradizionali (Industria, Commercio e Servizi).

• le risorse turistiche;

Prestazione Livello di Indicatori-tipo essenziale osservazione Appeal turistico Risorse naturali e Per ciascun livello: attuale e ambientali - numerosità; potenziale Risorse culturali e - tipologie; storiche - scostamento tra attività organizzate e organizzabili.

• la funzionalità della micro e della macro-hall per le finalità di utilizzo dell'albergo diffuso;

Prestazione Livello di Indicatori-tipo essenziale osservazione Le possibilità di L'offerta ricettiva: - Posti letto, alloggi e piazzole; integrare le - alberghi; - numeri e variazioni in atto; tipologie di - extralberghi; - scostamenti anomali tra classi alloggio esistenti - complessiva. contigue di valori. La possibilità di Presenza di - N. posti letto; creare a breve un alloggi privati in - variazione (%); parco-alloggi per affitto - numero mesi / anno. l'albergo diffuso Periodo di disponibilità dichiarato Funzionalità del Disponibilità Numero edifici agibili, ma inabitati patrimonio immobiliare immobiliare potenziale. all'utilizzo per Caratteristiche Valutazione dei ricercatori finalità turistico- degli edifici: alberghiere - tipicità; - omogeneità; - emergenze architettoniche. Presenza di Valutazione dei ricercatori proprietari:

45

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

- già informati; - sensibili; - possibili leader di processo

• la disponibilità di risorse umane.

Prestazione Livello di Indicatori-tipo essenziale osservazione Accessibilità e La viabilità: Raggiungibilità: collegamenti - stradale e - dal capoluogo di provincia più dall'esterno autostradale; vicino; - aerea; - da Roma; - ferroviaria; - da fuori Roma (in/fuori - via mare; Regione). - alternativa Servizi di noleggio di mezzi di (lacustre, fluviale, spostamento individuali e di ecc.). gruppo, ecc. Strutture sanitarie I servizi di: - Presenza; - poliambulatorio; - fruibilità; - guardia medica; - durata del periodo di apertura - ospedale. (settimanale, giornaliera, ecc.). Dotazioni - Infrastrutture - Presenza; pubbliche turistiche; - gamma; - infrastrutture - accessibilità, ecc. sportive; - centri visite. Qualità della Locali in cui - Eterogeneità; ristorazione mangiare e bere: - possibilità di cenare a tarda ora; - ristoranti, - presenza di locali citati da guide trattorie, osterie di settore, club di qualità, ecc. con cucina, pizzerie, ecc. Cucina: - Numero; - prodotti - prodotti che utilizzano il nome agroalimentari della località (DOP); tipici locali; - nomi di prodotti, vini e piatti - ricette e piatti depositati e le cui origini sono tipici; difendibili legalmente. - vini e bevande autoctone. Personale turistico Disponibilità - Presenza delle figure qualificato professionali indispensabili ai fini dell'avvio e della gestione di un albergo diffuso.

46

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

Qualità delle - Occupazione delle figure figure formate esistenti; - nuovi profili professionali. Scuole turistiche - Scuole e corsi in materia turistica; - funzionalità di scuole e corsi ai fini della gestione di un albergo diffuso. Imprenditorialità - Esperienze scuola-impresa; - figure di supporto alle attività degli ospiti (guide, noleggiatori, animatori, ecc.); - co-finanziamenti a valere su scuole e corsi.

L'analisi territoriale condotta ha identificato in Castro dei Volsci, il comune in cui effettuare il primo test per una possibile azione promozionale, la cui crescita deve essere accompagnata da interventi di sviluppo locale e di valorizzazione del territorio mirati al ripopolamento del centro storico. Per questo progetto BIC Lazio offre il proprio supporto nell'elaborazione di un business plan e, successivamente, alla start up, con servizi di assistenza all´autoimprenditorialità.

9.2.1 Albergo diffuso Villa Retrosi, Amatrice (RI)

L’albergo diffuso Villa Retrosi, situato in un borgo a 1000 m s.l.m., frazione di Amatrice, è sorto nel 2001 per iniziativa di alcuni privati che hanno deciso di adoperarsi per riconvertire immobili di interesse storico-architettonico abbandonati. Gli imprenditori coinvolti hanno fondato la società "La Conca Amatriciana Srl" che impiega il proprio capitale nell’acquisto, recupero e ristrutturazione di abitazioni abbandonate o fatiscenti da destinare ad utilizzo turistico.

I Monti della Laga, che fanno da sfondo a questa frazione di Amatrice, costituiscono una delle principali attrattive turistiche.

Le linee guida per la ristrutturazione di Villa Retrosi sono state codificate in un documento messo a disposizione del Comune di Amatrice, affinché sia di riferimento per ogni altro privato che intenda ristrutturare il proprio fabbricato nella frazione di Retrosi.

47

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

9.2.2 Albergo diffuso La locanda del Ditirambo, Castro dei Volsci (FR)

L’albergo diffuso La Locanda del Ditirambo, si trova a Castro dei Volsci, in Provincia di Frosinone, e nasce nel 2009 dall’iniziativa di tre imprenditrici romane. L’albergo si compone di 7 camere doppie suddivise in tre edifici del centro storico, la reception e il ristorante.

L’attività ha goduto del supporto di BIC Lazio che ha promosso non soltanto l’albergo diffuso ma anche come slow-village lontano dal traffico, dalle code, dall'inquinamento di tutti i giorni.

9.2.3 Albergo diffuso Settelune, Montelanico (RM)

L’albergo diffuso Settelune, nato per iniziativa privata, è stato portato avanti come progetto pilota da parte di Bic Lazio a partire dal 2007.

La struttura si compone di appartamenti e camere dislocati in quattro edifici nel centro storico del paese di Montelanico.

Il principale attrattore turistico è costituito dai Monti Lepini, anche se la maggior parte dei visitatori sceglie l’Albergo diffuso Settelune come appoggio durante i semestri di lavoro nella vicina .

Nel luglio 2012 l’albergo è stato messo in vendita, probabilmente a causa dello scarso gioco di squadra tra i fornitori di servizi, le imprese del posto, l'Amministrazione del Comune di Montelanico e i comitati che organizzano eventi.

9.2.4 Albergo diffuso Specchio di Diana, Nemi (RM)

Il comune di Nemi, situato a 20 Km da Roma, ha visto nascere nel 2011 il primo albergo diffuso nei Castelli Romani. Il progetto è stato portato avanti in collaborazione tra il comune di Nemi, l’incubatore

48

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano di impresa BIC Lazio e la Locanda Specchio di Diana. Attualmente la struttura dispone di 8 unità tra camere, suite e piccoli appartamenti, dislocati a circa 100 mt dal nucleo principale posto lungo il Corso del centro storico dove si trovano la reception, il bar ed il ristorante.

L’intervento è consistito nella ristrutturazione e riconversione di appartamenti e locali ubicati nel borgo, appartenuti in passato ai vecchi abitanti del luogo. Il progetto ha voluto conservare la memoria del luogo, rispettando gli elementi architettonici caratteristici.

Il borgo ospita inoltre tutti i servizi di base (negozi tipici, farmacia, edicola, bar e ristoranti, chiesa), e coinvolge nell’operazione tutta la cittadinanza con benefici effetti economici.

49

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

10. Risorse e finanziamenti

I finanziamenti per gli interventi di recupero del centro storico del comune di Arcinazzo Romano possono essere reperiti all’interno del POR FESR 2014-2020 della Regione Lazio, il cui Programma Operativo Regionale è stato adottato il 16 febbraio 2015 dalla Commissione Europea.

In particolare la Regione Lazio ha individuato 45 azioni cardine, tra le quali il progetto “Sostegno alla creazione di COMUNITA' RURALI sostenibili e per il riuso dei borghi abbandonati” che ha come fonte di finanziamento il PSR 2014-202017.

Gli interventi riguardano le comunità situate nelle aree D (“Aree rurali con problemi complessivi di sviluppo”), tra le quali è compreso il comune di Arcinazzo Romano, e aree C (“Aree rurali intermedie”) del Lazio (come definite nel PSR 2014-2020).

Il progetto aspira alla nascita di "comunità rurali sostenibili" nelle quali possano trovare occasioni di lavoro e residenza i giovani che manifestino l'intenzione di andare a vivere in aree rurali, coltivando la terra, ristrutturando gli edifici esistenti con criteri di sostenibilità e rivitalizzando, anche dal punto di vista turistico, i borghi storici.

Figura 36 –Censimento dei comuni compresi nelle aree rurali oggetto di programmazione regionale (Fonte: Regione Lazio, Con l’Europa, il Lazio cambia e riparte)

17 Portale dello Sviluppo Rurale della Rete Europea per lo Sviluppo Rurale.

50

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

Stando al documento programmatico regionale «Con l’Europa, il Lazio cambia e riparte», il progetto sarà attuato sia tramite strategie di sviluppo locale con approccio LEADER sia attraverso bandi di evidenza pubblica.

Il sostegno erogato agli enti pubblici sarà fino al 100% dell'investimento, con possibilità di concedere anticipi fino al 50%.

Allo stato attuale, non essendo ancora stata resa nota da parte Regione Lazio la procedura che si intende adottare per la presentazione delle candidature da parte dei soggetti interessati al progetto “Sostegno alla creazione di COMUNITA' RURALI sostenibili e per il riuso dei borghi abbandonati”, di seguito si riportano due esempi di procedimenti adottati per progetti finanziati con il precedente POR FESR 2007-2013.

Esempio procedura mediante bando di evidenza pubblica

Nell’ambito del POR FESR 2007-2013 la Regione Lazio ha bandito un concorso per la presentazione di progetti relativi all’Asse II, Attività 5 – "Valorizzazione e promozione del patrimonio culturale e paesistico nelle aree di particolare pregio", pubblicato sul BURL n.5 del 7.02.2012.

Il progetto è stato ricompreso tra le competenze della Direzione Regionale “Cultura, Arte e Sport”, Area “Valorizzazione del Territorio e del Patrimonio culturale”.

Il bando prevedeva la presentazione di proposte progettuali tese all’integrazione di strategie di tutela e conservazione con quelle di fruizione, valorizzazione e sviluppo per il restauro, il recupero, la messa in sicurezza, il miglioramento della fruibilità del patrimonio culturale, la messa in rete delle risorse culturali, al fine di garantire una migliore fruizione dei beni oggetto di intervento.

Nel bando sono stati specificati gli ambiti di intervento, che hanno riguardato esclusivamente:

~ il sistema delle risorse naturalistico-paesistiche e storico-archeologiche riferite alla cultura etrusca, con riferimento al Parco Naturalistico ed Archeologico di Vulci nei Comuni di Montalto di Castro e Canino e il sito UNESCO delle Necropoli Etrusche di e Tarquinia ed i connessi Musei Archeologici Statali; ~ il sistema urbano, storico-artistico e archeologico- paesistico con riferimento all’area dell’abitato di Tivoli ed ai siti UNESCO di Villa Adriana e Villa d’Este.

I soggetti ammessi al contributo pubblico sono stati gli Enti Locali, anche in forma associata con altri soggetti pubblici ovvero in partenariato con privati.

Per quanto riguarda le modalità e i termini per la sottomissione delle domande di contributo, la procedura ha previsto la presentazione per via telematica di un “Dossier di candidatura” entro 40 giorni dalla pubblicazione del bando sul BURL, termine successivamente prorogato di altri 60 giorni.

Il Dossier di candidatura18 si compone di una relazione tecnica del progetto, la presentazione del quadro economico e del cronoprogramma dell’intervento.

18 Cfr. Allegati

51

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

Le risorse finanziarie destinate dal bando al sostegno dei progetti selezionati ammonta a 5.000.000,00 €. Le spese ammissibili a finanziamento sono state quelle strettamente legate alla realizzazione delle singole operazioni, in particolare:

~ spese per studi di fattibilità (fino al 2,5% del valore dell’investimento ai sensi del co.9 dell’art.153 del D.Lgs 153/2006); ~ spese per progettazione, rilievi, redazione del piano di sicurezza, direzione lavori, sicurezza e collaudo, pubblicazioni e gara, fino al massimo del 15% dell’importo delle opere a base d’asta; ~ accertamenti e indagini archeologiche; ~ imprevisti (fino al massimo del 10% dell’importo delle opere a base s’asta); ~ opere di recupero del patrimonio edilizio, storico, archeologico e monumentale esistente (manutenzione straordinaria, ristrutturazione, consolidamento statico, restauro), compresi gli interventi di sistemazione a verde; ~ opere relative alla realizzazione dei percorsi turistico-culturali, compresi gli interventi di sistemazione minore u viabilità esistente finalizzati alla fruizione delle diverse aree di interesse culturale; ~ opere relative alla realizzazione e/o sistemazione di cartellonistica, delle aree di sosta e di strutture di limitata dimensione funzionale alla percorsistica; ~ acquisto di impianti tecnologici, attrezzature, allestimenti, arredi ed altre forniture di beni e servizi connessi e funzionali alla realizzazione degli interventi, incluse le spese di promozione del progetto e le spese per le verifiche degli Organismi di ispezione; ~ spese per allacciamenti a pubblici servizi; ~ acquisizione di terreni nel caso in cui esista un nesso diretto fra l’acquisto del terreno e gli obiettivi dell’operazione (non superiore al 10% dell’investimento ammissibile); ~ IVA; ~ spese generali, nel limite massimo del 5% dell’operazione cofinanziata.

Nel caso specifico il bando ha ricompreso anche spese già sostenute nei dieci mesi precedenti la pubblicazione del bando, purché sostenute nel rispetto delle disposizioni in materia di informazione e pubblicità ai sensi del Regolamento (CE) 1828/2006 e attuate in conformità alle disposizioni comunitarie in materia di appalti pubblici, concorrenza, ambiente e pari opportunità.

Il bando ha stabilito inoltre alcuni criteri di priorità nella selezione delle proposte in base a:

~ introduzione e diffusione dell’uso di nuove tecnologie per la fruizione di beni e servizi e/o per la promozione, l’informazione e la comunicazione; ~ capacità di partecipazione a circuiti di promozione culturale di scala nazionale ed internazionale; ~ partecipazione di capitale privato; ~ livello di cantierabilità della proposta; ~ capacità aggregativa dei soggetti pubblici proponenti.

La procedura concorsuale ha avuto esito nel Luglio 2012 con la pubblicazione degli interventi ammessi a finanziamento:

52

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

Figura 37 – Determinazione 24.07.2012, Graduatoria domande ammissibili

I fondi sono stati così ripartiti:

53

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

Figura 38 – Determinazione 24.07.2012, ALLEGATO A Graduatoria degli interventi e relativi finanziamenti assegnati

Esempio approccio LEADER

L’acronimo “LEADER” deriva dal francese "Liaison entre Actions de Développement de l'Économique Rurale" (“Collegamenti tra azioni dello sviluppo economico rurale”) ed è nato nel contesto della prima riforma dell’UE dei Fondi strutturali (1989-1993). L’approccio LEADER è stato realizzato come Programma di Iniziativa Comunitaria nei periodi 1989- 1993 (Leader I), 1994-1999 (Leader II), 2000-2006 (Leader +) ed infine ha trovato attuazione nell’Asse IV del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) del Lazio per il periodo 2007-2013.

L’idea di fondo dell’approccio LEADER consiste nell’ottimizzazione delle energie e delle risorse di tutti i soggetti in grado di contribuire al processo di sviluppo rurale, costituendo partenariati a livello subregionale tra il settore pubblico, quello privato e la società civile.

Nel caso in cui il progetto “Sostegno alla creazione di COMUNITA' RURALI sostenibili e per il riuso dei borghi abbandonati” previsto nel POR FESR 2014-2020 della Regione Lazio prevedesse l’approccio LEADER, le strategie di sviluppo locale sarebbero attuate mediante Gruppi di Azione Locale (GAL) e Piani di Sviluppo Locali (PSL).

I Gruppi di Azione Locale (GAL) sono partenariati pubblico-privato sul piano locale costituiti in associazioni con personalità giuridica riconosciuta, disciplinate dagli artt. 14-35 del codice civile. I GAL possono essere costituiti da:

~ individui o associazioni di persone; ~ operatori economici e imprese private; ~ istituzioni pubbliche.

L’iniziativa di creare un partenariato deve scaturire da una persona autorevole e competente che possa contare su un ampio sostegno del pubblico a livello locale. Presidenti di associazioni (quale, ad esempio, un’associazione per la promozione del territorio), imprenditori e agricoltori sono i tipici esempi di promotori del settore privato, mentre per quanto riguarda il settore pubblico tra i promotori di GAL troviamo sindaci, funzionari municipali, amministratori locali e presidi di scuole. Il processo richiede sempre, nelle fasi iniziali, una persona impegnata e particolarmente legata alla causa, la quale deve essere in grado di motivare e mobilitare gli altri. Solitamente questa persona diventa anche il primo Presidente del GAL.

I GAL predispongono il Piano di Sviluppo Locale (PSL) nel rispetto delle disposizioni stabilite nel Programma di Sviluppo Rurale regionale.

54

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

Di seguito si analizza più in dettaglio quanto previsto dall'Asse IV–Leader del Programma di Sviluppo Rurale 2007–2013 del Lazio, sempre nell’ipotesi che una simile procedura possa essere prevista anche per l’attuazione delle strategie del POR FESR 2014-2020 della Regione Lazio.

Il Programma di Sviluppo Rurale del Lazio 2007-2013 ha dettato i requisiti di ammissibilità dei GAL, dei territori e dei relativi PSL.

I territori dovevano far parte di:

~ Aree rurali con problemi complessivi di sviluppo; ~ Aree rurali intermedie; ~ Aree rurali ad agricoltura intensiva specializzata limitatamente ai comuni rientranti nei territori di intervento di piani di azione locale o piani di sviluppo locale approvati nelle passate programmazioni Leader.

Figura 39 – Censimento dei territori ammessi dal Programma di Sviluppo Rurale del Lazio 2007-2013.

Per quanto riguarda i PSL, il Programma di Sviluppo Rurale del Lazio 2007-2013 ha stabilito che:

~ lo stesso territorio non può essere interessato da due o più PSL; ~ l'ambito territoriale interessato dal PSL deve presentare continuità tra i territori dei Comuni in esso compresi; ~ la popolazione dell’area di intervento deve essere compresa tra 5.000 e 150.000 abitanti; ~ possono essere inclusi nell’area di intervento del PSL esclusivamente territori comunali considerati nella loro interezza.

I Piani di Sviluppo Locale proposti dai Gruppi di Azione Locale dovevano fare riferimento a un tema prioritario (tema catalizzatore). La scelta del tema prioritario è un elemento fortemente identificativo della strategia messa in atto dai GAL nella propria area di intervento. É un elemento caratteristico dell’identità, delle risorse e del know-how specifico del territorio, e funge da catalizzatore per l`insieme degli operatori e dei progetti nei vari campi che concorrono alla strategia di sviluppo.

I temi prioritari definiti nella strategia del PSR attraverso l’approccio Leader sono stati:

~ Tutela dell’ambiente e delle risorse naturali ~ Qualità della vita nelle aree rurali

55

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

~ Qualità dell’offerta alimentare e territoriale ~ Turismo rurale

I GAL coinvolti nel Programma di Sviluppo Rurale (PSR) del Lazio 2007-2013 sono stati otto:

GAL PROVINCIA TEMA CATALIZZATORE Qualità dell'offerta alimentare e 1 Castelli Romani e Monti Prenestini Roma territoriale Qualità dell'offerta alimentare e 2 In Teverina Viterbo territoriale Versante Laziale Parco Nazionale 3 Frosinone Turismo rurale d'Abruzzo 4 Ernici Simbruini Frosinone Turismo rurale Qualità dell'offerta alimentare e 5 Etrusco Cimino Viterbo territoriale 6 Tuscia Romana Roma Turismo rurale Qualità dell'offerta alimentare e 7 Sabino Rieti territoriale Qualità dell'offerta alimentare e 8 Terre Pontine Latina territoriale

Figura 40 – Distribuzione territoriale dei GAL attivi nella Regione Lazio nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Del Lazio Asse IV Leader.

A titolo di esempio si riporta lo schema dei contenuti del PSL del GAL Ernici Simbruini il cui tema catalizzatore è stato il turismo rurale (Figura 41).

La documentazione completa è consultabile sul sito: http://www.agricoltura.regione.lazio.it/binary/prtl_psr/tbl_leader_psl/All.Deter.A0610_del_1_02_201 1__all.1_Det.G03880_del_9_12_13_all_1_Det._G05507_20_12_13.pdf

56

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

Figura 41 – Indice PSL “Civiltà rurale in terra ernica” del GAL Ernici Simbruini nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Del Lazio Asse IV Leader.

57

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

Elenco elaborati

TAV. 01 CARTOGRAFIA STORICA

TAV. 02 ANALISI DEL SISTEMA INSEDIATIVO TERRITORIALE

TAV. 03 LETTURA DELLA STRUTTURA URBANA

TAV. 04 CARTA DELLE QUALITA’, DEI FATTORI DI DEGRADO E DI RISCHIO

TAV. 05 CARATTERI COSTRUTTIVI E ARCHITETTONICI

TAV. 06 LINEE GUIDA DI INTERVENTO

TAV. 07 ESPERIENZE DI RECUPERO

58

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

ALLEGATI

L.R. 06 Agosto 2007, n. 13

Organizzazione del sistema turistico laziale. Modifiche alla legge regionale 6 agosto 1999, n.14 (Organizzazione delle funzioni a livello regionale e locale per la realizzazione del decentramento amministrativo) e successive modifiche (1)

SOMMARIO CAPO I DISPOSIZIONI GENERALI

SEZIONE I FINALITÀ Art. 1 Oggetto e finalità

SEZIONE II PRINCIPI GENERALI E RIPARTIZIONE DELLE FUNZIONI Art. 2 Principi generali Art. 3 Funzioni della Regione Art. 4 Funzioni delle province Art. 5 Funzioni dei comuni Art. 6 Comune di Roma Art. 7 Atti di direttiva e poteri sostitutivi

SEZIONE III ORGANIZZAZIONE TURISTICA REGIONALE Art. 8 Organizzazione turistica regionale Art. 9 Sistemi turistici locali Art. 10 Riconoscimento dei sistemi turistici locali Art. 11 Progetti di sviluppo dei sistemi turistici locali Art. 12 Agenzia regionale per la promozione turistica di Roma e del Lazio S.p.A. Art. 13 Partecipazione e rappresentanza della Regione nell’Agenzia Art. 14 Servizi di informazione e accoglienza turistica Art. 15 Associazioni pro-loco

CAPO II PROGRAMMAZIONE TURISTICA Art. 16 Finalità della programmazione turistica Art. 17 Piano turistico regionale Art. 18 Procedure per l’adozione del piano turistico regionale Art. 19 Attuazione del piano turistico regionale Art. 20 Osservatorio regionale del turismo

CAPO III IMPRESE TURISTICHE ED ATTIVITA' RICETTIVA

SEZIONE I DEFINIZIONI Art. 21 Imprese turistiche Art. 22 Attività ricettiva

SEZIONE II STRUTTURE RICETTIVE Art. 23 Individuazione delle strutture ricettive Art. 24 Periodi di apertura e gestione unitaria Art. 25 Classificazione delle strutture ricettive

SEZIONE III ESERCIZIO DELLE ATTIVITÀ RICETTIVE Art. 26 Autorizzazione all’esercizio delle attività Art. 27 Sospensione, decadenza e revoca dell’autorizzazione

SEZIONE IV DISPOSIZIONI COMUNI. VIGILANZA, CONTROLLO E SANZIONI AMMINISTRATIVE Art. 28 Comunicazione a fini statistici Art. 29 Comunicazione dei prezzi e dei periodi di apertura Art. 30 Compiti di vigilanza e controllo Art. 31 Sanzioni amministrative pecuniarie

CAPO IV AGENZIE DI VIAGGI E TURISMO ED ALTRI OPERANTI NEL SETTORE

SEZIONE I AGENZIE DI VIAGGI E TURISMO Art. 32 Definizione delle agenzie di viaggi e turismo. Elenchi delle agenzie di viaggi e turismo

59

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

Art. 33 Garanzia assicurativa e deposito cauzionale Art. 34 Condizioni per l’apertura delle agenzie di viaggi e turismo e per l’esercizio delle attività Art. 35 Rilascio dell’autorizzazione all’apertura ed ai mutamenti nell’organizzazione delle agenzie di viaggi e turismo Art. 36 Sospensione e decadenza dell’autorizzazione Art. 37 Elenco regionale delle agenzie sicure Art. 38 Esclusione

SEZIONE II ALTRI ORGANISMI OPERANTI NEL SETTORE Art. 39 Associazioni ed altri enti senza scopo di lucro operanti a livello nazionale Art. 40 Associazioni ed altri enti senza scopo di lucro, gruppi sociali e comunità, operanti a livello locale

SEZIONE III VIGILANZA, CONTROLLO E SANZIONI AMMINISTRATIVE Art. 41 Vigilanza e controllo Art. 42 Sanzioni amministrative pecuniarie

CAPO V STRUMENTI PER LO SVILUPPO TURISTICO Art. 43 Marchio turistico regionale Art. 44 Scuola di alta formazione per il turismo Art. 45 Interventi a favore del turista

CAPO VI UTILIZZAZIONE DEL DEMANIO MARITTIMO PER FINALITA' TURISTICHE E RICREATIVE Art. 46 Piano di utilizzazione delle aree del demanio marittimo Art. 47 Concessioni delle aree del demanio marittimo e di quelle immediatamente prospicienti per finalità turistiche e ricreative Art. 48 Deposito cauzionale Art. 49 Revoca e decadenza dalla concessione Art. 50 Affidamento ad altri delle attività. Subingresso nella concessione Art. 51 Canone e imposta regionale sulle concessioni delle aree demaniali marittime Art. 52 Tipologie di utilizzazione delle aree demaniali per finalità turistiche e ricreative Art. 53 Dichiarazione di inizio di attività e comunicazione dei prezzi Art. 54 Vigilanza Art. 55 Sanzioni amministrative pecuniarie

CAPO VII DISPOSIZIONI FINALI E TRANSITORIE

SEZIONE I DISPOSIZIONI FINALI Art. 56 Regolamenti autorizzati Art. 57 Rispetto della normativa comunitaria sugli aiuti di Stato. Clausola di sospensione degli aiuti Art. 58 Modifiche alla l.r. 14/1999 e successive modifiche Art. 59 Abrogazioni

SEZIONE II DISPOSIZIONI TRANSITORIE Art. 60 Esercizio provvisorio delle funzioni di competenza delle APT. Soppressione delle APT Art. 61 Primo piano turistico regionale SEZIONE III DISPOSIZIONI FINANZIARIE Art. 62 Disposizioni finanziarie

CAPO I DISPOSIZIONI GENERALI SEZIONE I FINALITÀ Art. 1 (Oggetto e finalità) 1. La Regione riconosce il turismo come fenomeno integrato di sviluppo economico sostenibile, di promozione e valorizzazione del territorio, di crescita sociale e culturale della persona e della collettività. 2. La presente legge, nel rispetto dei principi della Costituzione e dello Statuto, nonché degli obblighi comunitari, detta norme in materia di sviluppo del sistema di offerta turistica, per rendere tale offerta motore della crescita sostenibile della comunità regionale. 3. A tal fine la Regione interviene, in particolare, per: a) favorire l’integrazione tra l’offerta turistica e gli altri settori economici e produttivi, al fine di aumentare il valore prodotto a beneficio sia del visitatore che della comunità locale; b) consolidare e promuovere, sul mercato locale, nazionale ed estero, l’immagine unitaria e complessiva del sistema turistico regionale e di ciascuna delle sue parti;

60

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano c) orientare il processo di costruzione e miglioramento del sistema dell’offerta turistica sul territorio, anche attraverso il sostegno all’innovazione tecnologica ed organizzativa del settore; d) promuovere la posizione competitiva internazionale dell’offerta turistica regionale, con particolare riferimento all’attrazione di flussi di domande con caratteristiche e modelli di consumo coerenti con lo sviluppo sostenibile di tutto il territorio regionale; e) favorire il rafforzamento strutturale del sistema di offerta turistica anche attraverso la qualificazione degli operatori, dei servizi e delle strutture; f) favorire lo sviluppo di servizi basati sulle tecnologie dell’informazione e della comunicazione per le imprese e le destinazioni turistiche, al fine di migliorare i sistemi di qualità di gestione, e dei sistemi di informazione e di assistenza ai turisti, anche attraverso il coordinamento del sistema informativo turistico regionale; g) definire e attuare politiche di gestione coordinata delle risorse turistiche, valorizzando anche il patrimonio storico, monumentale, naturalistico e culturale della Regione; h) promuovere uno sviluppo economico-sociale equilibrato e sostenibile in materia di economia del mare e attuare una politica di gestione unitaria della costa; i) promuovere il turismo montano valorizzando l’immagine delle località montane; l) garantire la migliore accoglienza dei visitatori e promuovere la qualità complessiva del prodotto e dei servizi turistici; m) promuovere il turismo sociale, favorendone la fruibilità, con particolare riferimento ai diversamente abili, ai giovani ed alla terza età; n) favorire politiche attive tese a promuovere la stabilizzazione del mercato del lavoro, l’emersione del lavoro irregolare, il rispetto della normativa in materia di sicurezza sul lavoro e della disciplina contrattuale nazionale ed integrativa dei rapporti di lavoro, nonché la qualificazione e la riqualificazione professionale degli addetti del settore, anche mediante il sistema della bilateralità, tramite processi di formazione continua; o) promuovere, concordemente con le altre Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, l’unitarietà del comparto turistico.

SEZIONE II PRINCIPI GENERALI E RIPARTIZIONE DELLE FUNZIONI Art. 2 (Principi generali) 1. La Regione, ai sensi dell’articolo 189, comma 2, della legge regionale 6 agosto 1999, n. 14 (Organizzazione delle funzioni a livello regionale e locale per la realizzazione del decentramento amministrativo) e successive modifiche, individua le specifiche funzioni ed i compiti amministrativi da attribuire, delegare o subdelegare agli enti locali in materia di turismo ed organizza il sistema turistico laziale ispirandosi al principio di sussidiarietà e favorendo l’integrazione delle funzioni tra i soggetti operanti nel settore nonché lo sviluppo del partenariato tra pubblico e privato. Art. 3 (Funzioni della Regione) 1. La Regione, nelle materie disciplinate dalla presente legge, svolge le funzioni amministrative concernenti: a) l’adozione del piano turistico regionale triennale degli interventi, con il quale sono determinati gli obiettivi da perseguire nel triennio di validità, gli indirizzi, i criteri e le metodologie d’intervento nonché i criteri per la concessione di contributi per le imprese turistiche e le attività ricettive; b) l’attuazione degli interventi riservati alla Regione dal piano turistico regionale, nonché la definizione e l’attuazione di specifici progetti e programmi di interesse regionale; c) l’elaborazione e il coordinamento dell’attuazione dei programmi di intervento previsti dall’Unione europea o da leggi statali; d) i rapporti con gli organi istituzionalmente preposti alla tutela del patrimonio storico, monumentale, naturalistico e culturale, per la valorizzazione del proprio territorio a fini turistici; e) il coordinamento e l’indirizzo in relazione all’attività e alle iniziative per la promozione del prodotto turistico, fatta salva l’autonomia degli enti locali; f) la promozione turistica sul mercato nazionale che abbia particolare rilievo per l’immagine complessiva del turismo regionale nonché, in via esclusiva, sul mercato estero, fatto salvo quanto previsto all’ articolo 4, comma 1, lettera d), numero 5); g) l’agevolazione dell’accesso al credito delle imprese turistiche mediante apposite convenzioni con istituti di credito; h) la determinazione dei requisiti minimi funzionali e strutturali per la classificazione delle strutture ricettive nonché per la classificazione degli stabilimenti balneari; i) l’assegnazione del marchio turistico regionale; l) l’adozione della carta del turista; m) l’adozione del piano di utilizzazione a scopo turistico ricreativo delle aree del demanio marittimo; n) la tenuta e l’aggiornamento dell’elenco, nonché la vigilanza sulle associazioni senza scopo di lucro con finalità ricreative, culturali, religiose e sociali, operanti a livello nazionale, che abbiano sedi operative nel territorio regionale; o) il riconoscimento dei sistemi turistici locali nonché il finanziamento dei relativi progetti di sviluppo; p) il coordinamento della raccolta per l’elaborazione e la diffusione delle rilevazioni e delle informazioni concernenti la domanda e l’offerta turistica regionale in tutte le loro articolazioni; q) la costituzione dell’Osservatorio regionale del turismo; r) l’alta formazione degli operatori del comparto turistico attraverso la “Scuola di alta formazione del turismo”; s) la tenuta dell’elenco regionale delle agenzie sicure;

61

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano t) la pubblicazione annuale dell’elenco regionale delle agenzie di viaggi e turismo nel Bollettino ufficiale della Regione (BUR).

Art. 4 (Funzioni delle province) 1. Nel rispetto degli obiettivi, degli indirizzi e dei criteri contenuti nella programmazione regionale, le province: a) adottano i piani di valorizzazione, promozione locale ed accoglienza turistica; b) attuano specifici interventi turistici di rilevanza provinciale previsti nel piano turistico regionale, nonché nei programmi nazionali e comunitari; c) realizzano attività di promozione del prodotto turistico; d) svolgono, fatto salvo quanto previsto nell’articolo 6, le seguenti funzioni già di competenza delle aziende di promozione turistica (APT) di cui alla legge regionale 15 maggio 1997, n. 9 (Nuove norme in materia di organizzazione turistica nel Lazio) e successive modifiche: 1) l’organizzazione dell’informazione, dell’accoglienza, dell’assistenza e della tutela del turista, anche con l’ausilio delle tecnologie dell’informazione e comunicazione (ICT), attraverso i servizi di informazione e accoglienza turistica (IAT); 2) il controllo della qualità dei servizi; 3) la consulenza e l’assistenza agli operatori pubblici e privati operanti nel settore; 4) la valorizzazione turistica del proprio ambito territoriale nonché la promozione di manifestazioni e iniziative atte a stimolare flussi turistici; 5) la partecipazione ad iniziative di promozione turistica regionale all’estero ai sensi dell’articolo 3, comma 1, lettera f), per il tramite dell’Agenzia regionale di promozione turistica di Roma e del Lazio S.p.A.. 2. Le province svolgono, altresì, le funzioni e i compiti amministrativi delegati dalla Regione concernenti: a) la vidimazione, la raccolta e la pubblicazione delle tariffe delle strutture ricettive; b) l’attribuzione della classifica delle strutture ricettive e degli stabilimenti balneari sulla base dei requisiti fissati dalla Regione e il rilascio del relativo attestato; c) le agenzie di viaggi e turismo, nonché le associazioni e gli altri enti senza scopo di lucro, i gruppi sociali e le comunità, operanti a livello locale, ivi compresa l’attività di vigilanza; d) le associazioni pro-loco; e) la concessione di contributi. 3. Le province inoltre: a) provvedono alla raccolta ed elaborazione dei dati sul movimento turistico delle strutture ricettive anche con la collaborazione dei comuni; b) provvedono alla trasmissione dei dati alla Regione nell’ambito del sistema statistico regionale ed assicurano la necessaria collaborazione all’Osservatorio regionale del turismo.

Art. 5 (Funzioni dei comuni) 1. I comuni, singoli o associati, nel rispetto dei principi di cui all’articolo 2, degli obiettivi, degli indirizzi e dei criteri contenuti nella programmazione regionale svolgono le seguenti funzioni concernenti: a) l’individuazione e la realizzazione degli interventi promozionali di livello comunale, ivi compresi quelli riguardanti il turismo sociale; b) le autorizzazioni all’esercizio delle attività svolte dalle strutture ricettive e la relativa vigilanza; c) la formulazione di proposte alla provincia competente per territorio per l’attivazione di uffici di informazione e accoglienza turistica e per la realizzazione di iniziative o la fornitura di servizi di interesse turistico. 2. I comuni svolgono, altresì, funzioni e compiti amministrativi delegati concernenti il rilascio, il rinnovo, la revoca delle concessioni relative alle aree del demanio marittimo, comprese quelle immediatamente prospicienti, per finalità turistiche e ricreative nonché la relativa vigilanza. 3. I comuni, inoltre: a) collaborano con la provincia per la raccolta dei dati sul movimento turistico delle strutture ricettive; b) assicurano all’Osservatorio regionale del turismo e al sistema statistico regionale la necessaria collaborazione.

Art. 6 (Comune di Roma) 1. Nelle more dell’entrata in vigore della legge concernente l’ordinamento di Roma Capitale della Repubblica, di cui all’articolo 114, comma terzo, della Costituzione, al Comune di Roma sono attribuite, in conformità all’articolo 9, comma 3, della l.r. 14/1999, oltre alle funzioni di cui all’articolo 5, le funzioni già di competenza dell’APT, istituita nell’ambito del comune stesso, ai sensi della l.r. 9/1997, ed individuate nell’articolo 4, comma 1, lettera d).

Art. 7 (Atti di direttiva e poteri sostitutivi) 1. Al fine di garantire l’effettivo e corretto svolgimento delle funzioni e dei compiti delegati alle province, la Giunta regionale, entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, adotta atti di direttiva ai sensi dell’articolo 17, comma 3, della l.r. 14/1999. 2. Nel caso di inerzia o inadempimento nell’esercizio delle funzioni conferite la Regione esercita i poteri sostitutivi ai sensi dell’articolo 49 dello Statuto.

62

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

SEZIONE III ORGANIZZAZIONE TURISTICA REGIONALE Art. 8 (Organizzazione turistica regionale) 1. L’organizzazione turistica regionale si articola in: a) sistemi turistici locali; b) Agenzia regionale per la promozione turistica di Roma e del Lazio S.p.A.; c) servizi di informazione e accoglienza turistica; d) associazioni pro-loco.

Art. 9 (Sistemi turistici locali) 1. I sistemi turistici locali, di seguito denominati STL, sono il principale ambito di programmazione integrata per lo sviluppo turistico del territorio, caratterizzati dall’offerta integrata di attrazioni turistiche, beni culturali e ambientali, compresi i prodotti enogastronomici e dell’artigianato locale, nonché dalla presenza diffusa di imprese turistiche, singole o associate. 2. Ai STL possono partecipare le province, i comuni, le comunità montane, le comunità isolane, le camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, le associazioni pro-loco, gli enti e i privati, singoli o associati, che operano nel settore turistico e nei settori ad esso collegati.

Art. 10 (Riconoscimento dei sistemi turistici locali) 1. La Giunta regionale, previa concertazione con gli enti pubblici locali, le parti economiche e sociali, gli altri organismi operanti nel settore, entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sentita la commissione consiliare permanente competente in materia di turismo, con propria deliberazione specifica i parametri minimi, utili ai fini del riconoscimento dei STL e concernenti i seguenti elementi: a) numero e ubicazione geografica, con specifico riferimento alla consistenza demografica ed all’estensione territoriale, dei comuni partecipanti; b) consistenza della ricettività alberghiera ed extralberghiera e numero degli arrivi e delle presenze turistiche; c) presenza di un’offerta turistica significativa che coinvolga tutto il territorio del STL ed i suoi attori e che determini una rappresentazione integrata e sinergica dal punto di vista della domanda; d) valenza turistica caratterizzata dall’offerta di beni culturali, ambientali e di attrazioni turistiche, compresi i prodotti tipici dell’agricoltura e dell’artigianato locale. 2. La Giunta regionale, previa concertazione con gli enti pubblici locali, le parti economiche e sociali, gli altri organismi operanti nel settore, sentita la commissione consiliare permanente competente in materia di turismo, riconosce i STL sulla base dei parametri di cui al comma 1. 3. La Giunta regionale riconosce, altresì, i STL interregionali sulla base di criteri stabiliti d’intesa con le altre Regioni interessate.

Art. 11 (Progetti di sviluppo dei sistemi turistici locali) 1. La Regione, nel rispetto della normativa comunitaria vigente e tenuto conto del piano turistico regionale, cofinanzia progetti di sviluppo predisposti, attraverso forme di programmazione negoziata, dai soggetti di cui all’articolo 9, comma 2, finalizzati a: a) sostenere attività e processi di aggregazione e di integrazione tra le imprese turistiche, anche in forma cooperativa, consortile e di affiliazione; b) attuare interventi intersettoriali ed infrastrutturali necessari alla qualificazione dell’offerta turistica e alla riqualificazione urbana e territoriale delle località con insediamenti turisticoricettivi o ad alta valenza turistica; c) sostenere l’innovazione tecnologica dei servizi di informazione e di accoglienza turistica; d) sostenere la qualificazione delle imprese turistiche, con priorità per le misure volte a garantire stabilità nell’occupazione, gli adeguamenti dovuti a normative di sicurezza, di accessibilità e fruibilità, per la classificazione e la standardizzazione dei servizi turistici, con particolare riferimento allo sviluppo dei livelli di eccellenza ed ai sistemi di certificazione ambientale (Emas ed Ecolabel) dei servizi e delle strutture turistiche, nonché alla tutela dell’immagine del prodotto turistico locale.

Art. 12 (Agenzia regionale per la promozione turistica di Roma e del Lazio S.p.A.) 1. La Regione, le Province del Lazio, il Comune di Roma, al fine di garantire l’unitarietà, la concertazione e il coordinamento degli interventi in materia di promozione turistica di Roma e del Lazio in Italia e all’estero, si avvalgono dell’Agenzia regionale per la promozione turistica di Roma e del Lazio S.p.A., di seguito denominata Agenzia, costituita ai sensi degli articoli 2325 e seguenti del codice civile, cui partecipano con le modalità di cui all’articolo 13. 2. Per le finalità di cui al comma 1 l’Agenzia in particolare: a) promuove l’offerta turistica regionale in Italia e all’estero; b) favorisce la diffusione di una più ampia cultura dell’ospitalità tra operatori pubblici e privati e la popolazione locale; c) promuove la cultura della tutela dei diritti del turista consumatore; d) cura la stampa e la distribuzione del materiale informativo e promozionale di livello regionale e locale anche negli IAT; e) realizza campagne promozionali e azioni di comunicazione di interesse regionale;

63

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano f) partecipa a fiere e manifestazioni turistiche e non, al fine di promuovere il territorio e le varie offerte regionali; g) svolge qualsiasi ulteriore funzione necessaria per il raggiungimento delle finalità di promozione turistica. 3. L’Agenzia opera nel rispetto di quanto stabilito dall’articolo 13 del decreto legge 4 luglio 2006, n. 223 (Disposizioni urgenti per il rilancio economico e sociale, per il contenimento e la razionalizzazione della spesa pubblica, nonché interventi in materia di entrate e di contrasto all’evasione fiscale) convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248 e successive modifiche.

Art. 13 (Partecipazione e rappresentanza della Regione nell’Agenzia) 1. La partecipazione della Regione alla Agenzia è subordinata alla condizione che lo statuto preveda che: a) alla Regione sia riservata la maggioranza assoluta delle azioni, da mantenere anche in caso di aumento di capitale o di emissione di obbligazioni convertibili; b) possano essere azionisti dell’Agenzia, oltre alla Regione, le province, il Comune di Roma, gli altri comuni, singoli o associati e le camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura regionali, anche in forma associata; c) la promozione dell’offerta turistica sia attuata mediante un programma annuale delle attività, adottato nel rispetto delle previsioni contenute nel piano turistico regionale; d) alla Regione sia riservata la facoltà, ai sensi dell’articolo 2449 del codice civile, di nominare un numero di amministratori e di sindaci proporzionale alla quota di partecipazione della Regione stessa all’Agenzia; e) l’Agenzia si doti di una struttura organizzativa tale da garantire un raccordo stabile con i territori provinciali. 2. La Regione è rappresentata nell’assemblea dell’Agenzia dal Presidente della Regione o dall’assessore competente in materia di turismo da lui delegato. 3. I rappresentanti della Regione negli altri organi dell’Agenzia sono contestualmente designati dal Consiglio regionale con voto limitato e sono vincolati, nell’esercizio del mandato, all’osservanza degli indirizzi e delle direttive della Regione. (2) 4. Per l’attuazione del programma annuale di attività dell’Agenzia, di cui al comma 1, lettera c), è istituito un fondo di rotazione, di seguito denominato fondo, affidato in gestione, con apposita convenzione, all’Agenzia stessa, che lo amministra con propria contabilità. La convenzione disciplina i diritti e gli obblighi della Regione e dell’Agenzia relativamente alla gestione del fondo stesso, alla destinazione degli eventuali rendimenti ed agli oneri di gestione del fondo stesso, nonché le modalità di verifica da parte della Regione circa l’utilizzo delle risorse.

Art. 14 (Servizi di informazione e accoglienza turistica) 1. Le province ed il Comune di Roma organizzano sul territorio di propria competenza servizi di informazione e accoglienza turistica, di seguito denominati IAT, sulla base di un piano organico che tenga conto della qualità ed entità delle correnti di traffico turistico, della consistenza e qualità delle strutture ricettive, extraricettive e turistico-sportive, della consistenza ed omogeneità delle risorse turistiche e dei servizi pubblici esistenti, della presenza di parchi archeologici, parchi e riserve naturali, siti di rilevanza storico-artistica e religiosa, nonché di eventuali IAT già presenti sul territorio. 2. Il piano di cui al comma 1 è adottato, in conformità agli indirizzi programmatici della Regione e tenuto conto delle eventuali proposte presentate dai comuni interessati, con atto deliberativo del competente organo provinciale o del Comune di Roma. 3. In base al periodo di apertura ogni servizio può essere annuale, stagionale o occasionale. 4. La gestione degli IAT può essere svolta dalle province e dal Comune di Roma anche mediante convenzione con le associazioni pro-loco e con altri organismi associativi operanti sul territorio, ovvero ricorrendo a forme di gestione associata.

Art. 15 (Associazioni pro-loco) 1. Le associazioni pro-loco sono associazioni senza scopo di lucro, dirette a favorire la conoscenza, la valorizzazione e la tutela delle risorse turistiche locali. 2. Le associazioni pro-loco, in particolare: a) promuovono iniziative atte a preservare e diffondere le tradizioni culturali e folkloristiche più significative delle località; b) svolgono attività di propaganda per la tutela e la valorizzazione delle bellezze naturali, artistiche e monumentali del luogo; c) svolgono attività ricreative nonché attività dirette a migliorare, in generale, le condizioni di soggiorno dei turisti; d) garantiscono migliori servizi di assistenza e informazione turistica, anche attraverso convenzioni con gli IAT; e) intraprendono iniziative idonee a favorire, attraverso processi partecipativi, il raggiungimento degli obiettivi sociali del turismo. 3. La Regione riconosce il ruolo di coordinamento dell’Unione nazionale delle pro-loco d’Italia (UNPLI) nelle sue articolazioni regionali e provinciali, come associazione rappresentativa delle pro-loco attive in ambito regionale e provinciale. 4. Presso ogni provincia competente per territorio è istituito l’albo provinciale delle associazioni pro-loco. Per l’iscrizione all’albo devono ricorrere le seguenti condizioni: a) che nello stesso comune non esista altra associazione già iscritta all’albo, a meno che nel comune stesso siano presenti più località fortemente caratterizzate e distinte sotto il profilo turistico; in tal caso l’iscrizione all’albo di ulteriori associazioni pro-loco può essere consentita sentita l’UNPLI regionale; b) che l’associazione sia costituita con atto pubblico o con scrittura privata autenticata;

64

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano c) che nello statuto dell’associazione sia garantito il metodo democratico di accesso ai cittadini, il divieto di ripartizione degli utili tra gli associati, l’obbligo di reinvestire gli eventuali utili per il raggiungimento degli scopi statutari, la devoluzione dei beni, in caso di scioglimento, ad altra associazione di utilità sociale. 5. Nell’ambito della programmazione turistica regionale, la Regione concede contributi alle associazioni pro-loco sulla base di programmi annuali di attività, predisposti dalle stesse associazioni pro-loco, nei quali è contenuta la relativa spesa. L’iscrizione all’albo di cui al comma 4 costituisce condizione per accedere ai contributi regionali e provinciali. 6. Le associazioni pro-loco presentano domanda di iscrizione all’albo alla provincia competente, corredata dalla copia autenticata dell’atto costitutivo e dello statuto e dal parere positivo del comune, il quale esprime la propria valutazione entro sessanta giorni dalla richiesta. Decorso infruttuosamente tale termine, si prescinde dall’acquisizione del parere del comune. 7. La denominazione “pro-loco” è riservata esclusivamente alle associazioni iscritte all’albo. 8. La cancellazione dall’albo è disposta qualora vengano meno i requisiti previsti, sia comprovata un’inattività di almeno un anno o lo svolgimento di attività diverse da quelle previste dalla legge.

CAPO II PROGRAMMAZIONE TURISTICA Art. 16 (Finalità della programmazione turistica) 1. La Regione riconosce il turismo quale componente essenziale dello sviluppo sostenibile e promuove: a) l’elaborazione di una strategia organica per il turismo che orienti l’evoluzione delle diverse offerte territoriali esistenti nella regione e individui i raccordi e le sinergie esistenti tra le stesse; b) l’identificazione dei criteri operativi di allocazione delle risorse pubbliche disponibili, nonché delle modalità di coinvolgimento delle risorse private per l’attuazione dei progetti strategici; c) la definizione degli interventi volti a favorire lo sviluppo diffuso del turismo regionale e sostenere le opportunità delle aree meno avvantaggiate; d) la destagionalizzazione dell’offerta turistica, indirizzandola verso le fasce di popolazione interessata, al fine di promuovere nuovi turismi o turismi di nicchia, quali quelli relativi ai diversamente abili, ai giovani ed alla terza età; e) l’elevazione del livello di qualità del prodotto turistico; f) l’innovazione del prodotto attuata attraverso il sostegno alle tecniche innovative nei settori della bioarchitettura e del risparmio energetico e dei sistemi di certificazione ambientale (Emas ed Ecolabel) dei servizi e delle strutture turistiche; g) il coordinamento tra il sistema infrastrutturale del territorio e le aree di fruizione turistica.

Art. 17 (Piano turistico regionale) 1. La Regione, in conformità agli obiettivi di programmazione socio-economica e territoriale comunitaria, nazionale e regionale, adotta un piano turistico triennale delle azioni da realizzare sul territorio regionale, nel quale sono definiti, in particolare: a) gli obiettivi generali da perseguire nel triennio di validità nonché i criteri e le modalità per la verifica del loro perseguimento; b) gli obiettivi specifici per il rafforzamento e per la promozione dell’offerta turistica regionale da perseguire anche mediante i progetti d’intervento da realizzare nell’ambito dei STL; c) gli indirizzi per lo sviluppo della competitività del sistema di offerta turistica della Regione e per la sua promozione in ambito locale, nazionale e internazionale; d) gli interventi la cui realizzazione è riservata all’amministrazione regionale; e) i criteri per la concessione dei contributi alle imprese turistiche e alle strutture ricettive; f) le indicazioni e l’orientamento, in conformità alla vigente normativa comunitaria sugli aiuti di Stato, delle misure di sostegno economico, per il raggiungimento di elevati standard qualitativi nonché per la realizzazione di sistemi di eccellenza, di nuovi prodotti turistici e per il potenziamento di un’offerta turistica che generi sviluppo sostenibile e diffuso in tutto il proprio sistema territoriale; g) i criteri per il riconoscimento dei sistemi turistici locali interregionali; h) le misure integrate per la formazione, la qualificazione e la riqualificazione degli addetti; i) la ripartizione dei finanziamenti per i diversi ambiti d’intervento, con la relativa copertura finanziaria; l) i criteri e le modalità per la concessione e la revoca dei finanziamenti; m) le modalità per il monitoraggio e il controllo sull’utilizzazione dei finanziamenti e sullo stato di attuazione degli interventi.

Art. 18 (Procedure per l’adozione del piano turistico regionale) 1. La Giunta regionale, entro il 30 giugno dell’anno precedente il triennio di riferimento, previa concertazione con le associazioni, gli enti locali, le autonomie funzionali, le parti economiche e sociali, delibera la proposta di piano turistico regionale. 2. Il Consiglio regionale approva il piano turistico regionale che, pubblicato sul BUR, costituisce direttiva per le strutture regionali e per gli enti ed i soggetti interessati. 3. Il piano turistico regionale è modificato con la stessa procedura prevista per la sua approvazione. 4. Il piano turistico regionale mantiene validità fino all’approvazione del piano turistico triennale successivo.

65

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

Art. 19 (Attuazione del piano turistico regionale) 1. Ai fini dell’attuazione del piano turistico regionale, nonché di un suo eventuale aggiornamento, la Giunta regionale, entro il 31 marzo, sentita la commissione consiliare permanente competente in materia di turismo, adotta un piano annuale, il quale, per l’anno di riferimento, in particolare, individua: a) gli interventi da realizzare; b) le coperture finanziarie e le modalità di impiego delle risorse.

Art. 20 (Osservatorio regionale del turismo) 1. Al fine di monitorare il settore turistico attraverso l’acquisizione, la gestione e la diffusione delle informazioni e dei dati statistici relativi al flusso tra domanda e offerta turistica regionale, presso l’assessorato regionale competente in materia di turismo, è istituito, nel rispetto della normativa vigente in tema di organizzazione, l’Osservatorio regionale del turismo, di seguito denominato Osservatorio. 2. Le modalità di funzionamento dell’Osservatorio sono disciplinate con apposita deliberazione della Giunta regionale, adottata previo parere della commissione consiliare permanente competente in materia di turismo. 3. I comuni e le province mettono a disposizione dell’Osservatorio i dati e le informazioni di cui dispongono al fine di realizzare un flusso informativo continuo.

CAPO III IMPRESE TURISTICHE ED ATTIVITÀ RICETTIVA Sezione I Definizioni Art. 21 (Imprese turistiche) 1. Sono imprese turistiche, ai sensi dell’articolo 7, commi 1 e 2, della legge 29 marzo 2001, n. 135 (Riforma della legislazione nazionale del turismo), quelle che esercitano attività economiche, organizzate per la produzione, la commercializzazione, l’intermediazione e la gestione di prodotti, di servizi, ivi compresi gli stabilimenti balneari, di infrastrutture e di esercizi, compresi quelli di somministrazione facenti parte dei STL, concorrenti alla formazione dell’offerta turistica. 2. La Regione, concordemente con le altre Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, definisce gli standard minimi comuni delle attività svolte e dei sevizi offerti dalla imprese turistiche.

Art. 22 (Attività ricettiva) 1. Si definisce attività ricettiva quella diretta alla produzione ed all’offerta al pubblico di ospitalità intesa come prestazione di alloggio e di servizi accessori e connessi.

SEZIONE II STRUTTURE RICETTIVE Art. 23 (Individuazione delle strutture ricettive) 1. Le strutture ricettive si distinguono in: a) strutture ricettive alberghiere; b) strutture ricettive extralberghiere; c) strutture ricettive all’aria aperta. 2. Sono strutture ricettive alberghiere le strutture ricettive a gestione unitaria, aperte al pubblico che, ubicate in uno o più stabili o parti di stabili, forniscono alloggio, servizi accessori ed eventualmente ristorazione, in camere, suite e unità abitative fornite di servizio autonomo di cucina. 3. Sono strutture ricettive extralberghiere le strutture ricettive attrezzate per il soggiorno a fini turistici di persone singole o gruppi, organizzate e gestite da persone fisiche, società, enti pubblici o privati senza scopo di lucro, da enti religiosi, da associazioni per il conseguimento di finalità ricreative, assistenziali, sociali, culturali, religiose o sportive, nonché da enti pubblici o privati per il soggiorno dei propri dipendenti. 4. Sono strutture ricettive all’aria aperta i complessi ricettivi aperti al pubblico, a gestione unitaria, attrezzati per la sosta e il soggiorno sia di turisti prevalentemente provvisti di mezzi autonomi di pernottamento sia dei medesimi sprovvisti di tali mezzi autonomi di pernottamento. Nelle strutture ricettive all’aria aperta oltre ai servizi è consentita l’installazione di strutture non permanentemente infisse al suolo e di facile rimozione quali tende, caravan, roulotte, case mobili, maxicaravan e bungalow. 5. Le strutture ricettive alberghiere ed extralberghiere ubicate in immobili soggetti ai vincoli di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137) e successive modifiche ed ammobiliate con arredi d’epoca possono assumere la specificazione aggiuntiva di “residenze d’epoca”. 6. L’individuazione e le caratteristiche delle singole strutture ricettive sono stabilite nei regolamenti regionali di cui all’articolo 56.

66

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

Art. 24 (Periodi di apertura e gestione unitaria) 1. I periodi di apertura delle strutture ricettive sono distinti in annuali e stagionali. Per apertura annuale si intende un periodo di apertura di almeno nove mesi complessivi nell’arco dell’anno solare. Per apertura stagionale si intende un periodo di apertura non inferiore a tre mesi consecutivi e non superiore complessivamente a nove mesi nell’arco dell’anno solare. 2. Per gestione unitaria di una struttura ricettiva si intende la gestione che fa capo ad un unico soggetto per la fornitura sia dei servizi principali, quelli relativi all’alloggio, sia degli ulteriori servizi forniti. La gestione si considera unitaria anche qualora la fornitura dei servizi diversi da quello di alloggio sia affidata ad altro gestore, purché lo stesso sia in possesso della regolare autorizzazione, ove prevista, e sia stipulata un’apposita convenzione che regoli i rapporti con il fornitore del servizio di alloggio, in capo al quale resta la responsabilità in solido di garantire agli addetti l’applicazione organica delle normative di legge e contrattuali del settore del turismo nonché la coerenza della gestione dell’attività complessiva e dei servizi con il livello di classificazione ottenuto dalla struttura ricettiva.

Art. 25 (Classificazione delle strutture ricettive) 1. Nei regolamenti di cui all’articolo 56 sono stabiliti i diversi livelli di classificazione delle strutture ricettive e i relativi distintivi nonché i corrispondenti requisiti minimi funzionali e strutturali concernenti i seguenti elementi: a) le condizioni strutturali degli immobili e la qualità e quantità delle strutture esistenti; b) la qualità ed il numero dei servizi prestati; c) la quantità e la professionalità del personale acquisita anche attraverso la partecipazione a specifici corsi di formazione e aggiornamento. 2. La provincia competente per territorio provvede alla classificazione delle strutture ricettive sulla base dei requisiti di cui al comma 1. Qualora, per qualsiasi causa, le strutture ricettive presentino i requisiti di una classificazione diversa da quella attribuita, la provincia, su domanda o d’ufficio, procede, di volta in volta, sentite le associazioni maggiormente rappresentative di categoria, ad una nuova classificazione. 3. Qualora in conformità a quanto previsto dall’articolo 1, comma 3, lettera o) vengano determinati gli standard minimi di qualità cui riferire la classificazione delle strutture ricettive, la Regione provvede, ove necessario, ad adeguare i regolamenti di cui al comma 1.

SEZIONE III 6. L’individuazione e le caratteristiche delle singole strutture ricettive sono stabilite nei regolamenti regionali di cui all’articolo 56.

Art. 24 (Periodi di apertura e gestione unitaria) 1. I periodi di apertura delle strutture ricettive sono distinti in annuali e stagionali. Per apertura annuale si intende un periodo di apertura di almeno nove mesi complessivi nell’arco dell’anno solare. Per apertura stagionale si intende un periodo di apertura non inferiore a tre mesi consecutivi e non superiore complessivamente a nove mesi nell’arco dell’anno solare. 2. Per gestione unitaria di una struttura ricettiva si intende la gestione che fa capo ad un unico soggetto per la fornitura sia dei servizi principali, quelli relativi all’alloggio, sia degli ulteriori servizi forniti. La gestione si considera unitaria anche qualora la fornitura dei servizi diversi da quello di alloggio sia affidata ad altro gestore, purchè lo stesso sia in possesso della regolare autorizzazione, ove prevista, e sia stipulata un’apposita convenzione che regoli i rapporti con il fornitore del servizio di alloggio, in capo al quale resta la responsabilità in solido di garantire agli addetti l’applicazione organica delle normative di legge e contrattuali del settore del turismo nonché la coerenza della gestione dell’attività complessiva e dei servizi con il livello di classificazione ottenuto dalla struttura ricettiva.

Art. 25 (Classificazione delle strutture ricettive) 1. Nei regolamenti di cui all’articolo 56 sono stabiliti i diversi livelli di classificazione delle strutture ricettive e i relativi segni distintivi nonché i corrispondenti requisiti minimi funzionali e strutturali concernenti i seguenti elementi: a) le condizioni strutturali degli immobili e la qualità e quantità delle strutture esistenti; b) la qualità ed il numero dei servizi prestati; c) la quantità e la professionalità del personale acquisita anche attraverso la partecipazione a specifici corsi di formazione e aggiornamento. 2. La provincia competente per territorio provvede alla classificazione delle strutture ricettive sulla base dei requisiti di cui al comma 1. Qualora, per qualsiasi causa, le strutture ricettive presentino i requisiti di una classificazione diversa da quella attribuita, la provincia, su domanda o d’ufficio, procede, di volta in volta, sentite le associazioni maggiormente rappresentative di categoria, ad una nuova classificazione. 3. Qualora in conformità a quanto previsto dall’articolo 1, comma 3, lettera o) vengano determinati gli standard minimi di qualità cui riferire la classificazione delle strutture ricettive, la Regione provvede, ove necessario, ad adeguare i regolamenti di cui al comma 1.

SEZIONE III ESERCIZIO DELLE ATTIVITÀ RICETTIVE

67

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

Art. 26 (Autorizzazione all’esercizio delle attività) 1. L’esercizio dell’attività ricettiva alberghiera, extralberghiera e all’aria aperta è subordinato ad autorizzazione rilasciata dal comune in cui la struttura è situata, che ne trasmette copia alla provincia. L’autorizzazione deve contenere le indicazioni relative alla classificazione assegnata, alla capacità ricettiva, al periodo di apertura e all’ubicazione della struttura. 2. L’autorizzazione di cui al comma 1 abilita ad effettuare, unitamente al servizio ricettivo, la somministrazione di alimenti e bevande, nel rispetto della normativa vigente, alle persone alloggiate, ai loro ospiti e a coloro che sono ospitati nella struttura ricettiva in occasione di manifestazioni e convegni organizzati.

Art. 27 (Sospensione, decadenza e revoca dell’autorizzazione) 1. Nel caso di carenze di alcuni requisiti oggettivi previsti e, comunque, quando l’attività svolta sia ritenuta dannosa o contraria agli scopi per cui è stata autorizzata oppure abbia dato luogo ad irregolarità tecnico amministrative, ad evasione fiscale o contributiva o ad inosservanza dell’applicazione delle norme contrattuali e di legge relative ai rapporti di lavoro e alla sicurezza dei luoghi di lavoro, accertate dalle autorità competenti, il comune provvede a diffidare il titolare della struttura ricettiva, assegnando un termine per la regolarizzazione, decorso inutilmente il quale, può disporre la sospensione dell’attività per un periodo non superiore a sei mesi. 2. L’autorizzazione all’esercizio dell’attività ricettiva decade: a) qualora il titolare della struttura ricettiva, salvo proroga in caso di comprovata necessità, non attivi l’esercizio entro centottanta giorni dalla data di rilascio dell’autorizzazione ovvero ne sospenda l’attività per un periodo superiore a dodici mesi al di fuori dei casi di chiusura temporanea autorizzata dal comune, previsti dai regolamenti regionali di cui all’articolo 56; b) qualora il titolare, alla scadenza del periodo di sospensione di cui al comma 1, non abbia ottemperato alle prescrizioni previste o non abbia consentito agli enti competenti gli accertamenti ai fini della verifica della sussistenza dei requisiti; c) qualora vengano meno i requisiti soggettivi previsti dalla legge per l’esercizio delle relative attività; d) nelle ipotesi previste dall’articolo 100 del regio decreto 18 giugno 1931, n. 773 (Approvazione del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza); e) in caso di reiterata violazione dell’obbligo, ove previsto, di comunicazione dei prezzi e dell’obbligo di applicazione di prezzi conformi a quelli comunicati. 3. Il comune può, altresì, disporre la sospensione dell’autorizzazione per un periodo non superiore a sei mesi, e nei casi più gravi la revoca della stessa, in presenza di rifiuto di accoglienza illegittimamente discriminante da parte del gestore. 4. Il comune comunica contestualmente alla provincia e alla Regione ogni provvedimento adottato ai sensi del presente articolo.

SEZIONE IV DISPOSIZIONI COMUNI. VIGILANZA, CONTROLLO E SANZIONI AMMINISTRATIVE Art. 28 (Comunicazione a fini statistici) 1. Tutti i soggetti titolari di autorizzazione o gestori di esercizio ricettivo comunicano gli arrivi e le presenze all’amministrazione provinciale competente per territorio ai fini della rilevazione statistica del movimento turistico regionale.

Art. 29 (Comunicazione dei prezzi e dei periodi di apertura) 1. I titolari o i gestori delle strutture ricettive comunicano alla provincia competente, entro il 1° ottobre di ogni anno, i prezzi che intendono praticare a decorrere dal 1° gennaio dell’anno successivo. 2. Per le nuove strutture ed i nuovi esercizi la comunicazione è effettuata prima dell’apertura. Il nuovo gestore di una struttura ricettiva, entro un mese dal subentro, ha la facoltà di modificare i prezzi in vigore. Hanno, altresì, la facoltà di modificare i prezzi il titolare o il gestore che hanno ottenuto un cambiamento della classificazione, entro trenta giorni dal cambiamento stesso. 3. Di norma i prezzi comunicati valgono per tutto l’anno successivo. In presenza di esigenze di carattere eccezionale gli operatori hanno la facoltà di comunicare, entro il 1° marzo di ogni anno, a modifica di quelli comunicati ai sensi del comma 1, i prezzi che intendono praticare a partire dal 1° giugno dello stesso anno. 4. Gli operatori non possono praticare prezzi superiori ai massimi o inferiori ai minimi comunicati. E’, tuttavia, consentita l’applicazione di prezzi inferiori ai minimi nei seguenti casi: a) per periodi continuativi di soggiorno pari o superiore a quindici giorni; b) per gruppi organizzati composti di almeno dieci persone e guide, accompagnatori e interpreti al seguito di detti gruppi; c) per bambini fino a dodici anni; d) per partecipanti a meeting, congressi, convegni ed iniziative particolari, realizzati dalla struttura ricettiva ospitante o in regime di convenzione con gli organizzatori dell’evento; e) per iniziative promozionali che le strutture ricettive intendano promuovere, previa comunicazione alla provincia competente per territorio con l’indicazione del periodo di svolgimento delle iniziative stesse. 5. La mancata o incompleta comunicazione dei prezzi nei termini comporta l’obbligo dell’applicazione degli ultimi prezzi regolarmente comunicati, nonché l’applicazione della sanzione prevista all’articolo 31, comma 7. In caso di regolarizzazione entro i trenta giorni successivi al termine previsto, è consentita l’applicazione dei nuovi prezzi comunicati, ferma restando l’applicazione della sanzione amministrativa.

68

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

6. La provincia provvede alla verifica ed alla vidimazione delle comunicazioni pervenute e ne trasmette copia al titolare della struttura ricettiva e copia alla Regione. La provincia provvede, altresì, alle attività connesse alla raccolta ed alla pubblicazione delle tariffe delle strutture ricettive. 7. Contestualmente alla comunicazione di cui al comma 1, i titolari o i gestori delle strutture ricettive comunicano alla provincia competente il periodo di apertura, annuale o stagionale, relativo all’anno successivo.

Art. 30 (Compiti di vigilanza e controllo) 1. Le funzioni di vigilanza e di controllo sull’osservanza delle disposizioni di cui al presente capo sono esercitate dai comuni e dalle province nell’ambito delle rispettive competenze. 2. Le province ed i comuni sono tenuti a fornirsi reciprocamente informazioni circa le funzioni rispettivamente svolte in attuazione del presente capo e a comunicarle, se richieste, alla struttura regionale competente in materia di turismo.

Art. 31 (Sanzioni amministrative pecuniarie) 1. L’esercizio di un’attività ricettiva, anche in modo occasionale, senza autorizzazione è soggetta a sanzione amministrativa da 5.000 a 10.000 euro e all’immediata chiusura dell’attività. 2. L’inosservanza delle disposizioni in materia di classificazione, da parte delle strutture ricettive soggette alla stessa, comporta la sanzione amministrativa da 1.000 a 5.000 euro. 3. La mancata esposizione al pubblico dell’autorizzazione comporta la sanzione amministrativa da 500 a 2.000 euro. 4. La mancata esposizione da parte delle strutture ricettive del segno distintivo assegnato a seguito di classificazione, ovvero dei cartellini relativi alla pubblicità dei prezzi, nonché delle tabelle prezzi aggiornate, comporta la sanzione amministrativa da 500 a 2.000 euro. 5. La mancata esposizione da parte delle strutture ricettive dell’apposito cartello indicante il percorso antincendio comporta la sanzione amministrativa da 500 a 2.000 euro. 6. L’attribuzione alla propria struttura ricettiva con scritti, stampati ovvero pubblicamente con ogni altro mezzo di un’attrezzatura non corrispondente a quella autorizzata o di una denominazione o una classificazione diversa da quella approvata è soggetta alla sanzione amministrativa da 1.000 a 5.000 euro. 7. La mancata presentazione da parte delle strutture ricettive dei moduli di comunicazione dei prezzi comporta l’applicazione della sanzione amministrativa da 500 a 2.000 euro. 8. L’applicazione da parte delle strutture ricettive di prezzi difformi da quelli comunicati comporta la sanzione amministrativa da 500 a 5.000 euro. 9. La dotazione, in modo permanente, nelle strutture ricettive, escluse quelle all’aperto, di un numero di posti letto superiore a quello autorizzato è soggetta alla sanzione amministrativa da 500 a 2.000 euro per ogni posto letto in più. 10. La mancata osservanza, da parte delle strutture ricettive alberghiere, dell’obbligo di rimuovere il posto letto aggiunto alla partenza del cliente è soggetta alla sanzione amministrativa da 500 a 1.500 euro. 11. La mancata comunicazione del movimento degli ospiti ai fini turistici da parte delle strutture ricettive comporta la sanzione amministrativa da 500 a 1.000 euro. 12. L’accoglienza, da parte delle strutture ricettive all’aperto, di un numero di persone superiore alla capacità ricettiva massima autorizzata è soggetta ad una sanzione amministrativa di 500 euro per ogni persona ed ogni giorno in più. 13. In caso di reiterazione di una delle violazioni di cui al presente articolo, nei due anni successivi, le relative sanzioni pecuniarie sono raddoppiate. 14. Le sanzioni di cui ai commi 1, 3, 5, 9, 10 e 12 sono irrogate dal comune competente e i relativi importi sono introitati e trattenuti dallo stesso ente e destinati alle funzioni conferite in materia di turismo. 15. Le sanzioni di cui ai commi 2, 4, 6, 7, 8 e 11 sono irrogate dalla provincia competente e i relativi importi sono introitati e trattenuti dallo stesso ente e destinati alle funzioni conferite in materia di turismo.

CAPO IV Agenzie di viaggi e turismo ed altri organismi operanti nel settore SEZIONE I AGENZIE DI VIAGGI E TURISMO Art. 32 (Definizione delle agenzie di viaggi e turismo. Elenchi delle agenzie di viaggi e turismo) 1. Sono agenzie di viaggi e turismo le imprese che esercitano l’attività di produzione ed organizzazione di viaggi e soggiorni o di intermediazione nell’acquisto di tali servizi o entrambe le attività, ivi compresi i compiti di assistenza ed accoglienza ai turisti, secondo quanto previsto dalla Convenzione internazionale relativa ai contratti di viaggio, di cui alla legge 27 dicembre 1977, n. 1084 (Ratifica ed esecuzione della convenzione internazionale relativa al contratto di viaggio “CCV”, firmata a Bruxelles il 23 aprile 1970) nonché dal decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206 (Codice del consumo, a norma dell’articolo 7 della legge 29 luglio 2003, n. 229). 2. Le agenzie di viaggi e turismo, autorizzate ai sensi della presente legge, e le rispettive filiali sono iscritte in apposito elenco istituito presso la provincia competente per territorio, che provvede alla sua tenuta ed aggiornamento. In tale elenco sono riportati, per ogni agenzia, i dati relativi alla denominazione, al tipo di attività autorizzata, al nome del titolare o alla ragione sociale, in caso di società, ed al nome del direttore tecnico, nonché tutti i provvedimenti concernenti la singola agenzia eventualmente assunti dalla provincia ai sensi della presente legge.

69

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

3. Entro il 31 gennaio di ciascun anno, le province trasmettono alla Regione gli elenchi di cui al comma 2, aggiornati al 31 dicembre dell’anno precedente, ai fini della pubblicazione annuale dell’elenco regionale delle agenzie di viaggi e turismo nel BUR. 4. Con i regolamenti di cui all’articolo 56 sono definite le attività delle agenzie di viaggi e turismo prevedendo: a) i criteri e le modalità per l’apertura delle filiali gestite da soggetti aventi gli stessi requisiti previsti per l’agenzia principale; b) i criteri per la redazione dei programmi dei viaggi; c) i soggetti responsabili delle agenzie di viaggi e turismo; d) idonea distinzione tra l’attività di organizzazione e quella di intermediazione da specificare al momento del rilascio delle autorizzazioni.

Art. 33 (Garanzia assicurativa e deposito cauzionale) 1. Le agenzie di viaggi e turismo sono tenute a stipulare polizze assicurative di responsabilità civile a garanzia dell’esatto adempimento degli obblighi assunti verso gli utenti dei servizi turistici ed a copertura dei rischi derivanti alle persone dalla partecipazione a programmi di viaggi e soggiorno, nell’osservanza delle disposizioni previste in materia di contratti di viaggio dalla Convenzione internazionale di cui alla l. 1084/1977 nonché dal d.lgs. 206/2005. Le agenzie di viaggi e turismo inviano annualmente alla provincia territorialmente competente la documentazione comprovante l’avvenuto pagamento del premio assicurativo. 2. Le agenzie di viaggi e turismo sono tenute a versare alla provincia competente per territorio un deposito cauzionale di 20.000 euro per l’autorizzazione all’esercizio dell’attività. Tali importi possono essere aggiornati con decreto del Presidente della Regione. La cauzione può essere prestata in titoli di rendita pubblica esenti da vincolo o al portatore o può essere costituita mediante fideiussione bancaria irrevocabile o polizza fideiussoria assicurativa anche fornita da mutue costituite da agenti di viaggio. 3. La cauzione di cui al comma 2 è vincolata per tutto il periodo di esercizio dell’agenzia a garanzia di tasse non pagate o di sanzioni pecuniarie. 4. Nei casi in cui la cauzione sia stata ridotta rispetto alla sua consistenza per effetto dell’applicazione del comma 3, essa deve essere reintegrata nel suo importo originario nel termine di trenta giorni dal ricevimento della richiesta di adempiervi da parte della provincia. 5. Lo svincolo della cauzione, su domanda dell’interessato, viene effettuato dalla provincia entro e non oltre novanta giorni consecutivi dalla data di ricezione della domanda, purché risulti regolare il pagamento delle tasse e di eventuali sanzioni.

Art. 34 (Condizioni per l’apertura delle agenzie di viaggi e turismo e per l’esercizio delle attività) 1. L’apertura delle agenzie di viaggi e turismo nonché l’esercizio della relativa attività sono soggetti ad autorizzazione da parte della provincia competente per territorio, rilasciata alla persona fisica o alla società nella persona del legale rappresentante che ne abbiano fatto richiesta. L’autorizzazione è annuale e viene tacitamente rinnovata con il pagamento della tassa di concessione regionale di cui al comma 2. 2. Il titolare dell’autorizzazione è soggetto al pagamento della tassa di concessione regionale dovuta nella misura stabilita dalla normativa statale e regionale vigente in materia e i cui proventi spettano alle province ai sensi dell’articolo 15 della l.r. 14/1999 e dei relativi provvedimenti di attuazione. 3. Le agenzie di viaggi e turismo possono aprire propri uffici in occasione di fiere o manifestazioni temporanee nell’area di svolgimento della fiera o manifestazione, limitatamente al periodo della manifestazione medesima, previa comunicazione alla provincia. 4. Le agenzie di viaggi e turismo devono esporre in modo visibile l’autorizzazione all’esercizio delle attività sia nei locali ad essa preposti che nei siti on line in caso di vendita di prodotti ecommerce. 5. Le agenzie di viaggi e turismo devono usare sempre ed esclusivamente la denominazione risultante dal provvedimento di autorizzazione. In caso di utilizzo da parte delle agenzie, per la promozione e la commercializzazione dei loro prodotti, di marchi diversi dalla loro denominazione, deve comunque risultare in modo chiaro ed evidente la denominazione dell’agenzia che propone o vende il prodotto turistico.

Art. 35 (Rilascio dell’autorizzazione all’apertura ed ai mutamenti nell’organizzazione delle agenzie di viaggi e turismo) 1. La provincia rilascia l’autorizzazione all’apertura delle agenzie di viaggi e turismo con apposito provvedimento che indica espressamente: a) la denominazione dell’agenzia di viaggi e turismo; b) il titolare, persona fisica o giuridica e, relativamente alle società, la denominazione, la ragione sociale ed il legale rappresentante; c) l’attività autorizzata; d) il direttore tecnico; e) l’ubicazione dei locali di esercizio. 2. La provincia autorizza, altresì, i mutamenti nell’organizzazione dell’agenzia di viaggi e turismo relativi agli elementi di cui al comma 1. A tal fine i mutamenti devono essere comunicati, entro trenta giorni dal loro verificarsi, alla provincia stessa, che, previa verifica dei presupposti, provvede alla modifica richiesta. I mutamenti relativi alla titolarità dell’agenzia di viaggi e turismo o alla ragione sociale comportano il pagamento della tassa di concessione.

70

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

3. Sono ammessi mutamenti nell’organizzazione dell’agenzia dovuti a subentri nell’impresa già esistente a condizione che il subentrante sia in possesso dei requisiti di legge per tale attività. 4. Per il rilascio dell’autorizzazione a persone fisiche o a persone giuridiche straniere non appartenenti a Stati membri dell’Unione europea sono fatte salve le disposizioni previste dall’articolo 58 del decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1977, n. 616 (Attuazione della delega di cui all’art. 1 della legge 22 luglio 1975, n. 382) e dal decreto legislativo 23 novembre 1991, n. 392 (Attuazione della direttiva n. 82/470/CEE nella parte concernente gli agenti di viaggio e turismo, a norma dell’art. 16 della legge 29 dicembre 1990, n. 428 – legge comunitaria 1990). 5. Le province comunicano all’assessorato regionale competente in materia di turismo l’elenco delle autorizzazioni concesse nonché ogni modifica ad esse relativa.

Art. 36 (Sospensione e decadenza dell’autorizzazione) 1. La provincia dispone la sospensione dell’autorizzazione per un periodo da un minimo di quindici giorni ad un massimo di sei mesi: a) quando vengano esercitate attività difformi da quelle autorizzate; b) qualora venga accertato che l’attività dell’agenzia risulti pregiudizievole per l’immagine dell’offerta turistica regionale in conseguenza di gravi inadempimenti e irregolarità amministrative. 2. La provincia dichiara la decadenza dell’autorizzazione: a) qualora, trascorso il periodo massimo di sospensione previsto al comma 1, l’agenzia non provveda all’eliminazione delle irregolarità o non ottemperi alle disposizioni della provincia entro l’ulteriore termine assegnato dalla stessa a pena di decadenza dell’autorizzazione; b) nel caso di condanna per reati connessi all’esercizio delle attività di agenzia di viaggi e turismo; c) in caso di mancata garanzia assicurativa ai sensi dell’articolo 33.

Art. 37 (Elenco regionale delle agenzie sicure) 1. Presso l’assessorato regionale competente in materia di turismo è istituito l’elenco regionale delle agenzie sicure, di seguito denominato elenco, al quale possono iscriversi le agenzie di viaggi e turismo che garantiscano un alto livello nell’organizzazione e nella sicurezza dei servizi offerti nonché il rispetto del “turismo etico”. Tale elenco è aggiornato annualmente ed è pubblicato sul BUR e sul sito Internet della Regione. 2. I criteri e le modalità per l’iscrizione all’elenco sono stabiliti nei regolamenti di cui all’articolo 32, comma 4.

Art. 38 (Esclusione) 1. Non sono soggetti alle disposizioni di cui alla presente sezione: a) le imprese esercenti servizi pubblici di trasporto ferroviario, automobilistico, di navigazione aerea, marittima, lacuale e fluviale, la cui attività si limiti esclusivamente alla prenotazione e vendita di propri biglietti; b) i consorzi e le società consortili di cui, rispettivamente, agli articoli 2602 e seguenti e 2615 ter del codice civile, fra strutture ricettive che effettuino servizi di prenotazione ed assistenza esclusivamente a favore delle imprese consorziate, anche avvalendosi di strumenti infotelematici e mediante l’apertura di propri distinti uffici.

SEZIONE II ALTRI ORGANISMI OPERANTI NEL SETTORE Art. 39 (Associazioni ed altri enti senza scopo di lucro operanti a livello nazionale) 1. E’ istituito presso l’assessorato regionale competente in materia di turismo l’elenco delle associazioni e degli altri enti senza scopo di lucro operanti a livello nazionale per finalità ricreative, culturali, religiose e sociali che abbiano sedi operative nel Lazio ed almeno in altre tre regioni e che, ai sensi della normativa vigente, svolgano in modo continuativo ed esclusivamente per i propri associati l’attività di organizzazione e vendita di viaggi e soggiorni. 2. Ai fini dell’iscrizione nell’elenco di cui al comma 1, le associazioni e gli altri enti devono possedere, per disposizione statutaria, i seguenti requisiti: a) assenza di qualunque forma di lucro nell’esercizio delle attività, desumibile dai bilanci sociali; b) organizzazione e funzionamento secondo criteri di democraticità; c) fruizione dei servizi solo da parte degli associati. 3. Le modalità di iscrizione all’elenco regionale di cui al comma 1 sono disciplinate nel regolamento previsto all’articolo 32, comma 4. 4. Le associazioni e gli altri enti inviano, entro il 31 marzo di ogni anno, alla struttura regionale competente in materia di agenzie di viaggi e turismo il programma annuale delle singole iniziative previste. Eventuali variazioni devono essere comunicate tempestivamente e comunque prima dell’inizio dell’attività. 5. La Regione, oltre all’applicazione delle sanzioni amministrative di cui all’articolo 42, sospende lo svolgimento delle attività delle associazioni e degli altri enti fino all’eliminazione dell’irregolarità, qualora: a) la documentazione di cui ai commi 3 e 4 risulti insufficiente od incompleta; b) siano accertate gravi irregolarità nello svolgimento delle attività; c) non risulti l’esistenza della garanzia assicurativa di cui all’articolo 33. 6. Fatto salvo quanto previsto all’articolo 40, ogni associazione o altro ente deve servirsi, per l’organizzazione tecnica dei viaggi, di agenzie di viaggi e turismo che risultino autorizzate ai sensi della presente legge.

71

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

Art. 40 (Associazioni ed altri enti senza scopo di lucro, gruppi sociali e comunità, operanti a livello locale) 1. Le associazioni e gli altri enti senza scopo di lucro, i gruppi sociali e le comunità, operanti a livello locale aventi finalità ricreative, culturali, religiose e sociali possono organizzare e realizzare, senza carattere di professionalità, gite occasionali riservate esclusivamente ai propri associati od appartenenti. 2. L’organizzazione e la realizzazione delle attività di cui al comma 1 non sono soggette alle disposizioni della presente legge, purché venga stipulata un’assicurazione a copertura dei rischi derivanti ai partecipanti dall’effettuazione di ogni singola iniziativa.

SEZIONE III VIGILANZA, CONTROLLO E SANZIONI AMMINISTRATIVE Art. 41 (Vigilanza e controllo) 1. Le funzioni di vigilanza e controllo sull’osservanza delle disposizioni di cui al presente capo sono esercitate dalla provincia competente per territorio, salvo quanto previsto all’articolo 3, comma 1, lettera n).

Art. 42 (Sanzioni amministrative pecuniarie) 1. Salva l’applicazione delle norme penali, chiunque intraprenda o svolga in forma continuativa od occasionale, anche senza scopo di lucro, le attività delle agenzie di viaggi e turismo senza aver ottenuto le autorizzazioni prescritte dalla presente legge è soggetto al pagamento di una somma da 5.000 a 10.000 euro, tenuto conto delle attività abusivamente esercitate. 2. L’inosservanza delle prescrizioni relative alla redazione dei programmi di viaggio comporta il pagamento di una somma da 1.000 a 5.000 euro, tenuto conto delle attività che l’agenzia è autorizzata a svolgere. 3. Il titolare che con qualsiasi mezzo di comunicazione attribuisca alla propria agenzia una denominazione diversa da quella autorizzata è soggetto al pagamento di una somma da 3.000 a 6.000 euro. 4. La mancata esposizione al pubblico dell’autorizzazione di cui all’articolo 35 comporta il pagamento della sanzione amministrativa da 500 a 2.000 euro. 5 La tardiva comunicazione dei mutamenti nell’organizzazione delle agenzie di viaggi e turismo di cui all’articolo 35, comma 2 comporta il pagamento di una somma da 250 a 500 euro. 6. Le associazioni e gli altri enti senza scopo di lucro operanti a livello nazionale che esercitano le attività previste dalla presente legge senza essere iscritti nell’elenco regionale sono soggetti al pagamento di una somma da 5.000 a 10.000 euro. 7. La mancata stipula da parte delle associazioni e degli altri enti senza scopo di lucro di cui agli articoli 39 e 40 della polizza assicurativa prescritta comporta il pagamento di una somma da 5.000 a 10.000 euro. 8. Il mancato invio alla struttura regionale competente in materia di agenzie di viaggi e turismo del programma annuale delle attività da parte delle associazioni e degli altri enti senza scopo di lucro di cui all’articolo 39 comporta il pagamento di una somma da 1.000 a 5.000 euro. 9. All’applicazione delle sanzioni previste dal presente articolo si provvede ai sensi del titolo VI, capo II, della l.r. 14/1999. Come previsto dall’articolo 208 della l.r. 14/1999, in attesa dell’adeguamento della legge regionale di disciplina delle sanzioni amministrative ai sensi dell’articolo 194, comma 4, della l.r. 14/1999, continuano ad applicarsi le disposizioni contenute nella legge regionale 5 luglio 1994, n 30 (Disciplina delle sanzioni amministrative di competenza regionale) e successive modifiche, limitatamente alle sanzioni di competenza regionale di cui ai commi 6, 7 e 8 del presente articolo.

CAPO V STRUMENTI PER LO SVILUPPO TURISTICO Art. 43 (Marchio turistico regionale) 1. E’ istituito il marchio turistico regionale mirato a riconoscere l’eccellenza in ambito turistico di aree territoriali, comuni, strutture ricettive e imprese turistiche del Lazio. Il marchio è attribuito per singole ed esclusive attività tenendo conto di quella prevalente del richiedente. 2. Con deliberazione della Giunta regionale, adottata previo parere della commissione consiliare permanente competente in materia di turismo, sentite le associazioni datoriali e delle organizzazioni sindacali di categoria più rappresentative a livello regionale e le organizzazioni dei consumatori, sono stabiliti i criteri e le modalità per l’assegnazione del marchio turistico regionale a coloro che ne facciano richiesta. 3. Il marchio è assegnato con decreto del Presidente della Regione, su proposta dell’assessore regionale competente in materia di turismo.

Art. 44 (Scuola di alta formazione per il turismo) 1. Al fine di favorire una continua crescita professionale e manageriale degli operatori del comparto turistico regionale, la Regione promuove la costituzione di una fondazione denominata “Scuola di alta formazione per il turismo”, di seguito

72

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano denominata scuola, quale ente di interesse pubblico senza fini di lucro, con sede legale in Roma ed eventuali sedi operative in comuni a forte vocazione turistica, in cui sono presenti istituti pubblici di formazione nelle attività turistiche. 2. Possono partecipare alla scuola, in qualità di soci fondatori, oltre alla Regione e agli enti locali, anche istituzioni, enti, imprese, pubbliche o private, regionali, statali e internazionali, che ne condividano le finalità. 3. La partecipazione della Regione alla scuola è subordinata alla condizione che il relativo atto costitutivo e lo statuto prevedano che: a) la fondazione, una volta costituita, chieda alla Regione il riconoscimento della personalità giuridica di diritto privato; b) siano individuate le funzioni del consiglio di amministrazione, del presidente, del collegio dei revisori e l’eventuale presenza di altri organi; c) sia riservata alla Regione, quale socio promotore, la nomina della maggioranza dei componenti del consiglio di amministrazione, del collegio dei revisori dei conti e del presidente della fondazione; d) siano richieste le maggioranze qualificate per le determinazioni più rilevanti per l’ente e la sua attività; e) venga adottato un programma pluriennale di attività, aggiornato annualmente; f) venga inviata alla Regione copia della relazione di accompagnamento al bilancio consuntivo annuale, approvata dal consiglio di amministrazione; g) vi sia il vincolo di destinare tutti gli avanzi di gestione agli scopi istituzionali, con il divieto di distribuire utili. 4. Lo statuto, inoltre, può stabilire che: a) la fondazione, per svolgere le sue attività, possa stipulare accordi, convenzioni o contratti con enti o istituti pubblici o privati, costituire e partecipare a consorzi e a società, nel rispetto delle finalità indicate dallo statuto; b) le modifiche statutarie siano approvate dal consiglio d’amministrazione, con una maggioranza dei due terzi dei componenti. 5. Il fondo di dotazione della scuola è costituito da beni immobili e mobili, da dotazioni finanziarie conferite dai soci all’atto della costituzione della fondazione o successivamente secondo quanto previsto dall’atto costitutivo e dallo statuto. 6. La Regione, in sede di costituzione, è autorizzata a conferire al fondo di dotazione della scuola beni mobili ed immobili, diritti reali e personali. 7. Il Presidente della Regione è autorizzato a compiere tutti gli atti esecutivi necessari per rendere operante la partecipazione della Regione alla scuola ed, in particolare, a sottoscrivere l’atto costitutivo e lo statuto.

Art. 45 (Interventi a favore del turista) 1. La Regione sostiene le attività per la tutela dei diritti del turista, comprese forme non giudiziali di soluzione delle controversie, a partire dalle commissioni arbitrali e conciliative delle camere di commercio, industria, artigianato ed agricoltura, che hanno compiti istituzionali in materia. 2. La Regione, sentite le organizzazioni di categoria e le associazioni dei consumatori maggiormente rappresentative a livello regionale, adotta la “carta del turista” e ne promuove la distribuzione presso le strutture ricettive, gli IAT, le associazioni pro-loco, le agenzie di viaggi e turismo e comunque a livello capillare sul territorio. Detta carta, in particolare, contiene informazioni sulla normativa nazionale e regionale in materia turistica, sui servizi turisticoricettivi, sulle tradizioni e sugli usi delle comunità locali, sulla fruibilità dei beni storici, artistici ed ambientali presenti sul territorio regionale, nonché sull’educazione ad un turismo responsabile nei confronti della comunità ospitante.

CAPO VI UTILIZZAZIONE DEL DEMANIO MARITTIMO PER FINALITÀ TURISTICHE E RICREATIVE Art. 46 (Piano di utilizzazione delle aree del demanio marittimo) 1. Per garantire l’utilizzazione programmata e razionale delle aree del demanio marittimo per finalità turistiche e ricreative, la Regione adotta, sulla base della cartografia catastale nonché dei dati forniti dal Sistema informativo del demanio marittimo (SID), ai sensi dall’articolo 6, comma 3, del decreto legge 5 ottobre 1993, n. 400 (Disposizioni per la determinazione dei canoni relativi a concessioni demaniali marittime) convertito, con modificazioni, della legge 4 dicembre 1993, n. 494, un piano di utilizzazione delle aree del demanio marittimo. Detto piano, in particolare: a) individua le aree destinate all’utilizzazione turistico-ricreativa, tenuto conto anche dei piani di utilizzazione degli arenili (PUA) adottati dai comuni; b) stabilisce i criteri per l’utilizzazione delle aree demaniali per finalità turistiche e ricreative, nel rispetto delle norme urbanistiche, di tutela ambientale e di quanto previsto dal presente capo; c) stabilisce la classificazione delle aree demaniali e degli specchi acquei in relazione alla valenza turistica. 2. Il piano di cui al comma 1 è adottato dal Consiglio regionale, su proposta della Giunta regionale, sentiti i sindaci dei comuni interessati nonché, limitatamente al piano di cui al comma 1, lettera a), la competente autorità marittima statale e le associazioni regionali di categoria, appartenenti alle organizzazioni sindacali più rappresentative del settore. 3. I PUA dei comuni devono essere conformi alle disposizioni contenute nei piani di cui al presente articolo.

Art. 47 (Concessioni delle aree del demanio marittimo e di quelle immediatamente prospicienti per finalità turistiche e ricreative) 1. I comuni nel cui territorio sono comprese le relative aree demaniali provvedono al rilascio, al rinnovo, alla decadenza e alla revoca, nonché a qualsiasi variazione, delle concessioni delle aree demaniali marittime, comprese quelle

73

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano immediatamente prospicienti, quando l’utilizzazione abbia finalità turistiche e ricreative, in conformità alla normativa statale e regionale e ai contenuti del piano di cui all’articolo 46, per quanto riguarda le aree demaniali marittime. 2. I comuni curano l’aggiornamento delle concessioni di propria competenza comunicando i dati, anche su supporto informatico, alla Regione e trasmettendo ad essa, entro il mese di febbraio di ogni anno, una relazione, riferita all’anno precedente, sull’esercizio delle funzioni di cui al presente articolo. 3. Le concessioni delle aree demaniali marittime per finalità turistiche e ricreative hanno durata di sei anni e alla scadenza si rinnovano automaticamente per altri sei anni e così successivamente ad ogni scadenza, fatto salvo, limitatamente alle concessioni delle aree demaniali marittime, quanto disposto dall’articolo 42, secondo comma, del codice della navigazione. In caso di motivata richiesta degli interessati ed in considerazione dell’entità e della rilevanza economica delle opere da realizzare, le concessioni di cui al presente comma possono avere una durata superiore a sei anni e comunque non superiore a venti anni.

Art. 48 (Deposito cauzionale) 1. I concessionari, a garanzia dell’osservanza degli obblighi assunti con la concessione, prima del rilascio della stessa, provvedono a stipulare una polizza fideiussoria pari ad un importo doppio del canone annuo.

Art. 49 (Revoca e decadenza dalla concessione) 1. I provvedimenti di revoca e decadenza delle concessioni sono adottati dal comune competente con provvedimento adeguatamente motivato. 2. In caso di revoca di una concessione per motivi di pubblico interesse non riconducibili a fatto del concessionario o, per quanto riguarda la concessione di aree del demanio marittimo, in caso di contrasto sopravvenuto con il piano di cui all’articolo 46, il comune, su richiesta del concessionario, può rilasciare al medesimo, qualora fosse disponibile sul litorale di propria competenza, una concessione equivalente per estensione, in conformità al suddetto piano. 3. La decadenza dalla concessione può essere dichiarata nei seguenti casi: a) per mancata esecuzione delle opere previste nell’atto di concessione o per mancato inizio della gestione nei termini assegnati; b) per non uso continuato durante il periodo fissato nell’atto di concessione o per cattivo uso; c) per mutamento sostanziale non autorizzato dello scopo per il quale è stata fatta la concessione; d) per omesso pagamento del canone nel numero di rate fissato dall’atto di concessione; e) per abusiva sostituzione di altri nel godimento della concessione; f) per inadempienza degli obblighi derivanti dalla concessione o imposti da norme di leggi o di regolamenti. 4. Nel caso di cui al comma 3, lettere a) e b) il comune può accordare una proroga al concessionario. Prima di dichiarare la decadenza, l’amministrazione comunale fissa un termine entro il quale l’interessato può presentare le sue controdeduzioni. 5. Al concessionario decaduto non spetta alcun rimborso per opere eseguite, né per spese sostenute.

Art. 50 (Affidamento ad altri delle attività. Subingresso nella concessione) 1. Il comune concedente rilascia: a) l’autorizzazione all’affidamento, da parte del concessionario, ad altri soggetti della gestione dell’attività oggetto della concessione, nonché di attività secondarie rientranti nell’ambito della stessa; b) l’autorizzazione al subingresso di altri soggetti nella concessione delle aree demaniali.

Art. 51 (Canone e imposta regionale sulle concessioni delle aree demaniali marittime) 1. Le concessioni delle aree demaniali marittime sono soggette al pagamento del canone nella misura stabilita dalla normativa vigente, nonché al pagamento dell’imposta regionale nella misura stabilita dall’articolo 14 della legge regionale 12 gennaio 2001, n. 2, relativo all’imposta regionale sulle concessioni statali del demanio marittimo. 2. Le funzioni relative all’accertamento e riscossione dell’imposta, al contenzioso tributario e all’eventuale rappresentanza in giudizio spettano ai comuni. 3. I comuni provvedono entro il mese di febbraio di ciascun anno a comunicare alla Regione gli importi dei canoni e dell’imposte dovuti dai concessionari ai sensi del presente articolo.

Art. 52 (Tipologie di utilizzazione delle aree demaniali per finalità turistiche e ricreative) 1. Rientrano tra le tipologie di utilizzazione delle aree demaniali marittime per finalità turistiche e ricreative, in particolare: a) gli stabilimenti balneari; b) le spiagge attrezzate; c) le spiagge libere attrezzate; d) i punti di ormeggio; e) gli esercizi di ristorazione e somministrazione di bevande, cibi precotti e generi di monopolio; f) l’esercizio del noleggio di imbarcazioni e natanti in genere; g) la gestione di strutture ricettive ed attività ricreative e sportive.

74

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

2. La Regione, concordemente con le altre Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, individua le ulteriori tipologie a valenza generale relativamente alle attività correlate con la balneazione, la fruizione turistica di arenili e di aree demaniali diverse ed il turismo nautico. 3. Con i regolamenti regionali di cui all’articolo 56 sono stabiliti i requisiti e le caratteristiche delle diverse tipologie di utilizzazione delle aree demaniali di cui al comma 1. 4. La provincia competente per territorio provvede alla classificazione degli stabilimenti balneari in relazione alle specifiche caratteristiche ed ai requisiti posseduti. A tal fine, con i regolamenti regionali di cui al comma 3 sono stabiliti, in particolare, i criteri ed i requisiti minimi funzionali e strutturali per l’attribuzione dei diversi livelli di classificazione ed i relativi segni distintivi.

Art. 53 (Dichiarazione di inizio di attività e comunicazione dei prezzi) 1. L’esercizio delle attività oggetto della concessione è subordinato alla previa dichiarazione di inizio dell’attività stessa. La dichiarazione è presentata al comune concedente con le indicazioni riguardanti l’ubicazione della struttura e il periodo di apertura ed è, inoltre, corredata dalla documentazione comprovante il possesso, da parte del titolare, dei requisiti prescritti ai sensi della normativa vigente, ivi compresi quelli inerenti la somministrazione di cibi e bevande. 2. L’esercizio dell’attività è intrapreso decorsi trenta giorni dalla data di presentazione della dichiarazione di cui al comma 1, dandone contestuale comunicazione al comune competente. 3. I titolari della gestione delle attività oggetto della concessione comunicano al comune competente i prezzi minimi e massimi dei servizi applicati al pubblico. 4. La comunicazione di cui al comma 3 deve essere inviata entro il 31 gennaio di ogni anno, con validità dal primo giorno di apertura della stagione balneare e fino alla chiusura della stessa come fissato nelle ordinanze balneari. 5. Il comune, nei trenta giorni successivi alla scadenza di cui al comma 4, provvede alla verifica delle comunicazioni pervenute. Una copia della comunicazione è inviata alla Regione. 6. Nel caso vengano comunicati solo prezzi minimi o solo prezzi massimi, gli stessi sono considerati come prezzi unici. 7. La mancata o incompleta comunicazione entro il termine previsto comporta l’impossibilità di applicare prezzi superiori a quelli indicati nell’ultima regolare comunicazione e l’irrogazione della sanzione prevista. 8. Per le nuove concessioni ovvero nei casi in cui si verifica, nel corso dell’anno, il subingresso nella concessione la comunicazione dei prezzi deve essere presentata contestualmente alla dichiarazione di inizio attività. 9. E’ fatto obbligo di esporre in modo ben visibile al pubblico una tabella con i prezzi conformi all’ultima regolare comunicazione di cui al comma 3.

Art. 54 (Vigilanza) 1. Ferme restando le funzioni di polizia marittime disciplinate dal codice della navigazione e dal relativo regolamento di esecuzione, le funzioni di vigilanza sull’utilizzo delle aree demaniali marittime e sulle aree immediatamente prospicienti, quando l’utilizzazione abbia finalità turistiche e ricreative, sono esercitate dalle province e dai comuni nell’ambito delle rispettive competenze.

Art. 55 (Sanzioni amministrative pecuniarie) 1. L’esercizio delle attività oggetto della concessione senza la previa dichiarazione d’inizio di attività comporta la sanzione amministrativa da 2.500 a 5.000 euro e l’immediata chiusura dell’esercizio. 2. La mancata comunicazione dei prezzi da applicare nei termini previsti comporta la sanzione amministrativa da 2.000 a 4.000 euro. 3. L’applicazione di prezzi difformi da quelli comunicati comporta la sanzione amministrativa da 1.500 a 3.000 euro. 4. La mancata esposizione al pubblico delle tabelle prezzi aggiornate comporta la sanzione amministrativa da 500 a 1.000 euro. 5. L’utilizzazione da parte degli stabilimenti balneari di una classificazione diversa da quella attribuita è soggetta alla sanzione amministrativa da 2.000 a 4.000 euro. 6. Le sanzioni di cui ai commi 1, 2, 3 e 4 sono applicate dal comune competente e le somme introitate sono trattenute dallo stesso ente e destinate alle funzioni delegate in materia di demanio marittimo. Le sanzioni di cui al comma 5 sono di competenza della provincia.

CAPO VII DISPOSIZIONI FINALI E TRANSITORIE SEZIONE I DISPOSIZIONI FINALI Art. 56 (Regolamenti autorizzati) 1. Entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge la Giunta regionale adotta uno o più regolamenti regionali autorizzati ai sensi dell’articolo 47, comma 2, lettera c), dello Statuto, sulla base delle norme generali contenute nella presente legge, fatta salva la potestà normativa delle province e dei comuni, secondo i principi fissati dall’articolo 117, comma sesto della Costituzione e dall’articolo 4 della legge 5 giugno 2003, n. 131 (Disposizioni per l’adeguamento dell’ordinamento della Repubblica alla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3).

75

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

Alla data di entrata in vigore dei suddetti regolamenti sono abrogate le leggi regionali individuate all’articolo 59. 2. Nelle more della costituzione del Comitato di garanzia statutaria di cui all’articolo 68 dello Statuto, i regolamenti di cui al presente articolo sono adottati sentito il parere della commissione consiliare competente.

Art. 57 (Rispetto della normativa comunitaria sugli aiuti di Stato. Clausola di sospensione degli aiuti) 1. I contributi previsti dalla presente legge sono concessi nel rispetto della normativa comunitaria vigente relativa agli aiuti di Stato, tenendo conto, in particolare, di quanto disciplinato ai commi 2 e 3. 2. I contributi di cui al comma 1, esentati dall’obbligo di notifica di cui all’articolo 88, paragrafo 3, del Trattato della Comunità europea, sono concessi nel rispetto dei regolamenti della Commissione europea, tenendo conto dei relativi periodi di validità, emanati ai sensi del regolamento (CE) n. 994/98 del Consiglio del 7 maggio 1998, pubblicato nella Gazzetta ufficiale delle Comunità europee L 142 del 14 maggio 1998. 3. I contributi di cui al comma 1, soggetti all’obbligo di notifica di cui all’articolo 88, paragrafo 3, del Trattato della Comunità europea, sono concessi a condizione che la Commissione europea abbia adottato o sia giustificato ritenere che abbia adottato una decisione di autorizzazione dei contributi stessi ai sensi del regolamento (CE) n. 659/1999 del Consiglio, del 22 marzo 1999, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale delle Comunità europee L 83 del 27 marzo 1999. I contributi sono concessi a decorrere dalla data di pubblicazione sul BUR dell’avviso relativo all’autorizzazione esplicita o implicita della Commissione europea.

Art. 58 (Modifiche alla L.R. 14/99 e successive modifiche) 1. Al comma 1 dell’articolo 75 della l.r. 14/1999 e successive modifiche sono apportate le seguenti modifiche: a) dopo la lettera a) sono inserite le seguenti: “a bis) l’attuazione degli interventi riservati alla Regione dal piano turistico regionale, nonché la definizione e l’attuazione di specifici progetti e programmi di interesse regionale; a ter) l’elaborazione ed il coordinamento dell’attuazione dei programmi d’intervento previsti dall’Unione europea o da leggi statali; a quater) i rapporti con gli organi istituzionalmente preposti alla tutela del patrimonio storico, monumentale, naturalistico e culturale, per la valorizzazione del proprio territorio a fini turistici;”; b) le lettere b), c) ed e) sono sostituite dalle seguenti: “b) la determinazione dei requisiti minimi funzionali e strutturali per la classificazione delle strutture ricettive nonché per la classificazione degli stabilimenti balneari; c) l’agevolazione dell’accesso al credito delle imprese turistiche mediante apposite convenzioni con istituti di credito; e) la promozione turistica sul mercato nazionale che abbia particolare rilievo per l’immagine complessiva del turismo regionale nonché, in via esclusiva, sul mercato estero, fatto salvo quanto previsto all’articolo 76, comma 1, lettera c sexies), numero 5;”; c) alla lettera d) le parole: “e la commercializzazione” sono soppresse; d) dopo la lettera e) sono inserite le seguenti: “e bis) l’assegnazione del marchio turistico regionale; e ter) l’adozione della carta del turista; e quater) la tenuta dell’elenco regionale delle agenzie sicure; e quinquies) la pubblicazione annuale dell’elenco regionale delle agenzie di viaggi e turismo nel BUR”; e) alla lettera h) le parole da: “nel settore” a “dell’albo” sono sostituite dalle seguenti: “a livello nazionale, ivi compresi la tenuta e l’aggiornamento del relativo elenco”; f) alla lettera m) sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: “nonché l’adozione del piano di utilizzazione per finalità turistiche e ricreative delle aree del demanio marittimo”; g) dopo la lettera n bis) sono aggiunte le seguenti: “n ter) il riconoscimento dei sistemi turistici locali nonché il finanziamento dei relativi progetti di sviluppo; n quater) il coordinamento della raccolta per l’elaborazione e la diffusione delle rilevazioni e delle informazioni concernenti la domanda e l’offerta turistica regionale in tutte le loro articolazioni; n quinquies) l’alta formazione degli operatori del comparto turistico attraverso la “Scuola di alta formazione per il turismo”.”. 2. Dopo la lettera c ter) del comma 1 dell’articolo 76 della l.r. 14/1999 e successive modifiche sono aggiunte le seguenti: “c quater) l’adozione dei piani di valorizzazione, promozione locale ed accoglienza turistica; c quinquies) l’attuazione di specifici interventi turistici di rilevanza provinciale previsti nel piano turistico regionale, nonché nei programmi nazionali e comunitari e la realizzazione di attività di promozione del prodotto turistico, nel rispetto dell’azione di coordinamento regionale di cui all’articolo 75, comma 1, lettera d); c sexies) lo svolgimento delle seguenti funzioni già di competenza delle aziende di promozione turistica (APT) di cui alla legge regionale 15 maggio 1997, n. 9 (Nuove norme in materia di organizzazione turistica nel Lazio) e successive modifiche: 1) l’organizzazione dell’informazione, dell’accoglienza, dell’assistenza e della tutela del turista, anche con l’ausilio delle tecnologie dell’informazione e comunicazione (ICT), attraverso i servizi di informazione e accoglienza turistica (IAT); 2) il controllo della qualità dei servizi; 3) la consulenza e l’assistenza agli operatori pubblici e privati operanti nel settore; 4) la valorizzazione turistica del proprio ambito territoriale nonché la promozione di manifestazioni e iniziative atte a stimolare flussi turistici;

76

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

5) la partecipazione ad iniziative di promozione turistica regionale all’estero ai sensi dell’articolo 75, comma 1, lettera e), per il tramite dell’Agenzia regionale di promozione turistica di Roma e del Lazio S.p.A..”. 3. Dopo la lettera b) del comma 2 dell’articolo 76 della l.r. 14/1999 e successive modifiche è inserita la seguente: “b bis) le associazioni e gli altri enti senza scopo di lucro, i gruppi sociali e le comunità, operanti a livello locale, e la relativa vigilanza;”. 4. Il comma 5 dell’articolo 76 della l.r. 14/1999 e successive modifiche è abrogato.

Art. 59 (Abrogazioni) 1. Fatto salvo quanto previsto dal comma 1 bis, sono abrogate le seguenti disposizioni: (3) a) la legge regionale 8 gennaio 1975, n. 1 (Istituzione dell’Albo regionale delle associazioni proloco); b) la legge regionale 17 settembre 1984, n. 53 (Interventi finanziari per la qualificazione e lo sviluppo delle attività ricettive); c) il regolamento regionale 4 marzo 1985, n. 1 (Regolamento di esecuzione della legge regionale 17 settembre 1984, n. 53, concernente: “Interventi finanziari per la qualificazione e lo sviluppo delle attività ricettive”); d) il regolamento regionale 4 marzo 1985, n. 2 (Modifica dell’articolo 6 del regolamento regionale 4 marzo 1985, n. 1, concernente: “Regolamento di esecuzione della legge regionale 17 settembre 1984, n. 53”); e) la legge regionale 3 maggio 1985, n. 59 (Disciplina dei complessi ricettivi campeggistici); f) la legge regionale 28 luglio 1988, n. 45 (Modifiche e integrazioni alla legge regionale 17 settembre 1984, n. 53 concernente: “Interventi finanziari per la qualificazione e lo sviluppo delle attività ricettive”); g) il regolamento regionale 28 luglio 1988, n. 5 (Modifiche del regolamento regionale 4 marzo 1985, n. 1 e del regolamento regionale 4 marzo 1985, n. 2, di esecuzione della legge regionale 17 settembre 1984, n. 53 “Interventi finanziari per la qualificazione e lo sviluppo delle attività ricettive”); h) la legge regionale 20 giugno 1990, n. 78 (Interventi per attività di promozione e propaganda turistica da parte delle pro- loco iscritte all’albo regionale); h bis) la legge regionale 27 settembre 1991, n. 60 (Interventi a sostegno della promozione turistica nel territorio regionale); (4) i) il regolamento regionale 27 settembre 1993, n. 2 (Caratteristiche tecniche dei villaggi turistici e dei campeggi e requisiti per la loro classificazione in attuazione dell’articolo 7 della legge regionale 3 maggio 1985, n. 59 “Disciplina dei complessi ricettivi campeggistici”); l) la legge regionale 13 dicembre 1996, n. 54 (Regolamentazione del turismo itinerante con istituzione delle aree attrezzate di sosta per veicoli autosufficienti); m) la legge regionale 15 maggio 1997, n. 9 (Nuove norme in materia di organizzazione turistica nel Lazio); n) la legge regionale 15 maggio 1997, n. 10 (Modifiche alla deliberazione legislativa, approvata dal Consiglio regionale nella seduta del 13 marzo 1997, concernente: “Nuove norme in materia di organizzazione turistica nel Lazio”); o) l’articolo 23 della legge regionale 22 maggio 1997, n. 11 (Disposizioni finanziarie per la redazione del bilancio di previsione della Regione Lazio per l’esercizio finanziario 1997), relativo a modifiche alla legge regionale 17 settembre 1984, n. 53; p) la legge regionale 29 maggio 1997, n. 18 (Norme relative alla disciplina ed alla classificazione degli esercizi di affittacamere, degli ostelli per la gioventù e delle case per ferie); q) l’articolo 19 della legge regionale 23 dicembre 1997, n. 46 (Assestamento del bilancio di previsione della Regione Lazio per l’anno finanziario 1997), relativo a modifiche alla legge regionale 15 maggio 1997, n. 9; r) la legge regionale 5 agosto 1998, n. 33 (Disciplina e gestione delle case ed appartamenti per vacanze); s) la legge regionale 27 gennaio 2000, n. 10 (Disciplina dell’esercizio delle attività professionali delle agenzie di viaggi e turismo e di altri organismi operanti in materia); t) il comma 2 dell’articolo 61 della legge regionale 16 aprile 2002, n. 8 (Legge finanziaria regionale per l’esercizio 2002), relativo a modifiche alla legge regionale 27 gennaio 2000, n. 10; u) la legge regionale 20 dicembre 2002, n. 43 (Modifiche all’articolo 26 della legge regionale 27 gennaio 2000, n. 10 “Disciplina dell’esercizio delle attività professionali delle agenzie di viaggi e turismo e di altri organismi operanti in materia”); v) l’articolo 55 della legge regionale 27 febbraio 2004, n. 2 (Legge finanziaria regionale per l’esercizio 2004), relativo a modifiche alla legge regionale 27 gennaio 2000, n. 10; z) l’articolo 30 della legge regionale 15 settembre 2005, n. 16 (Assestamento del bilancio di previsione della Regione Lazio per l’anno finanziario 2005), relativo a modifiche alla legge regionale 15 maggio 1997, n. 9; aa) l’articolo 177 della legge regionale 28 aprile 2006, n. 4 (Legge finanziaria regionale per l’esercizio 2006), relativo alla Scuola di alta formazione del turismo. 1 bis. L’abrogazione delle disposizioni elencate al comma l relative alle materie la cui disciplina è rinviata ai regolamenti previsti dall’articolo 56 decorre dalla data di entrata in vigore dei regolamenti stessi. (5)

SEZIONE II DISPOSIZIONI TRANSITORIE Art. 59 bis (6) (Modifica dello statuto dell'Agenzia regionale per la promozione turistica del Lazio S.p.a.) 1. In attuazione di quanto previsto dagli articoli 12 e 13, entro il 31 marzo 2008, l'Agenzia regionale per la promozione turistica del Lazio S.p.a., già costituita ai sensi del Capo II della l.r. 9/1997, adegua il proprio statuto alle citate disposizioni.

Art. 60 (Esercizio provvisorio delle funzioni di competenza delle APT. Soppressione delle APT)

77

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

1. Le APT istituite dall’articolo 12 della l.r. 9/1997 sono soppresse a decorrere dalla data del concreto esercizio da parte delle province e del Comune di Roma delle funzioni già di competenza di tali aziende, ai sensi della citata legge regionale, attraverso le proprie strutture amministrative, ovvero con le forme di gestione previste dal titolo V del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 (Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali), secondo quanto stabilito con apposito atto di organizzazione. 2. Fino alla suddetta data e comunque non oltre duecentoquaranta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge le funzioni di cui al comma 1 continuano ad essere esercitate dalle APT. (7) 3. Ai fini della soppressione delle APT, i commissari straordinari in carica alla data di entrata in vigore della presente legge, oltre allo svolgimento delle funzioni proprie del presidente e del consiglio di amministrazione delle aziende stesse, fatto salvo quanto predisposto dal comma 9 bis, con la collaborazione del collegio dei revisori contabili, redigono e trasmettono alla Regione e agli enti locali di riferimento, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, un verbale di ricognizione attestante: (8)a) lo stato di consistenza patrimoniale dei beni mobili ed immobili, indicando la rispettiva destinazione d’uso; b) i rapporti giuridici attivi e passivi esistenti; c) la situazione finanziaria e contabile; d) le unità di personale in servizio e il rispettivo stato giuridico ed economico, sentite le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative. 3bis. Qualora i commissari straordinari non provvedano agli adempimenti di cui al comma 3 entro il termine ivi previsto, la Giunta regionale, previa diffida ad adempiere, esercita i poteri sostituitivi mediante la nomina di un commissario ad acta. (9) 4. Entro sessanta giorni dal ricevimento del verbale di ricognizione di ciascuna APT, il Presidente della Regione, previa verifica di quanto ivi attestato e sentite le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative limitatamente al personale da trasferire, con proprio decreto: a) prende atto dei dati di cui al comma 3; b) individua il patrimonio mobiliare ed immobiliare dell’APT non utilizzato per lo svolgimento delle relative attività alla data di entrata in vigore della presente legge, da trasferire in proprietà alla Regione. 5. A seguito della comunicazione da parte di ciascuna provincia e del Comune di Roma dell’avvenuta adozione dell’atto di organizzazione ai sensi del comma 1, il Presidente della Regione, sulla base del decreto di cui al comma 4, impartisce ai commissari straordinari specifiche direttive in ordine al trasferimento del personale, del patrimonio mobiliare ed immobiliare con relativo vincolo di destinazione d’uso, fatta eccezione per quello indicato dal comma 4, lettera b), e delle risorse strumentali alle province ed al Comune di Roma, che subentrano nei rapporti attivi e passivi facenti capo alle APT. 6. Espletati gli adempimenti previsti nelle direttive di cui al comma 5: a) i commissari straordinari cessano dall’incarico e decade il collegio dei revisori contabili; b) ciascuna provincia ed il Comune di Roma esercitano le funzioni della APT di rispettiva competenza, con le modalità previste dall’atto di organizzazione di cui al comma 1; c) il Presidente della Regione dichiara con propri decreti l’estinzione delle singole APT. 7. Il personale di ruolo delle APT è inquadrato nella corrispondente categoria di appartenenza e profilo professionale, senza soluzione di continuità del rapporto di lavoro, del contratto applicato e del trattamento economico in godimento, nonché delle mansioni svolte, relativamente al personale delle APT provinciali, nei ruoli organici delle rispettive province e, relativamente al personale della APT del Comune di Roma, nei ruoli organici della Regione. (10) 8. La contrattazione decentrata tra le organizzazioni sindacali territoriali, le province e la Regione, determina, entro sessanta giorni dalla data del trasferimento, le forme di tutela dei lavoratori interessati, in ordine al mantenimento del trattamento economico accessorio in godimento, della sede di lavoro, delle mansioni svolte all'atto del trasferimento, nonché alla salvaguardia e allo sviluppo della professionalità acquisita, con riferimento prioritario alle funzioni attribuite alle province e riservate alla Regione dalla presente legge. La contrattazione decentrata può prevedere il ricorso a procedure di mobilità volontaria verso la Regione e gli enti locali. (11) 9. La Regione assicura alle province e al Comune di Roma, in sede di prima attuazione della presente legge e comunque fino alla data di entrata in vigore dei provvedimenti di attuazione dell’articolo 119 della Costituzione in materia di autonomia di entrate e di spese, risorse non inferiori ai costi complessivamente sostenuti dalle APT per il personale trasferito e per la gestione degli uffici, sulla base delle risultanze dell’ultimo esercizio precedente alla soppressione. (12) 9bis. Nelle more dell'estinzione delle APT ai sensi del comma 6, lettera c) è fatto divieto di procedere all'alienazione di beni mobili e immobili delle APT. Eventuali procedimenti di alienazione in corso sono sospesi. (13)

Art. 61 (Primo piano turistico regionale) 1. La Regione adotta, ai sensi dell’articolo 17, il primo piano turistico regionale entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, secondo le procedure di cui all’articolo 18.

SEZIONE III DISPOSIZIONI FINANZIARIE Art. 62 (Disposizioni finanziarie) 1. Agli oneri derivanti dall’applicazione della presente legge si provvede mediante gli stanziamenti degli appositi capitoli di cui alle UPB B41, B43 e B44.

78

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

Note: (1) Legge pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Lazio del 10 agosto 2007, n. 22, s.o. n. 5 (2) Comma modificato dall'articolo 38, comma 1 della legge regionale 28 dicembre 2007, n. 26 (3) Alinea modificata dall'articolo 28, comma 7, lettera a) della legge regionale 6 agosto 2007, n. 15 (4) Lettera inserita dall'articolo 38, comma 2 della legge regionale 28 dicembre 2007, n. 26 (5) Comma aggiunto dall'articolo 28, comma 7, lettera b) della legge regionale 6 agosto 2007, n. 15 (6) Articolo inserito dall'articolo 38, comma 3 della legge regionale 28 dicembre 2007, n. 26 (7) Comma modificato dall'articolo 38, comma 4, lettera a) della legge regionale 28 dicembre 2007, n. 26 (8) Alinea modificata dall'articolo 38, comma 1, lettera b) della legge regionale 28 dicembre 2007, n. 26 (9) Comma inserito dall'articolo 38, comma 4, lettera c) della legge regionale 28 dicembre 2007, n. 26 (10) Comma sostituito dall'articolo 38, comma 4, lettera d) della legge regionale 28 dicembre 2007, n. 26 (11) Comma sostituito dall'articolo 38, comma 4, lettera e) della legge regionale 28 dicembre 2007, n. 26 (12) Comma modificato dall'articolo 38, comma 4, lettera f) della legge regionale 28 dicembre 2007, n. 26 (13) Comma aggiunto dall'articolo 38, comma 4, lettera g) della legge regionale 28 dicembre 2007, n. 26

79

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

Regolamento regionale 24 ottobre 2008, n. 16 BUR 7 Novembre 2008, n. 41, S/130 Disciplina delle Strutture Ricettive Extralberghiere.

Art. 1 (Oggetto e ambito di applicazione)

1.Il presente regolamento autorizzato, ai sensi degli articoli 23, comma 6, 25, comma 1, 27, comma 2, lettera a) e 56 della legge regionale 6 agosto 2007, n. 13 (Organizzazione del sistema turistico laziale. Modifiche alla legge regionale 6 agosto 1999, n. 14), individua le strutture ricettive extralberghiere e le loro caratteristiche, stabilisce i diversi livelli di classificazione ed i relativi segni distintivi, i corrispondenti requisiti minimi funzionali e strutturali, nonché, i casi di chiusura temporanea dell'esercizio autorizzata dal comune.

2. Il presente regolamento stabilisce, altresì, gli indirizzi per assicurare livelli minimi di uniformità sul territorio regionale nella disciplina dei procedimenti finalizzati alla classificazione delle strutture ricettive extralberghiere e al rilascio delle autorizzazioni per l'esercizio delle relative attività, anche ai fini della semplificazione amministrativa.

Art. 2 (Definizioni)

1. Ai fini del presente regolamento si intendono per: a) "affittacamere", le strutture ricettive composte da non più di sei camere, ubicate in non più di due appartamenti ammobiliati di uno stesso stabile, collegati funzionalmente tra loro, nelle quali sono forniti alloggio ed eventualmente servizi complementari. L'utilizzo degli appartamenti a tale scopo non comporta il cambio di destinazione d'uso ai fini urbanistici; b) "ostelli per la gioventù", le strutture ricettive attrezzate per il soggiorno ed il pernottamento, per periodi limitati, di giovani e di eventuali accompagnatori di gruppi di giovani. Possono essere ospitati anche soggetti con finalità di turismo sociale, culturale, sportivo e religioso. In ogni caso il soggiorno e il pernottamento non può essere superiore a sessanta giorni; (1) c) "case e appartamenti per vacanze", gli immobili arredati per l'affitto ai turisti, esclusa la somministrazione di alimenti e bevande, nonché, di offerta di servizi centralizzati, nel corso di una o più stagioni, con contratti aventi validità non inferiore a tre giorni e non superiore ai tre mesi consecutivi. Le gestioni di case ed appartamenti per vacanze si distinguono nelle seguenti tipologie: 1) in forma non imprenditoriale, per la gestione occasionale di una o due case o appartamenti per vacanze; 2) in forma imprenditoriale, per la gestione non occasionale ed organizzata di tre o più case o appartamenti per vacanze. d) "case per ferie", le strutture ricettive attrezzate per il soggiorno a fini turistici di persone singole o di gruppi gestite al di fuori dei normali canali commerciali e promozionali, da enti pubblici, associazioni o enti religiosi operanti senza scopo di lucro per il conseguimento di finalità sociali, culturali, assistenziali, religiose, o sportive, nonché, da altri enti o aziende per il soggiorno dei propri dipendenti e loro familiari. (2) e) "alloggio e prima colazione" o "bed and breakfast", il servizio offerto da parte di coloro che nell'abitazione hanno residenza e domicilio e mettono a disposizione degli alloggiati delle camere con relativi posti letto. Tale servizio, svolto con carattere saltuario o per periodi ricorrenti stagionali, con un periodo di inattività pari almeno a sessanta giorni l'anno anche non consecutivi, ridotti a trenta giorni l'anno in Comuni sprovvisti di altre strutture ricettive, in un massimo di tre camere con non più di sei posti letto, comprende la prima colazione ed è assicurato avvalendosi della normale organizzazione familiare. In ogni caso il soggiorno e il pernottamento non può essere superiore a novanta giorni. f) "alberghi diffusi", le strutture ricettive che, in un centro storico con meno di tremila abitanti o in una area urbana omogenea individuata dal comune, forniscono agli utenti alloggio, eventualmente vitto ed altri servizi accessori, in unità alloggiative dislocate in più stabili collocati entro una distanza massima di trecento metri, con servizi unitari e centralizzati di reception, ristorazione ed eventuali altri servizi complementari, con almeno due spazi di uso comune. Il servizio di ristorazione è esercitabile anche attraverso convenzione con esercizi preesistenti. Tali strutture sono composte da non meno di sette appartamenti con un minimo di quindici posti letto. L'utilizzo d'unità immobiliari a tale scopo non comporta specifica destinazione d'uso ai fini urbanistici. L'adeguamento delle strutture, con particolare riferimento alla sicurezza e all'accessibilità, avviene nel rispetto della normativa vigente per le strutture residenziali per l'intero stabile; g) "rifugi montani", le strutture ricettive idonee ad offrire ospitalità e ristoro ad alpinisti in zone isolate di montagna ubicate in luoghi favorevoli ad ascensioni ed escursioni, raggiungibili esclusivamente attraverso mulattiere, sentieri, strade forestali, strade percorribili da mezzi di trasporto ordinari, anche in prossimità di centri abitati.

Art. 3 (Specificazioni aggiuntive delle strutture)

1. Le strutture previste dall'articolo 2, possono assumere, in relazione alle caratteristiche oggettive possedute o ai servizi complementari offerti, le seguenti specificazioni aggiuntive: a) residenza d'epoca, per le strutture ricettive soggette ai vincoli di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004 n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'articolo 10 della legge 6 luglio 2002 n. 137) e successive modifiche, ubicate in immobili di particolare interesse paesaggistico e di pregio storico-architettonico, dotati di mobili ed arredi d'epoca o di particolare livello artistico, idonee ad una accoglienza altamente qualificata;

80

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano b) centri di soggiorno studi, per le strutture ricettive gestite da soggetti pubblici o privati, o dedicate ad ospitalità finalizzata alla educazione, alla formazione, allo sviluppo sociale e pedagogico. Tali strutture devono dotarsi di adeguata attrezzatura per l'attività didattica e convegnistica specializzata, con camere per il soggiorno degli ospiti dotate dei requisiti minimi previsti per le strutture alberghiere classificate a due stelle; c) case vacanze per ragazzi o kinderheim, per le case per ferie riservate a minori di diciotto anni, utilizzate per periodi di vacanza estiva o invernale. In tali strutture è garantita, quale servizio obbligatorio, la presenza di personale specializzato nel settore pedagogico, l'assistenza medica con presenza sul posto o con specifica convenzione con medico e/o struttura sanitaria per il primo soccorso; d) residenze di campagna o country houses, per le strutture ricettive che offrono alloggio con o senza ristorazione in immobili, ubicati all'esterno del territorio urbanizzato, con caratteristiche proprie dell'edilizia tradizionale della zona. L'offerta turistica di dette strutture può comprendere l'ospitalità, la ristorazione, l'esercizio di attività ricreative, finalizzate alla corretta fruizione dei beni naturalistici, ambientali e culturali del territorio rurale; e) esercizi ricettivi di qualità ecologica, per le strutture ricettive che rispondono ai criteri per l'assegnazione del marchio comunitario di qualità ecologica al servizio della ricettività turistica di cui alla decisione della Commissione europea del 14 aprile 2003 (2003/287/CE).

Art. 4 (Requisiti minimi funzionali e strutturali)

1. Gli affittacamere posseggono tutti i seguenti requisiti minimi funzionali e strutturali: a) locali in possesso dei requisiti previsti per la civile abitazione dalla normativa vigente in materia edilizia ed igienico- sanitaria, con una superficie minima delle camere di almeno 8 e 14 metri quadrati per le camere autorizzate, rispettivamente, per uno o due posti letto, incrementata di almeno 6 metri quadrati per ogni ulteriore posto letto; b) oltre all'incremento di cui alla lettera a), un ulteriore incremento della superficie della camera di almeno 1 metro quadrato o 3 metri cubi, per un posto letto a castello; (3) c) superficie minima dei bagni ad uso esclusivo di una camera, di almeno 3 metri quadrati ciascuno, con dotazione minima per ciascun bagno costituita da un lavabo, una vasca o una doccia, un bidet, uno specchio ed un wc con cassetta; (4) d) per le camere senza bagno ad uso esclusivo, installazione di dotazioni igienico sanitarie comuni, nella misura di almeno un bagno ogni sei posti letto o frazione di dimensioni non inferiori a 3 metri quadrati; (5) e) dotazione minima delle camere costituita da un tavolino, un armadio, uno specchio e, per ogni alloggiato, un letto, una sedia o poltrona o una seduta-divano e un comodino, o equivalente, con abatjour; (6) f) una o più sale destinate alla somministrazione e al consumo di alimenti e bevande per una superficie complessiva di almeno 16 metri quadrati, ove tale servizio sia fornito; g) fornitura costante di energia elettrica, di acqua calda e fredda, nonché, qualora l'apertura comprenda i periodi dal 1 ottobre al 30 aprile, del servizio di riscaldamento; h) servizio di ricevimento assicurato almeno 8 ore su 24; i) pulizia giornaliera della camera, dei bagni, delle stanze e dei locali ad uso comune; l) cambio della biancheria da camera e da bagno ad ogni cambio del cliente; (7) m) (8) n) presenza di una cassetta contenente materiale di primo soccorso e di un estintore per ogni appartamento; n bis) punto telefonico ad uso comune sole per chiamate d'emergenza. (9)

2. Gli ostelli per la gioventù posseggono tutti i seguenti requisiti minimi funzionali e strutturali: a) superficie minima delle camere di 8 e 14 metri quadrati per le camere autorizzate rispettivamente per uno o due posti letto, incrementata di almeno di 6 metri quadrati per ogni ulteriore posto letto. Nel caso in cui l'altezza dei locali sia superiore a 3,20 metri il parametro di incremento superficie/posto letto può essere ridotto da 6 metri quadrati fino a 4 metri quadrati; b) ulteriore incremento del rapporto superficie-camera per un posto letto a castello, di almeno 1 metro quadrato o almeno 3 metri cubi; c) superficie minima dei bagni privati di almeno 3 metri quadrati con dotazione minima costituita da un lavabo, una vasca o una doccia, un bidet, uno specchio ed un wc; (10) d) per le camere senza bagno ad uso esclusivo, installazione di dotazioni igienico-sanitarie comuni nella misura di almeno un lavabo ogni cinque posti letto o frazione nonché un vano wc e un vano doccia ogni otto posti letto o frazione, con un minimo di un servizio igienico completo per ogni piano; e) dotazione minima delle camere costituita da un tavolino, un armadio o cabina-armadio con spazi riservati a ciascun ospite, uno specchio e, per ogni alloggiato, un letto, una sedia o uno sgabello e un comodino o equivalente, con abatjour; (11) f) una o più sale comuni per una superficie complessiva di almeno 0,8 metri quadrati per posto letto, incrementata di almeno 1 metro quadrato per posto letto, qualora le sale comuni coincidono con le sale destinate alla somministrazione al consumo dei pasti di alimenti e bevande e comunque non inferiore a 20 metri quadrati; g) servizio di ricevimento assicurato almeno 16 ore su 24; h) servizio di pulizia della camera una volta al giorno; i) fornitura costante di energia elettrica, di acqua calda e fredda, nonché, qualora l'apertura comprenda i periodi dal 1 ottobre al 30 aprile, del servizio di riscaldamento; l) cambio della biancheria ad ogni cambio del cliente o servizio di fornitura della biancheria da camera e da bagno su richiesta, ove il servizio non sia fornito di base;

81

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano m) servizio di deposito bagagli o armadietti forniti di serratura per un numero non inferiore al 50% dei posti letto, nel caso il pernottamento sia fornito in camerate; n) presenza di almeno un apparecchio telefonico ad uso comune solo per chiamate d'emergenza; (12) o) presenza di una cassetta contenente materiale di primo soccorso; p) eventuali locali adibiti a punto di ristoro; q) idonee soluzioni funzionali per ospitalità delle persone diversamente abili.

3. Le case e appartamenti per vacanze posseggono tutti i seguenti requisiti minimi funzionali e strutturali: a) fornitura di arredo, utensili, materiale per la pulizia dell'appartamento e ogni altra dotazione necessaria per la preparazione e la consumazione dei pasti; b) fornitura costante di energia elettrica, acqua calda e fredda, nonché, qualora la locazione comprenda i periodi dal 1 ottobre al 30 aprile, del servizio di riscaldamento; b bis) camere dotate di porta e finestra, arredate con un tavolino, un armadio, uno specchio e, per ogni alloggiato, un letto, una sedia o uno sgabello e un comodino o equivalente, con abatjour; (13) c) cambio delle lenzuola e della biancheria da bagno almeno due volte alla settimana e comunque ad ogni cambio dell'ospite, solo nelle case e negli appartamenti per vacanze a scopo imprenditoriale; per le case e gli appartamenti per vacanze a scopo non imprenditoriale è sufficiente la fornitura delle lenzuola e della biancheria; (14) d) in caso di gestione in forma imprenditoriale prevista dall'articolo 2, comma 1, lettera c), numero 2), inoltre, deve essere assicurato: 1) servizio di ricevimento e recapito ubicati anche in comuni limitrofi a quello dove hanno sede gli immobili; (15) 2) assistenza all'ospite per interventi urgenti di manutenzione ordinaria delle case e degli appartamenti; 2 bis) presenza di cassetta di primo soccorso ed estintore; (16) d bis) punto telefonico ad uso comune solo per chiamate d'emergenza. (17)

4. Le case per ferie posseggono tutti i seguenti requisiti minimi funzionali e strutturali: a) superficie minima delle camere di 8 e 14 metri quadrati per le camere autorizzate, rispettivamente, per uno o due posti letto, incrementata di almeno 6 metri quadrati per ogni ulteriore posto letto, fino ad un massimo di quattro posti letto a camera; b) oltre all'incremento di cui alla lettera a), un ulteriore incremento delle superficie della camera di almeno 1 metro quadrato o 3 metri cubi, per un posto letto a castello;(18) c) camere dotate di porta e finestra, arredate con un tavolino, un armadio, uno specchio, un cestino portarifiuti, una lampada o applique da tavolo e, per ogni alloggiato, un letto, una sedia o uno sgabello e un comodino o equivalente, con abatjour;(19) d) per le camere senza bagno ad uso esclusivo, installazione di dotazioni igienico-sanitarie comuni nella misura di almeno un lavabo e uno specchio ogni sei posti letto o frazione, nonché un vano wc e un vano doccia ogni sei posti letto o frazione, con un minimo di un servizio ogni piano; (20) e) una o più sale comuni, distinte dall'eventuale locale adibito a cucina, per una superficie complessiva di almeno 20 metri quadrati per i primi 10 posti letto e di 0,5 metri quadrati per ognuno degli ulteriori posti letto; f) fornitura costante di energia elettrica, acqua calda e fredda, nonché, qualora l'apertura comprenda i periodi dal 1 ottobre al 30 aprile, del servizio di riscaldamento; g) cambio della biancheria settimanale e comunque ad ogni cambio del cliente o servizio di fornitura della biancheria da camera e da bagno su richiesta, ove il servizio non sia fornito di base; h) pulizia giornaliera dei locali; i) almeno un apparecchio telefonico ad uso comune solo per chiamate d'emergenza, nonché, una cassetta contenente materiale di primo soccorso. (21)

5. Le strutture per l'esercizio del servizio di alloggio e prima colazione o bed and breakfast posseggono tutti i seguenti requisiti minimi funzionali e strutturali: a) fornitura di energia elettrica, acqua calda e fredda e riscaldamento; b) capacità ricettiva della camera non superiore ai limiti previsti dal presente regolamento anche secondo i parametri di cui all'allegato A2; c) camere dotate di porta e finestra, arredate con un tavolino, un armadio, uno specchio, un cestino portarifiuti, una lampada o applique da tavolo e, per ogni alloggiato, un letto, una sedia o uno sgabello e un comodino o equivalente, con abatjour;(22) d) somministrazione della prima colazione, consistente in cibi e bevande senza manipolazione da parte del gestore, in orario stabilito con la famiglia; e) riordino e pulizia quotidiana dei locali; f) cambio delle lenzuola e della biancheria da bagno almeno due volte alla settimana e comunque ad ogni cambio dell'ospite; g) presenza di una cassetta contenente materiale di primo soccorso e di un estintore; g bis) un punto telefonico ad uso comune solo per chiamate d'emergenza; (23) g ter) un vano accessorio, individuabile anche nel vano cucina, da destinare all'uso comune degli ospiti. (23)

6. Gli alberghi diffusi posseggono tutti i seguenti requisiti minimi funzionali e strutturali: a) numero di unità alloggiative adibite al soggiorno e pernottamento degli ospiti, non inferiore a sette;

82

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano b) locale bagno in ogni unità alloggiativa; c) locale ad uso comune; d) locale per il ricevimento, il commiato e lo svolgimento delle formalità degli ospiti; e) locale destinato alla ristorazione oppure un punto di ristoro convenzionato; f) impianto elettrico conforme alla normativa vigente in materia; g) idonee soluzioni funzionali per ospitalità delle persone diversamente abili; h) possesso dei requisiti obbligatori previsti per la classificazione degli alberghi a due stelle, salvo i casi di possesso di requisiti di classificazione superiore nonché degli ulteriori requisiti minimi contenuti negli allegati A4 e A5; i) accesso alle unità alloggiative direttamente da spazi pubblici, spazi comuni, o disimpegni e/o corridoi condominiali, mediante porta munita di serratura tradizionale o altri sistemi di chiusura personalizzata.

7. I rifugi montani posseggono tutti i seguenti requisiti minimi funzionali e strutturali: a) locali riservati all'alloggiamento del gestore; b) servizio di cucina o attrezzatura idonea alla preparazione dei pasti; c) spazio destinato alla somministrazione e al consumo di alimenti e bevande, con caminetto; d) spazi destinati al pernottamento dimensionati secondo i parametri di cui all'allegato A2; e) servizi igienico-sanitari essenziali e proporzionati alla capacità ricettiva; f) impianto di chiarificazione e smaltimento acque reflue, in quanto realizzabile; g) attrezzatura pronto soccorso; h) presenza di almeno un apparecchio telefonico ad uso comune o attrezzatura di radiotelefono; i) dispositivi e mezzi antincendio conformi alla normativa vigente in materia; l) piazzola per atterraggio di elicotteri; m) lampada esterna accesa 24 ore su 24 nei periodi di apertura; n) locale per ricovero di fortuna aperto 24 ore su 24 ed accessibile dall'esterno; o) impianto elettrico conforme alla normativa vigente in materia.

8. Le strutture devono: a) indicare espressamente in tutte le forme di comunicazione, promozione e pubblicità, gli estremi dell'autorizzazione all'esercizio rilasciata dal comune, o il numero e la data di presentazione della denuncia di inizio attività in caso di subentro ai sensi dell'articolo 7, comma 5; b) esporre all'interno delle camere e in prossimità dei locali di ricevimento la tabella con specificati i prezzi delle camere e dei servizi; c) apporre all'esterno, in posizione visibile al pubblico e con adeguato decoro, una targa riportante la denominazione, la classificazione, l'eventuale specificazione aggiuntiva, gli estremi dell'autorizzazione all'esercizio rilasciata dal comune, o il numero e la data di presentazione della denuncia di inizio attività in caso di subentro ai sensi dell'articolo 7, comma 5.

Art. 5 (Classificazione delle strutture)

1. La classificazione delle strutture è effettuata dalla provincia competente per territorio e costituisce una delle condizioni necessarie per il rilascio dell'autorizzazione di cui all'articolo 26 della l.r. 13/2007.

2. La provincia, sulla base dei requisiti stabiliti dall'articolo 4 e di quanto previsto dalla tabella dei requisiti minimi di classificazione di cui agli allegati A1, A2, A3, A4 E A5, procede ai sensi dell'articolo 4, comma 2, lettera b) della l.r. 13/2007, all'attribuzione della classifica: a) degli affittacamere, con un numero variabile da 1 a 3 categorie; b) delle case e appartamenti per vacanze, con un numero variabile da 1 a 4 categorie; c) degli alberghi diffusi, con un numero variabile da 2 a 4 stelle; d) degli ostelli per la gioventù, delle case per ferie, del servizio di alloggio e prima colazione e dei rifugi montani, in categoria unica.

3. Qualora vengano a mancare i requisiti di classificazione la provincia, svolti i dovuti accertamenti, effettua il declassamento d'ufficio a categoria inferiore o, in caso di categoria unica, la cancellazione, dandone comunicazione al comune competente.

4. A seguito di specifica istanza possono essere riconosciute una o più categorie superiori, o la specificazione aggiuntiva di cui all'articolo 3, se viene accertato l'effettivo miglioramento o incremento dei requisiti posseduti, idonei all'aumento di categoria o all'applicazione della specificazione aggiuntiva.

Art. 6 (Procedure per la classificazione)

1. Il titolare o il gestore della struttura ricettiva presenta alla provincia competente per territorio, sulla base di uno schema tipo predisposto dalla stessa, domanda per l'attribuzione della classifica, nonché per il riconoscimento di una delle

83

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano specificazioni aggiuntive di cui all'articolo 3, allegando la documentazione attestante il possesso dei requisiti previsti per il livello di classificazione o per la specificazione aggiuntiva richiesti.

2. La provincia, entro trenta giorni dalla presentazione della domanda provvede, previo accertamento che la denominazione prescelta non sia uguale o simile ad altre adottate da strutture ricettive alberghiere, extralberghiere e all'aria aperta presenti nel territorio provinciale, all'attribuzione della classifica e al riconoscimento della specificazione aggiuntiva richiesta. (24)

3. La provincia comunica all'interessato e al comune in cui è situata la struttura, la classificazione attribuita e la specificazione aggiuntiva riconosciuta nonché le eventuali variazioni delle stesse.

4. Decorso il termine di cui al comma 2, il silenzio dell'amministrazione provinciale equivale a provvedimento di accoglimento della domanda, ai sensi dell'articolo 20, comma 1, della legge 7 agosto 1990, n. 241 (Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi) e successive modifiche.

Art. 7 (Autorizzazione all'esercizio delle attività)

1. La domanda di rilascio dell'autorizzazione all'esercizio delle attività disciplinate dal presente regolamento è presentata allo sportello unico per le attività produttive (SUAP) del comune competente, ove costituito, e contiene: a) la denominazione e l'ubicazione della struttura; b) le generalità del soggetto titolare o gestore della struttura; c) l'indicazione della capacità ricettiva della struttura, dei servizi complementari offerti, del periodo di apertura stagionale o annuale, nonché, dell'eventuale servizio di somministrazione di alimenti e bevande; d) la classificazione attribuita, nonché, la specificazione aggiuntiva eventualmente riconosciuta.

2. Alla domanda di cui al comma 1, sono altresì allegati i seguenti documenti: a) la dichiarazione sostitutiva, resa ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445 (Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa) e successive modifiche, che attesti l'assenza delle cause ostative di cui agli articoli 11, 12 e 92 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza approvato con regio decreto 18 giugno 1931, n. 773 e all'articolo 10 della legge 31 maggio 1965, n. 575 (Disposizioni contro la mafia) e successive modifiche nonché il possesso, ove necessario, degli ulteriori requisiti previsti dalla normativa vigente in materia di somministrazione di alimenti e bevande; b) l'atto costitutivo e lo statuto, esclusivamente per le società; c) l'atto costitutivo con l'indicazione della finalità dell'ente, dell'associazione senza scopo di lucro e dell'ente religioso, nonché dello statuto se esistente; d) la planimetria dell'unità immobiliare o della porzione immobiliare o dell'immobile, sottoscritta da un tecnico iscritto all'albo o ordine professionale, in scala 1:50 o 1:100, con indicazione della superficie utile dei vani, dell'altezza, del numero dei posti letto, dei vani comuni, dei vani riservati e delle eventuali aree di pertinenza; e) la documentazione idonea a dimostrare la disponibilità dei locali, quali, in particolare, gli atti di compravendita, locazione, usufrutto, incluso l'atto di assenso a firma autentica del proprietario o usufruttuario se diverso dal dichiarante, nonché, in caso di comproprietà, l'atto di assenso di tutti i comproprietari; f) la dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, sottoscritta dal richiedente attestante la conformità urbanistica e catastale alla normativa vigente; g) pareri e/o nullaosta richiesti dalla normativa vigente in materia di igiene, sicurezza, prevenzione incendi ed accessibilità dei luoghi ovvero, in alternativa, copia delle richiesta delle medesime certificazioni; (25) h) la dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà che specifichi e circoscriva, per le sole case per ferie, la categoria e/o il tipo di utenti cui è rivolta l'ospitalità; i) le ricevute comprovanti il pagamento di eventuali imposte qualora dovute; l) regolamento interno della struttura se previsto, da esporre all'ingresso dell'immobile ed in ogni camera; m) documento attestante la stipula di apposita assicurazione per i rischi di responsabilità civile nei confronti dei clienti; n) per i bed and breakfast, nel caso di immobile facente parte di un edificio composto da più unità immobiliari, attestazione della comunicazione formale, attraverso raccomandata con ricevuta di ritorno, all'amministratore dell'assemblea condominiale, dell'attività che si intende avviare.

3. L'autorizzazione all'esercizio dell'attività, rilasciata dal comune competente per territorio ai sensi dell'articolo 26 della l.r. 13/2007, previa acquisizione delle certificazioni di cui al comma 2, lettera g), qualora non allegate alla domanda, contiene:(26) a) la denominazione e l'ubicazione della struttura; b) le generalità del soggetto titolare o gestore della struttura; c) l'indicazione della capacità ricettiva della struttura, nonché, dei servizi accessori offerti; d) la classificazione attribuita, nonché, la specificazione aggiuntiva eventualmente riconosciuta; e) l'indicazione del periodo di apertura stagionale o annuale; f) l'eventuale abilitazione ad effettuare, unitamente al servizio ricettivo, quello di somministrazione di alimenti e bevande.

84

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

4. Il comune, entro novanta giorni dalla presentazione della domanda, provvede al rilascio dell'autorizzazione. Decorso tale termine il silenzio dell'amministrazione comunale equivale a provvedimento di accoglimento della domanda, ai sensi dell'articolo 20, comma 1, della legge 241/1990, e successive modifiche.

5. In caso di subentro nella titolarità o nella gestione dell'attività ricettiva, qualora non vengano apportate modifiche strutturali e risulti confermata la classificazione precedentemente assegnata, l'autorizzazione è sostituita dalla denuncia di inizio attività, corredata, in particolare, dalla dichiarazione di cui al comma 2, lettera a).

6. Il titolare o il gestore della struttura provvede a comunicare al comune ogni variazione degli elementi contenuti nell'autorizzazione o contenuti nella denuncia di inizio attività, almeno trenta giorni prima del verificarsi delle variazioni stesse.

7. Il titolare o il gestore della struttura è tenuto, altresì, a comunicare al comune le eventuali modifiche dei periodi di chiusura e i periodi di apertura e chiusura straordinaria in concomitanza di eventi particolari almeno trenta giorni prima del verificarsi degli eventi stessi. Il comune rilascia apposita autorizzazione nei quindici giorni successivi alla data di ricezione della suddetta comunicazione. In occasione di particolari eventi non prevedibili è possibile effettuare la comunicazione anche il giorno stesso della chiusura.

Art. 8 (Rinnovo dell'autorizzazione)

1. L'autorizzazione, anche per i complessi ad attività stagionale, per gli anni successivi al rilascio, si considera rinnovata fermo restando la sussistenza delle condizioni previste per il rilascio e previo pagamento delle tasse eventualmente dovute a qualsiasi titolo.

Art. 9 (Denominazione)

1. La denominazione delle strutture non può essere uguale a quella di altre strutture ricettive alberghiere, extralberghiere o all'aria aperta, presenti nel territorio provinciale, fatte salve le denominazioni già esistenti alla data di entrata in vigore del presente regolamento.

2. E' vietato assumere e/o pubblicizzare denominazioni che facciano riferimento ad altre tipologie di strutture ricettive diverse da quella di appartenenza.

Art. 10 (27) (Disposizioni transitorie)

1. Entro il 31 dicembre 2009, il titolare o il gestore delle strutture già in possesso dell'autorizzazione all'esercizio dell'attività, limitatamente ai requisiti funzionali previsti dagli allegati di cui al presente regolamento, può richiedere alla provincia: a) la variazione della classificazione posseduta con le modalità di cui all'articolo 6, comma 1; b) la conferma della classificazione posseduta mediante autocertificazione in merito al possesso dei relativi requisiti funzionali; c) la conferma della classificazione posseduta, in mancanza dei requisiti funzionali previsti per la stessa, secondo quanto disposto dal comma 3; d) l'attribuzione del livello minimo di classificazione in mancanza dei relativi requisiti minimi funzionali, secondo quanto disposto dal comma 5.

2. La provincia, entro novanta giorni dal ricevimento delle domande di cui al comma 1, lettere a) e b), provvede rispettivamente alla attribuzione della nuova classificazione ovvero alla conferma della classificazione già attribuita, anche procedendo a eventuali accertamenti e ne dà comunicazione al comune competente e all'interessato.

3. Entro novanta giorni dalla presentazione della domanda di cui al comma 1, lettera c), il titolare o gestore adegua la struttura ai requisiti funzionali previsti dagli allegati di cui al presente regolamento in relazione alla classifica già attribuita, dandone comunicazione alla provincia, che provvede, nei successivi trenta giorni, alla conferma della classificazione stessa, anche procedendo a eventuali accertamenti. La provincia comunica la conferma della classificazione al comune competente e all'interessato.

4. Nelle more dell'attribuzione della nuova classificazione ovvero della conferma ai sensi del comma 1, lettere a), b) e c), le strutture mantengono la classificazione precedentemente attribuita.

5. Entro novanta giorni dalla presentazione della domanda di cui al comma 1, lettera d), il titolare o gestore adegua la struttura ai requisiti minimi funzionali previsti dagli allegati di cui al presente regolamento in relazione al livello minimo di classificazione, dandone comunicazione alla provincia, che, sentito il comune competente, ove sussistano le condizioni per proseguire l'attività, attribuisce provvisoriamente, d'ufficio, il livello minimo di classificazione. Nei successivi trenta giorni

85

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano la provincia, anche mediante eventuali accertamenti, conferma la classificazione così attribuita. Il mancato adeguamento della struttura nel termine di novanta giorni comporta l'impossibilità di proseguire l'attività.

6. Qualora il titolare o il gestore della struttura non presenti nessuna delle richieste di cui al comma 1 nel termine ivi indicato, la provincia procede d'ufficio alla classificazione della struttura stessa, ai sensi dell'articolo 25, comma 2, della l.r. 13/2007 ovvero, nel caso non sia possibile attribuire la classificazione per mancanza dei requisiti minimi, provvede a darne comunicazione al comune, ai fini dell'applicazione dell'articolo 27 della citata l.r. 13/2007.".

Art. 11 (Disposizioni transitorie riguardanti l'esercizio del servizio di alloggio e prima colazione e le case e appartamenti per vacanze gestiti in forma non imprenditoriale)

1. Entro novanta giorni dalla data di ricevimento della comunicazione della provincia prevista dall'articolo 10 comma 2: (28) a) coloro che esercitano il servizio di alloggio e prima colazione sulla base della comunicazione preventiva dell'avvio dell'attività prevista dall'articolo 8 della legge regionale 29 maggio 1997, n. 18 (Norme relative alla disciplina ed alla classificazione degli esercizi di affittacamere, degli ostelli per la gioventù e delle case per ferie), e sono in possesso dei requisiti previsti dal presente regolamento, presentano al comune competente la domanda di autorizzazione prevista dall'articolo 7, commi 1 e 2; b) coloro che gestiscono in forma non imprenditoriale case e appartamenti per vacanze sulla base dell'autocertificazione prevista dall'articolo 13 della legge regionale 5 agosto 1998, n. 33 (Disciplina e gestione delle case e appartamenti per vacanze), e sono in possesso dei requisiti previsti dal presente regolamento, presentano al comune competente la domanda di autorizzazione prevista dall'articolo 7, commi 1 e 2.

2. Il comune, entro novanta giorni dal ricevimento della domanda di cui al comma 1, lettere a) e b), provvede al rilascio dell'autorizzazione prevista dall'articolo 26 della l.r. 13/2007 e dall'articolo 7. Decorso tale termine, il silenzio dell'amministrazione comunale equivale a provvedimento di accoglimento della domanda, ai sensi dell'articolo 20, comma 1, della legge 241/1990, e successive modifiche.

3. Nelle more degli adempimenti previsti dai commi 1 e 2, il titolare e il gestore delle strutture per l'alloggio e prima colazione e delle case e appartamenti per vacanze in forma non imprenditoriale, proseguono l'attività.

Art. 12 (Abrogazioni)

1. Ai sensi dell'articolo 59 della l.r. 13/2007 e successive modifiche, dalla data di entrata in vigore del presente regolamento sono abrogate le seguenti leggi: a) la legge regionale 29 maggio 1997, n. 18 (Norme relative alla disciplina ed alla classificazione degli esercizi di affittacamere, degli ostelli per la gioventù e delle case per ferie); b) la legge regionale 5 agosto 1998, n. 33 (Disciplina e gestione delle case ed appartamenti per vacanze).

Il testo non ha valore legale; rimane, dunque, inalterata l'efficacia degli atti normativi originari.

Note (1) - Lettera modificata dall'art. 1, comma 1, lettera a) del r.r. 21 settembre 2009, n. 18, pubblicato sul BUR 7 ottobre 2009, n. 37, s. 175. (2) - Lettera modificata dall'art. 1, comma 1. lettera b) del r.r. 18/2009. (3) - Lettera sostituita dall'art. 2, comma 1, lettera a) del r.r. 18/2009. (4) - Lettera modificata dall'art. 2, comma 1, lettera b) del r.r. 18/2009. (5) - Lettera modificata dall'art. 2, comma 1, lettera c) del r.r. 18/2009. (6) - Lettera sostituta dall'art. 2, comma 1, lettera d) del r.r. 18/2009. (7) - Lettera modificata dall'art. 2, comma 1, lettera e) del r.r. 18/2009. (8) - Lettera abrogata dall'art. 2, comma 1, lettera f) del r.r. 18/2009. (9) - Lettera aggiunta dall'art. 2, comma 1, lettera g) del r.r. 18/2009. (10)- Lettera modificata dall'art. 2, comma 2, lettera a) del r.r. 18/2009. (11)- Lettera sostituita dall'art.2, comma 2, lettera b) del r.r. 18/2009. (12)- Lettera modificata dall'art. 2, comma 2, lettera c) del r.r. 18/2009. (13)- Lettera inserita dall'art. 2, comma 3, lettera a) del r.r. 18/2009. (14)- Lettera modificata dall'art. 2, comma 3, lettera b) del r.r. 18/2009. (15)- Numero sostituito dall'art. 2, comma 3, lettera c) del r.r. 18/2009. (16)- Numero aggiunto dall'art. 2, comma 3, lettera d) del r.r. 18/2009. (17)- Lettera aggiunta dall'art. 2, comma 3, lettera e) del r.r. 18/2009. (18)- Lettera sostituita dall'art. 2, comma 4, lettera a) del r.r. 18/2009. (19)- Lettera sostituita dall'art. 2, comma 4, lettera b) del r.r. 18/2009. (20)- Lettera sostituita dall'art. 2, comma 4, lettera c) del r.r. 18/2009.

86

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

(21)- Lettera modificata dall'art. 2, comma 4, lettera d) del r.r. 18/2009. (22)- Lettera sostituita dall'art. 2, comma 5, lettera a) del r.r. 18/2009. (23)- Lettere aggiunte dall'art. 2, comma 5, lettera b) del r.r. 18/2009. (24)- Comma modificato dall'art. 3 del r.r. 18/2009. (25)- Lettera sostituita dall'art. 4, comma 1 del r.r. 18/2009. (26)- Alinea sostituita dall'art. 4, comma 2, del r.r. 18/2009. (27)- Articolo modificato dall'art. 1 del r.r. 21 aprile 2009, n. 4 (BUR 28 aprile 2009, n. 16) e successivamente sostituito dall'art. 5 del r.r. 18/2009. (28)- Comma modificato dall'art. 6 del r.r. 18/2009.

Per utile coordinamento si riporta l'art. 7 (Disposizione transitoria per le strutture ricettive extralberghiere) e l'art. 8 (Deroga per le strutture ricettive extralberghiere) del r.r. 18/2009

"Art. 7 (Disposizione transitoria per le strutture ricettive extralberghiere)

1. L'adeguamento ai requisiti strutturali di cui al r.r. 16/2008 e successive modifiche è obbligatorio per l'apertura di nuove strutture ricettive extralberghiere e la ristrutturazione di quelle già esistenti alla data di entrata in vigore del presente regolamento. 2. Per interventi di ristrutturazione si intendono quelli subordinati a permesso di costruire ai sensi dell'articolo 10, comma 1, lettera c), del Decreto del Presidente della Repubblica del 6 giugno 2001, n. 380 (Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia). Qualora detti interventi prevedano incrementi dei volumi, i requisiti strutturali di cui al r.r. 16/2008 e successive modifiche sono obbligatori unicamente per i nuovi volumi. 3. I requisiti strutturali di cui al r.r. 16/2008 e successive modifiche non si applicano alle strutture ricettive extralberghiere già esistenti nonché agli interventi di costruzione o ristrutturazione delle strutture i cui progetti siano stati presentati agli uffici competenti alla data di entrata in vigore del presente regolamento.

Art. 8 (Deroga per le strutture ricettive extralberghiere)

1. Limitatamente ai requisiti strutturali e dimensionali, ove fossero in contrasto con la migliore conservazione dei valori storico-culturali degli edifici, non è obbligatoria l'adesione ai requisiti di cui al r.r. 16/2008 e successive modifiche per le strutture ricettive extralberghiere da insediarsi o già insediate in edifici sottoposti a tutela e censiti dalle Sopraintendenze del Ministero per i beni e le attività culturali come di interesse storico e/o monumentale o sottoposte ad altre forme di tutela ambientale o architettonica, per le quali si può derogare in funzione della loro integrale conservazione e preservazione."

87

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

88

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

89

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

90

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

91

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

92

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

93

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

94

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

95

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

96

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

97

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

98

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

99

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

100

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

101

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

Dossier di candidatura per Attività II.5 POR FESR Lazio 2007-2013

102

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

103

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

104

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

105

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

106

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

107

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

108

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

109

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

110

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

111

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

112

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

113

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

BIBLIOGRAFIA

BIBLIOGRAFIA

Studi su Arcinazzo Romano e la regione sublacense

~ Il Comprensorio sublacense, in «Quaderni dell’Istituto di pianificazione territoriale», Università degli Studi di Roma, Facoltà di Architettura, II (1973), 2. ~ P. Toubert, Les structures du Latium médiéval: le Latium méridional et la Sabine du IXe siècle à la fin du XIIe siècle, Ecole francaise de Rome, Rome, 1973 ~ L. Travaini, Affile e Arcinazzo Romano, Tesi di laurea in Topografia Medievale, Università di Roma La Sapienza, 1976 ~ L. Travaini, Arcinazzo Romano. Affile, in «Storia della città», 5 (1977), pp. 63-68 ~ C. Longo, P. Albisinni, E. Abenavoli, Centri storici minori nel Lazio. Metodologie d’indagine e proposte d’intervento campione nella valle dell’Aniene, Edizioni Kappa, Roma, 1979. ~ C. La Torre, A. Giammarusti, Il territorio di Arcinazzo Romano dalle origini al XIX Secolo, Team-stampa, Roma, 1985 ~ L. Travaini, Due castelli medievali. Affile e Arcinazzo Romano, Team Stampa, Roma, 1990 ~ Restauro dei centri storici alto Aniene: recupero e risanamento di abitazioni: Subiaco, Agosta, Canterano, , Cervara di Roma, Ciciliano, Gerano, , Sambuci, a cura di A. Durante, M. Mancini, Pieraldo Editore, Roma, 2001. ~ Come eravamo: volti e scorci di Ponza: immagini e foto antiche di Arcinazzo Romano, Editoriale italiana 2000, Roma, 2007

Inquadramento geografico-geologico, storia sismica locale ~ AA.VV., Guide geologiche regionali: il Lazio, Società Geologica Italiana, BE-MA Editrice, Milano, 1993. ~ Boschi E., Guidoboni E., Ferrari G., Valensise G., Gasperini P., Catalogo dei forti terremoti in Italia dal 461 a.C. al 1990, ING-SGA, Bologna, 1997 ~ Molin D., Rossi A., Tertulliani A. and Verrubbi V., Studio della sismicità dell'alto Bacino dell'Aniene (Appennino centrale - Italia) e catalogo sismico di area, in «Quaderni di Geofisica», 24 (2002). ~ Guidoboni E., Ferrari G., Mariotti D., Comastri A., Tarabusi G., Valensise G., CFTI4Med, Catalogue of Strong Earthquakes in (461 B.C.-1997) and Mediterranean Area (760 B.C.- 1500), INGV-SGA, 2007.

Metodo e strumenti di analisi dell’insediamento urbano e del tessuto edilizio

~ G. Caniggia, Strutture dello spazio antropico, Alinea editore, Firenze, 1972 ~ G. Cataldi, Per una scienza del territorio. Studi e note, Uniedit, Firenze, 1977 ~ G. Caniggia, G.L. Maffei, Composizione architettonica e tipologia edilizia. 1. Lettura dell’edilizia di base, Marsilio editore, Venezia 1979 ~ E. Guidoni, Lazio, Cantini, Firenze, 1990 ~ E. De Minicis, E. Guidoni, Case e torri medievali, Kappa, Roma, 1996 (comprende: Atti del II convegno di studi “La città e le case. Tessuti urbani, domus e case-torri nell’Italia comunale (sec. XI-XV)”, Città della Pieve, 11-12 dicembre 1992; Atti del III Convegno di studi “La città,

114

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

le torri e le case: indagini sui centri dell'Italia comunale (sec. XI-XV): Toscana, Lazio, Umbria”, Città della Pieve, 8-9 novembre 1996) ~ G. Caniggia, Ragionamenti di tipologia, Alinea Editrice, Firenze, 1997 ~ E. De Minicis, Temi e metodi di archeologia medievale: ricerche sul territorio, la città, l'edilizia, Bonsignori, Roma, 1999 ~ Guidoni E., Città medievali: orientamenti e metodi di ricerca, in «Storia dell'urbanistica: annuario nazionale di storia della città e del territorio», 5, 1999 ~ Tosco C., Il paesaggio storico. Le fonti e i metodi di ricerca, Laterza Editore, Bari, 2009

Metodo e strumenti per il recupero dei centri storici minori

~ P. Marconi, Il recupero della bellezza, Skira Editore, Milano, 2005 ~ M. Zampilli, “Il recupero della bellezza ed il riuso dei centri storici minori. L’esperienza nei corsi di restauro della Facoltà di Architettura di Roma Tre”, in F. Maietti, Centri storici minori. Progetti di recupero e restauro del tessuto urbano fra identità culturale e salvaguardia, Maggiol editore, Santarcangelo di Romagna, 2008 ~ F.R. Stabile, M. Zampilli, C. Cortesi, Centri storici minori. Progetti per il recupero della bellezza, Gangemi Editore, Roma, 2009 ~ M. Zampilli, “Il centro storico terremotato di Tussillo (AQ): come e per quale uso ricostruire. I risultati di un laboratorio didattico sul campo”, in Centroni A., Filetici M.G., Responsabilità nella conservazione del costruito storico, Atti del Convegno per il ventennale dell’ARCo (Roma-Villa Medici, 29-30 Novembre 2010), Gangemi Editore, 2011 ~ F. Geremia, M. Zampilli, “Il patrimonio culturale dismesso: i centri storici e gli edifici di valore storico architettonico”, in AA.VV, Riutilizziamo l’Italia, Report 2013, WWF Italia, Ottobre 2013

Manuali per il recupero dei caratteri costruttivi locali

~ Manuale del recupero del comune di Roma, direzione scientifica: P. Marconi, F. Giovanetti, E. Pallottino, I ed., DEI, Roma, 1989 e II ed. 1997 ~ G. Cangi, Manuale del recupero strutturale e antisismico, DEI, Roma, 2005 (2 edizione: DEI, Roma, 2012) ~ D. Fiorani, D. Esposito, Tecniche costruttive dell'edilizia storica: conoscere per conservare, Roma, 2005

Albergo diffuso

~ L’albergo diffuso come strumento innovativo per la valorizzazione del potenziale turistico, «Bic Notes», Quaderno trimestrale su creazione d'impresa e sviluppo locale, 4 (2007), n. 4

115

Progetto di ricerca: Recupero del centro storico del Comune di Arcinazzo Romano

SITI INTERNET

Albergo diffuso http://www.albergodiffuso.com/gli-alberghi-diffusi-nel-lazio-due-casi-a-confronto.html http://www.biclazio.it/it/home/albergo-diffuso.bic http://www.alberghidiffusi.it/ http://www.albergodiffuso.net/

Fondi europei e regionali http://www.lazioeuropa.it/ http://www.agricoltura.regione.lazio.it/psr/ http://www.reterurale.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/1 http://enrd.ec.europa.eu/enrd-static/leader/leader/leader-tool-kit/it/index_it.html

116