Preprint dell’articolo pubblicato in “Theologica & Historica”, Annali della Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna, XVIII (2009), pp. 259-271.

Alcune note sulla geografia umana della Provincia

Antonio M. Corda* - Antonio Piras**

Dipartimento di scienze archeologiche e storico-artistiche, Univ. di - [email protected] Dipartimento di scienze bibliche e patristiche, Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna - [email protected]

Sommario - Il recente rinvenimento di alcuni manufatti epigrafici in agro di Siddi e sono l’occasione per una riflessione sulla ro- manizzazione della Sardegna. La rilettura di CIL X, 7840 da in cui vengono menzionati i Fifenses e l’individuazione di un nuovo populus, i Barsanes (vel Barsani) consentono di poter avanzare la proposta di una nuova cartografia su cui discutere. L’iscrizione di uncolonus suggerisce lo spunto per un approfondimento dell’organizzazione agraria della Marmilla in età romana. Abstract - The recent discovery of some epigraphic artefacts in the countryside of Barumini and Siddi (Sardinia, ) is an opportunity to reflect on the Romanization of Sardinia. The new interpretation of CIL X,7840 from Vallermosa, where the Fifenses are mentioned, and the identification of a newpopulus , the Barsanes (vel Barsani), allow us to put forward the proposal of a new cartography of Roman Sardinia. The epitaph of a colonus suggests an opportunity of going deeply into the question of Marmilla agrarian organization in the Roman age.

KEYWORDS: Latin Epigraphy, Romanization, Sardinia, colonus

Nel suo recente volume sulla Sardegna romana mini che di recente sono stati oggetto di importanti Attilio Mastino pubblica la carta dei populi della studi collegati al periodo romano e tardoantico4. Provincia Sardinia come corredo al commento sull’antropizzazione del territorio sardo svolto nelle §1. L’iscrizione CIL X, 7840 pagine precedenti1. di Marcus Alenius Sardus Alcuni rinvenimenti ci consentono di proporre, almeno a livello di ipotesi, qualche lieve aggiusta- La riedizione del testo CIL X, 7840 proveniente mento sul disegno della stessa che ricalca sostanzial- da Vallermosa5 ci consente di proporre con un certo mente quanto finora pubblicato da Piero Meloni2 grado di attendibilità lo spostamento dei Fifenses e, cartograficamente, da S. L. Dyson nelBarrington dall’area di Sulci (ovviamente quella della costa Atlas3. orientale) ad un’area collocabile nell’alta valle del La nostra attenzione verterà sull’analisi di mate- Cixerri. riali epigrafici provenienti da alcune aree sarde che, Il cippo di Marcus Alenius Sardus, ora purtroppo come si vedrà, hanno in comune la stessa vocazione perduto, è stato rinvenuto presso Villa Pau, l’antico agricola e, dal punto di vista strettamente archeolo- centro medievale da cui ‘discende’ l’attuale centro gico, lo stesso paesaggio. moderno di Vallermosa. Già la scheda del CIL mise Le due aree in questione sono il comprensorio gravitante intorno agli attuali centri di Vallermosa 4 Si vedano ad es. sulla media valle del Cixerri i contributi e e l’area gravitante intorno a Baru- di Ibba 2008 e Bonello Lai 2008 (in entrambi ampia bibliografia precedente); sulla seconda area vedi Mastino 2001 e Serreli 2002; per entrambe considerazioni sulla viabilità in Mastino 2005, pp. 355-372; 382-385. 1 Mastino 2005, p. 306 e carta a p. 307. Siamo debitori 5 Bibliografia di edizione inSpano 1861, p. 25 (con apogra- alla cortesia degli amici Aldo Carcangiu e Luca Carrogu, fo); CIL X, 7840 (apografo); da ultimo cfr. Corda 2007, parroci di Barumini e di Siddi, per averci segnalato e reso pp. 65-67. Apparato critico: ll. 2-3 Lutatius Feifananarcus accessibili le iscrizioni relative ai due paesi. CIL; l.2 Feifina Rowland 1973. In generale sul centro di 2 Meloni 1990. Vallermosa cfr. (da ultimo con bibliografia precedente) 3 Talbert 2000, tav. 48. Corda 2007, pp. 57-64. - 1 - in evidenza una difficoltà di lettura del testo e lo Posto che entrambe le letture siano corrette, Schmidt, che ne fu il redattore, propose in apparato l’ubicazione dei Fifenses in agro di Vallermosa è pre- critico la lettura feifananarco, una sequenza che è, feribile a quella di Sulci proprio per la natura stessa per usare un eufemismo, piuttosto criptica (se non del manufatto. Mentre infatti il primo, ossia il di- priva di senso logico). ploma militare, è riferibile a una persona che per la La semplice dedica funeraria di Lutat[ia] al pro- sua professione non aveva una dimora stabile, sì che prio marito Marcus Alenius potrebbe quindi presen- il luogo del suo rinvenimento potrebbe coincidere tare dopo il gentilizio della donna o un cognomen, col buen retiro del veterano, la nostra Lutazia, al come vuole R. J. Rowland6, oppure, come sembra contrario, può essere immaginata senza fatica come più probabile, l’etnico. In questo secondo caso l’edi- ‘stanziale’ dell’area10. zione del testo corretta potrebbe essere la seguente: Datazione: II-III sec. d.C.

§2. L’iscrizione di Afinia Kassiada Barumini e i Barsanes.

Gli studi più recenti ci descrivono l’area di per- tinenza della Colonia Iulia Augusta Uselis11 come piuttosto vasta e il cui territorium era delimitato dalla presenza di altri centri importanti come Va- lentia, Carales, Neapolis, Othoca. L’area oggetto del nostro discorso va quindi ad intercettare la diocesi medievale di Usellus e, per rimanere in ambito medievale, parte della curatoria del Barigadu12. Questo territorio era diviso in età Fig. 1: Riproduzione di CIL X, 7840 romana in pagi e affidato in concreto alla gestione di individui sia di cittadinanza romana sia, più pro- D(is) M(anibus) babilmente, di condizione peregrina. Questa valu- Lutat[ia] Feif(e)n(sis) Mar= tazione, ormai condivisa dai più, trovava una sua co Alenio Sard(o) forte motivazione e riscontro nella bella iscrizione tumulum fecit dei Pagani Uneritani, pubblicata appena qualche bene merenti anno fa da Giovanni Serreli e Attilio Mastino13. vixit annis +[-]L. Due nuove iscrizioni provenienti dall’agro di Siddi e da Barumini ci consentono di confermare I problemi, com’è evidente, non sono pochi questo assunto e proporre qualche significativa in- perché in assenza del manufatto dobbiamo rifarci tegrazione ai dati. al solo ‘eidotipo’ piuttosto schematico del CIL. La Cippo funerario reimpiegato nella chiesa par- lettura proposta sembra quella più convincente7 e rocchiale tardogotica (XVI sec.) di Barumini inti- si osservi come la lettura Feif(e)n(sis)8 inteso come tolata alla Beata Vergine Immacolata. etnico richiami un’altra attestazione sarda di questa Lo specchio epigrafico è inquadrato in una ta- forma incisa su un diploma militare datato al 134 e bula securiclata ricavata mediante un ribassamento proveniente da Sulci9. della superficie del cippo. Il testo è graficamente ca- 6 Rowland 1973. 7 Le ll. 2-3 potrebbero anche essere lette Feif(ensis) Ma\ 10 Tra l’altro lo stesso nome portato dalla donna sembra con- {Ma\}rco con una dittografia nel nome maschile. venire, al pari di quelli attestati nella bassa valle del Cixerri, 8 Come dimostrato ampiamente da Lommatzsch 1908 la ad un ambito medio italico, sì da far pensare all’esito di un resa -ei per la -i lunga è assolutamente normale. matrimonio tra elementi allogeni e locali(?). 9 Si tratta del diploma militare CIL X, 7855=XVI, 79, pro- 11 Sul centro di veda Usai-Zucca 1981-1985 e da ultimo in veniente da Tortolì, in cui viene menzionato un D(ecimus) sintesi Mastino 2005, pp. 291-294; 328-329. Numitorius Agisini (filius?) Tarammo Fifens(i) ex Sard(inia) 12 Mastino 2005 p. 293. (cfr. Meloni 1990, pp. 316; 373). 13 Cfr. prima edizione in Mastino 2001 e Serreli 2002. - 2 - Fig. 2. Epigrafe di Afinia Kassia da Barumini ratterizzato da una incisione abbastanza profonda e perché citato nella coppia consolare dell’anno 67, da segni di interpunzione puntiformi. in un’iscrizione piuttosto importante nella quale In l. 1 il lapicida ha, probabilmente per un er- viene probabilmente ricordato un atto di everge- rore tecnico, completamente scavato la D dell’ad- tismo compiuto da personaggi locali di nome Mi- precatio; in l. 6 notevole la S in modulo minore ed slius Cora[---], Benets Celele f(ilius), Bacoru Sabgada in apice, da intendersi forse come un tentativo di [---] Obrisio15. abbellimento del testo. Caratteristiche le traverse La gens Kassia, ben nota in Sardegna nella sua della K nelle ll. 1-3. L’ultima riga è incisa oltre il forma più “regolare” Cassia16, ha nell’Orbis un nu- limite inferiore della tabula. mero di attestazioni significativo17, mentre il co- Dimensioni: 125x60 (spess. non det.); car. cm gnomen Caiolus, portato dal padre della defunta, è 4/5; specchio epigrafico della tabula 60x38. altrove documentato nella grafia Gaiolus18. Localizzazione: UTM 32S 5000543E; 4394714N; 207 slm. 15 Il testo di per sé non propone un confronto particolarmen- Ricognizione 29 ottobre 2004. te indicativo sulla presenza di questa gens in Sardegna, in quanto si può anche pensare che il magistrato menzionato non sia mai passato nell’Isola. D(is) M(anibus). 16 CIL X, 7564 = IG XIV, 607b = AE 1992, 869 = AE 2002, Afiniae Kassiae Barsani. 167 e CIL X, 7697 = CLE 808 (dalla c.d. Grotta della L(ucius) Kassius Caiolus p(ater) et Afin= Vipera); ILSard, 71 da Carales; CIL X, 7915 da Cornus; ia Valeria m(ater) filie karissimae CIL X, 7936 da Bosa; ILSard, 225 da Tharros; ILSard, 313 b(ene) m(erenti) f(ecerunt) sibi et posterisq(ue), = AE 1892, 137 da Olbia. Si noti piuttosto come la for- ma Kassius/-a sia tipica delle aree nordafricane come ad es. vixit an= ILAlg 1, 1055 da Thagura in Proconsularis M(arcus) Kassius nis XVIIII. Hic sita est, b(onis) b(ene). / Lollianus; IAM II, 2, 571 da Volubilis in Mauretania Tingitana [D(is)] M(anibus) s(acrum) / Kassi Mace/do- L’iscrizione, piuttosto semplice nell’impianto, nis; ILAlg II, 3, 8352 da Beni Guecha in Numidia Kassia [Max]/ima Lucius Kassius Caiolus . è dedicata da un e da una 17 Schulze 1904, p. 423 e sulle attestazioni della forma Afinia Valeria alla propria figlia Afinia Kassia. La come cognomen cfr. Kajanto 1965, p. 163. defunta ha ereditato un elemento onomastico dal 18 CIL VIII, 18992 = CIL VIII, 19027 = ILAlg II,2, 5594 padre ed uno dalla madre secondo le più classiche da Thibilis / El Announa in Numidia Q(uintus) Mani/ regole di trasmissione del nome. lius Ca/iolus. Meno pertinente il confronto con la forma Caiolius Hispellum Afinia 14 , nota in CIL XI, 5299 da in Umbria La gens di origine medioitalica viene e semplicemente citata in Schulze 1904, p. 408,1. Altri menzionata in Sardegna in poche iscrizioni. confronti in Africa: ILAlg II, 2127 da Celtianis (Kherba In Epigrafia A177=AE 1907, 119=AE1988, 666 - Algeria) in Numidia C(aius) Aedinius / Gaiolus e ILAlg da Genna Angius (Ales) questo gentilizio compare, II, 2662 C(aius) Granius / C(ai) f(ilius) Q(uirina) Gaio/lus; CIL VIII, 7366 = ILAlg II,1, 1165 da Cirta (Costantina, 14 Schulze 1904, pp. 112; 344. Algeria) M(arcus) Gabidi/us Gaiolus; CIL XIII, 1497 - 3 - Veniamo però ora all’aspetto più interessante di §3. L’iscrizione di Marcellus da Siddi questa iscrizione. Il termine Barsani, che potrebbe essere conside- Il centro di Siddi è situato in piena Marmilla rato a prima vista un elemento nominale sembra area che richiama immediatamente una antica vo- piuttosto essere il nome del populus a cui apparte- cazione agricola che a tutt’oggi viene ancora con- nevano i personaggi citati nel testo19. Quanto alla servata. forma dell’etnico, se il nome della defunta, come In antico quest’area era fittamente insediata e pare probabile, è in dativo, Barsani andrebbe con buona probabilità in prossimità dell’attuale anch’esso inteso, in ragione della concordanza, centro abitato possiamo collocare un vicus romano come dativo di un nominativo Barsanis: il populus facente capo alla pertica di Uselis. in questione sarebbero dunque i Barsanes. Se in- Il nostro manufatto è un cippo verticale in are- vece, mutando l’interpunzione, si ammette che l’et- naria con timpano cuspidato proveniente dalla loc. nico si riferisca non alla defunta, bensì ai dedicanti Tradoriu22 che probabilmente è stato scolpito molto in una sorta di concordanza progressiva, fatto cer- prima del suo utilizzo23. Lo specchio epigrafico tamente meno usuale almeno in documenti epigra- sembra essere stato danneggiato intenzionalmente fici, bisognerebbe in tal caso postulare un nomina- sul lato destro probabilmente in un maldestro ten- tivo plurale Barsani. In assenza di ulteriori riscontri tativo di reimpiego in antico. documentali non è peraltro possibile addivenire a Sul lato sinistro è visibile, orientata orizzontal- conclusioni definitive. mente, una dolabra24; sul lato destro è visibile la È difficile riuscire a stabilire se si possa trattare rappresentazione di una forma ceramica chiusa (un di una popolazione autoctona o se si possa trattare attingitoio o una specie di urceus) o in alternativa di elementi allogeni fatti arrivare in Sardegna. Resta un sacco (per le sementi?). L’iscrizione è conservata da considerare il fatto che questo nome non sembra all’interno della chiesa romanica di San Michele avere al momento alcun confronto con etnici, nomi della II metà del XIII secolo25. personali o di luogo in nessuna parte del mondo Dimensioni: altezza cm 141; larghezza cm 53; romano20. spessore cm 48; specchio epigrafico largh. cm46 ,5; Da notare piuttosto il prefisso bar- che sembra caratteri: cm 4-4,5. richiamare nomi di ambienti semitici o comunque Localizzazione: ascrivibili a lingue preromane21. UTM 32S 490478E; 439153093N; 110 slm. Datazione: II-III secolo Ricognizione 29 ottobre 2004.

Marcellus, co= lonus vix[it] annos sex[a]= gintano[bem] (4, p 19) da Vichy (Aquitania) Gaiolus Gai f(ilius) e in et me(n)ses tres Lusitania: Garcia Iglesias 1997, 281 da Emerita (Merida) et dies nob[em]. Gaiolus; CIL V, 5360 da Comum (Como) Regio X: C(ai) Octavi / C(ai) l(iberti) / Agathemeri / Gaioli / Octavius / Heliodorus. 19 Si consideri come l’origo venga collocata generalmente in 22 Nell’area di Tradorius, situata a circa 800 metri dal paese, questa posizione e cioè dopo il cognomen (Lassère 2005, venne rinvenuto un tesoretto monetale di diversa cronolo- p. 130). gia (Lilliu 1946). Quest’area, così come rileva Giovanni 20 Sembrano infatti essere tutt’altro forme come Aur(elius) Lilliu, era probabilmente la sede di un villaggio medievale. Barsamsus (AE 1975, 705 da Intercisa in Pannonia Inferior); Su Siddi cfr. anche Puxeddu 1975, pp. 169,180, 206-207. Barsa/mis (CIL II, 3130 da Sahelices in Hispania citerior); 23 Sembra infatti essere troppo costoso ed elaborato per il li- Bersum[es] / Barsam[es] (in CIL III, 14214 da Babadag vello del defunto. in Moesia inferior); Decima L Barsa (CIL VIII, 10902 da 24 Si tenga presente come in località Is Arroccas di Codinas Cuicul in Numidia); Barsa/ina (AE 1992, 702 da Tergeste, venne rinvenuta una lastra con incisa una figura umana Regio X); Aur(elius) Barsamus (AE 1971, 331 da Intercisa e una dolabra (Lilliu 1940, p. 252); quest’area era, in in Pannonia inferior); Iuli / Barsami (AE 2001, 1664 da quell’arco cronologico, utilizzata come necropoli e nella Nagyvenyim in Pannonia inferior). tomba vennero trovati vari elementi di corredo che furono 21 Si veda il nutrito elenco proposto da Paulis 1987 per i to- datati in un arco cronologico ascrivibile al II e al III secolo. ponimi (p. 427) e nei testi antichi (p. 454) della Sardegna. 25 Sul monumento cfr. Coroneo 1993, p. 241. - 4 - Fig. 3. A sinistra: l’iscrizione di Marcellus; in alto: particolare dello specchio epigrafico. di questi due testi (che a nostro avviso sono per di- versi aspetti assimilabili all’iscrizione di Siddi) ad altra occasione, si può osservare come nel nostro caso colonus sembri indicare la funzione28 e non il cognomen29 del personaggio. Come ribadito più volte in letteratura,30 risulta difficile definire i contorni della figura colonusdel 31, la cui comparsa viene attribuita alla ormai ‘tradi- zionale’ lettura storica di una crisi dell’economia schiavista intorno al II-III secolo d.C. Senza entrare in questo spinoso argomento32 che in tempi recenti ha avuto più di una revisione verso posizioni meno oltranziste,33 si è più o meno Il testo, di chiara lettura, propone il nome del defunto indicandone il ruolo sociale. In Sardegna fermare che questo termine definisca lo “stato giuridico” del defunto. il termine compare in altri due casi sempre in iscri- 28 26 Come ad esempio in CIL IX, 5750=EDR15106: C(aius) zioni funerarie provenienti da Bidonì e da Porto Aelanius, C(ai) l(ibertus), Atam[---] / col(onus) Ricin(ae). Torres27. Rimandando un commento più puntuale /Ex tes[t]am(ento). Arbitr[atu] / Octaviae, ((mulieris)) l(ibertae), Acm[a] da Ricina (Macerata). 26 Il testo è edito in Cossu 1992; AE 1974=778 che leg- 29 Esempi in questo senso non mancano. Si veda ad esem- ge D(is) M(anibus) / Colonei vi/xit ann(is) II intendendo pio EDR 093736 da Cividale del Friuli (Forum Iulii): Colonei come un genitivo di un non altrimenti attestato C(aius) Ennius C(ai) f(ilius) / Colonus / H(erculi) v(otum) *Coloneus. Molto probabilmente si tratta di una forma –ei s(olvit) l(ibens) m(erito). per –i (cfr. al riguardo Lommatzsch 1908) e il genitivo 30 Sul colonato cfr. Veyne 1980; Johne et al. 1983; Carrié è di un ‘normale’ Colonus. Si può pensare che si tratti del 1993; Kolendo 1991; Marcone 1997. nome imposto ad un figlio morto bambino di un colonus 31 Sulle possibili traduzioni del termine si vedano le acute (sulla complessità dello stato giuridico dei figli dei coloni osservazioni di de Neeve 1984, Cap. II. vedi De Martino 1993, p. 795). 32 La crisi del II sec. d.C. che generò il collasso del sistema 27 Questa iscrizione proviene da Turris Libisonis (Porto schiavistico, dovuta secondo alcuni alle aggregazioni di Torres) ed è edita in CIL X, 7597= Mastino 1984. p. 46; estensioni medie di terreno nei grandi latifondi con con- 69 n.177; 72 n.190 D(is) M(anibus) / Proculus / Colonus seguente inflazione e contrazione della richiesta di mano- / bixit annos XXXV fe/cit uxor bene merenti. Già Attilio dopera servile, è analizzata, tra gli altri, da Tchernia 1986 Mastino suppose nel commento al testo che Proculus nel caso specifico della produzione di vino. Sulla questione fosse da connettere alle attività agricole della Romangia. vedi in sintesi Marcone 1997, pp. 169-174. Andando un po’ più in là di questa valutazione si può af- 33 In sintesi vedi Pani-Todisco 2005, p. 192. - 5 - concordi nel ritenere che il colonus potesse essere Bibliografia generale un individuo di condizione (formalmente) libera o servile al vertice di una catena di gestione della Bonello Lai, M. (2008), ‘I senatori sardi’, in Francesca Cenerini-Paola Ruggeri (eds.), Epigrafia romana in terra che vedeva comunque al livello più basso lo Sardegna (Incontri insulari, 1; Sant’Antioco: Carocci), schiavo34. 95-110. Nel nostro caso, a dispetto di un nome unico, Carrié, J.-M. (1993), ‘Eserciti e strategie’, in Aldo Schiavone Marcellus non sembra essere di una condizione ser- (ed.), Storia di Roma. L’età tardoantica. I. Crisi e tra- sformazioni vile tout-court, cosa che viene generalmente indi- (3,1; Torino: Einaudi), 83-154. Corda, A. M. (2007), ‘Vallermosa: la romanizzazione del 35 36 cata , né un servus quasi colonus , ma piuttosto un territorio’, Villa Hermosa. Storia e identità di un luogo povero contadino a cui era stata affidata la gestione (Vallermosa: Comune di Vallermosa), 57-77. (o la proprietà “limitata”37) di un podere in un’area Coroneo, R. (1993), Architettura romanica dalla metà del particolarmente difficile da gestire e che già dalla Mille al primo `300 (Nuoro: Ilisso). fine del I sec. d.C. Attilio Mastino suppone, sulla Cossu, A. M. (1992), ‘Iscrizioni di età romana dal Barigadu’, in Attilio Mastino, Paola Ruggeri (eds.), L’Africa Ro- scorta di un passa varroniano, essere incolta e ab- mana 10, (Editrice Archivio Fotografico Sardo: Sas- bandonata38. sari), 973-1011. La non menzione esplicita di un dominus De Martino, F. (1993), ‘Il colonato fra economia e diritto’, sembra infatti far supporre che Marcellus potesse in Aldo Schiavone (ed.), Storia di Roma. L’età tardoan- tica. I. Crisi e trasformazioni essere una sorta di mezzadro che corrispondeva un (3, 1; Torino: Einaudi), 789-822. canone d’affitto annuale al grosso latifondista, così de Neeve, P. W. (1984), Colonus. Private Farm-Tenancy in come sappiamo accadere a partire dal primo secolo Roman Italy during the Republic and the Early Princi- a.C. nella penisola medioitalica39 per poi affermarsi pate (Amsterdam: J. C. Gieben) 273. come pratica comune nel II-III sec. d.C. Finley, M. I. (1981), Schiavitù antica e ideologie moderne La prassi dei grandi proprietari di reclutare in (Roma-Bari: Laterza). Garcia Iglesias, L. (1997), Epigrafía Romana de Augusta loco i contadini da utilizzare come coloni per la con- Emerita (Madrid). duzione delle coltivazioni40 ci può far supporre che Giliberti, Giuseppe (1981), Servus quasi colonus: Forme non il nostro defunto potesse essere un locale. tradizionali di organizzazione del lavoro nella società ro- Datazione: III secolo mana (Napoli: E. Jovene). ------(1999), Servi della terra ricerche per una storia del colo- nato (Torino: G. Giappichelli). Ibba, A. (2008), ‘... cuius ossa ex Sardinia translata sunt: alcune osservazioni sugli Herennii di Sardegna’, in Francesca Cenerini, Paola Ruggeri (eds.), Epigrafia romana in Sardegna (Incontri insulari, 1; Roma: Carocci), 112- 35. Johne, K.-P., Köhn, J.,Weber, V. (1983), Die Kolonen in Ita- lien und den westlichen Provinzen des römischen Reiches (Berlin). Kajanto, I. (1965), The Latin Cognomina (Helsinki). Kolendo, J. 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Fig. 4. Carta della Sardegna romana come in Mastino 2005, p. 307 integrata dalla nuova posizione dei Fifenses e dalla nuova attestazione dei Barsanes.

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