Ente Comunità di [1477] - 1810 settembre 30

Luoghi Mezzano

Archivi prodotti Comunità di Mezzano, [1477] - 1810 settembre 30 di Mezzano, [1477] - 1810 settembre 30

Storia Mezzano è uno degli otto attuali comuni della valle di nel orientale [1]. L'origine del suo nome, pur se facile da individuare [2], non aiuta a situare esattamente nel tempo l'inizio della sua esistenza come nucleo demico, nemmeno se messa a confronto con i nomi degli altri centri abitati della valle [3]. La storia dell'istituzione comunale di Mezzano va collocata nell'ambito più vasto del comune generale di Primiero ed è attestata per la prima volta all'inizio del Duecento da un manipolo di documenti concernenti una controversia tra gli homines della valle e il vescovo di , signore territoriale della zona [4]. Mezzano risulta essere uno dei quattro comuni rurali che danno vita al più vasto comune federale di valle. Questo ha già una ben definita identità giuridica ed è capace di porsi autorevolmente come referente unitario di tutti gli abitanti della valle nei confronti dei poteri politici e amministrativi gerarchicamente superiori. Nulla di preciso sappiamo dire - allo stato delle ricerche attuali e della documentazione pervenutaci - delle origini del comune: il suo iter genetico si snoda comunque sullo sfondo di condizioni ambientali e politiche caratteristiche di tutti i comuni federali di montagna. Molto probabilmente il suo addensarsi come nucleo di esigenze politiche, di manifestazioni di volontà e di interessi da parte dei valligiani - in gran parte probabilmente piccoli allodieri - va collocata nella seconda metà del XII secolo, quando appaiono anche le prime tracce di altre comunità rurali feltrine. Il comune di Primiero nasce molto probabilmente come frutto di uno 'scambio politico': l'esigenza di autonomia amministrativa da parte dei valligiani è riconosciuta dal vescovo di Feltre in cambio della loro fedeltà e di determinati vantaggi economici. Con il riconoscimento del nuovo istituto comunale - che sembra non avere riscontri nella signoria territoriale feltrina - il potere vescovile si garantisce il controllo sulla parte più settentrionale del 'comitato', quella più distante e maggiormente soggetta a spinte centrifughe.
Abbiamo detto comune federato e infatti il comune di Primiero risulta essere costituito fin dal suo apparire nella documentazione scritta, da quattro regole, sue vere e proprie articolazioni territoriali e allo stesso tempo dotate di propria identità e autonoma capacità amministrativa. I dati a nostra disposizione non ci permettono di risolvere a priori la questione del rapporto genetico tra comuni rurali e superiore organizzazione valliva ma permettono invece qualche considerazione sulle vicende insediative della valle anche per il periodo anteriore al '200. Le quattro regole sono quelle di Imer con , Mezzano, e con e Ormanico. Come si vede anche dalla semplice enumerazione, soltanto due, Mezzano e Tonadico si identificano rispettivamente con un unico villaggio. A tutt'oggi Mezzano e Tonadico sono, tra i paesi della valle di Primiero, quelli maggiormente dotati di una propria inconfondibile fisionomia, ravvisabile sia nella conformazione urbanistica sia nel profondo senso di appartenenza comunitaria degli abitanti.
E' nel 1367 che il comune di valle raggiunge il massimo grado di visibilità politica e istituzionale con l'approvazione degli statuti da parte di Bonifacio Lupi, signore della valle dal 1349, uomo dell'entourage di Francesco il Vecchio da Carrara, signore di Padova. Di statuti precedenti si ha notizia dal 1273 ma di essi non ci è giunto alcun testimone. Con gli statuti del 1367 il comune di Primiero vede riconosciuti con autorevolezza e solennità diritti e prerogative dei quali già da tempo godeva e che sotto il dominio del Lupi trovano la più ampia legittimazione. Il vertice della struttura amministrativa e giudiziaria del comune di valle era costituito dal podestà. Di nomina signorile, egli incarnava in un certo senso i limiti dell'autonomia comunale e rappresentava l'anello di congiunzione con il livello superiore del potere, del quale era emanazione diretta: le testimonianze pervenuteci mostrano come l'ufficio fosse appannaggio di 1/4

personalità estranee al comune e provenienti piuttosto dalle famiglie più in vista della nobiltà feudale feltrina o bellunese. Sotto la signoria del Lupi tale dato viene parzialmente modificato, anche se non nella sostanza: in questo periodo (1349- 1373) i podestà dei quali ci è giunta notizia, sono tutti parmensi.
Analogamente ad altri statuti di valle, quelli di Primiero non definiscono compiutamente il diritto regoliero e dunque non trattano esplicitamente degli uffici caratteristici delle regole, quali il marzolo e il saltaro. Tuttavia la figura di questi, specialmente quella del marzolo, occupa un posto di tutto rilievo all'interno del comune di valle stesso. Cerchiamo di vedere più da vicino la figura del marzolo, che ritroviamo anche a Mezzano [5]. Marzoli erano i capi delle quattro regole del comune di Primiero. Il loro nome dipende dal fatto di essere eletti molto probabilmente ogni anno all'inizio del mese di marzo. Riuniti in consiglio erano anche i veri capi della comunità di valle, coloro ai quali spettava l'obbligo di salvaguardare l'unità e l'identità del comune. Non a caso, nel proemio degli statuti del 1367 sono i marzoli a chiedere a Bonifacio Lupi l'approvazione del nuovo corpus normativo. Il loro ufficio compare nella documentazione storica insieme alle prime testimonianze del comune di valle: conferma dell'antichità e dell'importanza. L'elezione dei marzoli da parte delle assemblee regoliere costituiva un segno tangibile dell' autonomia dei singoli comuni rurali e dell'intero comune di valle nella scelta dei propri rappresentanti. I marzoli partecipavano all'amministrazione della giustizia a fianco del podestà sia nelle cause civili sia in quelle criminali, accompagnati ciascuno da quattro «boni homines» da loro stessi eletti. Garanti oltreché del corretto svolgersi delle attività regoliere, anche della vita civile delle proprie ville (o nel caso di Mezzano, della propria villa), i marzoli dovevano denunciare al podestà entro dieci giorni risse o sedizioni scoppiate nel territorio della loro regola, sotto la pena di cento soldi (rubrica LXXI). Insieme al podestà controllavano inoltre la contabilità del comune generale tenuta da un massaro.
Con il mutare dell'assetto politico della valle il loro ruolo all'interno del comune e delle singole regole non muta, anche se è la possibilità di azione del primo a subire progressivamente restrizioni e limitazioni. Nel 1373 gli esiti della cosiddetta guerra per i confini tra Padova e Venezia [6] portarono Primiero in mano ai duchi d'Austria che la fecero amministrare per circa un trentennio da esponenti della nobiltà tirolese, quali ad esempio Federico di Greifenstein e Sigismondo di Starkenberg. Il 22 settembre 1401 infine, Leopoldo d'Austria infeudò la valle a Giorgio II di Welsberg [7]. L'arrivo in valle dei Welsberg, famiglia pusterese, segnò una svolta fondamentale nella storia di Primiero. Il comune di valle si trovò a dover fronteggiare per la prima volta un attacco pesantissimo alla propria autonomia amministrativa e alla sua stessa sopravvivenza: i Welsberg infatti vantarono ben presto diritti sui boschi comunali, rivendicando a sé la loro proprietà e il diritto di riscuotere i dazi sul legname tagliato. L'interesse dei dinasti tirolesi per le risorse forestali della valle era fortemente intrecciato con la scoperta dei giacimenti minerari della valle il cui sfruttamento si fece intenso nella seconda metà del XV secolo. Dal 1401 fino al 1827 [8] l'intera valle di Primiero rimase sotto la giurisdizione della schiatta pusterese, che governò attraverso capitani e vicari, i cui rispettivi uffici furono prevalentemente ricoperti da un'unica persona.
Nel 1797 la valle di Primiero non subisce l'occupazione francese [9] ma, dopo la pace di Presburgo siglata il 26 dicembre 1805, è ceduta con il Trentino alla Baviera che ne prende possesso nei mesi di gennaio e febbraio dell'anno successivo [10]. Nel 1807 il Giudizio patrimoniale di Primiero fu unito al Giudizio distrettuale di [11], dal quale tornò ad essere indipendente dopo il fallimento dell'insurrezione hoferiana [12]. In base al decreto vicereale n. 163 del 10 agosto 1810, la valle entrò a far parte del Dipartimento della Piave del Regno d'Italia napoleonico [13] il 1 ottobre 1810, insieme al cantone di Toblach e ai comuni di Cortina e Buchenstein già appartenenti al Tirolo meridionale.

Fonti normative "Costituzione della Repubblica italiana adottata per acclamazione nei Comitati nazionali di Lione", 26 gennaio 1802, n. 1.

"Costituzione della Repubblica italiana adottata per acclamazione nei Comitati nazionali di Lione", 26 gennaio 1802, n. 1.

Legge 24 luglio 1802, n.54 "sull'organizzazione delle autorità amministrative" Decreto 9 gennaio 1807, n.5 "portante il regolamento sull'ornato della città" Decreto 3 aprile 1807, n. 56 sulle pensioni degli impiegati presso i comuni Legge 24 luglio 1802, n.55 "sulla tassa personale in favore delle comuni" Legge 4 settembre 1802, n.75 "relativa alla pubblica istruzione" Legge 17 settembre 1802, n.87 "per la guardia nazionale"

2/4

Legge 21 settembre 1802, n.89 "sopra i debiti e crediti delle comuni" Decreto 30 ottobre 1802, n.109 "per la Guardia nazionale" Legge 23 dicembre 1803, n.97 "relativa ai debiti dei comuni e loro attività" Legge 22 marzo 1804, n.25 "sui ricevitori comunali e dipartimentali" Legge 27 marzo 1804, n.30 "sulle strade" Legge 27 marzo 1804, n.30 "sulle strade" Decreto 9 maggio 1804, n.55 "sulla vaccinazione" Ordinanza del cesareo regio Giudizio provinciale ed unitovi Capitaniato circolare ai Confini d'Italia del 5 gennaio 1805, che estende a tutto il territorio la circolare dell'i. r. Uffizio capitaniale del Circolo ai Confini d'Italia del 10 maggio 1787, che proibisce la convocazione delle regole generali senza preventiva autorizzazione delle autorità Decreto 5 giugno 1807, n.46 "sull'amministrazione pubblica e sul comparto territoriale del regno" Regolamento 20 ottobre 1805 n. 134 per la decisione delle cause di pubblica amministrazione Decreto 7 aprile 1807, n.58 "relativo alle spese di culto e di beneficenza a carico dei comuni" Decreto 1 maggio 1807, n.70 "riguardante le aste negli appalti delle opere d'acque, ponti e strade" Decreto 5 giugno 1807, n.95 "con cui sono concentrate nel podestà e nel sindaco le funzioni attribuite alle municipalità dal decreto dell'8 giugno 1805" Decreto 4 agosto 1807, n.128 "relativo ai modi di estinguere le passività dei comuni colle attività che si possono impiegare a tale uso" Decreto 4 agosto 1807, n.125 "che istituisce una Direzione generale dell'amministrazione dei comuni" Regolamento 20 maggio 1806, n.79 "per la costruzione, per l'adattamento e per la conservazione delle strade" Circolare 16 novembre 1796 con la quale tutto il Distretto del Trentino passa sotto l'amministrazione del Principe del Tirolo Ordinanza del cesareo regio Giudizio provinciale ed unitovi Capitaniato circolare ai Confini d'Italia del 5 gennaio 1805, che estende a tutto il territorio la circolare dell'i. r. Uffizio capitaniale del Circolo ai Confini d'Italia del 10 maggio 1787, che proibisce la convocazione delle regole generali senza preventiva autorizzazione delle autorità Decreto 6 maggio 1806, n.73 "riguardante la sistemazione ed amministrazione generale delle acque e strade" Regolamento 17 giugno 1806, n. 109 sul notariato Decreto 25 luglio 1806, n.147 "riguardante i beni comunali incolti" Decreto 4 dicembre 1806, n.230 "relativo alla rinnovazione e completazione dei consigli distrettuali e comunali" Legge 4 gennaio 1807, Abolizione delle Regolanie maggiore e minore Nomina 3 gennaio 1807, n.2 "di una commissione destinata a raccogliere tutti i dati necessari a regolarizzare l'amministrazione dei comuni" Decreto 9 gennaio 1808, n.5, portante il regolamento sull'ornato della città Decreto 9 febbraio 1808, n.59 "diretto ad impedire ai creditori dei comuni l'escussione sulle attività annoverate nei prospetti preventivi" Decreto 11 maggio 1808, n. 124, che stabilisce il numero, la residenza dei commissari di polizia e le norme colle quali debbono essere regolate le spese inerenti ai loro uffici Decreto 12 maggio 1808, n. 125, che fissa il trattamento dei commissari di polizia Decreto 12 agosto 1808, n. 249, che provvede sul modo di assicurare la legittimità delle operazioni, delle quali sono incaricati i consigli distrettuali Decreto 11 marzo 1809, n.35 "relativo alle sovrimposte nei comuni di terza classe" Decreto 18 marzo 1809, n.39 "con cui sono applicate anche ai comuni di seconda classe le disposizioni del decreto 11 corrente mese, relativo alle sovrimposte comunali"

3/4

Decreto 19 aprile 1809, n.65 riguardante l'attivazione del nuovo sistema dei dazi di consumo nei comuni e territori aperti Decreto 6 maggio 1809, n. 66, riguardante l'insinuazione e la liquidazione dei crediti dei comuni per somministrazione dei generi alle armate Decreto 29 giugno 1809, n. 78, sull'organizzazione definitiva dei cancellieri del censo

Fonti archivistiche e bibliografia

Note [1] A. GORFER, Le valli del Trentino.Guida geografico-storico-artistico-ambientale. Trentino orientale, Calliano (), Manfrini, 1975, pp. 1011-1015; G. COSNER, Dopo fato vicinato e colla licenza dei vesìni. Note di storia della comunità di Mezzano di Primiero (TN), Mezzano (Trento), Cassa rurale di Mezzano, 1997.
[2] G.B. PELLEGRINI, Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Torino, UTET, 1990, p. 393.
[3] Per i quali rinviamo ancora a G.B. PELLEGRINI, Dizionario di toponomastica...,cit., p. 128, 272, 328, 627, 655, 663.
[4] Su questo periodo e in generale sulla storia politico-amministrativa di Primiero anteriore al XV secolo si veda La valle di Primiero nel medioevo. Gli statuti del 1367 e altri documenti inediti, a cura di U. PISTOIA, Venezia, Deputazione di storia patria per le Venezie, 1992, pp. 15-23.
[5] Cfr. La valle di Primiero..., cit., pp. 69-70.
[6] P. SAMBIN, La guerra del 1372-73 tra Venezia e Padova, "Archivio veneto", s. V, 38-41 (1946-47), pp. 1-76.
[7] U. PISTOIA, Dalla carità al dominio. il giuspatronato della famiglia Welsberg sull'ospizio dei Santi Martino e Giuliano di Castrozza nei secc. XV e XVI: prime ricerche, in «Studi trentini di scienze storiche», Sezione I, 75 (1996), pp. 331
[8] A. CASETTI, Guida storico- archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961, p. 313.
[9] Per le vicende della valle durante il primo periodo napoleonico si veda F. TAUFFER, La valle di Primiero al tempo di Napoleone (1796-1797), in «Studi trentini di scienze storiche», Sezione I, 36 (1957), pp. 87-100 e A. ZIEGER, Primiero e la sua storia, Trento 1975, pp. 124-142. Per un quadro più generale sul Tirolo nel XVIII secolo si veda M. J. LEVY, Governance & grievance. Habsburg policy and Italian Tyrol in the eighteenth century, West Lafayette (Indiana), Purdue University Press, 1988, pp. 13-30. Sui mutamenti avvenuti a cavaliere tra XVIII e XIX secolo, si veda, per uno sguardo più generale, oltre che per gli efficaci quadri riassuntivi sulle modifiche delle circoscrizioni locali, F. DÖRRER, Le condizioni politiche e amministrative nel Tirolo alla fine del vecchio Impero, in Atti del convegno Sigismondo Moll e il Tirolo nella fase di superamento dell'Antico regime, 25-26-27 ottobre 1990, Rovereto, Accademia roveretana degli Agiati, 1993, pp. 69-99.
[10] Per quanto riguarda il Trentino si veda U. CORSINI, Il Trentino nel secolo decimonono, I. (1796-1848), Rovereto, Manfrini, 1963, pp. 65-80.
[11] A. CASETTI, Guida storico-archivistica..., cit., p. 313.
[12] Sull'apporto di Primiero alla rivolta di Andreas Hofer e sulla situazione politico-militare della valle durante quei mesi concitati si veda F. TAUFFER, La valle di Primiero nel 1809, in «Archivio storico di Belluno, Feltre e Cadore», 28 (1957), pp. 81-90; 148-164.
[13] «Bollettino delle leggi del Regno d'Italia», p. II, 1810, pp. 585-597. Secondo A. ZIEGER, Primiero e la sua storia, Trento, Accademia del Buonconsiglio, 1975, p.140, l'annessione sarebbe avvenuta il 18 agosto 1810 ma la data del 1 ottobre è confermata anche da altri due decreti del viceré Eugenio Napoleone: uno, il n. 238 del 19 ottobre 1810 riguardante la Nomina del podestà e savi del comune di Fiera nel dipartimento della Piave; l'altro, il n. 268 del 24 novembre 1810, concernente la Nomina de' membri del consiglio comunale di Fiera, dipartimento della Piave: cfr. «Bollettino delle leggi del Regno d'Italia», p. III, 1810, pp. 965.

4/4