Olocausto Viene Pubblicato in Germania FOTO AP
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
l’attualità Machu Picchu, l’invenzione del secolo La STEFANO MALATESTA e PACO IGNACIO TAIBO II Domenica cultura L’ultimo manoscritto di Jane Austen DOMENICA 10 LUGLIO 2011/Numero 334 di Repubblica NADIA FUSINI Così Si chiamava Jan Karski ho scoperto Fu il primo a portare al mondo le prove dell’esistenza dei Lager Non lo ascoltarono E solo ora il suo “Rapporto” l’Olocausto viene pubblicato in Germania FOTO AP ANDREA TARQUINI JAN KARSKI spettacoli BERLINO Zucchero, la fabbrica della musica GINO CASTALDO u il più importante e coraggioso agente segreto della Se- circa un chilometro dal campo, già potevo udire gri- conda guerra mondiale, ma nel dopoguerra visse da da d’aiuto, spari, urla… che succede?, chiesi al mio esule. Fu lui, infiltrandosi nel Lager di Belzec travestito accompagnatore. «Gli ebrei hanno caldo», ghignò le tendenze da guardia ucraina collaborazionista, a scoprire l’Olo- lui, «e oggi arriva una nuova consegna» […]. Quando Fcausto e a fornirne le prove: grazie alla sua missione impossibile e Afummo a poche centinaia di metri dal Lager, grida, spari e urla ci re- Quando i cappelli vanno a nozze al suo Rapporto il mondo seppe, già verso la fine del 1942, che la sero impossibile continuare la conversazione. Percepii un fetore di- LAURA ASNAGHI e LAURA LAURENZI “Soluzione finale”, il genocidio del popolo ebraico da parte della sgustoso, sembrava un misto di cadaveri in decomposizione e ster- Germania nazista, era in atto. Con un’audacia incredibile, ri- co equino [...]. All’interno del Lager, c’erano sentinelle ogni quindi- schiando la vita, si infiltrò a Belzec. Insieme a Sobibor e Treblinka ci metri, pattuglie passeggiavano senza sosta. L’area era coperta d’u- l’incontro fu il primo campo di sterminio costruito dai nazisti nella Polonia na fitta, pulsante, rumorosa massa umana [...]. Poliziotti tedeschi e da loro occupata, prima ancora che il più tristemente famoso Au- guardie si facevano largo tra di loro colpendoli con i calci dei fucili, Jacques Herzog, “Io e de Meuron” schwitz-Birkenau diventasse operativo. con l’aria di pastori che conducono un gregge al mercato [...]. CLOE PICCOLI (segue nelle pagine successive) (segue nelle pagine successive) Repubblica Nazionale 32 LA DOMENICA DI REPUBBLICA DOMENICA 10 LUGLIO 2011 la copertina Travestito da guardia Testimoni nel Lager di Belzec Fu così che nel 1942 il partigiano polacco Jan Karski riuscì a scoprire L’infiltrato la Shoah nell’orrore E a documentarla per primo ANDREA TARQUINI Ma invano (segue dalla copertina) a nessuno volle ascoltare il suo grido d’aiuto. Jan Karski era un ufficiale polacco e un cattolico prati- Mcante. Raccolse le prime voci sullo sterminio nel Ghetto di Varsavia, e poi trovò le prove nei Lager nazisti e le consegnò agli Alleati. Il suo terribile racconto di quegli an- ni — che uscì già nel 1944 negli Stati Uniti — è stato appena pubblicato per la prima volta in Germania. Una memoria diretta, una testimonianza unica, la smentita più cocente per i negazionisti e per chiunque voglia cancellare il ricor- do della Shoah e riscrivere la Storia sotto il segno dell’oblio. Mein Bericht an die Welt-Geschichte eines Staates im Un- tergrund, Il mio rapporto al mondo. Storia di uno Stato nel- la clandestinità, s’intitola, nell’edizione tedesca il volume che Karski scrisse a New York, dettando a braccio alla sua segretaria, Krystyna Sokolowska, i ricordi ancora freschis- simi della sua missione segreta. Sono pagine che ancora og- gi scuotono la coscienza, fanno rabbrividire. Fu Elie Wiesel, nell’ottobre 1981, a far riemergere Karski dal dimenticatoio. Organizzò con l’Holocaust Memorial una conferenza sulla liberazione di Auschwitz, e invitò quell’anziano soldato e professore di Georgetown a parla- re. «Alla fine della guerra — Karski scandì, calmo e impla- cabile — mi dissero che né i governi né i politici d’alto ran- go, né gli scienziati né gli scrittori avevano saputo del desti- no degli ebrei. Erano sorpresi. Lo sterminio di sei milioni d’innocenti era rimasto un segreto, “un orribile segreto”, come scrisse Walter Laqueur. Allora mi sentii ebreo. Un ebreo, come i parenti di mia moglie, qui presenti. Ma sono un ebreo cristiano, cattolico praticante. Non sono un ere- “ Li caricano sui treni, tico, ma credo profondamente che l’umanità abbia com- messo un secondo peccato capitale: obbedendo a ordini o per assenza di sentimenti, per egoismo o ipocrisia o persi- no per freddo calcolo, questo peccato perseguiterà l’uma- nità fino alla fine del mondo, questo peccato mi persegui- ta, e io voglio che sia così». Sapeva di cosa stava parlando, il vecchio soldato. Pa- triota convinto, nato come Jan Kozielewski, sognava la car- sparano a caso, ridono riera diplomatica ma si era arruolato volontario nell’arti- glieria a cavallo. Quando nazisti e sovietici aggredirono la Polonia, fu catturato dall’Armata Rossa e dopo sei settima- ne consegnato ai tedeschi. Riuscì a fuggire, si unì alla Resi- stenza. Fu subito scoperto come talento temerario, e con- vocato dal governo in esilio prima in Francia, poi a Londra. Il premier, generale Sikorski, accettò la sua richiesta di di- ventare Kurier tajni, “corriere” (ovvero agente) segreto. Poi ricominciano...” Sotto il falso nome di “Tenente Witold”, Karski s’infiltrò nella Polonia occupata. Per conto del governo in esilio, coordinò e organizzò lo Stato clandestino. La Polonia resa ricca e vivace negli anni Venti e Trenta anche dalla nume- rosissima, colta e prospera comunità ebraica, fu sottopo- JAN KARSKI sta dai nazisti a un’occupazione di una brutalità senza pre- cedenti e non espresse né un Petain né un Quisling: al con- (segue dalla copertina) trario che in Francia o in Norvegia, a Varsavia il Terzo Rei- ch non riuscì mai a reclutare marionette per un governo lla mia sinistra notai il binario, collaborazionista e i polacchi (tra soldati del generale An- che correva lungo il Lager. Una ders, piloti nella Royal Air Force, partigiani) schierarono specie di rampa conduceva al con gli Alleati più soldati e mezzi di de Gaulle. binario, e sui binari era fermo Venne la missione più pericolosa: «Witold» prima s’infil- un vecchio treno merci con al- trò nel Ghetto di Varsavia, e qui ascoltò i racconti delle de- meno una trentina di vagoni portazioni. Poi fu arrestato dalla Gestapo in Slovacchia. Asporchi e polverosi [...]. Torturato selvaggiamente, riuscì nuovamente a fuggire. «Mi segua, la porterò a un buon posto d’os- Raggiunse di nuovo l’Armia Krajowa, l’esercito partigiano servazione», disse il mio accompagnatore nazionale. ucraino. Passammo accanto a un vecchio Il destino degli ebrei era ormai nel suo cuore, e col suo ebreo, che sedeva nudo in terra. Non capii se gruppo organizzò l’impossibile. Riuscirono a corrompere qualcuno gli avesse strappato via i vestiti, o se un trawniki, una guardia delle forze ucraine collaborazio- egli stesso se li fosse tolti in un attacco di follia. niste che prestavano servizio nei Lager. Quello gli procurò Se ne stava là seduto, immobile, silenzioso, il un’uniforme ucraina, e lo aiutò a infiltrarsi nel Lager di Bel- volto senza espressione, avrebbe potuto essere zec. Karski fece violenza su se stesso per celare ogni emo- morto, o pietrificato, se non fosse stato per quei zione e non cadere in preda all’orrore, registrò nella me- suoi occhi vivaci fino all’innaturale, e che ci moria tutto quel che vide: la fame e le violenze, le malattie guardavano senza sosta. Non lontano da lui, un e le torture, donne, vecchi e bambini ammassati sui vago- bambino giaceva a terra. Era solo, camminava ni merci e spruzzati di calce. Il genocidio. mani e piedi, mi guardò con gli occhi di un coni- Ma l’avventura non era finita. Jan Karski raggiunse ro- glio impaurito. Né del vecchio né del bambino cambolescamente Londra, fece rapporto al legittimo go- si curava nessuno [...]. verno polacco in esilio. Prima il ministro degli Esteri bri- Le baracche potevano avere spazio per non ma, non spingete. Chi cercherà di opporsi o causerà LE IMMAGINI tannico, Anthony Eden, poi a Washington Roosevelt in per- più di duemila o tremila persone, e ogni “conse- panico verrà ucciso sul posto». All’improvviso, ri- In alto, un’esecuzione di massa nel sona, vollero riceverlo e ascoltarlo, e studiare i suoi micro- gna” era composta di oltre cinquemila persone. dendo di cuore ad alta voce, estrasse la pistola d’or- lager di Belzec nel 1942 film trafugati nel Ghetto. Che il mondo si muova, che fermi Ciò significava che ogni volta due o tremila uo- dinanza dalla fondina e sparò tre volte a caso sulla Qui sopra, Jan Karski (a sinistra) la barbarie, supplicò invano Karski. Non fu ascoltato: gli al- mini, donne e bambini si dividevano il poco folla. Un unico lamento di gente ferita fu la sola ri- e suo fratello giovani ufficiali; leati abbandonarono subito l’idea di bombardare i campi spazio all’aperto, lasciati indifesi sotto il mal- sposta. Lui ghignò, ripose la pistola nella fondina e Karski a New York detta per fermare lo sterminio. tempo. Caos, fame, l’orrore era indescrivibile. riprese a urlare: «Alle Juden Raus, Raus!». Per un at- il suo Rapporto alla segretaria Karski visse una vita nel rimorso, schiacciato dall’idea di Dominava tutto un fetore bestiale di sudore, timo la folla tacque. I più vicini all’ufficiale delle SS Tra i documenti da sinistra: non aver fatto abbastanza. Nel dopoguerra, il regime comu- sporco, marciume, paglia umida ed escremen- cercarono presi dal panico di schivare le pallottole, la lettera con cui il governo nista lo considerò un traditore al servizio degli americani. Fi- ti. Dovemmo aprirci un varco attraverso quella di spingere indietro. Ma era impossibile. La folla si polacco decora Karski; no a quando la giunta Jaruzelski autorizzò l’indimenticabi- massa umana, era una tortura.