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INSEDIAMENTI LONGOBARDI E CASTELLI TARDOANTICHI TRA TICINO E MINCIO

Marina De Marchi

Introduzione rea lombarda, rispetto alla ricca Toscana, i dati che da questi si possono ricavare, a partire dal Le ricerche finora condotte sui castelli lombar- VIII secolo, sono molto utili, pur costituendo una di di fondazione tardoantica (IV e V secolo)1, sulle fonte univoca perché utilizzata dalle classi domi- ville tardo antiche2 e sulle necropoli longobarde3, nanti, legata, quindi, almeno in parte, ad una meglio conosciute di quelle che - per la mancanza selezione connessa a interessi specifici di tra- di manufatti d’ambito “germanico”, finora i più smissione e di conservazione delle informazioni. studiati e meglio identificati - passano generica- Le fonti d’archivio permettono, almeno in parte, mente sotto la denominazione di altomedievali, di ricostruire i tratti generali del popolamento sono state in parte pubblicate, fornendo quadri di del territorio, le gerarchie politiche e sociali, le sintesi più o meno esaustivi a seconda dello stato alleanze e i legami interni ai “maggiorenti” del di avanzamento delle indagini archeologiche com- regno, i loro rapporti con chi abitava e lavorava piute nei singoli settori e nelle diverse aree del ter- la terra, che distinsero e qualificarono la realtà ritorio lombardo, a questi si rimanda per ogni rife- insediativa di numerosi “luoghi”. In questo si può rimento specifico. dire che, in base ai dati disponibili, la monarchia In questi ultimi anni lo stato di avanzamento longobarda, lacerata soprattutto nella prima e delle indagini, eseguite con continuità in partico- nell’ultima fase da conflitti esterni, fu molto lari siti o su particolari tipologie di beni, ha attenta al controllo delle regioni sotto il suo ampliato il raggio delle conoscenze e permesso di dominio in chiave di politica interna e di gestione avere, se non un quadro chiaro, almeno indirizzi delle risorse economiche. sufficienti per affrontare in futuro, in una visione A tale proposito, in questa sede, si presenta il territoriale più ampia e meno settoriale, i proble- risultato di un primo approccio al problema della mi irrisolti e per programmare indagini nei terri- difesa territoriale, dal quale si escludono i territo- tori finora meno indagati. ri regi di Milano e di Pavia, che metta a confronto Molti dati a disposizione hanno il carattere della i dati offerti dalle testimonianze archeologiche con sporadicità, perché dovuti a scoperte casuali otto- quelli archivistici, attualmente disponibili. centesche o a scavi di qualche decennio più recenti ma condotti con scarsa cognizione stratigrafica. 1 - La geografia della difesa Soprattutto nel settore delle necropoli mancano ancora pubblicazioni complete dei ritrovamenti di Le carte di distribuzione, relative alla localiz- questi ultimi anni, numerosi e interessanti per le zazione dei centri fortificati sorti nei secoli dal IV tipologie dei materiali rinvenuti nei corredi che al VI - e in buona parte ancora in uso in età longo- offrirebbero la possibilità di operare i necessari barda -, degli insediamenti altomedievali (Tav. I) aggiornamenti cronologici ed elaborazioni statisti- riconoscibili dalle caratteristiche dei manufatti che inerenti rituali funerari, ruoli e funzioni sociali restituiti da scavi stratigrafici e da ritrovamenti dei gruppi umani insediati sul territorio, gradi e casuali, di sepolture e di necropoli d’ambito longo- modalità di assimilazione tra popolazioni allogene bardo, datate sulla base di complementi d’abbi- ed autoctone, condizioni di vita ed altro ancora. gliamento e del costume tradizionale o relativi al Nonostante la scarsità dei documenti di rituale del corredo funerario, evidenziano i punti archivio, rilevata da G.P. Bognetti (1966) per l’a- forti della difesa militare e del controllo strategico

1 GELICHI, BROGIOLO 1996. 1 9 8 4 ; La necropoli longobarda di Trezzo sull’Adda 1986; DE MARCHI 1988a; Ricerche su Sirmione longobarda 1989; DE 2 La fine delle ville 1995; Ville romane sul lago di Garda 1997. MARCHI 1992, pp. 195-215; MENOTTI 1994, pp. 97-124; DE 3 von HESSEN 1965; Nuovi contributi agli studi longobardi MARCHI 1997, pp. 377-382. 110 LE FORTIFICAZIONI DEL GARDA E I SISTEMI DI DIFESA DELL’ITALIA SETTENTRIONALE TRA TARDO ANTICO E ALTO MEDIOEVO

Tav. I - Quadro generale della distribuzione dei più consistenti ritrovamenti d’età longobarda. delle principali aree di interscambio commerciale, regia, o a grandi monasteri, ampie aree del territo- d’approvvigionamento e di produzione4. rio. Questa strategia di controllo è visibile con chia- Il significato di difesa va inteso in modo diffe- rezza nel VIII secolo, come chiariscono le fonti scrit- renziato a seconda della fase storica che distingue te - ma il processo è precedente6 e risale ai primi l’evoluzione della dominazione longobarda in Italia decenni del VII secolo - e consiste nel distribuire settentrionale, con significati molteplici per i quali proprietà terriere a alte personalità di corte (gastal- il nemico è esterno (popolazioni confinanti franche e di, gasindi, in f r a § 4) e a enti monastici, nelle aree bizantine), interno al regno (clan, fazioni), o costi- maggiormente interessate alla difesa e alle transa- tuito da bande di fuorilegge, autonome ovvero lega- zioni commerciali, per lo più in maniera da non per- te ad un proprietario terriero, difficilmente riscon- mettere il formarsi di ampie é n c l a v e s t e r r i t o r i a l i trabili archeologicamente, ma documentate da fonti autonome e di non incrementare il potere dei duchi s c r i t t e5. La tecnica di autodifesa messa in opera e dell’alta nobiltà di sangue. Le terre donate, dedot- dalla monarchia sembra esprimersi soprattutto nel te dal patrimonio fiscale o da beni del re, sono, infat- controllo dei territori a più alto potenziale produtti- ti, in linea di massima, distribuite sul territorio in vo e nella tecnica di conservare, attraverso donazio- appezzamenti di modesta estensione, sparsi a mac- ni di beni ad una nobiltà di nomina e di derivazione chia di leopardo in modo da evitare il formarsi di

4 Le relazioni tra castra pedemontani e prealpini e gli abitati di 6 Il primo documento che ricorda funzionari regi è il Praecep - pianura sono documentate dalle affinità riscontrabili negli tum (CDL, III/I, I, 2, 624 ?, luglio 25, Pavia, pp. 7-12), che fa oggetti della cultura materiale capillarmente diffusi in tutta la riferimento a gastaldis vel agentibus nostris. Con questa carta Lombardia, i quali mostrano evidenti contatti anche con le Agilulfo intendeva garantire il controllo amministrativo e delle regioni alamanne e baiuvare e con i territori dell’Italia setten- proprietà ad una classe di nobili al suo servizio. Il documento trionale e centromeridionale. concerne la donazione di terre fatta dalla monarchia al mona- 5 E d i t t o , cc. 117, 275 (precauzioni relative ai movimenti dei stero di Bobbio, estese dal Monte Penice fino alla Trebbia, zona barcaioli e delle fare fuori dai territori dello stanziamento ori- di controllo delle vie che conducevano alla Liguria ancora ginario); TABACCO 1993, pp. 3-41. bizantina e alle regioni centromeridionali della penisola. Marina De Marchi 111

potentati su territori estesi e geograficamente com- patti, che potessero rendersi svincolati dal potere centrale (in f r a ). Gli apprestamenti difensivi maggiori7 investo- no, allo stato attuale delle ricerche, prevalente- mente la fascia collinare e prealpina (Canton Tici- no, Grigioni, valli comasche), includendo Chiaven- na, importante via di transito ai valichi, le rive dei principali laghi (Maggiore, Lugano, di , Garda) e i fiumi lombardi (soprattutto Ticino, Fig. 1 - Castelnovate (VA), pianta della chiesa di S.Euse- Adda, ma anche Oglio e Mincio), che dalle valli bio con posizione delle sepolture (da BERTOLONE 1934) alpine attraverso la pianura giungono al Po. Le necropoli più estese di cultura “germanica” si distribuiscono, al contrario, lungo l’asse della pia- nura medio-bassa, che collega da est ad ovest il Mincio al Ticino, posizionandosi vicino o presso le vie di tradizione romana, sia a carattere interre- gionale e sovraregionale sia locale, presso gli snodi di interscambio viario, i ponti, i guadi e, soprattut- to, in prossimità dei corsi fluviali minori come Brembo, Serio, Mella, Chiese. La distribuzione di fortificazioni e di insedia- menti evidenzia le fasce territoriali cruciali sia per la difesa di Milano e della pianura, sia per il com- mercio; le aree a più alta produttività agricola si intersecano alle evidenze difensive addensandosi però particolarmente, allo stato attuale delle ricer- che, nella pianura bergamasca e bresciana8. Nel quadrante occidentale e settentrionale della Lombardia, in continuità geografica, abbiamo: le sponde del Ticino e del lago Maggiore, i territori varesino, del Canton Ticino meridionale fino a Bel- linzona e al suo circondario, il Sottoceneri e il Men- drisiotto, con propaggini nelle odierne valli del comasco occidentale, l’area pedemontana tra i laghi Fig. 2 - S.Maffeo (VA), torre e ubicazione dei Maggiore e di Como, la Val d’Intelvi. A questo fron- resti del complesso medievale (CAPORUSSO 1994). te, che corrisponde ad un tratto del li m e s ar r e t r a t o alpino di età tardo romana, si incardinano i ca s t r a di Bellinzona, avamposto settentrionale, di Castel- ne di altura a controllo della valle di Osteno e del novate (prossima al guado di Vizzola sul Ticino) lago di Como, che ha restituito dall’area fortificata (Fig. 1), di Angera (st a t i o romana sul lago Maggio- materiale altomedievale (un pettine in osso, uno re 9), di Castelseprio (a controllo della valle dell’Olo- spillone in bronzo e un puntalino da cintura in na e vicina alla strada Como/Novara); nonché aree bronzo decorato a punzone)1 3. In questa zona si fortificate minori come, ad esempio, Velate (torre, riscontrano almeno tre centri abitati da famiglie presso la quale sono state rinvenute casualmente longobarde arimanniche: Arsago Seprio, Stabio, armi d’età longobarda)1 0, Rodero S.Maffeo (com- Campione, limitandosi a considerare la documenta- plesso fortificato con torre e cinta di mura che cin- zione archeologica e scritta di età longobarda. gevano la sommità dell’altura, di fondazione tar- Questo quadrante compone il territorio della do a n t i c a 11 ) (Fig. 2), Laino d’Intelvi, ricetto eretto da giudicaria del Seprio, ricordata per la prima volta privati, alla metà del VI secolo (556)12 , attorno al nelle fonti scritte all’anno 721, quale giurisdizione nucleo centrale della chiesa di S.Vittore, in posizio- territoriale amministrativa autonoma14.

7 GELICHI, BROGIOLO 1996, fig. 1, pp. 20-21. scambio tra pianura padana e i territori di Locarno, Ascona, Bellinzona, più che quella di vicus, si veda al proposito la rilet- 8 RUGGINI 1995, ad es. pp. 96-97, ricorda che in età tardoanti- tura proposta dall’autrice dell’ara dei Vicani Sebuini, CIL, V, ca un totale abbandono delle terre e della produzione agricola 7451. non avvenne mai in Lombardia, una delle più ricche regioni dell’Italia annonaria, o almeno non avvenne in maniera evi- 10 DE MARCHI 1992a, p. 31. dente come in altre regioni della penisola, cfr. BROGIOLO 11 CAPORUSSO 1994, p. 89. 1996b, pp. 107-110. 12 NOBILE DE AGOSTINI 1996, pp. 32-33, e 1998, pp. 8-11. 9 CANTARELLI 1996, pp. 178-189, ritiene che nel caso di 13 NOBILE DE AGOSTINI 1995-97, pp. 134-135. Angera la funzione più rilevante sia stata storicamente quella di s t a t i o lacuale, considerata la posizione favorevole all’inter- 14 CDL, 29, 721, maggio 12. 112 LE FORTIFICAZIONI DEL GARDA E I SISTEMI DI DIFESA DELL’ITALIA SETTENTRIONALE TRA TARDO ANTICO E ALTO MEDIOEVO

Fig. 3 - Anelli sigillari (Rodchis, Ansvaldo da Trezzo; Marchebadus da Milano; Arichis da Palazzo Pignano; Gume- truda da Bergamo) (da LUSUARDI SIENA 1989).

Nel riparto centrale, costituito dall’asse Chia- sensi Cremona/Po e Chiavenna/valichi alpini1 9 e , venna, lago di Como, corso dell’Adda si trovano parallelamente, segna un primo confine interno tra Chiavenna, citata da Paolo Diacono 1 5, l’Isola i territori dipendenti dalla corte regia (ravvisabile Comacina, il castello di Perledo, sulla sponda particolarmente nei territori di Pavia e di Milano), orientale del lago di Como, Monte Barro, Monte che opera direttamente o attraverso il controllo di Brianza, Madonna della Rocchetta lungo la fascia referendari o di altri fiduciari, e quelli dei ducati di delle colline moreniche brianzole, il castello di fon- Bergamo e di Brescia. Contrariamente a quanto dazione privata e probabilmente altomedievale di sappiamo sul Seprio, per questa ampia area non si S.Stefano a Lecco, nonché abitati che le fonti stori- ha documentazione scritta di età longobarda che ne che indicano legati alle sorti della monarchia regia definisca la ripartizione per zone e il loro eventuale (Fara Gera d’Adda, Cornate1 6) e Trezzo d’Adda, stato giuridico territoriale, che presumibilmente insediamento famigliare arimannico di “nobili del doveva individuare più circoscrizioni distinte: l’Iso- re”, attestato da necropoli (località cascina S.Mar- la Comacina, parte delle coste del lago ad essa affe- tino) con sepolture contenenti oggetti di pregio e renti; la Martesana con parte della Brianza; l’Isola anelli sigillari aurei altamente significativi per Brembana, cerniera tra bergamasco, comasco, individuare il rango e il ruolo dei defunti (Fig. 3), milanese, con ritrovamenti altomedievali a meno che dovevano essere referendari regi1 7. La punta elevata caratura longobarda (Figg. 4 e 5); l’Insula più meridionale di questi insediamenti fortificati Fulcheria, terra di intermediazione tra Adda e lago ritengo possa essere identificata nella città di di Como, Milano, Lodi, Cremona, segnata dai rin- Lodi, corrispondente all’attuale Lodi Vecchia, venimenti longobardi di Dovera, Boffalora d’Adda, posta lungo l’antico corso del fiume Sillaro18, coin- Palazzo Pignano (che ha restituito strutture edili- volta nei conflitti, interni alla monarchia, tra Per- zie di tipo palaziale con edifici di culto, sorte su una tarido e Cuniperto e tra Cuniperto ed Ariperto, ricca do m u s romana mosaicata, e un anello sigilla- negli ultimi decenni del VII secolo. re aureo20 , Fig. 3) e Offanengo21 . Questa fascia coinvolge l’asse nodale nei due Per l’asse dell’Adda, il forte legame con la

15 Hist. Lang., VI, 21. e Cuniperto); VI, 20 (Capta Laude, lotta tra Ariperto e Rotari, che provocò la distruzione della città). 1 6 Hist. Lang., V, 40; VI, 17; Fara Autarena ab Authari rege, Diploma di Carlo il Grosso, 883, Karoli, III, Diplomata, ed. 19 BOGNETTI 1966, pp. 87, 177, 249; SANNAZARO 1994, pp. Kehr, MGH, p. 168, n. 18. 284-311; GELICHI, BROGIOLO 1996; BROGIOLO 1997, pp. 67-88. 17 ROFFIA, SESINO 1986, pp. 21-22, 38-39, 79, tavv. 5, 13, 31; VON HESSEN 1982, pp. 305-312; LUSUARDI SIENA 20 ROFFIA 1990, pp. 266-267; CANTINO WATAGHIN 1994, 1992, pp. 131-148. p. 140. 18 Hist. Lang., V, 2 (Laudensem civitatem, lotte tra Pertarido 21 von HESSEN 1965, 27-76. Marina De Marchi 113

Fig. 4 - Carvico chiesa di S. Tomé, puntalino in ferro age- Fig. 5 - Terno d’Isola chiesa di S.Vittore, anello in argen- minato (dis. E. Reguzzoni). to con monogramma (dis. E. Reguzzoni).

Fig. 6 - Stabio loc. “alla Vigna”, placche in bronzo dorato da scudo da parata e ricostruzione dello scudo (da Magistra barbaritas 1984). monarchia viene dedotto da fonti storiche e archi- (CT) (Fig. 6), di Varedo (MI), di Trezzo, di Boffalo- vistiche (infra). I manufatti rinvenuti nelle sepol- ra d’Adda (Lodi) e, nel bergamasco, di Fornovo San ture, le stesse fonti scritte sottolineano anche una Giovanni, sia negli elementi metallici da cintura sorta di interdipendenza con l’Isola Brembana (a multipla realizzati in oro e argento di Trezzo, di nord est) e l’Insula Fulcheria (a sud est)22. Arsago Seprio2 4, di Colognola al Piano, centri di Tutto il territorio fiscale e regio, che si estende- indubbio interesse nel quadro insediativo “regio- va da occidente alle terre dell’Adda (infra), è mag- nale”25, e ancora negli anelli sigillari di Trezzo, di giormente imbevuto di cultura romano-bizanti- Milano, di Palazzo Pignano26, di Bergamo. Il ruolo n a2 3, come dimostra la prevalenza di manufatti, di Bergamo, città ribelle al regno nel 590 e in posi- provenienti da sepolture, nei quali la tradizione zione dubbia in altre occasioni2 7, sembra essere iconografica e culturale mediterranea è più forte quello di un fronte sotto controllo, come indiche- che nei territori ducali orientali specialmente il rebbero anche le testimonianze scritte (infra, § 4). bresciano, poiché il bergamasco riserva alcune sor- In area bergamasca, la città fortificata per prese, nel circondario di Bergamo e a Fornovo San eccellenza è Bergamo, con nuclei di sepolture nel Giovanni. Nei ritrovamenti della Lombardia occi- territorio circostante (Loreto, Colognola, Scanzo dentale, infatti, tendono a prevalere le decorazioni Rosciate28). A nord della città e del suo territorio, vegetali, floreali, animalistiche rese naturalistica- le Alpi Orobie fungevano da sbarramento naturale mente sia nelle placche in bronzo dorato degli separando la pianura e la prima fascia collinare scudi da parata di Cava Manara (PV), di Stabio dalla Valtellina.

22 BROGIOLO 1992, pp. 226-231; DE MARCHI 1994, pp. 40. 24 Trezzo t. 1, ROFFIA, SESINO 1986, pp. 17-18, tav. 4; Arsa- 2 3 Si veda, ad esempio, la scelta iconografica di rappresenta- go t. 8, DE MARCHI 1989, pp. 119-136, tavv. LX-LXIII. zione della scena di corte con Agilulfo in trono, sovrastato da 25 DE MARCHI 1994, pp. 33-85, e 1996, pp. 283-329. vittorie alate e circondato, ai lati della lamina, dal simbolo cit- 26 von HESSEN 1982, pp. 305-312. tadino delle torri della cinta urbica, nel frontale d’elmo della 27 Valdinievole, VON HESSEN 1981. Hist.Lang., IV, 3; VI, 18. 28 DE MARCHI 1988. 114 LE FORTIFICAZIONI DEL GARDA E I SISTEMI DI DIFESA DELL’ITALIA SETTENTRIONALE TRA TARDO ANTICO E ALTO MEDIOEVO

Il riparto orientale del territorio lombardo viarie di collegamento interne alla rete insediati- vede particolarmente coinvolto il tratto che uni- va, non documentate per l’età romana. sce Brescia, città notoriamente fortificata, al lago La mancanza di testimonianze archeologiche di Garda, nella cui estremità meridionale la peni- nella bassa pianura meridionale (necropoli con sola di Sirmione2 9, sede di una m a n s i o romana e corredi caratterizzanti), oltre tale fascia territo- del più importante castro tardo antico e longo- riale, fa pensare più che a lacune nella ricerca, bardo di pianura, è l’avamposto a dominio del che i due allineamenti cartografati non siano lago e, verso meridione, della strada Verona/Bre- casuali bensì determinati da necessità difensive e scia compresi i percorsi minori in direzione di di controllo del territorio, nella prima fase di con- Mantova e della pianura bresciana. Nell’alto quista, poi centri agricoli e probabilmente di pro- Garda le fortificazioni di retroguardia a controllo duzione e mercato. Su questi assi si concentrano delle vie per la Val Sabbia, e di qui alle giudica- le maggiori necropoli d’arme lombarde (Fornovo rie, e per la Val di Ledro, sono da riconoscere nel San Giovanni e Sirmione datate dall’età dell’in- Castello di Gaino (BROGIOLO et al., in questa vasione al VII secolo attardato, Calvisano), non a sede), attivo ancora alla metà del VI secolo, che caso lontano dai territori di Cremona e di Manto- ha restituito ceramica di importazione3 0 ( s i g i l l a- va bizantine fino al 602/603, in posizioni tali da ta nordafricana e anfore di VI secolo) e in Castel intercettare i transiti lungo le strade che mette- Antico di Idro. Sulle rive del lago e nel suo imme- vano in comunicazione la L a n g o b a r d i a con le due diato entroterra è parte viva del tessuto insedia- città, ad evitare la penetrazione nemica in tivo Manerba con la pieve altomedievale, sorta su profondità verso il capoluogo e i centri ducali. una villa romana, e la rocca3 1, dalla quale si ha Una demarcazione che può indicare la pratica di ampia visione del lago, dove sono attestate fasi una strategia di difesa operata agendo dalle posi- insediative altomedievali (BROGIOLO, com. zioni più “forti” e rinunciando al controllo delle pers.), ancora da precisare. Questi ritrovamenti aree difficilmente difendibili, come è attestato sono raramente abbinati a materiale d’ambito anche in Piemonte, per il territorio meridionale longobardo, rinvenuto sinora sporadicamente a verso la Liguria bizantina fino al 641 circa, e in Castelletto di Polpenazze (umbone di scudo), a Abruzzo, per l’area costiera 3 5. Non si riesce in Vestone (un vasetto decorato a stralucido da una Lombardia a rilevare l’abbandono di centri abita- rideposizione funeraria)3 2. In questa area solo ti, come avvenne in Piemonte con Pollenzo e Botticino Sera e Sirmione hanno restituito necro- Benevagienna, semmai si nota l’arretramento poli particolarmente ricche di armi e di manufat- dalle terre bizantine padane poste a meridione, ti dell’equipaggiamento guerriero, relativi a dalla Valtellina, conquistata dai Longobardi nel gruppi “militari” longobardi3 3. 602 circa, poverissima di ritrovamenti, e dalle In pianura la rete degli insediamenti, delle aree del lago di Como e dell’alto Garda, almeno tombe e delle necropoli, piuttosto capillare in tutto per la prima fase di occupazione3 6. il territorio lombardo tra Ticino e Mincio, vede tra Il maggiore coinvolgimento della fascia di pia- Adda e Mincio due fasce di distribuzione dei ritro- nura in ritrovamenti con materiale antico (armi e vamenti archeologici (Tav. II), una - a carattere soprattutto umboni di scudo a calotta conica) suf- diffuso - che predilige la vicinanza alle vie fluviali, fraga il percorso di conquista dell’Italia settentrio- seguendone il corso da nord a sud 34, ed una secon- nale velocemente tratteggiato da Paolo Diacono37 da fascia, di maggiore interesse strategico, posta e avvalorato anche dalla datazione più tarda dei sull’allineamento delle risorgive, che segue due materiali emersi da sepolture scavate nei territori assi orizzontali. Di questi, l’allineamento più set- lombardi posti più a settentrione (alta pianura, tentrionale coinvolge Fornovo San Giovanni, pedemonte, Prealpi, vallate alpine), in parte pro- Romano di Lombardia, Castel Gabbiano, Flero, babilmente conquistati solo a seguito dell’occupa- Sirmione: la linea delle fare (Fara Gera d’Adda, zione longobarda dell’Isola Comacina e dei territo- Fara Olivana), cara a Bognetti (1966), che vi rico- ri vicini (588, 59038). nosceva, forse a ragione, una linea di insediamen- È già stato notato3 9 che queste demarcazioni, ti arimannici a difesa della pianura; l’allineamen- spesso in territori fiscali (come risulta da docu- to più meridionale tocca Boffalora d’Adda, Offa- mentazione più tarda) - e il discorso vale anche per nengo, Fiesco, Leno, Milzanello, Calvisano, Goito. le aree a rischio d’invasione -, permettevano alla Questa distribuzione potrebbe indicare direttrici monarchia di controllare dai lembi meridionali dei

29 ROFFIA 1996, pp. 43-49, e 1997, 141-175, e in questa sede; 34 DE MARCHI 1992 e 1994. per l’utilizzo cimiteriale della villa le “Grotte di Catullo”, ormai 35 MICHELETTO, PEJRANI BARICCO 1997, pp. 295-344; in degrado, BOLLA 1996, pp. 51-70. STAFFA 1997, pp. 113-165. 30 BROGIOLO 1995-97, p. 130. 36 DE MARCHI 1997a, pp. 283-329. 3 1 BROGIOLO 1997, pp. 299-313; GELICHI, BROGIOLO 37 Hist. Lang., II, 9, 25, 32. 1996. 38 Hist. Lang., III, 31; IV, 3, 28. 32 BROGIOLO 1991, pp. 156-158. 39 DE MARCHI 1997, pp. 377-382. 33 PANAZZA 1964, pp. 139-142 (Botticino Sera). Marina De Marchi 115

Tav. II - Quadro dei più consistenti ritrovamenti di età longobarda tra Adda e Mincio.

1) Clanezzo 19) Verdello 35) Rodengo S. 53) Acquafredda 2) Brivio 20) Cologno al Serio 36) Castel Mella 54) Asola 3) Monte Brianza 21) Sergnano 37) Flero61) Castel Gaino 55) Cerlongo 4) Bonate 22) Palazzo Pignano 38) S. Zeno 56) Rodigo 5) Garlate 23) Dovera 39) Poncarale 57) Monzambano 6) Monte Barro 25) Fiesco 40) Montirone 58) Calvisano 7) Almenno San Salvatore 24) Madignano 41) Bagnolo Mella 59) Sirmione 8) Trezzo 25) Arzago 42) Brandico 60) Calvatone 9) Cornate 26) S. Bassano 43) Porzano 62) Leno 10) Fara Gera d’Adda 26) Boffalora d’A. 44) Manerbio 63) Milzanello 11) Scanzo/Rosciate 27) Romano di Lombardia 45) Canneto sull’Oglio 64) Botticino S. 12) Carvico 28) Camisano 46) Vestone 65) Montichiari 13) Trescore Balneario 29) Castelli Calepio 47) Castel Antico-Idro 66) Nuvolento 14) Terno d’Isola 30) Adro 48) Polpenazze 67) Darfo 15) Gorlago 31) Erbusco 49) Manerba 68)Corna di Darfo 16) Colognola al Piano 32) Cologne 50) Montechiaresa 69) Borno 17) Treviolo 33) Villa Cogozzo 51) Padenghe 70) Offanengo 18) Zanica 34) Gussago 52) Visano 71) C. Gabbiano 72) Fornovo S.G. territori ducali le espansioni autonomistiche dei come attestano i ritrovamenti di Darfo, Corna di duchi e l’andirivieni di truppe provocato dai con- Darfo, Erbanno, Cogno40, di Gardone Val Trompia flitti interni al regno, spesso aspri e sanguinosi, (con ceramica di tipo danubiano e valva di una con- per l’intervento di alleati sia transalpini sia prove- chiglia presso il torace)41 nel bresciano, di Tresco- nienti da altre regioni della penisola (il Friuli per re Balneario e di Onore, nel bergamasco, di Gavar- esempio), nonché la produzione e la popolazione. do in Valsabbia (con due fibule, una bronzea cru- Nelle vallate alpine, a più scarsa valenza lon- ciforme e l’altra gota4 2). Lo stesso si verifica in gobarda, i materiali recuperati da sepolture sono Canton Ticino nell’abitazione di Carasso presso da riferirsi alle popolazioni locali di cultura alpina, Bellinzona (con fibula in bronzo a bracci uguali)

40 PANAZZA 1964, pp. 158-161, tav. II, 4. 42 DE MARCHI 1988, pp. 44-51, 72-76; SIMONI, STELLA 41 BOTTURI, PARECCINI 1992-95, p. 91. 1987, pp. 101. 116 LE FORTIFICAZIONI DEL GARDA E I SISTEMI DI DIFESA DELL’ITALIA SETTENTRIONALE TRA TARDO ANTICO E ALTO MEDIOEVO

Fig. 7 - Carasso-Bellinzona (CT), insediamento abitati- Fig. 8 - Lomello (PV), resti di una porta delle mura vo (da FOLETTI 1996). affiancata da una torre (da MACCABRUNI 1993).

(Fig. 7) e a Sonvico (fibula bronzea cruciforme, da protetta e del ruolo che la storia gli attribuisce4 8 tomba femminile presso le fondazioni della chiesa (Fig. 8), mansio sulla strada che da Pavia portava altomedievale di S.Martino, datata stratigrafica- ad Ivrea, Aosta e oltralpe e residenza, sia pur tran- mente alla metà del VII secolo)43. sitoria dei sovrani longobardi, come dimostrereb- Solo recentemente gli scavi di una necropoli be l’episodio dell’incontro tra Agilulfo e Teodolin- longobarda/altomedievale, diretti dalla Soprinten- da49, che vi si svolse. Le fonti scritte e numismati- denza archeologica della Lombardia, a Borno44 e a che di VIII secolo rilevano nelle due giudicarie, Darfo in Val Camonica, hanno restituito guarni- tramandate dai documenti, beni e donazioni regie zioni da cintura in bronzo e ferro d’ambito longo- a Sirmione e nel suo territorio (documenti sulle bardo cronologicamente attribuibili al VII secolo, a proprietà di Cunimondo, personaggio di corte e del conferma di una penetrazione in valle non precoce. chierico Andrea, loro legami con il monastero di S . S a l v a t o r e5 0, i n f r a). Solidi aurei coniati sotto 2 - I castra e il territorio Desiderio riconoscono a Castelseprio, a Castelno- I principali castelli, ad eccezione di Monte vate, alla vicina Pombia il titolo di F l a v i a5 1, che Barro e di altri minori, che subiscono un improvvi- ricorda il titolo di F l a v i u s dato ad Autari all’atto so arresto in età gota o al suo tramonto, si man- dell’elezione a re52. Anche nel Seprio il legame con tengono attivi nei secoli VI e VII stante la loro la monarchia sembra evidente, soprattutto consi- menzione nell’inventario delle fortificazioni bizan- derando la concentrazione dei tre c a s t r a in punti tine di Giorgio Ciprio4 5 e in Paolo Diacono4 6, che cruciali delle giudicarie sepriense e plumbense. ricorda scontri bellici anche di notevole importan- In sintesi, l’acquisizione di un ruolo “urbano” za in territorio lombardo, divengono civitas nell’A- assimila in qualche modo gli abitati fortificati nonimo Ravennate (VI/VII secolo)47, che registra i alle città ducali e alla capitale regia. Interruzio- mutamenti storici e culturali nell’idea di città ni e discontinuità non sembrano, quindi, com- indotti dalle modificate condizioni sociali e demo- plessivamente aver sfiorato questi abitati, i più grafiche dell’epoca. Hanno il titolo di c i v i t a s S i r- importanti dei quali furono promossi a centri di mione, Bellinzona, Castelseprio, Angera, Castel- giurisdizione amministrativa e civile, con atte- novate, Pombia sul Ticino e Garda. Il titolo non stazione scritta di ruolo documentata nell’VIII tocca Lomello, importante castello con fortificazio- s e c o l o5 3, che almeno nei casi di Sirmione e di ni di mole sproporzionata all’estensione dell’area Castelseprio si affiancarono a città importanti5 4.

43 DE MARCHI 1997a, pp. 300, 303-304, tav. IV, 3 e 4. so Pombia) e ad Ilanz nei Grigioni, BERNAREGGI 1983, pp. 99-125. 44 ROSSI 1995-97, pp. 76-77. 52 Hist. Lang., III, 16. 45 Giorgio Ciprio, cfr. CONTI 1975, pp. 44-45, 115. 53 Seprio, CDL, 29, 721, maggio 12; Sirmione, CDL, III/I, 33, 46 Hist. Lang., III, 31 (castrum Bilitionis). 760, ottobre 4; Pombia, CDL, 82, 745, aprile. 47 An. Rav., IV, 36. 54 Castelseprio e Sirmione vicine a città non del tutto affidabi- 48 MACCABRUNI, BLAKE 1990, pp. 246-247; MACCABRU- li, perchè rimaste sotto il controllo bizantino più a lungo, come NI 1993, pp. 119-134, fig. 5. Como, Cremona e Mantova - e in posizione di incontrovertibile 49 Hist. Lang., III, 35 (Laumellum oppidum). controllo viario -, guadagnarono il ruolo di centri capoluogo di 50 Vedi nn. 147 e 148. giudicarie regie probabilmente dopo le conquiste dell’Isola Comacina e delle città di Cremona e Mantova, cfr. BOGNETTI 51 I ritrovamenti monetali sono avvenuti a Mezzomerico (pres- 1966, pp. 81-82. Marina De Marchi 117

spesso a supportare le insuffi- cienze difensive dell’esercito57 , e si estese anche alle regioni a dominazione longobarda, forse per la scarsa consistenza nume- rica delle popolazioni longobar- de, giunte in Italia in non più di 100.000-200.000 unità5 8; forse anch’esse sensibili alla pressio- ne di confini troppo stretti e fre- quenti con i territori bizantini. Lo scarso potenziale d’uomini idonei alle armi fu il probabile motivo dell’assimilazione di civi- li romani nella difesa quotidiana delle fortificazioni, della quale i segni più rilevanti, allo stato attuale delle ricerche archeologi- che, sono dati dalla scarsa pre- senza di sepolture di armati nel- l’area fortificata di Castelseprio, di Castelnovate, di Monte Brian- za (solo tombe e rideposizioni in edifici di culto), l’assenza totale nel castro di Bellinzona, che risulta però quasi cinturato, Fig. 9 - Iseo (BS), distribuzione dei cimiteri altomedievali nell’area nelle aree circostanti, da sepol- urbana (da BREDA 1988-89). ture relative a liberi guerrieri59 . In questo quadro l’unica eccezio- ne in Lombardia è, finora, Sir- M i l a n o5 5, Mantova, Como5 6, per ragioni diverse mi o n e 60 , che per la posizione di controllo proiettata ebbero una diminuzione di ruolo con la promo- verso il Garda e la pianura mantovana, costituiva zione dei c a s t r a a c i v i t a t e s; Como e Milano, furo- un punto forte della difesa militare. Anche Iseo in no per un certo periodo, ridimensionate da Franciacorta (Fig. 9) nucleo polarizzante e porto Castelseprio e Mantova da Sirmione. I nuovi lacuale - per il quale non sono documentate archeo- centri dovettero la loro dignità al legame con la logicamente mura altomedievali, ma che è ricorda- monarchia (terre fiscali e rege) e alle necessità di to negli inventari di S.Giulia (secoli IX e X)61 qu a l e controllo delle popolazioni del regno. In Piemon- corte del monastero e castello - per la sua posizione, te una situazione simile coinvolse Pombia che si utilissima al transito di materie prime e prodotti sostituì alla vicina Novara. lavorati tra Val Camonica e territorio bresciano, Lo slittamento del concetto di fortificazione, che non ha restituito, entro la cinta di mura, sepolture viene ad inglobare l’idea di città, diffusa nell’Italia con corredo “longobardo”6 2. Questo dato non può bizantina, è sintomo di una militarizzazione della essere casuale e deve avere relazioni con il ruolo di società diffusasi tra le popolazioni civili, chiamate tipo urbano che l’abitato doveva svolgere.

55 Milano, raramente compare nei documenti e in Paolo Diaco- 57 ZANINI 1997, part. p. 56 ss.. no, il suo declassamento - pur sempre relativo considerato che 58 CHRISTIE 1994, p. 111. vide l’intervento dei sovrani nel restauro della chiesa di S.Sim- 59 pliciano (CAGIANO DE AZEVEDO 1969, pp. 35-52), l’elezione ULRICH 1914, pp. 277 e 279. 718-727 (Castione e Arbedo); al trono del giovane Adoloaldo nel circo presso le mura di Mas- DE MARCHI 1997a, pp. 283-329. simiano a porta Vercellina (corso Magenta) (Hist. Lang., IV, 60 LA ROCCA 1992, pp. 21-29, interpreta l’evidenza di necro- 30), la crescita di monasteri potenti come S.Ambrogio e poli d’arme in alcuni centri fortificati, tra i quali Sirmione, S.Maria d’Aurona - può forse derivare dalla fuga del vescovo come indice della precoce occupazione del sito da parte longo- dalla città che, all’arrivo dei Longobardi, riparò nella bizantina barda e dell’esigenza da parte di queste genti di “mantenere un Genova, e dalla vacanza della sede vescovile per un certo torno modello culturale coesivo per l’identità del gruppo” laddove i di anni, tanto che le energie della regina Teodolinda si concen- tratti della romanizzazione erano preponderanti e ancora atti- trarono sulla fondazione della basilica di Monza e di molte vi. In questo senso la situazione di Sirmione ricorda quella di chiese pavesi. Ma questa stessa ingerenza della monarchia Cividale, prima città invasa in Italia. Tale necessità culturale nelle vicende milanesi è sintomo di dipendenza della città dai si stempererebbe nel tempo e in territori dove l’influenza della sovrani. cultura bizantina era ancora forte e preponderante presso le 5 6 Documenti di VIII secolo attestano che la chiesa di Como popolazioni locali. viene trasferita sotto la protezione diretta dei re longobardi, 61 PASQUALI 1978, pp. 149-150. BRÜHL 1973, pp. 276-279. 62 BREDA 1988-89, pp. 208-209, con carta di distribuzione dei ritrovamenti altomedievali. 118 LE FORTIFICAZIONI DEL GARDA E I SISTEMI DI DIFESA DELL’ITALIA SETTENTRIONALE TRA TARDO ANTICO E ALTO MEDIOEVO

Tav. III - Ipotesi ricostruttiva dei percorsi viari in età altomedievale.

La presenza di necropoli d’arme in aree rurali abitati di pianura, con Romano di Lombardia sembra documentare il dislocamento di nuclei (motta fortificata), con Castel Gabbiano, con militari in senso stretto (Nosate guado sul Ticino, Rodengo Saiano e Iseo, indiziato della presenza di Fornovo San Giovanni, con sepolture di cavalieri e un castello altomedievale65. cavalli, Calvisano, Botticino Sera), o - specie in Sempre alle necessità di ottimizzare le forze fondi agricoli - insediamenti di tipo famigliare con disponibili può imputarsi la distribuzione di inse- elementi maschili armati, di discreto rango e pote- diamenti “d’arme”, anche di modesta entità, indi- re di acquisto, proprietari terrieri medio/grandi, cata dalle necropoli di pianura, che paiono poste a forse aventi funzioni assimilabili a quelle di gover- distanze costanti sul territorio, in prossimità di no o di “rappresentanza” locale (si vedano gli strade (molte sfruttano le maglie viarie della rete esempi di Stabio, Arsago Seprio, Campione, Boffa- centuriale, o i fasci di strade alternative venutesi a lora d’Adda, Offanengo, Milzanello). In alcuni casi creare per il mutamento di assetto territoriale e il non è da escludere la partecipazione alla difesa sorgere di nuovi poli6 6 d’attrazione), in modo da delle terre di coloni e massari6 3 di etnia attual- garantire un pattugliamento mobile e continuo, a mente non identificata, per mancanza di una cam- difesa da nemici esterni e interni, e facili possibi- pagna di analisi su ampia scala dei resti scheletri- lità di comunicazione. Anche per gli insediamenti ci. Tale potrebbe essere, ad esempio, la realtà della “armati”, come per i castelli, può presumersi una necropoli di Calvisano Santi di Sopra, datata dal gerarchia connessa all’importanza strategica dei secondo trentennio alla fine del VII secolo, che ha luoghi e alla loro stretta interconnessione con i restituito tombe a corredo ridotto, armi limitate centri fortificati maggiori e minori, ma occorrono allo s c r a m a s a x, guarnizioni da cintura bronzee ancora ricerche in estensione ed ampliate ad ambi- multiple di forma e decorazione a forte componen- ti territoriali omogenei e contigui. Alcune ipotesi si te romana64. Calvisano è uno dei pochissimi centri possono fare (Tav. III), ad esempio: lungo l’asse

63 TABACCO 1993. antichi, seguono i mutamenti di scala gerarchica dei valori e 64 DE MARCHI 1997, pp. 377-411. dei punti di riferimento, che in questa fase sembrano privile- 65 giare i luoghi venerati per il culto di un santo o per altre parti- CAPB 1991, p. 43. colari ragioni liturgiche. Le vie di pellegrinaggio scanserebbero 6 6 CANTINO WATAGHIN 1998, pp. 623-629, per la quale i le antiche mansiones e stationes romane, perchè si frazionano a nuovi percorsi medievali, che non sostituirono in ogni luogo gli toccare xenodochi, santuari, monasteri. Marina De Marchi 119

Fig. 10 - (CO), fasi relative ai secoli VII, VIII e IX (da CAPORUSSO, BLOCLEY 1995).

Fig. 11 - S.Martino di Lecco, planimetria dell’insediamento rupestre (da BRAMBILLA e al. 1991). viario della strada romana Novara/Como, seguen- 565, nell’area di un abitato romano6 9), con Chia- do i castelli e gli abitati disposti lungo il percorso, venna, e ancora da Como attraverso Ossuccio, via in prossimità di snodi viari, di guadi, di approdi lago, all’Isola Comacina70; sul fronte orientale del fluviolacuali incontriamo procedendo da sud lago una strada, scarsamente indagata, scorrendo ovest: Castelnovate, l’abitato arimannico di Arsa- lungo costa e in altura, da Lecco porta all’abitato go Seprio, Castelseprio, Incino, sede pievana, rupestre di S.Martino (che ha restituito un vasetto Como, da cui via terra ci si raccordava con Ossuc- longobardo)71 (Fig. 11), a Perledo, centro fortifica- cio (il Vicus Ossuciates noto per il ritrovamento to da indagare (fibbia da cintura longobarda di VII sporadico di una tomba di guerriero, datata alla secolo avanzato) e, infine, a Chiavenna; i percorsi fine del VI secolo - inizi del successivo6 7, e per lo lungo l’Adda giungono a Trezzo e da qui ad Agrate scavo recente della chiesa dei SS.Sisinnio ed e a Milano72; la strada Como/Lecco/Bergamo per- Agata con fasi altomedievali, una delle quali data- mette l’accesso alla Val S.Martino e sfiora, a set- ta al VII secolo68) (Fig. 10), con (con una pic- tentrione, gli insediamenti altomedievali dell’Iso- cola necropoli, distinta dal ritrovamento di una la Brembana, con i centri di Bonate e di Almenno moneta aurea giustinianea, datata tra il 527 e il San Salvatore, posti sulle due rive del Brembo e

6 7 DE MARCHI 1995, pp. 295-298, Fig. 3 (che raffigura un 70 Quadro di sintesi relativo alle vicende dell’Isola in CAPO- umbone di scudo errato, perchè di non certa provenienza ossuc- RUSSO 1998, pp. 15-27, con bibliografia. ciate). 71 BRAMBILLA et al. 1991, pp. 105-118. 68 CAPORUSSO, BLOCLKEY 1995, pp. 252-275. 72 LUSUARDI SIENA 1986, pp. 194-199. 69 DE MARCHI 1995, pp. 295-298, Figg. 1-2. 120 LE FORTIFICAZIONI DEL GARDA E I SISTEMI DI DIFESA DELL’ITALIA SETTENTRIONALE TRA TARDO ANTICO E ALTO MEDIOEVO

Fig. 12 - Arsago Seprio (VA), planimetria della necropo- Fig. 13 - Stabio (CT), planimetria della chiesa dei S.S. li longobarda (da MARIOTTI 1994). Pietro e Paolo con posizionamento di cimiteri ed ossari (da DONATI 1976). sedi di corti nobiliari e rege7 3. Così da Bergamo, va Trezzo a Bonate e ad Almenno7 6, e per la via attraverso le strade per Cremona e Lodi e il retico- pubblica ricordata dai documenti d’archivio (infra lo viario centuriale, ci si collegava ai centri di pia- § 4), che correva lungo una delle due sponde del nura, e da Castelseprio per la Val Ganna, le valli fiume Brembo, costeggiando Bonate. della Tresa e del Sottoceneri si andava a Bellinzo- n a7 4. Questo castello era raggiungibile anche 2.1 -Gli esempi delle giudicarie del Seprio costeggiando, o navigando, il Ticino e il lago Mag- e di Sirmione giore, dopo avere toccato da sud a nord: Nosate, I due centri fortificati che diedero il nome alle Castelnovate, Sesto Calende, Angera. L’antica via nuove circoscrizioni territoriali, dovettero incidere pedemontana permetteva raccordi tra i laghi di nella distribuzione degli insediamenti circostanti Como e Maggiore. Ancora da Castelseprio per e divenirne il centro di attrazione. I loro territori Mendrisio si andava a Campione, dove era uno comprendono, infatti, altri punti di difesa e centri xenodochio (attestato nel VIII secolo, infra § 4) e di abitati di un certo rilievo. La situazione per Sir- qui, navigando il lago di Lugano, a Riva San Vita- mione è più rarefatta e apparentemente di peso le, sede battesimale. Tratti delle strade romane, minore rispetto al quadro insediativo offerto dal oggetto di scavi archeologici, risultano ancora atti- Seprio. La giudicaria di Sirmione si estende ad ve nell’altomedioevo, a Somma Lombardo, a Gar- inglobare alcuni abitati trentini, località sulle rive late, a Fornovo San Giovanni7 5. Nuovi percorsi del basso Garda, inoltrandosi a meridione verso (s u p r a), si modellarono sulle esigenze locali, ad M a n t o v a7 7, a comprendere Monzambano e, forse, esempio così avvenne per la strada, documentata Goito. Questo minor peso di Sirmione può essere in età medievale, ma probabilmente precedente, stato determinato dalla sua dipendenza dalla che - attraversando l’Isola Brembana - congiunge- corte di Adelchi e di Desiderio, come mostrano le

7 3 BROGIOLO 1989, pp. 155-170, e 1992, pp. 226-231; DE 75 SIMONE 1984, p. 57; MARIOTTI 1994, p. 110; BROGIOLO MARCHI c.s. 1997, pp. 75; FORTUNATI ZUCCALA 1992, p. 121. 74 La ricostruzione dei percorsi minori e a carattere locale, che univa- 76 BROGIOLO 1992, p. 228. no i territori del Seprio è in FOLETTI 1997, pp. 113-180, Fig. a p.180. 7 7 BROGIOLO 1989, pp. 13-48, fig. 1 (ricostruzione operata sulla base delle testimonianze scritte d’epoca). Marina De Marchi 121

carte e dall’ingerenza che nel corso del VIII secolo ebbe il monastero di S.Salvatore di Brescia (infra), del quale divenne in qualche modo una succursale e del quale seguì il destino dopo la conquista di Carlo Magno, con l’assegnazione al monastero di S.Martino di Tours, oppure dal suo essere frantu- mata in aree distinte e lontane: una lombarda a valle del lago e una trentina a monte, mentre il Seprio possiede un territorio più omogeneo e com- patto. Nel territorio lombardo di Sirmione, come è noto dai documenti scritti pervenutici, gli abitati soggetti al castrum sono pochi e per lo più ricorda- ti come centri rurali di proprietà terriere (Gozzoli- na, Bocchere, Gusnago, Caonno). Il punto di con- tatto con Castelseprio consiste nell’assetto urbano distinto in edifici sacri, monasteri, chiese (S.Mar- tino, il monastero di S.Salvatore, S.Vito), abitazio- Fig. 14 - Stabio (CT), S.S. Pietro e Paolo. Le sepolture 9 n i7 8. Ambedue i centri hanno chiese extramura- e 11 (da DONATI 1976). nee, a Castelseprio S.Maria foris Portas, poco fuori le mura, probabilmente costituiva un punto di aggregazione (xenodochio) a forte valenza cultuale re, tegole e laterizi dall’oratorio dei SS.Cosma e per la popolazione del vicino borgo, funzioni analo- Damiano), sviluppatosi come fulcro insediativo in ghe forse a Sirmione venivano svolte dalla chiesa età tardo antica a seguito dell’erezione della basili- di S. Pietro in Mavinas, esterna alla cinta urbica. ca paleocristiana, rinvenuta nell’area sottostante A Sirmione le fonti scritte ricordano orti e oliveti la chiesa parrocchiale di S.Vittore79 , dalla quale è interni all’abitato, come a Campione, altro centro noto anche il rinvenimento di tombe, nel corso di lacustre, e a Sumirago in area collinare. lavori di restauro eseguiti nel secolo scorso, a Castelseprio governa un territorio ricco di inse- copertura monolitica decorate da croci scolpite diamenti castellani (Bellinzona, Angera, Castel- attribuibili al VI/VII secolo (con confronti a Castel- novate, Rodero S.Maffeo, Velate, Gorduno, Laino se p r i o / S . G i o v a n n i 80 , a S.Maria foris Portas, in sar- d’Intelvi), di chiese, di insediamenti, deducibili cofago contenente fili di broccato81 , e a Castelnova- soprattutto dal ritrovamento di necropoli o di te nella navata dell’oratorio, oggi distrutto, dedica- nuclei di tombe. In generale le scoperte archeologi- to a S.Eusebio82 ); Stabio è caratterizzata da tombe che, per lo più dovute a scavi casuali e privi di di personaggi d’alto rango (croce aurea, il celebre informazioni circa le modalità e l’esatta località di umbone da parata a placche decorate, Fig. 6, fili ritrovamento e talvolta con materiali dispersi d’oro da broccato), sepolti in parte presso la chiesa (Sesto Calende, Capronno, Cadrezzate) coinvolgo- dei SS.Pietro e Paolo (armati) (Fig. 13 e 14), in no, in buona percentuale abitati ancora oggi attivi parte in una località “alle Vigne” non meglio identi- o le loro immediate vicinanze, e questo vale sia per ficata (chiesa di S.Abondio?) (umbone da parata e l’area del Canton Ticino sia per i territori prealpi- croci d’oro), in parte da materiali sporadici (croce ni e di pianura, che spesso, hanno rispondenza con d’oro a stampo con decorazione bizantina), indivi- ritrovamenti di età preromana e romana. Questa dui molto probabilmente sepolti presso le loro pro- caratteristica è per altro particolarmente diffusa prietà rurali; Campione sul lago di Lugano è un in tutto il territorio lombardo. Alcuni centri sem- abitato con continuità attestata per i secoli VII e brano distinguersi dagli altri per la presenza di VIII, sia dall’evidenza di fasi altomedievali nella gruppi famigliari (f a r a e) di nobili di tradizione chiesa di S.Pietro, posta a nord dell’abitato, sia dal guerriera; questi sono riconoscibili a Stabio, ad ritrovamento di sepolture privilegiate nella chiesa Arsago Seprio, a Campione. di S.Zenone, ricordata in documenti di VIII secolo, In base ai ritrovamenti funerari, Arsago Seprio, delle quali una a struttura monumentale conte- sede di una necropoli famigliare longobarda (Fig. nente fili d’oro da broccato e una moneta di Perta- 12), è databile, ad un primo esame del materiale, rido (672-688) e una seconda femminile con gioielli entro la prima metà del VII secolo. L’abitato è da datati al VII secolo inoltrato (orecchini di tipo mettere in relazione con un vi c u s preesistente e con bizantino a pendente vitreo, anello aureo con pasta la presenza di ville romane (necropoli di via Milano vitrea blu nel castone)8 3. I documenti d’archivio e località S. Ambrogio, materiali riusati in S.Vitto- menzionano Campione come locus o fu n d u s 84 , non

78 ROFFIA 1996, pp. 47-48. 82 BERTOLONE 1934, pp. 25-37. 79 MARIOTTI 1994 e 1994b, rispettivamente pp. 183 e 120. 83 CAPORUSSO, BLOCKLEY 1996, pp. 239-278; CAPORUS- 80 LUSUARDI, SESINO 1987-88, pp. 97-134. SO 1995-1997, pp. 230-232. 84 81 CARVER 1984, pp. 563-575. CDL, 29, 721 maggio 12; CDL, 53, 735 gennaio 30. 122 LE FORTIFICAZIONI DEL GARDA E I SISTEMI DI DIFESA DELL’ITALIA SETTENTRIONALE TRA TARDO ANTICO E ALTO MEDIOEVO

vi è alcun cenno a fortificazioni militari o difensive, per le diverse funzioni svolte (centri di potere mili- solo future indagini nel centro storico potranno tare e giurisdizionale, sedi pievane, monasteri, chiarire l’effettivo ruolo di questo insediamento, xenodochi, luoghi di culto, scali portuali), quando che ha i caratteri di una postazione strategica uniti diversi ruoli non si concentrano in una sola località, a quelli di uno scalo portuale e di un luogo di culto, e la pluralità quasi reticolare dei percorsi di comu- quasi da capolago, come Riva San Vitale85 e Iseo. I nicazione territoriale. documenti d’archivio attestano, nel corso di set- tant’anni, l’evolversi dei rapporti sociali della fami- 3 - Insediamenti e necropoli glia, nobile e cristiana, di Arichis e Sigirad e dei La nuova costellazione territoriale di città forti- due Totoni, legami parentali con Walderada86 , abi- ficate e la disposizione delle terre fiscali e regie, tante ad Arsago Seprio, e sociali con il monastero dovute all’applicazione della te r t i a nei confronti dei milanese di S.Ambrogio. nuovi dominatori, ricordata in termini ambigui da La datazione dei manufatti, rinvenuti in que- Paolo Diacono90 , o dai beni derivati ad Autari dai ste località, cronologicamente attribuibili al VII duchi all’atto della ricostituenda monarchia9 1, o secolo, anche avanzato, e il frequente rapporto tra confiscate alle città ribelli (Bergamo e Brescia) e a sepolture ed edifici di culto sembra indicare un quelle vinte (Isola Comacina, Cremona, Mantova) assetto insediativo stabilizzato. dovettero modificare l’assetto insediativo, ma non Da un primo confronto tra le carte di distribu- sostanzialmente. Talvolta si privilegiarono i v i c i zione (ancora parziali87 ) dei ritrovamenti archeolo- romani che divennero fulcri di attrazione del popo- gici, ricomposte in base ai confini della giudicaria lamento rurale e del circondario, come ad esempio proposti da G.P. Bognetti (1966, pp. 80-81), che non Manerbio (BS), Ossuccio (CO) e Arsago Seprio includono le aree settentrionali del Canton Ticino e (VA); in altri ville rurali, anche di grande impianto, molti tra gli edifici di culto e d’uso abitativo scava- in altre ancora aree cimiteriali romane, o sovrap- ti 88 di recente, e delle località citate dai documenti ponendosi con una cesura intermedia, o continuan- scritti di VIII e IX secolo (tavv. IV e V) si può riscon- done l’uso senza soluzione di continuità, ma con trare una complementarità dei dati indicativa dei modifiche alle strutture edilizie e cimiteriali con- caratteri dell’insediamento in questa area. A parte servate; in un caso ulteriore l’insediamento longo- il rilievo che acquisiscono i centri abitati documen- bardo si ancora a territori fortemente romanizzati, tati in ambedue le fonti (Bellinzona, Castelseprio, presso abitati romani e preromani, talvolta riutiliz- Campione, Arsago Seprio, Castelnovate, Sumira- zando le strutture conservate, come cava di mate- go, Sesto Calende), la documentazione scritta, rife- riali o come appoggio per nuove costruzioni. rita prevalentemente alla proprietà terriera, colma Al caso delle ville appartengono, sparsi un po’ gli spazi tra il capoluogo, il lago di Varese e Varese, in tutto il territorio lombardo, gli esempi: dell’ora- concentrandosi verso nord ovest, a sud ovest della torio di S.Vincenzo a Sesto Calende (VA) (con città di Como e attorno al lago di Lugano, secondo materiali longobardi)92, che insiste su una struttu- un andamento che specifica sia la localizzazione ra d’uso civile-abitativo precedente; della Pieve di delle proprietà rurali dei signori del luogo (Alchar, Manerba (BS)93, con due chiese costruite sui rude- Scaptoald, Walderada e i Totonidi89 ), sia le vie di ri di una villa romana, e resti di edifici in legno e in frequentazione privilegiate, tra Castelseprio, muratura; del mausoleo e della chiesa altomedie- Varese, Como, lago di Lugano e odierno Canton vale di S. Stefano di Garlate (Lecco) (Fig. 15) (con Ticino. La carta di distribuzione dei ritrovamenti sepolture privilegiate nella navata contenenti archeologici mostra, al contrario, una distribuzione resti di ricchi corredi)94, costruita sopra una villa dei siti più sparsa sul territorio e particellare, che romana mosaicata95; della necropoli famigliare di comprende le rive del Ticino, il corso del fiume Trezzo d’Adda-S.Martino (MI), che insiste e riuti- Olona, il percorso della pedemontana che scorreva lizza i resti di una villa romana, sulla quale sem- tra i laghi di Como e Maggiore, l’imbocco delle valli pre in età altomedievale si costruì un edificio di a nord di Varese. Sommando le due carte è eviden- c u l t o9 6; della chiesa di S.Tomé a Terno d’Isola te l’importanza di alcuni centri rispetto ad altri, (MI)97, che sorge su un’area cimiteriale monumen-

85 CARDANI 1995. BOGNETTI 1966, pp. 594-595, con lista dei documenti concer- nenti il secondo Totone. 86 MOR 1928, p. 126 ss.. Le carte redatte presentano la raccol- ta dei primi risultati di una ricerca in corso da parte di chi scri- 90 Hist. Lang., III/I, 16; CONTI 1992, pp. 7-20. ve. Altre considerazioni in DE MARCHI 1999, pp. 45-84. 91 Hist. Lang., III, 16; V, 28 (confische alla città di Oderzo con- 87 Idem quistata da Grimoaldo). 88 Per i quali si rimanda a FOLETTI 1997 e DE MARCHI 92 GUERRONI, BROGIOLO, CAZORZI 1983, pp. 97-123. 1997a. 93 BROGIOLO 1991, pp. 158-159, e 1997, pp. 307-311. 89 Alchar, CDL (Porro), LXXXIV, 807, 11 settembre; PLACITI, 94 BROGIOLO 1997, pp. 74-75. I, 45, 823-840, cfr. DE MARCHI 1992, pp. 13-26, Scaptoald, 95 BROGIOLO 1995-97, pp. 236-238. CDL (Porro), CLXIX, 850, luglio. Per Walderada, CDL, 123, 756 ottobre 25; per i Totonidi, discussione in MOR 1928, p. 126 96 LUSUARDI SIENA 1992, pp. 131-148, e 1995, pp. 365-375. ss., che distingue un Totone I (725) e un Totone II (769-810); sul 97 DE MARCHI, FORTUNATI ZUCCALA, VITALI 1992, pp. problema si vedano SCHIAPARELLI 1929-33, pp. 236-237, e 216-225, con bibliografia precedente. Marina De Marchi 123

Fig. 15 - Garlate (LC), chiesa di S. Stefano, planimetria della sacello altomedievale (da BROGIOLO 1996). tale di età romana; dell’insediamento di Rodengo della villa con edificio termale di Nuvolento (BS), Saiano (BS), scavato nel sagrato dell’Abbazia Oli- demolita alla fine del VI/VII secolo (cronologia vetana, che ha restituito ceramica longobarda, che data dalla presenza di ceramica longobarda), ma si affianca ad una villa romana caduta in disuso occupata appena successivamente da strutture a nel IV secolo, in area parzialmente protetta da un piccoli vani e alzato ligneo103, della villa romana di muro robusto che potrebbe essere relativo ad una Padenghe sul Garda, che tra fine IV/inizi V fu cinta fortificata98. ristrutturata anche per un utilizzo produttivo Continuazioni d’uso, con modifiche e alterazio- (frantoi oleari che insistono su parte dell’area ni dell’impianto primitivo, si hanno per la villa riu- monumentale della villa) e che vede una fase inse- tilizzata e ampliata, più che sede episcopale palaz- diativa tardo antica - alto medievale con edifici zo di un referendario regio (con oratorio privato poveri in legno104. annesso) di Palazzo Pignano (CR)99, come potreb- Al terzo caso si possono riferire, allo stato be attestare l’anello sigillare aureo, privo di conte- attuale delle conoscenze, la necropoli d’arme di sto, ivi rinvenuto; per la motta fortificata di Roma- Fornovo San Giovanni impiantata presso i resti di no di Lombardia (fibbia bronzea a placca fissa di una strada e di un abitato romano105; le case mas- tradizione bizantina)1 0 0; per l’insediamento alto- saricie in villa ricordate nel testamento del gasin- medievale di Bioggio (CT), sorto nell’area di una dio regio Taido, datato al 774, probabilmente rela- villa romana, che comprende anche un primitivo tive all’area dove si estende la villa romana di impianto di culto a struttura lignea101; della villa Arzago d’Adda (Fig. 16), con attestazione di fre- rurale di Mansarine di Monzambano (MN), nella quentazione fino ad età tardo antica106; le necropo- giudicaria di Sirmione, che mostra un riutilizzo li di Covo (BG), poco distante dall’abitato romano, diversificato degli ambienti (in parte ad alzato con 15 sepolture (una solo con corredo composto da ligneo su basamento) per un probabile uso a stalla guarnizioni di cintura in bronzo e una lucerna)107; e a stabbi per piccoli animali, e strutture abitative, della chiesa di Almenno S.Salvatore non distante divise da tramezzi lignei, provviste di focolari1 0 2; da una ricca villa romana1 0 8; della necropoli con

9 8 BROGIOLO 1983, pp. 67-68, e 1983a, pp. 25-55, part. tav. 103 ROSSI 1996, pp. 35-41. IV, 32; BREDA 1995-1997, pp. 115-116. 104 BREDA 1995-97, pp. 110-111. 99 ROFFIA 1990; CANTINO WATAGHIN 1994. 105 FORTUNATI ZUCCALA 1992, pp. 121. 100 DE MARCHI 1988; FORTUNATI ZUCCALA 1992, pp. 106 CDL, 293, 774, maggio Bergamo; cfr. FORTUNATI ZUC- 126-127. CALA 1992, pp. 126-127, e 1992-95, pp. 47-48. 101 DONATI 1993, pp. 201-218; FOLETTI 1997, pp. 145-146. 107 FORTUNATI ZUCCALA 1995-97, pp. 55-57. 102 BREDA 1997, pp. 271-287. 108 FORTUNATI ZUCCALA 1995-97, pp. 43-47. 124 LE FORTIFICAZIONI DEL GARDA E I SISTEMI DI DIFESA DELL’ITALIA SETTENTRIONALE TRA TARDO ANTICO E ALTO MEDIOEVO

Arsizio e Somma Lombardo, potrebbe avere tolto il ruolo di fulcro territoriale alla vicina Somma Lombardo, che viene indica- ta come v i c u s nella tradizione connessa all’epigrafe votiva dei V i c a n i Votodrones114. Gli abitati di nuova fondazione sembra- no attestati a Carvico, nell’edificio di culto dedicato a S.Tomè, nell’Isola Brembana, della quale costituì uno dei fulcri di attra- zione degli insediamenti d’area1 1 5, come attesta anche la documentazione d’archivio (i n f r a, § 4); a Offanengo, nell’Insula Ful- cheria, con nucleo cimiteriale arimanni- co116 e piccoli gruppi di sepolture attorno ad un edificio di culto, dedicato a S.Lorenzo; a S.Martino ad Iseo (BS)1 1 7, edificio di culto posto lunga la strada per la Val Trompia, che sorge su un primitivo impianto cultua- le altomedievale; a Laino d’Intelvi (CO), ricetto fortificato eretto da un privato reli- gioso nel 556, che ha restituito oggetti d’uso quotidiano dall’area interna alla cinta e al suo esterno due tombe longobarde (s u p r a §1). Fig. 16 - Arzago d’Adda, planimetria generale della villa Le grandi necropoli di armati si dispon- romana (da FORTUNATI ZUCCALA 1992). gono esclusivamente in pianura, lungo la linea delle risorgive - talvolta lambiscono la prima dorsale delle colline moreniche - sepolture prive di corredo, una delle quali destina- un’area che doveva aver conservato meglio di altre ta ad un cavallo (cfr. con le deposizioni equine l’urbanizzazione, le strutture abitative e produtti- della necropoli longobarda di Fornovo San Giovan- ve di età romana, in sostanza dove i terreni garan- ni), scoperta presso una villa romana in disuso109. tivano produzione agricola, abbinata a presenze In Lombardia è, però, alta la percentuale di boschive estese. Erano queste le premesse per il necropoli con corredi d’arme di tradizione germa- migliore sfruttamento economico, valutabile in nica nei pressi di abitati romani o nelle loro vici- terre coltivate, prodotti del bosco, allevamento. nanze, come attestano, indicativamente, i ritrova- Non a caso nella pianura tra Chiese e Serio, gua- menti varesini di Legnano, Castellanza, dagnando progressivamente le rive dell’Oglio, Bogno/Besozzo, Cocquio/Trevisago110; della pianu- attraverso scambi di terre tra alti funzionari di ra bergamasca e bresciana, con Zanica, Scanzo corte e donazioni regie, si estenderà la maggior Rosciate, Fornovo San Giovanni, Castel Gabbiano, parte delle proprietà dei grandi monasteri bene- Romano di Lombardia, Flero, Manerbio, Milzanel- dettini di Leno e di S.Salvatore di Brescia (infra). lo, Leno, Leno/Porzano, Leno/Campo Marchio- In pianura alcune necropoli, più o meno estese, ne111, Calvisano112; mantovana con l’estesa necro- sembrano per il carattere famigliare, dovuto alla poli di Goito113. Gli insediamenti di pianura sono presenza di sepolture femminili e di bambini, da tutti ancorati ai l i m i t e s della centuriazione. Una riferire ad insediamenti rurali, ad esempio tradizione di radicamento insediativo raramente Leno/Porzano e Goito1 1 8, ambedue frequentate percepibile, con la stessa intensità, altrove. Un dalla fine del VI secolo a tutto il VII. I centri attor- caso da indagare in estensione è quello di Arsago no ai quali si dispongono a raggiera le necropoli Seprio (VA), ricco di testimonianze preromane, possono riconoscersi nell’insediamento di romane, paleocristiane, altomedievali comprensi- Leno/Campi S.Giovanni (abitati lignei, con fondi ve della necropoli famigliare longobarda. Arsago, di due fornetti e fondi di crogioli in pietra ollare, che la tradizione vuole centro della pieve più anti- che fanno pensare a strutture produttive relative ca (chiesa di S.Vittore) del territorio tra Busto alla rilavorazione del vetro, cui si sovrappone in

109 BREDA 1992-95, pp. 98-100. 114 PASSERINI 1953, pp. 184, C.I.L., V, 5546-5554. 110 DE MARCHI vedi n. 86. 115 BROGIOLO 1989a, pp. 155-170, e 1992, pp. 226-231. 111 BREDA 1995-97, pp. 93-95. 116 VON HESSEN 1965, pp. 27-76; TOSATTI 1983, pp. 98- 112 DE MARCHI 1988, 1992, 1995. 102; VERGA BANDIRALI, PANDINI 1985, pp. 94-97. 117 113 MENOTTI 1994, pp. 97-124. BREDA 1990, p. 197. 118 BREDA 1992-93, pp. 83-84. Marina De Marchi 125

Tav. IV - Carta di distribuzione dei ritrovamenti archeologici di VII-VIII secolo nella giudicaria del Seprio (parziale).

Elenco delle lovalità

1) Iragna 25) Stabio 2) Castione 26) Morbio 3) Gorduno 27) Coldrerio 4) Arbedo 28) Robarello 5) Carasso 29) Isolino Virginia 6) Bellinzona 30) Rodero 7) Muralto 31) Varese 8) Ascona 32) Cadrezzate 9) Giubiasco 33) Como 10) Sonvico 34) Capronno 11) Lugano 35) Angera 12) Laino 36) Sumirago 13) Campione 37) Sesto Calende 14) Pellio d’Intelvi 38) Castelseprio 15) Lenno 39) Lagozza di Besnate 16) Ossuccio 40) Arsago Seprio 17) Ligurno di Musadino 41) Cairate 18) Riva S.Vitale 42) Cassano Magnago 19) Cocquio-Trevisago 43) Pombia 20) Besazio 44) Castelnovate 21) Mendrisio 45) Castellanza 22) Castel S.Pietro 46) Legnano 23) Besozzo-Bogno 47) Castano Primo 24) Velate 48) Nosate

stretta sequenza una necropoli longobarda di 90 materiale longobardo sono scarsi (Castelletto di tombe in nuda terra), e di Calvisano, distinto da Polpenazze e Vestone, oltre alla necropoli di Botti- almeno quattro nuclei cimiteriali, tra i quali due cino Sera, s u p r a). La difesa sembra appoggiarsi grandi necropoli e piccoli gruppi di sepolture, oltre prevalentemente ai castelli del Trentino, a Sirmio- a resti di fortificazione ancora da studiare1 1 9. A ne e a Brescia, mancando manufatti d’ambito lon- Manerbio120, costeggiato dalla strada Brescia/Cre- gobardo nel castrum di Manerba e nei ricetti forti- mona, infine, l’unico vicus della zona attestato epi- ficati di Castel Gaino e di Castel Antico. Da un lato graficamente; in questo centro presso l’area della questa constatazione induce a pensare che l’area pieve è stato scavato un cimitero relativo al più sia rimasta più a lungo in mano bizantina lascian- antico edificio di culto, con ceramica longobarda do che la conquista longobarda si liberasse in pia- fuori strato, obliterato da un insediamento altome- nura (BROGIOLO, in questa sede), controllata da dievale ad edifici lignei, che perdura fino al XII postazioni nemiche situate a settentrione, dall’al- secolo. tro che questi siti siano stati abbandonati perché esterni al circuito viario che si andava formando. 3 . 1 - I piccoli nuclei di sepolture in area Una frammentazione di fronti che nella prima fase collinare e montana della conquista longobarda ha riscontro nel regio- Escludendo da questa analisi campione i terri- ne del lago di Como, del Canton Ticino meridiona- tori di Pavia e di Milano che, per le loro caratteri- le e molto probabilmente nella parte settentriona- stiche di compattezza “giurisdizionale”, vanno le del Varesotto (forse comprendendo le colline analizzate a parte121, nel restante territorio regio- moreniche che la separano dalla pianura). Situa- nale le sepolture singole o in piccoli nuclei tenden- zione, che sembra trovare un parallelo nell’Isola zialmente sono distribuite in area collinare, con B r e m b a n a1 2 2, dove i ritrovamenti di chiara maggiore interessamento del territorio della Fran- impronta longobarda sono molto scarsi (elemento ciacorta, della Brianza, del Seprio. Infatti nella in ferro ageminato dalla chiesa di S.Tomè di Car- regione gardesana occidentale i ritrovamenti con vico datato al secondo quarto del VII secolo, Fig. 4)

119 DE MARCHI 1997; CAPB, pp. 42-43, n. 223. 121 Si rimanda, per quadri di sintesi a PERONI 1967, e DE 120 BREDA 1986, pp. 127-128. MARCHI 1994, pp. 58-60. 122 DE MARCHI 1997a, pp. 283-329; DE MARCHI vedi n. 73. 126 LE FORTIFICAZIONI DEL GARDA E I SISTEMI DI DIFESA DELL’ITALIA SETTENTRIONALE TRA TARDO ANTICO E ALTO MEDIOEVO

Tav. V - Carta di distribuzione delle località citate nei documenti di VIII e IX secolo nella giudicaria del Seprio (parziale).

1) Bellinzona 2) Bedano 3) Canobbio 4) Lugano 5) Germignaga 6) Agno 7) Neggio 8) Scaria Intelvi 9) Laino 10) Campione d’I. 11) Arogno 12) Isola Comacina 13) Cittiglio 14) Gemonio 15) Balerna 16) Pontegana 17) Trevano 18) Arsago Seprio 18) Drezzo 19) 20) Buguggiate 21) Angera 22) Mornago 23) Montonate 24) Sumirago 25) Vinago 26) Albizzate 27) Quinzano 28) Sesto Calende 29) Castelseprio 30) 31) Coarezza 32) Cairate 33) Caiello 34) Cardano al Campo

e il fulcro dell’insediamento ruota attorno al com- zioni climatiche e del suolo, favorevoli alle coltiva- plesso chiesiastico e cimiteriale di S.Vittore in zioni, che per la presenza dello scalo lacuale d’Iseo, Terno d’Isola1 2 3. Viene da pensare che queste nodo di transito dalla pianura alla Val Camonica, la regioni, in qualche modo periferiche ai grandi per- presenza longobarda è ben attestata. Abbiamo, corsi viari di tradizione romana e isolate ma noda- infatti, ritrovamenti ad Adro, con segnalazione di li strategicamente, abbiano conservato il carattere due sepolture scoperte casualmente nell’area del di énclaves a tradizione locale anche nel VII secolo, convento della Madonna della Neve (materiali per- quando il ruolo militare non era più tanto attuale, duti), alla quale dovevano appartenere armi, scava- forse anche perchè geograficamente inadatte, al te nell’area o presso l’area di una necropoli di IV (?) contrario della pianura bresciana ad esempio, al secolo costituita da 23 sepolture1 2 5; a Cologne in formarsi di patrimoni fondiari estesi, tant’è che i località prossima alla chiesa di S.Giorgio in Sala, beni posseduti nell’Isola Brembana dal gasindio dove è stata scoperta una sepoltura doppia, conte- Taidone e dal nobile Rottpert si disponevano in nente un solo scheletro accompagnato da guarnizio- piccoli appezzamenti di terra, per lo più lungo le ni bronzee da cintura “militare”, da un umbone di rive occidentali del fiume Brembo, dove l’approvvi- scudo da parata, da frammenti di pettine in osso e gionamento idrico era garantito. da una borchia in bronzo, assegnabili cronologica- In Franciacorta invece, sia per la posizione pros- mente alla prima metà del VII secolo; a Erbusco, sima a Brescia e servita dalla strada che dalla vici- con ceramica longobarda fuori contesto; a Rodengo na città conduceva a Bergamo12 4 , sia per le condi- Saiano (su p r a ); a Gussago (centro pievano di antica

123 BROGIOLO 1989. Brescia, Castegnato/Cazzago, BOSIO 1970 e TOZZI 1972. 1 2 4 La ricostruzione del percorso della Bergamo/Brescia vede 125 Sintesi in DE MARCHI 1993 (?), pp. 211-219. due tracciati ipotetici: uno Brescia/Ospitaletto/Rovato, l’altro Marina De Marchi 127

origine), che le fonti scritte ricordano come fu n d u s che vennero ad avere i collegamenti con la Rezia. dell’Abbazia di Leno, di fondazione desideriana12 6 , In questa area abbiamo presenza di armati a Bul- con una sepoltura contenente un corredo limitato ciaghetto (presso il sagrato della chiesa di S.Stefa- ad uno sc r a m a s a x e a un coltellino. Nel VIII secolo, no, due tombe con armi al completo, tra le quali un la regione venne conquistata progressivamente umbone di scudo da parata e una fibbia con placca dalle proprietà dei monasteri desideriani di Leno e in ferro ageminato con motivi ad intreccio zoo- di S.Salvatore di Brescia. Quest’ultimo vi possede- morfo), a Garbagnate Monastero (chiesa dei va le corti di Iseo, di Cannello Secco, di Borgonato e SS.Nazaro e Celso, una tomba con scramasax, due di Timoline12 7 . coltellini, frammenti di altre lame, guarnizioni da In territorio bergamasco nuclei modesti di sepol- cintura in bronzo), a Beolco presso Olgiate Molgo- ture si rilevano sia presso la città di Bergamo sia in ra (chiesa di S.Pietro, frammenti dell’epigrafe di pianura distribuiti in modo capillare, ma costituiti Aldo e Grauso e sepoltura bisoma contenente due da ritrovamenti di scarsa entità, che allo stato spade, un anello in oro, forse sigillare, perduto). attuale delle ricerche possono essere riferiti a pro- Nonostante il carattere puntiforme delle informa- prietari di terre, ad esempio: Loreto (croce d’oro, zioni, si può dire che si tratta di sepolture privile- sporadica), Colognola al Piano (guarnizioni da cin- giate interne a luoghi di culto, o nelle loro adiacen- tura in oro di tradizione bizantina, croce aurea ze, con elementi del corredo datati al VII secolo. Vi liscia, borchie in bronzo dorato da scudo da parata, sono compresi un anello in oro e due umboni di un recipiente in bronzo non meglio identificabile, scudo da parata. Nel caso di Beolco è difficile dire tutto perduto), Scanzo/Rosciate (un umbone di con certezza se l’epigrafe di Aldo e Grauso, perso- scudo da parata rinvenuto con materiale probabil- naggi chiave nel gioco delle alleanze nella guerra mente di età romana), Zanica (un sarcofago scoper- interna condotta tra Alachis, duca di Bergamo e di to in un campo posto presso la cascina S.Martino, Trento, e Cuniperto1 3 2, sovrano legittimo, sia da costruito per la maggior parte in mattoni e riutiliz- collegarsi con i defunti deposti nella sepoltura; l’u- zando un’ epigrafe romana, contenente speroni in nico dato certamente deducibile dai ritrovamenti è ferro ageminato datati al pieno VII secolo, una fib- la presenza in queste località di nuclei di ariman- bia con placca in ferro, una fibbia bronzea di tipo ni, talvolta appartenenti alla nobiltà di corte, cosa bizantino, tre croci in oro decorate a stampo), ritro- che tende a confermare il carattere fiscale di que- vamento probabilmente connesso ad un edificio di sto territorio133, il quale mostra affinità con quan- culto, Clanezzo Ubiale (due sepolture scoperte nel- to attestato per la giudicaria del Seprio. l’area del presbiterio della chiesa parrocchiale, con- Nel Varesotto e in Canton Ticino, insediamen- tenenti fibbie in ferro ageminate, perdute), Verdel- ti, individuati da edifici di culto e piccole necropo- lo (una croce in lamina d’oro rinvenuta in un “sarco- li, sono capillarmente distribuiti a partire da fago medioevale in pietra di Zandobbio”12 8 , esisten- Castione (CT) - (necropoli composta da nuclei te presso la cascina S.Giovanni, di fronte all’orato- famigliari isolati tra loro, complessivamente data- rio omonimo). L’unica realtà per cui è da supporre bile fino ai primi decenni del VIII secolo) -, che, a un qualche peso strategico è Castelli Calepio, che in nord di Bellinzona, controlla le vie per le Valli di località Castel Rampino ha restituito una necropoli Blenio, Mesolcina e Leventina. Scendendo in dire- riferibile ad un nucleo famigliare, comprendente zione sud si fronteggiano lungo il Ticino la fortifi- individui di sesso maschile sepolti con ricco corredo cazione di Gorduno con la chiesa di S.Carpoforo d’arme (prima metà del VII secolo), probabilmente (sepoltura di guerriero armato), la casa a basa- relativo ad un insediamento arimannico con funzio- mento in pietre scavata a Carasso/località Lusani- ni di controllo del lago di Iseo, del corso del fiume co (materiale autoctono di VII secolo, in buona Oglio e delle strade per Brescia12 9 . parte ancora da studiare)134. I maggiori addensa- In territorio brianteo Paolo Diacono segnala menti si hanno però nel Sottoceneri, ad esempio gli Cornate d’Adda130; la maggiore densità di ritrova- insediamenti di Bioggio (Fig. 17), di Lugano (Fig. menti archeologici, distinti da un elevato carattere 19), di Castel S.Pietro (Fig. 18), di Mendrisio, di di casualità, si segnala tra Adda e Lambro, lungo il Stabio, di Besazio135. La stessa capillarità si rileva reticolo di strade che mettevano in collegamento nel Varesotto con fasce coinvolte da ritrovamenti Milano e Monza con Lecco e il lago1 3 1, lungo un modesti e caratterizzati da casualità, così disposti: asse che in età tardo antica acquisì rilievo strate- a) fascia collinare tra i laghi Maggiore e di Varese: gico e commerciale per la maggiore importanza Cadrezzate (armi, perdute), Bogno/Besozzo (armi

126 BOGNETTI 1963, p. 434. 1 3 1 PASSERINI 1953, pp. 141-143, che segnala il reticolo di 127 PASQUALI 1978, pp. 148-150. percorsi minori che la strada per Como sviluppava dopo Vimer- cate, cfr. MAGGI 1995, pp. 45-47. 128 MANTOVANI 1891, p. 87. 132 Hist. Lang., V, 38, 39. 129 Un quadro generale del territorio bergamasco è in DE 133 MARCHI 1992, pp. 195-215. Sintesi in DE MARCHI 1994, pp. 60-63, con bibliografia dei ritrovamenti. 130 Hist. Lang., VI, 17 (vittoria di Cuniperto su Alachis, fonda- 134 zione del monastero di S. Giorgio, attorno al quale si sviluppò DONATI 1978, pp. 165-166, figg. 12-13. una corte regia, cfr. LUSUARDI SIENA 1986, p. 201). 135 DE MARCHI 1997a. 128 LE FORTIFICAZIONI DEL GARDA E I SISTEMI DI DIFESA DELL’ITALIA SETTENTRIONALE TRA TARDO ANTICO E ALTO MEDIOEVO

Fig. 17 - Bioggio (CT), insediamento abitativo (da Fig. 18 - Castel San Pietro (CT), insediamento abitativo FOLETTI 1996). (da FOLETTI 1996).

Fig. 19 - Lugano (CT), insediamento commerciale e produttivo (da FOLETTI 1996). in contesto della prima metà di VII secolo), stralucido con decorazione a stampo), Castelnova- Coquio/Trevisago (ceramica longobarda), torre di te136. Appare strano il vuoto di ritrovamenti “lon- Velate, non meglio precisata (armi), Isolino Virgi- gobardi” ad Angera137. nia (un elemento di cintura in bronzo, sporadico), Il Varesotto è indubbiamente un territorio irro- Capronno (necropoli di circa 15 tombe, scarse le rato di insediamenti che mostrano funzioni e notizie e perduto il materiale che componeva i cor- gerarchie diversificate, ancora da precisare (supra redi), Sesto Calende (ceramica dalla discarica di § 2.1; infra § 5). Legnate, tombe di guerriero con materiali dispersi e tomba femminile con orecchini a cestello in oro in 3.2 - Le manifatture località non ben identificate, oratorio di S.Vincen- In Lombardia i dati archeologici sembrano con- zo supra) e, più a settentrione, Ligurno di Musadi- centrare nelle aree collinari o prealpine le manifat- no (tomba femminile con orecchini a cestello in ture relative alla lavorazione dei metalli, del vetro e argento); b) in pianura lungo il Ticino: Nosate, di altri materiali, forse perchè più prossime alle Castano, Castelnovate (s u p r a); c) lungo l’Olona: fonti di approvvigionamento delle materie prime e Castellanza, Legnano, Inveruno (sepolture di comunque situate in aree protette: insediamenti armati, con materiali parzialmente dispersi); d) produttivi relativi alla lavorazione dei metalli si fascia collinare di transizione verso la pianura: hanno a Lugano/località S.Rocco e proprietà Castelseprio, Arsago Seprio, Besnate (un vasetto a Maghetti (Fig. 19) e a Bioggio (su p r a § 3); a Laino

136 Ibidem. Chiesa, che ringrazio. La contrazione del v i c u s romano in età altomedievale è evidente dai risultati degli scavi, SENA CHIE- 13 7 Una necropoli altomedievale è stata scavata nell’area delle SA 1995, pp. LVI-LVII. Ad Angera numerosi materiali ceramici due chiese di fondazione più antica dedicate ai SS. Sisinnio e sono databili ai secoli VI e VII, TASSINARI 1995, pp. 11, 163, Martirio, Alessandro e Vittore, GRASSI 1990, pp. 243-244. Sono 169. Sarebbe da approfondire la continuità d’uso nell’altome- sporadici un vasetto di ceramica longobarda e una guarnizione di dioevo degli edifici produttivi, fra cui anche piccole fonderie poste cintura in ferro ageminato, cortese informazione Prof. G. Sena nell’abitato urbano, GRASSI 1990, pp. 244. Marina De Marchi 129

Tav. VI - Carta di distribuzione delle proprietà identificate, menzionate nei documenti di VIII secolo considerati in testo. d’Intelvi (scavi recenti nell’area della fortificazione e fornaci in loco138. La localizzazione di manifatture della chiesa di S.Vittore) sembra attestata la produ- metallurgiche o di lavorazione del bronzo può forse zione del vetro (su p r a § 1). Attività relative alla cot- essere ipotizzata per Calvisano, considerata la tura di pietre da calce sono da presumere nell’inse- varietà tipologica delle guarnizioni da cintura in diamento con ambienti d’uso artigianale di Rodengo bronzo attestata nelle necropoli del circondario, Saiano, nel sagrato dell’Abbazia (su p r a § 1 e 3). Offi- che si manifesta nelle sagome degli elementi cine produttive, attive in età romana e tardo roma- metallici e nel riaffiorare di decorazione di sapore na, dovevano trovarsi anche ad Angera, ma è da tardo antico139. verificare la continuità d’uso in epoca altomedieva- Attività di allevamento del bestiame e di produ- le. In pianura il riciclaggio di vetro antico forse era zione olearia possono individuarsi rispettivamente praticato a Leno in una fase che può datarsi alla fine a Monzambano e a Padenghe sul Garda (su p r a § 3), del VI/inizi del VII secolo, coperta dalla necropoli mentre la tradizione della lavorazione del legno e longobarda con materiali di VII secolo (su p r a § 3). della carpenteria sembra attestata per l’area vare- La città con maggiori testimonianze di attività sina (Besozzo o Bizozzero)14 0 da fonti scritte. produttive è Brescia, con a t e l i e r s di produzione della ceramica, di lavorazione di metalli e dell’osso 4 - Le fonti scritte e la distribuzione delle (infra § 5). proprietà L’abbondanza di argilla ha fatto pensare a pro- Le regioni dell’Adda, del basso corso dell’Oglio, duzioni ceramiche in territorio varesino, vicino a del Po e i territori delle giudicarie, vedono una più Trezzo d’Adda e a Bottanuco (Isola Brembana), ma intensa distribuzione di proprietà regie e di poten- mancano testimonianze archeologiche relative a ti del regno (Tav. VI). Il vir magnificus Rottpert di

1 3 8 Riguardo a produzione coroplastiche e vetrarie lungo il 139 DE MARCHI 1997. corso del fiume Ticino, SENA CHIESA 1979, pp. 37-79, e 1995, 140 CDL, III/1, n. 11 p. 45, cfr. BOGNETTI 1966, pp. 26, 487, pp. LIV-LV (Angera); per l’Isola Brembana si veda LUSUARDI n. 221. SIENA 1986, pp. 192-193. 130 LE FORTIFICAZIONI DEL GARDA E I SISTEMI DI DIFESA DELL’ITALIA SETTENTRIONALE TRA TARDO ANTICO E ALTO MEDIOEVO

Agrate nel suo testamento del 745, divide tra i suoi I rapporti tra questa nobiltà e la chiesa sono eredi terre e attività di allevamento di bestiame, molto stretti. Taido dona a S. Vittore in Terno d’I- distribuite prevalentemente tra Adda e Molgora, a sola (in teranis), case massaricie, a S.Giuliano in Bonate sulle rive del Brembo (una vigna che si Bonate altre case massaricie site in Rodi (Filago) e affaccia su una via pubblica, che forse costeggia le orti a Bonate, alla chiesa di S.Ambrogio in Zanica rive del fiume), nella giudicaria di Pombia, che parte delle sue proprietà in Curnasco (Curno ?) per controlla il Ticino. In particolare sono coinvolti messe in sua memoria e luminarie, alla chiesa di appezzamenti di piccola estensione (terre coltivate S.Michele Arcangelo, sita fuori le mura di Berga- e vigne), corti domocultili e case massaricie, situa- mo, un fundo in Vaprio (Vaprio d’Adda ?), alla te ad Agrate (dove il nobiluomo vive e fonda un basilica di S.Maria di Casirate una casa massari- xenodochio), in fundo Trecio, a Capriate141. cia ad Arzago d’Adda, questa volta definita fundo, Il gasindio regio Taido, che vive a Bonate nella altri beni sono donati alle chiese di S.Alessandro, sua domoculta e viene indicato come civis bergo - S.Pietro, S.Maria, S.Vincenzo in Bergamo. m a t i s, titolo raramente concesso a chi non vive a Dalle carte relative allo strator Gisulfo (759)145 Bergamo, nel 774 stende un testamento1 4 2, dal risulta che Anselberga, badessa del monastero di quale si ricostruisce un notevole patrimonio fon- S.Salvatore di Brescia, acquista dal vescovo di diario distribuito lungo il Brembo e nell’Isola Lodi, che le aveva avute da Gisulfo stesso, la metà Brembana con proprietà a Mapello, Rodi presso dei beni che questi possedeva ad Alfiano sull’Oglio. Filago, una casa massaricia è posta in villa d’Ar- L’altra metà la badessa la ottiene per scambio zago d’Adda (supra, § 3), nella quale è molto pro- trattato con la figlia di Gisulfo Natalia (761) 1 4 6, babilmente da riconoscere la villa romana indivi- forse moglie di un gasindio regio, di certo ben inse- duata da indagini archeologiche (Fig. 16), a Cena- rita nell’alta società del tempo. Al monastero te presso il Serio. A questi beni se ne aggiungono vanno beni lungo l’Oglio, particolarmente quelli altri dispersi tra la Val Camonica, fino al Passo del presso gli abitati di Alfiano e Alfianello, costituiti Tonale, il pavese, il veronese e Sirmione. L’esten- da una corte e da terre poste lungo la riva del sione di queste terre non è mai ben precisata nei fiume, sui quali la proprietà vanta diritti, e in loca- documenti, in alcuni casi poteva trattarsi di terre lità Squadretto presso Leno, a Natalia vengono estese, ma generalmente sono appezzamenti di date in cambio proprietà in Lodi (casa intra civita - poche decine di jugeri, come si riscontra anche per te cum ortora, una curticula con orto e pozzo), nel le proprietà di altri maggiorenti lombardi (Cuni- Lodigiano a Paderno, a Bolesengo, lungo il Lam- mondo di Sirmione ad esempio), distribuiti, inol- bro, il Sillaro, la Muzza, in Valtellina (una corte da tre, a macchia di leopardo in aree di notevole inte- 550 solidi) e in altre località finora di dubbia iden- resse strategico, economico e produttivo, e di con- tificazione e talora non identificabili. trollo del territorio, che nei tratti essenziali coinci- I beni di Alfiano comprendono edifici con corti, dono con le aree già considerate a proposito della prati, pascoli, selve, rive e paludi, terre coltivate e distribuzione dei castra e degli insediamenti mili- incolte, pomarii, con tutto il corteggio dei massari tari di pianura di maggiore importanza (s u p r a) , e degli aldii che vi lavoravano, come di consueto. ma non coinvolgendo, se non nel caso di Sirmione, Cunimondo di Sirmione (personaggio forte- gli stessi castra. mente legato alla corte regia) ha proprietà concen- In queste due carte sono coinvolti i territori trate nella giudicaria di Sirmione (760?-765, 765, abduani, interessati ad insediamenti regi come 7 7 21 4 7). Alcune di queste si trovano nelle stesse Fara Gera d’Adda, dove Autari aveva insediato il località dove ha proprietà anche il chierico Andrea suo gruppo parentale e fatto edificare la chiesa di ( 7 7 11 4 8), che stipula cessioni e permute con la S.Alessandro, Cornate d’Adda, luogo della vittoria badessa di S.Salvatore. Anche i beni di Cunimon- su Alachis di re Cuniperto, che eresse sul posto il do andranno al monastero bresciano, per confisca monastero di S.Giorgio14 3 , l’Isola Brembana ganglio stabilita dai sovrani dopo che il nobile aveva ucci- di interconnessione tra le aree bergamasche e il so il gasindio regio Manifret. lago di Como e i territori del medio corso dell’Adda, Il monastero di S.Salvatore di Brescia diviene, Almenno San Salvatore sede di una corte regia nel corso del terzo trentennio del VIII secolo, uno (cu r t e Le m e n i s nel Precetto con cui Astolfo confer- dei più grandi proprietari terrieri in territorio bre- ma alla chiesa di S.Lorenzo in Bergamo14 4 i privile- sciano, la selva di Alfiano, ex proprietà di Gisulfo gi già accordati dal suo predecessore Ariperto), da sola vale 4000 soldi d’oro. Il monastero acquista sulla sponda orientale della giudicaria Plumbense nel 769149 una corte ad Alfiano di 4000 jugeri, con (Rottpert) presso il passaggio del fiume, a controllo dipendenze sull’Oglio, da un certo Stavile brescia- delle due sponde, e i possedimenti in Val Camonica. no, che ottiene il permesso di cessione del bene dal

141 CDL, 82, 745 aprile. 146 CDL, 155, 761, settembre 10. 142 CDL, 293, 774 maggio. 147 CDL, III/I, p. 307; CDL, 188, 765, giugno 13; CDL, III, 772 143 Hist. Lang., VI, 17. novembre 11. 148 144 CDL, III/I, 27, 755 luglio 20. CDL, 257, 771, settembre 25. 149 145 CDL (Porro), 19, 759 settembre 17. CDL, 231, 769, maggio 15. Marina De Marchi 131

padre - il quale, notizia curiosa, vive secondo la sporadicamente i cinque personaggi di rango che legge gota -, l’atto è steso a Leno e vi partecipano in vi trovarono sepoltura, soprattutto alla luce delle qualità di testimoni ben quattro viri magnifici e considerazioni già da tempo fatte riguardo all’im- un gasindio. portanza delle aree abduana e briantea all’interno Altre proprietà, oltre al terreno su cui sorge a della logica strategica varata dalla monarchia lon- Brescia il monastero, verranno donate al monaste- gobarda già nei primi decenni del VII secolo, perio- ro da Desiderio e da Adelchi (Praeceptum 772, giu- do a cui risalgono le sepolture dei nobili e dei gno 14, Pavia 150), ad Alfiano, a Leno (una grande dignitari. selva che confina con i beni del monastero di Leno), a Quinzano e, a sottolineare la valenza sovraregio- 5 - Conclusioni nale dell’istituzione, nel vicentino, in Emilia, in In sintesi, sulla scorta di questi dati, si può Toscana, nei territori spoletino e veronese151. asserire che la maglia insediativa romana, intessu- I titoli di vir magnificus, che troviamo frequen- ta di v i c i, ville, insediamenti rurali di modeste temente in queste carte, e di strator r i c a l c a n o dimensioni, di m a n s i o n e s e stationes, dal III/IV quelli delle gerarchie degli alti funzionari imperia- secolo arricchita dall’edificazione dei ca s t r a di f e n - li e bizantini, latori di incarichi di sovraintenden- sivi prealpini non venne del tutto meno, nonostan- za territoriale e dell’amministrazione pubblica152, te la situazione politica, religiosa e - in senso più lo stesso sovrano longobardo è vir excellentissi - ampio il contesto socio-culturale - fossero muta- mus153. t i1 5 6. Osservando la distribuzione delle grandi Dal quadro tracciato è evidente il legame di necropoli d’arme di pianura e dei piccoli nuclei di questi nobili con la monarchia e con i più alti gradi sepolture sparsi un po’ ovunque sul territorio, si ecclesiastici. nota la loro dipendenza dalla rete delle comunica- Arimanni dovevano essere Sigirad e Arichis di zioni di terra e di acqua: la tenuta del sistema pro- Campione, Walderada di Arsago, loro parente, e i duttivo e dei mezzi di scambio ha garantito la due Totoni discendenti dallo stesso ceppo (supra § sopravvivenza economica dell’intero sistema inse- 2.1). I loro beni si estendevano prevalentemente diativo, comprensivo, oltre che delle realtà appena nella giudicaria del Seprio, dal Canton Ticino ricordate, anche delle città, che costituivano i gan- odierno (Adro, Cadro, Bissone, Bellinzona, Morco- gli del potere civile e religioso e delle attività pro- te) al Varesotto. duttive artigianali 1 5 7. In alcuni centri, come è Per il Seprio la somma delle località con ritro- naturale, si assiste alla compresenza della cultura vamenti archeologici e di quelle segnalate da docu- longobarda e di quella locale, mentre soprattutto menti (anche del IX secolo) mostra un popolamen- nelle ville romane che continuano a vivere, con to diffuso che lascia spazi liberi solo nelle Prealpi mutamenti strutturali e funzionali adeguati alla varesine, addensandosi prevalentemente nel Sot- realtà economica del tempo, mancano spesso segni toceneri e nel Mendrisiotto, tra i laghi Maggiore e materiali della presenza longobarda. Ma a parte i di Como, tra il lago di Varese e Castelseprio, rare- casi in cui la cultura “germanica” sembra prevalere facendosi verso la pianura. Gli appezzamenti di definendo aree ad alta densità, è nella logica della terre si concentrano tra Castelseprio e Arsago continuità insediativa constatare la contiguità, Seprio, i ritrovamenti archeologici sembrano indi- quando non la commistione delle due culture. care piuttosto le vie che portano a settentrione Inoltre, guardando le carte di distribuzione, il lungo i fiumi e le valli. cerchio difensivo territoriale sembrerebbe compor- Monza, Milano, i territori adiacenti e alcune re un sistema complementare e organico che com- località nel comasco sono interessate da proprietà prende le diverse realtà territoriali lombarde, del diacono Grato (769154), che desidera che nella mantenendosi aperto e in contatto con le difese sua corte in Monza si edifichi uno xenodochio, delle altre aree settentrionali della penisola. La destinato alle proprietà della basilica di S.Giovan- corona di fortificazioni verso nord, con le punte ni. Gli insediamenti di Trevano (CO), di Sabiano e meridionali posizionate presso il Ticino e il lago di di Sorisole1 5 5 (BG) compaiono nei documenti solo Garda, troverebbe, infatti, completamento nelle sporadicamente. necropoli d’arme individuate, secondo l’andamen- È un fattore secondario, a questo punto, sapere to seguente: da Castelnovate a Nosate per la pia- se a Trezzo, citata tra le proprietà di Rottpert come nura, da Sirmione per Botticino e Calvisano e fondo agricolo, vivevano o dimoravano soltanto ancora per la pianura, scandita dai ritrovamenti

150 CDL, III/I, 772 novembre 11. 154 CDL, 231, 769, agosto 19. 151 Indicativamente CDL, III/I, 33, 760 ottobre 4; CDL, III/I, 155 CDL, 95, 748, aprile, 9 o 10; CDL, 72, 740, febbraio 20; 36, 765, dopo luglio 13; CDL, III/I, 37, 766, gennaio 20; CDL, CDL, 262, 772, marzo 4. III/I, 38, 766, marzo 5; CDL, III/I, 40, 771, luglio; CDL, III/I, 156 Cfr. BROGIOLO 1997, p. 74. 41, 772, giugno 14; CDL, III/I, 42, 772, agosto 24; CDL, III/I, 157 44, 772, novembre 11. Per Brescia si vedano: BROGIOLO 1996a, pp. 257-263; GUGLIELMETTI 1996, pp. 265-283; per Pavia: PERONI 152 ZANINI 1997, pp. 69-73. 1967, part. pp. 71-98. 153 Editto, incipit. 132 LE FORTIFICAZIONI DEL GARDA E I SISTEMI DI DIFESA DELL’ITALIA SETTENTRIONALE TRA TARDO ANTICO E ALTO MEDIOEVO

di tipo militare già visti (§1). Questa “circolarità” tombe), Zanica (tomba con corredo), Almenno San ha al suo interno un reticolo di assi viari verticali Salvatore (tombe nella chiesa di S.Giorgio, di data- (prevalentemente i fiumi e i laghi, ma anche i per- zione incerta), Bonate (tomba), Terno d’Isola (edi- corsi lungo le rive di questi e i solchi vallivi) e di ficio di culto con sepolture privilegiate di età lon- percorsi ad andamento non lineare, che tagliano gobarda, nell’area della navata della chiesa e con diagonalmente o sono trasversali e paralleli alla cimitero esterno adiacente), Trezzo (tombe fami- pianura (vie di terra). Ogni frammentazione in gliari e di rango nell’area dell’oratorio di S.Marti- segmenti viari, diverticoli o collegamenti è possibi- no e sepolture di cinque referendari regi deposti le e, in parte, documentata. All’interno del “circui- con corredo d’armi completo e in tre casi distinti da to” ipotizzato si distribuiscono insediamenti mag- anelli sigillari, simbolo di potere delegato dal re), giori e minori, dei quali alcuni possono considerar- Arsago Seprio (necropoli), Campione d’Italia si poli territoriali caratterizzati dalla residenza in (tombe in S.Zeno). Le indagini solo iniziate forni- loco di famiglie arimanniche, altri insediamenti scono indizi anche per ricerche archeologiche pro- agricoli. In sintesi, in base ai dati a disposizione, mettenti (ad esempio, Bonate, Arzago d’Adda). Nei un’ipotesi, da verificare, circa l’organizzazione castra abbiamo generalmente scarse sepolture con gerarchica degli insediamenti, può essere così bre- corredo longobardo e tendenzialmente in edifici di vemente sintetizzata: culto (Castelseprio), l’unica eccezione è Sirmione a) città castellane, sedi di un’autorità di (necropoli d’arme della fine del VI secolo); i recenti nomina regia con poteri giurisdizionali (c a s t r a scavi di Laino d’Intelvi non offrono finora suffi- tardo antichi); ciente materiale d’ambito longobardo per sostene- b) corti territoriali abitate da grandi proprie- re un insediamento di questa gente nell’area tari terrieri di nomina regia che controllavano gli murata. insediamenti rurali di loro proprietà, equiparabili Infine, la distribuzione delle terre ai potenti, alle corti monasteriali (aree ad intenso insedia- alla chiesa, alla nobiltà del regno, appena abboz- mento romano e centri di nuova fondazione); zata in base alle informazioni fornite dalla docu- c) fulcri regionali sedi di famiglie arimanni- mentazione di archivio158, porta ad identificare le che (ricordate nella documentazione scritta o pre- aree di particolare peso per la produzione agricola, sumibili dalle tipologie dei manufatti rinvenuti il commercio fluviale e altre attività e - ritornando nelle necropoli), costituenti una nobiltà che forni- all’inizio del discorso che riguardava le aree fortifi- va il tessuto connettivo del controllo locale (ad cate e gli insediamenti militari di pianura - anche esempio Arsago Seprio, Campione, Stabio, Boffa- le necessità strategiche, indispensabili al controllo lora d’Adda, Offanengo, Castelli Calepio) (abitati militare e politico del territorio: Brescia e la regio- romani e di nuova fondazione); ne tra Mella, Oglio e Chiese; l’Adda e l’Isola Brem- d) insediamenti di liberi guerrieri (Fornovo bana; Milano e Monza; il lago di Lugano e i territo- S.Giovanni, Calvisano, Botticino Sera, necropoli a ri del Sottoceneri nella giudicaria del Seprio; le prevalenza di armati) (aree a forte romanizzazio- giudicarie del Seprio e di Sirmione; il Lodigiano. ne); Anche l’affidamento di terre a propri fedeli per- e) insediamenti rurali dipendenti da mona- seguito dalla monarchia risponde ad una volontà steri più o meno grandi (prevalentemente aree con di difesa del territorio e della monarchia, impor- abitati romani). tante particolarmente a confini della Langobardia È un dato interessante che le carte conservate Major rafforzati, quindi quando il potere non è più non indichino proprietà di nobili longobardi “di soltanto legato ad imprese militari di conquista e corte” e o al diretto servizio del re nei castelli, di difesa, ma tende, come in ogni società con cogni- eccetto quello di Sirmione, e che le fonti scritte a zione di diritto territoriale, ad un capillare con- questo proposito tacciano per Bellinzona, Castel- trollo del territorio e della popolazione. novate, Castelseprio, dove in seguito, forse non a caso si svilupparono casate nobili e con discreta autonomia. Ci si domanda se questo dato, che può anche essere determinato dal vuoto delle fonti Desidero ringraziare la dr.ssa Filli Rossi, il dr. archivistiche, non indichi piuttosto il consolidarsi Andrea Breda e la dr.ssa Mariella Fortunati Zuc - nel tempo, con il lento disfarsi dell’”idea di centra- cala della Soprintendenza archeologica della Lom - lità”, di uno stato di fatto autonomo. bardia per le preziose indicazioni e per la cortesia. Alcuni insediamenti ricordati dalle fonti scritte L’elaborazione delle carte di distribuzione e i coincidono con ritrovamenti archeologici: Leno disegni dei materiali della t. 93 di Terno d’Isola e di (insediamento e necropoli), Gussago (f u n d u s e Carvico si devono a Eva Reguzzoni, che si ringrazia.

158 Analisi in corso di approfondimento da parte di chi scrive. Marina De Marchi 133

BIBLIOGRAFIA

Fonti

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Articoli, monografie, saggi citati

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