<<

osn.rai.it

OSNrai Stagione orchestrasinfonicarai 8 -  orchestraRai Auditorium Rai “”, Torino

2 25-26/10 Giovedì 25 ottobre 2018, 20.30 Venerdì 26 ottobre 2018, 20.00

James Conlon direttore

Verdi GIOVEDÌ 25 OTTOBRE 2018 ore 20.30 VENERDÌ 26 OTTOBRE 2018 2° ore 20.00

James Conlon direttore Anna Pirozzi Marianna Pizzolato Saimir Pirgu tenore Riccardo Zanellato basso Coro del di Parma Martino Faggiani maestro del coro

Giuseppe Verdi (1813-1901) Messa da per soli, coro e orchestra (1874)

I. Requiem e II. III. Offertorio IV. V. Agnus Dei VI. Lux aeterna VII. , Domine

Durata: 84’ ca.

Il concerto di giovedì 25 ottobre è trasmesso in diretta su Radio3. Messa da Requiem per soli, coro e orchestra

16 marzo 1874: “...quella Diavola di Messa, la quale finalmente è finita”. Dopo trent’anni e passa di dedizione pressoché totale al melodramma, Verdi completava un approdo alla musica sacra che oggi ci appare tutt’altro che casuale o privo di significato. Un approdo, certo, non un ritorno: troppo lontane nel tempo, ma soprattutto nello spazio mentale, le composizioni giovanili scritte a Busseto, prima che il teatro diventasse definitivamente la sua professione. Ma, a ben vedere, fra quei giorni ormai sbia- diti nella memoria e questo poderoso presente un filo sottile sottile di continuità forse c’è. La prima pietra l’aveva posta nel 1868, alla morte di , lanciando l’idea di un Requiem collettivo in sua memo- ria, musicato una parte per ciascuno dai principali composi- tori italiani. Naufragata l’esecuzione, Verdi si era ritrovato nel cassetto un pezzo di musica, il “Libera me”: inutilizzabile così com’era, ma di cui non era impensabile uno sviluppo in dimen- sioni più ampie. L’occasione concreta per farlo era giunta il 22 maggio 1873, alla morte di Alessandro Manzoni, da lui venerato come un santo. Pochi giorni dopo scriveva al sindaco di Milano offrendosi di comporre una Messa da Requiem: “un impulso, o dirò meglio, un bisogno del cuore”. Nei nove mesi successivi eccolo vivere que- sto momento creativo per lui nuovo con un entusiasmo che non trova riscontro per nessuna delle sue produzioni precedenti. “Io lavoro alla mia Messa proprio con gran piacere. Mi pare d’esser diventato un uomo serio, e di non esser più il pagliaccio del pub- blico che con un tamburrone e grossa cassa grida ‘avanti avanti, venite ecc.’. Voi capirete che ora sentirmi a parlare d’opere, la mia coscienza se ne scandalizza, e mi faccio presto il segno del- la Croce!!! Che ne dite Voi?... Non siete edificato di me?...”. Già allora sarebbe bastato leggere le parole un po’ scherzose e un po’ no, di quella lettera, o ascoltare quelle abbastanza simili che saranno sicuramente rimbalzate in qualche conversazione, per capire che le ragioni, anzi le radici di questo impegno (che almeno lì per lì, e anche questa era una cosa abbastanza inedita per lui fino a pochi anni prima, non doveva fruttargli soldi) sono ben al di là di due morti eccellenti. E una conferma viene anche da ciò che successe dopo quel 22 maggio 1874, primo anniver- sario della scomparsa di Manzoni, che vide Verdi dirigere il Re- quiem nella chiesa di San Marco a Milano. Dopo tre riprese alla Scala Verdi e la Messa cominciarono un giro trionfale per tutta Europa, compresa Vienna (che qualche mese più tardi ne diede ancora alcune repliche, dirette da altri: a una fu presente addirittura Richard Wagner, in compagnia di sua moglie Cosima Liszt che non si risparmiò commenti acida- mente sibillini), e con un culmine clamoroso a Londra, quando alla Albert Hall si raccolse un coro di 1.200 voci. E furono pro- prio le ripetute esecuzioni della Messa a presentare Verdi nella dimensione per lui nuova (anche qui però un precedente lonta- no ma forse eloquente: La creazione di Joseph Haydn diretta a ventun anni a Milano), e quanto mai moderna ed europea, del direttore d’orchestra. Da allora la Messa da Requiem è la composizione non operisti- ca italiana più eseguita in sede di concerto, capace meglio di ogni altra di rappresentare la storia musicale del nostro paese. Naturalmente ci fu anche chi ci trovò da ridire: per esempio, giusto in occasione delle esecuzioni a Vienna, il grande Hans von Bülow, che se ne prese gioco definendola “l’ultima opera di Verdi, seppure in paramenti ecclesiastici”. Rimise le cose a po- sto Johannes Brahms: “Bülow ha preso una cantonata: un lavoro simile può scriverlo soltanto un genio”. Culminata con la sua carriera di operista tradizionalmente intesa, per Verdi il Requiem apriva simbolicamente una fase cre- ativa ormai affrancata dalle pastoie della professione. Forse ad- dirittura Verdi considerava conclusa la sua storia in quel campo, per il successo conseguito e per il sottile disagio di fronte a una cultura musicale internazionale che era sempre meno possibile ignorare in un’Italia ormai unita e decisa a diventare europea. Con il rarefarsi dell’attività teatrale coincide una inedita atten- zione alla musica sacra, o di argomento religioso: filone aperto proprio con il Requiem, e coltivato come campo privatissimo di esperienze fin quasi alla morte. Forse Verdi vi scorgeva, secon- do una tradizione antica, un compito più elevato e impegnativo, e al tempo stesso più prossimo a un artigianato secolare, quello stesso delle timide prove bussetane, rispetto alla composizione melodrammatica, propizio alla formazione di un “tardo stile” nel quale rifugiarsi una volta uscito dalla mischia. Ma era anche la sua risposta all’affermazione in Italia di una cultura strumentale finalmente attenta alla grande civiltà d’Oltralpe: novità contro la quale Verdi tuonava a parole, ma della quale avvertiva il signifi- cato, come comprovano il progressivo farsi avanti di un senso autenticamente strumentale nel suo linguaggio di operista e la stessa creazione del Quartetto, nel 1872.

Sul piano musicale la Messa ribadisce le conclusioni di un’espe- rienza aperta a metà degli anni Cinquanta subito dopo la gran- de trilogia (, Trovatore e Traviata) e giunta a completa maturazione con Aida. Con questa il Requiem ha stretti vincoli di parentela nel tessuto melodico, ormai lontano dall’angolosità a pronta presa di un tempo, pur senza nulla togliere al primato della vocalità affidata ai quattro solisti, e plasmato sulla parola lungo percorsi più tortuosi e duttili: con richiami che a volte sfiorano la citazione, come il canto del tenore all’”Hostias”, co- struito sui medesimi intervalli dell’invocazione dei sacerdoti nel- la scena del Nilo. E nel trattamento dell’orchestra, che accanto ai momenti più grandiosi e spettacolari rivela un affinamento tecnico assai significativo: una strumentazione più essenziale e meno seducente, com’è logico, rispetto alle magie timbriche di Aida, ma funzionale a itinerari espressivi e rappresentativi più meditati e sfumati. Nel Requiem prosegue così la tenace ricerca di Verdi di modi d’agire più esportabili internazionalmente. Ne è indizio anche l’evidente conoscenza della Grande Messe des morts di Hector Berlioz, rivelata nell’esplosione percussiva del “Dies irae” e nella dilatazione spaziale del “Tuba mirum”, con i due gruppi di trom- be disposti in lontananza a far da eco agli squilli del Giudizio universale, come nelle scelte generali, stilistiche e di linguag- gio, dal gregoriano rivisitato all’interpretazione drammaturgica del testo sacro attraverso la plasticità del fatto sonoro, anche e anzitutto in orchestra. Ma non meno determinante di questa apertura all’Europa sem- bra essere l’aspetto opposto del Verdi di questi anni: il suo po- lemico “torniamo all’antico”, la scontrosa rivendicazione della polifonia dell’epoca d’oro, “l’arte grande e nostra”, come fonte genuina e irrinunciabile della civiltà musicale italiana; anche se le polifonie scabre del Requiem più che un richiamo sia pure storicizzato all’arte del Cinquecento suggeriscono una deriva- zione da una tradizione accademica successiva, per le vigorose architetture contrappuntistiche del fugato a due cori del “San- ctus” e di quello a quattro voci del “Libera me”, come per la dura vocalità “a cappella” del “Te decet hymnus”. Va da sé che la spiritualità tutta laica di Verdi non poteva incli- nare al misticismo o alla metafisica. Il senso del sacro anche qui occupa uno spazio ridotto rispetto al dramma dell’uomo. Il salto qualitativo compiuto da Verdi rappresentando il dramma dell’umanità anziché vicende di singoli gli consente di superare i confini del teatro allargandosi dalla contingenza delle allusioni storiche, sociali o politiche, dal caso specifico delle passioni di amanti, di padri, di figli, a una dimensione, l’eternità, vasta ed epica come quel mito in cui Wagner cercava la redenzione del dramma musicale. E a Verdi non faceva certo ostacolo il testo liturgico, che ov- viamente non gli consentiva le modifiche, i tagli o le aggiunte che era lecito ordinare a un librettista. Anzi gli forniva parole che erano cultura di tutti, anche dell’Italia contadina della sua giovinezza: e di cui la stessa epicità della lingua antichissima esaltava la dimensione “scenica” che tanto gli premeva trovare nei suoi libretti. Anche per questo il Requiem si pone come sintesi di tutta la riflessione sulla musica e sulla sua capacità rappresentativa che accompagna l’evoluzione di Verdi attraverso i capolavori della maturità. Un quadro stilistico eclettico, ma in sostanza equili- brato, combina il ricordo delle accensioni drammatiche di ieri con la capacità analitica e la responsabilità culturale delle prove ultime: e il fascino dell’identità storica del Requiem si somma con quello del suo significato artistico indicandolo come la par- titura che forse riassume meglio di qualsiasi altra che cosa siano stati Giuseppe Verdi e la musica dell’Italia unita.

Daniele Spini Giuseppe Verdi Messa da Requiem per soli, coro e orchestra

I. Requiem e Kyrie Cum vix justus sit securus? (Soprano, Mezzosoprano, (Soprano, Mezzosoprano, Tenore, Basso e Coro) Tenore, Basso e Coro) Requiem aeternam dona eis, Rex tremendae majestatis, Domine: Qui salvandos salvas gratis, et lux perpetua luceat eis. Salva me, fons pietatis. Te decet hymnus, Deus, in Sion, (Soprano, Mezzosoprano) et tibi reddetur votum in Recordare, Jesu pie, Jerusalem. Quod sum causa tuae viae: Exaudi orationem meam, Ne me perdas illa die. ad te omnis caro veniet. (Soprano, Mezzosoprano) Kyrie eleison. Quaerens me, sedisti lassus; Christe eleison. Redemisti crucem passus; Kyrie eleison. Tantus labor non sit cassus. Juste Judex ultionis, II. Dies irae Donum fac remissionis (Coro) Ante diem rationis. Dies irae, dies illa, (Tenore) Solvet saeclum in favilla, Ingemisco tamquam reus: Teste David cum Sibylla. Culpa rubet vultus meus: Quantus tremor est futurus, Supplicanti parce, Deus. Quando Judex est venturus, Qui Mariam absolvisti, Cuncta stricte discussurus! Et latronem exaudisti, Tuba mirum spargens sonum, Mihi quoque spem dedisti. Per sepulcra regionum, Preces meae non sunt dignae, Coget omnes ante thronum. Sed tu bonus fac benigne, (Basso) Ne perenni cremer igne. Mors stupebit et natura, Inter oves locum praesta, Cum resurget creatura, Et ab haedis me sequestra, Judicanti responsura. Statuens in parte dextra. (Mezzosoprano) (Basso) Liber scriptus proferetur, Confutatis maledictis, In quo totum continetur, Flammis acribus addictis, Unde mundus judicetur. Voca me cum benedictis. Judex ergo cum sedebit, Oro supplex et acclinis, Quidquid latet apparebit: Cor contritum quasi cinis, Nil inultum remanebit. Gere curam mei finis. (Coro) (Coro) Dies irae, dies illa, Dies irae, dies illa, Solvet saeclum in favilla, Solvet saeclum in favilla, Teste David cum Sibylla. Teste David cum Sibylla. (Soprano, Mezzosoprano, (Soprano, Mezzosoprano, Tenore) Tenore, Basso e Coro) Quid sum miser tunc dicturus? Lacrymosa dies illa, Quem patronum rogaturus, Qua resurget ex favilla Judicandus homo reus. Agnus Dei Huic ergo parce, Deus. qui tollis peccata mundi: Pie Jesu Domine, dona eis requiem sempiternam. Dona eis requiem. Amen. VI. Lux aeterna III. Offertorio (Mezzosoprano, Tenore, Basso) (Soprano, Mezzosoprano, Lux aeterna luceat eis, Domine, Tenore, Basso) cum Sanctis tuis Domine Jesu Christe, Rex in aeternum, quia pius es. gloriae, Requiem aeternam dona eis, libera animas omnium fidelium Domine, defunctorum de poenis inferni et lux perpetua luceat eis et de profundo lacu. cum Sanctis tuis Libera eas de ore leonis, in aeternum, quia pius es. ne absorbeat eas Tartarus, ne cadant in obscurum. VII. Libera me, Domine Sed signifer sanctus Michael (Soprano e Coro) repraesentet eas in lucem Libera me, Domine, de morte sanctam. aeterna, Quam olim Abrahae promisisti in die illa tremenda; et semini ejus. quando coeli movendi sunt et Hostias et preces tibi, Domine, terra; laudis offerimus. dum veneris judicare Tu suscipe pro animabus illis saeculum per ignem. quarum hodie memoriam Tremens factus sum ego et facimus. timeo, Fac eas, Domine, dum discussio venerit de morte transire ad vitam. atque ventura ira, Quam olim Abrahae promisisti quando coeli movendi sunt et et semini ejus. terra. Dies illa, dies irae IV. Sanctus calamitatis et miseriae, (Doppio Coro) dies magna et amara valde. Sanctus, sanctus, sanctus, Requiem aeternam dona eis, Dominus Deus Sabaoth! Domine, Pleni sunt coeli Et lux perpetua luceat eis. et terra gloria tua. Libera me, etc. Hosanna in excelsis. Benedictus qui venit in nomine Domini. Hosanna in excelsis.

V. Agnus Dei (Soprano, Mezzosoprano e Coro) Agnus Dei qui tollis peccata mundi: dona eis requiem. James Conlon

Il direttore d’orchestra americano è Direttore principale dell’OSN Rai dall’ottobre 2016.

È Direttore musicale dell’Opera di Los Angeles. È stato Diretto- re musicale del Cincinnati May Festival (1979-2016) – di cui è oggi Direttore Onorario – Direttore musicale del Ravinia Festival, sede estiva della Chicago Symphony Orchestra (2006-2015), Direttore principale dell’Opéra de Paris (1995- 2004), Direttore generale musicale della Città di Colonia, dove era a capo del- la Gürzenich-Orchester e dell’Opera di Colonia (1989-2002) e Direttore musicale della Filarmonica di Rotterdam (1983- 1991). Dal 1976 a oggi ha diretto più di 270 opere al Metropolitan di New York e calcato i più prestigiosi palcoscenici internazionali: Teatro alla Scala di Milano, Staatsoper di Vienna, Teatro Mari- inskij di San Pietroburgo, di Londra, Teatro dell’Opera di Roma, Maggio Musicale Fiorentino e Opera di Chi- cago. Nel 2016 ha celebrato il decimo anniversario all’Opera di Los Angeles, dove ha diretto opere di 22 compositori diversi e 24 nuove produzioni. Fra i suoi recenti impegni a Los Angeles spiccano la direzione del primo ciclo L’anello del Nibelungo, l’avvio della serie Reco- vered Voices, la guida delle celebrazioni per il centenario della nascita di Britten e le esecuzioni di Macbeth di Verdi, Il ratto del ser- raglio di Mozart, Salome di Strauss e di Puccini. Nell’ultima stagione ha diretto di Bizet, di Verdi, Candide di Bernstein e Orphée et Euridice di Gluck. In ambi- to sinfonico, si segnalano inoltre collaborazioni con l’Orchestre Symphonique de Montréal, la National Symphony di Washing- ton, la New World Symphony di Miami, l’Orchestra Filarmonica Slovena, la Deutsches Symphonie-Orchester Berlin, l’Orchestre National de France; la direzione del concerto di Capodanno alla Fenice di Venezia; la partecipazione al Festival dei Due Mondi di Spoleto. La particolare attenzione riservata ai lavori meno noti di com- positori oscurati dal nazismo gli è valsa diversi riconoscimenti, tra cui il Premio Zemlinsky nel 1999 per aver portato la musica del compositore dimenticato all’attenzione internazionale. Tali sforzi lo hanno condotto inoltre alla creazione della Fondazione OREL e dell’iniziativa Ziering-Conlon alla Colburn School. La sua ricca discografia vanta incisioni per Bridge, Capriccio, Decca, EMI, Erato e Sony Classical, nonché l’assegnazione di quattro Grammy Awards: Best Classical Album e Best Opera Recording 2009 con Ascesa e caduta della città di Mahagonny di Weill (Eu- roArts); Best Opera Recording e Best Engineered Album nel 2017 con The Ghosts of Versailles di Corigliano (PentaTone). Nel corso della carriera è stato insignito di numerose onor- ificenze: Legion d’Onore (2002) e Cavalierato dell’Ordre des Arts et des Lettres di Francia (2004); Premio di Opera News (2005); Library Lion della Public Library di New York; Medaglia dell’American Liszt Society (2008); Premio Galileo 2000 (2008); Dushkin Award del Music Institute of Chicago (2009); Lifetime Achievement Award dell’Istituto Italiano di Cultura di Los An- geles (2010); Sachs Fund Prize (2016); dottorati ad honorem da parte della Juilliard School, della Chapman University e della Brandeis University. Recentemente è entrato a far parte della American Classical Mu- sic Hall of Fame. Nel maggio 2018 è stato insignito dell’onorifi- cenza di Commendatore della Repubblica Italiana. Anna Pirozzi Napoletana, inizia gli studi di canto presso l’Istituto Musicale Pareggiato della Valle d’Aosta. In seguito si perfeziona al Con- servatorio “G. Verdi” di Torino con il soprano Silvana Moyso e frequenta Masterclass con Daniela Dessì, Mirella Freni, Luciana D’Intino, e Sylvie Valayre. Partecipa inoltre a un corso di perfezionamento per cantanti lirici al “Wien Konserva- torium” di Vienna. È vincitrice assoluta della XXX edizione del “Concorso Mattia Battistini” a Rieti, nel ruolo di Leonora. La sua attività ha inizio nel 2007 quando viene selezionata dall’As.Li.Co. per un concerto di arie verdiane in collaborazione con il Teatro Sociale di Como. Debutta il ruolo di Abigaille nel Nabucco in occasione del Trentino Opera Festival, al Teatro Can- tero di Chiavari sotto la direzione di Stefano Giaroli, al Teatro Girolamo Magnani di Fidenza, al Teatro Comunale di Carpi, al Teatro dell’Opera di Ljubljana e, recentemente, al Teatro Lirico di Cagliari sotto la direzione di Donato Renzetti. Felice debutto anche nel ruolo di Amelia ne Un ballo in masche- ra al Teatro Regio di Torino con la direzione di Renato Palumbo. Debutta il ruolo di Tosca nei teatri di Asti, Biella, Stresa, Aosta e Sanremo con l’Orchestra Filarmonica Italiana, è Leonora ne al Teatro Derby di Milano e la Contessa ne Le nozze di Figaro al Teatro Superga di Nichelino e al Teatro Giuseppe Giacosa di Aosta con l’Orchestra Sinfonica della Valle d’Aosta diretta da Emmanuel Siffert; è Desdemona in di G. Verdi nei teatri di Aosta, Biella, Asti e Sanremo, e Aida al Teatro Cante- ro di Chiavari e al Teatro Comunale di Carpi. Artista versatile affronta con successo anche il repertorio mo- derno interpretando il ruolo di Butterfly nella nuova opera lirica di Bruno Oddenino Mister Pinkerton, con libretto di Chicca Mo- rone e l’orchestra Cerretum diretta da Aldo Salvagno, in prima mondiale presso il Duomo di Cirié. È Angelica nell’opera omonima di G. Bertolani al Teatro Valli di Reggio Emilia e recentemente è Saffo nell’opera saffo, una don- na fuori dal tempo di Sergio Merletti al Conservatorio «G. Verdi» di Torino. Intensa è la sua attività concertistica: invitata dalla delegazione cinese in collaborazione con il Conservatorio “G. Verdi” di To- rino viene diretta da Liu Ming in un concerto con la Shenzhen Symphonie Orchestra presso la Shenzhen Concert Hall, in Cina. Debutta al Teatro G. Verdi di Busseto con un recital di arie ver- diane al fianco di Ambrogio Maestri. Recentemente è stata Lady Macbeth in Macbeth al Teatro Co- munale di Bologna, a Piacenza, Madrid e Torino, Abigaille nel Nabucco a Tel Aviv, Valencia, Las Palmas e Mahon, ha cantato inoltre e allo Sferisterio di Mace- rata e al Covent Garden di Londra, Nabucco all’Arena di Verona e Piacenza, Aida a Torino e Madrid, I due foscari al Teatro alla Scala di Milano, Il Trovatore al Covent Garden di Londra e allo Sferisterio Opera di , Andrea Chenier a San Francisco e Bilbao, a Liegi. Prossimamente canterà a Barcellona, a Bilbao, Na- bucco e a Monaco, Nabucco a Liegi, un ballo in ma- schera a Oviedo e Madrid.

Foto di Victor Santiago Marianna Pizzolato

Marianna Pizzolato si è diplomata in canto con il massimo dei voti al conservatorio Bellini di Palermo, debuttando in a Piacenza. Tra le artiste più acclamate della sua generazione ha collabora- to con direttori quali Roberto Abbado, Maurizio Benini, Sir John Eliot Gardiner, Daniele Gatti, Michele Mariotti, , . Versatile interprete del repertorio rossiniano, nel 2003 debutta al di ne Il viag- gio a Reims, divenendone artista di riferimento, protagonista in Tancredi, L’Italiana in Algeri, , Cenerentola e Barbiere di Siviglia. Attiva anche nel repertorio belcantistico, interpreta Lucrezia Borgia a Las Palmas, Santiago del Cile e Liegi dove è tornata per Maria Stuarda (Elisabetta), ripreso al di Barcellona (2015). Debutta negli USA, a Santa Fe ne , a cui segue Fenena in Nabucco, al fianco di Plácido Domingo alla Royal Ope- ra House di Londra, e Zelmira a Lione e a Parigi (TCE). Tra le sue incursioni nel repertorio barocco ricordiamo: Serse di Händel con Les Arts Florissants e Christie, Orlando finto pazzo a Parigi (TCE), Orphée et Euridyce al Festival Berlioz a La Côte- Saint-André, è stata protagonista del progetto Monteverdi450, come Ottavia e Penelope guidato e diretto da Sir John Eliot Gar- diner in un tour mondiale che ha interessato le più prestigiose piazze internazionali. Sul versante concertistico canta ne lo di Pergolesi in tour a Monaco e Berlino diretta da Antonio Pappano, che l’ha scelta anche per lo Stabat Mater di Rossini al Festival di Sali- sburgo e per il Requiem di Mozart all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma, ne la di Rossini, la Missa Solemnis di Beethoven, la Messa solenne in mi maggio- re di Cherubini, i Vesperae solemnes de confessore di Mozart, la Giovanna d’Arco di Rossini. È tornata al Massimo di Palermo per la Sinfonia n. 2 e Sinfonia n.3 di Mahler. Tra i successi degli ultimi mesi: L’Italiana in Algeri al Metropoli- tan di New York, diretta da ; Sinfonia n. 9 di Beetho- ven al Festival di St. Denis con l’Orchestre National de France; Stabat Mater di Rossini ad Edimburgo con l’Accademia di Santa Cecilia e al Tanglewood Festival con la Boston Symphony Or- chestra diretta da Charles Dutoit; La petite messe Solennelle e a Mosca con Sokhiev; Requiem di Verdi a Zurigo con Gardiner; La Donna del Lago e Lo Stabat Mater di Rossini a Liegi; L’Italiana in Algeri in tournée a Parigi con il Comunale di Bologna; Stabat Mater di Rossini a Torino. Marianna Pizzolato è stata applaudita come Isabella nell’Italiana in Algeri andata in scena a Madrid e a San Sebastian per il Quincena Musical Festi- val e nel ruolo del titoto di a Monaco. I prossimi impegni prevedono: a Madrid; Requiem di Verdi a Tenerife e Gran Canaria; Serse in un tour Europeo con il Pomo d’Oro; la Missa solemnis in do minore a Salisburgo; Pau- kenmesse all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia; Rapsodia per Contralto al Massimo di Palermo; un concerto di gala a Lu- cerna; Giovanna d’Arco e Stabat Mater a Bilbao. Marianna Pizzolato incide per le più importanti etichette disco- grafiche tra cui Emi, Decca, Deutsche Grammophon, Naxos, Opera Rara, Naïve/Opus 111, Virgin Classics.

Foto di Matilde Fassò Saimir Pirgu Tra i tenori più apprezzati del panorama lirico internazionale, Saimir Pirgu si esibisce regolarmente al di New York, alla Scala di Milano, al Musikverein e Staatsoper di Vienna, alla Royal Opera House di Londra, all’Opéra di Parigi, al Bolshoi di Mosca, alla Staatsoper e Deutsche Oper di Berlino, all’O- pera di Zurigo, al Liceu di Barcellona, all’Opera di San Francisco, alla Sydney Opera House, all’Arena di Verona, al Salzburg Festival e Concertgebouw di Amsterdam. Tra i suoi recenti successi ricordiamo: Rigoletto (Covent Garden, Wiener Staatsoper, Arena di Verona, Amsterdam, Bayerische Staatsoper, San Carlo di Napoli, TCE Parigi), La tra- viata (Metropolitan Opera, Covent Garden, Deutsche Oper, Wiener Staatsoper), (Tel Aviv), Macbeth, La bohème, Roméo et Juliette (Gran Teatre del Liceu), e (Napoli), (Zurigo), La damnation de Faust (Bolshoi-Theater), Die Zauberflöte (), La clemenza di Tito (Opéra National de Paris), Requiem di Verdi (Salzburger Festspiele, Wiener Musikverein, Bayerisches Rundfunkorchester, Concertgebouw di Amsterdam). È appena stato protagonista di una fortunata tournée a Bangkok con il Teatro San Carlo di Napoli interpretando Don José in Carmen e la Nona Sinfonia di Beethoven diretti da Zubin Mehta. Particolarmente interessanti le collaborazioni con Riccardo Muti, Claudio Abbado, Mariss Jansons, Zubin Mehta, Nikolaus Harnoncourt, , Seiji Ozawa, Gianandrea Noseda, , James Conlon, Antonio Pappano, Daniele Gatti, Fabio Luisi, Tugan Sokhiev e con registi del calibro di Franco Zeffirelli, Woody Allen, Peter Stein, Graham Vick, Willy Decker, Deborah Warner, Luca Ronconi, Kasper Holten, David McVicar, Ferzan Ozpetek, Mario Martone, Michael Haneke, Robert Carsen. Tra i prossimi impegni ricordiamo: L’Elisir d’Amore e Werther a Tokio; La Traviata a Vienna, Monaco e Parigi, quest’ultima in una nuova produzione firmata Deborah Warner; Faust a Melbourne e a Zurigo; Un ballo in Maschera al Teatro Verdi di Parma; La Damnation de Faust a Vienna; Requiem di Mozart a Chicago. Nel settembre 2013 ha ricevuto il prestigioso “Pavarotti d’Oro”. “Il mio canto” è il suo ultimo album, inciso da Opus Arte, e raccoglie le arie più amate del repertorio tenorile.

Foto di Paul Scala Riccardo Zanellato Riccardo Zanellato, dopo il debutto a Bergamo, inizia una brillante car- riera che lo consacra come uno degli artisti di riferimento del repertorio verdiano e non solo. Ha interpretato con successo: Attila e (Parma), Rigoletto (Parma, Macerata, Caracalla, Teatro alla Scala, Torino, Liegi), Otello (Parigi), Simon Boccanegra (Roma, Ravenna, Dresda), Nabucco (Parma, Savonlinna, Stoccarda, Copenaghen, Atene, Verona, Firenze), Aida (Scala di Milano, Napoli, Torino, Verona, Anversa, Valencia), Trovatore (Losanna, Verona), Macbeth (Berlino), (Parma), Luisa Miller (Barcellona, Bilbao, Lione), Don Carlo (Lipsia, Tenerife, Genova), I Masnadieri (Roma), Macbeth e Attila (Bologna), Il Trovatore (Salisburgo). A suo agio anche nelle opere di Rossini, Bellini, Donizetti e Puccini è stato protagonista di Maria Stuarda (Bergamo), Anna Bolena (Helsinki, Monaco, Parma, Torino e in tournée in Giappone), Lucia di Lammermoor (Macerata,Venezia, Wiesbaden, Parigi, Berlino), Norma (Montevideo, Parigi, Verona, Caracalla,Varsavia), Il barbiere di Siviglia (Parma), I puritani (Amsterdam). Di particolare interesse la collaborazione con Riccardo Muti che lo ha scelto per Iphigenié en Aulide, Nabucco, Moïse et Pharaon, Macbeth e Simon Boccanegra al Teatro dell’Opera di Roma, per il Requiem di Verdi a Napoli, Ravenna Festival, in tourneé in Slovenia e a Chicago con la Chicago Symphony Orchestra. Tra i successi delle passate sta- gioni è doveroso ricordare Guillaume Tell (Walter Furst) a La Coruña; La Juive a Vilnius; Mosé nel Mosè in Egitto (premio Abbiati 2011) al ROF di Pesaro; Poliuto e La Bohème a Zurigo; I Puritani, Lucia di Lammermoor, Requiem di Verdi a Firenze; Turandot, Lucia di Lammermoor a Napoli; Norma e Bohème a Torino; Norma alla ROH di Londra; Requiem di Verdi a Cincinnati, St. Louis, Parigi, e coi Berliner Philharmoniker; Nona Sinfonia di Beethoven con l’Orchestre National de France; Te Deum di Bruckner a Bari; recital solistico con la Chicago Symphony Orchestra diretto da Riccardo Muti a Chicago. È stato inoltre applaudito nel Requiem di Verdi a Santander, al Festival Verdi di Parma, a Monaco con la Symphonieorchester des Bayerischer Rundfunks e recentemente al San Carlo di Napoli per l’apertura della stagione sinfonica diretto da Valčuha, Messa per Rossini al Teatro alla Scala, Sonnambula a Roma; Stabat Mater di Rossini a Buenos Aires. Collabora e ha collaborato con direttori quali Abbado, Chailly, Gatti, Gelmetti, Mariotti, Pappano, Battistoni, Rustioni, Renzetti, Viotti e con i registi quali Abbado, De Ana, Muscato, Vick, Wilson, Maestrini, Pier’Alli. È stato protagonista del Macbeth a Firenze e a Ravenna diret- to da Riccardo Muti. Reduce dal successo nel ruolo eponimo nell’At- tila, nuova produzione al Festival Verdi di Parma, gli impegni venturi includono produzioni a Berlino, Milano, Lipsia, Lione, Parma, Mosca, Chicago. Coro del Teatro Riccardo Zanellato Regio di Parma Debutta come coro del Verdi Festival in occasione della serata finale del Concorso Internazionale “Maria Callas - Nuove voci per Verdi”, organizzato dalla RAI con la Fondazione Verdi Festi- val. Dal 2001 partecipa alle stagioni liriche del Teatro Regio di Parma e al Festival Verdi, offrendo una duttilità di organico che va da 24 elementi fino a più di 100 nelle produzioni sinfoniche. Collabora con Claudio Abbado, Rudolf Barshai, , Vladimir Fedoseev, Rafael Frühbeck de Burgos, Gianluigi Gel- metti, Lorin Maazel, Riccardo Muti, , George Pehli- vanian, Zoltán Peskó, Michel Plasson, Yuri Temirkanov, Juraj Va- cuha. Insieme alle maggiori partiture operistiche del Settecento e Ottocento europeo, affronta un ampio repertorio sacro e sin- fonico che comprende le Messe di Requiem di Mozart, Verdi, Brahms, Faurè e Cherubini, Quattro pezzi sacri di Verdi, Carmina Burana di Orff, Sinfonia n. 9 e Missa solemnis di Beethoven, Glo- ria in re maggiore di Vivaldi, Die Schöpfung di Haydn, Magnifi- cat di Bach, Messa in do minore e Messa in do maggiore di Mo- zart, Petite Messe Solennelle di Rossini, Messiah di Händel, War Requiem di Britten, Stabat Mater di Dvorák. Tra le opere del repertorio contemporaneo, Il processo di Alber- to Colla e La morte di Klinghoffer di John Adams. Di particolare interesse la realizzazione in forma scenica di Szenen aus Goe- thes Faust di Schumann e Assassinio alla Cattedrale di Pizzetti, del quale è stato realizzato un DVD. Con la partecipazione alla rassegna “Vox, musica per coro” si apre al repertorio sacro a cappella, dal Rinascimento fino alle composizioni contempora- nee. Tra le numerose tournée del coro, Parigi, Wiesbaden, San Pietroburgo, Seul, Città del Messico, Pechino, Muscat (Oman). Nel 2010 riceve l’Oscar della Lirica e nel 2011 il Premio Lirico In- ternazionale “Mario Tiberini”. Dal 1 gennaio 2018 la Cooperativa Artisti del Coro di Parma è il fornitore unico del Coro del Teatro Regio di Parma. Di recente il Teatro Regio di Parma ha ricevu- to come riconoscimento per il miglior festival 2017 il premio “ Opera Awards.

Foto di Roberto Ricci - Parma Martino Faggiani

Martino Faggiani, nato a Roma nel 1962, si è diplomato con lode in pianoforte e clavicembalo. Ha conseguito inoltre il diploma di Maturità classica e ha studiato composizione. Divenuto assistente di Norbert Balatsch, lo ha coadiuvato a Roma in tutte le produzioni collaborando con direttori quali Bernstein, Sinopoli, Abbado, Gatti, Thielemann, Sawallisch, Giulini, ecc. Dal 1996, ha diretto il coro giovanile di Santa Cecilia, firmando produzioni con Chung, Sinopoli, Gelmetti, Alessandrini, De Marchi. Dal 2000 a tutt’oggi è Maestro del Coro del Teatro Regio di Parma, compagine che, nel 2010, ha ricevuto l’Oscar per la lirica. Contestualmente, dal 2008 a tutt’oggi, è Chef des Choeurs presso il Teatro di Bruxelles dove, nel 2018, ha preparato il coro per il wagneriano Lohengrin. Ha inciso Assassinio nella Cattedrale di Pizzetti, Iuditha Triumphans di Vivaldi, Marin Faliero di Donizetti e tutte le opere di Verdi. Nella sua trentennale attività di Maestro del Coro, ha eseguito la Messa da Requiem di Verdi sotto la guida di Gandolfi, Gelmetti, Muti, Sisillo, Wigglesworth, Maazel, Temirkanov, Gatti, Callegari e, nel 1995, di James Conlon, al Festival dei Due Mondi di Spoleto.

Foto di Roberto Ricci - Parma Coro del Teatro Regio di Parma Soprani Tenori Damiana Avogadro Benedetto Agostino Federica Bersellini Gianmarco Avellino Elisa Bonora Lorenzo Baldini Lorena Campari Giovanni Di Deo Alessia Cavalca Manuel Ferrando Catia Cursini Francesco Fontana Laura Dalfino Giacomo Gandaglia Elisabetta Dambruoso Daniele Garuti Jasmine Daoud Marco Gaspari Annalisa Di Ciccio Gianfranco Giuntoli Sumika Kanazawa Giovanni Gregnanin Oksana Koshuba Damiano Lombardo Alessandra Maniccia Alberto Martinelli Silvia Marcellini Roberto Miani Katia Martina Matteo Monni Felicity Murphy Enrico Paolillo Eleonora Pirondi Massimo Quagliucci M.Chiara Pizzoli Edoardo Rampoldi Lorelay Solis Andrea Rinaldi Paola Tognetti Fabio Tamagnini Mi-Jung Won Baritoni / Bassi Giulia Zaniboni Silvio Agnesini Mezzosoprani / Contralti Alessandro Bianchini Naira Aghasaryan Jihoon Cho Elisa Bonazzi Daniele Cusari Federica Cassati Piersilvio De Santis Laura De Marchi Lucio Di Giovanni Alessandra Demaria Marco Durizzi Giorgia Gazzola Maurizio Ferrarini Grazia Gira Samuele Franzon Olga Kulicheva Enrico Gaudino Matilde Lazzaroni Rosario Grauso Simona Mastropasqua Giorgio Grazioli Gloria Petrini Guerino Pelaccia M.Vittoria Primavera Davide Ronzoni Donatella Riosa Tiziano Rosati Laura Rivolta Roberto Scandura Deborah Salvagno Marcelo Schleier Sacco Leonora Sofia Eun Hyok Yun Rita Stocchi Simone Zampieri Tamara Uteul Maestro del Coro Silvia Zanardi Martino Faggiani

Assistente Massimo Fiocchi Malaspina Partecipano al concerto

Violini primi Agostino Mattioni *Roberto Ranfaldi (di spalla) Davide Ortalli °Marco Lamberti Margherita Sarchini °Giuseppe Lercara Clara Trullén-Sáez Antonio Bassi Greta Xoxi Constantin Beschieru Maurizio Redegoso Lorenzo Brufatto Irene Cardo Violoncelli Aldo Cicchini *Massimo Macrì Patricia Greer Ermanno Franco Valerio Iaccio Giacomo Berutti Martina Mazzon Stefano Blanc Enxhi Nini Eduardo dell’Oglio Francesco Punturo Pietro Di Somma Matteo Ruffo Amedeo Fenoglio Elisa Schack Michelangiolo Mafucci Lynn Westerberg Carlo Pezzati Fabio Storino Violini secondi *Paolo Giolo Contrabbassi Valentina Busso *Gabriele Carpani Enrichetta Martellono Silvio Albesiano Pietro Bernardin Antonello Labanca Roberto D’Auria Luigi Defonte Michal Ďuriš Friedmar Deller Carmine Evangelista Pamela Massa Jeffrey Fabisiak Francesco Platoni Rodolfo Girelli Vincenzo Antonio Venneri Paolo Lambardi Francesco Sanna Flauti Isabella Tarchetti *Alberto Barletta Carola Zosi Luigi Arciuli Lorenzo Gugole Fiorella Andriani

Viole Ottavino *Ula Ulijona Fiorella Andriani Geri Brown Giorgia Cervini Oboi Federico Maria Fabbris *Carlo Romano Riccardo Freguglia Sandro Mastrangeli Alberto Giolo Clarinetti Tromboni *Luca Milani *Diego Di Mario Franco Da Ronco Devid Ceste

Fagotti basso *Andrea Corsi Gianfranco Marchesi Cristian Crevena Mauro Monguzzi Cimbasso Bruno Giudice Matteo Magli

Corni Timpani *Ettore Bongiovanni *Claudio Romano Valerio Maini Emilio Mencoboni Percussioni Marco Tosello Carmelo Giuliano Gullotto

Trombe *Roberto Rossi Ercole Ceretta Daniele Greco D’Alceo Roberto Rivellini *Marco Braito (fuori palco) Alessandro Caruana (fuori palco) Alessandro Ferrari (fuori palco) *prime parti Luca Festa (fuori palco) °concertini Domenica 28 ottobre 2018 ore 10.30

Ensemble strumentale dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai

Carlo Romano e concertatore Sandro Mastrangeli oboe Luca Milani clarinetto Graziano Mancini clarinetto Ettore Bongiovannicorno Marco Panella corno Paolo Valeriani corno Andrea Corsi fagotto Cristian Crevena fagotto Bruno Giudice controfagotto Massimo Macrì violoncello Gabriele Carpani contrabbasso

Ludwig van Beethoven Quintetto per oboe, tre corni e fagotto in mi bemolle maggiore

Ludwig van Beethoven Ottetto per due oboi, due clarinetti, due corni, due fagotti in mi bemolle maggiore op. 103

Antonín Dvořák Serenata per due oboi, due clarinetti, due fagotti, controfagotto, tre corni, violoncello e contrabbasso in re minore op. 44

Poltrona numerata: 5,00 € AVVISO PER IL PUBBLICO

La data del turno blu del CONCERTO N. 7 previsto VENERDÌ 18 GENNAIO 2019 ore 20.00 è stata anticipata a MERCOLEDÌ 16 GENNAIO 2019 ore 20.00. Resta invariata la data del turno rosso previsto GIOVEDÌ 17 GENNAIO 2019 ore 20.30.

La data del CONCERTO N. 2 della rassegna RAI NUOVAMUSICA previsto VENERDÌ 25 GENNAIO 2019 ore 20.30 è stata anticipata a GIOVEDÌ 24 GENNAIO 2019 ore 20.30.

www.sistemamusica.it è il nuovo portale della musica classica a Torino nel quale troverete notizie, appuntamenti e approfondimenti su concerti, spettacoli ed eventi realizzati in città. Dal sito è inoltre possibile acquistare on line i biglietti delle principali stagioni torinesi.

CONVENZIONE OSN RAI – VITTORIO PARK Tutti gli abbonati, i possessori di Carnet e gli acquirenti dei singoli Concerti per la Stagione Sinfonica OSN Rai 2018-2019 che utilizzeranno il VITTORIO PARK di PIAZZA VITTORIO VENETO nelle serate previste dal cartellone, ritirando il tagliando di sconto presso la biglietteria dell’Auditorium Rai “A.Toscanini”, avranno diritto alla riduzione del 25% sulla tariffa oraria ordinaria.

Per informazioni rivolgersi al personale di sala o in biglietteria

Le varie convenzioni sono consultabili sul sito www.osn.rai.it alla sezione “riduzioni”. 3 2-3/11 venerdì 2 novembre 2018 ore 20.00 sabato 3 novembre 2018 ore 20.30

James Conlon direttore

Dmitrij Šostakovič Sinfonia n. 9 in mi bemolle maggiore op. 70

Alexander von Zemlinsky Die Seejungfrau (La Sirenetta), fantasia per orchestra da Hans Christian Andersen

SINGOLO CONCERTO INGRESSO BIGLIETTERIA Poltrona numerata: Posto non assegnato: via Rossini, 15 30.00 €, 28.00 €, 26.00€ da 20,00 € a 9,00 € 011.8104653 15.00€ (ridotto Under35) (ridotto Under35) [email protected] www.osn.rai.it