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ANNO I NUMERO 22 10-16 GIUGNO 2017 Direttore Responsabile: Laura Primiceri Direttore Editoriale: Francesco Stati Caporedattore: Francesco Spagnol Responsabile Tecnico: Jacopo Nisticò, Valerio Bastianelli

Hanno inoltre collaborato a questo numero: Claudio Agave, Riccardo Angori, Matteo Antiga, Vittorio Comand, Arnaldo Figoni, Adriano Koleci, Carlo Paganessi, Anastasia Piperno, Stefano Urso Revisione a cura di Francesco Spagnol

La copertina è di Fabio Morra. L’intestazione grafica è di Jacopo Castelletti. theWise è una testata giornalistica che, attraverso un’indagine condotta sui fatti in senso stretto, si propone di trattare Anno I, Numero 22 - 10-16 Giugno 2017 argomenti di interesse generale con precisione e professionalità, fornendo una chiave interpretativa semplice, chiara e In questo qualificata. numero:

Carlo Paganessi Radicalizzazione e ideologia del terrorismo 5 islamico Francesco Stati La Casta sull’albero: storia (mancata) di una legge 9 elettorale

Stefano Urso Piazza San Carlo: quando terrorismo fa rima con 16 giornalismo

Matteo Antiga Viaggio in Bosnia: testimonianze da un paese 19 ancora insanguinato

Adriano Koleci 24 WWDC 2017: tutte le novità targate Apple

Vittorio Comand 28 Bigmouth Strikes Again: contro tutti

Anastasia Piperno Ritratto di famiglia con tempesta: quando è bene 31 mollare la presa

Claudio Agave 35 Vittorio Contrada e la donna come fulcro dell’arte

Arnaldo Figoni 38 F1, GP Canada: una corsa mai banale

Riccardo Angori Pedala Alfonsina Strada, pedala! Storia della 42 pioniera del ciclismo

3 Vent’anni – poco più, poco meno. Secondo un frate francescano di Sarajevo, con cui abbiamo avuto la gioia di litigare animatamente, tra circa due decadi in Bosnia potrebbe ricominciare la guerra. Tra le molte persone con cui abbiamo avuto occasione di parlare un poco del passato di questo paese, molti la pensavano esattamente come lui. Sono passati vent’anni dalla fine del conflitto in Bosnia, il più sanguinoso tra le guerre jugoslave degli anni ‘90, ma qui a nessuno è bastato il tempo per dimenticare gli eventi della guerra, le deportazioni e il genocidio. La Bosnia ed Erzegovina è un paese la cui economia è ancora pesantemente provata dal conflitto, un paese dotato di una struttura istituzionale ancora oggi molto instabile, con una divisione federale basata sulla diversità etnica della popolazione e un’élite politica di cui i bosniaci non si fidano più da tempo.

“Viaggio in Bosnia: testimonianze da un paese ancora insanguinato” di Matteo Antiga prosegue a pagina 19.

4 Photo Credits © CNN Carlo Paganessi @linkspayer

Radicalizzazione e ideologia del terrorismo islamico

Tra gli elementi di maggior sorpresa per le opinioni Grazie anche all’immagine di “nemico della società” pubbliche europee nell’analisi dei vari fatti di sangue proposta dalla dottrina e ripetuta dai media occidentali, il avvenuti attraverso il continente nell’ultimo lustro, vi radicalizzato vede la possibilità di uscire dalla condizione è il fatto che diversi attentatori erano nati in Europa ed di emarginazione e di diventare una sorta di antieroe, erano stati reclutati o indottrinati nel cuore del vecchio sentendosi finalmente parte di qualcosa. Gli approcci continente. L’Europa è venuta a conoscenza dell’esistenza a livello sociologico sono vari: se da un lato la visione di un problema nella via più cruda: un tremendo statunitense si concentra sull’organizzazione, con una malfunzionamento nel modo in cui gli immigrati di prima radicalizzazione che si comporta in modo diverso a e seconda generazione venivano accolti e di come si seconda dei livelli esaminati (le élite lo fanno per un integravano nella società. Alcuni paesi, come la Francia, motivo, la base per altri), l’approccio europeo si pone sulla hanno scoperto improvvisamente l’esistenza di scia della “scelta razionale”, ovvero la consapevolezza da alcune zone d’ombra all’interno delle periferie delle parte dei gruppi estremisti che battere gli stati membri proprie grandi città, dove l’estremismo islamico si è in un conflitto simmetrico è impossibile. Il loro intento nascosto e ha iniziato a proliferare, aiutato dall’incapacità diventa pertanto quello di romperli dall’interno, sfruttando delle agenzie di controspionaggio di attuare una raccolta la comunità immigrata da “attivare” attraverso la tattica d’informazioni efficace. militare del terrorismo.

Con radicalizzazione s’intende il processo che porta una Un terzo approccio, maggiormente mediorientale, persona o un gruppo di persone ad agire in forma violenta triplica l’orientamento del potenziale jihadista. Nel primo ricollegandosi a una determinata ideologia. Nel caso orientamento, egli si considera persona umiliata dalla in esame, i radicalizzati si avvicinano a una determinata società occidentale di riferimento che non lo include; ha corrente dell’Islam (quella maggiormente estremista) per spesso una formazione scientifica ed è di ceto medio- motivazioni legate innanzitutto all’inclusione sociale e basso. Il secondo orientamento vede protagonista al sentirsi maggiormente accettati e “parte di qualcosa”, l’esclusione economica ancor prima che sociale, che genera prima ancora che alla condivisione dei precetti religiosi. un sentimento – in parte reale, in parte immaginario – Tali dinamiche, dove i tentativi di inclusione sociale di ghettizzazione e di sfiducia nei confronti del futuro. falliscono, vanno poi a incidere nelle storie personali Questa combinazione non lascia altra valvola di sfogo se di ognuno dei radicalizzati, i quali hanno come costante non la radicalizzazione in quanto azione avversa al sistema la necessità di doversi relazionare a un gruppo e al suo che l’ha causata. Nell’ultimo orientamento, il soggetto da leader, che li istruisce solitamente sui valori e sui precetti radicalizzare si percepisce come membro di una comunità religiosi [‘religiosi’ si riferisce anche a ‘valori’] e sul modo (umma) di credenti che è stata sottoposta a vessazioni da di porli in atto nella vita reale (ovvero attraverso la Jihad). parte dell’occidente, che con due secoli di colonialismo ha depredato il Medio Oriente di parte delle sue risorse.

5 Un esempio lampante di tale comportamento risiede nella la maggiore occasione di reclutamento avviene all’interno figura di Mohammed Merah, il quale compì attentati nel dei luoghi di culto. Nella stragrande maggioranza di questi 2012 presso Montauban e in una scuola ebraica di Tolosa casi il luogo di culto è irregolare, ovvero non registrato con un bilancio totale di 3 militari e 4 civili morti. Anch’egli, all’interno dei rispettivi registri nazionali e perlopiù similmente a quanto fatto dal norvegese Anders Breivik, frequentato da credenti che intendono mantenerlo segreto riprese i propri attacchi con una telecamera in modo che alle autorità. Tali moschee improvvisate sono spesso questi si potessero poi rivedere e potessero essere messi situate in garage, rimesse, scantinati di vario genere in circolazione per creare una retorica dell’antieroe. e via dicendo. Qui un Imam o uno facente funzioni, Nonostante i media occidentali forniscano casse di solitamente proveniente dai paesi medio orientali, guida risonanza diverse, la maggior parte degli attentati la preghiera dei fedeli e fa leva sui sentimenti di esclusione suicidi avviene in paesi dove è presente una forza per creare un forte senso di comunità intorno a sé. d’occupazione straniera. Sulla base di tale elemento è possibile individuare due tipologie diverse di motivazione La nascita epidemica di luoghi di culto “irregolari” è che spingono qualcuno a compiere gesti simili: in primo dovuta alla complessa burocrazia necessaria in diversi luogo l’islamonazionalismo, volto a creare uno stato dove far paesi europei (l’Italia in testa) per poter aprire una moschea prosperare il proprio modello di comunità dei credenti. legale. In Italia le pratiche sono talmente proibitive Nel caso questa prima tattica fallisca per qualsivoglia che le moschee vere e proprie sono decisamente motivo, ecco che la lotta degenera nell’antiglobalismo, cioè poche rispetto al totale dei luoghi di culto: per istituire nel conflitto all’occidente e nella volontà di creare una un centro culturale lo sforzo amministrativo richiesto è società globale senza classi sul modello del califfato decisamente minore per cui quest’ultima soluzione è successivo a quello dei rashidun (i primi quattro califfi decisamente preferibile. In altri casi a scoraggiare la via successivi a Maometto, suoi compagni e pertanto definiti della legalità sono episodi di intolleranza che intimoriscono “ben guidati”): in questo contesto il califfo era considerato i fedeli e li dissuadono dalla possibilità di palesarsi alla luce un primus inter pares, pur mantenendo prerogative di del sole. comando politico, religioso (sebbene opportunamente condiviso con gli ulema) e militare. Un altro importante luogo di reclutamento è il carcere, dove la marginalizzazione degli individui tocca All’interno del contesto dell’estremismo islamico in Europa, probabilmente il suo apice. Uno degli esempi più forti

6 La Francia è stato uno degli obiettivi principali del terrorismo Una foto di Amedy Coulibaly, che assaltò insieme al fratello l’Hyper islamico degli ultimi anni. Photo Credit © ANSA Cacher di Parigi. Photo Credit © La Presse in tal senso è quello di Amedy Coulibaly, che nel 2015 dei corsi di cultura islamica per gli agenti della polizia assaltò l’Hyper Cacher di Porte de Vincennes, presso giudiziaria, affinché riescano a riconoscere determinati Parigi, provocando la morte di tre persone, salvo venire segnali e prevenire la radicalizzazione. In altri contesti, eliminato il giorno successivo nella tipografia in cui si era come quello della casa circondariale Lorusso e barricato. Nel periodo di detenzione per rapina a mano Cotugno di Torino, le associazioni islamiche affiliate armata e spaccio di stupefacenti, aveva conosciuto Djamel all’UCOII (Unione delle Comunità Islamiche Italiane) Beghal, esponente del GIA (Gruppo Islamico Algerino) collaborano con la autorità penitenziarie per portare che avrebbe contribuito alla sua radicalizzazione. assistenza spirituale ai detenuti.

Episodi di radicalizzazione in carcere sono Il passo successivo alla radicalizzazione vede l’impegno sul avvenuti anche in Italia: alcuni agenti della polizia campo della vittima. In alcuni casi esso significa un attacco penitenziaria hanno evidenziato come, alla notizia terroristico oppure l’impegno al fronte in uno degli scenari degli attentati del gennaio 2015, diversi detenuti in cui lo Stato Islamico è impegnato attualmente in tattiche di fede islamica rinchiusi presso il carcere speciale di di guerriglia: Libia, Siria, Iraq e Yemen sono le mete più Rossano Calabro abbiano esultato con: «Viva la Francia gettonate per gli europei radicalizzati. Solitamente le Libera» (intendendo libera dagli infedeli). La cosa non deve leadership militari tendono a relegare i soldati provenienti stupire considerando che praticamente tutti gli accusati dall’ambito europeo nelle città, che sono lievemente più di terrorismo internazionale in Italia sono rinchiusi nella sicure delle campagne e meno dure da vivere. Ora che lo sezione AS2 (Alta Sicurezza di secondo livello) del carcere Stato Islamico ha perso buona parte dei territori sia in Libia calabrese. Una settimana dopo un altro detenuto è stato che in Siria ed Iraq, ecco che buona parte degli europei trasferito da Bologna alla Calabria per aver inneggiato agli (ammesso e non concesso che questi siano sopravvissuti) attentati. Su 202 carceri in cui sono presenti detenuti di torna in patria e viene “categorizzato” come foreign fighter. fede islamica, solo una cinquantina hanno locali adibiti a Da qui diventa una minaccia, seppur controllata, dato moschea a fronte di una popolazione carceraria praticante che quasi nessuna persona che parta per un paese pari a 8.700 fedeli (dati del ministero della Giustizia del in guerra lo fa in modo completamente inosservato, 2013). quantomeno da una tra le agenzie d’intelligence europee. Recentemente, tuttavia, sia a livello nazionale che locale in Italia si sono attivate diverse iniziative per prevenire Al ritorno in patria i foreign fighter iniziano ad allacciare la radicalizzazione dei detenuti: il Viminale ha attivato rapporti, tessere relazioni con radicalizzati e ambienti vicini 7 Il carcere delle Vallette a Torino, dove diverse associazioni stanno intraprendendo iniziative di contrasto alla radicalizzazione. Photo Credit © Associated Press

a correnti estremiste dell’Islam, finendo per commettere revisione del multiculturalismo (che ha creato una serie atti di terrorismo solitari o in gruppo come sparatorie e di ghetti nelle periferie delle principali città d’Europa) e accoltellamenti, volti a causare sorpresa, intenso brusìo dall’implementazione delle politiche d’integrazione, passa popolare e politico contenente analisi destabilizzanti, che la salvezza delle vite di molte persone, oltre che l’esito del si rivelano poi scorrette in quanto basate su dati parziali. conflitto asimmetrico tra islamismo estremista e occidente. Sebbene i foreign fighter siano conosciuti da almeno un servizio d’intelligence non del paese in cui compiono gli attentati, le attività di condivisione delle informazioni non sono sempre efficaci per timore di fughe di notizie e per scarsa fiducia nei confronti della controparte. Per questi motivi i sospettati rimangono tali fino a quando non è irrimediabilmente troppo tardi. Altra causa è la volontà di prendere la rete tutta intera in un colpo solo, quindi i sospettati non sono arrestati sino a quando non è chiaro l’intero organigramma e la localizzazione dei componenti della rete.

Come fermare la radicalizzazione? Una maggior integrazione degli individui di fede islamica è spesso fondamentale: attraverso una più forte inclusione nella società si va a togliere materiale alle organizzazioni terroristiche. Uno dei mezzi di cui si sente con maggior disperazione il bisogno è indubbiamente la creazione di un Islam europeo: un quadro giuridico (sia nel senso europeo che in quello islamico) in cui inserire le credenze islamiche, che magari prenda spunto da altre situazioni in cui i musulmani non erano la maggioranza (l’India è solo uno degli esempi, sebbene parecchio antiquato). Dalla 8 Francesco Stati Direttore Editoriale @F_States Photo Credits © Camera dei Deputati

La Casta sull’albero: storia (mancata) di una legge elettorale

Negli ultimi mesi di vita politica del contributo all’affossamento dell’alleanza, facendo così nostro Paese (in realtà da quando la passare l’emendamento che, secondo gli accordi presi con Corte Costituzionale ha dichiarato gli altri partiti, avrebbe dovuto essere bocciato per evitare incostituzionale la Legge Calderoli) un ritorno della legge in commissione; ai 5stelle si sono non si fa altro che parlare di nuova aggiunti, è bene ricordarlo, alcuni franchi tiratori di tutte legge elettorale: dopo i tentativi – le altre compagini del “Patto del Nazareno rafforzato”. falliti – della coalizione di governo I grillini avrebbero anche avuta garantita l’impunità dalla capitanata da Matteo Renzi e la gogna mediatica, se la procedura fosse andata avanti senza conseguente nascita del connubio errori tecnici: la sfortuna vuole che, per un “guasto”, il voto sia stato mostrato come invece che come . Italicum-Consultellum, l’oneroso palese segreto compito di trovare la quadra sul L’immagine nella pagina seguente parlerà da sé. sistema elettorale italiano è gravato sulle esili spalle del governo Gentiloni. Nonostante i litigi infiniti, e nonostante la discussione stia ormai assumendo i contorni di una grottesca telenovela I Grilli tiratori d’annata, il nostro Paese è stato storicamente un esempio di stabilità e continuità riguardo la legge elettorale, almeno Il Nobile di Filottrano e affini pareva aver raggiunto un per ciò che concerne la Prima Repubblica: vediamo accordo sostanziale con Partito Democratico, Forza Italia, dunque di tracciare un percorso storico-elettorale del Bel MoVimento 5 Stelle e Lega Nord su un sistema elettorale Paese. “alla tedesca” (che di tedesco in realtà ha ben poco), il quale, in estrema sintesi, prevedeva un proporzionale con soglia di sbarramento al 5% con al suo interno il “metodo dei quozienti interi e dei più alti resti“, con l’eccezione dei rappresentanti delle minoranze linguistiche. E proprio il nodo delle minoranze linguistiche è stato l’elemento sul quale la corposa alleanza sopra menzionata ha mostrato tutta la sua fragilità: nella discussione alla Camera sull’emendamento Biancofiore (Fi) – che aveva come scopo la modifica del sistema elettorale vigente in Trentino-Alto Adige [il quale attualmente è ancora il Mattarellum, N.d.R.] – i pentastellati hanno deciso di votare contro le indicazioni del partito dando un grande

9 10 Manifesti di protesta contro la Legge Truffa. Photo Credit © Ilquotidianoitaliano.com

L’italico proporzionale La Seconda Repubblica e il sistema misto Sin dall’instaurazione della forma repubblicana, l’Italia ha avuto una legge elettorale di tipo proporzionale, Dopo l’esperienza proporzionale, nel 1994 si arrivò a un introdotta dopo la fine del fascismo con il decreto sistema misto: il “Mattarellum” prevedeva infatti un sistema legislativo luogotenenziale n. 74 del 10 marzo 1946, dopo prevalentemente maggioritario (di tipo “Plurality“), con essere stata approvata dalla Consulta Nazionale il 23 un quarto dei seggi di ciascuna Camera assegnato con febbraio 1946 con 178 sì e 84 no; concepita inizialmente il sistema proporzionale. La soglia di sbarramento per per l’elezione della Assemblea Costituente, fu poi recepita l’accesso al proporzionale era al 4% su base nazionale per come normativa elettorale per la Camera dei deputati la Camera dei Deputati, mentre per ciò che concerneva con la legge n. 6 del 20 gennaio 1948. Tale legge, pur il Senato si volle tener fede al principio costituzionale con qualche modifica e incidente di percorso (come nel cercando di gestire l’assegnazione dei seggi proporzionali caso della “Legge Truffa“), è rimasta in vigore per ben su base regionale: in ogni Regione venivano sommati quarantasette anni, fino a quando nel 1993 un referendum i voti di tutti i candidati perdenti presenti in un gruppo abrogativo promosso dai Radicali e da Mario Segni non ne regionale e i seggi venivano assegnati utilizzando il metodo segnò il pensionamento in favore di una legge di stampo D’Hondt delle migliori medie. Riassumendo le critiche maggioritario, che ebbe come principale sponsor l’attuale coeve alla legge, si può sottolineare come lo scorporo Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il totale previsto per il Senato facesse funzionare la quota proporzionale fu archiviato perché la corrente di pensiero proporzionale (corrispondente a 83 seggi) di fatto come politico dominante in quegli anni la accusava (non a torto, una quota minoritaria, in aperto contrasto con l’impianto secondo l’opinione di chi scrive) di essere la principale generale della legge elettorale, mentre alla Camera questo causa dell’instabilità politica e della frammentazione problema era meno accentuato essendoci uno scorporo parlamentare che rallentavano il processo di riforme, solo parziale del voto. necessario come non mai nel periodo di transizione fra Prima e Seconda Repubblica inaugurato dagli scandali di Nonostante esso sia rimasto in vigore per dodici anni Tangentopoli. e abbia portato all’elezione di tre diverse legislature

11 (1994, 1996 e 2001), molte furono le critiche a questo ironicamente la legge Minotauro proprio per la sua sistema elettorale, dovute soprattutto al fatto che il caratteristica di mescolare i sistemi maggioritario e sistema politico era passato da bipolare a tripolare nella proporzionale nella sua formula mista; tale formula ha transizione fra le due repubbliche. Per citare un articolo anche l’effetto di provocare delle alleanze di “timore” fra del Post: «Una simulazione realizzata dopo le elezioni partiti e di aumentare così l’eterogeneità delle formazioni del 2013 da due docenti universitari di Roma Tre spiegò politiche rappresentate nelle Camere. Un’ulteriore che con il Mattarellum il risultato politico sarebbe stato problematica fu rappresentata dalle cosiddette “liste ancora più equilibrato, e soprattutto ribaltato: avrebbe civetta”, ossia liste create ad hoc dalle grandi coalizioni vinto il centrodestra ma avrebbe ottenuto solo 259 seggi per aggirare il meccanismo dello scorporo alla Camera alla Camera, contro i 235 del centrosinistra. Il M5S ne dei Deputati. Tuttavia, questo ingegnoso stratagemma per avrebbe ottenuti 108. Il Mattarellum quindi permette, a ottenere più seggi a discapito dei partiti non coalizzati creò differenza del Porcellum, che una coalizione che non è alcuni “incidenti giuridici”: clamoroso fu il caso del 2001, la più votata su base nazionale – come il centrodestra nel dove la lista civetta della Casa delle Libertà (chiamata “Per 2013 – ottenga il maggior numero di seggi in Parlamento l’abolizione dello scorporo e contro i ribaltoni”) ottenne per via di un consenso meglio distribuito nei collegi. Va 62 seggi, ma disponeva solo di 55 candidati; ciò portò detto però che il risultato delle elezioni del 2013, se si a una legislatura “monca”, con 11 seggi non assegnati. fosse votato davvero con il Mattarellum, sarebbe stato La questione delle Liste Civetta è spiegata in maniera con ogni probabilità molto diverso, per le differenti articolata in questo articolo di archivio di Repubblica e dinamiche politiche generate da un voto basato sui collegi in questo articolo di archivio del Corriere della Sera. uninominali. Ma la simulazione è comunque utile per capire che il Mattarellum non favorisce necessariamente Habemus Porcellum! il bipolarismo». Nel 2005, in previsione delle elezioni dell’anno successivo Un’altra critica alla legge Mattarella fu avanzata dal e come reazione alla devastante sconfitta patita nelle compianto politologo Giovanni Sartori (fautore del elezioni regionali del mese di aprile, il Governo Berlusconi soprannome “Mattarellum” della legge) che definì III decise di creare una legge elettorale che rendesse il più

12 Photo Credits © Linkiesta

possibile ingovernabile il Paese a chi lo avrebbe seguito la Corte Costituzionale sia riuscita a dargli torto. (ipotizzando una vittoria del Centro Sinistra, si intende): la Legge Calderoli. Oltre alla creazione delle “liste Italicum, Consultellum e altre amenità bloccate” (cioè senza la possibilità da parte dell’elettore di scegliere il candidato), si decise di attribuire un premio La sentenza n° 1 del 2014 della Corte Costituzionale di maggioranza per la Camera al primo partito su base dichiara dunque incostituzionale il Porcellum e riavvolge il nazionale, mentre per il Senato si scelse un premio su nastro al 1948: torna in vigore un proporzionale puro con base regionale, nella speranza che il Centro Sinistra non una singola preferenza. A essere mutato profondamente riuscisse ad avere la meglio in tutte le regioni: in questo è però il contesto: se nel ’48 si era in un sistema bipolare, modo si sarebbe venuta a creare una forte disparità delle riflesso del contesto internazionale dell’epoca, nel 2014 maggioranze nelle due Camere che avrebbe di fatto reso (come oggi, del resto) si ha di fronte un sistema tripolare impossibile un governo coeso e compatto per i vincitori. o addirittura quadripolare, con uno degli attori restio a qualsiasi tipo di alleanza (il MoVimento, ça va sans dire). Guardando i risultati della tornata elettorale del 2006 e il Dopo alcuni contatti informali con i vari partiti politici percorso stentato del Governo Prodi II, si può affermare Matteo Renzi, neo segretario del Pd, incontrò Silvio senza essere tacciati di partigianeria che il valente Calderoli Berlusconi al Palazzo del Collegio Nazareno il 18 gennaio riuscì perfettamente nel suo intento, e non si può dire che 2014, sancendo la nascita dell’omonimo Patto. Si dette il Ministro leghista non fosse consapevole delle possibili corpo in quella sede a un sistema proporzionale con un conseguenze delle sue azioni: egli stesso definì la legge da premio di maggioranza su base nazionale, e si posero le lui ideata «una porcata» (e Sartori non mancò di affibbiarle basi per una riforma costituzionale che trasformasse il prontamente il nomignolo Porcellum), ma, al momento della Senato in una Camera degli Enti Territoriali (progetto che firma del Presidente Ciampi, si vantò di essere riuscito si attuerà successivamente nella “Riforma Costituzionale nell’intento di creare una legge non incostituzionale. Renzi-Boschi” e verrà affondato dal fallimentare esito del Ironico pensare come, seppure con molti anni di ritardo, 13 referendum confermativo del 4 dicembre 2016); dopo varare entro tre mesi dall’entrata in vigore della molti giorni di discussione, il 30 gennaio l’Italicum venne legge; presentato in Commissione Affari costituzionali della • brevi liste bloccate senza possibilità di esprimere Camera dal relatore della riforma Sisto (Fi). preferenze.

La prima variante aveva le seguenti caratteristiche: Tuttavia, dopo lunghe discussioni in Parlamento e • premio di maggioranza di 340 seggi (55% dei una sentenza di parziale incostituzionalità della Corte seggi, esclusi gli eletti nella circoscrizione Estero) Costituzionale, si è arrivati a questa versione: alla lista o alla coalizione in grado di raggiungere il 37% dei voti; • premio di maggioranza di 340 seggi (55% dei • ballottaggio tra le due liste o coalizioni più votate seggi, esclusi gli eletti nella circoscrizione Estero) se nessuna dovesse raggiungere la soglia del 37%. alla lista (non più alla coalizione) in grado di Il vincitore ottiene 321 seggi (52%); raggiungere il 40% dei voti (non più il 37%) al • soglia di sbarramento nazionale al 12% per le primo turno; coalizioni, al 4,5% per i partiti coalizzati e all’8% • soglia di sbarramento unica al 3% su base per i partiti non coalizzati; nazionale per tutti i partiti, non essendo più • suddivisione del territorio nazionale in più di previste le coalizioni; 100 collegi plurinominali, da designare con un • suddivisione del territorio nazionale in 100 decreto legislativo che il governo era delegato a collegi plurinominali (designati successivamente

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Un presente nuvoloso e un futuro incerto

Proprio per evitare una tornata elettorale con questa “doppia legge” si era giunti all’accordo quadripolare affossato per larga parte dal MoVimento. Fanno specie le dichiarazioni di Alessandro Di Battista: «Noi abbiamo votato tutti a favore di un emendamento presentato da Fraccaro per estendere a tutta l’Italia, Trentino incluso, la legge elettorale. […] Noi siamo favorevoli a questa legge tanto che la vogliamo applicare in tutta Italia», così

Photo Credits © Facebook come quelle di Luigi Di Maio: «Noi vogliamo dare una legge con un elettorale costituzionale a decreto legislativo); questo Paese». Fanno specie soprattutto se si considera che, estendendo la legge anche al Trentino-Alto Adige, • designazione di un capolista “bloccato” in ogni verrebbe meno la tutela delle minoranze linguistiche collegio da parte di ciascun partito, con possibilità prevista dall’articolo 6 della nostra Costituzione – per i capilista di candidarsi in massimo 10 collegi; Costituzione che, come si evince dalle affermazioni o Parte emendata con sentenza della Corte sopra riportate, i deputati grillini fingono di conoscere. costituzionale depositata il 25 gennaio 2017. I La conseguenza diretta più facilmente riscontrabile è la capilista plurieletti vedranno il proprio collegio di quasi certa morte della proposta di riforma elettorale, data elezione estratto a sorteggio. l’assenza di un piano B in questo senso: al voto si andrà • possibilità per gli elettori di esprimere sulla dunque con la premiata ditta Italicum-Consultellum, con scheda elettorale due preferenze “di genere” conseguenze imprevedibili. (obbligatoriamente l’una di sesso diverso dall’altra, pena la nullità della seconda preferenza) L’altra conseguenza meno diretta, ma più rilevante, da scegliere tra le liste di candidati presentate; che viene fuori da questo grottesco episodio è la totale • per favorire l’alternanza di genere, l’obbligo di incapacità da parte del MoVimento 5 stelle di stringere designare capilista dello stesso sesso per non più accordi politici con le altre compagini parlamentari, dote del 60% dei collegi nella stessa circoscrizione fondamentale per qualsiasi forza politica che aspiri a (regione) e di compilare le liste seguendo recitare un ruolo di governo e non di sterile opposizione: l’alternanza uomo-donna. è bene che, nel segreto dell’urna, l’elettorato italiano si imprima a fuoco questa considerazione nella mente, al momento di mettere una X sul proprio futuro politico. Data la validità della legge unicamente per la Camera per le motivazioni analizzate in precedenza, per ciò che concerne il Senato la legge in vigore attualmente è il “Consultellum”, che altro non è che la Legge Calderoli rimaneggiata dalla sentenza della Corte Costituzionale: essa prevede un proporzionale senza premio di maggioranza, nessuna lista bloccata e una singola preferenza esprimibile, una soglia di sbarramento all’8% per la lista (3% se la lista è in una coalizione) e al 20% per le coalizioni; le circoscrizioni sono 20, una per regione, e a esse va aggiunta la circoscrizione 15 Stefano Urso @ursostef Photo Credits © La Stampa

Piazza San Carlo: quando terrorismo fa rima con giornalismo

Lo scorso 3 giugno, piazza San Carlo a Torino è stata il che abbiamo degli eventi – passati e presenti – di palco di un evento preoccupante. Circa trentamila persone terrorismo, lasciando da parte Wikipedia. Possiamo si sono riunite, lo scorso sabato, per assistere alla diretta da definire il terrorismo come un periodo di tempo di maxischermo della finale di Champions League: Juventus – lunghezza indefinibile in cui le persone di un determinato Real Madrid. All’incirca dopo il terzo goal del Real Madrid contesto culturale si ritrovano a percepire ansia e paura. si genera il panico tra i presenti, che da spettatori diventano Questa percezione può essere anche di bassa e durevole una fiumana di persone terrorizzate e intente a scappare. intensità, ma intervallata da picchi di intensità molto I presenti riportano di aver sentito delle esplosioni (forse elevata e di breve durata. Questi picchi sono il risultato dei un petardo) o di qualcuno che avrebbe gridato alla bomba. cosiddetti attacchi terroristici, eventi in cui la quotidianità e il Il risultato di tale caos – nel momento in cui si scrive – è “dato per scontato” delle persone viene improvvisamente di 1527 feriti (bambino più, bambino meno), tutto senza disintegrato da una violenza cruda e da un’apparente nessuna traccia di un reale attacco terroristico. gratuità.

L’opinione pubblica si è subito riversata su questioni Il terrorismo è un po’ come il fuoco: senza combustibile si riguardante la sicurezza: «C’era un piano di evacuazione? spegne e si dimentica. Ogni attacco, anche quelli di minore Se fosse accaduto un vero attacco? Perché si vendevano entità, rappresenta di fatto un “alimentare la fiamma”. bottiglie di vetro? La piazza poteva contenere un numero Quello che però è successo a Torino è un caso particolare: così grande di persone?» si tratta infatti di un attacco terroristico, ma senza attacco. A conti fatti, si è assistito all’effetto di un attacco, senza che Proviamo per qualche minuto a mettere da parte i libri questo fosse realmente avvenuto. A chi è imputabile tutto di testo, le ricerche scientifiche e il sapere professionale questo? Ai terroristi? All’ISIS? Forse siamo tutti un po’ per abbandonarci a un poco di sana ignoranza. Parliamoci troppo convinti che il processo di causa-effetto sia sempre chiaramente, nessuno di noi – a meno che non si sotto il nostro naso. tratti di un esperto di sicurezza pubblica – potrebbe rispondere con cognizione di causa a quelle domande. Quello che si ignora è che l’attacco – se non lo si vive in Utopisticamente, quello che il nostro cervello ignorante prima persona – è per il nostro cervello un’informazione dovrebbe farci chiedere è: «Perché trentamila persone si come tutte le altre. Un’informazione che riceve la sua sono comportante in quel modo?» valenza estremamente negativa quando si recepiscono altri indizi, come il tono di allarme con cui la si comunica, La risposta è da ricercare negli ultimi avvenimenti che e altri dati – come il numero di morti, le immagini di stanno scuotendo gli animi: il terrorismo. persone ferite e i video dell’accaduto. In parole povere, si ignora come – e con quale frequenza – l’informazione viene Proviamo a definirlo facendo riferimento alla memoria veicolata. In questo i giornali – e, soprattutto, i telegiornali

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– hanno una grande responsabilità. Paradossalmente, in realtà non hanno alcun fondamento. Pensiamo ora alla chi detiene lo scettro dell’informazione ha anche il portata che ha l’informazione televisiva. Un sottofondo potere di modularne l’intensità e la valenza, senza, di inquietante, delle immagini strazianti e voci di urla seguite fatto, prendersi alcuna responsabilità nel caso di notizie da esplosioni incutono letteralmente uno stato di paura completamente inventate o di procurati allarmi. Tutto il indotta nello spettatore, che in quel momento magari si campo del giornalismo – o, talvolta, presunto tale – spesso sta godendo la cena. Instillare terrore in persone che in non è in grado di differenziare il dato di fatto dalle ipotesi quel momento si stanno godendo la propria quotidianità, e le ipotesi dalle opinioni, né è in grado di valutare e e farlo giorno per giorno, con notizie che riguardano parametrare l’autorevolezza di più opinioni. A conti fatti, attacchi passati ormai da giorni, è considerabile – anche se allo stato attuale dell’informazione italiana, non vi è alcuna indirettamente – terrorismo a tutti gli effetti. differenza tra il peso di un’affermazione di un professore universitario esperto di cambiamento climatico e il peso Le persone che quel 3 di giugno si sono spaventate a di una boiata uscita dalla bocca di una sensitiva sposata morte per un nonnulla sono il frutto, sì, del terrorismo con alieni che si riproducono con la sola imposizione delle internazionale, ma anche del continuo ribadire dei media mani – sempre che la loro superiorità evolutiva gliele abbia che il panico è sempre dietro l’angolo e che non ci si fornite. può fidare di nessuno. Al posto di informare su come comportarsi in situazioni del genere, si sceglie di fare Portiamo un esempio concreto: all’interno di una leva sugli ascolti derivanti dalla paura e dalla motivazione medesima testata giornalistica, come in questo caso il delle persone a conoscere per difendersi. Quando poi Corriere, si sono scritti numerosi articoli riportanti dati non succedono eventi come questi, che di fatto sono innescati confermati – come quelli di un ragazzo senza maglietta da stimoli ambientali comuni, si porta le persone ad affidarsi che sarebbe stato la causa del panico – poi disconfermati esclusivamente a comportamenti irrazionali di massa. a distanza di poche ore. Nel frattempo, però, l’opinione I 1527 feriti di piazza San Carlo sono tutti sul gobbone pubblica si è espressa alla velocità della luce su eventi che dell’informazione: dal Corriere della Sera a Barbara D’Urso, 17 Photo Credits © TGCom 24

dal TG5 a Quinta Colonna e le Iene. L’informazione addirittura nulli», passando per «La piazza ci è subito parsa italiana – tralasciando quella internazionale – ha delle non adatta ad un evento previsto dall’amministrazione responsabilità che in nessun modo si vuole assumere. È stessa con affluenza di circa 30.000 persone», finendo in lontano, purtroppo, il tempo in cui Sposini mangiava il bellezza con «Non ci è sfuggito che lo schermo in piazza pollo in diretta. fosse sponsorizzato (Jeep) e che questa mattina abbiamo pagato alla città di Torino l’imposta di soggiorno (3,7 euro «Sì, d’accordo, ma l’informazione è anche quello che ci a testa) per i servizi offerti». raccontano i testimoni! La gente deve sapere!» Vogliamo davvero fidarci di chi è stato testimone di avvenimenti Ancora una volta – come nei migliori problemi di traumatici? Le persone presenti in piazza, dopo aver subito ragionamento logico – quello che si ignora è la premessa: un attacco di panico di massa, riportavano di aver sentito cioè chi ha aperto bocca e per dire cosa. Questa è l’ennesima esplosioni e urla di attentatori – quando, al momento, non dimostrazione di come l’opinione divenga il carburante sembra nemmeno sia scoppiato un petardo. La ricerca di una verità deviata. La realtà, per quanto sia totalmente scientifica ha prodotto una quantità importante di articoli lontana dalle opinioni, è costantemente influenzata da sull’attendibilità di certi racconti. essa. Se si continua a pensare di vivere in una situazione di terrore costante, quel terrore arriva a prendere forma. Il Fatto Quotidiano si infila a gamba tesa sulla questione, Prima di pensare a chiudere le frontiere, pensiamo, una riportando sulla sezione blog una gloriosa testimonianza di volta per tutte, a selezionare l’informazione e mettere al un amico dell’autore dell’articolo – il che equivale, quanto fronte la paranoia. ad autorevolezza, alla testimonianza di “mio cugino” quando si raccontano eventi di vita vissuta, che si vuole spacciare come realtà oggettiva, tra le mura di un bar. L’autore in questione, Sciltian Gastaldi, fa sapere al mondo – perché è giusto così – l’opinione di un suo amico medico presente all’evento. Nel raccontare «la sua verità» elenca ben otto punti che descrivono meticolosamente cosa è andato storto e perché. Si va dalla questione «I controlli sono stati sommari e tutt’altro che accurati ed inoltre 18 Matteo Antiga @ram_jayino

Viaggio in Bosnia: testimonianze da un paese ancora insanguinato

Prosegue da pagina 4. avverte il disagio delle separazioni e, forse controvoglia, si sente legato a prescindere al proprio sangue serbo, come Nel nostro viaggio in Bosnia abbiamo avuto occasione di se gli anni successivi al conflitto non lo avessero aiutato parlare con molte persone. Dai nostri incontri compressi a ricongiungersi alla diversità di Prijedor, ma lo avessero in sole cinque brevi giornate, che non sono sicuramente anzi allontanato. bastati a cogliere quanto questa terra oggi sia nel caos, abbiamo capito quanto poco basti per far crollare uno Molti ancora ricercano quella diversità dell’ex Jugoslavia. stato e congelarlo, impedirgli di riprendersi e superare Molti, che al tempo della guerra erano solamente bambini, il passato, come invece sembra sia accaduto negli altri hanno fondato negli anni diverse associazioni culturali, che paesi dell’ex Jugoslavia, che hanno vissuto una rinascita lavorano per la memoria ma anche per un nuovo incontro economica, grazie soprattutto al turismo e alla situazione tra le diversità. Molti altri ritengono invece un ritorno politica ben più stabile. al passato assolutamente irrealizzabile; tra questi anche lo stesso frate francescano già citato: «Nessuno vuole «È più probabile che una scuola di qui abbia rapporti aiutare, nessuno vuole veramente quello che dice. Noi con una scuola cinese piuttosto che con una di Sarajevo» cristiani siamo ancora discriminati: i musulmani, essendo dice Drasko, mentre pranziamo in un locale di Prijedor, in maggioranza, ci ignorano. Notate bene, ci sono tre reti cittadina della Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina, telefoniche in Bosnia: una per i Bosniaci musulmani, una la parte di territorio a maggioranza Serba-Ortodossa. I per i Serbi ortodossi e una per i Croati cattolici. I politici due Stati della costituzione federale della Bosnia sembrano sono corrotti e ci vogliono divisi. L’Europa stessa ci vuole essere due mondi totalmente distaccati. Le differenze divisi». religiose ed etniche, oggi, pesano molto sull’identità di un bosniaco; prima della guerra l’integrazione era un È molto difficile, a parer nostro, riconoscere una verità elemento fortemente incitato dall’ideologia socialista, e si non proprio ideale. Le parole del frate, che così aliene guarda ancora con nostalgia allo Stato di Tito e a come sembrano rispetto al gran vortice nostalgico di chi questo riuscisse a unire le diverse popolazioni. Drasko richiama l’unità e il multiculturalismo antecedente la vive in una delle pochissime città che dopo la guerra guerra, aprono una discussione che non ha mai cessato di hanno cercato di ricostruire quella multiculturalità tipica tartassare le giornate del Parlamento bosniaco: quella che dello stato jugoslavo. Il resto della Bosnia, Sarajevo riguarda l’eventualità di un’ulteriore scissione, di un’altra compresa, ha subito esodi delle molte minoranze, il che separazione che divida definitivamente le due identità. ha portato a uniformare e dividere profondamente le Effettivamente, la Federazione Bosniaca rimane uno diverse identità della popolazione. Tuttavia anche Drasko, stato unito più per una questione di inerzia che per un che al tempo della guerra addirittura disertò in nome di fattore di comodità, dato che le stesse forze dell’ordine, quella Jugoslavia un tempo apparentemente unita, oggi gli impiegati statali e ogni servizio su cui lo stato ha più o

19 meno influenza è segnato dalla linea di confine tra le due il più lungo assedio bellico della storia dopo la seconda regioni. guerra mondiale. Dina racconta delle stragi, dei colpi di fucile, del caldo L’estremo pessimismo di un frate ha il suo effetto su chi atroce di luglio, dello spettrale freddo invernale. Parla viaggia per la prima volta in questo paese, soprattutto per molto amaramente dell’incendio, scatenato dalle granate via del forte contrasto tra chi spera profondamente nel incendiarie serbe, che distrusse quasi totalmente la futuro e chi si è arreso, come le 60.000 persone circa che Vijećnica, il palazzo del municipio e della biblioteca di ogni anno emigrano principalmente verso Croazia, Francia Sarajevo. Nell’incendio solo un decimo dei libri presenti, e Scandinavia. Leonardo, nostra guida e interprete, ci spiega tra manoscritti e pezzi unici o rari, fu salvato. l’enorme problema dell’emigrazione giovanile: «Troppi giovani lasciano casa appena ne hanno la possibilità. Il Quando Dina parla della guerra lo fa con rabbia. Racconta lavoro manca ed è mal retribuito; non hanno motivo di di come tutti fossero convinti, all’inizio della guerra, che rimanere. Pensate che Sarajevo perse quasi la metà dei sarebbe stata solamente una questione di mesi, prima che propri abitanti dopo la guerra; ora che anche i giovani se la comunità internazionale intervenisse. Poi la delusione; ne vanno non rimarrà più niente qui. Solo ruderi». infine, il disprezzo. Gli aiuti umanitari erano insufficienti, i farmaci scaduti. Dina ricorda i barattoli di latta inviati dagli Proprio a Sarajevo incontriamo Dina, che nel ‘92 – Stati Uniti: cibo che era destinato ai soldati in Vietnam, quando iniziò l’assedio Serbo-Jugoslavo alla città – aveva vent’anni prima. quattordici anni. Visse per due anni nella capitale isolata, senza acqua corrente, senza elettricità. Prima dell’assedio, La Bosnia fu il teatro del primo intervento militare le colline intorno la città sono state occupate e gli eserciti dell’UNPROFOR, la Forza di Protezione delle Nazioni assalitori hanno iniziato ad accumulare gli armamenti. Il Unite, e anche la grande vergogna della storia dell’ONU. fuoco di artiglieria e dei cecchini di Sarajevo, che sparavano Durante il nostro viaggio, un nome leggiamo più di in faccia ai bambini senza nemmeno preoccuparsi che qualsiasi altro, scritto a lettere gigantesche sui muri, sui fossero Bosniaci o Serbi, è durato incessantemente per volantini nelle piazze e fuori i negozi: Srebrenica. Il quattro anni. L’attacco a Sarajevo del ’92 rimane tutt’oggi memoriale di Srebrenica è immenso. In questi stessi 20 Prijedor, città dei murales.

21 hangar che oggi ospitano un museo, una mostra

Sarajevo, aprile 2017. e un deposito dei corpi riconosciuti prima di essere seppelliti nel grande cimitero adiacente, l’UNPROFOR istituì la sua prima zona sicura nell’area balcanica. Decine di migliaia di persone cercarono qui rifugio, sicure che le Nazioni Unite potessero salvarle dalle truppe serbe, dalla loro avanzata e dalla pulizia etnica.

Tuttavia nessuno, qui, rende grazie alle Nazioni Unite, profondamente disprezzate dai parenti delle vittime del genocidio di mano serba. Srebrenica è il monumento al fallimento delle Nazioni Unite, è il richiamo alla figura ridicola dell’antica Società delle Nazioni, nata con gli stessi intenti e seppellita in un battito di ciglio col trascorrere degli anni ‘30, lo scorso secolo. Vicino al memoriale di Srebrenica vige ancora ciò che rimane della cittadina di Srebrenica. Il censimento del 1991 segnava più di 30.000 abitanti, oggi meno di un terzo. Ci sono più detriti che palazzi abitabili. Gironzolando per il paese ammiriamo gli scheletri esausti di prestigiosi hotel passati, dove – così ci spiega Muhammed, che abita qui – risiedevano i delegati e gli ambasciatori delle nazioni estere che qui passavano le vacanze.

Muhammed ha perso il padre a Srebrenica. Dopo due decenni passati in un paese vicino, ha deciso di tornare nel suo paese di origine. Qui ha fondato un’associazione che cerca di ricostruire I crateri delle granate dipinti di rosso oggi sono “le rose di Sarajevo”. la memoria dei familiari persi nel conflitto, creando una rete di contatti tra vecchie conoscenze delle vittime. Rivedere il volto di una persona cara, attraverso foto dimenticate da vecchi compagni di scuola o compagni di sport, ci spiega, è un’emozione che ha portato alle lacrime tanti suoi coetanei, che dei propri genitori, fratelli e amici non hanno niente, e di cui si stavano dimenticando il volto. Muhammed stesso, ci racconta, visse un momento fondamentale nel ritrovo di una vecchissima videocassetta con la voce del proprio padre, intervistato da un programma televisivo. All’inizio si rifiutava persino di credere che fosse suo padre, e così la madre di Muhammed non riusciva a crederci, finché la risata indimenticabile

Srebrenica. del genitore non ha dissimulato ogni dubbio.

22 No teeth…? A mustache…? Smell like shit…? Bosnian Girl!

Scambiamo due parole con Muhammed, mentre conosco nemmeno, uomini che hanno ammazzato mio passeggiamo per i boschi che coronano la valle dove padre e hanno nascosto il suo corpo chissà dove, senza risiede Srebrenica. Lungo il sentiero ci fermiamo spesso ad che io potessi nemmeno seppellirlo e dirgli addio. Ecco, assaggiare le diverse fonti di acque minerali che scendono spero che mio figlio sia diverso da me, e se non lo sarà lungo il pendio, dalle miracolose facoltà curative, a quanto spero che mio nipote, suo figlio, sia privo d’odio per quella dice. Prendo un sorso e il mio viso si contorce tra le sue gente. Una speranza perpetua, finché finalmente questo risate e quelle di suo figlio, che ha appena quattro anni. paese torni come un tempo, e non rimanga un campo incolto, un cadavere». Mentre torniamo in paese il discorso, che prima si era soffermato sul calcio italiano (e su Dzeko in particolare) torna su suo padre e sulla guerra. Prima di salutarci ci dice, semplicemente: «Io non riuscirò mai a perdonare chi ha sparato durante la guerra. Mai, lo so già. Ciò che spero è che mio figlio cresca senza che provi lo stesso odio che ho provato io per tutti questi anni, per persone che non 23 Adriano Koleci @adrianokoleci Photo Credits © MobileSyrup

WWDC 2017: tutte le novità targate Apple

Come da consuetudine, Apple, Microsoft e Google sono versione grazie alla presenza di nuovi quadranti per solite riservare ogni anno una conferenza agli sviluppatori, l’orologio e per l’implementazione di Siri migliorato e che dove vengono presentati i nuovi strumenti di sviluppo, toglie compatibilità ad iPhone 5 e 5C. Invariati invece i le nuove API da utilizzare per le applicazioni e i nuovi prezzi e le configurazioni di Apple Watch. Per quanto sistemi operativi per smartphone, tablet, PC, Mac o altro. riguarda Apple TV è segnalato l’arrivo dell’applicazione Chiaramente per Apple questo non significa presentare Amazon Prime Video, molto simile a Netflix come da subito i nuovi strumenti che all’utente medio non funzionamento. L’unico vero problema è che l’Apple TV, interessano (nonostante essi spesso abbiano un potenziale alla modica cifra di 180€, è particolarmente anacronistica, senza precedenti), bensì mostrare agli utenti tutte le novità vista la mancanza del supporto ai televisori 4K (nonostante che verranno introdotte con i nuovi sistemi operativi i contenuti ormai abbondino sui siti di streaming): ciò e, perché no, i nuovi hardware. Un tempo il WWDC la pone in netto svantaggio rispetto alla concorrenza, ospitava anche la presentazione del nuovo iPhone, tuttavia come Nvidia Shield, che offre un’esperienza utente a partire da iPhone 4S essa è slittata a settembre, e da decisamente migliore nonostante la presenza di Android. I allora si tengono due eventi separati, uno per l’hardware e miglioramenti dal punto di vista software sono marginali, uno per il software. Curioso come il Keynote di apertura nonostante l’arrivo della versione tvOS 11. del WWDC metta in secondo piano gli sviluppatori, i quali avranno spazio solo i giorni successivi. Al di là del Mac target di questo WWDC, è interessante notare come sia stato particolarmente denso: lo si è potuto notare dallo Il primo importante blocco dove spiccano le novità più spazio risicato che hanno dedicato ad ogni parte della interessanti è nel settore computer della casa della mela. presentazione. Si è parlato tanto di software con qualche Si inizia subito con l’introduzione di un nuovo sistema accenno a dir poco clamoroso all’hardware. Sul piatto operativo, il macOS High Sierra, e nonostante non sembri sono presenti le nuove release dei software per i dispositivi un aggiornamento sostanziale – visto il nome molto simile Apple, i nuovi Mac e un nuovo iPad Pro, che hanno al predecessore – è segno che Apple si sta muovendo permesso di rendere il piatto succulento. verso le nuove tecnologie come il VR. Arriva la nuova libreria Metal 2 (su cui sarà anche basata l’interfaccia di Apple Watch e Apple TV macOS e che dovrebbe, teoricamente, ridurre in modo consistente gli scatti sulle macchine meno potenti come Di parole da spendere nei confronti degli aggiornamenti il Macbook Pro 13”), che permette di sfruttare al meglio per questi dispositivi ce ne sarebbero fin troppe, la GPU e che supporta nativamente il VR grazie ad principalmente volte a sottolineare l’inutilità degli stessi alcune collaborazioni con Valve e all’ottimizzazione per nella presentazione. Apple Watch passa a watchOS 4, tali librerie di Unity e Unreal Engine. SteamVR diventa sistema non troppo innovativo se paragonato alla vecchia pienamente compatibile, così come gli altri visori che ora

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potranno contare su librerie molto simili a Vulkan. Passando all’hardware, che è stato aggiornato ai nuovi processori Kaby Lake di settima generazione e alle Oltre alle nuove librerie, Apple annuncia ufficialmente nuove GPU Radeon Pro, viene aggiunto un modello di il supporto alle schede grafiche esterne grazie alla attacco con 128GB di memoria SSD e senza touchbar connessione Thunderbolt 3, ed è in arrivo un kit (basato che parte da 1549€. Anche i Macbook hanno ricevuto un su una scheda AMD RX580) per collegare la GPU aggiornamento simile per le CPU, ed è importante notare proprio mediante il connettore sopracitato: un netto l’aumento dei prezzi su tutta la linea: Macbook 12” ora passo avanti per quanto riguarda le performance nel parte da 1549€, il “vecchio” Macbook Pro senza touchbar gaming. Viene posta una croce sull’ormai vetusto HFS con 256GB di SSD ora parte da 1799€, mentre il Macbook (file system di Apple) che da oltre trent’anni è presente Pro 15” sale di ben 100€, passando a 2899€ per il modello sulle macchine di Cupertino, il quale, nonostante fosse di attacco. Curioso l’aggiornamento di Macbook Air, che stato aggiornato più volte per essere supportato dai nuovi riceve processori più veloci di 200MHz sempre della serie sistemi operativi, non era specificamente disegnato per Broadwell. le memorie flash che ormai dominano il settore e per il supporto ai processori a 64 bit. La crittografia è ora di Anche iMac riceve aggiornamenti interessanti: la versione serie, a differenza di file system come ZFS (con il quale 4K ora è dotata di una scheda grafica discreta (come condivide gran parte delle specifiche ma per ragioni di doveva essere fin dal lancio) Radeon Pro, simile a quella licenza non poteva essere implementato in macOS), per integrata nel Macbook Pro 15”, e tutti gli altri sono stati un livello più alto di sicurezza. Altre novità minori sono aggiornati ai nuovi processori Kaby Lake. Fusion Drive l’arrivo del supporto nativo ad HEVC e dell’accelerazione è ora standard su tutti i 27” e sul top di gamma da 21.5”: hardware per tale codifica, creata principalmente per il 4K. tutti questi sono anche dotati di nuovi display più luminosi Safari è ora il browser più veloce al mondo, grazie a un rispetto al passato e anche di due porte Thunderbolt 3. motore javascript ottimizzato; è sicuro grazie a un nuovo Migliorati, ma senza stravolgerli. sistema antitracking e blocca la riproduzione dei video in automatico, grande notizia per gli utenti ma pessima per L’annuncio assolutamente inaspettato è stato il nuovissimo gli editori che basano i propri introiti sulla pubblicità. iMac Pro che racchiude tutto il meglio disponibile per le workstation: Intel Xeon fino a 18 core, GPU professionali 25 Photo Credits © Italiamac

AMD Vega (non ancora lanciate sul mercato), fino a memoria. 128GB di RAM, fino a 4TB di SSD con velocità fino a 3GB/s, nuovo sistema di dissipazione, schermo 5K, Ma le grosse novità sono su iPad, che vede finalmente un ben quattro porte Thunderbolt 3 oltre alle quattro USB avvicinamento ai 2 in 1 di Windows, con un aggiornamento standard, una porta ethernet 10Gb/s e, a grande sorpresa, fortemente improntato alla produttività che rende colore Space Gray. Il prezzo? A partire da 5.000 dollari, finalmente piùPro i tablet di Cupertino. La grande benvenuta che in Italia diventeranno, visto che l’euro è favorevole ma è l’applicazione Files, un file manager (disponibile anche le tasse no, a quasi 6.000€. Sarà disponibile da dicembre. per iPhone) che permette di avere maggior controllo sui propri dati e si utilizza proprio come si fa con il Finder iOS su macOS e sono stati anche integrati i servizi di cloud di terze parti come Dropbox. Nuova arrivata è anche la dock Succulente novità anche per quanti riguarda iOS, che (anch’essa molto simile a quella presente su macOS) che raggiunge la versione 11. Questa volta il file system APFS permette di accedere rapidamente alle applicazioni così è stato implementato già in iOS 10.3, dunque le novità da velocizzare il multitasking e si può abbinare alla nuova si riducono, per quanto riguarda iPhone, a un ritocco funzione slide over (apre un’applicazione in finestra), della tendina delle notifiche, che ora viene sostituita aumentando esponenzialmente la produttività. dalla schermata di sblocco (viene letteralmente tirata giù la schermata di sblocco); il centro di controllo non è più Per quanto riguarda la Apple Pencil, essa viene velocizzata distribuito su più pagine bensì su una sola, personalizzabile e resa più precisa sui nuovi modelli di iPad, e con il nuovo e fortemente integrata con il 3D Touch. Leggeri ritocchi aggiornamento può essere usata praticamente ovunque anche per quanto riguarda l’interfaccia, che ora è più flat per prendere al volo appunti che possono anche essere rispetto alla versione precedente del sistema operativo, e trascritti con l’aiuto di Siri, la quale ora è stata potenziata le palline usate per indicare il segnale cellulare sono state con l’aiuto del machine learning. Arrivano le stesse novità sostituite dalle tacchette. Sotto il cofano invece si parla di già viste su Mac per quanto riguarda Safari, mentre la introduzione di HEVC (come su macOS) e di un nuovo fotocamera è ora dotata di una funzione che permette algoritmo di compressione per le foto così da risparmiare di riconoscere, fotografare e firmare documenti con la 26 penna.

Per quanto riguarda l’hardware, invece, miglioramenti marginali per iPad Pro da 12.9” (SoC e display): viene eliminato il piccolino da 9.7” e rimpiazzato con una variante da 10.5” con cornici più sottili e fotocamera migliorata. Il processore è ora un A10X a 6 core (3 ad Photo Credits © Engadget alte prestazioni e 3 a basso consumo) e GPU potenziata rispetto al modello liscio. Lo schermo invece vede un netto passo avanti, passando a 120Hz su tutti i nuovi modelli e risultando, sempre secondo le recensioni e i primi hands- on, più fluido rispetto al passato. Anche qui si tratta di innovazioni che non stravolgono un prodotto che è stato ampiamente apprezzato ma anche criticato dall’utenza professionale.

HomePod

Il gran finale della presentazione è stato riservato alla nuova cassa made in Apple. Sebbene ci siano già dei concorrenti (Google Home e Amazon Echo) la strada presa dalla casa di Cupertino è stata nettamente diversa. Una scelta probabilmente voluta: a giudicare dal keynote, sembra che il focus di Apple sia stato quello di creare una cassa che si focalizzasse sulla qualità audio, a cui è stato abbinato un assistente vocale come Siri e non il contrario come i prodotti della concorrenza.

La maggior parte degli altoparlanti che sono stati lanciati erano principalmente concentrati sull’integrazione con le case di nuova generazione (quindi grande focus sulla domotica) e che possono essere di aiuto in situazioni difficili, come durante la preparazione di una ricetta. L’assistente vocale su HomeP od, invece, è molto orientato verso la musica, ed è in grado di fornire consigli su ciò che si ascolta e su artisti correlati. Cos’è quindi HomePod? Una cassa bluetooth potenziata con l’aiuto di Siri, ma sempre improntata all’audio. Ed è una cassa molto costosa, visto il prezzo di lancio di 349 dollari che in Italia supererà i 400€.

WWDC: piccole novità senza esagerare

Alla fine della fiera, questo WWDC è sicuramente soddisfacente, viste anche le novità che sono state introdotte su iPad e Mac a livello software. L’iPad Pro è più Pro, e l’iMac Pro è un iMac pompato con gli steroidi grazie all’hardware da Workstation. Molto bene l’arrivo del nuovo filesystem anche su Mac, e anche quello del supporto alle GPU esterne, da tempo richiesto dai giocatori e dai professionisti che hanno bisogno di potenza. Resta da vedere il successo di HomePod, soprattutto in paesi come l’Italia.

27 Photo Credits © Rockol Vittorio Comand @VittorioComand

Bigmouth Strikes Again: Morrissey contro tutti

Il 22 maggio scorso, un terribile attentato a Manchester inaspettatamente l’interesse di quest’ultimo. Grazie anche dopo un concerto di Ariana Grande ha causato la morte di ai gusti musicali ampiamente condivisi, l’intesa con Marr 23 persone, ferendone altre 122. Sono stati innumerevoli è immediata, e la decisione di suonare assieme non tarda i messaggi di sostegno e di solidarietà da parte delle ad arrivare. Nel giro di qualche mese vengono reclutati celebrità inglesi, ma c’è anche chi ne ha approfittato per anche il batterista e il bassista ; polemizzare sull’accaduto contro il governo di Theresa nascono così gli Smiths. La scelta del nome della band May: stiamo parlando dell’ex leader della storica non è affatto casuale: gli Smiths scelgono il cognome più band di Manchester degli Smiths, Morrissey, il cui comune d’Inghilterra sia per mettersi dalla parte della compleanno cadeva proprio il giorno dell’attentato. gente comune, sia per opporsi ai nomi eccessivamente Il cantante, con un rabbioso post su Facebook, ha ricercati delle band pop dell’epoca. fortemente criticato le dichiarazioni del primo ministro, sottolineando quanto sia facile per i politici dire di non Dopo aver pubblicato una manciata di singoli di buon avere paura quando non sono loro a subire direttamente successo nel corso del 1983, l’anno successivo esce il primo le conseguenze di attentati del genere. disco della band, l’omonimo . Già in questo esordio discografico sono presentate alcune delle tematiche Morrissey non è certo nuovo ad uscite del genere: nel corso che caratterizzeranno tutta la discografia di Morrissey: in della sua carriera musicale, il cantante si è distinto più volte particolare, i testi si soffermano principalmente su per esprimere la sua opinione senza peli sulla lingua. La sua una visione disincantata dell’amore, sulla solitudine, controversa personalità, unita al suo spiccato talento nello sull’omosessualità e sulle molestie sui minori, il tutto scrivere testi, ha attirato verso di sé una nutrita schiera di condito dalla vena di malinconica ironia del cantante. fan che resiste ancora oggi, a distanza di trent’anni dallo Con l’uscita di The Smiths si scatenano da subito le prime scioglimento della band. Per capire meglio come Morrissey polemiche: secondo alcuni tabloid inglesi, infatti, i brani sia tutt’ora un idolo per molti giovani inglesi, bisogna però Reel Around the Fountain e The Hand That Rocks the Cradle fare un passo indietro e analizzare la sua carriera con gli contengono dei chiari riferimenti alla pedofilia e vengono Smiths e, successivamente, da solista. fortemente boicottati. Anche il brano Suffer Little Children, ispirato dai cosiddetti delitti della brughiera e concepito L’incontro con Johnny Marr e la come un tributo alle vittime (bambini e ragazzi giovani), nascita degli Smiths causa le proteste dei parenti dei ragazzini scomparsi. Morrissey però non ritratta mai le sue liriche, anzi, difende a spada tratta le proprie opere e rispedisce al mittente le Siamo nel 1982, a Manchester. Steven Patrick Morrissey accuse rivoltegli. è un ragazzo timido e introverso di ventitré anni, appassionato di musica e di letteratura. Ha da poco deciso di mettere da parte la carriera musicale per dedicarsi Meat Is Murder e The Queen Is Dead alla scrittura, pubblicando un libro su una delle sue band preferite, i New York Dolls. Un giorno, l’amico e Dopo la pubblicazione di Hatful of Hollow, raccolta di vari chitarrista Steve Pomfret si presenta a casa sua con un’altra singoli e b-side, il successivo passo nella discografia degli persona, anch’egli musicista: il suo nome è John Maher, Smiths è un album ancora più ambizioso: Meat Is Murder. ma è conosciuto come Johnny Marr. Pomfret dice a La title-track è, come si può intuire, una denuncia delle Morrissey che vorrebbe mettere su una band, incontrando crudeltà subite dagli animali, un manifesto per i 28 vegetariani e i vegani di tutto il mondo: Morrissey era ed è tutt’ora un vegano convinto, al punto di proibire a tutti i membri della band dal farsi fotografare nell’atto di mangiare carne e di scendere dal palco del Coachella nel 2009 dopo aver sentito l’odore di carne alla griglia. Addirittura, nel 2014 dichiara che secondo lui «non c’è alcuna differenza fra il mangiare carne e la pedofilia» e che «sostenere il mattatoio è come sostenere Auschwitz».

In Meat Is Murder, un altro tema rilevante è quello della violenza sui bambini, sia nell’ambiente scolastico (The Headmaster’s Ritual), sia in quello familiare (Barbarism Begins at Home) che per le strade di Manchester (Rusholme Ruffians), mentre inizia a palesarsi anche un certo astio verso la regina Elisabetta: «I’d like to drop my pants to the Queen» canta provocatoriamente Morrissey in Nowhere Fast, ma questo è solo un assaggio del suo pensiero nei confronti dei reali e di tutta la classe dirigente inglese. L’album successivo, considerato da molti il capolavoro della band, verrà intitolato The Queen Is Dead e nella title- track, la prima del disco, appare chiaro fin da subito il pensiero di Morrissey: i versi «Her very Lowness with her head in a sling / I’m truly sorry but it sounds like a wonderful thing» la dicono lunga sulla sua opinione nei confronti della monarchia inglese. In una precedente intervista sulla rivista Time Out, il cantante aveva affermato il suo totale disprezzo per i reali, ritenendo immorale che loro possano condurre una vita così sfarzosa mentre Photo Credits © Rough Trade i cittadini meno abbienti fanno fatica ad arrivare a fine mese. Negli altri brani del disco i testi si concentrano ancora una volta sull’amore e le sue sofferenze, in particolare con la struggente I Know It’s Over e There Is a Light That Never Goes Out – forse il brano più celebre della discografia degli Smiths – dove prende il sopravvento la costante depressione di Morrissey e le sue recondite fantasie suicide.

Lo scioglimento degli Smiths

Nel 1987, ultimo anno di attività per il gruppo mancuniano, vengono pubblicati due raccolte e un disco di inediti, rispettivamente The World Won’t Listen, Louder Than Bombs e Strangeways, Here We Come. Una delle canzoni che più desta scalpore di questo periodo è sicuramente Panic, dove Morrissey invita l’ascoltatore a bruciare le discoteche e a impiccare il dj. All’inizio il brano fu erroneamente interpretato come razzista, in quanto si credeva fosse una critica al mondo della black music: in realtà la canzone venne ispirata dal dj britannico della BBC Steve Wright, il quale, subito dopo aver annunciato la catastrofe di Cernobyl, aveva presentato con entusiasmo il nuovo singolo dei Wham!, I’m Your Man. La critica nei confronti dell’industria e Marr, le due menti del gruppo, rende impossibile per musicale viene ancora più approfondita in Paint a Vulgar i quattro ragazzi di Manchester continuare a suonare Picture, brano contenuto all’interno di Strangeways, Here assieme. A sei mesi di distanza, Morrissey ha già pronto We Come: nel testo viene descritto il successo postumo di il suo primo disco solista, : trascinato dai singoli un musicista e di come viene ampiamente sfruttato dai e , l’album ottiene fin da dirigenti della sua etichetta, i quali sono più interessati ai subito grande successo sul mercato. Ovviamente anche in guadagni conseguiti dalla sua scomparsa senza che il lutto questo caso Morrissey non trattiene la sua penna polemica: li colpisca particolarmente. nel brano Margaret on the Guillotine, dedicato a Margaret Thatcher e inizialmente preso in considerazione come La carriera solista titolo del disco The Queen Is Dead, il cantante descrive il vedere la primo ministro alla ghigliottina come un Con Strangeways, Here We Come la band, nonostante sia sogno meraviglioso, chiedendole poi senza mezzi all’apice del successo, decide di sciogliersi: le troppe termini di rendere il sogno realtà. Il disprezzo nei pressioni e il rapporto sempre più incrinato fra Morrissey confronti della Thatcher non si placherà neanche dopo la sua morte nel 2013: con una lettera aperta pubblicata dal 29 Photo Credits © upclosed.com

sito The Daily Beast, Morrissey ricorda la Thatcher come Il ritorno sulle scene «spaventosa e senza un briciolo di umanità». Nel 2003 viene realizzato da Channel 4 un documentario Nel corso degli anni, non è stata solo la Thatcher a finire intitolato The Importance of Being Morrissey, con la sotto la linea di tiro del cantante mancuniano: fra i politici partecipazione di personaggi celebri come J.K. Rowling, aspramente criticati da Morrissey ricordiamo George Noel Gallagher e Bono Vox, grandi fan del cantante Bush, David Cameron (il quale, per ironia della sorte, inglese. Molti altri musicisti però non hanno avuto un buon era un grande fan del musicista) e, più recentemente, i rapporto con Morrissey: l’esempio più noto è la faida candidati alla presidenza degli Stati Uniti Donald Trump con Robert Smith, voce dei The Cure, il quale ha più e Hillary Clinton, oltre a Theresa May come è stato detto di una volta rimarcato il suo odio per il collega, arrivando all’inizio. Inoltre, Morrissey ha avuto da ridire anche nei anche a dire: «If Morrissey says not to eat meat, than I’m confronti dei media britannici, soprattutto durante il going to eat meat; that’s how much I hate Morrissey». Dal periodo della Brexit, accusando la BBC di aver denigrato i canto suo, Morrissey ha avuto da ridire su molte pop star sostenitori del “Leave”. internazionali, in particolare su Madonna e, in tempi più recenti, su Lady Gaga, definendola «fraudolent, and the Dopo Viva Hate, fra il 1992 e il 1995 vengono pubblicati opposite of erotic». altri cinque album in studio, tutti di discreto successo commerciale, dove Morrissey amplia il suo campo di Nel 2004 torna in studio per registrare , interesse e scrive testi incentrati sulla prostituzione nuovo album di inediti, caldamente accolto sia dalla critica maschile (Piccadilly Palare), sul decadimento della cultura che da parte dei fedelissimi fan. Ad oggi, Morrissey ha inglese (Glamorous Glue) e sul razzismo e l’estrema destra pubblicato altri tre dischi in studio, l’ultimo nel 2014 e dal (The National Front Disco). titolo provocatorio World Peace Is None of Your Business. Nel 2013 esce anche la tanto attesa autobiografia del cantante, Nel 1996, Mike Joyce porta in tribunale Morrissey e Marr intitolata semplicemente Autobiography, mentre nel 2015 per una questione di diritti d’autore: al batterista è stata Morrissey pubblica il suo primo romanzo List of the Lost, riservata, senza il suo consenso, una quota del solo 10% dando l’impressione di volersi ritirare dalla musica data sulle royalties dei profitti della sua produzione degli Smiths. la sua totale disillusione nei confronti di tale industria. I giudici gli danno ragione e alzano la sua percentuale Nonostante l’intenzione di non cantare più, Morrissey, al 25%, con l’aggiunta di un milione di sterline come con il post su Facebook citato all’inizio, ha ancora una risarcimento. Morrissey esprimerà tutto il suo disappunto volta dimostrato di non avere paura di esprimere la sua per la vicenda nel successivo singolo Sorrow Will Come in opinione e di voler far sentire la propria voce fuori dal the End, contenuto nel flop del 1997 . Per i coro, anche se lontano da un palcoscenico. successivi sette anni, l’artista inglese non pubblicherà più album in studio.

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Ritratto di famiglia con tempesta: quando è bene mollare la presa

Dopo la tempesta un tempo cristallizzato, esente dalle delusioni maturate durante la vita adulta. Ryota, nel presente, esiste e Ritratto di famiglia con tempesta inizia con una voce in radio a allo stesso tempo non esiste, in quanto l’oggi è una schermo nero che annuncia un servizio sull’ultimo tifone: puntuale fuga dalle opportunità della situazione «Un potente tifone, il numero ventitré». In seguito si corrente, per mettere le radici nella muffa, in una vede l’interno della cucina di una famiglia e uno dei suoi recidiva passività, permeata di malinconia, rimpianto componenti, una donna adulta, che sta ascoltando proprio e desiderio di ciò che si è perduto. quella voce mentre è intenta a scrivere, seduta a un tavolo. La donna coglie e replica immediatamente con la stessa Di padre in figlio reazione che avrebbe anche lo spettatore: «Il numero ventitré? Sono troppi tifoni per un anno solo». Il presente viene affermato semplicemente come non accettazione, negazione della novità: non solo Ryota Per uno spettatore che ha seguito le ultime fatiche artistiche vorrebbe procedere a passo di gambero – invece che del regista giapponese Hirokazu Kore-eda, la sensazione voltare pagina – ma non sembra avere grande forza di di essere immersi dentro una quieta atmosfera familiare, volontà rispetto ai suoi ingombranti difetti, che hanno concernente per di più proprio il nucleo domestico di causato l’allontanamento delle persone a cui tiene di una famiglia, è fulminea. Così anche il collegamento tra più. Emblematica, infatti, una scena in cui Ryota – dopo una tempesta e lo sfondo in cui questa viene appresa aver vinto trentamila yen con una scommessa su una trova ben presto uno sviluppo che va al di là del caso. gara ciclistica — dice all’amico che userà questi soldi per Infatti il protagonista di Ritratto di famiglia con tempesta è comprare un guantone da baseball al figlio. Hiroshi Abe Ryota (Hiroshi Abe), un uomo che sembra subire ancora dice queste parole con un tono comicamente vanesio, le scosse di uno sconvolgimento accaduto tempo prima: nell’intenzione ricorrente di mostrarsi in una bella luce agli la separazione dalla moglie e l’allontanamento di lei e del occhi dei presenti, in questo caso come un buon padre, pur figlio dalla propria vita quotidiana. È proprio nel cuore risultando puntualmente impacciato. Infatti il collega gli fa della vita di tutti i giorni che risiede il senso di perdita di notare che aveva detto la stessa cosa riguardo a soldi che Ryota: vive da solo, e la sua stanza è disordinata proprio lui gli aveva prestato in passato. Ryota si giustifica dicendo: come quella di un uomo, restituito allo status di scapolo, «Sono successe delle cose». La spiegazione diventa un atto che conduce una vita precaria. Gli scaffali della sua libreria di discolpa ad occhi sempre bassi, dove la causa di una sono pieni di copie dei lustri del tempo andato, il cui mancata promessa – a sé stesso come ad altri – sembra emblema è un romanzo scritto in gioventù, Il tavolo vuoto, risiedere in una concatenazione di eventi incontrollabili, con il quale Ryota vinse un premio letterario. Così anche piuttosto che in una mancanza di fermezza e impegno i suoi momenti più felici sono una collezione di cimeli nella corretta gestione dei propri averi. Si tratta di una sempre rispolverati, appartenenti per lo più all’infanzia: semplice, banale bugia. Questo è un difetto che lo ricollega 31

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spiacevolmente al padre appena deceduto, che non solo materia da film (sino al metacinema diAfter Life), sia confezionava delle bugie molto più credibili del blaterare come entità che nell’interiorità dei suoi personaggi di Ryota, ma sembrava aver buttato all’aria – come il figlio deve essere sondata, ma anche controllata, perché è sul punto di fare – l’opportunità di permettere una vita non bisogna che soffochi lo stesso protagonista, più agiata alla propria famiglia. Il portafoglio sempre condannandolo a vedere ciò che è stato come bucato e il vizio del gioco hanno fatto sì che le entrate qualcosa che egli debba per forza perpetuare. Infatti, già limitate del padre di Ryota subissero ulteriori danni. Il qui in particolare, padri e figli si relazionano nella maniera legame tra genitori e figli è un tema molto caro a Koreeda, di un fantasma paterno che getta la propria ombra sul sin dal primo film,Still Walking (2007), che inaugurò tutto figlio. Anche il bambino di Ryota guarda al padre con il filone dedicato alla famiglia: un filo portante che non sentimenti contrastanti: desiderio di attenzione e allo accenna a spezzarsi. stesso tempo necessità di non imitarlo, generando così un piano temporale articolato che copre tre generazioni. La sensazione puntuale, di film in film, è che venga Alla domanda: «Do you think we are all fated to become rappresentata la vita stessa nella forma più fedele, our parents?» – in un’intervista rilasciata a Borrowingtape – senza orpelli, quasi come se si fosse catapultati Koreeda risponde: «I don’t see it as something you can’t nella propria routine, ma con qualche variazione. escape, as something negative. At the same time, you can’t Silenziosamente, però, dei temi vengono portati avanti get out it that easily. At this age, I am starting to realize fino a emergere con tutta la loro forza e tutta l’impronta how much I am like my father. The biological, inevitable distintiva del regista. C’è un impulso fortemente aspects of our parents are there, but they are both good autobiografico nel continuare a lavorare su questa serie and bad. When Ryota tries to sell the ink stone, he receives di storie: l’inizio del focus sulla famiglia coincide, infatti, a gift from his father which is the story of how he went con l’arrivo nella vita del regista di una figlia; l’esperienza around giving out his book. Whether it is good and bad, it genitoriale è stata quindi davvero fruttuosa per la carriera is passed on to us». artistica di Koreeda, sino a farlo giungere a questo Ritratto della famiglia con tempesta, il più autobiografico – a detta Secondo la visione del regista, quindi, l’eredità dei dello stesso regista – tra i prodotti di questo filone, ricco genitori non può che essere inevitabile, ma sta a di scene che ricalcano esperienze personali. La memoria noi saperne trarre un risvolto positivo, ad esempio è essenziale per Koreeda, sia nel trasformarla in usando come motore propulsivo il fatto che comunque il 32

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padre, pur non avendo ormai speranze per sé stesso, si sia Hiroshi Abe infatti riesce a simulare persino un certo dimostrato orgoglioso delle potenzialità del figlio. aspetto “canino”: rovista furtivo nella vita degli altri, ha gli occhi sempre bassi, i capelli sempre un po’ spettinati, Apprendiamo dallo stesso protagonista che, da piccolo, arruffati, l’abbigliamento spesso trasandato, e infine la egli desiderava fare il funzionario statale — esattamente paura dell’autorità: verso la madre che lo scova mentre come suo figlio ora intende fare — nel desiderio di evitare mangia quello che trova nel frigo con una certa smania, il destino fallimentare del padre. Tuttavia, nell’età adulta, verso l’ex-moglie che lo interroga severamente sugli Ryota fa tutt’altro: non è riuscito a mantenere il proprio alimenti, o verso il capo che gli fa domande bonariamente successo di scrittore e fa il detective, un risvolto comico inquisitorie sulle sue intenzioni lavorative; ma mantiene per la sua situazione attuale, e che, in verità, contribuisce anche una bontà di fondo, delle vere buone intenzioni che all’oscillazione emotiva da parte dello spettatore, tipica di impediscono allo spettatore di vederlo sotto una cattiva un film sospeso tra dramma soft e commedia. luce.

Come investigatore privato, infatti, si ritrova ad avere a Uno sguardo autentico al presente che fare con un caso di tradimento, in cui un marito ha chiesto all’agenzia del protagonista di indagare su sua Provare simpatia nei confronti del protagonista diventa moglie. Si inserisce allora un parallelismo tra la vicenda dei inevitabile verso la fine della pellicola: lo sguardo eloquente suoi clienti e la sua storia personale: l’ex-moglie frequenta del protagonista alla propria famiglia che parla di una un altro uomo e Ryota non riesce ad accettarlo. Infatti usa prospettiva diversa finalmente presa in considerazione. La gli strumenti della propria professione per poterla spiare, tempesta del film, infatti, si verifica anche concretamente, e in un atto di contemplazione meschino, un po’ losco, dal momento che, durante la visita del figlio al padre, si altrettanto passivo, Koreeda fa in modo che lo sguardo scatena un tifone a causa del quale i due sono costretti verso il protagonista non smetta mai di essere paziente a ripararsi a casa della nonna. L’ex-moglie allora, per ed empatico, alleviando il peso dei difetti grazie alla venire a prendere il figlio, deve rivisitare un luogo che performance di Hiroshi Abe e conducendo pian piano non vedeva da tempo, e confrontarsi di nuovo con Ryota ad un ripensamento sulla maniera in cui guarda Ryota, con le sue ossessioni. La famiglia rimane bloccata al presente. È una rivelazione scoprire che Koreeda ha per l’intera notte in casa. L’idea di un confronto ultimo costruito il personaggio pensando proprio a Hiroshi Abe, in una situazione problematica, prendendo come fulcro con cui aveva già lavorato in Still Walking. Hiroshi Abe porta narrativo l’impossibilità dei personaggi coinvolti di uscire con sé una presenza umoristica riconducibile al classico da uno spazio chiuso, è stata usata molte volte in passato, personaggio disgraziato che si disapprova ma allo stesso ma Koreeda conferma la sua costante sconfitta dei cliché. tempo fa compassione, e inoltre riesce perfettamente a Date le premesse, infatti, sarebbe stato prevedibile lo dare a Ryota il volto più adatto che si potesse immaginare. scoppio di una lite violenta, dove si sarebbero apprese 33

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confessioni rivelatrici, sentimenti scoperti e rancorosi, e da insieme c’è sempre qualcosa da poter curare, decidendo cui i protagonisti sarebbero usciti segnati, scossi. Koreeda semplicemente di mollare la presa, smettere le proprie lavora diversamente, rispettando un tono delicato tipico ossessioni con il passato, e guardare a cosa si può fare nel che, come precedentemente accennato, è dedito sempre a momento presente con quello che si ha, accettandolo come rifuggire dalla spettacolarità di eventi straordinari e affonda un periodo molto meno drammatico di quello che sembra. invece nel dato ordinario, denso di un’attenta quiete, Il ridimensionato del dramma rientra perfettamente animato dal brusio della vita quotidiana inappariscente. nella visione complessiva di Koreeda, si tratta di una È in quest’ultima infatti che la nonna sembra vivere con sorta di “va bene così”, senza la connotazione negativa serenità, ad esempio, con un’attenzione agli oggetti, come della rassegnazione. Si può smettere di contemplare e a una pianta da coltivare e in particolare modo al cibo: cominciare ad agire, un passo alla volta, accettando magari umile piacere da lasciar decantare e da vivere ogni giorno, l’offerta di lavoro precedentemente rifiutata in modo senza eccessi naturalmente. Spesso nelle scene sono borioso. Si può trovare un buon rapporto anche con una inquadrati oggetti come un bicchiere di latte, una pentola donna che ormai ha una vita sentimentale indipendente in ebollizione, ricca di verdure, ingredienti che devono dalla propria, e con un figlio che ha sempre e comunque impregnarsi vicendevolmente perché si ottenga un fine bisogno del padre e non smetterà di volergli bene, anche gusto. Il cibo è anche un veicolo per il piacere di condividere, nell’eventualità dell’arrivo di un patrigno. Ecco che, al di stare insieme, esattamente come la nonna ha piacere contrario di una grande riconciliazione e di un nucleo che la famiglia sia riunita e possa consumare un pasto in familiare ripristinato che altri film avrebbero potuto compagnia. Nella serata in questione i protagonisti invece inseguire, Koreeda si mantiene realista, interessato a un che avere burrascosi conflitti, semplicemente si scambiano happy ending apparentemente molto piccolo: la messa da parole in tranquillità, aggiornamenti sulla propria vita, parte delle fantasie di un mondo perduto, di una carriera portando con sé un ricordo tutto sommato piacevole, se tutta sospirata ma poco praticabile, e l’accettazione che non per qualche magra uscita di Ryota. Il passato esce non si può ritornare indietro, ma si può osservare la fuori, ma viene frenato dalla ferma chiarificazione di essere propria vita attuale con occhi diversi, secondo i piaceri lontano e non riesce a causare dei motivi abbastanza solidi di ogni giorno e deponendo le grandi, fumose richieste. per essere riesumato dall’ex-moglie. Dopo una serie di piccoli scambi, c’è un secondo “dopo la tempesta”, dove i due genitori e il figlio, uscendo dalla casa Da qui il suggerimento implicito lanciato da Ritratto della nonna, vengono illuminati da una luce solare che di famiglia con tempesta: una famiglia separata sembra essere più accogliente del solito, se non addirittura può essere comunque in armonia, non è la fine del sorprendentemente inedita, regalando allo spettatore un mondo. Come dal fantasma del padre può derivare anche momento di sottile e meditabonda gioia. qualche punto positivo, così anche da una vita non più

34 Claudio Agave @ClAgaTVOV Photo Credits © Vittorio Contrada Photo Credits © Vittorio

Vittorio Contrada e la donna come fulcro dell’arte

Nella retrospettiva presentata a Napoli sulla produzione riguardante il primo trentennio di attività emerge tutta la potenza dell’artista, dell’artista. che da sempre pone al centro la figura femminile. All’interno della mostra

Strumento estremamente potente per raccontare Come in ogni forma artistica, il principale punto di frammenti di vita ma anche luoghi splendidi ed eventi sfogo dell’arte di Contrada – che il Maestro rappresenta determinanti, l’arte possiede il più grande potere che si perfettamente attraverso quadri e maschere in terracotta possa mai desiderare: quello di fare da tramite fra tutti i – è quello delle emozioni. Negative o positive, esse periodi storici. Una qualità intrinseca che si evidenzia trovano una loro strada e un loro percorso coerente. specialmente nelle opere che si possono osservare con Quelle che tendenzialmente si riferiscono a sentimenti maggiore calma, come ad esempio dipinti, quadri e di rottura vengono esplicate attraverso colori quali sculture. Tanti i pionieri che hanno costruito la loro l’azzurro o il nero, mentre le figure femminili, che si fortuna su questo modo di esplicare l’arte: tra questi, uno fanno portatrici di positività, trovano ribalta e splendore dei più fulgidi esempi da poter citare è senz’altro Vittorio attraverso l’utilizzo di un tema dorato. Ogni donna, spesso Contrada, artista nato a Tripoli e legato a Napoli da una svestita, è rappresentata nel culmine di un’azione che non forza indissolubile, che ha reso Partenope sua musa di necessariamente deve risultare palese, bensì può essere inestimabile valore. Autodidatta e introspettivo, Contrada manifestata anche attraverso il non detto, o una sorta di ha sempre messo il punto esclamativo alla sua arte interruzione. Le opere più recenti del pittore sono state utilizzando la figura più coerente con questo concetto: la realizzate quasi tutte attraverso la tecnica dell’acrilico su donna, rappresentante di bellezza e candore, si propone tavola, e di certo esprimono sempre un messaggio chiaro, fieramente al centro dei suoi progetti. che va dritto al cuore e all’anima di chi le osserva.

L’arte di Contrada sta recentemente trovando risalto in Ogni donna di Contrada esprime sensazioni o stati d’animo un palcoscenico di grande rilevanza: presso il noto Castel che riguardano sentimenti sia intimi che interpersonali. Le dell’Ovo, infatti, vige uno spazio interamente dedicato alle muse del pittore compiono gesti normali, semplici, che sue creazioni artistiche. La mostra – che rientra nell’ambito però vengono rappresentati con maestria e attenzione. del progetto Andare oltre - Going beyond, curato da Tante le opere che rendono riconoscibile la bravura di Daniela Ricci e sostenuto dal Comune di Napoli – è stata Contrada: si passa da Cenerentola, splendido acrilico su tela, inaugurata il 31 maggio e resterà attiva sino al 25 giugno. a De rerum natura, un progetto circolare grande quanto La stessa è stata strutturata secondo un percorso che si intrigante, che rende indispensabile la visita alle sale del articola su due livelli: in uno vengono presentate le opere secondo livello della mostra. più recenti del pittore, mentre nell’altro ci si concentra 35 Photo Credits © Vittorio Contrada Photo Credits © Vittorio

Una chicca forse troppo poco citata e ancora un caso che Contrada in carriera abbia visto riconoscersi “sottovalutata” si trova invece a fare da collegamento tra premi importanti, oltre al rispetto della critica. Mettere la il nuovo e il vecchio, all’interno del percorso artistico del sua arte in un contesto magnifico come quello del Castel Castel dell’Ovo: la produzione di Contrada non si ferma dell’Ovo significa puntare sulla qualità e, soprattutto, solo alla pittura, ma riguarda anche la creazione di maschere regalare a Napoli l’ennesimo tassello di un percorso in terracotta dipinta. Tutte posseggono volti dettagliati artistico che la consacra come città da sempre impegnata ma al tempo stesso astratti, quasi amorfi, i quali però ad arricchire il valore intrinseco dei grandi artisti nostrani riescono a trasmettere un grande senso di identificazione a e non. chi è in grado di osservare senza preconcetti o pregiudizi. Ma la mostra rappresenta soprattutto una sorta Lo spazio dalla sala 7 alla sala 11 è dedicato ad una di “rivincita” per Contrada, che nel 2010 è tornato a retrospettiva di un periodo importantissimo per l’artista, esporre le sue opere al termine di una grave crisi artistica quello che va dal 1970 al 1990. I temi trattati paiono che lo aveva attanagliato dopo la tragica scomparsa della leggermente diversi rispetto a quelli precedenti, anche se figlia, giovane pittrice che aveva seguito le orme del papà. prevedono comunque come costante imprescindibile la Uno splendido modo per renderle omaggio e per provare presenza centrale della figura femminile. A differenza degli a ripartire non da zero, come direbbe Massimo Troisi, ma altri, i quadri della retrospettiva sono prodotti attraverso la da tre (o forse più), dunque da una cassaforte artistica di tecnica dell’olio su tela e prendono una strada che si confà grande impatto e cultura. Una soddisfazione enorme, meno alle caratteristiche della corrente astratta, e più a probabilmente la più grande e inattesa, quella di riuscire quelle della corrente espressionista. Sono presenti quadri di nuovo a ritrovare lo stimolo di regalare anche agli altri più dettagliati, interessanti e belli da vedere. Nell’ultima un’arte tenuta troppo spesso segregata in questi anni. sala è stata allestita una zona video che riguarda i “segreti” dell’artista: comodamente seduti, possiamo Come quella di tutti i grandi artisti, la vita di Vittorio ammirare Vittorio Contrada nella creazione di una delle Contrada è caratterizzata da gioie e soddisfazioni ma, opere precedentemente citate, Cenerentola, dalla “bozza” sfortunatamente, anche da dolori. A lui il merito di essersi fino alla realizzazione definitiva del quadro. rimesso in gioco e di aver potuto ritrovare, finalmente, i palcoscenici degni della sua figura. Le sue donne, La rivincita di Contrada così ben rappresentate attraverso le emozioni, troveranno spazio per sempre nell’arte nostrana, bisognosa e L’inaugurazione della mostra ha rappresentato un successo desiderosa di figure che sappiano portare in alto la bandiera senza precedenti, con l’artista avvolto dall’abbraccio del della bellezza e della bontà. suo numeroso pubblico. Il suo realismo esistenziale lascia il segno nelle vite di chi si imbatte nella sua arte, e non è

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F1, GP Canada: una corsa mai banale

La Formula 1 arriva al settimo appuntamento stagionale: serie di curve strette ma allo stesso tempo veloci, rendendo dopo un tripudio rosso Ferrari nel circuito cittadino più il tutto ancora più incerto, ma sicuramente più atteso da famoso al mondo, si riparte da un’altra pista altrettanto parte dei tifosi di ambo le parti. blasonata nel mondo delle corse, il circuito di Montréal. Tracciato intitolato a Gilles Villeneuve, una vera e propria Gran Premio de l Canada, la storia leggenda della Formula 1, da sempre è stata una corsa mai banale: spesso, in questo tracciato, si è potuto assistere L’appuntamento con il Grand Prix du Canada è sì un a scene emozionanti, che hanno reso fin dagli inizi il evento fisso fin dagli anni ‘60, ma si corre al circuito Gilles GP del Canada un appuntamento imperdibile. Le case Villeneuve solo dal 1978. Il primo evento canadese automobilistiche arrivano a questo appuntamento per la Formula 1 infatti risale al 1967, con la vittoria con situazioni relativamente diverse: a differenza dell’australiano Jack Brabham nel circuito Mosport degli anni scorsi, in questi sei Gran Premi disputati a Bowmanville, nella regione dell’Ontario: il primo nel campionato di Formula 1, la Mercedes è passata a circuito canadese che ospitava il GP era già un fare il ruolo della inseguitrice. Stagione finora perfetta impianto utilizzato per competizioni nazionali in cui per i colori Ferrari, dal momento che Sebastian spesso venivano invitati piloti di fama internazionale. Vettel – attuale leader del mondiale F1 – è sempre Ci furono anche due edizioni che vennero corse in un andato sul podio, vincendo nei circuiti di Melbourne, altro circuito, quello di Mont-Tremblant, nel 1968 e 1970: Sakhir (Bahrain) e per l’appunto Monaco. La rossa di nella pista presso la cittadina di Sainte-Jovite ci fu la prima Maranello vuole mettere ancora più punti di distacco – sia vittoria della Ferrari in terra canadese, con una splendida per il mondiale costruttori, che per quello piloti – sui suoi doppietta – primo e secondo posto – firmata Jacky Ickx e diretti inseguitori. C’è da prestare particolare attenzione a Clay Regazzoni. L’alternanza tra i due circuiti però venne Lewis Hamilton, pilota che nel circuito Gilles Villeneuve interrotta nel 1975, per via di un mancato accordo tra è riuscito a salire sul gradino più alto di tutti per ben organizzatori e costruttori che avrebbero partecipato alla cinque volte: negli ultimi due anni il primo classificato gara. In quell’anno perciò il Gran Premio del Canada non in gara è sempre stato il britannico. Allo stesso tempo, venne corso, riaprendo i battenti solo l’anno successivo però, il circuito canadese è una pista a cui la Ferrari tiene – nuovamente al Mosport – anno in cui lo stesso Canada molto: oltre all’eterna riconoscenza a Villeneuve padre, la ospitava le Olimpiadi nella città di Montréal. Un doppio Rossa tra il ‘95 e il 2004 aveva trionfato in pista per ben filo lega i Giochi Olimpici e il GP che si corre nella città sette volte, una con Jean Alesi e le altre sei con Michael del Quebec: tra i numerosi impianti che vennero costruiti Schumacher. Inoltre, se si comparano le specifiche delle per ospitare le varie discipline olimpiche vi è anche la vetture Ferrari e Mercedes, si può notare come il passo Ile de Notre-Dame, isola artificiale costruita sul fiume San (ossia la distanza tra ruote anteriori e posteriori) renda Lorenzo per l’Expo del 1967. La piattaforma in questione sfavorita la casa tedesca in un circuito che presenta una ospitava le discipline di canoa e canottaggio durante la XXI

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Olimpiade, e in seguito – dopo i giochi – venne costruito 1, oltre che la seconda vittoria Ferrari in tutte le il circuito che ospita tuttora il Gran Premio del Canada. edizioni del GP disputate. Partito dal terzo posto in griglia, il ferrarista riuscì a tagliare il traguardo per primo, La prima volta non si scorda mai: 1978 davanti all’amico e rivale Jody Scheckter e al compagno – Gilles Villeneuve di squadra Carlos Reutemann. Vittoria che però ai fini di classifica contava relativamente, dal momento che Mario In un weekend di ottobre del 1978, con una stagione Andretti aveva già conquistato il titolo iridato. Sebbene motoristica che aveva già emesso i suoi verdetti (ossia fosse un circuito amato e odiato dai piloti che correvano Mario Andretti campione del mondo con tre gare lì, ben presto divenne un vero e proprio appuntamento d’anticipo), si susseguivano le notizie di un possibile fisso nel calendario della Formula 1, rimanendo spesso passaggio di Clay Regazzoni alla scuderia Williams. unica tappa delle corse più famose al mondo nell’intero Domenica 8 ottobre 1978, data che venne scelta per non Nord-America. In seguito alla tragica scomparsa del incastrarsi con il giorno del ringraziamento canadese (9 primo vincitore nel nuovissimo circuito di Montréal, la ottobre in quell’anno), prese il via il primo GP canadese pista divenne conosciuta da tutti come il circuito Gilles corso al circuito di Montréal. In una giornata fredda – Villeneuve, come tributo a una leggenda del motorsport appena cinque gradi sopra lo zero – andò in scena anche al di fuori dei confini canadesi. una gara che fu storica a tutti gli effetti: oltre a essere stata la prima corsa disputata sulla nuova pista è stata la prima vittoria in assoluto del beniamino locale Gilles Villeneuve. Il Gran Premio del Canada 1978 è stato inoltre l’unico trionfo da parte di un canadese nel circuito di casa durante un mondiale Formula 39 Photo Credits © Getty Images

Michele Alboreto, l’unico italiano a piloti rallentano per rientrare ai box è costretto a fermarsi vincere nel 1985, e la giornata perfetta a lato della pista. Alesi tornò ai box facendosi dare un di Jean Alesi nel 1995 passaggio da Michael Schumacher, a bordo della sua monoposto, regalando un’immagine di sport simpatica e Tra le tante grandi vittorie che hanno caratterizzato assolutamente iconica. il circuito canadese ce n’è una da record: Michele Alboreto nel 1985, anno in cui sfiorò la vittoria La grandissima vittoria di Jenson finale nel campionato di Formula 1, vinse il GP del Button nel 2011 Canada con la Ferrari, rimanendo l’unico italiano – fino ad ora – ad aver vinto la gara sul circuito Gilles Fu particolare l’edizione del GP del Canada 2011, che Villeneuve. Partito dal terzo posto nello starting grid, è venne caratterizzata dalle condizioni meteo avverse: la gara riuscito nel corso di settanta giri a mettersi dietro piloti arrivò a durare quattro ore per via di diverse interruzioni come Ayrton Senna, Alain Prost, Keke Rosberg e Nigel legate all’impraticabilità della pista. La corsa inizia in regime Mansell, tagliando il traguardo per primo con un tempo di safety car, che esce dal circuito dopo i primi quattro totale di 1:46:01.813, dando il via all’assalto per il titolo giri: ben presto, tuttavia, è costretta a tornare in pista in iridato che sfumò solo nelle ultime gare. La vittoria di seguito a un contatto tra le vetture di Mark Webber e Alboreto, inoltre, ha inaugurato suo malgrado un digiuno Lewis Hamilton, facendo finire la Redbull dell’australiano di vittorie da parte della Ferrari sul circuito che terminò fuori dal tracciato. In condizioni di pista bagnata, la gara esattamente dieci anni dopo. L’occasione in questione prosegue e si avvia ad un nuovo regime di safety car: Lewis passò ugualmente alla storia perché fu la prima e unica Hamilton aveva preso la scia del suo allora compagno di volta che il pilota italo-francese Jean Alesi vinse un GP, squadra Jenson Button e, tentando di sorpassarlo in uno nella giornata in cui festeggiava il suo trentunesimo spazio stretto (complice anche una sterzata brusca di compleanno. Giornata che diventò iconica anche per il Button), il ragazzo prodigio di casa McLaren è finito a suo epilogo, che lasciò un particolare simpatico: appena muro, rompendo la sospensione posteriore destra. La gara tagliato il traguardo con la sua 412 T2, nel giro in cui i si complicò ulteriormente per la McLaren quando Button

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fu costretto a scontare una penalità di stop and go per aver pilota tedesco Redbull, finito largo in una curva. La infranto il limite di velocità durante l’ingresso della safety rimonta era perciò compiuta, e questa è diventata una car: dalla settima posizione iniziale, Jenson era finito al delle gare più pazzesche che siano mai state corse quindicesimo posto, lontanissimo dalla zona punti. Nel nel GP canadese. Visto le premesse, è difficile che anche frattempo, però, si stava per abbattere una vera e propria quest’anno possa essere da meno: chi la spunterà? tempesta sul circuito Gilles Villeneuve, che costrinse i direttori di gara a sospendere l’evento per due ore, prima di farlo riprendere nuovamente dietro la safety car. Stessa condizione che si ripresentò quando Button e Alonso toccarono in una chicane del tracciato, il che costrinse il ferrarista al ritiro. La McLaren fece rientrare il suo unico pilota rimasto in pista, dal momento che aveva bucato uno pneumatico, facendo retrocedere Button fino all’ultima posizione in griglia. Il pilota McLaren però ha sempre avuto una certa fama di saper gestire le sue vetture in condizioni avverse e, anche in questa occasione, non è stato da meno. Nella sua monoposto McLaren, nonostante la pioggia fortissima che si era abbattuta sul Gilles Villeneuve, girava più velocemente di tutti gli altri, riguadagnando così posizioni all’arrivo. Si cominciò ad avere la percezione di assistere a qualcosa di straordinario quando Button – momentaneamente al quarto posto – passò Mark Webber e Michael Schumacher nello stesso giro, lanciandosi per l’assalto a Sebastian Vettel. Un testa a testa serratissimo che durò fino all’ultimo giro, quando Jenson Button sfruttò un errore del 41 Riccardo Angori @Rick_Wan Photo Credits © Italian Ways

Pedala Alfonsina Strada, pedala! Storia della pioniera del ciclismo

Il ciclismo, come tutti gli sport, è capace di regalare pagine ma ancora funzionante, e fu su di questo mezzo che la e pagine di storie che trascendono la storia sportiva e futura Alfonsina Strada imparò a pedalare. Pedalando e finiscono nell’epica sportiva. Controllato dall’UCI (Unione appassionandosi allo sport su due ruote, già a 14 anni Ciclistica Internazionale), questo sport su strada – di cui partecipò a diverse gare locali. Per lo spirito agonistico la resistenza e la forza costante sulle lunghe distanze sono che metteva in strada fu definita dalla gente del posto “Il le caratteristiche principali – ha una sua prima versione Diavolo in Gonnella”, ma la promettente carriera da ciclista agonistica nel 1868, 7 anni dopo l’Unità d’Italia. Una corsa di Alfonsina non fu vista di buon occhio dai genitori, disputata sulla notevole distanza di 1200 metri, nel parco di che dissero senza pochi giri di parole che per continuare Saint Cloud, a Parigi, con dieci concorrenti alla partenza. questa passione doveva sposarsi e andare via di casa. L’anno successivo, su di un percorso tra Parigi e Rouen, Si sposò quindi con Luigi Strada, che come regalo di 203 ciclisti, tra cui sei donne sotto falso nome, percorsero i nozze le donò una bicicletta nuova e, oltre a darle il 135 chilometri che separano le due città francesi in quasi cognome, ne divenne il primo tifoso nonché manager, 11 ore. A vincere entrambe le gare fu un inglese residente trasferendosi a Milano nel 1916. Una decina d’anni prima a Parigi, James Moore. Da allora il ciclismo si è diffuso Alfonsina Strada inoltre si era fatta le ossa correndo a macchia d’olio in tutto il mondo, istituendo corse diverse domeniche a Torino, battendo anche la famosa giornaliere divenute classiche come la Milano – Sanremo e Giuseppina Carignano e facendosi notare nell’allora la Parigi – Roubaix o corse a tappe, dalla durata circa primordiale ciclismo femminile, vincendo pure alcune di un mese, come il Tour de France, la Vuelta a gare su pista in Francia nel fu Velodromo del Parco España e il nostro Giro d’Italia di cui quest’anno si dei Principi, 70 anni prima della ristrutturazione che corre l’edizione numero 100. E nelle varie pagine di ha dedicato lo stadio parigino solo al rugby e al calcio. storia sportiva scritte da Fausto Coppi, Learco Guerra, Eddy Merckx, Miguel Indurain, Marco Pantani e, Dal Giro di Lombardia al sogno della attualmente, da Alberto Contador e Vincenzo Nibali, Maglia Rosa una pagina che merita di essere raccontata è quella di una donna pioniera del ciclismo, Alfonsina Strada. 1917. Cinque anni dopo il naufragio del Titanic, nel bel mezzo della Prima Guerra Mondiale che Alfonsa Rosa Maria “Alfonsina” Morini imperversava nel vecchio continente, Alfonsina si coniugata Strada presentò alla redazione de La Gazzetta dello Sport per chiedere di iscriversi al Giro di Lombardia, organizzato Alfonsina nacque a Castelfranco Emilia nel 1891, dal quotidiano rosa. Essendo tesserata come dilettante seconda di dieci figli di una coppia di braccianti, Carlo di seconda categoria non infrangeva alcun regolamento Morini e Virginia Marchesini. E fu proprio il padre che, e il patron della corsa Armando Cougnet ne accettò nel 1901, portò a casa una bicicletta quasi da rottamare l’iscrizione. Fu la prima volta che la ciclista emiliana 42 partecipava a una corsa sfidando atleti di sesso maschile, campioni di allora come Bottecchia e Girardengo. negli anni di Gaetano Belloni e di Costante Girardengo, il corridore la cui presunta amicizia con il bandito Sante L’organizzazione permise l’iscrizione ai corridori Pollastri ha dato modo a Francesco di Gregori di cantare individuali, che, correndo da soli, dovettero essere il famosissimo pezzo Il Bandito e il Campione. Tornando mantenuti dagli organizzatori: questi ultimi, assieme ai al novembre del 1917, alla fine dei 204 chilometri ciclisti partenti da Milano, fecero partire anche quintali di nella campagna lombarda si impose il corridore cibo e di acqua per rifocillare gli atleti nelle varie tappe. belga Thys davanti a Pélissier, mentre Girardengo E tra questi corridori, con il numero 72, c’era Alfonsina giunse decimo. Alfonsina fu maglia nera, arrivando Strada, la cui partecipazione da alcuni degli organizzatori ultima assieme ad altri due ciclisti, a discapito di una fu definita una pagliacciata. Nell’elenco dei nomi degli atleti ventina di corridori che non arrivarono al traguardo del partenti figurò infatti Alfonsin Strada, con la “A” omessa Parco Trotter. Alfonsina Strada si presentò l’anno dopo forse per errore o forse no, e soltanto il giorno stesso di nuovo al Giro di Lombardia, giungendo ventunesima della partenza fu chiarito che la partecipante era proprio a 23 minuti dal vincitore Gaetano Belloni. La Regina della la ciclista emiliana. Il Giro d’Italia del 1924 si snodò per Pedivella a questo punto è risoluta a partecipare all’altra 3613 chilometri in 12 tappe e per Alfonsina fu molto corsa organizzata dalla Gazza: Il Giro d’Italia. difficoltoso reggere il passo dei concorrenti maschi, ma riuscì, sebbene con alcune ore di ritardo, a tagliare il 1924, Alfonsin(a) Strada di Milano traguardo di tappa, dove comunque veniva accolta dal pubblico che aspettava l’atleta. Giunse però fuori tempo Il già citato Armando Cougnet, che permise la massimo durante la tappa L’Aquila – Perugia, ma i membri partecipazione di Alfonsina Strada ai due Giri di della giuria inizialmente non vollero estrometterla dalla Lombardia, ed Emilio Colombo, il direttore della corsa, per poi optare per l’esclusione dalla classifica del Gazzetta dello Sport, permisero la partecipazione di Giro. Alfonsina Strada avrebbe quindi preso parte alle Alfonsina Strada all’edizione numero 12 della corsa a restanti tappe, ma ai fini della classifica i suoi tempi non tappe, probabilmente per mero carattere promozionale. Le sarebbero stati conteggiati. Il Giro fu vinto da Giuseppe squadre più forti per partecipare alla corsa avevano chiesto Enrici, che staccò di quasi un’ora Federico Gay, davanti delle ricompense in denaro, e in seguito al rifiuto degli ai rimanenti 28 dei 90 partenti. E, tra questi trenta arrivati, organizzatori disertarono la corsa, causando l’assenza dei figurò pure Alfonsina Morini Strada, l’unica donna che nella storia del Giro abbia gareggiato contro i maschi. La Regina della Pedivella, complice un po’ di maschilismo, non partecipò più al Giro d’Italia negli anni successivi, togliendosi però molte soddisfazioni vincendo 36 corse contro corridori maschi, conquistando stima e amicizia con Costante Girardengo e altri campioni delle due ruote.

Il ricordo della Regina della Pedivella

Alfonsina morì nel 1959, a causa di una crisi cardiaca a 68 anni mentre metteva a posto la sua Moto Guzzi nel garage del negozio di biclette che iniziò a gestire alla fine della sua attività sportiva. Ma il suo ricordo vive in libri come quello scritto da Paolo Facchinetti, Gli anni ruggenti di Alfonsina Strada, in un paracarro rosa esposto al museo del Paracarro di Pergine Valsugana e nelle canzoni, come quella dei Têtes de Bois intitolata Alfonsina e la bici, o in quella dell’epoca di Alfonsina, Bellezza in Bicicletta, cantata dal Trio Lescano e da loro dedicata alla ciclista emilana. Ma oltre a libri, paracarri e canzoni quello che resta è come Alfonsina Strada sia andata contro i pregiudizi e le convenzioni sociali dell’epoca, dimostrando la democraticità e l’uguaglianza delle due ruote a pedali, in uno sport di resistenza e forza di volontà che a volte può rivelarsi fatale. Photo Credits © Wikipedia

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