il racconto I bambini senza scuola dell’altra Cina La FEDERICO RAMPINI Domenica le storie Cassiere, le donne-fantasma del cinema GABRIELE ROMAGNOLI DOMENICA 15 MAGGIO 2005 di Repubblica

Da quattro anni Osama è il ricercato numero uno. Gli uomini che lo braccano raccontano i misteri Ladelle sue fughe caccia FOTO REUTERS l telefono squillò la mattina del 13 settembre 2001. Nel suo ufficio al settimo piano di Lan- gley (), quartier generale della Cia, , direttore del Counterterrorist Cen- i luoghi Inchiesta di copertina ter (“Ctc”), l’Antiterrorismo dell’agenzia, aveva fatto cercare Gary Schroen. «Gary, ti aspet- a cura di: to da me. Ora». Capo stazione a e , Schroen era finito soltanto cinque gior- I cimiteri segreti della Corsica CARLO BONINI ni prima in “transizione”, il limbo di chi viene escluso dal «segreto» negli ultimi mesi pri- FRANCO MARCOALDI WASHINGTON-RIAD ma della pensione. Ma i programmi erano cambiati. Nei ricordi di Schroen, il colloquio conI Black fu breve. «Gary, torni al lavoro. Stavolta mi porti la testa di in una sca- cultura A. FLORES D’ARCAIS tola». E lui, di rimando: «Signore, non ho mai ricevuto un ordine più chiaro in vita mia». La Cia WASHINGTON-NEW YORK poteva tornare ad uccidere e aveva voglia di farlo. Sei giorni dopo, 19 settembre 2001, Schroen e Berlino, la storia dei tunnel sotto il Muro la sua squadra di sei uomini erano su un vecchio elicottero russo che sorvolava i massici del- ANDREA TARQUINI STEFANIA DI LELLIS l’Hindukush per depositare il suo carico nella terra dei Talebani. A bordo, armi, telefoni satelli- ROMA tari, attrezzature per le intercettazioni e cinque milioni di dollari in banconote da cento stipate in piccoli zaini. Nell’agenda dell’operazione, due opzioni. La prima: individuare Osama e ono- la lettura ELENA DUSI rare la promessa con Black. La seconda: corrompere alcuni dei capi tribù locali perché prepa- IL CAIRO rassero l’invasione militare americana di terra e quindi l’accerchiamento e cattura del Nemico Il tennis e lo Stadio delle Statue che aveva sfregiato l’America. La squadra di Schroen lavorò per un mese. Spese fino all’ultima GIANNI CLERICI DANIELE MASTROGIACOMO delle banconote da cento. Si lasciò truffare da un capotribù che, in cambio di una cassa di mi- KABUL tragliette silenziate e visori notturni, aveva promesso quantomeno lo scalpo di al Zawahiri, la stampella ideologica e militare del vertice di Al Qaeda. Alla fine, Schroen si arrese all’evidenza e spettacoli RICCARDO STAGLIANÒ la comunicò a Langley. Per avere la testa dello sceicco bisognava andarsela a prendere nelle val- ROMA li dell’Hindukush. E serviva l’esercito. Cannes, il festival che non si diverte più

Repubblica Nazionale 27 15/05/2005 (segue nella pagina successiva) NATALIA ASPESI e MARIA PIA FUSCO 28 LA DOMENICA DI REPUBBLICA DOMENICA 15 MAGGIO 2005

la copertina Dall’11 settembre 2001 è il super ricercato: una squadra Guerra al terrore speciale di cinquecento agenti della Cia lo tiene nel mirino, migliaia di militari Usa e pachistani lo braccano sul campo. Ecco, nel racconto dei protagonisti, la storia della più grande caccia all’uomo di tutti i tempi. Iniziata con una telefonata e un ordine perentorio. Per ora caduto nel vuoto

(segue dalla copertina)

a quella mattina di settembre sono passati 3 anni, 7 mesi e 20 giorni. La «scatola» di Co- fer Black è rimasta vuota e lui non è più diretto- re dell’Antiterrorismo della Cia. Ha fatto in tem- po a trasferirsi al Dipartimento di Stato con Colin Powell, a tornare alla Cia per esaurire il suo periodo diD «limbo» e finire in pensione. Gary Schroen è rientrato dall’Af- ghanistan, ha scritto un libro su quei giorni di solitudine oltre le li- nee talebane che alla fine di questo mese sarà nelle librerie ameri- cane (First In, Dentro per primi, ed. Presidio press). Per lanciarlo, si fa fotografare sulle rive del lago Tahoe (Nevada), dove vive. Rilascia una lunga intervista all’americana National Public Radio. Diventa testimonial consapevole di un fallimento. Di tre domande che han- no trasformato lo Sceicco del Terrore prima in un fantasma e poi, in tutto il mondo islamico, in una leggenda capace di farsi beffe dei suoi cacciatori: dov’è Osama bin Laden? Qualcuno lo sta davvero cercando? E perché è stato impossibile sin qui trovarlo? I migliori * * * geologi «Dov’è Osama? Perché quasi quattro anni dopo stiamo ancora qui a parlarne?…», Michael Scheuer, americano di Buffalo (New York), 52 anni, ride di gusto. È un altro di quei “baby” pensionati del- studiano la Cia che, negli ultimi dodici mesi, hanno lasciato l’agenzia senza apparenti risentimenti, né rimpianti. «Perché — si compiace lui — le rocce dei video, lasciare la Cia significa recuperare la libertà di parlare e raccontare quel che è accaduto». Prima in un libro di straordinario successo esperti ornitologi (Imperial Hubris, ed. Brassey’s inc.) e, ora, in una mattina di prima- vera, nella sua casa in Virginia. Il 13 settembre 2001 anche Scheuer ascoltano il canto era a Langley. Anche lui aveva discusso con Black. Perché Osama era affar suo e degli uomini di quella “Unità Osama bin Laden” che era stato messo a dirigere nella seconda metà degli anni ’90, quan- degli uccelli do lo Sceicco appariva ossessione di pochi. Per anni, Scheuer e i suoi avevano smazzato il lavoro in non più di venticinque anime, per che si sente sullo sfondo due terzi donne, nascosti in un seminterrato, chiusi in un dedalo di corridoi. In quel settembre 2001, l’Unità diventava la testa della più ma il nascondiglio resta grande caccia all’uomo che l’America avesse mai avviato. «Tra il settembre del 2001 e il novembre dello scorso anno, che poi è il me- un mistero. Ora, dopo se in cui ho lasciato l’agenzia — racconta Scheuer — gli uomini im- pegnati su Osama sono esattamente raddoppiati. E, complessiva- arresto del numero nui cicli di dia- mente, considerando gli agenti sul terreno, direi che oggi sono cin- l’ lisi. Informazio- quecento gli operativi che hanno un solo incarico: prenderlo». ni che, se vere, evi- Baciata dal dramma del martedì di sangue delle Torri Gemelle e tre di Al Qaeda il 2 dentemente avreb- del Pentagono, l’Unità Osama diventava celebrata icona dell’a- bero potuto dare indi- genzia. Veniva rapidamente ripulita dallo scherno che, fino al 10 maggio in , cazioni operative utili a settembre l’aveva accompagnata nel pettegolezzo di Langley, che chi dei nostri era sul terre- le aveva affibbiato il soprannome di “Famiglia Manson”. Per via di la Casa Bianca torna no. Non era e non è vero. quel clima di isterico allarmismo che negli anni i suoi addetti ave- Osama non soffre di reni. I me- vano alimentato e che i più ritenevano infondato. E che tanto ri- dici arrivati a Langley ci hanno cordava la follia di Charles Manson, l’assassino pazzo noto alle cro- ad essere ottimista, spiegato e dimostrato che un’affe- nache americane. Il negozio — nome con cui erano e sono cono- zione renale, anche non grave, lascia sciuti a Langley gli uffici dell’Unità Osama, disposti su sei piani nel- ma gli esperti frenano: importanti tracce cutanee nel tempo. l’ala nord occidentale del quartier generale — diventava simbolo e Soprattutto se “il malato” in questione, baricentro di una caccia all’uomo. «Dall’11 settembre — sorride “Nessuno può dire come nel nostro caso, ha vissuto in zone Scheuer — il negozio non ha mai chiuso». Non si sono mai spente umide come il Sudan. Dunque, se proprio le luci del suo castello elettronico, foderato da intercapedini in cui se il gran giorno devo dire, penso che la malattia di Osama sia né corrono 2.500 tra cavi e fibre ottiche per la raccolta dei dati. Con gua- più e né meno che disinformazione veicolata dal- sconeria che fa tanto America e tanto film di spionaggio, nel labi- la stessa Al Qaeda. Un’arma usata in ogni guerra». rinto di corridoi che lo innerva, si sono moltiplicati i cartelli con cui è vicino oppure no” I reni, l’ornitologo, i geologi. Altrettanti abbozzi di si è pensato di mettere ordine nelle strisce di moquette che divido- caccia a tavolino abortiti. Questa è la verità. E dunque no intercapedini e pannelli degli uffici. Il più vecchio è ancora lì. E e ancora: dov’è Osama? «Se dico al confine tra Pakistan si legge: «Osama bin Lane», «corsia Osama». e dico esattamente quel che oggi sa la Cia e A Langley, tanta enfasi su numeri e luoghi si sposa con quella sul- dunque non sbaglio — abbozza Scheuer — ma capisco che le competenze. Dello sceicco, si occupano sulla carta spie, ma anche è come dire “Osama si nasconde in Italia”, visto che parliamo analisti, biologi, geologi, medici, esperti informatici, fonici. Filtrano di un confine lungo 1.500 chilometri, con le più alte montagne ogni brandello di informazione lo riguardi. Provenga dalla rete delle del mondo. Ma forse è possibile fare qualche approssimazione in ambasciate americane all’estero, dall’intelligence militare, dalla Na- più se partiamo dall’ultimo luogo in cui Osama è stato localizzato tional Security Agency, il grande orecchio dell’America sul sistema per davvero. Che è poi il luogo dove siamo stati più vicini alla sua globale delle comunicazioni. O anche dall’interessato, visto che, dal cattura. Le grotte di Tora Bora». Era il dicembre del 2001. «Lo man- settembre del 2001, per almeno diciotto volte, lo sceicco ha fatto sen- cammo per qualche ora — ricorda Scheuer — ed è interessante rac- tire la sua voce e mostrato il suo volto. Per altro, con cadenze piutto- contare anche perché lo mancammo. Fu la prima grande lezione sto regolari: ogni sei settimane. Si raccolgono allora storie capaci di che imparammo in Afghanistan…». virare persino nel grottesco. Che servono ad ingrassare la leggenda * * * del fuggitivo nelle madrasse e nei suk del medioriente e a gonfiare la frustrazione nei palazzi di Washington. Parliamo del lavoro sui foto- A metà novembre del 2001, il regime del mullah Omar è in rotta. grammi in cui sono stati sezionati dalla Cia i tele-messaggi dello Kabul è caduta. Come anche Jalalabad. L’esercito americano ha Sceicco. Si racconta di geologi invecchiati dietro alle immagini di chiuso quel che resta delle truppe regolari talebane e dei mujahed- frammenti di roccia di un’anonima grotta o di uno scarrupo di mon- din che proteggono le vite di Osama e di al Zawahiri nelle gole di To- tagna. Di esperti ornitologi chiamati ad interminabili e infruttuosi ra Bora, che in dialetto Pashtun significa i monti «di polvere nera», consulti per dare il nome di una specie — e dunque un luogo geo- 50 chilometri a est di Jalalabad. Washington ha due opzioni possi- grafico — al cinguettio di un uccello catturato tra i rumori di fondo di bili. La prima: rovesciare nelle forre che nascondono Osama e che uno dei tanti video-audio. Si racconta delle ripetute processioni a vengono martellate dall’aviazione la sua decima divisione di mon- Langley di luminari della medicina per esaminare ingrandimenti fo- tagna. La seconda: affidare il lavoro ai signori della guerra dell’Al- tografici della pigmentazione della pelle del fuggitivo per come que- leanza del nord. La Casa Bianca e il Dipartimento della Difesa scel- sta è apparsa di mese in mese, di anno in anno. Ricorda Michael gono quest’ultima. Anche perché «L’idea di versare molto sangue Scheuer: «Per un qualche tempo, è stata accreditata una malattia re- americano era ancora politicamente insopportabile», chiosa nale di Osama. Noi ricevemmo addirittura la prima informazione in Scheuer.

Repubblica Nazionale 28 15/05/2005 questo senso nel 1995. Si è sostenuto che dovesse sottoporsi a conti- (segue nelle pagine successive) DOMENICA 15 MAGGIO 2005 LA DOMENICA DI REPUBBLICA 29

1996 1997 1998 1999 2000 A maggio Osama bin Laden La Cia si rende conto Il 22 febbraio Osama Si intensifica la caccia Il 12 ottobre gli uomini viene espulso dal Sudan che Bin Laden non è solo emette una fatwa contro a Bin Laden: due di Al Qaeda attaccano una e si rifugia in Afghanistan: un finanziatore gli Stati Uniti. Il 7 agosto bombardamenti ordinati nave da guerra americana il 25 giugno 19 soldati del terrorismo islamico ma le ambasciate americane da Clinton nei pressi in Yemen: 17 morti. Ma americani muoiono per anche un organizzatore: la in Kenya e Tanzania di Kandahar (dove si pensa le ricerche di Bin Laden un attentato in una base squadra speciale prepara vengono attaccate: i morti che sia Osama) vengono in Afghanistan subiscono militare in Arabia Saudita i primi piani di cattura sono 224 e i feriti migliaia annullati all’ultimo istante una battuta d’arresto

Reso inoffensivo ma in libertà il patto pachistano

GUIDO RAMPOLDI ell’Europa di qualche secolo fa poteva capi- tare che, se un rampollo dell’aristocrazia ne Ncombinava una troppo grossa, scampava alla punizione chiudendosi in convento. Sconta- va il suo misfatto imperdonabile con la sparizio- ne, la preghiera e la clausura. Se stiamo alla tesi che mi propose tre anni fa a Kabul l’ambasciatore Thompson, grossomodo Osama bin Laden avreb- be conosciuto questa sorte: dovunque si trovi il suo luogo di clausura, sarebbe ospite e in qualche modo prigioniero del fondamentalismo pachista- no, a sua volta legato al fondamentalismo saudita. Thompson era stato l’inviato di Bush senior in Afghanistan nel 1991, conosce bene tanto i mullah quanto i generali pachistani, e la sua congettura è ragionevole. Il Bin Laden vivo ma neutralizzato è un compromesso tra due esigenze opposte. Da una parte immobilizza il saudita; dall’altra rispar- mia al generale Musharraf l’onere di arrestare o uccidere Bin Laden. Lo spettacolo di Osama pu- gnalato nella schiena, oppure aggiogato al carro del vincitore americano e trascinato in vincoli co- GLI IDENTIKIT me Vercingetorige, infiammerebbe i fondamen- Nelle immagini di queste talismi dal Pakistan all’Arabia saudita. E inevita- pagine e delle successive bilmente Musharraf entrerebbe nell’immagina- gli identikit delle rio dell’islam politico come un Gano di Magonza trasformazioni di Osama musulmano, insomma un traditore della propria bin Laden ricostruiti al fede. Così è plausibile che il generalissimo e chi dà computer ospitalità al saudita abbiano stretto un patto, al- meno tacito, per il quale Bin Laden è al sicuro ma non deve creare problemi ai padroni di casa. Do- potutto in questi anni Musharraf e la vasta allean- za dei partiti fondamentalisti pachistani hanno trovato il modo di convivere, spesso collaborando con reciproca utilità. Resterebbero da spiegare le riapparizioni del Bin Laden virtuale, in video o in nastro audio. Ma al di là del fatto che la loro autenticità talvolta è parsa molto dubbia, si potrebbe supporre che di tanto in tanto al saudita sia permesso rivolgersi al mondo. In quel caso si tratterebbe di capire chi de- cide la tempistica dei suoi messaggi. Se per esem- pio al Jazeerali abbia mandati in onda appena li ha ricevuti; oppure li abbia trattenuti fin quando non ha ottenuto l’autorizzazione dell’emiro del Qatar, buon amico di Washington (al Jazeeranega). Il pe- nultimo nastro di Bin Laden, mandato in onda dalla tv del Qatar alla vigilia delle presidenziali americane, ricentralizzava la campagna elettora- le sul tema della guerra planetaria e certo non è di- spiaciuto agli strateghi di Bush. Meno dubbio invece è che Bin Laden abbia ri- velato nel tempo una statura e capacità molto più modeste di quanto l’Occidente gli attribuiva nel 2001: e questo rende ancor più paradossale il suo successo. È difficile trovare nella sua vita un solo episodio che permetta di attribuirgli un’intelli- genza politica; anzi, nella fissità del suo sorriso già durante gli anni della gioventù alcuni conoscenti sospettarono l’ebete. In Afghanistan tutta la sua influenza derivava unicamente dalla disponibi- lità economica, smisurata a fronte della miseria in cui da decenni versava il Paese. Dopo l’attacco al- le Twin Towers, che avrebbe finanziato su consi- glio del fido al Zawahiri, perse svariate occasioni per capitalizzare l’enorme popolarità di cui pur- troppo godeva presso le opinioni pubbliche ara- be. Cominciata la guerra afgana ha dimostrato di non avere un piano; e s’è tramutato, o è stato tra- mutato, in un fantasma, se non in un burattino: comunque irrilevante. Ma che oggi Osama ci spii da una moschea pa- chistana o dall’oltretomba, in fondo ha motivi per “Portami rallegrarsi. Gli è riuscito di invadere il nostro im- maginario, dove tuttora giganteggia nel ruolo del Maligno. Ha scatenato in Occidente una farando- la di rappresentazioni mitologiche che pretendo- no le maiuscole, Scontro tra Civiltà, il Male… Però questo è il risultato non della sua abilità, semmai della nostra pochezza. Senza volerlo, e probabil- mente senza capirlo, Bin Laden ha messo a nudo i limiti dell’Occidente. Non solo i limiti contingen- ti, a cominciare dalla qualità di ceti politici e siste- subito la testa mi d’informazione clamorosamente al di sotto degli eventi. Ma soprattutto limiti di “civiltà”, per usare una parola di moda. Bene o male alla fine degli anni Novanta l’Euro- pa e gli Usa di Clinton sembravano convergere verso una civiltà politica comune. Oggi non solo Europa e Usa divergono, ma quel nuovo liberali- smo che poteva ridare senso all’Occidente pare svaporato, a destra come a sinistra. Si vuole che questo avvenga perché, dovendo difenderci da Al Qaeda, non potremmo più accordare ai diritti in- di Osama” dividuali l’importanza che accordavamo prima. Ma la lotta al terrorismo islamico non obbligava il , il metodo Guantanamo, il metodo Abu Ghraib, il metodo delle punizioni collettive appli- cato a Falluja. Né obbligava Bush e Blair a dimo- strare al mondo come le democrazie occidentali non siano poi sistemi così ammirevoli, se le si può abbindolare e condurre alla guerra mentendo. Quanto poi al risultato, basta leggere quanto scri- ve il Dipartimento di Stato nel suo ultimo rappor- to sulla Global jihad, la guerra santa globale: l’ sta diventando ciò che era in precedenza l’Afgha- nistan, una grande palestra per devoti di Osama che si addestreranno nell’arte di uccidere l’occi- dentale, costruiranno reti, e torneranno a casa più agguerriti. Repubblica Nazionale 29 15/05/2005 30 LA DOMENICA DI REPUBBLICA DOMENICA 15 MAGGIO 2005

la copertina 2001 2002 2003 2004 L’11 settembre gli attentati Nonostante la caduta dei L’11 febbraio Bin Laden Il 4 gennaio Bin Laden Guerra al terrore alle Torri gemelle e al , Bin Laden resta esorta in un messaggio chiama a raccolta i Paesi Pentagono provocano introvabile. Il 12 ottobre audio il popolo iracheno a del Golfo. L’11 marzo gli circa 3.000 morti. In cinque Al Qaeda colpisce a Bali compiere attentati attentati di Madrid fanno diversi messaggi ai media provoca 22 morti. Osama kamikaze contro gli Usa. Al 191 morti. Il 15 aprile Bin Laden rivendica la torna a farsi sentire, elogia Qaeda colpisce in Arabia Osama offre una tregua strage e minaccia gli attentati e minaccia (12 maggio) e a Istanbul (15 all’Europa, il 19 ottobre l’Occidente anche l’Italia dicembre) minaccia ancora gli Usa

La grande caccia Al confine tra Afghanistan e Pakistan, in una grotta o in una città o sul tetto del mondo: le tante ipotesi sui suoi nascondigli, i misteri delle sue fughe, gli uomini scelti che lo cercano e gli alleati che lo proteggono. Ecco tutti i segreti dell’operazione Osama

(segue dalla pagina precedente) come il segnale di un’improvvisa accelerazione e comunque come ta. E il mondo cosa continua a chiederci? Osama bin Laden. Come la prova di un rinnovato impegno di Musharraf nella caccia all’uo- se toccasse soltanto a noi prenderlo e non fosse, al contrario, un l 20 novembre, l’aviazione statunitense bombarda con mi- mo che l’America vuole. E, forse per questo, scatenano un pande- obiettivo che riguarda tutti i Paesi in guerra con il Terrore. Nella cac- gliaia di volantini i villaggi che fanno da corona a Tora Bora: monio. Fonti dell’intelligence pachistana, l’Isi, liquidano la sortita cia ad Osama stiamo impiegando 70mila uomini, il più grande di- l’America promette 25 milioni di dollari a chi le consegnerà di Black come «propaganda elettorale nell’anno delle elezioni» spositivo militare mai dispiegato sulla nostra frontiera afgana. Ab- lo Sceicco. Diecimila dollari in contanti vengono invece con- (l’America avrebbe votato di lì a due mesi). Il ministro dell’interno biamo contato già centinaia di morti. Non è abbastanza? Qualcu- segnati dalla Cia ad Hazret Ali, potente signore della guerra. pachistano, Aftab Ahmad Khan Sherpao, chiude la questione: no pensa davvero che non vogliamo trovarlo? Che abbiamo paura Ha combattuto con Ahmed Shah Massud e per i suoi servigi «Osama? Semplicemente non sappiamo dov’è». di una destabilizzazione interna? Mi sembrano osservazioni tanto belliciI ha già ottenuto dagli americani le chiavi di Jalalabad, nelle Le ambiguità di Islamabad, del resto, sembrano qualcosa più di astratte quanto infondate». cui strade il suo esercito tascabile fa il bello e il cattivo tempo. «Quel un’ombra se si gira qualche domanda a Khalid Khawaja. Ex fun- * * * denaro — ricorda ancora Scheuer — era il prezzo che Hazret Ali ave- zionario dell’Isi, Khawaja è uomo dalla fama controversa. Conosce va chiesto per tagliare le vie di fuga di Osama verso il Pakistan». Il 26 Osama negli anni ’80 e combatte al suo fianco nella Jihad contro I fatti sembrano dare ragione ad Hassan Sayed. Lunedì 2 maggio, novembre, la Cia ha «prove certe» che Osama è chiuso nella sacca. l’invasione sovietica. È il “contatto” tra gli ambienti islamici radi- Abu Faraj Al-Libbi, è sul sellino posteriore di una moto che attra- Neppure una settimana dopo, sa che è sfuggito alla tenaglia. Tra l’1 cali di Islamabad e Daniel Pearl, il giornalista del Wall Street Jour- versa le strade polverose di Mardan, un piccolo villaggio di frontie- e il 2 dicembre, gli abitanti del villaggio di Upper-Pashir, 10 chilo- nal sequestrato e decapitato perché improvvisamente padrone di ra al confine nord-occidentale tra Pakistan e Afghanistan. Abu Fa- metri a nordest di Tora Bora riferiscono del suo passaggio. A piedi, elementi in grado di illuminare la zona grigia dei rapporti tra il re- raj Al-Libbi è ricercato come numero tre del mutante vertice ope- nella neve alta. Con soli quattro uomini di scorta. Verso il Pakistan. gime pachistano, i suoi apparati di sicurezza e Osama bin Laden. rativo di al Qaeda. Soltanto un gradino sotto Osama bin Laden e Ay- Dovrebbero intercettarlo gli uomini di Hazret Ali. Ma non accade. Di più: alla vigilia del conflitto afgano, Khawaja è il tramite tra James man al Zawahiri. È l’uomo — dicono — che, nel dicembre 2003, ha Perché? «Perché la vita di quell’uomo — dice Scheuer — non era e Woolsey, ex direttore della Cia, e la leadership talebana. L’uomo pianificato i due attentati alla vita di Musharaff. non è in vendita. Neppure nel quarto Paese più povero del mondo. ama l’eloquio incendiario, nutre una profonda avversione verso Guidata dal suo guardaspalle, la moto su cui viaggia è costretta a È questo che non avevamo voluto capire fino a quel giorno. È que- l’Occidente. Oggi dice: «Mi chiedete se qualcuno in Pakistan sa do- frenare al passaggio di un gruppo di donne velate che donne si ri- sta la lezione che imparammo». ve si nasconda bin Laden? Bene, la mia risposta è che non è “qual- velano non essere. Sono agenti dell’Isi guidati sin lì su da una sof- Hamid Mir, vive e lavora a Islamabad. Ha scritto l’unica biografia cuno” a saperlo, ma “moltissimi”. Sono quelli che hanno scelto di fiata. Estraggono armi automatiche. Abu Faraj abbandona la mo- in lingua araba di Osama bin Laden e, soprattutto, è il giornalista che proteggerlo dai terroristi alla Topolino come Bush». to, comincia a correre chiedendo la protezione della folla. «Sono più volte lo ha intervistato. Una prima volta nel 1997, quindi nel Musharaff conosce bene questo venticello che soffia su Wa- uno jihadista», urla. Raggiunge una casa dove si barrica e dove, sfi- 1998, e, mentre infuriava l’offensiva alleata, nel novembre del 2001, shington e rischia di trasformarsi in tempesta. Ne sono a tal punto nito dai gas lacrimogeni, è costretto ad arrendersi. Due giorni do- in un luogo imprecisato appena fuori della capitale Kabul. «Uscito consapevoli gli uomini della sua intelligence, che qualcuno accet- po, il suo volto è una foto segnaletica che fa il giro del mondo. Che da Tora Bora — racconta Mir — Osama trovò rifugio in Pakistan, do- ta di affrontare il problema senza diplomatiche finzioni. Accade a strappa al presidente americano George W. Bush parole impegna- ve rimase per almeno un mese. Ritengo che da allora non si sia mai Riad, dove, tra il 5 e l’8 febbraio, le spie di 52 Paesi accettano di se- tive: «Questa cattura è una vittoria cruciale nella Guerra al Terrore». allontanato dalla linea di confine tra Pakistan e Afghanistan orien- dere al tavolo della Conferenza internazionale dell’Antiterrorismo Forse per dei pezzi di carta con istruzioni in codice che ad Abu Fa- tale, anche perché attraversarlo in un senso e in un altro è uno scher- convocata dal regime dei Saud. In quei giorni, la delegazione pa- raj sono stati trovati indosso al momento dell’arresto. «O forse — zo. Le tribù locali lo appoggiano e lo proteggono. I soldati america- chistana ha una sua inconfondibile aggressività. Che Hassan commenta un funzionario dell’intelligence americana — per la fi- ni, quelli italiani e norvegesi, non si sono mai spinti sin lì». Sayed, uno dei suoi componenti, argomenta con orgoglio. Il fun- ducia che si ripone nei metodi di interrogatorio dell’Isi». Dunque, protetto dall’immensità degli spazi, dall’obbligo di zionario pachistano ha modi eleganti, si lascia cadere su un sofà «No — dice Michael Scheuer — purtroppo non penso che qual- ospitalità del Pashtunwali (il codice Pashtun), Osama è e resta una dell’hotel Intercontinental, sorride: «Mi lasci indovinare la do- cuno tradirà Osama». «Chi ne protegge il rifugio — concorda una testa di spillo lungo una frontiera lunga 1.500 chilometri, in cui cin- manda… Dov’è Osama bin Laden? È l’unica cosa che sembra chie- fonte di intelligence occidentale a Kabul — ne riconosce e rispetta que sono stati e continuano ad essere i quadranti ristretti di caccia: derci il mondo. Non è curioso?». Sayed si fa improvvisamente serio: la figura di musulmano. Ammira il suo valore, la decisione di com- le regioni del Whaziristan, del Konar, del Nuristan, del Chitril, del Ba- «La cattura di Osama non è e non può essere responsabilità del so- battere in nome di Allah, rinunciando ai suoi averi. E soprattutto luchistan. Certo, le più recenti informazioni dell’intelligence allea- lo Pakistan. Dal settembre del 2001, siamo il Paese che ha cattura- non dimentica la sua generosità nell’aver dato all’Afghanistan ca- ta, raccolte sul lato afgano del confine, forniscono un’ulteriore ap- to più terroristi al mondo: seicento. Grazie a questi arresti, la capa- se, scuole, ospedali». «Potrei farvi conoscere centinaia di persone prossimazione. Lo sceicco — ipotizzano — sarebbe in continuo cità offensiva del nocciolo duro di al Qaeda si è decisamente ridot- che lo considerano un “angelo” — aggiunge Khalid Khawaja —. È movimento tra la provincia afgana di Nangarhar e il di- un uomo umile, rispetta Dio, è pronto al sacrificio». stretto pachistano di Lal-Poor. Ipotesi, appunto. E per Sono argomenti che, a New York, condivide anche capirlo è sufficiente attraversare di nuovo l’Atlantico e l’investigatore Onu Richard Barrett: «Paradossal- salire al quarto piano del Chrysler building, il famoso mente — dice — catturare oggi Osama potrebbe per- grattacielo “art deco” che sorveglia Manhattan lungo sino essere negativo. Una parte del mondo islamico Lexington Avenue. Qui, ha il suo ufficio un inglese sul- già oggi lo vive come un mito. Da prigioniero lo tra- la cinquantina. Si chiama Richard Barrett. Ha un pas- sformerebbe in eroe da emulare. E parliamo di un uo- sato importante nell’intelligence di Sua Maestà. Le mo che, da un punto di vista operativo è oggi soltanto Nazioni Unite lo hanno scelto per guidare un team che nominalmente il capo di al Qaeda». pochi conoscono e che poco, forse, sembra avere a che * * * fare con l’Onu: dare la caccia ad al Qaeda, raccogliere le informazioni delle intelligence occidentali e asiati- Le parole di Barrett ricordano molto quelle che, nel che che consentano l’individuazione dei suoi capi, luglio dello scorso anno, ebbe a pronunciare Richard delle sue fonti di finanziamento. Tentare, se possibile, Clark, coordinatore dell’Antiterrorismo alla Casa di abbozzare una risposta alla maledetta domanda: Bianca fino al marzo 2003: «Prendere Osama, a questo dov’è Osama bin Laden? punto, non fa una gran differenza». Ma segnalano an- «Osama — dice Barrett — è un uomo braccato, che che quanto, negli ultimi 24 mesi, la caccia ad Osama trascorre le sue giornate nascosto e con pochi contat- bin Laden sia scemata di priorità nell’agenda militare ti all’esterno. Gli stessi video sono un segno di debo- e strategica dell’Amministrazione Bush. Dice Michael lezza e prima o poi potrebbero fornirci una traccia. Scheuer: «Ho la sensazione che il Presidente sia rima- Magari scopriremo che è vero che è ancora tra Afgha- sto intrappolato dall’eccessivo ottimismo con cui, or- nistan e Pakistan, ma magari nascosto in una città…». mai quasi quattro anni fa, aveva promesso all’Ameri- ca la cattura dello sceicco. Sono successe altre cose, è * * * arrivato l’Iraq e chi ieri era in Afghanistan per dare la «Magari nascosto in una città…». Se l’intuizione di caccia a Osama, oggi è tra Bagdad e Falluja e si danna Barrett dovesse un giorno rivelarsi corretta, la caccia al Nemico del- dietro ad al Zarqawi, il nostro nuovo nemico numero uno». l’America, oggi, sarebbe costruita su una finzione. E 1.500 chilo- Il 26 novembre del 2001 la Cia Qualche dato. Nel marzo del 2004, Bob Andrews, ex responsabile metri di montagne, si risolverebbero in un alibi eccellente per non al Pentagono dell’ufficio di controllo e coordinamento delle “opera- trovarlo. Detto brutalmente: lo sceicco potrebbe essere protetto in ha “prove certe” che Osama zioni speciali”, ammette che la campagna irachena «è stato motivo qualche centro urbano nelle regioni di confine pachistane e la cac- di distrazione». «Almeno un quarto delle nostre special forces, più o cia tra i monti essere dunque una consapevole messinscena. L’i- meno 10mila uomini — osserva — è incastrato in Iraq». E tra loro, la potesi è andata trovando con il passare del tempo un numero cre- è in trappola a Tora Bora. Task force 121, la più specializzata delle unità del Pentagono adde- scente di padri. Soprattutto negli Stati Uniti, dove la «lealtà» del- strate alla caccia all’uomo, la punta di lancia scagliata sul teatro del- l’alleato pachistano, il generale Perwez Musharraff, incontra sem- Un signore della guerra le operazioni militari afgane nei mesi immediatamente successivi al- pre meno convinti sostenitori. Dice un alto funzionario dell’intel- l’invasione. Nell’ottobre dello stesso anno, il generale inglese John ligence americana: «Prenderemo Osama quando riusciremo a sra- ha ricevuto 10mila dollari Cooper, vicecomandante inglese delle forze della coalizione in Af- dicarlo dal Pakistan e dunque quando saremo in grado di ghanistan, spiega che «Osama non è più oggi la pedina chiave nella aumentare la nostra presenza e sforzo militare nell’area. Due con- in contanti per impedire la fuga Guerra al Terrore» e la sua cattura «un giorno arriverà». Un giorno… dizioni che, in questo momento, non sono date, perché in contra- Girata a fonti militari del Pentagono, la domanda su quanto la sto con il nostro interesse primario a non destabilizzare Musharaff. cattura di Bin Laden resti ancora «la priorità» strappa qualche infa- Finché questo sarà il quadro, dunque, il discorso è molto semplice. dello sceicco. Ma tra l’1 e il 2 stidito mugugno: «È un problema delicato, in questi anni siamo an- Bin Laden sarà catturato solo se il Pakistan deciderà di fare sul se- dati vicini al successo in almeno un paio di occasioni. E in ogni ca- rio». dicembre Bin Laden scompare: so che il Presidente ha raddoppiato la nostra presenza militare in Le cose stanno davvero così? E il Pakistan fa o no sul serio? Nel set- Afghanistan portandola a 19mila uomini». Nelle parole della fonte tembre del 2004, Cofer Black, che aveva nel frattempo lasciato la Cia qualcuno ha fatto il doppio gioco militare del Dipartimento della difesa si legge lo stanco epitaffio di per dirigere l’Antiterrorismo del Dipartimento di Stato, è a Islama- una caccia di cui si conosce l’inizio, ma non si vede la fine. «Però è bad per incontrare esponenti del governo e dell’intelligence pa- la verità — ride Michael Scheuer —. Può piacere o meno, ma dav- chistane. Concede un’intervista televisiva. Dice: «Se Osama bin La- vero nessuno può dire quando e se arriverà il giorno di Osama bin den ha un orologio, farebbe bene a dargli un’occhiata, perché il Laden. Arriverà e basta e nessuno, fino ad allora, potrà dire se quel

Repubblica Nazionale 30 15/05/2005 tempo sta scadendo. Sarà catturato». Le parole di Black suonano giorno è molto vicino o molto lontano…». DOMENICA 15 MAGGIO 2005 LA DOMENICA DI REPUBBLICA 31

Il maggior alleato DOV’È CHI LO INSEGUE degli Stati Uniti nella L'ipotesi più accreditata è che si trovi Sul terreno sono impegnati ventimila soldati americani, caccia a Osama è il ancora al confine tra il Pakistan e cinquecento sono gli uomini della Cia Pakistan che l'Afghanistan, nelle grotte o nascosto La Cia infatti ha un'intera divisione pattuglia il confine sulle montagne: la caccia si concentra che si occupa della caccia a Bin Laden. con l'Afghanistan con nelle regioni del Waziristan, del Konar, Un'unità completa che comprende: oltre 70.000 uomini: del Nuristan, del Chitril e del Baluchistan. analisti politici, ingegneri informatici, un'operazione che Alcune fonti occidentali riportate sui medici e psicologi, specialisti in comporta molte media in lingua araba parlano anche di telecomunicazioni oltre ovviamente perdite (negli ultimi una sua possibile fuga in ma, visti i ad agenti operativi sul campo. tre mesi sono morti Sono in campo pessimi rapporti tra i Taliban e il regime di A questa unità vengono passate 300 soldati anche unità speciali Teheran, appare improbabile. L'altra tutte le informazioni su Osama pachistani) norvegesi, italiane, ipotesi, mai accantonata dalla fine del raccolte dai servizi occidentali inglesi e francesi che 2001, è che si trovi nello Yemen, Paese pattugliano i settori d'origine della sua famiglia. Un di competenza giornalista statunitense che ha incontrato e intervistato Bin Laden pensa che si stia nascondendo da qualche parte in Sul terreno si Kashmir. Per Richard Barrett dell'Onu muovono, oltre ai potrebbe, infine, trovarsi in una città tra marine, gli uomini l'Afghanistan e il Pakistan delle forze speciali americane: gruppi super addestrati che da oltre tre anni sono sulle tracce dello sceicco

QUANDO È RIUSCITO A SCAPPARE

IL CONVOGLIO DI AUTO Secondo il canale tv indiano Star Hind un aereo da avvistamento ha intercettato un convoglio di dieci vetture (van di fabbricazione giapponese) a fine ottobre 2004 in direzione del confine tra India, Cina e Pakistan. I SUOI UOMINI Secondo alcune fonti potrebbe essere il convoglio che IN LIBERTÀ usa Bin Laden per spostarsi da una montagna all'altra, visto che non può rimanere a lungo nello stesso posto CARTA LA D’IDENTITÀ Osama bin Laden è il 10 marzo Ayman al Zawahiri 1957 a Riad in Egiziano, numero 2 di Arabia Saudita da Al Qaeda, è l'ideologo padre yemenita, e madre siriana. del gruppo e consigliere È il 17mo di 52 figli di Bin Laden - altezza 1,93 cm - peso 75 kg - segni particolari: carnagione olivastra, mancino - membro attivo dei Fratelli Musulmani negli anni dell'Università, nel 1974, a 17 anni, sposa la sua prima moglie e cugina, Najwa Ghanem. Abu Musab al Zarqawi Poi sposerà altre quattro donne e divorzierà da Giordano, è l'emiro di Al una di loro. Ha 24 figli Qaeda in Iraq. La "mente" di stragi e rapimenti - nel 1979 si laurea in ingegneria all'università LA CAROVANA DI CAMMELLI King Abdul Aziz di Gedda Per alcuni Bin Laden vivrebbe in una carovana di - A 22 anni si unisce ai mujahiddin per IN PRIGIONE combattere l'occupazione sovietica in kochees (nomadi) afgani, che si spostano con i loro Afghanistan cammelli nel triangolo in cui si incontrano Afghanistan, - nel 1989 fonda quella che più tardi sarà Iran e Pakistan. Alcuni aerei statunitensi avrebbero definita Al Qaeda (la Base) tenuto sotto osservazione i kochees, mentre gli - dal 2001 diventa l'uomo più ricercato dagli informatori avrebbero seguito la carovana per qualche Usa. Su di lui una taglia di 50 milioni di dollari tempo per individuare Bin Laden, ma senza risultati Khalid Sheikh Mohammed Kuwaitiano, catturato nel 2003, è lo stratega dell'attacco agli Usa LA SALUTE dell'11 settembre 2001 Dal 1999 Osama bin Successivamente avrebbe Laden soffrirebbe di cercato di sottoporsi a un una grave insufficienza trapianto di reni. Alcuni renale causata, particolari sulla sua salute secondo i suoi biografi, sono stati diffusi nel 2002 da una delle sue mogli, da un tentativo di Ramzi Bin Al Shibh avvelenamento da identificata con le iniziali A. Yemenita, preso nel 2002 parte di Siddi Ahmed, S., intervistata dal in Pakistan, era il capo un emissario della Cia quotidiano di lingua araba di Atta ad Amburgo assoldato per ucciderlo con sede a Londra, Al Majallah. La donna disse che Bin Laden aveva LA SPIA bisogno di prendere Secondo il Nel tempo le sue continuamente pillole per giornalista pachistano Hamid Mir, nel novembre 2001 condizioni di salute si dormire, che soffriva di gli americani arruolarono Hazret Ali, uno dei più potenti sarebbero aggravate e disturbi allo stomaco e che signori della guerra afgani, ex aiutante di Massud e gli lo sceicco avrebbe per questo mangiava Abu Faraj Al Libbi affidarono il compito di controllare le vie di fuga verso il bisogno di esclusivamente yogurt e Libico, guidava la rete Pakistan. Gli americani gli dettero 10.000 dollari per i sottoporsi miele di Osama Bin Laden suoi servizi ma i guerriglieri arabi gliene offrirono dieci continuamente a in Pakistan dal 2003. È volte tanto per scappare con la loro complicità. Tra l’1 e dialisi. Nel luglio Dopo aver avvalorato stato catturato lunedì il 2 dicembre Bin Laden non aveva tutti i soldi con sé, 2001 sarebbe stato queste voci, ora 2 maggio in Pakistan ma solo la metà, ma erano pur sempre cinque volte la ricoverato in un l'intelligence americana è paga degli Usa e così riuscì a passare a piedi nella neve ospedale propensa a pensare che alta con soli quattro uomini di scorta. E trovò rifugio in americano di Osama non abbia gravi Pakistan, dove si nascose per almeno un mese Dubai per problemi di salute. Lo un'infezione renale con proverebbero le ultime IL BLITZ FALLITO complicazioni al fegato analisi dei suoi video Nel dicembre del 2002 le forze speciali americane misero sotto assedio la zona di Tora Bora: dopo intensi bombardamenti scesero sul campo gli uomini delle truppe speciali, ma Osama riuscì a sfuggire, secondo gli

Repubblica Nazionale 31 15/05/2005 esperti dell'intellingence Usa, per soli 30 minuti 32 LA DOMENICA DI REPUBBLICA DOMENICA 15 MAGGIO 2005

il racconto Nel Paese del miracolo economico e delle migliori Non uno di meno università, migliaia di ragazzi non riescono neppure a finire le elementari. Nelle sperdute campagne della provincia, i piccoli vengono mandati subito a coltivare la terra e i maestri per farli studiare devono lottare ogni giorno contro la miseria e la disperazione

FEDERICO RAMPINI SHANG LUO

el corridoio che porta alla classe rimbomba viva- ce l’eco di un’allegra cantilena ritmata a squar- ciagola, cinquanta bambine ripetono gridando ogni frase della maestra, scandiscono bene le pa- Nrole per imparare tutto a memoria. Apriamo la porta e appaiono tante macchie di rosso: rossi i grembiuli delle scolare, rosse-vio- lacee le loro guance, rossa la bandiera alla parete a fianco ai ri- tratti di Ma Ke-si (Marx) En Ge-si (Engels) Lie Ning (Lenin) e Mao. L’abbondanza di colore non riesce a nascondere i muri scrosta- ti, i vetri rotti alle finestre, un soffitto pieno di buchi, i miseri ban- chi di legno ammuffito, due sole lampadine che penzolano da un filo elettrico forse senza corrente. Il tiepido sole primaverile non basta a scaldare l’aula umida, e non c’è una stufa neanche per i geli dell’inverno. La maestra Li Yaping, 27 anni e 700 yuan di stipendio al mese (70 euro), di fronte allo straniero ammutolisce e abbassa gli oc- chi come una bambina. Timida e impaurita, sembra la protago- nista del film Non uno di menodi Zhang Yimou, quella maestra- contadinella ossessionata dalla promessa di non perdere nean- che uno scolaro durante l’anno. Ma questo non è un film. È la scuola elementare del villaggio di Shang Luo nella regione dello Shaanxi. È a tre ore di viaggio (strada non asfaltata, tutta fango e pietre) da Xian, metropoli moderna invasa dai turisti occidenta- li che visitano il più celebre tesoro archeologico della Cina, l’ar- mata dei guerrieri di terracotta. Tre ore sul camioncino che arranca nella polvere e salta sulle buche sono una distanza infinita, il fossato incolmabile che di- vide due mondi. «A Xian, a Pechino — dice Wang Hong del sin- dacato delle donne — i bambini dei ricchi hanno il computer già all’asilo materno. Qui siamo fortunati se ce ne regalano uno vec- chio, uno solo per tutta la scuola». Per la verità il computer è l’ul- timo dei problemi per queste bambine. Prima alla scuola ele- mentare di Shang Luo bisogna arrivarci. Molte di loro fanno ven- ti chilometri al giorno dalle loro casupole sperdute: a piedi, se non hanno la fortuna di un passaggio su un carro di fieno tirato dal bue. Per resistere fino a sera si portano dietro una pagnotta bollita e un pugno di verdura (la scuola non ha i mezzi per una mensa). Alcune a pranzo vanno a casa di contadini di Shang Luo, ma devono portarsi il grano da cuocere perché qui nessuno può regalare niente. Chi viene da villaggi ancora più lontani dal lu- nedì al venerdì alloggia nel dormitorio scolastico: un corridoio dove si ammassano giacigli sporchi e consunti, gettati sul pavi- mento freddo, con il fetore della fogna a cielo aperto che emana da un rigagnolo poco distante. Eppure anche queste bambine sono delle privilegiate. Certe loro coetanee in classe non si vedono mai. «La scuola — dice la preside signora Tang — costa 300 yuan, è proibitivo per famiglie che ne guadagnano 700 all’anno. E poi i genitori hanno bisogno dei figli nei campi, se li mandano a studiare restano senza aiuto». Dalle finestre dell’aula si intravedono in lontananza alcuni con- tadini curvi a lavorare, inerpicati su pendii ripidi per strappare qualcosa alla terra avara, in queste valli anguste dove ogni lem- bo coltivabile è conteso dalle rocce, dove la gente vive in casu- pole di fango e paglia, dove la Birmania sembra più vicina di Shanghai. Solo in questa provincia, secondo la preside, 50mila bambini ogni anno abbandonano la scuola dell’obbligo. «Poi ci sono i pluri-ripetenti che vengono qui ogni tanto ma non impa- rano niente, perché dopo la scuola devono comunque lavorare nei campi con i genitori, e in classe distrutti dalla fatica si addor- mentano». Un paese che ancora si dice comunista, una superpotenza lanciata alla conquista dell’economia globale, ma dove i poveri non hanno il diritto all’istruzione gratuita neanche alle elemen- tari: è una vergogna che ormai affiora, sia pure con qualche reti- cenza, anche nell’informazione di regime. Un mese fa il gover- no di Wen Jiabao ha assegnato alle dodici regioni più povere l’o- biettivo di alzare entro il 2007 dal 75% all’85% il numero di sco- lari che riescono a frequentare le elementari e le medie. Quindi riconosce che oggi un quarto dei bambini in quelle regioni non vanno neppure alla scuola dell’obbligo. Un altro obiettivo pro- clamato dal governo, sempre per il 2007, è di garantire l’istruzio- ne gratuita ai figli dei contadini; a conferma che oggi se la devo- I bambini no pagare loro. Un salasso per le famiglie, e in cambio di cosa? Perfino il quotidiano ufficiale del ministero dell’Istruzione rive- la che nelle zone rurali «la metà delle scuole non ha i soldi per le spese essenziali, compresa la bolletta della luce». Wang Hong, pur essendo la vicepresidente di quel sindacato delle donne che è un’organizzazione del collateralismo comunista, non esita a confessare la sua amarezza: «Com’è possibile che il governo non riesca a spendere di più per la scuola?». senza scuola Non tutti sono poveri qui intorno. Il corteo dei dirigenti locali del partito venuti a salutarci, è fatto di tre Volkswagen Jetta nere: ognuna vale il reddito annuo di cento famiglie contadine. I pez- zi grossi si sono scomodati per Matilda Young, la ricca cinese- americana che io seguo, la vera protagonista di questo viaggio a Shang Luo. Sono accorsi i contadini da tutto il villaggio, e anche dalle valli vicine, per vedere la “zia d’America” in visita. La bene- fattrice che con i suoi soldi privati supplisce come può alla lati- tanza della Repubblica popolare. Il cortile della scuola si affolla dell’altra Cina Repubblica Nazionale 32 15/05/2005 di paesani che spalancano le bocche sdentate. Hanno la pelle DOMENICA 15 MAGGIO 2005 LA DOMENICA DI REPUBBLICA 33

L’ESERCITO DEI PICCOLI DISPERSI Ogni anno in Cina un milione di bambini abbandonano gli studi e il 15 per cento torna a scuola solo grazie al sostegno delle donazioni di benefattori. Due milioni e 450 mila ragazzi tra i 15 e i 19 anni sono analfabeti: la maggior parte vive nelle zone rurali. Qui, nelle scuole, vengono adottati dei programmi ridotti con solo 4 materie: cinese, matematica, conoscenze generali ed etica. La durata della scuola dell’obbligo è di 9 anni, in genere divisi tra 6 di elementari e 3 di medie nelle città, 5 di elementari e 4 di medie invece nelle zone rurali. Le immagini di questa pagina sono del fotografo Xie Hailong per la fondazione Project Hope

scura e indurita dal sole, le espadrille di tela sdrucite, sono infa- gottati nelle giacche di Mao troppo strette (quelle che a Pechino Siamo andati a Shang ormai si trovano solo nelle bancarelle per i turisti), ricordano la Cina dei documentari di trent’anni fa. Una contadina curva e Luo, a tre ore di strada rattrappita mi si avvinghia per obbligarmi ad accettare in dono uova frutta e verdure, estende al forestiero la gratitudine per Ma- tilda che paga la scuola a sua figlia. sterrata dalla città La storia di Matilda Young è un altro paradosso di questa Cina. Suo padre era un importante broker della Borsa di Shanghai, suo di Xian, assieme zio un banchiere, all’apice del benessere negli anni Venti e Tren- ta. Era l’epoca in cui Shanghai aveva il soprannome di Parigi d’O- a Matilda Young, riente ed era una delle grandi capitali del commercio mondiale nell’epoca della prima globalizzazione (allora non si chiamava una sino-americana così). Come quasi tutta l’alta borghesia shanghainese, il padre di Matilda fuggì dalla rivoluzione comunista: riuscì a prendere per miracolo l’ultimo bastimento americano che salpò da Shanghai che ha creato una nel 1949. La bambina Matilda, la mamma e la sorella lo raggiun- sero più tardi a Hong Kong dopo un viaggio non meno avventu- fondazione per aiutare roso sul treno via Shenzhen. Da Hong Kong agli Stati Uniti: là Ma- tilda si laureò, prese la cittadinanza americana, si sposò, ebbe due i più poveri ad avere figli, si stabilì a San Francisco dove vive tuttora. È stata educata fin dalla nascita in una famiglia anticomunista, naturalmente: «Mio un’istruzione. Con padre aveva molti risentimenti. Finché era vivo lui non mi avreb- be mai permesso di tornare in Cina. A noi familiari lui proibiva ad- dirittura di comprare prodotti cinesi». un occhio particolare Invece su Matilda il suo paese non ha mai smesso di esercita- re un’attrazione fatale. Come per milioni di cinesi della diaspo- per le bambine ra, la politica viene dopo l’attaccamento alla madrepatria. Ma- tilda non ha simpatia per il regime, ma neanche i risentimenti che nutriva suo padre. Nella sua Cina è tornata per la prima vol- ta nel 1986 («vent’anni fa trovai Shanghai poco diversa da quel- la del 1949, tutto il boom economico doveva ancora comincia- re»). È andata nell’elegante quartiere francese della città a visita- re quella che era stata la sua sontuosa casa natale, per scoprirla occupata da venti famiglie («hanno perfino costruito una casa aggiuntiva, su quello che era il nostro campo da tennis»). Quat- tro anni dopo ha creato, insieme ad altri sino-americani, il 1990 Institute: una fondazione filantropica il cui obiettivo principale è aiutare i figli dei contadini poveri a finire gli studi. Almeno tre volte all’anno Matilda vola dalla California a Xian per portare i fondi raccolti tra la diaspora cinese in America, e controlla che quei soldi siano spesi bene. A volte bastano 40 dollari all’anno a scolaro per compensare i genitori del “danno” economico della sua assenza dal lavoro dei campi. In questo momento solo nella provincia dello Shaanxi mille bambine stanno finendo la scuo- la dell’obbligo grazie al 1990 Institute. È un’operazione volutamente al femminile, come è fem- minile tutta la classe della maestrina Li Yaping. Nelle cam- pagne cinesi la nascita di una figlia è ancora considerata una disgrazia, tra i contadini indigenti l’infanticidio delle bambine non è ancora scomparso del tutto. I meno poveri ricorrono all’ecografia e all’aborto selettivo. Le chances che i genitori facciano duri sacrifici per pagare l’istruzione alle ragazze sono minime. Per questo Matilda e i suoi ami- ci americani concentrano gli sforzi sulle bambine. Liu Huan, 13anni, sta finendo la scuola dell’obbligo grazie al- l’aiuto venuto dagli Stati Uniti. Lei vive proprio dentro il villaggio di Shang Luo. Per sua fortuna, ché se abitava più lontano avreb- be già lasciato gli studi: cammina con le stampelle dopo essere stata investita da un furgone mentre portava sulle sue spalle il gra- no da vendere al mercato. È orfana di genitori, vive coi nonni set- tantenni che senza di lei non potrebbero più coltivare niente. Pri- ma e dopo la scuola, lei passa sei ore al giorno a spigolare il grano, ad allevare i maiali, lavare e cucinare per i due anziani. La casa in cui vivono loro tre è una stanza sola, con il pavimento e i muri di terra. Non hanno neanche la cucina individuale, un lusso da que- ste parti: ne condividono una con altre famiglie. La giovane mae- stra Li Yaping la interroga davanti alla benefattrice cinese-ame- ricana: «Liu lo sai quanto costa la scuola?». Lei ha gli occhi pieni di paura: «Lo so, maestra Li, costa tanto. Studierò duramente e i ri- sultati li dedico a voi». Cosa vorresti fare da grande? La domanda più banale, quella che tutti i bambini del mondo si sono sentiti ri- volgere mille volte, sprofonda Liu Huan nell’angoscia. Resta mu- ta a lungo, lo sguardo smarrito nel vuoto, come di fronte a un pro- blema impossibile. Poi ha un’illuminazione: «Il mio sogno è di- ventare maestra e aiutare gli scolari più poveri». Forse dice la ve- rità o forse è l’unico mestiere desiderabile che ha mai visto in vita sua, diverso dal destino contadino della sua gente. La maestrina Li in classe ha attaccato alle pareti le lettere di qualcuna che non ce l’ha fatta. «Era una calda estate di tre anni fa — le ha scritto una sua ex-allieva — troppo calda. Di colpo so- no arrivate grosse nuvole nere, i lampi e i fulmini. L’acqua cade- va violenta spinta da un vento forte. L’acqua era dappertutto, la nostra casa dondolava come se stesse per crollare. Papà ci ha tra- scinate fuori, io e la mamma gli siamo corse dietro. Ma poi lui si è ricordato che in casa era rimasto lo zenzero, che avevamo rac- colto per mesi sulle montagne. Era lo zenzero che mi avrebbe pa- gato la scuola l’anno dopo. Quando papà è corso indietro, la ca- sa gli è crollata addosso. Un onda di fango li ha portati via, lui la casa e lo zenzero. Settembre è il mese in cui gli studenti tornano a scuola. Quando è arrivato settembre ho guardato le mie ami- che, le loro facce contente, i loro libri nuovi, e ho pianto». La maestrina Li saluta Matilda con un filo di voce: «Per favore

Repubblica Nazionale 33 15/05/2005 racconti ai suoi amici in America quello che ha visto qui». 34 LA DOMENICA DI REPUBBLICA DOMENICA 15 MAGGIO 2005

le storie/1 Viaggio a Khamgoan, nel nord del Paese, dove si è celebrato Nuove tradizioni un grande matrimonio di massa. Un rito collettivo e gratuito reso possibile da una rete di beneficenza che sta raccogliendo sempre più consensi e che lavora per evitare alle classi sociali povere una delle sofferenze più antiche: indebitarsi per la dote cadendo così nelle mani degli usurai I quattrocento sposi RAIMONDO BULTRINI l’aiuto della sposa. Secondo lui la pas- sione cieca iniziale è causa della crisi di KHAMGOAN (India) tanti matrimoni in Occidente. Ma il meccanico di biciclette Inder, osteggiata da colline scol- giunto a Khamgoan su una grossa Ape pite dal vento nelle forme assieme a tutta la sua tribù per impal- più imprevedibili, la su- mare la timida Vaishali, racconta di perhighway Bombay- che cambiano l’India averne volute vedere altre tre di candi- Shirdi-Kham-C date prima di goan offre un decidersi. E co- viaggio di due me lui molti al- giorni a balzel- tri sposi di Shir- loni nel tempo di e Khamgoan attraverso i hanno fatto lo luoghi dove il stesso, giun- Dio Rama tra- gendo infine a scorse in esilio un compro- quattordici messo tra i gusti anni prima di dei genitori e i rivedere la sua propri. Ancora bella sposa Si- ben poca voce ta rapita dal in capitolo crudele re Ra- hanno invece vana. spose poco più Oggi qui la che bambine gente combat- come la minuta te contro una Manisha, che siccità che du- abbassa il velo ra da tre anni, del sari sul viso e l’attesa della per piangere sposa di Rama sommessa- simboleggia mente al pen- l’attesa della siero di lasciare pioggia capa- diciottenne la ce di feconda- casa dei genito- re la terra arsa ri e passare il re- dal fuoco. Sia- sto della vita tra mo nell’infer- suoceri e un no del Vider- marito che ap- bah, Mahara- pena conosce. shtra nord Ma se non orientale, do- cambia il mec- ve negli ultimi canismo della mesi cinque- trattativa per cento conta- arrangiare il dini si sono matrimonio, tolti la vita per tutto il resto sta debiti. Ma sia- modificandosi mo a Kham- radicalmente goan, epicen- in questo gi- tro del flagello, gante da un mi- perché pro- liardo di abi- prio qui si ce- tanti, a comin- lebra uno dei ciare da certe più grandi pratiche umi- sposalizi di lianti e orrende massa e gra- per la donna, tuiti mai tenu- come il dowry, to da queste parti, un fenomeno che celebre Sai Baba vissuto al modo di San nalmente risvegliata scoprendo che la dote obbligatoria (punita oggi per sta entrando nella storia moderna del- Francesco nel secolo scorso — aveva Ai contadini, per eliminare il problema comune ba- legge) e — strettamente connesso al l’India con tutti i presupposti di una benedetto le prime 125 coppie. Con le stava far cessare la causa a monte. gravoso costo dei matrimoni — l’infan- piccola rivoluzione sociale: 500 le ri- 111 di Khamgoan arriverà a 472 il nu- prigionieri Adesso in India i matrimoni collettivi ticidio delle bambine. Questa pratica è chieste di unione, quasi la metà scar- mero dei nuovi sposi registrati dalla sua sono quasi una tradizione, e quello di ancora in voga in alcune regioni del tate per la minore età o per il mancato Fondazione-parrocchia e a ben 75mila domenica scorsa a Shirdi e Khamgoan paese come certe aree desertiche del consenso delle famiglie, 236 aspiranti la cifra degli invitati. della siccità, le nozze è stato forse il canto del cigno di questo Rajastan, dell’Andra Pradesh o in sposi convolati infine a nozze. Tra gli oggetti donati da organizza- nuovo corso più pragmatico sponso- Haryana, dove il tasso di natalità fem- La novità della cerimonia collettiva è zioni locali di ricchi benefattori c’è una all’antica costano rizzato dallo stesso partito progressi- minile è di 861 per 1000 maschi contro che tutto — gli abiti per gli sposi, gli ad- speciale collana dalle foglie dorate sta oggi al governo. la media nazionale di 933. Nell’educato dobbi, i primi utensili, il pasto a deci- chiamata Mangala Sutra, che ha per il corrispettivo Ma nonostante i risvolti propagan- Maharashtra invece una legge ha anche ne di migliaia gli invitati — è stato of- una moglie lo stesso significato della fe- distici, il grande anfiteatro sulla collina impedito l’utilizzo delle ecografie per ferto gratuitamente da ricchi benefat- de. Da sola costa duemila rupie, quan- di un anno di lavoro affollato di parenti commossi e di infil- scoprire il sesso del nascituro, mentre la tori alle famiglie delle ragazze cui spet- do un ricco contadino di Shirdi ne gua- trati curiosi conservava un po’ dello pratica del dowry è ormai considerata terebbe per tradizione l’incombenza, dagna sei, settemila in un spirito che in chissà quale una vergogna da gran parte della popo- da sempre fonte di indebitamenti e mese. Alla fine il matrimonio contesto cosmico unì Shiva a lazione. tragedie. collettivo salverà dunque dal sua moglie Parvati. Secondo cappio di un debito per la vi- la leggenda fu la dea che ac- Le spese per la festa La strada nel deserto ta le caste più basse di conta- cettò l’unione a patto che lo La cerimonia collettiva delle 236 cop- Lungo la sottile e dissestata striscia dini kunbi o marathas, che sposo profferisse sette pro- pie di Shirdi e Khamgoan e le altre ana- d’asfalto, dove si schivano tumultuo- popolano queste campagne messe di lealtà coniugale, di loghe tenute altrove servono ora a far samente moltitudini di carri da buoi, assieme ai kurta intoccabili. sostegno, comprensione, crollare quest’ultimo anacronistico to- trattori, pedoni e camion d’epoca, gli Seduti coi loro abiti mi- amore e devozione girando tem del matrimonio dispendioso, ultimi trecento chilometri di deserto e gliori e la composta sobrietà altrettante volte attorno al quando a casa manca l’elettricità ne- sabbia tra Shirdi e Khamgoan sembra- dei gesti, tra fuochi d’artifi- fuoco Agni, lo spirito divino. cessaria anche per far andare le pompe no condurre a nient’altro che ad altri cio e rulli di tamburi che an- Come nelle fiction-tv se- dei pozzi sempre più asciutti e si fatica deserti e sabbie. Poi a sorpresa, come nunciano l’evento, gli ospiti guite da milioni di indiani, a sfamare tutti. Ma oggi è festa e le spo- un miraggio, appare il corteo colorato e gli sposi dimenticano per ghirlande di anemoni e petali se indiane in sari aspettano con timore e senza fine di uomini, di donne, di molte ore la drammatica di rose cadono a pioggia su e fiducia i giovani cavalieri che stanno bambini che salgono a piedi la collina realtà che li aspetta al di fuo- sposi e invitati. E ancora colo- per raggiungerle dal villaggio a dorso di della cerimonia, dove il vento d’altura ri del recinto colorato della rato sindu, riso di buon augu- mulo o in auto, per celebrare attorno al li tempesta con mulinelli di sabbia e cerimonia: non solo la sic- rio e radice medicinale di tu- fuoco sacro la seconda fase della vita di trasporta la voce dei megafoni che cità, ma anche il progressivo meric finiscono nel fuoco as- un hindu. diffondono hindipop, raga, slogan di aumento dei prezzi di se- sieme al burro fermentato Il matrimonio di massa di Shirdi e partiti e inni religiosi. menti e pesticidi, di cemento per cementare davanti a Dio Khamgoan non è però soltanto per gli Allegri e sudati coprono il lungo trat- e riso. Li farà felici per un po’ la promessa di mutuo rispet- hindu. Una dozzina di donne musul- to in salita che li porterà al luogo dell’e- il pensiero di aver risparmia- to e collaborazione per que- mane hanno dichiarato il loro sì ripe- vento, dove sono già riuniti politici e to dalle cinquanta alle cento- sta e altre vite a venire. Il ma- tendo tre volte al maulana celebrante burocrati e che è benedetto dal giovane mila rupie per le nozze, i gua- trimonio in India è un sacra- «Accetto quest’uomo come marito», se- (ha appena 36 anni) santone Bhaiyyu dagni di un anno. mento che non unisce solo parate da un telo bianco che le celava al- Maharaj, una sorta di divinità locale vo- La differenza in tempi di due anime, ma le consegna al la vista del loro uomo e del pubblico. tata alla causa no global. Circondato da globalizzazione è che se pri- flusso della catena ancestrale Venti coppie buddiste invece si sono li- un drappello di devoti che discutono ma i debiti rendevano i con- stabilita dai genitori che deci- mitate ad ascoltare insieme nei loro abi- con lui di impianti eolici e pannelli so- tadini schiavi del Signore del- dono gli accoppiamenti. ti bianchi la recita dei Sutra che celebra- lari per elettrificare le campagne, il san- le Terre, ora sono gli usurai a Gli sposi ventenni Siram e no le virtù della moralità e della pazien- to scende da una grossa Range Rover tenere in pugno le loro vite Sreddah, Dipab e Aruna, za. Nel Paese delle stragi religiose, avve- col suo abbagliante doti bianco e l’a- per poche migliaia di rupie, e Arjun e Poojita, legati dai loro nute non molti anni fa nel vicino Guja- spetto di un attore di Bollywood. Fini- non sanno che farsene di scialli con un nodo ben stret- rat, il mega-matrimonio di tante fedi di- sce in mezzo a un assalto di prostranti braccia per lavorare le zolle to mentre girano attorno al segna l’India di domani. Sempre la che gli baciano i piedi e le mani. La stes- aride, preoccupati come so- fuoco, si dicono contenti del- stessa, estrema e tollerante, figlia di un sa cosa era avvenuta il giorno prima a no di investire i soldi degli in- la scelta fatta in nome loro. dio che distrugge e ricrea davanti agli Shirdi dove Maharaj — nella terra del teressi nei settori emergenti «La passione finisce dopo un occhi attoniti di tutti. della Shining India, magari FOTO GIANLUCA PULCINI po’ e subentrano altre cose. nell’alta tecnologia. Sia stato il vento I VESTITI COLORATI Sono sicuro che mia madre capisce me- globale che soffia sempre più forte dal- In queste immagini alcuni momenti glio di me se Aruna è una buona moglie l’occidente e dalle metropoli indiane, della cerimonia collettiva o no» è l’opinione di Dharman De- siano state le gravi carestie degli ultimi in cui si sono sposati smuka, un contadino che ha studiato e

Repubblica Nazionale 34 15/05/2005 anni, un’intera comunità si è però fi- oltre 400 giovani indiani ora coltiverà dieci ettari da solo con DOMENICA 15 MAGGIO 2005 LA DOMENICA DI REPUBBLICA 35 le storie/2 Ci siamo passati davanti mille volte, ma non le abbiamo Volti ignoti mai viste, gli occhi bassi sul biglietto, l’attenzione al posto assegnato dal computer. Ci abbiamo parlato, ma non le ricordiamo: sono le cassiere delle sale. Immortalate in queste fotografie d’autore, che per la prima volta accendono i riflettori su chi li ha sempre avuti alle spalle Le donne invisibili del cinema

GABRIELE ROMAGNOLI l 30 gennaio del 2004 nella città porno e alla lettura dei classici a quel- di Hillsborough, North Caroli- la di una sala d’essai? È negli occhi di na, di fronte alla cassiera di una chi (talora) guarda o nella selezione locale multisala cinematogra- fatta dai gestori? fica si presentò, all’ultimo spettacolo, un uomo che mo- A ciascuno la sua stròI la pistola e chiese sussurrando Facciamo qualche esempio, ambien- l’incasso. La cassiera obbedì. Il rapi- tato a Roma. Pasquino multisala, spe- natore intimò di fare in fretta: la folla cializzata in pellicole in lingua origi- alle sue spalle cominciava a spazien- nale: la cassiera o è un’africana oppu- tirsi. La cassiera consegnò tutto quel re una ragazza con l’aria vagamente che c’era. Il rapinatore portò la pisto- punk come fosse appena rientrata da la alle labbra e ce la tenne per un se- Manchester e in procinto di tornarci. condo, prima di riporla nella tasca del Adriano multisala, proprietà Cecchi giaccone: era il suo modo di ordinare Gori, neon colorati e pellicole di faci- silenzio. Si allontanò dal cinema. Le le consumazione: cassiere genere fast persone in fila si stupirono che aves- food, giovani e a rotazione continua, se impiegato tanto per poi non entra- presumibilmente co.co.co. Nuovo ci- re in sala, ma non notarono nulla di nema Sacher, proprietà Nanni Moret- strano, pagarono i ti, programmazione loro biglietti ed en- alternativa: cassiera trarono. Nessuno si Nella finzione non definibile altri- accorse che la cas- menti che “moret- siera tremava nel cinematografica, tiana”. Anche il tipo dare il resto, nessu- di civiltà influisce: no vide il fermo im- solo cassieri maschi magine dello spa- se per caso una nei cinema del vento nello schermo Golfo, mentre a New dei suoi occhi. cassiera viene York l’acquisto del L’episodio serve a biglietto è racco- dimostrare una co- fatta alzare mandato via telefo- sa: nessuno guarda no, utilizzando la ta- una cassiera di cine- per entrare stiera e dialogando ma (e, scopriremo con la voce registrata alla fine, può perde- di Mister (non Miss) re molto). Nel luogo in una pellicola, Movie Phone. Tre ta- dove andiamo per sti per scegliere il vedere trascuriamo di solito film, il quartiere, l’o- di osservare la per- rario, nessuna possi- sona che sta sulla so- fa una brutta bilità di avere qual- glia. Davanti a lei ab- che anticipazione biamo gli occhi bas- fine. Nella sulla trama, come si sul biglietto, sullo sperava chi telefo- schermo computer nava alla cassiera, che indica il posto, realtà giustamente diffi- sulle monete che ci dando del giornale. vengono restituite. rispecchiano Magari rispondeva, Non bastasse la rapi- ma che cosa davvero na nel North Caroli- quasi sempre succedesse sullo na, una prova ulte- schermo non lo sa- riore dell’invisibilità le caratteristiche peva. Proiezionista e delle cassiere la for- maschera almeno niscono le fotografie assistono, la cassie- pubblicate in questa della sala ra, fuori. Eppure de- pagina. Sono state ve esistere un modo tutte scattate in cinema di Torino. Per per redimerne la storia, uno spiraglio anni sono entrato e ho acquistato il bi- capace di allietare perfino la cassiera glietto a ognuna di queste casse. Avrei che agli autori di queste foto chiese: potuto affermare sotto giuramento di «Non è che mi potete trovare un altro non aver mai visto nessuna delle don- lavoro?». E non basta ricordare che ne, che qui appaiono come dipinte da una cassiera al cinema entrò grazie al Andy Warhol su un fotogramma di Six figlio attore, Franco Fabrizi, scelto da Feet Under. Queste immagini e la lun- Fellini per I Vitelloni. Né basta riesu- ga didascalia che le accompagna sono mare dalla storia della pittura la don- un tentativo di mettere sotto i rifletto- na chiamata Volga, ritratta da Tonio ri chi li ha sempre avuti alle spalle. O, Zancanaro nel ‘39, con il bavero quando li ha avuti per sé, ha dovuto spruzzato di neve, primo amore del- rimpiangerlo. l’artista e cassiera di cinema. Occorre di più, bisogna tornare da dove si è Nella parte delle vittime partiti: in America. Se, per caso, in una versione al contra- Nell’estate del 1940 Jodie Attaway rio de La rosa purpurea del Cairo, una era una bella ragazza del Texas. Di cassiera viene invitata ad alzarsi dal Longview, per l’esattezza. Sognava di suo banco ed entrare nella pellicola, viaggiare, andare lontano, magari a va a fare una brutta fine. Accade, per New York, o in California, possibil- dire, nel film di Bigas Luna L’angoscia. mente, a fianco dell’uomo della sua Due ragazze vanno a vedere un horror vita. Nell’attesa, faceva la cassiera al intitolato The Mommy. L’assassino cinema del posto e, mentre la gente seriale agisce nei cinema. Le spettatri- era in sala, ascoltava la piccola radio ci si spaventano, sentendo la minac- transistor: non il programma musica- cia proiettarsi dallo schermo sulla sa- le, seguiva le partite di baseball, lega la. Si rifugiano in bagno e qui scopro- del Texas. In realtà di fuori campo e no l’omicida mentre massacra la sua terza base non le interessavano gran- vittima: la cassiera del cinema. Muore ché, le piaceva la voce dell’uomo che anche l’ambigua cassiera in Final- li raccontava. La stazione si chiamava mente domenicadi Truffaut. E in quel- KCRO, il radiocronista Jerry Doggett lo che è considerato uno dei capola- e, in qualche modo, le faceva sembra- vori segreti del cinema orientale, re un inning un’avventura. Chi vin- Goodbye Dragon Inn di Tsai Ming cesse era, alla fine, secondario. Liang, la cassiera, dopo aver addenta- to un’arrostita chiappa di porco, la- Il lieto fine di Jodie scia il suo posto per intraprendere Una sera di luglio, una di quelle in cui una lunga (dieci minuti), ipnotica perfino il baseball riposava, Jodie era camminata nel corridoio di un cine- al suo posto di lavoro e smerciava ma popolato da fantasmi che ne sim- biglietti più veloce che poteva. boleggia (forse) il passaggio nell’al- All’improvviso si fermò, la voce che dilà. Più indolore (non dal punto di vi- aveva detto “Uno”, poi “platea” o sta di una qualche morale) il passag- “galleria”, la inchiodò. Alzò gli occhi e gio allo schermo di Anne Sprinkle, no- anche Jerry Doggett rimase me d’arte di una giovane russa, nota- immobile, colpito. Tornò il giorno ta dal regista Gerard Damiano alla dopo, allo spettacolo pomeridiano cassa di un cinema porno e lanciata perché la sera c’era la partita. E quello dall’altra parte con Deep inside Annie dopo ancora. Si sposarono quello Sprinkle (In fondo a Annie Sprinkle), stesso anno. Lui divenne la voce dei apertura di una ventennale carriera. E Dodgers (insieme a Vin Scully, così qui si introduce un secondo elemento famosi che hanno dato il nome agli di valutazione: nel raro caso in cui agenti di X-Files). Si trasferirono a guardiamo la cassiera subiamo un ef- New York, poi, seguendo il destino LE FOTO DEL LIBRO fetto ottico dovuto al tipo di cinema della squadra, a Los Angeles. Vissero Le immagini di questa pagina sono tratte dove ci troviamo? Come Gerard Da- insieme per 57 anni. Al funerale di dal lavoro di Albert e Verzone miano ci viene spontaneo attribuire Jerry la ex cassiera prevedibilmente, intitolato “Le cassiere dei cinema una naturale disposizione all’esibi- ma con motivato orgoglio, disse: «La di Torino”, contenuto nel libro “Quotidiano zionismo alla cassiera di un cinema nostra vita è stata un bel film». al femminile” edito da Peliti e associati 36 LA DOMENICA DI REPUBBLICA DOMENICA 15 MAGGIO 2005

i luoghi Da Ajaccio a Capo Còrso seguendo la traccia del libro di Isole e scrittori Winfried George Sebald: i bizzarri cimiteri, più fantasiosi e ricchi dei loro villaggi; le straordinarie, ancestrali cerimonie funebri; l’usanza di seppellire i morti nei terreni di famiglia. Per scoprire l’anima nascosta della gente di questo spettacolare “sasso posato nel Mediterraneo” Corsica i camposanti segreti

FRANCO MARCOALDI peratore. Dunque ci siamo, anche Na- Assolutamente no. La ragione è un’al- ca della vendetta) determinava diver- poleone è arrivato al capolinea, e così Torna la leggenda tra: in barba alla legge, guarda tu, pro- se, ravvicinate dipartite, la famiglia po- AJACCIO possiamo ritornare al vero tema del prio napoleonica, che nel 1804 istituti- teva andare incontro alla rovina econo- viaggio dello scrittore tedesco, indicato dei “mazzeri”, va la creazione dei cimiteri, i còrsi han- mica. E proprio quando si era in pre- eduto su un pezzo di roccia dal titolo del libro: per l’appunto, Cam- no pensato di seppellire altrimenti i lo- senza di un morto ammazzato assume- (vera) di Sant’Elena, a caval- po Santo. ro morti. E questo è avvenuto lungo tut- vano un ruolo fondamentale le «voce- lo di un dromedario, assiso Nello specifico, quello che Sebald va strane figure che di to l’Ottocento; ma anche oggi, a giudi- ratrici», delle professioniste che, tra sul tamburo di una caraffa in a visitare e di cui riferisce nel secondo care da certi racconti, più d’uno isterismi corporei e un assoluto gelo ceramica, in cima alle scale capitolo si situa a Piana, splendida loca- notte ammazzavano continua a seguire l’antica tradizione. emotivo, invitavano i parenti a vendi- Sdi una minuscola statuetta di avorio: se lità marina celebre per le Calanche, di Una tradizione che richiedeva per il carsi dell’affronto subito: «Di sangue volete vedere Napoleone Bonaparte in cui così scrisse uno stupefatto Maupas- gli animali incontrati proprio riposo eterno la collocazione sentu una sete/Di morte sentu una bra- tutte le salse, fogge, dimensioni e mate- sant nel suo romanzo Una vita: «Parti- all’interno del terreno di famiglia, nei ma». riali venite al piano terra del museo Fe- rono al levar del sole e presto si ferma- per via, controfigure posti più spettacolari dell’isola (non è Oggi di «voceratrici» non c’è più trac- sch e nella casa natale di Ajaccio, di cui i rono davanti a una foresta di granito difficile, sono un’infinità) e nel caso dei cia; in compenso sembrano essere in turisti — in particolare francesi, natu- purpureo. Erano picchi, colonne, gu- più ricchi dentro pantheon costruiti una fase di nuova fioritura le confrater- ralmente — vanno ghiotti. glie, immagini sorprendenti modellate dei compaesani per l’occasione. nite religiose, ben sessanta su seicento- Lo troverete rappresentato o indiret- dal tempo, dal vento roditore e dalla Non so perché ma ho la sensazione sessanta comuni dell’isola, a volte mi- tamente richiamato su tazze di porcel- nebbia marina. Alte fino a trecento me- destinati a morire che la pista offerta da Sebald, il culto dei nuscoli. Un tempo le confraternite ave- lana, tovaglie, coltelli in madreperla, pi- tri, sottili, rotonde, contorte, adunche, morti, possa offrire una chiave insolita vano una precisa funzione sociale (l’as- pe, medaglioni, boccette di profumo, difformi, imprevedibili, fantastiche, e interessante per accostare quest’iso- sistenza dei malati o delle persone so- portamonete, cavaturaccioli, scatole in quelle rocce stupefacenti sembravano la, che al visitatore italiano si offre con- le), ora costituiscono un legame identi- legno a forma di cappello bicorno, por- alberi, cespugli, bestie, monumenti, tinuamente in una duplice, opposta tario quanto mai facile e immediato del tagioie in argento, busti, ventagli. Sen- uomini, frati con la tonaca, diavoli con veste: da un lato si respira aria di casa popolo còrso, soprattutto attraverso i za contare i frammenti di tessuto e ter- le corna, uccelli smisurati, tutta una po- (tanta Pisa e Genova e Sardegna; nelle cori. Le confraternite vivono il loro mo- racotta provenienti dalla casa natale, polazione mostruosa, un serraglio da chiese, nella lingua, nella natura), mento di massimo fulgore nel periodo adeguatamente infiocchettati come al- incubo, pietrificato dal volere di qual- mentre dall’altro sembra invece di pre- penitenziale della Settimana Santa e trettante reliquie, e ancora le diverse ar- che Dio stravagante». cipitare in un altrove tanto più indefi- durante l’anno sono sempre più richie- mi e divise utilizzate nel corso di una Credetemi, non c’è nessun svolazzo nibile perché mai e poi mai minima- ste per accompagnare con i loro canti il strepitosa carriera militare, i ritratti pit- letterario, le cose stanno proprio così: lo mente esotico. defunto nel corso del suo ultimo viag- torici, i modellini delle navi su cui il No- spettacolo naturale offerto dalle Calan- Decido di fare con calma il punto del- gio. stro ha navigato, le pagine di musica a che è a cavallo tra lo stupefacente e l’in- la situazione fermandomi in un alber- Non sono particolarmente ben viste lui dedicate. Sì, a giudicare da questo quietante, cosa non infrequente in Cor- go di Piana che incarna il sogno di ogni dalla Chiesa e ne ho avuto la puntuale immenso bric-à-brac ottocentesco si sica. Non è né stupefacente né inquie- viaggiatore: vecchio, démodé, terrazza conferma incontrando in quel di Car- direbbe che Napoleone è il primo per- tante, invece, il cimiterino di Piana, un sul golfo da strappare l’applauso, otti- gese l’archimandrita Florent Marchia- sonaggio della storia (e pour cause) su luogo desolato dove la presenza arbo- mo cibo di mare e montagna. In attesa no, la cui storia è a suo modo straordi- cui si è incentrato un vero e proprio rea — nell’isola straripante ogni dove, della cena ordino un bicchiere di mo- naria. A Cargese vive da oltre due seco- mercato di oggettistica e materiale reli- con decine di specie diverse — stavolta scato (che ben presto si moltiplica per li una piccola comunità greca con rela- quiario. Infinitamente più interessante non si manifesta neanche con un stri- due e per tre e per quattro) e metto ma- tiva chiesa cattolica di rito bizantino. Di e ricco dei miseri soldatini napoleonici minzito cipresso. Se Dio vuole però è no alla mia mini-biblioteca còrsa, com- fronte ad essa, sempre sul mare e al di là di oggi che si possono trovare nel book- l’altrettanto straripante macchia medi- posta di libri vecchi e nuovi: una Guide di generosi orti punteggiati da cactus, shop della casa museo. terranea (mirto, cisto, ginestra, rosma- de la Corse mystérieuse, Le voyageur de aranci, fichi e palme, c’è un’altra picco- rino, lentisco, corbezzolo) a colorare e Corse di Jean Noaro, Amor di Corsica di la chiesa cattolica di rito latino. Svaria- Serraglio pietrificato profumare le tombe del cimitero, so- Stefano Tomassini, Mazzeri, Finzioni, ti decenni fa arriva qui dall’Italia mon- Non a caso anche il mio anfitrione, lo pendo almeno in parte la tristezza infi- Signadori di Dorothy Carrington, Mots signor Marchiano, che in teoria do- scrittore tedesco W. G. Sebald, che poco nita dei fiori di nylon e dei cuscini di fio- et Mythes di Max Caisson, La chanson vrebbe fermarsi appena una settima- prima di morire stava mettendo mano a ri in ceramica delle diverse tombe, a cui populaire de l’Isle de Corse di Austin de na, mentre in realtà rimane fino ad og- un libro di viaggio sulla Corsica di cui i si accompagnano curiose targhe in Croze, Voyage en France di Ardouine gi, officiando messa — grazie ad un’ap- primi capitoli sono appena comparsi in marmo dove la nipote ricorda la nonna MARE E ROCCIA Dumazet. posita dispensa papale di Paolo VI — in Inghilterra nel libro Campo Santo (Ha- morta omaggiandola con la figurina di In alto, veduta da Capo Corso. Ciascun autore ha le sue idee, e spes- entrambe le chiese: una domenica in mish Hamilton), comincia da qui la sua una sedia a dondolo e relativo bastone Sotto, da sinistra, so sono divergenti l’una dall’altra, ma quella di rito bizantino, una domenica visita nell’isola. Pagando da subito il ne- da passaggio, i compagni di caccia del il cimitero dell’isola svariati spunti che leggo qua e là mi aiu- in quella di rito latino. cessario pedaggio ad Ajaccio — la città defunto con l’immagine di un cacciato- di Lavezzi, le calanche tano a mettere meglio a fuoco le prime La storia mi affascina e mi piacereb- meno còrsa della Corsica, come scrive la re assieme al suo cane e i compagni di di Piana, il porto di Ajaccio, immagini di viaggio che ho accumula- be approfondirla, ma l’uomo è ispido, guida del Touring — e al suo più celebre lavoro del fu marinaio con relativa bar- le calanche della riserva to. Ora, che da queste parti il culto dei poco suadente. O forse individua nel nativo, che, dopo una cotta giovanile chetta. di Scandola, la chiesa morti sia sempre stata una cosa seria lo suo interlocutore nient’altro che uno per il padre dell’autonomismo isolano, Sin qui, ripeto, niente di memorabi- di San Michele di Murato si capisce da subito: basta mettere a scocciatore ignorante. Trova soltanto il Pasquale Paoli, sarà preso da ben altri le. Ma qualcosa di più sorprendente confronto l’architettura abitativa tempo per dirmi che le attuali confra- problemi di ordine imperiale. cattura l’attenzione di Sebald e conse- (semplice fino all’anonimato) con le ternite hanno ben poco a che vedere Ma prima di abbandonare la casa na- guentemente la mia. Ovvero le date di cappelle mortuarie che si vedono lun- con la dottrina della Chiesa. I loro tale di Napoleone c’è un’ultima stanza morte che compaiono sulle tombe dei go le strade, alcune monumentali, altre membri si vedono soltanto durante la che vale la pena visitare. A fianco di un vari Spinosi, Luciani, Barbagelata, Cec- più modeste, ma comunque con un co- Settimana Santa, mai nel corso delle incredibile albero genealogico della fa- caldi, Grimaldi, Casabianca (cognomi stante tasso di fantasia in più. In ag- messe domenicali. In qualche modo ri- miglia Bonaparte composto di capelli che indicano nel modo più evidente la giunta lo stesso Sebald racconta che i flettono, conclude, la religiosità emoti- (sic!), secondo un procedimento che prossimità con casa nostra): non si va funerali erano cerimonie di intensa va e infantile dei còrsi, che spesso scon- pare fosse molto alla moda durante il re- mai più in là di sessanta-settant’anni drammaticità, molto elaborati e lun- fina nel folklore. gno di Luigi Filippo, ecco la maschera fa. In quel di Piana, dunque, esiste un ghi, quindi costosi, tanto che se la ma- Davanti al tramonto di Piana che sta mortuaria e la corona funeraria dell’im- altro cimitero, precedente a questo? lasorte (o magari il banditismo e la logi- infiammando di un rosso vinaccia le Repubblica Nazionale 36 15/05/2005 DOMENICA 15 MAGGIO 2005 LA DOMENICA DI REPUBBLICA 37

“Perciò di paese in paese si trovano “Le porte e le finestre della casa che “Le donne, altrimenti condannate dappertutto piccole dimore per i aveva subito la sventura erano chiuse al silenzio, assumevano il ruolo morti: tombe e mausolei, qui sotto un e a volte l’intera facciata era dipinta principale, cantando lamenti e nenie castagno, là in un boschetto di ulivi di nero. Il cadavere, lavato e rivestito, tutta la notte, strappandosi i capelli pieno di luci mobili e ombre, nel o nel caso di una morte violenta e ferendosi il volto come le antiche ‘‘ mezzo di un’aiuola di zucche, un lasciato tutto insanguinato, era in Furie, in particolare quando il corpo campo d’orzo”’ mostra nella stanza” era quello di un uomo assassinato”

da CAMPO SANTO di W. G. Sebald

sue immaginifiche sculture naturali, In chiesa mi attende Christian An- ripenso alle secche parole di monsi- dreani, alla testa del coro della confra- gnor Marchiano, che peraltro rafforza- ternita di San Martinu: una decina di no ulteriormente la legittimità della pi- persone di ogni ceto ed età, con le facce sta tracciata da Sebald. È venuto il mo- tipiche di tutti i còrsi, cittadini, campa- mento di mettersi in marcia, per rag- gnoli o montanari che siano: facce ter- giungere il nord, capo Còrso, dove da ragne, arcaiche, veraci. quello che ho letto mi attendono le Christian mi riempie di libri e docu- FOTO CORBIS/CONTRASTO tombe più sorprendenti e l’incontro menti, suona per me i più diversi stru- con Christian Andreani, un singolare menti isolani, mi offre salumi, formaggi personaggio polimorfo: fotografo, et- e vini, mi racconta storie antiche e sem- nografo, appassionato di musica po- pre presenti. Come quella dei «mazze- polare, e membro a sua volta della con- ri», strane figure a cavallo tra lo scemo di fraternita di San Martinu, in quel di Pa- paese e lo sciamano, che di notte si libe- trimonio. ravano dei loro corpi e obbedendo a Il viaggio per raggiungere il nord è un’irresistibile compulsione ammaz- breve, circa tre ore, ma è un vero viag- zavano degli animali incontrati per via gio. Ieri, davanti a una strepitosa gior- (cani, gatti, maiali, volpi, mucche) nel nata di sole, mi era venuta la voglia di fa- muso dei quali compariva all’improvvi- re un bagno in mare in anticipo sulla so l’immagine di un loro compaesano, stagione; oggi, in montagna, devo rin- destinato, proprio per questo motivo, graziare la provvidenziale presenza di ad una immancabile e subitanea morte. uno spazzaneve, se ho modo di passa- Poi Christian ritorna sul significato re indenne in mezzo a una ricca nevi- più profondo del seppellimento del de- cata. E ho così modo di raffigurare pla- funto nella propria terra: era il modo più sticamente cosa significhi in quest’iso- chiaro per stringere un patto di inalie- la la potenza della natura e degli ele- nabilità della proprietà con i discen- menti, collante primo e irrinunciabile denti, per far sì che la sua presenza con- dell’identità còrsa, al di là di qualunque tinuasse a circolare quotidianamente nazionalismo e a dispetto di qualun- tra i vivi che potevano chiedergli consi- que globalizzazione. Ora mi è più chia- gli sul modo migliore di procedere negli ro cosa intendesse dire il mio alberga- affari dell’esistenza. tore quando ieri affermava che soltan- È giunto il momento di fare un giro to partendo da qui, da questo «sasso per vedere le tombe più belle, qui, nella posato nel Mediterraneo», per usare zona della Corsica dove i cosiddetti l’espressione di Saint-Exupéry, si capi- «còrsi americani», mi dice Christian, sce come malgrado invasioni, migra- «tornavano a morire dopo aver fatto for- zioni, turismo e quant’altro, ci sia qual- tuna in Costa Rica, Venezuela, Argenti- cosa, al fondo dell’isola, di incancella- na». Ed eccole allora queste curiose co- bile: «È la Corsica a fare i còrsi, non vi- struzioni, da sole o in gruppo, che con ceversa». maggiore o minore discrezione si ri- chiamano al gotico e al barocco, al pal- Un prete per due chiese ladiano e al neoclassico, senza contare Nel frattempo ho lasciato alle spalle la le incursioni nel mondo islamico. C’è montagna e tramortito dai profumi addirittura uno studioso che si è si è pre- della macchia sono giunto ancora una so la briga di definire le diverse e distin- volta in prossimità del mare e di quel te tipologie: la cappella, il monumento, capo Còrso che è famoso tra l’altro per l’esedra, il baldacchino, il pantheon, la i suoi vini, vini che in qualche modo fu- cripta. rono all’origine del moderno autono- «Era così un tempo», dice Christian, mismo còrso, come è suggellato dall’e- «ma anche oggi, a dispetto della legge, pisodio di Aléria, dove nel 1975 la canti- alcune persone desiderano e ottengono na di un pied-noir venne occupata da un di essere sepolte nel proprio terreno. commando di autonomisti, che accusa- Dalle costruzioni megalitiche in avanti, vano lui come più in generale quei fran- il legame tra vita e morte, qui, è fortissi- cesi d’Algeria venuti in Corsica come vi- mo. E non ha niente di cupo, di malin- ticultori, grazie ad aiuti statali, di pro- conico. È l’insegnamento costante che cessi di vinificazione fraudolenta. Furo- viene dalla terra dura e aspra in cui vi- no anni duri, mi dice la moglie di Antoi- viamo. La cosa, vista da fuori, può anche ne Aréna, uno dei migliori vignaioli del- stupire. La zia di una mia amica raccon- la zona, ma adesso le cose si sono tava di come gli italiani occupanti, al rimesse nel verso giusto. E il vino còrso è tempo dell’ultima guerra, a proposito di nuovamente (e giustamente) apprezza- questa usanza plurisecolare le dicesse- to dal mercato internazionale. Anch’io, ro meravigliati: voi còrsi seminate i a mia volta, faccio un bel carico di mo- morti come fossero patate. E lei rispon- scato e vino bianco gentile, dopodichè deva: non ci trovo nulla di strano. Dalla arrivo finalmente a Patrimonio. terra veniamo e alla terra ritorniamo». Repubblica Nazionale 37 15/05/2005 38 LA DOMENICA DI REPUBBLICA DOMENICA 15 MAGGIO 2005

L’esodo sotterraneo dalla zona Est della capitale tedesca: a raccontare la genesi del “movimento degli scavatori”, quei gruppi di studenti che aprirono le gallerie attraverso le quali oltre 50mila berlinesi raggiunsero l’occidente, sono due donne, Marion Detjen nel suo lavoro di dottorato che a settembre uscirà in volume e Maria Nooke, direttrice del Museo del Muro Tunnel dellalibertà

Berlino la vera storia della Grande Fuga

ANDREA TARQUINI dalla Heerstrasse, in un quartiere ele- ci del socialismo, i trafficanti d’uomini, LE TAPPE gante di Berlino Ovest, mentre le sue si annidano soprattutto nelle due uni- BERLINO 166 km due bimbe giocano allegre in giardino. La lunghezza complessiva del Muro versità del settore ovest, tra le organiz- «Poi il regime di controllo confinario di- di Berlino, che era alto 3,6 metri zazioni giovanili democristiana e so- i furono anche due stu- venne molto più efficiente e severo. La cialdemocratica, nelle Chiese, nelle ra- denti italiani a Berlino disperazione spinse la gente dell’est al- dio di Berlino Ovest, nei circoli studen- Ovest, Mimmo Sesta e Gi- l’ingegno. E i giovani di Berlino Ovest ad teschi». gi Spina, tra gli eroi scono- atti di coraggio, in nome della solida- 450mila Mimmo Sesta e Gigi Spina furono sciuti della Grande Fuga. rietà. Sono queste le storie che ho cerca- I metri di filo spinato stesi, dall’inizio nel movimento senza eroi né SiC scappava saltando sui reticolati, lan- to di narrare». per scoraggiare i tentativi di fuga, capi. «Mimmo — narra Maria Nooke — ciandosi dalle case di Bernauerstrasse, Al museo di Bernauerstrasse foto e lungo il perimetro del Muro studiava Architettura, Gigi storia del- la strada dove la linea di confine del Mu- documenti ricordano quei giorni terri- l’arte. Avevano amici di Berlino Est tra i ro della Vergogna passava attraverso i bili. Ecco i gendarmi dei Kampfgrup- compagni di studi, li perdettero quan- palazzi: portone principale a est, porte pen, la famigerata milizia operaia del do col muro quei giovani non poterono secondarie, balconi e finestre a ovest. regime, a presidiare il lato est della Por- più venire a studiare all’Ovest. Uno de- Oppure, molto spesso, si fuggiva verso ta di Brandeburgo, col mitra sovietico a gli amici di Gigi aveva moglie e un bim- LA COSTRUZIONE la libertà scavando di nascosto tunnel tracolla. «Patriotische Erziehung-Ord- bo nel settore comunista». Il gruppo di La mattina del 13 agosto 1961 sotto il Muro. L’esodo a rischio da Berli- nung und Disziplin», cioè «educazione Mimmo e Gigi costruì per loro e per cominciano i lavori di edificazione no Est, dopo che la dittatura di Walter patriottica-ordine e disciplina», recita molti loro parenti e amici il cosiddetto Ulbricht ed Erich Honecker aveva ordi- quasi nazista lo slogan alle loro spalle. Tunnel 29, dal numero di persone che nato di blindare il confine, fu un’avven- Ecco le foto degli anziani che saltano dai riuscirono a scapparvi. Si scavava di tura infinita, degna balconi del lato ovest notte, senza particolari conoscenze di un copione hol- dei vecchi palazzi di d’ingegneria delle gallerie, rischiando lywoodiano. Oggi Bernauerstrasse. O crolli o allagamenti. Il tunnel 29 fun- quel copione, con ri- l’immagine leggen- 45mila zionò solo due giorni. La poi lo sco- gore di studio scien- daria di Conrad Le lastre di cemento armato usate prì, ma troppo tardi. Nel mondo libero tifico ma con lo stile Schumann, il giova- per evitare l’arrampicamento divenne famoso come «tunnel della avvincente d’un ro- ne soldato dei Vopos Nbc», perché il network tv americano vi manzo di Le Carré o che in un momento riprese sequenze delle fughe, e dopo di Clancy, lo ha scrit- Ian McEwan di distrazione dei l’abbandono del tunnel mostrò al mon- to una giovane, bella ‘‘ suoi commilitoni do cosa voler dire cercare scampo dal Si trovarono in una 2,6 mln storica berlinese di balza sul filo spinato Le persone fuggite dall’est all’ovest comunismo. I MOVIMENTI Subito dopo la costruzione, i giovani appena 35 anni, Ma- sezione del tunnel e passa a ovest. della Germania tra il ‘49 e il ‘61 In tutto, attraverso i tunnel scavati dai delle università di Berlino ovest si rion Detjen. Il suo la- «Presto venne il prima della costruzione del Muro gruppi di studenti, riuscirono ad appro- voro di dottorato illuminata a giorno, peggio, presto la li- dare alla libertà circa 50mila berlinesi organizzano per facilitare le fughe uscirà in settembre pulita e ordinata. nea di separazione come volume con tra le due Berlino fu l’editrice Siedler. Ein Dall’alto si udiva ermeticamente Loch in der Mauer — chiusa e presidiata die Fluchthilfe im ge- il frastuono del dalle autorità confi- teilten Deutschland traffico sulla narie comuniste», 1961-1989, cioè “Un spiega Marion buco nel Muro — Schönefelder Detjen. «E allora ac- l’aiuto alle fughe nel- cadde l’imprevisto, la Germania divisa Chausse l’impossibile: alla tra il 1961 e il 1989”, da LETTERA A BERLINO Freie Universitaet e s’intitola l’appassio- alla Technische Uni- nante resoconto di versitaet, i due atenei Frau Doktor Detjen. di Berlino Ovest, si LA REPRESSIONE Un’altra donna di talento, Maria formarono piccoli gruppi spontanei di Ai poliziotti viene dato l’ordine di Nooke, direttrice del Museo delle fughe “Fluchthelfer”, gente che aiutava a fug- sparare a chiunque tenti la fuga e del Muro che sorge al numero 111 di gire. Erano quasi sempre solo studenti: Bernauerstrasse, ha contribuito. E con abbastanza giovani da affrontare il ri- l’uscita del libro che si avvicina, la Ger- schio con incoscienza, il più delle volte mania riunita rivive uno dei capitoli più senza legami familiari o affettivi a fre- dolorosi della sua Storia. narli davanti al pericolo». La costruzione del Muro fu un atto Piccoli gruppi spontanei, il più delle brutale, improvviso: così il 13 agosto volte di tre o quattro persone. Piccoli 1961 la dittatura dell’est volle arginare la gruppi in contatto sporadico tra loro. fuga in massa delle élites e degli operai Quello dei Fluchthelfer fu un movi- più qualificati verso la Germania libera. mento giovanile di base, coraggioso e «Nei primi giorni e settimane dopo il 13 mosso da buoni sentimenti. Un movi- agosto era ancora possibile scavalcare i mento senza miti e senza capi, sette an- reticolati, o passare da est a ovest attra- ni prima del Sessantotto. Un movimen- verso i cortili di Bernauerstrasse, la stra- to che la famigerata Stasi, la Gestapo LA CADUTA da a ridosso del nuovo confine», mi rac- rossa di Berlino Est, cominciò subito a Il 9 novembre 1989 i dirigenti della conta Frau Doktor Detjen. Parliamo nel schedare nei suoi dossier. Dice un rap- Repubblica democratica tedesca

Repubblica Nazionale 38 15/05/2005 salotto della sua bella villetta a un passo porto Stasi del settembre 1961: «I nemi- riaprono le frontiere: fine di un’era DOMENICA 15 MAGGIO 2005 LA DOMENICA DI REPUBBLICA 39

I PROTAGONISTI Nella foto a destra, Dominic “Mimmo” Sesta, uno degli studenti italiani che parteciparono al “Movimento degli scavatori”. Accanto, sua moglie Ellen Sesta, autrice del “Il tunnel della libertà” edito da Garzanti. Nella foto grande, il Muro prima del crollo. Le immagini in basso sui FOTO LAIF/CONTRASTO FOTO LAIF/CONTRASTO metodi di fuga ritraggono oggetti esposti al Museo Checkpoint Charlie di Berlino

I TRUCCHI dell’est in pochi mesi. Almeno quindici sieme a studenti di altri paesi occiden- tuglia americana sulla riva libera, a un furono i tunnel più grandi, altre gallerie 5mila tali. Soprattutto per procurare gli “og- passo dalle villette di Zehlendorf. erano così piccole che vi si procedeva I tentativi di fuga scavalcando il getti esotici”, cioè, nel gergo del movi- Richter entrò volontario nel movi- carponi. Altre finirono allagate, altre fu- Muro. Spessissimo ci sono stati feriti mento, i passaporti falsi di altri paesi mento senza capi. E lo portò avanti an- rono scoperte dai Vopos, i gendarmi di Nato o neutrali. Studenti norvegesi, che anni più tardi, quando il Muro era Ulbricht con l’ordine di «sparare anche olandesi, francesi, danesi, belgi si mo- diventato ipervigilato e impenetrabile. contro bambini, cani e gatti domestici», bilitavano per fornire con precisione la Divenuto cittadino della Repubblica fe- FOTO MAGNUM / KOUDELKA o da delatori. Le autorità occidentali tol- 10mila merce necessaria: passaporti con foto derale, organizzò un gruppo che porta- leravano il movimento degli studenti- I soldati di guardia impiegati lungo di persone giovani o anziane, grasse o va a ovest i tedesco-orientali nei capaci scavatori con simpatia, ma anche con il Muro o sulle 302 torri di controllo magre, bionde o brune, abbastanza so- vani bagagli delle auto dei suoi membri. imbarazzo: ogni incidente di frontiera per impedire la fuga dei berlinesi miglianti ai tedeschi dell’est decisi a Hartmut era divenuto un pendolare del nella guerra fredda poteva trasformarsi fuggire. Poi venivano a Berlino Ovest, sentiero della libertà: viaggiava sulle au- nel rischio di far scoppiare la terza guer- passavano il Muro verso est con i passa- tostrade di transito nella Ddr circonda- ra mondiale. E il rischio fu gravissimo porti in tasca, e li distribuivano ai desti- te dai reticolati, tagliava varchi nel filo quando le truppe confinarie comuniste natari del soccorso. Il gruppo di “forni- spinato e raccoglieva a bordo i fuggia- GLI AEREI scoprirono il Tunnel 57 (anch’esso tori di oggetti esotici” attorno a Detlev schi. Nel 1969 fu scoperto e catturato, e Tra i mezzi di fuga c’erano i piccoli chiamato così dal numero di fughe riu- Girrmann, Dieter Thieme e Bodo Koeh- condannato a 15 anni di lager. Tornò al- velivoli (nella foto un monoposto) scite). Gli ultimi fuggiaschi scapparono ler riuscì così a organizzare con succes- l’Ovest alla fine dei Settanta, quando la correndo nella piccola galleria, i milita- so oltre mille fughe. democrazia di Bonn cominciò a pagare ri comunisti li rincorsero nella confu- Altri cittadini di paesi occidentali ri- qualche decina di migliaia di marchi a sione sparando. Le pallottole dei Kala- schiavano anche più grosso. Divenne testa per comprare la libertà dei fratelli shnikov colpirono a morte un soldato. E mitico un medico sfortunati dell’Est. Berlino Est cercò di avvalorare la tesi italiano, che volle Condanne esemplari menzognera di un omicidio di un sol- conservare l’anoni- dopo processi-farsa dato da parte dei “provocatori” occi- 239 mato: nel portabaga- furono a lungo stru- dentali. Nel marzo ‘62, un altro tunnel Le persone uccise dai poliziotti gli della sua fiam- mento di Berlino Est importante lo scavò Harry Seidel, cam- di guardia durante le fughe mante, rossa Alfa Ro- per intimidire i suoi pione olimpionico di ciclismo della meo portò a Berlino cittadini: già pochi Ddr, fuggito in Occidente pochi mesi ovest prima una ra- giorni dopo la costru- prima. E portò via moglie, figlia e alcuni gazza, poi i suoi geni- John le Carré zione del Muro, un amici. tori. Il colmo della ge- ‘‘ gruppo di studenti 15 Ora scorgeva il muro LE BORSE Ma non furono i tunnel l’unica arma I tunnel più grandi: attraverso di essi nialità da film e del orientali fu arrestato I bambini venivano spesso espatriati non violenta dei gruppi giovanili di aiu- in pochi mesi riuscirono coraggio fu quello e, guardando in alto, al campeggio duran- nelle borse: nella foto, la ricostruzione to alla fuga. Nelle due università di Ber- a fuggire 50mila berlinesi dell’est d’un gruppo di berli- te una festa in spiag- esposta al museo Checkpoint Charlie lino libera, i ragazzi si organizzarono in- nesi dell’est, che nel i tre fili di ferro gia. Accusati con pro- settembre 1961 era- spinato ve prefabbricate di no già in contatto da voler progettare un settimane con i loro e i micidiali ferri tunnel, i ragazzi furo- soccorritori dell’ove- no condannati a pene st. L’occasione della uncinati che li tra i due e gli otto anni fuga fu un funerale: il reggevano. Nel muro di centro d’interna- tunnel scavato dagli mento a regime duro. studenti arrivava erano stati infissi Dopo i Settanta il dietro un cespuglio movimento dei tun- nel terreno del cimi- dei cunei di metallo nel si sciolse: l’espa- tero di Finkstrasse, a da LA SPIA CHE VENNE trio pagato da Bonn Berlino Est. Fuggiro- DAL FREDDO era più facile, e trop- no in cinquanta do- po alto era diventato I SOMMERGIBILI po aver dato l’ultimo il rischio di finire as- Nella foto, uno dei piccoli sottomarini addio a una veneranda nonnina. Resta- sassinati al confine dai poliziotti comu- usati per attraversare il fiume Sprea rono all’est solo le due anziane “guar- nisti. Oggi, nella Berlino unita, sotto il die”, che vigilarono per controllare se percorso del Muro corrono solo i tunnel pattuglie della polizia comunista si avvi- del bellissimo metrò, adorato dai giova- cinavano al camposanto. ni. Un tratto di Muro resta come ricor- I primi mesi dopo la costruzione del do lungo Bernauerstrasse, e là solo un Muro furono i più eroici. Marion Detjen cumulo di macerie sul lato est della stra- ha raccolto il caso di due bimbi, di undi- da ricorda gli anni bui. Sono le macerie ci e nove anni. Scavalcarono i reticolati della Chiesa della Riconciliazione, la in un punto dove ancora non erano sta- parrocchia del lato orientale del quar- ti eretti i mattoni del Muro. I soldati fran- tiere dei tunnel, distrutta con la dina- cesi li soccorsero e li consegnarono a un mite dalla dittatura per disprezzo e ven- brefotrofio. Tre settimane dopo, i due detta contro la fede e il ruolo dei religio- bimbi fuggirono, riscavalcarono il reti- si in quei gruppi giovanili. L’antica chie- colato verso est, e da quel passaggio por- setta crollò nel 1985 nel boato dell’e- LE AUTO tarono via papà e mamma. Ci fu poi il ca- splosione. Il Muro della Vergogna le so- I vani segreti ricavati nelle auto (foto) so di Hartmut Richter, giovane sportivo, pravvisse solo quattro anni, fino al erano uno dei metodi più diffusi per che di notte nuotò per ore nel canale di mitico Ottantanove del nuovo movi-

Repubblica Nazionale 39 15/05/2005 attraversare il Muro di Berlino Teltow, fino a raggiungere la prima pat- mento dell’est.

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la lettura Ascesa, caduta e (piccola) risalita di un impianto storico Architettura e sport dello sport italiano: il Foro italico di Roma dove si concludono oggi gli Internazionali di tennis. Una struttura imponente nata nel 1934 su un progetto di Costantini: l’anno dopo si gioca il primo torneo con Mussolini tifoso, deluso, dei campioni di casa nostra FOTO ALINARI Nello stadio della statue

GIANNI CLERICI zio, per una iniziativa dovuta quasi sulle tribune sguarnite, la prima edizio- slovacco Kodes avrebbe aggredito il giu- esclusivamente ad Alberto Bonacossa. Il corridoio che ne romana del 1935 ebbe inizio. Si au- dice arbitro Brunetti. Una bottiglietta ROMA Importante feudatario, grande sporti- spicava che un rappresentante di un sarebbe volata in campo nel corso di un vo, proprietario della Gazzetta dello collega gli spogliatoi paese di Santi, Poeti, Navigatori giun- match del bizzarro rumeno Ilie Nastase. l corridoio che collega gli spoglia- Sport, Bonacossa era stato insignito del gesse a confermare la nostra antica su- Un forte giocatore americano, Solly So- toi al Campo delle Statue, il Cen- titolo di Conte dal partito. periorità razziale. Con delusione mista a lomon, avrebbe abbandonato il match trale del Foro Italico è lunghissi- All’inizio avverso a quel «gioco da si- al campo è sorpresa, i due migliori tennisti italiani, contro Adriano Panatta, accusando i mo. Lo percorrevo per la prima gnorine inglesi», Mussolini si era via via il nobile De Stefani e l’ex-raccattapalle giudici di derubarlo. Un arbitro inglese, volta, nel 1950, l’anno che vedeva avvicinato al tennis, anche per il corag- lunghissimo. Palmieri, furono battuti. In finale, di Bertie Bowron, sarebbe disceso indi- laI ripresa del torneo, nel dopoguerra, gio di Augusto Turati, presidente della fronte ad un parterre di elegantissime gnato dal seggiolone per andarsene. E, dopo una sosta imposta all’Italia dai Fit, Federazione Italiana Tennis, che Lo percorsi nel 1950: dame e cavalieri in camicia nera, l’inat- infine, Borg avrebbe minacciato il ritiro, suoi ex-nemici anglosassoni. Fianco a aveva espunto il classico Lawn (prato) teso americano Wilmer Hines, soltanto nella finale 1978 contro Panatta, se gli me camminava un piccolo australiano dalla ragione sociale. Un giorno in cui, a vedermi c’erano sedicesimo nella classifica Usa, battè spettatori avessero continuato il loro che mi pareva vecchissimo, con i suoi dalla terrazza del Club Parioli di viale Ti- tre set a zero il nostro eroe, Pal- lancio di monetine. trentasei anni. Uno che aveva vinto l’ul- ziano, Mussolini assisteva ad una sfilata più monumenti mieri. Avrebbe scritto un habitué e innamo- tima edizione di Davis nel 1939, Adrian di sportivi, Turati l’aveva sentito escla- Si verificarono, nel corso di rato degli Internazionali, il columnist Quist. Camminavamo senza parlarci. mare: «Un gioco che non mi piace e che quella prima edizione, alcu- del Boston Globe, Bud Collins. «Gli in- Non sapevo l’inglese, durante la guerra non capisco». Pronto, aveva ribattuto: che spettatori ni incidenti, che avrebbero glesi possono aver inventato il tennis, quella lingua era stata proibita nelle no- «Non vi piace, Eccellenza, perché non lo più tardi connotato la sto- ma gli italiani l’hanno umanizzato». stre scuole, e sostituita con il tedesco. capite». Pochi giorni dopo, il custode del ria di un Campionato Giudizio benevolo, ma, anche nei ri- Ero senza fiato, scorgevo una fonte vi- Tennis Parioli sarebbe stato chiamato a sempre diverso da quelli svolti negativi, non lontano da una sua vissima di luce alla fine del tunnel, e fi- costruire un campo a villa Torlonia, e tre tradizionali di Francia, verità. Con il beniamino italico in cam- nalmente vi arrivai. Sul campo, che po- mesi più tardi qualcuno si sarebbe sor- Gran Bretagna, Stati po, il pubblico si esaltava, sino a dimen- teva ospitare quattromila persone, c’e- preso nel sentire il Duce esclamare: Uniti e Australia: i co- ticare le più elementari regole del fair rano più statue che spettatori. Le guar- «Magnifico gioco, lo pratico anch’io». A siddetti Grand Slam. Il play. Gli spettatori che salutarono il loro dai una ad una, quasi potessero aiutar- questo coup de foudre si deve lo sposta- terzo tennista mon- concittadino Nicola Pietrangeli, vinci- mi: il pescatore col falco, l’arciere, il vo- mento del torneo da Milano a Roma. diale, il boemo germa- tore nel 1957 e 1961, erano rumorosi, gatore, il tennista con racchetta... Ma il Vecchi soci del Tennis Club Milano mi nizzato Menzel, ab- partigiani, ma non faziosi. I loro nipoti, mio avversario già mi aveva lanciata la raccontarono che “El cont Alberto” non bandonò il campo che nel 1976 sostennero un Adriano Pa- prima palla, e ribattei alla men peggio, era stato per niente lieto dell’iniziativa causa il comporta- natta vincente, si erano avvicinati al co- rendendomi conto d’improvviso che del Capo. Ma che altro poteva fare, se mento scorretto del stume dei tifosi della curva sud del vici- veniva naturale giocare corto, spaesati non indossare la camicia nera, mettersi pubblico, e fu no stadio di calcio. Ebbri di un sottile dalle prospettive di quel campo enorme. sull’attenti, e tendere il brac- squalificato. Ma, fluido collettivo, si abbandonavano a Avevo anche per la prima volta l’onore, cio? nel corso delle invocazioni rituali, e il coro di A-A-dri-a- oltre che di un arbitro di sedia, di ben Posata l’ultima la- edizioni del do- no, scendeva dagli spalti a importunare quattro giudici di linea. Andò male. Rac- stra di travertino, poguerra, lo sfortunato avversario del nostro eroe. cattai in tutto quattro game, mentre la cooptati nelle loro avremmo visto di Negli anni in cui l’Italia divenne pro- vergogna cresceva, sino a divenire quasi eleganti divise gli peggio. Sul tagonista della Coppa Davis, accaddero insopportabile. Accolsi il 6 a 0 finale co- studenti della Farne- Campo delle episodi di cui ancor mi vergogno, nono- me una liberazione, e presto, sotto la sina per far macchia Statue il ceco- stante mi opponessi con le fragili armi doccia, mi dissi che non sarei mai diven- del cronista. Nel corso di Italia-Usa del tato un giocatore internazionale, tanto 1961, un punto importantissimo fu valeva porre maggior attenzione all’uni- scippato all’americano Whitney Reid, versità, divenire avvocato, e magari, in che avrebbe issato il suo paese a un segreto, tentare la via del romanzo. preoccupante vantaggio di due a zero. E, Vedete il destino. Sarei invece ritornato nella semifinale di Davis del 1976 contro quattro volte al Foro Italico come tenni- gli australiani, John Alexander sarebbe sta, sempre modesto, ma non tanto im- stato addirittura colpito alla fronte da potente da vergognarmi. E vi sarei poi ri- una pietra. È ormai un vecchio gioco tra tornato ogni anno, sino ad oggi, da quel- noi, che ci incontriamo negli studi tele- lo scriba che sono diventato. Un felice visivi dei tornei, rimemorare la vicenda: pellegrinaggio, le mie annuali vacanze John si porta un dito alla fronte, io giun- romane, così come si ritorna per le ferie go le mani e mi inchino, in atto di scusa. nello stesso posto, sino a conoscere tut- Tutto ciò va ricordato per onestà cro- ti, guardiani, baristi, inservienti, came- nistica, ma nulla toglie al fascino di un rieri. Sino ad adottare un luogo e esser- torneo che non ha eguali e che, negli an- ne adottati, in qualche modo concitta- ni tra il Cinquanta e il Settanta, avrebbe dini, di casa. Avrei pian piano appreso raggiunto e forse addirittura superato la che quello stadio esisteva dal 1934, su qualità di un Roland Garros allora mal progetto dell’architetto Costantino Co- diretto. Per nostra fortuna, un ex-gioca- stantini, che l’aveva denominato Stadio tore e impresario di spettacoli teatrali e Olimpico della Racchetta, perché al par- sportivi, Carlo Della Vida, si sarebbe tro- tito fascista non piaceva la parola stra- vato a dirigere gli Internazionali. Figlio niera tennis, sostituita con quella di Pal- di uno dei tredici professori che rifiuta- lacorda. rono di sottomettersi ai fascisti, uomo di Lo stadio faceva parte di un comples- superiore cultura, Della Vida attirò i so polisport, progettato da Enrico Del campioni con ogni mezzo, dagli assegni Debbio, una costruzione monumenta- sottobanco, vietati ai tempi del dilettan- le che sarebbe terminata solo alla vigilia tismo, ad altre lusinghe di ogni natura. della guerra, nel 1939. Il tennis com- Ma fu soprattutto la sua grande intelli- prendeva, appunto, il Centrale con le genza, l’umanità, a far sì che Roma dive- gradinate in marmo, più altri sei campi, nisse, se non addirittura il quarto, il e due altri di allenamento, che sarebbe- quinto torneo mondiale. ro in seguito stati distrutti per far posto Non l’avessero disgustato i soliti me- al parcheggio auto dei tifosi di Roma e diocri, provinciali dirigenti federali, Del- Lazio e, nel 1996, per la costruzione di la Vida avrebbe impedito che gli Interna- quello che l’architetto Portoghesi definì zionali smarrissero via via importanza, «una vergogna per un paese del terzo sino a lasciare una data ideale nelle ma- mondo». Stadio dovuto alla genialità del ni del loro concorrente, Amburgo. Com- past-president Galgani, in seguito ad un binata all’assenza di un erede di Pietran- cosiddetto permesso temporaneo di geli e Panatta, la cattiva organizzazione qualche funzionario compiacente della avrebbe condotto il bilancio in passivo, Belle Arti. CENTRALE DEL TENNIS sino a far temere la scomparsa di un’isti- Ultimato che fu quello comunemen- Sopra, il Campo delle tuzione di ben 75 anni. Quest’anno ab- te definito Foro Mussolini, nel 1935 il Statue, il “centrale” del biamo assistito d’improvviso a una inat- Torneo Internazionale venne avocato a Foro Italico, in una foto tesa ripresina. E speriamo che la tenden- Milano, dove aveva preso a svolgersi dal del 1935. Qui accanto, za non venga meno. Sarebbe scorag- 1930 al Tennis Club Milano. Quell’in- il primo piano giante che il Foro Italico fosse occupato cantevole Club era stato costruito nel di una delle statue dagli ultras come la vicina arena, ormai

Repubblica Nazionale 41 15/05/2005 ‘23 dal geniale architetto Giovanni Mu- del complesso sportivo consegnata ai giochi gladiatori del circo. 42 LA DOMENICA DI REPUBBLICA DOMENICA 15 MAGGIO 2005

Comincia nel 1935 il cammino della 20th Century Fox, la major che ha prodotto capolavori e B-movies, successi planetari e drammatici flop, ma che ha fatto dell’eleganza tecnica il suo carattere distintivo. Una storia ricca di aneddoti e personaggi, dalla magia di Marilyn ai capricci di Liz Taylor. Fino al rilancio della gestione Murdoch, che con l’ultimo Star Wars si prepara a un nuovo trionfo

IRENE BIGNARDI l visitatore occasionale della mi- steriosa e tentacolare città di Los Angeles non sa probabilmente che quando percorre in macchi- na le ampie strade di Century City (in macchina, per carità, i pedoni sonoI malvisti e quasi sospetti a L. A., se non quando percorrono carichi di pac- chi i marciapiedi dorati di Rodeo Drive) sta percorrendo in effetti non solo le strade di uno dei punti più ricchi del glo- bo, ma i risultati di un disastro. Quello che nel 1961 impose alla 20th Century- Fox, che allora si chiamava ancora così, con il trattino (abolito nel 1985 con de- cisione, si immagina, molto importante e molto meditata), di vendere il suo “backlot”, i suoi terreni, quelli in cui era- no stati girati migliaia e migliaia di metri di pellicola e in cui erano nati capolavo- ri e filmetti, blockbuster e successi mi- nori, star e “generi”. La 20th Century-Fox (usiamo la dizio- ne dell’epoca) aveva il fiato corto e le casse prosciugate. Colpa di Cleopatra, il famoso kolossal girato per buona parte nella Hollywood sul Tevere che era allo- ra Roma: un kolossal che aveva visto i ca- pricci, amorosi e non, di Elizabeth Tay- lor; i suoi amori con Richard Burton (mentre tutti e due erano, orrore, sposa- ti ad altri); le sue richieste di cachet mi- liardari (un milione di dollari dell’epo- ca, cifra mai trattata prima); le sue ma- lattie (vere, poveraccia), che la tennero lontana dal set per mesi e costrinsero a un cambiamento di set dall’Inghilterra appunto a Roma. Il risultato fu che la Fox dovette cambiare il regista: Rouben Ma- moulian venne sostituito da un riluttan- te Joseph L. Mankievicz, il quale riscris- se il copione e ricominciò daccapo. I co- sti crebbero a dismisura (il film, all’epo- ca, risultò essere il più costoso mai pro- dotto). I pettegolezzi anche. I tempi di lavorazione si protrassero per due anni e mezzo. I quattro Oscar conquistati da quello che è comunque uno sbalorditi- vo kolossal hollywoodiano all’antica non salvarono il film dall’insuccesso. E il 1963, anno di uscita del film, è consi- derato (quasi) ufficialmente come l’an- no di morte dello studio system. Sono passati più di quarant’anni, le magnifiche sorti e progressive del cine- ma hanno rimesso in discussione tutto, Century City risplende nella notte e nel giorno riflettendo la luce dai suoi cento grattacieli, e la 20th Century Fox (dal 1985 ufficialmente senza quel trattino i che indicava la sua discendenza da due diverse famiglie cinematografiche) è in padroni ottima salute, sotto il pugno di ferro di Rupert Murdoch, il grande mogul della comunicazione che la possiede dal 1985. E compie felicemente i suoi set- di tant’anni in una nuvola di successi. Settant’anni ufficiali, da quando, ap- punto, nel maggio del 1935 due illustri famiglie hollywoodiane si sono associa- te. La prima era la Fox di William Fox. Le volpi non c’entrano niente, anche se a Hollywood a lungo si è giocato sulla «volpe» e sul «leone», che era il marchio Hollywood della Mgm. Fox in effetti non richiama- va un Fox ma Wilhelm Fried, che era un Insomma, attorno al tavolo su cui si bitsch, Mankievicz, Preminger, Kazan D’altra parte, non si è nel ristretto della povertà… emigrato ungherese, uno di tredici fra- firmava l’accordo da cui sarebbe nata (per citare solo alcuni dei registi a con- club delle majors per niente. E in que- Il celebre “logo” visivo e sonoro — la telli che aveva fatto i primi soldi con una la 20th Century-Fox (ancora con il trat- tratto con lo studio di quella che dopo gli anni le majors si contavano sulle di- musica che tutti ben conosciamo era penny arcade a Brooklyn, poi con una tino) sedeva l’aristocrazia imprendi- il disastro sarebbe diventata Century ta di una mano. Ecco la Warner, ecco la firmata Alfred Newman — nacque nel catena di cinema e con la Greater New toriale di Hollywood. E la nuova so- City) a quelli con Henry Fonda, Gre- Paramount, ecco la Rko, la Mgm, e, ap- 1951. E adesso — anticipiamo la noti- York Film Rental Company, quindi era cietà si imbarcò in una serie di produ- gory Peck, Richard Widmark, Marilyn punto la Fox. Seguivano quelle di taglia zia — dopo il passaggio nel ventunesi- entrato nella produzione con la Fox zioni che enfatizzavano la perizia e l’e- Monroe, i prodotti della 20th Century un po’ più piccola, le mini majors di al- mo secolo, dopo lunghe discussioni se Film Corporation, lanciando con A Fool leganza tecnica. Dai musical di Betty Fox variavano in livello artistico ma lora: la Universal, la United Artists, la sia opportuno parlare di 21st Century There Was la prima vamp ufficialmente Grable e di Carmen Miranda alle com- erano sempre indiscutibilmente per- Colombia. Poi c’erano gli indipenden- Fox e visto che il nome non risultereb- così definita della storia del cinema, medie di Shirley Temple, dai film di Lu- fetti dal punto di vista tecnico. ti del cosiddetto Poverty Row, il vicolo be molto eufonico, per il lancio del Tv Theda Bara, che in realtà si chiamava Theodosia Goodman. Il parco cinema della Fox era di ottocento sale. Per Fox lavorava il buon cowboy Tom Mix, ma le major anche un aristocratico gruppo di registi, dal neoimmigrato F. W. Murnau, che di- resse per la Fox un capolavoro come Au- rora al grande John Ford, da Raoul Wal- sh a Franz Borzage. Nel 1926, in concor- renza con la Warner e il suo “sonoro” (il Vitaphone) la Fox lanciò il sistema Mo- vietone, il primo a registrare il suono di- rettamente sulla pellicola: sostanzial- mente quello che si usa ancora oggi. Dall’altra parte del tavolo, a siglare la METRO GOLDWYN MEYER UNIVERSAL fusione del 1935, c’era la Twentieth Cen- Fu fondata nel 1924. Quattro anni È nata a Chicago nel 1912 per tury Pictures formata nel 1933 da Dayl F. più tardi adottò il celebre simbolo iniziativa di un immigrato bavarese Zanuck e da Joseph Schenck della United del leone che ruggisce e ora appartiene al gruppo Vivendi Artists. Zanuck, una delle figure leggen- darie di Hollywood, era nato come sce- neggiatore: aveva cominciato con Rin Tin Tin, ma si dice che le sue storie pia- cessero molto a Irwin Thalberg, il mitico ragazzo prodigio della Mgm. Schenck era di origine russa, aveva cominciato co- me fattorino, era entrato in società con Marcus Loews in una sterminata catena di teatri, ed era diventato nel 1917 un pro- PARAMOUNT WARNER BROS duttore indipendente, il produttore di La fondazione da parte di Adolph I quattro fratelli Warner (Albert, Buster Keaton e di alcuni degli ultimi film Zukor risale al 1912. Oggi la major Sam, Harry e Jack) fondarono la di Griffith. Era stato presidente della Uni- è entrata nel gruppo Viacom storica compagnia nel 1903 ted Artists e nel 1933 aveva fondato con

Repubblica Nazionale 42 15/05/2005 Zanuck la 20th Century. DOMENICA 15 MAGGIO 2005 LA DOMENICA DI REPUBBLICA 43

I FILM EVA CONTRO EVA GLI UOMINI... CLEOPATRA M.A.S.H. TITANIC STAR WARS Il film di “Gli uomini Il kolossal con Liz Ambientato in un Il kolossal del ‘97 La 20th Century Mankiewicz, preferiscono le Taylor e Richard ospedale da con DiCaprio e Fox ha con Bette bionde”, diretto Burton, uscito campo durante la Kate Winslet distribuito i film Davis, uscito nel da Howard nel ’63, ebbe guerra di Corea, riprende della saga ma è 1950, apre uno Hawks nel 1953, costi altissimi è il film che nel l’omonimo film entrata nella dei decenni più consacra il mito e mise in crisi ‘70 impone della 20th produzione brillanti della di Marilyn la casa Altman come Century Fox dell’episodio I Century Fox Monroe produttrice regista uscito nel ‘53 (1999)

RICHARD E LIZ Richard Burton e Liz Taylor nel film “Cleopatra” che fu un clamoroso “Fabbrica dei sogni” fallimento per la major La gaffe di Scorsese

ANTONIO MONDA e fossero ancora vivi, Wil- liam Fox e Darryl Zanuck Sreagirebbero con orrore alla scritta che compare oggi sotto il logo più trionfalistico mai concepito a Hollywood, ma non avrebbero comunque la forza di rimuovere quanto im- posto dal nuovo proprietario Rupert Murdoch: «A News Cor- poration Company». La major che annuncia i propri film con i fari che illuminano il cielo non ha più l’orgoglio dell’autosuffi- cienza, ma è parte — prestigio- sa, ma non più determinante — di un potentissimo conglome- rato di società che opera nel mondo dei media. La 20th Century Fox è morta e risorta molte volte ma, come racconta il libro autocelebrati- vo Inside the Photo Archive,è na- FOTO GRAZIA NERI ta dalla passione viscerale di un gruppo di produttori geniali e Il nome e il logo, con l’inizio spregiudicati, che sono riusciti a motivare al meglio i “talents” diventati per costruire film capaci di dare del nuovo secolo, sono al pubblico un’esperienza di coinvolgimento assoluto e ca- obsoleti. I dirigenti hanno tartico. Il testo accompagna lungo una serie di film leggen- a lungo discusso sulle possibili dari (da Butch Cassidy a Com’e- ra verde la mia valle, fino a Mi- modifiche e la scelta alla fine nority Report e Master and Com- mander) raccontati nei mo- menti di pausa e di prova, indu- è caduta su 30th Century Fox giando sul volto di registi e star. A differenza di quanto fecero la Mgm con i musical e la War- ner con il noir, la Fox si è caratte- aprì un’aspra guerra di successione. rizzata meno con i generi, ma è Vinta dal vecchio. Fu l’inizio della “re- riuscita a ottenere sempre il me- surrezione” dello studio e di una lunga glio dagli artisti sotto contratto. serie di successi di pubblico se non di Le immagini di Marilyn Monroe critica, a partire da Tutti insieme ap- che prova i costumi di Quando passionatamente nel 1965. Dal 1973 a la moglie è in vacanza fanno da dirigere lo studio giunse Alan Ladd Jr, contraltare a quelle di Bette Da- figlio di Alan Sr, sotto la cui guida la vis in Eva contro Evae Jane Fon- Fox, dopo che tutte le altre majors ave- da in Julia. E lo studio delle in- va deciso che il progetto non era inte- quadrature da parte di registi di- ressante, si assicurò la distribuzione di versissimi come Alfred Hitch- Star Wars e dei successivi film del ciclo cock, Stanley Donen e Bob Fos- e inaugurò con successo la moda dei se evidenzia un’atmosfera di ec- film di disastro, come L’inferno di cri- citazione che smentisce la stallo e L’avventura del Poseidon. logica industriale degli studios. Nel 1981 la 20th Century-Fox fu ac- La leggenda vuole che «fab- quistata dal petroliere Marvin Davis. brica dei sogni» sia stata coniata Quattro anni dopo fu assorbita dal proprio per la major che oggi è Settant’anni gruppo di Rupert Murdoch, il magna- parte di una “news corpora- te australiano diventato nel frattempo tion”, e la potenza evocativa di (e con qualche discussione) america- immagjni che immortalano Or- no. Nel 1994 è stata fondata una sussi- son Welles, Paul Newman, Rita diaria “artistica” che si chiama Fox Hayworth e Meryl Streep, spin- vissuti avventurosamente Searchlight (in omaggio a quei fari che ge a perdonare il fatto che Mar- solcano il cielo nel logo della casa ma- tin Scorsese nella sua introdu- dre), a cui si devono film come The zione al libro parli della «mate- Full Monty o Sognando Beckham, o, ria di cui sono fatti i sogni» per Show Futurama è stata lanciata una fu l’invenzione del CinemaScope, il si- di nuovi sistemi per il grande schermo. quest’anno, Sideways e l’ultimo celebrare i risultati della major nuova sigla: 30th Century Fox. stema inventato dal francese Henri Nel frattempo Zanuck lasciò per di- Woody Allen. con cui ha realizzato Re per una Gli anni Cinquanta — anni di film Chretien che la 20th Century-Fox ac- ventare un produttore indipendente, e E sotto lo storico logo che celebra gli notte, ma dimenticando da spesso bellissimi o fortunati come Eva quistò e battezzò con quel nome. Nel fu Spyros Skouras a inaugurare una se- splendori del cinema del defunto ven- buon cinephile che la battuta contro Eva, Viva Zapata!, Gli uomini settembre del 1953 al Roxy di New York rie di disastri culminati nel chiacchie- tesimo secolo e delle sue glorie cine- non è stata creata da Dashiell preferiscono le bionde, Carmen Jones, venne presentato La tunica, il primo rato megadisastro di Cleopatra e nella matografiche, a settant’anni dalla na- Hammett per il Mistero del falco L’amore è una cosa meravigliosa — fu- film realizzato con il nuovo sistema, vendita del glorioso backlot della Fox. scita, ci si prepara all’uscita, il 19 mag- bensì, molti anni prima, da Wil- rono anche per la 20th Century-Fox, starring Jean Simmons e Richard Bur- Fu il dopo Cleopatra a far rientrare gio, di Star Wars-Episode III, The Re- liam Shakespeare. come per tutta Hollywood, gli anni del- ton. Il successo del film fu tale che tut- nella Fox il vecchio Zanuck ma, insie- venge of the Sith, un inevitabile succes- la concorrenza tv. La risposta della Fox te le majors si lanciarono nella ricerca me, anche suo figlio Richard, con cui si so annunciato. Repubblica Nazionale 43 15/05/2005 Repubblica Nazionale 44 15/05/2005 DOMENICA 15 MAGGIO 2005 LA DOMENICA DI REPUBBLICA 45

spettacoli Si chiamavano Brigitte, Grace, Natalie o Warren Nuova Cannes e venivano alla più celebre kermesse del cinema per abbronzarsi, litigare, ubriacarsi, intrecciare flirt, mischiarsi al pubblico che li amava. Oggi i loro eredi si muovono dentro pareti mobili di “gorilla” e sono ridotti a manichini di griffe famose e paganti Il festival che non si diverte più LA DIVA IN SPIAGGIA Brigitte Bardot in una foto degli anni ’60: la diva gioca in spiaggia con il suo cane a Cannes. In basso, il regista Michael Haneke (a sinistra) con Juliette Binoche e Daniel Auteil

NATALIA ASPESI Padme e del cattivo Palpatine, più al- cuni mostri e robot, tutti travestiti da CANNES attori. Ormai la distanza tra i divi e il loro ade la pur ampia spallina pubblico si è fatta siderale; il pubblico del casto abito da sera di che li ama è sempre recintato come un Sophie Marceau mo- nemico lunatico, mentre i divi che lo strando in diretta televisi- odiano sono perennemente in fuga, va mondiale il suo seno si- nascosti, protetti. Prima era tutta nistro.C Meno male, almeno in questo un’altra cosa: capitava di incontrare evento di routine il 58° Festival del ci- per strada, alle prime luci dell’alba, la nema assomiglia ad altri del passato: perlacea Gong Li vestita di bianco al quando Brigitte Bardot sconosciuta la- braccio del suo regista e un tempo com- sciò di sasso il mondo nel primo bikini pagno Zhang Yimou, coppia di roman- ridotto mai prima immaginato; quan- tica eleganza, che lentamente tornava- do Robert Mitchum si fece fotografare no in albergo; al ristorante si poteva ca- con le manone a coppa sul grosso seno pitare a fianco del regista Francis Cop- nudo della starlette Simone Sylva; pola con la sua famigliola; De Niro si quando Cicciolina, abbracciando un fermava a firmare autografi; al bar peluche, apparì castamente a torso nu- Mickey Rourke offriva da bere agli av- do e mutande abbassate; quando sul ventori sconosciuti. Le star erano sca- tanga di pizzo di Angie Everhart fu get- pestrate, generose, autodistruttive, tato frettolosamente un cappotto; sentimentali, vitali, umane; e infatti quando Madonna regale si esibì in reg- approfittavano del Festival per ab- gipetto aguzzo e guaina trasparente di bronzarsi sulla spiaggia, per intreccia- gran firma, e in tanti si sentirono auto- re bollenti flirt, per litigare, separarsi, rizzati a toccarle il sedere; quando re- ubriacarsi, divertirsi, addirittura vede- golarmente, anno dopo anno, decine re film. Natalie Wood e Warren Beatty, di spalline di abiti sottoveste si ruppero innamorati, si chiusero nella loro ca- sempre davanti alle telecamere e il po- mera per quattro giorni senza mai usci- polo gridò entusiasta per la rivelazione re, Grace Kelly conobbe qui il principe gratis. Va così al Festival, seni nudi sul- Ranieri che avrebbe poi sposato, gli ya- la scalinata del Palais e, sugli schermi, cht di proprietà di sceicchi arabi ospi- ogni anno, bonarie fellatio (come nel tavano orge attorno a dive e divi che vo- film messicano Batalla en el cielo, in levano divertirsi. concorso oggi) o aggraziate sodomie Oggi le star sono isolate da un’orga- (come nell’americano Where the th- nizzazione da clausura che non le ab- ruth lies, visto ieri). Tuttavia, malgrado bandona mai: si fermano poche ore, il e non a causa di questi briosi incidenti, tempo di indossare lo smoking o l’abi- una pacifica città cara ai pensionati di- to scollato sino al coccige, di arrivare venta per dodici giorni a maggio una dentro una limousine corazzata sino fortezza blindata. all’inizio del tappeto rosso, di esservi ivi Naturalmente non sono i film a ren- scaricate sotto implacabile protezione, derla invivibile, frastornante, pericolo- di passare davanti a un muro di foto- sa, ma la presenza, in realtà illusoria, di grafi recintati, e poi di affrontare la te- chiunque possa definirsi star, televisi- mibile lunga scala, per le signore con va, sportiva, musicale, della moda e tacchi alti un vero supplizio. Ma l’im- persino cinematografica; non necessa- portante è non venire a contatto con riamente meritevole, perché per esem- l’umanità, considerata psicologica- pio basta anche una qualsiasi ragazza mente infetta. E per esempio Woody del tipo artificiale per scatenare il can- Allen, per accompagnare qui il suo film, nibalismo mediatico: come succede in ha preteso l’assicurazione firmata che questi giorni a Paris Hilton, ereditiera nessuno lo avrebbe avvicinato: costret- nella vita e contadinella nella televisiva to a partecipare alla festa data in suo Simple life, che pur vestita provoca ad onore dal gioielliere Chopard, si è fatto ogni apparizione una sommossa, un rinchiudere in un recinto tipo Guanta- arrembaggio furibondo. Oggi poi il FOTO AFP namo insieme alla sua giovane signora, caos raggiungerà il suo parossismo, la oberata da un immenso collier di dia- città sarà praticamente in guerra quasi manti, si immagina imprestato e in- stellare, con una impressionante mo- dossato dietro lauto compenso. bilitazione della polizia e dei reparti an- Intrappolata la moltitudine di fans, a titerrorismo armati sino ai denti e Ieri in concorso “Caché” e “Election”. Oggi arriva Lucas con “Guerre stellari” poco a poco il Festival è riuscito anche pronti allo scontro contro qualunque ad eliminare il pubblico, la gente che in cosa si muova, soverchiati forse dal nu- questo periodo veniva nei grandi alber- mero di gorilla in elegante abito nero, ghi o nelle ville principesche per parte- auricolare, pugni contundenti e revol- cipare alle serate di gala dei film e di- ver nella giacca, che a venti alla volta Haneke e To, film di paura e mafia vertirsi intrecciandosi al mondo mitico rendono inespugnabile chiunque è o dello spettacolo. Oggi, ed è la sua fortu- crede di essere famoso. MARIA PIA FUSCO na, il Festival è solo un immenso fio- Capita così da qualche anno, quando rente mercato dove tutti vendono e tut- il festival getta la maschera virtuosa del CANNES che l’appartenenza alla mafia è come ti comprano: film, coproduzioni, corpi, paradiso degli autori, per esplodere una religione che si tramanda nelle ge- vestiti, progetti, futuro, dove non ci so- con un colossal miliardario che non a unaparte la violenza bruta- nerazioni, supera ogni valore etico. Le no soldi e girano miliardi, dove super avrebbe bisogno del Festival se non Dle e spietata della mafia cine- triadi sono parte integrante della no- ricchi e straccioni, paesi in grande svi- fosse il festival ad aver bisogno forte- se, dall’altra quella sottile e indeci- stra storia e della nostra cultura». luppo come Cina e Corea e paesi trava- mente di lui per stare al passo con la ne- frabile di un’intrusione misteriosa In Cachénella famiglia del giornalista gliati come Kurdistan o Palestina si in- quizia dei tempi. La scusa è l’anteprima nella normalità di una famiglia. So- culturale George — lui è Daniel Auteil, trecciano in nome dello stesso amore e mondiale, come per questo Guerre stel- no Electiondel cinese di Hong Kong la moglie Juliette Binoche — l’incubo dello stesso business, il cinema. lari III: la vendetta dei Sith, che però Johnnie To e Caché di Michael Ha- comincia con l’arrivo di un video regi- Tutta la grande, splendente baracca esce in tutto il mondo tra qualche gior- neke, il regista di nazionalità au- strato in cui appare la strada dove abita- del più importante festival del mondo è no. Qui il vero pubblico non ne avrà ac- striaca che si è imposto con un ci- no, la casa, gli spostamenti, una docu- diventata il paradiso della pubblicità: cesso, però per alcuni minuti, assie- nema di sentimenti estremi e senza mentazione della loro vita. Impossibile se una grande star in cima al Palais ride pandosi nello spiazzo davanti al palaz- luminosa in tutta la sua grazia, non è veli, con titoli come Funny Games, FOTO GERARD JULIEN / AFP identificare l’autore, la polizia non aiu- zone del cinema, avrà il privilegio di in- La pianista, Il tempo dei lupi. Forse ta, i video si susseguono, finché ne arri- perché è felice di essere lì, ma perché travedere ad almeno trenta metri di di- non è un caso che due film così diversi si siano trovati in va uno che mostra la casa natale del protagonista. Comin- salendo quei 39 gradini di panno rosso stanza e oltre una muraglia di polizia, concorso nella stessa giornata, in attesa dell’arrivo di cia un percorso angoscioso nella memoria, la ricerca di per- l’hanno profumatamente pagata i possibilmente con binocolo, la famosa George Lucas e delle sue Guerre Stellari che oggi (stesso sone e momenti dimenticati, di gesti colpevoli soffocati nel marchi dei prodotti di bellezza, gioielli, “montée de marche” non solo del ge- giorno del film di Marco Tullio Giordana Quando sei nato tempo, fino ai primi anni Sessanta quando nella repressio- borsette che per pochi minuti rappre- niale creatore della serie, George Lu- non puoi più nasconderti) invaderanno la Croisette. Ha- ne dei movimenti antifrancesi furono gettati nella Senna senta, dell’automobile da cui è appena cas, ma anche del coraggioso Obi-Wan neke e To hanno lo stesso scopo, turbare lo spettatore con 200 algerini e un bambino, orfano di una delle vittime entrò graziosamente scesa, della birra che e dell’ambiguo Anakin e dell’angelica le emozioni forti di paura e angoscia, ma i percorsi sono nella casa di George che allora aveva sei anni. farà finta di bere. opposti, quasi un confronto fra due culture lontane. Per Haneke, il riferimento storico è solo un back- Johnnie To racconta la guerra tra le triadi della crimina- ground: «La motivazione del film è la reazione a come og- lità organizzata cinese, una lotta di potere che lascia sul ter- gi il cinema e i media mostrano la violenza: un prodotto di reno decine di morti ammazzati: «Da dieci anni lavoro su consumo. Vorrei che il film ricordasse le conseguenze questo tema, molto sentito nel mio paese. A Hong Kong al- della violenza e il senso di colpa devastante che lascia in meno trecentomila persone appartengono a una delle chi la compie. Ho usato il linguaggio del giallo per fare un triadi. Mi sono sempre chiesto perché, e la mia risposta è racconto morale». Repubblica Nazionale 45 15/05/2005 46 LA DOMENICA DI REPUBBLICA DOMENICA 15 MAGGIO 2005

i sapori Alici, aguglie, sarde, cicciarelli, sgombri. È difficile Mediterraneo in tavola trovare un alimento che, come questo, metta d’accordo in una sola volta tasche, palato e benessere. E oggi a San Vincenzo uno chef super come Fulvio Pierangelini celebra in piazza il trionfo della palamita Pesceazzurro

La rivincita dei Poveri ma Buoni

qualche tentativo denunciato da Legambiente. LICIA GRANELLO Del resto, secondo l’ultima inchiesta dell’associa- overo ma bello. Il pesce azzurro è così: senza zione, in Lombardia, cuore del commercio ittico, qua- nobiltà di rango e pregio di mercato. Lonta- si l’80 per cento dell’etichettatura è fuori regola. Tra i no dalle carni bianche e finissime di spigole casi, anche quello di far passare per italiano il “novel- e orate. Incapace di esibire la perfezione dei lame di sarda” — i neonati del pesce azzurro — in arri- filetti che rende ambite le sogliole. Privo per- vo dall’Oriente. In compenso, alici e sarde coprono ol- fino della imprescindibile necessità di scor- Per pranzo c’era tonno, tre un terzo dei consumi totali di pesce. Aguglia Pfani e rane pescatrici, brutti ma indispensabili nella Non sono tutti così esili, i pesci azzurri. In realtà, il preparazione di zuppe e brodetti d’autore. sardine‘‘ e olive, gallina ventaglio può essere allargato a pesci che per forma e Vive in acque profonde e si avvicina Eppure, nessun pesce è così trasversale e meritorio: e il suo brodo. Doveva morire dimensione sembrano non avere nulla in comune con alla costa in branchi tra la primavera facile da pescare (roba da riempire anche i secchi dei i formati mignon della categoria. Il tonno e i suoi fra- neofiti della lenza), diffuso sulle nostre coste pratica- nostro padre telli hanno lo stesso colore di pelle, pur con consisten- e l’estate per riprodursi. Ha lo scheletro mente da gennaio a dicembre, presente in massa sui per metterci nell’obbligo za di carne diversa. Il guaio è che il capofamiglia si è dal colore verdastro. La carne è fine banchi dei mercati, economico da comprare, sempli- di fare un pranzo così guadagnato tale fama da oscurare tutti gli altri. e pregiata ce da pulire e da cucinare. Così tante qualità assom- BEPPE FENOGLIO Per esempio: mai sentito parlare della palamita? Ta- mate in una sola, piccola alice, da finire per sminuirne glia ridotta, gusto verace, popolarità vicina allo zero. il valore. Per fortuna, nessun pesce gode degli stessi, da LA MALORA Almeno fino a quando, cinque anni fa, Fulvio Pieran- entusiastici supporti: difficile trovare una fiera del gelini ha virtualmente aperto le porte del suo ristoran- rombo chiodato o una degustazione collettiva di sara- Invece compare Tino, seduto te-culto a San Vincenzo, regalando alla cittadina una ghi, mentre non esiste festa “ittica” che non contem- tre giorni interamente votata al culto di questa specie pli una frittura di alici o le sarde alla brace. come un presidente, (...) di tonno in sedicesimo. L’edizione 2005 di “La pala- Perché mai, come nel caso del pesce azzurro, un ci- sputava sentenze (...) Le mita & San Vincenzo” si chiude oggi con il superchef bo accontenta in una sola volta tasche, palato e buona della costa livornese, per l’occasione anche presiden- salute. Alzi la mano chi, tra gli amanti del pesce, resta acciughe sentono il grecale te di giuria, impegnato a cucinare e a servire in piazza indifferente a un soave, economico tortino di alici, chi ventiquattr'ore prima di la ricetta di palamita vincitrice del concorso lanciato respinge un piatto di acciughe sott’olio o marinate, chi arrivare, rispondeva padron tra tutti i cittadini con vocazione gourmand. ne ha mai messo in dubbio la salubrità. Impossibile. Se invece siete patiti del pesce spada, sappiate che Campioni nell’apporto di proteine nobili, selenio, fo- 'Ntoni; è sempre stato così; Domenico Modugno quando scrisse Lu piscispada sforo, iodio, vitamine, e nella percentuale di acidi l'acciuga è un pesce che ha non s’inventò nulla, ma mise splendidamente in mu- Pesce spada grassi polinsaturi — quelli che contrastano lipidi e co- più giudizio del tonno sica un cardine della pesca siciliana: quando i pesca- Corpo robusto, è lungo fino a 4 metri lesterolo cattivo — sgombri e soci sono invece parchi tori si imbattono in una coppia, il fiocinatore mira a GIOVANNI VERGA Negli adulti, a fronte del caratteristico nell’apporto calorico (tra le 90 e le 170 calorie per et- colpire la femmina, perché il maschio, che non l’ab- rostro osseo, spesso i denti sono to), malleabili nella preparazione, capaci di riuscire da I MALAVOGLIA bandona mai, diventa un bersaglio facilissimo. Al morbidi e gustosi anche centellinando i condimenti. contrario, se a essere arpionato è “lui”, la femmina assenti. Ha carne rosea, con macchia Non vi basta? Pescarli in mare è più comodo che alle- fugge subito. Decidete voi se per legge di natura o fem- scura intorno alla vertebra centrale Repubblica Nazionale 46 15/05/2005 varli, quindi le contraffazioni sono più rare, malgrado minismo ittico. DOMENICA 15 MAGGIO 2005 LA DOMENICA DI REPUBBLICA 47

San Vincenzo (Li) Cesenatico (Fc) Cetara (Sa) La cittadina resa Il buen retiro del Un destino nel famosa dalla premio Nobel Dario nome: Cetara deriva itinerari presenza di Fulvio Fo, celebre per il da cetaria, tonnara, Pierangelini, chef porto-canale a testimoniare Romagnolo doc patron del progettato da l’attività più e innamorato ristorante-culto Leonardo nel 1502, importante del Gambero Rosso, è sede degli eventi luogo, ovvero la della sua terra, ha intrecciato la sua “Azzurro come pesca e la Alberto storia con il pesce il pesce” lavorazione del azzurro fin dal Medioevo, già nell’Ottocento era e “Il pesce fa festa”. Al mercato ittico (5 milioni pesce e in particolare della pregiata colatura di alici, Zaccheroni, fiorente il commercio di acciughe sotto sale di fatturato) si vendono ogni anno 6.000 quintali usato da greci e romani per irrobustire i piatti di oltre che valente tra la costa e Pisa di pesce azzurro magro allenatore di DOVE DORMIRE DOVE DORMIRE DOVE DORMIRE RESIDENCE SANTA CECILIA AGRITURISMO AI TAMERICI HOTEL CETUS calcio, è appassionato Località San Bartolo 19 Via Mesolino 60 Strada Statale 163 per Amalfi Tel. 0565-703171 Tel. 0547-672730 Tel./Fax 089-261388 gourmet, con un Camera doppia da 100, colazione inclusa Camera doppia da 80 euro, colazione inclusa Camera doppia da 130 euro, colazione inclusa debole dichiarato DOVE MANGIARE DOVE MANGIARE DOVE MANGIARE per il pesce azzurro, ZANZIBAR LOCANDA SILVANO (con camere) ACQUAPAZZA declinato dalla Piazza del Porto 2 Via Cattaneo 16 Corso Garibaldi 38 Tel. 0565-702927 Tel. 0547-80767 Tel. 089-261606 frittura al crudo Chiuso mercoledì, menù da 40 euro Chiuso lunedì, menù da 60 euro Chiuso lunedì, menù da 30 euro DOVE COMPRARE DOVE COMPRARE DOVE COMPRARE PESCHERIA ARZILLI PESCHERIA FRATELLI CASALI PESCHERIA CETARESE Corso Italia 55 Via Fiorentini 19 Piazza Martiri Ungheresi 2 Tel. 0565-702249 Tel. 0547-81224 Tel. 089-261795

35,6 % 46,2% 8,4 Kg È la percentuale di pesce È la percentuale di pesce Il consumo pro capite Cibo penitenziale e dieta salutista azzurro consumato sul totale azzurro che viene consumato delle varie specie di pesce del pescato in vendita nel Sud Italia da parte degli italiani La plebe del mare trasformata in piatto da signori

MARINO NIOLA agra come una sardina, secco co- me un’acciuga. Queste espressio- Mni tanto diffuse dicono come me- glio non si potrebbe miserie e splendori del pesce azzurro. Il più simbolico dei pesci, l’emblema stesso della povertà in cucina. Alici, alacce, aguglie, cicerelli, costardelle, spatole, sgombri, suri, spratti, palamiti, lampughe, bisi, alletterati. Sono alcuni fra i tanti oscuri nomi di una fauna minore, una sconfinata plebe del mare. Troppo prolifica per essere un cibo da signori — una minuscola alice genera quarantamila guizzanti pargoletti — tanto abbondante da sfamare ventri storicamente avvezzi a fare i conti con il fantasma della fame. Un perpetuo mangiar di vigilia, una die- ta forzata, una magra consolazione per chi sognava iperproteiche abbuffate di co- sciotti, salsicce e fagiani. Se il nutrirsi di aringhe e sardine era esperienza quotidia- na per i poveri diventava edificante affina- mento spirituale per i ricchi che nei giorni di vigilia e di astinenza dalle carni si alleg- gerivano il corpo e l’anima, rinunciando per penitenza ai loro consueti privilegi ca- lorici. Come Enrico IV, signore di Navarra — che si fece cattolico per diventare re di Francia, passato alla storia per aver pro- nunciato la celebre frase «Parigi val bene 1,53 euro una messa» — che durante i digiuni cui la Il valore medio al nuova confessione lo costringeva, si con- chilogrammo (alla solava spanciandosi di sardine. produzione) delle acciughe Oggi che la fame non fa più paura a nes- suno, almeno nell’opulento Occidente, e che l’abbondanza è quasi un dovere eco- nomico-sociale, i precetti religiosi hanno lasciato il posto agli imperativi estetici. E 11,36 euro l’obbligo del mangiar di magro si è trasfe- Il valore medio (al momento rito dall’anima al corpo convertendo della produzione) al kg schiere di neopenitenti alla religione della del pesce spada magrezza. Questo ascetismo weight wat- chers ha segnato la rivincita del pesce az- zurro. Ormai considerato alla stregua di un rimedio magico contro colesterolo e radi- cali liberi, garanzia di un piacere leggero e politically correct che salva in un sol colpo anima e glutei senza sacrificare il gusto. Una quadratura del cerchio salutistico- gastronomico che non sarebbe stata pos- sibile se nel corso dei secoli il genio popo- lare non avesse rovesciato la scarsità in go- dimento dando vita a dei veri e propri ca- polavori della cucina mediterranea. Come le palermitane sarde a beccafico, o il saor veneziano che conservando i pescetti fritti Alice Palamita Cicciarello in aceto e cipolla riempiva il ventre e scon- È la specie di pesce più acquistata Considerato un fratellino minore Fusiforme, argenteo e senza squame, giurava lo scorbuto. O le anciue genovesi, in Italia. Si lavora non solo a fresco del tonno, ha il suo luogo d’elezione vive in branchi lungo le coste. È uno dal profumo antico che riempie di nostal- gia le creuze de ma’. O le napoletane tortie- ma anche congelata, salata, sott’olio, nella costa ligure-toscana, dove arriva dei simboli della piccola pesca re di acciughe, inebrianti e sontuose come in salsa e in pasta. Si pesca tra marzo in primavera. Si ciba di piccoli pesci del Mediterraneo. Ha carne delicata. Si lo è la colatura di alici della costiera amalfi- e settembre azzurri, ha carne soda e gustosa consuma in frittura o in carpione tana, quintessenza di umori mediterranei, dove le sfumature arabe si mescolano al- l’eco mitica del garum dei romani. Questi cibi sono l’espressione più alta delle nostre culture del popolo di cui con- servano l’aristocratica misura, un equili- brio raffinatissimo tra la povertà degli in- gredienti e un millenario saper fare. Una sorta di proporzione aurea che, ben prima della dilagante moda del pesce azzurro, non è mai sfuggita agli spiriti eletti, a quel- li più democraticamente snob. Come Bru- ce Chatwin che diceva sempre di poter re- sistere dovunque e in qualsiasi condizio- Sarda (Sardina) ne a patto di avere a disposizione una sca- Sgombro Tonno tola di sardine e mezza bottiglia di Krug. Vive in branchi numerosi lungo le coste Ha muso appuntito, bocca grande, È il manzo del mare. Pescato prima Come dire, sopravvivere da signori. adriatiche (dove viene pescato il 75% una carne bianca, consistente, ricca che deponga le uova, ha carne soda, delle sarde) e del Tirreno. Si nutre L’autore insegna antropologia culturale di grassi insaturi e di sapore tanto saporita, più morbida nella parte all’Università Suor Orsola Benincasa soprattutto di plancton. Ha carni intenso da reggere l’affumicatura. Può addominale (“ventresca”). Con le sue a Napoli morbide e gustose. Ottima sott’olio pesare anche un chilogrammo uova si prepara la bottarga 48 LA DOMENICA DI REPUBBLICA DOMENICA 15 MAGGIO 2005

le tendenze La sfida delle grandi aziende è adesso dimostrare Industria e natura che acquistare un vestito o un oggetto può diventare un gesto etico. Il design è entrato nel mondo del “riciclato”, gli stilisti producono anche pensando all’ambiente e una nuova fibra promette di cambiare il destino del nostro guardaroba

Vivere FORMOSA Si chiama Peel Ideata da Olav Eldoy per Stokke, coniuga la piacevolezza di una seduta ergonomica con un design verde innovativo Abiti, mobili, gioielli il boom dei prodotti-eco

JACARANDA CARACCIOLO FALCK

n mese intero dedicato al pia- tanta ho cominciato con i primi yogurt natu- EFFETTO DESERTO neta. Per raccontare come al rali tutti mi chiedevano che cosa volesse dire Un cactus in salotto? giorno d’oggi ecologia e moda, biologico», conferma Marco Roveda, l’im- È un’idea. Quello innovazione e sostenibilità, de- prenditore che, dopo aver venduto la sua pri- proposto da Gufram sign e riciclo non siano più con- ma creatura, “Fattoria Scaldasole”, alla Pla- in realtà è un cetti agli antipodi. Trenta gior- smon, ha lanciato Lifegate, un network (che attaccapanni. È Uni di iniziative che vedranno coinvolte tre- comprende una radio, da questa settimana realizzato in dici grandi aziende di moda, da Versace a disponibile anche a Roma e un portale Inter- poliuretano espanso Belfe. Riunite per produrre capi net) dedicato alla cultura ecologica. E aggiun- facilmente riciclabile trendy-ma-eco che dimostrino ge: «Questo sarà il decennio dedicato all’eco- ai consumatori di tutto il mon- sostenibile e all’ecosolidale». do come acquistare un vestito La filosofia green, dunque, è entrata possa diventare un gesto an- a far parte dell’etica comune. Non ha che etico. L’idea, lanciata il 22 più confini sociali o generazionali. aprile, in concomitanza con la Perché, come spiega il giornalista Giornata mondiale delle Ter- Andreas Schlumberger nel suo libro BELLE CON LE PIANTE ra, è di Nature works, l’azien- Cinquanta piccole cose per salvare il Per i suoi prodotti di da tessile che sta rivoluzio- mondo e risparmiare denaro (edi- bellezza Weleda utilizza nando il settore con Ingeo, la zioni Apogeo), per aiutare il pianeta solo piante delle sue prima fibra prodotta dall’uo- basta davvero poco. Piccoli accor- coltivazioni biodinamiche mo utilizzando risorse rinnova- gimenti come sostituire l’ammor- in Germania. Qui la bili al 100 per cento. E verrà ripe- bidente con l’aceto. O imparare a crema per le mani tuta ogni anno. mangiare verdura e frutta di stagio- Amande, a base di olio Una trovata che è la punta dell’iceberg ne. Idee alla portata di tutti. Perché alle mandorle detergente di un fenomeno molto più esteso. Quel- vivere eco è una scelta trasversale, lo che vede affermarsi la filosofia del vi- che coinvolge creativi e casalinghe, vere ecologico. Una chiave nuova per studenti e impiegati, intellettuali e jet- concepire la propria esistenza in modo setter. Madonna e la top model Christy Tur- 5.500 meno aggressivo verso la Terra. Una lington, la regina Elisabetta d’Inghilterra e I pannolini consumati in tre svolta rispetto al passato. Quando il Heidi McCloskey, direttore del dipartimento anni da ogni bambino mondo era diviso in due: da una parte, i di sostenibilità della Nike. Oltre a una schiera militanti convinti, che indossavano di imprenditori e banchieri lungimiranti. Co- sandali da francescano e si nutrivano di me la Jp Morgan chase, seconda banca d’affa- insipidi germogli, suscitando ilarità ri del mondo, che ha deciso di chiudere i rubi- negli altri. Quelli che si consideravano netti alle aziende che danneggiano il pianeta. “normali”, convinti che il destino del O lo stilista Giorgio Armani che da anni pro- pianeta fosse in mano a forze ben più duce una linea jeans eco in canapa. Per non influenti della loro e che quella miria- parlare della catena di supermercati Esselun- de di piccole scelte quotidiane che ga che ha lanciato una linea di prodotti a bas- compiamo ogni momento influissero so impatto ambientale. poco o nulla sul benessere globale. Perché oggi, vivere senza danneggiare il Oggi, invece, l’eco-pensiero è più pianeta è un’impresa che si può compie- alla moda che mai. Persino il principe re senza sacrificare il proprio stile. E Carlo, quando ha dovuto decidere senza spendere una fortuna. dove mandare in punizione il figlio Facendo shopping nelle Henry, colpevole di essersi vestito da boutique di lusso, ma nazista a una festa, ha optato per una anche all’iper- fattoria di maiali. Rigorosamente mercato. bio. Frivolezze a parte, secondo un’indagine commissionata dalla Camera di commercio di Milano PASSO BRILLANTE nell’ultimo anno un italiano su due Sono sempre più di moda i ha acquistato qualcosa solo dopo sandali Birkenstock. Soprattutto quelli aver verificato che non fosse inqui- tempestati di pietre e coloratissimi nante e che per realizzarlo non fosse stato uti- firmati dalla modella Heidi Klum. E lizzato il lavoro di minori. E non è tutto: l’85 realizzati con solventi e collanti al 95 per cento dei consumatori ha dichiara- per cento non nocivi per l’ambiente to che sarebbe disposto a pagare il 10 per cento in più per un pro- dotto fatto rispettando l’ambiente e la società. «Quando a metà degli anni Ot-

SNEAKERS ODOROSE Le sneaker di Aequa, la nuova linea di eco- scarpe del patron del Bologna calcio Gazzoni Frascara, IN MARCIA PER UN FUTURO PIÙ PULITO hanno la tomaia La Nike cede al fascino dell’ecologia con la nuova linea Considered: in microfibra e suola scarpe, con suola in gomma riciclata, assemblata senza utilizzare colle in gomma riciclata Repubblica Nazionale 48 15/05/2005 Tutti i materiali usati provengono da un raggio di 200 km dalla fabbrica Odorano di verbena DOMENICA 15 MAGGIO 2005 LA DOMENICA DI REPUBBLICA 49

SPIRITO D’AVVENTURA I nuovi eco-resort riescono a mettere insieme spirito ecologico e lusso a cinque stelle. Viaggi dell’Elefante ha in catalogo una serie di proposte verdi. Come il campo “tendato” dell’isola di Espiritu Santu in Baja California.

OCCHIO AL PANORAMA SOGNI DA CHEF I bebè sono i più colpiti Le Valcucine dallo smog da tubo di sono realizzate scappamento, per evitarlo SEDIE RICICLATE con materiali I fratelli Fernando ora c’è il passeggino Xplory e Humberto riciclabili e vernici 1000 kg di Stokke. Altezza regolabile Così il mercato si riorganizza atossiche. Ma È la quantità di rifiuti prodotta Campana hanno soprattutto sono da un bimbo in tre anni di vita conquistato improntate alla tutti con i loro dematerializzazio- pezzi di Remade in Italy ne: cioè utilizzano riciclo. La loro il 70 % in meno di proposta di materie prime. Il quest’anno per è la formula modello Ricicla ha Edra si chiama ante in carbonio Jenette. In spesse appena cinque colori del nostro futuro due millimetri

MARCO CAPPELLINI l nostro futuro sarà indubbia- mente verde. Il numero dei pro- Idotti eco sul mercato, all’estero ma anche in Italia, è destinato ad aumentare in modo vertiginoso nei prossimi anni. Per una serie di motivi. Politici, culturali e sociali. Innanzitutto ultimamente sono PIETRE DA SCOPRIRE state emanate una serie di leggi che Quarzi, turchesi, coralli, onici, giada, obbligano i produttori a farsi cari- madreperla. Sono le pietre utilizzate co del fine-vita di quello che esce per gli orecchini d’argento stile gitana dai loro stabilimenti. Si è afferma- di Shinè : un’azienda che devolve to, a livello industriale, il principio parte degli utili ai profughi tibetani della responsabilità estesa per merci come le auto, l’elettronica e gli imballaggi. Nei prossimi anni questa filosofia si allargherà ad al- tri comparti. Nel mondo di oggi non è più possibile creare un qua- lunque oggetto, dalle scarpe da ginnastica ai motorini, dalle t-shirt alle cucine, senza prendere in con- siderazione l’intero ciclo di vita di quello che si sta mettendo in ven- dita. Molti industriali hanno dovu- to quindi rivedere la loro politica. Per cominciare a concepire pro- dotti facilmente smontabili e rici- clabili, che consumino poca ener- gia e che possano essere recupera- DI BUONA FIBRA ti senza spendere troppo. La t-shirt Moby è uno dei La situazione ambientale sem- capi prodotti per mostrare pre più degenerata ha creato, so- le capacità di ingeo, la fibra prattutto nei giovani, un forte inte- che ha la resistenza e la resse verso tutto ciò che è ecologi- durata dei materiali sintetici DORMIRE TRA I FIORI co. Acquisti compresi. Infine, in se- Zucchi ha deciso guito a una politica intrapresa a li- usare la Ingeo fiber vello comunitario e denominata per una collezione “green purchasing”, nel 2003 in Ita- di lenzuola dalle lia è stato emanato un decreto mi- fantasie sgargianti nisteriale che obbliga le ammini- strazioni pubbliche e le aziende a capitale pubblico ad acquistare per le loro forniture, almeno il 30 per cento di prodotti di riciclo. Alcune regioni, come la Lombardia, hanno alzato questo tetto al 35 per cento. Tutti questi fattori hanno creato il nuovo mercato eco. Che presenta ottime prospettive economiche e che, quindi, è diventato allettante anche in termini di profitti. Molte aziende stanno cominciando a presentare bilanci socio-ambien- tali. Io credo che si affermerà un “Remade in Italy”. Che ci farà eccel- lere nel mondo, come ha sempre fatto il Made in Italy di qualità. Una nuova etica industriale do- vrebbe seguire lo slogan: «Proget- tiamo la durata dei nostri prodot- ti». Perché grazie alle innovazioni tecnologiche in nostro possesso oggi un materiale può vivere all’in- UN’IDEA DI LEGNO Anche i designer pensano finito. Assumendo di volta in volta verde. Cappellini lancia la forme diverse. Le gomme di un au- proposta di Marc Newson: to possono diventare pavimenta- la Wooden chair. Una zioni anti-trauma per bambini. I poltroncina realizzata con flaconi dei detersivi possono esse- una serie di listarelle in re trasformati in giocattoli. La car- massello di faggio curvato ta è eterna. Persino la plastica è una materia molto interessante, che può essere facilmente rilavorata per diventare un pile piuttosto che un cestino per la spesa. L’impor- tante è che la raccolta differenziata venga eseguita in maniera ottima- le. E credo che l’Italia si stia orien- tando verso questa idea. Anche perché, visto che in futuro le mate- rie prime saranno sempre più care, riciclare rappresenta un vantaggio economico. In quest’ottica il design assume un’importanza fondamentale. So- no sempre più numerose le azien- de che chiedono a noi designer di realizzare prodotti nuovi che solle- tichino l’attenzione del pubblico senza danneggiare il pianeta. Co- me la cucina di cartone.

L’autore, fondatore dello studio Capellini Design & Consulting, si occupa da anni di design 50 volte ambientale e ha dato vita a Matrec, Nelle serre i pomodori bruciano la prima banca dati per l’ecodesign 50 volte più energia che nei campi Repubblica Nazionale 49 15/05/2005 50 LA DOMENICA DI REPUBBLICA DOMENICA 15 MAGGIO 2005 l’incontro Scelte radicali Quattro anni fa si è trasferita al Cairo per studiare l’arabo. Così la più laica fra le politiche italiane si è ritrovata faccia a faccia con l’integralismo, ha affrontato le diffidenze suscitate da una deputata europea, donna e per di più single, che va ad abitare nel cuore dell’Islam. Ma soprattutto ha fatto i conti con la solitudine: in Egitto, ci racconta Emma Bonino ora, di giorno parli con decine di persone ma la sera spariscono tutti: difficile trovare qualcuno per andare al cinema

LAURA LAURENZI versi stili di vita — ognuno si veste di- ropea, per giunta single. «Mi hanno la donna marocchina, la donna egizia- hanno fatto i milioni di persone in coda verso, prega diverso, mangia diverso — chiesto persino se ero venuta per apri- na, la donna saudita e via dicendo. Ci per rendere omaggio a papa Wojtyla? gli arabi di religione musulmana, o cop- re una pizzeria». Un paese «complica- sono mille realtà diverse, ma sempre la «Fortunatamente non ero in Italia. Un ROMA ta, o laici come me, in realtà hanno esat- to e appassionante»: così definisce l’E- società è più avanti delle leggi e del si- grande spettacolo. La stessa mediatiz- tamente le stesse aspirazioni e le stesse gitto. «Sarebbe stato più chic studiare stema politico che la governano, e le zazione, del resto, che ha avuto tutto il ulla scrivania, un tavolo di necessità che abbiamo noi. Insomma: l’arabo a Marrakech, ma dal Cairo, città donne giorno dopo giorno acquisisco- calvario del Papa. Comunque non era formica bianca, ha un com- ho avuto conferma che non sono un crocevia, continuo tutte le mie batta- no una forza più travolgente. Un conto una folla religiosa, non possiamo parla- puter vecchio tipo, di quelli mondo a sé. La differenza vera tra noi e glie civili contro ogni integralismo. So- però è la Turchia, un conto il Bahrein, re di una corrente di spiritualismo con lo schermo mastodonti- loro è una differenza di sistema politi- no così tante quelle che vorrei combat- un conto è l’Arabia Saudita, dove sol- quanto piuttosto di una sorta di pre- Sco, e poi una confezione di integratori co: tra società chiusa e società aperta, tere che non mi basterebbero dieci vi- tanto adesso alle donne viene ricono- senzialismo epocale, poter dire: c’ero vitaminici e pile di libri, giornali, qua- tra dittatura e democrazia. Tutto qui. Se te...». sciuto il permesso di prendere la paten- anch’io, scattare la foto col cellulare. E derni zeppi di appunti. Alle spalle, in si prende atto di questo, capiamo il ruo- È possibile stilare una lista di prio- te e guidare. Nello Yemen ho visto don- anche ricerca di una leadership che cornice, quattro sue caricature pubbli- lo della religione, anzi, capiamo come rità? Emma Bonino pesca dalla sua lus- ne velate e vestite di stracci, mentre in non si trova altrove». E papa Ratzinger? cate sulle prime pagine dei quotidiani e la religione venga manipolata a fini di suosa borsa bordeaux di Fendi un pac- Kuwait ho visto donne velate di nero «Un papa non di potere, un papa dei po- un vecchio manifesto anni Settanta di potere, tant’è vero che questo povero chetto di sigarette. Ne accende una. dalla testa ai piedi andare a casa e sfog- veri, un papa da Concilio Vaticano II è lei, ragazza, che sfila in piazza contro Corano viene interpretato in modo Pausa. Poi dice: «Non è per veterofem- giare, sotto, abiti lussuosissimi di Ver- un papa che sarebbe stato più utile per l’aborto clandestino. Anche una gran- molto diverso a seconda delle esigenze minismo, ma il filone dei diritti femmi- sace e di Dior, scollature a balconcino, i veri credenti». de foto scattata a Kabul nel ‘97 durante dei diversi paesi e di quello che fa co- nili è sempre il filone più straordinario. trucchi perfetti. In un centro commer- È amareggiatissima di non avercela un blitz che le costò l’arresto: la Bonino modo alla classe dominante». È un microcosmo di tutto: implica i di- ciale in Arabia Saudita, all’ultimo pia- fatta nella corsa a diventare alto com- in mezzo a nove donne col burka, nove Il «povero Corano». Per capire me- ritti personali, i diritti economici, i di- no, quello riservato alla clientela fem- missario delle Nazioni Unite per i rifu- fantasmi celesti. glio, Emma Bonino è tornata sui banchi ritti politici». minile, ho visto commesse che sembra- giati, lei che era l’unica donna nella Emma la dulce, come la chiamano i di scuola: al Cairo, con umiltà e deter- Al Cairo e dintorni ha capito per vano conigliette di Playboy; al reparto short list degli otto supercandidati. Ep- giornali spagnoli — che dolce non è per minazione, si è messa a studiare l’ara- esempio che la donna musulmana è lingerie vendevano biancheria da pure il governo italiano, almeno a paro- niente, semmai più genere human can- bo. Per studiare la cultura studia la lin- un’astrazione. «Esiste la donna turca, Crazy Horse, roba postribolare. È ovvio le, l’aveva sostenuta. «Non direi pro- nonball (definizione di Time) — arriva gua, e così mette insieme i pezzi del che la libertà ti toglie il bisogno di que- prio. Direi anzi che Berlusconi e Fini si nel suo piccolo ufficio al Partito radica- puzzle. Lezioni al British Council e dai sto esibizionismo represso che poi si sono addormentati. Mi dispiace davve- le, nel cuore di Roma, vestita da perfet- frati Comboniani la mattina e ripetizio- Ho imparato che sfoga in casa, in camera da letto». ro moltissimo, è una delusione cocen- ta donna in carriera: giacca scura gessa- ni private a casa il pomeriggio, i dettati, La battaglia contro l’infibulazione te. Un bel giorno renderò pubblico l’in- ta a righe minuscole, top bianco, panta- gli esercizi di conversazione, la lettura la differenza tra noi condotta dall’organizzazione non go- tero dossier. E quel giorno, tra incapa- loni neri, capelli freschi di parrucchiere, dei quotidiani. E poi sola (in una mega- vernativa Non c’è pace senza giustizia, cità e malafede, ci sarà da mettersi le agenda sottobraccio, aria fattiva. Sul ri- lopoli di 16 milioni di abitanti) davanti e loro da lei fondata, sta dando buoni frutti: mani nei capelli». svolto della giacca esibisce una minu- alla televisione, Al Jazeera, Al Arabya e non riguarda «Al Cairo siamo riusciti a coinvolgere la Oggi il suo ubi consistam sembra es- scola decorazione al merito: un’onori- tutte le altre emittenti locali. Oggi riesce signora Mubarak, abbiamo ottenuto la sere il Cairo, quell’appartamento in un ficenza italiana? Cavaliere? Commen- a capire, a leggere correntemente i gior- la religione, diretta tv da Al Jazeera, abbiamo fatto palazzone di nove piani nel quartiere datore? «Ma quando mai. L’Italia non nali e anche ad esprimersi. È stato diffi- partire una campagna di spot in televi- borghese ma delabré di Zamalek da mi ha mai dato nessuna onorificenza. cile? «Sì. L’arabo però è una lingua mol- gli stili di vita sione che ripete come le mutilazioni ge- cui, in solitario, sembra tenere sotto Questa l’ho avuta a Gibuti: sono cava- to razionale. Ogni parola ha una radice nitali non sono previste dal Corano. controllo ogni possibile segnale di liere al merito della Repubblica di Gibu- di tre lettere. Attaccandoci prefissi, suf- o le aspirazioni Nell’ultima conferenza a Gibuti, a mar- cambiamento. Impegnarsi nelle bat- ti». Uno dei paesi in cui più veemente è fissi, declinazioni varie fai tutto. Di una zo, trecento donne si sono rivoltate in taglie per il mondo arabo è diventata l’impegno di Emma Bonino nella batta- cosa però mi sono resa conto col tem- sala contro le autorità religiose che con- un’urgenza. Bella scommessa politica glia contro l’infibulazione. po: la lingua non è un fattore identitario ma i sistemi politici: tinuavano a sostenere la necessità del- la possibile evoluzione democratica Dopo quattro anni di vita al Cairo — quanto potremmo pensare. Tutto l’e- la mutilazione della clitoride anche se dell’intera area. «Prese una per una le ha preso casa in Egitto nel giugno del stablishment parla anche inglese o qui c’è la democrazia in forma leggera. È stata una rivolta donne laggiù non hanno forza, però

2001 anche per elaborare la batosta francese». davvero fantastica: gli imam sono do- stanno cominciando a capire che uni- elettorale — è ancora più occidentaliz- Da Pannella alle Piramidi. Testimo- e lì c’è la dittatura. vuti scappare a gambe levate. Anche lì te possono avere un impatto enorme. zata e ha capito molte cose, oltre ad ave- nia anche, Emma d’Arabia, quanto il abbiamo avuto la diretta di Al Jazeera». È caduto il muro della paura, e la loro re approfondito un contatto più diretto suo calvinismo nordico venga messo a Nient’altro Un panzer, la Bonino. Non si scorag- forza può essere rivoluzionaria», riba- e più intimo con la solitudine. «Ho ca- dura prova nella routine del Cairo, do- gia mai. «Il Protocollo di Maputu, che disce Emma Bonino, con una luce spe- pito che, al di là dei diversi paesi e dei di- ve ormai passa due settimane al mese, all’articolo 5 prevede l’abolizione di ciale negli occhi. più le vacanze di Natale e quelle di Pa- ogni forma di mutilazione genitale, è

squa. Ha avuto qualche momento di già stato ratificato da dieci paesi. Man- scoraggiamento? «A non finire — sbuf- cano ancora cinque ratifiche, che con- fa l’ex commissario europeo alzando gli tiamo di avere entro l’anno. Dopodiché occhi al cielo — Il sentimento che mi ac- la norma entrerà in vigore e diventerà compagna da più tempo, nella vita, è la obbligatoria». solitudine. In Egitto, specie all’inizio, L’Italia vista dal cannocchiale del questo sentimento è diventato più for- Cairo sembra un paese lontano. Una te. Una solitudine non certo scelta. So- battaglia in cui Emma Bonino si sta im- la non per virtù, quindi, ma per neces- pegnando con tutta la sua passione ‘‘ sità. Non sto parlando della comunità («ma non abbiamo un centesimo») è internazionale, dei cocktail nelle am- quella per i referendum sulla procrea- basciate: quelli non mi interessano. zione assistita, lei che negli anni Set- Parlo dei rapporti umani. La società tanta si sottopose a inseminazione ar- egiziana è chiusissima. Di giorno, per tificiale: «Sono referendum fonda- lavoro, ho sempre incontrato decine di mentali esattamente come lo erano persone, dissidenti, attivisti. La sera quelli sul divorzio e sull’aborto, legati ai spariscono tutti. Difficile trovare qual- principi laici dell’autodeterminazione cuno con cui andare al cinema. Ultima- e della libertà di cura. Avremo una va- mente, dopo quattro anni, adesso che langa di sì ma il vero problema sarà rag- mi conoscono meglio e si fidano, vengo giungere il quorum. Mancano, secon- accolta un po’ di più: certo c’è ancora do le nostre stime, cinque milioni di vo- diffidenza». tanti». Non capivano cosa realmente fosse Un’altra sigaretta. In tema di laici-

Repubblica Nazionale 50 15/05/2005 venuta a fare al Cairo una deputata eu- smo e religiosità, che impressione le ‘‘ FOTO MIMMO FRASSINETI / AGF