Periodico Indipendenteil di InformazioneALATEO Cittadina Anno 5 - Numero 5 - 2018 LA CENA DELLA VIGILIA DI NATALE

La cena del- grandi e piccini giocavano a tombola in un clima gioio- la Vigilia di Na- so. Sulla tavola si lasciava qualcosa da mangiare per tale, presso le le anime dei cari defunti che avrebbero visitato la casa famiglie povere durante la notte. Un po’ di cibo veniva lasciato per gli di Galatone, animali domestici, e non solo, che nella Notte Santa contemplava le ricevevano il dono della parola e quindi potevano be- cosiddette “tri- nedire o maledire i propri padroni come si dice in questi tici pietanze”, versi: tante quanti era- no gli Apostoli “la notte ti Natale” più Gesù Cristo. strolica ‘n grecu ogni animale: Era costituita da un primo piatto di “irmiceddri cu la li ciucci cantanu comu cristiani baccalà”. Questo tipo di pasta era fatta rigorosamente a ballanu e cantanu puru li cani mano dalle donne di casa spesso aiutate dalle vicine in uno scambio di cortesia reciproca. Si iniziava già ai pri- “la notte di Natale” mi di dicembre (gli irmiceddri richiedevano tempo e pa- brontola in greco ogni animale: zienza). La forma richiamava, appunto, dei piccoli vermi. gli asini cantano come cristiani Seguiva il baccalà preparato in tanti modi, e poi li “mug- ballano e cantano anche i cani gnuli ffucati”, erano le sommità dei cavoli salentini rac- colti prima che si schiudessero i fiori. “La sobbrataula” nb.: Il fatto che gli animali si esprimessero in greco era composta da finocchi, scarole, cicorie, mandarini, arance, noci e mandorle. Concludevano la cena i dolci tipici: “cartiddrate e purciddruzzi”, dolci che le donne Supplemento a “La Notizia” - N. 5/2018 avevano preparato nei giorni precedenti, ma “ncuppitta- Via G.A. Ferrari, 18 - 73100 Lecce tu”, cioè ricoperti di miele, vincotto e granellini colorati il Direttore Responsabile Cesare Vernaleone giorno della Vigilia. Aut. Trib. di Lecce n. 572 - Iscriz. ROC n. 5458-I E per chiudere le immancabili e attese “pettule”. Si Iscr. R.E.A. C.C.I.A.A. n.174958 preparavano quando il crepuscolo scendeva sul paese che si presentava avvolto in una nebbia: era il fumo che Direttore Responsabile si sprigionava dai focolari dove “sullu trapete” nella “firzu- Cesare Vernaleone reddra” sfrigolava il buon olio di oliva di fresca molitura, mentre la mano abilissima della donna trasformava l’im- Direttore Editoriale pasto, lievitato a lungo, nelle “pettule ti la Iciglia” da intin- Luigi De Giorgi gere nel “cottu” o maritate con vari tipi di verdure: cavol- fiore, rape e tenere foglie di “burraccia” (borragine), non Hanno collaborato per questo numero: potevano mancare li pettule cu “la sarda e la baccalà”. Luigi De Giorgi, Silvana Francone, Tommaso Terragno, L’ultimo impasto serviva a fare una pettula più grande Anna e Antonio Lerario, Giuseppe Gatto, Giorgio Contese, Sandra De Pascali - Farmacia del Mare, detta, non so Vittorio Zacchino, Jenny Manisco, Antonio Chirivì, perché, “la Stefania Resta, Arianna Resta, Donato Stapane, ecchia” (la Simona Margherito. vecchia). Finita Distribuzione Gratuita la cena, in attesa di Grafica, Impaginazione e Stampa recarsi in chiesa per la Messa di Gli articoli pubblicati impegnano esclusivamente mezzanotte, la responsabilità degli autori.

1 il ALATEO

è, forse, un richiamo al rito greco presente a Galatone mo ci me rriatu l’ogghiu e la farina”. nel passato. A Natale non feci le pettole Infine, per sottolineare l’importanza delle pettule nel- perchè mi mancava olio e farina, la tradizione salentina, ecco cosa dice un antico detto. ora me le voglio fare a Capodanno perchè ho avuto in regalo olio e farina. “pettule no’ fici ti Natale pi ogghiu e pi farina ca non ippi, Solidarietà di Altri Tempi! mo mi li ogghiu fare ti la Strina Silvana Francone LA MEMORIA RACCONTA… le festività natalizie al tempo dei nostri anziani Con questo numero natalizio vogliamo rendervi la insieme a piedi in Chiesa.>> testimonianza di come si aspettava e veniva vissuta la Racconta Lucia: <> nianze. Infine, gli ospiti della Racconta Maria Te- Casa di Riposo e Centro resa: <> Racconta Marisa: <

2 Periodico Indipendente di Informazione Cittadina “I Galatonesi in guerra”. La Grande Guerra vista da Sud. In tutto in quelli delle superiori, che la maggioranza delle vittime il mondo della prima guerra mondiale erano ragazzi del Sud. si stanno Questa mostra ha cercato di presentare questo tragi- svolgendo co avvenimento da Sud, raccontato dalle cosiddette fonti o si sono materiali, scritte e iconografiche che i nostri alunni sono svolte ceri- riusciti a reperire, facendo il lavoro dello storico, che deve monie per essere meticoloso, perché ha il compito di ricostruire i fat- ricordare il ti del passato seguendo tre diversi momenti: la raccolta, centenario l’analisi e l’interpretazione delle fonti. dall’armisti- Personalmente ritengo che questa debba essere la zio di Com- giusta prospettiva, vederla non solo da una nuova latitudi- piègne, che ne, da Sud, ma vedere la Grande guerra anche come l’ul- fece finire la tima di un Risorgimento contro i meridionali, usati come Prima guerra mondiale. La cerimonia più importante è carne da cannone come l’Inghilterra faceva con i pakista- stata quella di Parigi, che si trova a meno di 100 chilo- ni o la Francia con i marocchini. metri da Compiègne. Circa 70 capi di Stato e di Governo, Ricordiamo i drammatici dati di un conflitto veramente tra cui il presidente statunitense Donald Trump e quello maledetto e ancora più maledetto per noi meridionali, su russo Vladimir Putin, ma anche l’italiano Sergio Mattarel- quasi 6 milioni di arruolati furono 677.000 i morti, senza la, sono andati nella capitale francese per la cerimonia. considerare quelli in prigione o negli ospedali arrivando L’armistizio di Compiègne fu firmato, in un vagone fer- a superare il milione e mezzo di vittime, di cui almeno un roviario, verso le 6 del mattino e i firmatari – la Germania milione i meridionali. da una parte e la Francia e il Regno Unito dall’altra – de- Fu così che al Nord, pur con vittime e danni gravi, alla cisero che sarebbe entrato in vigore a partire dalle 11 di fine della guerra si contarono centinaia di migliaia di ope- quello stesso giorno: l’11 novembre, cioè l’11/11. rai più o meno specializzati nell’industria bellica: 720.000 Cessava così una guerra in cui morirono 15 milioni i “dispensati”; mentre al Sud solo lapidi, e spesso neanche di persone, la metà dei quali erano civili. L’Italia era già quelle, nelle piazze dei paesi: solo 21.000 i “dispensati”. uscita dalla guerra il 3 novembre, con l’armistizio di Villa Per non parlare dei 400.000 processi per reati com- Giusti con l’allora Austria-Ungheria. messi dai soldati: prevaleva il disfattismo anche solo per Anche la Scuola Media dell’Istituto Comprensivo Polo una lettera inviata ai propri familiari con qualche dubbio 1 di Galatone ha voluto celebrare il centenario, allesten- sull’utilità di quella carneficina; migliaia le vittime sul po- do nell’Aula magna una Mostra dedicata ai Galatonesi sto: anche solo per qualche risposta vivace ai superiori; che hanno preso parte alla Grande Guerra. migliaia le vittime delle decimazioni come quelle operate Al progetto hanno partecipato con entusiasmo tutti gli contro la Brigata Catanzaro: “i morti con la terra in bocca”. alunni delle classi terze: chi con la realizzazione di diversi Un conflitto dove i nostri nonni hanno combattuto nel cartelloni che illustravano i diversi aspetti del conflitto; chi fango e nel sangue sotto cieli nuvolosi e paesaggi livi- organizzando una piccola galleria di foto che ritraevano di, mentre i loro superiori, generali carichi di medaglie, nonni e bisnonni in uniforme da soldato; chi addirittura compilavano irresistibili e tragicamente comiche relazioni portando delle baionette; chi dei bossoli e un elmetto; chi militari, impegnati in “rischiosissime” colazioni nei bar di delle medaglie e dei gradi militari; chi un oblò di una nave Trento, ben lontani dal fronte a cui guardavano come oggi ospedale per i feriti dell’esercito britannico; chi un cuc- guardano gli schermi dei televisori i nostri ragazzi che gio- chiaio americano usato per il rancio; chi articoli di gior- cano con la Playstation. nale del tempo; chi scovando addirittura l’assicurazione Insomma, usando le parole di uno dei tanti “terroni” sulla vita del proprio bisnonno. impegnati al fronte: “Questa disonesta patria ci ha fatto le Quello che tuttavia si è cercato di mettere in evidenza, promesse e non le ha mantenute. Disgraziata e cornuta”. al di là della retorica patriottica d’occasione, è stato il ri- Compito di un insegnante di storia che si rispetti è so- cordo del contributo dei Galatonesi al conflitto mondiale. prattutto quello di raccontarla giusta ai propri alunni, an- Purtroppo spesso la storiografia ufficiale omette di dando oltre l’ordinario... raccontare, sia nei libri di testo delle scuole medie che Giuseppe Gatto

3 il ALATEO I DONI DEI RE MAGI: RIMEDI CHE CURANO Secondo la leggenda, i Re Magi arrivarono dall’o- che cresce spontanea in Somalia, Sudan e Yemen. Si riente a Gerusalemme seguendo una stella cometa per tratta di una resina dall’odore acre e dal sapore aro- adorare la nascita di Gesù bambino, portandogli in dono matico e amarognolo, raccolta in granuli e piccole oro, incenso e mirra. Sono tre doni dal significato sim- masserelle brunastre. Era utilizzata come profumo per bolico: l’oro è il dono riservato ai re, l’incenso ricorda la ambienti, come insetticida, oppure anche durante le sua divinità, la mirra, usata per la mummificazione, rap- cerimonie funebri così come per l’imbalsamazione da- presenta il sacrificio e la morte di Gesù. Oltre alla loro gli egizi. Oggi sappiamo che contiene prevalentemente simbologia, essi sono anche tre rimedi medicamentosi. sesquiterpeni, aldeidi e chetoni e tante altre sostanze L’incenso, conosciuto soprattutto per il suo uso du- con attività farmacologiche dimostrate: antinfiamma- rante le cerimonie religiose e funebri, viene estratto dal- toria, analgesica e disinfettante. La resina è presente la Boswellia, pianta dell’antica medicina ayurvedica. La anche in Farmacopea Ufficiale Italiana come tintura Boswellia (Boswellia serrata), appartenente alla famiglia alcolica. Si rivela particolarmente utile nella cura di delle Burseraceae, è un albero originario dell’India, noto gengiviti, afte, peridontopatie, stomatiti e tonsilliti. Può anche come “pianta dell’incenso”, dal quale per incisio- essere utilizzata anche per la medicazione di abrasioni, ne si ricava una resina, il cui estratto è molto popolare ferite, ulcerazioni cutanee, foruncoli e acne. In Arabia nella medicina ayurvedica, cioè nella medicina tradizio- Saudita la mirra viene ancora oggi utilizzata per la cura nale indiana, come rimedio per il diabete, per la febbre e e la protezione del piede diabetico. Interessante è sa- per molte altre malattie cardiovascolari, neurologiche e pere che mirra e incenso sono stati usati fin dall’anti- dermatologiche. Numerose ricerche scientifiche hanno chità come rimedi curativi non solo singolarmente, ma confermato che in questa resina sono presenti diverse anche in associazione. Il “Balsamo di Gerusalemme”, sostanze chimiche (acidi boswellici e loro derivati) con che per la sua attività antinfiammatoria è entrato a far attività antinfiammatoria. La Boswellia si utilizza ormai parte di molte recenti farmacopee, è stato formulato a da molti anni, ottenendo buoni risultati, nei pazienti con partire da queste due resine nel 1719 nella farmacia colite ulcerosa, morbo di Crohn ed altre malattie croni- del monastero di San Salvatore, nella città vecchia di che a carico dei bronchi e delle articolazioni. Gerusalemme. Tra i doni dei Re Magi, la Mirra è probabilmente Il terzo dono è l’oro. Secondo alcune leggende l’o- la sostanza più misteriosa perché sconosciuta ai più. ro portato in dono dai Magi era polvere di Curcuma, Nell’antichità si usava soprattutto per conservare le una radice originaria dall’Oriente di colore giallo-oro, mummie e per aromatizzare i cibi. Si ottiene per incisio- utilizzata già a quei tempi per insaporire i cibi, ma an- ne della corteccia dell’omonimo albero, una Commifora che come medicamento ed in particolare per curare le

4 Periodico Indipendente di Informazione Cittadina infezioni. La curcuma, infatti, viene definita l’oro delle spezie, oltre che dal colore, anche per le sue notevoli proprietà terapeutiche. La Curcuma (Cur- A NATALE 2018 cuma longa L.) appartiene alla famiglia delle Zingiberaceae ed è una pianta apprezzata soprattutto per stimolare la digestione. In realtà le sue proprietà Gesù Bambino farmacologiche sono antinfiammatorie, antiossidanti e immunostimolanti. per mano mi conduce a te, La curcumina è la sostanza chimica più abbondante tra i curcuminoidi. In- per consegnarti teressante è l’effetto antinfiammatorio della curcuma dimostrato sperimen- IL DONO talmente e clinicamente in pazienti con artrite. Altri studi di farmacologia della tenerezza, sperimentale e clinica confermano l’attività anticancerogena della Curcuma dell’amore pacato e giulivo, probabilmente per l’effetto antiossidante. Nella pratica clinica viene usata su smarrito pazienti affetti da psoriasi e da infiammazioni croniche intestinali o reumati- nella confusione assordante che. La Curcuma suscita sempre maggior interesse tra i ricercatori perché di questa vita inquieta, si è visto che può migliorare la risposta di alcuni tumori ai farmaci chemio- malata di egoismo, terapici. Un esempio, questo, che consente di poter vedere la fitoterapia più di tristezza, come medicina integrata che come medicina alternativa. di solitudine. Sandra De Pascali - Farmacia del Mare Anna e Antonio Lerario

Giuseppe Martinicca è il nuovo “Sindaco dei Ragazzi e delle Ragazze”

Il 28 novembre 2018, presso la Sala Consiliare del Comune di Ga- latone, si è insediato il nuovo “Con- siglio Comunale dei Ragazzi e del- le Ragazze”. I neo consiglieri, eletti in seguito alle votazioni effettuate diritti del fanciullo”. Quest’ultima, che lunedì 26 novembre, hanno eletto è stata recepita con una legge italia- a scrutino segreto, come da regola- na, oltre a fissare i principi fondamen- tali per la crescita dei bambini, pro- mento, il nuovo Sindaco: Giusep- muove anche la partecipazione nelle pe Martinicca della Scuola Secon- daria di Primo Grado “Principe di Napoli” – Polo 2. Il neo Sindaco ha, poi, istituzioni da parte dei più piccoli. Il Consiglio Comunale dei Ragazzi può individuato come Vicesindaco Elisa Santese della Scuola Secondaria di proporre delle iniziative e dare dei Primo Grado “A. De Ferrariis” – Polo 2. I Consiglieri sono Perrino Pietro, giudizi sui problemi che riguardano Santese Elisa, Filoni Alberto, Stifanelli Martina, Negro Alberto, Antico la gestione della città, soprattutto per Enrico, Cuppone Ludovica, Maggiore Paolo, Montefusco Ludovica, quanto riguarda il mondo della scuo- Epifani Giulio, Potenza Elena, De Mitri Mattia, Indraccolo Marco, De la ma anche lo sport e gli spettacoli Martinis Clarissa, Perrone Emma e Longo Sara. Il nuovo “Consiglio culturali. La redazione de “Il Galateo” Comunale dei Ragazzi e delle Ragazze” resterà in carica per il biennio 2018/20. augura Buon lavoro al neo Sindaco Il CCRR è nato a New York, negli Stati Uniti, il 20 novembre 1989, dei Ragazzi e a tutti i Consiglieri. quando è stata firmata da 196 Stati di tutto il mondo la “convenzione sui Arianna Resta

5 il ALATEO RIDIAMO LA SUA CASA AL GALATEO sull’onda del successo e della risonanza a livello na- zionale che hanno avuto le “Celebrazioni”, nonché, e più ancora, delle riconosciute e rilanciate “attualità” e validità del pensiero e degli scritti del nostro più famoso e celebrato Concittadino. Quella che trovasi all’attuale civico 111 di Via Gala- teo è, per certo, la casa dove nacque il De Ferrariis. Vi si accede, ora come allora, dal cortile antistante ed è composta da un appartamento di due vani ed accessori a piano terra, di proprietà della Signora Natalina Manta, e da un altro a primo piano, di proprietà di Antonio Mar- ra, cui si perviene salendo una scala scoperta realizza- ta nell’atrio summenzionato, a ridosso del muro di con- Nell’ormai lontano 1999, dalle colonne del periodico fine con l’immobile attualmente di proprietà Adamuccio “Il Giornale di Galatone”, un giovanissimo e già matu- (a p.t.) ed Inguscio-Indennitate (a p.p.). ro, attento e consapevole Mirko Grasso, con un suo Che detta abitazione a p.t. sia proprio quella un tem- breve ed incisivo “pezzo” dal titolo ad effetto: “Galateo po appartenuta alla famiglia De Ferrariis ce lo dice lo cerca casa”, poneva all’attenzione degli amministratori stesso Antonio Galateo, il quale, nel suo “De Situ Ja- locali del tempo e dei cittadini galatonesi più sensibili pigiae”, quando parla di Galatone, sua terra natale non ed avvertiti il problema dell’acquisizione al patrimonio di rado interessata dalle alluvioni, così si esprime: “Ai comunale di quella che fu l’abitazione della famiglia dei tempi di mio nonno, il livello dell’acqua (proveniente De Ferrariis, dove ebbe i natali il nostro illustre Umani- dalla collinetta dei Campilatini) crebbe a tal punto nel- sta, perché venisse recuperata, restaurata e destinata la cittadina da superare in alcuni punti l’altezza di due ad accogliere quella che, con felice e dotta intuizione di passi. Alcuno ne morì ed andarono completamente per- Antonio Corsano e Francesco Tateo, era stata defini- duti vino, olio, orzo ed un buon numero di suppellettili. ta e proposta come la “Domus Galateana”, vale a dire L’acqua cancellò quanto vi era scritto e rovinò i libri gre- come il luogo storicamente più pregnante ed indicato ci che mio nonno aveva in gran quantità nella chiesa - come affermava Mirko nel suo articolo- “a raccogliere che era sotto la nostra giurisdizione e dove egli stesso tutte le opere e gli scritti critici dei vari intellettuali che dimorava”. Chiesa, e contigua abitazione, unitamente nel tempo hanno studiato e condotto ricerche sul De ad alcune consistenze rurali (oliveti e vigneti in territo- Ferrariis”. rio di Galatone), infatti, facevano parte del Beneficio di All’epoca l’acquisizione sarebbe stata sicuramen- S.Giacomo - Santo al quale la cappella era dedicata - te più perché l’immobile di Via Galateo, per le che, istituito dall’avo Nicolò De Ferrariis, era passato ad condizioni in cui si trovava, aveva modesto valore com- Antonio e, per successione, prima a sua figlia Betta, an- merciale ed una non ancora ben definita appartenenza, data sposa ad Alfonso Orlandino, quindi alla di lei figlia ma, purtroppo, l’appello di colui che sarebbe diventato, Catarinella. Costei, con testamento redatto il 6/06/1557 ben presto, uno studioso ed uno storico apprezzato a dal notaio leccese Angelo Alessio, disponeva che tutti i livello nazionale fu lasciato cadere nel vuoto. suoi beni, comprese casa e cappella, cadessero in ere- Successivamente, l’idea dell’acquisizione della dità al figlio Vespasiano della Porta, con la condizione casa del Galateo da parte del Comune è stata ripre- che, se lo stesso fosse deceduto senza avere avuto figli sa e riproposta - tra le tante iniziative celebrative - dal legittimi o naturali, tutte tali sostanze sarebbero dovute Comitato Cittadino costituito in vista della ricorrenza, passare al Convento della SS. Annunziata dei Dome- nel 2017, del V Centenario della morte di Antonio De nicani di Lecce. Ferrariis Galateo. Ciò, lo si ricava, come accertato e riferito da Vittorio L’ “operazione”, ora, è divenuta più costosa, alme- Zacchino nel suo “L’ombra di Cassandra - Sulle orme di no con riferimento al piano terra dell’immobile, poiché Antonio Galateo”, dalla “Platea” del 1718, folio 11, nella l’attuale proprietaria, che vive nel modenese, ha rimes- quale si legge: “jus che tiene il Convento della SS. An- so in sesto lo stabile e vi abita durante il periodo delle ferie. Gli strumenti giuridici, però, non mancano e non è difficile, con un poco di buona volontà, consapevo- lezza e senso civico, riuscire ad incanalare la richie- sta di opportuni finanziamenti, finalizzati alla tutela ed all’arricchimento del nostro patrimonio storico-ambien- tale, nell’alveo dei considerevoli “flussi” di denaro, re- gionali e comunitari, destinati a sostenere le iniziative di promozione culturale delle nostre Terre. Ciò, anche

6 Periodico Indipendente di Informazione Cittadina nunziata di presentare un Beneficio in Galatone, come perduto la capacità patrimoniale, con provvedimento erede di Vespasiano della Porta (questi era morto sen- intendentizio del 18/07/1872, veniva discaricata a fa- za lasciare figli), quale fu figlio di Catarinella Orlandina, vore dell’Amministrazione del Fondo per il Culto, alla questa fu figlia di Alfonzo Orlan- partita 2658, e successivamente dino, questa fu figlia di Betta De venduta, nel 1876, al dott. Gio- Ferrariis, questa fu figlia del dot- vanni Prete fu Felice e, dai suoi tore Antonio De Ferrariis detto il eredi, nel1901 e nel 1915, a Luigi Galateo ed erede del quondam Erroi. Questi, poi, negli Anni Ven- Nicolò De Ferrariis; tiene perciò il ti del XX Secolo, provvedeva ad detto Convento lo jus di presen- abbattere la ormai mezza diruta tare il Beneficio di S. Giacomo chiesa ed a farvi sorgere la sua Apostolo, chiesa piccola, sita e casa di abitazione, successiva- posta dentro la terra di Galato- mente lasciata in eredità alla mo- ne....Il Beneficio consisteva ... e, glie, ai figli ed a suo fratello Pa- di più, in una casa contigua alla squale. Gli Erroi, quindi, nel 1947 detta chiesa di S. Giacomo”. vendevano, tra l’altro, quanto re- Detto Beneficio, con le relati- alizzato, sul suolo su cui era in- ve consistenze veniva annotato sistita per secoli la chiesetta, dal nel Catasto Onciario di Galato- loro congiunto a tal Bianco Mi- ne del 1745 sotto la titolarità del chele. Questi, a sua volta, dopo Cappellano don Cosimo Megha, avervi costruito il primo piano da chierico facente parte del nucleo lì a pochi anni, cedeva il tutto a familiare di Cristoforo Megha, Sardella Piacentina, dante causa abitante in Via Aschie (divenuta, degli indicati attuali proprietari in seguito, Via Galateo). Adamuccio ed Inguscio-Indenni- Successivamente, come ri- tate. sulta dallo Schedario fabbricati Per finire, va detto che il com- di Galatone degli anni 1865/68 plesso edilizio costituito dalla redatto sulla base del Catasto “provvisorio” del 1825 chiesa di S. Giacomo e dalla casa del Galateo è stato, voluto da Ferdinando I di Borbone, sotto la partita 43 nei secoli, rilevato da diversi Vescovi della Diocesi di intestata al Beneficio di S. Giacomo, alla chiesa ed a Nardò in visita pastorale in Galatone e che, di esso, parte (1/4) del cortile dell’abitazione venivano attribuiti una descrizione precisa e dettagliata è stata data, sul i numeri d’ordine 82 e 83, mentre la casa veniva posta finire dell’Ottocento, da Cosimo De Giorgi e, agli inizi alla partita 1080, numero d’ordine 85, intestata alla ditta degli anni quaranta del Novecento, da Nicola Vacca, Sardella Onofrio. autore delle preziose “Noterelle Galateane”. Tali risultanze attestano, inequivocabilmente, da un Cosimo De Giorgi, tenendo presenti alcuni appunti lato, lo “scorporo” tra le due entità immobiliari, avve- sul Galateo dello studioso Giuseppe Luigi De Simone nuto con ogni probabilità per effetto dell’applicazione ed uno schizzo, da questi fatto eseguire dal pittore Raf- della legislazione napoleonica degli anni 1806 e 1807; faele Verri, che riproduceva l’intero fabbricato di Via dall’altro, una diversa e distinta titolarità delle stesse, Aschie, nel suo famoso “La Provincia di Lecce-Bozzetti destinata a perpetuarsi nel tempo. di Viaggio” dichiara di essersi fatto obbligo, nel 1879, di La casa, infatti, abitata già nel 1809 da Onofrio visitare quella che fu la casa natale del Galateo, sulla Sardella (vi nasceva, il 2 aprile di quell’anno, il figlio quale scrive quanto segue: “Resta all’ingresso della cit- Sebastiano) è appartenuta alla famiglia Sardella per tà, venendo da Lecce, al numero 14 della Via oggi detta quasi due secoli, fino a quando l’ultima discendente, Galateo, un tempo Aschie, dirimpetto al palazzo degli Filomena, maritata De Martinis, non vendeva il piano eredi del Sig. Diego Frezza. Oggi è abitata da Salva- terra ai coniugi Manta Orazio e Casaluci Lucia e, sua tore Sardella (figlio di Onofrio), un contadino. Tutto ha figlia Tonia De Martinis, il primo piano, nel 2007, agli mutato faccia e riesce difficile pescare fra le nuove co- attuali proprietari Marra. struzioni quelle del secolo XVI. Entriamovi. Dall’uscio La cappella, invece, una volta che, per effetto del che mette sulla via si passa in un atrio scoperto, pic- D.R. 7/07/1866, n.3036 gli enti ecclesiastici avevano colo come la casa che ci sta di fronte. Sul lato sinistro

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di quell’atrio vi con riferimento al prospetto dell’intero fabbricato su Via è una chiesetta Galateo, nel 1911 è stato documentato fotograficamente smantellata, di da Giuseppe Gigli sul suo “ Il Tallone d’Italia “. La foto è patronato del- stata ripetutamente riprodotta ed ingrandita ed è molto la famiglia De nota in Galatone. Ferrariis, un Il Dott. Nicola Vacca, nelle sue “ Noterelle”, del 1943, tempo dedicata così rileva e descrive la casa: “Attualmente l’abitazione a S. Giacomo - casa terranea alla leccese con cortiglio - risulta compo- e nella quale, sta da un corpo doppio di fabbrica comprendente, dal- come narra il la parte prospiciente la strada (Via Galateo), due vani Galateo, suo quasi quadrati coperti con volte e spigoli e, nella parte avo teneva una retrostante, altri due vani di minore ampiezza. Uno di preziosa raccol- essi risulta diviso in due stanzini coperti a volta. Data ta di libri greci e l’assenza di intonaco e data la struttura muraria, credo latini molto rari. siano da considerarsi come una rifazione naturalmente Omissis...Oggi di epoca posteriore. In uno di essi è la cucina, nell’altro è divenuta un un camino a pelo di pavimento. Del tempo rimangono, in deposito di le- stato di quasi buona conservazione, gli stipiti, il davan- gna ed è caduto zale e l’architrave di una finestra attualmente chiusa in persino l’intona- un sottoscala. Si vede ancora a sinistra quella che era co delle pareti. la porta della biblioteca (la chiesetta) riconosciuta dal Entrando nella De Giorgi, trasformata in una nicchia nella quale si vede stanza di fronte all’uscio osserveremo nel centro del- tuttavia molto deturpato il dipinto a fresco di una madon- la volta uno scudetto nel quale è inciso un geroglifico na. Delle restanti strutture murarie nulla può più vedersi poco decifrabile perché molto impatinato di calce. Si a causa degli spessi strati di latte di calce sovrappostisi dice che sia il nome dell’antico padrone di casa. Sul- nei secoli “. la parete a sinistra vi era la porta che conduceva alla Alla luce di tutto quanto innanzi e per concludere, biblioteca, ma fu convertita in una nicchia nella quale non può non riconoscersi e convenirsi che un bene così vediamo una madonna dipinta a fresco che ha subi- carico di storia e di valori culturali assoluti merita di es- to la profanazione dei restauratori nel secolo scorso. sere fatto rientrare nel patrimonio della collettività, forse Dall’atrio parte una scala che conduce al piano supe- anche come segno di orgogliosa gratitudine verso il no- riore dove è un’altra stanza in corrispondenza di quella stro grande Antonio Galateo. ora osservata. E questo è tutto”. Giorgio Contese Quanto osservato e descritto dal De Giorgi, almeno

Non so se per l’uomo la pazienza sia un dono o un’arte: ...forse è tutte e due le cose. PAZIENZA Negli anni: 1200 - Papa Innocenzo IV: “…esercita la pazienza - que optimum est genus vincendi”. 1600 - Card. Giulio Mazarino: “difficilmente monta in collera, non correre in fretta ad adirarti con alcuno”. 1800 - Napoleone: “l’impazienza è un ostacolo al successo”. 1900 - J.F. Kennedy: “non infuriatevi, anzi calmatevi. 2000 - Card. Giovanni D’Ercole: “pazienza, sempre pazienza, la chiave di tutto è la pazienza”.

Tommaso Terragno

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dei corridoi per la distribuzione delle aule: al loro po- LA SCUOLA IDEALE sto i progettisti propongono uno spazio connettivo cen- trale per incontri, scambi culturali, momenti di pausa Il 22 novembre u.s. ero nello studio dell’architetto e relazioni. Tutte le aule sono state pensate come un Antonio Chirivì di Galatone; si parlava del più e del laboratorio flessibile: le pareti confinanti tra le aule si meno e poiché il 22 novembre di ogni anno è la Giorna- aprono e si si chiudono in base alle esigenze scolasti- ta Nazionale per la Sicurezza nelle Scuole il discorso che, passando da un’ampiezza di 50 mq. a quella di è scivolato anche su questa tematica. Si parlava del 100 mq. Ogni aula è disposta in modo tale che si possa grande numero di scuole senza il certificato di preven- passare dalla normale lezione che tutti conosciamo ad zione incendi e senza una lezione “en plein quello di agibilità sta- air”, a contatto con la tica, di crolli periodici vegetazione progetta- di alcune strutture, ta apposta a ridosso soprattutto dei soffitti, delle aule. L’architetto di mancanza di ma- mi spiegò di come, in nutenzione e controlli alternativa, fosse pos- sui solai. Si parlava sibile fare lezione su del recente rapporto in terrazza, ancora più di Cittadinanzattiva, a contatto con le aree il quale asseriva che solo una scuola italiana su venti verdi. Dal piano terra, mediante le scale o con l’ascen- sarebbe in grado di resistere a un terremoto. Antonio sore, si potrà arrivare al piano superiore: un ambiente mi raccontava che il sistema impiegato per costruire dove la luce la fa da padrona perché la copertura è in le scuole, ma anche case e altre strutture, negli anni vetro apribile. Da qui che si potrà accedere alla biblio- ‘50/’60/’70 (purtroppo ancora attuale), cioè in cemento teca e all’auditorium, i quali potranno restare aperti an- armato, non si è rivelata la soluzione ottimale ed è sta- che fino a sera, consentendo anche alla cittadinanza di to rimpiazzato da altre tecnologie molto più appropriate usufruirne. Per il riscaldamento e raffrescamento della e resistenti. “Sembrava che questo artefatto composto scuola è stato previsto un sistema di riscaldamento a da sabbia, breccia, cemento e ferro fosse la soluzio- terra per eliminare gli ingombranti termosifoni a parete. ne a tutti i problemi costruttivi” mi diceva, “invece così Attraverso dei pozzi geotermici, si potrebbe riscaldare non è stato, al contrario questi materiali hanno gene- l’intera scuola e nel caso questo non basti, entreranno rato tantissime preoccupazioni che sono sotto gli oc- in funzione i pannelli solari, che serviranno anche come chi di tutti”. “Ecco” continuava a dirmi l’amico Antonio, copertura della zona parcheggio. L’intera struttura por- “per esempio il ponte di Genova non doveva essere tante è un sistema di travi, solai e pilastri in acciaio. realizzato in cemento armato, ma in acciaio, seguendo Addirittura il progetto prevede uno studio particolareg- i canoni e la tecnologia di quell’epoca (1963-67). Se giato sulla sismicità e neutralizzazione delle forze on- fosse stato così il cavalcavia Polcevera non sarebbe dulatorie e sussultorie attraverso l’ausilio di cuscinetti crollato e non ci sarebbero state tutte quelle vittime, in neoprene e pistoni. Una ciliegina non da poco è lo invece……” studio della pavimentazione in ceramica senza fughe, A questo punto gli chiesi : “Quindi tu cosa proponi?” per evitare l’accumulo di residui e su di essa il pro- Adesso ti faccio vedere un progetto, una scuola getto prevede il disegno dei poliedri di Platone. Come concepita per essere costruita in acciaio. Questa è sta- ben sappiamo, Platone, nel Timeo, associò ad essi un ta progettata in occasione di un concorso internaziona- elemento: al tetraedro fu associato il Fuoco, al cubo le, in collaborazione con altri due architetti: Giuseppe la Terra, all’ottaedro l’Aria e all’icosaedro l’Acqua. La Melpignano di Ostuni e Ilario Verri di Sannicola.” perfezione data dalla loro “ regolarità “ è sinonimo di Incominciò ad illustrarmi il suo lavoro e si servì dei conoscenza e nella scuola insieme alla competenza disegni al computer per farmi nota- e alla abilità sono la base della for- re alcune peculiarità del progetto. mazione dell’allievo. Nel frattempo io osservavo incu- Passarono più di due ore, eppu- riosito i disegni e lui mi racconta- re non avvertivo per nulla la stan- va in maniera entusiasta dei suoi chezza. La scuola che mi illustra- collaboratori e di come ognuno di va era un sogno e l’interesse per loro, per carattere e personalità, ascoltarlo era tanto. Purtroppo il abbia dato il meglio per la riuscita mio telefono squillò interrompendo del progetto. la piacevole chiacchierata. Dopo Iniziò poi a svelarmi una mol- tutto quello che avevo sentito non titudine di innovazioni progettuali potevo che chiedergli: “Posso ave- che riguardavano la scuola. Ne re alcune foto della scuola per pub- elenco solo alcune, quelle che con- blicarle sul Galateo?” siderando la mia esperienza di docente e dirigente mi Lui: ”Si, è un piacere e ti ringrazio.” hanno colpito di più. Prima fra tutte, vi è l’eliminazione Luigi De Giorgi

9 il ALATEO GALATEI nel MONDO

In questo numero pubblichiamo sia per gli studi compiuti (l’abilitazione l’intervista al galatonese Prof. Mir- per l’insegnamento secondario a Fi- ko Grasso, il quale, ancor giova- renze, la laurea in storia e poi il dotto- ne (è nato nel 1979), si è già impo- rato a Bologna, il diploma di archivista sto nel panorama culturale italiano a Modena), sia per necessità lavora- con i suoi studi storici. Mirko Grasso tive, in anni in cui anche l’accesso a è Docente di Lingua e Letteratura brevi supplenze nella scuola era mol- Italiana e Storia nelle Scuole Su- to difficile per l’assenza di posti. Poi periori, Dottore di Ricerca e cultore per scelte legate ad una migliore qua- della materia presso il Dipartimento lità della vita rispetto alle grandi città di Storia, Culture e Civiltà dell’Uni- del nord, con Chiara (mia moglie, ma- versità di Bologna. È inoltre socio ceratese doc), ho deciso di fermarmi dell’Associazione Nazionale per gli a Macerata dove sono nati i miei figli, interessi del Mezzogiorno, collabo- Luca e Silvia. Macerata, l’Atene delle ratore scientifico dell’Osservatorio Marche, possiede tratti unici che la geopolitico delle città di Fondazione rendono una città a dimensione uma- (con sede a Sabaudia). Inoltre parte- na e al contempo “umanistica”, vista cipa al comitato editoriale della rivista la presenza di una delle più antiche “Archivio Storico per la Calabria e la Lucania” (istituita università d’Europa e di numerose biblioteche. da Umberto Zanotti Bianco e Paolo Orsi), è membro 2. Dal suo Curriculum Vitae notiamo che Lei ha del Comitato Editoriale Scientifico della rivista “Tempo prodotto numerosi articoli e contributi in volumi su Presente” (fondata da Nicola Chiaromonte e Ignazio Si- varie tematiche, ma soprattutto sulla storia del Mez- lone), è Direttore della collana editoriale “Fotogrammi” zogiorno contemporaneo. È il settore che l’appassio- della casa editrice Kurumuny. Partecipa come relatore na di più? a numerosi convegni nazionali ed internazionali anche Da meridionale (orgoglioso) ho sempre sofferto per all’estero ed è autore di numerose pubblicazioni, mo- le derive localiste della cultura e della politica (il sentirsi nografie e articoli in riviste e volumi. Tra i suoi libri ri- diversi/migliori e quindi spesso incompresi dalla cultura cordiamo: Pasolini e il Sud (2004); Gaetano Salvemini. nazionale, quello strano leghismo meridionale che oggi L’uomo, il politico, lo storico (2007); Ernesto Rossi e il ha assunto inquietanti e ridicoli tratti neoborbonici), al Sud Italia nel primo dopoguerra (2012); Costruire la de- contempo ho cercato di analizzare le cause e gli effetti mocrazia. Umberto Zanotti Bianco tra meridionalismo dei ritardi del Mezzogiorno, mettendo in luce possibili ed europeismo (Donzelli 2015) con il quale ha ricevuto vie di uscite che si possono ancor trarre dalle lezione una menzione speciale all’interno del Premio Matteotti della storia. Da Fortunato a Salvemini, da Tommaso istituito dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri - edi- Fiore a Zanotti Bianco, si possono individuare i tratti di zione 2016 - e sempre per l’editore Donzelli ha curato un meridionalismo attivo e non piagnone che vede nel nel 2017 l’edizione critica dell’opera Mussolini diploma- legame con l’Europa e il Mediterraneo possibili leve di tico di Gaetano Salvemini. Un suo ultimo contributo si sviluppo del sud. Tutto il contrario dell’attuale corrente incentra sulla figura di Benedetto Croce e la suaav- “sovranista”. versione verso le leggi razziali attraverso la riscoperta 3. Lei ha ricevuto una menzione speciale all’in- di una lettera di Antonio Galateo, pubblicato nel 2018 terno del Premio “Giacomo Matteotti” XII edizione sulla rivista “Il Ponte” (fondata da Piero Calamandrei). (2016) promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Recentemente ha conseguito l’Abilitazione Scientifica Ministri. Cosa ci può dire del Premio e della Cerimo- Nazionale alle funzioni di PROFESSORE UNIVERSI- nia di Premiazione alla quale Lei partecipò? TARIO DI SECONDA FASCIA per Storia Contempora- Per la partecipazione al Premio l’editore Donzelli ha nea. presentato la mia monografia su Zanotti Bianco,- per ché il riconoscimento è indirizzato a opere incentrate 1. Prof. Mirko Grasso, Lei Galatonese DOC si è su Matteotti, o su figure vicine a lui per gli ideali di so- già imposto, giovanissimo, ad altissimi livelli nel cialismo e democrazia. Ho ritirato la menzione speciale panorama culturale italiano. Ci può parlare breve- nell’ottobre del 2016, la cerimonia si è tenuta in un’e- mente del suo tragitto biografico e dei motivi che legante sala di Palazzo Chigi dove ho tenuto un breve l’hanno poi portata a vivere a Macerata? Per motivi di studio e di lavoro, dopo aver conse- discorso di ringraziamento. Da questo riconoscimento guito la laurea in lettere a Lecce nel 2002, ho vissuto è poi nata la mia collaborazione a “tempo Presente”. a Firenze, Bologna (per più di un decennio), Milano e Ricordo in particolare due dettagli: l’anticamera della Bergamo. È stato un periodo di mobilità molto intenso sala sulle cui pareti sono presenti i ritratti di tutti i capi di governo che ha avuto l’Italia dall’Unità a oggi, il bel-

10 Periodico Indipendente di Informazione Cittadina lissimo cortile a colonne del palazzo dove ho rilasciato Italia laica e civile, la sua attenzione al Sud. un’intervista a Rai Storia. 6. Come abbiamo detto nell’introduzione Lei ha 4. Nel suo Curriculum Vitae leggiamo anche che recentemente conseguito l’Abilitazione Scientifica Lei ha partecipato come relatore/organizzatore a Nazionale alle funzioni di Professore Universitario numerosi convegni e seminari di studio. Uno di di Seconda Fascia per la Storia Contemporanea. Ha questi è stato il convegno internazionale di studi avuto nella sua formazione uno storico di riferimen- “Antonio Galateo dalla Iapigia all’Europa” tenutosi to? La vedremo presto insegnare nelle Università? presso l’Università del Salento in data 18/11/2017 Parte del giudizio della Commissione ministeriale con la relazione Benedetto Croce e Antonio Gala- che ha analizzato la mia produttività scientifica ai fini teo: resistenza intellettuale e lotta per la libertà. dell’abilitazione riporta “la maggior parte delle sue pub- Cosa pensa di Antonio De Ferrariis Galateo, al qua- blicazioni sono focalizzate su protagonisti rappresenta- le il nostro giornale si intitola? Tra i vari premi e tivi della questione e dell’intervento meridionale attra- riconoscimenti ricevuti c’è anche il “Premio Anto- verso i quali ricostruisce un gruppo specifico, legato da nio Galateo” (edizione 2017), promosso dal “Centro una particolare visione riformista e dalla cultura politica Studi Galatana”. Cosa ci può dire di quella serata? di Giustizia e libertà”. Superare le pastoie del provincia- La coincidenza vuole che il mio primo articolo, pub- lismo e dare alle ricerche una prospettiva scientifica è blicato negli anni Novanta sul glorioso “Giornale di Ga- stato per me un grande traguardo, poi si vedrà. Certo la latone” di Luigina e Giovanni Santi ai quali va la mia partita è complessa... riconoscenza per avermi avvicinato alla scrittura, è 7. Ha nostalgia della Sua Galatone e soprattutto stato proprio su De Ferrariis. Se non erro il titolo era del periodo della Sua giovinezza? Galateo cerca casa e lì proponevo all’amministrazione In paese ci torno spesso, anche se mi sfuggono le comunale in carica di acquisire e poi valorizzare (anche dinamiche delle sue trasformazioni che in alcuni casi a fini scientifici) la casa dell’umanista. Non è andata mi paiono involuzioni. Mi mancano alcune persone che così. Il “giovanile” interesse per il Galateo mi ha anche non ci sono più, alcuni anziani del paese con i quali arricchito dell’amicizia di Vittorio Zacchino che mi ha sono cresciuto (ho avuto anche la fortuna di conoscere insignito del Premio Galateo in occasione delle ultime persone nate a fine ‘800!) che mi hanno dato tanto con celebrazione galateane. Credo che tutti i galatonesi do- i loro racconti di quel mondo di ieri più povero. Discuto vrebbero essere grati a Vittorio anche per il suo essere spesso di quella Galatone scomparsa con il carissimo infaticabile e appassionato cultore del galatonese più amico Giuseppe Resta, che da scrittore vero ha sempre illustre che è un faro della stagione umanistica italiana. pronto anche con le parole quadri narrativi precisi e al- Ho delegato al ritiro del premio mio padre, ma ho ap- tamente rievocativi di stagioni passate. Anche per que- prezzato molto l’iniziativa e le parole dette su di me dal sto ho accettato di buon grado l’invito del Sindaco Filoni caro Giorgio Contese e dal Sindaco Filoni. a partecipare alle attività su Giuseppe Susanna previ- 5. Ha uno storico o uno scrittore come modello, ste per la prossima primavera; curare la ripubblicazione anche del passato? del suo romanzo mi è sembrato un modo per tornare a Certamente lo storico che più mi ha influenzato dal casa, a quel mondo del passato, a volte nostalgico. Per punto di vista metodologico e ideale è stato Gaetano uno poi che come me ama la poesia di Guido Gozzano Salvemini. Oltre al suo preciso metodo storico e la ne- è sempre un gradito invito! cessaria chia- Grazie per la Sua disponibilità rezza esposi- e cortesia, Prof. Mirko Grasso. tiva e la cura Luigi De Giorgi che egli indica con i suoi scrit- ti, Salvemini mi ha affascina- to anche per il suo rigore morale, la sua attenzione alla “concretezza”, la sua idea di

11 il ALATEO

N.D. Gina LEUZZI (1920/2010)

E’ nata a Galatone il all’albero al naturale affiancato da due leoni contro ram- 2 Marzo 1920, da Tom- panti d’oro”. (Fonte: notiziario delle famiglie nobili nota- maso e Valeria Albertaz- bili e feudatarie di terra d’Otranto biblioteca provinciale zi. di Lecce). All’età di circa due L’antica e costante presenza della famiglia Leuzzi a anni la madre Valeria Galatone ha dato alla città – tra gli altri – tre notai: Fran- viene a mancare ed è cesco Leuzzi 1723, Antonio Leuzzi 1759 e Tommaso la zia Adriana Albertaz- Leuzzi 1770, oltre al sacerdote Padre Domenicano Ga- zi a crescerla con tutto etano Leuzzi e Suor Caterina Leuzzi, monaca Clarissa. l’amore e l’affetto di una (Fonte: archivio della chiesa di Galatone). vera madre. Anche Donna Gina avrebbe potuto vantare il suo ti- Apparteneva ad an- tolo di Baronessa ma, umile quale era, non ne sentiva tica e nobile famiglia ba- il bisogno, in quanto le sue qualità più alte sono state ronale di rilievo nella so- l’umanità e la generosità. cietà civile di Galatone: La Signora e N.D. Gina Leuzzi nel 1952 eredita, alla il nonno, Gia- morte del padre, una estesa ed avviata azienda agricola como Leuzzi, possidente, ha ricoperto la carica di Sin- ed una importante banca radicata sul territorio; a soli 32 daco del Comune di Galatone dal 1881 al 1883; anni inizia un lungo ed operoso percorso innovativo che il padre, Tommaso Leuzzi, fu Giacomo, nato la porta a realizzare la più importante azienda zootecni- a Galatone il 19 Ottobre 1885 – medico – è stato un ca del Salento, dotata di innovativi impianti tecnologici importante imprenditore agricolo e finanziario, banchie- ed informatici di conduzione dell’allevamento bovino per re, fondatore della Banca Vaglio & Leuzzi (poi Leuzzi & produzione di latte e carni. Megha ora Monte dei Paschi di Siena) e di una impor- Continua nel contempo ad ammodernare ed infor- tante e vasta azienda agricola estesa in agro di Galato- matizzare la Banca di cui è la maggiore azionista, con- ne, Nardò e Galatina. Imprese che hanno dato lavoro ai tribuendo alla crescita economica di Galatone, sino ad cittadini Galatonesi appartenenti a tre generazioni. estenderla in gran parte del territorio salentino per poi I Leuzzi, di stirpe greca, sono attestati a Galatone cedere la sua quota – in conseguenza delle sopravve- dalla fine del trecento con il protopapa nute Leggi che ne obbligano gli accor- di rito greco Stephanus Litius. Si ripor- pamenti e senza alcuna diminuzione ta testualmente quanto descritto negli del personale – alla Banca del Salento, archivi storici: ora inglobata in Banca Monte dei Pa- “nobile famiglia originaria di Gala- schi di Siena. tone, essa fu proprietaria del feudo di In seguito si dedica, sempre con Torricella nel 1657, da Giovanni Giro- maggior passione, alla crescita dell’a- lamo Leuzzi, ed il casale di Collepas- zienda agricola che ormai comprende so che Giulio Cesare Leuzzi acquistò un importante allevamento e varie pro- dalla Reale Corte il 31 Ottobre 1692 duzioni agricole, quali uliveti, vigneti per ducati 3920. Questa casa ha im- Doc e campi per la coltivazione di fo- parentato coi Sangiovanni dei Baroni raggio per i propri bovini. di Ruggiano, coi Contarini di Venezia, Tutto ciò crea una realtà unica nel coi Pagan di Verona, coi Bolizzo di Po- tessuto economico cittadino, che vede dova e con altri… aumentare il lavoro dell’indotto delle Stemma Baronale: “d’azzurro ditte collegate con l’azienda Leuzzi; e

12 Periodico Indipendente di Informazione Cittadina l’occupazione diretta, per effetto dell’assunzione di per- attenzione, concretizzata con la realizzazione di opere sonale a tempo indeterminato e la collaborazione con di bene sociale, ricambiate dall’affetto e dalla stima dei numerosi liberi professionisti. (Fonte: Camera di Com- membri del Sodalizio, con un busto del padre Tommaso mercio di Lecce e associazioni di categoria Confagricol- all’interno della sede e l’apposizione di una lapide com- tura e Coldiretti di Lecce). memorativa sull’edificio cimiteriale di Galatone. Di tanto A tale attività la Signora Leuzzi associa una costante gli eredi esprimono sentito e commosso ringraziamento. attenzione alle necessità dei concittadini meno fortuna- Motivata dal proprio interesse per il sociale e dall’as- ti, essendo stata, sin da bambina, cristianamente abi- senza di prole, ha sempre incoraggiato e concreta- tuata dai genitori ad essere sensibile alle necessità del mente sostenuto l’impegno giovanile con progetti rivolti prossimo. Infatti, fin da giovanissima fa parte dell’asso- all’inserimento nel mondo del lavoro con l’istituzione ciazione “Dame di Carità” (di cui la madre è stata fonda- di nuove aggregazioni miranti al sostegno del lavoro e trice e per lungo tempo presidente) contribuendo così all’arricchimento culturale. ad iniziative volte ad andare incontro alle necessità dei Muore il 30 Novembre 2010 e riposa nella edicola Galatonesi meno abbienti. funeraria della Famiglia Leuzzi nel cimitero di Galatone. Tra l’altro si possono ricordare aiuti e finanziamenti Desidero ricordare un brano letto da Vittorio Zacchi- ad associazioni religiose e laiche (donazioni alla Curia no durante la cerimonia funebre nella Chiesa Maria SS. di terreni e aiuti – come documentato dagli stemmi Leu- Assunta: zzi apposti nella cattedrale Maria Santissima Assunta L’ULTIMO ADDIO A DONNA GINA LEUZZI in Via Chiesa – ed al Comune di Galatone dell’antico “Donna Gina Leuzzi, concittadina e galatonese vera- Palazzo Baronale “Leuzzi” in Via San Sebastiano, al ce ci ha lasciati. fine di utilizzarlo come asilo o struttura al servizio delle Sebbene io non abbia alcun rilievo istituzionale, sen- necessità dei concittadini). to l’esigenza di assumere l’onore e l’onere per dare l’e- Ha inoltre incoraggiato iniziative sociali e culturali so- stremo addio all’illustre estinta. stenendo il centro studi “Galatana” che, nel 2007, volle Donna di eccelse doti di mente, di cultura, di non insignire Donna Gina del prestigioso Premio Nazionale comune intelligenza imprenditoriale, d’animo gentile, in- Galateo, e sostenuto – anche in assenza di esplicita differentemente appellata nobildonna o gentildonna, è richiesta – famiglie bisognose. stata fuor di dubbio una grande donna”. In tal senso si può ricordare il particolare rap- Ringrazio Ario Contegno e Donatella Leuzzi per il porto di affetto e stima nei confronti della associazione contributo dato alla realizzazione del ritratto. cittadina “Società Operaia Antonio De Ferraris”, per la Tommaso Terragno quale la Signora Leuzzi ha manifestato una particolare

“IL VENTO D’ESTATE” DI MARIKA STAPANE “ Sono troppo astratta, non lo è, chiacchierando con Marika traspare il senso sono come un palloncino a di responsabilità che scrivere un libro comporta, occor- cui basta un pensiero per re saper comunicare, utilizzare le parole giuste , curare volare via nel cielo”, grazie l’anima di chi legge, regalare felicità. Chiudere il libro e Marika, le tue parole belle, sentirsi diversi, cresciuti, cambiati rispetto alla solita vita, semplici ed erudite mirano è questa l’ambizione della nostra giovane amica , pen- direttamente al cuore, emo- sare che qualcuno possa sentirsi bene dopo aver letto il zionano, scaldano, affasci- suo libro, l’incentivo più importante per lei perché possa nano. Ho letto il libro di Ma- percorrere il giusto cammino professionale. “Vento d’e- rika Stapane tutto d’un fiato, state “ nasce circa tre anni fa, ai tempi dell’Università, da ha carpito i miei pensieri, ha una bozza di pensieri saltuari annotati su un quadernet- risvegliato vecchi ricordi del- to, insieme ad un altro romanzo vincitore del secondo la mia adolescenza, mi ha premio al concorso nazionale “Scriviamo insieme” del trasportata in una dimensio- 2015. E cosi scopro che Marika non è una scrittrice alle ne delicata, che avevo dimenticato. Eh già, prime armi, anzi, ha vinto numerosi concorsi letterari sia che grigiore essere adulti, che pesantezza le giorna- a livello nazionale che internazionale, è stata solo la sua te, spesso camminiamo con dei pesanti fardelli sulle timidezza a tenerla nell’ombra fino ad oggi. gambe, speriamo che arrivi subito sera per riposarci, e Non voglio anticiparvi nulla del libro, sarebbe ridut- perdiamo gli splendidi tramonti della nostra terra, per- tiva una mia recensione, approfittate di queste fredde diamo il segreto delle piccole cose, dei piccoli gesti. giornate di dicembre per lasciarvi accarezzare dal vento Nasce da qui il libro di Marika, dal voler dare un senso d’estate, quel vento che porta indietro tutto quello che alle sue giornate, dal voler raccontare luoghi, perso- sembrava ormai perduto, tutto quello che il cuore ha ne, storie personali, dal voler condividere con gli altri conservato con cura e non ha mai dimenticato. le proprie esperienze. Sembra un gioco da ragazzi ma Stefania Resta

13 il ALATEO SULLE ORME DEI NOSTRI PROGENITORI TEXALOS-MESSAPI Il nome più remoto per indicare i popoli della Puglia Noi abbiamo la sintassi e la radio,/ i giornali e il telegra- è stato quello di Iàpigi, e l’antenato comune ai territo- fo/ e tu non vivi che del mio sonno/ non hai che la roccia ri pugliesi si chiamava Iàpige, figlio di Dedalo. Da lui a cui ti tieni abbrancato,/ e per farmi dispetto / non mi è derivata Iapigia, la parte meridionale della regione, rispondi nemmeno. corrispondente alle tre province di Brindisi, Taranto, Perché prima del suo apparire, manoscritto nel Lecce i cui abitanti sono stati da sempre I Messapi. 1511, e a stampa nel 1558, studiosi, eruditi e baroni, Popolo di guerrieri e di eroi sepolti che aspetta ancora si erano disputato il manoscritto della Iapigia, perché la resurrezione, la rinascita, i quali sarebbero tornati a divorati dall’OSSESSIONE DELLE ORIGINI. Anche chi rivivere in un’epoca che si chiama Rinascimento, non esibisce con orgoglio in casa uno stemma ha l’osses- più come memoria ingombrante, ma come viva e atti- sione della propria origine e dell’origine della pro- va presenza, come spessore culturale, risvegliato dal pria famiglia. sonno profondo, dalla sintesi fervida di uno scienziato, Così una tradizione, raccolta e perpetuata dal Gala- dalla passione viva di uno di qui che si chiamava Anto- teo, ha accreditato che l’origine di Galatone, superando nio De Ferrariis Galateo (1448-1517). Convissero in note diffidenze di ottocentesca memoria, risalga ad un Galateo lo spirito della rinascenza umanistica e la vi- manipolo di profughi tessali i quali, per scampare alle sione cosciente di una grandezza perduta, l’identità for- rappresaglie del console romano Tito Quinzio Flamini- te della gente da cui proveniva. Scrivendo il suo libro no, vincitore a Cinocefale, sarebbero qui approdati, nel aureo nel 1511, lo chiamò De situ iapygiae, ad aper- 197 a. C. e vi avrebbero rifondato la nativa GALATA- tura del quale pose questa orgogliosa dichiarazione: NA. Nessun supporto documentario, a parte la RADI- “OTRANTO, GALLIPOLI, NARDO’, GALATONE, città CE GRECA GALAS (LATTE) deducibile dal suo topoi, d’origine della mia antica stirpe, BRINDISI, TARAN- e una precedente impresa civica dello stemma della TO, METAPONTO, ERACLEA, TURI, SIBARI, CRO- Galatone primitiva, rappresentata da una pecora con TONE, LOCRI, REGGIO, MESSINA, SIRACUSA, città un secchio di latte al collo: da qui la deduzione che i una volta importanti come le più illustri d’oggi in Italia. profughi tessali fossero contadini e pastori. Ipotesi con- Poi limitando l’osservazione al tacco di questa terra, ne solidata nel Seicento dal poeta marinista Giovan Pietro ribadì i nomi con cui la avevano appellata Aristotele D’Alessandro, autore di un componimento di intonazio- ed Erodoto: Iapigia, Sallentum, Messapia, Magna Gre- ne virgiliana, che riproponeva le ascendenze arcadiche cia, Apulia. Se non che il tramite incompiuto di questo pastorali della antica Galatone, mediante questi due amore lo affidò a un documento oscuro, misterioso,l’e - versi significativi: DUM FUIT ARCE LUDIS TIBI, GENS pigrafe di Vaste, la madre delle epigrafi messapiche, GALATEA, SED OMNI/LABE CARENS, ADERAT LAC incisa in una lingua indecifrabile ma nobile, lingua ado- TIBI STEMMA ET OVIS; Finché, Gente di Galatone, perata dai Salentini prima della venuta di Idomeneo, oziasti nella rocca, indenne da ogni caduta, ti te- nella quale Brindisi vuol dire Testa di cervo. Ma, anche nesti lo stemma di una pecora col secchio di latte. se incomprensibile, ritenuta lingua della terra madre, Una Galatana in Tessaglia, reminiscenza giovanile per millenni calpestata da chi l’aveva abitata, ne custo- di letture scolastiche di Tito Livio, affollava la mente di diva la civiltà, i resti, i monumenti, e il favoloso passato. Galateo, il quale attesta di aver letto che in quella par- Gli abitanti del luogo – dice Galateo – pensano che te di Grecia antica, secondo quanto ripetevano vecchi queste siano lettere dell’alfabeto turco, e si sbagliano, sacerdoti greci, vi erano città tessale, denominate Ga- mentre non sbagliano coloro che le attribuiscono alle latana e Theuma, conquistate dal console Flaminino; genti indigene che vissero qui. Io credo, infatti, che sia- da esse erano qui giunti i fondatori delle nostre Gala- no lettere dell’alfabeto messapico; glielo confermarono tana e Filace. Ferdinando Ayroldi di Ostuni ricorda che numerosi umanisti del tempo suo, e sodali della Acca- “La menzionata Terra fu chiamata Galatana, e tessali demia Pontaniana. furon que che la edificarono” e siccome tralle città della Non cessa il tormento del Galateo, uomo del ‘500, e Tessaglia vi era Galatone presa dal console Flaminino, neanche quello di un poeta del ‘900, Vittorio Bodini che anche la Galatone salentina ebbe la denominazione dichiara sgomento in questi versi la propria impotenza: di Colonia de’ Tessali”. il tempo non si vendica,/ serba una traccia dell’antica Cosa ha detto Galateo? Nel De situ Iapygiae: Ri- fierezza/ che morì nelle disabitate tombe sparse/ fra cordo di aver sentito riferire da alcuni vecchi sacerdoti questi scogli che corrode il mare/ e lo zolfo di sommer- greci che i Galatonesi avessero avuto origine dai Tes- si vulcani./ E’ lì che vaga la tua anima/ di uomo come sali e che fossero migrati qui a causa di guerre e discor- me, di me che credo/ in quegli avi sepolti per tanti die civili, ma non sapevano dire in qual modo e quando secoli. ciò fosse accaduto. Da giovane, mentre leggevo Livio, Come Galateo, anche Bodini aspettava invano ri- scoprii che Theumate e Calatana, città della Tessaglia sposte che l’epigrafe di Vaste non poteva dargli, e rab- erano state conquistate da T.Q. Flaminino. “Ora, per un bioso, e disperato, gli cresceva dentro la febbre del gioco della fortuna (Galatone) è tornata sotto il dominio sapere: dei Tessali. Infatti Giovanni Castriota (…) signoreggia Sto davanti alla tua caverna./Esci fuori e arrenditi./ questa città ed i centri ad essa limitrofi, è un macedone

14 Periodico Indipendente di Informazione Cittadina originario di una località non distante da Calatana e Filace, città della Tessaglia”. sommario Rinvio ad altra occasione il racconto del contrasto in armi, tra Galatone e Fulcignano, delle loro ragioni, e della signoria su Ga- LA CENA DELLA VIGILIA DI NATALE latone di Giovanni Castriota, il cui trionfo si può ammirare sul di Silvana Francone pag. 1 portale cinquecentesco della chiesa di S. Antonio. LA MEMORIA RACCONTA… le festività natalizie al In Grekia, i versi di Mariano concordano con le vicende ga- tempo dei nostri anziani di Donato Stapane pag. 2 lateane e galatonesi e si armonizzano, nel segno di una doppia “I Galatonesi in guerra”. patria: “Planano ancora gabbiani/ dietro i vascelli dell’esilio/ e più La Grande Guerra vista da Sud. non brilla la luce/ dell’Attica sulle due sponde/ sull’una e l’altra di Giuseppe Gatto pag. 3 Patria/”. I DONI DEI RE MAGI: RIMEDI CHE CURANO di Sandra De Pascali - Farmacia del Mare pag. 4 Ma pure il suo sonetto Giasone a Fulcignano: A NATALE 2018 di Anna e Antonio Lerario pag. 5 Ggiasone, ca ‘lla fine se rrubbàu Giuseppe Martinicca è il nuovo la Crapa d’Oru, li disse ‘lla Medea “Sindaco dei Ragazzi e delle Ragazze” di Arianna Resta pag. 5 cce ddici rrimagnu o me ne vau RIDIAMO LA SUA CASA AL GALATEO o tie tèni ‘n capu nn’auṭra idea? di Giorgio Contese pag. 6 PAZIENZA cce tt’aggiu ddire, Ucciu, nne fuscìmu? di Tommaso Terragno pag. 8 LA SCUOLA IDEALE de sta terra e vvia mare nne ne sciamu di Luigi De Giorgi pag. 9 su sta bbeḍḍa naviceḍḍa navicàmu: GALATEI nel MONDO e nn’auṭra crapa certu la ṭruvàmu di Luigi De Giorgi pag. 10 RITRATTI di Tommaso Terragno pag. 12 e ccusì lu jientu la vela li ‘nḍrizzàu “IL VENTO D’ESTATE” DI MARIKA STAPANE ma nu ffìcera cchiui la vecchia via di Stefania Resta pag. 13 quiḍḍa ca lu Ggiasone canuscìa SULLE ORME DEI NOSTRI PROGENITORI TEXALOS-MESSAPI di Vittorio Zacchino pag. 14 ca la nave lu Danubbiu rrisalìu CREATTIVAmens - In febbrile attività per celebrare e a ll’Isṭria su llu mare se ne ssìu: il GENIO l’Aḍriaticu se ne scise manu manu di Antonio Chirivì pag. 16 I molteplici volti dell’arte di Jenny Manisco pag. 16 fermànnuse se dice a Ffurcignanu ci l’à ditta, ṭranquilli, nu’ ssu jieu ma le carte e nnu certu Galateu

Giasone che alla fine trafugò / la capra d’oro, disse poi alla Medea / che dici rimango o me ne vado / o forse hai in testa un’altra idea? / Che ti devo dire, Uccio, scappiamo? / da questa terra e via mare ce ne andiamo / su questa bella navicella navighiamo: / e un’altra capra certo la troviamo / e così la vela il vento la orientò / ma non fecero più la vecchia via / quella che Giasone conosceva / perché il Danubio la nave risalì / e ad Istria sul mare se ne uscì: / l’Adriatico se ne scese piano piano / fermandosi si dice a Fulcignano / chi l’ha detto, tranquilli, non son io / ma le carte ed un certo Galateo / Vittorio Zacchino

15 il ALATEO CREATTIVAmens - in febbrile attività per celebrare il GENIO 1519 – 2019: cinquecento anni in cui l’umanità ha fatto passi da gigante nell’ambito del progresso scientifico e tecnologico, rivoluzionando completamente e più volte la concezione del mondo e dei princìpi alla base del suo funzionamento. Fautore straordi- nario di tali proficui sconvolgimenti è stato, senza dubbio alcuno, Leonardo Da Vinci. E nell’anno che ricorda i cinque secoli dalla sua morte, avvenuta nella dimora francese di Amboise il 2 maggio 1519, l’Associazione CREATTIVAmens ha in animo una celebra- zione che possa rendere davvero omaggio al genio di tutti i tempi. Oltre all’esposizione permanente delle oltre 100 Macchine nel Palazzo Marchesale di Galatone, grande opportunità culturale per l’intero territorio ed attrattore di visitatori grandi e piccoli, è in programmazione un evento unico al mondo: l’esposizione al pubblico della Balestra Gigante progettata da Leonardo. Già le dimensioni im- pressionano: lunga 22 metri e larga 24, è costruita da Giuseppe Manisco con estrema cura, derivante dallo studio meticoloso ed approfondito del progetto vinciano, applicando passione e dedizione all’utilizzo, per quanto possibile, di tecnologia rinascimentale, tanto da ottenere un’arma dall’aspetto autenticamente risalente al Cinquecento e… funzionante! Nella prossima primavera i riflettori saranno puntati su Galatone, culla del progetto che poi si svilup- perà in un tour che coinvolgerà le più prestigiose piazze dei capoluoghi pugliesi, oltre ad altre importanti città ita- liane ed estere, abbinando seminari, convegni, conferenze, spettacoli e laboratori di carattere divulgativo, in modo da costituire un percorso unico, tra principi fisici, applicazioni belliche, curiosità ed aneddoti di una vita eccezionale, spesa ad indagare i segreti dell’universo. Antonio Chirivì

melodioso di Valeria Vetruccio. Ed ancora, un piccolo I molteplici volti dell’arte miracolo è stato riascoltare il potente e travolgente can- to di , l’usignolo di Lecce, che per incanto è “Quando la Musi- Tito Schipa rivissuto grazie ad importanti gioielli quali i dischi cente- ca diventa Poesia” è il nome con cui verrà nari con materiale in gommalacca e carbone riportati in ricordata una serata vita grazie a suggestivi e funzionanti grammofoni d’epo- di inaspettata finezza ca. L’evento, rientrante nel cartellone di eventi e spetta- ed eleganza, vissuta coli “Nardò sotto le stelle”, è stato organizzato dalla Pro nel cuore del centro Loco di Nardò e Terra d’Arneo (Presidente il Dirigen- storico di Nardò, in uno dei luoghi più rinomati come il te Scolastico in pensione Prof. Carlo Longo), Alberto suo prezioso Teatro. Protagoniste indiscusse le note e la Chiàntera (Direttore del Museo della Radio d’Epoca voce, che tanto possono fare emozionare e vibrare l’a- di Verona, unico in Italia e terzo in Europa con oltre 700 nimo, come ripetutamente accaduto al deliziato pubblico pezzi esposti con succursale in Galatone) e con la colla- borazione del durante le esibizioni del Quintetto d’Archi “Orchestra Conservatorio di Musica “Tito Schipa” . La serata aveva uno scopo benefico: una parte Mito” o nell’inseguire le peripezie canore dell’eccellen- di Lecce dell’incasso è stato devoluto all’Ass. ANT di Nardò. te Soprano Chiara Centonze e del sublime Tenore He Xim, sempre accompagnati dal pianoforte intenso e Jenny Manisco

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LETTERE DEI CITTADINI SEGUICI SU Possono essere inviate lettere aperte o contenenti quesiti alle istituzioni. Sarà cura della redazione ottenere le risposte dalle persone interessate al fine della pubblicazione. @IlGalateo

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