GIUGNO 2012 2012 GIUGNO C o m u n e d i S a m a t z a i P r o v i n c i a d i C a g l i a r i

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QUAD ESERCIZIO ATTIVITÀ DI CAVA AI SENSI DELLA L.R. 30/8 L.R. DELLA SENSI AI CAVA DI ATTIVITÀ ESERCIZIO

DELLA CAVA DENOMINATA “CRABILI” “CRABILI” CAVADENOMINATA DELLA

IN TERRITORIO DI SAMATZAI DI TERRITORIO IN

(CA) Studio di Impatto AmbientaleS.I.A. di Studio

______ROAMBIENTALE 9

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COMUNE DI SAMATZAI PROVINCIA DI ______

INDICE

PREMESSA 4

3.1. AMBITO TERRITORIALE 5

3.2. COMPONENTI E FATTORI AMBIENTALI 8

3.3 ATMOSFERA 8

3.4 CARATTERISTICHE METEO CLIMATICHE 11

3.5 INDICE DI ARIDITA’ 14

3.6 QUALITA DELL’ARIA 16

3.7 LOCALIZZAZIONE E CARATTERIZZAZIONE DELLE FONTI INQUINANTI 22

3.8 PREVISIONE DEGLI EFFETTI DELLE TRASFORMAZIONI FISICO-CHIMICHE 22

3.10 CARATTERISTICHE GEOLOGICHE 24

3.11 TETTONICA REGIONALE 26

3.12 CARATTERIZZAZIONE GEOLOGICA E STRATIGRAFIA DEL SETTORE 28

3.13 SISMICITA’ 38

3.14 GEOMORFOLOGIA DEL SETTORE DI STUDIO 40

3.16 ACQUE SUPERFICIALI, CARATTERISTICHE MORFOMETRICHE

BACINI IDROGRAFICI INTERESSATI DAI LAVORI MINERARI 41

3.19 VEGETAZIONE, FLORA E FAUNA 50

3.20 AMBIENTE VEGETALE 52

3.21 ANALISI DELLA VEGETAZIONE 65

3.22 FATTORI AMBIENTALI 73

3.23 RUMORE 73

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3.24 ANALISI DELLE FASI DI ATTIVITÀ E CARATTERIZZAZIONE

ACUSTICA DELLE SORGENTI 77

3.25 ANALISI DELLE CARATTERISTICHE TEMPORALI 83

3.26 CARATTERIZZAZIONE DEI MEZZI UTILIZZATI PER IL TRASPORTO IN CAVA 84

3.27 INDICAZIONE DEI LIVELLI DI RUMORE 85

3.27 VIBRAZIONI 85

3.28 RADIAZIONI IONIZZANTI E NON IONIZZANTI 85

3.29 STIMA QUALITATIVA E QUANTITATIVA DEGLI IMPATTI INDOTTI

DALL’OPERA SUI SISTEMI AMBIENTALI 87

3.30 EVOLUZIONE PREVEDIBILE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI 99

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Il quadro ambientale contiene l’analisi delle componenti potenzialmente soggette a

fenomeni impattanti in riferimento alla popolazione, alla flora, alla fauna, ai suoli,

alle acque superficiali e sotterranee, all’aria, ai fattori climatici, al patrimonio

storico e artistico, e alle loro interazioni. Sono stati esaminati i prevedibili effetti

sia positivi che negativi, sia diretti che indiretti a breve, medio e lungo periodo,

che possano indurre sulle componenti ambientali trasformazioni temporanee e/o

trasformazioni permanenti, legate alla attività di estrazione e di ripristino della

cave di cui trattasi. È stata inoltre stimata la sovrapposizione degli effetti con le

altre fonti di impatto presenti nel territorio e le misure previste al fine di ridurre

e/o compensare le conseguenze sull’ambiente.

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3.1 AMBITO TERRITORIALE

La cava per la produzione di Sabbie per Usi Civili e per lavori stradali,

denominata “CRABILI”, ubicata nel Comune di Samatzai, è stata

significativamente interessata da attività estrattiva a partire dai primi anni 1980.

Ciò in seguito ai crescenti bisogni di disporre di misti stabilizzati necessari per la

costruzione e manutenzione di strade dell’hinterland.

I primi operatori erano artigiani locali che, anche con ricorso a mezzi operativi di

terzi, attivarono uno sfruttamento a volte intensivo del giacimento. I diritti di cava

passarono all’attuale esercente a seguito dell’acquisto dei terreni di sedime

(denuncia di esercizio in data 3/08/1990) ed attestazione di prosecuzione ai sensi

dell’art.42 della L.R. 30/89 in data 29/10/1990 n. 10701.

Con determinazione dell’Assessorato dell’Industria , ai sensi della L.R. 30/89, 6

settembre 2001, fu rilasciata l’autorizzazione alla prosecuzione della coltivazione

del giacimento di misti alluvionali per la durata di anni 10, prorogabili, dalla data

della determina.

Scaduti i termini, con assessoriale alla Difesa dell’Ambiente, è stata sollecitata la

consegna della Valutazione d’ Impatto Ambientale.

Il territorio comunale si estende tra il sistema collinare della Trexenta e le

pianure del Campidano, occupando una superficie di circa 3100 ha, con una

caratteristica forma a stivaletto. Trattasi di un territorio collinare con rilievi che

raramente superano i 300 m slm. L’abitato sorge in una concavità posta a quota

168 m slm. Buona parte della superficie territoriale presenta pendenze di lieve

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entità, che tuttavia conferiscono al paesaggio un aspetto meno piatto rispetto alle

altre aree campidanesi.

Il territorio di Samatzai ricade per intero nel Distretto 21 del Piano Forestale

Ambientale Regionale (PFAR), denominato della Trexenta. Trattasi di un sistema

collinare su cui si è sviluppata un’economia prevalentemente agricola ed è

caratterizzato da un a morfologia tipicamente collinare con rilievi che raramente

superano i 600 metri, caratterizzate da garighe mediterranee.

Il 72% del sistema è rappresentato dalle aree agricole e da quelle ad uso

agropastorale, distribuiti sui rilievi di raccordo confinanti con il Distretto n.23

denominato dei Sette Fratelli.

La cava è individuata alla Unità Idrografica Omogenea (UIO) del Piano di Tutela

delle Acque della Sardegna (PTA), denominata Flumini Mannu Cagliari-Cixerri

che ha un estensione di 3.566 kmq.

Dal punto di vista del Piano Paesaggistico Regionale (PPR), la cava ricade

all’esterno degli ambiti costieri, pur essendo contiguo agli ambiti del Golfo di

Cagliari, n.1 e n.27.

Il territorio in esame ricade all’interno della “ Ecologia insediativa e

dell’organizzazione agricola nella piana alluvionale di Samatzai e nel sistema

Collinare Miocenico di Pimentel ”, del Piano Urbanistico Provinciale

(PUP).

La cava di cui trattasi è innestata all’interno di un area a evidente

compromissione territoriale dovuta alla compresenza di cave di cui alcune attive e

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altre dismesse e ricadenti in un area geografica intercomunale, tra il confine di

Samatzai e quello di .

L’ubicazione è quanto mai felice, essendo al centro di un anello viario di rango

primario costituito da una strada provinciale, tre strade statali secondarie ed una

strada statale di importanza strategica a livello regionale, posto al servizio dell’

hinterland operoso che fa capo agli agglomerati urbani di Senorbì, Barrali,

Monastir, Nuraminis, , , , , , Samatzai e

Pimentel. Attualmente in prossimità del territorio di cui trattasi, sono attivi i

cantieri della nuova strada statale 131. Il sistema viario locale è costituito da un

insieme di vie di penetrazione agraria comunali, anche in parte asfaltate, che negli

anni hanno indotto il potenziamento del territorio, sia in termini di migliore

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sfruttamento agrario da parte delle aziende operanti nel settore d’interesse, sia da

parte della conurbazione. Il sito di cava si collega alla provinciale n. 33 che dalla

SS 131 conduce a Pimentel, lambendo il centro di Samatzai, tramite una strada di

penetrazione agraria.

3.2 COMPONENTI E FATTORI AMBIENTALI

3.3 ATMOSFERA

L’analisi sullo stato di qualità dell’aria è finalizzata a fornire un quadro il più

dettagliato possibile in relazione al grado di vulnerabilità e criticità dovuto alle

lavorazioni e all’esecuzione dell’opera.

La normativa nazionale, in materia di tutela della qualità dell’aria è basata

sostanzialmente su:

• regolamentazione delle emissioni, cioè qualunque sostanza solida, liquida o

gassosa che introdotta nell’atmosfera, proveniente da un impianto o un

opera, possa produrre inquinamento atmosferico;

• regolamentazione delle emissioni, cioè le sostanze solide, liquide o gassose,

comunque presenti in atmosfera e provenienti dalle varie fonti, che possono

indurre inquinamento atmosferico.

Con l’emanazione del DPR n.203 del 24 maggio 1988 l’Italia ha recepito le

Direttive Comunitarie (80/884, 82/884, 84/360, 85/203) sia relativamente a

specifici inquinanti, sia relativamente all’inquinamento prodotto dagli impianti

industriali. Il DPR 203/88 stabilisce che tutti gli impianti e la loro messa in

funzione necessitano di sistemi di abbattimento che assicurino il contenimento

delle emissioni in atmosfera all’interno dei limiti stabiliti dalla legge, intendendo i

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valori limite di accettabilità, quali massimi sopportabili e i valori guida di qualità

dell’aria da rispettare in aree di particolare protezione ambientale.

Il definitivo inquadramento normativo è avvenuto nel 1994 con il D.M.A. del 15

aprile 1994 “Norme tecniche in materia di livelli e stati di attenzione ed allarme

per gli inquinanti atmosferici nelle aree urbane” aggiornato dal D.M.A. del 25

novembre 1994 “Aggiornamento delle norme tecniche in materia di limiti e di

concentrazione e di livelli di attenzione ed allarme per gli inquinanti atmosferici

nelle aree urbane e disposizioni per la misura di alcuni inquinanti di cui al D.M.A.

15 aprile 1994”. Dove si intende per:

• livello di attenzione la concentrazione di inquinante atmosferico che se

persistente determina il rischio di raggiungere il livello d’allarme;

• livello di allarme la concentrazione di inquinante atmosferico che può

determinare una condizione di rischio ambientale sanitario.

Con i suddetti Decreti vengono definite le concentrazioni dei livelli di attenzione e

di allarme per i principali inquinanti atmosferici, sono fissate le concentrazioni

per gli “obiettivi di qualità” (valori medi annuali di riferimento da raggiungere e

rispettare a partire da una determinata data nelle aree urbane a maggior rischio di

inquinamento atmosferico) per gli inquinanti cosiddetti non convenzionali quali

polveri (PM10), benzene, I.P.A. e vengono indicati i metodi di riferimento per

l’analisi. Infine la normativa, il D.M. Ambiente 16.5.96, ha dettato specifici

Livelli di Protezione per l'ozono troposferico.

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Sono sottoposti alla disciplina del D.P.R. 203/88:

• tutti gli impianti che possono dar luogo ad emissione nell’atmosfera;

• le caratteristiche merceologiche dei combustibili e il loro impiego;

• i valori limite ed i valori guida per gli inquinanti dell’aria nell’ambiente esterno

ed i relativi metodi di campionamento, analisi e valutazioni;

• i limiti delle emissioni inquinanti ed i relativi metodi di campionamento, analisi

e valutazione.

In particolare nel D.P.R. 25/07/91 vengono indicate come attività a ridotto

inquinamento quelle che producono emissioni inferiori ai valori indicati nelle linee

guida per il contenimento delle emissioni e che utilizzano nel ciclo di produzione

materie prime ed ausiliarie che non contengono sostanze ritenute cancerogene e/o

teratogene e/o mutagene e sostanze di tossicità e cumulabilità particolarmente

elevate.

Ciò premesso, nel caso in esame, per la limitatezza dell’area presa a riferimento,

si è ritenuto superfluo procedere a misure dirette per l’acquisizione dei parametri

di riferimento, ritenendo la situazione a norma in dipendenza della mancanza di

situazioni di fastidio mai avvertite.

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3.4 CARATTERISTICHE METEO CLIMATICHE

L’area è interessata da un clima subtropicale semi-arido in cui la mitezza degli

inverni si alterna alle estati calde e pressoché aride; a ritmi stagionali le

perturbazioni invernali dal fronte polare si alternano alle anticicloniche tropicali,

originate nell'Atlantico, che specie nei mesi primaverili incrementano la piovosità.

Le precipitazioni nevose sono assai rare , ad esclusione della corona circolare dei

Monti . Il regime pluviometrico presenta i tipici due massimi a fine autunno ed in

primavera. Tuttavia il limite fra le due zone non è ben distinto e va da un minimo

di 275 mm ad un massimo di 738 mm, con una media annuale di 400 mm ,

concentrati in un arco di tempo limitato (59 gg). Il regime termico è caratterizzato

da forte contrasto tra inverno ed estate. Gli inverni sono miti con temperature

medie in gennaio che oscillano tra 6°C a Nord e 11-12°C a Sud, mentre le estati

sono molto calde con temperature medie mensili superiori ai 22°C, con massimi

giornalieri che possono arrivare e superare i 40°C. I dati termometrici sono stati

ricavati dalla stazione di CAGLIARI, invece i dati anemometrici sono riferiti alla

stazione di Elmas, come riportati in tabella:

TEMPERATURE Temp. G F M A M G L A S O N D Max 14 14.6 16.9 19.6 23.4 28.0 30.8 30.5 27.7 23.4 19.1 15.2 Min 6.8 7.0 8.5 10.4 13.6 17.5 20.1 20.4 18.6 15.1 11.4 8.0 Med 10.4 10.8 12.7 15.0 18.5 22.7 23.5 25.5 23.2 19.1 15.5 11.6

PRECIPITAZIONI in mm G F M A M G L A S O N D 47 40 41 33 34 9 3 6 33 63 6.3 6.1 Media annua 433 mm afferente a 59 gg piovosi

VENTI (rilevazione su 100 gg Elmas 1- Elmas 2) N NE E SE S SW W NW CALME Elmas 1 10 2 5 12 11 2 10 32 16 Elmas 2 13 2 4 12 16 3 12 30 8

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Diagramma Ombrotermico della stazione di Cagliari .

30 70

25 60 50 20 40 15 30 10 20 Temperaturemedie °C Precipitazioni mediemm 5 10

0 0 GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC

Precipitazioni Temperature

Bilancio Idrico Stazione Cagliari.

160,0

140,0 Variazione della riserva

120,0 Deficit Idrico 100,0 Eccedenza Idrica 80,0 mm Riserve Idriche Invasate 60,0 EvTrasp.Reale 40,0

20,0

0,0 GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC

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Dall'esame dei dati le temperature medie diurne variano da 16°C a 18 °C, con

media di 17.5 °C , massime diurne superiori ai 24°C e minime diurne comprese fra

i 12°C e 14°C.

Le escursioni termiche annue variano tra i 16°C ed i 18°C mentre le escursioni

termiche diurne tra i 6°C e gli 8°C.

Le pressioni atmosferiche medie stagionali misurate nella stazione di Cagliari

Elmas sono di 1013.4 mb in inverno, 1013.5 mb in primavera, 1014.0 mb in estate

e 1014.1 in autunno. La media annuale risulta di 1013.8 mb. Il numero medio dei

giorni sereni è di 113 giorni, il numero medio dei giorni nuvolosi è di 164 giorni

mentre quello dei giorni coperti è di 88 giorni.

L'umidità relativa media annua è di 75%, mentre risulta del 79% in inverno, del

76% in primavera, del 70% in estate e del 75% in autunno.

La media dei giorni di gelo con temperature inferiori o uguali a zero gradi risulta

inferiore a 10 giorni anno.

L'area è caratterizzata da elevata ventosità, con 16 giorni su cento di calma.

I venti dominanti sono quelli provenienti dal IV quadrante (maestrale) che spesso

raggiunge velocità al suolo superiori a 25 m/s e 35% di frequenza, seguono la

tramontana, l'ostro e lo scirocco.

Il settore di cava appartiene alla fascia collinare con altitudine inferiore ai 200 m

slm, ove è necessaria l'irrigazione per assicurare il rendimento di buona parte delle

colture. Fa eccezione il vigneto che prospera anche senza irrigazione.

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3.5 INDICE DI ARIDITA’

L'aridità è una caratteristica climatica conseguente a frequenti e duraturi periodi di

siccità che interessano una determinata area. L'aridità può essere di tipo

strutturale, quando tali condizioni sono permanenti o semipermanenti, o di tipo

occasionale, quando è legata ad eventi eccezionali di lunga durata. L'aridità tende

ad interessare, generalmente, aree che registrano precipitazioni medie annue

inferiori ai 600 mm, concentrate in meno di 60 giorni, ed evapotraspirazione

elevata. L'aridità di una determinata zona viene calcolata in base al valore dei

cosiddetti indici di aridità, che mettono generalmente in relazione le precipitazioni

medie annue e le temperature medie annue attraverso l'introduzione di una costante

numerica; in alcuni casi, viene presa in esame anche l'evapotraspirazione, mentre

in altri, molto più approfonditi, sono esaminati anche i parametri relativi

all'eliofania, alla radiazione globale e alle caratteristiche del suolo di un

determinato luogo. Gli indici di aridità maggiormente utilizzati sono l' indice di

De Martonne, l' indice di Crowther e l' indice bioclimatico di aridità e

desertificazione Fao-Unep.

Indice di De Martonne

L'indice di aridità di De Martonne è calcolato attraverso la seguente espressione:

dove

P = precipitazione media annua in mm

T = temperatura media annua in °C

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se:

Ia < 5 = clima desertico (aridità estrema)

Ia < 15 = irrigazione continua: clima steppico (aridità)

Ia < 20 = irrigazione necessaria: clima semiarido mediterraneo

Ia < 30 = irrigazione opportuna: clima subumido

Ia < 60 = irrigazione occasionale: clima umido

Ia > 60 = autosufficienza idrica: clima perumido

Sostituendo i valori di P e T, per l’area in esame si ottiene:

Ia=433/ (17.5+10)=15,7

Calcolo della Er con la formula di Turc con correzione di L di Santoro.

Si deduce che l’area in esame fa parte del clima semiarido mediterraneo, con

irrigazione necessaria.

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3.6 QUALITÀ DELL’ARIA

I dati relativi allo stato di qualità dell’aria,sono desunti dalla “Relazione sulla

Qualità dell’Aria in Sardegna” dell’Assessorato alla Difesa dell’Ambiente,

Servizio atmosferico e del suolo, gestione rifiuti e bonifiche.

La relazione analizza la qualità dell’aria nel territorio della Sardegna sulla base

dei dati provenienti dalla rete di monitoraggio. L’analisi è condotta sulle criticità

relative al biossido di zolfo, PM10, oltre che l’ozono. Secondo le stime

modellistiche il risultato è visibile nella rappresentazione grafica in cui in

corrispondenza agli ecosistemi da preservare vi sono indicate le zone di protezione

della salute umana, coincidenti con i precedenti.

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Il comune di Samatzai non è attualmente monitorato, anche se solo nel mese

corrente si è appreso che su richiesta del sindaco di Samatzai è stata installata una

centralina mobile per il monitoraggio dell’aria all’interno della cinta urbana.

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I dati di cui si dispone si riferiscono alla stazione più prossima alla cava. Una

centralina di monitoraggio è presente al confine tra il comune di Samatzai e quello

di Nuraminis ed è finalizzata al monitoraggio della qualità dell’aria del contesto

territoriale che ospita le attività industriali inerenti alla produzione di cemento da

parte della Italcementi SpA e di calce idrata da parte della Calceidrata Srl.

L’area del Campidano centrale, rientrante nella Zona di Mantenimento, comprende

realtà tra loro diverse per la tipologia di fonti emissive: San Gavino, dotata

provvisoriamente di tre stazioni di misura in attesa del completamento dei lavori

di adeguamento, Nuraminis, con una stazione ubicata in funzione del controllo

delle emissioni del vicino cementificio, , con una stazione in area

industriale, e , con una stazione alla periferia del centro abitato.

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Le stazioni di misura hanno registrato vari superamenti relativi alle polveri sottili

e all’ozono, senza peraltro eccedere il numero massimo consentito dalla normativa

vigente:

per il valore limite giornaliero per la protezione della salute umana per i PM10 (50

g/m3 sulla media giornaliera da non superare più di 35 volte in un anno civile): 1

superamento nella CENNM1, 7 nella CENSG2, 17 nella CENSG3, e 6 nella

CENVS1; per il valore bersaglio per il 2010 per l’ozono (120 g/m3 sulla

massima media mobile giornaliera di otto ore da non superare più di 25 in un anno

civile come media sui tre anni): 3 superamento nella stazione CENVC1.

Nell’anno precedente erano stati rilevati i seguenti superamenti:

per il valore limite giornaliero per la protezione della salute umana per i PM10 (50

g/m3 sulla media giornaliera da non superare più di 35 volte in un anno civile):

10 superamenti nella CENNM1, 5 nella CENSG1, 15 nella CENSG2, 10 nella

CENVC1 e 9 nella CENVS1; per il valore bersaglio per il 2010 per l’ozono (120

g/m3 sulla massima media mobile giornaliera di otto ore da non superare più di

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25 in un anno civile come media sui tre anni): 1 superamento nella stazione

CENVC1.

Si conferma quindi, rispetto al 2009, una situazione generalmente stabile con

superamenti contenuti del valore obiettivo per l’ozono e del valore limite per la

protezione della salute umana per i PM10.

Per quanto riguarda l’idrogeno solforato (H2S), misurato solo dalla stazione

CENVS1, si registrano valori molto contenuti in linea con quelli del 2009. La

media annuale si attesta su 0.5 g/m3, la massima media giornaliera su 2.7 g/m3,

e la massima media oraria su 8.1 g/m3 (il D.P.R. 322/71 indica che la media

semioraria di 100 g/m3 non deve essere superata non più di una volta in otto ore

consecutive mentre la media giornaliera non deve superare i 40 g/m3). Il biossido

di azoto (NO2), misurato in tutte le stazioni, le medie annuali non superiori a 14.6

g/m3, contro i 40 g/m3 del limite di legge, e medie orarie non superiori a 179.2

g/m3, contro i 200 g/m3 del limite di legge. In generale l’inquinamento da

biossido d’azoto, marcatamente omogeneo tra le varie stazioni di misura, è quindi

abbondantemente nella norma. Resta da valutare l’innalzamento dei valori della

nuova stazione CENSG3 nel periodo invernale (novembre e dicembre), ma questo

sarà possibile l’anno prossimo quando si disporrà di una serie storica

rappresentativa dell’intero anno.

L’ozono (O3) è misurato dalle stazioni, CENSG1, CENSG3 e CENVC1. Le

considerazioni su queste stazioni devono tener conto che non sono disponibili

serie complete a seguito dei lavori di adeguamento della rete. La massima media

mobile giornaliera delle otto ore si attesta attorno al valore obiettivo di 120

g/m3, pur superando questo limite 3 volte nella stazione CENVC1, situata in area

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industriale. Le medie orarie si mantengono inferiori ai 139.2 g/m3,

abbondantemente al di sotto della soglia di informazione (180 g/m3) e della

soglia di allarme (240 g/m3). I PM10 sono misurati in tutte le stazioni della zona.

Rispetto allo scorso anno, pur in presenza di una complessiva diminuzione dei

superamenti, si assiste a una tendenza della CENSG3 ad avere valori elevati nel

periodo invernale molto probabilmente a causa delle emissioni degli impianti di

riscaldamento domestici. Le medie annuali si mantengono inferiori a 27 g/m3,

contro i 40 g/m3 del limite di legge, mentre le massime medie giornaliere

dell’anno variando tra i 41.9 g/m3 della CENSG1 e i 92.8 g/m3 della CENSG3.

Anche il biossido di zolfo (SO2) è misurato in tutte le stazioni dell’area; i valori

si mantengono come al solito molto bassi sia nella media oraria (massimo

registrato 19.1 g/m3 nella CENNM1), che nella media giornaliera (massimo

registrato 4.1 g/m3 nella CENNM1), ben lontani dai limiti di legge.

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3.7 LOCALIZZAZIONE E CARATTERIZZAZIONE DELLE FONTI INQUINANTI

Nell’ambito del presente progetto, le fonti inquinanti sono dovute all’utilizzo dei

mezzi necessari alle attività di estrazione della sabbia quali escavatori, autocarri,

pala meccanica etc.., nonché dai generatori elettrici. Pertanto le immissioni in

atmosfera sono legate alla differenziazione delle attività lavorative:

-fase di estrazione ( gas di scarico da combustione gasolio)

-fase di carico su autocarro (gas di scarico da combustione gasolio)

-fase di trasporto nel sito di stoccaggio e vendita (gas e sollevamento polveri)

- fase di carico e trasporto esterno (gas di scarico e sollevamento polveri)

3.8 PREVISIONE DEGLI EFFETTI DELLE TRASFORMAZIONI FISICO-CHIMICHE

Le trasformazioni fisico-chimiche sono legate alle emissioni dei mezzi impiegati

per le operazioni di scavo, trasporto, carico.

I mezzi adoperati nelle varie fasi sono omologati ed accompagnati da certificato di

conformità alle normative internazionali sulle emissioni in atmosfera; si evince da

tali certificati che le emissioni non superano i livelli di legge. Lo stato di

manutenzione dei mezzi è ottimo in quanto periodicamente sono sottoposti a

controlli interni ed esterni, in officine qualificate, e continue revisioni.

Il sollevamento delle polveri avviene principalmente nei mesi estivi, lungo le piste

interne e nei piazzali di cava. Esternamente nelle strada di collegamento tra i due

comparti di cava è presente un sistema di irrorazione d’acqua per l’abbattimento

delle polveri, nonché un sistema di docciatura con ricorso all’utilizzazione di

un’autobotte con capienza di 15.000 litri. Inoltre l’altezza e la morfologia delle

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pareti rappresentano un valido ostacolo alla diffusione delle polveri nelle fasi di

lavorazione mineraria.

In fase di ripristino già nei prossimi due anni, lungo tutta la recinzione corrente

seconda la strada Mitza Orpina, saranno messe a dimora una serie di essenze

arboree atte a schermare ulteriormente l’area di cava.

Dalle ipotesi assunte a livello progettuale quella più gravosa e maggiormente

impattante è riferibile all’operatività affidata alle ditte esterne che curano

l’estrazione per grandi forniture. In detta situazione si ricorre ad un uso

continuativo nelle ore lavorative dell’autobotte. Invece i motori dei mezzi di

trasporto, con riferimento anche al DSS, hanno l’obbligo di spegnimento in fase di

carico ad evitare inquinamento da gas di scarico.

Non è previsto l’ incremento e l’utilizzo di mezzi aggiuntivi rispetto a quelli

attualmente coinvolti nelle lavorazioni; pertanto per il progetto in esame, è

prevedibile che esso non abbia, quali effetti conseguenti, ulteriori immissioni in

atmosfera rispetto alle attuali.

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3.10 CARATTERISTICHE GEOLOGICHE

INQUADRAMENTO GEOGRAFICO

La cava denominata “CRABILI” ricade nel F°548 - Sez III - Donori - della Carta d'Italia alla scala

1:25.000, edita dall ' Istituto Geografico Militare ed è compresa nel triangolo ai cui vertici insistono

gli abitati di Samatzai, Pimentel e Nuraminis.

L'area in esame è raggiungibile dalla Strada Statale Carlo Felice con immissione nella strada

provinciale n 33 per Samatzai-Pimentel e quindi percorrendo strada vicinale che si diparte

dall'immediata periferia Sud dell' abitato di Samatzai.

La viabilità di servizio è soddisfatta da una serie di piste anche interne garantiscono l'accesso a tutta

l'area interessata dal presente progetto di intervento minerario.

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3.11 TETTONICA REGIONALE

La struttura tettonica principale del contesto territoriale riferito alla Sardegna meridionale

comprende una serie di faglie a carattere regionale fra loro parallele e dirette NNW-SSE che

delimitano a Ovest ed Est la “Fossa del Campidano”.

Gli eventi strutturali sono riferibili in primis all’orogenisi Ercinica del Carbonifero e quindi

all’orogenesi Alpina riferita al Terziario. L’impostazione della Fossa a Graben del Campidano si è

definitivamente attivata in seguito al secondo evento. Da quel momento dai due grossi blocchi

tettonici contrapposti (Sulcis-Iglesiente e Sarrabus Gerrei) per azioni di ruscellamento anche

intenso è incominciato il riempimento della fossa del Campidano con l’accumulo delle varie serie

detritiche per spessori prossimi ai 1600 metri, testimoniata dal Sondaggio “Campidano 1”

eseguito nel 1961 dalla Wintershall AG - Società di Hannover che per conto della Regione

Sardegna eseguì nei primi anni 60 del 1900 le prospezioni petrolifere in Sardegna.

La struttura tettonica sudescritta è rilevabile nella carta “Stratigraphic-Structural Map of

- scala 1:500.000 - di Tommaso Cocozza (1972), di cui si riporta lo stralcio regionale .

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3.12 CARATTERIZZAZIONE GEOLOGICA E STRATIGRAFIA DEL SETTORE

Geologicamente l’area in esame fa parte del più vasto bacino oligomiocenico

legato all’apertura del rift sardo, riempito di sedimenti di spessore di circa 1500

metri, di ambiente prevalentemente marino ma anche continentale. In questo

complesso sedimentario si sono costituite varie formazioni, distinte in letteratura

come depositi sin-rift e post-rift, con età che varia dall’Oligocene al Micene

Superiore. Con riferimento puntuale all’area di cui trattasi, i termini presenti

sono di tipo marino e rappresentano la parte alta della serie miocenica; sono

costituiti dall’alto verso il basso da una serie carbonatica costituita da calcari di

scogliera poggiante sulla formazione di costituita da conglomerati e

sabbie misti terra poggianti su una serie sabbioso-arenacea a sua volta poggiante

su una formazione marnoso-argillosa. La serie sabbiosa è costituita

principalmente da arenarie grigio-giallastre a granuli siliceo-feldspatici e

cemento prevalentemente argilloso, di ambiente litorale (Langhiano superiore-

Serravalliano) indicata in letteratura con il nome di Arenarie di Pirri. Lo spessore

è variabile; nel sottosuolo cagliaritano arrivano a 150-200 metri, mentre nel sito

di interesse gli spessori sono di circa 30 metri. Tale formazione poggia per

contatto tettonico sulle marne langhiane costituite da marne argillose grigie

contenenti abbondanti resti fossili in particolare Pteropodi e foraminiferi, che

hanno permesso di attribuire tale formazione al Langhiano. A partire dal

Pliocene, in coincidenza con l’apertura del Graben Campidanese si instaurano

processi erosivi nei settori orientali della fossa sarda e un corrispondente

accumulo rapido e intenso nella fascia centrale del Campidano. Ciò ha dato luogo

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ad una formazione continentale di ambiente fluvio -delt izio, discordante sulle

formazioni mioceniche, rappresentata da un complesso marnoso -arenaceo-

conglomeratico denominato “Formazione di ”.

Dal punto di vista genetico si inquadra in quella fase deposizionale che ha

portato, alla fine del terziario, alla colmata della fossa tettonica del Campidano.

La parte sommitale di questa formazione passa gradualmente al Quaternario

antico, rappresentato da coltri alluvionali ciottolose (“Alluvioni antiche

terrazzate”). Si tratta di depositi alluvionali disposti in più ordini di terrazzi,

litologicamente costituiti per lo più da ciottoli di rocce marnose mioceniche. La

morfologia è data da ampi terrazzi, modellati in terreni le cui età vanno dal

Pliocene all’Attuale. Infine lungo i corsi d’acqua, sono presenti i d epositi

alluvionali attuali rappresentati prevalentemente dalle depositi ciottolosi e

sabbiosi.

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Dallo stralcio della Carta geologica d’Italia alla scala 1:100.000 si evincono i rapporti

stratigrafici zonali fra i litotipi del terziario che comprendono le zone ad arenaria sabbiosa e le

intercalate marne e calcareniti.

Una serie di prospezioni speditive nel territorio preso a riferimento e la presenza di cave di sabbia

in esercizio nelle immediate vicinanze della zona di intervento, hanno permesso di accertare che la

serie oggetto di interesse minerario appartiene al complesso geologico noto come "Formazione di

Ussana", studiata da G. Pecorini nel 1969.

Detta serie è affiorante su tutta l'estensione del territorio di poco meno di 20 ettari oggetto del

progetto minerario di cava.

Si da l’informazione fornita da Pecorini nelle “MEMORIE DELLA SOCIET A’ GEOLOGICA

ITALIANA - Pisa Arti Grafiche Pacini Mariotti 1969”

.

FORMAZIONE DI USSANA

Ad Est delle colline di Monastir e della superstrada «Carlo Felice » presso Nuraminis, sopra le an- desiti e le brecce andesitiche, nonché sulle «arenarie del Cixerri » segue un complesso clastico, in facies continentale, potente al massimo un centinaio di metri. Si tratta di conglomerati, arenarie ed argille, di colore vario, ora giallo-rossastre, rosso-violacee, ora grigiastre. Le arenarie ed i conglomerati sono quasi esclusivamente costituiti da clasti di rocce paleozoiche (quarzo, granito, porfido, scisti metamorfici) e localmente anche di andesite. Le argille, talora siltose, che si intercalano ai conglomerati, spesso sono fortemente piritose e ricche di resti vegetali. Le tracce fossili non mancano: presso Nuraminis il complesso racchiude orizzonti con impronte di Monocotiledoni argille grigie ad Ostree ed un banco di arenaria conglomeratica piritosa ancora

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ad Ostree, piccoli Ceritidi e microfossili mal conservati, a causa della corrosione subita in seguito all'ossidazione della pirite. E' evidente che si tratta di una formazione in fa cies continentale, da fluvio-lacustre a lagunare, che presenta qualche analogia litologica con le «arenarie del Cixerr i», ma dalle quali merita di essere distinta in quanto posteriore al vulcanismo andesitico. Al complesso abbiamo dato il nome di «Formazione di Ussana» poiché proprio in prossimità di que- sto centro abitato si hanno le migliori esposizioni e sono ben visibili i contatti sia con le sottostanti andesiti e «arenarie del Cixerri) sia con la sovrastante formazione marina miocenica. A Sud del paese, infatti, sono state aperte numerose cave che coltivano le argille per laterizi. I primi sedimenti marini del Miocene, che si sovrappongono alla «Formazione di Ussana» contengo- no una microfauna planctonica d'età aquitaniana. Pertanto, l'età del nostro complesso, può probabilmente essere limitata ancora all'Oligocene o alla parte più bassa dell'Aquitaniano. Nel Foglio 226 « » il complesso è stato attribuito parte al Permiano e parte ad un Terziario « pre elveziano » non meglio precisato. Serie particolarmente significative sono quelle ri levabili a Sud di Ussana ed immediatamente ad Est di Nuraminis, dove la nostra formazione giace ora sulle «arenarie del Cixerri », ora sulle andesiti o brecce andes i tiche. A Sud di Ussana, nella Cava Picci, in regione Is Serras, la successione stratigrafica è la seguente, dall’alto in basso: ● m 40 circa - Conglomerati, raramente gradati, a ciottoli di rocce paleozoiche e subordinatamente di andesite, con intercalazioni sottili di argille arenacee rosse. Il cemento dei conglomerati è costituito da un'argilla rosso-violacea mista a sabbia quarzosa finissima; ● m 1,00 - Argilla rosso-bruna, molto compatta; ● m 2,50 - Conglomerato, come sopra; ● m 1,00 - Argilla rosso-bruna, molto compatta; ● m 2,50 - Conglomerato, come sopra. ● m 1,00 - Argilla rossastra compatta inglobante ciottoli e blocchi di andesite parzialmente caolinizzata con diametro fino a 50 cm: ● m 2,00 - Breccia andesitica a blocchi di lava con spigoli poco smussati e diametro fino a

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50-60 cm. I blocchi di andesite meno alterata mostrano spesso un’evidente degradazione cipollare; ● m 30,00 almeno - Intercalazioni di arenaria prevalentemente quarzose e di argille giallo- rossastre o grigio-verdastre (“Formazione del Cixerri”) ● m 2,50 - Conglomerato, come sopra.

Negli anni 80 sono stati eseguiti nell’area di cava numero 3 sondaggi che hanno raggiunto la profondità massima dal piano di campagna di 35,5 metri. Si riportano in appresso le correlate stratigrafie. Da esse si desume la variabilità del materiale sia in senso areale che verticale.

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3.13 SISMICITA’

Sino al 2003 il territorio nazionale era classificato in tre categorie sismiche a diversa severità. I

Decreti Ministeriali, emanati dal Ministero dei Lavori Pubblici tra il 1981 ed il 1984, avevano

classificato complessivamente 2965 comuni italiani su di un totale di 8102, corrispondenti al 45%

della superficie del territorio nazionale, nel quale risiede il 40% della popolazione. Nel 2003 sono

stati emanati i criteri di nuova classificazione sismica del territorio nazionale, basati sugli studi e le

elaborazioni più recenti relative alla pericolosità sismica del territorio, ossia sull’analisi della

“probabilità” che il territorio venga interessato in un certo intervallo di tempo (generalmente 50

anni) da un evento che superi una determinata soglia di intensità o magnitudo.

A tal fine è stata pubblicata l’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 20

marzo 2003, sulla Gazzetta Ufficiale n. 105 dell’8 maggio 2003. Il provvedimento detta i principi

generali sulla base dei quali le Regioni, a cui lo Stato ha delegato l’adozione della classificazione

sismica del territorio (D.lgs 112/98 e DPR 380/01 - "Testo Unico delle Norme per l’Edilizia”),

hanno compilato l’elenco dei comuni con la relativa attribuzione ad una delle 4 zone. Le aree nelle

quali è stato riclassificato il territorio nazionale sono a severità decrescente (zona 1, zona 2, zona 3,

zona 4). Di fatto, sparisce il territorio “non classificato” compresa la Sardegna, che diviene zona 4,

nel quale è facoltà delle Regioni prescrivere l’obbligo della progettazione antisismica. In tal modo, i

“numeri” della nuova classificazione diventano: 716 comuni in zona 1, 2323 comuni in zona 2,

1632 comuni in zona 3 e 3429 comuni in zona 4.

LA CLASSIFICAZIONE SISMICA ATTUALE E’ la zona più pericolosa, dove in passato si sono avuti danni ZONA 1 gravissimi a causa di forti terremoti Nei comuni inseriti in questa zona in passato si sono avuti danni ZONA2 rilevanti a causa di terremoti abbastanza forti I comuni inseriti in questa zona hanno avuto in passato pochi danni. Si ZONA 3 possono avere scuotimenti comunque in grado di produrre danni significativi E’ la meno pericolosa. Nei comuni inseriti in questa zona le possibilità ZONA 4 di danni sismici sono basse

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L’intero territorio comunale di SAMATZAI non è da ritenersi area a rischio sismico.

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3.14 GEOMORFOLOGIA DEL SETTORE DI STUDIO

Dal punto di vista geomorfologico l'insieme territoriale è collocato nel sistema di basse colline che

orlano la sponda orientale della fossa tettonica del Campidano.

Nella zona predetta è intervenuta l'erosione per ruscellamento, anche ad alta energia, in seguito al

sollevamento della serie terziaria di cui sono costituite le colline, determinando, a seconda della

tipologia litologica dei terreni (arenarie, conglomerati, calcareniti o marne), una differente

morfologia della zona stessa.

Si hanno pertanto sia delle valli ampie e distese che zone a morfologia ruiniforme, specie nei tratti

nei quali si è determinata una rottura di pendio.

In quest'ultimo caso la formazione è costituita in alto da arenarie molto cementate e silicizzate

(quindi a competenza notevole) e in basso da sabbie più o meno sciolte.

La risultanza morfologica è una serie di ingrottamenti alla base delle arenarie che ha determinato,

per sostegno manco, la formazione di scarpate e gradini morfologici.

I terreni sono nel complesso sterili per cui la vegetazione del tipo spontaneo attecchisce con

qualche difficoltà.

Si nota la presenza di una bassa macchia mediterranea, per lo più degradata.

Le rade macchie cespugliose di cisto, di euforbia, di mirto, di ferula comune e di asparago, sono

contornate da bassa vegetazione erbacea, spontanea, di tipo anemofilo.

Nella zona prevale il vento di maestrale la cui azione condiziona la crescita della vegetazione, che

avviene con molta difficoltà.

Solo nelle aree dei fondo valle, più protette dal vento ed a più alta umidità conseguente ad una pur

minima presenza di humus, si nota una maggiore presenza di copertura vegetale.

L'intervento antropico sui terreni di cui trattasi è limitato al ricupero delle aree migliori che sono

state destinate a cultura cerealicola in generale ed a miglioramento pascolo in particolare.

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3.16 ACQUE SUPERFICIALI, CARATTERISTICHE MORFOMETRICHE, BACINI IDROGRAFICI INTERESSATI DAI LAVORI MINERARI

Una risposta al problema del fabbisogno idrico fu data solo alla fine degli anni

‘40 con la creazione del sistema idrico del Flumendosa – Campidano affidata

all’Ente Autonomo del Flumendosa (allora Ente Statale) con l’incarico di

provvedere alla costruzione delle opere per l’utilizzazione delle acque del

Flumendosa ad uso irriguo, potabile e idroelettrico. Oggi il sistema Flumendosa-

Campidano-Cixerri rappresenta il fulcro dell’intero sistema idrico provinciale.

La cava è individuata alla Unità Idrografica Omogenea (UIO) del Piano di Tutela

delle Acque della Sardegna (PTA), denominata Flumini Mannu Cagliari-Cixerri.

L’ U.I.O. del Flumini Mannu – Cixerri è la più estesa (3.566 kmq).

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Comprende, oltre i bacini principali del Flumini Mannu e del Cixerri,

aventi un’estensione rispettivamente di circa 1779,46 e 618,14 kmq, una

serie di bacini minori costieri della costa meridionale della Sardegna, che

si sviluppano lungo il Golfo di Cagliari, da Capo Spartivento a ovest, a

Capo Carbonara, a est.

È delimitata a Nord dall’altopiano del Sarcidano, a Est dal massiccio del

Sarrabus – Gerrei, a ovest dai massicci dell’Iglesiente e del Sulcis e a sud

dal Golfo di Cagliari. L’altimetria varia con quote che vanno dai 0 m

(s.l.m.) nelle aree costiere ai 1154 m (s.l.m.) in corrispondenza del Monte

Linas, la quota più elevata della provincia di Cagliari.

Piano di Tutela delle Acque

Unità Idrografica Omogenea Flumini Mannu Cagliari-Cixerri

Stralcio della tavola 5/1A

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Il Flumini Mannu è il quarto fiume della Sardegna per ampiezza di bacino

e con una lunghezza dell'asta principale di circa 96 km, rappresenta il più

importante fiume della Sardegna Meridionale. Il suo corso, che si svolge

in direzione NE-SO, ha origine da molti rami sorgentiferi dall’altipiano

calcareo del Sarcidano, si sviluppa attraverso la Marmilla e, costituitosi in

un unico corso, sbocca nella piana del Campidano sfociando in prossimità

di Cagliari nelle acque dello Stagno di S. Gilla. Il Flumini Mannu di

Cagliari si differenzia notevolmente dagli altri corsi d’acqua dell’Isola

per i caratteri topografici del suo bacino imbrifero. L’asta principale per

quasi metà del suo sviluppo si svolge in pianura, al contrario della

maggior parte dei corsi d’acqua sardi aventi come caratteristica la brevità

del corso pianeggiante rispetto a quello montano.

Gli affluenti principali del Flumini Mannu di Cagliari sono:

1. in destra: il Canale Vittorio Emanuele, che drena le acque della

depressione di , e il Torrente Leni, che convoglia le acque di

numerose sorgenti del Monte Linas e giunge nella piana del Campidano in

territorio di Villacidro;

2. in sinistra: il Torrente Lanessi, col quale confluisce presso lo sbocco in

pianura e che scorre prevalentemente negli scisti e nel miocene della

Trexenta, e il Riu Mannu di che drena, con il Rio

Flumineddu, le acque della Trexenta.

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Gli elementi importanti dell’idrografia superficiale sono: l’invaso di Is

Barrocus con capacità massima di invaso di 12 milioni di mc, l’invaso del

Cixerri e quello del Rio Canonica a Punta Gennarta.

Altro elemento caratteristico dell’idrografia superficiale di questa U.I.O.

è lo Stagno di Santa Gilla, dove confluiscono le acque sia del Flumini

Mannu che del Cixerri. Oltre ai due fiumi principali, hanno una estensione

del bacino drenante e un’importanza non trascurabile alcuni altri fiumi

quali il Riu Corongiu e il Riu di Sestu, etc.. Tali fiumi sono catalogati nel

PTA in numero di 43 per quel attiene quelli del primo ordine ed in numero

di 170 del secondo ordine.Per la maggiore si tratta di corsi d’acqua di

estensione limitata, eccizion fatta per il Rio Mannu di San Sperate, il cui

decorso è prossimo ai 50 km.

INDIVIDUAZIONE DELL’AREA DI CAVA SULLO STRALCIO DEL LA TAVOLA 5/1A DEL PIANO DI TUTELA DELLE

ACQUE DELLA REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA-ASSESSO RATO DIFESA AMBIENTE.

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STRALCIO TAVOLA 4a DEL PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE – Acquiferi Sedimentari Plio Quaternari

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Gli acquiferi sotterranei inerenti la UIO del bacino del Flumini Mannu –

Cixerri, sono complessivamente in numero di 12.

Il territorio comunale di Samatzai è interessato dall’ Acquifero Detritico-

Alluvionale Plio-Quaternario del Campidano.

Il prelievo da tali acquiferi per quanto riguarda l’uso acquedottistico

pubblico è, con alcune lacune conoscitive, documentato, mentre il

prelievo privato d’uso agricolo, zootecnico, civile e industriale si possono

fare solo delle stime approssimative.

I corpi idrici significativi di cui al D.Lgs 152/99, sono individuati nella

tabella 2-1, dell’ unità UIO del Flumini Mannu-Cixerri, riportata in

appresso, relativamente a quelli dell’ordine superiore al primo, e riferibili

a quelli non recapitanti in mare:

Le acque di transizione non sono presenti nel territorio in esame, ciò è

dovuto principalmente al fatto che nel passato, come in tanti centri sardi,

tale acqua rappresentasse un ostilità nei confronti dell’agricoltura, tanto

che gli ultimi interventi di risanamento risalgono alla fine degli anni 30;

invece per quanto riguarda le acque destinate al consumo umano, vengono

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prelevate dai bacini superficiali e convogliate mediante i canali

ripartitori. Si osserva come su un totale di 47 prese d’acqua destinate al

consumo umano su scala regionale, ben 12 ricadono nella UIO di

pertinenza; sono suddivisi in 7 invasi artificiali, 1 presa da corso d’acqua

e 4 prese da canali artificiali.

A tutela delle risorse idriche il bacino è monitorato mediante una rete di

centri di rilevamento ubicati nei punti strategici. Nella UIO interessata,

sono sotto controllo i due corsi d’acqua principali.I risultati del

monitoraggio evidenziano un stato qualitativo pressoché “buono”,

almeno per quanto attiene la percorrenza del territorio di Samatzai, sia

per le acque destinate al consumo umano sia per le altre attività.

Questo comporta che per il territorio comunale rimangano pressoché

stabili gli obiettivi fissati dal D.Lgs 152/99, il quale impone il

raggiungimento del giudizio di valutazione pari a “buono” entro il 2016,

come programmato nella tabella 5-9 desunta dal PTA e che si riporta nel

seguito:

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DELLA CAVA DENOMINATA “CRABILI”

COMUNE DI SAMATZAI PROVINCIA DI CAGLIARI ______Le risorse idriche comunali, sono rappresentate oltreché dalla presenza

dei fiumi principali già richiamati, anche da una serie di sorgenti, mizzas

e corsi d’acqua. Si riportano nel seguito le informazioni desunte dal testo

– Su Logu Nostu (A.Leoni).

Le sorgenti presenti attualmente nel territorio sono poche e povere d’acqua. A nord o sartu de susu , quella di S. Pietro, sa Funtana de Santu Pedru , situata all’interno della grande tanca de S. Pedru, nei pressi della chiesa rurale che porta lo stesso nome, è stata da alcuni decenni trasformata in un laghetto per fini irrigui dagli attuali proprietari de sa tanca. Così riferiva l’Angius nella prima metà dell’Ottocento - “Sono in questo territorio poche sorgenti notevoli: la fonte di s. Pietro distante d’un’ora dal paese presso una chiesa di tal titolo, in un sito dove sono visibili le rovine d’una antica popolazione” . Sempre a nord, sa Mizza de S’Urri , oggi parzialmente trasformata e utilizzata quasi esclusivamente dagli allevatori di bestiame in quella zona. L’Angius, notava come l’acqua di questa sorgente “è, come dicesi, nitrosa e a’ non avvezzi pizzica la gola efa effetto di purgante” . Poco lontano da S’Urri ne esisteva un’altra: sa Mizza ‘e su Linnarbu . In località Sant’Elena, un’altra sorgente, sa Mizza de Sant’Aleni , è oramai in secca. Essa conservava sino ad alcuni anni fa ancora le antiche caratteristiche strutturali, ossia un piccolo pozzetto circolare in pietrame delimitante il punto sorgivo sormontato da un muretto a secco, che posteriormente faceva da contenimento ad una enorme siepe di rovi. In località su Sessini sorge la mizza omonima. Un’altra sorgente è quella detta de Is Crobacheddus , oggi non più utilizzabile, così come quelle di Funtana Procaxus e Funtana Martzana . Poco lontano si può notare quella detta Is Mizzixeddas, non distante da un’altra detta Mizza Grillu . In località Muttedu esisteva una mizza dallo stesso nome, oggi non utilizzabile. Sulla destra della strada che conduce a Segariu e Guasila, poco lontano dal nuraghe Su Nuraxi , si trova sa Mizza ‘e s’Arrù . Al confine tra sartu de bàsciu e sartu de susu , lungo la strada che conduce a Ortacesus, esisteva sa Mizza de Bragamenta . Anche nella località Funtana Noa , il toponimo lascia intendere che in passato vi fosse una fonte di acqua sorgiva, oggi non più individuabile. E’ citata dall’Angius come “la fontana nuova, in distanza d’un quarto di miglio” dal paese. Infine, lungo la strada che conduce a Villagreca esisteva la sorgente denominata sa Funtana de Basili Toccu . A sud-est o sartu de bàsciu , la sorgente più importante è quella denominata sa Funtana de Santa Maria ubicata nella zona omonima. Indicata dall’Angius come “quella da cui provvede si la popolazione e che serve per abbeverare il bestiame, in distanza dal popolato di minuti dodici” . Questa sorgente sino al secondo dopoguerra rappresentava l’unico punto di approvvigionamento idrico per la popolazione e per il bestiame. Quando sul finire degli anni ‘40 si costruì il nuovo acquedotto in località Genna Carrus, la fonte di S. Maria continuò ad essere sfruttata soprattutto per abbeverare il bestiame; per i suoi trascorsi di “potabilità” fu parecchie volte sottoposta a lavori di restauro e manutenzione. Poco lontano da S. Maria, verso sud, esisteva una mizza in località Riu sa Murta e un’altra in località sa Costa Giovacchi . Sa Mizza de Ferranti, nell’omonima località, è stata trasformata negli ultimi decenni in un laghetto utilizzato per irrigare le colture circostanti. Un pò più a sud si trova Mizza Orpina ; anche questa sorgente è stata varie volte rima- neggiata, ma l’ultimo degli interventi, a metà degli anni ‘70, che mirava al suo recupero funzionale, dopo vari anni di degrado, unitamente a concause naturali, ha portato alla com-

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COMUNE DI SAMATZAI PROVINCIA DI CAGLIARI ______promissione “definitiva” dell’attività sorgiva, oggi pressochè inesistente o comunque molto ridotta. Lungo la strada che conduce al Riu Mannu esisteva sa Mizza de su Sisu . Poco distante, verso sud, nell’antica località di Bidda Mendula, esistevano tre sorgenti oggi non utilizzabili ossia: sa Mizza de susu, sa Mizza de mesu, e sa Funtana de Pinninnu . Quest’ultima consisteva in un pozzo di notevoli dimensioni che prese il nome dallo sventurato che perse la vita cadendoci dentro. Questo tragico fatto tramandato dalla cultura orale non si sa con precisione a che epoca si riferisca. L’Angius riferisce solamente una fontana Mendula. Anche l’antica località di Tradori aveva la sua mizza. In prossimità del Riu Mannu si trovava sa Mizza is Abizi . Nella vasta zona del Monti Onigu esistevano altre due sorgenti: Mizza de Conti o Funtana Corru e Mizza sa Figu, che dava il nome anche ad un ruscello, Riu Mizza sa Figu.

Samatzai, anni ‘80 - loc. Bidda Mendula - Mizza ‘e mesu.

Samatzai - Funtana de Santa Maria. Samatzai - Mizza de Ferranti

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3.19 VEGETAZIONE, FLORA E FAUNA

La forte antropizzazione del patrimonio vegetale ed ambientale in genere accompagnata ad una

scarsa attenzione prestata alla sua conservazione, si ripercuotono negativamente sul popolamento

faunistico.

I fattori limitanti più importanti sono senz’altro legati alla qualità delle acque superficiali

(eutrofizzazione da scarichi civili, fertilizzanti agricoli, presenza di numerose molecole di sintesi

non solo di uso agricolo), alle attività produttive umane soprattutto industriali (qualità dell’aria e

soprattutto inquinamento acustico), alla caccia non regolamentata. Ci sono, peraltro, segnali

positivi di un maggiore controllo ambientale e prevenzione del bracconaggio rappresentati in

particolare dalle riserve o divieti di caccia. Nella classe degli anfibi troviamo il rospo verde e la

raganella sarda. Tra i rettili ricordiamo la lucertola tirrenica e il colubro comune. Nella classe degli

uccelli moltissimi sono le presenze in Sardegna, soprattutto perché essa si colloca al centro del

Mediterraneo occidentale, lungo le linee di migrazione di molti uccelli che provengono dal

continente europeo e dalla Siberia, dove si riproducono, mentre svernano in diverse regioni

africane. Non è facile dire con sicurezza quante specie si riproducono, sostano o svernano in

Sardegna. Tra le 129 specie sicuramente nidificanti circa il 65% sono stanziali mentre le altre

compiono migrazioni post-riproduttive in Africa (ad esempio rondini, gruccioni, upupe, tortore,

ecc.). Nell’area considerata sono presenti la pernice sarda e la quaglia che sono stanziali, la

pavoncella che è un migratore. Ci sono poi beccacce e beccaccini nei luoghi umidi, migratori non

nidificanti però in costante diminuzione. Dell’ordine dei passeriformi, numericamente il più

rappresentato, troviamo le allodole (migratrici) e le tottaville (forse stanziali). Nella famiglia

Irundinidi è comune soprattutto il balestruccio, meno la rondine. Ballerine bianche e gialle sono

abbondanti duranti i passi, così come gli stormi comuni, mentre lo storno nero, poco numeroso, è

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stanziale. Ci sono poi taccole, tordi, verdoni, cardellini, zigoli neri, tutti stanziali tranne il tordo

sassello, e piuttosto comuni.

La classe dei mammiferi è rappresentata da un numero limitato di specie per via dell’isolamento

della Sardegna. Nell’area considerata è presente il riccio (ordine Insettivori), dell’ordine Lagoformi,

la lepre sarda, in diminuzione per il bracconaggio ma anche per la sua sensibilità alle trasformazioni

ambientali operate dall’uomo. Inoltre è numeroso il coniglio selvatico, nonostante le infezioni virali

cui è soggetto ciclicamente.

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3.20 AMBIENTE VEGETALE

Il territorio di Samatzai ricade per intero nel Distretto 21 del Piano

Forestale Ambientale Regionale (PFAR), denominato della Trexenta,

comprendente oltreché il comune di Samatzai, i comuni di: Barrali,

Donori, Furtei, , , Guasila, Mandas, Ortacesus,

Pimentel, S. Andrea Frius, S. Basilio, Segariu, , Senorbì, Siurgus

Donigala, , , per complessi 589 kmq.

Tale distretto è individuato tra le Giare a Nord, il Basso Flumendosa e i

Sette Fratelli a Est ed il Campidano a SO. Trattasi di un sistema collinare

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COMUNE DI SAMATZAI PROVINCIA DI CAGLIARI ______su cui si è sviluppata un’economia prevalentemente agricola, a differenza

dei rilievi montuosi cristallini ad Est, in cui è prevalente una copertura

forestale e preforestale, compresa nella fascia altimetrica dell’intervallo

70-705 slm, ma mediamente di 280 m slm per circa il 2% del distretto. Il

distretto è caratterizzato da un a morfologia tipicamente collinare con

rilievi che raramente superano i 600 metri, la cui copertura vegetazionale

è a caratteri floristici distinti strettamente legata al litotipo.

Il Piano Forestale Ambientale Regionale (PFAR) individua due

sub-distretti definiti:

21a- Miocenico

21b- Paleozoico

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COMUNE DI SAMATZAI PROVINCIA DI CAGLIARI ______La cava di Crabili ricade nel primo denominato Miocenico di Barrali -

Pimentel. Esso è caratterizzato per gran parte da una superficie sub

collinare, interessata da sempre da colture agrarie prevalentemente

cerealicole, quali: grano, orzo,avena, e correlate per parte alle attività

zootecniche presenti nel territorio.

Come effetto di tale uso protrattosi nei secoli, ne deriva, la riduzione

delle superfici forestali, le quali risultano confinate nelle aree più

marginali tanto per morfologia che per fertilità dei suoli.

Lo stralcio della Carta delle Serie di Vegetazione , allegata al PFAR,

mostra come il comunale, in cui ricade la cava di interesse, sia

interamente incluso nei tematismi SA21 ed SA26.

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SA 21 - Serie sarda, calcicola, termo-mesomediterranea della quercia di Virgilio (Lonicero implexae-Quercetum virgilianae)

Dist ribuzione p reva len te

di st rett o 2: Sa rdegna nord-occi de ntale (Sassa rese ), distretto 1 7: ( Sa rcidan o) , distrett o 21 : (Marmi lla e

Tre xenta ).

Alt ri amb it i di presenza

la s eri e si sviluppa come edaf o-meso fila su marne e co lluvi di ridotta estens ion e in te rr it ori a pre valenza d i

leccete termofi le (Prasio majoris-Querco ilicis quercetosum virgilianae ) nei distre tti : 2 (Sassa res e) , 3

(Anglo na) , 7 (Logudo ro-Mejlogu) , 13 (media val le de l Ti rso) e 22 (Ge rrei o ccidentale) .

Fisionomia struttura e caratterizzazione floristica dello stadio maturo

micro-mesoboschi dominati da latifoglie decidue e secondariamente da sclerofille, con strato fruticoso a medio

ricoprimento e strato erbaceo costituito prevalentemente da emicriptofite scapose o cespitose e geofite

bulbose. Rispetto agli altri querceti caducifogli della Sardegna sono differenziali di quest'associazione le

specie della classe Quercetea ilicis quali: Rosa sempervirens, Asparagus acutifolius, Rubia peregrina, Smilax

aspera, Ruscus aculeactus, Osyris alba, Pistacia lentiscus, Lonicera implexa e Rhamnus alaternus. La subass.

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COMUNE DI SAMATZAI PROVINCIA DI CAGLIARI ______cyclaminetosum repandi , della Sardegna settentrionale, rispetto alla subass. tipica quercetosum virgilianae , si

differenzia per la maggior complessità strutturale, la localizzazione in valloni, la presenza di Cyclamen

rep an dum , He dera helix subsp. helix , Clem atis vitalba , Calamintha nepet a subsp . glandulosa , Ra nunc ulus

bulbosus subsp . alea e e Stipa bromoides , oltre al l'alta frequen za di Euphorbia characias, Quercus ile x e

Viburnuum t inus .

Ca ratte rizzazione litomo rfo logica e climatica

si rinviene su substrati litologici di natura carbonatica ed in particolare su calcari e mame mioceniche, su

deposrti di versante e talvolta su detriti di falda, ad altitudini comprese tra 180 e 350 m S.l.m. Dal punto di vista

bioclimatico questi querceti si localizzano in ambito Mediterraneo pluvistagionale oceanico, in condizioni

termotipiche ed ombrotipiche comprese tra il termomediterraneo superiore-subumido inferiore ed il

mesomediterraneo inferiore-subumido superiore. Mostrano un optimum bioclimatico di tipo mesomediterraneo

inferiore-subumido superiore.

Sta di del la serie

gli st adi s uccess ionali s ono rapp resentati d a a rbus teti ri fe rib ili all 'ordi ne Pis tacio l enti sci-Rha mnetalia alaterni

(associazione Rhamno alaterni-Sparlietum juncei ), formazioni dell'alleanza Pruno-Rubion (associazione

Clematido cirrhosae-Crataegetum monogynae ) e prati stabili inquadrabili nell'alleanza del Thero-

Brachypodion ramosi.

Serie minori accessorie

boschi mesofili di Laurus nobilis .

SA 26 - Geosigmeto mediterraneo occidentale edafoigrofilo e/o planiziale, eutrofico (Populenion albae, Fraxino angustifoliae-Ulmenion minoris, Salicion albae)

Distr ibuzio ne p reva len te

distretto 2 : Bacino del R io Ma nnu di Porto Torres , distre tto 7 : Cam pu Gi av esu, Piana di San ta Luc ia

(Bonor va). distretto 13: media e bassa val le del T irs o. di str et to 15 : Camp idano di Oristan o. dis tre tt o 20 :

Campidano d i Cag liari . dis tret ti 19 -24-25 : va lle de l Ci xer ri . Su lcis (Vi lla d 'Or ri, Rio di Pul a, Sa Tuerra di

Teulada) , distre tto 21 : Marm ill a, Trexenta , distretto 22 : Rio d i Qu irra , tra tto fina le e foce del Fiume

Flumendosa .

Alt ri amb iti d i presenz a

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COMUNE DI SAMATZAI PROVINCIA DI CAGLIARI ______distretto 2: Bacino del Calik (Nurra), distretto 3: Coghinas, distretto 8: Posada, Cedrino, distretto 19: Iglesiente (Rio

Antas, Rio Mannu di ), distretti 24-25: Sulcis (Rio Mannu di , Rio di Chia e Rio di Santa

Lucia).

Fisi onom ia strut tura e carat terizzazio ne fl ori stica dello stad io m atur o

me so bos chi edafo igrofi li elo planiziali cad ucifog li costituiti da Populu s alba , Populus nigra , Ulmus min or,

Fraxinus oxyca rpa . Sali x sp . pl. Prese ntano una strut tura generalmen te bist ratifi cata, con strato erbace o

vari ab ile in funzione de l periodo di allaga mento e s trato arbu stivo spesso ass ente o co stit uito da a rbu sti

spi nosi.

Car atteri zz az ione litomo rfoloa ica e climatica

si rinvengono in co ndizion i biocl imat ich e di t ipo Medite rr aneo pluvistagi onale oceani co e temperato oce anico

in variante s ubm edi terr anea , con te rm otipi vari abil i dal t erm omed ite rr aneo superiore al mesote mperat o

inferi ore , su subs trat i di v ar ia natura ma sempre caratte rizzat i da mater ial i sedim enta ri fin i, pre vale nteme nte

limi e ar gill e, pa rte de i quali può tr ova rsi in sos pens ion e. Le acque e videnzia no un a marcata prese nza di

carbonat i e nitra ti, sono ricche in mater ia organ ica e so ve nte presen tano f enomeni d i eu trofizza zi one .

Stad i della s eri e

gli stadi della ser ie son o dispost i in man iera spazi ale p roceden do in d irezione es ter na r ispett o ai corsi

d'acqu a. Genera lm ent e si inc ontra no de ll e bo scagli e cost ituite da Salix sp . pl ., Rubus sp. p l., Tamari x sp . pl .

ed a ltre fan er of ite c espi tose quali Vit ex agnus-ca stus , Nerium oleander o Sa mbucus ni gra . Più est ernamente

son o poi p rese nti popo lamen ti elofiti ci e /o e lofito -rizofitic i i nquadrab ili ne lla cl asse Phragmito -Ma gno cari cetea.

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COMUNE DI SAMATZAI PROVINCIA DI CAGLIARI ______Gran parte delle colline mioceniche del distretto, hanno morfologia

tipicamente arrotondata e sono caratterizzate da garighe mediterranee

calcicole ad ampelodesma, riferibili al Cisto incani-Ampelodesmetum

mauritanici.

L’ambito distrettuale è definito dai seguenti cinque sistemi:

1) forestale

2) preforestale ad utilizzo agro zootecnico estensivo

3) agrosilvopastorali

4) agro zootecnici estensivi

5) agricoli intensivi e semiestensivi.

Il sistema forestale caratterizzato dall’aggregazione delle classi di

copertura arborea dovuto alle diverse formazioni della macchia

mediterranea tra le quali le più diffuse sono le secondarie, riconducibili a

forme di degradazione forestali un tempo evolute.

Il sistema preforestale è caratterizzato da copertura di cespuglietti ed

arbusteti utilizzati nel reparto di agrosilvopastorale. Nei sistemi

agrozootecnici estensivi sono invece comprese tutte le superfici con

copertura prevalentemente erbacea e direttamente utilizzate per il

pascolamento delle specie di interesse zootecnico (bovino e

prevalentemente ovino - caprino).

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COMUNE DI SAMATZAI PROVINCIA DI CAGLIARI ______Nel quinto sistema sono aggregabili le classi dei seminativi, delle colture

arboree permanenti e gli impianti di arboricoltura, esistenti nelle varie

aziende agricole sparse sul territorio, e classificabili come sistemi arborei

fuori foresta .

Nell’ambito di interesse i sistemi forestali coprono una superficie pari al

11% della superficie totale del distretto, e sono caratterizzati per il 40%

da macchia mediterranea, 32% da boschi a latifoglia e per il 27% da

conifere.

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STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE S.I.A.

DELLA CAVA DENOMINATA “CRABILI”

COMUNE DI SAMATZAI PROVINCIA DI CAGLIARI ______I sistemi preforestali dei cespuglietti e arbusteti sono diffusi sull’11% e

sono sensibili a variazioni dovute prevalentemente alla pressione

antropica ed all’utilizzo zootecnico estensivo, ma risentono notevolmente

sia delle esposizioni climatiche stabili che delle climatiche instabili

(estate-inverno).

Il 72% del sistema è rappresentato dalle aree agricole e da quelle ad uso

agropastorale, distribuiti sui rilievi di raccordo confinanti con il distretto

n.23 denominato dei Sette Fratelli. Le risorse forestali sono localizzate

principalmente nell’imponente retroterra montano che fa capo ai massicci

di Serpeddì-Sette Fratelli a Est,del Monte Linas a Ovest e e del Monte

Arci e Monte S. Vittoria di a Nord. A sud si snoda la pianura del

Campidano che si estende fino alla fascia costiera del Golfo di Cagliari.

STRALCIO DELLA CARTA DELLA VEGETAZIONE DELLA PROVIN CIA DI CAGLIARI(MOSSA-ABATE SCOPPOLA)

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COMUNE DI SAMATZAI PROVINCIA DI CAGLIARI ______BOSCHI E MACCHIE DI LECCIO E SUGHERA (Campitura Verde Scuro e chiaro).

Nelle parti tra i 5oo e 600 m slm sono preponderanti i boschi e le

macchie di leccio e sughere, strutturalmente evolute, compresenze di

specie quali Quercus pubescens Willd (roverella), Quercus suber L.

(sughera) e alle quote più elevate Ilex Acquifolium L. (agrifoglio). Le

specie prevalenti, connotanti il paesaggioe distribuite in prevalenza nei

settori con precipitazioni relativamente più elevate, con suoli profondi ed

esposizioni meridionali, sono Quercus Ilex, Suber Pubescens, Erica

Arborea, Arbutus Unedo (corbezzolo), Pistacia lentiscus (lentischio),

Phillyrea latifolia (lilatro) Viburnum Tinus (laurotino), Ruscus Aculeatus

(pungitopo) Cephalanthera. Negli impluvi ed in corrispondenza di rotture

di pendio Quercus ilex e sporadici lembi di lecceta ben strutturata, mentre

gli affioramenti rocciosi sono popolati da Euphorbia dendroides e Olea

Europea (olivastro). Il paesaggio degrada dalla foresta dei monti dei sette

fratelli nelle cime medio alte, a macchia mediterranea.

BOSCAGLIE E MACCHIE COSTIERE (Campitura dal Rosso al Rosa)

Lungo i litorali costieri, si alternano boscaglie di Juniperus Phoenicea

(ginepro fenicio), Lentischio, Phillyrea angustifolia, Euphorbia

dendroides, rosmarino, Asparagus acutifolius, Prasium majus, facies di

degradazione a prevalenza locale di Euphorbia dendroides, Asparagus

albus e cistus. Di derivazione antropica è la macchia litoranea di olivastro

e lentischio, nella quale prevalgono Pistacia lentiscus ed Olea Europea,

Mirtus communis ed in prossimità della costa Opuntia ficus-indica (fico

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STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE S.I.A.

DELLA CAVA DENOMINATA “CRABILI”

COMUNE DI SAMATZAI PROVINCIA DI CAGLIARI ______d’india). Sul fronte dunale esposto ai forti venti, sono presenti boscaglie

di Juniperus oxicedrus e Pistacia lentiscus, con sporadiche specie di

ginepro fenicio, ed asparago spinoso.

CISTETI, GARIGHE E MACCHIE BASSE DIRADATE ( Campitura Arancione Scuro)

Le pendici del massiccio dei Sette Fratelli, e l’apparato collinare presenta

e ricoperto da cisteti strutturalmente ben differenziati in relazione al

momento evolutivo ed alla serie di vegetazione a cui sono dinamicamente

collegati, pertanto all’interno dei cisteti si hanno lembi di macchia

riferibile alle tipologie precedenti. La specie prevalente è il Cistus

monspeliensis (cisto bianco), incanus (rosso), salvifolius (femmina), con

Pistacia lentiscus, Olea europea, e perastri, Genista, asfodelus, con locali

dominanze di Juniperus phoenicea, euphorbia dendroides. La gariga a

mosaico vegetazionale basso arbustiva appare ben differenziata

floristicamente, con dominanze di Helichrysum italicum, thymus,

Rosmarinus officinalis.

PASCOLI (Campitura Arancione Chiaro)

Si tratta di praterie ben differenziate e ricche che nel complesso danno

luogo a mosaici vegetazionali erbosi mantenuti stabili, anche per lunghi

periodi, dal continuo controllo dell’uomo. L’ aspetto termo-xerofilo è

caratterizzato da Brachypodium distachyum, dasypyrum villosum,

Urospermum, Sideritis Romana,Medicago rigidula etc.. In particolare sono

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STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE S.I.A.

DELLA CAVA DENOMINATA “CRABILI”

COMUNE DI SAMATZAI PROVINCIA DI CAGLIARI ______da segnalare dominanze di Cynara cardunculus, Asphodelus microcarpus,

e pratelli di terofite pioniere.

VEGETAZIONE DELLE ACQUE DOLCI ( Campitura Azzurra)

Si tratta di vegetazione ripariale prevalentemente arborea ed arbustiva

delle sponde dei corsi d’acqua e dei bacini lacustri interni, anche

artificiali: Tamarix africana, Nerium Oleander, Alnus glutinosa, (ontano

nero), Salix purpurea e pedicellata, Hypericum hircinum e carex pendula.

La vegetazione acquatica prevalentemente erbacea ad idrofite

parzialmente o totalmente sommerse, Apium nodiflorum, Nasturtium

officinale,Ranuculus acquatilis,Baldellia ranunculoides.

VEGETAZIONE DELLE ACQUE SALATE (Campitura blu)

Si tratta di mosaici di vegetazione erbacea perenne e/o effimera degli

stagni costieri e dei bacini salini, in cui prevalgono Arthrocneum,

Halocnemum strobilaceum,Puccinellia , Inula

RIMBOSCHIMENTI (Campitura a righe verdi e nere)

Prevalenza di pinus ed Eucalyptus, con locali inserzioni di macchia.

COLTIVI (Campitura gialla)

Sono le aree individuate dalla carta della distribuizione vegetazionale

della provincia di Cagliari, con la campitura gialla, in cui ricade

interamente la cava di Crabili.

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STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE S.I.A.

DELLA CAVA DENOMINATA “CRABILI”

COMUNE DI SAMATZAI PROVINCIA DI CAGLIARI ______Si distinguono in tali aree, che rappresentano una quantità superiore al

50% del territorio in esame, i seminativi cerealicoli ed arborati con locali

dominanze di Rosaceae (Pirus amygdaliformis-Perastro) , mandorlo con

locali mosaici più o meno estesi di seminativi e praterie.

L’abbandono della cerealicoltura sulle marne ed sulle arenarie favorisce il

recupero di praterie ad Ampelodesmos mauritanicus (murdegu sardo). Tra

i coltivi sono presenti ambiti interessati da colture specializzate (vigneti,

oliveti). Spesso queste aree comprendono sia oliveti abbandonati,

caratterizzati dall’ingressione di elementi della vegetazione autoctona, sia

piccoli addensamenti di case e giardini.

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STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE S.I.A.

DELLA CAVA DENOMINATA “CRABILI”

COMUNE DI SAMATZAI PROVINCIA DI CAGLIARI ______3.21 ANALISI DELLA VEGETAZIONE

La zona comprendente la cava e quelle contermini comprendono diverse associazioni vegetative in

dipendenza dell’uso del suolo differenziato, dovuto a manipolazioni di tipo antropico (attività

estrattiva, attività agricola, attività edilizia, costruzione di infrastrutture, canalizzazioni, etc.).

L’analisi condotta ha permesso di individuare la vegetazione esistente, a vasta scala ed successiva

concentrazione sul territorio adiacente la cava. Si riporta la suddivisione delle aree d’indagine:

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STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE S.I.A.

DELLA CAVA DENOMINATA “CRABILI”

COMUNE DI SAMATZAI PROVINCIA DI CAGLIARI ______

Il perimetro delle cave segna marcatamente la distinzione tra le aree ad uso agricolo e le aree ad

uso industriale. Gli elementi di rottura della continuità vegetazionale sono i fossi di cava e le

pareti dei fronti di lavorazione, sui quali, vista l’accentuata inclinazione che non favorisce

l’attecchimento di specie vegetazionali, ad eccezione di quelle di natura rupestre, tipo Genista

Etnea.

L’analisi vegetazionale è stata condotta di conseguenza in funzione della suddivisione territoriale,

proporzionalmente alla quale si possono distinguere due classi vegetazionali : cl.1- vegetazione

interna alle cave e cl.2 – vegetazione esterna alle cave.

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STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE S.I.A.

DELLA CAVA DENOMINATA “CRABILI”

COMUNE DI SAMATZAI PROVINCIA DI CAGLIARI ______Cl.1 –Vegetazione interna alle aree di cave

Si tratta delle specie presenti all’interno del perimetro delle cave e dipendenti fortemente da

parametri antropizzanti conseguenti all’attività estrattiva ed alla presenza costante dell’attività

uomana, al passaggio dei mezzi di trasporto, alle acclività dei suoli, alla presenza di fossati,

canali, piste, rampe etc..

Vegetazione nelle fosse di coltivazione: in funzione delle aree di lavorazione attuali e abbandonate,

la vegetazione è suddivisa in specie delle aree lacustri, di effettiva escavazione, di trasporto e di

passata coltivazione.

Vegetazione delle pareti : la presenza delle specie è legata fortemente all’inclinazione delle pareti,

variabile da 0 a 45° nei fronti di scavo. L’immagine seguente mostra come a causa della mancanza

del substrato di attecchimento le superfici siano completamente spoglie e prive di vegetazione;

ancorché nulla risulta essere la presenza di alberi o macchia mediterranea.

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STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE S.I.A.

DELLA CAVA DENOMINATA “CRABILI”

COMUNE DI SAMATZAI PROVINCIA DI CAGLIARI ______

COPERTURA VEGETAZIONALE DEL SITO CC1

COPERTURA VEGETAZIONALE DEL SITO CC2

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STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE S.I.A.

DELLA CAVA DENOMINATA “CRABILI”

COMUNE DI SAMATZAI PROVINCIA DI CAGLIARI ______

Le aree sono caratterizzate dalla presenza di specie appartenenti alla famiglia delle Graminacee,

Plantaminaceae, Malvaceae, e Compositae. Provengono dalla degenerazione dei campi coltivati e

dalle essenze infestanti, tipicamente abbondano nelle scarpate di cava e nelle scarpate stradali,

nonché nei terreni in abbandono (Malva, Plantago) e dove vengono trasportate per mezzo del

traffico veicolare. Si tratta di terreni che o per la loro inclinazione o per il ridotto beneficio

economico, sono stati abbandonati o sono sede di messa in sicurezza delle pareti. Queste ultime

sono colonizzate da specie alo-nitrofile, l’Atriplici-Artemisietum arborescentis, Artiplex halimus,

Artemisia arborescens, Nicotiana Glauca, Thymelae irsuta, Inula viscosa, Euphorbia, Ononis natrix

nella specie ramosissima. All’interno delle fosse di coltivazione delle cave si riscontra la presenza

di vegetazione palustre, canne (Arundo donax), cannuccie (P.Australis), in corrispondenza degli

accumuli lacustri.

Cl.2 – Vegetazione esterna alle aree di cava

A sua volta questa classe è stata suddivisa nel seguente modo, in funzione della naturalità e/o

spontaneità:

cl.2.1 - si tratta delle specie vegetazionali non spontanee, includenti vigneti, fruttetti, oliveti,

mandorleti, seminativi, colture da legno a rapido accrescimento, macchia bassa non spontanea,

giardini di abitazioni.

cl.2.2 - si tratta delle specie che allo stato attuale occupano una ridottissima porzione del territorio

esaminato, e facenti capo alla macchia bassa.

Le tipologie dei sistemi colturali sono assenti in tutto l’intorno della cava. La vegetazione agricola

in tali areali è di scarsa qualità; le poche colture sono mantenute artificialmente grazie al sistema di

irrigazione. La vegetazione dei seminativi e delle praterie connota completamente il territorio.

------QUADRO AMBIENTALE PAG. 69

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COMUNE DI SAMATZAI PROVINCIA DI CAGLIARI ______

------QUADRO AMBIENTALE PAG. 70

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COMUNE DI SAMATZAI PROVINCIA DI CAGLIARI ______

In piccoli areali sono presenti specie da rimboschimento organizzate solitamente in filari di

Eucalyptus, lungo le perimetrazioni stradali e lungo i confini delle proprietà agricole.

Vegetazione a macchia mediterranea - è presente marginalmente ai confini delle aree di cava ove

affiora in piccoli cespugli tra i campi seminati. Si tratta di cespugli di Cistus Monspeliensis-Pistacia

lentiscus etc, residui del climax precedente l’antropizzazione. La scarsità di tali tipologie testimonia

le profonde trasformazioni avvenute nell’area e la perdita di naturalità dei terreni.

------QUADRO AMBIENTALE PAG. 71

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COMUNE DI SAMATZAI PROVINCIA DI CAGLIARI ______

Calcolo del grado di antropizzazione

Il grado di antropizzazione è calcolato prendendo a riferimento una porzione territoriale omogenea

corrispondente a circa 6.000.000 mq. All’interno di tale area son state prese in considerazione le

aree a naturalità spontanea, costituite dalle specie vegetazionali descritte nei paragrafi precedenti, e

le aree a naturalità indotta (coltivi, seminativi abbandonati etc), nonché le aree antropizzate (cave,

abitazioni, strade etc). La tabella seguente mostra l’andamento della naturalità in funzione delle

specie presenti nell’area esaminata.

Superficie unitaria Totale Percentuale sul totale (mq) (mq) (310.624 mq) Antropizzazione Aree di cava 600.000 605.000 10% elevata Giardini privati di 5.0000 abitazioni

Antropizzazione Colture orticole 23.000 5.150.000 85% media specializzate Vigneti 2.000 Oliveti 126.000 Seminativi abbandonati 5.000.000 Seminativo irrigato 30.0000 Frutteti 10.000 Seminativi arborati 10.000 Macchia bassa non 10.000 spontanea Colture arboree da 1.000 legn o Antropizzazione Arbusti spontanei a 170.000 200.000 0,03% nulla macchia Arbusti spontanei o 30.000 macchia bassa

L’area risulta per il 10% fortemente antropizzata, per l’ 85 % ad antropizzazione media ed per il

restante 0,03% ad antropizzazione nulla, ed a naturalità elevata. L’ipotesi progettuale non

comporta incremento di superfici ad antropizzazione elevata.

------QUADRO AMBIENTALE PAG. 72

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COMUNE DI SAMATZAI PROVINCIA DI CAGLIARI ______

3.22 FATTORI AMBIENTALI

3.23 RUMORE

Per rumore si intende un suono che presenti caratteristiche di qualità e di intensità,

da risultare fastidioso o dannoso per la salute. Il suono è un’onda di pressione che

si propaga in un mezzo elastico senza trasporto di materia, ma solo di energia.

Nel vuoto, non essendoci alcun mezzo elastico, non può esistere alcun suono. Di

seguito si definiscono:

- Inquinamento acustico: introduzione di rumore tale da provocare fastidio o

disturbo al riposo e alle attività umane, pericolo per la salute umana,

deterioramento degli ecosistemi, dei beni materiali, dei monumenti, dell'ambiente

abitativo o dell'ambiente esterno o tale da interferire con le legittime fruizioni

degli ambienti stessi;

- Sorgenti sonore fisse: gli impianti tecnici e le installazioni il cui uso produca

emissioni sonore; le infrastrutture stradali, ferroviarie, aeroportuali, marittime,

industriali, artigianali, commerciali e agricole; i parcheggi; le aree adibite a

stabilimenti di movimentazione merci; i depositi dei mezzi di trasporto di persone

e merci; le aree adibite ad attività sportive e ricreative;

- Sorgenti sonore mobili: tutte le sorgenti sonore non comprese nella definizione

di sorgente sonora fissa;

- Valori limite di emissione: il valore massimo di rumore che può essere emesso da

una sorgente sonora, misurato in prossimità della sorgente stessa;

- Valore limite di immissione: il valore massimo di rumore che può essere

immesso da una o più sorgenti sonore misurato in prossimità dei ricettori;

------QUADRO AMBIENTALE PAG. 73

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COMUNE DI SAMATZAI PROVINCIA DI CAGLIARI ______

- Valori di attenzione: il valore di immissione che segnala la presenza di un

potenziale rischio per la salute umana o per l'ambiente;

- Valori di qualità: i valori di rumore da conseguire nel breve, nel medio e nel

lungo periodo con le tecnologie e le metodiche di risanamento disponibili, per

realizzare gli obiettivi di tutela previsti dalla presente legge;

Le principali caratteristiche di un suono sono le seguenti:

- Frequenza (f): numero di cicli completi nell’unità di tempo;

- Periodo (T): intervallo di tempo necessario per completare un ciclo (T=1/f);

- Lunghezza d’onda : spazio percorso dall’onda in un periodo;

- Ampiezza dell'onda (A): parametro indicativo del livello sonoro;

- Velocità di propagazione: nell’aria in condizioni standard di temperatura,

umidità e pressione è pari a 344 m/s (1.238 km/h).

Il D.P.C.M. 1° marzo 1991 prevede che non vengano superati i limiti massimi dei

livelli sonori equivalenti (Leq in dBA), fissati in relazione alla diversa

destinazione d'uso del territorio. Tali limiti vengono riportati nella seguente

tabella (D.P.C.M. 1° marzo 1991, art. 6, comma 1):

Limiti Massimi di Esposizione al Rumore Unità di misura Livello Sonoro Equivalente LAeq in dB(A) Diurno ( dalle 06.00 alle 22.00) Notturno (dalle 22.00 alle 6.00) Tutto il territorio nazionale 70 60 Classe I- Aree particolarmente protette 50 40 Classe II- Aree a prevalenza residenziale 55 45 Classe III- Aree miste 60 50 Classe IV- Aree intensa attività umana 65 55 Classe V- Aree a prevalenza industriale 70 60 Classe VI- Aree industriali 70 70

------QUADRO AMBIENTALE PAG. 74

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COMUNE DI SAMATZAI PROVINCIA DI CAGLIARI ______La normativa stabilisce che il territorio può essere diviso in sei classi a seconda

della destinazione d’uso:

CLASSE I: AREE PARTICOLARMENTE PROTETTE

In questa classe rientrano le aree nelle quali la quiete rappresenta un elemento di

base per la loro utilizzazione come le aree ospedaliere, scolastiche, aree di svago e

di riposo, aree residenziali e rurali, aree di rilevante interesse urbanistico.

CLASSE II: AREE DESTINATE AD USO RESIDENZIALE

Sono le aree urbane caratterizzate da traffico veicolare locale, con densità

abitativa limitata, con limitata presenza di attività commerciali ed assenza di

attività industriali ed artigianali.

CLASSE III: AREE DI TIPO MISTO

Si tratta di aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di

attraversamento, con media densità di popolazione, con presenza di attività

commerciali, uffici, con limitata presenza di attività artigianali e con assenza di

attività industriali; aree rurali interessate da attività che impiegano macchine

operatrici.

CLASSE IV: AREE DI INTENSA ATTIVITÀ UMANA

Rientrano in questa classe le aree urbane interessate da intenso traffico veicolare,

con alta densità di popolazione, con elevata presenza di attività commerciali e

uffici, con presenza di attività artigianali; le aree in prossimità di strade di grande

------QUADRO AMBIENTALE PAG. 75

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COMUNE DI SAMATZAI PROVINCIA DI CAGLIARI ______comunicazione e di linee ferroviarie; le aree portuali; le aree con limitata presenza

di piccole industrie

CLASSE V: AREE PREVALENTEMENTE INDUSTRIALI

Aree interessate da attività industriale e con scarsità di abitazioni

Limiti Massimi di Imissione Unità di misura Livello Sonoro Equivalente LAeq in dB(A) Diurno ( dalle 06.00 alle 22.00) Notturno (dalle 22.00 alle 6.00) Classe I- Aree particolarmente protette 50 40 Classe II- Aree a prevalenza residenziale 55 45 Classe III- Aree miste 60 50 Classe IV- Aree intensa attività umana 65 55 Classe V- Aree a prevalenza industriale 70 60 Classe VI- Aree industriali 70 70

CLASSE VI: AREE ESCLUSIVAMENTE INDUSTRIALI

Aree prive di insediamenti industriali

Limiti Massimi di Emissione Unità di misura Livello Sonoro Equivalente LAeq in dB(A) Diurno ( dalle 06.00 alle 22.00) Notturno (dalle 22.00 alle 6.00) Classe I- Aree particolarmente protette 45 35 Classe II- Aree a prevalenza residenziale 50 40 Classe III- Aree miste 55 45 Classe IV- Aree intensa attività umana 60 50 Classe V- Aree a prevalenza industriale 65 55 Classe VI- Aree industriali 65 65

L’area di cava ricade nell’agro del Comune di Samatzai per la quale nel periodo di

concessione è consentito l’esercizio dell’attività di cava.

Pertanto i valori ammissibili, essendo l’attività di tipo industriale, sono da

ritenersi confontabili a quelli di classe V.

------QUADRO AMBIENTALE PAG. 76

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COMUNE DI SAMATZAI PROVINCIA DI CAGLIARI ______3.24 ANALISI DELLE FASI DI ATTIVITÀ E CARATTERIZZAZIONE ACUSTICA DELLE SORGENTI

Le attività inerenti la cava sono concentrate all’interno dei fossati, a loro volta

perimetrati dai fronti di cava esistenti, sia nel sito CC1 che nel sito CC2. Le

sorgenti sonore pertanto risultano confinate all’interno delle pareti di cava , le

quali oppongono un valido ostacolo alla propagazione delle onde sonore.

L’esposizione del ricevente è determinata dalla sua posizione rispetto alla fonte

emittente, dal tempo di durata e dal livello di pressione sonora equivalente,

mediante la formula seguente:

ͥ ( ʚʛħ L =10 Log Ȅ ͨ͘ Aeq, Tm 10 ( ͤ ͤ

Con:

LAeq, Tm livello sonoro equivalente misurato in dB(A)

Tm periodo di misurazione espresso in secondi

ʚ͕͊ʛ/ pressione acustica istantanea ponderata secondo

P0=20µPa soglia di udibilità

Si indicano nel seguito per le diverse attività lavorative per i due comparti di cava

il numero ed il tipo di macchine adoperate nelle ipotesi più gravose assunte

nell’arco temporale considerato, IPOTESI I (GROSSE FORNITURE), ed

escludendo le ipotesi di realizzazione degli impianti citati nella Relazione R1 –

Quadro progettuale, (RSU+MPS e Compostaggio e Riciclaggio Inerti, etc..) per le

------QUADRO AMBIENTALE PAG. 77

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COMUNE DI SAMATZAI PROVINCIA DI CAGLIARI ______quali il proprietario procederà prima alla richiesta delle autorizzazioni necessarie

e quindi alle correlate Valutazioni Ambientali.

CANTIERE DI COLTIVAZIONE CC1

Fase lavorativa Mezzo d’opera impiegato N di mezzi

Coltivazione Escavatore 2

Trattamento mineralurgico Pala gommata 0

Impianto di vagliatura 0

Alimentazione elettrica Elettrogeneratore 0

Ripristino Escavatore 1

Pala 1

Dumper 0

Autocarro 1

Carico Pala 2

Trasporto Autocarro 10

CANTIERE DI COLTIVAZIONE CC2

------QUADRO AMBIENTALE PAG. 78

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COMUNE DI SAMATZAI PROVINCIA DI CAGLIARI ______

Fase lavorativa Mezzo d’opera impiegato N di mezzi

Coltivazione Escavatore 1

Trattamento mineralurgico Pala gommata 1

Impianto di vagliatura 1

Alimentazione elettrica Elettrogeneratore 0

Ripristino Escavatore 1

Pala 1

Dumper 0

Autocarro 1

Carico Pala 1

Trasporto Autocarro 1

Si riportano di seguito i valori del livello sonoro equivalente ipotizzabili in dB(A)

relativamente alle fasi di coltivazione, ripristino e trattamento mineralurgico.

All’attualità non si sono potute effettuare le misurazioni dal momento che

l’attività è momentaneamente sospesa. Sarà cura della proponente trasmettere il

documento fonometrico all’atto della ripresa dei lavori.

Analisi morfologica:

------QUADRO AMBIENTALE PAG. 79

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COMUNE DI SAMATZAI PROVINCIA DI CAGLIARI ______SITO CC1

Cava parzialmente in fossa con perimetrazione nel lato Nord ed Ovest con scarpate

di altezza rispetto alla platea di fondo anche di 10 metri. Le platee di coltivazione

sono ubicate al di sotto dei livelli stradali e del piano di campagna originario ( - 7

metri).

SITO CC2

Cava completamente in fossa con perimetrazione di scarpate di altezza rispetto alla

platea di fondo anche di 20 metri. Le platee di coltivazione sono ubicate al di sotto

dei livelli stradali e del piano di campagna originario ( - 20 metri).

L’ impianto di trattamento mineralurgico è ubicato su una platea a livello stradale,

ove si hanno le movimentazioni dei mezzi correlati alle operazioni di carico-

scarico.

In entrambi i comparti la morfologia a fossa, fa si chè la presenza delle scarpate

sia un valido ostacolo alla propagazione delle onde sonore.

Di entrambi i comparti si riportano le stime nelle situazioni di maggiore criticità.

COMPARTO CC1 – IPOTESI DI GROSSE FORNITURE

------QUADRO AMBIENTALE PAG. 80

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DELLA CAVA DENOMINATA “CRABILI”

COMUNE DI SAMATZAI PROVINCIA DI CAGLIARI ______I livelli sonori si riferiscono ad un singolo mezzo. La sommatoria degli effetti sarà

valutata nel seguito.

COLTIVAZIONE:

Livello Sonoro Equivalente dB(A) Escavatore Cat 320 90-110

Carico Dumper 96-115

Viaggi Dumper 78

RIPRISTINO:

Livello Sonoro Equivalente dB(A) Escavatore cat 320 90-110

Pala 83

Scarico Autocarro 100

Movimentazione 95 autocarro

COMPARTO CC2 – IPOTESI DI GROSSE FORNITURE

------QUADRO AMBIENTALE PAG. 81

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COMUNE DI SAMATZAI PROVINCIA DI CAGLIARI ______COLTIVAZIONE:

Livello Sonoro Equivalente dB(A) Escavatore Cat 235 90-110

Carico Dumper 96-115

Viaggi Dumper 78

RIPRISTINO:

Livello Sonoro Equivalente dB(A) Escavatore cat 235 90-110

Pala 83

Scarico Autocarro 100

Movimentazione 95 autocarro

IMPIANTO DI VAGLIATURA FISSO:

Livello Sonoro Equivalente dB(A) Pala gommata 83

Carico Tramoggia 88

Nastri 75

Separazione mediante 95 vaglio

3.25 ANALISI DELLE CARATTERISTICHE TEMPORALI

------QUADRO AMBIENTALE PAG. 82

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COMUNE DI SAMATZAI PROVINCIA DI CAGLIARI ______La tempistica delle emissioni prodotte dall’uso dei mezzi è distribuita nell’arco

dei 12 anni a carico dei siti CC1 e CC2, ove mediamente i lavori vengono eseguiti

da ditte esterne per il primo e in proprio per il secondo.

A carico del sito CC1 la distribuzione delle emissione sonore sarà maggiore nei

primi due anni di esercizio, con una riduzione del 30% nei sucessivi, fino ad

essere nulla in caso di non operatività. A carico del sito CC2 si può ipotizzare una

distribuzione regolare nell’arco dell’intero esercizio.

82

80

78

76

74 CC1 72 CC2 70

68

66

64

62 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

3.26 CARATTERIZZAZIONE DEI MEZZI UTILIZZATI PER IL TRASPORTO IN CAVA

------QUADRO AMBIENTALE PAG. 83

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DELLA CAVA DENOMINATA “CRABILI”

COMUNE DI SAMATZAI PROVINCIA DI CAGLIARI ______In entrambi i siti la necessità di trasportare e spostare i materiali tanto da

coltivazione che quelli necessari per il ripristino, comporta l’utilizzo di mezzi

d’opera pesanti. Il trasporto prevede l’impiego di autocarro con portata di 20 mc.

Il materiale è trasportato a cura dei vari acquirenti con camion, furgoni cassonati,

etc…

Per ogni giorno lavorativo, stimato che il volume commercialmente vendibile è

complessivamente pari a 5.500.000 mc, il numero di viaggi con un autocarro di

portata pari a 20 mc è pari ad 5.500.000/20=275.000 viaggi A/R. Il flusso medio

giornaliero, considerando che l’attività di estrazione si completerà nell’arco di

dodici anni (nell’ipotesi più gravosa ) e quindi sono necessari 275.000/12=22.916

viaggi A/R in un anno. Poiché si considera 1 anno lavorativo composto di 220

giorni lavorativi, la media giornaliera di viaggi è pari a 22.916/220, ossia 104

viaggi/die. Tale frequenza è veritiera con riferimento all’esercizio delle grosse

forniture.

Si stima che la rumorosità nelle ipotesi meno gravose, subisca una riduzione di

9/10 rispetto all’ordine di grandezza delle grosse forniture.

3.27 INDICAZIONE DEI LIVELLI DI RUMORE

------QUADRO AMBIENTALE PAG. 84

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COMUNE DI SAMATZAI PROVINCIA DI CAGLIARI ______La tavola delle ipotetiche emissioni sonore indica le aree a bassa, media, alta,

elevata ed elevattissima intensità.

3.27 VIBRAZIONI

L’attività di coltivazione non prevede l’uso di esplosivo ne per l’abbattimento dei

fronti di cava, ne per l’apertura di piste interne e di piazzali. Le lavorazioni sono

esclusivamente affidate all’impiego dei mezzi meccanici, quali escavatore,

dumper, etc. Pertanto le vibrazioni sono limitate ad un areale faccente parte dell’

immediato intorno del mezzo meccanico, e temporalmente nel solo periodo di

utilizzo; l’areale è prossimamente valutabile in un raggio di poche decine di metri.

3.28 RADIAZIONI IONIZZANTI E NON IONIZZANTI

Le radiazioni ionizzanti sono quelle radiazioni dotate di sufficiente energia da

poter ionizzare gli atomi (o le molecole) con i quali vengono a contatto.

Da sempre l'uomo è soggetto all'azione di radiazioni ionizzanti naturali, alle quali

si da il nome di fondo di radioattività naturale. Il fondo di radioattività naturale è

dovuto sia alla radiazione terrestre (radiazione prodotta da nuclidi primordiali o da

nuclidi cosmogenici) sia a quella extraterrestre (la radiazione cosmica). Per la loro

presenza l'uomo riceve mediamente una dose di 2,4 millisievert/anno, valore che

però varia moltissimo da luogo a luogo. Nel nostro paese ad esempio la dose

equivalente media valutata per la popolazione è di 3,4 mSv/a. Questo valore deve

costituire il riferimento per eventuali valutazioni di rischio radioprotezionistico.

------QUADRO AMBIENTALE PAG. 85

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DELLA CAVA DENOMINATA “CRABILI”

COMUNE DI SAMATZAI PROVINCIA DI CAGLIARI ______La caratteristica di una radiazione di poter ionizzare un atomo, o di penetrare più o

meno in profondità all'interno della materia, dipende oltre che dalla sua energia

anche dal tipo di radiazione e dal materiale con il quale avviene l'interazione. Le

radiazioni ionizzanti si dividono in due categorie principali: quelle che producono

ioni in modo diretto (le particelle cariche α , β− e β+;) e quelle che producono ioni

in modo indiretto (neutroni, raggi γ e raggi X).

Nei casi in cui la radiazione ionizzante incida su tessuti biologici, può causare

danni di tipo sanitario. Come abbiamo visto la radiazione alfa presenta una basso

potere di penetrazione, quindi viene facilmente fermata dallo strato superficiale

della pelle costituita da cellule morte, quindi non è pericolosa per l'uomo nei casi

di irradiazione esterna. Diventa invece pericolosa nelle situazioni in cui la

sorgente radioattiva viene inalata o ingerita (irradiazione interna) perché in questo

caso può ledere direttamente tessuti radiosensibili (tipico caso è quello del radon

in cui appunto l'isotopo radioattivo viene inspirato e quindi può decadere

all'interno del corpo umano emettendo radiazione alfa). La radiazione gamma

(fotoni) invece, avendo un potere di penetrazione molto elevato, può risultare

pericolosa per gli esseri viventi anche in situazioni di irradiazione esterna. La

quantità di radiazione assorbita da un corpo viene chiamata dose assorbita e si

misura in gray. Altre grandezze importanti da considerare sono la dose equivalente

e la dose efficace.

------QUADRO AMBIENTALE PAG. 86

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DELLA CAVA DENOMINATA “CRABILI”

COMUNE DI SAMATZAI PROVINCIA DI CAGLIARI ______I danni che una radiazione ionizzante può provocare ai tessuti biologici sono di

vario tipo e vengono suddivisi in:

• danni somatici deterministici

• danni somatici stocastici

• danni genetici stocastici

Sebbene poco noto, l'esposizione alle radiazioni ionizzanti (o come si dice

comunemente alla radioattività) è sempre presente in natura, e molto variabile a

seconda della costituzione geologica dei luoghi. L'Istituto Superiore della Sanità

stima che in Italia avvengano tra i 1.500÷9.000 decessi l'anno per tumore ai

polmoni dovuto all'esposizione a fonti naturali di radioattività.

Non è previsto l’uso di materiali che emettano nel settore radiazioni ionizzanti.

3.29 STIMA QUALITATIVA E QUANTITATIVA DEGLI IMPATTI INDOTTI DALL’OPERA SUI SISTEMI AMBIENTALI

Per determinare il valore dell’impatto si sono definite preventivamente le

funzioni delle caratteristiche ambientali delle cave secondo i concetti appresso

riportati.

Gli elementi che caratterizzano l’ambiente, sono costituiti dai fattori o risorse

che attengono alla morfologia, alla vegetazione, alla fauna, etc.

Questi elementi, che possiamo definire “naturali” od originarie, sono anche i

costituenti essenziali del paesaggio, cioè di quella porzione del territorio che

può essere descritta in termini estetici, prospettici e geografici.

------QUADRO AMBIENTALE PAG. 87

STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE S.I.A.

DELLA CAVA DENOMINATA “CRABILI”

COMUNE DI SAMATZAI PROVINCIA DI CAGLIARI ______A questi fattori principali o fondamentali, si aggiungono le strutture e tutte le

modificazioni operate dall’uomo sia come effetto dell’attività primaria ivi

esercitata, sia come effetto che si estrinsecano in strutture civili più o meno

rilevanti.

A ciascuno degli elementi naturali può essere attribuito un valore o peso, non

solo in funzione della qualità, intensità, etc., ma altresì in funzione dell’azione

prevalente che essi esercitano in quella porzione di territorio.

Per quanto riguarda la morfologia, è evidente che , in funzione dell’uso che si

intende fare del territorio, si possono attribuire le valenze più disparate, in base

alle sue varie forme; per gli usi agricoli (coltivazione, irrigazione, allevamenti,

etc.) le pianure e le zone planiziali assumono il massimo valore.

Per contro, ai fini estetico-culturali, è senza dubbio di maggior interesse un

territorio ”mosso” o articolato, con forme naturali originali, “strane” o

inconsuete come le creste, le pareti rupestri, le guglie, le serre, etc., che quasi

ne stabiliscono la inconfondibile fisionomia.

La vegetazione, a sua volta, si presenta in molteplici effetti derivanti dalla

presenza prevalente di una o di un’altra forma biologica; abbiamo così la foresta

o il bosco, dove prevale la forma biologica dell’albero; la macchia, dove prevale

la suffrutice e l’arbusto; la gariga, in cui si ha il dominio del cespuglio, in

forme più o meno discontinue ed infine la prateria, in cui è dominante la forma

biologica dell’erba.

A sua volta il bosco assume diverso aspetto in funzione delle specie che lo

compongono, della varia struttura, nonché dell’azione di modellamento impressa

dall’uomo nell’arco del tempo.

------QUADRO AMBIENTALE PAG. 88

STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE S.I.A.

DELLA CAVA DENOMINATA “CRABILI”

COMUNE DI SAMATZAI PROVINCIA DI CAGLIARI ______Ma il bosco, oltre all’aspetto estetico-culturale, assume nel territorio una

funzione che può essere:

- protettiva

- igienico-ricreativa

- naturalistica-ecologica, quale luogo ideale per la sopravvivenza dei grossi e

piccoli mammiferi, di molti rettili ed anfibi, nonché di una parte rilevante di

uccelli ed insetti.

La valenza ambientale del bosco, prescindendo dal valore economico produttivo,

può essere quindi massima in ambiente difficile, a morfologia aspra, con forti

pendenze, con regime udometrico predisponente, con fattori geo-litologico e

pedologico fragile, all’erosione ed al dissesto idrogeologico.

Il patrimonio naturalistico, espresso come “valore di specificità” del territorio

(rapporto fra il numero delle specie del luogo ed i totale delle specie censite in

una regione), completa il quadro dei valori ambientali.

La somma dei vari indici attribuiti ai vari elementi dell’ambiente, espresso con

un numero o con un grafico, ne indica la valenza complessiva.

Il cerchio dei valori può essere assunto come indicatore dell’ambiente.

Ora, se nel territorio entrano in gioco azioni di alterazione, modificazione o di

disturbo, la loro incidenza può essere espressa come valore angolare da riportare

nel cerchio esprimente la valenza reale del territorio.

E’ evidente che la somma degli indici esprimenti l’intensità dell’azione di

impatto o di influenza negativa, dovrà avere un valore angolare inferiore a

quello dell’ambiente reale, che assumiamo pari a 360°.

------QUADRO AMBIENTALE PAG. 89

STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE S.I.A.

DELLA CAVA DENOMINATA “CRABILI”

COMUNE DI SAMATZAI PROVINCIA DI CAGLIARI ______Nel caso delle cave si considerano come negativamente influenti nell’ambiente i

seguenti caratteri:

- la dimensione o grandezza, che a sua volta dipende dalla vastità o potenza del

giacimento;

- la sia giacitura, considerando il fattore pendenza l’elemento che maggiormente

concorre ad esaltare gli effetti negativi nel regime idrogeologico (stabilità,

erosione, trasporto solido, etc.);

- la sua visibilità da una normale o frequentabile punto di vista (che può essere

l’abitato, le strade di traffico, la zona costiera, etc.);

- la distanza dai centri abitati dai parchi, dalle strade di grande traffico, etc.

Tutto ciò, tenendo presente la uniformità delle cause di alterazione

dell’ambiente che le cave producono e di cui si è già detto.

Ovviamente la valutazione dell’impatto ambientale prescinde dai benefici socio-

economici, diretti ed indotti, che l’attività estrattiva innegabilmente contiene ed

altresì, in genere della sicura possibilità di recupero dell’ambiente della cava

con gli opportuni lavori di sistemazione.

A questo riguardo occorre sottolineare che l’azione riparatrice non potrà

riprodurre l’ambiente preesistente (rupi, guglie, tafoni, etc.), ma, con il tempo,

concorrerà a creare un piccolo ambiente consimile a quello del contorno; potrà

sicuramente riformare un prato, un arbusteto, o una superficie boscata

sufficientemente accettabile.

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DELLA CAVA DENOMINATA “CRABILI”

COMUNE DI SAMATZAI PROVINCIA DI CAGLIARI ______Tabelle A - CARATTERISTICHE DELL’AMBIENTE E VALENZE DEI SUOI ECOSISTEMI

Foresta (o bosco) 5 Macchia 4 Gariga 3

COLTURE

Legnose permanenti 4 Seminativi alberati 3 Pascoli alberati 2 Seminativi semplici 1

FAUNA

Rara 5 Grossi mammiferi 4 Di interesse scientifico 4 Di interesse venatico 2

MORFOLOGIA

Tafoni 5 Pareti rupestri 4 Creste o guglie 3

Tabelle B - CARATTERISTICHE DELLE CAVE E LORO FATTORI DI INCIDENZA

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COMUNE DI SAMATZAI PROVINCIA DI CAGLIARI ______

DIMENSIONI

Grandi > 10 ha 1 Medie da 9 a 5 ha 0.8 Piccole < 4ha 0.5

GIACITURA

Forte pendio > 30° 1 Medio pendio da 29° a 20° 0.8 Dolce pendio da 19° a 10° 0.5 Planiziale 9° 0.2

VISIBILITA’

Visibile 1 Poco Visibile 0.5 Defilata 0.1

DISTANZA DAI CENTRI ABITATI, COSTE E STRADE

Vicine o nei pressi 1Km 1 Distanti da 1 Km a 3 Km 0.5 Molto distanti 3Km 0.1

TABELLE DI VALENZA TERRITORIALE

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COMUNE DI SAMATZAI PROVINCIA DI CAGLIARI ______

CARATTERISTICHE CARATTERISTICHE DELLA CAVA E DELL’AMBIENTE E VALENZA DEI DEI SUOI FATTORI DI INCIDENZA SUOI ECOSITEMI

VEGETAZIONE VALENZA DIMENSIONI VALENZA

5 BOSCO 1 Grandi > 10 ha 1

4 MACCHIA - FORESTA 4 0.8 Medie da 9 a 5 ha

3 GARIGA 0.5 Piccole < 4ha

COLTURE GIACITURA

4 LEGNOSE PERMANENTI 1 FORTE PENDIO

3 SEMINATIVI ALBERATI 0.8 MEDIO PENDIO

2 PASCOLI ALBERATI 0.5 DOLCE PENDIO 0,5

1 SEMINATIVI SEMPLICI 1 0.2 PLANIZIALE

FAUNA VISIBILITA’

5 RARA 1 VISIBILE

4 GROSSI MAMMIFERI 0.5 POCO VISIBILE

4 DI INTERES. SCIENTIF. 0.1 DEFILATA 0,1

2 DI INTERES. VENATICO 2 DISTANZA DA ABITATI, COSTE, STRADE MORFOLOGIA

5 TAFONI 1 VICINE O NEI PRESSI

4 PARETI RUPESTRI 0.5 DISTANTI

3 CRESTE O GUGLIE 0.1 MOLTO DISTANTI 0,1

L’indice d’impatto totale riferito alla zona in cui è ubicata la cava di “Crabili” è

8,70 < 15 in cui 15 è l’impatto max.

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COMUNE DI SAMATZAI PROVINCIA DI CAGLIARI ______TABELLE FASI OPERATIVE

Ricorso ad escavatore con benna coadiuvato - Produzione scarichi da motore Diesel; ESCAVAZIONE da martello demolitore - Produzione polveri Rimozione e caricamento con benna - Produzione scarichi da motori Diesel; escavatore e/o con pala meccanica su Dumper - Produzione polveri da movimentazione

Percorso viario su piste di servizio dal cantiere Produzione Polveri per traffico veicolare Trasporto estrattivo al sistema viario principale e gas di scarico veicolare.

Caricamento granulati vari classe Produzione polveri su vettori vari grandezze

Commercializzazione Trasporto su piste sterrate Produzione polveri Produzione gas di scarico Trasporto su carreggiata bitumata da traffico veicolare

RISCHIO DI INCIDENTI

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COMUNE DI SAMATZAI PROVINCIA DI CAGLIARI ______

Limitato ad evenienze legate a qualsiasi tipo di attività di carattere industriale

produttivo che, come nel caso in specie, richiede l’uso di macchine operatrici.

Le disposizioni inerenti al corretto uso dei mezzi d’opera da parte degli addetti

sono contenute nel documento sicurezza salute di cui è dotato il cantiere.

SUOLO E SOTTOSUOLO

I suoli, e cioè la parte più superficiale del terreno interessata ai processi

biologici, sono più o meno profondi secondo le zone.

Essi, infatti, a causa dei processi erosivi delle acque meteoriche e del vento,

sono più profondi nelle depressioni di varia origine ed a volte presentano tracce

di ristagno idrico.

Sono tendenzialmente argillosi e, se non più coltivati o bruciati riducono i

processi d’umidificazione diventando crostosi, impedendo l’attecchimento della

vegetazione più esigente.

Se sono abbandonati, i tempi della ricostruzione della protezione vegetazionale

naturale diventano lunghissimi. Dove le pendenze sono elevate e l’erosione

meteorica ha agito costantemente, i suoli sono poco profondi o quasi inesistenti.

Il loro equilibrio è molto delicato ed il processo di degrado facile.

Incendi, pascoli, eccessiva insolazione, scarsità di piogge favoriscono, infatti,

la rapida mineralizzazione della sostanza organica, riducendo i processi

d’umidificazione.

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COMUNE DI SAMATZAI PROVINCIA DI CAGLIARI ______MISURE PRECAUZIONALI PER PREVENIRE, ELIMINARE, RIDURRE E, DOVE POSSIBILE, COMPENSARE LE CONSEGUENZE DANNOSE.

In generale la conservazione dei pendii e dei costoni ricoperti da vegetazione

naturale fino al momento in cui verranno effettivamente interessati dalla

coltivazione, unitamente ad un programma di sistemazione e recupero

ambientale (compreso il rinverdimento coi biotipi della flora locale) che segua

dappresso i lavori di coltivazione eviteranno una compromissione ambientale.

Si rammenta che non vi sarà formazione di discarica, in quanto tutti i materiali

estratti verranno utilizzati, con la sola esclusione del terreno vegetale – peraltro

presente in modeste quantità - che verrà accumulato e poi riutilizzato, con altro

terreno proveniente dall’esterno, per la sistemazione dei versanti.

Per quanto concerne, invece, la protezione della flora si osserva che le zone

interessate dalla coltivazione sono quelle che subiscono gli effetti di maggiore

impatto, per cui è necessario che gli stessi siano limitati al tempo strettamente

necessario all’escavazione delle varie zone del giacimento.

Non esistendo specie protette e di particolare pregio, sarà sufficiente

intervenire con il ripristino in tempi abbastanza brevi.

Per la protezione della fauna non è necessario che vengano prese precauzioni

particolari sia per la scarsissima fauna stanziale sia per quella migratoria;

infatti è ampiamente dimostrato che dopo il primo periodo di sconvolgimento

ambientale, la fauna ritorna nei luoghi d’origine senza risentire della presenza

di attività diverse da quelle naturali.

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COMUNE DI SAMATZAI PROVINCIA DI CAGLIARI ______Circa la protezione del paesaggio si fa presente che il sito di cava è defilato ed

è visibile solo da alcuni punti in prossimità della medesima (500 metri) e mai da

centri di grande frequantazione.

Al fine della protezione delle acque non esistono problemi di inquinamento

dovuto all’attività di cava in quanto non esiste l’immissione di effluenti nel

corso dell’esercizio dell’attività di cava.

Per le polveri sollevate dalle macchine di escavazione di carico e di trasporto, è

consigliato procedere, almeno nelle stagioni più secche e nelle giornate più

ventose, all’innaffiamento del piazzale di cava e delle altre aree a rischio, in

modo da limitarne fortemente gli effetti.

Circa l’immissione dei fumi nell’atmosfera non esistono sostanzialmente

problemi, dato il tipo di macchinario utilizzato. Sarà preferibile, in ogni caso,

utilizzare macchine con motori diesel dotati di filtri, soprattutto nel caso di

funzionamento continuo durante l’intero turno di lavoro. Con riferimento alle

sorgenti di rumore, si è analizzato che i rumori provenienti dalle lavorazioni di

cava rientrano generalmente entro i limiti di accettabilità dettati dalle Norme

Italiane per le zone essenzialmente industriali. Verranno, certamente, messe in

atto tutte le precauzioni necessarie a salvaguardare l’integrità fisico-psichica

del personale addetto alle macchine particolarmente rumorose, così come

prescritto dalle norme antinfortunistiche.

Sarà comunque sufficiente attenersi alle norme di sicurezza previste dal

Decreto Legislativo 81/2008.

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COMUNE DI SAMATZAI PROVINCIA DI CAGLIARI ______Misure di attenuazione

POLVERI Per l’abbattimento delle polveri: irrorazione a pioggia con ricorso a manichette munite di docciatore fisse e mobili. Irrorazione periodica delle piste di servizio e delle bretelle stradali sterrate con ricorso a autobotte munita di docciatori.

RUMORI Gli operatori saranno dotati di cuffie fonoassorbenti.

GAS DI SCARICO Nelle fasi di attesa preliminare al carico i motori saranno spenti. Sarà curata la messa a punto periodica dei motori diesel fissi e mobili.

------QUADRO AMBIENTALE PAG. 98

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COMUNE DI SAMATZAI PROVINCIA DI CAGLIARI ______3.30 EVOLUZIONE PREVEDIBILE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI

L’ipotesi riguarda il completamento dell’attività estrattiva. Gli stadi transitori

prevedono cronologicamente uno stadio iniziale di durata biennale per le grosse

forniture (600.000+300.00) e rispettivamente per il sito CC1 2.200.000 mc nei

successivi dieci anni, e nel sito CC2 1.500.000 mc.

Nelle ipotesi di minima produzione, per il sito CC1, dopo il primo stadio biennale,

440.000 mc nell’arco successivo dei dieci anni e per il sito CC2 un quantitativo di

264.000 mc. In entrambi i siti si prevede la prosecuzione fino ad esaurimento

delle riserve di materiale per circa 5.500.000 di mc, benché le riserve

giacimentologiche possibili siano di gran lunga superiori.

Già in stadio iniziale, in parte contestuale alle lavorazioni di coltivazione, si

prevede la relativa alla messa profilatura dei fronti di cava, la piantumazione con

ricorso ad essenze autoctone tipiche della macchia mediterranea lungo i perimetri

stradali e minerari, il mantenimento e la manutenzione delle piste di servizio e

della viabilità esterna.

Nello stadio finale, è intenzione della proprietà, la conversione dell’attività

d’impresa, in attività ecocompatibili, nel settore della ricezione di RSU, MPS

da riciclaggio di inerti e compost da sfalci del verde urbano.

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COMUNE DI SAMATZAI PROVINCIA DI CAGLIARI ______

I materiali ricevuti andrebbero a ricolmare con procedure che verranno fissate dai

provvedimenti autorizzativi di comparto nelle aree precedentemente coltivate.

Parte della rinaturalizzazione avverrebbe spontaneamente e parte con interventi di

ingegneria ambientale. Nelle tavole di progetto si dà dimostrazione della

restituzione territoriale negli stadi intermedi e nelle varie ipotesi d’intervento.

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