Culturale Polivalente

Centro

Insieme nella diversità con una cultura internazionale

Multietnico Sportivo Dilettantistico

PERIODICO DEL DOPOLAVORO FERROVIARIO DI Newsletter per i soci ANNO V - N° 9 MAGGIO 2013

Basilica di San Piero a Grado

La Basilica Romanica di S. Piero a Grado Mirabile esempio di architettura ecclesiastica precedente alla Cattedrale pisana, la suggestiva basilica sorse in prossimità di uno scomparso scalo fl uviale, chiamato Grado, dell’antico Porto Pisano, dove secondo la tradizione sarebbe approdato San Pietro nell’anno 44. Ripetuti scavi archeologici hanno riportato alla luce le fondazioni di un edifi ciopaleocristiano costruito su resti civili romani, poi sostituito da una chiesa più ampia durante l’alto Medioevo (VIII-IX secolo). La costruzione attuale, iniziata nel X secolo e modifi cata tra la fi ne dell’XI e gli inizi del XII secolo, presenta una struttura basilicale a tre navate con l’insolita presenza di due corpi absidati, di cui quello occidentale costruito forse in seguito al crollo della facciata durante una piena dell’Arno, e la porta d’ingresso nel fi anco nord. L’esterno, composto da un paramento in pietre di diversa provenienza, è scandito da lesene edarchetti pensili sopra i quali sono inseriti preziosi bacini ceramici (copie; gli originali sono alMuseo Nazionale di San Matteo) di produzione islamica, maiorchina e siciliana decorati con ricercati motivi geometrici e fi gurati (X-XII secolo). Dell’imponente campanile del XII secolo, distrutto il 22 luglio 1944, dai soldati della Wehrmachtin ritirata, è stato ricostruito solo il basamento. All’interno della basilica sono state collocate le tre campane recuperate dalle macerie del campanile abbattuto; il campanile è ora in fase di ricostruzione. La Basilica è stata proclamata “Monumento messaggero di pace” dai Club UNESCO, come ricorda un cippo di granito collocato in prossimità del sacro edifi cio. 2 Mondostazione EDITORIALE (M. Paola Ciccone) Un’esperienza da continuare Assessore politiche sociali, immigrazione, Società della salute

l Consiglio del Dopolavoro Ferro- pegnati a trovare risorse nonostante esperienze : la Società della Salute, il Iviario di Pisa è giunto al suo quin- la scure governativa dei tagli al so- Consiglio territoriale di partecipazio- to anno di mandato seguito alla sua ciale ed agli enti locali che ha crea- ne n.4, Verde Sport, Unità Migranti, elezione nell’ottobre del 2008; un to non pochi ostacoli. Oltre ad aver il Teatro della Comunità di Marco Di quinquennio che ha visto il risorgere mantenuto in funzione tutte le strut- Stefano . Abbiamo vissuto momenti delle sue attività e l’estendersi del- ture per servizi agli anziani, ai disa- indimenticabili di grande intensità la sua presenza dai soli ferrovieri a bili, ai minori ed alle donne vittime emotiva , di rifl essione , di coesione tutti i cittadini di Pisa contribuendo di violenza, alle persone con disagio sociale importante, preziosi per dare al recupero socio ambientale del psichiatrico, ai giovani affetti da di- riferimenti umani a chi si è senti- quartiere della Stazione. Tutto ciò pendenza - sono stati incrementati to schiacciato dalla povertà o dalla è stato favorito dalla creazione del i contributi all’affi tto, le agevolazio- solitudine. L’arte e la musica hanno Centro Culturale Polivalente Multiet- ni alle famiglie in diffi coltà, i con- rappresentato il respiro per un con- nico “Mondostazione” aperto a tutte tributi alle strutture per le persone testo sociale complesso e margina- le associazioni che, prima ha varato in condizione di alta marginalità, i le che si è affi ancato al mondo del il Progetto di Integrazione Reciproca contributi per il sostegno scolastico volontariato e della società civile in (PIR) rivolto agli immigrati e che ha alla disabilità, il sostegno alle politi- una sintesi felice. Il nostro proposito portato alla nascita dell’associazio- che di accoglienza e partecipazio- ed impegno per il futuro è quello di ne Unità Migranti di Pisa, in un se- ne delle comunità dei migranti alla continuare a sostenere questa espe- condo tempo il Progetto Autogestito vita cittadina. La collaborazione con rienza importante per farla crescere di Inserimento Sociale (PAIS) che, il Dopolavoro Ferroviario di Pisa ed e qualifi care, cercando di migliorare autogestito dai giovani e dai senza i suoi organi Dirigenti, il Presidente la qualità della vita nella zona della tetto aderenti ai gruppi del DLF stes- Enzo Scanniffi o ed il Vicepresidente Stazione per costruire una città ac- so, ne favorisce l’inserimento nel Vittorio Citernesi, responsabile del cogliente e solidale, all’altezza delle tessuto sociale della città di Pisa. progetto Mondostazione., ha pro- sfi de di questo momento storico. Tutto questo ha incontrato il fa- dotto ottimi risultati ed a loro va tut- Auspichiamo che la prossima vore del Consiglio Comunale di Pisa ta la nostra sincera gratitudine. Con amministrazione comunale valorizzi e della Giunta guidata dal Sindaco Mondostazione , progetto e Rivista e dia continuità a questo progetto. Marco Filippeschi, in carica dal 2008 del dopolavoro, è stato costruito un ed ora in scadenza, che si sono im- percorso di condivisione con altre

Editoriale Delle fi losofi e e dintorni L’angolo della Medicina e dintorni 2 Un’esperienza da continuare 10 La Reincarnazione 23 Cerchi nel grano, gioielli e salute M. Paola Ciccone Mariangela Bartaloni Storia dell’ Arte Rubrica i nostri progeƫ 12 La Basilica Romanica di S. Piero a L’angolo dell’erboristeria 3 Nuovi progetti Grado 24 Le piante nella vita dell’uomo Vittorio Citernesi a cura del Redattore Mario Minuti

Problemi dell’integrazione Pillole di storia Aƫ vità dei gruppi 4 Scuola ed integrazione a Pisa: una 14 Kinzica, l’eroina che salvò Pisa dal 26 Enhorabuena sia! scelta per un futuro a colori “perfi do saracino” Mauro Di Girolamo Claudio Cerrai, Il Nuobilgiuoco Bellezze culturali da riscoprire Voci dalla Strada 15 Scultura Lignea, Chiesa di 27 5 Così racconto un amore Vicopisano S. Maria Assunta Comics Adele Affi ni Ivana Zaffora Le origini del fumetto Sommario 28 Lettera aperta ai benpensanti a cura del Redattore 6 Tiziana Zanobini Una memoria per ricordare senza tetto della Stazione di Pisa C.le 16 Non dimentichiamo mai i lager! L’angolo del turismo a cura del Redattore 30 Le nostre proposte per un turismo La Dignità dei senza tetto diverso Adele Affi ni 7 Note di Archeologia Ivana Zaffora 18 Civiltà nuragica: l’offi cina del vetro Rubrica Ciak Loriana Pitzalis Lincoln Unchained Le nostre gite 8 collaborazione dlf - sissi viaggi Antonino Patanè L’angolo della poesia 32 20 Le Poesie di Adele L’angolo teatro e della musica Adele Affi ni 33 QuesƟ onario 9 La Stazione come un quadro di Monet L’angolo degli animali Cristina Impagnatiello 22 E…come empatia Mondostazione 3 rubrica Nuovi progetti (a cura di Vittorio Citernesi) i nostri progetti 1 - Progetto scuola ferrovia suoi programmi e attività scolastiche sociazioni DLF > Nome utente: dlf > questo progetto. password: dlf2012 > Login. Nel menu l Dopolavoro Ferroviario Nazionale, Il Progetto Scuola Ferrovia è cura- dei servizi, c’è il link Scuola Ferro- Iin collaborazione con le Ferrovie to dalle Associazioni DLF territo- via, che porta alla pagina completa dello Stato e del Ministero dell’Istru- riali, alle quali gli Istituti scolastici si del progetto, dove leggere i docu- zione dell’Università e della Ricerca possono rivolgere per concordare gli menti ad esso relativi e dove scari- e indirizzato alle scuole elementa- interventi in aula di qualifi cati esperti. care i fi le dei prodotti che occorrono ri, medie e superiori, ha dato il via A disposizione degli insegnanti vie- alla sua realizzazione. ad un progetto, denominato Scuola ne messa la pubblicazione Ferrovie I prodotti scaricabili sono: Ferrovia, con il quale intende di- italiane 1839 - 2011. Dalla Napo- · la nuova edizione del libro “Fer- vulgare nella scuola la conoscenza li-Portici all’Etr 1000, agevole stru- rovie italiane 1839 - 2013. Dalla della ferrovia italiana, attraverso un mento di consultazione e guida per Napoli-Portici al Frecciarossa rapporto costante e permanente con lo studio della materia, nelle sue mol- 1000” che viene spedito in forma il mondo dei giovani. Il treno garanti- teplici sfaccettature. cartacea, da distribuire nelle scuole, sce, oggi più che, mai il trasporto di In sede locale, Pisa e provincia, alle Associazioni DLF che presentano grandi quantità di persone e di merci il Progetto è gestito dal Dopolavoro il progetto al responsabile, Mario Bo- in condizioni di maggior sicurezza e Ferroviario di Pisa (tel. 050 27101) ed nivento, Segretario Nazionale DLF; maggior rispetto dell’ambiente, oltre il referente è il Vicepresidente Con- · la locandina del Progetto che a costi minori per la collettività. sigliere alla Cultura Vittorio Citernesi Scuola Ferrovia nella versione E con velocità competitive, grazie al (cell. 3473661211) il quale è disponi- 2012, in formato cm 35x50; nuovo sistema AV, che hanno per- bile per tutte le ulteriori informazioni · la presentazione Power Point messo di ridurre drasticamente le necessarie. 2013 del Diario delle ferrovie italia- distanze fra le città. Con il progetto Scuola Ferrovia ne, da proiettare tramite pc nelle aule In un’epoca in cui il Paese punta il DLF intende divulgare nella scuola durante le lezioni; sulla crescita e sul futuro dei giovani, la conoscenza della ferrovia italiana, · il logotipo del Progetto Scuo- non è possibile rinunciare ai vantaggi attraverso un rapporto costante e la Ferrovia in vari formati compressi, offerti dalla ferrovia. Ed è proprio per permanente con il mondo dei giova- da utilizzare per stampe tipografi che. questo motivo che, sin dal 2001, il DLF ni. L’Associazione Nazionale DLF de- è impegnato a sostenere e diffonde- stina ogni anno specifi che risorse per 2 - Progetto Autogestito re una miglior conoscenza del ruolo il fi nanziamento dei progetti Scuola d’Inserimento Sociale (PAIS) che il “vecchio” treno, dopo essere Ferrovia presentati dalle Associazioni stato a lungo considerato mezzo di territoriali, ritenuti idonei ed approva- Il Centro Culturale Polivalente Mul- trasporto di secondo piano rispetto ti dalla Giunta Nazionale DLF. tietnico MONDOSTAZIONE del Dopo- all’automobile e all’aereo, è ancora Sul sito www.dlf.it ci sono due lavoro Ferroviario di Pisa, promuove una volta chiamato a svolgere nell’in- livelli di accesso al progetto Scuola un progetto di attività autogestita teresse della collettività. Le funzioni Ferrovia: dai giovani e dai senza tetto aderen- ecologica e di difesa dell’ambiente, di 1. pubblico, dal menu Associa- ti ai gruppi del DLF stesso, al fi ne di mobilità sostenibile, di sviluppo eco- zioni DLF > Scuola Ferrovia, in cui favorirne l’inserimento nel tessuto nomico, di motore del progresso e di una pagina informa i visitatori dell’e- sociale della città di Pisa. Tale proget- incremento dell’occupazione, sono sistenza del progetto. Da qui, sulla to, denominato PAIS (Progetto Auto- chiare a tutti, ma è necessario appro- spalla sinistra della pagina, un link gestito d’Inserimento Sociale), la cui fondirne il valore soprattutto tra i gio- “Leggi tutti gli articoli” permette di attuazione è stimata per un periodo vani. Sono quindi questi i temi prin- entrare nella sezione ESPERIENZE di più esercizi fi nanziari, prevede cin- cipali trattati nel progetto. Il progetto DELLE ASSOCIAZIONI DLF, dove que fi loni di intervento: è completamente fi nanziato dal Do- si possono leggere i racconti invia- A – Filone teatrale polavoro Ferroviario per tutto quello ti alla redazione dai DLF territoriali B – Filone musicale che si renderà necessario alla sua re- che svolgono l’attività nelle scuole. Il C – Filone di informazione alizzazione con gli Istituti scolastici e racconto più recente è linkato di- D – Filone sportivo le classi aderenti (materiale didattico, rettamente da homepage nel box E – Filone turistico materiale informatico, mostre foto- Scuola Ferrovia e si legge cliccan- Nello specifi co: grafi che, conferenze in classe, visite do su “leggi tutto”, in basso nel box. A – Filone teatrale agli impianti ferroviari, visite a musei Nella pagina del racconto, troviamo Questo fi lone prevede l’utilizza- o gite in treno con obiettivi culturali e di nuovo il link sulla spalla sinistra: zione degli ambienti del DLF e del quant’altro). La scuola deve mettere “Leggi tutti gli articoli” Cinema Nuovo sia per attività socia- a disposizione esclusivamente le ore 2. da area riservata, cui si ac- le e di rappresentazione dei risultati scolastiche necessarie inserendo nei cede cliccando su: Servizi per le As- raggiunti in questo campo, sia per la 4 Mondostazione realizzazione di proventi che permet- autonomo sia dal punto di vista am- Un complemento necessario per tano l’attività complessiva di questo bientale che da quello dell’uso delle l’inserimento sociale è sicuramente fi lone. strumentazioni necessarie. rappresentato dallo sport. Questo duplice obiettivo potrà es- Pertanto si prevedono le seguenti Questo vuole essere il fi lone spor- sere ottenuto con la realizzazione di: realizzazioni: tivo nelle due forme previste con 1. Laboratorio di Teatro: corso con 1. Sala prove con possibilità di l’utilizzo dei due campi da gioco del lezioni settimanali tenuto presso il registrazione; Dopolavoro Ferroviario: Salone DLF dal Regista-attore Marco 2. Gestione e affi tto del “service 1. Tornei di calcetto per giovani Di Stefano; delle strumentazioni e della sala” 2. Attività sportiva per bambini 2. Laboratorio di Teatro per perso- 3. Organizzazione di eventi mu- dai 5 ai 10 anni; ne “diversamente abili” come sopra; sicali, cinematografi ci, concerti, ecc. E – Filone turistico eco-culturale 3. Teatro della Comunità da rea- C – Filone di informazione Questo fi lone prevede di propor- lizzare nella 1a quindicina di Giugno Questo fi lone è essenziale per far re un modo diverso di fare turismo con rappresentazione fi nale al Cine- conoscere l’attività svolta e far avvi- a Pisa con itinerari culturali preci- ma Teatro Nuovo; cinare e partecipare i cittadini al pro- si miranti a far conoscere il nostro 4. Festival della Canzone “MON- getto che intendiamo portare avanti. territorio che è disseminato di inte- DOSTAZIONE 7 NOTE” teso a richia- Si prevede quindi: ressanti e pregevoli testimonianze mare giovani cantanti ed autori da 1. “MONDOSTAZIONE” : uscita storico-artistiche e di contesti pae- selezionare e premiare durante tre di tre numeri della rivista saggistici che meritano di essere ri- serate al Cinema Nuovo nel mese di 2. “Voci dalla strada”: foglio pe- scoperti. Tale attività può prevedere Maggio; riodico gestito direttamente dagli in- l’organizzazione di gite culturali con B – Filone musicale teressati accompagnamento di guida fornita Questo fi lone, mirato a diffonde- 3. Edizione Mondostazione: da giovani competenti aderenti al re la cultura della musica, prevede cura in proprio l’edizione di libri di PAIS. un’attività con prove, registrazioni, poesie, racconti ed altro. concerti, ecc. portata avanti in modo D – Filone Sportivo

Scuola ed integrazione a Problemi Pisa: una scelta per un dell’integrazione (Claudio Cerrai, Presidente Associazione futuro a colori Georgia for FriendsTbilisi (GE) ) petenze, e attenzioni relazionali, di- raggiungere attraverso la sperimen- dattiche, linguistiche, culturali. tazione, reciproca, di modelli di ac- Alla scuola spetta l’alto compi- coglienza, di ascolto, di educazione to di appianare eventuali diffi denze plurilingue e interculturale. Oggi il e/o incomprensioni, e far cono- processo di integrazione degli stu- scere, dialogare, accettare le va- denti stranieri, nonché futuri cittadini, rie differenze, riproponendo valori e perciò futura parte attiva del nostro universali e veri, come la fede, la sistema sociale ed economico, pas- famiglia, il lavoro, la solidarietà, la sa fi nalmente attraverso seri progetti tolleranza, il rispetto reciproco. La didattici e culturali voluti, perseguiti, scuola diventa così un importante sostenuti, e condivisi dalle direzioni luogo di conoscenza, di integrazio- didattiche e dalle famiglie. a alcuni anni la scuola italiana, ne, di scambio culturale, d’incontro Dunque, per una scuola che cam- Dsta affrontando una radicale tra- tra lingue, tradizioni, credenze, storie bia occorrono linee d’intervento che sformazione dovuta alla presenza, personali, tutte estremamente diver- governino il tema dell’immigrazione sempre più signifi cativa, di studenti se, e tutte estremamente interes- e dell’integrazione, e defi niscano pri- che provengono da lontano, portan- santi. Nel passato abbiamo assistito, orità, obiettivi, modelli di sperimenta- do con sé radici culturali e storie fa- talvolta, a interventi tampone, perlo- zioni, oltre alla previsione di specifi - miliari molto diverse tra loro. Per la più a carattere compensatorio, rea- che risorse umane ed economiche. scuola la presenza di studenti stra- lizzati qua e là come risposta di tipo Servono soprattutto impegno e com- nieri è un’opportunità per relazionare emergenziale a bisogni circoscritti e petenza per tradurre nella pratica reciprocamente esperienze eteroge- specifi ci degli studenti stranieri, che quotidiana principi e fi nalità condi- nee, ma l’inserimento e l’accettazio- poco hanno avuto a che fare con veri vise e condivisibili, senza reticenze, ne degli studenti stranieri richiede progetti nei quali l’obiettivo primario e in nome di una eccellente qualità alla scuola speciali e specifi che com- fosse chiaramente l’integrazione, da dell’educazione, per tutti. Mondostazione 5

Per gli studenti stranieri la paro- giorno dopo giorno, l’educazione al ciazione Georgia for Friends di Tbilisi la “integrazione” sta certamente a rispetto ed alla diversità. (Georgia) e la direzione didattica di signifi care la capacità di riuscire a A livello locale, è necessario sta- un’importante Istituto Comprensivo ricomporre la propria storia familia- bilire un nuovo patto educativo e di Pisano hanno dato vita insieme ad un re e personale, la propria lingua, la inclusione tra la scuola e la città, tra primo, piccolo, ma signifi cativo pro- propria cultura, le proprie tradizioni, studenti e genitori con origini e storie getto. Si è trattato di un gemellaggio la propria “appartenenza”, in un’inar- molto diverse tra loro, coinvolgendo didattico e culturale tra studenti e do- restabile processo dinamico di cam- sinergicamente istituzioni scolasti- centi italiani e georgiani, un’esperien- biamento e di confronto con la nuova che, società civile, associazioni, fami- za che rimarrà per sempre, indelebi- realtà, e che perciò permetta loro di glie, e studenti. In alcuni casi, per fa- le, tra i ricordi più belli, degli studenti poter essere accolti e accettati, sen- cilitare l’integrazione e la solidarietà italiani, delle loro famiglie, e degli stu- za nascondere, o cercare di negare, denti che rappresentano il futuro del- la propria identità culturale. L’inte- la Georgia, una terra millenaria, ricca grazione è un progetto solidale ed di tradizioni, di arte, di cultura. Que- irreversibile, che non si sviluppa “per sto sta a dimostrare che, ancora una caso”, ma che deve essere fortemen- volta, la città di Pisa e le sue istituzio- te voluto, sostenuto, amato, seguito, e ni scolastiche hanno colto con antici- che si costruisce giorno dopo giorno po le istanze di una società in conti- con competenza, attenzione, cura, nua costante evoluzione, istanze che anche attraverso innumerevoli so- hanno stimolato proposte importanti, gni, speranze, entusiasmi. Le nostre tra studenti italiani e stranieri, alcune riconoscibili, chiare e lungimiranti fi - città vivono situazioni consolidate di direzioni didattiche hanno fatto ad- nalizzate ad una scuola veramente multiculturalità di fatto, perché le dif- dirittura ricorso a mediatori culturali moderna, una scuola che possa ve- ferenze sono ovunque, nelle case, nei madrelingua per supportare il corpo ramente gestire il cambiamento, che luoghi della vita, nei luoghi di lavoro, docente nel percorso didattico all’in- possa cioè aprire il cuore e la mente nelle relazioni familiari quotidiane, terno di una scuola a colori, fatta di a tutti gli studenti, da qualsiasi parte nel mondo degli affetti. molte culture, molte etnie, molte lin- del mondo essi provengano. Ormai a Nelle nostre scuole, nelle comuni- gue, molte storie, tutte originali e tut- Pisa il futuro è a colori ! tà, nei servizi educativi, gli operatori te differenti le une dalle altre. si trovano, sempre di più a gestire, Nella nostra città nel 2012, l’asso- Voci Così racconto un amore (Adele Affi ni) dalla Strada

rano lì a sedere. Fantasmi senza di svanita umanità.Curiosa osserva- lento cambio d’ indumenti e m’acca- Eanima con i loro bicchieri mez- vo gli occhi di coloro, che bramavano scio al caldo del letto. Con in mano, un zi pieni, e mezzi vuoti, a scambiar un minuto di piacere del mio parlare. senso di riempita conoscenza. Piena conversazioni poco chiare. Tanti E nelle menti il desiderio s’accende- di ciò che ho visto rimango muta, si- gesti, tanti sguardi, tante smorfi e e va di ben più arditi pensieri. Ora sov- lenziosa ascoltando le note del cuore nessuno pareva aver cura dell’altro, viene e il mio cammino porta al di là ed il silenzio del cuore. Mentre vaga tranne che del ghiaccio, e dei liquidi della tenda. Ed il mio passo lento e la mente e si affollano tra le dite e si immersi. Svaniti nelle luci della notte, sinuoso, benché al cospetto di coloro accalcano le lettere di una lettera che giovani storditi dall’alcool e da fi nte che hanno goduto, già tanto è sta- vuole parlare di te. Vivo di virtu’ e di chiacchere. Dei tavoli vuoti, di una to donato. Appoggiata al seno della sogni che mi regala ogni incontro ed donna seduta da sola, che di nervo- fanciulla, curiosa s’addormenta nei ogni ricordo che porto con me, nelle so attendere, aspettava il suo attimo. racconti della vagabonda, la giovane lunghe passeggiate, tra la gente, tra Di rosso acceso era vestita e di tutto straniera che ascolta incantata, e di le strade della città, tra le sponde del punto era composta, ma di una gran- quella sera ne porterà dentro il ricor- mare, tra i ruderi monti. E alla mente de fragilità era discussa. Di uno più do. Seduta intanto la timida fanciulla, un volto a me caro. Spengo e censu- goffo, che fermo, fi sso davanti al cal- che dei suoi guai ancor parla al suo ro ogni pensiero brusco, che offusca darone, aspettava solo il rintocco del invaghito interlocutore, che pare egli la mia lode alla vita ed al sentimento tempo, che l’avrebbe condotto fuori più deluso che contento, poiché lo che appanna il mio vedere ed il mio per la sua via. Ah, quanto furono a sguardo ancora non incontra. sapere. E se per sbaglio allungo lo me cari, quei momenti di generosa Mi seggo, ed odo il freddo della sguardo, tremo, dal dolore che potrei osservazione! Poiché cinti nel loro tarda sera, che è ormai giunta e mi procurarti nel non comprendere il tuo torpore notturno se ne stavano ignari scaldo con il dolce intriso di ciocco- animo inquieto, più inquieto del mio. del mio osservare in silenzio! lato. Mi porto dentro quei ricordi, fi no Chiudo la testa tra le mani, buttando Nell’angolo più alto, dove tutto all’uscio di casa mia, entro e lenta- i capelli in avanti e nascondo il volto fosse più chiaro, in quel crepuscolo mente m’avvio verso la stanza, un per non farmi riconoscere, dal pas- 6 Mondostazione saggio dell’ombra, che sempre arriva roce animale, chiuso e incatenato. E a quell’unica dimora che ancor non puntuale. E puntuale, a prelevare ogni poi, domani arriverà il sole! E quando conosco. Ancora e ancora il tuo odo- mio sogno, che rimane ancorato, nel mi sveglierò, lo vedrò insieme ai tuoi re m’accompagna e nelle narici si è fondale abisso del miraggio lunare e occhi, e sarà ancora bello. E caldo e insinuato e rimasto. E così ti porto s’accompagna dal mattino alla sera. freddo, non avrò più. Amor mio, che dentro. E così tu sei con me. E così In fondo, vivo di quel battito di hai stretto il mio grembo tra le mani, son ferma. E il dolore non è rimasto cuore. Ma il mio sorriso s’è spento e forte mi hai sorretta su di te, guar- fuori, è ancora qui, dentro di me! Mi da tempo, nel ricordo di un’estate dando ai lineamenti del volto mio. giro, me lo scrollo, ti cerco. Poi mi ri- che non tornerà. E la tristezza spesso Oggi hai trapelato un lieve sorriso di trovo, poi ti ritrovo! appare al mio sguardo. Chiusa, men- compiacimento. E così veloce l’ira è E quel dolce suono che m’accom- tre vago tra i colori del passato, alla passata di corpo a corpo e s’è smar- pagna, un battito, d’un solo momento, ricerca di un sorriso che verrà. Poi- rita nel furtivo gioco d’una corsa. per dirmi ancora: “pazienta, ch’io vivo ché ancora voglio ridere, poiché mai Rammento ancora il tuo sguardo nel degli stessi tuoi timori e dei tuoi stes- troppo è il tempo in cui dire, nè abba- mio, ancora per un momento, ancora si dolori, dei tuoi stessi pensieri, del stanza per non volerne mai più. Così per un istante e quell’ultima parola tuo stesso tremore. E cerco anch’io t’ascolto, mentre parli alla confusione di sofferenza scambiata, dopo una di volare e batter forti le ali del desti- della mia mente, che divaga dispera- lite furibonda, divenuta la tomba del no e mano per mano saliremo su nel ta e smarrita ed ha smussato quel tormento. Ah, che tristezza il dolore cielo e da li, tutto sarà al di sotto e sorriso. Sono al di fuori del mondo. Di del cammino. Ferma ad aspettare un nulla più sarà senza noi”. Un respiro quel mondo, cui sento non apparte- cenno di risoluzione. Senza un palo allevia il mio scrutare e nel buio della nere e mi rende piccola e incerta di a sorregge, non posso che lasciarmi stanza e nell’ intima luce, sfi oro il mio dove sono. Così nient’altro conta più. cadere. Poi, crudo e grosso, è pas- dire. Nel turbinio di questa giornata, Non pensare. Solo una distrazione, sato l’uomo al tramonto con il suo fi nalmente giunta e conclusa e così per vivere al di fuori di tutto questo grande mezzo di trasporto e salita ch’io dico, amore che t’amo! amore, che sta trasformandomi in fe- come passeggero, riporto tutto di me

(Tiziana Zanobini) senza tetto Lettera aperta ai benpensanti della Stazione di Pisa C.le Distinti Signori, benestanti e benpensanti, tre il sistema in cui viviamo ci scippa tutti giornalmente ed in un Italia che ha perduto i valori fondamentali di una Co- impunemente!); stituzione fondata sul diritto al lavoro, alla dignità persona- Forse ritenete che il povero sia talmente maleodorante le ed alla libertà, i nuovi poveri si muovono come manichini nelle sue vesti che vi induce a scappare perché puzza di multiformi senza meta e senza dimora in una società che non miseria?(ma nessuno sente il puzzo di chi sfrutta i lavoratori, offre neanche solidarietà al disagio di quella classe sociale gli immigrati, i disoccupati ed i senzatetto, eppure il loro è un che è resa sempre più debole ed indifesa. Una classe sociale puzzo di morte!). Perché ci togliete la nostra dignità conside- che, per di più, viene giudicata come l’unica responsabile per randoci tutti delinquenti e parassiti senza onore,che si crogio- essere caduta in quella condizione: viene così discriminata lano nella loro condizione per scelta e per indolenza? Invece e, spesso, criminalizzata, comunque sempre da guardare con anche noi abbiamo la nostra dignità: come voi, anche noi non disprezzo, con un cinismo nascosto tra le bende dell’indif- siamo tutti uguali nelle capacità, nell’intelligenza e nella ferenza.Vorrei farmi portavoce di tutti coloro che soffrono volontà di riuscire. Tra noi ci sono persone dotate di un intel- questa condizione perché anche io sono una “homeless” che, letto profondo, artisti di strada, poeti capaci di far provare assieme a mio marito, prova l’oltraggio di un marchio che ci è emozioni sepolte da tempo negli animi di tutti. Sarebbe trop- stato incollato addosso da otto lunghissimi anni.Siamo tutti po facile dire che vorrei che qualcuno di voi provasse a vivere senza lavoro e senza tetto, i cosi detti “homeless”; questa è nelle nostre condizioni per sperimentare sulla propria pelle una parola usata dai benpensanti per nobilitare la condizione quello che per noi non è sperimento ma regola, purtroppo, di e, rendendola meno visibile, placare le coscienze: è una forma vita: dormire in macchine abbandonate, sui cartoni, in angoli mascherata di xenofobia che ci condanna a vivere una realtà bui e nascosti delle stazioni, spesso senza nemmeno un sacco inamovibile senza l’aiuto e la solidarietà della società civile a pelo o coperte che ci riparino dalla rigidità degli inverni. Si, e senza possibilità economiche.Mi sono chiesta spesso quali sarebbe troppo facile ma sicuramente utile per comprendere differenze passano tra noi e voi, al di la della condizione e determinare anche un minimo di solidarietà verso di noi. economica e di vita, dato che la delinquenza è un fenomeno Purtroppo all’interno del mio cuore ferito, so che noi saremo generalizzato ed i criminali sono sicuramente di più tra i sempre noi “disgraziati” ai margini della società e voi sarete benpensanti che non tra i senzatetto, spesso costretti a de- sempre voi, gente “perbene” e “benpensante”, interessata solo linquere per necessità e non per arricchirsi. Perché vi tenete a voi stessi e noncuranti della nostra sofferenza. a distanza da noi? Perché non ci aiutate e, spesso, rifi utate una moneta a chi ha realmente bisogno? O no?! Forse qualcosa, tutti insieme, si può fare. Forse avete il terrore di venire scippati dei vostri averi ?(men- Tiziana Zanobini Mondostazione 7 Voci La Dignità dei senza tetto dalla Strada (Adele Affi ni)

i era parlato di fi ne del volontari ed operatori, si Smondo prevista per di- smaltiscono quelli che sono cembre 2012, eppure que- i bisogni primari, che a volte sto atteso fi nale pare non sono identifi cati in un’unica sia giunto, ma solo rimanda- struttura, il più delle volte i to a febbraio 2013: ma co- luoghi sono differenziati. s’ha a che vedere la fi ne del Chiunque fi nisca sul ci- mondo con l’uomo? For- glio della strada in fondo, e se potremmo interpretare per la maggior parte, sono questa fi ne come qualcosa persone che avevano una di più intrinseco nella natu- loro vita sociale ed hanno ra dell’uomo, di aspetti più perso una residenza ed una che altro legati alla persona Stamani ciò che ho visto! Occhi di un bimbo felice forma di guadagno, ma non stessa, ai valori , agli ideali, e la giovialità di quel perdersi, nell’incanto del tempo… la dignità d’esser persone. a quella dimensione di au- Già perché, a dirla tutta, tenticità che ci siamo costruiti per sopravvivere in questo è vero che decoro e rispettabilità si perdono lungo le vie mondo. delle metropoli, come un cane quando annaspa tra i rifi u- Eppure pare che in qualche modo, molto di sé l’uomo ti. e non v’è posto sicuro dove poterli conservare. Ma la ha perso. In un’era in cui tutto dovrebbe aver acquisito strada c’insegna tanto di più sugli uomini e le loro storie un senso maggiore ed ogni singola virtù dovrebbe essere che sono tante, diverse, alcune simili, ma il luogo comu- sinonimo di esperienza e di crescita, di progresso, di co- ne rimane sempre lo stesso: recupero della propria de- struzione, pare sia tutto il contrario. cenza. Ci sono uomini ed anche donne che pur vivendo Oggi esistono realtà, parallele alla società, che pur in- in una condizione di disagio come l’esser senza dimora visibili ai nostri occhi, sono parte integrante del tessuto non perdono la voglia di mantenere un posto in società sociale. Di un tessuto più frammentario, più fragile ben- e pur destreggiandosi tra le diffi coltà di ogni giorno per ché apparentemente evoluto. Si parla di homeless, di tutto quel che comporta la sopravvivenza non smettono clochard, di senzatetto, di poveri: disgraziati schiacciati di provare a ricostruirsi una vita. dalla frenesia di un genere umano in continua evoluzione Le diffi coltà ci sono: è fuor che dubbio, ma il desiderio che non accetta e spesso scosta questa macchia della permane immutato. Come immutato il senso che si dona società moderna, quasi come fossero individui appestati alla vita e a tutte le cose belle ch’ella ci dona, come esse- o malati di chissà quale male incurabile. Non è diffi cile, re tutti fi gli dello stesso disegno, quello cioè che ha visto camminando per le strade di qualunque città del mondo, un seme germogliare e farne carne. imbattersi in un clochard o in un povero, ed emarginarlo Carne ahimè disossata dalle tragedie di una vita scon- nel momento stesso in cui ci si passa accanto. Certo non fi nata a piè pari nel percorso della via, che lascia una tutti possono essere paladini della giustizia o del risana- traccia indelebile nella vita di ogni individuo che l’ abbia mento tirando fuori singoli elementi ridonando loro un percorsa. Ma ella non si smonta (la dignità) e rimane anco- nome ed una individualità. Vero è che non tutti lo desi- rata al proprio padrone, fedele ed indissolubile. Possono derano. Tanto che non è diffi cile separare la categoria, tra essere degli emarginati, scansati e allontanati. Possono coloro che scelgono una via e chi, in quella via, ci fi nisce. essere dei “clochard” , senza fi ssa dimora, senza acqua, Non è diffi cile, girando per google, imbattersi nella e senza cibo. Ma non smetteranno mai di essere uomini, più esaustiva e dettagliata spiegazione del termine “Clo- donne, liberi pensatori, di una società di cui fanno parte. E chard”, che ne elenca in modo completo le motivazioni si perché ne fanno parte e ne rimangono attaccati come per cui si può fi nire ad essere un senza tetto, fatta ecce- un’ancora alla propria imbarcazione. Dove sono tanto na- zione ovviamente per chi invece decide di rompere con vigatori quanto comandanti della propria vita. Dove sen- la società in maniera del tutto autonoma solo per tagliare timenti come l’autostima, il rispetto e la considerazione i ponti con tutto ciò che l’ha legato alla civiltà sino ad al- di sé, sono concetti legati all’identità della persona che lora. Ma ciò di cui non si parla sono altri aspetti, quelli le- ne ha assunto il ruolo secondo il percorso che ha deciso gati alla dignità, alle competenze, al desiderio di uscire da di sviluppare. Qualunque essere umano del resto ha un questa condizione, all’emarginazione sociale, ai problemi valore inestimabile di fronte all’altro e non vi sono diffe- legati alla giustizia, alla problematicità dei servizi sociali, renziazioni di nessuna natura che si possano fare. Non vi rispetto alle esigenze degli Homeless che non è soltanto sono condizionamenti di sorta, non vi sono discrimina- il problema alloggio, lavarsi e mangiare. Molte associa- zioni di alcun genere che vanno considerati. Il clochard, zioni di volontariato infatti danno una certa assistenza, con la sua fi losofi a di uomo libero, che conoscenza la sof- fornendo la possibilità di luoghi di prima accoglienza dove ferenza e la sa riconoscere, è e rimane sempre un uomo poter dormire, nutrirsi, vestirsi, pulirsi. Grazie al lavoro di con il proprio valore. 8 Mondostazione rubrica Lincoln Unchained (Antonino Patanè) Ciack

(bello il suo “cammeo”) Tarantino ha deciso di fare diret- tamente uno Django Nero, chiamando Jamie Foxx a inter- pretare il pistolero, ed affi ancandogli, come cacciatore di taglie, il raffi nato attore tedesco Christoph Waltz,dotato di una eloquenza prodigiosa (i suoi discorsi sono forse la parte più divertente del fi lm!).È ben nutrito anche il repar- to “cattivi” e tra di loro spicca la sontuosa interpretazione di Leonardo Di Caprio nel ruolo di Mr.Candy, un terribile negriero del Sud degli Stati Uniti, cresciuto dai domesti- ci di colore ma razzista fi no al midollo. Detto anche del- la splendida colonna sonora, che cita e richiama molte musiche italiane anni ’60 (in particolare Louis Bacalov),si tratta del solito, splendido “giocattolone” tarantiniano, ci- nefi lo e ultracitazionista, violento e fracassone, ludico e i devo confessare che il vostro umile critico, in questo orripilante al tempo stesso. Vinizio di anno, un po’ come la povera Naomi Watts nel Ben diverso è il LINCOLN di Steven Spielberg; il regi- fi lm “ THE IMPOSSIBLE”, è stato letteralmente travolto da sta ha deciso non di fare il classico fi lm biografi co ma di uno “tsunami”di pellicole entusiasmanti e, non volendo concentrare l’azione sugli ultimi mesi della vita del pre- adottare i rimedi usati da Denzel Washington nell’altretta- sidente americano (praticamente gli ultimi anche della noto bello “THE FLIGHT”, ha dovuto effettuare una diffi cile Guerra Civile tra Stati del Nord e Stati del Sud Confede- scelta per la propria recensione: avrei potuto scegliere il rati); pur conscio del terribile prezzo in vite umane che delizioso “QUARTET” che ha visto l’esordio come regista ogni prolungamento della guerra comporta, il presidente di Dustin Hoffman, oppure lo splendido “CLOUD ATLAS” decide di ignorare e nascondere la missione di pace che con l’intreccio di sei differenti storie (praticamente sei gli stati ribelli, ormai allo stremo dopo quattro lunghi anni fi lm al prezzo di uno) o il formidabile “LES MISERABLES” (il di battaglia, hanno inviato a Washington per trattare una dramma di Victor Hugo trascritto in commedia musicale resa onorevole, in attesa che il Parlamento non voti il 13 – se siete amanti del genere non ve lo lasciate sfuggire, emendamento alla Costituzione, per abolire defi nitiva- è in vero capolavoro!) o il carismatico “THE MASTER”(da mente la schiavitù in tutto il paese. vedere assolutamente, a meno che non siate adepti di Tra manovre politiche di corridoio (e fa specie vedere Scientology!). un eroe come Lincoln andare elemosinando i singoli voti Invece, come vedete dal titolo, la mia scelta è caduta dei rappresentanti dell’opposizione, usando tutti i mezzi, sull’accoppiata di titoli che, da due punti di vista differen- leciti o illeciti)e drammi privati e familiari, la vita del pro- ti, hanno deciso di affrontare il tema della schiavitù. tagonista, magicamente interpretata da Danie Day-Lewis Cominciamo dal fi lm di Tarantino; a distanza di qual- (accidenti, non sbaglia un fi lm!), si converte in una fati- che anno dal precedente “Inglorious Bastards” che af- cosa strada tutta in salita…vista anche la moglie che si frontava la lotta al Nazismo quasi in chiave Western, il ritrova mi sa che alla fi ne non viene ucciso in teatro ma bravo Quentin ha deciso di rivisitare contemporanea- si suicida! mente tre mitologie diverse, come ha candidamente am- Certo che è strano come i due fi lm, ambientati il pri- messo nelle numerose interviste rilasciate;fonte di ispi- mo nel 1858, il secondo nel 1865, affrontino il tema della razione ineusaribile è ancora il cinema di genere italiano, schiavitù dei neri d’America, quello che può essere con- sia nella versione “Peplum” altrimenti detta “Sandaloni”, siderato l’Olocausto del XIX secolo; allora, visto che era in particolare Ercole e la Regina di Lidia, di Pietro Franci- discriminante il colore della pelle, le linee di separazione sci (titolo americano “Hercules erano forse più chiare mentre, Unchained) sia nella versione al giorno d’oggi, dobbiamo af- “Spaghetti Western ( in parti- frontare altre e più sottili forme colare Django di Corrucci), con di discriminazione. in più una spruzzatina di miti Certo, a proposito di idee nibelungici (guarda caso, c’è confuse, ho visto Lincoln ab- una ragazza chiamata Brooh- battere a colpi di colt i suoi più milda che parla tedesco ed è acerrimi oppositori e il bravo imprigionata in un luogo inac- Django cercare di convincere, cessibile); saputo che nel fi lm con una forbita orazione, gli italiano originale il protagonista schiavisti dell’Alabama a libera- era interpretato da Franco Nero re i loro fratelli neri Mondostazione 9 L’angolo del teatro e della musica La stazione come un quadro di Monet (Cristina Impagnatiello)

ono le 8 di sera, e mi avvicino len- minuto. Avete mai prova- Stamente alla zona della stazione. to ad immaginare cosa è È aprile, ma il mio ombrello è aperto, in grado di fare la vostra il cielo non ha ancora smesso di pian- voce? Avete mai pensato gere. I lampioni si rifl ettono nell’acqua che esistono altre tonalità che avvolge i marciapiedi e le strade, al di là di quella di default ma non è come in uno specchio; che utilizziamo tutti i gior- l’immagine viene come interpretata, ni? Un pubblico può rima- distorta; la realtà si trasforma in un nere affascinato anche da quadro di Monet, su cui i miei piedi una voce sussurrata, ma camminano piano per non rovinare comunque potente e in quell’insolita opera. grado di raggiungere tut- L’aria non è solamente gonfi a di ti; oppure può rimanere pioggia, c’è qualcos’altro che la riem- stupefatto da una voce pie e la colora; è il suono imponente possente, che proprio di una tromba, che come un vento come la tromba riempie soffi a e circonda vie, oggetti e perso- e gonfi a l’aria. Oppure ne. C’è chi nemmeno ci fa caso, e cor- può rimanere ammalia- re e rincorre l’ultimo treno; qualcuno to da una voce sensuale, alza il viso stupito, ma per la maggior seducente, accattivante. parte delle persone è come sentire O può commuoversi an- un’eco lontana senza importanza, le che senza sentire alcun loro gambe continuano a camminare suono, ma con la profon- indifferenti mentre la mente rimane dità di uno sguardo. Tutte sommersa nel tepore giornaliero. queste voci sono dentro Per quanto mi riguarda, mi sem- ognuno di noi, e al labo- bra di camminare in un fi lm, dove ratorio si può imparare a sotto i miei piedi si distende un qua- tirarle fuori, così come si dro di Monet e dal cielo l’acqua mi può imparare a far emergere le sen- nare una nuova anima alla zona della unisce alla terra, e nell’aria le gocce sazioni e le emozioni che ci portiamo stazione, coinvolgendo non solo i cit- di pioggia si gonfi ano di musica. dentro, e che possiamo incanalare tadini pisani, ma persone di diverse È la tromba di Marco Di Stefano e riutilizzare quando si rappresenta nazionalità ed estrazioni sociali, che a riecheggiare, come a richiamare i un personaggio triste, o felice, o ar- confrontandosi crescono e migliora- suoi fedeli alla battaglia. Un segnale rabbiato, commiserevole, interdetto, no la qualità della loro vita. inequivocabile per me e per chi come dubbioso, affranto, disperato, geloso, Grazie alla passione e alla volon- me da ottobre frequenta le stanze del innamorato, sono mille le sfumature tà di queste persone, la stazione può Dopolavoro Ferroviario. Tutti i venerdì che si possono raggiungere! trasformarsi in un quadro, animarsi sera, dalle 20:30 in poi, 25 persone si Marco Di Stefano è un regista e e diventare anch’essa un’attrice, in incontrano per “fare teatro”, studiare attore di cinema e teatro, da oltre 25 grado di interpretare una realtà che e comprendere l’arte che anima gli anni nei circuiti del teatro internazio- ci piace e fi nalmente bella da osser- attori di teatro e cinema. Sono perso- nale, nonché docente di teatro e co- vare. Il Laboratorio di Teatro e Cine- ne fra loro completamente differenti, municazione. Sono poche le persone ma è aperto a tutti in ogni momento eppure con qualcosa in comune; la che come lui sono in grado di offrire e si svolge ogni Venerdì a partire dal- passione e il desiderio di spogliarsi un bagaglio così ampio a cui attinge- le 20:30. Se passate dalla stazione e delle maschere che una sull’altra ci re per poter imparare l’arte teatrale, sentite il suono di una tromba, non portiamo addosso tutti i giorni, e una messo a disposizione di chiunque ignoratela! Entrate nelle stanze del volta nudi acquistare la capacità di ne mostri interesse. A lui e a Vittorio Dopolavoro Ferroviario e immergete- scegliere cosa indossare per diven- Citernesi, consigliere del DLF, si deve vi in un nuovo mondo. tare qualcun altro, anche solo per un il successo di questo tentativo di do- 10 Mondostazione delle fi losofi e e dintorni La Reincarnazione i è scritto e detto molto sulla ti sono Rinascita e Preesistenza gono la versione del fi losofo greco in SReincarnazione, argomento affa- questo però indica le vite anteriori. Il dieci punti:Origine divina dell’ani- scinante che tratta della trasmigra- greco antico offre le sue espressioni ma; Caduta dell’anima; Durata di zione delle anime, conosciuto come nello specifi co campo come Metem- un ciclo di nascite; Discorso alle Palingenesi, Metempsicosi. Data la psicosi. Per gli antichi greci recitava anime in attesa di reincarnarsi; sua vastità esistono sul medesimo così: processo attraverso cui l’anima Inevitabilità della metempsicosi; molte informazioni anche errate. si trasforma dopo la morte in nuovo Possibilità di liberarsi dal ciclo Reincarnazione è una parola che per corpo. Tra i termini collegati si trova- dopo tre vite virtuose;Giudizio in i Latini ha signifi cato processo del no: metemsomatosi e palingenesi, un regno sotterraneo; Giudizio e divenire di nuovo nella carne e sono antichissimi. condanna dei malvagi; Premia- per i Greci ha voluto dire processo zione dei giusti; Ordine secolare attraverso cui l’anima si trasfor- La reincarnazione nella delle vite umane. Platone nelle sue ma dopo la morte di un nuovo cultura occidentale idee riecheggia l’antico testo indiano corpo. È usata dagli esoterici per Bhagavad-Gita ma il suo contribu- indicare la discesa della monade dal Per quanto la Reincarnazione sia to ha mirato a dare una razionalità regno spirituale verso il corpo fi sico. associata ai grandi pensatori orien- alle dottrine reincarnazioniste con Molte sono le dottrine esoteriche tali, anche l’Occidente vanta la sua lo scopo di rendere comprensibili che insegnano come lo scopo della lunga e importante storia nella pro- ai contestatori tali verità. Aristotele, Reincarnazione sia l’emanazione e lo pria cultura. La Reincarnazione face- suo discepolo, non ha avuto consi- sviluppo della monade, mediante l’e- va parte dei Misteri Eleusini, associati derazione della Reincarnazione e sperienza sulla terra. La dottrina della ai fi losofi del XV secolo A.C. ad Eleusi così pure gli Stoici e gli Epicurei; e la Reincarnazione insegna che l’anima piccola città a poche miglia da Ate- scienza col suo qui ed ora deve mol- prende nuovamente carne fi no al ne. In Occidente le prime teorie sulla to alla via facilitata da Aristotele. Col raggiungimento dell’evoluzione spiri- Reincarnazione risalgono al VI secolo pensiero aristotelico i religiosi, pur tuale necessaria, per godere dell’ab- A.C. Pitagora è legato alle prime idee di mantenere il proprio predominio braccio Divino. Non manca di fornire di Reincarnazione; secondo Pindaro, sulle anime, compromisero le con- soluzioni logiche ai vari perché della Empedocle, Platone tale dottrina era vinzioni più esoteriche. I cristiani di vita e spiega come sotto l’azione del- quella più adatta al corso logico dell’a- oggi non riconoscono la Reincarna- la legge karmica, ogni essere umano nima. Anche Socrate fornisce le sue zione, per quanto tale dottrina abbia diviene fautore del proprio destino, argomentazioni. Gli Studiosi raccol- avuto la sua centralità nella teologia nel senso che ricompensa o punisce cristiana più antica. L›Impero Roma- se stesso. Reincarnazione NON è no ha vissuto un nuovo impulso della metempsicosi, quest›ultima afferma dottrina dopo Gesù; Plutarco trattò che le anime possono trasmigrare la trasmigrazione, come pure Porfi - da un corpo all›altro, non escluden- rio, nel III secolo. E spesso si trova a do quello animale, secondo la gravità citare i seguaci del Mitraismo, quale delle colpe. Per la Reincarnazione in- fonte di informazione sulla Reincar- vece l›anima, sia pure incolpata gra- nazione, sicuramente diffusa tra le vemente, tende sempre ad evolvere. prime sette cristiane. La metempsicosi rappresenterebbe perciò un’involuzione. Fra le creden- La Chiesa ze Vediche esiste una dottrina che insegna la teoria della trasmigrazio- La Reincarnazione fu insegnata ne delle anime, sostanzialmente di- dai primi Padri, in Origene si trova il versa dalla Reincarnazione, secondo grande sostenitore e divulgatore. La cui l’uomo è un essere in evoluzione credenza fu abolita 5 secoli dopo Cri- che progredisce grazie a incarnazioni sto, nel 553 dal II Concilio di Costanti- successive, in corpi sempre più per- nopoli. I nove anatemi pronunciati da fetti. Nell’antichità la Reincarnazione Giustiniano contro Origene, riguardo faceva da corredo alle religioni più all’apocatastasi, fu una conseguen- importanti era sostenuta oltre che za di manovre politiche. Papa Virgilio, con la logica e la fi losofi a, con la sag- presente a Costantinopoli, ostacolò il gezza delle sacre scritture. Trasmi- Concilio e non avallò gli anatemi. grazione è inteso come processo Rappresentazione della reincarnazione Quando parliamo di Reincarna- del muovere attraverso. È usato fre- secondo l’induismo. zione di vite precedenti e quelle che quentemente, altri termini utilizza- debbono essere vissute, si presume Mondostazione 11 che l’uomo viva più volte, in realtà Cayce si sarebbe reincarnato tre vol- dalle morti? Divenendo consapevole si tratta di una sola vita fatta di tan- te prima di divenire Gesù di Nazaret. di essere già esistito prima di ogni ti giorni karmici. Dunque l’uomo vive Partendo dal presupposto che la nascita.”. Una sera Gesù guardando una vita fatta di periodi, veglia, a cui Bibbia non insegna esplicitamente Tommaso disse: “Non ti lamentare se si susseguono i periodi di sogni equi- questa dottrina, bisogna anche no- tutto ti va di traverso. In fondo que- valenti alla vita tra ultima tomba e tare che sono molti gli insegnamenti ste prove che tu devi superare, le prossima culla, per approdare poi ad Giudaico-Cristiani che non sono con- inventasti tu stesso. Quanti dal cie- un sonno profondo che sarà consu- tenuti in essa. Per esempio il Purga- lo si affacciano per vedere se cadi mato in un grande serbatoio dove le torio è accettato da tutti i cattolici ma nelle trappole che tu stesso si sei anime riposano, quindi il risveglio in non è esplicitamente menzionato nel preparato. Felice l’uomo che le supe- una nuova giornata karmica. L’osti- Testo Sacro. E non esistono afferma- ra, perché al di là egli trova la vita.” lità della Chiesa è stata molto forte, zioni bibliche che sostengano il Lim- Negli scritti di S. Paolo si allude alla quando la dottrina fu soppressa nel bo. Altro concetto diffuso e accettato Rinascita. La Lettera ai Galati è un Sinodo della Chiesa d’Oriente di Co- dalla cristianità che non trova con- riferimento: «Ciascuno raccoglierà stantinopoli, per sopperire alla lacu- ferma nella Bibbia è quello di Trinità. quello che avrà seminato. Chi semina na formatasi con la condanna della Quindi non sussiste ragione, come nella carne, nella carne raccoglierà.” Reincarnazione e per continuare a sostiene il teologo cristiano Geddes Sono molti i Padri della Chiesa che sostenere che l’uomo dispone di una Mac Gregor, che la dottrina della hanno appoggiato la Reincarnazione: sola vita, si dovettero creare nuovi Reincarnazione non possa essere un Clemente di Alessandria (150-220 articoli di Fede, ovvero i dogmi e da caso analogo. Molti sono i non trascu- D.C.), Justin Matyr (100-165 D.C.), S. qui la necessità di introdurre il sacer- rabili elementi che si trovano nelle Gregorio di Nyssa (275-332 D.C.), dozio come mediatore di salvezza. La Sacre Scritture a suo favore e anche Arnobius, S. Gerolamo (340-420 Chiesa ha avversato quanti si sono nella letteratura cristiana successiva. D.C). Lo stesso Agostino nelle sue avvicinati a questa dottrina, Giorda- Il Nuovo Testamento: Malachia Confessioni considera la Rinascita no Bruno, tra i più autorevoli fi loso- nelle ultime righe del testo annuncia come possibile principio della Fede fi del tempo, è stato arso vivo per la la venuta di Elia, prima dell’avvento Cristiana. Il più esplicito fra i teologi sua dichiarata fede nella reincarna- del Cristo. Elia sarebbe tornato come cristiani fu Origene (185-254 D.C.), zione. Herman Bauer in un’analisi ap- Giovanni Battista e altri antichi profeti celebrato come il più grande maestro profondita di testi biblici, documenti ebraici si sarebbero incarnati. della Chiesa dopo gli Apostati, anche sui Concili ed opere dei Padri della Gesù sostiene il principio della Ri- se la Chiesa Romana giunse a con- Chiesa, è giunto alla conclusione che nascita identifi cando Elia in Giovanni. clusioni ben differenti. Nel segno del- la Reincarnazione è una dottrina del “E chi ha orecchie per intendere in- la croce, si è abusato e si è seminata Cristianesimo, nei suoi primi secoli. tenda!” (Matteo 17, 9-14; 11, 10-15). la morte, questo segno di salvezza è La Reincarnazione è un processo na- In altra circostanza gli aposto- stato foriero di distruzione. La Chiesa turale che mira a condurre l’individuo li chiedono a Gesù: “Maestro chi ha fi rma la propria sopravvivenza sof- verso la consapevolezza di quel lega- peccato quest’uomo o i suoi genitori, focando ogni percorso di libera spi- me che lo unisce all’evoluzione. perché lui sia nato cieco?” (Giovanni ritualità, antecedente la sua nascita, 9,1-3). È una affermazione che meri- trasformando la morte, momento La reincarnazione nelle ta la nostra rifl essione, poiché se un di transizione, nella negazione della cinque più importanti uomo nascendo menomato avesse vita, rendendo così l’uomo schiavo Religioni del mondo peccati da scontare, vorrebbe dire delle paure. La dottrina reincarna- che ha già vissuto una precedente zionista, rimase nel movimento degli La Reincarnazione recita una vita. Gesù non contestò la domanda, gnostici, corrente forte e diffusa del parte importante nelle cinque spiegò che la malattia era scritta nel pensiero cristiano fi no al V secolo. Gli principali religioni del mondo: destino di quest›uomo, predetermi- Gnostici sono stati con gli Apostati, Induismo,Buddhismo, Ebraismo, nata esattamente, come esattamen- gli eredi dell’insegnamento esoterico Cristianesimo, Islamismo.Cri- te tutti i grandi avvenimenti della vita del Cristo. Nella Pistis Sophia, ope- stianesimo: molti credenti rifi utano di un individuo sono scritti dai Mae- ra attribuita a Valentino, maestro la Reincarnazione, perché ritengo- stri del Karma, prima della sua disce- e poeta gnostico, si parla di Rinasci- no non sia appoggiata dalla Bibbia. sa sulla terra. Se la Reincarnazione ta, quando si parla dei luoghi in cui Nondimeno va ricordato che emi- fosse stata contraria agli insegna- soggiorna l’anima tra ultima tomba e nenti studiosi e autorità della Chiesa menti biblici, Gesù lo avrebbe detto. prossima culla. Nel Medio Evo le sto- riconoscono che le prime comunità Nel Quinto Vangelo di Tomma- rie mitologiche malviste dalla Chiesa cristiane favorirono la dottrina della so Didimo, nelle molte frasi di Gesù come quella del Graal, si rifacevano Rinascita, rispetto alla resurrezio- si legge: “Se scoprite il principio non alla Dottrina della Rinascita. Nel Rina- ne e alle stesse fi nalità dell’Inferno dovrete preoccuparvi della fi ne, per- scimento furono molte le scuole e gli e del Paradiso. Per Edgard Cayce, ché dove è la fi ne, là è il principio e ordini che ne promulgarono i princi- grande scrittore cristiano e uomo di chi conosce il principio conosce la pi: Templari, Frammassoni, Rosacro- fede, Gesù non ha mai screditato la fi ne e si libera dalle morti. Volete sa- ciani, Ermetici, Cabalisti, Alchimisti, Reincarnazione, egli stesso, secondo pere in che modo un uomo si libera Teosofi . 12 Mondostazione

La Basilica Romanica di Storia dell’Arte S. Piero a Grado (a cura del Redattore)

L’origine della basilica di marmo, che era stato l’altare del- sto “Santuario Petrino”, privilegian- la primitiva chiesa. Questo altare, al do l’aspetto archeologico di fronte a a Basilica di San Piero a Gra- centro dell’abside nella prima chie- quello religioso. Ldo sorge presso il luogo in cui, sa, oggi è nello stesso luogo sotto nell›epoca romana, la principale boc- un ciborio tardo gotico. Si notano La struttura ca dell›Arno sfociava nel mare. Fu chiaramente i basamenti delle absidi edifi cata là, perché, secondo un’an- delle prime due chiese; due tronconi La Basilica è di stile romanico pi- tica tradizione, nel porto esistente di marmo bianco a torciglione, resti sano ed è costruita con pietre locali, allora sarebbe sbarcato S. Pietro nel delle colonne di sostegno del- l’an- particolarmente con pietra “verru- suo viaggio verso Roma. Iniziata nel tico ciborio, emergono appena dal cana”, realizzata con materiale “di X° sec. e terminata nel XI°, fu ope- livello più basso. L’abside esterna è spoglio”, ma con un disegno solenne ra di quei tempi in cui i pisani erano della più antica della Chiesa con uni- e prestigioso che fa pensare ad un divenuti grande potenza marinara e ca navata (IV sec.) e abbraccia l’altra “architetto” di grande sensibilità ed commerciale. Nacque come amplia- di epoca longobarda (VI-VII sec.). La esperienza, di cui ignoriamo il nome. mento di precedenti costruzioni di seconda chiesa fu edifi cata, con tutta Le colonne provengono da edifi ci ro- epoca romana, delle quali restano probabilità, in seguito ad un incendio mani preesistenti, come pure i capi- tracce di fondazioni (visibili all’inter- della prima. Queste successive rico- telli di vario stile (corinzi, dorici, a fo- no), venute alla luce negli scavi degli struzioni indicano un continuo inte- glie d’acqua e perfi no uno siriaco). La anni 1955-65. Si evidenziano tre epo- ressamento a mantenere sul luogo serie degli archi mostra due fasi nella che di costruzione: le fondamenta un culto, evidentemente importante, costruzione di questa Basilica: prima di edifi ci portuali romani già dette, il che può essere una conferma del- quella verso oriente con archi più pic- muro dell’abside della prima chiesa la tradizione relativa alla presenza coli; successivamente la parte verso del IV° sec. e infi ne le absidi della dell’Apostolo Pietro in questo luo- il mare con gli archi più grandi. I due seconda chiesa del VI-VII° sec. am- go. Nella medesima occasione degli pilastri restavano a metà dell’edifi cio: pliata con la navata sinistra. Gli sca- scavi furono messi in luce i livelli dei il muro a nord oggi indica la lunghez- vi, iniziati nel 1919-20, furono ripresi pavimenti delle due antiche chiese. za originaria. Secondo lo stile abi- successivamente alla riparazione Il terreno si elevava continuamente tuale ad occidente c’era la facciata, della breccia aperta dalla caduta del a causa delle frequenti esondazioni che andò distrutta non sappiamo per campanil e (1944) a sud-ovest nella dell’Arno che lasciavano abbondanti quale causa: un incendio? un evento navata destra. Quest’ultimo interven- sedimenti. Gli scavi, utili a mostrare al bellico? un calcolo errato nella co- to, con metodo più attento alla stra- visitatore il variare delle opere succe- struzione?... Non abbiamo nessun tigrafi a, ha portato al rinvenimento dutesi in epoche diverse nella storia, documento al riguardo. Resta il fatto di una colonna con sopra un piano hanno però interrotto il culto in que- che al posto della facciata caduta fu innalzata la torre campanaria alta 37 metri e la Basilica fu accorciata di cir- ca 12 metri e chiusa con un’abside. Perché questa soluzione? Per imita- re le Basiliche imperiali germaniche ed esaltare l’amicizia della ghibellina Repubblica pisana con l’imperatore? Perché le risorse erano destinate alla Cattedrale?

Gli affreschi

Nella Basilica si concentrò la gran- de espressione artistica della ricca Pisa nei secoli XI°, XII° e XIII°. Vi si tro- va la documentazione della capacità di affrescare (trasmessa dai maestri bizantini?) nei primi anni del secolo undicesimo. Le pareti erano tutte af- frescate con dovizia. Vi si sono trovati affreschi uno sopra l’altro, tanto era il Mondostazione 13 fervore di rendere bella e prestigiosa proveniva dal mare o percorreva il spondenze con uno ritrovato all’Au- la Basilica, che doveva presentare la tratto della Via Aurelia (ora deviata). ditorium di Mecenate a Roma. grandezza di Pisa. Ma poteva anche signifi care l’impor- Nella parte occidentale un ciborio Sulle pareti della navata centrale tanza del luogo a conferma dell’an- gotico, degli inizi del XIV secolo, se- si svolge un vasto ciclo di affreschi, tica tradizione dello sbarco di San gna il luogo in cuiSan Pietro avrebbe recentemente restaurato, eseguito Pietro. Sotto la sporgenza del tetto predicato per la prima volta. dal lucchese Deodato Orlandi (attivo si possono ancora ammirare in no- Sono stati completamente distrut- agli inizi del XIV secolo), su commis- tevole numero i bacini ceramici che ti i numerosi altari laterali seicen- sione dell’importante famiglia longo- brillavano ai rifl essi del sole. Tali ti- teschi, epoca cui risale il Crocifi sso barda pisana dei Gaetani in occasio- pici ornamenti di carattere moresco ligneo in origine disposto sull’altare ne del Giubileo indetto nel 1300 dal sono fra i più notevoli della regione maggiore. Nella zona presbiteria- papa Bonifacio VIII (Benedetto Gaeta- pisana. Molti sono esposti nel Museo le sono visibili gli scavi archeologici ni), famiglia proprietaria di vasti ter- Civico di S. Matteo a Pisa. Nel para- condotti a più riprese nel1919-25 e ritori a Pisa tra San Piero ad gradum mento dei muri perimetrali della Ba- nel 1955-58. Arni e San Giovanni ad ripam Arni e silica sono incluse alcune pietre con intorno al castello di nella rilievi di carattere classico e romani- Nella Storia maremma pisana. co, nonché alcune iscrizioni romane. Nella parte inferiore sono raffi - Nella parete a nord ci sono tre porte: Pur mancando documenti riguar- gurati i Ritratti dei Pontefi ci, da san la piccola contemporanea all’edifi cio, danti origine, date, nomi, ecc. da tutto Pietro apostolo aGiovanni XVII (1003): quella centrale aperta nel ‘700 (come l’insieme risulta evidente che questo questa serie di ritratti oggi è una fon- anche la corrispondente nella pare- luogo è sempre stato oggetto di at- te iconografi ca ancora più preziosa te a sud), l’altra aperta dopo il crollo tenzione da parte delle autorità civili dopo il disastroso incendio del 1823 della facciata. Il campanile, possente e religiose e di devozione da parte dei che distrusse quasi completamente costruzione duecentesca, fu minato fedeli. La documentazione cartacea labasilica di San Paolo fuori le mura il 22 Luglio 1944 e attende ancora di della tradizione circa lo sbarco di S. a Roma e a causa del quale fu grave- essere ricostruito per ridare al com- Pietro è tardiva. Considerando l’anti- mente danneggiata anche la celebre plesso l’immagine storica. chità della prima Chiesa esistente sul serie di ritratti dei pontefi ci. posto, si può ragionevolmente ipotiz- Nella zona intermedia, in trenta L’interno zare che l’apostolo Pietro abbia viag- riquadri, si sviluppano le Storie della giato per evangelizzare e sia sbarca- vita di san Pietro, comprendenti an- L’interno vasto e solenne, con to o passato anche da Pisa, dove da che alcuni Episodi della vita disan copertura a capriate, è diviso in tre tempi remoti esisteva un porto sicuro. Paolo, Costantino e san Silvestro, navate da colonne di spoglio con L’archeologia dà un certo credito alla esemplati su quelli dell’antica basili- capitelli classici, confermando l’uso tradizione, autorizzandoci a supporre ca vaticana e sugli affreschi di Cima- diffuso durante tutto il Medioevo di che, fi n dall’epoca in cui il Cristianesi- bue ad . reimpiegare elementi classici di di- mo si affermò apertamente, nell’edi- Nella zona superiore sono raffi - versa provenienza nelle nuove co- fi cio romano presso la foce del fi ume gurate le Mura della città celeste, in struzioni. Una colonna con capitello Arno si conservasse la memoria del alcuni tratti completamente rifatte in con sfi ngi bicorpi ha precise corri- luogo in cui Pietro aveva dimorato. epoche successive: si tratta di una Di fatto la Basilica nelle sue vicende serie di fi nestre ad arco dipinte con è sempre stata considerata luogo di attenzione a particolari architettoni- origine del cristianesimo a Pisa. In ci tridimensionali dove si affacciano epoca medievale lungo la strada da ritmicamente angeli e santi. Lungo Pisa alla Basilica sorgevano cenobi, le pareti e nelle absidi restano alcu- dove vivevano eremiti. Essi potevano ne testimonianze delle decorazioni anche accogliere i pellegrini diretti pittoriche che in varie epoche hanno verso Roma, che qui sostavano, at- arricchito l’importante basilica, per tratti dalla fama del Santuario Petrino. secoli meta di intensi pellegrinaggi in onore del successore di Cristo in terra.

L’esterno ORARIO DI APERTURA DELLA BASILICA La mole della Basilica risalta, im- Dal 01/11 al 31/03 ponente, nella campagna circostan- dalle 9.00 alle 17.00 te. Il primo interrogativo che si pone Dal 01/04 al 31/10 il visitatore è proprio il “perché qui” dalle 9.00 alle 18.30 una Chiesa così grande. Certamente presentava la potenza di Pisa a chi 14 Mondostazione Kinzica, l’eroina che salvò pillole Pisa dal “perfi do saracino” di storia

n via San Martino, sulla facciata del ripresero le scorrerie spingendosi an- anche in altre località. Le ipotesi sulla Ipalazzo della famiglia Tizzoni al nu- che all’interno ma un fatto nuovo era sua origine sono state svariate. Qual- mero civico 19-21, un delicato altorilie- destinato a mutare il corso degli eventi che esempio? Le teorie del Roncioni vo marmoreo di epoca romana rappre- futuri. che vorrebbe che “chinsica” fosse la senta una bella fi gura femminile. Per i I Saraceni, nel 1004, saccheggiaro- corruzione di una parola islamica che Pisani è la leggendaria Kinzica (o Chin- no Pisa. Per tale motivo, i Pisani (allora signifi cherebbe “bruciare” o “al fuoco”, zica) dè Sismondi, eroica fanciulla che, notevole potenza marinara) nell’agosto ipotesi che con tutta probabilità è sta- secondo la tradizione, nel 1005, riuscì del 1005 distrussero la fl otta saracena ta inventata dallo stesso storico, forse a salvare la città da un’incursione dei in una memorabile battaglia navale che ispirato dalle fonti, nelle quali la parola pirati saraceni. determinò l’abbandono di ogni velleità era menzionata sempre in occasione E questo benché nulla di questa fi - di ritentare gli assalti in Calabria e, so- di un incendio. Altra interpretazione, gura in marmo ricordi un’eroina. Come prattutto a Reggio, Metauria e a Tau- non suffragata però da suffi ciente mo- scrive Santoro (La leggenda pisana di rianum. Nel 1005 papa Giovanni XVIII, tivazione linguistica, quella in base alla Chinzica Sismondi, 1892) proporzioni, preoccupato dell’avanzata dei Sara- quale si propone la fusione delle due atteggiamento e posa “non son quali ceni, giunti a Reggio Calabria, chiamò radici kun “mercato” e sauk “coperto si richiederebbero in chi tra il tumulto i Pisani in aiuto e mentre essi assedia- e protetto”, oppure una possibile deri- di un’invasione nemica si accinge a vano la città, il saraceno Mugamid (Mu- vazione dalla parola greca “magazzino, gridar aiuto, per salvar la patria”. Sem- setto), partito dalla Sardegna, sbarcò a emporio”. L’ipotesi più probabile sem- mai le sembianze sono quelle di una Pisa. La leggenda narra che, una notte brerebbe però l’origine etimologica matrona romana appartenente presu- dell’anno 1005, mentre i pisani erano germanica, longobarda per l’esattezza, mibilmente ad un sarcofago del III o IV ad assediare Reggio Calabria con la come provato anche dalle attestazioni secolo d.C.. Ma questo non importa. loro fl otta, il saraceno Mugamid entrò in territori dove non vi fu infi ltrazione Per i Pisani quella fanciulla, che viene in Pisa a uccidere, depredare e rapire araba ma una consistente presenza ricordata ogni anno nel corteo del Gio- le persone per venderle come schiavi longobarda. Questo è quanto sinora è co del Ponte e in quello che precede e indebolire così la forza di questa po- dato di sapere. Da qualunque parte la si la regata delle Repubbliche marinare, è tente nemica. Kinzica era allora molto voglia vedere, comunque, l’unica cosa solo Kinzica. giovane nonché appartenente ad una certa è che intorno alla fi gura di Kinzica Un personaggio leggendario ma delle famiglie nobili cittadine. Nella not- da sempre aleggia il mistero, un alone presente, “reale” nella storia e nell’i- te riuscì a scorgere le orde nemiche di leggenda che la rende ancora più dentità della città. E non è quindi un che si muovevano furtive nell’oscurità affascinante e amata. All’anagrafe non caso se proprio in questi giorni è stata e senza pensarci andò di corsa a suo- è raro, neanche adesso, passati secoli posta una sua statua in bronzo crea- nare le campane per avvertire la popo- e secoli, che alcune bambine vengano ta dal maestro Ciucci a far bella mo- lazione dell’imminente pericolo. I sara- registrate con il suo nome, “sinonimo” stra di sé in piazza Guerrazzi, proprio ceni si dettero così alla fuga e la città fu di bellezza, giovinezza e coraggio. C’è alle porte del quartiere di San Martino. miracolosamente salva. Questa storia, persino una pasticceria artigiana di Fu- Un’iniziativa, questa, attraverso cui i secondo gli studiosi, ha ben poco di cecchio che ha pensato bene di inven- tre Rotary della città di Pisa, il Rotary vero. Secondo alcuni antichi scrittori, tare i dolcetti Kinzica, morbidi pasticci- Club Pisa, il Rotary Club Pisa Galilei, il poi, Mogehid con il suo esercito ap- ni nei quali il ruolo da protagonista è Rotary Club Pisa Pacinotti hanno voluto parve in Sardegna (e da qui si sarebbe svolto dai pinoli dei bellissimi pini del celebrare il centenario della fondazio- spostato per le sue scorrerie sulle co- Parco di San Rossore, che oltre ad es- ne del Rotary International. La vicenda ste pisane), non nel 1004 ma nel 1015, sere incastonati all’esterno forniscono di Kinzica risale all’anno Mille, quando i un anno prima della defi nitiva sconfi tta la materia per la pasta centrale. Il nome, mari erano dominati dalle orde musul- dei Saraceni, per opera dei Pisani e dei si legge sull’etichetta, deriva proprio da mane. Conquistate Corsica e Sardegna, Genovesi. Mancano, inoltre, per una quello di una principessa pisana di ori- la violenza dei loro attacchi sulle coste corretta ricostruzione storica, scritti, gine ebrea che salvò la città dai Turchi. tirreniche si era infatti intensifi cata. Gli cronache o iscrizioni anteriori al XVI Ma esiste anche il premio Kinzika invasori furono indirettamente favoriti secolo che trattino del famoso episo- d’oro, ambito riconoscimento che dal dalla disgregazione del ducato longo- dio di Kinzica. Pare invece certo che il 1982 viene messo in palio dalla scude- bardo in quanto l’anarchia generale nome Kinzica, in realtà, fosse il nome di ria automobilistica pisana Kinzica, e il spingeva i singoli a cercare appoggi dal un quartiere della città, quello abitato palio della balestra “Kinzica Dè Sismon- di fuori. Così i Saraceni poterono stan- da mercanti e commercianti di recente di” organizzato nel Giugno Pisano dalla ziarsi a Metauria distruggendo chiese e insediamento. Ma ciò che più interes- Compagnia Balestrieri. monasteri vicini, imponendo forti taglie sa è l’etimologia incerta di questo to- L’eroina è anche la fi gura centrale sugli abitanti. Subito dopo l’anno Mille, ponimo, che peraltro si trova attestato del corteo storico della Repubblica di Mondostazione 15

Pisa, composto da 82 fi guranti che rap- ta o a piedi, per evitare il caos di Cor- presentano i massimi organi di gover- so Italia, magari dagli studenti che al no della città nel momento della sua mattino presto la percorrono per rag- massima potenza prima della disfatta giungere via Benedetto Croce, distratti della Meloria nel 1284. Il gonfalone o inconsapevoli di quella fanciulla in scortato da due valletti apre il corteo marmo che osserva dalla facciata di precedendo tre vogatori da parata, otto palazzo Tizzoni. È questo uno dei gio- tamburini, il Sergente, il comandante ielli piccoli e poco appariscenti custodi- dell’esercito e dodici fanti. Vengono ti da via San Martino. Gemme preziose poi tre famuli ed il Podestà con il suo che, con un po’ di attenzione è facile palafreniere, il Capitano dei Giudici ed cogliere ed apprezzare. Basta guarda- i Senatori che rappresentavano i colle- re in alto e in basso, non solo davanti gi legislativi del Comune. Seguono poi a sé. Solo così si può notare il Cippo i massimi esponenti della borghesia Etrusco a forma di pera, posto sul mar- mercantile al potere dopo il 1254; gli ciapiede all’angolo della stradina cui Anziani, l’Ambasciatore, il Capitano del esso ha dato il nome e poco distan- Popolo, capo dei popolani e tutore dei te dalla presunta statua di Kinzica.. E, loro interessi nei confronti dei Nobili, procedendo lungo il fi anco della chiesa La presunta statua di Kinzica, Casa Tizzoni, il suo palafraniere, il Console dei Mer- Pisa di San Martino, quando ormai via San canti (una delle più importanti Corpo- Martino ha preso il nome di via Ceci, razioni della Repubblica), e i Quattro Al- mi. Il corteo è chiuso da dodici armati sulla sinistra può capitare di imbatter- fi eri ed un palafreniere scortato proprio preceduti da due Comiti e dal Pausarlo. si in una piccolissima piazza ove una da Kinzica dè Sismondi, rappresentata Questo basterebbe per capire quanto devota lapide situata presso un Croci- ogni anno da una bella ragazza a caval- la fi gura di Kinzica sia radicata nell’im- fi sso testimonia un episodio miracolo- lo. Infi ne vengono le damigelle di Kin- maginario pisano. Ma manca ancora so avvenuto nell’Ottocento quando un zica ed il gruppo costituito dall’Ammi- qualcosa. Ovvero la minuscola strada prodigio divino bloccò a mezz’aria una raglio della fl otta, dai Consoli del Mare del quartiere di San Martino intitolata pietra lanciata da un sacrilego contro e dal Patrono, capo della Corporazione alla fanciulla. Non è né un vicolo, né l’immagine del Redentore. dalla quale dipendevano tutte quelle una via secondaria. Pur nelle sue ridot- È così che Kinzica vive oggi, immer- Arti che avevano a vedere con l’arma- te dimensioni è da sempre usata per sa nel cuore di Pisa, sospesa nei ricordi mento delle navi e con i traffi ci maritti- attraversare la città. Magari in biciclet- fra storia e leggenda.

Bellezze culturali Scultura Lignea, Chiesa di da riscoprire Vicopisano S.Maria Assunta (Ivana Zaffora)

molto interessante: la Deposizione mente la fl essibilità di quel corpo, della Croce, un gruppo scultoreo li- quasi in atto di cadere, sostituisce la gneo, risalente al XIII sec.di autore rigidità con la quale eravamo abitua- ignoto. L’opera lignea, che si trova ti a vedere rappresentato il corpo di nell’abside, è composta da cinque fi - Cristo, diritto e impostato sulla croce, gure e due angeli: da sinistra a destra tipico del periodo romanico. Anche i è possibile ammirare la MADONNA panneggi delle vesti contribuiscono a DOLENTE, GIOVANNI di ARIMATEA dare movimento all’opera. che raccoglie il corpo di CRISTO, NI- Questo motivo così fortemente CODEMO che toglie i chiodi dai piedi drammatico, ignoto alla scultura, tro- a pieve di Santa Maria in Vicopi- e S.GIOVANNI con in mano il Vangelo. va dei precedenti e dei paralleli nella Lsano risale al XII sec. ed è la più Opere simili si possono ammirare pittura duecentesca pisana (chiesa di antica e principale delle chiese che nella chiesa di S.Antonio a Pescia, nel S. Martino). L’autore è riuscito a rap- si trovano nelle vicinanze di Vicopisa- Duomo di Volterra e in quello di Tivoli. presentare i personaggi in un modo no. È stata costruita all’esterno delle Ma la deposizione di Vicopisano pre- così intenso da rendere l’intero grup- mura cittadine; infatti la facciata è ri- senta una caratteristica iconografi ca po scultoreo un’opera “moderna”, volta verso una delle porte d’ingres- eccezionale: il Cristo infatti, ha il cor- “attuale”, “essenziale” e molto co- so del castello, Porta Maccioni, poi po arcuato in modo accentuato con il municativa. divenuta Porta della Rocca. Al suo braccio sinistro orizzontale e la mano interno, la pieve, conserva un’opera ancora confi tta nella croce. Certa- 16 Mondostazione Non dimentichiamo Una memoria per ricordare mai i lager! (a cura del Redattore)

Con il termine lager si indicano considerato un luogo (analogamen- siderevole numero di individui (che i campi di concentramento e ster- te ai Glavnoye upravleniye lagerey, le SS, cui spettava la gestione dei minio (in tedesco: Konzentration- i gulag sovietici) in cui esercitare lager, chiamavano “pezzi”). I lager slager) utilizzati dal regime nazista. una stretta sorveglianza su un con- più famigerati presenti sul territo- Il sistema dei lager venne inizial- rio di Germania, Austria e Polonia mente impiegato (1933) per confi - (Governatorato Generale), furono nare gli oppositori politici al nazi- quelli di Auschwitz, Buchenwald, smo (comunisti, socialdemocratici, Dachau, Mauthausen. In Italia fun- obiettori di coscienza) allo scopo zionarono i campi di concentra- di “rieducarli”. In seguito vennero mento di, fra gli altri, Fossoli (frazio- usati per la detenzione e lo stermi- ne di Carpi), Borgo San Dalmazzo, nio degli ebrei, e di altre categorie Bolzano e la Risiera di San Sabba. di indesiderati (zingari, omosessua- Per una completa panoramica dei li, apolidi ecc.) La parola “lager” in campi di concentramento (campi tedesco signifi ca “magazzino”. Dal di lavoro, campi di transito, ville tri- punto di vista ideologico era quindi sti, etc.).

Il modello dei lager testimoni di Geovaed ebrei (questi gere psico-fi sicamente. Tale defi - ultimi soprattutto dopo la notte dei nizione porta all’allontanamento lager furono istituiti, quasi, fi n dal cristalli del 9/10 novembre 1938). psicologico dello stesso soggetto Imomento in cui i nazisti assunsero La teoria legale e sociale dei lager, dal tedesco civile e militare. il potere. Dachau, il primo, fu creato quale fu formulata nel 1936, aveva 2. espropriazione dei beni del sogget- da Himmler il 20 marzo 1933 come una distinta sfumatura biologica e to da distruggere. Tale operazio- luogo in cui “concentrare” e detenere terapeutica. Best, consigliere legale ne era evidentemente giovevole comunisti, socialdemocratici ed altri di Himmler, identifi cò il “principio po- all’economia del Reich, ma anche presunti nemici politici tedeschi. litico del totalitarismo” col “principio fi nalizzata al processo di isola- Questi “politici” furono arrestati in ideologico della comunità nazionale mento del soggetto. numero considerevole dopo il de- organicamente indivisibile” e dichia- 3. concentramento nel lager, al fi ne di creto d’emergenza della “custodia rò che “ogni tentativo di procurare disumanizzare e, quindi, rendere protettiva” emanato il 28 febbraio un riconoscimento ad idee politiche amorale la distruzione fi sica e psi- che entrò in vigore dopo l’incendio diverse o addirittura di sostenerle, chica dell’individuo. La psicologia del Reichstag (27 febbraio 1933). Da- sarà stroncato nel modo più spieta- qui gioca un ruolo fondamentale: chau, dopo una fase iniziale di bru- to, come sintomo di una malattia che l’obiettivo principale era rendere talità visionaria da parte dell’ammini- minaccia l’unità sana dell’organismo tollerabile agli occhi del popolo strazione delle SS e proprio in virtù di nazionale indivisibile” . Iniziò così il spettatore e del soldato che ucci- questa, divenne il campo di concen- Programma T4 interno ai lager, cui deva uno sterminio (si veda uomi- tramento modello. Divenne, quindi, il si affi ancava il famoso “trattamento ni comuni). modello su cui costruire tutti gli altri speciale” e l’”operazione 14F13”. Il processo è suddivisibile in due kz (Konzentrationslager). periodi cronologici facilmente distin- Il processo dello sterminio guibili: il primo comprende gli anni dal Dalla teoria legale e sociale amministrativo di massa 1933 al 1940, gli anni in cui, cioè, lo del lager al progetto scopo proposto era quello di “riedu- eutanasia La distruzione fi sica e morale de- care” la popolazione che si opponeva gli oppositori del III Reich (includendo al regime, impaurire chi aveva inten- Himmler conferì ai lager lo status fra questi anche gli ebrei), si presentò zione di ribellarsi in qualche modo e di “unità amministrative legalmente come un processo condotto per tap- “invitare” gli ebrei ad emigrare altro- indipendenti sottratte al codice pe- pe successive e graduali. Tale pro- ve; il secondo periodo comprende gli nale ed ai comuni procedimenti giu- cesso, che richiedeva una vasta ed anni dal 1941 al 1945, anni in cui la diziari”. Dalla metà degli anni Trenta effi ciente macchina amministrativa, soluzione ritenuta migliore era quel- le categorie degli internati furono si sviluppò secondo uno schema de- la dello sterminio sistematico di ogni estese a comprendere persone con- fi nibile, ma che non corrispondeva ad singolo civile avverso, o presunto tale, siderate “criminali abituali”, “ele- un piano predefi nito, secondo gli stu- al regime e di ogni singolo ebreo. Per menti antisociali” (prostitute, men- di di Hilberg. Lo schema è così suddi- arrivare allo sterminio vero e proprio dicanti, zingari, alcolisti, trasgressori viso da Hilberg: fu necessario, dunque, intraprende- delle leggi, psicopatici), omosessuali, 1. defi nizione del soggetto da distrug- re un percorso che conducesse dal Mondostazione 17 mondo della legislazione pubblica a ne, c’erano i campi di annientamento smo funziona senza che tutti gli in- quello delle operazioni segrete. in cui gli internati erano sistematica- granaggi funzionino alla perfezione. Lo sterminio, infatti, fu reso pos- mente eliminati dalla denutrizione e E, forse, non si può funzionare alla sibile dalla fusione di quattro distinte dalla mancanza di cure (per questo perfezione come ingranaggi, se non gerarchie: siamo assolutamente vicini al con- si vuole essere tali. Altra questione è · burocrazia ministeriale, ossia cetto di campo di sterminio nazista). poi il rapporto tra coscienza, respon- l’agente principale dell’applicazione La differenza è insita, dunque, nell’or- sabilità e colpa di fronte all’immagine delle misure antiebraiche e antico- ganizzazione, nell’idea per cui si ucci- dell’inferno nazista.. muniste; tali funzionari, redigendo de, nel luogo fi sico in cui si uccide, o Le SS, e questa è una delle cose decreti e regolamenti, defi nirono il anche nella lingua o nel silenzio con più atroci che hanno fatto, coinvol- concetto di “ebreo” e di oppositore cui si uccide. Ha poco senso attribu- gevano nei loro delitti gli internati af- politico, nonché di “vita indegna”; ire un giudizio qualitativo per stabili- fi dando loro la responsabilità di una organizzarono l’espropriazione dei re quale dei sistemi sia “peggiore”. Il notevole parte dell’amministrazione. beni, intrapresero il concentramento motivo della degenerazone in facili Ricordo che fra gli incarichi affi dati delle comunità ebraiche della Ger- strumentalizzazioni politiche, va pur- agli internati esistevano pure i ruo- mania nei ghetti. troppo ricercato nella diversa qualità li di “stubendienst”, “blockalteste”, · Gerarchia delle forze armate. o quantità di informazioni disponibili “blockschrieber”, “aufraumungskom- Il ministero degli Esteri negoziò con i e, ancor più, nella loro diffusione. mando”, “sonderkommando”. I dete- diversi Stati dell’Asse la deportazio- nuti erano, così, posti di fronte all’inso- ne degli ebrei verso i centri di stermi- Sterminio anonimo e lubile dilemma di mandare alla morte nio; l’amministrazione delle ferrovie anonimico amministrativo i propri amici, familiari o compagni si fece carico del loro trasporto; la di massa o di contribuire, comunque, all’ucci- polizia fu largamente utilizzata nelle sione d’altri uomini costringendoli, in operazioni di massacro; l’esercito si Il vero orrore dei campi di con- ogni caso, a comportarsi come degli occupò principalmente dei massa- centramento e sterminio sta nel fatto assassini. In questo modo, l’odio era cri nei territori occupati e dell’avvia- che gli internati, anche se per caso deviato dai veri colpevoli (tanto che mento degli ebrei verso i campi della riescono a rimanere in vita, sono i Kapò erano più odiati delle SS), ma morte. tagliati fuori dal mondo dei vivi più quel che più conta, si annullava la di- · Gerarchia dell’economia. I effi cacemente che se fossero morti, stinzione fra persecutore e persegui- ministeri dell’industria e della fi nanza perché il terrore impone l’oblio. Qui tato, fra carnefi ce e vittima. giocarono un ruolo importante nelle l’omicidio è impersonale quanto lo espropriazioni, nel sistema del lavoro schiacciamento di una zanzara. Non Eliminazione delle tracce coatto e nel funzionamento delle ca- ci sono, dunque, paralleli con la vita mere a gas. nei campi di concentramento. L’orro- Quando i generali tedeschi che · Il partito, che si fece carico re che ne deriva non può mai essere lavoravano come uffi ciali nei lager si di tutti i problemi “delicati” che ri- pienamente percepito dall’immagi- accorsero che la liberazione era alle guardavano i rapporti tra tedeschi ed nazione umana, perché rimane al di coste smantellarono a grandissima ebrei e fra tedeschi e quanti erano fuori della vita e della morte. Esso velocità ogni traccia di questi orrori, indicati come sovversivi. non può mai essere pienamente de- compresi i registri e, in circostanze scritto, perché il superstite ritorna al ancora oggi oscure, i corpi. Quindi l’u- Lager e Gulag mondo dei vivi che gli impedisce di nica fonte che si ha sono le centinaia credere completamente nelle sue di testimonianze orali o scritte di chi La differenza fra il lager ed il gu- esperienze passate. Chi uccide ma- è sopravvissuto e la perseveranza lag staliniano è insita nel fatto che terialmente, poi, diventa solo parte di tutti noi a non dimenticare. all’interno del regime staliniano si dell’ingranaggio. Le SS che imperava- dovevano distinguere tre sistemi no nei lager, come i soldati del Bat- Ghetti più o meno indipendenti. Anzitutto, taglione 101, perdevano essi stessi c’erano gli autentici gruppi di lavoro la propria personalità per diventare Nella storia dei lager si possono coatto che vivevano in relativa libertà meri meccanismi anonimi e anoni- individuare due fasi: la prima accom- ed erano condannati a periodi limita- mici di un ingranaggio enormemente pagna l’ascesa e la piena afferma- ti di detenzione (elemento del tutto più grande di loro. Da qui la paura, zione del nazismo all’interno della alieno ai Kz nazifascisti). Poi, c’erano talvolta denunciata durante i proces- Germania (1933-38); la seconda i campi di concentramento in cui il si, di disobbedire; da qui il “obbedivo inizia con annessioni dell’Austria e materiale umano era sfruttato senza agli ordini perché ne ero obbligato”; dei Sudati, quindi prosegue con le pietà ed il tasso di mortalità era mol- da qui il “se non l’avessi fatto io, conquiste militari effettuate dopo lo to elevato, ma che erano organizzati l’avrebbe comunque fatto un al- scoppio della guerra (1938-45). I pri- essenzialmente per scopi di lavoro tro e io sarei probabilmente morto mi “campi di giustizia” (così si chia- (il concetto di guadagno dai detenu- insieme ai miei cari”; da qui, forse, mavano allora) sorsero nel1933, ed ti relativamente ai kz era assai più l’impossibilità di vedere una piccola erano piccoli centri nei quali veniva- complicato e ancora dibattuto). Infi - cosa lapalissiana: nessun meccani- no rinchiusi criminali, e, soprattutto, 18 Mondostazione prigionieri politici. Alle SA era affi da- (non si precisava di che tipo) durante mo: la distruzione di un popolo to il compito di sorveglianza, pur ab- la marcia o durante il lavoro. Quan- intero, da effettuarsi in breve tempo, bandonandosi non di rado ad atti di do la sorveglianza fu affi data alle con il massimo risparmio di mezzi e crudeltà bestiale, non avevano anco- SS le condizioni di vita nel campo di di personale, nel modo più segreto ra messo a punto quei sistemi di raf- Dachau e in tutti gli altri campi peg- possibile. In conseguenza di ciò nac- fi natatortura fi sica e psicologica giorarono nettamente. Come è noto, quero nuove installazioni concen- nella cui pratica le SS dimostrarono il passaggio di consegne fu determi- trazionarie, soprattutto in Polonia, in seguito un’impareggiabile perizia. nato da quella torbida faida di parti- dove venne deportata la massa di Theodor Eicke, comandante del to che ebbe luogo nella cosiddetta vittime da eliminare. Furono questi i campo di Dachau, emanò un re- “notte dei lunghi coltelli” (30 giu- campi di annientamento, fra cui golamento – più tardi esteso a tutti gno 1934). In questa occasione Hit- ricorrono alla memoria i lugubri nomi i luoghi di questo genere – nel qua- ler timoroso della crescente poten- di Lublino-Maidanek, Belzec, Tre- le si chiariva che erano passibili di za della SA e del loro comandante blinka, Chelmno, Sobibor, Riga e, condanna a morte non soltanto quei Ernst Rohm, fece assassinare il riva- più sinistro di ogni altro, Auschwitz- prigionieri che svolgessero attività le e i suoi principali collaboratori, sce- Birkenau. politica all’interno del lager, ma an- gliendo poi la milizia, divenuta tanto In questi luoghi infernali la morte che quelli che semplicemente diffon- numerosa da costituire un pericolo venne infl itta in mille modi diversi, dessero notizie, pur vere, su ciò che serio per la sua posizione di capo. ma certo lo strumento che superò vi accadeva; la stessa sorte spettava Con la messa a punto della “solu- tutti gli altri per effi cienza fu la came- a coloro i quali si rifi utassero di lavo- zione fi nale”, ai lager fu assegnato ra a gas, che fi nì per diventare della rare o, addirittura tenessero discorsi un compito unico nella storia dell’uo- barbarie nazista.

Note di Civilta nuragica: Archeologia l’offi cina del vetro (Loriana Pitzalis)

e si pensa al Sulcis , regione all’estremo sud ovest Sirai, propongo la breve sintesi che , gentilmente, ci con- Sdella Sardegna, si evoca un territorio ricco di miniere cede la Dott.ssa Carla Perra, Archeologa Direttrice del e fra queste, sicuramente quella di Carbonia è la più co- Museo Archeologico di Carbonia e Direttrice della con- nosciuta. cessione dello scavo del Nuraghe Sirai. La cittadina, la più giovane d’Italia, nasce nel ‘38 per LA FORTEZZA DEL NURAGHE SIRAI volere di Mussolini, che per soddisfare le esigenze autar- La fortezza orientalizzante del Nuraghe Sirai (625-550 chiche del regime, in pochissimo tempo, fonda una città a.C. ca.) si trova ai piedi dell’omonimo Nuraghe quadrilo- che diventerà il centro propulsivo dell’economia isolana. bato ed è un insediamento di circa un ettaro e mezzo di Per Mussolini, Carbonia era vista come una operazione ampiezza. Gli scavi in estensione fi nora condotti hanno gigantesca che trasformava ‘una landa deserta e paludo- evidenziato tutti gli elementi funzionali dell’insediamen- sa, in un luogo ricco e prosperoso. to. Le fortifi cazioni, che descrivono un perimetro ellittico, Non sapeva il duce, e se anche lo avesse saputo, ma- sono costituite da terrapieni di 5-6 m di spessore realiz- gari lo ha tenuto nascosto alla gente comune, che quella zati con compartimenti a camere cieche riempite di ter- landa paludosa e deserta, era abitata fi n dal Neolitico e ra e pietre, si appoggiano ad una preesistente muraglia addirittura , in zone sotto roccia, sono emerse le testimo- nuragica, attraverso la quale si apre una porta pedona- nianze della presenza umana che risalirebbero a 9.000 le aperta a Nord. Alle spalle di quest’ultima si sviluppa il anni aC. Se Carbonia ha subito un’immagine negativa, in settore maggiormente indagato dell’abitato, nel quale si tutti questi anni, si deve proprio a quella politica, che da riconosce una complessa pianifi cazione unitaria di isolati un lato ne ha fatto una città dall’architet- di tradizione nuragica e corpi di tura razionalista , realizzata da grandi ar- fabbrica di tradizione fenicia. chitetti e ingegneri come Valli e Pulitzer, La sua esistenza dimostra la dall’altro ha devastato, in alcuni casi, e conclusione, fra la fi ne del VII e i taciuto, sull’enorme patrimonio archeo- primi decenni del VI secolo a.C., logico e storico che celava il territorio. di un processo che porta ad una È recentissima la scoperta eccezio- struttura gerarchica fra i varii in- nale dell’unica Fornace in vetro di epoca sediamenti del Sulcis, sotto la tardo-nuragica di tutta l’area occidentale, guida della città di Sulky-Sant’An- ma per capire a fondo la portata del rin- tioco, e gli studi condotti sulle sue venimento archeologico presso la fortez- evidenze (architettura, materia- za del Nuraghe Sirai situato proprio sotto li d’uso, analisi archeometriche insediamento fenicio-punico di Monte sulle ceramiche) dimostrano che Mondostazione 19 tale processo è stato possibile grazie all’integrazione fra tore scientifi co del Museo Archeologico di Carbonia), dal fenici e nuragici (v. sotto titolo: L’offi cina del vetro di età fenicia nella fortezza del Gli scavi di oltre un decennio presso la fortezza del nuraghe Sirai (carbonia): attività fusoria, culto e intera- Nuraghe Sirai di Carbonia (625-550 a.C. ca.), insieme allo zione con il mondo nuragico, che verrà pubblicato nel sviluppo delle conoscenze sul territorio del Sulcis, hanno prossimo numero dei Rendiconti dell’Accademia Nazio- fornito una documentazione chiave per la conoscenza nale dei Lincei, di imminente uscita. della presenza fenicia nella Sardegna Sud-Occidentale. Il riconoscimento del Lincei è particolarmente Essi hanno portato la prima conferma, scien- importante per il Comune di Carbonia, titolare con tifi camente circostanziata, dell’esistenza di una il suo Museo Archeologico della concessione dello comunità integrata, composta da fenici e nuragici, scavo, in quanto si tratta del primo e unico caso per di più in una nuova tipologia di insediamento, in Sardegna in cui il Ministero per i Beni e le Atti- cioè una fortezza, realizzata dalla comunità mista alla vità Culturali riconosce ad un Museo la titolarità fi ne del VII secolo ai piedi dell’or- di una indagine di scavo e con mai abbandonato castello nuragico. essa lo status di Ente di ricerca Inoltre le più recenti scoperte cui affi dare uno scavo di questa riguardano la documentazione importanza. Si tratta dunque di delle più antiche attività pro- un successo della ricerca condotta duttive relative alla ceramica e fuori dalle usuali Istituzioni e frutto soprattutto del vetro: si tratta di una continuità delle indagini per infatti della prima offi cina com- la quale il Comune di Carbonia pleta (scavo 2011) per la produ- deve ringraziare l’Ati Ifras che, zione di pasta vitrea o vetro del grazie al piano di stabilizzazio- periodo fenicio trovata in Occi- ne occupazionale della RAS ha dente. garantito, ormai da dieci anni i Ad aumentare l’interesse delle suoi operatori e il suo supporto scoperte è la posizione della fortez- negli scavi, nei restauri e nella za nel Sulcis; la presenza di attività valorizzazione del vastissimo artigianali di trasformazione (pro- patrimonio archeologico di Car- duzione del vetro, del ferro, della bonia. ceramica) in un centro periferico e La sensazionale scoperta dell’ of- di frontiera confermano da un lato fi cina del vetro accende su Carbonia un sistema territoriale fenicio ormai i rifl ettori dell’archeologia nazionale strutturato sull’intero Sulcis, ma dall’altro indicano che il e internazionale e la potenza della notizia ribalta imme- nuovo sistema economico si basa su uno sfruttamento diatamente la percezione che si aveva di questa città. capillare dei tutte le risorse e con l’impiego di tecnolo- Nata in soli tre giorni in una ‘landa deserta’ per volere gie specializzate anche nei centri più lontani dalla città. Il di Mussolini, si riscopre portatrice di una storia millena- vetro è infatti una delle produzioni più specializzate e ti- ria che andava ben oltre le superfi ciali considerazioni del piche dell’artigianato fenicio. Anche sul fronte della cera- regime. È tanto più motivo di orgoglio scoprire, oggi, che mica lo scavo ha offerto un’importante novità, visto che la zona su cui sorge la città era operosa fi n dal neolitico, nel 2012 si è scoperta la prima fornace per la produzione che grazie alle notevoli risorse metallurgiche ha portato i dei vasi conosciuta negli insediamenti fenici di Sardegna. nuragici ad avere contatti con i popoli del mediterraneo, Lo scavo della fortezza presso il Nuraghe Sirai i fenici prima di tutti, che non si posero come conqui- si sta cioè rivelando il sito chiave per il periodo più statori, ma come persone che potevano dare e ricevere tardo e meno conosciuto della civiltà sarda (Ferro conoscenza. La scoperta della offi cina del vetro, indivi- II, 730-510 a.C. ca.), che coincide con il culmine della duata proprio a ridosso dell’area sacra della fortezza del presenza fenicia nella Sardegna. Nuraghe Sirai, è un laboratorio perfettamente attrezzato Il riconoscimento dell’importanza scientifi ca ci dice che i nuragici erano fi ni artigiani, capaci di trasfor- dello scavo è avvenuto di recente, con la presen- mare il materiale in manufatti preziosi che nulla avevano tazione , Il giorno 9 novembre 2012 presso l’AC- da invidiare agli egizi, ne sono un esempio i monili in pa- CADEMIA NAZIONALE DEI LINCEI da parte dal sta vitrea che sono dei veri e propri capolavori artistici. Prof. Mario Torelli, già ordinario di Archeologia e Storia Insomma, Carbonia vale un viaggio che sa coniugare dell’arte Greca e Romana presso l’Università di Perugia e la ricchezza archeologica e storica, antica e recente alle Accademico dei Lincei, dello studio di Carla Perra, (Diret- bellezze naturali che la circondano, tra terra e mare.

SERVIZIO CATTOLICA DI ASSICURAZIONI SOCIETÀ COOPERATIVA Sede Legale: Lungadige Cangrande, 16 37126 Verona (Italia) Tel. 045 8 391 111 Fax 045 8 391 112 20 Mondostazione Le Poesie di Adele L’angolo della Poesia

IL MORSO DELLA BESTIA Infi nito come il buio che s’ apre all’universo, Al chiarore della luna, ritorna la bestia, in un covo di scoloriti e scarni neri e scuri, ed il suo pasto a voler consumare. nell’essenza di un essere soprannaturale, Ch’ella attende, in catene e disperata, viscido di pura sete e famelica omicida, s’è abbandonata al dominio del sesso. si nutre del seno immacolato della vergine. (Adele Affi ni) Spogliata senza pudore, l’annusa, si contorce avido, MIA FIGLIA di sete la beve e la divora senza pietà. Che gioia mio dolce angelo la tua voce, serena e felice al di là del fi lo. Ansima delirante di timore e di passione, colei che l’orrore del piacere e del dolore, Quel suono soave va a conoscere. riempie tutto il mio essere e scalda ogni mio brivido. E del peccato di lussuria si macchia, col desiderio della nuova tentazione, Sento quelle note, or passa senza scrupoli riecheggiano come il vento dentro una grotta, e s’arresta ad osservare la nuda creatura, che al suo passaggio lascia l’eco del risveglio sonato. che sanguinante, rimanere in silenzio inerme, di cotanto ardore mai conosciuto. Ed io ti odo, mia allegra bambina e di risate e di storie Oh, sete del grembo che ha visto crescere il dono tu riempi il mio cuore. della vita, e ancor della vita ha ben poco conosciuto, Tu che nel mio ventre fi no a quel dì, oscurato nel cielo, per mesi sei stata presente in cui il corvo nero ha beccato il suo verme. ed il soffi o della vita donato e scambiato ad ogni passo. Or il prodigio dell’ incesto, arde dinnanzi alla vergine muta, Uno dopo l’altro, scalpiti di poesia, che con gli occhi lucidi, impreca al desiderio e al dolore. nella placenta del senso, del nato nuovo inconscio. Ancor ansima il lembo di carne che non tace d’ascoltare il tetto del male, Vissuta senza esitazione, attimo dopo attimo, che fu di per lei il piacere dei se