DISTRETTO MINERARIO RISO- CRONACA DELLA VICENDA Aggiornamento al 01 settembre 2015

Con questa sintesi si intendono raccogliere le informazioni e i principali documenti riferiti alle miniere, seguendone l’evoluzione. Per agevolare la lettura alcune informazioni sono riportate con corpo ridotto oppure riferite in allegati e note, mantenendo in primo piano le sintesi e le più importanti valutazioni.

CRONISTORIA data attore oggetto 2008 Energia Minerals richiesta 5 permessi di ricerca (progetto “Berghem”) 2011 Energia Minerals pubblicazione schede Energia Minerals “Progetti e Val Camonica” e “Progetti Novazza e Val Vedello” 20 mar 2013 Energia Minerals richiesta 5 permessi di ricerca (progetto “Gorno”) 22 mar 2014 Comuni Gorno, convegno a Gorno “Il distretto minerario Riso-Parina” Oneta, Oltre il Colle 15 apr 2014 Regione Lombardia conferimento permessi di ricerca (progetto “Gorno”) 24 set 2014 Energia Minerals richiesta 4 permessi di ricerca 17 giu 2015 Energia Minerals richiesta scavo discenderia all’interno dell’esistente galleria Forcella 25 giu 2015 Energia Minerals richiesta 2 permessi di ricerca (progett “Brembo”, progetto “Serio”) 17 lug 2015 Energia Minerals Oltre il Colle: presentazione da parte di EM dello stato dei lavori 20 ago 2015 Regione Lombardia nota in merito a istruttoria di verifica di VIA INDICE

1. LE MINIERE (da preparare) Breve storia, in particolare dal 1946 al 1982: protagonisti, quantità estratte Le eredità lasciate al territorio dall’attività mineraria Le imprese statali abbandonano il settore 2. I METALLI (da preparare) Lo zinco (e il piombo): risorse e consumi (utilizzi), incidenza miniere bg nel consumo nazionale Peso del recupero e del riciclo L’attività industriale a dal 1982 a oggi 3. ENERGIA MINERALS Progetti “Gorno e Valle Camonica” 2011 (Zn Pb) Progetti “Novazza e Val Vedello” 2011 (uranio) 4. GLI AUSTRALIANI SI PRESENTANO Convegno 22 marzo 2014 “Distretto minerario Riso-Parina” 5. IL RISICO DI EMI Ampliamento molto significativo rispetto a quanto esposto nel marzo 2014 Strategia dei permessi a spezzatino (suggerita da Regione?) Permessi di ricerca. Comuni (per ora) coinvolti Nuova discenderia Frase cardine “Operazioni in sotterraneo non comportano alcun impatto ambientale” 6. LE OSSERVAZIONI Museo Civico di Scienze Naturali (allegato 1) Orobie Vive Sergio Chiesa 7. I PROVVEDIMENTI REGIONALI Conferimento permessi di ricerca (allegato 2) Nota in merito a istruttoria di verifica di VIA (allegato 3) 8. GLI AMMINISTRATORI EMI la fa facile. Gli amministratori di più Breve rassegna: Terzi, Questini, Carrara, Caccia, Uniacque (la Lega ha già scambiato il territorio con le strategie australiane di accoglienza?) 9. RIFLESSIONI - volantino Miniere Tradite (allegato 4) - le risorse e i nostri consumi - il lavoro degli altri e il lavoro da noi - la legislazione mineraria (controllo delle risorse, controllo ambiente di lavoro) da approccio come risorsa collettiva a gabbia non controllabile - abbandono del controllo statale dell’attività mineraria - nessun approccio all’intero ciclo dell’attività: ricerca, estrazione, arricchimento, trattamento, gestione scorie, gestione dismissione - impossibilità di potere sviluppare una corretta e consapevole valutazione - il valore economico della risorsa mineraria; il valore economico della discarica Val di - nessuna visione complessiva e politica da parte delle Amministrazioni - nessuna garanzia rispetto al futuro (richiesta di fidejussione) - lotta impari: dimensione economica dell’attività di EMI e dei Comuni coinvolti - intervento sulla procedura amministrativa - coinvolgimento soggetti politici

Manca ancora un ragionamento sulla pubblicità e il coinvolgimento delle persone e associazioni A mio parere il posto giusto per esordire in pubblico sarà , per sottolineare la valenza sovracomunale di questa impresa e l’importanza ambientale delle sue ricadute 3. ENERGIA MINERALS Per meglio comprendere il contesto in cui si colloca questa proposta industriale di seguito sono inserite le due schede, scaricate da Sergio Chiesa dal sito EML, riferite ai "Progetti Gorno e Val Camonica" (zinco e piombo) e ai "Progetti Novazza e Val Vedello" (uranio) e le loro sintesi. Queste schede sono molto interessanti per capire il contesto in cui EML ha assunto la sua politica industriale, in quanto sono rivolte a chi deve mettere capitale di rischio nell'investimento.

Scheda "Progetti Gorno e Val Camonica" (2011) www.energiaminerals.com/italy/gorno-and-val-camonica-projects

Location In the region of northern Energia has seven granted base metal Exploration Licences 5 at Gorno and 2 at Val Camonica which are located some ? km’s from .

Location of Energia Minerals projects in Lombardy Province, northern Italy

History This region of Italy has a long history of mining extending back to the Roman period. More recently, work by State controlled Italian companies resulted in delineation of historical mining areas at Gorno, the identification of prospective outcrops at Val Camonica and the discovery of the Novazza and Val Vedello mineralised systems. Activities throughout Italy by all these entities waned during the 1980s and by 2000 all the prospective areas were free of tenements. The Gorno licences cover a number of partly interconnected old mines that were exploited up until the early 1980s. The deposits are Pb-Zn-Ag-Ba-F deposits of the Mississippi Valley Type (MVT) or Alpine Type (APT) and are part of an extensive series of deposits that occur across the Alps and adjacent European Platform. Investigation by Energia’s consultants has established that the Gorno licence areas contain more than 230 km of underground workings and have produced more than 800,000 tonnes of Pb-Zn concentrate from ore averaging around 5-6% combined Zn + Pb. The mines closed in 1985 - apparently still with significant declared reserves - but have been dormant since then. However, of greatest interest is the reported intersection in underground drilling of an underlying "lower plate" mineral system which has not previously been mined.

Geology The Gorno and the Val Camonica granted base metal licences cover old mines and mineral occurrences hosted in mid-Triassic sediments that formed a widespread platform and shelf sequence dominated by carbonates with lesser clastic sediments and rare but numerous distal volcanic units. Energia’s work at Gorno has involved compilation of the extensive historical data, all of which is in Italian and paper-based. A high-resolution digital terrain model (DTM) has been acquired to assist in controlling data location so that structural cross-sections can be drawn up. The Company will also continue geological mapping and sampling to better characterize mineralisation and establish if it is conducive to geophysical detection. The two granted Val Camonica licences are contiguous and situated some 15 km east of Gorno. They overlie approximately 4 strike kilometres of exposed dolomite containing base metal occurrences which have not previously been mined or drill tested. Recent detailed mapping by the Lombardia Geological Survey has correlated this unit with the main host to mineralisation at Gorno.

Sintesi/ evidenze scheda "Progetti Gorno e Val Camonica" (2011)

- 5 licenze di esplorazione per metalli assegnate a Gorno e 2 in val Camonica - le aree (considerando anche quelle per esplorazione uranio) sono libere da vincoli Le esplorazioni condotte dai consulenti di EML (Energia Minerals Limited) hanno stabilito che le aree coinvolte dalle licenze di Gorno sono interessate da più di 230 km di opere sotterranee e hanno prodotto più di 800.000 t di minerali arricchiti di Zn-Pb ricavati da minerale con tenore medio combinato Zn-Pb del 5-6% Le miniere sono state chiuse nel 1985, apparentemente con ancora significative riserve dichiarate Comunque, è di grande interesse la intersezione che si è presentata nella perforazione sotterranea di un sottostante sistema minerale "piano basso" (presumo quello indicato da De Angelis come pannello 7 che scende dai 900 ai 600 metri slm), che non è stato precedentemente esplorato a fondo, ma che sembra essere mineralizzato con tenori economicamente utili. I lavori di EML a Gorno hanno considerato estesi dati storici, tutti presenti in Italia e basati su relazioni scritte. E' stato acquisito un modello digitale ad alta risoluzione del terreno per aiutare la collocazione dei dati in modo che è stato possibile ricavare le sezioni trasversali. La Compagnia vuole continuare la mappatura geologica e il campionamento per meglio caratterizzere la mineralizzazione e stabilire se, per questa indagine, è utile la ricerca geofisica1. Le due licenze accordate in Val Camonica si riferiscono a rocce dolomitiche con uno sviluppo di circa 4 km in superficie, che contengono mineralizzazioni di Zn-Pb che non sono stati precedentemente estratti o esaminati con perforazioni. Recenti mappature dettagliate a cura del Servizio Geologico della Lombardia hanno messo in relazione questa unità con il principale giacimento di Gorno.

Scheda "Progetti Novazza e Val Vedello" (2011) www.energiaminerals.com/italy/novazza-and-val-vedello-projects

Location In the Lombardy region of northern Italy Energia has two application for uranium tenements, Novazza and Val Vedello projects which are located some 60 km’s from Milan.

History The two uranium applications, Novazza and Val Vedello both overlie previously identified significant uranium mineralisation discovered by the leading Italian government-owned company AGIP SpA (now ENI SpA). Both projects contain substantial underground development that was commenced in the early 1980's in anticipation of uranium mining. However this was interrupted when Italy closed down its domestic nuclear power program after a referendum on the subject in 1987. Novazza is situated on a forested hill slope at about 1000 m altitude, some 6 km of underground development exists with offices and workshops under care and maintenance. No ore mining has been conducted to date. Val Vedello lies some 12 km further to the north at higher altitude. In a further referendum held on 13 June 2011, Italian citizens voted to repeal laws passed in the previous year to restart a domestic nuclear energy program in the country. While the outcome of this referendum removes the likelihood of Italian domestic demand for uranium, local consumption is not necessary for the successful exploration for and development of uranium projects - as demonstrated in Australia. The Licences in northern

1 un documento dell'Amministrazione Provinciale di Bergamo "Situazione e prospettive dell'industria mineraria e metallurgica in provincia di Bergamo" (1977) in merito alle potenzialità estrattive riferisce "... va richiamata l'attenzione sul fatto che i milioni di t di minerali accertati e possibili, sono il risultato di prospezioni riferite solo alla decima parte del territorio delle valle del Riso e della val Serina (Conca dell'Alben), fortemente indiziao in quanto a mineralizzazioni". Sergio ritiene che il documento della provincia non contenesse i risultati delle ricerche svolte a fine anni '70 e inizio '80 da Samin-Agip mineraria. In effetti le potenzialità individuate al 1977 "assommavano a 6 milioni t di minerale grezzo e alri 6 milioni t costituiscono attualmente le risorse possibili". A oggi la potenzialità individuata e infatti di 10-15 milioni t di minerale grezzo Italy are located near to other potential markets for uranium within Europe as well as export facilities for the global market. It continues to be Energia's understanding that the nuclear energy laws do not directly affect the authorisation process for the granting of the uranium Exploration Licence Applications in northern Italy; accordingly, the Company will continue to pursue the grant of these licences.

Geology The applications at both Novazza and Val Vedello cover volcanogenic or vein-hosted uranium-polymetallic mineralisation that is hosted in lower Permain volcanics and volcanogenic sediments which originally developed in fault-bound extensional basins over metamorphic basement. The mineralisation comprises the uranium oxide pitchblende associated with massive sulphides (predominantly sphalerite). This style of mineralisation may be responsive to a range of ground based or aerial geophysical techniques and it is significant that a number of other, less well-investigated uranium occurrences are known in the area. AGIP SpA conducted extensive drilling (predominantly underground diamond totalling 2,000 metres) at Novazza in addition to development on three levels. Based on an analysis of this historical extensive work, the Independent Geologist for Energia’s IPO concluded that an Exploration Target of 2.5-3 Mlbs of U3O8 at a grade of between 1,000 ppm to 2,000 ppm U3O8 could be inferred for the Novazza deposit. It is also reported to be open down plunge and along strike. Less information is available for the Val Vedello deposit located within Energia’s second application area in a less accessible area at higher altitude north of Novazza. However, it is regarded by Italian geologists as a similar style of deposit which is possibly larger but of lower grade than Novazza. Energia will continue to work with the Italian authorities to secure the grant of the Novazza and Val Vedello tenements so that due diligence can be performed on the historical work and the potential of these intriguing deposits can be assessed. Sintesi/ evidenze scheda "Progetti Novazza e Val Vedello" (2011)

Entrambe le due domande di sfruttamento, concernenti Novazza e Val Vedello, hanno in precedenza individuato una significativa mineralizzazione di uranio su iniziativa della società a capitale pubblico AGIP spa (ora ENI spa). Entrambi i progetti contengono un importante sviluppo sotteraneo che è stato iniziato nei primi anni '80 in previsione dell'estrazione di uranio. Comunque questa iniziativa è stata interrotta quando l'Italia ha escluso il programma energetico nucleare nazionale dopo un referendum sulla questione nel 1987. Novazza è situata su un pendio boschivo a circa 1000 m di altezza, sono presenti circa 6 km di lavori sotterranei con uffici e costruzioni mantenuti e manutenuti. Nessun minerale è stato estratto fino a oggi. Val Vedello si sviluppa per oltre 12 km verso nord ad altitudine più elevata. In un altro referendum tenutosi il 13 giugno 2011, i cittadini italiani hanno votato per abrogare le leggi approvate nell'anno precedente destinate a far ripartire un programma energetico nucleare nazionale nel paese. Mentre l'esito di questo referendum esclude la prospettiva di una domanda nazionale italiana per l'uranio, un consumo locale non è necessario per una positiva esplorazione e sviluppo dei progetti uranio, come dimostrato in Australia. Le licenze di sfruttamento nel nord Italia sono situate vicine ad altri potenziali mercati per l'uranio, sia in Europa, sia per dimostrare la capacità di esportare nel mercato globale. Rimane il convincimento di EML che le leggi sull'energia nucleare non abbiano direttamente conseguenza sui processi autorizzativi di concessione degli interventi di licenza esplorativa nel nord Italia; di conseguenza la Compagnia vuole continuare nel perseguire la concessione di queste licenze. Questa forma di mineralizzazione, sia a Novazza che in Val Vedello, può essere sensibile a una serie di tecniche riferite al terreno o tecniche geofisiche tramite rilevamento aereo ed è significativo che un gruppo di altre tecniche, meno bene investigate, è conosciuto in questa area. AGIP spa ha condotto ulteriori estese perforazioni (principalmente scavi sotterranei a Novazza per un totale di 2000 m) sviluppate su tre livelli. Basandosi su un'analisi di questo esteso lavoro storico, i Geologi Indipendenti per Energia concludono che un obiettivo di estrazione di 2,5-3 Mlb di ossido di uranio (U3O8) (corrispondenti a 1,1-1,4 milioni t) con tenore fra 1 e 2 ppm di U3O8 può essere dedotto per il deposito di Novazza. Minori informazioni sono disponibili per il giacimento della Val Vedello, situato all'interno di una seconda fase di intervento, in un'area meno accessibile a maggiore altitudine situata a nord di Novazza. Comunque, questo è considerato dai geologi italiani come un deposito di forma simile che è probabilmente più esteso ma a tenore più basso di Novazza2. EML intende continuare a lavorare con le autorità italiane per assicurare lo sfruttamento dei due giacimenti, mantenendo la dovuta assidua diligenza a questo obiettivo, definito in base ai lavori storici, in modo che potrà essere confermata la potenzialità di questi affascinanti depositi.

2 gli australiani non considerano l'ultimo rapporto di fattibilità "ValveNova", presentato da Agip spa nel luglio 1981, relativo allo sfruttamento congiunto dei giacimenti. Il progetto prevedeva il trasferimento sotterraneo del minerale estratto in val Vedello dalla base della miniera allo sbocco della val del Salto, tramite gallerie di ribasso, e collocazione dell'impianto di trattamento in località Cascina di Campo (1400 m), dove sarebbe stato trasferito, con nuova strada da Fiumenero all'area proposta, il minerale proveniente da Novazza. 4. GLI AUSTRALIANI SI PRESENTANO

Convegno “Il distretto minerario Riso-Parina” Gorno, 22 marzo 2014

I video di tutte le relazioni e del dibattito sono visibili al sito https://vimeo.com/album/2811666 Intervento ing. Marcello De Angelis. Impresa Energia Minerals Limited "Lavori di preparazione per la ripresa dell'attività mineraria a Gorno" appunti durante l'intervento Sono segnalate in rosso le integrazioni e rettifiche introdotte successivamente, considerando le affermazioni dell’ing. De Angelis (riportate nell’articolo Eco 23 giugno 2015) Ovviamente le informazioni andrebbero ricavate da una documentazione esplicita e organica e non dall’interpretazione di un articolo di quotidiano

- Energia Minerals Limited presente in Italia dal 2013 - 10 permessi di ricerca richiesti nel 2008 per complessivi 4000 ettari: coinvolgono i Comuni di , , Gorno, Oneta, , Oltre il Colle 1 permesso di coltivazione (“concessione Monica”) già in essere (Val Vedra e Val Parina), acquisito da ENI che l’aveva ottenuto e non l’aveva più sfruttato - L'attività industriale potrà affiancarsi alla fruizione delle miniere per fini storici, culturali, turistici.

La mineralizzazione si riferisce a minerale grezzo con 6% Zn+Pb - fra 1882 e 1978, in 95 anni, prodotte 600.000 t Zn e 55.000 t Pb di minerale arricchito - fra 1970 e 1982: media 36.000 t/anno, picco nel 1978 Fino al 1930 solo Zn ricavato da calamina in superficie, poi nel sottosuolo associato a Pb (e Ag). La mineralizzazione coinvolge Riso (versante seriano) e Parina (versante brembano): - lo sviluppo della coltivazione si estende per oltre 250 km di gallerie disposte su 6 livelli - 12 km di galleria fra Gorno e Zorzone, con due rami val Parina e val Vedra, utilizzata come discenderia per il trasferimento del minerale alla laveria di Oneta

Valutazioni in merito alla potenzialità: - 4 milioni t (minerale grezzo) in posizioni superficiali rimasto sul posto non estratto - 10-15 milioni t (minerale grezzo) fra 900 e 600 m slm dove la mineralizzazione superiore si ripete in profondità Quindi si prevede sfruttamento per una durata di almeno 15-20 anni. Si tratta di Società sul mercato azionario che deve rassicurare gli azionisti che investono: quindi si deve andare in profondità per certificare questa potenzialità stimata.

PROGETTO PRIMA FASE interventi previsti e obiettivi: - messa in sicurezza delle gallerie esistenti per arrivare a "pannello 7" - nuova galleria con perforazione di circa 300 m di profondità (discenderia fino a 700 m), per dare continuità fra giacimenti conosciuti e sfruttati e quelli coinvolti da nuovo sfruttamento per valutare la reale potenzialità - sondaggi per 7 km galleria Forcella periodo: 2014-2015 (attività iniziata nel febbraio 2015) al giugno 2015 eseguiti carotaggi per 1 km galleria Forcella spesa prevista: 1,5 milioni € (4,3 miloni €) aree coinvolte: "pannello 7": lato ovest Val Vedra, località Pian Forcella per sondaggi (ingresso 1980)

SECONDA FASE interventi previsti e obiettivi: - adattamento 12 km galleria discenderia Riso-Parina per consentire il trasferimento del minerale da Val Vedra a Oneta per l'arricchimento 3 - riattivazione della laveria periodo: 2016  spesa prevista: 5-6 milioni € aree coinvolte: galleria discenderia Riso-Parina laveria in contrada Riso 3 In effetti, prima che di adattamento alle nuove esigenze tecnologiche di estrazione e di trasporto, si tratta di completamento dello scavo della galleria Parina – Riso, che all’epoca dell’abbandono delle miniere, fine anni ’70, veniva senza alcun dubbio indicata “come la strozzatura più evidente e più determinante per il funzionamento tecnico- organizzativo della miniera, con ricaduta sui costi di produzione”. SFRUTTAMENTO INDUSTRIALE interventi previsti e obiettivi: - costruzione nuova laveria a Gorno (contrada Riso) in 2 anni - “attività piena” prevista per almeno 10-15 anni con estrazione annua di circa 500 mila t

periodo: l’estrazione industriale viene prevista per fine 2017 spesa prevista: 50 milioni € per la messa in produzione aree coinvolte: estrazione: Val Vedra e Val Parina discenderia: galleria Riso-Parina laveria in contrada Riso occupazione: 250 persone a pieno regime

Affermazione in merito al costo del lavoro: per la situazione italiana questo problema viene ritenuto "irrilevante" rispetto a quello presente in Australia

Osservazioni dott. geol. Sergio Chiesa (moderatore del Convegno)

Il percorso che porta a riconsiderare lo sfruttamento minerario potrebbe avere escluso l’acquisizione di pregresse e solide conoscenze in merito all’attività mineraria, in particolare rispetto alla complessità dello sfruttamento, alla stabilità del sottosuolo e alle ricadute per quanto riguarda la circolazione idrica sotterranea. Queste conoscenze avrebbero potuto rendere più complessa la riapertura delle miniere e forse con riscontri economici meno appetibili.

"Vi è/potrebbe esserci un altro tipo di interesse da parte della Società: dopo avere acquisito i diritti di estrazione, la Società avvia le attività prima indicate per non far decadere le concessioni già attive e quelle opzionate (durata 99 anni): infatti è necessario dimostrare di svolgere qualche attività (ricerca, manutenzione, ecc.), per non fare decadere le concessioni. I minerali verrebbero poi estratti dove ci sono meno limitazioni ambientali e normative, in genere anche a tenori più bassi dei nostri, in quanto le coltivazioni a cielo aperto sono più vantaggiose, non per l'ambiente, ma solo per l'economicità dell'attività estrattiva. Le operazioni di controllo delle risorse della Val Seriana sono/potrebbero essere destinate a mantenere il controllo del mercato e quindi tenere alto il prezzo dei minerali estratti a cielo aperto a costi inferiori."

“Le tre grandi miniere di zinco al mondo, in Australia, in Irlanda e in Namibia, stanno per chiudere, entro la fine del 2015. Hanno ormai esaurito il materiale da estrarre. A quel punto il prezzo dello zinco si alzerà notevolmente” Considerando questo contesto di prezzi più elevati, la miniera della Val del Riso perde la sua valenza strategica e acquisisce economicità dell’attività estrattiva.

"Comunque se gli amministratori non riescono a capire quale è l'impatto di estrazioni minerarie moderne; di conseguenza non sono in grado di porre con urgenza una serie di paletti rispetto a emissioni, alterazioni idriche e traffico su strade pubbliche. Gli australiani si sono messi in regola nei confronti delle normative minerarie italiane." 5. IL RISICO DI EMI

Sintesi nuove informazioni a giugno 2015 articolo Eco 23 giu 2015 (affermazioni ing. De Angelis) rispetto a marzo 2014 (Convegno Gorno) - il progetto è slittato di 1 anno (da inizio 2014 a febbraio 2015) - la spesa previta per la fase conoscitiva triplica (da 1,5 a 4,3 milioni €) - i permessi di ricerca dopo i primi 6 Comuni, ora coinvolgono già 15 Comuni - la discenderia prosegue fino a 700 m di profondità (rispetto ai 300 m prima dichiarati) consentendo di estendere la valutazione della potenzialità in misura ben più rilevante - previsto sfruttamento industriale a partire da fine 2017 - occupazione 250 persone a pieno regime

Principali interrogativi E’ evidente che l’attività condotta in località Zorzone, periferica e non visibile rispetto a Oltre il Colle, con trasporto sotterraneo a Oneta-Gorno del materiale estratto, implica un impatto relativamente limitato, quanto meno per quanto riguarda l’aspetto visivo e del trasporto. Il vero problema industriale e ambientale è costituito dallo sfruttamento, che implica l’insediamento del sito di trattamento a Gorno. Questo problema non è ancora stato effettivamente percepito nella sua dimensione, perché la sensibilità locale rispetto alle miniere fa riferimento all’attività storica ormai conclusa. Considerando l’ultimo periodo di sfruttamento (attività terminata nel 1982), i dati ricavati da “Situazione e prospettive dell’industria Mineraria e Metallurgica in Provincia di Bergamo (Amministrazione Provinciale di Bergamo, ottobe 1977), indicano che nel 1976 sono state estratte 170000 t di minerale (rispetto a una previsione di 255000 t). Ora è stato dichiarato uno sfruttamento di 500000 t/anno, cioè tre volte superiore. Ma per meglio definire questo aspetto cruciale vanno individuati correttamente i quantitativi di “minerale estratto”, “minerale arricchito”, dipendenti dai tenori in metallo, e di conseguenza quantitativi di “metallo prodotto”.

- nessuna informazione in merito a nuova laveria (fasi principali: frantumazione, inserimento reattivi, arricchimento, lisciviazione) - nessuna informazione in merito a collocamento “inerti” e residui trattamenti - nessun approccio in merito all’intero “ciclo di vita” dell’attività (fase conoscitiva, estrazione, trattamento del minerale, dismissione/sospensione dell’attività estrattiva e di sfruttamento industriale, collocamento residui) E sì che la Val del Riso dovrebbe avere ricordo di cosa ha significato l’abbandono delle precedenti attività condotte e delle eredità lasciate senza controllo - nessuna cauzione/ fideiussione in merito alla gestione dell’attività industriale e alle future eredità

Molti dubbi sulla possibilità di occupazione di 250 persone in regime di sfruttamento. Quando le miniere sono state chiuse nel 1982 gli occupati erano 252. Ora si annunciano gli stessi occupati prevedendo prevedendo l’estrazione di 500000 t/anno, cioè tre volte il volume trattato nel 1982. Considerando le modalità lavorative e l’evoluzione tecnologica intervenuta in 35 anni, è molto discutibile pensare che la produttività per addetto (cioè la quota di materiale trattato per ogni occupato) sia solo triplicata. A titolo di confronto si tenga presente che nel settore metallurgico, la produttività fra il 1982 e oggi è aumentata da 5 a 10 volte. Di seguito un contributo alla lettura di quanto presente nel portale SILVIA Regione Lombardia (http://www.cartografia.regione.lombardia.it/silvia/jsp/procedure/elencoProcedure.) in merito alle richieste di Energia Minerals Italia. In pratica i documenti presentati nella stessa data sono repliche che si differenziano esclusivamente per l’area per la quale viene chiesta la ricerca. Allo stato attuale l’unica attività richiesta, non riguardante la ricerca, si riferisce alla nuova discenderia della galleria Forcella, dove l'adeguamento della galleria è iniziato nel febbraio 2015, lavoro inserito in una domanda di ricerca conferito. Le informazioni tecniche e gli spunti ambientali presenti nei documenti sono veramente pochi e si è ritenuto di segnalarli.

Attività di ricerca Energia Minerals Italia prosegue l’intensa attività di ricerca che copre tutte le Prealpi Orobiche, integrando i 10 permessi di ricerca richiesti nel 2008 e nel 2013 per complessivi 4000 ettari, che avevano coinvolto i Comuni di Ardesio, Premolo, Gorno, Oneta, Roncobello, Oltre il Colle.

La situazione attuale è sintetizzata in tabella.

Una prima semplice considerazione: non si può continuare a ritenere che questa attività, con gli sviluppi possibili, debba essere affrontata con la logica della “val del Riso”, anche solo considerando che (per ora) coinvolge il territorio di 15 diversi Comuni. L’attività di ricerca può prospettare una futura attività estrattiva ben più ampia di quella già prevista a partire dal 2017 con lo sfruttamento del polo minerario Parina – Riso. Un’attività di questo tipo coinvolgerebbe in modo integrato l’intera fascia delle Prealpi e la convenienza economico e tecnica potrebbe affiancare alla prevista nuova laveria in contrada Riso un ulteriore polo di trattamento baricentrico per l’area brembana. Si consideri inoltre che la ricerca è stata sviluppata anche nell'area del Monte Pora e Monte Covolo ("progetto Val Camonica": si veda precedente scheda al Capitolo 3) e che potrebbe pure coinvolgere l'area del Pian dei Resinelli (provincia di Lecco). Nella carta si possono localizzare e distinguere: - i “permessi vigenti” a marzo 2014, richiesti nel 2008 (bordo marrone) e nel 2013 (bordo bruno) - i “permessi richiesti” nel settembre 2014 (bordo giallo) e giugno 2015 (aree verdi) Ogni permesso prevede una tempistica di 2 anni e i lavori di ricerca si svilupperanno nell’arco di 3 anni. Come si può osservare dalle aree baricentriche dell’attività mineraria storica (Vedra, Parina, Arera, Riso) la ricerca integra queste stesse aree e progressivamente si estende a est e a ovest, coinvolgendo l'intera fascia delle Prealpi Orobiche da alla piana di . La prevista attività di sfruttamento minerario ad ora non ha previsto un adeguato studio riferito al sottosuolo, in particolare per quanto concerne la circolazione delle acque sotterranee e le alterazioni che gli scavi dell’attività estrattiva potrebbero indurre. E’ evidente l’importanza di questo aspetto per quanto riguarda la salvaguardia delle caratteristiche carsiche del territorio e per quanto concerne il prelievo di acqua per i diversi utilizzi. Nella Valutazione di Incidenza, prodotta da EMI nel giugno 2015, l'unico riferimento alla sfera idrica consiste nella sovrapposizione dell’area oggetto di ricerche e coltivazione con la carta idrografica ripresa dalla Regione Lombardia. Vale a dire: quello che si vede in superficie, ma nulla in merito al sottosuolo.

Interferenza con aree a maggiore tutela La mappa predisposta da EMI mostra l’inserimento delle aree di concessione mineraria (concessione Monica) e dei permessi di ricerca vigenti e oggetto di richiesta con il Parco delle Orobie Bergamasche e i SIC (Val Nossana – Cima di Grem, Valle Parina), senza alcuna ulteriore informazione o valutazione.

Scavo nuova galleria di ricerca All’attività di ricerca prima sintetizzata si affianca una richiesta del 25 maggio 2015 inserita nella concessione mineraria (“concessione Monica” riferita a Val Vedra e Val Parina) (bordo rosso nella cartina)4 acquisita direttamente da ENI, come previsto nel progetto illustrato a marzo 2014. I lavori sono stati affidati alla ditta Edilmac di Gorle, incaricata di eseguire gli interventi di ripristino e messa in sicurezza delle gallerie esistenti e delle pertinenze minerarie presenti nei permessi in concessione, in particolare l’adeguamento e il rifacimento della galleria Parina – Riso (galleria/ discenderia Forcella), destinata ad avviare il minerale all’impianto di laveria in contrada Riso5.

La richiesta si riferisce allo scavo di una nuova galleria di ricerca (“nuova discenderia”) destinata a integrare le conoscenze rispetto alla potenzialità di questa area. L’intervento prevede: - messa in sicurezza di gallerie esistenti per accedere alle zone mineralizzate esistenti e valutare la quantità e i contenuti dei minerali utili; - nuova discenderia di altezza 3,5 m, larghezza 3,0 m, lunghezza di 700 m, con pendenza 12°; - operazioni di perforazione, carico e brillamento volata; - operazioni di smarino, smarino che affermano sarà depositato nei cunicoli di galleria sterili indicati dalla Direzione Lavori; - consolidamento del cavo con le tecniche più idonee e prescritte dalla direzione Lavori (bulloni da roccia, rete metallica, spritz beton e centine metalliche (ipotesi EMI: 90% roccia sana, 10% roccia scadente). Il progetto indica lo scavo di 4298 mc, mentre il conto corretto riferito alla nuova discenderia indica 7350 mc, e andrebbero pure considerati i volumi che derivano dai tre box per i sondaggi (altri 800 mc) e i volumi che derivano dall’adeguamento della galleria Forcella per accedere al punto di inzio della nuova discenderia (altre migliaia di mc). Comunque lo smarino di almeno 10000 mc, frantumato, diventa un volume di oltre 20000 mc, cioè 25000 t di roccia che corrispondono al carico di 600 autocarri stradali.

4 La “concessione Monica” individuata in figura si riferisce alla “concessione Monica Zorzone”, ma sono presenti altre aree con “concessione Monica Riso” e “concessione Monica Riso Parina”. 5 Il rifacimento della galleria, avviato nel febbraio 2015, è un lavoro previsto e conferito riferito a una richiesta di ricerca (progetto "Gorno"). Per quanto concerne le implicazioni di questa attività, così si legge nella richiesta: “I lavori previsti per l’esecuzione della galleria di ricerca si svilupperanno nell’arco di circa tre mesi e non comportano alcun impatto ambientale in quanto sono basati essenzialmente su operazioni in sotterraneo che utilizzano infrastrutture già esistenti”.6. LE OSSERVAZIONI

Osservazioni alla Istanza di Verifica di assoggettabilità a V.I.A. della Regione Lombardia, ex art. 6 e 23 del d.lgs 152/06 ed ex artt. 4 e 5 della l.r. n. 5/2010, per lo scavo della galleria di ricerca in località Zorzone, di Oltre il Colle presentata in data 16-06-2015 alla: Struttura Cave e Miniere Cave, U.O. Attività’ Estrattive, Bonifiche e Pianificazione Rifiuti, Direzione Ambiente, Energia e Sviluppo Sostenibile, Piazza Città di Lombardia, 1 – 20124 Milano

Il Coordinamento Orobievive - costituito per la difesa delle Orobie da: WWF Sezione di Bergamo, Italia Nostra sezione di Bergamo, Legambiente sezione di Bergamo, FAB Flora Alpina Bergamasca, Serianambiente, Mountain Wilderness e privati cittadini – ai sensi della normativa regionale regolante la procedura di impatto ambientale, presa visione della documentazione presentata da Energia Minerals s.r.l. relativa al progetto di cui all'oggetto, formula le seguenti osservazioni: a) Lo Studio Preliminare Ambientale, sia nell’introduzione che al punto 3 afferma che le attività previste “non comportano alcun impatto ambientale in quanto sono basati essenzialmente su operazioni in sotterraneo che utilizzano infrastrutture già esistenti”. Lo scrivente osserva che è oltremodo singolare e riduttivo delle ripercussioni generali delle attività esercitate il ritenere che abbiano impatto ambientale solo quelle svolte fuori terra, quando è evidente l'importanza del sottosuolo ai fini della sana vivibilità di tutto l'ambiente. b) Al punto 4 sempre dello studio ambientale: Caratteri fisiografici, nella descrizione della rete idrografica non si prende in considerazione la circolazione idrica sotterranea che in tutto il comprensorio oggetto dello studio è caratterizzato da diffusi fenomeni carsici e dalla presenza di sorgenti utilizzate per l’approvvigionamento idropotabile di un vasto territorio. Al proposito nelle Note illustrative del Foglio “Clusone” del Progetto CARG si legge: “Sorgenti di portata notevole sono captate per uso pubblico: le principali sono la Sorgente Nossana e la Sorgente del Ponte del Costone, che portano acqua alla città di Bergamo. La Sorgente Nossana (JADOUL et alii, 1985), ubicata nella parte finale della valle omonima che sbocca in Valle Seriana presso l’abitato di Premolo, è una sorgente carsica alimentata da Nord dal massiccio carbonatico del Molte Arera - Cima del Fop - Monte Secco, nel quale sono riconoscibili scaglie tettoniche prevalentemente costituite da calcare di Angolo e calcare di Esino, accavallate a dare un antiformal stack. Il versante meridionale massiccio è ricoperto dalla successione terrigeno-carbonatica carnica, che costituisce un buon orizzonte di protezione per l’acquifero carsico sottostante. La portata della Sorgente Nossana è considerevole: la portata di magra non è mai scesa al di sotto dei 900 l/s (mese di febbraio) e 1500 l/s (resto dell’anno), mentre la portata massima, in concomitanza con eventi piovosi importanti, raggiunge anche i 20.000 l/sec, con temperature costanti nel corso dell’anno e comprese tra 5 e 8°C. La durezza dell’acqua relativamente bassa (11° F) considerate le rocce calcaree che costituiscono l’acquifero, indica probabilmente un breve tempo di permanenza delle acque nell’acquifero stesso. L’acqua si presenta costantemente limpida; opalescenze ed intorbidamenti sono segnalati solamente nei periodi di persistenti precipitazioni. Le sorgenti del Ponte del Costone (le sorgenti captate, a distanza di poche decine di metri tra di loro, sono tre) sono ubicate pochi chilometri a valle della Sorgente Nossana, lungo l’alveo del Fiume Serio. L’acquifero di queste sorgenti è di natura differente: le acque fuoriescono nella parte inferiore della Dolomia Principale e la presenza di questo acquifero è probabilmente legata alla presenza di famiglie di fratture che favoriscono la venuta a giorno delle acque. La prossimità di queste sorgenti con il Fiume Serio le rende molto più vulnerabili: interventi di impermeabilizzazione dell’alveo sono stati realizzati in prossimità delle sorgenti per diminuire il rischio di contaminazioni della falda da parte delle acque superficiali. Le sorgenti del Ponte del Costone hanno una portata media compresa tra 20 e 50 l/sec.” c) Al punto 6 Geomorfologia non si accenna alla presenza, “in sotterraneo” di numerose grotte presenti nel relativo Catasto. Si rimanda al sito: “http://www.lavoro.regione.lombardia.it/shared/ccurl/365/858/13_Tognini_Grotte_e_carsismo.pdf” d) Al punto 7 Effetti del progetto sull’ambiente. Viene ribadito il concetto che il sotterraneo non è parte dell’ambiente “L’esecuzione dello scavo della galleria di ricerca non comporterà effetti sull’ambiente circostante in quanto le operazioni avverranno esclusivamente in sotterraneo ed il materiale di risulta sarà riposto in gallerie non utilizzate della miniera.”

Per quanto sopra illustrato lo scrivente Orobievive richiede che l'istanza avanzata da Energia Minerals s.r.l. e relativa allo scavo della galleria di ricerca in località Zorzone, comune di Oltre il Colle, venga sottoposta a Valutazione di Impatto Ambientale e che nella stessa siano approfonditi in modo esaustivo quanto meno i punti critici sopra elencati.

Bergamo, 30 luglio 2015

Osservazioni alla Istanza di Verifica di assoggettabilità a V.I.A. della Regione Lombardia, ex art. 6 e 23 del d.lgs 152/06 ed ex artt. 4 e 5 della l.r. n. 5/2010, Procedura SILVIA - Verifiche n. 1908 Ra " Permesso di ricerca per piombo, zinco, argento e minerali associati denominato Brembo ricadente nel territorio dei comuni di , , Lenna, Piazza Brembana, Roncobello, e Serina in provincia di Bergamo" e Verifica 1910 Ra "Permesso di ricerca per piombo, zinco, argento e minerali associati denominato Serio ricadente nel territorio dei comuni di Ardesio, Oltre il Colle, Oneta, , Ponte Nossa e Premolo in provincia di Bergamo" entrambi presentati nell'ambito della procedura Silvia da Energia Minerals. Lo scrivente Orobievive, coordinamento per la difesa ambientale delle Orobie bergamasche, costituito da WWF sezione di Bergamo, Legambiente sezione di Bergamo, Italia Nostra sezione di Bergamo, Flora Alpina Bergamasca, Serianambiente, Mountain Wilderness e numerosi aderenti privati, ai sensi della normativa in vigore presenta le seguenti osservazioni ai progetti sopraindicati denominati Brembo e Serio presentati dalla società Energia Minerals Srl di diritto italiano, a capitale australiano. Premettiamo innanzitutto che le attività oggetto della richiesta rappresentano un primo passo per un consistente intervento che potenzialmente interesserà, con interventi assai impattanti, una estesissima area ad elevatissimo valore ambientale. Infatti l’attività di ricerca "Brembo - Serio" può prospettare una futura attività estrattiva ben più ampia di quella già prevista a partire dal 2017 con lo sfruttamento del polo minerario Parina – Riso, coinvolgendo in modo integrato l’intera fascia delle Prealpi.

Per quanto riguarda le rilevanze ambientali più significative, si segnalano di seguito alcuni aspetti.

1. La prevista attività di sfruttamento minerario ad ora non ha previsto un adeguato studio riferito al sottosuolo, in particolare per quanto concerne la circolazione delle acque sotterranee e le alterazioni che gli scavi dell’attività estrattiva potrebbero indurre. E’ evidente l’importanza di questo aspetto per quanto riguarda la salvaguardia delle caratteristiche carsiche del territorio e per quanto concerne il prelievo di acqua per i diversi utilizzi, in particolare per la risorsa destinata alle attività civili. Nella Valutazione di Incidenza (Punto 5.2 Ambiente idrico superficiale), con l’Elaborato 3, è stata sovrapposta l’area oggetto di ricerche e coltivazione con la carta idrografica ripresa dalla Regione Lombardia. E' evidente che la lettura dell’ambiente idrico di superficie non restituisce alcuna informazione in merito a quanto può venire modificato nel sottosuolo e alle eventuali conseguenze rispetto al prelievo delle risorse.

2. Lo Studio Preliminare Ambientale (Punto 3. Parchi e siti di importanza comunitaria) e la Valutazione di Incidenza (Punto 4. Parchi e zone SIC) mostra l’inserimento di una sola area di concessione mineraria (concessione Monica Zorzone) e dei permessi di ricerca vigenti e oggetto di richiesta con le aree individuate "a maggiore tutela", cioè il Parco delle Orobie Bergamasche e i SIC (Val Nossana – Cima di Grem, Valle Parina). Anche in questo caso è evidente che la sovrapposizione cartografica non può restituire alcuna informazione ambientale rispetto a cosa viene modificato: in particolare non viene precisato lo stato di fatto ambientale e le modifiche che vengono introdotte.

3. L'attività di ricerca rappresenta il primo passo di un'attività che si sviluppa successivamente; il vero problema industriale e ambientale è sicuramente costituito dallo sfruttamento del minerale che verrà estratto. E' evidente che tale attività dipende dai risultati che verranno acquisiti in fase di ricerca e quindi allo stato attuale non possa essere compiutamente definita. Riteniamo che comunque, anche in questa fase preliminare, debba essere sviluppato un approccio che tenga presente l’intero scenario industriale previsto, quindi con riferimento all’intero “ciclo di vita” dell’attività (fase conoscitiva, estrazione del minerale, trattamento del minerale, trasporto, dismissione/sospensione dell’attività estrattiva e di sfruttamento industriale, collocamento residui, gestione dell'attività dismessa) individuando le più importanti decisioni e delineando il loro impatto. Solo in questo modo la comunità può acquisire elementi utili ad assumere decisioni consapevoli.

Per quanto sopra, essendo evidente che i due studi preliminari ambientali non comprendono una descrizione esaustiva del progetto e sono carenti nel fornire gli elementi necessari per valutare i principali effetti che essi possono avere sull'ambiente, chiediamo che essi vengano sottoposti a Valutazione di impatto ambientale. Distinti saluti. Orobievive 7 agosto 2015 7. I PROVVEDIMENTI REGIONALI

Lettura Dispositivo Regionale del 15 aprile 2014 di Conferimento Permesso di Ricerca "Vedra North" (Progetto "Gorno") del 20 marzo 2013 (Provvedimenti identici per gli altri permessi di ricerca riferiti alle tavolette adiacenti)

Il documento allegato è evidenziato per cercare di selezionare nella prosa amministrativa le frasi più significative. Per inquadrare il provvedimento regionale, che ha visto una Conferenza dei Servizi in data 27 febbraio 2014, ricopio dal programma dei lavori EMI le attività previste

5. Previsione di spesa per i primi due anni nei permessi richiesti e in concessione. Euro A. Negoziato per garantire accesso in sottosuolo 40.000 B. Ispezione in sottosuolo e rapporto sulla sicurezza 25.000 C. Sistemazione di tratti della discenderia Riso-Parina 250.000 D. Acquisizione del modello 3D dei lavori in sotterraneo e controlli topografici accurati 40.000 E. Localizzazione dei sondaggi eseguiti in precedenza e conferma dei risultati ottenuti e dei metodi analitici 25.000 F. Acquisizione e digitalizzazione dei dati precedenti per eseguire estimo delle riserve esistenti su base JORC 50.000 G. Rilevamento geologico e campionatura in sotterraneo 40.000 H. Analisi chimiche e spese di spedizione campioni 25.000 I. Rilievi geologici in superficie e analisi strutturale in sotterraneo 40.000 J. Campionatura per definizione geochimica e geofisica delle rocce 20.000 K. Perforazioni in sotterraneo e analisi chimiche 100.000 L. Rilievi EM e IP per controllo giacimentologico 75.000 M. Definizione delle riserve su base JORC 80.000 N. Spese generali (trasporto, vitto, alloggio, ecc.) 50.000 O. Stesura rapporti 20.000 P. Spese generali (gestione e supervisione) 80.000 TOTALE € 960.000

Vengono prescritte: - "cautele e misure necessarie ad assicurare la stabilità del terreno" - "tutte le soluzioni tecniche più idonee a minimizzare gli impatti generati e a garantire la massima tutela di suolo e sottosuolo, vegetazione e ambiente idrico, nonché le condizioni di sicurezza degli addetti ai lavori". Queste sono le frasi tipiche di chi esprime pareri, ma non assume alcuna responsabilità di prescrivere specifiche soluzioni, lasciando quindi le scelte da effettuare nelle mani di chi esegue. Ricordo che il controllo delle condizioni di lavoro per cave e miniere è avocato a organismo regionale (anziché ai Dipartimenti di Prevenzione delle ASL). Questa soluzione discende da presunte maggiori competenze richieste, ma spesso comporta maggiori connivenze fra controllato e controllore. Viene richiesta: - "immediata comunicazione alla Sopraintendenza Archeologica nel caso di rinvenimento di reperti archeologici durante le operazioni di campionamento": a tale proposito viene prescritto che "le attività di ricognizione devono essere effettuate con l'assistenza di un archeologo" - il versamento di canone anticipato di 3,97 € per ogni ettaro (1588 euro per i 400 ettari di ogni tavoletta). Dispone che ulteriori attività di ricerca siano sottoposte a una Valutazione di Incidenza Ambientale6.

Come si legge nel programma dei lavori è contemplata anche la “sistemazione di tratti della discenderia Riso-Parina”, che prevede scavi e collocazione dello smarino. Non si comprende quindi perché per questa attività la Regione, richiamando decreti precedenti, ma trascurando che si eseguivano scavi sotterranei, abbia escluso la procedura di VIA.

Lettura Nota Regionale 20 agosto 2015

Solo in seguito alle osservazioni pubbliche, la posizione regionale che escludeva procedura di VIA viene rivista e in parte contraddetta con la nota del 20 agosto 2015 in cui viene chiesta documentazione integrativa in merito a: - studio idrogeologico in merito alla circolazione idrica sotterranea - geomorfologia con riguardo alla salvaguardia delle caratteristiche carsiche - verifiche di stabilità in merito alla meccanica delle rocce - piano di gestione dei rifiuti - adeguato studio di incidenza ambientale. Questa nota costituisce sicuramente un elemento positivo, che chiede di affrontare alcuni importanti aspetti coinvolti già in questa fase preliminare. Ma il dubbio è che queste integrazioni possano essere esaustive nel tempo di 30 giorni, risolvendo le osservazioni in una risposta senza concreto spessore conoscitivo, almeno per alcune integrazioni. Oppure verrà richiesta proroga nei tempi, avviando di fatto la procedura che affronta le problematiche ambientali, ma riferite a solo queste fasi preliminari all'attività di sfruttamento.

6 infatti le successive richieste di ricerca comprendono un documento con questo titolo, ma completamente generico e inefficace ai fini di delineare gli impatti ambientali indotti. 9. RIFLESSIONI

Spunti dalla lettura del documento "MINIERE TRADITE" note a "cancellazione della memoria storica e blocco del turismo" Per quanto riguarda i volumi da collocare, derivanti dalla selezione del minerale. Questi sono pari a circa 3 volte i volumi cavati: 15 milioni t di minerale cavato corrispondono a 6 milioni di m cubi di roccia compatta, che diventano circa 18 milioni di m cubi di roccia frantumata; questo volume corrisponde a quello trasportabile da circa 400000 autocarri da caricare e da destinare al trasporto sotterraneo o di superficie. I 400000 autocarri in 10 anni di attività corrispondono a 200 trasporti al giorno. "Il materiale di scarto verrà scaricato nelle gallerie già esistenti" Andrebbero fatte valutazioni in merito alla reale fattibilità di utilizzare il sottosuolo: occorre considerare che i cunicoli esistenti non risultano fruibili da mezzi moderni e quindi il trasporto e deposito del materiale di scarto dovrebbe prevedere impegnativi lavori di preparazione e specifiche infrastrutture.

"Montagna che si farà radioattiva" E' dimostrata l'esposizione degli addetti che operano nel sottosuolo ai prodotti di decadimento del gas radon, esposizione lavorativa che determina un "significativo incremento" della mortalità per tumori polmonari. Questo rischio è documentato anche dall'indagine epidemiologica Studio di mortalità dei minatori di piombo-zinco della Val Seriana, pubblicata da R. Paganoni, M. Ronchin e altri nel 1989 sulla rivista "La Medicina del lavoro" numero 80-6. Lo studio ha considerato 1392 addetti nel periodo 1950 - 1980 e conclude: "I minatori della Val Seriana mostrano elevati tassi di mortalità per tutte le cause, con particolare riferimento alle malattie respiratorie (soprattutto la silicosi), al tumore polmonare e alla tubercolosi". Come risaputo, la radioattività che deriva dai prodotti di decadimento del radon decade in breve tempo e non coinvolge le rocce portate in superficie. Sembra fuorviante raccogliere paura irrazionale su una affermazione non corretta, cioè affermare che le rocce cavate in val del Riso siano radioattive.

Sembra pretestuoso appellarsi alla conservazione degli "antichi tracciati del sottosuolo", se si osserva che tipo di conservazione è stata fatta per i manufatti che si possono osservare in superficie, ma anche rispetto alla complessiva tutela del territorio. nota a "l'uranio che verrà" "I giacimenti di Novazza, considerata la vicinanza geografica, sarebbero collegabili tramite gallerie alle miniere della val Parina" Una galleria rettilinea che collega Novazza con la testata della Val Parina (Zorzone), oppure Gorno, sarebbe lunga 27 km; occorre poi considerare che per non uscire in superficie in corrispondenza alle intersezioni della Val Grabiasca, della Val Sanguigno e della Val Canale, la galleria dovrebbe ribassarsi rispetto alle quote di ingresso e di sbocco. Lo scavo di questa galleria non rientra fra le concessioni attualmente già acquisite da EML note a "quale alternativa" Due obiezioni che sono preliminari e decisive: - il nostro futuro non prevede impiego di zinco e piombo? - le risorse materiali le facciamo sempre e comunque estrarre da altri, lontano da noi? Questo non significa assolutamente accettare l'intervento e i programmi di EML, ma esprime la necessità di potere entrare nel merito delle scelte industriali e discutere le condizioni di approvvigionamento. Ovviamente è diverso il discorso in merito all'opposizione riferita all'estrazione di uranio. Negli anni 1978-80 abbiamo affermato: "la miniera non serve perché non intendiamo consumare l'energia elettrica che si può produrre con questo uranio: gli stessi investimenti destinati a estrarre uranio e produrre energia nucleare consentirebbero di realizzare risparmi e razionalizzazione dei consumi in misura molto più elevata rispetto alla quota di energia elettrica che verrebbe prodotta". Questa opposizione è preliminare all'estrazione di uranio, senza neppure considerare la problematica del rischio per le persone, per l'ambiente e per l'organizzazione sociale riferito a tutto il ciclo di vita dell'energia nucleare.

"I luoghi meritano di essere difesi e valorizzati, anziché svenduti e avvelenati in nome del profitto" Il raddoppio della discarica della val di Rogno, nei comuni di Gorno e Premolo, poteva essere bloccato, anche alla luce dei programmi industriali indicati dalla stessa Pontenossa spa; la Società prevedeva, in sede di raddoppio dell'attività di trattamento dei fumi di acciaieria realizzato fra il 2003 e il 2010, il trattamento delle scorie, evitando appunto la discarica, il raddoppio dell'attività produttiva e dell'occupazione. Le Amministrazioni e la comunità hanno invece accettato il raddoppio della capacità produttiva, il raddoppio della discarica e il calo dell'occupazione.

Risorse Rispetto alla vicenda EMI molti interventi hanno sottolineato la necessità di non assumere una posizione di rifiuto, ma di esprimere la necessità di potere comprendere le condizioni dell’intervento per potere decidere in maniera consapevole. Sergio ha sempre voluto precisare che la Legislazione che regola l’attività mineraria ha un profilo particolare (decisioni avocate a livello nazionale, poi delegate alle regioni, durate molto lunghe di 99 anni) perché è stata considerata la complessità dell’impegno economico e tecnico, ma anche soprattutto perché si è considerato il sottosuolo come il contenitore delle risorse, che devono tenere conto di una esigenza generale e non localistica (quello che ora definiamo “bene comune”). Nella situazione attuale questa legislazione, anziché tutelare gli interessi comuni, socializzando le risorse, si rivela invece una gabbia che rende molto difficilmente opponibili le decisioni di chi ora detiene i permessi di ricerca e di sfruttamento. Tanto più considerando che negli anni ottanta l’Italia ha abdicato all’attività mineraria (ma non solo a questa), rinunciando ai permessi di ricerca e all’attività progettata7. Questi permessi sono ora detenuti da una multinazionale australiana, che li sta estendendo a tutta la fascia delle Prealpi. Diventa evidente la difficoltà a interferire con una organizzazione di questo tipo in un contesto che ritiene il liberalismo economico la risposta ideale. Questa situazione è assimilabile a quella di altri continenti dove le multinazionali sono proprietarie e gestiscono risorse energetiche, risorse idriche, risorse di materie prime.

Dimensione economica dell'attività EMI prevede 250 persone occupate a regime per l’attività estrattiva. Questo significa un impegno economico superiore ai 15 milioni di euro per il costo del personale ogni anno (ipotizzando un costo lordo medio di 60000 euro/ anno per addetto). Questo importo sembra troppo elevato8, non coerente con il risultato economico che deriverebbe dall’attività prevista, riferito a 500.000 t di minerale estratto ogni anno, con tenore 6% Zn. 30.000 t di Zn corrispondono a un valore commerciale di qualche decina di milioni di euro (40-50, ma con tutte le incertezze per una valutazione che considera un valore monetario e non strategico). Va inoltre considerato che l'attività estrattiva deve poi essere seguita da tutte le fasi di lavorazione industriale per ottenere metallo. E’ interessante affiancare questo fatturato con i bilanci dei Comuni (qualche unità o frazione di milione di euro per ogni Comune) dove l’attività è localizzata per comprendere la sproporzione fra i protagonisti in gioco e di conseguenza gli interessi economici che si confrontano.

GESTIONE DELLE RISORSE Proviamo a confrontare due situazioni molto vicine: la ripresa dell’attività mineraria e l’attività della Pontenossa spa. Le scelte che sono state fatte in merito alle due attività dalle Amministrazioni, in primo luogo dai Comuni, sono quanto meno paradossali. I valori economici delle risorse possono essere schematizzati, con alcune ipotesi semplificative. Da una parte si delinea l’attività EMI che coinvolge 15 Comuni per ricavare 50 milioni di euro ogni anno per un periodo che viene ora indicato in 10-15 anni: quindi una risorsa che si vuole estrarre per ricavare un valore di 500-750 milioni di euro per le risorse Zn e Pb. L’altra situazione, che coinvolge 3 Comuni, si riferisce a un’attività industriale di recupero di rifiuti industriali (gli stessi metalli: Zn e Pb da fumi di acciaieria), che è stata avviata nel 1982 e che proseguirà quanto meno fino al 2025. La lavorazione di Ponte Nossa consente di ricavare da 42.000 a 60.000 t di "ossido Wealz", che corriponde al recupero di 32.000 t di Zn ogni anno e, dopo l'incremento di attività del 2005, di 46.000 t di Zn sempre ogni anno. Quindi un'attività concentrata in un unico stabilimento, che restituisce "più risorsa" rispetto all'attività estrattiva che si prospetta.

7 SAMIN nel 1982 ha redatto un importante e dettagliato piano di ricerca rispetto alle potenzialità minerarie italiane ... 8 Anche questa valutazione porta a ritenere che i 250 addetti previsti a piena attività siano un annuncio che sovrastima. In questo conto è stato trascurato il recupero del piombo; va poi ricordato che il recupero dei metalli dai fumi di acciaieria si interrompe a metà strada e accumula nella discarica della val di Rogno un residuo industriale che ingloba un valore di ulteriori milioni di risorse ogni anno.

APPROCCIO L’attività estrattiva di grande rilevanza industriale e ambientale va affrontata con gli strumenti che negli anni sono stati perfezionati (Analisi ciclo di vita, Analisi costi - benefici). Analisi del ciclo di vita Questa analisi, per potere esprimere risultati efficaci, deve essere condotta prima di avviare l’attività e non successivamente per misurarne, ed eventualmente, mitigarne gli impatti. Questa analisi prevede anche la possibilità di abbandono dell’attività. E’ quindi evidente che una corretta valutazione non può prescindere dal considerare tutte le fasi dell’attività di estrazione e di lavorazione successiva dei minerali.