LA SCUOLA DI RESINA E I MACCHIAIOLI

01 LA SCUOLA DI RESINA E I MACCHIAIOLI

A cura di:

Marco di Mauro (Domus Artis LASA 2.O)

MAC, N Museo d'Arte Contemporanea e del Novecento 24 giugno - 31 agosto 2016

Promosso da: Comune di Monsummano Terme Assessorato alla Cultura

In collaborazione con: ARK LIGHT Comune di Monsummano Terme Ideazione: Assessorato alla Cultura Marco di Mauro (Domus Artis LASA 2.0)

Allestimento & Grafica: ARK LIGHT Roberto Bruni, Vittoria Cioni, Giacomo Dolfi. Museo d'Arte Contemporanea e del Novecento Si ringraziano: Rinaldo Vanni - Sindaco del Comune di Monsummano Terme Elena Sinimberghi - Assessore alla Cultura del Comune di Monsummano Terme Marco Giori - Direttore dei Musei Civici Associazione Culturale Paola Cassinelli - Responsabile scientifico del MAC, N Claudia Becarelli - Docente di Storia dell'Arte.

BUFALCIOFFI, DAVINI KERAMOS MADAF PIERI ASSICURAZIONI MADAF Architettura & Ricerca YORCK CORPORATION

Fotografie 03 Torquato Perissi Stampa Lito Immagine srl. 02 [email protected] Prefazione

Il museo di Arte Contemporanea e del Novecento "Collezione Civica - Il Renatico", istituito nel 2000, nel corso di questi 16 anni di vita è diventato un luogo ideale per mostre d'arte contemporanea, conferenze e seminari di studi, concerti di musica da camera, cinema e teatro all'aperto soprattutto durante la stagione estiva. I progetti che prendono vita nella villa nascono dalla volontà, sempre rinnovata, dell’Amministrazione Comunale di credere e puntare sulla cultura nonostante il periodo di depressione che stiamo vivendo, convinti che solo nella bellezza si possa trovare la forza per arrivare ad escogitare strategie vincenti al superamento di ogni crisi.

Poter quindi ospitare a Villa Renatico Martini un evento così spiritualmente ed artisticamente rilevante, non fa che arricchire la nostra sensibilità e in un certo senso, permette di riportare la villa indietro nel tempo, quando gli eleganti soffitti a cassettoni con tondi di ceramica policroma erano impreziositi proprio dalle opere dei maggiori esponenti di questo movimento pittorico: con i macchiaioli, sappiamo, viene data vita alla ricerca del vero: un vero che svincola l'artista dal disegno.

È la ricerca del reale a muovere l'artista nel senso di una amplificazione di tutti i sensi con cui percepire l'effettivo svestendo l'occhio di sovrastrutture tecniche. Con eventi come questo, allora, si recupera non solo umanità ma si recupera anche un contatto diretto con la vita: l'artista ne coglie l'essenza, ne cura la luce ed il colore e, nel farlo, torna Uomo. Con questa mostra, concludo, si percepisce il virtuosismo del pittore-uomo che, tornando alla vita, ne fotografa l'essenza e la quotidianità.

Un ringraziamento particolare va al curatore della mostra dott. Marco di Mauro e al direttore del Mac,n dott. Marco Giori che hanno lavorato sinergicamente con passione affinché questo evento avesse luogo.

Elena Sinimberghi Assessore alla Cultura Comune di Monsummano Terme

0507 Associazione Culturale Domus Artis LASA 2.0 Il vero e la macchia

La corrente artistica della "macchia"ha attratto particolarmente la nostra attenzione, perché Alcuni anni fa nasceva a Napoli, da un gruppo di amici, l’associazione culturale “Domus trattasi di un movimento prettamente toscano, anti accademico di stampo verista, che gravita Artis”, dedita alla promozione dell’arte antica e moderna. Nel 2014, però, due dei soci intorno alla figura del critico e letterato . In realtà l'espressione con cui venne fondatori lasciavano Napoli per stabilirsi a Montecatini Terme. Il caso ha voluto che definito il gruppo fu coniata da un giornalista in senso dispregiativo, ma, i pittori in oggetto, incontrassero un altro gruppo di amici, residenti in Valdinievole, che da tempo pensavano di adottarono tale termine come identificativo delle proprie opere: l'intento della loro produzione era fondare un’associazione denominata “Lasa 2.0”. I due gruppi si sono seduti intorno ad un quello di ragionare di luce, ombre e colore, ma anche di relazionare con il quotidiano, la vita tavolo, dove i fondatori di “Domus Artis” (Maria Anna Barretta, Marco di Mauro, Augusto semplice e la condizione politica e sociale del tempo, partendo da quella sintesi necessaria per Smiraglia, Eugenio Smiraglia, Alberto Smiraglia) e quelli della nascente “Lasa 2.0” (Paola cogliere l'essenza del momento, che va oltre la ricerca del dettaglio, tipico della pittura Beretta, Roberto Bruni, Francesco Cavia e Giacomo Dolfi) hanno deciso di comune accordo di tradizionale accademica. unire le proprie forze e cambiare il nome dell'associazione culturale “Domus Artis” in “Domus Artis – Lasa 2.0”. Non sfuggono chiaramente da tale studio nemmeno i ritratti, non destinati solo a soggetti aristocratici, ma anche borghesi o popolari, con una particolare attenzione all'espressività dei L’associazione, che ha stabilito la propria sede nel settecentesco Palazzo Colzi di soggetti, colti in assoluta naturalezza (cfr. Andrea di Positano di Vincenzo Caprile, Ritratto d'uomo Monsummano Terme, si pone l’obiettivo di promuovere l’arte e la cultura in tutte le sue di Enrico Gaeta). Il movimento dei macchiaioli in Italia è il corrispettivo del Realismo francese, con forme: arti figurative, musica, teatro, danza, cinema, gastronomia e folclore. echi della Scuola di Barbizon, dalla quale riprende anche le viste paesaggistiche, con una propensione nei confronti dell'orizzontalità delle tele, che ne sottolinea un particolare effetto di sconfinatezza, che travalica il formato della tela, in cui il colore si rende protagonista nei confronti della tradizionale linea di contorno (cfr. Paesaggio costiero di Federico Rossano, La pioppaia di Paola Beretta, Roberto Bruni, Francesco Cavia, Marco Di Mauro, Giacomo Dolfi. Enrico Gaeta). Anche il "divino" viene talora privato della sua natura prettamente spirituale, per avvicinarsi all'aspetto materico e carnale del quotidiano; è il tipico caso del "Dio che si è fatto uomo" nella Crocifissione d'ignoto napoletano, o della Processione in montagna di Nicola Palizzi.

La domanda che spesso ci poniamo a proposito di tale corrente artistica è in quale contesto di relazioni e di conoscenze sia maturata. La mostra ci offre delle risposte, presentandoci opere di pittori napoletani che utilizzano la stessa tecnica. Sono i pittori della Scuola di Resina (o Repubblica di Portici, secondo la definizione di Domenico Morelli), i quali sostenevano che l'immagine del vero era frutto di un contrasto chiaroscurale tra luci ed ombre e macchie di colore, capace di catturare tutte le vibrazioni e le mutevoli sfumature della luce, una straordinaria correlazione artistica che ha preso avvio fra i tavoli del celebre caffè fiorentino “il Michelangelo”.

Roberto Bruni, Vittoria Cioni, Giacomo Dolfi / ARK LIGHT

0608 0709 I MACCHIAIOLI E LA SCUOLA DI RESINA

Era il 1863 quando giunse a Napoli da Firenze Adriano Cecioni, vincitore di un pensionato di studio presso l’Accademia di Belle Arti1. Ben presto, l’artista si rese conto che la teoria della macchia, di cui si riteneva portatore, aveva radici anche napoletane, risalendo persino a Giacinto Gigante, sensibile interprete della pittura visionaria di Turner. A Napoli e a Firenze, dunque, si erano svolte ricerche parallele intorno alla rappresentazione del vero, che finalmente si svincolava dal disegno – mera invenzione dell’artista – e trovava una nuova formulazione nella “macchia”, tecnica basata sui contrasti cromatici e tonali. Alla ricerca del vero, quindi, si accompagnava la scoperta del valore strutturale della luce e del colore, non più attenuato dalla tecnica tradizionale a velature. Un ruolo decisivo nello sviluppo della “macchia” si deve al foggiano Saverio Altamura, formatosi all’Accademia di Napoli e approdato a Firenze nel 1855, dopo aver visitato il padiglione realista all’Esposizione universale di Parigi, che ospitava le