di SAN LAZZARO di Provincia di

PROGETTO PRELIMINARE PER LA REALIZZAZIONE DELLA ROTATORIA TRA VIA SCUOLE DEL FARNETO E VIA GALLETTA NELL’AMBITO DELL’ACCORDO PROCEDIMENTALE PER L’ATTUAZIONE DEL COMPARTO DI POC ANS.C.4a - P3

Proprietà :

Cooperativa edificatrice Ansaloni via Cividali, 13 – 40133 Bologna

Cooperativa Murri Piazza Caduti di S. Ruffillo, 5 – 40141 Bologna

Progettisti :

Studio Tecnico Ruggeri Arch. Ruggeri Roberto Maria via Lenin, 51 – 40138 Bologna

Arch. Ruggeri Roberto Maria

Ing. Cervellati Luca

Ing. Gambi Giulia

Ing. Benini Erica

via Del Porto, 1 – 40122 Bologna

Coordinamento: Dott. Salvatore Giordano Ing. Irene Bugamelli Geologo: Valeriano Franchi

Scala : OGGETTO: Data : OTTOBRE 2013 RELAZIONE GEOLOGICA Aggiornamento: I

E.13 File: GEOTECNICA E SISMICA

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Progetto preliminare per la realizzazione della rotatoria tra via Scuole di Farneto e via Galletti nell’ambito dell’accordo procedimentale per l’attuazione del comparto di POC ANS‐C.4a – P3 San Lazzaro di Savena (BO) RELAZIONE GEOLOGICA GEOTECNICA E SISMICA

Dott. Valeriano Franchi Geologo

Studio: Via Caduti in Guerra n. 1 41100 Modena Tel. 059 226540 Fax 059 4398943 e‐mail: [email protected]

Modena, 25/10/2013

RELAZIONE GEOLOGICA GEOTECNICA E SISMICA

PROGETTO: Preliminare per realizzazione rotatoria

PROVINCIA: Bologna

COMUNE: San Lazzaro di Savena

LOCALITÀ: Mura San Carlo

COMMITTENTE:

PROGETTISTA:

RIFERIMENTO NORMATIVO: - Ordinanza PCM n. 3274 del 20/03/2003 “Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zone sismiche”; - Ordinanza PCM n. 3519 del 28/04/2006 “Criteri generali per l’individuazione delle zone sismiche e per la formazione e l’aggiornamento degli elenchi delle medesime zone”; - Delibera dell’assemblea Legislativa della regione Emilia Romagna progr. N. 112, oggetto n. 3121 del 02/05/2007 “Indirizzi per gli studi di micro zonazione sismica in Emilia Romagna per la Pianificazione Territoriale ed Urbanistica”.

RELAZIONE REDATTA AD USO: Progettazione preliminare

AIRIS S.r.l. – Bologna Geol. Valeriano Franchi 2 Progetto preliminare per la realizzazione della rotatoria tra via Scuole di Farneto e via Galletti nell’ambito dell’accordo procedimentale per l’attuazione del comparto di POC ANS‐C.4a – P3 San Lazzaro di Savena (BO) RELAZIONE GEOLOGICA GEOTECNICA E SISMICA

PREMESSA

Nella presente relazione vengono considerati gli aspetti geologici, geotecnici e sismici del comparto ANS‐ C.4a ‐ P3 e, nello specifico, della porzione in cui verrà realizzata la rotatoria in oggetto, al fine di verificare l’idoneità del terreno in relazione alle caratteristiche progettuali. Per la caratterizzazione geologica della zona, previo sopraluogo sull’area con definizione delle caratteristiche geomorfologiche, è stata predisposta un’indagine geognostica finalizzata alla definizione delle caratteristiche geologiche e geotecniche del terreno in esame, oltre alla verifica della eventuale presenza di terreni potenzialmente soggetti ad addensamento o liquefazione entro i primi 20 m di profondità, al fine di stabilire la fattibilità e le modalità esecutive dell’intervento. La campagna di indagini geognostiche è stata espletata mediante esecuzione di n. 4 prove penetrometriche statiche spinte sino a rifiuto all’infissione dello strumento registrato alla profondità di ‐3,0 m dal p.c. Per la definizione sismica del terreno è stata effettuata una specifica indagine mediante la metodologia MASW che ha permesso di determinare il valore della Vs30, velocità delle onde di taglio S nei primi 30 m di profondità, al fine di valutare la categoria di suolo di fondazione, come previsto dalla Ordinanza del P.C.M. 3274/03. Per la definizione delle caratteristiche idrogeologiche dell’ambito ANS.C.4a si è fatto riferimento, oltre che ai dati riportati nel Q.C. del PSC, ad un monitoraggio dei livelli di soggiacenza della falda appositamente eseguito nel mese di maggio 2010.

La relazione è così articolata:

1. INQUADRAMENTO AMBIENTALE DELL’AREA...... 4

1.1 INQUADRAMENTO GEOGRAFICO...... 4 1.2 GEOLOGIA E GEOMORFOLOGIA...... 7 1.3 IDROGEOLOGIA...... 10 2. ASPETTI SISMICI ...... 13

2.1 SISMICITÀ DEL TERRITORIO DI SAN LAZZARO DI SAVENA...... 15 2.1.2 IL RISCHIO SISMICO DELL’AMBITO ANS.C.4A NEL PSC DI SAN LAZZARO DI SAVENA...... 15 2.2 VALUTAZIONE DELLA RISPOSTA SISMICA LOCALE ED AZIONE SISMICA...... 24 3. INDAGINI GEOGNOSTICHE – PROVE PENETROMETRICHE STATICHE...... 31

3.2 MODELLO GEOTECNICO DEL TERRENO DI FONDAZIONE ...... 33 3.3 VERIFICHE DELLA SUSCETTIBILITÀ ALLA LIQUEFAZIONE...... 35 4. CONCLUSIONI...... 36

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1. INQUADRAMENTO AMBIENTALE DELL’AREA 1.1 INQUADRAMENTO GEOGRAFICO La zona di PUA, entro la quale verrà costruita la rotatoria, è situata all’interno del territorio comunale di San Lazzaro di Savena a Sud del suo centro abitato, in Provincia di Bologna. È situata topograficamente fra i toponimi La Mura, C. S. Giuliano e La Pulce, e si estende per circa 250 m in direzione E dalla biforcazione che trasforma Via Galletti in strada Comunale Scuole di Farneto e strada Comunale Galletti. In particolare, l’area che verrà occupata dall’infrastruttura in progetto è compresa proprio tra via Scuole di Farneto e via Galletti. L’area di PUA si presenta in parte pianeggiante nella sua porzione orientale, dove si mantiene ad una quota di circa 80 m s.l.m., e leggermente acclive nella sua porzione occidentale, in corrispondenza anche della zona dedicata alla rotatoria, dove raggiunge, progredendo dolcemente, la quota di circa 85 m s.l.m. (pendenza di circa 2.5°).

Figura 1 – COROGRAFIA – C.T.R. – Tavola 221 SO “BOLOGNA Sud‐Est” Scala 1:25.000. Il poligono rosso individua l’area di PUA, mentre il cerchio azzurro identifica la posizione della rotatoria.

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Figura 2 – INQUADRAMENTO GEOGRAFICO – C.T.R. – Elementi 221092 e 221103 ‐ Scala 1:5.000. Il poligono rosso individua l’area di PUA, mentre il cerchio azzurro identifica la posizione della rotatoria.

Il reticolo idrografico principale è caratterizzato dalla presenza del torrente Zena che si posiziona a Sud dell’ambito ANS.C.4a; sono inoltre presenti fossi e scoli secondari a servizio dei campi coltivati ed assi di drenaggio che solcano il versante collinare posto immediatamente a S della zona in esame. L'area di studio è ubicata pochi chilometri a sud della Via Emilia, in zona pedecollinare ed è compresa nella seguente cartografia: ‐ Tavola Ctr N° 221 SO Denominata “Bologna Sud‐Est” ‐ Scala 1:25.000 (Fig. 1); ‐ Sezione Ctr N° 221090 e 221100 Denominate Rispettivamente “Bologna Sud” E “” – Scala 1:10.000; ‐ Elementi CTR n° 221092 e 221103 denominati rispettivamente “S. Lazzaro di Savena” e “Idice” – Scala 1:5.000 (fig. 2).

Nella figura seguente è possibile identificare l’area dedicata alla realizzazione della rotatoria, compresa tra via Scuole di Farneto e via Galletti, sulla base catastale. AIRIS S.r.l. – Bologna Geol. Valeriano Franchi 5 Progetto preliminare per la realizzazione della rotatoria tra via Scuole di Farneto e via Galletti nell’ambito dell’accordo procedimentale per l’attuazione del comparto di POC ANS‐C.4a – P3 San Lazzaro di Savena (BO) RELAZIONE GEOLOGICA GEOTECNICA E SISMICA

Dai particolari costruttivi allegati alla documentazione di progetto emerge come la massima profondità di scavo raggiunga i 90 cm dal piano campagna attuale.

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1.2 GEOLOGIA E GEOMORFOLOGIA Per la caratterizzazione geologica e geomorfologica del sito in esame si è fatto riferimento ai dati presenti nella “Carta Geologica della Regione Emilia Romagna” della quale si riporta un estratto in figura 3 ed ai dati geologici e geomorfologici riportati nel PSC comunale.

Figura 3 ‐ CARTA GEOLOGICA ‐ Carta geologica della Regione Emilia‐Romagna (Scala 1.10.000 ‐ Progetto CARG, Regione Emilia‐Romagna). – Scala 1:10.000. Il poligono rosso individua l’area di PUA, mentre il cerchio azzurro identifica la posizione della rotatoria. AIRIS S.r.l. – Bologna Geol. Valeriano Franchi 7 Progetto preliminare per la realizzazione della rotatoria tra via Scuole di Farneto e via Galletti nell’ambito dell’accordo procedimentale per l’attuazione del comparto di POC ANS‐C.4a – P3 San Lazzaro di Savena (BO) RELAZIONE GEOLOGICA GEOTECNICA E SISMICA

L’area in esame è situata al confine fra l’Appennino e l’alta pianura bolognese, in una zona che, strutturalmente, è identificabile come una geosinclinale subsidente colmata dai sedimenti alluvionali abbandonati dai vari corsi d'acqua sfocianti dalle vallate appenniniche. L’area appartiene al dominio delle conoidi fluviali, dove il fronte collinare, costituito dai depositi appartenenti alla Successione post ‐ Evaporitica del margine padano – adriatico, si immerge sotto i depositi quaternari alluvionali di pianura. L'assetto geologico strutturale del territorio in esame è quindi quello tipico di margine appenninico in cui è presente una linea tettonica, suturata nel Quaternario, che scorre sub parallela al margine morfologico della collina e che con la sua attività definisce la forma, il paesaggio e la storia sismica della zona. Da un punto di vista geologico questa zona di margine collinare presenta quindi unità geologiche marine fortemente sovraconsolidate appartenenti alla Successione post ‐ Evaporitica del margine padano – adriatico, sepolte sotto i depositi continentali alluvionali appartenenti al Sintema emiliano ‐ romagnolo superiore (AES) che affiorano nell’area. L’AES costituisce la porzione superiore del Supersintema Emiliano‐Romagnolo. Il suo spessore varia da pochi metri al margine appenninico fino a un massimo di 330 metri in corrispondenza della zona di massima deposizione. Nelle porzioni di margine appenninico è inoltre costituita da depositi terrazzati di piana alluvionale intravalliva che appoggiano in discordanza su depositi marini più antichi appartenenti alla Successione post ‐ Evaporitica del margine padano – adriatico; si tratta di ghiaie e sabbie di canale fluviale passanti ad alternanze di argille, limi e sabbie di piana inondabile variamente pedogenizzati. Tale successione si suddivide in alcune unità stratigrafiche di rango inferiore (subsintemi), riconosciute nelle porzioni intravallive e lungo il margine appenninico emiliano – romagnolo, e la zona in esame rientra all’interno di uno di questi subsintemi, di Villaverucchio (AES7), e precisamente all’interno dell’unità AES7b definita come Unità di Vignola.

Unità di Vignola (AES7b) Inserita nella parte alta del Pleistocene superiore, questa unità prende il nome dall’unità di Vignola di GASPERI et alii (1987) con la quale presenta forti analogie in termini di caratteri pedologici e morfologici. Allo sbocco dei fiumi e dei torrenti in pianura, l’unità è costituita da depositi grossolani di conoide alluvionale, ben affioranti nelle valli dei corsi d’acqua principali (Torrente Savena, Torrente Zena, Torrente Idice). Qui l’unità è composta da ghiaie di spessore plurimetrico, amalgamate su ghiaie più antiche oppure poggianti direttamente sul substrato marino. Il tetto dell’unità presenta un suolo caratterizzato da un orizzonte superiore decarbonatato, che può raggiungere lo spessore di 2 metri, di colore bruno scuro e bruno rossastro (Hue 7,5‐5YR, Value 3‐4, Chroma 2‐4), dalla presenza di un orizzonte di alterazione con discontinue evidenze di accumulo di argilla illuviale (Bt) e dallo sviluppo di orizzonti di accumulo di carbonato di calcio sotto forma di concrezioni nei depositi fini e di croste attorno ai ciottoli nei depositi grossolani. Lo spessore massimo che raggiunge in affioramento è di circa 10 metri.

Conoide del T. Idice L'assetto morfologico della zona in esame è strettamente condizionato, oltre che dai processi geo‐strutturali profondi, anche dalla dinamica fluviale dei principali corsi d’acqua presenti nella zona. L’area in esame si trova infatti nella porzione apicale della conoide dell’Idice (Fig. 4). La conoide dell'Idice è stata definita come conoide alluvionale intermedia ed i principali centri abitati che vi insistono sono San Lazzaro di Savena, Ozzano dell'Emilia, , Granarolo dell'Emilia e .

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Figura 4 – SCHEMA DELLA CONOIDE DELL’IDICE ‐ Estratto dalla caratteristiche degli Acquiferi della Regione Emilia Romagna e dalla cartografia CARG della Regione Emilia Romagna.

Dal punto di vista geologico è costituita da numerose alternanze di depositi grossolani e fini di spessore variabile, con una organizzazione interna ben riconosciuta che si può riassumere in tre porzioni: acquitardo basale, alternanza di depositi fini e grossolani di spessore non molto ampio e con scarsa continuità laterale (i corpi grossolani decrescono in modo rapido a favore di un aumento dei corpi fini) e corpi tabulari grossolani localizzati quasi esclusivamente nelle parti sommitali della conoide.

Le caratteristiche litostratigrafiche dell’area sono state individuate sulla base dei risultati delle indagini geognostiche eseguite, integrate con i dati riportati nella relazione geologica‐tecnica effettuata dal Dott. Silvio De Nuzzo a supporto del progetto di realizzazione di nuovi capannoni industriali, effettuata nel 1994 per un’area adiacente a quella in esame. Sulla base delle indagini considerate è possibile affermare che il sottosuolo dell’area in esame risulta costituito da uno strato superficiale di terreno vegetale e agrario, formato da limi e limi argillosi di colore bruno grigiastro, che sovrasta uno strato argilloso‐limoso molto consistente, continuo fino alla profondità di ‐2,0 m; da tale profondità a circa ‐3,0 m è presente un livello di sabbia media di colore bruno, addensata, passante verso i ‐4 m a ghiaia poligenica media e grossolana, arrotondata, molto addensata, in matrice sabbiosa di colore bruno‐ruggine, che ha portato a rifiuto l’infissione dello strumento. La successione litostratigrafica consiste, quindi, nella presenza di una limitata copertura di materiali a AIRIS S.r.l. – Bologna Geol. Valeriano Franchi 9 Progetto preliminare per la realizzazione della rotatoria tra via Scuole di Farneto e via Galletti nell’ambito dell’accordo procedimentale per l’attuazione del comparto di POC ANS‐C.4a – P3 San Lazzaro di Savena (BO) RELAZIONE GEOLOGICA GEOTECNICA E SISMICA tessitura prevalentemente fine (limi e sabbie), dello spessore di circa 3 m, che sovrasta i depositi permeabili ghiaiosi.

1.3 IDROGEOLOGIA La ricostruzione dei caratteri idrogeologici dell’area in studio si è basata sia sui dati riportati nel capitolo del PSC di San Lazzaro di Savena relativo alle Acque Sotterranee, sia su alcune misurazioni dei livelli di falda eseguite direttamente nella zona. Dal 1976 la Regione Emilia‐Romagna ha istituito una rete di controllo del livello dinamico delle falde profonde. Tuttavia, la rete di controllo (pozzi) è disomogenea, sia per distribuzione geografica, sia per profondità, per questo gli acquiferi e le relative falde possono essere anche molto diversi da punto a punto. In figura 5 è riportata la Carta delle Isopieze, tratta dal Q.C. del PSC, costruita facendo riferimento alla media tra le quattro misure annue relative al 1996 dei punti di controllo regionali per la Provincia di Bologna (ARPA). Dall’osservazione della carta si nota il cono di depressione tra Ozzano e San Lazzaro, con quota dinamica di 15 m s.l.m, mentre per la zona in studio il livello piezometrico è posto a circa 30 ‐40 m dal p.c.. Nella zona del Comune di San Lazzaro è stata registrata una costante e rapida diminuzione del livello statico della falda freatica dall’inizio degli anni ’70 ad oggi, fino ad una quota inferiore ai 25 m o non rilevabile per raggiungimento della base di scavo del pozzo. Nella zona di margine appenninico sono ancora presenti una o più fonti di ricarica sotterranei del freatico posizionati a varie quote, che svolgono la loro funzione di ravvenamento, ma evidentemente il loro apporto è insufficiente a compensare i prelievi effettuati: il bilancio idrologico locale è evidentemente negativo. Molti dei pozzi freatici resi inutilizzabili dal radicale abbassamento del livello freatico sono stati trasformati in artesiani. Solamente alcuni pozzi posizionati in vicinanza della confluenza Zena ed Idice presentano ancora acque non salienti, sia pure a profondità superiori a 10 – 14 m dal p.c., con probabilità legate al subalveo dello Zena. Le misure, eseguite nel mese di maggio 2010 su due pozzi ubicati immediatamente a nord della zona, confermano quanto precedentemente riportato: infatti, uno dei due pozzi è risultato privo di acqua fino alla profondità di ‐50 m dal p.c., mentre nel secondo pozzo il livello statico della falda è posto a circa ‐20 m dal p.c. In figura 6 è riportata la Carta Idrogeologica dalla quale si evince che il settore orientale del comparto ricade in un’area indicata come di depressurizzazione dell’acquifero profondo; la porzione, invece, in cui verrà realizzata la rotatoria, ricade all’interno di una zona pedecollinare, in cui la superficie freatica risulta assente o comunque presente in modo discontinuo.

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Figura 5 – Carta della Piezometria – Estratto dal PSC del Comune di San Lazzaro

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Figura 6 – CARTA IDROGEOLOGICA ‐ Estratto dal PSC del Comune di San Lazzaro di Savena (Scala 1:10.000). Il poligono rosso individua l’area di PUA, mentre il cerchio azzurro identifica la posizione della rotatoria.

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2. ASPETTI SISMICI L’Emilia‐Romagna è interessata da una sismicità che può essere definita media relativamente alla sismicità nazionale, con terremoti storici di magnitudo massima compresa tra 5,5 e 6 della scala Richter e intensità del IX‐X grado della scala Mercalli‐Cancani‐Sieberg (MCS). L’Ordinanza del P.C.M. n. 3274 del 20‐3‐2003 e s.m.i., “Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica”, ha stabilito la nuova classificazione sismica del territorio nazionale, e disciplinato la progettazione e la costruzione di nuovi edifici soggetti ad azioni sismiche, nonché la valutazione della sicurezza e gli interventi di adeguamento e miglioramento su edifici esistenti soggetti al medesimo tipo di azioni. Il sito di costruzione ed i terreni in esso presenti dovranno in generale essere esenti da rischi di instabilità dei pendii e di cedimenti permanenti causati da fenomeni di liquefazione o eccessivo addensamento in caso di terremoto. Con l’entrata in vigore il 25 ottobre 2005, delle Norme Tecniche per le Costruzioni di cui al DM 14/09/2005, le cui norme includono tra le referenze tecniche essenziali anche l’Ordinanza n. 3274/2003 e s.m.i., è diventata obbligatoria la progettazione antisismica per tutto il territorio nazionale, facendo riferimento alle zone sismiche di cui all’OPCM 3274/2003. Ai fini dell’applicazione di queste norme, il territorio nazionale è stato suddiviso in quattro zone sismiche, a ciascuna delle quali è assegnato un intervallo dell’accelerazione di picco orizzontale al suolo (ag), con probabilità di superamento del 10% in 50 anni; in particolare, per la determinazione delle azioni sismiche, risulta assegnato un valore (ag/g), di ancoraggio dello spettro di risposta elastico, diverso per ogni zona sismica. I valori di ag, espressi come frazione dell’accelerazione di gravità g, da adottare in ciascuna delle zone sismiche del territorio nazionale sono:

Zona Valore di ag 1 0,35g 2 0,25g 3 0,15g 4 0,05g

Inoltre allo scopo di definire l’azione sismica di progetto, intesa come l’azione generata dal moto non uniforme del terreno per effetto della propagazione delle onde sismiche, deve essere classificato il terreno di fondazione, nelle seguenti categorie individuate dal suddetto D.M. e riprese nella precedente ordinanza. Il sito viene classificato sulla base delle Vs30 se disponibili, altrimenti sulla base del valore di NSPT, per terreni prevalentemente granulari, ovvero sulla base della cu, per i terreni prevalentemente coesivi, nelle seguenti categorie di suolo:

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A ‐ Ammassi rocciosi affioranti o terreni molto rigidi caratterizzati da valori di Vs30 >800 m/s, eventualmente comprendenti in superficie uno strato di alterazione, con spessore massimo pari a 3 m.

B ‐ Rocce tenere e depositi di terreni a grana grossa molto addensati o terreni a grana fine molto consistenti, con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs30 compresi tra 360 m/s e 800 m/s (ovvero resistenza penetrometrica NSPT>50, nei terreni a grana grossa, o coesione non drenata cu>250 kPa nei terreni a grana fine).

C ‐ Depositi di terreni a grana grossa mediamente addensate, o terreni a grana fine mediamente consistenti, con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs30 compresi tra 180 e 360 m/s (ovvero 15< NSPT <50 nei terreni a grana grossa, 70< cu <250 kPa nei terreni a grana fine).

D ‐ Depositi di terreni a grana grossa scarsamente addensati o terreni a grana fine scarsamente consistenti, con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs30 <180 m/s (ovvero NSPT <15, nei terreni a grana grossa, cu <70 kPa nei terreni a grana fine).

E ‐ Profili di terreno costituiti da strati superficiali alluvionali, con valori di Vs30 simili a quelli dei tipi C o D e spessore compreso tra 5 e 20 m, giacenti su di un substrato di materiale più rigido con Vs30 >800 m/s.

S1 ‐ Depositi di terreni caratterizzati da valori di Vs30 <100 m/s (ovvero 10

S2 ‐ Depositi di terreni suscettibili di liquefazione, di argille sensitive, o qualsiasi altra categoria di terreno non classificabile nei tipi precedenti.

Nelle definizioni precedenti Vs30 è la velocità media di propagazione entro 30 m di profondità delle onde di taglio e viene calcolata con la seguente espressione:

30 VS30 = hi ∑ V i=1,N i dove hi e Vi indicano lo spessore (in metri) e la velocità delle onde di taglio dello strato i‐esimo, per un totale di N strati presenti nei 30 m superiori. Il sito è stato classificato sulla base delle Vs30 calcolate mediante un’indagine sismica appositamente eseguita con metodo MASW. Sulla base della categoria di suolo di appartenenza del terreno, l’Ordinanza introduce il parametro S, di amplificazione, che amplifica l’azione sismica di progetto per la categoria B, C, D e E, come di seguito riportato:

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Categoria S A 1,00 B, C, E 1,25 D 1,35

Per quanto riguarda le norme tecniche antisismiche da utilizzarsi si precisa che in data 23/06/2009 è stata approvata la legge n. 77 del 24/06/2009, di conversione in legge del D.L. 39/2009, pubblicata sulla G.U. n. 147 del 27 giugno 2009 ed entrata in vigore in data 28 giugno 2009, nella quale l’art. 1bis si anticipa l’entrata in vigore al 1 luglio 2009 delle Norme Tecniche per le Costruzioni, di cui al D.M. 14/01/2008. Con tale provvedimento è stata cancellata la proroga che rimandava l’applicazione del nuovo testo unico al 1 luglio del 2010, per la quale si potevano utilizzare ancora le norme precedenti. Pertanto le uniche norme operative sono quelle di cui al D.M. 14/01/2008, anche tenuto conto che nel mese di febbraio 2009 è stata pubblicata sulla G.U. la Circolare del Ministero delle Infrastrutture n. 617 del 02/02/2009, recante le “Istruzioni per l’applicazione delle nuove norme tecniche per le costruzioni”. Con la Delibera della giunta regionale dell’Emilia‐Romagna n. 1677/2005 si dà atto che a decorrere dal 23 ottobre 2005 trova attuazione la classificazione sismica dei comuni della regione, stabilita dall’OPCM n. 3274/2003, in via di prima applicazione, per la quale il territorio comunale di Castelfranco Emilia ricade in zona 3 quindi a bassa sismicità. La Regione Emilia Romagna con Deliberazione della G.R. n. 1435 del 21/07/2003 ha approvato questa nuova classificazione sismica dei Comuni della Regione, in ottemperanza alla suddetta Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri, classificazione che risulta operante dall’08/05/2004, mentre per le norme antisismiche si è dovuto aspettare, come detto, l’entrata in vigore, il 23/10/2005, del D.M. 14/09/2005. Nella progettazione antisismica con riferimento alle nuove normative tecniche, D.M. 14/01/2008, si è caratterizzato il terreno per l’area in esame, ai fini della definizione dell’azione sismica di progetto, in una delle categorie di profilo stratigrafico, come previsto dall’OPCM 3274/2003. Le metodologie d’indagine sismica ed i risultati ottenuti sono riportati successivamente.

2.1 SISMICITÀ DEL TERRITORIO DI SAN LAZZARO DI SAVENA La delibera dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia‐Romagna progr. n. 112 – oggetto n. 3121 del 2‐5‐ 2007: “Indirizzi per gli studi di microzonazione sismica in Emilia‐Romagna per la pianificazione territoriale e urbanistica” assegna al comune di San Lazzaro di Savena un valore di accelerazione massima orizzontale di picco al suolo a/g = 0, 172. Il territorio del comune di San Lazzaro di Savena è stato inserito nella classificazione sismica dei comuni della regione in zona 3, a sismicità bassa. L’area è stato oggetto di specifica indagine sismica, di seguito descritta.

2.1.2 Il rischio sismico dell’ambito ANS.C.4a nel PSC di San Lazzaro di Savena Per quanto concerne le analisi e gli approfondimenti geologici, geotecnici e sismici relativi all’ambito ANS.C.4a (Fig. 8) si è fatto riferimento alle indicazioni del Quadro Conoscitivo del PSC del Comune di San Lazzaro di Savena. In relazione al rischio sismico si è fatto riferimento alla Tavola di micro zonazione sismica del PSC vigente, nella quale l’ambito ricade completamente nella categoria di sottosuolo C a Vs30 compresa fra 300 e 350 m/s per cui, stimando il bedrock sismico a profondità inferiori a 100 metri, sono stati assunti i valori di amplificazione definiti nella tabella seguente (Fig. 7).

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Figura 7 – TABELLA DEI FATTORI DI AMPLIFICAZIONE (Delibera RER n. 112/2007) ‐ Estratto dal PSC del Comune di San Lazzaro di Savena.

Le variabili utilizzate in tabella per la stima dell’amplificazione locale sono: y F.A. P.G.A.: rapporto tra la massima ampiezza dell’accelerazione su affioramento rigido (amax,r) e la massima ampiezza dell’accelerazione alla superficie del deposito (amax,s) alla frequenza f. Il fattore di amplificazione dipende dalla frequenza di eccitazione armonica, dal fattore di smorzamento D e dal rapporto tra l’impedenza sismica, prodotto tra densità‐velocità, della roccia base e quella del deposito. y F.A. S.I. ‐ Intensità spettrale di Housner: indicatore della pericolosità sismica, è definito come l’area sottesa dello spettro di risposta di pseudovelocità, nel nostro caso per i due intervalli di frequenze, rispettivamente da 0.1

In sintesi la zona è quindi definita dal PSC come C‐4 (nella porzione occidentale, a leggera pendenza, sede della futura rotatoria) e C‐I‐4 (nella porzione pianeggiante più orientale): y C‐I‐4: area in cui il sottosuolo di fondazione “C” (180

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Figura 8 – AMBITI E TRASFORMAZIONI TERRITORIALI ‐ Estratto dal PSC del Comune di San Lazzaro di Savena (Scala 1:5.000). Il poligono blu individua l’area di PUA, mentre il cerchio rosso identifica la posizione della rotatoria.

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Figura 9 – CARTA CRITICITÀ TERRITORIALI ‐ Estratto dal PSC del Comune di San Lazzaro di Savena (Scala 1:10.000). Il poligono rosso individua l’area di PUA, mentre il cerchio blu identifica la posizione della rotatoria.

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Figura 10 – MICROZONAZIONE SISMICA ‐ Estratto dal PSC del Comune di San Lazzaro di Savena (Scala 1:5.000). Il poligono rosso individua l’area di PUA, mentre il cerchio blu identifica la posizione della rotatoria.

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2.2 VALUTAZIONE DELLA RISPOSTA SISMICA LOCALE ED AZIONE SISMICA In riferimento alla nuova classificazione sismica del territorio nazionale: D.M. 14/01/2008 e della Delibera dell’Assemblea Legislativa R.E.R. n° 112 del 02‐03‐2007, per determinare i parametri fondamentali per la caratterizzazione sismica dell’ambito è stata eseguita 1 prospezione geofisica nel mese di Maggio 2010 con metodo sismico MASW la cui ubicazione è riportata in figura 11.

Metodo di Indagine La MASW (Multichannel Analysis of Seismic Waves) è una metodologia di indagine geofisica che consente l’individuazione di frequenza, ampiezza, lunghezza d’onda e velocità di propagazione delle onde sismiche superficiali (principalmente onde di Rayleigh) generate artificialmente. L’analisi delle onde superficiali permette la determinazione delle velocità delle onde di taglio verticali (Vs) nei terreni al di sotto dello stendimento sismico. L’indagine è realizzata disponendo lungo un linea retta, a intervalli regolari, una serie di geofoni collegati ad un sismografo. Una fonte puntuale di energia, quale mazza battente su piastra metallica o cannoncino sismico, produce treni d’onda che attraversano il terreno con percorsi, velocità e frequenze variabili. Il passaggio del treno d’onda sollecita la massa inerziale presente nel geofono, l’impulso così prodotto viene convertito in segnale elettrico e acquisito dal sismografo. Il risultato è un sismogramma che contiene molteplici informazioni quali tempo di arrivo ai geofoni rispetto all’instante di energizzazione, frequenze e relative ampiezze dei treni d’onda. La successiva elaborazione consente di ottenere un diagramma 1D (profondità/velocità onde di taglio) tramite modellizzazione ed elaborazione matematica con algoritmi capaci di minimizzare le differenze tra i modelli elaborati e i dati di partenza. Il diagramma, riferibile al centro della linea sismica, rappresenta un valor medio della sezione di terreno interessata all’indagine di lunghezza circa corrispondente a quella della linea sismica e profondità variabile principalmente in funzione della caratteristiche dei materiali attraversati e della geometria dello stendimento.

Il metodo MASW frutta le caratteristiche di propagazione delle onde di Rayleigh per ricavare le equivalenti velocità delle onde di taglio (Vs), essendo le onde di Rayleigh prodotte dall’interazione delle onde di taglio verticali e delle onde di volume (Vp). Le onde di Rayleigh si propagano secondo fronti d’onda cilindrici, producendo un movimento ellittico delle particelle durante il transito. Con i metodi di energizzazione usuali i due terzi dell’energia prodotta viene trasportata dalle onde di Rayleigh a fronte di meno di un terzo suddiviso tra le rimanenti tipologie di onde. Inoltre le onde di Rayleigh sono meno sensibili delle onde P e S alla dispersione in funzione della distanza e con un’attenuazione geometrica inferiore. Onde di Rayleigh ad alte frequenze e piccole lunghezze d’onda trasportano informazioni relative agli strati più superficiali mentre quelle a basse frequenze e lunghezze d’onda maggiori interessano anche gli strati più profondi. In pratica il metodo MASW di tipo attivo opera in intervalli di frequenze comprese tra 5 e 70 Hz circa, permettendo di indagare una profondità massima variabile, in funzione delle caratteristiche dei terreni interessati, tra 30 e 50 metri.

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treni onde di Rayleigh

‐ Sismogramma ‐

La geometria della linea sismica ha influenza sui dati e quindi sul risultato finale, infatti la massima lunghezza d’onda acquisibile è circa corrispondente alla lunghezza dello stendimento; mentre la distanza tra i geofoni, solitamente compresa tra 1 e 3 metri, definisce la minima lunghezza d’onda individuabile evitando fenomeni di aliasing.

Nella campagna di indagine del lavoro in oggetto è stato eseguito uno stendimento di 24 geofoni, con spaziatura tra i geofoni di 2 metri per una lunghezza della linea sismica di 46 metri. L’energizzazione è stata eseguita a 2 e 10 metri dal primo e dall’ultimo geofono. Per ridurre il rumore di fondo e migliorare la qualità complessiva dei sismogrammi sono stati sommati più tiri. Il sito di indagine è collocato in area urbanizzata, non caratterizzata da particolari fonti di rumore antropico in grado di interferire in modo significativo con il segnale sismico.

Strumentazione Per l’acquisizione dei dati è stato utilizzato un sismografo multicanale “PASI 16SG24”, dotato di 24 geofoni verticali Oyo Geospace con frequenza propria di 4,5 Hz, collegati allo strumento tramite cavi elettrici schermati. Lo strumento è in grado di gestire l’acquisizione simultanea su 24 canali e di rilevare l’instante di energizzazione (tempo zero) tramite geofono starter. È inoltre equipaggiato di software proprietario in grado di gestire tutte le operazioni di campagna attraverso le seguenti fasi: − impostazione numero di canali e metodologia di indagine; − impostazione frequenza e lunghezza di campionamento; − selezione entità dell’amplificazione del segnale per ogni canale; − impostazione filtraggi delle frequenze indesiderate; − visualizzazione sismogramma con misura dei tempi di arrivo;

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− esecuzione operazioni di somma e sottrazione di ulteriori sismogrammi; − memorizzazione di tutti i dati relativi all’acquisizione. Per l’energizzazione è stata utilizzata una mazza del peso di 8 kg e una piastra di battuta di alluminio.

‐ “PASI 16SG24” con due stringhe da 12 geofoni ‐

Elaborazione L’elaborazione è stata effettuata con un software dedicato (SurfSeis 2 – Kansas Geological Survey) in grado di gestire le fasi di preparazione, analisi, modellizzazione e restituzione finale. La fase iniziale consiste nel filtraggio del segnale sismico per eliminare il “rumore” ed eventuali frequenze indesiderate. Il software permette di visualizzare il sismogramma nei dominio spazio‐tempo e visualizzando i grafici frequenza‐ampiezza anche per le singole tracce. Sono disponibili varie modalità di gestione del segnale, le cui principali sono i filtraggi “passa basso”, “passa alto”, “passa banda”, “taglia banda”, il “muting”, l’ACG e i filtraggi tipo F‐K (“fan cut”, “fan pass”, “horizzontal e vertical cut”). La fase successiva consiste nel calcolo della curva di dispersione, visualizzata tramite diagramma frequenza‐ numero d’onda con appropriata scala cromatica dell’ampiezza.

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diagramma della curva di dispersione

Il diagramma permette di visualizzare anche l’intervallo di lunghezza d’onda acquisito e il rapporto segnale‐ disturbo, utile per valutare la qualità dei dati. Utilizzando la curva di dispersione si procede ad individuare la curva della velocità di fase apparente tramite metodo manuale o semi‐automatico. La fase di inversione prevede una modellizzazione monodimensionale che consente di determinare un profilo di velocità delle onde di taglio Vs in funzione della profondità. L’elaborazione avviene tramite l’applicazione di un procedimento calcolo e un algoritmo di inversione (Xia et al. 1999a), che gestisce i parametri velocità di taglio (Vs) e spessore degli strati. Altri parametri previsti dal modello sono il coefficiente di poisson e la velocità delle onde di volume (Vp) che, assieme a spessore degli sismostrati e relative Vs, possono venire modificati anche manualmente. Tramite interazioni successive si ottiene un modello geofisico in grado di far coincidere con la migliore approssimazione possibile (errore quadratico medio inferiore al 5‐10%) la curva di dispersione elaborata nella fase precedente e quella modellizzata. In conclusione viene restituito un diagramma (1D) delle velocità delle onde di taglio (Vs) in funzione della profondità, con relativa tabella, calcolo delle Vs30 e correlazione al tipo di terreno, come da normativa.

Va ricordato che il diagramma 1D mostra una suddivisione sismostratigrafica ricostruita sul differente comportamento sismico dei materiali investigati. È quindi possibile che variazioni di velocità non corrispondano necessariamente a passaggi litologici netti.

Risultati Determinazione delle categoria del suolo di fondazione L’analisi delle onde di taglio (Vs) tramite metodo MASW, ha consentito di determinare gli spessori dei sismostrati e le relative velocità di taglio, come riportato in tabella e relativo diagramma, permettendo di calcolare il valore Vs30 per la sezione indagata. Il valore di Vs30 è riferito ai primi 30 m a partire da piano campagna.

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Profondità da p.c. Spessore Velocità onde S (m) (m) (m/sec)

‐1,4 1,4 157

‐3,3 1,9 228

‐5,7 2,4 277

‐10,4 4,7 309

‐13,9 3,5 299

‐17,5 3,6 292

‐30,0 12,5 380

Il valore Vs30 è 306 m/sec. Secondo normativa la categoria di appartenenza del litotipo equivalente è la C: Depositi di terreni a grana grossa moderatamente addensati o terreni a grana fina moderatamente consistenti con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs30 compresi tra 180 m/s e 360 m/s.

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m/ s ec 0 100 200 300 400 500 600 0,0

-2,0

-4,0

-6,0

-8,0

-10,0

-12,0

-14,0

-16,0

-18,0

-20,0

-22,0

-24,0

-26,0

-28,0

-30,0

‐ diagramma velocità Vs/profondità ‐

In conformità a quanto previsto nell’allegato n.2 dell’Atto di indirizzi (DAL 112) della RER, sono stati calcolati i fattori di amplificazione (F.A.) utilizzando i valori delle Vs30 misurati dall’indagine effettuata e facendo riferimento alla situazione litostratigrafica locale caratterizzata dalla presenza di depositi alluvionali prevalentemente granulari. Nell’allegato 2 della DAL 112, per la determinazione del fattore di Amplificazione (FA) si individuano due diverse situazioni litostratigrafiche, denominate Pianura 1 e Pianura 2, differenziate a seconda della profondità del substrato profondo, correlabile al bedrock sismico. Infatti, l’Atto di indirizzi della R.E.R. prevede che ci si trovi in: - Ambito di Pianura 1 in caso di profilo stratigrafico costituito da presenza di potenti orizzonti di ghiaie

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(anche decine di metri), e da alternanze di sabbie e peliti, con substrato poco profondo (<100 m) dal p.c.; - Ambito di Pianura 2, in caso di profilo stratigrafico costituito da alternanze di sabbie e peliti, con spessori anche decametrici, talora con intercalazioni di orizzonti di ghiaie (di spessore anche di decine di metri), con substrato profondo >100 m dal p.c. La valutazione eseguita ha permesso di definire che la zona della di San Lazzaro di Savena, in cui ricade l’area di studio, è compresa nell’ambito denominato Pianura 1. Sulla base di queste considerazioni sono stati definiti i seguenti fattori di amplificazione:

F.A. PGA = 1,6 F.A. IS 0,1

Questi valori sono leggermente superiori, e quindi più cautelativi, rispetto a quelli riportati nel PSC del comune di San Lazzaro di Savena. L’area in studio, situata presso la località Mura San Carlo, nelle immediate vicinanze del centro abitato di San Lazzaro, appartiene all’alta pianura bolognese, caratterizzata da superfici pianeggianti la cui inclinazione media risulta <15°: per tale motivo non si hanno effetti di amplificazione topografica.

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3. INDAGINI GEOGNOSTICHE – PROVE PENETROMETRICHE STATICHE Come precedentemente accennato, per la caratterizzazione litostratigrafica, geotecnica del sito in esame si è fatto riferimento ad una apposita campagna di indagini geognostiche eseguita nel mese di Maggio 2010. In particolare sono state eseguite n. 4 prove penetrometriche spinte fino alla profondità di 4 metri dal piano campagna la cui ubicazione è riportata in figura 11.

MASW

Figura 11 – UBICAZIONE INDAGINI GEOGNOSTICHE ‐ Il poligono blu individua l’area di PUA, mentre il cerchio rosso identifica la posizione della rotatoria.

Le prove sono state eseguite dalla ditta Intergeo s.r.l. di Modena incaricata dallo scrivente, utilizzando un penetrometro statico automontato del tipo GOUDA da 100KN impiegando per la perforazione una punta “Friction Jacket Cone”, avente un’area di 10 cm2 ed un angolo alla punta di 60°. L'interpretazione dei risultati viene eseguita distinguendo fra terreni granulari con prevalenza di sabbia, per i quali possono essere ricavati tramite questa prova, con correlazioni empiriche di vari autori, l'angolo d'attrito, la compressibilità drenata e la densità relativa, ed i terreni coesivi con prevalenza di argilla, per i quali è possibile valutare la resistenza al taglio non drenata, la compressibilità, la sensitività ed il grado di sovraconsolidazione. Nei tabulati di calcolo sono stati riportati, oltre ai valori misurati in sito ogni 20 cm d’avanzamento della punta, i valori, calcolati mediante elaborazione automatica, della resistenza penetrometrica alla punta RP, 2 2 espressi in kg/cm , i valori della resistenza laterale locale RL, sempre espressi in kg/cm , nonché i valori del rapporto fra la resistenza alla punta e la resistenza laterale locale RP / RL. Nel diagramma penetrometrico, invece, per semplicità di lettura, sono state riportate solamente due curve e precisamente: a sinistra, la curva della resistenza penetrometrica alla punta (RP: pressione di rottura del terreno), espressa in kg/cm2; a destra, la curva del rapporto fra la resistenza alla punta e la resistenza laterale locale (RP / RL: rapporto di Begemann). In corrispondenza dei punti di prova si è discretizzato il terreno indagato in livelli caratterizzati da valori di Rp e Rl relativamente costanti per tutto lo spessore dello strato. Infine, sono stati calcolati i principali parametri geotecnici medi associati agli strati utilizzando le correlazioni empiriche proposte da vari autori.

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Legenda

Y (t/m3) Peso dell’unità di volume del terreno. 2 Cu (kg/cm ) Coesione non drenata nei terreni coesivi. Correlazione di De Beer

Φ° Angolo di attrito interno efficace per terreni granulari. E’ stata considerata la correlazione di Meyerhof 1951r. Mo (kg/cm2) Modulo di deformazione edometrico per argille compatte. Si fa riferimento alla relazione di Bismann e Sanglerat

STIMA PARAMETRI GEOTECNICI PROVA Nr.1

Strato Qc Fs Litologia Υ Cu Φ° Mo (m) (kg/cm2 (kg/cm2 (t/m3) (kg/cm2 (kg/cm2 ) ) ) ) Terreno superficiale 0,0 ‐ 0,6 ‐‐ ‐‐ ‐‐ ‐‐ ‐‐ ‐‐ alterato 0,6 ‐ 2,4 22,5 1,36 Argilla molto compatta 1,9 1,12 ‐‐ 67,50 2,4 ‐ 4,0 286,75 0,06 Ghiaie con sabbia 2,0 ‐‐ 45 430,12 Note: nel foro di prova non è stata rilevata la presenza di acqua

STIMA PARAMETRI GEOTECNICI PROVA Nr.2

Strato Qc Fs Litologia Υ Cu Φ° Mo (m) (kg/cm2 (kg/cm2 (t/m3) (kg/cm2 (kg/cm2 ) ) ) ) Terreno superficiale 0,0 ‐ 0,6 ‐‐ ‐‐ ‐‐ ‐‐ ‐‐ ‐‐ alterato 0,6 ‐ 2,0 19,38 1,21 Argilla molto compatta 1,95 0,97 ‐‐ 58,14 Sabbie addensate o 2,0 ‐ 2,4 140,41 0,17 2,0 ‐‐ 45 210,62 cementate Terre Limo sabbiose ‐ 2,4 ‐ 2,8 28,41 0,84 1,99 1,42 30 142,05 Sabbie Arg. ‐ Limi 2,8 ‐ 3,0 450,41 0,05 Ghiaie con sabbia 2,0 ‐‐ 45 675,61 Note: nel foro di prova non è stata rilevata la presenza di acqua

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STIMA PARAMETRI GEOTECNICI PROVA Nr.3

Strato Qc Fs Litologia Υ Cu Φ° Mo (m) (kg/cm2 (kg/cm2 (t/m3) (kg/cm2 (kg/cm2 ) ) ) ) Terreno superficiale 0,0 ‐ 0,8 ‐‐ ‐‐ ‐‐ ‐‐ ‐‐ ‐‐ alterato 0,8 ‐ 1,8 20,25 1,47 Argilla molto compatta 1,97 1,01 60,75 Sabbie addensate con 1,8 ‐ 2,8 182,38 0,07 1,98 ‐‐ 45 273,57 ghiaia 2,8 ‐ 3,0 400,41 0,05 Ghiaie con sabbia 2,0 ‐‐ 45 600,61 Note: nel foro di prova non è stata rilevata la presenza di acqua

STIMA PARAMETRI GEOTECNICI PROVA Nr.4

Strato Qc Fs Litologia Υ Cu Φ° Mo (m) (kg/cm2 (kg/cm2 (t/m3) (kg/cm2 (kg/cm2 ) ) ) ) Terreno superficiale 0,0 ‐ 0,4 ‐‐ ‐‐0 ‐‐ ‐‐ ‐‐ ‐‐ alterato 0,4 ‐ 1,0 9,47 0,54 Argilla compatta 1,84 0,47 ‐‐ 28,41 Argille sabbiose e 1,0 ‐ 2,4 21,46 0,85 1,96 1,07 26 107,30 limose 2,4 ‐ 3,0 317,08 0,05 Ghiaie con sabbia 2,0 45 475,62 Note: nel foro di prova non è stata rilevata la presenza di acqua

I tabulati di calcolo ed i diagrammi penetrometrici sono riportati in allegato 1.

3.2 MODELLO GEOTECNICO DEL TERRENO DI FONDAZIONE Dalla correlazione delle prove penetrometriche statiche, si evince che il sottosuolo dell’area in esame è caratterizzato da una generale omogeneità sia dal punto di vista litostratigrafico che delle resistenze geomeccaniche. Per quanto riguarda le litologie presenti, il sottosuolo è costituito da una sequenza argilloso limosa da piano campagna fino alla profondità di 2,0 m caratterizzate da buoni parametri di resistenza geomeccanica. Al di sotto di tale strato argilloso sono presenti le sabbie da addensate a molto addensate, fino alla profondità di 3,0 – 4,0 metri dal piano campagna. Da tale profondità è presente un substrato ghiaioso molto addensato che ha portato a rifiuto l’infissione dello strumento. Sulla base delle indagini eseguite è stato ricostruito il seguente modello geotecnico del sottosuolo dell’area oggetto di intervento prendendo come riferimento parametri geotecnici cautelativi.

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MODELLO LITOSTRATIGRAFICO E GEOTECNICO TERRENO

Strato Qc Fs Litologia Υ Cu Φ° Mo (m) (kg/cm2 (kg/cm2 (t/m3) (kg/cm2 (kg/cm2 ) ) ) ) Terreno superficiale 0,0 ‐ 0,8 ‐‐ ‐‐ ‐‐ ‐‐ ‐‐ ‐‐ alterato 0,8 – 2,0 19,38 1,21 Argilla molto compatta 1,95 0,97 ‐‐ 58,14 Sabbie addensate con 2,0 – 3,0 182,38 0,07 1,98 ‐‐ 45 273,57 ghiaia 3,0 ‐ 4,0 286,75 0,06 Ghiaie con sabbia 2,0 ‐‐ 45 430,12

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3.3 VERIFICHE DELLA SUSCETTIBILITÀ ALLA LIQUEFAZIONE

Il termine liquefazione denota una perdita totale o parziale della resistenza al taglio e della rigidezza, causata dall’incremento di pressione interstiziale in un terreno a grana grossa poco addensato saturo, durante lo scuotimento sismico, che può comportare il collasso o deformazioni permanenti significative. L’incremento delle pressioni interstiziali indotte dagli sforzi di taglio ciclici, anche in terreni a permeabilità relativamente elevata, può infatti indurre una forte riduzione o persino l’annullamento degli sforzi di taglio efficaci nel terreno. L’osservazione dei casi di liquefazione verificatesi in passato insieme alla sperimentazione effettuata in laboratorio, mette in evidenza come il fenomeno della liquefazione si verifichi solo per determinati materiali ed in determinate condizioni. Questa verifica richiede la stima: del "fattore scatenante" (evento sismico atteso), dei "fattori predisponenti" (caratteristiche meccaniche dei sedimenti) e dei possibili "effetti" sulle strutture esistenti o di progetto. Le caratteristiche dell'evento sismico atteso sono: magnitudo (M) = 5.54, accelerazione di riferimento per il territorio comunale di San Lazzaro di Savena (ag = 0,172g). I fattori predisponenti sono riassumibili nella categoria di sottosuolo di fondazione (categoria “C”), e nel potenziale di liquefazione dei sedimenti saturi.

I materiali potenzialmente liquefacibili sono per lo più i terreni sabbiosi saturi. Dalle prove penetrometriche statiche eseguite si evince che il sottosuolo dell’area in esame è caratterizzato dalla presenza di terreni prevalentemente coesivi argilloso‐limosi, molto consistenti, fino a 2 m di profondità, che sovrastano livelli sabbiosi dello spessore di un metro circa al di sotto dei quali è presente un substrato ghiaioso molto addensato. Dalla campagna piezometrica eseguita è emerso che il livello statico della falda, dove presente, si attesta a profondità superiori ai 20 m; anche nei fori di prova non è stata rilevata la presenza di acqua nell’intervallo indagato. L’assenza di livelli saturi nei primi 20 m di profondità porta quindi ad escludere per la zona in studio la possibilità del verificarsi del fenomeno del liquefazione in caso di sisma.

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4. CONCLUSIONI La presente relazione tratta dei caratteri geologici, geotecnici e sismici dell’Ambito ANS C.4a, posto in località Mura San Carlo, nel Comune di San Lazzaro di Savena (BO) e, nello specifico, dell’area, in esso compresa, in cui verrà realizzata la rotatoria in oggetto. Dallo studio e dall’analisi delle carte del PSC del Comune di San Lazzaro di Savena, riferite al rischio sismico, si evince che la zona è definita dal PSC come C‐4 (nella porzione occidentale a leggera pendenza, tra cui ricade anche la zona in cui sorgerà la rotatoria) e C‐I‐4 (nella porzione pianeggiante più orientale): y C‐I‐4: area in cui il sottosuolo di fondazione “C” (180

Lo stendimento sismico con tecnica MASW ha evidenziato una velocità media delle onde “s” nei primi 30 m di stratigrafia (Vs30) di 306 m/s. Sulla base del valore delle Vs30, secondo la normativa vigente, la categoria di appartenenza del litotipo equivalente è la C: Depositi di terreni a grana grossa mediamente addensati o terreni a grana fina mediamente consistenti con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs30 compresi tra 180 m/s e 360 m/s (ovvero 15 < NSPT,30 < 50 nei terreni a grana grossa e 70 < cu,30 < 250 kPa nei terreni a grana fina).

In conformità a quanto previsto nell’allegato n.2 dell’Atto di indirizzi (DAL 112) della RER, sono stati calcolati i fattori di amplificazione (F.A.) utilizzando i valori delle Vs30 misurati dall’indagine effettuata e facendo riferimento alla situazione litostratigrafica locale caratterizzata dalla presenza di depositi alluvionali prevalentemente ghiaiosi. La valutazione eseguita ha permesso di definire che la zona della di San Lazzaro di Savena in cui ricade l’area in oggetto è compresa nell’ambito denominato Pianura 1. Sulla base di queste considerazioni sono stati individuati i seguenti fattori di amplificazione:

F.A. PGA = 1,6 F.A. IS 0,1

Questi valori sono leggermente superiori, e quindi più cautelativi, rispetto a quelli riportati nel PSC del comune di San Lazzaro di Savena. L’area in studio, situata presso la località Mura San Carlo, nelle immediate vicinanze del centro abitato di San Lazzaro, appartiene all’alta pianura bolognese, caratterizzata da superfici pianeggianti la cui inclinazione media risulta <15°: per tale motivo non si hanno effetti di amplificazione topografica.

Per quanto riguarda le litologie presenti, il sottosuolo è costituito da una sequenza argilloso limosa da piano campagna fino alla profondità di 2,0 m, caratterizzata da buoni parametri di resistenza geomeccanica; al di sotto di tale strato argilloso sono presenti le sabbie da addensate a molto addensate, fino alla profondità di 3,0 – 4,0 metri dal piano campagna. Per profondità >4 m è presente un substrato ghiaioso molto addensato che ha portato a rifiuto l’infissione dello strumento.

Sulla base del rilievo piezometrico eseguito è stato confermato che il livello statico della falda si attesta a profondità di circa –20 m dal p.c.

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L’assenza di livelli saturi nei primi 20 m di profondità porta quindi ad escludere per la zona in studio la possibilità del verificarsi del fenomeno del liquefazione in caso di sisma.

Sulla base delle indagini svolte si ritiene che l’area in esame, interna al comparto ANS‐C.4a, sia idonea per la realizzazione della rotatoria.

Modena 25/10/2013 IL TECNICO Dott. Geol. Valeriano Franchi

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ALLEGATO 1

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Certificato n. : 664/10 Data emissione: 21/05/10

Committente : C/O DOTT. FRANCHI fdtiti Pf ditài Località : VIA FONDE'-S.LAZZARO-BO ANSC4a Prova numero : 1 Data : 21/05/2010 Operatore: DR. REBECCHI Quota : P.C. Prova n°: 1 Quota: P.C. Data: 21/05/2010 Località: VIA FONDE'-S.LAZZARO-BO ANSC4a Via AUSTRIA, 24 - 41100 MODENA Committ.: C/O DOTT. FRANCHI Certificato: 664/10 Data emissione: 21/05/10 Resistenza alla punta Rp (kg/cm2) Rp/Rl 0 1020304050607080901000 1020304050607080 0

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Prof. P P + L Rp Rl Rp/Rl Prof. P P + L Rp Rl Rp/Rl 2 2 2 2 2 2 2 2 (m) (kg/cm ) (kg/cm ) (kg/cm ) (kg/cm ) [ - ] (m) (kg/cm ) (kg/cm ) (kg/cm ) (kg/cm ) [ - ] 0,20 15,20 0,40 15,40 0,60 10 20 10 0,67 15,00 15,60 0,80 18 28 18 0,67 27,00 15,80 1,00 20 36 20 1,07 18,75 16,00 1,20 22 42 22 1,33 16,50 16,20 1,40 24 50 24 1,73 13,85 16,40 1,60 28 56 28 1,87 15,00 16,60 1,80 26 52 26 1,73 15,00 16,80 2,00 20 48 20 1,87 10,71 17,00 2,20 18 36 18 1,20 15,00 17,20 2,40 24 44 24 1,33 18,00 17,40 2,60 140 140 17,60 2,80 200 200 17,80 3,00 260 260 18,00 3,20 240 240 18,20 3,40 300 300 18,40 3,60 300 300 18,60 3,80 400 400 18,80 4,00 450 450 19,00 4,20 19,20 4,40 19,40 4,60 19,60 4,80 19,80 5,00 20,00 5,20 20,20 5,40 20,40 5,60 20,60 5,80 20,80 6,00 21,00 6,20 21,20 6,40 21,40 6,60 21,60 6,80 21,80 7,00 22,00 7,20 22,20 7,40 22,40 7,60 22,60 7,80 22,80 8,00 23,00 8,20 23,20 8,40 23,40 8,60 23,60 8,80 23,80 9,00 24,00 9,20 24,20 9,40 24,40 9,60 24,60 9,80 24,80 10,00 25,00 10,20 25,20 10,40 25,40 10,60 25,60 10,80 25,80 11,00 26,00 11,20 26,20 11,40 26,40 11,60 26,60 11,80 26,80 12,00 27,00 12,20 27,20 12,40 27,40 12,60 27,60 12,80 27,80 13,00 28,00 13,20 28,20 13,40 28,40 13,60 28,60 13,80 28,80 14,00 29,00 14,20 29,20 14,40 29,40 14,60 29,60 14,80 29,80 15,00 30,00 Via AUSTRIA, 24 - 41100 MODENA

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Certificato n. : 665/10 Data emissione: 21/05/10

Committente : C/O DOTT. FRANCHI fdtiti Pf ditài Località : VIA FONDE'-S.LAZZARO-BO ANSC4a Prova numero : 2 Data : 21/05/2010 Operatore: DR. REBECCHI Quota : P.C. Prova n°: 2 Quota: P.C. Data: 21/05/2010 Località: VIA FONDE'-S.LAZZARO-BO ANSC4a Via AUSTRIA, 24 - 41100 MODENA Committ.: C/O DOTT. FRANCHI Certificato: 665/10 Data emissione: 21/05/10 Resistenza alla punta Rp (kg/cm2) Rp/Rl 0 1020304050607080901000 1020304050607080 0

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Prof. P P + L Rp Rl Rp/Rl Prof. P P + L Rp Rl Rp/Rl 2 2 2 2 2 2 2 2 (m) (kg/cm ) (kg/cm ) (kg/cm ) (kg/cm ) [ - ] (m) (kg/cm ) (kg/cm ) (kg/cm ) (kg/cm ) [ - ] 0,20 15,20 0,40 15,40 0,60 10 16 10 0,40 25,00 15,60 0,80 16 26 16 0,67 24,00 15,80 1,00 20 40 20 1,33 15,00 16,00 1,20 24 48 24 1,60 15,00 16,20 1,40 20 44 20 1,60 12,50 16,40 1,60 18 40 18 1,47 12,27 16,60 1,80 16 36 16 1,33 12,00 16,80 2,00 20 36 20 1,07 18,75 17,00 2,20 180 180 17,20 2,40 100 100 17,40 2,60 36 40 36 0,27 135,00 17,60 2,80 20 44 20 1,60 12,50 17,80 3,00 450 450 18,00 3,20 18,20 3,40 18,40 3,60 18,60 3,80 18,80 4,00 19,00 4,20 19,20 4,40 19,40 4,60 19,60 4,80 19,80 5,00 20,00 5,20 20,20 5,40 20,40 5,60 20,60 5,80 20,80 6,00 21,00 6,20 21,20 6,40 21,40 6,60 21,60 6,80 21,80 7,00 22,00 7,20 22,20 7,40 22,40 7,60 22,60 7,80 22,80 8,00 23,00 8,20 23,20 8,40 23,40 8,60 23,60 8,80 23,80 9,00 24,00 9,20 24,20 9,40 24,40 9,60 24,60 9,80 24,80 10,00 25,00 10,20 25,20 10,40 25,40 10,60 25,60 10,80 25,80 11,00 26,00 11,20 26,20 11,40 26,40 11,60 26,60 11,80 26,80 12,00 27,00 12,20 27,20 12,40 27,40 12,60 27,60 12,80 27,80 13,00 28,00 13,20 28,20 13,40 28,40 13,60 28,60 13,80 28,80 14,00 29,00 14,20 29,20 14,40 29,40 14,60 29,60 14,80 29,80 15,00 30,00 Via AUSTRIA, 24 - 41100 MODENA

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Committente : C/O DOTT. FRANCHI fdtiti Pf ditài Località : VIA FONDE'-S.LAZZARO-BO ANSC4a Prova numero : 3 Data : 21/05/2010 Operatore: DR. REBECCHI Quota : P.C. Prova n°: 3 Quota: P.C. Data: 21/05/2010 Località: VIA FONDE'-S.LAZZARO-BO ANSC4a Via AUSTRIA, 24 - 41100 MODENA Committ.: C/O DOTT. FRANCHI Certificato: 666/10 Data emissione: 21/05/10 Resistenza alla punta Rp (kg/cm2) Rp/Rl 0 1020304050607080901000 1020304050607080 0

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Prof. P P + L Rp Rl Rp/Rl Prof. P P + L Rp Rl Rp/Rl 2 2 2 2 2 2 2 2 (m) (kg/cm ) (kg/cm ) (kg/cm ) (kg/cm ) [ - ] (m) (kg/cm ) (kg/cm ) (kg/cm ) (kg/cm ) [ - ] 0,20 15,20 0,40 15,40 0,60 8 16 8 0,53 15,00 15,60 0,80 8 12 8 0,27 30,00 15,80 1,00 12 20 12 0,53 22,50 16,00 1,20 20 48 20 1,87 10,71 16,20 1,40 24 52 24 1,87 12,86 16,40 1,60 24 48 24 1,60 15,00 16,60 1,80 20 40 20 1,33 15,00 16,80 2,00 80 90 80 0,67 120,00 17,00 2,20 200 200 17,20 2,40 180 180 17,40 2,60 200 200 17,60 2,80 250 250 17,80 3,00 400 400 18,00 3,20 18,20 3,40 18,40 3,60 18,60 3,80 18,80 4,00 19,00 4,20 19,20 4,40 19,40 4,60 19,60 4,80 19,80 5,00 20,00 5,20 20,20 5,40 20,40 5,60 20,60 5,80 20,80 6,00 21,00 6,20 21,20 6,40 21,40 6,60 21,60 6,80 21,80 7,00 22,00 7,20 22,20 7,40 22,40 7,60 22,60 7,80 22,80 8,00 23,00 8,20 23,20 8,40 23,40 8,60 23,60 8,80 23,80 9,00 24,00 9,20 24,20 9,40 24,40 9,60 24,60 9,80 24,80 10,00 25,00 10,20 25,20 10,40 25,40 10,60 25,60 10,80 25,80 11,00 26,00 11,20 26,20 11,40 26,40 11,60 26,60 11,80 26,80 12,00 27,00 12,20 27,20 12,40 27,40 12,60 27,60 12,80 27,80 13,00 28,00 13,20 28,20 13,40 28,40 13,60 28,60 13,80 28,80 14,00 29,00 14,20 29,20 14,40 29,40 14,60 29,60 14,80 29,80 15,00 30,00 Via AUSTRIA, 24 - 41100 MODENA

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Certificato n. : 667/10 Data emissione: 21/05/10

Committente : C/O DOTT. FRANCHI fdtiti Pf ditài Località : VIA FONDE'-S.LAZZARO-BO ANSC4a Prova numero : 4 Data : 21/05/2010 Operatore: DR. REBECCHI Quota : P.C. Prova n°: 4 Quota: P.C. Data: 21/05/2010 Località: VIA FONDE'-S.LAZZARO-BO ANSC4a Via AUSTRIA, 24 - 41100 MODENA Committ.: C/O DOTT. FRANCHI Certificato: 667/10 Data emissione: 21/05/10 Resistenza alla punta Rp (kg/cm2) Rp/Rl 0 1020304050607080901000 1020304050607080 0

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25 Prova n°: 4 Quota: P.C. Data: 21/05/2010 Località: VIA FONDE'-S.LAZZARO-BO ANSC4a VIA AUSTRIA, 24 -41100 MODENA Committ.: C/O DOTT. FRANCHI TEL. 059 313999 FAX 059 454827 Certificato: 667/10 Data emissione: 21/05/10

Prof. P P + L Rp Rl Rp/Rl Prof. P P + L Rp Rl Rp/Rl 2 2 2 2 2 2 2 2 (m) (kg/cm ) (kg/cm ) (kg/cm ) (kg/cm ) [ - ] (m) (kg/cm ) (kg/cm ) (kg/cm ) (kg/cm ) [ - ] 0,20 15,20 0,40 15,40 0,60 8 12 8 0,27 30,00 15,60 0,80 10 14 10 0,27 37,50 15,80 1,00 10 14 10 0,27 37,50 16,00 1,20 22 38 22 1,07 20,63 16,20 1,40 20 32 20 0,80 25,00 16,40 1,60 26 44 26 1,20 21,67 16,60 1,80 22 42 22 1,33 16,50 16,80 2,00 20 36 20 1,07 18,75 17,00 2,20 18 24 18 0,40 45,00 17,20 2,40 20 36 20 1,07 18,75 17,40 2,60 200 200 17,60 2,80 300 300 17,80 3,00 450 450 18,00 3,20 18,20 3,40 18,40 3,60 18,60 3,80 18,80 4,00 19,00 4,20 19,20 4,40 19,40 4,60 19,60 4,80 19,80 5,00 20,00 5,20 20,20 5,40 20,40 5,60 20,60 5,80 20,80 6,00 21,00 6,20 21,20 6,40 21,40 6,60 21,60 6,80 21,80 7,00 22,00 7,20 22,20 7,40 22,40 7,60 22,60 7,80 22,80 8,00 23,00 8,20 23,20 8,40 23,40 8,60 23,60 8,80 23,80 9,00 24,00 9,20 24,20 9,40 24,40 9,60 24,60 9,80 24,80 10,00 25,00 10,20 25,20 10,40 25,40 10,60 25,60 10,80 25,80 11,00 26,00 11,20 26,20 11,40 26,40 11,60 26,60 11,80 26,80 12,00 27,00 12,20 27,20 12,40 27,40 12,60 27,60 12,80 27,80 13,00 28,00 13,20 28,20 13,40 28,40 13,60 28,60 13,80 28,80 14,00 29,00 14,20 29,20 14,40 29,40 14,60 29,60 14,80 29,80 15,00 30,00