COPIA CITTA’ DI ARZIGNANO Provincia di Sede: Piazza Libertà n. 12 – Arzignano – (VI) C.A.P. 36071 COD. FISC.: 00244950242

VERBALE DEL Verbale letto, CONSIGLIO COMUNALE approvato e sottoscritto. N. 76 del Reg. Delib. IL PRESIDENTE OGGETTO: f.to SIGNORIN GUIDO MOZIONE PRESENTATA DAL CONSIGLIERE PELLIZZARI RELATIVA ALLE POLEMICHE SORTE IN MERITO ALLA RICHIESTA DI CITTADINANZA DI CITTADINI EXTRACOMUNITARI IL SEGRETARIO VERBALIZZANTE L’anno 2003, il giorno 30 del mese di Ottobre alle ore 20:36, nella Sala delle Adunanze si è riunito il Consiglio Comunale. f.to PINTON LORIS Risultano presenti i seguenti consiglieri comunali: Consigliere Presente Consigliere Presente CHIARELLO PIETRO MASTROTTO FRANCESCO Sì SIGNORIN GIANFRANCO Sì PELLIZZARI ANDREA Sì ANZOLIN STEFANO Sì PESAVENTO NATALINO Sì In pubblicazione BRUNA BRUNO Sì POLETTO DAVIDE Sì all’Albo Pretorio COLLADON FRANCO Sì POZZER GIORGIO Sì CONSOLARO CLAUDIO Sì SIGNORIN GUIDO Sì per quindici giorni GENTILIN GIORGIO Sì TONIN ALESSIO Sì GIACOMELLO GIANDOMENICO Sì VIGNAGA GAUDENZIO Sì consecutivi dal LORA PIERGIORGIO Sì VOLTOLIN SERGIO GIUSEPPE Sì 27/02/2004. MARCHEZZOLO BEATRICE Sì STEFANI EDGARDO Sì MASIERO RICCARDO Risultano inoltre presenti i seguenti assessori: f.to IL SEGRETARIO Assessore Presente BONATO GIUSEPPE S GENERALE CASSAN PAOLO S DE MARZI STEFANO S DE SANCTIS ANTONIO N FONGARO ROBERTA N FRACASSO STEFANO N MOLON CLAUDIO S

Assiste alla seduta il Segretario Generale PINTON LORIS. Il Presidente SIGNORIN GUIDO, riconosciuta legale l’adunanza, invita il Consiglio a deliberare sull’oggetto sopraindicato. Copia conforme CERTIFICATO DI ESECUTIVITA’ all’originale ad uso Divenuta esecutiva il 09/03/2004. amministrativo. IL SEGRETARIO GENERALE Lì, ______F.to Loris Pinton

IL SEGRETARIO GENERALE ______

1 Il PRESIDENTE cede la parola al Cons. PELLIZZARI che legge la mozione presentata:

“VISTE le recenti e poco edificanti polemiche che hanno visti protagonisti il Sindaco e l’Assessore all’Immigrazione del Comune di Arzignano in contrapposizione al Ministero degli Interni in merito alla questione della negata cittadinanza italiana ad alcuni cittadini extracomunitari, al fine di ripristinare quello spirito di collaborazione tra Istituzioni dello Stato e di evitare inutili e dannosi protagonismi;

SI CHIEDE di valutare l’operato dell’Amministrazione Comunale e, nel caso si verificasse un’azione non adeguata al ruolo e alla rappresentatività della nostra Comunità,

SI IMPEGNA l’Amministrazione Comunale a porgere formali scuse al Ministero degli Interni per il disdoro procurato”.

Vi annuncio che emendiamo il presente ordine del giorno con un’integrazione, tra l’altro penso che al Presidente del Consiglio sia arrivata la mozione con le firme che si sono aggiunte nel frattempo, anticipo quello che leggerà nel foglio che sta arrivando, ecco, quindi questa mozione è sottoscritta da tutti i componenti del Gruppo Consiliare di F.I. ed Indipendenti, nessuno escluso, e la integriamo tra l’altro con una proposta di delibera, emendiamo il testo con una proposta fatta dal Coordinatore Comunale della -Liga Veneta per cui si invita, cambia poco nella sostanza, prima si diceva di porgere formali scuse, premesso che ci debbano essere queste scuse, sarà oggetto di valutazione perché è la prima parte di questa nostra proposta, nel caso in cui si ravvisi la necessità di queste scuse, si invita a rivolgerle, e qui in questo sono più analitici, e quindi è questa l’integrazione, al Presidente della Repubblica, per i presupposti quindi non veritieri della lettera inviata, al Sottosegretario Balocchi per averne messo in dubbio la correttezza, e ai cittadini di Arzignano per il disdoro procurato”.

L’Assessore CASSAN espone quanto segue: “So che di solito l’ultimo punto all’ordine del giorno, poi se è stato anche un po’ , richiede ai Consiglieri uno sforzo particolare perché si avrebbe anche voglia di andare a casa, credo che chiederò molta forza perché il mio intervento sarà piuttosto lungo e credo sia la prima volta, tra l’altro, che mi preparo un testo scritto, ma la materia è molto delicata ed è anche giusto, e questa è la sede opportuna, riportare chiarezza su un tema così importante.

Signor Sindaco, Colleghi della Giunta, Signori Consiglieri, credo di non avere mai tediato il Consiglio con interventi troppo prolissi, ma questa sera sarò mio malgrado costretto ad occupare molto più tempo, pazienza ed attenzione del Consesso, e per l’importanza della questione e per motivi di carattere personale. Non posso che ringraziare il Cons. Pellizzari, e a questo punto quindi tutti i Consiglieri di opposizione, per la mozione presentata che, spero, mi darà occasione per chiarire definitivamente la nota vicenda a partire dal suo nascere fino all’epilogo parlamentare e al dibattito di stasera. Ben altri sono e saranno i miei commenti e le mie valutazioni su posizioni pubblicamente espresse sulla stampa da altri esponenti politici locali culminate con la formulazione di un ordine del giorno, poi misteriosamente ritirato, vergognoso, intimidatorio ed oltremodo offensivo verso la mia persona ed il mio operato. Se nel mio dire vi saranno passi polemici, è palese, Cons. Pellizzari, che non saranno riferiti a Lei, con cui non ho mai avuto motivi di attrito se non politici, come sta nelle normali regole del gioco. Qualcuno ha però passato il segno e non intendo in nessun modo ignorarlo. Ma, iniziando dal tema in discussione, mi sia consentito porre alcuni postulati al mio intervento. 1) Di quanto accaduto e letto sui giornali mi prendo piena ed esclusiva responsabilità, avendo il Sindaco e la Giunta sostanzialmente appoggiato una mia iniziativa; non è mia abitudine attribuire ad altri le mie condotte e non inizierò a farlo stasera. 2) Il Comune, in ambito di cittadinanza, non ha altra competenza né ruolo che quello di notificare il provvedimento finale di rigetto, ovvero completare l’iter dell’eventuale giuramento in caso di accoglimento dell’istanza: è’ pacifico ed ovvio, quindi, che l’Amministrazione non era né è tuttora a conoscenza (in assenza di qualsivoglia risposta ufficiale istituzionale) delle singole posizioni in oggetto.

2 Chiunque abbia detto o scritto altro riprendendo la notizia, ha falsato completamente i temi in discussione, attribuendo all’Ente una malafede che è di tutta evidenza, attese le notizie di stampa e proprio per l’asserita esistenza di motivi sostanziali, non esserci mai stata. Se vi è stata è ad altri che va chiesto, non a noi. Per inciso, da incompetente, superficiale quale da alcuni sono stato qualificato, significo che l’eventuale dizione “prodotte in modo regolare” (il motivo per cui saremmo stati definiti bugiardi) null’altro significa se non che dai provvedimenti non si evince alcunché di eccepito riguardo la regolarità formale della domanda presentata. Credo che Lei Consigliere, atteso il corso di studi che sta svolgendo, sia perfettamente in grado di capire la differenza. Si è ritenuta quindi la domanda stessa formalmente ammissibile. Il che è ben altra cosa dal giudicarla meritevole di accoglimento. Mi scuso se il possesso di qualche minimo rudimento giuridico mi consente di utilizzare con una certa precisione vocaboli evidentemente fuori dalla possibilità di comprensione di qualcuno. 3) Non vi è mai stata da parte mia e se vi fosse stata la smentisco come interpretazione del mio pensiero, nei confronti del Sottosegretario nessuna accusa, come talora invece riportato dalla stampa, ma casomai la formulazione di ipotesi di dubbio sulla forma dei provvedimenti notificati, dubbio che per ciò stesso del suo in sé, non implica affermazione, ma solo come ripetutamente sollecitato, richiesta di chiarimenti, peraltro ad oggi ancora non ricevuti. 4) La Presidenza della Repubblica pertanto non è stata scomodata sulla base di falsi presupposti, come dolosamente qualcuno vorrebbe far credere, né tantomeno sulla base di fantomatiche accuse, ma solo ed esclusivamente per ottenere chiarezza relativamente ad una questione che tutto voleva essere fuorché tecnica. 5) La Presidenza della Repubblica non è stata impropriamente sollecitata in quanto, per chi non lo sapesse, sempre in virtù dei miei pur minimi rudimenti giuridici, rendo noto che il Presidente ha competenza specifica in materia essendo l’autorità ultima deputata all’emissione del decreto di concessione di cittadinanza. Premesso quanto sopra mi riporto al centro della questione, sperando di metterne definitivamente in chiaro la natura. Alla luce dei provvedimenti notificati (tutto ciò che avevamo ed abbiamo letto ancora oggi e fino a stasera), l’intento era quello di sollevare una questione di principio che ci pareva forte e meritevole della più ampia considerazione, inerendo il rispetto e la dignità delle persone, relativa esclusivamente alla forma dei provvedimenti di diniego di cittadinanza, ora ondivaghi e poco chiari, ora stracolmi di valutazioni sull’opportunità e/o la legittimità della discrezionalità esercitata, assolutamente intempestivi; relativi ad asseriti inserimenti sociali, valutati solo con comunicazioni interne di ordine pubblico; ora addirittura sinceramente incomprensibili, quasi ideologici, offensivi. Quanto sopra indipendentemente dalla sostanza degli stessi, dal merito delle singole posizioni . Non ne eravamo a conoscenza, come ancora non lo siamo, ed anzi ai nostri fini tale aspetto poteva essere tutto sommato relativo. Ad ulteriore conferma di ciò, faccio presente, che la cittadinanza cosiddetta per naturalizzazione, come nel caso di specie, è un ambito in cui la discrezionalità è amplissima e quindi il diniego potrebbe essere il più variamente motivato: argomento logico più che convincente per comprendere che l’interesse per i singoli provvedimenti poteva essere marginale, non rientrando nelle nostre competenze che materie di carattere generale. Proprio perché tale approccio era di natura eminentemente politica, nel senso alto del termine, (per qualcuno palesemente troppo alto) l’interesse per le risposte tecniche, che sarebbero potute provenire dal Ministero riguardava soprattutto i singoli. Allo stesso Ministero infatti nulla avevamo chiesto. Che ci fossero motivi sostanziali, (ammesso che gli stessi fossero congrui ai motivi espressi in atti) tanto meglio e di conforto per le persone. Tanto peggio per le considerazioni di principio appena illustrate. Mi rendo benissimo conto che, non so quanto per colpa dei media, di destra, ma purtroppo anche di sinistra, quanto grazie al presidio di una forza politica locale che quando si parla di principi e idee sa sempre cosa dire, il nostro obiettivo si è perso abbondantemente per strada, travolto da cittadinanza sì, cittadinanza no; cittadinanza no, bugiardi! Abbiamo gettato un sasso nello stagno, ci è stato risposto con un camion di pietre. Solo che è stato scaricato nel posto sbagliato. Probabilmente galeotto fu quel nome, infelicemente pronunciato: Balocchi. Tutte firme sue. Una coincidenza più infausta credo sia capitata solo alla Monaca di Monza, quando, sventurata, rispose. Apriti

3 cielo: presidio in allarme, Prefettura in ambasce, Senatori alle armi e nota finale del Balocchi. Quasi fosse un reato chiedere ad un esponente leghista del Governo (quelli per inciso che propongono test d’italianità e lingua locale per l’ottenimento della cittadinanza), ragione di quello che firma. In ambito di cittadinanza oltretutto. In 48 ore, fascicoli che ci mettono anni (troppi anni!) per essere esaminati, letteralmente esplosi dagli archivi del Ministero; neanche il tempo per la nostra lettera di arrivare a Roma che già, via stampa, ci arrivava la risposta: nel merito. Ciò che sinceramente meno c’interessava o competeva: pane per avvocati, (e non è che ce ne sarebbe poco!) per chi fosse stato ancora in termini, valutare la congruenza tra le motivazioni espresse nei provvedimenti e quelle dichiarate dal Ministero. Tutto con l’aggiunta della crassa derisione anche di chi avrebbe fatto meglio a ridere di sé stesso, e della sua di superficialità, non avendo compreso. Noi volevamo altre risposte. Le stiamo ancora aspettando. Per inciso faccio sommessamente presente, e sarà il solo passaggio tecnico perché il problema è altro, che, in diritto amministrativo, affermare, che le motivazioni di un provvedimento enunciate alla stampa sono quelle “reali ed oggettive” equivale ad una vera e propria bestemmia giuridica, dalla quale qualcuno avrebbe forse fatto meglio ad astenersi. Ma, pur essendo tanti i vizi tecnici ed i segni di trascuratezza in quei provvedimenti, non vorrei comunque distogliere l’attenzione dal tema centrale in discussione, che rimane politico e di principio. E su questo francamente rischiava di rimanerci solo una grande amarezza: non per i saluti delle non invitate troupe televisive che, sinceramente, con il loro approccio romano troppo spesso provinciale non si fanno mai rimpiangere, ma per l’amara sensazione di aver perso una grossa occasione per parlare di un argomento serio. Fortunatamente proprio quando disperavamo di riportare la questione al suo nodo, alla fine della settimana scorsa vi è stata la discussione dell’interpellanza parlamentare proposta dal Presidente dei Senatori della Margherita Bordon e di cui ora darò lettura perché meglio di ogni ulteriore illustrazione chiarisce i termini delle nostre richieste”.

Il Cons. PELLIZZARI chiede se si può dare per letta l’interrogazione parlamentare del Sen. Bordon in quanto è in loro possesso e l’hanno già letta.

L’Assessore CASSAN ritiene opportuno riassumerla perché forse qualcuno non la conosce e così prosegue: “Bordon fa cenno di essere stato fin da subito e prontamente e sollecitamente e cortesemente in contatto col Ministero, di aver acquisito la documentazione, evidenzia alla fine della sua domanda, e (riporta alcune parti dell’interpellanza) “… quello che a noi preoccupa soprattutto e che è il lato singolare di questa vicenda è che non si deduce in modo netto e chiaro quale sia l’elemento per cui questa cittadinanza venga negata, come dovrebbe essere in qualsiasi stato di diritto per dare la possibilità di produrre ricorso, anche in via amministrativa, rispetto ad un provvedimento di negazione. Di più, si fa riferimento ad una non ben precisata sentenza del Consiglio di Stato nella quale la concessione della cittadinanza è configurabile quale potere altamente discrezionale che presuppone una valutazione di opportunità. Inoltre si fa riferimento ad una sentenza – in questo caso citata – del T.A.R. nella quale si direbbe che l’interesse pubblico da tutelare, da parte del Ministero dell’Interno, è quello di evitare che l’introduzione a titolo stabile di un soggetto nell’ordinamento nazionale non procuri allo stesso danni o lacerazioni, per cui al di là del possesso di certi requisiti formali quali l’assenza di precedenti , vita irreprensibile e reddito sufficiente, è data all’amministrazione la possibilità di valutare nel complesso il grado di impatto che con l’ordinamento avrebbe o potrebbe avere la concessione della cittadinanza italiana ad uno straniero”. Cito un altro passaggio: “L’episodio che ho citato, signor Sottosegretario, è a mio avviso molto grave e credo che se motivazioni ci fossero state queste avrebbero dovuto essere precisate nell’atto di ordinanza perché altrimenti si sarebbe leso due volte il diritto del cittadino, in questo caso immigrato, di potere eventualmente ricorrere per far valere i propri diritti, quelli generali previsti dalla Costituzione e quelli più particolari riconosciuti dalla legge in questione”.

4 Risponde Balocchi dando quelle spiegazioni tecniche che ormai sono di dominio pubblico e note a tutti, sui sei soggetti, quindi uno per il mancato superamento del termine decennale, uno perché sarebbe in corso un procedimento penale e quattro per insufficienza di reddito. “Non c’è stata quindi inversione di tendenza – risponde il Sottosegretario – e questo dimostra, se ve ne era bisogno, onorevole senatore, che non si trattava di un discorso politico ma solo ed esclusivamente di un discorso tecnico”. Replica Bordon: “Signor Presidente, è ovvio che io non mi ritenga soddisfatto perché da una parte la risposta cortese del Sottosegretario è un concentrato di ovvietà burocratiche; dall’altra parte perché, incorrendo in una sorta di infortunio, il Sottosegretario ha confuso la nostra interpellanza con un dibattito politico in sede locale. Il problema rimane, vi sono dei fatti inoppugnabili. Io prima Le ho letto l’ordinanza nella quale gli elementi di mancanza dei requisiti formali che Lei ha reso oggi all’Aula e che già, come poco prima ricordavo, il Ministero dell’Interno ha avuto la cortesia di farmi pervenire per le vie brevi, non ci sono, o almeno non appaiono così netti ed evidenti come Lei in quest’aula li ha ricordati. Ci sono invece - francamente non si capisce perché, se non per un’inutile ma pericolosa ridondanza di carattere ideologico - sentenze di questo o quell’organismo amministrativo che farebbero dedurre che l’atto è totalmente discrezionale. In caso contrario non si capisce perché si richiama addirittura in questo senso una non ben precisata direttiva o sentenza del Consiglio di Stato. Se invece vi erano motivi così nettamente formali, precisi e inoppugnabili per la permanenza in Italia non si capisce perché l’ordinanza non fu motivata semplicemente con la mancanza di questi requisiti. Non ci voleva molto nemmeno per l’ultimo burocrate ministeriale scrivere che quell’atto era respinto per la mancanza di un determinato requisito e non di più. Nell’ordinanza si fa riferimento addirittura al fatto che anche in presenza degli elementi formali si può negare la cittadinanza. Questo è il problema che abbiamo posto e su di esso francamente non vi è stata alcuna risposta.”

Dunque il Senatore Bordon, pur avendo avuto agio di studiarsi i casi, addirittura di avere avuto accesso ai singoli fascicoli, di leggere, quanto mai noi abbiamo visto, non solo ha ritenuto di proporre comunque la propria interpellanza, non solo si è ben ascoltato le risposte del Sottosegretario, ma ha anche avuto l’indomito ardire di dichiararsi insoddisfatto, non trovandole in assoluto corrispondenti alle sue domande. Evidentemente anche il Senatore dev’essere incompetente o superficiale o tutt’e due assieme. Oppure la questione sottoposta verte su altri argomenti quali la civiltà di un paese che si misura anche nelle forme e nei toni con cui quel paese a mezzo dei suoi rappresentanti istituzionali si rivolge a chi chiede di avervi accesso. Anche per negarglielo questo accesso. Meglio ancora, se esiste il diritto, non solo di rigettare l’istanza, ma anche la persona. Uno stato serio, moderno e accogliente non può tollerare che nei provvedimenti di rigetto di un’istanza possano o non esservi spiegati chiaramente i motivi; o ripetutamente elevata a valore determinante la discrezionalità o addirittura l’opportunità di concedere uno status; o addirittura, con eccessi francamente umilianti, indicate citazioni giurisprudenziali sconcertanti. Ottriare i censi non si addice ad una Repubblica. Tanto più e tanto peggio se non ve ne è la necessità. Che i motivi ci siano lungi dal diventare esimente è pesante aggravante. Non ci possono essere provvedimenti di Serie A, B o C, tutti meritano la massima qualità, anche di più quando si riferiscono allo stato delle persone, e come la cittadinanza per gli immigrati, possono radicalmente cambiare la loro vita. Non mi scuso per il disturbo arrecato, anzi vorrei averne arrecato molto e spero che, se alla fine qualcuno ha capito (ne dubito dal contenuto e dal genere delle risposte), in quel Ministero sia volato qualche sonoro scappellotto sulla testa di qualche funzionario: ho la segreta speranza che qualcuno lo abbia dato anche il buon Balocchi, chiamato alla responsabilità politica di atti che certamente non elabora personalmente, ma sui quali è tenuto a vigilare. Non ce l’ho certamente con lui, ed anzi se prenderà, ufficialmente l’impegno di migliorare quegli atti amministrativi, motivandoli chiaramente, tempestivamente ed epurandoli di certe “sconcezze giuridiche” sono pronto a dargliene merito. Ad oggi però le nostre domande sono ancora senza risposta, e, come sottolineava Bordon nella sua replica, non l’hanno avuta nemmeno in sede parlamentare. Concludo poiché credo di aver più che sufficientemente illustrato il mio punto di vista: il mio Sindaco ed i miei colleghi di Giunta sanno e conoscono quanto faccia parte della mia sensibilità personale l’attenzione per certi temi, nel rapporto Istituzioni-cittadini. Temi che avrei toccato anche se quei

5 provvedimenti provenissero dall’ANAS e riguardassero miei concittadini italiani Non era così. Quello che ho fatto l’ho fatto per dei cittadini immigrati che, per me, sono assolutamente uguali agli altri. Forse per qualcuno non è così, e pretende altresì con violenza ed arroganza che non glielo si faccia notare. La mia colpa probabilmente è stata quella di pensare che un tema alto e di principio come questo potesse essere gestito ed affrontato seriamente da tutti, politici e stampa: evidentemente mi sbagliavo, dovevo farne un dibattito da salotti culturali e giuridici e tenere la cosa sotto tono; ma per il mio sentire, il mio ruolo e per come ho sempre inteso interpretarlo l’avrei difficilmente sopportato. Non rinnego nulla di quanto ho fatto, lo rifarei soprattutto se dovesse ottenere il risultato che volevo e anche se questo risultato non sarà riconosciuto. Questa è tutta e semplicemente la verità. Forse a qualcuno non basterà, o non piacerà, ma non mi scuserò per domande che ho legittimamente posto e che sono ancora senza risposta; soprattutto con chi me lo chiede offendendo in modo pesante la mia persona ed i miei personali valori espressi quotidianamente in anni di impegno per questo referato senza tornaconti elettorali, anzi. Che la mia competenza sia valutata da chi questo Assessorato nemmeno voleva, è cosa sinceramente aberrante. Che possa essere giudicato superficiale proprio da chi ha valutato con superficialità l’oggetto di tutta la vicenda, è sinceramente inaccettabile. A meno che competenza e superficialità vadano giudicate con riferimento alla circostanza che io abbia fatto un nome: dimissioni quindi chieste per lesa maestà, con un ordine del giorno, degno prosieguo di una altrettanto degna campagna di stampa, vergognosamente offensiva e chiaramente intimidatoria, proveniente per lo più da rappresentanti in sedicesimo dell’On. Balocchi con cui non ho motivo nè ovviamente interesse di interloquire, essendosi, loro sì, intromessi superficialmente. In questa vicenda che può trovare acuta sintesi nell’adagio cinese “quando il dito mostra la luna, lo sciocco guarda il dito” molti purtroppo hanno guardato il mio dito; molti lo stanno ancora guardando”.

Il Consigliere MASTROTTO espone quanto segue: “Solo una domanda volevo fare, non entrando nei meandri diciamo “tecnici”, se gli intendimenti erano questi, cioè quelli di avere dei chiarimenti e la lettera inviata alla Presidenza della Repubblica aveva questo scopo, perché è finita sulla stampa? Questa vicenda io l’avrei considerata in modo diverso se fosse stato un discorso portato avanti senza strumentalizzazioni politiche, in modo serio, per vie istituzionali e quindi legato, confinato, fino al completamento dell’iter, poi alla fine chiaramente, in base alle risposte, in base al prosieguo dell’attività si poteva anche prendere in considerazione altre soluzioni, ma qui i primi ad uscire sulla stampa siete stati voi, quindi non potete poi accusare gli altri di aver risposto sulla stampa. Voglio una spiegazione su questo”.

Il Consigliere PELLIZZARI espone quanto segue: “Ho ascoltato con molta attenzione l’illustrazione dell’argomento da parte dell’Assessore e posso anche comprendere che si sia sentito punto sul vivo, sul personale, però non dalla mozione che è oggetto di questa discussione, quindi bene ha fatto l’Assessore a premetterlo e ad anticiparlo, altrimenti si sarebbe rischiato di fare confusione, poiché dalla lettura della nostra mozione non si parla di superficialità, non si parla di dimissioni, non si parla di campagne offensive né di altro, si fanno dei ragionamenti che penso siano stati anticipati nella sua essenza dalla considerazione del collega Mastrotto, che ha centrato in pieno ciò che noi volevamo mettere in evidenza e che è la ragione per cui riterremmo opportuno che in ogni caso ci fosse un ripensamento su come è stata gestita questa questione, perché è vero, come affermato in precedenza, che Arzignano è balzata agli onori della cronaca, la sua Amministrazione in particolare, non perché tirata all’interno di una polemica da parte dell’On. Balocchi o di altro, ma perché si è deciso politicamente che poteva essere un’occasione propizia per sviluppare un dibattito su un tema spinoso e come tutti i temi spinosi talvolta si rischia di usare il fioretto e di ricevere una vangata in fronte, questo è un rischio che in politica si corre. Quindi ritorno sull’argomento permettendomi di fare un’osservazione ossia che se non eravate a conoscenza delle risposte, ce ne sono di risposte di cui anche noi qui al nostro interno attendiamo risposta e che, penso alle interrogazioni, … e non cade il mondo se, come dire, gli strumenti utilizzati sono quelli prettamente amministrativi per avere soddisfazione di istanze negate. Noi siamo invece convinti che l’intento fosse politico e che questo possa essere in certi versi anche condiviso e possa essere utile per lo sviluppo di alcune tematiche come quella che è stata oggetto di questa polemica, ovviamente nel momento in cui si ricorre a determinati strumenti si accettano anche i rischi che l’uso degli stessi comporta.

6 Entrando invece nello specifico ci preme chiedere un “perché”, che anche noi abbiamo ancora questo dubbio inevaso, visto che le istanze rifiutate apparivano e dall’illustrazione a mezzo stampa da parte del Sindaco, dell’Assessore e attraverso l’interrogazione rivolta dal Sen. Bordon in sede parlamentare, come istanze rifiutate in maniera, per così dire, pretestuosa; si citavano addirittura le norme sui diritti dei lavoratori immigrati che altrimenti sarebbero lese, si citavano norme a tutela, direttive europee contro le discriminazioni razziali, quindi capite che gli argomenti, le corde che erano state solleticate erano anche quelle classiche dell’antileghismo più scontato e dalla risposta, perché noi abbiamo seguito con attenzione l’esito di questa polemica a mezzo stampa mai intromettendoci né rilasciando dichiarazione alcuna ed attendendo questa sede per avere risposta ad alcune domande, dalla risposta del Sottosegretario all’Interno Maurizio Balocchi risulta, leggo testualmente: “..che nel caso richiamato il provvedimento di diniego è stato motivato (si trattava di sei casi se non ricordo male) da ragioni di carattere penale, da insufficienza del reddito e dall’incompletezza del decennio di residenza, ossia da ragioni di rispetto della normativa vigente e non di carattere politico”. Allora posso pensare che sia anche umanamente non censurabile che Voi ignoriate i motivi di carattere penale o da insufficienza del reddito, mi chiedo invece riguardo all’incompletezza del decennio di residenza, visto che è residenza nel Comune di Arzignano che si tratta, visto che è compito specifico, correggetemi se sbaglio, del Sindaco tenere le liste correttamente aggiornate dell’ufficio anagrafe, se questa risposta invece che attenderla dal Presidente della Repubblica non potevate averla andando nell’apposito ufficio presente in questa sede e notare quindi che c’era uno dei requisiti richiesti per l’ottenimento della cittadinanza assolutamente non soddisfatto. Quindi almeno su una delle sei risposte forse la risposta ce la potevate avere in casa. Questo ci porta a pensare, congiunto anche le osservazioni precedentemente rivolte dal mio collega Mastrotto, che probabilmente si è, tra l’altro in questo particolare momento storico in cui è importante che ognuno di noi salvaguardi, e questo è un monito che noi rivolgiamo anche a noi stessi, l’integrità e l’immagine delle istituzioni, non è sicuramente stato utile al, perché si è usato il termine “disdoro procurato”, non è disturbo, ma son lì per rispondere alle nostre domande, e non è stato adeguato e questo riteniamo opportuno che una nota ai soggetti primi interessati da questa Amministrazione possa provenire dandovi quindi atto eventualmente di aver forse, anzi sicuramente, esagerato nei toni, e quindi di riportare serenità e di riaffrontare quindi con un animo più sereno e senza rischio di mistificazioni mass-mediatiche un tema importante e su cui è opportuno riflettere con più serenità, senza l’intercessione della stampa. Quindi, mentre per quanto riguarda la Sua esposizione, forse era più opportuno che la rivolgesse non in questa sede, perché non era pertinente con la nostra mozione, con questo comprendendo umanamente che nel momento in cui si è sollecitati in prima persona in maniera così decisa ci sia anche un moto di orgoglio che può portare a salvaguardia della propria dignità che possa aver maturato la Sua reazione”.

L’Assessore CASSAN espone quanto segue: “Al di là del discorso sulla stampa, mi spiace, Cons. Pellizzari che non abbia ancora colto l’essenza del nostro discorso, che non era relativo al fatto che i singoli provvedimenti fossero o meno motivati, ma a quanto nei singoli provvedimenti era scritto.”

Cons. PELLIZZARI: “Nella genericità della risposta”.

L’Assessore CASSAN espone quanto segue: “Esatto, questo è quello di cui si deve occupare l’Amministrazione. Spetta poi agli interessati, se riterranno, se alla luce dei chiarimenti che avranno avuto, riterranno di proseguire con altre iniziative spetta certo a loro, non all’Amministrazione. Sicuramente nell’ambito dei sei provvedimenti c’era questo tipo di considerazioni che sono esattamente quelle ….”

Il Cons. PELLIZZARI espone quanto segue: “Posso fare una domanda? Se la Vostra. campagna fosse stata finalizzata a rendere meno generiche le risposte, sarebbe stato un argomento di carattere amministrativo, invece è emersa la problematica dell’immigrazione, la polemica è stata fatta con l’Onorevole della Lega che sappiamo bene che su questo tema … quindi se questi erano gli intenti probabilmente esternamente si è fatto capire diversamente, cioè tutto sembrava meno che una discussione di carattere amministrativo tra tecnici”.

7 L’Assessore CASSAN espone quanto segue: “Infatti Vi ho avvertito che non lo è ….. Però io vorrei che da alcuni passaggi, se li avete ascoltati attentamente, Voi capite che la politica non si fa semplicemente per quanto, almeno posso intendere io, semplicemente con il riferimento ai movimenti, la politica si fa anche con le idee che si veicolano attraversano i provvedimenti, c’è modo e modo di emettere il provvedimento, questa è la sostanza, certo che chi vuole capire l’ha capita, chi non vuole capire non l’ha capita, pazienza. Alla luce di tutto questo si può valutare se di fronte a questo tipo di modalità si debba chiedere un chiarimento amministrativo o si debba evidenziare queste modalità, di questo io me ne prendo tranquillamente la responsabilità, ripeto, non ho mai avuto problemi né contraddittori con la stampa, quello che sicuramente è andato oltre è qualcos’altro, è il contenuto di certe dichiarazioni che sono arrivate dall’altra parte, tutto qua. Per il resto, di questa iniziativa, come ho detto dall’inizio, mi prendo tranquillamente la mia responsabilità”.

Il Cons. STEFANI espone quanto segue: “L’argomento appare una ghiotta occasione per fare uso a palate di demagogia, almeno pari a quella usata dai colleghi della minoranza sull’argomento inerente l’Ufficio di Presidenza, dove è di tutta evidenza che se in una azienda viene a mancare il responsabile o viene a mancare la fiducia in esso, si cerca di sostituirlo. Ritornando al tema mi interessa di più invece affrontarlo in modo critico. Circa il merito della questione, cioè sulla necessità di trasparenza e puntualizzazione delle ragioni del diniego, basta leggere le carte ufficiali, la richiesta dell’Amministrazione mi sembra legittima, anzi doverosa, stante il ruolo di mero notificatore degli atti ricoperto dall’Amministrazione, quindi da questo punto di vista piena solidarietà all’Assessore. Sull’uso politico della vicenda non vado a vedere chi ha iniziato per primo perché è come stabilire se è nato prima l’uovo o la gallina, perché uno si domanda anche perché le domande respinte in sequenza non siano magari una disposizione d’animo del Sottosegretario. Sull’uso politico, dicevo, il caso si presta ad alcune considerazioni, nei confronti del Sindaco, ma a questo punto dell’Assessore che ha assunto su di sé tutta la responsabilità, protagonista della vicenda, ho difficoltà a capire questo desiderio di pubblicizzare l’argomento, quasi a togliere la prima pagina al dibattito tutto interno al centro destra, soprattutto in questo periodo. Per quel che riguarda l’atteggiamento della forza politica che si sente principalmente chiamata in causa, ho ancora più difficoltà a capire, perché, a parte la grossolanità delle prese di posizione, non vedo che convenienza ha a sollevare tutto questo strepito che al comune cittadino non può dare altro che la sensazione di una coda di paglia che serve a nascondere qualcosa, vale a dire il disagio e la difficoltà dei rapporti tutti interni al centro destra, suscitato dalle dichiarazioni dell’Onorevole Fini. A me sembra di vedere quindi in questa vicenda una mancanza di senso politico. Per quel che riguarda la parte che mi interessa, politica che mi interessa, mi auguro che si sia trattato di un episodio. Il malessere invece della Lega Nord sulla questione immigrati parte da lontano, ricordiamo gli ululati contro il centrosinistra al governo, ritenuto responsabile dell’afflusso continuo di immigrati. Mi sembra di capire che a parti invertite e cioè col governo di centrodestra la situazione non si è spostata di un millimetro, se è vero che c’è stata un fase politica chiamata “delle cannonate” seppur verbali. La Lega che voleva le espulsioni ha dovuto subire poi una pesante sanatoria (Legge Bossi-Fini) che solo in Provincia di Vicenza ha prodotto circa 11.000 regolarizzati. Adesso arriva la ciliegina sulla torta con la posizione assunta dall’Onorevole Fini. Trovo curioso che il centrosinistra dia il “la” alla Lega per attivarsi sul suo terreno preferito che è quello dell’antipolitica. La Lega Nord sta mettendo a dura prova la tenuta del governo, screditando la politica del centrodestra, almeno che ognuno si lecchi le proprie ferite, dobbiamo proprio noi mettere il balsamo? “.

Il Cons. COLLADON espone quanto segue: “Credo che l’intervento del collega stia a dimostrare che con tutto il movimento dell’Assessore si è voluto solo far politica e se questo è vero, mi scusi Assessore, mi dispiace per questi poveri sei immigrati che sono oggetto di speculazione politica, qua si specula sulla vita di alcuni immigrati solamente per fare politica, questa è la realtà, se invece all’Amministrazione sta a cuore veramente, diciamo, il bene della

8 gente, c’è tanto e tanto da fare che non avete idea, non sapete da quanto tempo c’è gente che aspetta la pensione di invalidità, quanta gente aspetta una mano da questa Amministrazione e dallo Stato in generale e non mi si venga a dire che in questo caso si è voluto, diciamo, mettere in affanno perfino il Presidente della Repubblica e anche il nostro Vescovo per tutelare questi sei immigrati. Questa è solo ed esclusivamente una speculazione politica. Cassan, tu parlando tanto, facendo un discorso di non so quanti minuti sia stato, hai sollevato solamente tanta polvere, cerchi di giustificare in qualche modo quello che alla fine voleva essere ottenere degli effetti politici, è inutile che tu parli di ampia discrezionalità in questa materia, tu sai che la ampia discrezionalità, così almeno come l’hai descritta tu, nelle leggi italiane non esiste, non esiste questa grande discrezionalità per cui un Ministero possa decidere di dare un tema così delicato come quello della nazionalità e fare quello che vuole. C’è una giurisprudenza, tu sai che quando c’è tanta discrezionalità vien fuori la giurisprudenza, la giurisprudenza determina una prassi e la prassi stabilisce in pratica delle regole, e sappiamo che anche in questo campo le regole sono fatte in un certo modo, poi siccome le regole sostanzialmente, sembra, che dicono che questi qua non erano nel computo di questa regola allora le giri sulla forma e sui contenuti, alla fine rilanciavi la palla dove? Sul piano politico. E’ questo che non è nobile, non puoi presentare come una cosa nobile qualcosa che non è, perchè una cosa nobile era lavorare in silenzio, in favore di questi sei immigrati, trovavi anche da parte mia il massimo impegno, la massima collaborazione da parte di tutti noi, credo anche da parte della Lega Nord, ma non era il modo quello di andare …. Parliamo dei sei immigrati per favore, che se dobbiamo lavorare per questi sei immigrati vediamo qual è la loro condizione oggettiva e che cosa bisogna fare perché perché questi sei immigrati abbiano la nazionalità. Questo dovrebbe essere il tema concreto di oggi, non tutto quel fumo e i discorsi che abbiamo sentito prima, che è solo politica e quei poveri sei sono solo strumenti per far politica e se vogliamo far delle bene alla gente, immigrata o non immigrata, c’è un sacco di attività da fare. Non impegniamoci in un terreno così difficile con delle motivazioni fragili, perché le motivazioni per la confusione che hai combinato sono molto fragili, perché basta guardare l’ufficio anagrafe per sapere da quanti anni ….”.

L’Assessore CASSAN espone quanto segue:: “Ma se non sapete neanche come funziona, sono cose che non conoscete, se non ve ne siete mai occupati ….Non sapete neanche come funziona la presentazione delle domande…..”

Il Cons. COLLADON espone quanto segue: “Se questo è il problema, dovevi spiegarci i requisiti che una persona, che un cittadino deve avere per avere la cittadinanza italiana, non raccontarci tutte le frottole di prima, hai sollevato solo fumo, è semplice, cosa vuoi raccontare tante storie, e poi là ci misuriamo se è veramente concreta tutta la montatura che c’è stata oppure no, questo è il vero problema. Se uno è sotto procedimento penale vuoi che abbia la cittadinanza? Cioè il problema vero che appare a me e che è parso a molti è che la questione, per Voi, è stata solo quella di strumentalizzare alcuni immigrati per far politica e basta, tanto è vero che non ti fermi al contenuto del provvedimento ma alla forma, capisci che questo ti mette in grave difetto? Perché cosa vuoi parlare di un dato formale su questa roba qua, con gente che aspetta risposte dallo Stato italiano, dalla Provincia, dalle U.L.S.S., etc. da anni, provate a pensare, ce ne sono dei casi, molto, ma molto più gravi di questi qua e invece siete andati a prendere questi casi solo per far politica”.

Il Cons. PESAVENTO espone quanto segue: “Adesso già che ha messo contro la pacatezza dell’Assessore, l’impegno e la serietà che ha svolto, in tutti gli anni che lo conosco, per gli immigrati, poi soffermarsi un attimino che Balocchi, Pellizzari ha detto “sappiamo a che area politica appartiene”, ma l’area politica del governo centrale della Casa delle Libertà va da Borghezio a Bossi, da Bossi che dice: “Bisogna sparare le cannonate agli immigrati”. Criticavate tanto il centrosinistra quando era al governo con Romano Prodi, vediamo qua, colleghi Consiglieri, le carrette di navi che stanno entrando di giorno in giorno.

9 Berlusconi ha fatto sognare tutti gli italiani e tanti c….i ci sono cascati. Mi scuso della parola… ”.

Dai banchi dell’opposizione si levano proteste rivolte al Presidente; si accusa il Cons. Pesavento di fare un comizio politico, non inerente all’argomento.

Il Cons. PELLIZZARI invita il Cons. Pesavento a chiedere scusa per aver pronunciato questa frase offensiva e pesante. Poi espone quanto segue: “Se il Consigliere Pesavento ripensa solo un secondo a quello che ha detto, io lo invito a dire che non pensava quello che ha detto, altrimenti …. Lei probabilmente involontariamente, preso dall’enfasi, ha detto una cosa grave, La invito a rivedere questa posizione ….allora ci permette di prendere parte …“.

Continua il dibattito tra il Cons. Pesavento e alcuni Consiglieri di opposizione in tono sostenuto.

Il Cons. PESAVENTO continua il suo intervento: “Allora non dirò quella parola che ho detto, ma dirò che alcuni elettori sono stati presi in giro…Se non è soddisfatto Le ho chiesto scusa, è la quarta volta”.

A questo punto escono dall’aula i Consiglieri Tonin, Gentilin, Marchezzolo, Pozzer, Mastrotto e Pellizzari, risultano quindi presenti il Sindaco e 12 Consiglieri.

Il Cons. PESAVENTO continua il suo intervento: “Voglio finire il discorso, partendo da quanto hai detto, Ass. Cassan, so quanto impegno hai messo nel tuo lavoro, nella Valle del Chiampo, piena di immigrati, che senza queste persone le industrie conciarie, metalmeccaniche non andrebbero avanti, vediamo sulla stampa, sulle televisioni tutti i giorni attacchi, da una parte del governo che è indegna di rappresentare, indegna di essere seduta ad amministrare perché di 20 leggi della costituzione europea, la Lega ne accetta solo 4, e una di quelle su cui non mettono la firma, che non condividono, è la xenofobia; come si può pensare di essere amministrati da Borghezio e da Bossi. Se avete visto il programma televisivo “porta a porta”, Franceschini ha detto che la Lega è rappresentata dalla con l’8%, a livello nazionale non conta niente. E tu hai criticato l’Assessore, si è sentito sì offeso, un attacco sulla stampa, perché se in fin dei conti è venuto fuori sulla stampa il comunicato che hanno inviato a Roma …. Solo il Gazzettino è parso che abbia capito un po’ la questione.”.

Il Cons. COLLADON espone quanto segue: “Presidente, per favore, vede che con gli immigrati questo discorso non c’entra niente? E’ un’ulteriore dimostrazione”

Il Cons. PESAVENTO continua: “E’ un attacco all’Amministrazione quello che è stato riportato sulla stampa locale della provincia di Vicenza… un attacco alla serietà del Sindaco e dell’Assessore perché gli danno fastidio queste mostre fotografiche che fanno, ma siccome l’Italia ha bisogno di queste persone, ce lo dobbiamo mettere in testa caro Colladon, che non possiamo fare a meno degli immigrati, bisogna farsi su le maniche come quelli che lavoreranno nella tua azienda un domani o se già oggi ci sono, bisogna accoglierli, fargli rispettare le regole e le leggi.”

Il Cons. COLLADON espone quanto segue: “Per tua conoscenza io ho aperto il Centro Extracomunitari di Arzignano e tu l’hai chiuso, la tua maggioranza l’ha chiuso ….”

Il Cons. PESAVENTO continua: “E’ serietà politica abbandonare l’aula solo perché ho detto quella frase? Sto dicendo caro Sindaco e caro Assessore, avete il sostegno di questa maggioranza, di questo gruppo consiliare, perché quello che fate credete e siete nel giusto, e siete uomini di rispetto e di dignità nei confronti di cittadini che vengono qua a chiedere di lavorare e di essere assistiti, questo grazie soprattutto all’Assessore Cassan” .

10 L’Assessore CASSAN espone quanto segue: “Volevo solo dire una cosa, Cons. Colladon, e mi dispiace, perché hai detto le cose più spiacevoli che abbia detto in Consiglio Comunale in questi anni, non mi aveva tanto offeso la Lega quanto mi hai offeso tu, perché hai veramente toccato delle motivazioni personali, a Voi io faccio comodo se spendo le mie giornate a risolvere tutti i possibili problemi degli immigrati, se per una volta in otto anni sollevo una questione di principio mi venite a dire che io, questa Amministrazione ha chiuso il Centro di Accoglienza e me lo dici tu. E’ un’offesa più grave di quello che ha scritto sui giornali la lettera, almeno la lettera ha la faccia di avere le proprie posizioni, tu ti mascheri dietro qualcos’altro ed è gravissimo quello che hai detto”.

Il Cons. COLLADON espone quanto segue: “Io ho capito solo che prima lui ci accusava di essere xenofobi, di essere contro gli extracomunitari, mi sono sentito un qualche cosa che non sono, che non è la mia parte, allora volevo rimarcare che io, a suo tempo, in tre mesi ho aperto un centro di accoglienza per extracomunitari che voi non sareste stati in grado di aprire, perché in tre mesi l’ho aperto e ce n’era un estremo bisogno. Poi quando siete arrivati voi in Amministrazione l’avete chiuso, allora non mi puoi accusare di essere contro gli extracomunitari o di essere uno xenofobo, perché caso mai l’accusa la devo ribaltare all’altra parte, questa è la verità, per favore, perché per quanto riguarda gli extracomunitari sappiamo tutti il valore che possono avere per l’economia nazionale, lo sappiamo tutti benissimo, sappiamo tutti però che ci vogliono delle regole come ci sono in tutte le parti del mondo. Cosa c’è da discutere sulle regole, ma con il buonismo e con gli articoli sul giornale che ha fatto questa Amministrazione, non si combina niente, si creano solo polemiche e le polemiche le abbiamo create qui questa sera, questo volevo dire”.

Il dibattito continua in tono sostenuto.

Interviene il SINDACO che espone quanto segue: “Mi pare che il clima e il tono non siano quelli giusti, prima è giusto dire la verità. Non entro nel merito, mi dispiace che gli amici colleghi consiglieri siano andati via, do atto al Cons. Colladon della sua resistenza, probabilmente anche l’orario è stata una buona scusa per lasciare l’aula. Io temo che ci sia veramente difficoltà a capire quello che ha detto l’Assessore, proprio difficoltà a capire, è questo che mi preoccupa, perché vedete il Comune, per quanto riguarda l’immigrazione può fare tutto o nulla, si possono tagliare delle panchine o togliere dei parchi oppure si possono fare servizi come li abbiamo fatti noi, o progetti come li abbiamo fatti noi o mostre come le stiamo facendo noi. E questa è una scelta politica, son d’accordo, può tenere le porte aperte o può chiuderle rispetto al tema di una società nuova che cambia com’è la nostra, in maniera particolare Arzignano. Noi siamo per tenere la porta aperta e costruire una comunità che cambia cercando di gestirla. Abbiamo fatto discorsi lunghi, per cui possiamo tenere atteggiamenti diversi a seconda se vogliamo fare una politica di integrazione o se vogliamo fare una politica per la politica. Quello che l’Assessore ha fatto e di cui gli tolgo la paternità, me la prendo io, nel senso che quello che ha fatto l’abbiamo fatto insieme, la Giunta l’ha condiviso e anche i gruppi consiliari, quello che possiamo dire, e termino, è proprio gli intendimenti e la realtà, gli atti che abbiamo fatto sono stati chiarissimi, sono stati strumentalizzati poi, in maniera entrando nel merito di ciò che noi non avevamo detto e noi, di questo siamo orgogliosi, abbiamo fatto un servizio alla persona straniera, perché forse dinieghi di quel tipo lì da dopo la nostra interrogazione parlamentare al Senato, vedrete che cambieranno tono e si dirà alla gente il motivo per cui c’è il diniego alla cittadinanza e si rispetteranno i tempi a dare il diniego alla cittadinanza, perché, Franco Colladon, tre su sei di quelli lì sono fuori termine, nel senso che c’è un tempo massimo per dare risposta di diniego e il 50% sono fuori termine, per dire un esempio e non è questo il modo in cui lo Stato si assume le proprie responsabilità e, proprio lui che fa le leggi, sia di centrodestra che di centrosinistra, è poi il primo a non applicarle, per cui dico che abbiamo fatto un servizio e vedrete probabilmente che d’ora in avanti, complice questa sollecitazione, i vari provvedimenti avranno meno valutazioni di opportunità e più motivazioni tecniche in modo da dare anche la possibilità all’interessato persona straniero di fare le opportune prese di posizione, di fare gli opportuni interventi e difendersi.

11 La buona amministrazione dello Stato deve passare proprio attraverso questi percorsi e si esprimono nel caso di specie solidarietà agli immigrati, si configurano nella loro ampiezza come salvaguardia dei diritti di tutti i cittadini nell’interesse della comunità locale, sia stranieri, sia autoctoni e termino dicendo una cosa: certamente attorno agli immigrati si fa politica, ma noi abbiamo fatto una scelta di fare una politica a favore della persona straniera e dell’integrazione, e credo che facciamo scuola e probabilmente anche qualche giornale, Cons. Pesavento, l’ha capito e poi l’ha anche scritto. Abbiamo insegnato allo Stato come si fa nel rapporto con i cittadini ad essere chiaro, abbiamo chiesto allo Stato di essere chiaro nel rapporto con i cittadini, siano essi italiani o stranieri. Per quanto riguarda l’Ass. Cassan, la massima stima e apprezzamento perché facciamo scuola in Italia; Arzignano, caro Cons. Colladon, fa parte del parlamentino creato in seno al C.N.E.L. e il giorno in cui Fini ha detto che erano giunti i tempi per dare il voto agli stranieri, Arzignano era presente in quel momento, perché siamo chiamati a dare il nostro contributo per ciò che abbiamo fatto in questi anni nella gestione che per noi non è un problema ma è una realtà da gestire ed abbiamo dato un servizio non a quei sei immigrati in silenzio, abbiamo dato un servizio a quei sei e a chissà quanti altri che altrimenti avrebbero avuto le stesse risposte dal Ministro, dal Sottosegretario, dal Governo, dallo Stato italiano che erano certamente risposte di una discrezionalità e non chiare che non permetteva loro di prendere posizione e difendersi. Questa è la posizione della maggioranza, questa è la posizione dei nostri atteggiamenti, io ringrazio l’Assessore e tutti i Consiglieri che su questi temi so condividere l’atteggiamento, anzi nell’ultima Conferenza Europea sull’immigrazione è stato citato Arzignano, presente Gianfranco Fini, Arzignano come esempio di attenzione e di sensibilità soprattutto verso la persona, in modo che le persone non siano solo braccia ma siano uomini o donne”.

Il Cons. VOLTOLIN espone quanto segue: “Volevo fare solo una precisazione, forse il collega Colladon non si ricorda, però la nostra sensibilità con la precedente Amministrazione ha fatto sì che, penso te ne sarai accorto visto che l’avrai visto qua in aula, abbiamo avuto un cittadino italiano una volta immigrato e di colore che ha fatto il Consigliere Comunale, per cui non credo che non siamo stati abbastanza sensibili, siamo stati credo l’unico Comune allora in Italia ad avere una realtà di quel tipo”.

Il Cons. COLLADON espone quanto segue: “Allora vorrei ricordare che proprio quel Consigliere, di colore, proprio in materia extracomunitari in una votazione qui dentro, ha votato con noi e contro questa maggioranza e sai perché? Perché ha capito quanta ipocrisia c’è in questa maggioranza proprio sul tema extracomunitari e difatti non è più con voi, fa parte di una formazione politica di centrodestra, ha cambiato completamente e sai perché? Perché ha capito, e l’ha capito per fatti concreti, perché la politica che abbiamo sentito qui, il discorso che ha fatto il Sindaco sono chiacchere, poi la gente si confronta e si misura sui fatti e allora là si capisce chi sono i c…..i e chi non lo sono. Io vorrei ricordare che 5 anni fa l’Associazione Industriali di Vicenza, d’accordo con l’ATER, ha chiesto a questa Amministrazione in persona del Sindaco Signorin, la disponibilità di terreni a basso costo del Comune per creare case per lavoratori. Questa è la vostra risposta “non facciamo i ghetti”. Il problema della casa che è un problema emergente per quanto riguarda la vita dell’extracomunitario per il loro benessere, è il pane la casa, sul tema casa questa amministrazione se n’è andata via da un’altra parte e gli Industriali hanno detto “Ma scusa, ma cosa predicano ad Arzignano?” Questa Amministrazione è mancata”.

L’Ass.re DE MARZI espone quanto segue: “Faccio questo intervento, per ricordarti Franco cose che tu non ricordi o che ricordi sempre a metà. Quando hai aperto il Centro Accoglienza per extracomunitari avevi la Lega contro che ti attaccava e avevi solo, in minoranza, la sinistra, cioè i verdi allora rappresentati da me e da altri due consiglieri, il P.C.I. o dopo P.d.S., e una parte della D.C. che ti difendeva perché la Lega ti pugnalava alle spalle e mi ricordo proprio che su questa scala ti ho detto: “Stai pur certo che su questo tema faremo fronte”. Quando c’erano le pensioni dei cittadini non abbiamo mai fatto noi demagogia come ha fatto la tua alleata Lega in campagna elettorale e prima della campagna elettorale, perché abbiamo fatto quadrato

12 anche in quei momenti, se non te li ricordi…..Adesso non ti ricordi che quando c’erano queste cose noi non abbiamo mai sollevato problemi, …”

Il Cons. COLLADON espone quanto segue: “Facciamo la politica concreta e non quella parlata, sul piano concreto cosa avete fatto per gli extracomunitari?”.

L’Ass.re DE MARZI espone quanto segue: “Se ascolti e vuoi essere un po’ umile dici che tu avevi fatto un Centro in un momento di emergenza, dove non c’era integrazione, dove non c’era il tempo di fare integrazione e l’abbiamo appoggiato, adesso quell’integrazione è stata fatta, sono sorte delle Associazioni, è sorto un Assessorato “ad hoc”, cosa che non c’era perché è stata in effetti una tua iniziativa, un punto e basta, e tutto quello è servito, quello che è nato dopo, per fare integrazione. Integrazione è il vero modo di gestire quel fenomeno…Abbiamo sistemato una situazione di emergenza che era in centro, ma nessun altro avrebbe avuto la forza che abbiamo avuto noi, con tutti che remavano contro e tutti che aspettavano che quel ghetto lì scoppiasse, e invece noi questo non l’abbiamo fatto, l’abbiamo gestito, gestito in silenzio con chi da fuori sparava, con demagogia. Questo è far politica concretamente e avere un Centro con 5 persone dentro, per chi sa di sociale, e per chi ci lavora dentro, vuol dire fare integrazione, fare arrivare dentro la società e far girare dentro la società le persone, non metterne 60 dentro una ex conceria, con i ratti e con l’eroina dall’altra parte. O facciamo finta di dimenticarci che da una parte c’era il Centro e dall’altra c’erano i chili di eroina e cocaina ….”

Il Cons. COLLADON espone quanto segue: “Ma dove vivi? Ma dove stai vivendo? Ma cosa mi vieni a parlare di integrazione ….”

L’Ass.re DE MARZI espone quanto segue: “Ricordati che quello che è stato fatto è stato fatto in un modo che è diventato poi in un secondo momento e vedi anche il Servizio di Segretariato Sociale, punto di riferimento per tutta la Provincia, che ti piaccia o non ti piaccia, i fatti sono questi, non è mio l’Assessorato, però i fatti sono questi quindi incassa e porta a casa”.

Il Cons.re COLLADON espone quanto segue: “Spiegami perché quando c’era l’occasione per dare la casa, gli avete detto “Ciao, che me ne frega di te?” Questo avete detto agli extracomunitari perché quando era il momento di fare qualcosa per dare loro la casa, voi avete detto di no”.

L’Ass. DE MARZI espone quanto segue: “I ghetti si facevano negli anni 40-50 ….”

Il Cons. COLLADON espone quanto segue: “Ma quali ghetti? Si trattava di fare delle palazzine ….

L’Ass. DE MARZI espone quanto segue: “ …dove l’80% erano extracomunitari …”.

Il Cons. COLLADON espone quanto segue: “No, no ..ti spiego, siccome sono dell’Associazione Industriali so cosa si voleva fare. Ci sono palazzine ATER che vengono fatte in tutta la provincia, in tutto il ci sono palazzine ATER. Si prendono 3 appartamenti in una palazzina di 12 appartamenti e si danno da locare agli imprenditori che mettevano dentro extracomunitari, cosa sono ghetti questi? Sono ghetti? Cosa è stato risposto da questa Amministrazione? Niente, non si è detto neanche “no”. Quale Ministro che ha dato una risposta brutta che non è piaciuta all’Assessore, non ha neanche risposto, capisci? Questo era il modo col quale voi affrontavate la questione, perché quando non si affronta il problema “casa”, vuol dire che non ci siamo, cosa vuoi parlarmi di integrazione quando poi del problema casa te ne freghi, sono ipocrisie”.

Il SINDACO espone quanto segue: “Con le associazioni imprenditoriali il primo schema di garanzia in provincia è stato il nostro”.

Il Cons. COLLADON espone quanto segue: “Chi è che parlato per la prima volta di garanzia?”

Il SINDACO espone quanto segue: “Siamo stati noi …”

13 Il Cons. COLLADON espone quanto segue: “No, io sono stato, è stato Colladon Franco a fare quella ricetta lì, e abbiamo messo in bilancio L. 10.000.000 a garanzia di chi dava in affitto una casa a extracomunitari. Io telefonavo a tutte le agenzie di Arzignano chiedendo se davano in affitto un appartamento a extracomunitari e tutti mi rispondevano di no per la paura che glielo rovinassero, allora mi è venuta l’idea di dire che il Comune garantiva le rotture …e abbiamo messo a bilancio quella cifra“.

Il dibattito continua in tono sostenuto.

Dopo di che si procede alla votazione della mozione presentata dal Consigliere Pellizzari relativa alle polemiche sorte in merito alla richiesta di cittadinanza di cittadini extracomunitari, che viene respinta, per alzata di mano, con il seguente risultato:

PRESENTI N. 13 VOTANTI N. 13 FAVOREVOLI N. 1 ( F.I.: Colladon) CONTRARI N. 12

Nessun altro Consigliere avendo chiesto la parola, Il Presidente dichiara chiusa la seduta alle ore 01:00 del 31.10.2003.

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