Comune di . Inventario dell'archivio storico (1305- 1962) e degli archivi aggregati (1881-1975)

a cura di Cooperativa Arcadia

Provincia autonoma di . Soprintendenza per i beni librari e archivistici 2005

Premessa L'ordinamento e l'inventariazione dell'archivio sono stati realizzati, per incarico e con la consulenza tecnica della Soprintendenza per i beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento, a cura della Cooperativa Arcadia di Trento; il lavoro è stato ultimato nel 2005. L'inventario, redatto originariamente con il programma "Sesamo", è stato successivamente convertito alla versione "Sesamo 2000" e pubblicato in questo formato nella sezione riservata agli archivi del portale Trentinocultura (www.trentinocultura.net). L'importazione in AST-Sistema informativo degli archivi storici del è stata curata dalla Soprintendenza per i beni librari e archivistici, con la collaborazione della Cooperativa Arcadia, nel corso del 2008, con l'obiettivo di garantire un livello minimo di coerenza rispetto alle regole di descrizione contenute nel manuale "Sistema informativo degli archivi storici del Trentino. Manuale per gli operatori", Trento, 2006.

Abbreviazioni e sigle adottate:

AC= archivio comunale art., artt. = articolo, articoli ASTN= Archivio di Stato di Trento ASUC= Amministrazione separata degli usi civici c., cc. = carta, carte ca. = circa cap., capp.= capitolo, capitoli cart. = carta, cartone cat., catt. = categoria, categorie cfr. = confronta CDC = Congregazione di carità cop. = coperta ECA = Ente comunale di assistenza fasc., fascc. = fascicolo, fascicoli int. = interno ml. = metri lineari mod. = modello n., nn = numero, numeri n. n. = non numerato num. = numerazione orig. = originale p., pp. = pagina, pagine par. (§) = paragrafo prot. = protocollo quad. = quaderno reg., regg. = registro, registri s. cop. = senza coperta s.d. = senza data sd = sinistra/destra sec., secc. = secolo, secoli segg. = seguenti sez. = sezione UGC = ufficio giudice conciliatore tit. = titolo vd. = vedi v. a. = vedi anche vol., voll. = volume, volumi

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Albero delle strutture

Comune di Tiarno di Sopra, 1305 - 1994 Comune di Tiarno di Sopra, 1305 - 1962 Vicinia di Tiarno di Sopra, 1305 - 1806 Pergamene, 1305 - 1722 Atti degli affari della vicinia, 1594 - 1751 Inventari delle scritture, 1756 - 1806 Comune di Tiarno di Sopra (ordinamento austriaco), 1897 - 1923 Verbali delle sedute della rappresentanza comunale, del consiglio comunale e della giunta comunale, 1920 - 1925 Protocolli degli esibiti, 1919 - 1925 Carteggio ed atti degli affari comunali, 1897 - 1922 Catasto, 1851 - 1950 Inventari del patrimonio comunale, 1911 - 1911 Quinternetti d'esazione delle rendite patrimoniali, 1908 - 1915 Preventivi, conti consuntivi e documenti giustificativi, 1913 - 1923 Giornali di cassa, 1913 - 1923 Comune di Tiarno di Sopra (ordinamento italiano), 1923 - 1928 Deliberazioni del consiglio comunale, del podestà e del commissario prefettizio - originali (1), 1923 - 1928 Deliberazioni del consiglio comunale - copie, 1923 - 1925 Deliberazioni della giunta municipale, del podestà e del commissario prefettizio - copie, 1923 - 1927 Deliberazioni della giunta municipale, del commissario prefettizio e del podestà relative a liquidazioni di spesa, 1923 - 1926 Indici delle deliberazioni del podestà, 1926 - 1929 Protocolli degli esibiti (1), 1923 - 1928 Carteggio ed atti per anno, 1923 - 1928 Carteggio ed atti per oggetto, 1915 - 1952 Registri delle persone sepolte, 1924 - 1935 Bilanci di previsione, 1924 - 1927 Conti consuntivi, 1924 - 1927 Giornali e mastri della contabilità, 1926 - 1927 Allegati al bilancio di previsione e al conto consuntivo, reversali di cassa e mandati di pagamento, 1924 - 1927 Liste di leva, 1922 - 1926 Ruoli matricolari, 1926 - 1928 Lavori pubblici, 1912 - 1931 Registri degli atti di nascita, 1924 - 1928 Registri degli atti di matrimonio, 1924 - 1928 3

Registri degli atti di morte, 1924 - 1928 Registri degli atti di cittadinanza, 1924 - 1928 Registri dei cittadini italiani, 1921 - 1921 Registri di immigrazione ed emigrazione, 1922 - 1927 Comune di Tiarno di Sopra (ordinamento italiano), 1947 - 1962 Deliberazioni del consiglio comunale - originali, 1946 - 1962 Deliberazioni del consiglio comunale - copie, 1947 - 1962 Verbali delle sedute del consiglio comunale, 1947 - 1964 Deliberazioni della giunta municipale - originali (1), 1947 - 1962 Deliberazioni della giunta municipale - copie, 1947 - 1962 Verbali delle sedute della giunta municipale, 1947 - 1962 Indici delle deliberazioni del consiglio comunale e della giunta municipale, 1946 - 1960 Protocolli degli esibiti, 1947 - 1962 Carteggio ed atti per anno, 1947 - 1962 Carteggio ed atti per oggetto, 1935 - 1962 Registri delle spedalità, 1953 - 1962 Spedalità, 1953 - 1965 Repertori degli atti soggetti a registrazione Contratti, 1947 - 1965 Partitari delle spese contrattuali, 1947 - 1959 Bilanci di previsione, 1947 - 1962 Verbali di chiusura, 1957 - 1962 Conti consuntivi, 1947 - 1962 Giornali e mastri della contabilità, 1947 - 1962 Allegati al bilancio di previsione e al conto consuntivo, reversali di cassa e mandati di pagamento, 1947 - 1962 Liste di leva, 1947 - 1963 Ruoli matricolari, 1947 - 1962 Deliberazioni della Commissione elettorale comunale, 1947 - 1962 Tenuta e revisione delle liste elettorali, 1946 - 1962 Liste elettorali, 1947 - 1958 Elezioni, 1946 - 1960 Mappe catastali, 1938 - 1962 Lavori pubblici, 1947 - 1972 Strade, 1952-1972, 1952 - 1972 Opere igienico-sanitarie: acquedotti, fognature e cimiteri, 1955-1968 (con docc. del 1926), 1955 - 1968 Edifici, 1947-1958, 1947 - 1958 Sistemazioni montane, 1956-1967, 1956 - 1967 Lavori diversi

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Licenze edilizie Registri degli atti di nascita, 1947 - 1962 Registri degli atti di matrimonio, 1947 - 1962 Registri degli atti di morte, 1947 - 1962 Registri degli atti di cittadinanza, 1947 - 1962 Censimenti, 1950 - 1962 Registro della popolazione, 1901 - 2000 Fogli famiglia, 1901 - 2000 Schede individuali Registri del movimento della popolazione, 1947 - 1963 Registri delle pratiche di immigrazione ed emigrazione, 1947 - 1976 Pratiche di immigrazione ed emigrazione, 1947 - 1965 Registri diversi, 1925 - 1985 Corpo dei Vigili del fuoco volontari di Tiarno di Sopra, 1956 - 1962 Bilanci di previsione, 1956 - 1962 Rendiconti della gestione, 1956 - 1962 Documenti giustificativi dei rendiconti di gestione, 1958 - 1960 Congregazione di carità di Tiarno di Sopra, 1881 - 1928 Carteggio ed atti, 1881 - 1928 Conti consuntivi, 1926 - 1927 Consorzio strada Ampola-Tremalzo di Tiarno di Sopra, 1923 - 1967 Deliberazioni della rappresentanza consorziale - originali, 1927 - 1965 Deliberazioni della rappresentanza consorziale - copie, 1931 - 1965 Protocolli della corrispondenza, 1929 - 1952 Carteggio ed atti, 1923 - 1966 Carteggio ed atti per oggetto, 1924 - 1967 Registri di matricola e di paga dei cantonieri, 1948 - 1952 Amministrazione separata usi civici (ASUC) di Tiarno di Sopra, 1946 - 1947 Deliberazione del commissario - copie (1), 1946 - 1947 Carteggio ed atti, 1946 - 1947 Contratti, 1946 - 1947 Bilanci di previsione, 1946 - 1946 Conti consuntivi (1), 1946 - 1947 Giornali e mastri della contabilità (1), 1946 - 1947 Allegati ai bilanci di previsione e ai conti consuntivi, reversali di cassa e mandati di pagamento (1), 1946 - 1947 Patronato scolastico di Tiarno di Sopra, 1947 - 1956 Deliberazioni del Patronato scolastico, 1954 - 1954 Carteggio ed atti, 1947 - 1956 Bilanci di previsione, 1947 - 1954

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Conti consuntivi, 1951 - 1954 Registri di cassa, 1953 - 1954 Ente comunale di assistenza di Tiarno di Sopra, 1947 - 1994 Deliberazioni del comitato d'amministrazione, 1947 - 1994 Verbali delle sedute del comitato d'amministrazione, 1956 - 1982 Carteggio ed atti, contabilità, 1948 - 1993 Carteggio ed atti per oggetto, 1956 - 1993 Ufficio del Giudice conciliatore di Tiarno di Sopra, 1948 - 1992 Carteggio ed atti, 1948 - 1992 Repertori delle sentenze, 1985 - 1985 Rubriche alfabetiche generale degli affari civili, 1985 - 1985 Registri delle udienze, 1948 - 1985 Repertori degli atti eseguiti dall'usciere, 1948 - 1974 Registri cronologici dei provvedimenti ed atti originali, 1985 - 1985 Registri delle spese giudiziarie anticipate dall'erario, 1985 - 1985 Registro degli avvisi per la conciliazione, 1985 - 1986 Mutua sanitaria di Tiarno di Sopra, 1953 - 1959 Verbali delle deliberazioni, 1953 - 1954 Carteggio ed atti e contabilità, 1953 - 1959 Segretario comunale di Tiarno di Sopra in qualità di pubblico ufficiale che leva i protesti cambiari, 1954 - 1975 Repertori dei protesti cambiari, 1954 - 1975

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Albero dei soggetti produttori

Vicinia di Tiarno di Sopra, Tiarno di Sopra, [1305] -1810 agosto 31 Successori: Comune di Tiarno di Sopra, Tiarno di Sopra, 1821 - 1923 Comune di Tiarno di Sopra, Tiarno di Sopra, 1923 -1928 Comune di Tiarno di Sopra, Tiarno di Sopra, 1947 - 2009 dicembre 31 E' assorbito da : Comune di , Tiarno di Sotto, 1810 - 1820

Comune di Tiarno di Sopra, Tiarno di Sopra, 1821 - 1923 Predecessori: Vicinia di Tiarno di Sopra, Tiarno di Sopra, [1305] -1810 agosto 31 Successori: Comune di Tiarno di Sopra, Tiarno di Sopra, 1923 -1928 Comune di Tiarno di Sopra, Tiarno di Sopra, 1947 - 2009 dicembre 31 Concorre alla gestione di : Congregazione di carità di Tiarno di Sopra, Tiarno di Sopra, [1881]-1923

Comune di Tiarno di Sopra, Tiarno di Sopra, 1923 -1928 Predecessori: Comune di Tiarno di Sopra, Tiarno di Sopra, 1821 - 1923 Vicinia di Tiarno di Sopra, Tiarno di Sopra, [1305] -1810 agosto 31 Successori: Comune di Tiarno di Sopra, Tiarno di Sopra, 1947 - 2009 dicembre 31 Si fonde in : Comune di Tiarno, Tiarno di Sotto (), 1928-1947 Concorre alla gestione di : Consorzio strada Ampola-Tremalzo di Tiarno di Sopra, Tiarno di Sopra, 1927- 1965 Concorre alla gestione di : Congregazione di carità di Tiarno di Sopra, Tiarno di Sopra, 1923-1928

Comune di Tiarno di Sopra, Tiarno di Sopra, 1947 - 2009 dicembre 31 Predecessori: Comune di Tiarno di Sopra, Tiarno di Sopra, 1923 -1928 Comune di Tiarno di Sopra, Tiarno di Sopra, 1821 - 1923 Vicinia di Tiarno di Sopra, Tiarno di Sopra, [1305] -1810 agosto 31 Si separa da : Comune di Tiarno, Tiarno di Sotto (Ledro), 1928-1947 Si fonde in : Comune di Ledro, Ledro, 2010 gennaio 1 - Concorre alla gestione di : Ente comunale di assistenza di Tiarno di Sopra, Tiarno di Sopra, 1947 - 1993 Concorre alla gestione di : Consorzio di segreteria fra i comuni di Tiarno di Sotto e Tiarno di Sopra, Tiarno di Sotto (Ledro), 1948 febbraio 12 - 1962 maggio 12 Concorre alla gestione di : Corpo dei vigili del fuoco volontari di Tiarno di Sopra, Tiarno di Sopra, [1954]- Concorre alla gestione di : Ufficio del Giudice conciliatore di Tiarno di Sopra, Tiarno di Sopra, [1948]- 1992 Concorre alla gestione di : Consorzio ostetrico di Tiarno di Sotto, Tiarno di Sotto (Ledro), 1948 febbraio 12 - 1963 maggio 24 Concorre alla gestione di : Consorzio strada Ampola-Tremalzo di Tiarno di Sopra, Tiarno di Sopra, 1927- 1965

Corpo dei vigili del fuoco volontari di Tiarno di Sopra, Tiarno di Sopra, [1954]-

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Alla cui gestione concorre : Comune di Tiarno di Sopra, Tiarno di Sopra, 1947 - 2009 dicembre 31

Congregazione di carità di Tiarno di Sopra, Tiarno di Sopra, 1923-1928 Predecessori: Congregazione di carità di Tiarno di Sopra, Tiarno di Sopra, [1881]-1923 Successori: Ente comunale di assistenza di Tiarno di Sopra, Tiarno di Sopra, 1947 - 1993 Alla cui gestione concorre : Comune di Tiarno di Sopra, Tiarno di Sopra, 1923 -1928

Congregazione di carità di Tiarno di Sopra, Tiarno di Sopra, [1881]-1923 Successori: Congregazione di carità di Tiarno di Sopra, Tiarno di Sopra, 1923-1928 Ente comunale di assistenza di Tiarno di Sopra, Tiarno di Sopra, 1947 - 1993 Alla cui gestione concorre : Comune di Tiarno di Sopra, Tiarno di Sopra, 1821 - 1923

Consorzio strada Ampola-Tremalzo di Tiarno di Sopra, Tiarno di Sopra, 1927-1965 Alla cui gestione concorre : Comune di Tiarno di Sopra, Tiarno di Sopra, 1947 - 2009 dicembre 31 Alla cui gestione concorre : Comune di Tiarno di Sopra, Tiarno di Sopra, 1923 -1928

Amministrazione separata degli usi civici di Tiarno di Sopra, Tiarno di Sopra, 1946-1947 Vedi anche : Comune di Tiarno, Tiarno di Sotto (Ledro), 1928-1947

Patronato scolastico di Tiarno di Sopra, Tiarno di Sopra, 1948-1977

Ente comunale di assistenza di Tiarno di Sopra, Tiarno di Sopra, 1947 - 1993 Predecessori: Congregazione di carità di Tiarno di Sopra, Tiarno di Sopra, 1923-1928 Congregazione di carità di Tiarno di Sopra, Tiarno di Sopra, [1881]-1923 Alla cui gestione concorre : Comune di Tiarno di Sopra, Tiarno di Sopra, 1947 - 2009 dicembre 31

Ufficio del Giudice conciliatore di Tiarno di Sopra, Tiarno di Sopra, [1948]-1992 Alla cui gestione concorre : Comune di Tiarno di Sopra, Tiarno di Sopra, 1947 - 2009 dicembre 31

Mutua sanitaria di Tiarno di Sopra, Tiarno di Sopra, 1953-1959

Segretario comunale di Tiarno di Sopra in qualità di pubblico ufficiale che leva i protesti cambiari, Tiarno di Sopra, [1954]-2002

8 superfondo Comune di Tiarno di Sopra, 1305 - 1994

buste 193 (fascicoli 271), registri 319, pergamene 71; metri lineari 26.0

Storia archivistica Al momento del prelievo il complesso archivistico si trovava parte presso il locale adibito ad archivio predisposto nel sottotetto dell'edificio comunale, parte presso gli uffici municipali al piano sottostante; gli atti della vicinia e le pergamene erano conservati nella cassaforte degli uffici comunali. Il materiale è stato ricollocato nel medesimo luogo. Secondo quanto riporta Casetti, 'durante la guerra 1915-1918 il paese fu evacuato, poi occupato da truppe, di conseguenza anche l'archivio fu in gran parte disperso'. In una lettera del Comune di Tiarno datata 18 luglio 1930 prot. n. 754 si legge: 'durante lo svolgimento delle operazioni belliche nel 1915-1918 gli abitanti costituenti i comuni di Tiarno di Sopra e Tiarno di Sotto furono evacuati dalla popolazione, perché si venivano a trovare sulla linea del fuoco e vennero occupati dalle truppe operanti. Oltre che per la devastazione delle truppe, furono assai danneggiati dalle operazioni di guerra. In seguito a ciò gli archivi dei comuni andarono quasi completamente dispersi. Furono potuti salvare solo pochi documenti'. (1) Presso la Soprintendenza archivistica per il Trentino-Alto Adige, Ministero per i beni e le attività culturali, si conservano le relazioni relative alle ispezioni effettuate. Nelle operazioni di riordino si è proceduto in primo luogo ad individuare la documentazione prodotta dai diversi soggetti e a costituire i relativi fondi archivistici.

Modalità di acquisizione e versamento Condizione giuridica

Ai sensi dell'art. 53, comma 1 del D.lgs. 22 gennaio 2004 n. 42 "Codice dei beni culturali e del paesaggio..." gli archivi degli enti pubblici territoriali fanno parte del demanio culturale; il comma 2 del medesimo articolo dispone che "i beni del demanio culturale non possono essere alienati, né formare oggetto di diritti a favore di terzi se non nei modi previsti dal presente codice".

Contenuto L'archivio storico del Comune di Tiarno di Sopra con i suoi aggregati, oggetto del presente inventario, comprende un arco cronologico che va dalla prima metà del XIV secolo al 1994. L'archivio comunale di Tiarno di Sopra comprende la documentazione prodotta dall'amministrazione comunale di Tiarno di Sopra e da enti e istituzioni i cui archivi sono aggregati o depositati, per un totale di 8 archivi aggregati: archivio del Comune di Tiarno di Sopra con l'archivio del Corpo dei vigili del fuoco volontari; archivio della Congregazione di carità, del Consorzio strada Ampola-Tremalzo, dell'Amministrazione separata degli usi civici (ASUC), del Patronato scolastico, dell'Ente comunale di assistenza (ECA), dell'Ufficio del Giudice conciliatore, della Mutua medica, del Segretario comunale in qualità di pubblico ufficiale che leva i protesti cambiari.

Lingua 9

Italiano; latino

Criteri di ordinamento e inventariazione L'intervento di ordinamento dell'archivio ha riguardato la documentazione comunale relativa agli affari esauriti da più di 40 anni e la documentazione di tutti gli archivi aggregati. Per questi ultimi non sono previsti accrescimenti perché prodotti da enti ormai estinti. Al momento del riordino la documentazione si presentava raccolta in buste. In occasione di un riordino novecentesco la maggior parte delle buste, dei mazzi e dei registri meno recenti erano stati numerati da 1 a 147. Le buste contenevano solitamente tutto il materiale relativo all'annata (protocolli degli esibiti, carteggio ed atti, documentazione contabile, scuola, ecc.). Si è provveduto a dividere il materiale secondo i soggetti e le serie di appartenenza. Per quanto riguarda i criteri adottati per la suddivisione del carteggio e degli atti prodotti dall'ente dalle origini fino al 1962 (limite cronologico finale della documentazione riordinata e inventariata), sono mutati nel corso del tempo: nel periodo austriaco la documentazione era archiviata secondo un sistema cronologico e di numero di protocollo, mentre dopo l'entrata in vigore del regolamento comunale italiano la documentazione è stata organizzata secondo le 15 categorie previste dal titolario di classificazione dei documenti d'archivio di cui alla circolare del Ministero dell'Interno n. 17100/2 del 1° marzo 1897.

Il lavoro di riordino si è svolto secondo le seguenti fasi: - schedatura delle singole unità archivistiche delle quali sono stati rilevati il titolo, gli estremi cronologici, il contenuto, la tipologia fisica (registro, volume, fascicolo, busta). La descrizione estrinseca è stata più accurata per i registri del periodo preunitario, per i quali è stata specificata anche la consistenza e il tipo di legatura. Inoltre per i registri di protocollo si è ritenuto opportuno indicare gli estremi degli esibiti registrati ogni anno. Queste operazioni si sono svolte sulla base dei criteri per la descrizione archivistica forniti dal Soprintendenza per i beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento; - ordinamento del materiale: ci si è basati sul cosiddetto metodo storico, cioè è stato rispettato e ripristinato, se possibile, l'ordine originario secondo cui l'ente produttore dell'archivio aveva organizzato la documentazione. Il carteggio è stato riordinato all'interno di ogni annata in base al numero di protocollo oppure in base alla classificazione, e in mancanza di questi elementi in ordine cronologico; i documenti relativi alla contabilità sono stati riordinati in base alle rubriche di appartenenza; i contratti in base al numero di repertorio e, laddove questo non fosse presente, in ordine cronologico; e così via; - strutturazione del complesso archivistico in base all'ente produttore della documentazione (se diverso dal comune), in base al periodo della sua produzione, secondo la periodizzazione sopra descritta. Infine le sottoserie e le unità sono state ricondotte alla serie. Le serie sono disposte, all'interno di ogni periodizzazione, secondo questa successione: prima le serie di documenti collocabili nelle categorie direttive, poi le serie ascrivibili alle categorie esecutive e infine a quelle consuntive. Ciò significa che per prime si trovano le deliberazioni degli organi di governo, poi gli atti amministrativi e infine i documenti relativi alla contabilità; - condizionamento del materiale in scatole chiuse, ad eccezione di alcuni registri di grande formato; - numerazione delle unità archivistiche. Per quello che riguarda la documentazione del periodo preunitario, del periodo postunitario fino al 1928 e degli archivi aggregati sono state impostate delle serie chiuse a numerazione progressiva, in

10 quanto non sono suscettibili di accrescimento; mentre l'archivio posteriore al 1947 (anno di ricostituzione del comune) è caratterizzato da serie aperte per l'aggiunta di materiale proveniente dall'archivio di deposito, una volta trascorsi quarant'anni dalla sua produzione.

Nella redazione dell'inventario ci si è attenuti alle direttive impartite dalla circolare del Ministero dell'Interno n. 39/1966, Direzione Generale degli Archivi di Stato, Norme per la pubblicazione degli inventari e alle 'Norme per la descrizione archivistica e per la redazione degli inventari' impartite dalla Soprintendenza per i beni librari ed archivistici della Provincia autonoma di Trento. E' stato utilizzato il programma informatico Sesamo, fornito dalla stessa Soprintendenza provinciale. In base a questo programma l'archivio è strutturato su più livelli: fondo, serie, sottoserie, unità e sottounità, ciascuno dei quali rappresenta un grado di analiticità nella descrizione della documentazione. Ad ogni livello corrisponde un numero e l'intera stringa numerica così composta costituisce il codice di classificazione. Per ogni unità archivistica compaiono in inventario: - la segnatura, che indica la collocazione fisica del pezzo all'interno dell'archivio, è scritta in basso a destra ed è costituita da quattro elementi: il numero del fondo, la classificazione (serie o sottoserie), il numero di corda (numero progressivo del pezzo) e l'unità di conservazione (busta o piatti). La numerazione è chiusa e progressiva solo quando non siano previsti accrescimenti; - il titolo, originale o attribuito, è scritto in grassetto. I titoli originali sono riportati fra virgolette; i segni di interpunzione, i segni diacritici, le maiuscole e le minuscole sono riportati all'uso moderno. Qualora il titolo originario non fosse stato completo o non rispecchiasse la natura della documentazione, si è ritenuto dare una descrizione più approfondita nel campo contenuto; - gli estremi cronologici, nella sequenza: anno, mese, giorno. Le eventuali ricostruzioni sono state riportate fra parentesi quadre. Se sul documento, o dal documento, non si riesce a risalire alla data, allora si è indicato il secolo cui il documento può essere verosimilmente attribuito, specificando se exeunte o ineunte. Per le serie, e per le sottoserie, sono riportati gli estremi riferiti alla documentazione presente, mentre per i fondi gli estremi riportati sono quelli corrispondenti al periodo storico-istituzionale, indipendentemente dalla documentazione effettivamente presente (es.: per il periodo austriaco, 1821-1923); - eventuali descrizioni del contenuto dove si riportano le notizie ritenute significative; - la descrizione estrinseca: si è indicata la tipologia dell'unità descritta (registro, volume, fascicolo); per motivi pratici è stato definito come 'fascicolo' anche l'accorpamento, in una copertina, degli atti o dei conti di un'annata; la consistenza e il tipo di legatura solo per i registri del periodo preunitario; non si sono date specificazioni invece per i registri del periodo postunitario, fatta eccezione per il numero di carte dei registri delle deliberazioni della giunta e del consiglio. Le carte bianche interne ad un registro sono state riportate tra parentesi, invece quelle esistenti alla fine del registro non sono comprese nella numerazione. Se all'interno di uno stesso registro ci si è trovati in presenza di una numerazione imprecisa o non omogenea, si è indicato il computo totale delle carte; - il numero arabo che compare in alto, nel margine destro, è un marcatore associato a ciascuna unità e sottounità e alle schede introduttive, al fine di consentire i rimandi dalle voci dell'indice. La numerazione posta nel campo segnatura dopo il numero di fondo, la classificazione, il numero di corda è l'unità di conservazione: questa corrisponde al numero progressivo dei contenitori, sia che si tratti di buste, sia di registri singoli, sia di più registri conservati insieme. Quando in inventario viene riportata anche per i registri la dicitura busta seguita

11 dal numero progressivo significa che è stato conteggiata un'unità di condizionamento considerando l'insieme dei registri raccolti tra i piatti. La numerazione dei contenitori riparte da 1 nelle serie aperte dell'archivio del comune postunitario dal 1947.

Criteri di selezione Per il materiale soggetto a scarto sono state rispettate le norme indicate dalla L.P. 14 febbraio 1992 n. 11 (art. 16) e dalla successiva deliberazione della Giunta provinciale del 29 marzo 1993 n. 3692 (art. 5 e all. n. 2 "Massimario per lo scarto negli archivi comunali") e dalla L.P. 17 febbraio 2003 n. 1. Non sono previste operazioni di scarto per la documentazione prodotta nel periodo preunitario. Le principali tipologie degli atti scartati sono le seguenti: copie semplici di deliberazioni del consiglio, della giunta o del podestà; copie di giornali di cassa, copie di bilanci di previsione e conti consuntivi, matrici delle reversali di cassa e dei mandati di pagamento, bollettari diversi ed altre tipologie documentarie previste dal massimario. Complessivamente il materiale scartato ammonta a 2,5 metri lineari, per un totale di 20 buste.

Incrementi previsti Ai sensi dell'art. 2 "Tenuta degli archivi e dei documenti degli enti pubblici locali", comma 21 della deliberazione della Giunta provinciale 29 marzo 1993 n. 3692 "la sezione separata d'archivio e il relativo inventario devono essere periodicamente aggiornati con l'inserimento, previa selezione, dei documenti relativi ad affari esauriti da oltre 40 anni. Tale operazione sarà effettuata preferibilmente ogni anno". Infatti il numero di corda all'interno delle serie del periodo postunitario è aperta, cioè riparte da uno per ogni serie, proprio per poter effettuare gli incrementi previsti dalla normativa. Per quello che riguarda gli archivi aggregati non sono previsti accrescimenti, poiché gli enti furono soppressi.

Condizioni di accesso La consultabilità dei documenti degli archivi comunali è disciplinata dall'art. 24 della Legge provinciale 17 febbraio 2003 n. 1 "Nuove disposizioni in materia di beni culturali", che rinvia alla legislazione statale. In base a tale normativa i documenti dell'archivio comunale sono liberamente consultabili, ad eccezione di quelli di carattere riservato relativi alla politica estera o interna dello Stato che divengono consultabili cinquanta anni dopo la loro data. I documenti relativi a situazioni di carattere privato o personale atti a rivelare l'origine razziale ed etnica, le convinzioni religiose, filosofiche o di altro genere, le opinioni politiche, l'adesione a partiti, sindacati, associazioni ed organizzazioni a carattere religioso, filosofico, politico o sindacale, nonché quelli relativi a rivelare i provvedimenti di cui all'art. 686 del Codice di procedura penale (relativo alle iscrizioni nel casellario giudiziale) sono liberamente consultabili 40 anni dopo loro data. Il termine è di 70 anni se i dati sono idonei a rivelare lo stato di salute o la vita sessuale o rapporti riservati di tipo familiare. Anteriormente al decorso di questi termini, i documenti restano accessibili ai sensi della disciplina sull'accesso ai documenti amministrativi. I documenti dell'archivio storico comunale sono liberamente consultabili, previa presentazione di una richiesta motivata al sindaco, che potrà accoglierla se l'archivio non si trova in fase di ordinamento, salvo eccezioni che dovranno essere valutate caso per caso. La consultazione dell'archivio storico comunale viene negata a persone incorse nel provvedimento di esclusione dagli Archivi di Stato.

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Le ricerche da parte di persone che non hanno compiuto i sedici anni di età devono compiersi con la collaborazione dell'archivista. Gli esperimenti didattici devono avvenire sotto la guida e la responsabilità dell'insegnante e comunque devono essere concordati con l'ente. In ogni caso è esclusa la possibilità di ottenere in prestito i documenti. Gli atti dell'archivio storico comunale non devono essere asportati dalla stessa, neppure per uso interno dell'ente, se non per breve tempo e sotto il controllo del segretario o dell'archivista, che deve poi provvedere alla loro ricollocazione. Se il comune è dotato di un servizio continuativo di consultazione al pubblico, i documenti debbono essere consultati presso la sala studio.

Condizioni di riproduzione La fotoriproduzione sostitutiva è ammessa nei limiti e con le cautele stabilite dalla Legge 4 gennaio 1968 n. 15 (art. 25), dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 11 settembre 1974 e dal Decreto del Ministero per i beni culturali e ambientali 29 marzo 1979. La fotoriproduzione di sicurezza, di completamento e di integrazione è eseguita in conformità alla normativa tecnica disposta dalla circolare del Ministero per i beni ambientali e culturali - Ufficio centrale per i beni archivistici con data 1 febbraio 1988 n. 12. L'ente pubblico può rifiutare la fotoriproduzione (microfilmatura e fotografia) dei documenti solo per comprovati motivi, come ad esempio, l'impossibilità di procedere alla stessa a causa del cattivo stato di conservazione dei documenti. L'ente pubblico può richiedere che la fotografia avvenga con luce naturale. Devono comunque essere evitate quelle manovre che comprometterebbero l'integrità dei singoli documenti o delle unità archivistiche in cui essi sono contenuti. E' ammesso l'uso saltuario della fotocopiatrice, adottando le stesse cautele.

Bibliografia CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961

Nota dell’archivista Fonti archivistiche: Archivio comunale di Tiarno di Sopra.

Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda BALDO F., DEVIGILI S., FRANZOI S., TAVELLI P. (a cura di), Norme per la descrizione archivistica e per la redazione degli inventari, Provincia autonoma di Trento, Trento, 2003 CARUCCI P., Le fonti archivistiche: ordinamento e conservazione, Roma, 1983

Fonti normative Circolare 16 dicembre 1811, n. 22140/3442, del prefetto del dipartimento dell'Alto Adige Alessandro Agucchi, contenente le disposizioni sulla tenuta dell'archivio comunale, del registro di protocollo con relativo indice, del registro dei mandati Circolare del Ministero dell'interno Div. III, Sez. II, 1 marzo 1897, n. 17100-2, 'Istruzioni per la tenuta del protocollo e dell'archivio per gli uffici comunali' Circolare della Giunta provinciale della Contea principesca del Tirolo 31 agosto 1914, n. 2157/VI/1, 'Custodia degli atti d'archivio dei comuni del Tirolo italiano'. Circolare dell'Ufficio del registro di Trento, 20 aprile 1924, riguardante la tenuta del repertorio degli atti

13 soggetti a registro Circolare del Ministero dell'Interno 25 giugno 1966, n. 39, Norme per la pubblicazione degli inventari Deliberazione della Giunta provinciale di Trento 29 marzo 1993 n. 3692, Approvazione delle direttive circa i requisiti dei locali, i criteri generali di ordinamento ed inventariazione, nonché di organizzazione degli archivi (art. 28, comma 2 L.P. 14 febbraio 1992, n. 11) Legge provinciale 17 febbraio 2003, n. 1, Nuove disposizioni in materia di beni culturali

Note (1) Albino CASETTI, 'Guida storico-archivistica del Trentino', Trento, 1961, pp. 784-786.

14 fondo Comune di Tiarno di Sopra, 1305 - 1962 (con docc. fino al 1994)

buste 164

Soggetti produttori Vicinia di Tiarno di Sopra, [1305] - 1810 agosto 31 Comune di Tiarno di Sopra, 1821 gennaio 1-1923 gennaio 12 Comune di Tiarno di Sopra, 1923 gennaio 13-1928 [gennaio 31] Comune di Tiarno di Sopra, 1947 [giugno 24] - 2009 dicembre 31

Storia archivistica Presso la Soprintendenza archivistica per il Trentino-Alto Adige del Ministero per i beni e le attività culturali si conserva un 'Inventario degli atti di pregio storico-archivistico del Comune di Tiarno di Sopra'; si tratta di un elenco compilato a cura del personale comunale nel 1960. L'elenco riporta: il numero d'ordine, il numero dell'atto, le date estreme e il contenuto. Il materiale era stato numerato da nn. 1-60. Presso la Soprintendenza per i beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento si conserva una relazione relativa al sopralluogo effettuato nel 1977.

Contenuto L'archivio conserva una corposa raccolta di pergamene del periodo comunitario e nessun materiale del periodo napoleonico. Il paese fu aggregato al Comune di Tiarno di Sotto e ne divenne frazione; con decreto vicereale del 24 luglio 1810 Tiarno di Sotto, Tiarno di Sopra, Pieve, , Locca, Enguiso, Lenzumo andarono a costituire il comune unito di Tiarno di Sotto, inserito nel cantone di Riva, a sua volta appartenente al distretto omonimo. In occasione delle operazioni di riordino la documentazione comunale è stata suddivisa sulla base delle cesure storico- istituzionali, corrispondenti la prima al periodo della vicinia, la seconda al periodo di amministrazione austriaca dal 1821 al 1923, la seconda e la terza al periodo di amministrazione italiana dal 1923 al 1928 e dal 1947 in poi. Il fondo è dunque strutturato nelle seguenti partizioni: 1. Vicinia di Tiarno di Sopra, 1305-1810; 2. Comune di Tiarno di Sopra, ordinamento austriaco, 1818-1923 3. Comune di Tiarno di Sopra, ordinamento italiano, 1923-1928 (anno della soppressione del comune); 4. Comune di Tiarno di Sopra, ordinamento italiano, dal 1947 (anno della ricostituzione del comune).

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Ente Vicinia di Tiarno di Sopra [1305] - 1810 agosto 31

Luoghi Tiarno di Sopra

Archivi prodotti Fondo Comune di Tiarno di Sopra, 01/01/1305 - 31/12/1962 Subfondo Vicinia di Tiarno di Sopra, 01/01/1305 - 31/12/1806

Storia L'attestazione più antica del toponimo Tiarno ("Tilliarnum") è di data 26 febbraio 845: si tratta di un placito tenutosi a Trento per risolvere una lite fra il monastero di S.Maria in Organo di Verona e alcuni uomini del contado trentino. Nel testamento di Notecherio, vescovo di Verona, del 927, si cita il paese di "Tilarno" (1). "L'odierno nome di Tiarno compare sulla fine del XIV secolo, quando il latino cedette al volgare. E', quindi, una traduzione e corruzione del nome latino Tilliarnus, attraverso la forma più recente (altomedioevale) di Tilarno o Tillarno" (2). Dagli antichi ordinamenti ledrensi risulta una divisione del territorio valligiano in 13 ville o comunità (Tiarno di Sopra, Tiarno di Sotto, Bezzecca, Lenzumo, Enguiso, Locca, Pieve, Mezzolago, Legós, Molina, Barcesino, Prè, Biacesa), ognuna delle quali costituiva una "vicinia", che godeva di specifica e circoscritta amministrazione (3). Le comunità della valle formavano, unite insieme, il Comun Generale della valle di Ledro, chiamato anche "res publica"; entità minori erano costituite da 4 "" o Regole, ciascuno dei quali formato da due o più ville: Tiarno di Sopra formava un "Concel" con la vicina Tiarno di Sotto. Ciascuno dei 4 "Concei" era definito da precisi confini, segnati da termini costituiti da grossi sassi o rocce, sui quali venivano scolpite due croci. La comunità di Tiarno di Sopra comprendeva probabilmente un territorio simile a quello dell'attuale comune: dai più antichi documenti, tra le comunità confinanti risultano, oltre naturalmente a Tiarno di Sotto, anche Bezzecca, Storo, Condino. Nel 1774, Tiarno di Sopra e Tiarno di Sotto si divisero in parti uguali il territorio dell'intero "Concel", che, con tale operazione, si sciolse (4). Poco dopo sopraggiunse in Trentino una generale crisi delle regole, a causa delle riforme introdotte dai sovrani illuminati di casa d'Austria e dagli ultimi principi vescovi tridentini, volte al consolidamento dell'apparato amministrativo e alla riconduzione entro l'alveo statale delle fino ad allora numerose forme di autogoverno periferiche. Mediante ordinanza del 10 maggio 1787, sotto l'imperatore Giuseppe II, le adunanze regoliere collettive nei feudi trentino-tirolesi (Circolo ai Confini d'Italia, istituito nel 1754) furono sottoposte ad autorizzazione dell'autorità superiore; il 5 gennaio 1805, dopo la secolarizzazione del principato vescovile, detta norma venne estesa anche al resto del territorio. Altre limitazioni (soppressione delle "regolanie" maggiori e minori) giunsero da parte del governo bavarese il 4 gennaio 1807. Con l'editto del 24 luglio 1808, in concomitanza con la ristrutturazione del Regno di Baviera sulla base dell'esperienza istituzionale francese, pur rimanendo formalmente ancora in vigore le carte di regola, quelle che erano ormai definite "le comuni" furono interamente sottomesse alle autorità statali. Gli atti finali dell'esistenza delle antiche comunità rurali 16 si compirono sotto il Regno italico. Nel Regio Decreto 24 luglio 1810, che stabiliva la ristrutturazione amministrativa operata nel neoistituto Dipartimento dell'Alto Adige sulla base di quella vigente nel Regno, venivano anche proposte (e poi realizzate con l'attivazione del Dipartimento il 1° settembre 1810) le aggregazioni delle molte comunità sparse sul territorio in un numero fortemente ridotto di comuni amministrativi, posti sotto un diretto e rigido controllo da parte delle autorità statali: Tiarno di Sopra fu aggregato (insieme a Pieve, Bezzecca, Locca, Enguiso e Lenzumo) al Comune di Tiarno di Sotto (Cantone di Riva). Mediante un decreto successivo, datato 23 agosto 1810, veniva esteso al Dipartimento l'ordinamento amministrativo dei comuni del Regno Italico.

Condizione giuridica Ente di diritto pubblico. In territorio trentino ogni singolo villaggio si regolamentava con regole interne proprie, anche se simili le une alle altre, raccolte in "carte di regola" dette anche "statuti comunali", "ordinamenti", "regolamenti", "instrumenti", "capitoli", "poste". E' opinione comune che le carte di regola derivino da più antiche consuetudini che disciplinano le comunità solo su base orale. La carta di regola è quindi uno strumento scritto di contenuto normativo, la cui stesura scaturisce da esigenze e decisioni collettive e locali, che necessita l'approvazione da parte dell'autorità superiore competente per il territorio. Oltre alla carta di regola, la comunità produceva normative accessorie per gli ambiti economici più diversi; nelle pergamene di Tiarno si riscontrano con una certa frequenza i regolamenti sui boschi e sui pascoli, essendo la valle molto ricca di legname e di alpeggi.

Funzioni, occupazioni e attività L'organizzazione in regole delle comunità rurali era diffusa su tutto il territorio trentino, indipendentemente dal contesto politico di appartenenza (vescovile o tirolese) dei diversi villaggi e dal tipo di vincolo degli stessi nei confronti delle due superiorità: diretto - talora mitigato da privilegi - o mediato dall'investitura concessa a favore di qualche casato nobiliare. In val di Ledro ciascun "Concel" ebbe il possesso e il godimento di fatto e di diritto di tutti i territori compresi nei propri confini. Scopo dell'amministrazione regoliera era l'organizzazione interna, secondo moduli improntati all'autogoverno, e inoltre la disciplina dello sfruttamento dei beni comunali (boschi, pascoli, strade) e la tutela degli ambiti di possesso familiari, nonché dirimere i relativi frequenti contenziosi che ne derivavano, punendo le altrettanto numerose infrazioni che venivano commesse. Il territorio del "Concel" di Tiarno era costituito: - in misura minore dai beni cosiddetti "divisi": poderi situati nei pressi dell'abitato assegnati ai diversi nuclei famigliari (fuochi) e nel corso del tempo divenuti simili a proprietà private, benché in parte ancora su di essi il "Concel" manteneva ancora certi diritti, come tagliare alberi, o tracciare strade di pubblica utilità; in questo caso la normativa tutelava diritti individuali: rispetto dei confini, protezione da furti e da danni di vario genere, prescrizioni per lo sfalcio dei prati e così via, secondo una normativa nutrita e legata alla realtà economica specifica; - in gran parte da ampie superfici boschive e pascolive sfruttate in comunione tra coloro che godevano i diritti di incolato, cioè i vicini delle due ville, dove lo scopo della minuziosa regolamentazione era uno sfruttamento ragionato dei beni comuni, che dovevano innanzi tutto integrare il reddito delle singole famiglie.

Struttura amministrativa Nell'ambito di ciascun "Concel", operava e legiferava la "Regola", assemblea generale dei capifamiglia, che si riuniva solitamente una volta all'anno. Tale assemblea, per i Tiarnesi, convocata dal console tramite il saltaro, che passava di casa in casa, si teneva una volta a Tiarno di Sotto e una volta a Tiarno di Sopra. Dalle pergamene si vede che essa aveva

17 luogo rispettivamente per i due paesi rispettivamente e sul muro del cimitero della chiesa di S. Bartolomeo e sul "Ponte di mezzo". I due Tiarni, formanti, come detto, un unico "Concel", erano, ciascuno, una "villa", legati dal rapporto di vicinia; a loro volta le due "ville" erano legate da rapporti di vicinia, tramite il proprio "Concel", con gli altri "Concei" ledrensi, confinanti o meno. A capo di ciascuna delle 13 "ville" ledrensi c'erano uno o due consoli: a Tiarno di Sopra erano due, come pure a Tiarno di Sotto, a Bezzecca e a Pieve; le rimanenti "ville" erano rette da un unico console, ad eccezione di Barcesino, che non ne aveva alcuno. I consoli ("consules") erano eletti annualmente per ballottaggio dai capi-fuoco riuniti in pubblica regola, visto che tale carica doveva essere prestata a turno. I consoli eletti dovevano prestare solenne giuramento di fedeltà in pubblica regola, nelle mani dei consoli uscenti. Ad essi spettava di far osservare le leggi e le consuetudini, di convocare e presiedere la pubblica regola, di riscuotere le multe e di pignorare beni, di riscuotere le entrate e pagare i creditori, di eseguire le deliberazioni della regola e i regolamenti, e così via. Al termine del loro mandato dovevano rendere dettagliato resoconto del loro operato annuale. I giurati ("iurati"), eletti annualmente dalla regola con incarico gratuito e obbligatorio in numero variabile (spesso erano 4) avevano rilevanti incarichi amministrativi in aiuto dei consoli. Il sindaco (a volte chiamato "sindicus et procurator") era eletto dalla regola, allorché si rendeva urgente la sua presenza, più che altro come rappresentante della "villa" in cause e controversie; rimaneva in carica per il lasso di tempo necessario a portare a compimento l'incarico ricevuto. Gli stimatori ("estimatores") erano eletti dalla regola in numero solitamente di due, restando anch'essi in carica solo il tempo occorrente. Spettava loro la stima del legname da tagliare e dei danni subiti dai beni divisi e indivisi; erano chiamati per conciliare le parti in causa per questioni di misura dei terreni. Il saltaro ("saltarius") era una carica, poco citata nelle pergamene tiarnesi, eletta dalla regola o nominata dai consoli. Doveva prestare giuramento e durava in carica un anno. Retribuito in natura, doveva custodire il territorio diviso e indiviso, mediante periodiche visite, controllare i confini, portare lo stendardo della comunità nelle processioni, avvisare la popolazione della convocazione alla pubblica regola. Lo Statuto prevede anche la figura del massaro (una sorta di esattore), ma tale figura non è stata riscontrata nelle pergamene della comunità (5). I vicini e i consoli eleggevano ogni anno 12 consiglieri, i quali, radunati nella chiesa pievana di Santa Maria, procedevano alla nomina del vicario, detto anche sindaco (nei documenti si trova quasi sempre l'espressione "vicarius et sindicus"), di un notaio e di due massari (uno per le ville sotto la chiesa di San Vigilio di Molina, uno per quelle superiori). "Consoli, consiglieri, vicario e ordinariamente i due ultimi vicari usciti di carica costituivano il Consiglio Generale, che si riuniva a Pieve. Il vicario era giudice ordinario per le cause civili; in seconda istanza per gli affari civili ed esclusivamente per le cause criminali era competente il pretore di Riva. Si giudicava in base allo Statuto della valle, la cui più antica redazione rimastaci risale al 1435" (6).

Contesto generale La storia della comunità ("villa", "vicinia") di Tiarno di Sopra è intimamente legata alle vicende della valle di Ledro. La valle faceva parte della "Judicaria Summa Laganensis" e dovette appartenere al Principato vescovile di Trento sin dalla sua fondazione, nel sec. XI; nel 1159 è documentato il rapporto giudiziario e l'ammontare dei tributi dovuti dai valligiani al vescovo. Nel XIII secolo venne amministrata temporaneamente da gastaldi propri. Nel 1349 Giovanni da Pistoia, principe vescovo, per necessità finanziarie fu costretto a cedere la valle di Ledro, insieme a Riva, a Mastino II

18 della Scala, signore di Verona, riservando tuttavia a un legittimo vescovo di Trento il diritto di ricomperarla: ciò avvenne, dopo alterne vicende, nel 1404, per opera di Giorgio Liechtenstein (7). I vari domini che si succedettero "erano stati più che altro nominali, perché tutte le cariche locali venivano solitamente elette dagli abitanti. E' indicativo inoltre che nella Valle non vi siano tracce di castelli, perché non vi furono mai signori o feudatari" (8) Nel 1426, in seguito alla guerra tra la Repubblica veneta e il Ducato di Milano, la valle di Ledro passò a Venezia, che le concesse vari privilegi, a partire dallo stesso anno. Anche sotto Venezia la valle mantenne la sua precedente autonomia: gli ordinamenti interni (statuti, consuetudini) furono lasciati in vigore, solo fu aggiunto il titolo di sindaco a quello di vicario, ossia di rappresentante dell'autorità centrale. Dalla metà del XV secolo i Ledrensi "ripresero con Venezia intensi rapporti di commercio e di lavoro, che durarono anche dopo la fine della sudditanza politica. Si verificò in particolare una forte emigrazione di lavoratori che trovavano impiego presso l'Arsenale e presso il Fontego dei Tedeschi" (9), come segatori, facchini, commercianti o "legadori". Dalle pergamene di Tiarno di Sopra emerge che nel XVII secolo un tale di Tiarno, segatore presso l'Arsenale, vende un prato a Giovanni Ribaga, facchino presso il Campo San Canziano (pergamena n. 72, perduta); nel 1657 Piero Oliari vende a Bortolo Tiboni un prato: entrambi sono facchini presso il Campo San Canziano (pergamena n. 87). Cinque pergamene sono state redatte a Venezia, per mano di notai veneziani: sono le pergamene nn. 37, 61, 72, 83 e 87. Tornata nel 1509 al Principato vescovile, la valle di Ledro vi rimase fino alla secolarizzazione e ne condivise le tormentate vicende fino all'aggregazione al Regno Italico. Dalle pergamene, emergono rapporti significativi di Tiarno di Sopra con le vicinie di Tiarno di Sotto (spesso unite in parte di cause o controversie), di Bezzecca, di Storo e Condino; con autorità come il vicario, il pretore di Riva, i Lodron, il principe vescovo di Trento e il suo vicario spirituale.

Fonti normative Ordinanza del cesareo regio Giudizio provinciale ed unitovi Capitaniato circolare ai Confini d'Italia del 5 gennaio 1805, che estende a tutto il territorio la circolare dell'i. r. Uffizio capitaniale del Circolo ai Confini d'Italia del 10 maggio 1787, che proibisce la convocazione delle regole generali senza preventiva autorizzazione delle autorità Legge 4 gennaio 1807, Abolizione delle Regolanie maggiore e minore Ordine sovrano del re di Baviera 30 dicembre 1807, concernente l'amministrazione generale della facoltà delle fondazioni e comunale nel Regno Ordine generale del re di Baviera, 24 febbraio 1808, concernente l'amministrazione generale della facoltà delle fondazioni e comunale nel Regno di Baviera, Foglio del Governo n. 5 Editto del re di Baviera 24 settembre 1808, sul sistema comunale

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio Archivio di Stato di Trento, Archivio del Principato vescovile, sezione latina, miscellanea I, n. 136, 1424 giugno 16

Fonti bibliografiche inedite

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FAES M., NEQUIRITO M. (a cura di), Linee di sviluppo e cesure istituzionali nella storia dei comuni trentini del Medioevo all'unione all'Italia descritte secondo norme ISAAR, Provincia autonoma di Trento - Soprintendenza per i beni archivistici e librari e archivistici, versione al 10 aprile 2002 (dattiloscritto) Bibliografia BRENTARI O., Guida del Trentino, Bologna, 1971, ristampa anastatica dell'edizione di Bassano del Grappa, 1890-1902 CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961 CIGALOTTI E., Attraverso la val di Ledro, Trento, 1973 DEGARA B., Notizie storiche, ecclesiali e civiche di Tiarno di Sopra, Trento, 1991 DEGARA B., Storia della Comunità di Ledro. Con particolari notizie su Tiarno, voll. I-II, a cura del Comune di Tiarno di Sotto, 1990 GHETTA F., Introduzione: l'archivio del principato vescovile di Trento nell'Archivio di Stato di Trento, IN: IPPOLITI G. e ZATELLI A.M., Archivi principatus tridentini regesta - Sectio latina (1027-1777), a cura di Frumenzio Ghetta e Remo Stenico, Trento, Nuove Arti Grafiche, 2001, pp. 3-16 GROFF S. (a cura di), Statuti della Val di Ledro del 1435, Roma, 1989 MASTELLOTTO E., L'archivio comunale trentino, Trento, 1986 NEQUIRITO M., Le carte di regola delle comunità trentine, Mantova, 1988 NEQUIRITO M., Il principato vescovile di Trento alla fine dell'antico regime: vicende politico-istituzionali', IN: Storia del Trentino, a cura di L. de Finis, Trento, 1996 RENIER P., Le relazioni fra la Repubblica di Venezia e la valle di Ledro, IN: "Ateneo Veneto", nuova serie, 4 (gennaio/febbraio 1966), pp. 33-48 VOLTELINI H. VON, Le circoscrizioni giudiziarie del Trentino fino al 1803, a cura di E. Curzel, Trento, Provincia autonoma di Trento, Servizio beni librari e archivistici, 1999

Note (1) DEGARA, p. 163. (2) DEGARA, p. 164. (3) GROFF, p. 24. (4) DEGARA, p. 178. (5) Per la descrizione di queste cariche, cfr. DEGARA, pp. 191-193. (6) CASETTI, p. 549. (7) VOLTELINI, pp. 208-209. (8) RENIER, p. 34 (9) RENIER, pp. 38-39.

20 subfondo 1 Vicinia di Tiarno di Sopra, 1305-1806

buste 3

Soggetti produttori Vicinia di Tiarno di Sopra, [1305] - 1810 agosto 31

Contenuto Il subfondo conserva ciò che rimane della documentazione prodotta dalla Vicinia di Tiarno di Sopra nel corso dell'attività esercitata fino al secolo al 1810.

La documentazione della vicinia di Tiarno di Sopra attualmente esistente nell'archivio comunale è costituita da 71 pergamene, da un registro cartaceo di 50 cc., intitolato "Inventarium omnium instrumentorum, documentorum, librorum et aliarum scripturarum factum sub anno Domini 1756", redatto dal notaio Giovanni Tiboni da Tiarno di Sopra e da un volume che raccoglie alcuni atti della vicinia. Le pergamene dell'archivio comunale di Tiarno di Sopra sono attualmente 71, per un arco cronologico che va dal XIV secolo al 1657, che, fino al presente lavoro di regestazione, si trovavano conservate in numero di 51 a Tiarno di Sopra (insieme a una busta con 8 pergamene di Tiarno di Sotto) e in numero di 21 a Tiarno di Sotto (insieme a 9 pergamene di Tiarno di Sotto). Nel detto "Inventarium" del 1756 i documenti, sia pergamenacei sia cartacei, sono ripartiti in 11 "casselle" a seconda dell'argomento generale; i titoli di ogni "cassella" sono elencati nel modo seguente (questi sono ripetuti uno alla volta in seguito, dove è analiticamente descritto il loro contenuto, in modo lievemente diverso): "Cassella 1: Instrumenti delli ordini antichi della comunità di val di Ledro Cassella 2: Instrumenti ed altre scritture fatte contro la vicinia di Bezzecca Cassella 3: Instrumenti delli confini contro la communità di Storo e Condino Cassella 4: Instrumenti de divisioni de monti colla vicinia di Thiarno di Sotto Cassella 5: Instrumenti de regolazioni de monti fatte colla predetta vicinia di Thiarno di Sotto Cassella 6: Ordinazioni e regolazioni fatte dalla vicinia di Thiarno di Sopra per loro regola e governo Cassella 7: Instrumenti e privileggi per la chiesa de S.S. apostoli Pietro e Paolo di Thiarno di Sopra Cassella 8: Diversi instrumenti confacenti alla vicinia di Thiarno di Sopra Cassella 9: Compre ed aquisti delli fondi prativi e boschivi de Stigol, Bertelé ed dalla Corda Cassella 10: Diversi aquisti dalla medesima vicinia fatti ... come pure della decima ed altre raggioni Cassella 11: Diversi instrumenti in carta pecora ed in carta biancha fatti in libri di vendite di legne ed arbori, liberazioni ed affrancazioni ed altro,... come pure della decima del Picoli" (1). E' menzionata poi la presenza di una "sotto banca", che raccoglie documenti cartacei, ripartiti in tre "scanzelli". Ogni "cassella" è ripartita in "numeri" (a ciascun "numero" corrisponde un documento), indicati in modo ordinale; a tale segnatura seguono una sommaria indicazione del contenuto, il nome del notaio e la data. Sul verso di ogni pergamena inventariata, il Tiboni appose la rispettiva segnatura, tuttora chiaramente leggibile. Sul recto, in alto, cucì con spago un foglietto cartaceo che riporta quasi letteralmente le note contenutistiche con la data che si trovano nell'"Inventarium". 21

Oggi la maggior parte delle pergamene è priva di tale foglietto, che forse fu tolto da qualcuno allo scopo di facilitarsi la lettura; però in quasi tutte sono chiaramente visibili le tracce della cucitura. Nel primo decennio del XX secolo lo studioso Lamberto Cesarini Sforza pubblicò i regesti delle 93 pergamene allora conservate nell'archivio comunale di Tiarno di Sopra (2), che numerò in ordine cronologico e in buona parte trascrisse (a volte traducendo). Per leggerle meglio applicò, dove l'inchiostro era sbiadito, la noce di galla, un metodo assai diffuso all'epoca, ma che purtroppo portò la conseguenza di lasciare uno strato di colore marrone più o meno spesso e indelebile, con danni enormi per la lettura delle pergamene. Sul verso di ciascuna pergamena appose la sua numerazione, accompagnata dalla datazione cronica preceduta da alcune lettere (probabilmente, una segnatura provvisoria di suo uso); inoltre avvolse ciascuna pergamena regestata con un foglio di carta, dove trascrisse la sua segnatura numerica e la datazione cronica. Probabilmente, fu lo stesso Cesarini a privare la maggior parte delle pergamene del foglietto settecentesco. Fortunatamente, le pergamene di Tiarno di Sopra scamparono ai danni bellici della prima guerra mondiale, allorché i due Tiarni furono fatti evacuare e gli archivi andarono in gran parte dispersi, con perdita di numerose carte. Dal 1928 al 1947 i due paesi furono aggregati in un unico comune, con denominazione Tiarno, con sede a Tiarno di Sotto, e ciò portò alla riunione dei due archivi in quest'ultimo luogo, con conseguente confusione del fondo pergamenaceo di Tiarno di Sopra con le 17 pergamene relative alla famiglia Sartori di Tiarno di Sotto. Nel 1930 fu compilato un inventario sommario dell'archivio, che però oggi è perduto e quindi non abbiamo notizie dirette su questo periodo. Con il ripristino dei due comuni nel dopoguerra, comunque, la scelta delle pergamene da restituire a Tiarno di Sopra seguì criteri alquanto imprecisi. Nel luglio 1954 la Soprintendenza archivistica di Venezia promosse un'ispezione sugli archivi comunali di Tiarno di Sopra e Tiarno di Sotto, in base alla quale risultò che nel primo erano conservate 58 pergamene, di cui 48 appartenenti al comune di Tiarno di Sopra e 10, non inventariate, al comune di Tiarno di Sotto, nel quale erano a loro volta presenti 33 pergamene (21 di Tiarno di Sopra; 12, non inventariate, di Tiarno di Sotto). Non furono rinvenute negli archivi dei due comuni 7 pergamene, elencate nel detto inventario del 1930. Non fu nemmeno rinvenuto il "Repertorio" delle pergamene di Tiarno di Sopra, compilato nel 1910 dal Cesarini Sforza (3). Tale situazione fu confermata da Albino Casetti, che nella sua "Guida storico-archivistica del Trentino" pubblicò il regesto di 7 atti membranacei di Tiarno di Sopra (4). La rilevazione effettuata da personale della Provincia Autonoma di Trento nel novembre 1977 constatò a Tiarno di Sotto la presenza di 30 pergamene in una scatola, nello studio del sindaco: 21 di esse, contenute in un rotolo di carta con l'indicazione del numero e della data, opera del Cesarini Sforza, appartengono a Tiarno di Sopra. Le altre 9, non regestate, spettano invece a Tiarno di Sotto. Si osserva che altre 8 pergamene, non regestate, di Tiarno di Sotto si trovano a Tiarno di Sopra: "si tratta esclusivamente di contratti fra privati di Tiarno di Sotto" (5). La situazione di 25 anni or sono è rimasta immutata fino ad oggi; l'analisi delle 17 pergamene ha portato alla scoperta di elementi tipici di un archivio familiare, depositato presso il comune di Tiarno di Sotto; le rimanenti 71 pergamene spettano, come detto, alla comunità di Tiarno di Sopra. In seguito, quindi, a tale chiarimento, frutto del presente lavoro e di analogo effettuato sulle pergamene di Tiarno di Sotto, con l'intervento del Servizio Beni librari e archivistici della Provincia Autonoma di Trento e con l'accordo dei due comuni, le pergamene sono state correttamente riportate agli archivi di provenienza. Per quanto riguarda l'ordinamento delle pergamene di Tiarno di Sopra, non si è ritenuto di ricostruire l'ordine dell'Inventario del 1756, data la completa assenza della documentazione cartacea nello stesso descritta, ma di mantenere

22 l'ordinamento cronologico fissato dal Cesarini Sforza con una numerazione progressiva da 1 a 93 da lui riprodotta sui documenti e usata per la pubblicazione dei regesti.

Bibliografia BIANCHINI F., Le più antiche pergamene dell'archivio comunale di Condino (1207-1497), Trento, 1991 CESARINI SFORZA L., Per la storia del Cognome nel Trentino, Firenze 1991 CESARINI SFORZA L., Pergamene del Comun generale della Valle di Ledro nel Trentino, IN: "Tridentum", XI (1907), pp. 39-45, 80-85, 125-132, 170-176, 317-330 CIGALOTTI E., Attraverso la val di Ledro, Trento, 1973 DEGARA B., Storia della Comunità di Ledro. Con particolari notizie su Tiarno, voll. I-II, a cura del Comune di Tiarno di Sotto, 1990 DU CANGE C., Glossarium mediae et infimae latinitatis FOLETTO A., La Valle di Ledro: cenni geografici, statistici e storici, con guida e carta geografica, Parma, 1987, ristampa anastatica dell'edizione 1871-1966 GNESOTTI C., Memorie delle Giudicarie, Trento, 1973, ristampa anastatica dell'edizione del 1786 GORFER A., Le valli del Trentino. Trentino occidentale, Calliano, Arti grafiche Manfrini, 1977 GROFF S. (a cura di), Statuti della Val di Ledro del 1435, Roma, 1989 LORENZI E., Saggio di commento ai cognomi tridentini, Trento, [1895?] RENIER P., Le relazioni fra la Repubblica di Venezia e la valle di Ledro, IN: "Ateneo Veneto", nuova serie, 4 (gennaio/febbraio 1966), pp. 33-48 STENICO R., Notai che operarono nel Trentino dall'anno 845, Trento, Provincia autonoma di Trento, 2000 VOLTELINI H. VON, Le circoscrizioni giudiziarie del Trentino fino al 1803, a cura di E. Curzel, Trento, Provincia autonoma di Trento, Servizio beni librari e archivistici, 1999

Note (1) "Inventarium", cc 1v-2. (2) Lamberto CESARINI SFORZA, "Pergamene degli archivi comunali di Locca, Bezzecca e Tiarno di Sopra in val di Ledro nel Trentino", in "Tridentum", VII (1904), pp. 335-345, 396-408, ristampato in "Gli archivi del Trentino", Trento 1910, pp. 174-195. (3) Archivio del Servizio Beni librari e archivistici, "Archivi dei comuni", Comune di Tiarno di Sopra, ispezione di Giuseppe Caiafa del 17 luglio 1954 (copia); Archivio del Servizio Beni librari e archivistici, "Archivi dei comuni", Comune di Tiarno di Sotto, ispezione di Giuseppe Caiafa del 15 e 16 luglio 1954 (copia). (4) CASETTI, p. 785. (5) Archivio del Servizio Beni librari e archivistici della Provincia Autonoma di Trento, "Archivi dei comuni", Comune di Tiarno di Sopra, relazione sull'archivio del novembre 1977; Archivio del Servizio Beni librari e archivistici della Provincia Autonoma di Trento, "Archivi dei comuni", Comune di Tiarno di Sotto, relazione sull'archivio del novembre 1977.

23 serie 1.1 Pergamene, 1305-1722

Contenuto Le 93 pergamene della vicinia di Tiarno di Sopra contengono compravendite, permute, regolamenti dei boschi e dei pascoli, transazioni e sentenze arbitrali su questioni di confini ecc. da parte della vicinia di Tiarno di Sopra, a volte insieme a quella di Tiarno di Sotto. In qualche caso l'azione giuridica avviene nell'ambito del Comune Generale della valle di Ledro. Si riscontrano pure alcuni atti di privati (testamenti, doti, ecc.). Il presente lavoro di regestazione, seguendo un costante confronto con i regesti pubblicati dal Cesarini, come pure con i dati forniti dall'Inventario settecentesco, è stato redatto sulla base delle direttive impartite dalla circolare del Ministero dell'Interno n. 39/1966, Direzione Generale degli Archivi di Stato, "Norme per la pubblicazione degli inventari"(1). Si è fatto inoltre riferimento alle istruzioni proposte dalla "Guida operativa per l'ordinamento e l'inventariazione degli archivi storici di enti locali", curata dalla Regione Lombardia, Milano 1992 e dalla "Premessa metodologica ai regesti delle pergamene dell'archivio di Castel Thun", dattiloscritto a cura di M. Faes, Trento 1996, alle quali si rimanda per ogni approfondimento. In questa sede si tengano presenti i seguenti criteri: - ogni unità è identificata da un numero assegnato in conformità alla detta pubblicazione di Lamberto Cesarini Sforza, anche se in tal modo non è seguito un rigoroso ordine cronologico, per via di alcune necessarie correzioni fatte alla data cronica segnalata in tale pubblicazione; - alla numerazione segue il titolo in italiano, che individua l'azione giuridica posta in essere; - si sono riportate data cronica e topica, quest'ultima espressa con toponimo moderno, menzionando anche i microtoponimi più significativi; - nel regesto propriamente detto si sono segnalati: la natura dell'atto giuridico; i nomi delle parti contraenti, con relativa indicazione di patronimico, provenienza e qualifica principale (d. = "dominus/a" ovvero "donna", in relazione alla condizione sociale; "ser"); l'oggetto dell'atto stesso, con le clausole ritenute di volta in volta più significative; - i termini mancanti di una perfetta traduzione in italiano sono stati riportati tra virgolette; i nomi propri di persona non traducibili si sono dati in latino al caso nominativo; i cognomi sono stati omologati alla forma attuale, se esistente, o se comunque attestata da studi risalenti alla fine del sec. XIX e all'inizio del secolo scorso (2); - i microtoponimi di cui non si è trovato il corrispettivo nell'attuale toponomastica sono stati riportati tra virgolette; quelli sopravvissuti sono stati riportati in scrittura semplificata, sulla base della ricerca sui toponimi del comune di Tiarno di Sopra e del comune di Tiarno di Sotto compiuta nel 1981-1982 da Ettore Cigalotti, su incarico della Provincia Autonoma di Trento; - tra parentesi quadre si sono incluse le integrazioni di lacune, mentre gli elementi significativi per il regesto che non siano leggibili a causa di danni vari sono indicati con tre puntini posti tra parentesi quadre; tra parentesi uncinate si sono riportate le necessarie integrazioni di contenuto; con tre asterischi in linea orizzontale si sono contrassegnati gli spazi di testo lasciati in bianco dallo scrittore. - si è riportato il nome del notaio rogatario, con relativo patronimico e provenienza; la scelta di porre il cognome dopo il nome del padre o invece del figlio deriva dall'ordine seguito nel documento. - riguardo alla tradizione del documento si è distinto tra originale, considerando tale anche il documento tratto da protocollo e sottoscritto dallo stesso notaio rogatario, che in molti casi si limita a sottoscrivere il testo esteso da altri (in generale usando la formula "per coadiutorem meum ab originali meo conformem extractum": in tal caso lo si è definito 24

'originale da imbreviature'), e copia autentica, della quale si è approssimativamente segnalata la data, a meno che non sia dovuta a figlio o a nipote del notaio rogatario stesso (non si è ritenuto significativo segnalare per questo secondo caso il nome dell'autorità che ha autorizzato la copia - in genere è il vicario della valle di Ledro - e del notaio che con pubblico documento ha attestato tale licenza); - si sono fornite le dimensioni del supporto, espresse in millimetri, segnalando prima l'altezza e poi la base (per forme irregolari, la misura maggiore è seguita, tra parentesi, da quella minore); si è fatto inoltre cenno allo stato di conservazione o a qualche caratteristica particolare della pergamena, in particolare evidenziando la presenza della noce di galla, che, come detto, fu usata su molte pergamene dal Cesarini per favorire la lettura, come si soleva a quei tempi, ma che col passare degli anni crea uno strato marrone che ostacola e spesso impedisce la lettura; - si è scelto di riportare anche i dati dei documenti che risultano descritti nel regesto del Cesarini, ma che attualmente mancano dall'archivio comunale di Tiarno di Sopra (pergamene 2, 8, 25, 28, 29, 30, 34, 46, 52, 54, 59, 60, 67, 72, 73, 85, 86, 88-93), desumendoli, oltre che dal detto "Inventarium", dalla pubblicazione del Cesarini Sforza, dalla quale si sono dedotti il titolo, la data cronica e la data topica, e della quale si è scelto di riportare integralmente il regesto, posto fra virgolette, rispettando l'uso di maiuscole, abbreviazioni, citazioni, punteggiatura, citando le eventuali note. I termini che il Cesarini mise fra virgolette uncinate, sono stati riprodotti con le virgolette normali ("), i termini che mise in corsivo senza virgolette, sono stati messi fra virgolette singole ('). Dopo il titolo, una nota avverte che il documento è mancante. - Con la sigla "Inv. 1756" si è indicata la presenza nella parte superiore di alcune pergamene (i numeri 9, 16, 20, 31, 44, 47, 49, 53, 55, 56, 57, 58, 62, 63, 66) di un foglietto cartaceo cucito con spago, che riproduce la nota di contenuto in volgare, corrispondente all'Inventario del 1756. - Con "trascrizione C.S." si sono indicate le pergamene delle quali si è conservata la trascrizione totale o parziale fatta dal Cesarini Sforza, le quali sono indicate con (c) sull'edizione; con "trascrizione C.S. perduta" si sono indicate le pergamene che furono trascritte, ma la cui trascrizione è andata perduta. - si è indicata come vecchia segnatura quella del detto "Inventarium". Si segnala infine che la quasi totalità delle pergamene riporta note tergali di contenuto, sia coeve sia posteriori (fra cui quelle riportate dal notaio Giovanni Tiboni nel 1756), e note archivistiche (la segnatura corrispondente all' "Inventarium", la segnatura con la data cronica apposte dal Cesarini); si è ritenuto pertanto superfluo evidenziare ciò nella descrizione delle singole pergamene.

Note (1) Pubblicata in appendice a Paola CARUCCI, "Le fonti archivistiche: ordinamento e conservazione", Roma 1983. (2) E. LORENZI, "Saggio di commento ai cognomi tridentini", Trento [1895?]; Lamberto CESARINI SFORZA, "Per la storia del Cognome nel Trentino", Firenze 1991 (nuova ed.).

1. 1.1. n. 1. bb. 1-2 [Deposizioni di testimoni] (1) [sec. XIV prima metà] (2) , [...] "Due pergamene (che dovevano esser cucite fra loro e con altre) molto sbiadite e quasi indecifrabili. Contengono un interrogatorio di testimoni in una questione, sembra, per confini e transiti (vi si nomina il 'mons trimalzy'), fra gli uomini di Tiarno di sopra ('homines comm. de tiliarno sup.') e quelli di Bezzecca ('hom. com. beceche'). Manca la data, ma, per la grafia, pare siano del sec. XIII." (3) [Originale]; latino 25

Documento singolo; pergamena, mm 645 x 195(185); mm 762 x 178(150) Segnature precedenti: Cassella 8, numero 1; Cassella 8, numero 2 Bibliografia CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961, 785 Note (1) Si tratta di due pergamene, che in origine dovevano essere cucite fra di loro e con altre, che il Cesarini numera entrambe col numero 1. Invece l' "Inventarium" utilizza una diversa segnatura per ciascuna di esse, dicendo che la prima è un "instrumento molto antico, che da nissuno può esser letto né inteso per la sua grande antichità" (c. 29) e che la seconda è un "altro instrumento simile al suddetto" (c. 29). Poiché la lettura di entrambe è assai problematica e non fornisce dati di ausilio a un regesto completo, si è scelto di riportare il regesto del Cesarini. (2) Si è scelto, esaminata, per quanto possibile, la scrittura, di preferire tale datazione a quella proposta, con qualche dubbio, dal Cesarini. (3) Regesti: CASETTI, p. 785 ("Sec. XIII (?): della pergamena sono rimasti solo due pezzi centrali cuciti insieme, la scrittura è molto sbiadita. Deposizioni testimoniali in una vertenza fra Tiarno di Sopra ("de Tiliarno superiori") e Bezzecca ("Comune Beceche"), probabilmente per il monte Tremalzo ("mons Trimalzy")".

1. 1.1. n. 2 Regolamenti dei pascoli e dei boschi (1) 1305 agosto 24 , "Gli uomini della Comunità ed Università di Ledro, congregati d'ordine di Tisone da Sporo, Vicario della Valle di Ledro, di Bono, Condino, Bleggio, Lomaso, Cavedine, Terlago, Sopramonte e Piné, fanno particolari ordinamenti affine d'evitare questioni e liti intorno ai boschi, alle selve, ai pascoli, ai confini, ecc. Notai: 'Bartolomeo di Ledro' "olim marzanchi comitis de advocatis luche" 'e Avanzo di Trentino' "de veruco". Ne fece copia il not. 'Antonio fu sig. Giovanni' "de orsatis de Xona"; e in fine il not. 'Giov. Giacomo del fu not. Bertolino Segala' d' Enguiso dichiara d'aver tratto la presente copia dai libri autentici del padre suo". Notaio: Bartolomeo di Ledro e Avanzo di Trentino de veruco Copia autentica redatta dal notaio Antonio fu Giovanni 'de orsatis de Xona' da imbreviature di Giovanni Giacomo fu Bertolino Segalla da Enguiso. Quest'ultimo dichiara d'aver tratto la presente copia dai libri autentici di suo padre., atto notarile; latino Documento singolo; pergamena Segnature precedenti: Cassella 1, numero 1 Trascrizione C.S. perduta Bibliografia CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961, 785 Note (1) Il documento è andato perduto. Secondo la scheda del 1988, nell'archivio parrochiale di Tiarno di Sopra è conservata in cassaforte un pergamena datata 1305 agosto 24. Che sia questa?

1. 1.1. n. 3. bb. 1-2 Regolamenti dei boschi e pascoli (1) 1305 agosto 24 (2) , Tiarno di Sopra I vicini della comunità della valle di Ledro, convocati dal pubblico messo, su ordine di Tisone di Sporo, vicario della valle di Ledro, stabiliscono particolari ordinamenti concernenti la proprietà dei pascoli, i periodi ammessi per il pascolo, la cura della chiesa pievana di Santa Maria e di alcune strade, il rifornimento di legname, la concessione a ciascuna villa di definire regolamenti nei propri confini. Notaio: Bartolomeo da Ledro e Avanzo di Trentino "de Veruco" 26

Traduzione in volgare seicentesca (3), atto notarile; volgare Documento singolo; pergamena, mm 395(245) x 231(75) Segnature precedenti: Cassella 1, numero 2 Trascrizione C.S. Note (1) Si tratta di una traduzione in volgare della pergamena precedente; è databile, per la grafia e per la lingua, al sec. XVII. (2) La traduzione seicentesca reca una data errata (8 agosto), a causa dell'errata lettura della "consuetudo Bononiensis"; infatti l'originale, secondo un'annotazione scritta dal Cesarini Sforza sulla sua trascrizione, reca: "octavo exeunte augusto", corrispondente al 24 agosto. Il 24 agosto 1305 era un martedì, anche se la traduzione parla di giovedì. (3) Le quattro sottoscrizioni notarili sono mantenute però in latino, senza la riproduzione dei rispettivi "signa". Il Cesarini Sforza nella sua trascrizione ha corretto sopra il rigo gli errori di traduzione compiuti dal copista secentesco. Inoltre avverte che, rispetto all'originale, il traduttore ha aggiunto vari titoli e cariche a quelli già posseduti da Tisone di Sporo, vicario della valle di Ledro.

1. 1.1. n. 4. bb. 1-2 Testamento 1427 marzo 28 (1) , Tiarno di Sopra La d. Benvenuta fu Zannino "de [...] ", moglie del "ser" Bertolino detto Ribaga fu Giovanni, dispone le sue ultime volontà, istituendo vari legati pii in favore della chiesa pievana di S. Maria, della chiesa di Tiarno di Sopra, della chiesa di S. Bartolomeo di Tiarno di Sotto e di ogni altra cappella o chiesa ledrense, lasciando un'elemosina di due [...] e un'elemosina di fave da distribuire fra la popolazione di Tiarno di Sopra, nominando suo figlio Martino Ribaga esecutore dei detti e di altri legati, istituendo un legato di 5 lire di d.p.t. in favore della d. Caterina sua nuora, figlia del fu Luterino, nominando eredi universali in parti uguali dei suoi rimanenti beni mobili e immobili suo figlio Martino e la d. Contessa fu Pietro, sua nipote, nel rispetto di alcune condizioni. Notaio: Nicolò fu "ser" Giacomo Mazzarini da Enguiso (2) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 427(413) x 193(70) Trascrizione C.S. Bibliografia CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961, 785 CESARINI SFORZA L., Pergamene degli archivi comunali di Locca, Bezzecca e Tiarno di Sopra in val di Ledro nel Trentino, IN: "Tridentum", VII (1904), pp. 335-345, 396-408; ristampato IN: "Gli archivi del Trentino", Trento 1910, pp. 174-195, 174 Note (1) La pegamena è tagliata sul lato sinistro (il Cesarini ci informa che essa fu usata come copertina di un manoscritto del XVIII sec., insieme a un'altra pergamena, seicentesca: a ciò è dovuta l'assenza della segnatura antica, cfr. CESARINI, p. 174), per cui a ogni riga mancano le parole iniziali. Nel testo, tali lacune interessano pure la datazione, che è incompleta ("anno nativitatis eiusdem millesimo quadringentessimo [...] indictione quinta die veneris vigesimo octavo [..]rtii"). Il Cesarini, pur essendosi reso conto dell'incompiutezza del testo, datò il documento all'anno 1400. Però, visto la presenza di queste lacune testuali, si è scelto di portare la datazione all'anno 1427, che è l'unico anno del XV sec. nel quale l'indizione quinta coincida con il 28 marzo come venerdì. (2) Forse nella parte mancante c'era il signum del notaio.

1. 1.1. n. 5. bb. 1-2 Compromesso - Terminazione 1449 settembre 1 - 1449 settembre 6 , loc. Bragó (Tiarno di Sopra)

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1449 settembre 6, loc. Bragó (Tiarno di Sopra). I 12 arbitri, letta e valutata la detta antica sentenza, recatisi nei luoghi contestati, accompagnati dal detto Antonio Grandi notaio da Riva, designano gli esatti confini fra le comunità dei due Tiarni e di Storo. Notaio: Antonio fu "ser" Bartolomeo Grandi da Riva del Garda, cancelliere del d. Giovanni "Bragadino" (ST) Originale, atto notarile pergamena, mm 488 x 257 Segnature precedenti: Cassella 3, numero 2 Trascrizione C.S. Bibliografia CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961, 785

1. 1.1. n. 5. bb. 1-2 Compromesso 1449 settembre 1 Michele fu Bertolino Toccoli, in qualità di sindaco di Tiarno di Sopra, e il "ser" Giovanni fu Bertolino Masotti, in qualità di sindaco di Tiarno di Sotto, da una parte; il "ser" Giovanni fu "ser" Paolo, Giovanni fu Venturino Zanetti e mastro Antonio fu "Caldolla" calzolaio, in qualità di sindaci di Storo, dall'altra, per risolvere la controversia esistente tra le due comunità relativa ai confini di alcuni monti in località Le Coste, eleggono 12 arbitri, sei per parte, per definire i confini secondo l'antica sentenza arbitrale del d. Matteo Gardelli, giudice e cittadino trentino. Quindi il d. Giovanni "Bragadino", provvisore e rettore di Riva per la Repubblica Veneta, e i fratelli dd. Pietro "miles" e Giorgio Lodron, "superiores" della villa di Storo (1), commettono al "ser" Giovanni, notaio da Por, e ad Antonio Grandi, notaio da Riva, di ricevere il giuramento dei 12 arbitri eletti di andare a definire rettamente i confini. Originale, latino Segnature precedenti: Cassella 3, numero 2 Note (1) Giorgio e Pietro Lodron, già infeudati dal duca Sigismondo d'Austria, il 6 aprile 1452 furono elevati dall'imperatore Federico III al rango di conti (VOLTELINI, p.185).

1. 1.1. n. 5. bb. 1-2 Terminazione 1449 settembre 6 I 12 arbitri, letta e valutata la detta antica sentenza, recatisi nei luoghi contestati, accompagnati dal detto Antonio Grandi notaio da Riva, designano gli esatti confini fra le comunità dei due Tiarni e di Storo. Originale, latino Documento singolo Segnature precedenti: Cassella 3, numero 2

1. 1.1. n. 6. bb. 1-2 Sentenza (1) 1479 giugno 14 , Pieve di Ledro Giovanni fu Antonio da Molina, vicario e sindaco della valle di Ledro nelle cause civili per la Repubblica di Venezia, per risolvere la causa vertente tra Bertolino fu Michele Toccoli, in qualità di sindaco di Tiarno di Sopra, da una parte; Bartolomeo Masotti, in qualità di sindaco di Tiarno di Sotto, dall'altra, intentata dal detto Bertolino Toccoli contro Antonio fu Giovannetto "Cossa", Giovanni "Cossa" e Martino fu Giovanni Costantini, tutti e tre di Tiarno di Sotto, i quali nel maggio 1477 fecero pascolare le loro pecore nella località Ciòch nel territorio di Tiarno di Sopra, sentito il parere di quattro "boni viri", emette sentenza, stabilendo che: i

28 vicini di Tiarno di Sotto possano passare con le loro pecore nella detta località Ciòch e nella zona compresa fra la Via de Colöer e la località Plassöli due volte all'anno, quando salgono e scendono per l'alpeggio, nel periodo compreso fra la festa di san Giorgio (23 aprile) e la festa di san Michele (29 settembre); due "boni viri", uno per parte, stabiliscano i confini presso la località Ciòch; la zona della località Plassöli sotto la Via de Colöer e presso detta via e Bartolomeo "fabrum" Degara sia adibita a pascolo comune; due "boni viri", uno per parte, stabiliscano i confini della località Plassöli; riguardo ai "pignoratis et manifestatis factis" nella località Ciòch si segua quanto è stabilito nello statuto della val di Ledro; ciascuno paghi la metà delle spese totali della presente causa. Notaio: "ser" Giacomo Scolari da Locca Copia autentica da imbreviature del figlio Michele (ST), atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 716 x 378 Due pezzi cuciti insieme Segnature precedenti: Cassella 4, numero 1 Trascrizione C.S. Bibliografia CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961, 785 Note (1) Visto che il recto della pergamena è quasi del tutto illeggibile, il regesto si è basato sulla trascrizione fatta dal Cesarini.

1. 1.1. n. 7. bb. 1-2 Compravendita 1484 maggio 6 (1) , Tiarno di Sopra Benvenuto fu "ser" Bernardo Stancher, Giovanni fu "ser" Agostino Toccoli e Pietro fu Giacomo fu "ser" Giovanni Antonio, tutti di Tiarno di Sopra, dichiarano di aver ricevuto dai consoli di Tiarno di Sopra la somma rispettivamente di 35, di 37 e di 8 lire di d.p.t. quale prezzo della vendita di alcuni terreni prativi situati nel territorio di Tiarno di Sopra, sul monte Stigolo, in località detta "al Olvel". Notaio: Martino fu "ser" Giovanni Pellegrini da Pieve (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 315(299) x 181(80) Segnature precedenti: Cassella 9, numero 1 Bibliografia CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961, p. 785 Note (1) L' "Inventarium" data erratamente "li 6 maggio 1480" (c. 33).

1. 1.1. n. 8 Statuti (1) 1484 maggio 28 (2) , Tiarno di Sopra "I Vicini di T. sup.(3), convocati dal console 'Giovanni fu Martino' "merli" (anche in nome del collega 'Giovanni fu Bertolino Raviza'), approvano parecchi capitoli, proposti dal detto console, e concernenti le bestie che vanno al pascolo, i tori, le vie ed altre questioni d'ordine interno. Il doc. non porta firma di Notaio." Documento singolo; pergamena Segnature precedenti: Cassella 6, numero 2 Bibliografia CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961, 785 CESARINI SFORZA L., Pergamene degli archivi comunali di Locca, Bezzecca e Tiarno di Sopra in val di Ledro nel

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Trentino, IN: "Tridentum", VII (1904), pp. 335-345, 396-408; ristampato IN: "Gli archivi del Trentino", Trento 1910, pp. 174-195, 175 Note (1) Il documento è andato perduto. (2) L' "Inventarium" data erratamente "li 28 maggio 1384" (c.21) (3) Nota del Cesarini: "si nominano i 24 intervenuti, costituenti oltre i tre quarti dei Vicini" (CESARINI, p. 175).

1. 1.1. n. 9. bb. 1-2 Concessione 1486 marzo 30 , Tiarno di Sopra Angelo fu Giacomo Forza e Giovanni fu Antonio Bianchetti, in qualità di sindaci di Tiarno di Sotto, Giacomo fu Martino Grotti e Ventura fu Bartolomeo Negri, in qualità di consoli di Tiarno di Sotto, nonché Bertolino fu Michele Toccoli e Giacomo fu Giovanni Sigardi, in qualità di consoli di Tiarno di Sopra, con il consenso dei vicini delle proprie comunità (1), concedono al d. Francesco fu d. Giorgio Lodron "miles" e conte, il diritto di tagliare faggi e altri alberi non sempreverdi sul monte detto Cima Corda, nella "Val del Gerlo", nella "Val del Salto", nella "Val da la Lispa" e fino ai confini con Storo, dettagliatamente descritti, mentre pini, larici, betulle e abeti possono essere tagliati solo per costruire edifici in val d'Ampola, per il periodo di 70 anni, per il prezzo di 100 ducati del valore di 3 lire imperiali per ducato, equivalenti a 300 lire di denari bresciani. Notaio: Bartolomeo fu "ser" Giovanni Masotti da Tiarno di Sotto (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo, mm 656 x 245, sul recto nota di contenuto (Inv. 1756) Due pezzi cuciti insieme Segnature precedenti: Cassella 3, numero 3 Trascrizione C.S. Bibliografia CESARINI SFORZA L., Pergamene degli archivi comunali di Locca, Bezzecca e Tiarno di Sopra in val di Ledro nel Trentino, IN: "Tridentum", VII (1904), pp. 335-345, 396-408; ristampato IN: "Gli archivi del Trentino", Trento 1910, pp. 174-195, p. 176 Note (1) Nota del Cesarini: "Non si nominano i Vicini di T. inf.; di T. sup. si nomina quasi tutti quelli del N. 8" (CESARINI, p. 176).

1. 1.1. n. 10. bb. 1-2 Sentenza 1484 aprile 7 (1) , Tiarno di Sotto Martino fu "ser" Antonio Prandi da Locca, sindaco e vicario della val di Ledro nelle cause civili per la Repubblica Veneta, per risolvere la causa vertente tra Pizino fu Giacomo Sigardi da Tiarno di Sopra, da una parte e i vicini di Tiarno di Sopra, dall'altra, relativa alla proprietà di un terreno situato a Tiarno di sud di Tiarno di Sopra, presso il Pót de Mói, emette sentenza, stabilendo che: detto terreno è di proprietà dei vicini di Tiarno di Sopra; il detto Pizino deve togliere i pali e le pertiche con i quali aveva recintato tale terreno; il detto Pizino può comunque porre a seccare il proprio grano in detto terreno, come già usava fare. Notaio: Bartolomeo fu "ser" Giovanni Masotti da Tiarno di Sotto (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 494(476) x 148 Segnature precedenti: Cassella 8, numero 3 Trascrizione C.S. Note

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(1) Il Cesarini Sforza, seguendo l' "Inventarium", datò 1488, ma l'indizione, il giorno della settimana e un'attento esame del testo, poco leggibile a causa della noce di galla, suggeriscono di fissare l'esatta datazione al 1484.

1. 1.1. n. 11. bb. 1-2 Concessione 1497 maggio 8 - 1497 ottobre 26 , Pieve di Ledro Notaio: Giacomo fu "ser" Bellino Carata da Locca (ST) (1) Originale, atto notarile pergamena, mm 507 x 182 Segnature precedenti: Cassella 8, numero 4 Trascrizione C.S. perduta Note (1) L'apposizione del "signum" e la sottoscrizione notarile è presente due volte, cioè in conclusione di ciascuno dei due atti giuridici.

1. 1.1. n. 11. bb. 1-2 Concessione 1497 maggio 8 Giacomo fu Antonio Masotti da Tiarno di Sotto, sindaco e vicario della valle di Ledro nelle cause civili per la Repubblica Veneta, concede ai fratelli Pietro e Bertolino fu Michele Toccoli da Tiarno di Sopra una parte di un terreno prativo situato nel territorio di Tiarno di Sopra, nella contrada Ronchi, in località detta Cénglo, quali commissari eletti per dare esecuzione a tutti i legati spettanti alla chiesa di San Pietro di Tiarno di Sopra e ai vicini della stessa villa, a partire dai legati lasciati dal fu Giovanni Agostini e dai suoi figli Giacomo e Agostino, per il prezzo di 23 ducati. Originale, latino Segnature precedenti: Cassella 8, numero 4

1. 1.1. n. 11. bb. 1-2 Concessione 1497 ottobre 26 Giovanni fu mastro Pietro "Cossa" da Tiarno di Sotto, su ordine del detto Giacomo fu Antonio Masotti da Tiarno di Sotto, sindaco e vicario della valle di Ledro nelle cause civili per la Repubblica Veneta, mette i detti fratelli Bertolino e Pietro fu Michele Toccoli da Tiarno di Sopra in tenuta del detto prato. Originale, latino Documento singolo Segnature precedenti: Cassella 8, numero 4

1. 1.1. n. 12. bb. 1-2 Rinuncia - Investitura 1497 novembre 3 - 1498 gennaio 7 , Arco Notaio: Floriano fu "ser" Bartolomeo Ruffalcati da Arco (ST) Originale, atto notarile; latino pergamena, mm 474(414) x 317(40) Segnature precedenti: Casella 11, numero 17 Trascrizione C.S.

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1. 1.1. n. 12. bb. 1-2 Rinuncia 1497 novembre 3 Pietro Antonio fu "ser" Giovanni notaio da Prè, procuratore del "ser" Giacomo fu "ser" Antonio "Tegazii" da Prè, rinuncia all'ottava parte del feudo e della decima e del diritto di imporre decime nel territorio di Legós e di Barcesino, che ricevette dai dd. conti Andrea e Odorico, fratelli, figli del d. Francesco conte d' Arco, nelle mani del d. d. Antonio, figlio del d. d. Andrea conte d' Arco, assente; il detto d. d. Antonio d' Arco investe Tomeo fu Giovanni Piccoli da Pieve di Ledro, in nome del figlio Bartolomeo, della detta ottava parte del feudo, della decima e del diritto di imporre decime. Originale, latino Documento singolo Segnature precedenti: Casella 11, numero 17

1. 1.1. n. 12. bb. 1-2 Investitura 1498 gennaio 7 (1) Il d. d. Andrea conte d' Arco approva e conferma la detta investitura (2). Originale, latino Documento singolo Segnature precedenti: Casella 11, numero 17 Note (1) Il documento reca che il 7 gennaio 1498 fu un lunedì, mentre in realtà fu una domenica; (2) Il notaio, nella conferma, parla di "Bartolomeo fu Giovanni Piccoli" e di "Tomeo figlio suo", invertendo i nomi rispetto a quanto aveva scritto sopra.

1. 1.1. n. 13. bb. 1-2 Deliberazione della regola 1502 giugno 13 , Tiarno di Sopra I vicini di Tiarno di Sopra, congregati in pubblica regola in numero superiore ai quattro quinti (presenti 29 capifamiglia), stabiliscono che nessuno possa tagliare legname o alberi nei boschi e nelle selve di Cengline, nel territorio di Tiarno di Sopra, i cui confini sono dettagliatamente descritti, sotto la pena di 20 soldi di moneta trentina per ogni albero tagliato. Notaio: Giacomo fu "ser" Belino "Carata" da Locca (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 543 x 180 Segnature precedenti: Cassella 6, numero 3 Trascrizione C.S. perduta

1. 1.1. n. 14. bb. 1-2 Compravendita 1514 febbraio 13 , Pieve di Ledro Il "ser" Andrea fu *** Corradini da Salò dichiara di aver ricevuto da Martino fu Giacomo Merli e da Giacomo fu Bartolomeo Oliari, consoli di Tiarno di Sopra, la somma di 121 ducati del valore di 10 lire di d.p.t. per ciascun ducato, che i vicini di Tiarno di Sopra gli dovevano per una certa quantità di biade e di altre cose. Notaio: Michele fu "ser" Giacomo Scolari da Locca (ST) Originale, atto notarile; latino

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Documento singolo; pergamena, mm 371 x 149 Segnature precedenti: Cassella 11, numero 2

1. 1.1. n. 15. bb. 1-2 Compravendita 1514 marzo 21 , Tiarno di Sotto Melchiorre fu Giovanni Caproni da Tiarno di Sopra vende al "ser" Giovanni Pietro Vescovi, in qualità di console di Tiarno di Sopra, un terreno prativo situato nel territorio di Tiarno di Sopra, in località detta Val del Ghiràrd, e un altro terreno prativo in località Pra de Bertelé, per il prezzo di 115 lire di d.p.t. Bertolino fu Giovanni Merli vende al detto "ser" Giovanni Pietro Vescovi, in qualità di console di Tiarno di Sopra, tre terreni prativi, due dei quali situati nel territorio di Tiarno di Sopra, sul monte Stigolo, e la metà di una capanna, situtata in detto luogo, per il prezzo di 170 lire di d.p.t. Notaio: Bartolomeo Prandi da Locca Copia autentica da imbreviature di Pace Antonio fu "ser" Domenico Boninsegna da Prè (ST) del sec. XVI, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 240 x 118 Segnature precedenti: Cassella 9, numero 2

1. 1.1. n. 16. bb. 1-2 Transazione 1517 maggio 24 , Pieve di Ledro, chiesa di S. Maria Il "ser" Trentino Stancher, il "ser" Benvenuto "Toserii" e il "ser" Domenico Oliari, in qualità di sindaci di Tiarno di Sopra, il "ser" Battista Fabbri e il "ser" Bartolomeo Sartori, in qualità di sindaci di Tiarno di Sotto, da una parte; il "ser" Giacomo fu Bonapace Bitteleri e il "ser" Antonio "Avenantis", in qualità di sindaci di Bezzecca, dall'altra, per risolvere diverse controversie tra loro esistenti relative a permessi di pascolo, di passaggio e di taglio del legname, per intercessione del d. Antonio Bellini, vice pievano della chiesa di S.Maria, del "ser" Giacomo fu Bonapace Tomasini, del "ser" Martino fu Giovanni Badili da Legós e del "ser" Martino fu Giovanni Lamberti da Prè, comuni amici, addivengono a una transazione articolata in 10 punti. Notaio: Michele fu "ser" Giacomo Scolari da Locca (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 685(638) x 262, sul recto nota di contenuto (Inv. 1756) Segnature precedenti: Cassella 2, numero 1 Trascrizione C.S.

1. 1.1. n. 17. bb. 1-2 Transazione 1517 maggio 24 , Pieve di Ledro, chiesa di S. Maria Il "ser" Battista fu Martino Fabbri e il "ser" Bartolomeo fu Giovanni Sartori, in qualità di sindaci di Tiarno di Sotto, da una parte; il "ser" Giacomo fu Bonapace Bitteleri e il "ser" Antonio fu Giacomo "Avenantis", in qualità di sindaci di Bezzecca, dall'altra, per risolvere la controversia tra loro esistente relativa alla nomina dei saltari o campari per la regola di Croina, al permesso di pernottare con le bestie nella detta località di Croina, ai gaggi nello stesso luogo e nella valle detta "dal Gat" fino ai boschi di "Viariso", e quelli dal dosso detto "Agù" fino al dosso [...], all'annullamento di una sentenza pronunciata dal notaio Giacomo Bellini, già vicario della valle, e ad altre questioni simili, per intercessione del d. Antonio della chiesa di S.Maria, del "ser" Giacomo fu Bonapace Tomasini, del "ser" Martino fu Giovanni Badili da e del <"ser" Martino fu> Giovanni Lamberti da Prè, comuni amici, addivengono a una transazione articolata in 10 punti.

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fu Giovanni Stancher, il "ser" Domenico fu Giuseppe Oliari e il "ser" Benvenuto "Toserii", in qualità di sindaci di Tiarno di Sopra, approvano la detta transazione (1). Notaio: Michele fu "ser" Giacomo Scolari da Locca (ST) Copia autentica da imbreviature del figlio Giacomo, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 685 x 235 Segnature precedenti: Cassella 2, numero 1 Trascrizione C.S. Note (1) Aggiunto al termine dell'atto: "Al primo luglio 1765 fu fatta Croce sopra pietra a terra, posta due pertiche sopra il rio in confne fra li Begheli di Bezeca, e Vios de Tiarno di Sotto, così li consoli d'ordine delle due vicinie. Giovanni Giacomo Degara notaio".

1. 1.1. n. 18. bb. 1-2 Compravendita 1518 luglio 2 , Tiarno di Sopra Melchiorre fu Giovanni Caproni da Tiarno di Sopra vende al "ser" Giacomo fu Giovanni Sigardi e a Simone fu Bertolino "de Sala", in qualità di consoli di Tiarno di Sopra, un terreno prativo con una capanna situato nel monte Stigolo, in località Prà del Bertelé, per il prezzo di 24 ducati, del valore di 10 lire di d.p.t. per ciascun ducato. Notaio: Giacomo figlio di Michele fu "ser" Giacomo Scolari da Locca (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 257(141) x 151(108) Segnature precedenti: Cassella 1, numero 3

1. 1.1. n. 19. bb. 1-2 Vendita di diritto di decima 1521 ottobre 18 , Tiarno di Sopra Il "ser" Antoniolo fu Giovanni "de Z[...]" da Cimego vende a Martino del "ser" Bugnoto Cellana, in qualità di console di Tiarno di Sopra, e al "ser" Martino fu Giacomo Merli, a Giacomo fu Bartolomeo Oliari e al detto "ser" Bugnoto Cellana, in qualità di giurati di Tiarno di Sopra, una decima e il diritto di imporre decime su biade, "mazorinorum minutorum", legumi e agnelli nel territorio di Tiarno di Sopra, già a lui venduto dal "ser" Francesco Fabbri da Riva, come risulta da pubblico documento redatto dal notaio Pietro da Sacco, abitante a Riva, per il prezzo di 290 ducati d'oro e un ragnese, dei quali ora riceve 13 ducati d'oro per completare la detta somma. Notaio: Michele fu "ser" Giacomo Scolari da Locca (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 430(336) x 213(179) Segnature precedenti: Cassella 10, numero 16

1. 1.1. n. 20. bb. 1-2 Accordo 1525 settembre 14 , Tiarno di Sopra Il "ser" Giacomo Grotti e Giacomo fu Martino "Guileti", in qualità di consoli di Tiarno di Sotto, insieme a Giovanni Negri, Giovanni Masotti e Giacomo Masotti, in qualità di giurati, da una parte; Pietro Pedretti e Giacomo "a Sala", in qualità di consoli di Tiarno di Sopra, dall'altra, giungono a un accordo, in base al quale i consoli e i giurati di Tiarno di Sotto concedono ai consoli di Tiarno di Sopra il diritto di "regolare" il gaggio situato nel territorio di Tiarno (1), in località "de Ergio" e un altro gaggio, situato sotto i prati di Bèstem.

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Notaio: Bartolomeo Prandi da Locca Copia autentica da imbreviature di Pace Antonio fu "ser" Domenico Boninsegna da Prè (ST) del sec. XV., atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 258 x 119, sul recto nota di contenuto (Inv. 1756) Segnature precedenti: Cassella 5, numero 1 Note (1) Il presente documento reca "in pertinentiisTiarni", però dalle pergamene 69 e 71 si deduce che il gaggio "de Ergio" si trova nel territorio di Tiarno di Sopra.

1. 1.1. n. 21. bb. 1-2 Deliberazione della regola 1526 febbraio 5 , Tiarno di Sopra I vicini di Tiarno di Sopra, congregati in pubblica regola, insieme ad Antonio fu "ser" Benvenuto "Toseri sive Amiri" e Giovannino fu Giovanni Tiboni, in qualità di consoli della detta villa, stabiliscono che tutti gli abitanti di Tiarno di Sopra debbano sempre fare festa il 1° agosto e il giorno di sani Rocco (16 agosto) e di san Sebastiano (20 gennaio), che in detti giorni non possano compiere lavori e che chiunque sia sorpreso a lavorare debba pagare la pena di 20 soldi. Notaio: "Ser" Bartolomeo Prandi da Locca Copia autentica da imbreviature di Pace Antonio fu "ser" Domenico Boninsegna da Prè (ST) del sec. XVI, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 185 x 119 Segnature precedenti: Cassella 6, numero 5

1. 1.1. n. 22. bb. 1-2 Deliberazione della regola 1533 febbraio 1 , Tiarno di Sopra I vicini di Tiarno di Sopra, congregati in pubblica regola, insieme al "ser" Bastiano Vescovi e al "ser" Bernardino Pedretti, consoli della detta villa, regolano una parte del monte Prim de Vai secondo quanto stabilito da pubblico documento redatto dal notaio Bartolomeo Prandi, e stabiliscono che nessuno possa in detto monte tagliare conifere, sotto la pena di 10 lire per ogni albero tagliato. Notaio: "Ser" Bartolomeo Prandi da Locca Copia autentica da imbreviature di Pace Antonio fu "ser" Domenico Boninsegna da Prè (ST) del sec. XVI, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 152 x 145 Segnature precedenti: Cassella 6, numero 6

1. 1.1. n. 23. bb. 1-2 Transazione 1535 luglio 26 (1) , Tiarno di Sopra Bartolomeo fu "ser" Giovanni Capri, in qualità di console di Bezzecca, insieme al "ser" Antonio "Avinante", in qualità di sindaco di Bezzecca, da una parte; il d. Leonardo "de Honorinis" da Bergamo, dall'altra, per risolvere la controversia tra essi esistente relativa al permesso di tagliare legna nel territorio di Croina, in località "la Val dal Gat" e nella "Valle Pin el Covel" , visto che il detto Leonardo sosteneva che gli era stato dato tale permesso dai dd. conti Antonio e Francesco Lodron, per intercessione dei consoli di Tiarno di Sotto con altri vicini e giurati, e di Giacomo Pedretti, in qualità di console di Tiarno di Sopra, insieme al "ser" Martino Merli e ad altri giurati di Tiarno di Sopra, addivengono a una transazione. Notaio: Bartolomeo fu "ser" Martino Prandi da Locca (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 548(530) x 208(140)

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Segnature precedenti: Cassella 2, numero 10 Note (1) Il Cesarini Sforza non indicò il mese, segno che la parte finale della riga 2 era illeggibile, forse perché sbiadita. Oggi questa zona è del tutto illeggibile, a causa della noce di galla; però, visto che la riga 3 inizia con le lettere "lii" è legittima la congettura "mensis iulii". In tal modo data anche l'"Inventarium"("li 26 di lulio 1535", c.5).

1. 1.1. n. 24. bb. 1-2 Permuta - compravendita 1540 novembre 21 , Pieve di Ledro Michele fu "ser" Pietro Botteri e Martino fu Bignoto Zulberti, in qualità di consoli di Tiarno di Sopra, e Giovanni fu "ser" Pietro "Toserii" e Giacomo fu "ser" Giovannino Degara, in qualità di consoli di Tiarno di Sotto, in parte permutano con Matteo fu Melchiorre Caproni da Tiarno di Sopra, agente per sè e in nome dei suoi fratelli e dei loro eredi, un terreno prativo situato nel territorio di Tiarno , in località Bèstem, in cambio di un terreno prativo con un "casale", situato nel territorio di Tiarno di Sopra, in località detta "a la Michandela", e in parte vendono al detto Matteo Caproni, ai suoi fratelli e ai loro eredi il detto terreno prativo, per il prezzo di 5 corone d'oro, equivalenti a 56 lire e 2 grossi di d.p.t. Notaio: Giacomo fu "ser" Bartolomeo Prandi da Locca (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 427(390) x 175(127) Segnature precedenti: Cassella 10, numero 4

1. 1.1. n. 25 Compravendita (1) 1548 ottobre 15 , Tiarno di Sopra " 'Ser Giacomo fu Martino' "del merlo" di T. sup. vende a 'ser Martino fu Bignoto Zelana' di detto luogo, come Sindico dell'Univ. di T. sup., un prato con stalla sul monte 'Zeso', della Vicinia di T. sup., in l. d. 'angolo' (nel vecchio repertorio dicesi 'al Canton') per 47 1/2 ducati mozzi. Per tal prezzo il venditore riceve una certa quantità di legna da carbone in l. d. 'la sponda del Dosel in ampola', calcolata 10 duc. m., più il resto in altrettanti ducati c. s. Notaio: Pace Ant. di ser Dom. "de boninsignis" da Pre atto notarile Documento singolo; pergamena Segnature precedenti: Cassella 10, numero 6 Note (1) Il documento è andato perduto.

1. 1.1. n. 26. bb. 1-2 Compravendita 1548 ottobre 18 , Tiarno di Sopra Giacomo fu "ser" Martino Merli da Tiarno di Sopra dichiara di aver ricevuto dal "ser" Martino fu Bignotto Cellana, sindaco di Tiarno di Sopra, la somma di 21 ducati mozzi e mezzo, quale prezzo della vendita di un terreno prativo con una stalla , come risulta da pubblico documento rogato dal notaio Pace Antonio Boninsegna (1). Notaio: Pace Antonio di "ser" Domenico Boninsegna da Prè (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 220(129) x 124(18) Segnature precedenti: Cassella 11, numero 10

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Note (1) Tale compravendita è descritta nella perg. 25, andata perduta.

1. 1.1. n. 27. bb. 1-2 Sentenza 1550 febbraio 5 , Tiarno di Sopra Sentenza arbitrale relativa a una controversia esistente fra le ville di Tiarno di Sopra e di Tiarno di Sotto per questioni di confini (1). Notaio: Pace Antonio Boninsegna fu "ser" Domenico (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 218(189) x 264 Documento acefalo Segnature precedenti: Cassella 4, numero 2 Note (1) La pergamena è mancante della parte superiore, che doveva essere abbastanza ampia. Anche il Cesarini si limita a elencare questi scarni dati. Però l' "Inventarium", alla segnatura Cassella 4 numero 2, reca il seguente regesto: "Sentenza fatta da quelli di Thiarno di Sotto come Arbitri, qual descrive a quelli di Thiarno di Sopra li confini della Cenglina sino alla Corda, come da instrumento rogato dal Boninsegna li 21 genaro 1550" (c. 9). Tutto coincide con la presente mezza pergamena (che non reca la segnatura antica, che era fatta nella parte superiore del verso), tranne giorno e mese (ma il copista settecentesco non è alieno a simili sviste). Si può quindi supporre che nel 1756 la pergamena fosse ancora intera, ma che agli inizi del XX sec., quando fu letta dal Cesarini, fosse già dimezzata.

1. 1.1. n. 28 Compravendita (1) 1551 febbraio 26 , Tiarno di Sopra " 'Ser Giacomo' "de thebono" 'fu Benvenuto' di T. sup. detto 'pesalora', e sua moglie donna 'Antonia', vendono a 'ser Bertolino' "de michaelibus" 'fu Bertolino' e a 'ser Bartolomeo' "de trentino" 'fu Trentino' "de stancharijs", di d. l., come Consoli della Vicinia di T. sup., una casa di muro e di legname, col tetto di paglia, in T. sup., l. d.'a sches', per il prezzo che si fisserà dagli stimatori." Notaio: Pace Antonio di "ser" Domenico Boninsegna da Prè atto notarile Documento singolo; pergamena Segnature precedenti: Cassella 10, numero 7 Note (1) Il documento è andato perduto.

1. 1.1. n. 29 Compromesso - Lodo arbitrale (1) 1551 aprile 24 - 1551 aprile 27 , Pieve di Ledro - Bezzecca "I Sindici di Tiarno sup. e di T. inf. avevano mosso lite contro 'ser Damiano' "ciso", come procuratore dei vaccai di Bezzecca, perché conducevano bestie al pascolo sui monti 'de chasino' e 'alinbondel' (i Vicini de' due Tiarni si richiamavano a una sent. del 1383 in simil causa fra i due T. e Bezzecca), pretendendo que' di Bezzecca che i detti luoghi fosser comuni fra le tre ville. Come arbitri per definire i confini si eleggono dalle parti i signori 'Pietro' "De serverio" 'fu ser Berto' da Pre, e 'Tomeo' "De otholinis" 'fu ser Lorenzo' da Mezzolago. Notaio c.s. (qui detto 'boninsigna').

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- Lo stesso giorno in Bezzecca (l.d. 'concilio', dove si fanno le adunanze dei Vicini). I Consoli di Bezzecca ser Bastiano "de avinantis" 'di ser Antonio' e 'ser Pellegrino Mora fu Bartolomeo' e oltre due terzi dei vicini (se ne nomina 36) approvano la nomina degli arbitri. Notaio c.s. - 1551, 27 aprile, Pieve. I due arbitri, sentite le parti e il tenore della sent. del 1383, fissano i confini tra la regola di Tiarno e quella di Bezzecca. Si fissano pure i confini del monte e del pascolo 'de trimalzo', comune a Tiarno e a Bezzecca. I vaccai son riconosciuti colpevoli di contravvenzione, ma per questa volta non si condannano. Notaio c.s. - Lo stesso giorno in Pieve ('in loco iuris solito'), davanti ai già noti arbitri, i Sindici e i Consoli dei tre paesi approvano la sentenza arbitrale, ed obbligano sè e i lor Vicini a rispettarla. Notaio c.s.(2)" Notaio: Pace Antonio di "ser" Domenico Boninsegna da Prè atto notarile pergamena Segnature precedenti: Cassella 2, numero 2 Bibliografia CESARINI SFORZA L., Pergamene degli archivi comunali di Locca, Bezzecca e Tiarno di Sopra in val di Ledro nel Trentino, IN: "Tridentum", VII (1904), pp. 335-345, 396-408; ristampato IN: "Gli archivi del Trentino", Trento 1910, pp. 174-195, p. 180 Note (1) Il documento è andato perduto. (2) Nota del Cesarini: "Questo documento è doppio" (CESARINI, p. 180).

1. 1.1. n. 30 Regolamenti dei boschi (1) 1553 agosto 28 , Tiarno di Sotto " 'Ser Antonio' "de venturjno", 'ser Bartol. Degara' "sive debrager", Consoli di T. inf., coi Giurati e molt'altri per l'Univ. di T. inf.; nonché ser Pietro "del merlo" e ser Martino "de boterio", Consoli di T. sup., coi Giurati, d'accordo vietano a chiunque di tagliar piante conifere ('laresi pini avezzi et altri legni da spine') nella selva detta 'el pine' e nel l.d. 'el piano de zevi' (pertin. de' due Tiarni), sotto pena di lire 20 di piccoli trent. per pianta; lecito per altro a quelli delle due Ville di tagliare per uso privato. Notaio: " 'Stefano' "Subtillus" 'fu ser Giov.' di T. inf." atto notarile Documento singolo; pergamena Segnature precedenti: Cassella 5, numero 3 Note (1) Il documento è andato perduto.

1. 1.1. n. 31. bb. 1-2 Deliberazione della regola 1554 febbraio 6 , Tiarno di Sotto Il "ser" Antonio Zulberti "sive" Cellana fu Giovanni e [...] Tiboni fu Benvenuto, in qualità di consoli di Tiarno di Sopra, insieme ai giurati di detta villa, e il "ser" Antonio Venturini e il "ser" Bartolomeo Degara fu Simone "de Bragerio", in qualità di consoli di Tiarno di Sotto, insieme ai giurati e ai vicini di detta villa, congregati in pubblica regola, stabiliscono che nessuno possa tagliare alberi in nessun bosco del territorio dei due Tiarni, per farne "palloni, asille da carro, stange da [...] et segolle", ma solo per costruire case, sotto la pena di 10 lire di d.p.t. per ogni albero tagliato; stabiliscono anche altre 6 deliberazioni più specifiche, che riguardano sempre il permesso di tagliare legname nei boschi del teritorio dei due Tiarni (1). Notaio: Stefano Sottil fu "ser" Giovanni da Tiarno di Sotto (ST) Originale, atto notarile; latino 38

Documento singolo; pergamena, mm 394(26) x 179(141), sul recto nota di contenuto (Inv. 1756) Segnature precedenti: Cassella 5, numero 4 Note (1) Il contenuto di tali deliberazioni è solo parzialmente rilevabile, per via delle vaste rosure sul margine destro, che rendono incompleto il testo.

1. 1.1. n. 32. bb. 1-2 Lodo arbitrale (1) 1555 luglio 2 , monte Tremalzo "Giacomo "de masotis" fu ser Ant. not. di T. Inf. e Damiano "cisus" fu maestro Niccolò da Bezzecca, amichevoli arbitri eletti dal sig. Niccolò "de baptista (?) a Laca" da Gardone (non si dice chi fosse) e dai Consoli di T. sup., di T. inf. e di Bezzecca per definire una controversia intorno al monte de trimalzo, decidono che tutto il legname da tagliarsi sul detto monte, l. d. vallis a ferario, dalla costa del muge (2) sino ai confini di Pre, sia comune ai Vicini e agli Uomini delle Univ. di tutte e tre le Ville, e che nessuno possa tagliarvi piante (s'intenderà da vendersi fuori delle tre Ville), pena lire 5 per pianta." Notaio: Pace Antonio Boninsegna da Prè Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 200(166) x 128(1) Segnature precedenti: Cassella 2, numero 3 Bibliografia CESARINI SFORZA L., Pergamene degli archivi comunali di Locca, Bezzecca e Tiarno di Sopra in val di Ledro nel Trentino, IN: "Tridentum", VII (1904), pp. 335-345, 396-408; ristampato IN: "Gli archivi del Trentino", Trento 1910, pp. 174-195, p. 181 Note (1) Poiché il recto della pergamena è illeggibile a causa della noce di galla, si riporta testualmente il regesto del Cesarini Sforza. (2) Nota del Cesarini: "Sarà da intendersi mughe ("mugheto")" (CESARINI, p. 181).

1. 1.1. n. 33. bb. 1-2 Testamento 1555 settembre 15 , Pieve di Ledro Giacomo Filippo fu Giacomo Oliari da Tiarno di Sopra dispone le sue ultime volontà, lasciando alla chiesa di S. Maria una lira di [..] per illuminare; alla chiesa di S. Pietro di Tiarno di Sopra e alle altre chiese situate in val di Ledro un quar[...] per illuminare; disponendo la celebrazione di messe gregoriane nella detta chiesa di S.Pietro; lasciando alla "schola" di S. Maria e S. Rocco presso la detta chiesa di S. Pietro un terreno arativo situato nel territorio di Tiarno , in località I[...]; ai vicini di Tiarno di Sopra un altro terreno arativo e prativo situato nel territorio di Tiarno di Sotto, in località detta Pót de Colöer. Elegge esecutori testamentari dei detti legati i vicini di Tiarno di Sopra. Lascia a Giovanni, Giovanni Antonio e Tommaso, suoi fratelli, 5 lire di d.p.t. a testa. Crea d. Libera figlia di Bartolomeo detto "Masol" Ribaga, sua moglie, usufruttuaria dei suoi beni mobili e immobili finché viva, a certe condizioni. Istituisce eredi universali dei suoi rimanenti beni mobili e immobili i vicini di Tiarno di Sopra, alla condizione che debbano affittare i beni ereditati per acquistare sale dopo la morte o le nozze della detta d. Libera, e che detto sale sia distribuito ogni venerdì santo fra i detti vicini. Notaio: Giacomo fu "ser" Bartolomeo Prandi da Locca (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 532(482) x 208(75) Segnature precedenti: Cassella 8, numero 9

39

1. 1.1. n. 34 Regolamenti dei boschi (1) 1558 maggio 31 , Tiarno di Sopra "I Vicini dell'Univ. di T. sup., congregati dai Consoli 'Ser Bernardo' "De Oliarijs" detto 'ronzetto', e 'ser Ant.' "de mjelis" 'fu Simone' "a Salla", a fine di togliere ogni questione fra i Vicini, tutti d'accordo stabiliscono che nessuno possa tagliare 'arbores fagorum aserorum alberfoleorum et frasenorum' sui monti e nei boschi regolati di T. sup., sotto pena di lire 10 di mon. picc. trent. per albero. Inoltre regolano tutti gli alberi in l.d. 'in prendevaj', pena come sopra. Notaio: " 'Pace Ant.' "boninsigna" 'di ser Domen.' da Pre." atto notarile Documento singolo; pergamena Segnature precedenti: Cassella 6, numero 7 (("qual instrumento sta nella cassella 5ta, segnato col n° 5to, che per errore così fu registrato", "Inventarium", c. 21v)) Note (1) Il documento è andato perduto.

1. 1.1. n. 35. bb. 1-2 Compravendita 1559 giugno 15 , Tiarno di Sopra Il "ser" Michele fu Bartolomeo Tiboni da Tiarno di Sopra vende al "ser" Bernardino Trentini e al "ser" Pietro Merli, in qualità di consoli di Tiarno di Sopra, un terreno arativo e prativo situato nel territorio di Tiarno di Sotto, in località Bri, per il prezzo di 16 ducati mozzi. Notaio: Pace Antonio Boninsegna fu "ser" Domenico da Prè (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 149(124) x 97(22) Segnature precedenti: Cassella 10, numero 8

1. 1.1. n. 36. bb. 1-2 Testamento 1559 ottobre 28 , Tiarno di Sopra Simone fu "ser" Bugnoto Bernardi da Tiarno di Sopra dispone le sue ultime volontà, lasciando alla fabbrica della chiesa di S. Vigilio di Trento 2 grossi; alla chiesa di S. Maria di Ledro mezza cazza di olio per illuminare; alla chiesa di S. Pietro di Tiarno di Sopra mezza cazza di olio per illuminare; alla chiesa di S. Giorgio di Tiarno due lire di olio per illuminare; disponendo la celebrazione di messe gregoriane nella detta chiesa di S. Pietro; lasciando ai vicini di Tiarno di Sopra una galletta di sale da distribuire fra di loro, secondo le consuetudini locali. Istituisce esecutore testamentario dei detti legati Giacomo fu Giovanni Antonio "de Piliparis" da Tiarno di Sotto, suo cognato. Lascia alla d. Maria fu Giovanni Antonio "de Piliparis", sua moglie, due doti che le diede quando si sposarono; la crea usufruttuaria dei suoi beni mobili e immobili finché viva. Nomina eredi universali in parti uguali dei suoi rimanenti beni Caterina e Maria, sue figlie minorenni, nel rispetto di alcune condizioni. Notaio: Bartolomeo fu "ser" Michele Scolari da Locca (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 539(462)x 183(90)

1. 1.1. n. 37. bb. 1-2 Procura 1560 novembre 12 (1) , Venezia, sulla trireme del d. Gabriele Aimo

40

Il "ser" Nascimbene fu "ser" Vignoto Bernardi dalla valle di Ledro (2), condannato su una trireme del d. Gabriele Aimo, su licenza del doge , nomina suo procuratore e commesso il "ser" Giovanni del "ser" Graziadio detto "Storto", suo cognato, incaricandolo di alienare tutti i beni mobili e immobili che lo stesso Nascimbene possiede a Tiarno, di riscuotere il denaro dai debitori, di rappresentare lui stesso in ogni futuro atto giuridico. Notaio: Baldassarre "Plume" fu d. Raffaele da Venezia (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 222 x 173 Segnature precedenti: Cassella 11, numero 4 Note (1) Il Cesarini data erratamente 10 novembre (il testo latino reca: "die martis dodecimo mensis novembris"; nel 1560 il 12 novembre fu appunto un martedì. L'"Inventarium" data addirittura "li 10 marzo 1560" (c. 43), forse leggendo "martii" al posto di "martis". (2) Non è specificato il paese, ma dovrebbe essere Tiarno di Sopra, in quanto probabilmente Nascimbene è fratello di Simone Bernardi da Tiarno (cfr. perg. 36).

1. 1.1. n. 38. bb. 1-2 Transazione 1562 aprile 13 , Tiarno di Sotto, sopra il muro del cimitero della chiesa di S. Bartolomeo Il "ser" Bartolomeo Trentini fu Trentino e il "ser" Faustino Tibono fu Tibono Tiboni, in qualità di consoli di Tiarno di Sopra, insieme a 6 giurati della detta villa, da una parte; il "ser" Giovanni Battista Zecchini di Giovanni e il "ser" Michele Giacometti, in qualità di consoli di Tiarno di Sotto, insieme a 4 giurati della detta vila, dall'altra, per risolvere la controversia tra loro esistente relativa alla fabbrica e ad altre spese fatte per la chiesa di S. Pietro di Tiarno di Sopra, comune ai due paesi, poiché i primi pretendevano che i secondi concorressero alle necessarie spese, mentre i secondi affermavano di aver contribuito abbastanza, avendo già pagato, più di 25 anni prima, 40 ducati e 100 opere per lavori nella chiesa e in seguito altri 15 ducati o 20 per le tegole del tetto, essendo stata invano portata tale controversia davanti al d. vicario "in spiritualibus" di Trento e poi davanti al d. vicario della val di Ledro, come risulta da pubblico documento redatto da "ser" Pace Antonio nello stesso anno 1562, per intercessione del d. sacerdote Giovanni Rabotini da Tremosine, cappellano di Tiarno di Sopra, del "ser" Giacomo Grotti detto "de Cichino" fu Giovanni da Tiarno di Sotto, e del "ser" Bartolomeo fu Benvenuto Tiboni da Tiarno di Sopra, addivengono a una transazione, in base alla quale i vicini di Tiarno di Sotto devono pagare ai vicini di Tiarno di Sopra la somma di 18 ducati mozzi per le spese sostenute per la fabbricazione, la copertura, la consacrazione e per ogni altra spesa per detta chiesa di S. Pietro, considerando così assolto ogni debito dei vicini di Tiarno di Sotto verso quelli di Tiarno di Sopra riguardo alle spese per detta chiesa. Notaio: Stefano fu "ser" Giovanni Sottil da Tiarno di Sotto (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 433 x 192 Segnature precedenti: Cassella 7, numero 3

1. 1.1. n. 39. bb. 1-2 Compravendita 1562 ottobre 15 (1) , Tiarno di Sopra Il "ser" Graziadio fu Giovannino Tiboni da Tiarno di Sopra vende al "ser" Bartolomeo (2) Trentini fu Trentino Stancher e al "ser" Faustino fu Tibono Tiboni, in qualità di consoli di Tiarno di Sopra, un terreno "grezivo" situato nel territorio di Tiarno di Sotto, in località Gròta del Cénglo o Ronchi (3), dove intendono costruire una segheria, secondo quanto stabilito dalla sentenza pronunciata dal d. Tomeo Ottolino Ottolini da Mezzolago, sindaco e vicario della valle di Ledro, come risulta da pubblico documento redatto dal notaio "ser" Pietro Scolari (3), per il prezzo di 120 lire di d.p.t., delle quali ne riceve ora 27 (4). Notaio: Giovanni fu d. Bellino Coali da Locca (ST) Originale, atto notarile; latino 41

Documento singolo; pergamena, mm 447 x 152(122) Segnature precedenti: Cassella 8, numero 6 Bibliografia DEGARA B., Storia della Comunità di Ledro. Con particolari notizie su Tiarno, voll. I-II, a cura del Comune di Tiarno di Sotto, 1990, 415 Note (1) Da un punto di vista logico, questo documento dovrebbe essere successivo alla pergamena n° 40, che invece reca la stessa data; infatti quest'ultima contiene la sentenza alla quale qui ci si riferisce. L' "Inventarium" invece data "li 25 ottobre 1562" (c. 29v), ma il testo reca senz'altro "[die] iovis quinto Xmo". (2) Il Cesarini, per svista di lettura, lo chiama erratamente "Battista". (3) Per l'identificazione di questi toponimi, cfr. DEGARA, p. 415. (4) A quanto pare, ci si riferisce alla pergamena n° 40. (5) Dalla pergamena n° 40 risulta invece che la somma necessaria a completare il saldo era di 30 lire di d.p.t.

1. 1.1. n. 40. bb. 1-2 Sentenza 1562 ottobre 15 (1) , Tiarno di Sopra Tomeo Ottolini da Mezzolago, vicario e sindaco della valle di Ledro nelle cause civili per il d. d. Cristoforo Madruzzo, vescovo, cardinale e principe di Trento, per risolvere la controversia esistente tra il "ser" Graziadio fu Giovannino Tiboni da Tiarno di Sopra, da una parte; i vicini di Tiarno di Sopra insieme al "ser" Bartolomeo Trentini e al "ser" Faustino Tiboni, in qualità di consoli di Tiarno di Sopra, dall'altra, originata dalla pretesa del detto "ser" Graziadio che i detti vicini e consoli gli pagassero 30 lire di d.p.t. a completare il pagamento di un terreno situato nel territorio di Tiarno di Sopra, in località Gròta del Cénglo, presso i loro confini e il rio di Ronchi (2) da destinarsi alla costruzione di una segheria (3), visto che i detti consoli dicevano di non voler liquidare detta somma, se prima Graziadio non avesse fatto la cauzione della compravendita secondo i patti stabiliti, relativi al permesso di transito alla segheria, emette sentenza, stabilendo che detto terreno con la segheria sia di proprietà dei vicini di Tiarno di Sopra, definendo i confini del terreno venduto, stabilendo che il transito segua un luogo non pericoloso, ma sicuro, che i vicini di Tiarno di Sopra debbano pagare a Graziadio le dette 30 lire di d.p.t., che Graziadio debba stendere la cauzione, che i vicini siano tenuti a segare 10 tronchi a Graziadio, che le spese per la redazione della presente sentenza siano a carico dei vicini e che se una delle due parti voglia copia della presente sentenza, ciò avvenga a sue spese. Notaio: Pietro fu d. Giacomo Scolari da Locca (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 495(438) x 178(132) Segnature precedenti: Cassella 8, numero 7 Bibliografia CESARINI SFORZA L., Pergamene degli archivi comunali di Locca, Bezzecca e Tiarno di Sopra in val di Ledro nel Trentino, IN: "Tridentum", VII (1904), pp. 335-345, 396-408; ristampato IN: "Gli archivi del Trentino", Trento 1910, pp. 174-195, 183 DEGARA B., Storia della Comunità di Ledro. Con particolari notizie su Tiarno, voll. I-II, a cura del Comune di Tiarno di Sotto, 1990, 415 Note (1) Nota del Cesarini: "Non si capisce come questo e il preced. doc. sian del medesimo giorno" (CESARINI, p. 183). Comunque, il presente documento è senz'altro stato redatto prima dell'altro. (2) Per l'identificazione di questi toponimi, cfr. DEGARA, p. 415. (3) Cfr. perg. 39.

42

1. 1.1. n. 41. bb. 1-2 Compravendita 1572 ottobre 28 (1) , Tiarno di Sopra Giovanni fu Giacomo Oliari da Tiarno di Sopra vende al "ser" Bartolomeo fu Trentino Stancher, in qualità di console di Tiarno di Sopra, alla presenza di molti vicini in veste di giurati, in nome e per conto degli stessi vicini, un terreno prativo, "grezivo" e boschivo situato nel territorio di Tiarno di Sopra, in località detta "alla Grotta", per il prezzo di 39 lire di d.p.t. e 6 carantani. Notaio: Pietro fu d. Giacomo Scolari da Locca (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 488 x 161(120) Segnature precedenti: Cassella 8, numero 8 Note (1) Il Cesarini data erratamente l'anno al 1562, probabilmente per una svista nella lettura; l'"Inventarium" invece data correttamente ("li 28 ottobre 1572", c. 29v).

1. 1.1. n. 42. bb. 1-2 Sentenza e statuti della "taberna" (1) 1565 gennaio 29 , Pieve di Ledro Il "ser" Martino Fabbri , già vicario della valle di Ledro, e il "ser" Tomeo Ottolini da Mezzolago, vicario della valle, su mandato del d. Gabriele Basso, pretore di Riva, per risolvere la controversia esistente tra il "ser" Antonio Zulberti detto Pedretto da Tiarno di Sopra, da una parte; il "ser" Giovanni Oliari e il "ser" Vincenzo Bertolotti, in qualità di consoli di Tiarno di Sopra, in nome dei loro vicini, dall'altra, originata dalla decisione dei vicini, , che nessuno potesse vendere o tenere osteria, tranne l'oste approvato per Tiarno di Sopra, rifiutatosi il detto "ser" Antonio di obbedire a ciò, emettono sentenza, stabilendo che i vicini debbano modificare i loro regolamenti riguardo al diritto di vendere cibi e bevande e di dare alloggio dietro pagamento I vicini di Tiarno di Sopra, congregati in pubblica regola, in numero forse superiore ai nove decimi, insieme ai detti consoli, stabiliscono che ogni anno sia scelto l'oste dell'osteria di Tiarno di Sopra; che nessuno, eccetto il legittimo oste, possa vendere cibi e bevande né dare alloggio dietro pagamento; che nessuno possa vendere vino, tranne nel caso in cui l'oste ne fosse rimasto privo; che ogni giurato debba denunciare ai consoli ogni contravvenzione dei presenti ordini; che i consoli e i giurati possano indagare chi sia sospettato di contravvenzione, obbligandolo a giurare ed eventualmente punendolo. Notaio: Stefano Sottil fu "ser" Giovanni da Tiarno di Sotto (ST) Originale, atto notarile; latino, volgare Documento singolo; pergamena, mm 625(370) x 185(158) Due pezzi cuciti insieme Segnature precedenti: Cassella 6, numero 8 Trascrizione C.S. Bibliografia BIANCHINI F., Le più antiche pergamene dell'archivio comunale di Condino (1207-1497), Trento, 1991 Note (1) Cfr. il titolo "Statuta taberne comunis Condini et Brioni" in BIANCHINI, p. 298.

1. 1.1. n. 43. bb. 1-2 Regolamenti dei pascoli 1566 giugno 4 , Tiarno di Sopra

43

Pietro fu Antonio Mieli e il "ser" Francesco Caproni, in qualità di consoli di Tiarno di Sopra, insieme a Michele Tiboni fu Bartolomeo consigliere, ai giurati e a tre quarti dei vicini (1), congregati in pubblica regola, stabiliscono, tutti d'accordo meno tre, particolari ordinamenti, articolati in 13 punti, concernenti i permessi di pascolo, i furti in proprietà altrui, i danni di proprietà altrui, l'obbligo di denunciare i contravventori, le contravvenzioni. Notaio: Giovanni fu d. Bellino Coali da Locca (ST) Originale, atto notarile; latino, volgare Documento singolo; pergamena, mm 597 x 300(254) Segnature precedenti: Cassella 6, numero 9 Trascrizione C.S. parziale perduta Bibliografia CESARINI SFORZA L., Pergamene degli archivi comunali di Locca, Bezzecca e Tiarno di Sopra in val di Ledro nel Trentino, IN: "Tridentum", VII (1904), pp. 335-345, 396-408; ristampato IN: "Gli archivi del Trentino", Trento 1910, pp. 174-195, 184 Note (1) Nota del Cesarini: "Se ne nomina 37, compresi i giurati" (CESARINI, p. 184). La presenza della noce di galla non consente di verificare tale numero.

1. 1.1. n. 44. bb. 1-2 Permuta-compravendita e convenzione 1569 giugno 6 , Tiarno di Sopra Giovanni fu "ser" Giacomo Fabbri e Stefano Sottil fu "ser" Giovanni, in qualità di consoli di Tiarno di Sotto, insieme a 5 giurati di Tiarno di Sotto, in nome dei vicini della medesima villa, in parte permutano con il "ser" Michele Tiboni fu "ser" Bartolomeo e il "ser" Martino Vescovi fu Sebastiano, in qualità di consoli di Tiarno di Sopra, insieme ad alcuni giurati di Tiarno di Sopra, alla presenza dei vicini della medesima villa, un terreno boschivo situato nel territorio dei due Tiarni, in località Colarì, i cui confini sono dettagliatamente descritti, in cambio di un altro terreno boschivo situato nel territorio dei due Tiarni, in località detta "in Prumesso" e Uslera, i cui confini sono dettagliatamente descritti, e in parte vendono ai detti consoli, giurati e vicini di Tiarno di Sopra il detto terreno boschivo per il prezzo di 18 ducati mozzi. Le due parti poi convengono che ciascuna di esse regoli il proprio terreno boschivo ricevuto e che nessuno possa tagliare alberi in detti boschi, senza il permesso dei parroci (sic) e dei vicini, sotto la pena di 20 lire di d.p.t. per ogni albero tagliato. Notaio: Stefano Sottil fu "ser" Giovanni da Tiarno di Sotto, console in carica nel 1569 (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 451 x 180, sul recto nota di contenuto (Inv. 1756) Segnature precedenti: Cassella 4, numero 3 Trascrizione C.S.

1. 1.1. n. 45. bb. 1-2 Commissione di presa di possesso - Dichiarazione 1569 settembre 5 - 1569 settembre 9 , Pieve di Ledro - Tiarno di Sopra Notaio: Stefano Sottil fu "ser" Giovanni da Tiarno di Sotto (ST) atto notarile pergamena, mm 292(273) x 142 Segnature precedenti: Cassella 10, numero 10

1. 1.1. n. 45. bb. 1-2

44

Commissione di presa di possesso Il d. Battista Zecchini da Tiarno di Sotto, delegato del d. commissario e vicario della valle di Ledro, commette al "ser" Antonio "del Chemo", nunzio pubblico della comunità della valle di Ledro, di introdurre i consoli di Tiarno di Sopra alla materiale presa di possesso di un terreno arativo situato a Tiarno di Sopra, presso la chiesa di S. Pietro, lasciato ai vicini di detta villa dal fu "ser" Franchino da Por, morto a Padova, con testamento redatto in data 4 novembre 1541. Originale, latino Documento singolo Segnature precedenti: Cassella 10, numero 10

1. 1.1. n. 45. bb. 1-2 Dichiarazione 1569 settembre 9 Il detto "ser" Antonio "del Chemo" dichiara di aver introdotto, su mandato del detto delegato, il "ser" Michele Tiboni fu "ser" Bartolomeo e il "ser" Martino Vescovi fu "ser" Sebastiano, in qualità di consoli di Tiarno di Sopra, alla materiale presa di possesso del detto terreno arativo. Originale, latino Documento singolo Segnature precedenti: Cassella 10, numero 10

1. 1.1. n. 46 Definizione di confini (1) 1572 dicembre 16 (2) , Tiarno di Sopra " 'Ser Bartol.' "de trentino" Cons. di T. sup., anche in nome del collega 'ser Giov.' "de pedretto", e i Consoli di T. inf. 'ser Bartol.' "de sutoribus" e 'ser Giac.' "de jacometis", coi rispettivi Giurati, stabiliscono che sia 'regolato' il monte 'de visi' (seguono i confini), vietando a chiunque di tagliarvi piante, fuorché per certi usi privati, pena due duc. mozzi per ogni pianta. Notaio c.s. (3)" Notaio: Stefano Sottil fu "ser" Giovanni da Tiarno di Sotto atto notarile Documento singolo; pergamena Segnature precedenti: Cassella 5, numero 7 Note (1) Il documento è andato perduto. (2) L'"Inventarium" data invece "li 14 dicembre 1572" (c. 16) (3) Vale a dire, Stefano Sottil fu "ser" Giovanni da Tiarno di Sotto.

1. 1.1. n. 47. bb. 1-2 Permuta 1572 dicembre 16 , Tiarno di Sopra Il "ser" Bartolomeo Trentini fu "ser" Trentino, in qualità di console di Tiarno di Sopra, per sè e per Giovanni Pedretti, suo collega, assente, insieme a 6 giurati della detta villa, e il "ser" Bartolomeo Sartori fu Angelo, il "ser" Giacomo Giacometti fu Giovanni, in qualità di consoli di Tiarno di Sotto, insieme a 5 giurati della detta villa, permutano il monte e il bosco volgarmente detto Val spèssa e Cali, i cui confini sono dettagliatamente descritti in volgare, il monte e bosco detto "Gazol", e il monte o terreno boschivo situato sotto la Via de Usléra, i cui confini sono dettagliatamente descritti parte i latino e parte in volgare, in cambio di un altro monte o bosco di Prim de Vai, situato nel territorio dei due Tiarni, i cui confini sono dettagliatamente descritti in volgare. Notaio: Stefano Sottil fu "ser" Giovanni da Tiarno di Sotto (ST)

45

Originale, atto notarile; latino, volgare Documento singolo; pergamena, mm 526 x 188(172), Sul recto nota di contenuto (Inv. 1756) Segnature precedenti: Cassella 4, numero 4

1. 1.1. n. 48. bb. 1-2 Compravendita - Giuramento 1579 marzo 16 - 1579 marzo 24 , Pieve di Ledro, Tiarno di Sopra Notaio: Pace Antonio Boninsegna fu "ser" Domenico (ST) Originale, atto notarile pergamena, mm 263(248) x 182(169) Segnature precedenti: Cassella 10, numero 11

1. 1.1. n. 48. bb. 1-2 Compravendita 1579 marzo 16 La d. Margherita, figlia ed erede del fu "ser" Giovanni Toccoli "della Michella" da Mezzolago insieme al cognato Giovanni Antonio "Mazono" fabbro e d. Caterina (?) nuora del detto fu "ser" Giovanni Toccoli, vedova di Pietro fu Giovanni Antonio "Mazono" fabbro, insieme al d. Francesco Ottolini , vendono al "ser" Antonio Mieli fu Simone "a Salla" e al "ser" Salvatore Pedretti fu Bernardino, in qualità di consoli di Tiarno di Sopra, alcuni terreni prativi con una stalla situati nel territorio di Tiarno di Sopra, in località Marci, e una casa con due "revolti" al piano terra e uno sopra, situata a Tiarno di Sopra, per il prezzo di 280 ducati mozzi. Originale, latino Documento singolo Segnature precedenti: Cassella 10, numero 11

1. 1.1. n. 48. bb. 1-2 Giuramento 1579 marzo 24 Il "ser" Giacomo Mora fu Bartolomeo da Bezzecca e il "ser" Martino Degara fu Pietro da Tiarno di Sotto, in qualità di stimatori, giurano di aver stimato secondo coscienza i beni suddetti al prezzo suddetto. Originale, latino Documento singolo Segnature precedenti: Cassella 10, numero 11

1. 1.1. n. 49. bb. 1-2 Deliberazione della regola 1580 aprile 25 , Tiarno di Sopra Il "ser" Vincenzo Bertolotti e il "ser" Giovanni Pietro Pedretti, in qualità di consoli di Tiarno di Sopra, e il "ser" Giacomo Giacometti e il "ser" Giacomo Fabbri fu Martino, in qualità di consoli di Tiarno di Sotto, insieme ai rispettivi giurati e ai vicini di ambo le ville, congregati in pubblica regola, stabiliscono che nessuno possa tagliare alberi sui monti comuni al territorio delle due ville, sotto la pena di 5 lire di d.p.t. per ogni albero tagliato, tranne che per costruire case o stalle al di fuori dei boschi regolati. Notaio: Stefano Sottil fu "ser" Giovanni da Tiarno di Sotto (ST) Originale, atto notarile; latino, volgare Documento singolo; pergamena, mm 265 x 165(146), sul recto nota di contenuto (Inv. 1756) 46

Segnature precedenti: Cassella 5, numero 8

1. 1.1. n. 50. bb. 1-2 Compravendita 1580 giugno 3 , Tiarno di Sopra La d. Caterina fu Giacomo Tomasini da Legós, vedova di Giovanni Bertolotti da Tiarno di Sopra, in qualità di tutrice di Giovanni suo figlio, vende al "ser" Vincenzo Bertolotti e al "ser" Giovanni Pietro Pedretti, in qualità di consoli di Tiarno di Sopra, un terreno prativo con la metà di una stalla, con alberi e un fienile, situato nel territorio di Tiarno di Sopra, in Val d'Ampola, per il prezzo di 38 ducati mozzi e mezzo. Notaio: Giovanni Antonio fu d. Bartolomeo Scolari da Locca (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 251(218) x 177(43) Segnature precedenti: Cassella 11, numero 1 ((ma sull' "Inventarium"corrisponde al numero 11))

1. 1.1. n. 51. bb. 1-2 Compravendita 1581 febbraio 11 , Tiarno di Sopra Il "ser" Ginotto fu "ser" Andrea "de la Michela" da Mezzolago, in nome e per conto di Michele suo fratello, di Bernardino e Giovanni suoi nipoti e del fu Agostino, vende ai vicini di Tiarno di Sopra, alla presenza del "ser" Martino fu Michele Botteri detto "Borgnino" e del "ser" Martino fu Faustino Tiboni, in qualità di consoli di Tiarno di Sopra, la metà di una casa con un "involto" al piano terra, il cortile davanti, il "talamo" sopra, costruita in muratura e legname e coperta di paglia, situata a Tiarno di Sopra, per il prezzo di 44 ducati mozzi. Notaio: Stefano Sottil fu "ser" Giovanni da Tiarno di Sotto (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 290 x 138 Segnature precedenti: Cassella 10, numero 13

1. 1.1. n. 52 Deliberazione della regola (1) 1584 maggio 22 , Tiarno di Sopra "I Consoli di T. sup. 'ser Giov. fu Bastiano' "del vescovo" e 'ser Martino fu Pietro' "della sarasina", con oltre due terzi dei Vicini, stabiliscono che tutti debbano ogn'anno far festa ('festivare') il giorno dei SS. Fabiano e Sebastiano (20 genn.), il 'dì de s. Deffent' (il giorno dopo l'Ascensione), il giorno d S. Rocco (27 agosto) sotto pena di 16 carantani per ogni persona che sarà vista lavorare nei detti giorni, pena da devolversi per metà ai Giurati e per metà ai Vicini. Notaio: 'Giov.' "del collo" di Locca" atto notarile Documento singolo; pergamena Segnature precedenti: Cassella 6, numero 10 Note (1) Il documento è andato perduto.

1. 1.1. n. 53. bb. 1-2 Permuta 1584 dicembre 6 (1) , Tiarno di Sopra 47

Il "ser" Giovanni Pedretti fu Antonio Cellana, il "ser" Bartolomeo fu Filippo Pedretti, il "ser" Antonio fu [...] Tiboni, il "ser" Antonio fu Giovanni Oliari, il "ser" Antonio fu Giovanni Maria "a Salla" e il "ser" Francesco fu Melchiorre Caproni, tutti da Tiarno di Sopra, in qualità di rappresentanti dei vicini di Tiarno di Sopra, come risulta da pubblico documento redatto dal notaio Giovanni Antonio Scolari in data 30 ottobre 1584, permutano con il "ser" Angelo Zecchini fu Berto, il "ser" Martino fu Pietro Degara, il "ser" Giacomo Orsolin, il "ser" Giacomo fu Martino Fabbri, il "ser" Antonio fu Giacomo Fabbri e il "ser" Giovanni Flori, tutti da Tiarno di Sotto, in qualità di rappresentanti dei vicini di Tiarno di Sotto, una parte di monte situata in località Tròc' in cima ai prati di Besta, un tratto di monte situato in località Vias, i cui confini sono dettagliatamente descritti in volgare, un altro tratto di monte situato nella Val Spèssa in località Agazzi, un altro situato in località Cavazza, un altro situato in località Uslera, e una certa quantità di legna da carbone sul monte di Uslera sopra al "Buso da le Caldere", in zona comune al territorio dei due Tiarni, in cambio di un terreno o tratto di monte detto Colarì, i cui confini sono dettagliatamente descritti in volgare, un tratto di monte situato in località Còsta de roncaùc', un altro situato in località detta "drio la Plagna de Vinadri". Notaio: Giovanni Antonio fu d. Bartolomeo Scolari da Locca (ST) Originale, atto notarile; latino, volgare Documento singolo; pergamena, mm 818(650) x 172(133), sul recto nota di contenuto (Inv. 1756) Segnature precedenti: Cassella 4, numero 6 Note (1) L' "Inventarium" data erratamente "li 12 dicembre 1584" (c. 10).

1. 1.1. n. 54 Accordo (1) 1584 dicembre 6 , Tiarno di Sopra "Richiamandosi a un atto del 1519, affine d'evitar liti in causa dei 'gazi' 'regolati' dall'una o dall'altra delle due ville di Tiarno, gli uomini delle stesse d'accordo determinano i boschi delle due 'vicinanze'. Notaio c.s. (2) " Segnature precedenti: Cassella 4, numero 5 Note (1) Il documento è andato perduto. (2) Vale a dire, Giovanni Antonio fu d. Bartolomeo Scolari da Locca.

1. 1.1. n. 55. bb. 1-2 Convenzione 1585 maggio 27 , Tiarno di Sotto Il d. Bartolomeo Tiboni fu Michele, il d. Bartolomeo Pedretti fu"ser" Filippo, il d. Giovanni fu Antonio Pedretti, il "ser" Antonio "a Sala" fu "ser" Giovanni Maria, il "ser" Stefano Mieli fu Pietro e il "ser" Giacomo "Chemus" fu "ser" Antonio, tutti da Tiarno di Sopra, agenti per sè e per conto e in nome dei vicini di Tiarno di Sopra, interrogati dal d. Fortunato, barone e signore di Madruzzo, Avio e Brentonico e dei castelli di Stenico e di Thun e capitano della rocca di Riva, in qualità di arbitro della controversia sorta fra i vicini di Tiarno di Sopra, da una parte e i vicini di Bezzecca, dall'altra, relativa al diritto di transito in un luogo non specificato (1), diritto che il d. Fortunato aveva assegnato ai vicini di Bezzecca, acconsentono alla chiusura di detta controversia, e donano tale diritto di transito alle due parti predette, al d.d. Lodovico Madruzzo cardinale, vescovo di Trento e principe del Sacro Romano Impero, e al detto d. Fortunato.

Notaio: Giorgio fu d. Francesco Lazolli da Riva (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 440 x 178(166), sul recto nota di contenuto (Inv. 1756) Segnature precedenti: Cassella 2, numero 4 48

Note (1) Tale luogo dovrebbe essere situato nel territorio di Tiarno di Sopra.

1. 1.1. n. 56. bb. 1-2 Permuta 1585 luglio 15 , Tiarno di Sotto Il "ser" Francesco Caproni, il "ser" Giovanni Pedretti, il "ser" Bartolomeo Pedretti, il "ser" Antonio Oliari, tutti da Tiarno di Sopra, per sè e in nome del "ser" Bartolomeo Tiboni e del "ser" Antonio "de Sala", loro colleghi, e dei vicini di Tiarno di Sopra, permutano con il "ser" Martino Degara, il "ser" Antonio e il "ser" Giacomo Fabbri, il "ser" Angelo Panada, il "ser" Giovanni Flori e il "ser" Giacomo Orsolin, in qualità di giurati di Tiarno di Sotto, in nome dei vicini di Tiarno di Sotto, tutti gli alberi volgarmente chiamati "da spine" cioè "laresi, pezzi, albetti, pini et simili" compresi in un'area senza nome specifico, situata nel teritorio dei due Tiarni, della quale sono dettagliatamente descritti i confini in volgare, in cambio di un terreno situato nel territorio di Tiarno di Sotto, in località Valle Sacche o "a Michandela", i cui confini sono dettagliatamente descritti in volgare. I detti uomini dei due Tiarni stabiliscono poi che chiunque tagli alberi nei luoghi predetti debba pagare un'ammenda di due ducati. Notaio: Stefano Sottil fu "ser" Giovanni da Tiarno di Sotto (ST) Originale, atto notarile; latino, volgare Documento singolo; pergamena, mm 441(327) x 173(80), sul recto nota di contenuto (Inv. 1756). Segnature precedenti: Cassella 4, numero 7

1. 1.1. n. 57. bb. 1-2 Regolamenti dei boschi 1586 marzo 13 , Tiarno di Sotto Alcuni uomini di Bezzecca, in rappresentanza dei vicini di detta villa, alcuni uomini di Tiarno di Sopra, in rappresentanza dei vicini di detta villa, e alcuni uomini di Tiarno di Sotto, in rappresentanza dei vicini di detta villa (1), regolano i boschi del monte sopra Croina, nel tratto compreso fra il "dosso Agù" e il "dosso Mazor", proibendo a chiunque di tagliare, danneggiare, "carbonare" o portar via alberi, sotto la pena di 5 lire di d.p.t. per ogni albero tagliato, danneggiato, "carbonato" o portato via. Originale; latino, volgare Documento singolo; pergamena, mm (700)680 x 185, sul recto nota di contenuto (Inv. 1756) Segnature precedenti: Cassella 2, numero 5 Note (1) I nomi dei rappresentanti di tutte e tre le ville sono leggibili solo parzialmente, a causa della noce di galla.

1. 1.1. n. 58. bb. 1-2 Sentenza 1586 dicembre 6 , Riva, sul ponte della rocca Il d. Fortunato, barone e signore di Madruzzo, Avio e Brentonico e dei castelli di Stenico e di Thun e capitano della rocca di Riva, per risolvere la causa vertente fra i vicini di Tiarno di Sopra e di Tiarno di Sotto, da una parte; i vicini di Bezzecca, dall'altra, relativa al modo di segnare il confine nella località Grest, presso la chiesa di S. Lucia, visto che i vicini di Bezzecca volevano che si piantasse non un termine fisso, ma un bastone, alla presenza dei consoli delle ville interessate (1), emette sentenza, stabilendo che in detto luogo fosse piantata come confine una croce di legno, da cambiarsi quando fosse deperita. Notaio: Pietro Antonio fu d. Trioiano Bellini da Saone (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 367(146) x 204(157), sul recto nota di contenuto (Inv. 1756) Segnature precedenti: Cassella 2, numero 6

49

Note (1) I nomi dei consoli delle tre ville non sono leggibili a causa della noce di galla.

1. 1.1. n. 59 Conferma della regola (1) 1587 febbraio 18 , Trento, castello del Buonconsiglio "Lodovico Madruzzo, Card. e Princ. di Trento, conferma due Capitoli, fatti dagli uomini della Comunità di Tiarno sup., concernenti l'accettazione de' forestieri nella Vicinia. Il doc. è firmato dal cancelliere Giorgio Alberti". documento di cancelleria vescovile Documento singolo; pergamena Segnature precedenti: Cassella 6, numero 11 Trascrizione C.S. perduta. Note (1) Il documento è andato perduto.

1. 1.1. n. 60 Definizione di confini (1) 1587 dicembre 20 , Tiarno di Sotto "Il Console di Condino, il Cons. di Brione e i Sindaci della Comunità di Condino e di Brione, i Cons. di T. sup., i Consoli di T. inf. coi Sindici e coi Giurati di detta villa, unanimi stabiliscono i confini dei monti 'Ranco, Zovo, Preorcolo' (2) e 'Maina' (3) Notaio: 'Stefano' "Subtillus". Notaio: 'Stefano' "Subtillus" atto notarile Documento singolo; pergamena Segnature precedenti: Cassella 3, numero 1 Trascrizione C.S. parziale perduta. Bibliografia CESARINI SFORZA L., Pergamene degli archivi comunali di Locca, Bezzecca e Tiarno di Sopra in val di Ledro nel Trentino, IN: "Tridentum", VII (1904), pp. 335-345, 396-408; ristampato IN: "Gli archivi del Trentino", Trento 1910, pp. 174-195, p. 188 Note (1) Il documento è andato perduto. (2) Nota del Cesarini: "In altra parte dello stesso doc. è scritto montes dictos de Rancho sive de zono, et preorcolo sive de laretto" (CESARINI, p. 188). (3) Vale a dire, gli odierni monti Rango, Giovo, Prorcol e Maina, situati nel territorio di Tiarno di Sopra.

1. 1.1. n. 61. bb. 1-2 Compravendita 1588 gennaio 12 , Venezia Il d. Bartolomeo Tiboni fu "ser" Michele da Tiarno di Sopra, in qualità di sindaco della villa di Tiarno di Sopra, avente facoltà di prendere in prestito 700 ducati, come risulta dagli atti del notaio Stefano Sottil in data 1 novembre 1587, legalizzati dal d. Bartolomeo Zecchini, vicario della valle di Ledro per il d. cardinale , in data 17 dicembre 1587, sottoscritti dal d. Giovanni Antonio Scolari, riconosciuti dal d. Giulio Zamberti, segretario ducale, vende al d. Martino Mazzarino Mazzarini fu Antonio dalla valle di Ledro (1), mercante di legname, un grande bosco di faggi chiamato "il Gazo de Erz", situato in valle di Ledro,

50 per il prezzo di 700 ducati, che il detto d. Martino compratore paga con un livello affrancabile di 42 ducati all'anno, pari al 6 % dell'importo pattuito. Notaio: Luca Gabrielli fu d. Gabriele da Venezia (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 457 x 247 Segnature precedenti: Cassella 11, numero 6 Note (1) Forse da Enguiso, da dove è originario il notaio Nicolò fu "ser" Giacomo Mazzarini (cfr. perg. 4).

1. 1.1. n. 62. bb. 1-2 Regolamenti dei boschi 1588 marzo 25 , Tiarno di Sotto, sul muro del cimitero della chiesa di S. Bartolomeo Il "ser" Bartolomeo Pedretti e il "ser" Antonio "Sala", in qualità di ex consoli di Tiarno di Sopra, il "ser" Angelo Mieli e il "ser" Bartolomeo detto "el Michelono", in qualità di consoli in carica della medesima villa, insieme a 5 rappresentanti dei vicini di Tiarno di Sopra; il "ser" Angelo Zecchini e il "ser" Giovannino Panada, in qualità di ex consoli di Tiarno di Sotto, il "ser" Giacomo Zendri e il "ser" Bartolomeo Forza detto Todesco, in qualità di consoli in carica della medesima villa, insieme a 3 giurati, in nome di tutti i vicini di Tiarno di Sotto, regolano i boschi, stabilendo che nessuno possa vendere o comprare per rivendere all'esterno del territorio dei due Tiarni, "egeli et stange de fraseno o frasini et d'ogni altra sorte", situati nei boschi del territorio dei due Tiarni, sotto la pena di 8 carantani per ogni albero tagliato, e che i consoli, i giurati e i saltari di ciascuna delle due ville debbano denunciare i trasgressori. Notaio: Stefano Sottil fu "ser" Giovanni da Tiarno di Sotto (ST) Originale, atto notarile; latino, volgare Documento singolo; pergamena, mm 592 x 118, sul recto nota di contunuto (Inv. 1756) Due pezzi cuciti insieme Segnature precedenti: Cassella 5, numero 9

1. 1.1. n. 63. bb. 1-2 Regolamenti dei boschi 1594 giugno 6 , Tiarno di Sopra Il "ser" Giovanni Pietro Filippi e il "ser" Giovanni Pizzini, in qualità di consoli di Tiarno di Sopra e il "ser" Giacomo Vescovi e il "ser" Giovanni Zanetti, in qualità di consoli di Tiarno di Sotto, insieme ai rispettivi giurati e alla maggior parte dei vicini delle due ville, regolano i boschi situati nel territorio delle due ville, sul monte detto "Pia de Zevi" e in qualsiasi altro monte regolato, stabilendo che nessuno possa tagliare "laresi, dase, avezi, pini et tuti simili arbori", sotto la pena di 50 lire di d.p.t. per ogni albero tagliato; che, col consenso dei consoli, si possa tagliare uno, due o tre piedi di alberi per esclusivo uso domestico; che i consoli, i giurati e i saltari di ciascuna delle due ville debba denunciare i trasgressori; che se una persona accusata non compare in giudizio, debba pagare a ogni giurato 4 carantani; che i frassini siano regolati come fu stabilito in precedenza e che non si possa condurre nessuno a tagliare alberi al di fuori del territorio dei due Tiarni, sotto la pena predetta. Regolano inoltre i boschi situati sui monti detti Bragó, Pègol e Bolgarì, i confini dei quali sono dettagliatamente descritti in volgare. Notaio: Stefano Sottil fu "ser" Giovanni da Tiarno di Sotto (ST) Originale, atto notarile; latino, volgare Documento singolo; pergamena, mm 716 x 157, sul recto nota di contenuto (Inv. 1756) Segnature precedenti: Cassella 5, numero 10

1. 1.1. n. 64. bb. 1-2 Deliberazione dei consoli

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1594 novembre 7 , Tiarno di Sotto Il "ser" Giovanni Pietro fu "ser" Filippo Pedretti e il "ser" Giovanni fu "ser" Cristoforo Pizzini, in qualità di consoli di Tiarno di Sopra, insieme al "ser" Giovanni Zulberti fu Antonio detto Pedretto, al "ser" Antonio fu "ser" Giovanni Oliari, e al "ser" Bartolomeo fu "ser" Martino Cellana, in qualità di giurati della medesima villa, e il "ser" Giacomo fu "ser" Angelo Orsolin e il "ser" Giovanni fu "ser" Vigilio Zanetti, in qualità di consoli di Tiarno di Sotto, insieme al "ser" Antonio fu "ser" Giacomo Fabbri, al "ser" Giacomo fu "ser" Giovanni Zendri e al "ser" Battista di "ser" Angelo Degara, in qualità di giurati della medesima villa, considerando che la popolazione delle due ville stava continuamente crescendo, con pericolo dei vicini di cadere nella povertà, decidono di dividere certi beni appartenenti alle due comunità, assegnando alle singole famiglie una particella per uso di prato e di gaggio "a folea"; ai vicini di Tiarno di Sopra sono assegnate 19 particelle, pari a una superficie totale di 54694 pertiche; ai vicini di Tiarno di Sotto sono assegnate 32 particelle, pari a una superficie totale di 54694 pertiche. Inoltre i predetti rappresentanti dei due Tiarni stabiliscono che le particelle assegnate per farne gaggio siano tenute a gaggio e gli abitanti delle due ville vi possano pascolare e transitare; che le particelle assegnate per farne prato siano tenute a prato, e ciascun console stabilisca regole per ciò alla sua villa e che per regolare i gaggi non si contravvenga al pubblico documento redatto dal notaio Giovanni Antonio Scolari da Locca in data 6 dicembre 1584 (1). Notaio: Stefano Sottil fu "ser" Giovanni da Tiarno di Sotto (ST) Originale da imbreviature, atto notarile; latino, volgare Documento singolo; pergamena, mm 1313 x 155 5 pezzi cuciti insieme Segnature precedenti: Cassella 4, numero 8 Note (1) Cfr. perg. 54 (perduta).

1. 1.1. n. 65. bb. 1-2 Compravendite 1594 novembre 14 - 1594 novembre 16 , Tiarno di Sotto - Tiarno di Sopra Notaio: Stefano Sottil da Tiarno di Sotto (ST) Originale, atto notarile; latino pergamena, mm 556 x 158 Segnature precedenti: Cassella 10, numero 12

1. 1.1. n. 65. bb. 1-2 Compravendita 1594 novembre 14 Il "ser" Bernardino Zecchini da Tiarno di Sotto vende ai vicini di Tiarno di Sopra e di Tiarno di Sotto, alla presenza del "ser" Martino Tiboni e del "ser" Giovanni Flori, in qualità di rispettivi sindaci, un terreno arativo e prativo con metà di una stalla e un fienile, situato nel territorio di Tiarno di Sotto, in località detta Camé, per il prezzo di 182 ducati e 2 lire di d.p.t., somma che il detto Bernardino doveva ai vicini delle due ville, come resto del prezzo di alcuni alberi sul monte "de Zevii" da loro vendutigli, come risulta da pubblico documento redatto dal notaio Stefano Sottil in data 30 settembre 1592. Originale, latino Documento singolo Segnature precedenti: Cassella 10, numero 12

1. 1.1. n. 65. bb. 1-2 Compravendita

52

1594 novembre 15 Il "ser" Giovanni fu Antonio Pedretti da Tiarno di Sopra vende ai vicini dei due Tiarni, alla presenza dei rispettivi sindaci predetti, un terreno arativo situato a Tiarno di Sopra, sotto la chiesa di S. Pietro, per il prezzo di 409 ducati mozzi, somma che il detto "ser" Giovanni doveva ai vicini delle due ville, come resto del prezzo di alcuni alberi sul monte "de Zevii" da loro vendutigli, come risulta da pubblico documento redatto dal notaio Stefano Sottil in data 30 settembre 1592. Originale, latino Documento singolo Segnature precedenti: Cassella 10, numero 12

1. 1.1. n. 65. bb. 1-2 Compravendita 1594 novembre 16 Il "ser" Giovanni fu Antonio Pedretti da Tiarno di Sopra vende ai vicini dei due Tiarni, alla presenza dei rispettivi sindaci predetti, un terreno arativo situato a Tiarno di Sopra, sotto la chiesa di S. Pietro, per il prezzo di 409 ducati mozzi, somma che il detto "ser" Giovanni doveva ai vicini delle due ville, come resto del prezzo di alcuni alberi sul monte "de Zevii" da loro vendutigli, come risulta da pubblico documento redatto dal notaio Stefano Sottil in data 30 settembre 1592. 1594 novembre 16, Tiarno di Sotto. Il "ser" Giacomo fu "ser" Giovanni Zendri da Tiarno di Sotto vende ai vicini dei due Tiarni, alla presenza dei rispettivi sindaci predetti, un terreno prativo con una stalla e un noce, situato nel territorio di Tiarno di Sotto, in località Colöer, della superficie di 558 pertiche, per il prezzo di 11 marche per ciascuna pertica, equivalenti a totali 40 ducati mozzi e 8 lire (1); un terreno prativo con un noce e una baita in rovina nel territorio di Tiarno di Sotto, in località detta "in sum" Colöer, per il prezzo di 7 marche per ciascuna pertica, equivalenti a totali 14 ducati mozzi; un altro terreno prativo con 2 noci situato , in località detta Stòrti, della superficie di 147 pertiche, per il prezzo di 26 ducati mozzi; un altro terreno prativo con parte di una stalla con metà del suo "teblato", situato , in località detta Carnèr, della superficie di 864 pertiche, per il prezzo di 42 ducati mozzi, equivalenti al prezzo totale di 182 ducati mozzi e 492 lire, somma che il detto "ser" Giacomo doveva ai vicini delle due ville, come resto del prezzo di alcuni alberi sul monte "de Zevii" da loro vendutigli, come risulta da pubblico documento redatto dal notaio Stefano Sottil in data 30 settembre 1592. Il "ser" Giovanni fu Antonio Pedretti da Tiarno di Sopra vende ai vicini dei due Tiarni, alla presenza dei rispettivi sindaci predetti, un terreno arativo situato a Tiarno di Sopra, sotto la chiesa di S. Pietro, per il prezzo di 409 ducati mozzi, somma che il detto "ser" Giovanni doveva ai vicini delle due ville, come resto del prezzo di alcuni alberi sul monte "de Zevii" da loro vendutigli, come risulta da pubblico documento redatto dal notaio Stefano Sottil in data 30 settembre 1592. 1594 novembre 16, Tiarno di Sotto. Il "ser" Giacomo fu "ser" Giovanni Zendri da Tiarno di Sotto vende ai vicini dei due Tiarni, alla presenza dei rispettivi sindaci predetti, un terreno prativo con una stalla e un noce, situato nel territorio di Tiarno di Sotto, in località Colöer, della superficie di 558 pertiche, per il prezzo di 11 marche per ciascuna pertica, equivalenti a totali 40 ducati mozzi e 8 lire (1); un terreno prativo con un noce e una baita in rovina nel territorio di Tiarno di Sotto, in località detta "in sum" Colöer, per il prezzo di 7 marche per ciascuna pertica, equivalenti a totali 14 ducati mozzi; un altro terreno prativo con 2 noci situato , in località detta Stòrti, della superficie di 147 pertiche, per il prezzo di 26 ducati mozzi; un altro terreno prativo con parte di una stalla con metà del suo "teblato", situato , in località detta Carnèr, della superficie di 864 pertiche, per il prezzo di 42 ducati mozzi, equivalenti al prezzo totale di 182 ducati mozzi e 492 lire, somma che il detto "ser" Giacomo doveva ai vicini delle due ville, come resto del prezzo di alcuni alberi sul monte "de Zevii" da loro vendutigli, come risulta da pubblico documento redatto dal notaio Stefano Sottil in data 30 settembre 1592. Originale, latino Documento singolo Segnature precedenti: Cassella 10, numero 12

53

Note (1) La noce di galla impedisce di leggere pienamente le seguenti somme.

1. 1.1. n. 66. bb. 1-2 Regolamenti dei boschi 1595 agosto 6 , loc. Grest (Bezzecca - Tiarno di Sotto), presso la chiesa di S. Lucia Il "ser" Antonio "a Sala" fu "ser" Giovanni Maria e il "ser" Michele fu Pietro Borgnini, in qualità di consoli di Tiarno di Sopra, e il "ser" Bernardino Zecchini fu "ser" Giacomo e il "ser" Bartolomeo Grotti fu Bartolomeo, in qualità di consoli di Tiarno di Sotto, insieme ai rispettivi giurati, regolano i boschi di loro pertinenza, stabilendo che chi sia sorpreso a bruciare dolosamente qualche tratto di bosco regolato o non regolato debba pegare una pena di 50 ragnesi per ogni volta, da dividersi nel modo seguente: un terzo al fisco vescovile, un terzo alle due ville e un terzo all'accusatore, tranne una parte che va devoluta in risarcimento del danno. Notaio: Stefano Sottil fu "ser" Giovanni da Tiarno di Sotto (ST) Originale, atto notarile; latino, volgare Documento singolo; pergamena, mm 169(147) x 148(92), sul recto nota di contenuto (Inv. 1756) Segnature precedenti: Cassella 5, numero 11

1. 1.1. n. 67 Compravendita (1) 1596 dicembre 18 , Tiarno di Sotto " 'Messer Bernardino e mess. Giac.' "de cichinis" avean dato, per certo lor debito, a' Vicini de' due Tiarni una pezza di terra arativa ('aradora') e prativa 'a came' (T. inf.) del valore di duc. 192, terra affittata poi al detto Bern.; ed ora i due fratelli rilasciano a' Vicini la terra sotto certe condizioni". Notaio: Stefano Sottil fu "ser" Giovanni da Tiarno di Sotto atto notarile Documento singolo; pergamena Note (1) Il documento è andato perduto.

1. 1.1. n. 68. bb. 1-2 Divisione di terreni 1597 gennaio 4 , Tiarno di Sotto Il "ser" Bartolomeo Filippi fu Filippo Pedretti e il "ser" Bartolomeo fu Domenico Ravizza detto "Michelon", in qualità di consoli di Tiarno di Sopra, e il "ser" Bartolomeo fu Angelo Forza e Angelo fu Angelo Degara detto "Panà", in qualità di consoli di Tiarno di Sotto, agenti in nome delle rispettive vicinie, insieme al "ser" Stefano Mieli e al "ser" Giacomo Orsolin, rispettivi perticatori, si dividono in due parti estratte a sorte, i confini delle quali sono dettagliatamente descritti in volgare, un terreno prativo e arativo con una parte di stalla, situato nel territorio di Tiarno di Sotto, in località detta Camé, dato loro dal "ser" Bernardino Zecchini come pagamento di certi tronchi, come risulta da pubblico documento redatto dal notaio Stefano Sottil nel 1594 (1). Notaio: Stefano Sottil da Tiarno di Sotto (ST) Originale, atto notarile; latino, volgare Documento singolo; pergamena, mm 320(90) x 130(49) Due pezzi cuciti insieme Segnature precedenti: Cassella 11, numero 9 Note (1) Cfr. perg. 65.

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1. 1.1. n. 69. bb. 1-2 Vendita di diritto di decima 1597 settembre 23 , Pieve di Ledro Il d. Giacomo fu d. Antonio Piccoli da Pieve, cittadino di Trento, alla presenza del d. Gaspare Baruffaldi da Prè, vicario della valle di Ledro per il d. d. Lodovico Madruzzo, cardinale, vescovo e principe di Trento, dice che il d. Antonio suo padre avrebbe voluto vendere ai vicini di Tiarno di Sopra la decima e il diritto di imporre decime in biade, noci, legumi, agnelli, polli e galline nelle ville di Legós e di Barcesino, diritto acquisito e confermato dai dd. conti d' Arco, come risulta dalle investiture ottenute in data 7 gennaio 1497 (1), 12 ottobre 1563, 16 novembre 1586, e il detto d. Gaspare Baruffaldi, vicario, non potendo avvenire tale alienazione senza future molestie, avendo il detto Giacomo un'età superiore ai 19, ma inferiore ai 21 anni, nomina suo curatore il d. Giovanni Antonio "a Lera" (2) Il detto d. Antonio vende quindi detta decima nelle ville di Legós e di Barcesino al "ser" Giacomo fu "ser" Antonio "de Chimis" e al "ser" Bartolomeo fu "ser" Domenico Tiboni, in qualità di consoli di Tiarno di Sopra, insieme ai giurati della medesima vicinia, per il prezzo di 4000 ducati, da pagarsi con 30.000 bisacce o sacchi di legname da carbone o legname proveniente dai boschi e dalle selve del "gazzo d'Erzzo", situato nel territorio di Tiarno di Sopra, nel rispetto di alcune condizioni, dettagliatamente descritte. Notaio: Stefano Sottil fu "ser" Giovanni da Tiarno di Sotto (ST) Originale da imbreviature, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 594 x 338 Segnature precedenti: Cassella 11, numero 18 Note (1) Dalla perg. 12, risulta che la conferma di detta investitura accadde il 7 gennaio 1498. (2) Questa sezione sull'originale risulta illeggibile a causa della noce di galla; quindi si è seguito esclusivamente il regesto del Cesarini.

1. 1.1. n. 70. bb. 1-2 Donazione 1597 settembre 23 , Pieve di Ledro Il d. Antonio Piccoli fu d. Giacomo da Pieve di Ledro, alla presenza del d. Gaspare Baruffaldi da Prè, vicario della valle di Ledro per il d. d. Lodovico Madruzzo, cardinale, vescovo e principe di Trento, considerando i favori ricevuti dai vicini di Tiarno di Sopra, dona al "ser" Giacomo fu "ser" Antonio "del Chemo" e al "ser" Bartolomeo fu "ser" Domenico Tiboni, in qualità di consoli di Tiarno di Sopra, una casa in muratura e legname e coperta di paglia, con il terreno ad essa circostante, situata a Legós. Notaio: Stefano Sottil fu "ser" Giovanni da Tiarno di Sotto (ST) Originale da imbreviature, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 263 x 139 Segnature precedenti: Cassella 11, numero 20

1. 1.1. n. 71. bb. 1-2 Dazione in pagamento 1597 ottobre 23 , Tiarno di Sopra Il "ser" Giacomo "Chemo" fu Antonio e il "ser" Bartolomeo fu Domenico Tiboni, in qualità di consoli di Tiarno di Sopra, insieme ai consoli in carica nell'anno precedente, alla presenza del d. Gaspare Baruffaldi da Prè, vicario della valle di Ledro per il d. d. Lodovico Madruzzo, cardinale, vescovo e principe di Trento, in seguito alla vendita realizzata dal d. Antonio Piccoli fu d. Giacomo da Pieve di Ledro, della decima nelle ville di Legós e Barcesino per il prezzo di 4000 ducati da pagarsi con 30.000 sacchi di legna

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(1), cedono al detto d. Antonio tutti gli alberi che si trovano sul monte d' "Erz", situato nel territorio di Tiarno di Sopra (2), i cui confini sono dettagliatamente descritti in volgare. Notaio: Stefano Sottil fu "ser" Giovanni da Tiarno di Sotto (ST) Originale da imbreviature, atto notarile; latino, volgare Documento singolo; pergamena, mm 302(181) x 147(90) Segnature precedenti: Cassella 11, numero 19 Note (1) Cfr. perg. 69. (2) Tutta la parte superiore sull'originale risulta illeggibile a causa della noce di galla; quindi si è seguito esclusivamente il regesto del Cesarini.

1. 1.1. n. 72 Compravendita (1) [sec. XVI seconda metà - sec. XVII prima metà], Venezia "Un tale di Tiarno sup. (il nome manca essendo rotta la perg.), già segatore nell'arsenale ('in Arsenata') di Venezia, vende a 'ser Giov. fu ser Martino Ribaga' di T. sup. 'bastasio' (facchino) sul Campo di S. Canziano in Venezia, una pezza di terra prat. con la metà d'una stalla sul monte ' Zes' (T. sup.) per 17 duc. trent. Notaio: manca il nome per rottura del foglio" atto notarile Documento singolo; pergamena Note (1) Il documento è andato perduto.

1. 1.1. n. 73 Regolamenti dei boschi (1) 1612 marzo 28 , Tiarno di Sotto " 'Ser Angelo fu Pietro Mielli' e 'ser Martino fu Giac. Chemi', Consoli di T. sup., coi Consiglieri di T. sup. e di T. inf., affine di proteggere le selve 'regolano' tutte le conifere ('omnes a spinis arbores') sul monte detto 'Moinna et le sacce', pena troni 2 1/2 per albero. Notaio: " 'Giuseppe fu Ant. Degara' di T. inf." atto notarile Documento singolo; pergamena Segnature precedenti: Cassella 5, numero 12 Note (1) Il documento è andato perduto.

1. 1.1. n. 74. bb. 1-2 Costituzione di dote 1613 agosto 16 , Locca Nicolò Cis da Bezzecca e Francesco Cis da Bezzecca, suo figlio, rispettivamente suocero e marito della d. Margherita fu Giacomo "de Gasparis" detto "de Calcagno" da Locca, dichiarano di aver ricevuto dal defunto Giacomo, padre di lei, la somma di 71 ducati e 7 lire di d.p.t., vale a dire 104 troni in beni mobili ("tegonelle delli nostri panni" 60 troni, una gonna nuova 28 troni, 2 lenzuola di canapa 16 troni), 62 troni lasciati a Margherita dal "ser" Angelo Martinelli da Pieve come legato nel suo testamento, e 39 ducati (in 15 zecchini, una doppia milanese, 3 troni e 3 soldi di moneta d'argento), tutti costituiti quale dote della detta d. Margherita. Il detto

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Nicolò investe poi la detta d. Margherita di tutti i suoi beni, ad eccezione di un terreno arativo situato davanti alla sua abitazione in Bezzecca e un terreno prativo "cum tegete" situato nel territorio di Bezzecca, in località detta "a Pestea", impegnando a garanzia tutti i suoi beni. Da parte sua, la detta d. Margherita, alla presenza del notaio Nicolò Segalla, agente per conto del "ser" Giovanni assente, fratello di lei, rinuncia a ogni sua rivendicazione futura sui beni paterni. Notaio: Nicolò Segalla fu d. Giacomo da Enguiso (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 328(276) x 211(51) Segnature precedenti: Cassella 11, numero 5

1. 1.1. n. 75. bb. 1-2 Regolamenti dei pascoli 1614 giugno 11 , Tiarno di Sopra Il d. Antonio fu d. Giovanni Oliari e il "ser" Angelo fu d. Michele Micheli, in qualità di consoli di Tiarno di Sopra, insieme a 8 giurati e a 25 vicini della medesima villa, corrispondenti ai tre quarti del totale, convocati in pubblica regola da "ser" Martino "del Chemo", saltaro, ritenendo che i precedenti regolamenti dei pascoli non siano più sufficienti, fanno nuovi regolamenti, articolati in 8 capitoli, e annullano due regolamenti formulati dagli stessi vicini di Tiarno di Sopra negli anni 1593 e 1597. Notaio: Nicolò Segalla fu "ser" Giacomo da Enguiso (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 603 x 175 Segnature precedenti: Cassella 6, numero 12

1. 1.1. n. 76. bb. 1-2 Transazione 1620 marzo 12 , Tiarno di Sopra Alcuni vicini di Tiarno di Sopra (1), insieme ai loro consoli e giurati, da una parte; il "ser" Pietro fu Pietro Bettoni detto "da Sala" di , abitante a Tiarno di Sopra, dall'altra, per risolvere la controversia tra loro esistente relativa al godimento dei beni e dei diritti vicinali, che i consoli negavano al detto Pietro, essendo suo padre forestiero, addivengono a una transazione, in base alla quale è riconosciuto il godimento dei beni e dei diritti vicinali a Pietro, alla d. Pasqua sua moglie, ad ogni sua futura moglie legittima e alla d. Maria, sua figlia, finché vivranno, ma non è riconosciuto ad eventuali altri futuri figli ed eredi. Notaio: Nicolò Segalla fu d. Giacomo da Enguiso (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 261(136) x 143(123) Segnature precedenti: Cassella 11, numero 15 Note (1) Sono elencati i loro nomi, ma la noce di galla impedisce di rilevare sia il numero sia il nome.

1. 1.1. n. 77. bb. 1-2 Sentenze 1621 marzo 22 - 1621 aprile 15 , Pieve di Ledro (1) Notaio: Nicolò Segalla fu d. Giacomo da Enguiso (ST) atto notarile pergamena, mm 400 x 202(189) Segnature precedenti: Cassella 2, numero 7 Note

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(1) Il testo reca: "ad bancum iuris solitum, vallis Leudri", microtoponimo che in molti altri documenti è collegato alla specificazione di Pieve di Ledro.

1. 1.1. n. 77. bb. 1-2 Sentenza 1621 marzo 22 (1) Il d. Giovanni Donato Scolari da Lenzumo, sindaco e vicario rieletto della valle di Ledro, giudice ordinario nelle cause civili per il d.d.Carlo Madruzzo, cardinale, e principe di Trento, per risolvere la causa vertente fra i vicini di Tiarno di Sopra, rappresentati dal d. Giovanni Merli,in qualità di loro sindaco, da una parte; i vicini di Bezzecca, rappresentati dal mastro Giovanni Cis e dal "ser" Giovanni Perli, in qualità di loro sindaci, dall'altra, relativa alla vendita di legname tagliato sul monte Croina, in località detta "in Covallo" dai vicini di Tiarno di Sopra e di Bezzecca a Donato Donati e Carlo Zecchini dalla valle di Ledro (2), poiché i vicini di Bezzecca non volevano cedere a quelli di Tiarno la terza parte del ricavato della vendita, emette sentenza, stabilendo che, nel rispetto di analoghe transazioni del 1517 e 1535 e di un'analoga sentenza del 1585, ai vicini di Tiarno di Sopra spetti il ricavato della vendita della terza parte di detto legname. Originale, latino Documento singolo Segnature precedenti: Cassella 2, numero 7 Note (1) L' "Inventarium" data erratamente "li 22 marzo 1631" (c. 4v); (2) Il paese di provenienza non è specificato, ma i cognomi rimandano a Tiarno di Sotto.

1. 1.1. n. 77. bb. 1-2 Sentenza 1621 aprile 15 Avendo il mastro Giovanni Cis, in qualità di sindaco dei vicini di Bezzecca, fatto appello al pretore di Riva contro la sopraddetta sentenza del vicario della valle di Ledro, il "ser" Giovanni Perli, in qualità di secondo sindaco di Bezzecca rinuncia al detto appello e approva la sentenza. Originale, latino Documento singolo Segnature precedenti: Cassella 2, numero 7

1. 1.1. n. 78. bb. 1-2 Dazione in pagamento (1) 1622 settembre 14 , Tiarno di Sotto "Il sig. 'Bartolommeo' "de Roncheris" di T. inf., il sig. 'Battista Ferrari fu Angelo', il sig. 'Martino' "de Forzis" (in nome proprio e come amministratori dei loro figli), e 'Simone' "Zuabonus" da Val Vestino, Comit. di Lodrone, danno ai Consoli e ai Vicini di Tiarno inf. (2) una certa quantità di pertiche di terra per liberarsi da un legato di pane e di vino che dovevano dare ogn'anno ai detti Vicini (ossia ad ogni famiglia un pane del valore di due quattrini, ed 'unum bocaletum' di vino)." (3) Notaio: Giuseppe Degara fu d. Antonio da Tiarno di Sotto (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 393(323) x 204(403) Bibliografia CESARINI SFORZA L., Pergamene degli archivi comunali di Locca, Bezzecca e Tiarno di Sopra in val di Ledro nel Trentino, IN: "Tridentum", VII (1904), pp. 335-345, 396-408; ristampato IN: "Gli archivi del Trentino", Trento 1910,

58 pp. 174-195, p. 192 Note (1) Poiché la pergamena è in gran parte coperta di noce di galla, visto ciò che si legge è solo una parte dell'elenco dei nomi, la sottoscrizione notarile e poco più, si è scelto di riportare il regesto del Cesarini Sforza. (2) Nota del Cesarini: "Se ne nomina 23, dicendosi ch'erano oltre due terzi" (CESARINI, p. 192) (3) Né il regesto, né quanto è leggibile accennano a Tiarno di Sopra. Inoltre, sul verso non è segnata la consueta segnatura antica, ma solo un'antica nota di contenuto: "Dation alli vicini d'una pezza di terra alli Molini di pertiche N. 194 con obbligo di dispensar tanto sale a tutte le familie"; è da notare che il toponimo Molì è presente in entrambi i comuni, e che la detta nota di contenuto è assente dall' "Inventarium": è possibile quindi che il documento sia di pertinenza di Tiarno di Sotto.

1. 1.1. n. 79. bb. 1-2 Compravendita 1630 aprile 22 , Tiarno di Sopra II d. Daniele Vescovi da Tiarno di Sopra vende al d. Bartolomeo Oliari e al d. Michele Micheli, in qualità di consoli di Tiarno di Sopra, un terreno arativo e prativo situato nel territorio di Tiarno di Sotto, in località Cavazzöli presso Mazuch, per il prezzo di 900 troni, dal quale è abbuonata la somma di 14 ducati, che i vicini gli diedero il 12 febbraio 1620, come risulta da pubblico documento redatto dal notaio Giuseppe Degara, e la somma di 23 troni, per affitti non pagati in passato. Notaio: Giuseppe Degara fu d. Antonio da Tiarno di Sotto (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 255(237) x 134 Segnature precedenti: Cassella 10, numero 5

1. 1.1. n. 80. bb. 1-2 Permuta (1) 1632 dicembre 10 , Tiarno di Sopra "I Consoli di T. sup. 'Giov. Teboni' e 'ser Michele' "de Philippis", con oltre due terzi dei Vicini, e i Consoli di T. inf. 'Antonio' "de Panatis" e 'Giov.' "de Ursolinis", con oltre due terzi de' Vicini (2), passarono a una permuta, dando que' di T. sup. agli altri una pezza di terra 'gaziva' in l.d. 'Faù de Auron', e una terra boschiva in l.d. 'Monsolino', e ricevendone in cambio due terre bosch. in l.d. 'Uslera alle Plagnole et tovo mato'." Notaio: Giuseppe Degara fu d. Antonio da Tiarno di Sotto (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 415 x 153 Segnature precedenti: Cassella 4, numero 9 Bibliografia CESARINI SFORZA L., Pergamene degli archivi comunali di Locca, Bezzecca e Tiarno di Sopra in val di Ledro nel Trentino, IN: "Tridentum", VII (1904), pp. 335-345, 396-408; ristampato IN: "Gli archivi del Trentino", Trento 1910, pp. 174-195, 192 Note (1) Poichè il recto della pergamena è quasi interamente ricoperto dalla noce di galla, con conseguente impossibilità di lettura, si è scelto di riportare il regesto del Cesarini. (2) Nota del Cesarini: "Il doc. ne nomina 21 per T. sup. e 20 per T. inf." (CESARINI, p. 192).

1. 1.1. n. 81. bb. 1-2 Divisione ereditaria

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1634 novembre 17 , Tiarno di Sopra Le sorelle Margherita, Caterina e Maria, figlie del fu d. Angelo Mieli da Tiarno di Sopra, per intervento di d. Bartolomeo Mieli da Tiarno di Sopra e d. Bartolomeo [Ors]olin da Tiarno di Sotto, in qualità di "divisores", procedono alla divisione dei beni di comune proprietà ereditati dal defunto loro padre e dettagliatamente descritti per ognuna delle tre sorelle, lasciando indivisi il credito di 60 ducati contro gli eredi del fu Bartolomeo Trentini, tutti i gaggi in località Val, un terreno arativo situato in località [...]grande, e tutti i legati dovuti e creduti. Notaio: Giuseppe Degara fu d. Antonio da Tiarno di Sotto (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 353 x 211(198)

1. 1.1. n. 82. bb. 1-2 Regolamenti dei boschi 1635 novembre 21 , Tiarno di Sopra Messer Bortolo Cellana detto Moretto e messer Michele Micheli, in qualità di consoli di Tiarno di Sopra, insieme a 4 giurati della detta villa, e messer Martino Ferrari e messer Giorgio Degara, in qualità di consoli di Tiarno di Sotto, insieme a 4 giurati della detta villa, e insieme ai vicini di Tiarno di Sopra e di Tiarno di Sotto, congregati in pubblica regola, valutando che i compratori del legname da carbone situato nei boschi comuni ai due Tiarni non rispettavano per il taglio il termine di 3 anni, fissato da un'antica consuetudine, stabiliscono particolari ordinamenti, articolati in 7 punti, concernenti il termine da rispettare per il taglio e la vendita di detto legname (1). Notaio: Giuseppe Degara fu d. Antonio da Tiarno di Sotto (ST) Originale, atto notarile; latino, volgare Documento singolo; pergamena, mm 303(223) x 154(63) Segnature precedenti: Cassella 6, numero 14 Note (1) La presenza di un'ampia lacuna sul margine sinistro, dovuta a ritaglio della pergamena, non consente di comprendere fino in fondo il tenore dei singoli punti.

1. 1.1. n. 83. bb. 1-2 Costituzione di censo 1649 febbraio 28 , Venezia Il "sier" Pietro di Giovanni Mieli da Tiarno di Sopra costituisce a favore di messer Angelo fu Giovanni "Persial" da Tiarno di Sopra un censuo annuo affrancabile al 6 per cento di 4 ducati e 4 grossi, assicurato su un terreno arativo situato nel territorio di Tiarno di Sopra, in località Nadri, a lui pervenuto in seguito alla dote della defunta madre d. Caterina Donati, per un capitale di 60 ducati. Notaio: Gerolamo "Brinius" da Venezia (ST) Originale, atto notarile; latino, volgare Documento singolo, mm 263 x 171(161) Segnature precedenti: Cassella 11, numero 7

1. 1.1. n. 84. bb. 1-2 Consacrazione di altare 1652 febbraio 2 , Tiarno di Sopra Il d. d. Simeone Somma, vescovo titolare di Sappa (Albania), deputato "in pontifcalibus" nell'episcopato di Trento dal d.d. Carlo Emanuele Madruzzo, vescovo e principe di Trento, su richiesta dei dd. Giovanni Tiboni e Giovanni Ferrari, massari della chiesa dei Santi Pietro e Paolo di Tiarno di Sopra, col consenso del d. Tommaso Bellotti, parroco della valle di Ledro, consacra nella detta

60 chiesa l'altare della Madonna del Rosario e l'altare di S. Rocco, inserendo in essi molte reliquie di santi martiri, e concedendo un'indulgenza di 40 giorni ai fedeli che vi si recassero a pregare in alcune feste liturgiche. Notaio: Francesco Bona, notaio della curia di Riva e cancelliere del visitatore (1) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 300(138) x 235(165) Segnature precedenti: Cassella 7, numero 2 Note (1) Segue la seguente sottoscrizione: "Simeon Summa episcopus manu propria".

1. 1.1. n. 85 Accordo (1) 1656 aprile 1 , Trento, castello del Buonconsiglio "Patti stipulati dagli incaricati di Tiarno inf. e di T. sup. avanti al R.mo Ufizio Spirituale di Trento, in forza dei quali i due Tiarni restano definitivamente separati quanto alla chiesa e al curator d'anime. Notaio: 'Antonio Begnudelli' di Trento." atto notarile Segnature precedenti: Cassella 7, numero 4 Note (1) Il documento è andato perduto.

1. 1.1. n. 86 Concessione (1) 1657 aprile 24 - 1657 aprile 25 , Trento, Casa Lunga, Trento, castello del Buonconsiglio "Il 'magn. sig. Giandomenico Tiboni', come Sindico e Vicino di Tiarno sup., accetta certi patti, secondo i quali il Vescovo Carlo Eman. Madruzzo concedeva alla chiesa di setta villa il fonte battesimale. L'acqua si doveva trasportare in apposito recipiente dalla chiesa parrocchiale in quella di T. sup. Notaio c.s. (2) - 25 aprile, Trento (Castello del Buonconsiglio). Il 'Rev.mo Francesco Alberti', Vicario Spirituale, ratifica il suddetto. Notaio c.s.(3)" Notaio: Antonio Begnudelli da Trento, cancelliere dell'Ufficio Spirituale atto notarile Documento singolo; pergamena Segnature precedenti: Cassella 7, numero 5 Note (1) Il documento è andato perduto. (2) Vale a dire, Antonio Begnudelli da Trento, cancelliere dell'Ufficio Spirituale. (3) Vale a dire, il medesimo Antonio Begnudelli da Trento, cancelliere dell'Ufficio Spirituale.

1. 1.1. n. 87. bb. 1-2 Compravendita 1657 dicembre 3 , Venezia Messer Piero Oliari fu messer Bortolo da Tiarno di Sopra, "bastaso" nella contrada di S. Cantiano a Venezia, vende a messer Bortolo Tiboni detto "Bozati" fu Benvenuto, anch'egli "bastaso" nella detta contrada, un terreno prativo , in località detta Val Marcia, per il prezzo di 200 troni, da pagarsi con livello annuo di [...] (1).

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Notaio: Taddeo "Fedricis" da Venezia (ST) Originale, atto notarile; latino, volgare Documento singolo; pergamena, mm 246 x 139(125) Segnature precedenti: Cassella 11, numero 22 Note (1) Il valore del livello, al quale il Cesarini non accenna, non è rilevabile a causa della noce di galla.

1. 1.1. n. 88 Concessione (1) 1662 marzo 11 , Trento, castello del Buonconsiglio " 'L'Ill. e Rev. Gius. Vittorio Alberti', dottor di leggi, canonico, e General Vicario Spirituale di Trento, udite le informazioni dategli dal 'M. R. Gerolamo Balduini', Arciprete di Riva e Decano Foraneo Benacense, concede per il P. Vescovo, sotto certe condizioni, agli uomini di Tiarno sup. il permesso di tenere nella lor chiesa di S. Pietro il SS. Sacramento, ad istanza dei signori 'Giandom. Tiboni' ed 'Angelo Celana' di T. sup., deputati a ciò da quei Vicini, essendo presente anche il 'M. R. Don Tommaso Zanetti' arciprete di Tignale come procuratore del 'M. R. Don Giovanni Zanetti' parroco di Ledro. Notaio c.s. (2)" Notaio: Taddeo Fedrici atto notarile Documento singolo; pergamena Segnature precedenti: Cassella 7, numero 6 Note (1) Il documento è andato perduto. (2) Vale a dire, Taddeo Fedrici.

1. 1.1. n. 89 Consacrazione di altare (1) 1671 maggio 26 , Tiarno di Sopra "Il Vescovo di Trento 'Sigismondo Alfonso' di Thun ha consacrato nella chiesa dei S.S. Pietro e Paolo in T. sup. un altare dedicato a S. Giov. Battista. Firmato dal Vescovo, e dal 'prete Giandomenico Begnudelli' Cancelliere della Visitazione." documento di cancelleria vescovile Documento singolo; pergamena Segnature precedenti: Cassella 7, numero 7 Note (1) Il documento è andato perduto.

1. 1.1. n. 90 Consacrazione di altare (1) 1671 maggio 26 , Tiarno di Sopra "Lo stesso Vescovo (2) ha consacrato nella suddetta chiesa due altari, l'uno dedicato alla S. Croce, l'altro a S. Antonio abate. Firmato c.s. (3)" documento di cancelleria vescovile Documento singolo; pergamena Segnature precedenti: Cassella 7, numero 8 Note

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(1) Il documento è andato perduto. (2) Vale a dire, Sigismondo Alfonso Thun. (3) Vale a dire, sottoscritto dal vescovo Sigismondo Alfonso Thun e dal prete Giandomenico Begnudelli, cancelliere della visitazione.

1. 1.1. n. 91 Concessione (1) 1676 giugno 15 , Trento " 'Giov. Michele Dusini', dottor di legge e Vicario Spirit. di Trento, richiamandosi ad anteriori concessioni (Vedi i N. 86 e 88), permette agli uomini di Tiarno sup. di far celebrare certe funzioni ecc. nella chiesa di S. Pietro. Firm. dal Dusini e da 'Pietro Ant. Brentonico' not. e cancelliere dell' Uffizio spirit." atto notarile Documento singolo; pergamena Segnature precedenti: Cassella 7, numero [9] ((manca la c. 27 dell' "Inventarium")) Note (1) Il documento è andato perduto.

1. 1.1. n. 92 Conferma e concessione (1) 1704 gennaio 28 , Trento " 'Costantino Caldonazzi', Dottore di S. Teologia, Canonico della Cattedr. di Trento e General Vic. Spir., annuendo alle preghiere degli uomini di Tiarno sup., col consenso del parroco di Ledro 'Don Giov. Rossi', conferma la concessione di cui al N.91, e permette loro d'avere nella lor chiesa cert'altre funzionio ecc. salvi i diritti parrocchiali. Firm. dal Caldonazzi e dal Cancell. 'Giovanni Batt. de Nicolis'." documento di cancelleria vescovile Documento singolo; pergamena Segnature precedenti: Cassella 7, numero [10] ((manca la c. 27 dell' "Inventarium")) Note (1) Il documento è andato perduto.

1. 1.1. n. 93 Conferma (1) 1722 febbraio 10 , Trento "Per preghiera de' Consoli e Giurati (non ci sono i nomi) delle terre di Tiarno inf. e sup., il Pr. Vescovo di Trento 'Giov. Michele Conte di Spaur' conferma quant'è detto nel doc. N. 63 (2), ordinando a chiunque d'osservarlo sotto le pene in esso doc. indicate, delle quali una terza parte dovrà devolversi alla Camera fiscale vescovile. Firm. dal Cancell. 'F. A. Albert' e dal Segret. 'Bernardino Manci'." documento di cancelleria vescovile Documento singolo; pergamena Segnature precedenti: Cassella 6, numero 15 Note (1) Il documento è andato perduto. (2) Vale a dire, un regolamento dei boschi situati nel territorio dei due Tiarni.

63 serie 1.2 Atti degli affari della vicinia, 1594-1751

Contenuto La serie conserva un solo volume, acefalo, mutilo e privo di coperta. Si tratta di una raccolta di atti riguardanti la vicinia di Tiarno di Sopra, i suoi rapporti con la vicinia di Tiarno di Sotto, la vicinia di Bezzecca e privati. Il volume non risulta segnalato nell'inventario delle scritture conservato nella serie 1.3 'Inventari delle scritture' del presente inventario. Alcuni documenti sono copie di atti compresi nella serie delle pergamene.

1. 1.2. n. 94. b. 3 Atti degli affari della vicinia di Tiarno di Sopra 1594-1751 Atti degli affari della vicinia di Tiarno di Sopra: - cc. 9-13: copia della pergamena n. 64, 1594 novembre 7, in copia del 1733; - cc. 14-15: accordi fra la vicinia di Tiarno di Sopra e la vicinia di Tiarno di Sotto per gli incanti del legname, per la distribuzione del pane avanzato dall'elemosina del primo agosto e per il mantenimento delle fonti e degli abbeveratoi ('brègn'), 1731 luglio 29; - cc. 16-17: accordi fra la vicinia di Tiarno di Sopra e la vicinia di Tiarno di Sotto per gli incanti del legname, per la distribuzione del pane avanzato dall'elemosina del primo agosto, per il mantenimento delle fonti e degli abbeveratoi ('brègn') e per il diritto dei vicini di Tiarno di Sopra di pascolare e far foglia nei pressi della chiesa di San Giorgio di Tiarno di Sotto, [sec. XVIII in.]; - cc. 18-19: accordi fra la vicinia di Tiarno di Sopra e la vicinia di Tiarno di Sotto con la vicinia di Bezzecca per il mantenimento degli abbeveratoi ('brègn'), [sec. XVIII]; - cc. 20-21: supplica dei vicini di Tiarno di Sopra a monsignor vicario Francesco Alberti, sulla controversia fra la vicinia di Tiarno di Sopra e la vicinia di Tiarno di Sotto per il sacerdote e la chiesa, 1656 aprile 8-18; - cc. 22-27: sentenza arbitrale in merito alla controversia fra la vicinia di Tiarno di Sopra e la vicinia di Tiarno di Sotto per il sacerdote e la chiesa, post 1657; - cc. 28-31: 'Instrumento di regolatione fatta dalli due Thiarni, estratto dal suo originale autentico segnato nell'urbario nostro al n. 88', copia della pergamena n. 31, 1554 febbraio 6, in copia del [sec. XVIII]; - cc. 32, 41: 'Copia di scritura et positioni... intimata et... al sindico di Thiarno di Sopra' per la gestione dei boschi e pascoli, in copia del [sec. XVIII]; - cc. 33, 36-40: sentenza arbitrale in merito alla controversia fra la vicinia di Tiarno di Sopra e la vicinia di Tiarno di Sotto per gli alberi, 1659 agosto 23; - cc. 34-35: compromesso fra la vicinia di Tiarno di Sopra e la vicinia di Tiarno di Sotto, 1659 agosto 5; - cc. 42-43: accordi fra la vicinia di Tiarno di Sopra e la vicinia di Tiarno di Sotto per beni mobili ed immobili, 1634 ottobre 21; - cc. 44-46; 'Compra del signor Gio.Batta. Glisenti dalle vicinie delli Thiarni' per legname, 1694 aprile 18; - c. 47: atto riguardo alla vendita all'incanto di 172 piante ('arbori da spina'), 1791 giugno 27; - c. 48: permesso dei giurati e consoli a Giovanni Degara e Giovanni Ferrari 'di far un pozzo... per metter dentro della calcina', 1727 maggio 15; - cc. 49-71: vertenza fra la vicinia di Tiarno di Sopra e il signor Martino Sforza di Tiarno di Sotto per il pascolo e il possesso delle sue mule, 1737 (1). Italiano, latino Volume, senza coperta, cc. 9-71, num. orig. (2) 64

Segnature precedenti: n. 16 (3) Note (1) Alla cc. 61-62, 65-66: copia della "carta pecora segnata n. 104". (2) Il volume riporta anche una numerazione precedente. (3) L'annotazione sulla c. 9 "Segnato al n. 16" non trova riscontro nell' "Inventarium omnium instrumentorum, documentorum, librorum ac aliarum scripturarum que inveniuntur in archivio magnifice vicinie et universitatis Thiarni Superioris... sub anno Domini 1756", conservato nella serie 1.3 'Inventari delle scritture' del presente inventario.

65 serie 1.3 Inventari delle scritture, 1756-1806 (con annotazione del 1829 febbraio 20)

Contenuto Come strumento di corredo alle pergamene della vicinia di Tiarno di Sopra, si è riscontrato un "Inventarium" redatto nel 1756 dal notaio Giovanni Tiboni e nel quale sono registrati documenti, per opera di lui stesso e di altre mani, fino all'anno 1806 (il registro contiene anche una nota del 1829) che, come spiegato nell'introduzione al subfondo, ripartisce le pergamene in "Casselle" e "Numeri".

1. 1.3. n. 95. b. 3 "Inventarium omnium instrumentorum, documentorum, librorum ac aliarum scripturarum que inveniuntur in archivio magnifice vicinie et universitatis Thiarni Superioris, factum per me Ioannem Thiboni notarium de ipsius mandato sub anno Domini 1756" (tit. int.) 1756-1806 (con annotazione del 1829 febbraio 20) Registro, legatura in carta, cc. 50 (mancano cc. 2)

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Ente Comune di Tiarno di Sopra 1821 gennaio 1-1923 gennaio 12

Luoghi Tiarno di Sopra

Archivi prodotti Fondo Comune di Tiarno di Sopra, 01/01/1305 - 31/12/1962 Subfondo Comune di Tiarno di Sopra (ordinamento austriaco), 01/01/1897 - 31/12/1923

Storia Nell'ottobre del 1813 le truppe austriache occuparono il Dipartimento dell'Alto Adige. Il 10 dicembre questo venne posto sotto l'amministrazione provvisoria del commissario Anton von Roschmann. Il 1 marzo 1814 Roschmann emanava la "Provvisoria organizzazione delle autorità politiche e lo stabilimento delle massime fondamentali per l'attuale amministrazione del Tirolo italiano ed illirico", al cui § 5 delle "Disposizioni generali", "Titolo primo", veniva stabilita salvo modifiche improrogabili, la prosecuzione della precedente distrettualizzazione comunale. Terminata la fase di transizione, il 1 gennaio 1818 entrò in vigore nel Circolo di Trento un provvisorio ordinamento comunale, in applicazione della Circolare del Capitanato di Trento del 4 novembre 1817. Nel Circolo di Rovereto l'ordinamento comunale italico fu mantenuto fino al 31 dicembre 1820. Il 1 gennaio 1821 venne introdotto il "Regolamento delle Comuni e dei loro Capi nel Tirolo e nel Vorarlberg" del 26 ottobre 1819. Questo sanciva la ricostituzione dei comuni sulla base della situazione esistente nel 1805, prima dell'occupazione bavarese. Con il decadere dell'ordinamento comunale introdotto sotto il Regno italico cessava anche la relativa distrettualizzazione e la gran parte delle frazioni chiedevano di sciogliere il legame amministrativo con il comune di aggregazione. La Legge provvisoria comunale del 17 marzo 1849 regolò i diritti fondamentali dei comuni, garantiti dal § 33 della costituzione del 4 marzo 1849. Negli anni dal 1849 al 1860, soprattutto nelle Valli Giudicarie, alcuni comuni operarono delle aggregazioni, molte delle quali furono seguite di lì a qualche anno da nuove separazioni. Nel periodo del cosiddetto 'neoassolutismo' (1851-1861) la legge del 17 marzo 1849 non venne applicata e per la gestione dei comuni ci si avvalse di ordinanze emanate di volta in volta. La legge comunale del 24 aprile 1859, che intendeva rendere stabili dette ordinanze, venne superata dalla ripresa della vita costituzionale nel 1861 e nell'amministrazione dei comuni si tornarono a recepire i principi che erano alla base della legge comunale provvisoria del 1849. Il 5 marzo 1862 venne emanata la legge-quadro sull'ordinamento degli affari comunali, che rimandava a normative da elaborarsi da parte delle province. Il 9 gennaio 1866 veniva emesso un "Regolamento comunale per la Contea principesca del Tirolo". Con il trattato di St. Germain del 10 settembre 1919, a seguito della sconfitta dell'Austria nella prima guerra mondiale, il Trentino venne annesso al Regno d'Italia. L'ordinamento comunale austriaco cessava con l'entrata in vigore del R.D. 11 gennaio 1923, che estese alle nuove province l'ordinamento comunale italiano. 67

Con Decreto vicereale 24 luglio 1810, il Comune di Tiarno di Sopra, insieme a Tiarno di Sotto, Pieve, Bezzecca, Locca, Enguiso, Lenzumo, andarono a costituire il comune unito di Tiarno di Sotto, inserito nel Cantone di Riva, a sua volta appartenente al distretto omonimo. Il Comune di Tiarno di Sopra venne ricostituito in comune autonomo con il 1 gennaio 1821.

Condizione giuridica Ente pubblico territoriale. Ancora prima dell'effettivo decadere degli ordinamenti comunali italici furono emanate dal governo austriaco alcune norme riguardanti i comuni. Il "Metodo di stendere in avvenire i conti della facoltà delle Giurisdizioni e dei Comuni" (Circolare governativa 31 agosto 1817 n. 20934-1760) ripristinava le regole introdotte in tale ambito da Giuseppe II con l'ordinanza del 31 ottobre 1785. La Circolare del Capitanato di Trento datata 4 novembre 1817 n. 11135, stabiliva il passaggio nel circolo omonimo dall'organizzazione italica a quella austriaca, che doveva compiersi con il 1 gennaio 1818. Il "Regolamento delle Comuni e dei loro Capi nel Tirolo e nel Vorarlberg" del 26 ottobre 1819 ribadiva il ritorno all'organizzazione del 1805 e venne introdotto nel Tirolo italiano con il 1 gennaio 1821. La Legge provvisoria comunale del 17 marzo 1849 n. 170 sancì per prima l'autogoverno comunale. Durante gli anni del neassolutismo (1851-1861), una serie di ordinanze emanate di volta in volta annullò i princìpi liberali cui si atteneva la legge del 1849. Tra queste, le ordinanze del 31 dicembre 1851 n. 4 (che stabiliva nuovi criteri nell'amministrazione pubblica), del 19 marzo 1852 n. 67 (che conferiva alle autorità politiche il diritto di confermare gli ufficiali comunali), del 15 gennaio 1852 n. 17 (che vietava la pubblicità delle discussioni in merito agli affari comunali). La legge comunale del 24 aprile 1859 n. 58 cedette di lì a poco il passo alle norme introdotte durante l'avvento del liberalismo. La legge-quadro del 5 marzo 1862 n. 18, passata alle diete provinciali per la discussione, elencava in ventisei articoli "le disposizioni fondamentali per l'ordinamento degli affari comunali" e rimandava a future leggi provinciali che avrebbero predisposto i regolamenti comunali nei diversi paesi della corona. La legge del 3 dicembre 1863 n.115, emanata in esecuzione dell'art. II della Legge comunale del 5 marzo 1862, concerneva la regolazione dei rapporti di incolato ('Reichsgesetz über das Heimatrecht'). Il 9 gennaio 1866, sulla base delle disposizioni fissate nella legge comunale del 5 marzo 1862, veniva emesso il "Regolamento comunale per la Contea principesca del Tirolo". La legge del 18 gennaio 1882 n. 2 e la legge dell'8 giugno 1892 n. 261 furono motivate dalla necessità di mettere in atto un maggiore controllo circa l'amministrazione del patrimonio e dei redditi comunali.

Funzioni, occupazioni e attività Per tutto il periodo che precedette la rivoluzione del marzo 1848 (il 'Vormärz') i comuni furono interamente sottoposti alle autorità superiori, con scarsa partecipazione delle popolazioni alla gestione locale. Nel "Metodo di stendere in avvenire i conti della facoltà delle Giurisdizioni e dei Comuni" del 31 agosto 1817, a seconda delle diverse "facoltà" e bisogni le comunità erano suddivise in comuni rurali e comuni di città (§ 6); i primi in comuni maggiori e "piccioli comuni" (§ 7). Dei comuni di città, per l'ambito trentino, facevano parte Trento, Rovereto, Riva, Arco.

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La Circolare del Capitanato di Trento del 4 novembre 1817 n. 11135 (cit.), riguardante l'organizzazione e futura amministrazione dei comuni nel Circolo di Trento, stabiliva tra l'altro l'osservanza, a partire dal 1 gennaio 1818, dell'Ordinanza governiale del 31 ottobre 1785 per l'amministrazione dei beni di ciascun singolo comune (la quale era annessa alla Circolare del 3 aprile 1816 n. 7624). Il "Regolamento delle comuni e dei loro capi nel Tirolo e nel Vorarlberg" del 26 ottobre 1819 ribadiva il ritorno alle antiche individualità comunali vigenti fino al 1805, sciogliendo le aggregazioni introdotte sotto il Regno italico. Questo era rivolto alle "comuni di campagna", alle "città minori considerate come comuni", alle "città maggiori considerate come comuni". Tale ordinamento sancì uno stretto controllo da parte statale, riducendo le amministrazioni comunali a mere esecutrici della volontà dello stato. La legge provvisoria comunale del 17 marzo 1849 n. 170, emanata parallelamente alla nuova costituzione del 4 marzo 1849, contemplava per i comuni un livello di autogoverno al passo con le esigenze delle dottrine liberali. Questa affermava preliminarmente che "Base fondamentale dello Stato libero si è il libero Comune" (Disposizioni generali, I), attribuendo al comune competenze naturali (concernenti tutti gli affari pubblici di interesse comunale che potevano essere affrontati con forze proprie) e delegate (riguardanti i compiti che al comune venivano affidati dallo stato). Alle autorità politiche non spettava alcuna ingerenza nei confronti dei comuni, la cui gestione era interamente affidata agli organi previsti per l'autoamministrazione. La legge comunale provvisoria considerava alla medesima stregua paesi e città; tuttavia prevedeva l'emanazione di statuti propri per le città di Innsbruck, Bolzano e Trento, alle quali, sottoposte direttamente ai capitanati circolari, era inoltre conferita l'amministrazione politica in prima istanza per il proprio distretto. Con l'avviarsi della compagine statale verso forme assolutistiche anche lo spirito della legge provvisoria comunale del 1849 venne svuotato, emanando una serie di ordinanze che ne contraddicevano i principi. Queste disposizioni del Ministero degli Interni, insieme al complesso delle ordinanze degli anni 1850 e 1851 e a frammenti della legge comunale del 1849 costituirono i fondamenti dell'amministrazione comunale per un intero decennio. La Legge comunale del 24 aprile 1859 n. 58 fu espressione della volontà del governo di accentrare nelle proprie mani tutta la pubblica amministrazione e non considerò più i comuni quali partner degli organi dell'amministrazione politica. Di tale legge solo le disposizioni sull'incolato furono applicate. Nel medesimo anno veniva emanata la patente di ottobre, mentre la costituzione del febbraio 1861 chiuse ufficialmente il periodo del neoassolutismo. Al termine di tale esperienza si impose subito la necessità di rinnovare alla luce dei nuovi indirizzi liberali l'apparato statale e di conferire una diversa impronta anche all'organizzazione comunale, secondo i princìpi di autoamministrazione. Un marcato autogoverno, con aspetti sia positivi che negativi, caratterizzò da allora in poi le amministrazioni locali in Austria. La Legge quadro del 5 marzo 1862 n. 18 forniva solo una cornice normativa, il cui completamento era affidato poi alle leggi provinciali. Questa elencava pertanto solo "le disposizioni fondamentali per l'ordinamento degli affari comunali". Dal punto di vista delle competenze, delle funzioni e dell'ambito di attività dei comuni non si discostava di molto dagli indirizzi impressi alla normativa del 1849. Il comune, che era il principale depositario dell'autogoverno locale, non veniva considerato come organo dello stato, ma come un soggetto a sé stante, caratterizzato da interessi specifici e dotato perciò di un raggio d'azione proprio. Veniva pertanto ribadito quale punto fermo il conferimento ai comuni di una doppia sfera d'azione: quella naturale (tale espressione in questa legge veniva sostituita dal termine "indipendente") e quella delegata.

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Dell'art. VII, che permetteva ai comuni aggregatisi in base alla Legge provvisoria del 17 marzo 1849 di tornare a scindersi, approfittarono, nell'ambito trentino, i comuni del Capitanato di Tione che in precedenza avevano operato tale scelta. La Legge del 5 marzo 1862 ribadiva agli artt. XVII-XXI la possibilità per le Diete provinciali di istituire delle rappresentanze di Distretto o di Circolo (previste anche nella legge comunale del 1849 e mai attivate) con relative giunte, quali organi di raccordo tra i comuni e la Dieta; ma la Dieta tirolese rifiutò l'istituzione di dipartimenti politici così estesi, a motivo delle grandi distanze del paese e delle difficoltà di comunicazione. Il "Regolamento comunale per la Contea principesca del Tirolo" emanato il 9 gennaio 1866, quanto a competenze, funzioni e ambito di attività dei comuni, era conseguente alla Legge del 5 marzo 1862. Un marcato autogoverno, con aspetti sia positivi che negativi, da allora in poi caratterizzò le amministrazioni locali in Austria.

Struttura amministrativa Nel periodo del Vormärz l'amministrazione dei comuni in Austria fu in stretta dipendenza dagli apparati statali. I rappresentanti scelti dagli abitanti furono solo autorità esecutive e consultive. L'amministrazione locale risultava burocraticamente complicata e spesso economicamente svantaggiosa. La circolare del Capitanato di Trento del 4 novembre 1817 n.11135, quanto alla futura organizzazione amministrativa dei comuni nel Circolo di Trento, stabiliva la nomina di una Rappresentanza comunale e di un capocomune coadiuvato da altro personale: un attuario, degli assistenti, un cassiere (con il compito di incassare le rendite comunali e di pagare le spese), delle guardie boschive e campestri. Il capocomune avrebbe convocato la Rappresentanza secondo la necessità, dietro concessione del giudizio distrettuale e alla presenza di un rappresentante di quest'ultimo organo. I conchiusi della Rappresentanza andavano registrati in un apposito libro sottoscritto dal capocomune, dall'attuario e dal delegato del giudizio distrettuale. Compiti delle nuove rappresentanze comunali e dei capicomune erano: la stesura di un accurato inventario del patrimonio comunale, distinguendo l'attivo dal passivo ed evidenziando le diverse voci; la corretta tenuta degli atti; la presentazione dei conti consuntivi e degli eventuali arretrati; la consegna degli atti degli archivi comunali presenti nell'ex comune di aggregazione; la consegna all'archivio del giudizio dei registri di stato civile; la presentazione del rendiconto, secondo l'ordinanza del 1785. Il "Regolamento delle comuni e dei loro capi nel Tirolo e nel Vorarlberg" del 26 ottobre 1819, istituiva nelle città maggiori considerate come comuni (Innsbruck, Trento, Bolzano, Rovereto) un Magistrato politico-economico, il quale fungeva anche da istanza politica per le gravi trasgressioni di polizia entro il proprio distretto. Il regolamento definitivo dei magistrati politico-economici delle diverse città giunse in tempi diversi (a Rovereto il 28 gennaio 1823, a Trento il 22 novembre 1825). Tra gli organi non compariva più la Rappresentanza comunale. Le città minori considerate come comuni (per la parte italiana, Riva, Ala e Arco) erano rette da un Magistrato politico- economico, composto di 12 (con più di 1000 abitanti, da 16 a 20) elettori, i quali, sotto la presidenza del giudice distrettuale eleggevano: - un borgomastro (sindaco), remunerato annualmente e confermato dal Capitano circolare; - quattro consiglieri, prestanti servizio gratuito e confermati dal Giudizio distrettuale; - un amministratore dei beni comunali, salariato annualmente e subordinato al Magistrato; - un esattore steurale (fiscale), da assumere con contratto separato e subordinato al Magistrato; - solo in caso di beni consistenti, un cancelliere civico, salariato annualmente e confermato dal Capitano circolare; - solo in caso di rilevante attività edilizia, un architetto civico.

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Il Magistrato provvedeva a nominare, a pluralità di voti, il restante personale di cancelleria. I comuni di campagna dovevano eleggere: - un capocomune, con il compito di mantenere l'ordine e la polizia; - due deputati, quali assistenti del capocomune e, in caso di assenza di quest'ultimo, suoi sostituti; - un cassiere (per la cui attività si rimandava alle norme del 31 ottobre 1785 e del 3 aprile 1816), che amministrava i beni comunali, sotto il controllo del capocomune e dei deputati; - un esattore steurale (o esattore comunale), addetto alla riscossione delle tasse (da non confondersi con i denari del comune); - un certo numero di guardie campestri agli ordini del capocomune, "mantenute mediante contribuzioni in denaro, o in prodotti naturali, ovvero mediante assegnazioni di fondi comunali, od altri emolumenti". I modi e i termini delle elezioni alle cariche comunali non erano specificati. Si sottolineavano unicamente: la facoltà del rispettivo Giudizio distrettuale (sovrano o patrimoniale) di respingere le nomine in caso di inammissibilità degli eletti; l'incompatibilità a ricoprire più uffici; l'obbligo fatto ad ogni membro abile del comune, che riecheggiava l'antica consuetudine degli uffici conferiti a rotazione, di assumere almeno per un anno incarichi comunali (con possibilità di conferma successiva, su desiderio del comune e assenso rilasciato dal relativo giudizio distrettuale); l'abolizione delle figure dei sindaci, dei segretari e di altri scrivani; la permanenza dei comuni e dei capicomune sotto l'autorità dei giudizi distrettuali (si era ritornati a un sistema dove l'amministrazione giudiziaria non era separata da quella politico- economica); la nomina da parte del Giudizio distrettuale di competenza, nei comuni lontani dalla sede giudiziaria, di delegati o giurati per facilitare l'amministrazione. Il regolamento comunale del 1819, uno strumento legislativo troppo sommario e superficiale, rimase in vigore per quasi trent'anni. Più dettagliata anche in merito all'organizzazione amministrativa fu la Legge provvisoria comunale del 17 marzo 1849 n. 170. La legge distingueva tra membri comunali e stranieri e, all'interno dei primi, tra cittadini del comune e "pertinenti". Il diritto di voto attivo e passivo, legato al censo, era inoltre riservato ai cittadini e ai "pertinenti" (ma questi ultimi solo se rivestivano uffici pubblici). Organi previsti erano una Rappresentanza comunale, di durata triennale, le cui sedute erano pubbliche le cui deliberazioni erano valide alla presenza di almeno 2/3 dei membri (o sostituti) e a maggioranza assoluta dei votanti. La sua composizione aveva queste regole: comuni con meno di 100 elettori, almeno 8/9 soggetti; comuni con più di 100 elettori, 10 soggetti, con aggiunto uno per ogni venti elettori oltre i 100; comuni con più di 1.000 elettori, un soggetto in più ogni 100 elettori oltre i 1.000. I suoi compiti ( che delineavano un ampio raggio di azione) erano tutelare gli interessi del comune e provvedere ai bisogni del medesimo; rendere pubblici tramite inventari sostanze e diritti comunali; operare per un'adeguata rendita della sostanza comunale; controllare che i singoli membri del comune non ricavassero rendite superiori alle loro necessità dalle sostanze comunali a essi assegnate; investire le eccedenze delle rendite del comune per aumentarne il patrimonio; approntare i preventivi annuali delle entrate e delle spese e, in caso di disavanzi, provvedere mediante sovrimposte (oltre una certa cifra, soggette ad approvazione da parte della Rappresentanza comunale di circolo); accedere a mutui nell'interesse del comune (oltre certe quote questi pure soggetti ad approvazione da parte della Rappresentanza comunale di circolo o concessi tramite leggi provinciali); fissare gli emolumenti degli impiegati e degli inservienti comunali e nominare gli organi amministrativi degli stabilimenti comunali di propria competenza; eleggere un proprio cassiere; destinare un soggetto alle mansioni di cancelleria; sopperire alle necessità dei poveri; assegnare i fondi necessari alle istituzioni di polizia per il mantenimento dell'ordine interno; far controllare periodicamente nel corso dell'anno i conti di cassa; in caso di necessità sottoporre a controllo la gestione della Deputazione; sempre in caso di necessità nominare commissioni per il controllo delle imprese comunali e altre commissioni, scegliendone i componenti; riunirsi due volte

71 l'anno in seduta ordinaria per esaminare, nell'inverno il conto consuntivo, nell'estate il preventivo e per discutere sugli affari comunali; riunirsi in sedute straordinarie in casi urgenti (anche su richiesta scritta di almeno due terzi dei membri); per ogni seduta tenere un protocollo (firmato dal presidente e dal segretario), da conservare nell'archivio a disposizione del pubblico; una Deputazione comunale, di durata triennale, eletta a maggioranza assoluta, avente il compito preminente di rendere esecutive le deliberazioni della Rappresentanza. La sua composizione era la seguente: - un Podestà (o Capocomune per i centri minori); i suoi compiti: presiedeva le sedute della Rappresentanza e ne convocava i membri; rappresentava il comune nei suoi rapporti esterni, in questioni civili e amministrative; sottoscriveva documenti comportanti obblighi del comune verso terzi; eseguiva le deliberazioni della Rappresentanza (se erano in opposizione alle vigenti leggi o a danno del comune ne trasferiva l'oggetto all'autorità distrettuale); amministrava il patrimonio comunale attenendosi rigorosamente al preventivo; per spese urgenti e straordinarie chiedeva l'approvazione della Rappresentanza; a fine anno amministrativo trasmetteva a questa il conto consuntivo dell'entrata e dell'uscita, corredato dai relativi documenti; sulla base di quest'ultimo, formava il preventivo sottoponendolo alla Rappresentanza; gli erano subordinati tutti gli impiegati e inservienti comunali; esercitava funzioni di polizia riguardo a nettezza urbana, sanità, poveri, strade, incendi, mercati, buon costume, domestici, cippi confinari, sicurezza delle persone e delle proprietà; doveva procacciarsi i mezzi per adempiere ciò ed era responsabile di eventuali omissioni; doveva impedire la questua e allontanare i mendicanti (alla Deputazione spettava comminare pene pecuniarie, o in prestazioni di lavoro, in relazione ai tre precedenti punti, tenendone protocollo); - due consiglieri: l'anziano sostituiva il podestà in caso di suo impedimento; i loro compiti constavano nel prestarsi agli ordini del podestà, sotto la responsabilità di quest'ultimo.

Nella temperie neoassolutista l'organizzazione amministrativa dei comuni si resse in base a disposizioni provvisorie, in attesa che venisse elaborata la Legge comunale del 24 aprile 1859 n. 58. Questa, rispetto alle ordinanze transitorie, ribadiva la necessità di un'approvazione delle autorità nella scelta degli ufficiali comunali. Il borgomastro stesso era designato dalle autorità su proposta di una terna di soggetti scaturiti dalle votazioni. Decaduta la legge precedente con il mutare della situazione politica, la legge quadro del 5 marzo 1862 non si scostava di molto dagli indirizzi impressi alla normativa del 1849 ed era in consonanza con l'avvento del liberalismo negli organi di governo dell'impero. Questa tutelava maggiormente i diritti dei singoli e perciò toglieva le precedenti limitazioni nell'accesso al comune e ai diritti elettorali. Il "Regolamento comunale per la Contea principesca del Tirolo" del 9 gennaio 1866 aggiungeva poche novità rispetto all'organizzazione amministrativa dei comuni prevista dalla legge provvisoria del 1849. Emergeva la forte posizione del capocomune, dotato di molte competenze e con i consiglieri nella mera posizione di aiutanti. In particolare al capocomune era affidato il disimpegno di molti affari derivanti dalla sfera d'azione delegata dallo stato al comune (ad esempio il diritto di punire nell'ambito dell'esercizio della polizia locale, § 57). Veniva semplificato il modo di formare la Rappresentanza comunale: nei comuni costituiti da meno di 100 elettori, 9 o 8 membri a seconda dell'istituzione di tre o due corpi elettorali; da 100 a 300 elettori, 12 membri; da 301 a 600 elettori, 18 membri; da 601 a 1000 elettori, 24 membri; più di 1000 elettori, 30 membri. Il presente regolamento, così come quello del 1862, era rivolto esclusivamente a paesi e borgate di dimensioni contenute, essendo le città maggiori ormai dotate di statuto proprio. Al Regolamento comunale del 9 gennaio 1866 era annesso il "Regolamento elettorale per i comuni della Contea principesca del Tirolo", tramite il quale i ceti più facoltosi mantenevano il controllo delle amministrazioni comunali.

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Rispetto alla linea del governo, prevalse il punto di vista dei conservatori tirolesi riguardo alle limitazioni nell'accettazione nel comune di nuovi membri. Con il progressivamente sempre più esteso diritto di voto presso il parlamento dell'Impero, la base sociale degli elettori delle rappresentanze comunali paradossalmente rimase spesso più bassa. Allo scoppio della guerra le amministrazioni comunali caddero sotto il controllo delle autorità politiche.

Contesto generale Il 21 aprile 1815 cessava il periodo di amministrazione provvisoria del Tirolo. A partire dal 1 maggio 1815 l'Austria incorporò ufficialmente il Dipartimento dell'Alto Adige, mentre il Congresso di Vienna confermava il passaggio dell'ex Principato vescovile di Trento all'Austria, già avvenuto nel 1803. Con il 24 marzo 1816 i distretti di Trento e Bressanone ottenevano una loro rappresentanza (insufficiente per la parte italiana del territorio) alla Dieta di Innsbruck, ripristinata dopo la sua soppressione sotto la Baviera. Il 6 aprile 1818 il Tirolo venne incorporato nella Confederazione germanica, nata dalla dissoluzione dell'Impero romano germanico e succeduta alla Confederazione del Reno crollata con Napoleone. I due capitanati di Circolo di Trento e Rovereto furono ricostituiti a partire dal 1 maggio 1815. L'attività della Corte di giustizia di Trento cessava; con il 20 novembre 1815 veniva eretto un Giudizio civico provinciale a Trento e successivamente un Giudizio collegiale civile e criminale a Rovereto, ciascuno con competenze per i rispettivi circoli. Il Tribunale d'appello e Giudizio criminale superiore aveva sede a Innsbruck, mentre l'ultima istanza giudiziaria era costituita dal Supremo Tribunale di Giustizia di Vienna. La circolare del 17 luglio 1816 stabiliva che fosse riservata ai giudizi principeschi (sovrani) la giurisdizione criminale rispetto ai ripristinati giudizi patrimoniali nobili. Con la Patente imperiale del 14 marzo 1817 il Tirolo fu diviso in 99 distretti amministrativi (più 7 nel Vorarlberg); 95 vennero amministrati da cosiddetti giudizi cumulativi con competenze sia in materia politico-amministrativa che giudiziaria. Furono denominati giudizi distrettuali ('Landgerichte'), sia che ci si riferisse ai 44 principeschi (statali), che ai 51 patrimoniali (sottoposti ad un dinasta). Entro gli anni Quaranta dell'Ottocento i dinasti rinunciarono via via ai propri residui diritti giudiziari. Il Circolo di Trento era costituito da 10 giudizi principeschi e 11 patrimoniali, quello di Rovereto da 8 giudizi principeschi e 6 patrimoniali. Nei 4 distretti cittadini di Innsbruck, Bolzano, Trento e Rovereto l'amministrazione politica era di competenza dei magistrati, istituiti in dette città rispettivamente in data 11 novembre 1820, 25 febbraio1821, 22 novembre 1825 e 28 febbraio 1823. La nuova organizzazione giudiziaria decorreva dal 1 maggio 1817. Per quanto riguardava la materia penale, l'organizzazione dei giudizi criminali, secondo la Circolare dell'I.R. Giudizio di appello del 16 aprile 1817 prescriveva che i giudizi di prima istanza fossero: inquirenti autorizzati anche a decidere (per la parte italiana il Giudizio civico provinciale di Trento e il Giudizio collegiale di Rovereto); inquirenti senza diritto di decisione, detti anche giudizi distrettuali (per la parte italiana Cles, Cavalese, Tione); inquirenti competenti solo alla cattura dei sospettati di reato e all'assunzione dei rilievi informativi, detti semplicemente giudizi (tutti gli altri). La circolare del Capitanato di Trento del 4 novembre 1817 n. 11135, rivolta alle comunità del circolo, esplicitava la dipendenza delle stesse dal Capitanato e dai giudizi distrettuali.

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Dopo i moti del 1848 e il fallimento dell'Assemblea costituente di Vienna-Kremsier, fu pubblicata la nuova Costituzione del 4 marzo 1849, la quale permetteva allo Stato di tenere saldamente in pugno la trasformazione dello stesso in senso moderatamente borghese. Avendo alla base la separazione delle funzioni giudiziarie da quelle politico-amministrative, il 1 gennaio 1850 entrò in vigore la nuova organizzazione delle autorità amministrative politiche in Tirolo e Vorarlberg: una Luogotenenza a Innsbruck per tutta la provincia; tre reggenze di circolo, a Innsbruck, Bressanone e Trento; per l'esercizio delle funzioni politiche i capitanati distrettuali (6 nella parte italiana); per l'esercizio delle funzioni giudiziarie i nuovi giudizi distrettuali (26 per il Tirolo italiano), dotati di giurisdizione civile e penale in prima istanza. Il nuovo ordinamento giudiziario in vigore a partire dal 1 maggio 1850 prevedeva dunque per il Tirolo italiano: 26 giudizi distrettuali dotati di giurisdizione civile e penale in prima istanza; la Corte di cassazione di Vienna, dotata della giurisdizione penale in terza e ultima istanza; un Senato a Trento dotato di giurisdizione civile in terza istanza e penale in seconda; due corti di giustizia a Trento e a Rovereto, dotate di giurisdizione civile in seconda istanza; la Corte di giustizia di Trento come Tribunale d'appello, Corte d'assise, Tribunale collegiale, mercantile e correzionale per la zona a nord di Trento; la Corte di giustizia di Rovereto come Tribunale d'appello, Corte d'assise, Tribunale collegiale, mercantile e correzionale per la zona a sud di Trento, comprese le Giudicarie; una Camera di Commercio a Rovereto. La Patente imperiale del 31 dicembre 1851 ('Silvesterpatent') annullò la Costituzione imperiale del 4 marzo 1849 e diede inizio al periodo del neoassolutismo. Al posto della Dieta furono attivate deputazioni 'consultive' a fianco dei governatori. L'amministrazione giudiziaria e quella politica ai livelli inferiori tornarono a essere unificate. Il 6 maggio 1854 vennero introdotti anche in Tirolo gli uffici distrettuali misti, nella parte italiana detti anche preture, i quali eliminarono gli ampi capitanati distrettuali ed incontrarono il favore della popolazione poiché, abbracciando all'incirca le dimensioni dei vecchi giudizi, erano ben distribuiti sul territorio. La Contea del Tirolo e Vorarlberg veniva divisa in quattro circoli, con sede a Innsbruck, Brixen, Trento e Bregenz, suddivisi in distretti. Il Circolo di Trento per l'amministrazione politica era costituito da 25 uffici distrettuali (preture). Gli uffici distrettuali corrispondevano ai giudizi distrettuali. Per le città di Trento e Rovereto con i relativi dintorni erano competenti i rispettivi magistrati civici. L'autorità giudiziaria entrò in vigore a partire dal 25 novembre 1854. Il Tribunale d'appello per l'intera Contea del Tirolo era a Innsbruck. Per l'amministrazione della giustizia nel Tirolo italiano vi erano: due tribunali circolari (a Trento per i distretti di Trento e dintorni, a Rovereto per i distretti di Rovereto e dintorni); a Trento e Rovereto due giudizi distrettuali delegati urbani, che esercitavano la giustizia nelle suddette città e dintorni; gli uffici distrettuali misti, aventi competenze in materia giudiziaria civile oltre che in quella politica. I giudizi inquirenti in materia penale nel Circolo di Trento erano 8 (il Tribunale di Circolo di Trento, l'Ufficio distrettuale di Borgo, l'Ufficio distrettuale di Cavalese, l'Ufficio distrettuale di Primiero, l'Ufficio distrettuale di Cles, il Tribunale di Circolo di Rovereto, l'Ufficio distrettuale di Riva, l'Ufficio distrettuale di Tione). La crisi subentrata alla sconfitta austriaca nella seconda guerra di indipendenza italiana e alla perdita della Lombardia segnarono la fine del neoassolutismo nella monarchia e l'apertura alle forze liberali. Vennero emanate prima la legge fondamentale del 20 ottobre 1860, poi la più innovativa legge fondamentale del 26 febbraio 1861. Nel 1861, quale appendice alla legge fondamentale del 26 febbraio, venne approvato anche un nuovo regolamento provinciale per il Tirolo, il quale suscitò ancora delusione nei politici trentini a causa della loro insufficiente presenza

74 alla Dieta: 21 deputati su un totale di 68. Da allora fino al 1914 in Tirolo, nonostante le pressioni per un rinnovamento, non furono introdotte sostanziali modifiche nella costituzione provinciale, né nei criteri della Rappresentanza. La sconfitta subita ad opera dei Prussiani nel 1866 fece perdere all'Austria il ruolo guida in Germania e provocò la cessione del Veneto all'Italia in seguito alla terza guerra di indipendenza. L'anno seguente le pressioni ungheresi portarono alla costituzione del 21 dicembre 1867, che decretava il cosiddetto 'Ausgleich', il compromesso che dava vita alla duplice monarchia austro-ungarica. I due tronconi di impero mantenevano in comune esercito e finanze, ma godevano ciascuno di un'organizzazione politico-amministrativa propria. La Legge del 19 maggio 1868 sull'erezione delle autorità politico-amministrative nei diversi regni della corona procedette alla completa separazione tra amministrazione politica e funzioni giudiziarie. Le autorità politiche distrettuali venivano denominate capitanati distrettuali, creati nel 1849, decaduti durante il neoassolutismo e ora rimessi in vita, i quali erano retti da un Capitano e assorbivano l'attività politica che in precedenza era delle preture e degli uffici distrettuali misti. Secondo l'ordinanza del Ministero degli Interni del 10 luglio 1868, la Contea principesca del Tirolo e Vorarlberg veniva divisa in 24 capitanati distrettuali (in vigore a partire dal 31 agosto 1868), otto dei quali per la parte italiana. Le città di Trento e Rovereto, che in base al regolamento comunale del 1862 erano state elevate a città statutarie, dal punto di vista politico-amministrativo erano equiparate ai capitanati distrettuali, per l'ambito giudiziario invece dipendevano dall'omonimo giudizio distrettuale. Mentre nell'ambito dell'Impero si ebbero diverse leggi elettorali, tese ad allargare sempre più il diritto di voto (1873, 1882, 1896, fino al suffragio universale maschile del 1907) nei comuni della monarchia per l'elezione delle rappresentanze comunali la base elettorale rimase notevolmente più bassa. L'ultima provincia a rinnovare il proprio ordinamento interno fu il conservatore Tirolo. Il 2 febbraio 1914 finalmente ottenne la ratifica imperiale la nuova 'Landesordnung' tirolese, che rappresentò in parte ancora un compromesso con il vecchio ordine.

Il Comune di Tiarno di Sopra fu sottoposto, per l'amministrazione politico-amministrativa, ai seguenti uffici statali: Circolo di Rovereto, Capitanato distrettuale di Riva, Pretura di Val di Ledro (con competenze miste, cioè politico- amministrative e giudiziarie), Capitanato distrettuale di Riva, Governatore per gli affari civili, Commissariato civile di Tione con sede in Storo. Per l'amministrazione giudiziaria Tiarno di Sopra dipese dal Giudizio distrettuale di Val (o Pieve) di Ledro, Pretura di Val di Ledro (con competenze miste, cioè politico-amministrative e giudiziarie), Giudizio distrettuale di Val (o Pieve) di Ledro. Dal punto di vista ecclesiastico Tiarno di Sopra era curazia della Pieve di Ledro, compresa nel decanato di Ledro.

Fonti normative Patente sovrana 31 dicembre 1812, per l'introduzione dell'imposta d'industria nelle province del Tirolo e Vorarlberg. Editto del commissario Anton De Roschmann 1 marzo 1814, concernente la provvisoria organizzazione delle autorità politiche e lo stabilimento delle massime fondamentali per l'attuale amministrazione del Tirolo italiano ed illirico Patente 24 giugno 1814, "relativa alla presa di possesso del Tirolo e Vorarlberg" Convenzione 28 giugno 1814 "relativa alla cessione da parte del Tirolo e del Vorarlberg, che altre volte apparteneva alla Baviera, a sua maestà l'imperatore d'Austria".

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Ordinanza 24 aprile 1815 "relativa al tempo in cui hanno da entrare in attività le autorità politiche organizzate definitivamente sotto la direzione di sua eccellenza il conte Fernando di Bissingen governatore" Circolare governatoriale 23 marzo 1816, "Spese e debiti della concorrenza militare" Circolare del Governo dei 3 aprile 1816, n. 7624 "Conti arretrati, non che debiti delle Giurisdizioni, e delle Comuni" Circolare governatoriale 16 luglio 1816, n. 16232, Ripristinazione dei giudizi patrimoniali Decreto 14 marzo 1817 della commissione aulica per gli studi: Organizzazione dei giudizi distrettuali Ordinanza 16 aprile 1817, n. 80 "Organizzazione dei giudizi criminali". Legge 13 aprile 1817, n. 79 Separazione del giudizio di Vigo in Fassa dal circolo di Bolzano, ed incorporamento del medesimo al circolo di Trento Istruzione 31 agosto 1817, n. 20934/1760 "concernente i conti comunali, compilata per i comuni minori, secondo la prescrizione de' 31 ottobre 1785 in appendice alla circolare governiale" Circolare dell'Imperial Regio Capitaniato del Circolo di Trento 4 novembre 1817, n. 11135/3818 "Istruzioni per l'organizzazione e futura amministrazione dei comuni nel Circolo di Trento" Circolare dell'Imperial Regio Capitaniato circolare di Trento 21 dicembre 1817, n. 12283/4109, con istruzioni in merito alla tenuta del "giornale d'entrata ed uscita" e del "libro maestro" Regolamento 14 agosto 1819, n. 168 "Regolamento delle Comuni, e dei loro Capi nel Tirolo e Vorarlberg" Kaiserliches Patent vom 17 Maerz 1849, n. 170 "womit ein provisorisches Gemeinde-Gesetz erlassen wird" Notificazione 29 novembre 1849, emanata dall'i. r. commissione d'attivazione del poter giudiziario pel Tirolo e Vorarlberg relativa all'organizzazione delle nuove autorità giudiziarie in questa provincia Ordinanza imperiale 20 aprile 1854, n. 96, "wodurch eine Vorschrift für die Vollstreckung der Verfügungen und Erkenntnisse der landesfürstlichen politischen und polizeilichen Behörden erlassen wird". Kaiserliches Patent vom 24 April 1859, n. 58, "womit ein neues Gemeinde-Gesetz erlassen wird" Decreto del Ministero degli interni e della giustizia 30 gennaio 1860, n. 28 "betreffend die Bestellung eines beeideten Felschutzpersonales und das Verfahren über Feldfrevel" Legge 5 marzo 1862, n. 14, "con cui vengono stabilite le disposizioni fondamentali per l'ordinamento degli affari comunali" Legge 3 dicembre 1863, n. 105, "betreffend die Regelung der Heimatverhältnisse" Legge 9 gennaio 1866, n. 1, "obbligatoria per la contea principesca del Tirolo, colla quale viene emanato un regolamento comunale ed un regolamento elettorale pei comuni" Legge 25 luglio 1871, n. 95, "sull'introduzione di una legge generale sui libri fondiari" Legge 22 gennaio 1879, n. 13, "con cui viene emanato un regolamento per le persone di servizio" Legge del 18 gennaio 1882, n. 2, "valevole per la contea principesca del Tirolo, concernente l'amministrazione del patrimonio e delle entrate comunali ed i provvedimenti di rispettiva vigilanza sui comuni" Legge 7 giugno 1883, n. 94, "concernente la divisione di terreni comuni e la regolazione di diritti comuni di godimento e di amministrazione" Regolamento 18 giugno 1888, n. 3992 per i comuni italiani del Tirolo Legge 8 giugno 1892, n. 17, Amministrazione della sostanza comunale e dei redditi comunali Legge 10 marzo 1895, n. 16, concernente l'istituto della difesa del paese per la contea del Tirolo e pel Vorarlberg

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Legge 9 giugno 1909, n. 62, "valevole per la contea principesca del Tirolo, sulla commassazione dei terreni agricoli" Legge 9 giugno 1909, n. 61, valevole per la contea principesca del Tirolo, sulla divisione dei terreni comuni e la regolazione dei diritti di godimento e di amministrazione che vi si riferiscono

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio Il profilo storico-istituzionale riprende per la parte generale l'elaborato di Margherita FAES e Mauro NEQUIRITO citato in bibliografia. Bibliografia BRENTARI O., Guida del Trentino, Bologna, 1971, ristampa anastatica dell'edizione di Bassano del Grappa, 1890-1902 CAPUZZO E., Dal nesso asburgico alla sovranità italiana. Legislazione e amministrazione a Trento e a Trieste (1918-1928), Milano, 1992 CAPUZZO E., Dal nesso asburgico alla sovranità italiana. Legislazione e amministrazione a Trento e a Trieste (1918-1928), Milano, 1992 CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961 FAES M., NEQUIRITO M. (a cura di), Linee di sviluppo e cesure istituzionali nella storia dei comuni trentini dal Medioevo all'unione all'Italia descritte secondo le norme ISAAR, Provincia autonoma di Trento- Soprintendenza per i beni librari e archivistici, 2004 (dattiloscritto) GARBARI M., Strutture amministrative comunali nella provincia del Tirolo durante il secolo XIX, IN: La dinamica statale austriaca nel XVIII e XIX secolo, a cura di P. Schiera, Bologna, 1981 GARBARI M., Le strutture amministrative del Trentino sotto la sovranità asburgica e la sovranità italiana, IN: Storia del Trentino, a cura di Lia De Finis, Trento, 1996 GIUNTA PROVINCIALE DEL TIROLO (a cura di), Raccolta di leggi, ordinanze e decisioni ad uso delle amministrazioni comunali del Tirolo, Innsbruck, 1908 WALLER G., Manuale delle leggi e regolamenti comunali, distrettuali e provinciali, nonché delle altre leggi ed ordinanze ai medesimi attinenti valevoli per la Contea principesca del Tirolo, Innsbruck, 1886

77 subfondo 2 Comune di Tiarno di Sopra (ordinamento austriaco), 1897-1923 (con docc. fino al 1925)

buste 9

Soggetti produttori Comune di Tiarno di Sopra, 1821 gennaio 1-1923 gennaio 12

Contenuto Il subfondo conserva la documentazione prodotta dal Comune di Tiarno di Sopra nell'epoca compresa fra il 1821 ed il 1922, periodo in cui vigeva la legislazione austriaca. La documentazione conservata è scarsa e comprende i verbali delle sedute della rappresentanza comunale, del consiglio comunale e della giunta municipale, i protocolli degli esibiti, il carteggio ed atti degli affari comunali, un protocollo delle particelle e dei terreni, gli inventari del patrimonio comunale e il materiale contabile. Il materiale presente è quello tipico degli enti comunali asburgici ed è organizzato in 8 serie archivistiche. L'ordine delle serie vede la documentazione prodotta dagli organi comunali, quella di carattere amministrativo e quella di natura contabile. Al momento del riordino la documentazione di epoca austriaca si trovava raccolta in buste.

78 serie 2.1 Verbali delle sedute della rappresentanza comunale, del consiglio comunale e della giunta comunale, 1920-1925

Contenuto La legge comunale provvisoria del 17 marzo 1849 prevede la tenuta e la conservazione in archivio di un protocollo per la registrazione dei verbali delle sedute della rappresentanza comunale. Il verbale, che deve essere sottoscritto da chi presiede la seduta, da un membro appositamente nominato e dal segretario, si articola in una serie di deliberazioni prese in base ai vari punti all'ordine del giorno elencati nel verbale stesso o nell'avviso di convocazione che lo precede. Il Regolamento comunale per la Contea principesca del Tirolo, emanato con la Legge 9 gennaio 1866 in ottemperanza alla Legge 5 marzo 1862 sull'ordinamento degli affari comunali, definisce la rappresentanza "organo deliberativo e sorvegliante" senza potere esecutivo (che rimane invece affidato alla deputazione) ma apporta poche variazioni al suo funzionamento. Questa ora ha l'obbligo di riunirsi almeno una volta al trimestre e comunque ogni volta che sia necessario e che "lo domandi un terzo almeno dei suoi membri, o l'Autorità politica distrettuale, ovvero (...) la Giunta distrettuale". Le funzioni e l'attività della rappresentanza comunale rimangono comunque pressoché invariate fino all'entrata in vigore della legislazione italiana nel 1923. Infatti in base al R.D. 4 febbraio 1915, entrato in vigore in Trentino a seguito del R.D. 11 gennaio 1923 n. 9, vennero istituiti anche nel Trentino gli organi di consiglio e di giunta.

La serie comprende un solo registro dei verbali delle sedute della rappresentanza comunale, del consiglio comunale e della giunta municipale.

1. 2.1. n. 96. b. 4 "Conchiusi anni 1920-1925" 1920 maggio 9-1925 gennaio 4 Verbali delle sedute della rappresentanza comunale, del consiglio comunale e della giunta municipale, 1920 maggio 9-1925 gennaio 4. Le deliberazioni sono registrate promiscuamente. Registro, legatura in mezza pelle, cc. 148 n.n.

79 serie 2.2 Protocolli degli esibiti, 1919-1925

Contenuto L'introduzione nei comuni del Trentino del protocollo degli esibiti risale al periodo del Regno d'Italia napoleonico. La circolare del 16 dicembre 1811, emanata dal prefetto del Dipartimento dell'Alto Adige, ordina ai podestà la tenuta del protocollo degli esibiti, "dal quale si possa facilmente, e in ogni tempo rilevare l'insinuazione e l'evasione di ogni affare". Nonostante l'abolizione delle istituzioni del segretario e della cancelleria in tutti i comuni di campagna prevista dal Regolamento comunale per il Tirolo e il Vorarlberg del 26 ottobre 1819, il protocollo continua di fatto a essere usato in conseguenza della sempre crescente mole della corrispondenza comunale. Il nuovo regolamento del 1849 stabilisce che "in ogni comune dovrà la Rappresentanza comunale destinare almeno un individuo alle mansion