IL LAGO DI

L‟antico Lacus Volsiniensis è il lago più grande del ed il quinto in Italia, con i suoi 114,5 Kmq ed un perimetro di 43 Km ed è in assoluto il più grande lago formatosi in un cratere spento. Si trova a 305 metri s.l.m., ha figura quasi ovale con una larghezza di 12 Km e una lunghezza di 14 Km. Raggiunge una profondità massima di 146 metri ed è caratterizzato dalla presenza di 2 piccole isole, la Bisentina e la Martana, probabili frammenti di orli craterici, ricoperti da macchia mediterranea quasi incontaminata. Ha un bacino imbrifero limitato (circa 275 Kmq) e un emissario, il Marta che va a sfociare nel Tirreno. Dalle acque poco inquinate e ricche di pesci, il lago è famoso per la pesca delle anguille, rinomate a tal punto da essere citate anche da Dante nella Divina Commedia riguardo il Papa Martino IV che ne era goloso. Del resto le anguille alla Vernaccia ed il coregone con la Cannaiola di Marta e di Capodimonte sono piatti tipici da non perdere assolutamente. Nelle acque è anche abbondante la popolazione di tinche, persici e carpe, così come pure numerosissime sono le specie di anatidi e di altri uccelli che ne popolano i canneti. Le sue rive, incorniciate dai monti Volsini sono collinate ad est (dove è praticata la coltivazione della vite e dell‟ulivo) e boscose nella parte ovest, dove foreste di querce e castagne si alternano ad oliveti. Il lago di Bolsena è anche conosciuto per essere caratterizzato dal fenomeno delle sesse, ovvero rapide variazioni del livello sul tipo delle maree. Circondato da una strada panoramica lunga circa 60 Km, che collega i centri di Bolsena, (i maggiori), Marta, Capodimonte e , il lago è stato nella storia, testimone di moltissimi eventi eccezionali. Del resto la presenza umana nella zona è documentata dai resti di insediamenti preistorici, risalenti all‟età del ferro, oggi sommersi di 4-5 metri in seguito all‟innalzamento delle acque. All‟epoca degli etruschi vi sorse il centro di Vesentuim o Visentium, trasformato nel medioevo in Bisenzio, vicino all‟attuale Capodimonte, sulla riva occidentale, proprio di fronte all‟isola Bisentina. Divenuta romana, ebbe nel IV secolo anche la sede vescovile e fu poi distrutta insieme a Bolsena dai Longobardi nel corso della prima ondata di invasioni nel 749, fu riedificata per poi essere nuovamente distrutta nel 1264 da Papa Urbano IV (lo stesso che l‟anno precedente aveva proclamato la festa del Corpus Domini) nel corso delle lotte tra Guelfi e Ghibellini. Ricostruita ancora una volta fu definitivamente abbandonata nel 1816, per via della malaria che nel passato ha costituito nel Lazio il principale motivo di abbandono di intere città. L‟etrusca Velzna, divenuta poi la latina e poi Bolsena ebbe invece maggior fortuna, come testimoniato dai numerosissimi resti rinvenuti negli scavi. Anche se Bolsena, ha sempre dato il nome al lago (in antico chiamato appunto Vulsiniensis lacus da Vulsinium appunto, l‟odierna Bolsena), nel corso dei secoli questo prese anche i nomi di Lago di Capo di Monte (altro centro sulle rive) o Lago Martano dal nome dell‟affluente, il Marta appunto. L‟antica Bisentium dà invece il nome alla maggiore delle due isole, l‟isola Bisentina. Questa fu abitata dagli etruschi prima e dai romani poi, finché il papa Urbano IV (sempre lui!) che vi fece costruire il borgo, la ribattezzò Urbana. A testimonianza di un attività continua, l‟isola è disseminata di reperti di assoluto interesse storico e artistico.. Passata dal governo pontificio ai Farnese, l‟isola ospitò anche un carcere ecclesiastico e vide l‟edificazione di 2 tempietti sul piccolo colle che lo domina, di cui uno, detto “La Rocchetta” addirittura porta la firma di Antonio da Sangallo, di ben 7 cappelle affrescate disseminate per qua e la e soprattutto la chiesa dei SS. Giovanni e Cristoforo, inizialmente gotica, poi rifondata su progetto del Vignola, con una cripta che ospita il sepolcro della famiglia Farnese.

In questa chiesa vi erano anche tre tele di Annibale Carracci sull‟altare maggiore, scomparse ai primi del „700. Ora proprietà dei duchi Fieschi Ravaschieri, ha subito interventi di restauro e d‟estate ospita una serie di concerti e spettacoli noti come “Estate Bisentina”. L‟altra isola, la Martana, ora disabitata, invece è famosa per la Storia di Amalasunta, figlia di Teodorico, regina degli Ostrogoti, che venne imprigionata e uccisa proprio su quest‟isola, nel 534, dal secondo marito e cugino Teodato, a cui andava evidentemente stretto dividere il trono. Ma Bolsena è famosa anche per altri episodi, di cui uno particolarmente legato al lago: il martitio di S. Cristina. Questa giovane romana vissuta nel terzo secolo, uno dei più eroici dell‟età cristiana, che vide così tanti miracoli, era figlia di un prefetto famoso per le sue persecuzioni verso i cristiani e fu proprio da questo martirizzata, non volendo rinnegare la propria fede. Gettata nel lago con una pietra affinché affogasse, la pietra si mise a galleggiare, sostenendo il corpo della giovane, che fu trasportato sulla riva opposta, dove venne edificato un santuario, ove è possibile osservare la pietra con ancora impresse le orme della Santa. L‟ultimo miracolo è senz‟altro quello relativo al famoso episodio dell‟ostia grondante sangue e legato alla festività del Corpus Domini che avvenne proprio nella chiesa di S. Cristina circa mille anni dopo il martirio della Santa.