PARTE PRIMA – RICOGNIZIONE CONOSCITIVA

SITUAZIONE URBANISTICA GENERALE DEL TERRITORIO

Il Comune di Volongo interessa un territorio di modesta estensione (solo circa 8,07 kmq), posto a nord-est del capoluogo provinciale (da cui dista circa 26 chilometri). Tale territorio si colloca, quasi per intero, in sponda sinistra dell’Oglio. Si tratta in pratica di un lembo di bassa pianura bresciana che particolari vicende amministrative portarono ad appartenere, assieme al contiguo territorio di , prima al ducato di Mantova (le due parrocchie dipendono ancora oggi dalla relativa diocesi) e quindi (aggregazione sancita dal plebiscito del 1868) alla Provincia di . Al 31.12.2008 erano residenti su tale Comune solo 590 abitanti, per una densità di 74,21 ab/kmq, valore decisamente modesto rispetto alla media del circondario territoriale cremonese di appartenenza (189,56 ab/kmq). Piuttosto distante da poli urbani di maggior richiamo, Volongo è posto in una posizione relativamente appartata ed ha da secoli perso quell’importanza militare che possedeva un tempo, quando il relativo castello, oggi scomparso, era ambìto dalle potenze militari circostanti per il suo valore strategico, essendo posto ai margini di ben tre territori dalle differenti caratteristiche culturali, storiche ed economiche. Il detto popolare “parlà bersàn, signùr mantuàn, tase cremunèse” ben sintetizza la caratteristica “di frontiera” del territorio comunale. La lontananza sia da importanti vie di comunicazione che da poli urbani di un certo interesse, ha provocato, nell’ultimo secolo, una certa decadenza, sia demografica che economica, dell’abitato che, ancora nei primi decenni del novecento, poteva vantare una popolazione quasi tripla dell’attuale ed una attività economica, commerciale e industriale di tutto rispetto. Volongo gareggiava allora con Pescarolo nella lavorazione del lino e le tele ivi tessute godevano di particolare fama sui mercati lombardi. Il territorio di Volongo, allungato da nord verso sud, occupa un lembo di campagna della bassa bresciana dal profilo altimetrico abbastanza irregolare, segnato com’è, verso sud, dalle antiche divagazioni dell’Oglio e, in senso longitudinale, verso est dalle divagazioni del Rio , alimentato da risorgive, che affluisce in Oglio dopo un corto tracciato. Sono pertanto frequenti argini, arginelli, scarpate e scarpatelle, alcune delle quali (attorno al centro storico), sono di evidente opera umana, realizzate a suo tempo per scopi difensivi.

1 Il territorio comunale è tutt’ora in parte “ segnato” in modo evidente dalla originale maglia reticolare e ortogonale, fatta di strade e canali, disegnata oltre duemila anni or sono dalla “centuriazione ” romana dell’agro cremonese, centuriazione che qui supera persino l’ostacolo fisico rappresentato dal fiume Oglio per arrestarsi al Rio Gambara, solo oltre il cui corso non è più riconoscibile. Tale reticolo costituisce ancora oggi l’antica e suggestiva “ filigrana” che struttura intimamente la parte occidentale del territorio comunale, il suo sistema stradale, il suo sistema idraulico, la suddivisione dei campi e dei poderi e persino, la stessa posizione del centro abitato storico, con assoluta precisione inserito tra l’ultimo cardo più orientale e il corso del Rio Gambara. Proprio un bel tratto di un antico “ cardo” identifica la porzione più settentrionale del confine amministrativo con il Comune di Ostiano. Il territorio comunale confina all’ingiro, partendo da nord e procedendo in senso orario: - a nord con i Comuni di Gambara (BS) e di (BS); - ad est ancora con il Comune di Fiesse (BS), poi con il Comune di (MN – territorio di Fontanella) e infine, per un breve tratto, con il Comune di (CR); - a sud con il Comune di (CR). Qui il confine coincide con il fiume Oglio, salvo che per una piccola “ enclave ” posta a sud-est dello stesso Oglio e corrispondente al percorso, poi abbandonato, di un antico e profondo meandro del fiume; - ad ovest dapprima, ancora per un breve tratto, con il Comune di Pessina Cremonese (CR) e quindi, per un lungo tratto, con il Comune di Ostiano (CR). Non è probabilmente inutile ricordare che i Comuni di Volongo e Ostiano vennero fusi in una sola circoscrizione amministrativa dagli Austriaci nel 1785. L’unione durò sino al 1817, quando, a seguito di plebiscito, Volongo tornò ad essere realtà amministrativa autonoma. I due Comuni furono poi concordi nel 1868 quando, con ulteriore plebiscito, decisero di aggregarsi alla Provincia di Cremona che aveva loro promesso la costruzione del ponte sull’Oglio, costruzione che fu realizzata una ventina d’anni più tardi, nei pressi di Ostiano. Mancano sul territorio segni urbanistici forti e invasivi quali potrebbero essere costituiti da viabilità di recente impianto, ferrovie, metanodotti, elettrodotti ecc. L’unica presenza urbana significativa è costituita dall’abitato di Volongo (il toponimo richiamerebbe l’antico guado ivi praticato sul Rio Gambara), centro urbano di modeste dimensioni, caratterizzato da un compatto e gradevole centro storico a maglia reticolare. La periferia urbana del piccolo centro si è allungata in tutte e quattro le direzioni che convergono sul paese, evidenziando tuttavia una netta predilezione per la direzione nord-sud, parallela al corso del Gambara.

2 Non manca un grazioso quartierino posto ad est del centro originale, “oltre Gambara”, in posizione di notevole valore panoramico, denominato “ponte nuovo” Il resto del territorio era, per tradizione, pressoché privo di insediamenti, anche agricoli, essendo la maggior parte delle tradizionali cascine concentrate nell’abitato. Negli ultimi decenni si è invece realizzato un proliferare di nuovi allevamenti (sopratutto suini e pollame) che ha colonizzato soprattutto la parte nord-occidentale del territorio comunale. Verso l’Oglio ed oltre il Gambara, i terreni sono rimasti sostanzialmente inedificati con l’eccezione della cadente antica cascina Confortina (toponimo probabilmente deformato dall’originale Consortina, testimone di un’antica e particolare organizzazione fondiaria) e della radicalmente trasformata cascina Gerre (già detta anche cascina Porto). Quest’ultima, posta in golena dell’Oglio, ospitava, sino a pochi decenni orsono, il traghetto che consentiva agli abitanti di Volongo di superare il fiume e di raggiungere Monticelli Ripa d’Oglio ove faceva stazione il trenino che collegava Isola Dovarese con Cremona. Oggigiorno la tradizione del traghetto è conservata dalla famiglia ivi residente che si presta, all’occorrenza a trasbordare i pochi appassionati che vogliono visitare il suggestivo sito, anche se, purtroppo, l’antica lanca, relitta dal contrarsi del locale e originariamente profondo meandro fluviale, è stata da tempo bonificata ed è ormai scomparsa come sito di interesse naturalistico quale era ancora pochi decenni or sono. La viabilità che arma il territorio è ancora quella storica, rispettivamente diretta, quella principale, verso Ostiano (ad ovest), verso Gambara (a nord), verso Fontanella-Casalromano (ad est) e, quella secondaria (a sud), sdoppiata in due tracciati principali, uno posto nella direzione di Monticelli e l’altro diretto verso i terreni posti a sud-est del Gambara, raggiungibili attraverso il ponte della chiusa esistente in località detta “ La Pista ”. Di un certo interesse, oltrechè idraulico, anche turistico, sono le strade alzaie che percorrono la sommità degli argini lungo l’Oglio e lungo il Gambara. Di modesto interesse, in quanto prevalentemente occupato da monocultura, è il lembo di territorio posto oltre Oglio che, a parte la porzione golenale, ricca di vegetazione, presenta siepi ed alberature solamente sull’arcuato contorno che ancora rappresenta l’antico meandro, da tempo dismesso, del fiume Oglio.

3 VIABILITA’ E MOBILITA’

Proprio nel territorio di Volongo, al confine ormai con la provincia di Mantova, termina la strada provinciale 83, che partendo da Cremona, taglia radialmente il territorio provinciale dirigendosi verso nord-est. Si tratta di una strada di antichissima origine che nei secoli passati è rimasta sostanzialmente identica a sé stessa e solo negli ultimi decenni ha goduto di qualche modesto ammodernamento. Di calibro modesto, inizialmente rettilinea, avvicinandosi ai terreni paragolenali dell’Oglio, segue un tracciato più contorto che, in qualche misura, risente delle non lontane anse del fiume. Sino alla seconda metà dell’ottocento tale strada terminava sulla sponda dell’Oglio, ove solo una serie di molini natanti consentiva il collegamento ad Ostiano. L’isolamento di Ostiano e Volongo venne superato solo con la costruzione nella seconda metà dell’ottocento del ponte promesso dalla Provincia di Cremona in cambio della adesione dei due Comuni alla Provincia stessa. Il ponte, inizialmente costruito in ferro, fu ricostruito nel secondo dopoguerra in calcestruzzo armato adottando una interessante struttura ad archi caratterizzato, purtroppo, ma un modesto calibro carrabile. Purtroppo è stata, in tempi relativamente recenti, dismessa dalla Provincia la provinciale 72, oggi comunale, che, uscendo dal capoluogo e dirigendosi a nord, porta a Gambara, dopo di essere passata poco distante da Fiesse. È così rimasto di competenza provinciale il solo collegamento, invero molto contorto, con il territorio di Mantova, collegamento che porta a Casalromano dopo avere deviato per Fontanella. Il servizio di trasporto pubblico è garantito dalla linea gestita da “Km spa” di Cremona sul percorso Volongo-Vescovato-Cremona. Una piccola autorimessa, localizzata nella zona industriale, ospita nottetempo l’automezzo che alla mattina riparte per Cremona. La linea è utilizzata soprattutto dagli studenti delle scuole superiori diretti a Cremona. Il servizio comunale di “scuolabus” garantisce il trasporto di bambini e ragazzi alle scuole elementari e medie poste nel contiguo Comune di Ostiano. Lo stato attuale della viabilità che collega Volongo al territorio circostante può considerarsi solo parzialmente soddisfacente, sia per la già lamentata inadeguatezza dei calibri stradali, sia per la mancanza di qualsiasi forma di collegamento extra-urbano (tangenziale) tra le varie direttrici. Le strade extraurbane per Ostiano, Gambara e Fontanella sono infatti attualmente costrette a raccordarsi tra di loro utilizzando ancora, impropriamente, le strade del vecchio centro urbano. Pur non essendosi, fortunatamente, registrati gravi incidenti, la condizione di pericolo è evidente,

4 quanto lo è anche il disturbo costante portato dal traffico di interesse extraurbano alla qualità della vita nei quartieri urbani attraversati. Lo svilupparsi di attività, sia di allevamenti zootecnici intensivi, sia di attività industriali vere e proprie, nel settore di territorio posto a sud-est del centro urbano, ha complicato ulteriormente negli ultimi anni lo stato della circolazione nel paese, unendo alle tre tradizionali di traffico pesante, una quarta sostanzialmente nuova. Si impone, quanto meno come studio di ipotesi alternative e di messa in salvaguardia dei terreni interessati, una approfondita riflessione tecnica e urbanistica. L’esecuzione delle opere necessarie dell’opera ben difficilmente potrà contare, purtroppo, su risorse economiche che non siano di diretta origine comunale.

SITUAZIONE AMBIENTALE DEL TERRITORIO

Il territorio del Comune di Volongo è certamente tra i più interessanti e ricchi di significative valenze ambientali dell’intera provincia. Sotto l’aspetto paesaggistico la particolare circostanza di essere percorso da ben due corsi d’acqua, l’uno di notevole importanza come il fiume Oglio, l’altro di singolare interesse quale il rio Gambara, impreziosisce una campagna che appare qui più ricca di variabili ambientali che nella monotona generalità del territorio provinciale. Arricchiscono il territorio sia risorgive di terrazzo (presenti nella parte più settentrionale) che stagni e morte (presenti nella parte più meridionale). Tali considerazioni valgono soprattutto per i quadranti di S-W, S-E e N-E del territorio comunale, altimetricamente più bassi del quadrante di N-W che si raccorda ai precedenti attraverso una articolata e significativa scarpata. Giustamente il Parco Regionale dell’Oglio Sud comprende nel proprio perimetro i quadranti più bassi, nei quali sono numerosi gli elementi naturali caratterizzanti il paesaggio, arricchito da una discreta variabilità della vegetazione, composta da frequenti alberature ed aree marginali incolte. La stessa agricoltura è abbastanza diversificata, presentando ancora le tradizionali coltivazioni a rotazione. Non è certamente un caso che, soprattutto la porzione più orientale di detti terreni (verso Ostiano e verso il fiume) abbia anche un rilevante interesse faunistico e, ahimè!, venatorio. Il territorio è, peraltro, spoglio di presenze edilizie diffuse e tradizionali. La poche significative testimonianze dell’edilizia più vetusta giacciono in condizioni davvero precarie (cascina Confortina,

5 strutture della dismessa centralina elettrica in località La Pista), ovvero sono state pesantemente ristrutturate. L’edilizia più recente è di scarsa qualità, accostando, in genere, la tipologia della villetta unifamiliare ai capannoni, stretti, lunghi, bassi e banali degli allevamenti intensivi più moderni. Non è singolarmente presente in paese alcun episodio di villette a schiera. Di contro, il paesaggio costruito è riscattato da un pregevole centro storico, ben strutturato in significativi isolati urbani, ricco di edilizia di pregio che sovente dà forma a cortine compatte e nobili che adornano un paesaggio urbano decisamente di qualità. Notevole anche la visuale che del centro urbano si gode venendo da est (Fontanella) e attraversando il piccolo borgo di Ponte Nuovo (posto oltre Gambara).

IL CENTRO STORICO

Collocato in posizione altimetricamente atta a dominare il territorio, l’antico centro urbano rappresenta quanto di meglio la mano dell’uomo abbia saputo realizzare sul territorio comunale. La contiguità al rio Gambara, oltre a valorizzare l’interesse militare e difensivo del centro urbano, stimolò, in passato, alla realizzazione di fosse artificiali periferiche al centro più antico, fosse che ne esaltarono il carattere di “ castello ” a presidio e difesa di un intero territorio, in particolare a controllo di posizioni significative per l’attraversamento a guado dei corsi d’acqua circostanti (lo stesso toponimo deriverebbe dal latino “ vadum longum ” cioè “ guado lungo ”). Già l’architetto Valentino Volta, redigendo il secondo Programma di Fabbricazione comunale, nel 1973, aveva felicemente descritto il fascino architettonico e ambientale del vecchio centro urbano. Si ritiene utile riportare quanto già allora scriveva l’architetto Volta: “ La tipologia urbana è tipica del borgo medioevale costruita su maglia ad “insulae” rettangolari inscritta in una forma ovoidale. La strada maggiore, che solca come è di rigore nella tradizione, il borgo da est a ovest, ha degli slarghi che danno luogo a spazi interessanti, una piazza, un loggiato cinquecentesco, un sagrato a monte della chiesa parrocchiale. La stessa “contrada” principale è fiancheggiata da case e palazzotti che pur nel loro impianto schiettamente rurale si richiamano ai tipi del più genuino linguaggio culturale dell’architettura dell’epoca. Severe facciate cinquecentesche si alternano a silenziosi porticati con profonde arcate a tutto sesto, a slanci barocchi nei cornicioni, a nitidi schemi settecenteschi di orditura in mattoni a vista.

6 Sotto il sole padano, disegnano le loro brevi ombre pure alcune modanature e cornici floreali dell’antico ottocento. La facciata neoclassica della parrocchiale, scandita dalle possenti colonne, rivolta alle luci del tramonto, coagula in sé, in modo unitario quanto sbrigativo, la varia tipologia del borgo. Le strade trasversali, costruite sulla misura del carro grande per il trasporto del fieno, sono delimitate da corti ampie con porticati rustici rivolti a mezzogiorno, separate da alte muraglie in cotto. Gli orti circondano tutto intorno il borgo antico e permettono di leggere nelle verdi gradinate delle alture l’andamento dell’antico fossato. Al di fuori di questa parte più antica si uniscono qua e là alcune borgate basse, schiettamente rurali, con una più accentuata polverizzazione particellare. Qui i tipi edilizi sono di varia natura. L’unica costante rimane l’assenza di elementi stilistici riconoscibili.

LE CASCINE E LE ALTRE COSTRUZIONI STORICHE DISPERSE SUL TERRITORIO

Tradizionalmente priva di quelle significative cascine disposte a corte chiusa che caratterizzano la generalità del territorio cremonese, la campagna che circonda Volongo non ha in genere elementi architettonici degni di particolare pregio. Gran parte delle costruzioni originali sono state recentemente rifatte o alterate e le nuove costruzioni non brillano per qualità architettoniche ed ambientali. La cascina forse storicamente più importante, la cosiddetta “ Confortina ”, giace in condizioni di estremo degrado ed è prossima al definitivo collasso. Anche costruzioni site in collocazioni di notevole interesse ambientale (ad esempio Cascina Porto, oggi Gerre, e il cosiddetto Molino) hanno subito pesanti ed irreversibili trasformazioni. In cattive condizioni manutentive è anche l’edificio sito in località La Pista che, accostato alla chiusa, garantisce al tratto settentrionale del rio Gambara una quota adeguata alle esigenze locali di irrigazione ed ospitava, in passato, una piccola centrale idroelettrica a servizio del paese. Il PGT dovrà soprattutto preoccuparsi di tutelare l’aspetto ambientale delle varie costruzioni disperse per il territorio, salvaguardando i valori esistenti, cercando di mitigare le improprietà esistenti e creando le condizioni per una minimizzazione dell’impatto paesistico delle future nuove costruzioni.

7 VICENDE DELLA STRUMENTAZIONE URBANISTICA COMUNALE

Il Comune di Volongo fu tra i primissimi piccoli comuni della provincia di Cremona a dotarsi di un Programma di Fabbricazione allegato al Regolamento Edilizio. Tale strumento, invero alquanto semplificato, stante le prassi tecniche dell’epoca e la non ancora avvenuta emanazione del D.I.M. 2.4.1968 n° 1444 (decreto che fornì le necessarie direttive per una più aggiornata tecnica redazione degli strumenti urbanistici), fu redatto dal geom. Curzio Bonetti di Cremona, allora tecnico comunale, e venne approvato con D.I.M. del 4.12.1962 a firma congiunta del Ministro della Sanità Iervolino e del Ministro dei Lavori Pubblici Sullo. Lo strumento urbanistico non riconosceva ancora l’esistenza di un importante centro storico e prevedeva lo sviluppo urbanistico del paese sopratutto in direzione ovest, a nord della strada per Ostiano, accostando tra di loro, con una certa inopportunità, sviluppo residenziale e sviluppo produttivo. Gran parte dell’edificato risultava coperto dal vincolo del rispetto cimiteriale, allora ancora dimensionato in 200 metri, nonostante che sin dal gennaio del 1960 l’estensione di tale vincolo, fosse stato ridotta dal Medico Provinciale a soli 70 metri. Tale primo rudimentale strumento urbanistico generale fu sostituito solamente quando la Giunta Regionale, con deliberazione 1815 del 20.01.1976, ebbe ad approvare il nuovo Regolamento Edilizio con annesso Programma di Fabbricazione redatto dall’arch. Valentino Volta di Brescia. A tale strumento urbanistico si deve l’impostazione delle ancora attuali linee fondamentali di crescita dell’abitato e precisamente: - zona di espansione industriale lungo la strada per Gambara; - zona di espansione residenziale lungo la strada per Ostiano (lato settentrionale); - zona per servizi lungo la strada per Ostiano (lato meridionale). Un importante sforzo pianificatorio fu da tale strumento urbanistico ipotizzato a livello di ammodernamento della viabilità locale. Il Programma di Fabbricazione ipotizzava infatti sia una tangenziale nord al paese, che una tangenziale sud, entrambe dipartentisi dalla strada per Ostiano. Tale ipotesi avrebbe comportato la costruzione di due nuovi ponti sul Rio Gambara (l’uno a monte e l’altro a valle dell’unico oggi preesistente in zona urbana). L’ambizioso programma viabilistico rimase del tutto inattuato per carenza di fondi comunali e per il disinteresse dimostrato dalla Amministrazione Provinciale sulla quale, in realtà, sarebbe dovuto gravare la maggior parte dell’impegno economico e che, in concreto, si limitò a costruire il nuovo ponte sul Gambara, previa demolizione del preesistente e suggestivo ponte a volte in muratura.

8 Il Programma di Fabbricazione dell’arch. Volta si segnala anche per l’introduzione delle prime forme di tutela ambientale, consistenti in fasce di tutela sia lungo il fiume Oglio che lungo il Rio Gambara e nel riconoscimento dell’esistenza di un bel centro storico. Nonostante che la legge regionale 51/75 imponesse ai Comuni lombardi di dotarsi di Piano Regolatore Generale, tale Programma di Fabbricazione rimase in vigore per oltre vent’anni, sia pure parzialmente aggiornato con alcune varianti parziali. Con Deliberazione di Giunta Regionale n° 31312 del 29.09.1997 fu finalmente approvato il primo Piano Regolatore Generale redatto dall’ing. Enrico Benassi di Cremona. Tale strumento urbanistico è tutt’oggi in vigore, anche se anch’esso progressivamente aggiornato con diverse Varianti Parziali, tra le quali si, segnala per la sua importanza, la Variante approvata con Deliberazione Consiliare n° 19 del 30.04.1999 (individuazione dei fabbricati sparsi non agricoli in zona E), redatta dall’arch. Bruno Ferrari di Crema e dall’ing. Mario Falloni di Cremona. Le ultime varianti, redatte nel corso del 2003, ed approvate nel 2004, a firma dell’arch. Ivano Migliorati di Brescia, portarono a perfezionamenti puntuali e di dettaglio delle tavole di azzonamento. Tra di queste la più significativa fu certamente quella che produsse l’ampliamento verso mezzogiorno della zona produttiva sulla strada per Gambara. L’ampliamento verso settentrione venne invece stralciato a seguito del giudizio negativo espresso dalla Giunta Provinciale che lo ritenne sopradimensionato rispetto alle ridotte esigenze del paese.

SITUAZIONE DEMOGRAFICA

A partire dalla formazione dello stato nazionale unitario, la popolazione residente sul territorio del comune di Volongo fu così registrata in occasione dei vari censimenti ufficiali:

Anno Abitanti

1861 1073 ab. 1871 1132 ab. 1881 1218 ab. 1901 1253 ab. 1911 1325 ab.

9 1921 1276 ab. 1931 1222 ab. 1936 1249 ab. 1951 1172 ab. 1961 1013 ab. 1971 741 ab. 1981 763 ab. 1991 691 ab. 2001 620 ab.

La popolazione residente registrata al 31.12.2008 risultò composta da 590 persone. La dinamica demografica si può sintetizzare nei seguenti periodi: - un primo periodo di costante crescita, probabilmente dovuto al migliorarsi delle condizioni igienico-sanitarie, durato dal 1861 al 1911 ed interrottosi praticamente con la prima guerra mondiale; - un secondo periodo di lenta e progressiva decrescita dal 1911 al 1961, probabilmente dovuto alla crisi delle più tradizionali attività produttive del paese (filande, molini, caseifici ecc.); - un terzo periodo di grave collasso demografico dal 1961 al 2001, essenzialmente dovuto all’esodo dalle campagne dovuto all’introduzione di tecniche meccanizzate nella conduzione agricola; - l’ultimo decennio, pur vedendo ancora una certa perdita demografica, sembra accompagnare il paese ad una sostanziale stabilità demografica.

Negli ultimi anni la dinamica demografica locale si è venuta così caratterizzando:

Popolazione Nati Morti Immigrati Emigrati fine anno 1197 2 05 16 18 620 1998 3 03 20 17 637 1999 3 11 20 23 626 2000 5 13 11 13 616 2001 6 07 11 09 618

10 2002 6 10 26 19 620 2003 6 07 09 20 608 2004 5 05 10 23 595 2005 6 09 19 31 580 2006 8 05 27 28 582 2007 1 11 10 09 579

Al 31.12.2008 la popolazione residente appariva in recupero (590 persone). In sostanza, a fronte di un bilancio naturale sostanzialmente negativo (molti più morti che nati) si è verificato un bilancio sociale più equilibrato (pochi più emigrati che immigrati), circostanza che ha consentito di contenere in termini modesti il decremento residenziale complessivo. Piuttosto significativa è la popolazione residente straniera (12,20%, contro una media provinciale pari al 9,61%). La cosiddetta “piramide delle età” appare alquanto squilibrata, anche se in leggero recupero per quanto riguarda le classi di età più giovanili.

11

L’indice di vecchiaia (266,67) è, purtroppo, significativamente superiore a quello medio del circondario cremonese (192,53). Mentre gli altri indici demografici non risultano significativamente diversi rispetto a quelli medi circondariali, sono discreti gli indici di dipendenza (sia giovanile, che senile che totale). Poco attendibile la significativa differenza tra l’indice comunale di ricambio della popolazione attiva (ben 270,00) contro il valore medio circondariale (solo 154,24). Una citazione particolare merita il significativo ridursi del numero dei componenti medi per famiglia rilevato ai vari censimenti.

Residenti Famiglie Residenti per famiglia 1971 737 239 3,08 1981 761 261 2,92 1991 688 248 2,77 2001 620 255 2,43

12 In sostanza, nel giro di trent’anni, la media dei componenti per famiglia è calata di circa mezzo componente per nucleo famigliare. Pur essendosi ridotta la popolazione residente di circa cento unità, il numero delle famiglie è aumentato di circa quindici nuclei. Decisamente singolare è la stabilità con la quale la popolazione residente si distribuisce sul territorio. La quota residente nel capoluogo è infatti rimasta, negli ultimi decenni, sostanzialmente stabile con modeste variazioni (dal 93% del 1951 al 91% nel 2001), in questo risultando in netta controtendenza alla media dei comuni cremonesi che vedono, in genere, progressivamente contrarsi la quota di popolazione residente nelle case sparse. Il fenomeno è dovuto alle caratteristiche strutturali del territorio comunale di Volongo, che presentava, per antica tradizione, pochissime cascine disperse nella campagna.

SITUAZIONE SCOLASTICA

La modesta dimensione demografica rende difficile garantire in Volongo un servizio scolastico autonomo, cosicché, alla periferia occidentale del paese, si trova, abbandonato dalla sua tradizionale funzione, l’edificio abbastanza recente, che ospitava, sino a pochi anni or sono, la scuola elementare. Di fatto i bambini ed i ragazzi attualmente frequentanti la scuola primaria (corrispondente alla già denominata “ scuola elementare ”) e il primo grado delle scuole secondarie (corrispondente alla già denominata “ scuola media inferiore ”) sono trasportati quotidianamente, a mezzo scuolabus comunale, nel vicino paese di Ostiano. Considerata anche la significativa tradizione pedagogica locale (furono native di Volongo le sorelle Agazzi, benemerite innovatrici dei metodi didattici per l’educazione infantile), l’Amministrazione Comunale ha recentemente impegnato significativa porzione delle proprie pur modeste risorse nella riqualificazione del vecchio asilo comunale, realizzandovi all’interno anche un piccolo asilo nido. L’edificio così rinnovato è apprezzato dall’utenza che, essendo tuttavia piuttosto scarsa di numero (solo15 bambini nel 2008), rende la struttura di gestione piuttosto onerosa e pertanto problematica per le contenute risorse dell’erario comunale.

13 STATO DEI SERVIZI

È presente in paese un efficiente servizio religioso di antica realizzazione. Di compone di una bella chiesa (dedicata alla Beata Vergine e a San Pietro Apostolo) ed annesse opere parrocchiali, tra cui un simpatico teatrino, uno spazio per il gioco del basket ed un campo per il calcetto. A fianco della chiesa si apre una grande cappella votiva dedicata alla Madonna cosidetta “ del campanile ”, che, secondo la tradizione popolare vi sarebbe apparsa verso il 1600. Il campanile è tardo romanico. In paese è presente anche un’altra chiesa, detta Oratorio dei Disciplini o “ Giuseppina ”, dedicato a San Giovanni Battista, da decenni dismessa ed in attesa di una nuova destinazione. Anni or sono se ne ipotizzò l’utilizzo come sala civica, ma i relativi lavori non si avviarono mai. Un ulteriore tempietto votivo, dotato di minuscolo campanile, fu eretto nel 1919 dalla famiglia Basaglia in onore di San Antonio da Padova. La Parrocchia è gestita dal Parroco di Casalromano assieme a quella di Carzaghetto. Localmente abita in paese un vicario. I servizi sociali civili si concentrano soprattutto nell’edificio sede del Comune, posto in posizione decentrata rispetto alla viabilità principale e tuttavia ancora abbastanza centrale, La costruzione ha, da qualche decennio, inglobato anche il contiguo vecchio edificio scolastico. Il complesso ospita l’ufficio postale, l’ambulatorio, il centro sociale per gli anziani, la sede AVIS, la sede del locale corpo bandistico ed altre attività di interesse sociale. Le strutture scolastiche sono distinte in due poli. Quello di costruzione relativamente più recente, già occupato dalla scuola elementare, è posto alla periferia occidentale del paese, nei pressi del centro sportivo. La struttura è attualmente gestita dalla Pro-loco e serve da seggio elettorale, venendo gli utenti accompagnati in scuolabus all’edificio di Ostiano. Quello di costruzione più vecchia (l’asilo dedicato alle sorelle Agazzi) posto in centro al paese, è di recente restauro: ospita una sezione di scuola materna ed un micronido per i più piccoli. Il paese si fregia di un piccolo, ma efficiente campo sportivo, collocato alla periferia occidentale del paese. Il centro utilizza gli spogliatoi della palestrina annessa alla vicina ex-scuola elementare, e comprende un campo da calcio, una pista polivalente per basket e pallavolo, un campo da tennis e un campo per il gioco delle bocce. Il centro è dotato di un adeguato parcheggio. Il paese è dotato di un ordinato cimitero posto alla periferia sud-occidentale del paese. La relativa fascia di rispetto è stata ridotto a soli 70 metri su tutti i lati con Decreto 27.01.1960 del Medico Provinciale. Quanto all’acquedotto il paese è servito dal pozzo e dall’impianto di potabilizzazione di Ostiano, funzionando la torre piezometrica sita in via Selve di sotto, da semplice serbatoio di stoccaggio.

14 Nei pressi è posto anche un pozzo di riserva (fascia di rispetto coincidente con l’area di tutela assoluta per 10 metri di raggio). Servito da metanodotto e da una rete mista di fognatura, il paese è dotato di depuratore posto oltre Gambara e di piazzola per lo smaltimento differenziato dei rifiuti (quest’ultima è posta in zona industriale).

STATO DELLE ABITAZIONI

Il tempo ormai trascorso dall’ultimo censimento (2001) ed i criteri in esso utilizzati, parzialmente differenti da quelli utilizzati nel precedente (1991) non consentono di ricostruire con certezza la dinamica evolutiva del patrimonio abitativo locale. Anticipata tale riserva, si può ricordare che il numero delle abitazioni risultava secondo il censimento 1991 pari a 239 (di cui 179 in proprietà e 162 costruite prima del 1945), per complessive 1302 stanze, occupate da 485 persone. Ogni alloggio occupato comprendeva pertanto in media ben 5,4 stanze. Ogni residente aveva a disposizione in media ben 2,7 stanze. Entrambi i dati sembrano eccessivi e probabilmente derivati da criteri particolari di rilevazione. La percentuale di alloggi occupati in proprietà era pari al 75%. La percentuale di alloggi costruiti prima del 1945 era pari al 68%. Le abitazioni non occupate erano 38, pari cioè al 13,7% del totale degli alloggi censiti (239 occupati più 38 non occupati = 277). Il tentativo di individuare la motivazione della non occupazione sembrava far prevalere la scarsità della domanda di alloggi. Il censimento 2001 registrava 254 abitazioni occupate (di cui 189 in proprietà) per complessive 1048 stanze occupate da 475 persone. Ogni alloggio occupato comprendeva in media 4,1 stanze. Ogni residente aveva a disposizione in media 2,2 stanze. La variazione rispetto al 1991 è evidentemente dovuta ai diversi criteri di rilevazione adottati. I nuovi dati sembrano decisamente più realistici e attendibili di quelli del 1991. La percentuale di alloggi occupati in proprietà era pari al 74%. Per valutare la vetustà del patrimonio edificio, il censimento 2001 non fece più riferimento agli alloggi, ma agli edifici. Risultarono costruiti prima del 1945 n° 125 edifici su 245, per una percentuale dunque pari al 51%. Meno accurata è stata l’attenzione portata dal censimento del 2001 alla tematica degli alloggi non occupati: è mancato, in particolare, l’approfondimento delle cause della non occupazione.

15 Il numero degli alloggi non occupati risultò pari a 35 unità, pari cioè al 13% del totale degli alloggi censiti (235 occupati più 35 non occupati = 270). Le condizioni medie del patrimonio abitativo possono ritenersi nel complesso discrete, anche se mancano informazioni statistiche sul livello di consumo energetico, probabilmente alto, nelle case di relativamente recente costruzione. Mancano dati relativamente agli alloggi non occupati. Il censimento si è infatti limitato a quantificare alcuni elementi caratterizzanti la qualità dell’alloggio nelle sole abitazioni occupate. Il dato disponibile più preoccupante è il relativamente alto numero di alloggi occupati privi di apparecchi di riscaldamento in alcune stanze dell’alloggio (ben 71 su 235). Sembra pertanto evidenziarsi una situazione di parziale inadeguatezza del patrimonio edilizio occupato. Ragionevolmente tale fenomeno, interessa, probabilmente, soprattutto gli alloggi di più vetusta costruzione. La presenza residenziale interessa soprattutto il capoluogo. Quella che occupa alloggi nelle cascine e case sparse è, prevalentemente, legata ad esigenze di conduzione aziendale agricola. Sporadiche le residenze non legate alle necessità della lavorazione nei campi o dell’allevamento del bestiame. Quanto alle future scelte di politica urbanistica nel settore residenziale, sembra per le stesse quanto mai opportuno ipotizzare una moderata ulteriore crescita sulla disponibilità di alloggi così da incentivare quella tendenza al recupero abitativo che da tempo è presente in paese. Tale scelta risponde soprattutto all’esigenza di meglio utilizzare il capitale sociale fisso esistente, consentendone integrazioni e miglioramenti e, soprattutto, garantendone una più economica gestione complessiva. Non sembra pertanto per nulla assurdo porsi come obiettivo urbanistico l’almeno parziale recupero di quella tradizionale dimensione abitativa (1100 abitanti circa) che sino al 1951 caratterizzava il paese.

AGRICOLTURA E ZOOTECNIA

Dal 1961 al 2000 il numero delle aziende agricole operanti sul territorio comunale si è significativamente contratto, passando da 153 a sole 49: di contro si è quasi quadruplicata la dimensione media delle aziende (da soli 4,47 ha/azienda a 16,23 ha/azienda, valore che rimane comunque ancora significativamente basso).

16 L’attività zootecnica è rimasta presente sul territorio comunale, ma ha subito anch’essa una significativa trasformazione. Se le aziende addette all’allevamento di bovini erano ben 52 nel 1961, le stesse si erano ridotte a sole 6 nel 2000. Il numero dei capi allevati, mantenutosi in passato superiore al migliaio, secondo i dati più recenti, forniti dal servizio veterinario ASL, si è ridotto a soli 124! Di contro sono significativamente cresciuti gli allevamenti di suini e di pollame, non tanto come numero di aziende interessate, quanto soprattutto per numero di capi: basti al proposito segnalare che i 22.480 capi avicoli censiti nel 1990, sono attualmente ben 138.500! Analogamente i capi suini, da 1039 che erano nel 1990, sono attualmente ben 14.281! Se gli allevamenti di pollame e di suini sorgono, in genere, sufficientemente distanziati dall’abitato, qualche modesta interferenza si rileva ancora tra residenza e allevamenti di bovini.

ATTIVITA’ PRODUTTIVE

Le tradizionali produzioni locali, legate alle caratteristiche del territorio, sono ormai da decenni abbandonate, ad eccezione della fornace che ancora sopravvive in località Torricella, peraltro esterna al confine comunale. Sono così scomparse da molti decenni le attività legate al trattamento ed alla filatura e tessitura del lino, nonché alla lavorazione del latte (caseificio). Ha dismesso più di recente la sua attività anche una segheria che traeva motivazione d’essere dalla ricchezza della vegetazione arborea che in passato caratterizzava il territorio comunale e circostante. Da decenni sono ormai inattivi i mulini ad acqua e, sempre parlando di attività che dall’energia idraulica traevano la propria ragion d’essere, spiace ricordare che un tempo, in località La Pista, era attiva una piccola centrale idroelettrica che rendeva energeticamente autonomo il paese sfruttando il saldo del rio Gambara. Sono allo studio iniziative per la ricostruzione di detta centrale. Sussistono tuttavia in paese alcune attività produttive relativamente significative, anche se non più legate alle tradizioni del territorio. Le più importanti sono razionalmente collocate in un quartiere autonomo, posto a nord del paese, lungo la strada per Gambara. Si segnala una importante attività operante nel settore meccanico, specializzata nella produzione di macchine per il trattamento di materiale plastico e di molini industriali. Si segnalano anche una importante impresa edile, una ditta specializzata nella produzione di oggetti in vetroresina ed un calzaturificio. In paese è presente una carpenteria metallica ed una cesteria.

17 A sud del paese sono presenti, sostanzialmente in contesto agricolo, anche altre attività specializzate nel trattamento dei granuli di materie plastiche e della carpenteria metallica. Compito del PGT sarà consolidare il villaggio produttivo lungo la via Gambara. Con prudenza andrà anche affrontata la spinosa tematica delle attività produttive recentemente consolidatesi recentemente in zona agricola utilizzando strutture già zootecniche.

ATTIVITA’ COMMERCIALI

Volongo è praticamente dotata di tutti i servizi indispensabili per garantire una sufficiente attività commerciale. Sono infatti presenti uno sportello bancario, l’ufficio postale, la farmacia, una trattoria-bar ed un ristorante di buona fama con annessa locanda. I negozi veri e propri sono presenti sotto forma di una tabaccheria-edicola-cartoleria, di un negozio di ferramenta e di un negozio di articoli alimentari.

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PARTE SECONDA – SCELTE PIANIFICATORIE

LA PIANIFICAZIONE URBANISTICA SOPRAORDINATA

Interessano il territorio ben tre strumenti di pianificazione territoriale sopraordinata: il Piano Territoriale Regionale Paesistico, il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale e il Piano Territoriale del Parco Regionale del Fiume Oglio Sud. Il Piano Territoriale Paesistico Regionale non ha indicazioni particolari per il territorio di Volongo. Vale piuttosto anche per Volongo il fondamentale principio culturale enunciato dallo stesso Piano e cioè che tutto il territorio regionale, nessuna porzione esclusa, è portatore di valori ambientali e come tale va trattato. Ne discende l’obbligo per la amministrazione locale di sottoporre tutti gli interventi che determinano significative modificazioni dell’assetto esterno a quella particolare procedura che è detta “Valutazione di Impatto Paesistico”. Il PGT riduce la quota di discrezionalità, naturalmente insita in tale procedura, attraverso la messa a disposizione di una carta che distingue il territorio comunale per classi di interesse ambientale (contraddistinte da un numero progressivamente crescente da 1 a 5). Sul territorio comunale, sono, di fatto, riconoscibili terreni appartenenti alle sole classi 3, 4 e 5, in sostanza le tre classi di maggiore sensibilità ambientale Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale registra i vincoli operanti per legge e propone la costruzione di una rete ecologica provinciale. Per il territorio comunale di Volongo non propone particolari ulteriori iniziative. Il contenuto più importante è certamente costituito dalla definizione dei cosidetti “ambiti agricoli strategici”, nei quali non dovrebbe svilupparsi l’iniziativa urbanistica comunale. Tale definizione non considera, in territorio di Volongo, due modesti insediamenti produttivi sorti negli ultimi lustri a sud-est del paese riutilizzando strutture edilizie dismesse. Di conseguenza il PGT propone una doppia modesta correzione della pianificazione provinciale e la conseguente sottrazione ai sopracitati “ambiti agricoli strategici” di due modesti appezzamenti di terreno già edificato a scopo extra-agricolo. Entrambi gli appezzamenti hanno superficie inferiore ai 10.000 mq. Altro contenuto importante di tale PTCP è l’individuazione, di massima, dell’orlo della scarpata morfologica che divide la porzione più alta del territorio comunale dai terreni più bassi oggetto delle più recenti divagazioni fluviali del fiume Oglio e del rio Gambara. Nei pressi del paese, porzioni di detta scarpata sembrano di antica origine antropica (probabilmente si tratta infatti di terrapieni realizzati in passato per scopi militari).

19 Il Piano Territoriale di Coordinamento del Parco Oglio Sud interessa la parte meridionale del territorio comunale, posta prevalentemente in sponda sinistra del fiume Oglio, e la parte orientale del territorio stesso, posta in sponda destra del rio Gambara. Si tratta di un ottimo Piano, redatto secondo criteri tradizionali di azzonamento e di normativa, che regge ottimamente la propria funzione nonostante gli anni trascorsi dalla sua redazione e approvazione. Il territorio è suddiviso in varie zone e sottozone, puntualmente riferite alle caratteristiche del territorio ed opportunamente normate. Il PGT non può che recepire diligentemente le relative indicazioni e prescrizioni.

SUDDIVISIONE PER AMBITI DEL TERRITORIO COMUNALE

La gran parte del territorio comunale è destinata alle attività agricole e sostanzialmente già pianificata dal parco Oglio Sud. Restano di stretta competenza comunale solamente la porzione nord-occidentale del territorio e la porzione dell’abitato di Volongo (località Ponte Nuovo) posta in sponda sinistra del Gambara, porzione che lo stesso Piano del Parco riserva alla pianificazione locale. La porzione la cui pianificazione è di competenza comunale è anch’essa, prevalentemente, destinata all’uso agricolo e distinta in un ambito agricolo normale (E1) e in un ambito agricolo di rispetto urbano ed infrastrutturale (E2). L’ultima qualificazione è soprattutto tesa a salvaguardare dall’edificabilità terreni che potrebbero essere, in un futuro che ci si augura non troppo lontano, ben utilizzati per la realizzazione della tangenziali atte a ridurre il traffico di attraversamento che attualmente grava significativamente sul paese e in particolare sulla sua strada principale. Per quanto riguarda il territorio più propriamente urbano, oltre ai comparti di trasformazione, sono stati individuati i seguenti ambiti: - l’ambito storico urbano di recupero; - l’ambito residenziale di vecchio impianto; - l’ambito residenziale di recente impianto; - l’ambito produttivo esistente; - l’ambito a verde privato; - i vari ambiti destinati a servizi pubblici, sociali e tecnologici.

20 RETE ECOLOGICA

Nel tentativo di riequilibrare il compromesso rapporto tra territorio e natura, la pianificazione territoriale propone a vari livelli (regionale, provinciale e comunale) la creazione di una rete di boschi, filari, siepi, zone umide ecc., rete, appoggiandosi alla quale, animali e vegetali possano ritrovare migliori condizioni di vita. Raccogliendo le indicazioni del Piano Territoriale Paesistico, del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, nonché della più recente Deliberazione di Giunta Regionale 26.11.2008 n. 8/8515 e delle ricognizioni sul territorio comunale effettuate per la redazione del PGT, si può, in prima approssimazione, come di seguito elencare gli elementi costitutivi della Rete Ecologica locale. Possiamo considerare tale rete supportata, in primo luogo, dal fiume Oglio e dalle fasce umide, alberate o meno ad esso circostanti. Tale fiume costituisce, ovviamente un corridoio ecologico di primo livello. Anche se stranamente dimenticata dalla elencazione fornita dallo stesso PTCP fanno sicuramente parte della Rete Ecologica Locale anche il rio Gambara e le relative zone umide circostanti. L’importanza di tale corso d’acqua fa propendere per una sua aggregazione ai corridoi di primo livello. Sul territorio comunale sono presenti anche alcune zone umide. Va infine segnalato che la Deliberazione di Giunta Regionale classifica come “areale di secondo livello – area di supporto” i terreni posti nella porzione orientale del territorio comunale (sponda sinistra del Gambara).

SUDDIVISIONE DEL TERRITORIO PER SETTORI DI SENSIBILITA’ PAESAGGISTICA

Come è noto, il Piano Territoriale Paesistico Regionale, dopo di aver giustamente affermato che tutto il territorio regionale è, in qualche modo, portatore di valori ambientali, ha imposto che, pertanto, qualsiasi progetto edilizio, destinato a modificare significativamente l’ambiente, vada soggetto a “Valutazione di Impatto Ambientale” (disposizione da tempo ormai in piena vigenza e peraltro esplicitamente richiamata anche dalle disposizioni legislative concernenti i “sottotetti” e il cosiddetto “piano casa”). Per agevolare tale valutazione e ridurre la discrezionalità fatalmente insita nel procedimento stesso, si è allegata al PGT una “carta delle sensibilità paesaggistiche” che suddivide il territorio comunale in tre classi, corrispondenti ai tre gradi più elevati di sensibilità (3°, 4° e 5°).

21 Al grado più elevato (5°) sono ovviamente attribuiti i terreni posti a cavaliere dell’Oglio e quelli posti ad oriente del Gambara. Al 4° grado è stato attribuita la fascia di territorio più interna, comprensiva del centro urbano. Al 3° grado è stato attribuito il settore agricolo nord-occidentale. Utilizzando tale cartografia la compilazione delle matrici di valutazione (rapporto tra sensibilità del sito e incidenza del progetto) sarà sicuramente meno discrezionale, risultando ormai prefissati almeno i valori di sensibilità del sito.

COMPARTI DI TRASFORMAZIONE E RINVIO ALLE SCHEDE DI INDIRIZZI ATTUATIVI

Il PGT affida le modeste possibilità di crescita dell’insediamento urbano di Volongo a soli n. 6 comparti di trasformazione, tutti collocati nella porzione settentrionale della periferia urbana. Procedendo da nord verso sud troviamo in primo luogo, in località Panicella tre comparti produttivi destinati a consolidare il piccolo polo industriale da tempo insediatosi lungo via Aldo Moro (ex- provinciale per Gambara). I due comparti di maggiore dimensione (CT1 E CT2) rappresentano la riconferma di due previsioni già contenute nel vigente PRG e già coperti da convenzioni di lottizzazione rimaste sino ad ora scarsamente attuate. Solamente il terzo piccolo comparto (CT3) rappresenta un’effettiva innovazione pianificatoria. Poco più a sud troviamo i comparti CT4 e CT5 destinati ad ospitare il cuore della futura crescita residenziale urbana. Nell’angolo nord-occidentale del centro storico, infine, una cascina cadente e di modesto valore ambientale costituisce il comparto CT6 dal quale si intende ricavare una importante piazza urbana proprio nei pressi dell’ingresso del paese. Per avere informazioni più dettagliate sui vari comparti e sul loro dimensionamento complessivo, si consiglia la lettura dell’apposito fascicolo di indirizzi attuativi.

RAPPORTI TRA COMPARTI DI TRASFORMAZIONE ED AMBITI DI INFLUENZA DELLE ATTIVITA’ ZOOTECNICHE INSEDIATE

I comparti di trasformazione sono stati tutti collocati in posizioni tali da evitare conflitti con attività zootecniche preesistenti.

22 Ciò vale soprattutto per i comparti a destinazione residenziale. Per quanto riguarda i comparti produttivi, la distanza minima rilevabile è quella del CT1 il cui confine orientale sorge a 240 metri dall’allevamento suinicolo di cascina Risorgimento, allevamento posto peraltro in una depressione e pertanto già di per se’ stesso sufficientemente isolato rispetto ai terreni più alti sui quali è insediato e si potrà espandere il quartiere produttivo di zona Panicella.

SITUAZIONE VIABILISTICA E PERCORSI CICLOPEDONALI

L’abitato di Volongo è, sotto il profilo viabilistico, decorosamente raccordato con il territorio circostante. Eventuali rettifiche ed allargamenti delle principali arterie che arrivano al paese interessano territori esterni alla competenza comunale e non si sono potute pertanto inserire nel presente strumento urbanistico. Un problema localmente piuttosto sentito è costituito dalla circostanza che tutta la viabilità di interesse territoriale deve, di necessità, attraversare il paese, disturbando e rendendo pericolosa la sua viabilità, sostanzialmente di antichissima impostazione e come tale inadeguata alle esigenze del traffico contemporaneo. Si evidenzia pertanto l’opportunità di ipotizzare la realizzazione di tangenziali che, almeno parzialmente, possano ridurre la mole del traffico costretta a transitare per il centro urbano. Il PGT, in particolare, evidenzia un’ipotesi di tangenziale sud-ovest destinata ad aggirare la zona del cimitero e a collegare la via per Ostiano con la parte meridionale del territorio comunale. Poiché, tuttavia, tale tracciato è tutt’altro che di agevole realizzazione (mancando al riguardo qualsiasi studio anche solo di massima) la planimetria di PGT ha ritenuto opportuno mettere in salvaguardia da utilizzi edilizi alcuni spazi lineari classificandoli come ambito E2 (agricolo di rispetto urbano e infrastrutturale). Tale scelta ha riguardato, in particolare, due fasce di territorio ancora ben aperto: una prima che, partendo dalla via per Ostiano si dirige verso mezzogiorno, sino a interferire con la preesistente strada vicinale Albero Pino, l’altra diretta verso nord, sino a raccordarsi con la strada vicinale dei Brugneti di Sopra e, tramite quest’ultima, con la via Padania e la ex-provinciale per Gambara. Inutile aggiungere che la realizzazione di tali opere supera di gran lunga le attuali modeste risorse comunali. Appare tuttavia corretto salvaguardare il territorio nella prospettiva che tempi migliori possano in futuro effettivamente consentire la realizzazione di tali tangenziali.

23 DIMENSIONAMENTO DEL PIANO

Come è agevole desumere dall’elaborato relativo ai Comparti di trasformazione, il PGT propone un’espansione residenziale pari a poco più di 200 abitanti ed un’espansione produttiva di poco superiore ai 50.000 mq. L’occupazione complessiva di territorio è così quantificabile: - per attività produttive: 54.178 mq - per residenza: 30.965 mq totale 85.143 mq E’ doveroso segnalare che la progettata espansione urbana incrementa, sia pure di poco, l’occupazione edilizia del territorio comunale. Attualmente tale occupazione, comprensiva delle case e delle cascine sparse, è pari a 0,52 kmq (cioè pari a 6,25% dell’intero territorio comunale che misura 8,07 kmq). La crescita urbana determinata dal PGT equivale all’occupazione di una quota ulteriore pari all’1,05%. Se effettivamente si dovessero realizzare tutte le previsioni del PGT la quota complessiva percentuale di territorio occupato da case e capannoni crescerebbe da 6,25 a 7,31%.

Cremona, gennaio 2010 (arch. Michele de Crecchio)

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