O r i g i n a l e P R O V I N C I A D I T O R I N O C I T T À D I S U S A

VERBALE DI DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE N.52

OGGETTO: Determinazioni in merito alle risultanze del vertice tenutosi il 10 dicembre 2005 presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri in ordine alle problematiche della TAV/TAC in Valle di Susa.

L’anno duemilacinque addì ventuno del mese di dicembre alle ore ventuno e minuti zero nella sala delle adunanze consiliari, convocato dal Sindaco con avvisi scritti recapitati a norma di legge, si è riunito, in sessione Ordinaria ed in seduta chiusa al pubblico di Prima convocazione, il Consiglio Comunale, nelle persone dei Signori:

Cognome e Nome Presente

1. PLANO Sandro - Sindaco Sì 2. MONTABONE Giorgio - Assessore Sì 3. FONTANA Mario Domenico - Assessore Sì 4. FONZO Antonia Josefina - Assessore Sì 5. SICILIANO Eugenio - Assessore Sì 6. BELTRAME Luigi Antonio - Vice Sindaco Sì 7. GILLI Piergiuseppe - Consigliere No 8. GRECO Maria - Consigliere Sì 9. LIUZZO Erika Giorgia - Consigliere Sì 10. GIANOLI Edoardo - Assessore Sì 11. LONGO VASCHETTI Maria Biagia - Consigliere Sì 12. SAYN Marco - Consigliere Sì 13. BELLICARDI Germano - Consigliere Sì 14. BACCARINI Giovanni - Consigliere Sì 15. PANARO Salvatore - Consigliere Sì 16. LAZZARO Antonio - Consigliere Sì 17. FOLLIS Sirio Roberto - Consigliere Sì

Totale Presenti: 16 Totale Assenti: 1

Assume la presidenza il Signor PLANO Sandro.

Partecipa alla seduta il Segretario Comunale SIGOT Dr. Livio. Dopo la relazione del Sindaco, così riassumibile:

“La nostra Valle è interessata da un gran numero di infrastrutture utili ai collegamenti internazionali, alla produzione e al trasporto di energia idroelettrica destinata in gran parte alle utenze regionali e nazionali. L’analisi delle linee di comunicazione sul versante occidentale dell’arco alpino evidenzia che il maggior volume di traffico merci transita sulla direttrice Torino-Lione, l’ipotetico corridoio 5. Basta un semplice elenco per dare la misura dell’impatto prodotto dalle molteplici infrastrutture già presenti sul territorio: Traforo ferroviario del Frejus a) Linea ferroviaria internazionale Torino-Lione b) Traforo Autostradale T4 del Frejus c) Autostrada A32 d) Sede Sitaf, svincoli autostradali e aree intercluse e) Valico del Moncenisio f) Strada Statale SS25 g) Valico del Monginevro h) Strada Statale SS24 i) Dighe: 4, Moncenisio, Rochemolles, Valclarea, Gorge j) Bacini di demodulazione: 2 (, Susa) k) Centrali idroelettriche: 16, Venaus 2 (Enel, Aem), Susa 6 (Aem, 1° salto, 2° salto, 3° salto, Enel Cascina Roma, Coldimosso), Chiomonte 1, 2, 1, 1, Borgone 1, 2 (Villa Quagliotti, Teksid) l) Linee elettriche ad alta tensione 380 kV: 1 m) Linee elettriche a media tensione: 3 n) Discarica: 1 (Mattie) o) Collegamenti internazionali su Fibra ottica p) Autoporti: 2 (Susa e San Didero) q) Centro regionale di guida sicura

Risulta evidente che per questa zona non si può più parlare della sindrome Nimby, (Not in my back yard), ovvero non nel mio giardino, ma di una sua evoluzione (Not anything in my back yard), non tutto nel mio giardino.

La Valle di Susa si trova in una situazione più critica rispetto alla Valle d’Aosta, senza per questo beneficiare dei vantaggi delle Regioni a Statuto speciale: benefici fiscali, contributi per interventi privati e pubblici di qualificazione ambientali, vantaggi occupazionali, agevolazioni per le imprese. Basti pensare al ritorno economico che potrebbe avere il di Susa applicando semplicemente l’ICI a tutti i terreni occupati dalle infrastrutture.

In questo contesto di per sé già problematico, il Governo, la Regione e la Provincia hanno programmato la realizzazione di una linea ferroviaria ad alta velocità e sollecitato un investimento di quasi 500 milioni di euro per il raddoppio del Traforo del Frejus in conseguenza ai due morti dell’incendio nel tunnel autostradale. Ipotesi, quest’ultima, oggetto di dure contestazioni da parte della popolazione locale anche in considerazione di come i 14-16 morti per incidenti stradali che si registrano annualmente in Valle non abbiano prodotto nessuna misura radicale per il miglioramento della livello di sicurezza della viabilità ordinaria.

Per velocizzare la realizzazione del progetto TAV la Regione ha convocato, negli ultimi anni numerosi incontri istituzionali che non hanno però prodotto nessun risultato concreto.

Ultimamente, in seguito alle contestazioni degli Enti Locali è stata istituita una Commissione, presieduta dall’arch. Rivalta, con il compito di esaminare i problemi della nuova linea ferroviaria senza però rimettere all’ordine del giorno la discussione sull’utilità dell’opera e del modello trasportistico sull’arco alpino.

Alla fine di agosto il Governo ha deciso a stringere i tempi di attuazione del programma di sondaggi e dell’avvio dei lavori per il tunnel geognostico di Venaus, inviando sui siti un ingente spiegamento di Forze dell’Ordine, istituendo posti di blocco nei Comuni di Susa, Venaus e al fine di garantire lo svolgimento delle opere anche in presenza di massicce contestazioni popolari.

Questo “modus operandi” ha prodotto notevoli tensioni e vibrate proteste dei Cittadini che vedevano di fatto limitata la propria libertà di movimento. (I residenti erano costretti ad esibire i documenti per accedere alla propria abitazione e a motivare gli spostamenti).

Le proteste sono sfociate in imponenti manifestazioni, fiaccolate, assemblee pubbliche e scontri culminati il 6 dicembre con l’occupazione delle aree di cantiere di Venaus da parte di Reparti speciali della Polizia, con uso della forza nei confronti di alcuni dimostranti. Episodio certamente poco edificante, contro il quale è stata organizzata la manifestazione dell’8 dicembre caratterizzata da nuovi scontri e dall’accesso di alcuni dimostranti nei terreni assegnati all’impresa Cmc. Noi condanniamo gli episodi di violenza e gli insulti alle Forze dell’Ordine che hanno semplicemente eseguito le istruzioni impartite.

La presa di posizione dei Comuni della Valsusa è analoga a quella di altre realtà locali. In Italia sono in atto 190 contestazioni a grandi opere. La legge obiettivo, che nelle intenzioni del legislatore doveva velocizzare la soluzione di tutti i problemi in realtà li ha scavalcati, creando notevoli tensioni come a Scanzano Jonico, Acerra, ecc.. Questa legge si è dimostrata superata dai fatti poiché esautorando i Comuni dai processi decisionali crea contrapposizioni non incanalate in meccanismi istituzionali. I nuovi orientamenti sulle infrastrutture e le contestazioni di carattere metodologico motivano i dubbi sulla necessità di quest’opera e alcune considerazioni di carattere generale: a) Modello di sviluppo. Nel caso dei trasporti, come per altri settori, stiamo progettando il futuro su schemi ancorati a prospettive di crescita costante nel tempo con equazioni che seguono uno schema consolidato. Più consumi uguale a più produzione industriale, più necessità di trasporti, più rifiuti, più inceneritori. Si sta delineando invece l’idea che debba essere rivista questa tendenza con nuove parole d’ordine, telelavoro, riduzione dei consumi, qualità e maggiore durata dei prodotti, riduzione degli imballaggi, ottimizzazione dei trasporti e dei punti di produzione, riciclaggio dei contenitori. Su questi scenari si giocherà probabilmente nel prossimo futuro la concorrenza con le potenze economiche dell’Est europeo e dell’Oriente. b) Modello trasportistico. La linea ferroviaria ad alta velocità era stata concepita negli anni 90 con previsioni di incremento del Pil a valori via via crescenti con medie sull’ordine del 5% annuo. L’incremento della domanda di trasporto è strettamente connessa all’incremento del prodotto interno lordo e in quel contesto erano ragionevoli le ipotesi di collasso del sistema ferroviario nel 2015. L’andamento dell’economia a livello europeo non ha confermato tali previsioni e il Pil in Italia aumenta di valori dell’ordine dello 0,1-0,2% e negli altri Paesi europei su valori analoghi o di poco superiori. Il baricentro della produzione e dei settori manifatturieri si è spostato verso l’Europa dell’Est, più competitiva sul costo del lavoro, A livello mondiale lo sviluppo dell’economia Cinese ha messo in seria crisi le aziende europee, mentre l’afflusso delle merci proveniente dall’oriente privilegia il trasporto su nave verso i grandi porti del nord. Attualmente stiamo assistendo a una riduzione del traffico su gomma nei trafori del Frejus e del Monte Bianco. c) Finanziamenti Va evidenziata l’incognita dovuta al finanziamento dell’opera. L’aumento del debito pubblico ha costretto il Governo a consistenti riduzioni su diversi centri di spesa: 6,7 % ai Comuni, 300 milioni di euro all’Anas, un miliardo e due alle Ferrovie, ponendo problemi alla gestione e alla manutenzione ordinaria di strade e ferrovie. Risulterà probabilmente difficile il reperimento dei fondi pubblici necessari a sostenere la realizzazione del ponte di Messina e del Treno ad alta velocità a fronte di una domanda sempre crescente di affidabilità e sicurezza per le infrastrutture esistenti. d) Salute. La Popolazione locale ha maturato una notevole sensibilità sul tema della salute e sulle possibili ripercussioni sulla vivibilità della valle in seguito allo stoccaggio dei materiali provenienti dagli scavi in presenza di amianto e uranio. Le pubblicazioni degli studi epidemiologici dell’Arpa collocano nella media regionale gli indici di mortalità per neoplasie maligne dei Comuni della Valle di Susa. Alcuni Tecnici sostengono che nel massiccio d’Ambin non si rileva la presenza di amianto e che l’uranio è stratificato a una quota non interessata dal tunnel di Base. Sostengono inoltre che l’Amianto è presente nella tratta tra Venaus e Casellette in misura contenuta e controllabile. Queste affermazioni non sono sufficienti a tranquillizzare coloro temono una convivenza di 15 anni con le polveri provenienti dai cantieri e dalle discariche di marino. e) Cantieri. La sistemazione logistica di operai, macchine, depositi di materiale per un’opera di queste dimensioni, creerà senza dubbio un notevole impatto sul contesto sociale della nostra Città e della Valle. Dai progetti trasmessi dalla Ingerop si rileva un impatto non sostenibile per la comunità locale. I nastri trasportatori e le teleferiche attraversano la parte nord-est della nostra Città, il Comune di Mompantero, Venaus, e Moncenisio. La finestra di Foresto compromette una delle più importanti aree agricole del nostro Comune e un ambito naturalistico di grande interesse. L’accesso ai cantieri di Venaus, se non viene realizzato immediatamente lo svincolo Ovest dell’A32, passerebbe per il centro di Susa, in Corso Francia, davanti all’Ospedale. Tale situazione non è accettabile. f) Sistemazione del marino. Le relazioni progettuali prevedono l’estrazione di circa 400.000 m3 di materiale proveniente dal tunnel geognostico, da collocare nella discarica Colombera nel territorio del Comune di Chiomonte o nella discarica di Prato Giò, nel Comune di , immediatamente a monte dell’abitato di Susa. Quest’ultima soluzione comporterebbe notevoli inconvenienti per la dispersione delle polveri. Il tunnel di base prevede l’estrazione di 6.000.000 di m3 di materiale che dovrà essere stoccato nella Carriére du Paradìs. Anche in questo caso si prevedono pesanti ripercussioni sulla transitabilità della Statale n. 25 e inconvenienti per le polveri trasportate dal vento. g) Danni al Turismo. Le esigenze di una politica orientata allo sviluppo del Turismo sono in evidente conflitto con i cantieri e le discariche connesse alla costruzione di una nuova linea ferroviaria. Le azioni di riqualificazione ambientale e di promozione dell’enogastronomia potrebbero essere vanificate dal fatto che una parte consistente del territorio sarebbe destinata a opere civili di forte impatto. h) Riduzione del valore immobiliare delle abitazioni. Contrariamente a quanto ipotizzato da alcuni studiosi di economia, si prevede una notevole riduzione del valore immobiliare delle abitazioni nei settori della valle interessati dai nastri trasportatori e dalle teleferiche. L’ipotesi di aumento di valore dovuto al miglioramento delle comunicazioni in questo caso non risulta reale in quanto la nuova linea non prevede stazioni intermedie. i) Aumento degli affitti. Nel periodo dei lavori si assisterà probabilmente a un notevole aumento degli affitti per l’aumento della domanda di locazione per tecnici e maestranze dei cantieri. Questo rappresenta senza dubbio un effetto temporaneamente favorevole per i proprietari di case, ma costituisce un elemento di criticità per una larga fascia di popolazione che non ha ancora risolto il problema della casa con assegnazione di alloggi di edilizia popolare. j) Criticità evidenziate dalla Comunità Montana . Le Amministrazioni della Valle e i Tecnici della Comunità Montana hanno evidenziato altri aspetti che rendono estremamente problematica la realizzazione della nuova linea e in particolare le tematiche relative al Dissesto idrogeologico, alle linee elettriche di alimentazione della nuova tratta, al rumore, alla fascia di salvaguardia di 150 m.

Da queste considerazioni si può affermare che la soluzione del problema non contempla esclusivamente l’aspetto ferroviario, ma investe una serie di questioni che abbracciano il modello di sviluppo, il trasporto su ferro, il trasporto su gomma e i progetti sul futuro economico e ambientale della valle.

Risulta quindi riduttiva la proposta di una Valutazione di Impatto Ambientale straordinaria sul solo tunnel geognostico di Venaus. Risulta anche riduttiva una Valutazione d’impatto ambientale pur estesa all’intera opera, se limitata al solo collegamento ferroviario del Corridoio 5.

Come proposto in un incontro con la Regione, da una Conferenza sui trasporti sull’arco alpino dovrebbe prendere corpo una procedura di VIA riguardante l’intero sistema di comunicazione. In tale sede potrebbero essere esaminati le soluzioni per i vari problemi: la fragilità del sistema di comunicazione con l’Europa, la ridondanza delle vie di transito, gli incentivi per il trasferimento delle merci dai Tir ai Treni. La popolazione locale non può accettare senza riserve una nuova linea ferroviaria senza garanzie sulla salute, sulla riduzione del traffico su gomma, sulla riqualificazione ambientale. Elencando i possibili scenari in ordine di compatibilità ambientale:

0. Mantenimento della situazione attuale 1. Potenziamento della linea storica e indennizzi per le infrastrutture esistenti (ICI, VAS, Zona Franca) 2. Tav con interramento della linea storica e degli elettrodotti 3. Tav e contingentamento dei Tir 4. Tav 5. Tav in sponda destra (Progetto della Provincia) 6. Tav e raddoppio T4 e T1 (Frejus e Monte Bianco) 7. Tav e raddoppio T4 (Frejus) si rileva che tra il Governo, la Regione, la Provincia e la controparte rappresentata dai Sindaci, restano divergenze abissali. I primi fermi nella posizione che prevede il Tav e il raddoppio del Traforo del Frejus, i Sindaci attestati sulla posizione che prevede il solo potenziamento della linea storica. Il documento proposto dal governo nell’incontro del 10 dicembre non contempla l’opzione zero, mentre i Sindaci, riuniti in conferenza, e il Consiglio di Comunità Montana hanno proposto un documento che prevede l’apertura del dialogo senza pregiudiziali. Stiamo vivendo un momento particolarmente delicato, con le Olimpiadi alle porte, evento che deve essere rispettato e condiviso.

Per la ripresa del confronto con il Governo, portiamo all’attenzione del Consiglio comunale, per l’approvazione, il documento proposta nella Conferenza dei Sindaci, emendato e votato all’unanimità nel Consiglio della Comunità Montana Bassa Valle di Susa.”

Intervengono quindi i Consiglieri comunali signori:

Germano BELLICARDI (Gruppo consiliare “Susa delle Libertà”)

Il quale afferma che la relazione esposta pare senz’altro documentata; si possono peraltro fare alcune considerazioni. Una è un giudizio; in questa vicenda la strumentalizzazione soprattutto dei giovani non è un pagina gloriosa. Un altro fatto, forse non noto a molti, è che il blocco delle strade non è più un fatto penale.Per quanto riguarda il blocco dei servizi pubblici, occorre pensare a cosa possa essere il blocco di una parte dell’organismo umano. Questi sono stati blocchi dell’organismo sociale e hanno minato gravemente la libertà di movimento; nella documentata relazione non c’è un cenno a questa azione gravemente illegale compiuta. Si tratta di un’eredità questa del guardasigilli Di liberto: il provvedimento n. 507 del 30 dicembre 1999 ha comportato la depenalizzazione dei blocchi facendoli diventare un illecito amministrativo. Sulla questione specifica esprime una posizione dissenziente e crede che in questa valle non ci sia un pensiero unico e che sia lecito soprattutto in questa sede essere ascoltati mentre ci si discosta dalla volontà generale. Esprimerà voto contrario sulla deliberazione proposta che a quanto pare si fonda su un documento proposto all’approvazione nella Comunità Montana. La prima ragione è tecnica: se si facesse vera attenzione alla forma riterrebbe non valida una discussione fondata sul documento della Comunità Montana perché il punto all’ordine del giorno n. 8 recita precisamente: “Determinazioni in merito alle risultanze del vertice tenutosi il 10 dicembre 2005 presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri ecc.” e quindi si deve discutere di questo documento e non di un altro. E’ parso chiaro dopo la relazione che la proposta agli atti è conforme al testo approvato dalla Comunità Montana e per inciso dice che non subito i Capi gruppo hanno potuto avere l’accesso al testo esito della definizione dell’incontro presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Afferma che i consiglieri comunali Follis e Panaro gli hanno riferito che questo documento, sottoscritto dal Presidente della Regione Piemonte e della Provincia di Torino, dal Sindaco di Torino e da altri Ministri presenti, è stato dato alle loro mani soltanto nel corso della riunione dei Capi Gruppo e non era depositato agli atti. Esprime quindi la propria dichiarazione di voto e deposita agli atti il testo dell’intervento di seguito riportato:

“Esprimerò voto contrario sulla deliberazione proposta. Il testo in essa contenuto, depositato agli atti, non corrisponde a quello definito nell’incontro del cosiddetto “Tavolo di Palazzo Chigi” del 10 dicembre 2005. Questo, e non un altro, avrebbe dovuto secondo la logica ed i pronunciamenti essere sottoposto all’approvazione dei Consigli comunali per essere approvato o respinto od emendato. Alla forma fedele avrei espresso voto favorevole. Invece viene oggi sottoposto all’esame un testo diverso, con parti aggiunte, parti tolte, parti modificate. La mia opposizione è formale e sostanziale. Sulla questione esprimo inoltre il mio totale dissenso dalle scelte e dalle azioni del sindaco Sandro Plano, prima condottiero in tricolore, poi consultatore dei condotti. Due osservazioni intendo infine aggiungere, una di carattere teoricopolitico ed una di aspetto tecnico: 1. il noto movimento di avversione alla costruzione di una nuova linea ferroviaria ha la natura della difesa dell’autonomia locale (quindi di tipo leghista) e non quella del comitato centrale (quindi di tipo comunista): il comitato centrale infatti decide, per esempio, di costruire dighe, deviare fiumi, deportare popolazioni, agire sulla folla; 2. sembra onesto, guardata la carta geografica dell’Europa, chiedere che cosa voglia dire potenziare la linea attuale, evidentemente con un’altra coppia di binari, ma naturalmente solo da Torino a Susa, perché da Susa alla Francia appare necessario un traforo: forse affiancare, interrandola, la nuova linea a quella esistente, per interrare poi anche questa, con il risultato di riunire paesi adesso divisi in due dalla ferrovia, come Bussoleno e Borgone, ma demolendo molte più case e facendo sopportare agli uomini di questo tempo disagi gravi e innumerevoli?”

Giorgio MONTABONE – ASSESSORE

Il quale desidera esprimere la sua personale opinione sulla difficile vicenda che purtroppo ci vede protagonisti in questo periodo; ritiene fondamentale ed estremamente positiva l’apertura al dialogo che finalmente si sta prospettando con il Governo, la Regione, la Provincia ed il Comune di Torino. Svolge e deposita agli atti il seguente intervento: “Prendo atto che purtroppo si è dovuti arrivare ad un livello di tensione molto e troppo elevato per riuscire ad avere questa possibilità e ritengo che questo passaggio poteva essere fatto sicuramente prima che si arrivasse a questo punto. E’ fondamentale il dialogo con le Istituzioni locali a parer mio prima di avviare lavori per un’opera così imponente e che indubbiamente crea disagi alla popolazione del territorio. E’ quindi assolutamente comprensibile la preoccupazione scaturita sui possibili pericoli per la salute che gli scavi provocherebbero. Senza entrare nel merito sulla efficacia o meno dell’Alta Velocità Torino Lione, sulla necessità o meno dell’attuazione della TAV sono assolutamente felice che si sia arrivati finalmente ad una pausa di riflessione. E’ difficile per tutti i Valsusini che non vogliono farsi coinvolgere da slogan pro o contro il TAV, farsi un’idea precisa e sicura; vi è a parer mio uno stato di caos totale e si rimane frastornati ad ascoltare attentamente i tecnici di una e dell’altra parte che combattono verbalmente a suon di dati di presenza di uranio o meno, di amianto o meno, di sondaggi fasulli o meno, di impatto ambientale devastante o meno. Anche a coloro che seguono attentamente le vicende politiche, appare singolare come tutti i partiti politici a livello nazionale (tranne una parte di Rifondazione Comunista e dei Verdi) si schierino apertamente a favore della realizzazione dell’opera. Quel che è certo è che la delicata situazione è stata gestita in maniera pessima dal Governo che ad un certo momento ha inspiegabilmente pensato che agendo con la forza e i manganelli potesse risolvere la situazione così come si risolve un’occupazione di squatter ed anarchici. E’ evidente ed ovvio che in questo modo non si è fatto altro che gettare benzina suo fuoco e attirare l’attenzione anche di frange pericolose che nulla hanno a che fare con i valsusini preoccupati e sconcertati che intendono dimostrare la propria contrarietà nei confronti della famigerata TAV. Dunque un modo di gestire la situazione pessima da parte del Governo centrale e del suo Ministro dal quale prendo le distanze così come intendo prendere le distanze da coloro che hanno nel corso di questi giorni insultato e mancato di rispetto alle forze dell’ordine facendosi “prendere dall’euforia” dell’effetto massa, non capendo che poca responsabilità hanno ragazzi addestrati e malauguratamente abituati a situazioni dove purtroppo talvolta l’uso della forza è inevitabile per sciogliere e disgregare asse pericolose e violente e non capendo che la responsabilità è probabilmente da ricercare in chi dà l’ordine a tali azioni e in questo caso non credo sia attribuibile neanche al più alto in grado dell’arma dei Carabinieri o della Polizia dello Stato. Ma concludendo il mio breve intervento intendo però prendere ufficialmente le distanze da color che all’interno dei comitati No Tav stanno portando avanti una assurda e deplorevole campagna di boicottaggio alle Olimpiadi Invernali di Torino 2006. Sento sempre più spesso cori alle manifestazioni pacifiche “No Olimpiadi No Tav”; sento sempre più spesso ad interventi televisivi urla, striscioni “ADDIO OLIMPIADI”. Leggo sempre più spesso dichiarazioni da alcuni che credono di rappresentare tutti i manifestanti, che auspicano ad un boicottaggio ai Giochi Olimpici Invernali. Ricevo anche qui in Municipio, giovani che mi domandano preoccupati la ragione per cui insegnanti spingano durante apposite assemblee d’istituto a stracciare il contratto con il quale molti di loro hanno garantito il loro impegno tra i volontari di Torino 2006. Da questo genere di assurdità io intendo dissociarmi. Per quanto criticabili nella loro organizzazione, per quanto evidenziabili numerose carenze le Olimpiadi rappresentano se non altro una vetrina promozionale internazionale unica nel suo genere. E’ ovvio che i benefici cadranno prevalentemente sulla città di Torino e sui paesi sedi di gare; è comprensibile lo scetticismo da parte della Bassa Valle che probabilmente non si sente abbastanza coinvolta ma Susa ha una responsabilità in più: quella di dare il nome alla valle olimpica e non può permettersi di buttare al vento i numerosi sforzi a livello turistico che l’amministrazione ha messo in campo in questi anni. Quando sento che bisognerebbe evitare che la “Torcia Olimpica” passi da Susa, quando sento che non bisognerebbe par parte del così detto “Look olimpico” evitando quindi il posizionamento di stendardi e striscioni, ricordo che seppur piccoli sono risultati ottenuti per presentare al meglio la nostra città a quanti interverranno nel mese di febbraio e al sottoscritto onestamente vengono i brividi! Non capisco perché si debba confondere la legittima preoccupazione della Valle di Susa per un’opera così imponente con un evento che può portare solo vantaggi al territorio. Mi sembra masochistico. Le difficoltà del commercio e delle diverse attività imprenditoriali non possono permettersi di subire ulteriori danni. Detto ciò io voterò a favore del documento perché ritengo importantissimo appoggiare il difficile lavoro che hanno fatto, che stanno facendo e che faranno i nostri primi cittadini, Sandro Plano per primo che percorrono l’unica strada percorribile per trovare una via d’uscita ad una situazione quasi irrisolvibile. Il tavolo di Palazzo Chigi credo rappresenti un risultato molto importante.”

Sirio Roberto FOLLIS (Gruppo consiliare “Susa delle Libertà”)

Il quale dichiara di associarsi completamente a quanto sottolineato dal consigliere Bellicardi nel far presente che questa sera al punto 8 dell’ordine del giorno che è stato sottoposto, il Consiglio comunale dovrà deliberare in ordine al vertice tenutosi il 10 dicembre 2005 e non ad altro; questo è l’oggetto che è stato posto al Consiglio comunale e quindi prega di voler considerare questo fatto perché se si dovesse sottoporre un documento diverso a suo avviso la deliberazione sarebbe totalmente illegittima. Detto questo vorrebbe che gli si dicesse se quel documento letto dal Sindaco riflette il suo pensiero, se è un documento approvato dalla Giunta, se è un documento che rispecchia la volontà intera del Consiglio comunale, ma non lo pensa proprio; da quanto ha sentito, ed ha apprezzato in parte le dichiarazioni fatte dall’assessore Montabone, alla luce anche di quanto aveva espresso il capo gruppo di maggioranza in occasione della conferenza dei Capi gruppo, non gli è parso che quanto sostenuto dal Sindaco con il documento letto poc’anzi rispecchiasse il suo pensiero. Detto questo anche lui, considerata la delicatezza e l’importanza dell’argomento, ha predisposto un documento che leggerà e che quindi deposita agli atti e che viene di seguito riportato: “Relativamente alla questione riguardante il nuovo collegamento ferroviario ad alta capacità Torino-Lione, ho avuto modo di esprimere il mio pensiero in consiglio Comunale per la prima volta nell’adunanza del 28 febbraio del 2003 e più recentemente nella seduta del 27 ottobre del c.a.. Il giudizio discendeva in passato e poggia pura tuttora sulla base di un ragionamento ed una serie di motivazioni che ritengo opportuno ribadire, ripercorrendo la cronistoria. Da tempo l’Italia si sta battendo perché una delle grandi linee ferroviarie ad alta capacità, colleghi l’occidente europeo con i paesi dell’est aprendo così sbocchi importanti ai traffici commerciali ed all’attività imprenditoriale. L’itinerario previsto unirebbe Lisbona a Kiev con un percorso che si snoda attraverso la Spagna, la Francia del Sud, il Piemonte, la pianura Padana, per inoltrarsi poi verso l’oriente passando sul territorio Sloveno. Il progetto è stato sin dall’anno 1994 in occasione del vertice di Essen, allorché i leader dell’U.E. inserirono l’opera fra i 14 progetti europei strutturali prioritari. Successivamente l’Unione Europea ha inserito l’infrastruttura ferroviaria in questione, cosiddetta corridoio 5, tra le sei opere strategiche da realizzare nei prossimi anni, decidendo di privilegiare il trasporto delle merci su ferro anziché su gomma, al fine di garantire maggiore competitività alle imprese che potranno trasportare più velocemente i propri prodotti ed una più efficiente mobilità delle persone che beneficeranno di tempi di percorrenza estremamente ridotti. Tale opera consentirebbe altresì l’abbattimento del notevole inquinamento atmosferico ed acustico prodotto da migliaia di autocarri, determinando così nella Valle di Susa un miglioramento delle condizioni abitative, residenziali e di mobilità, tenuto conto che la linea storica può diventare la prosecuzione della metropolitana torinese. Pertanto sulla realizzazione dell’opera, Torino ed il Piemonte hanno un interesse particolare, poiché si impedirebbe che per la loro posizione geografica, possano essere relegate in una zona marginale scollegata dall’Europa, con un ulteriore aggravamento del declino economico in atto. Riconoscendo l’estrema importanza strategica dell’opera, alternativa alla direttrice franco-tedesca a nord delle alpi, il 29 gennaio 2001 durante il governo Amato, il diessino Bersani con il ministro dei trasporti francese Gayssot, sottoscrissero l’accordo internazionale per la realizzazione della Torino-Lione. Nella consapevolezza dei vantaggi derivanti, in particolare dello spostamento del traffico delle merci dalla strada alla ferrovia e dell’adeguamento delle strutture intermodali per lo scambio tra mezzi di trasporto, il progetto venne inserito nel programma di governo della nuova amministrazione regionale di centro sinistra, presieduta da Mercedes Bresso; programma che peraltro era già sostenuto dalla precedente amministrazione regionale di centro destra, presieduta da Enzo Ghigo. Vorrei ricordare che il 16 maggio del corrente anno, in occasione dell’insediamento della nuova amministrazione regionale, la Presidente Bresso, sosteneva che “il livello di congestione e le relative conseguenze in termini di costi ed insufficienza di tutto il sistema logistico, richiede un forte impegno per la modernizzazione delle reti infrastrutturali ed il potenziamento delle porte che collegano il Piemonte alle altre Regioni ed all’Europa”. Orbene sulla base di tali premesse, ritengo di poter trarre le seguenti considerazioni: la rete ferroviaria dell’alta capacità, costituisce una scelta del governo nazionale e pertanto nel rispetto del principio di sussidiarietà, le decisioni vengono prese ad ogni livello dai rispettivi organi secondo le proprie competenze; vale a dire che trattandosi di una grande opera di rilevanza europea, che interessa Stati e Regioni, è a questi che competono le valutazioni e le decisioni complessive. Nel rispetto dell’art. 114 della Costituzione, il quale ripartisce la Repubblica Italiana in comuni, Province, Città metropolitane, Regioni e Stato, agli Enti Locali sono demandate le scelte di rilevanza limitata al proprio territorio. Ciò ovviamente non toglie che i Comuni non debbano essere coinvolti in tutto ciò che riguarda direttamente l’ambito di pertinenza. E’ fuor di dubbio che i lavori e di relativi cantieri causeranno dei disagi, ma ho sempre sostenuto che se si vogliono risolvere i problemi, le soluzioni possono essere trovate confrontandosi ed aprendo un dialogo serio e costruttivo. Le problematiche non si risolvono nel dire no a tutto; il binomio globalità-localismo, a mio avviso non deve essere vissuto in contraddizione bensì in sinergia. Ritengo pure che le identità locali siano valorizzate se si collocano all’interno di una rete di relazioni e di sistema, poiché in caso contrario sarebbero condannate all’isolamento. Non è conveniente e tantomeno giustificato restare su posizioni di aperto contrasto; è opportuno ragionare sul come e non sul se fare. Pertanto è necessario avviare un dialogo per individuare idonee soluzioni alle 7 criticità sollevate dagli Enti locali in ordine ai problemi idrogeologici, idrici, relativi alla salute, all’ambiente e derivanti dallo smarino, dai cantieri, dall’inquinamento acustico ecc. E a questo proposito vorrei tranquillizzare chi l’altro giorno paventava giustamente il rischio di possibili prosciugamento delle sorgenti montane, facendo presente la quasi totale impossibilità di interferenze con le riserve idriche sotterranee, stante la notevole profondità della galleria ferroviaria rispetto a quelle autostradali e dell’impianto idroelettrico della Pont Ventoux, che per la verità avevano creato alcuni problemi sotto questo aspetto. In effetti l’acqua è capitolo delicato per l’esecuzione dei lavori ma una volta che questi siano conclusi, come sostiene l’esperto in materia Piero Bianucci, il reticolo acquifero si ricostituisce con piccole variazioni rispetto alla situazione originaria. Ciò è confermato dall’esperienza del Gran Sasso dove il problema è stato risolto con tecnologie di 30 anni fa. Ammesso e non concesso per assurdo che l’ipotesi paventata dovesse verificarsi, occorre rammentare che esiste già il progetto esecutivo dell’acquedotto di valle in grado di sopperire ad eventuali deficienze. Ma non vorrei ergermi a suggeritore delle soluzioni per ovviare alle succitate criticità, che i tecnici preposti sapranno risolvere con l’impiego della scienza e delle moderne tecnologie. Concludo pertanto il mio intervento nel sottolineare altresì l’importanza di attivare una contrattazione volta ad ottenere idonee opere compensative, indennizzi, equi ristori al disagio derivante dall’impatto dei cantieri, così come intelligentemente hanno agito gli amministratori comunali del versante d’oltralpe, che tra l’altro hanno sostenuto l’imperativo “tout en tunnel”. In relazione a tali considerazioni ben venga finalmente il confronto che più volte avevo auspicato con il governo, la Regione Piemonte, la Provincia ed il Comune di Torino, il Prefetto, le Ferrovie dello Stato e da R.F.I., avviato in occasione del vertice tenutosi a Roma il 10 dicembre u.s., per l’istituzionalizzazione di un tavolo di trattativa ed il rilancio di un osservatorio per gli approfondimenti di carattere ambientale, sanitario ed economico.”

Giovanni BACCARINI (Gruppo consiliare “Susa delle Libertà”)

Il quale dichiara di sapere che non ci si può formalizzare su come vengono presentati gli ordini del giorno; anche lui è stupito dal fatto che l’ordine del giorno recitasse qualcosa di diverso. Pensa però che non si poteva fare diversamente e non si poteva nel contempo non tenere conto di come si fosse espressa la Comunità Montana. Il Presidente Ferrentino aveva fatto presente che comunque si trattava di una proposta che veniva trasferita anche ai singoli Comuni per essere dibattuta per poi tornare in Comunità eventualmente con scelte diverse. E’ a conoscenza che questo documento è nato da una conferenza dei sindaci abbastanza animata in cui ci potevano essere posizioni che potevano anche essere molto più radicali rispetto a quanto emerso da questo documento e ricorda che, tutto sommato, il documento che viene oggi in questa forma sottoposto all’attenzione di fatto è la continuazione del documento non condiviso dai nostri rappresentanti locali a Roma nel primo incontro del Tavolo di Palazzo Chigi. Comunque sia, in Comunità Montana è stato discusso e in qualche modo condiviso dai rappresentanti di centro destra in Comunità; un documento che quindi costituisce una base perché si era ritenuto che potesse essere uno dei tanti punti a cui si arrivava per poter ripartire in maniera definita. Crede che un documento del genere, che lui personalmente ha già approvato in Comunità Montana, possa essere un documento che, se non subirà delle modifiche, potrà avere nuovamente la sua approvazione. Purtroppo deve dire che in qualche misura è un documento che può essere soggetto a delle interpretazioni. In questo senso questo documento riapre la questione del dialogo con il Governo che è stato il protagonista in negativo delle ultime settimane. Il discorso che si era sviluppato nel corso degli ultimi anni ( la firma con la Francia nel 2001 che ha dato il via a questo tipo di opera) doveva dimostrare alla “onnipresente” Europa che si era in qualche modo preso possesso del territorio. Ciò non è giustificabile in nessuna maniera; l’8 dicembre la popolazione ha ripreso il terreno e quindi di fronte all’Europa c’è stata una riconquista, un tipo di azione che invalidava quanto era stato fatto pochi giorni prima. Ricorda poi le successive vicende; è importante sottolineare che la differenza sostanziale, rispetto al documento che viene sottoposto all’attenzione del Consiglio comunale di oggi, è che è stato eliminato il punto 3 del documento del Tavolo di Palazzo Chigi, che prevedeva l’affidamento - approvato dalle nostre amministrazioni - del sito a LTF, mentre lo ha ottenuto, come tutti sanno, in altro modo. Nella relazione fatta dal Sindaco emerge quello che doveva essere il motivo del suo intervento: nella prima parte della relazione ci sono dei riferimenti alle ipotesi sulla impossibilità di mantenere un sistema trasportistico perché non sarebbe conveniente e realizzabile. Ciò avrebbe infatti come presupposto lo sviluppo continuo del sistema economico: tale sviluppo nel sistema capitalistico, che riguarda tutto il globo, è condizione necessaria per lo sviluppo. Non è ammissibile che non ci sia uno sviluppo continuo anche perché al contrario si parla di stagnazione, di recessione dalle quali emergono la miseria e le forti crisi: nessuno vuole questo. Era stato stabilito che doveva essere utilizzata una via di trasporto di merci ipotizzando che, in una Europa allargata, si sarebbero sviluppati i Paesi Baltici, una parte della Russia e dell’est Europeo. Si pensava di mantenere in Europa un tipo di sviluppo che aveva bisogno di trasportare merci. Poi a qualcuno è venuto in mente che sarebbe stato opportuno che il Corridoio 5 invece di essere transalpino doveva essere cisalpino e passare dalle nostre parti: questi personaggi sono quelli che appartengono ai grandi gruppi Torinesi, lo stesso Presidente Ciampi. Ricorda che la posizione del Governo è stata molto criticata e c’è stato un rifiuto dei pubblici poteri, rappresentati anche da Ciampi, che non ha voluto incontrare i rappresentanti della nostra Valle. Pensa che probabilmente l’ordine per l’operazione di sgombero a Venaus sia partito da Roma ma - e si rivolge all’Assessore Montabone - pensa che non si sarebbe potuto fare in nessun altro modo e qualsiasi Governo avrebbe agito così. Considera comunque gravissimo ciò che è avvenuto. Noi dobbiamo vedere quali sono gli interessi della nostra gente e del nostro territorio; pensa sia criticabile e deleteria la tendenza a voler generalizzare e portare in tutta Italia questi movimenti anti Tav. Pensa che manifestazioni come quelle della Valle di Susa siano di grande rilievo perché coinvolgono la nostra popolazione. Pensa che non sia importante quanto detto da Beppe Grillo che ha affermato “stanno nascendo decine di movimenti no Tav in tutta Italia grazie alla popolazione della Valle di Susa”. Tutti dobbiamo porci un punto prioritario: fare in modo che il treno ad alta velocità non venga realizzato in questa Valle; se poi ci sarà una soluzione per cui questo progetto viene realizzato da altre parti, naturalmente con il consenso della popolazione del luogo, ben venga.

Eugenio SICILIANO – ASSESSORE

Il quale si rivolge al consigliere Bellicardi ritenendo, in base a quanto ha dichiarato, che egli viva in un altro mondo, non certo in Valle di Susa. Ha parlato dei blocchi stradali ma non ha citato la militarizzazione per 40 giorni di Mompantero e Venaus. Concorda invece su quanto dichiarato dal consigliere Baccarini, esclusa la parte in cui egli afferma che è un problema della Valle e non di tutta l’Italia. Dei problemi per la salute non ne hanno parlato solo la popolazione della Valle ma anche gli esperti. Rivolgendosi al consigliere Follis afferma che non c’è compensazione per quanto riguarda questo tipo di danni ed egli, che è amante della natura ed appartenente al CAI, queste cose dovrebbe saperle.

Mario FONTANA – ASSESSORE

Il quale non vuole dilungarsi facendo la cronistoria del TAV; si limita al documento consegnato ai nostri Sindaci dal Presidente del Consiglio dei Ministri e ringrazia Sindaci della Valle e Presidenti delle comunità montane per quanto hanno fatto. Rivolgendosi al consigliere Bellicardi afferma che il Tavolo di Palazzo Chigi era una cosa che veniva chiesta da almeno 15 anni, non è un problema politico ma un problema della Valle di Susa. Rammenta di avere già personalmente contestato nel 2001 il governo Amato e il suo stesso partito su questo tema. Ciò è dimostrato dal fatto che tutti i consiglieri di Comunità Montana, di ogni corrente politica - il consigliere Panaro può confermare - hanno condiviso questo documento. Ritiene una cosa importante ciò che la Comunità Montana ha voluto far recepire a tutti nel documento di seconda emissione, e legge testualmente: “I Sindaci della Valle di Susa e della Gronda di Torino ed i Presidenti delle Comunità Montane della Valle di Susa riuniti nella conferenza del 13 dicembre, dopo ampia discussione dalla quale, pur ribadendo la netta contrarietà all’opera, sono emerse la volontà e l’opportunità di confronto e di dialogo con il Governo, la Regione Piemonte, la Provincia ed il Comune di Torino”. Ritiene questo documento un primo atto ed ora si può iniziare a lavorare, ferma restando la netta contrarietà all’opera. A suo parere la Commissione Ambientale Europea dovrebbe far parte del Tavolo di Concertazione perché è competente in materia. E’ stato bene citare nel documento la “normalità sul territorio”; la nostra valle non ha subito solo i blocchi, ma è stata militarizzata, cosa che non capitava in Italia dai tempi di Bolzano e dei tralicci. Militarizzare un’area è una cosa non contemplata dalla nostra Costituzione e da condannare. Legge dei passi del documento redatto dal Ministero dell’Ambiente relativi al passaggio della linea su sorgenti che alimentano gli acquedotti comunali, per dimostrare che i rischi paventati sotto il profilo idrogeologico sono reali, in quanto si parla di “interferenza” dei lavori con 40 sorgenti, di cui 8 destinate a usi idropotabili. Per quanto riguarda i blocchi dei servizi pubblici vorrebbe sapere come e dove. Gli risulta che dopo i fatti del Seghino le persone comuni, con il passa parola abbiano deciso di recarsi nelle stazioni, “bloccando” la ferrovia semplicemente con una numerosa presenza lungo le pensiline, con il biglietto regolarmente pagato. Ricorda un fatto a dove mille persone hanno deciso di riunirsi e attraversare la strada, domandandosi quindi se ciò sia un blocco stradale. Condanna invece il fatto che, durante gli avvenimenti di Venaus, le forze dell’ordine non abbiano fatto passare una ambulanza per soccorrere una persona ferita e questa, secondo lui, costituisce una omissione di soccorso.

Salvatore PANARO (Gruppo consiliare “UDC”)

Il quale fa presente che lo preoccupato il fatto che si sia creato un clima di diffidenza e di accusa tra valligiani e non, tra favorevoli e non al TAV, addirittura tra amici. Esprime la sua solidarietà sia alle persone che hanno subito violenza a Venaus che alle forze dell’ordine che hanno, secondo lui, eseguito degli ordini patendo per questo insulti e altro. Crede che l’errore sia stato di chi ha dato l’ordine. Ringrazia i Sindaci e i Presidenti delle Comunità Montane che si sono recati a Roma. Contesta al consigliere Fontana che i blocchi stradali non erano poi così pacifici come lui ha dichiarato, con alberi in mezzo alla strada, ed in ogni caso si è sentito leso nei suoi diritti quando gli è stato impedito di passare ad un blocco stradale a San Giorio. Ci sono stati sia da una parte che dall’altra dei momenti un po’ troppo pesanti, che sarebbero dovuto essere gestiti in modo diverso. Ritorna sul documento elaborato a Roma e dichiara che avrebbe gradito che il Sindaco avesse discusso preventivamente in Consiglio comunale l’argomento. Questo è un argomento che preoccupa tutti, la salute, l’ambiente. Pensa che quanto dichiarato dal Consigliere Fontana riguardo alla non rilevanza politica dell’argomento non sia esatto: la politica centra sicuramente, decide e sceglie. Bisogna dire la verità alla gente per quanto riguarda l’utilità dell’opera, sui rischi per la salute. Conclude ribadendo che avrebbe gradito discutere l’argomento in Consiglio preventivamente.

Erika LIUZZO (Gruppo consiliare “Susa”)

La quale ritorna sulla questione della depenalizzazione dei blocchi stradali sollevata dal consigliere Bellicardi; afferma che qualcuno attualmente al Governo ha tentato di depenalizzare reati ben più gravi per interessi personali. Secondo il suo parere si è arrivati a questo punto dopo 15 anni durante i quali la Valle ha sempre cercato una via di dialogo. Non è d’accordo con i consiglieri Panaro e Baccarini quando giustificano le forse dell’ordine solo per aver ricevuto un ordine: ci possono essere diversi modi per eseguire gli ordini.

Antonia FONZO – ASSESSORE

La quale non vuole convincere nessuno, ognuno ha diritto di rimanere della propria idea. Per quanto riguarda l’affermazione del consigliere Bellicardi sulla strumentalizzazione dei giovani, in qualità di insegnante crede che questi giovani, che tra l’altro non sono figli di comitati, di partiti o quant’altro ma sono figli di persone, non abbiano causato danni vandalici o compiuto atti di forza. Strumentalizzazione è una parola molto forte e vuole ricordare che i ragazzi si sono riuniti in assemblee ed hanno ascoltato Sindaci, Comitati ma anche persone contrarie ai comitati no Tav. Secondo il suo parere si può strumentalizzare anche con il silenzio, non parlando di democrazia, di salute o di problemi con i quali attualmente dobbiamo convivere.

Marco SAYN (Gruppo consiliare “Susa”)

Il quale afferma che da ormai 51 giorni in Val di Susa la costituzione è sospesa; la frazione del Seghino non è raggiungibile perché bloccata militarmente e questo gli pare molto più grave di un blocco stradale. Chiede al Consiglio di esprimersi su questo argomento. Afferma che il corridoio 5 di cui tanto si è parlato non esiste e lo si può verificare sul sito della Comunità Europea che con un documento parla semplicemente di collegamenti sia a nord che a sud delle Alpi. Circa l’inquinamento acustico ed il passaggio delle merci pesanti dalla gomma a rotaia, sottolinea che i dati previsionali della Conferenza intergovernativa italo-francese stimano nell’1% del traffico tale effetto, per cui gli pare che una spesa di 15 miliardi di euro sia eccessiva. Per le risorse idriche è contento di sapere che il consigliere Follis ha delle soluzioni a questo problema: potrebbe spiegarle anche agli abitanti del Mugello che sarebbero sicuramente contenti. Esprime solidarietà alle forze dell’ordine, ma ritiene che non ci sia stata congruità di risposta rispetto alle offese ricevute: ci sono stati episodi di violenza gratuita da parte delle forze dell’ordine alle quali lui ha assistito personalmente.

Sandro PLANO – SINDACO

Il quale prova a trarre delle conclusioni. Per la contestazione riguardante il fatto che si sia deliberato su un ordine del giorno della Comunità Montana e non su quello del Governo, all’ordine del giorno la discussione è sulle “risultanze” del vertice e non sul documento. Ci sono poi anche le considerazioni successive dei Sindaci. Per quanto riguarda le questioni di forma: ricorda l’affermazione del consigliere Bellicardi che lo ha definito prima condottiero in tricolore, poi consultatore dei condotti. Francamente non ne ha capito il significato e non riesce a seguire queste evoluzioni intellettuali. Provando a fare il formale, ricorda che l’unico titolato a portare la fascia tricolore, sul territorio, era il Sindaco di Susa, autorità di pubblica sicurezza in mancanza del Commissariato, e come tale rappresenta il Governo. Nessuno gli ha mai telefonato né scritto che non rappresentava più l’autorità di pubblica sicurezza perché sostituito da altri. Nel caso specifico la forma non è stata rispettata da chi avrebbe dovuto garantirla. Egli, come altri, è stato spintonato più volte, anche se di questo non si spaventa più di tanto, come sa chi ha giocato a calcio. Tuttavia non è stata rispettata la procedura che prevede, in caso di cariche della polizia “la formale intimazione, tre squilli di tromba e poi la carica” ed è sicuro di non poter essere smentito da alcun testimone. Le forze dell’ordine li hanno semplicemente spinti con gli scudi quando lo hanno ritenuto e personalmente ha riportato ferite meno gravi di quelle subite dall’on. Agnoletto. In alcuni episodi però la forma ha ceduto alla sostanza. Crede che si possa dire che non esiste un pensiero unico e la discussione di questa sera lo dimostra; ognuno è libero di esprimere il proprio pensiero qualunque esso sia. Per quanto riguarda le manifestazioni ammette esserci stata violenza, che è stata condannata. Vuole rimarcare che è stata fatta una fiaccolata, due o tre marce con 50 o 60.000 persone di persone e non sono stati fatti danni alle proprietà comunali, ai cestini dei rifiuti, ai cassonetti; possono contarsi sulle dita delle mani le scritte abusive. A Torino egli era preoccupatissimo ed era uno di quelli contrari a partecipare con la fascia tricolore al corteo che è partito da Porta Susa perché aveva paura delle persone che arrivavano dall’esterno, dei provocatori; c’è stato un servizio d’ordine fatto dalle persone della Valle ed un camion che faceva la raccolta differenziata in chiusura al corteo. Per quanto riguarda la lettura politica della vicenda, si dispiace che non sia stato colto, con esclusione del consigliere Baccarini, il vero significato di questa mobilitazione di popolo che è stata trasversale. Nella manifestazione della Pellerina c’erano solo due bandiere, una dei Verdi e l’altra di Rifondazione Comunista portata da un anziano signore di che probabilmente non aveva capito la situazione. C’erano però tantissime bandiere No Tav senza alcuna connotazione politica. Le vittime principali degli oratori presenti alla manifestazione (tra cui il comico Grillo) sono stati Chiamparino cui sono stati attribuiti degli epiteti e la Bresso sulla quale sono stati fatti commenti non riportabili. Tutta la Sinistra è stata pesantemente attaccata dai comici presenti. Tutto quanto è successo in questi giorni, dalle assemblee, ai presidi, alle fiaccolate, sono stati dei momenti di vera condivisione con tutta la popolazione della Valle e i suoi problemi, di unione di persone di diverso credo politico. La definisce una “cosa bella”, al di là degli episodi di violenza. Si sono viste delle persone che parlavano della nostra Valle, provenienti da ogni ceto sociale. Questo è uno degli aspetti da ricordare, per l’interesse rinnovato di partecipazione alla cosa pubblica che ha mostrato. Conclude che il documento che voteremo questa sera è il risultato di molti interventi successivi; non bisogna farsi delle grandi illusioni: la Provincia, la Regione ed il Governo sono fermi nella loro intenzione di fare questa loro opera; i Sindaci andranno a Roma convinti delle ragioni che si è cercato di dimostrare. Ci sono problemi di gestione e manutenzione ordinaria delle ferrovie, si augura che non ci siano i fondi per realizzare né la TAV né il ponte di Messina.

Sirio Roberto FOLLIS (Gruppo consiliare “Susa delle Libertà”)

Il quale condivide quanto affermato dall’Assessore Fonzo sulle idee consolidate da ciascuno e pensa che ora sia chiaro il suo pensiero. Fa presente che il Sindaco quando citava i commenti sulla Presidente Bresso ha dimenticato di ricordare i danni e le minacce da Lei ricevuti , così come quelli di Saitta e non bisogna dimenticare questi accadimenti. Prende atto che nonostante l’evidenza sulla approvazione di un ordine del giorno piuttosto che un altro, il Sindaco non pone in discussione questo, e ciò è illegittimo. Risponde al Consigliere Fontana per quanto riguarda le scelte politiche, ritenendo che si tratti comunque di una questione politica. Precisa all’Assessore Siciliano di aver capito benissimo la gravità del problema, non sottovalutando il problema della salute, ma le tecnologie moderne consentono di affrontarlo. Bisogna prima effettuare i sondaggi per sapere se i rischi ci sono.

Il Sindaco pone quindi ai voti il documento approvato dal Consiglio di Comunità Montana così come è stato presentato agli atti, con il seguente risultato:

- Presenti n. 16 - Votanti n. 16 - Astenuti n. == - Favorevoli n. 13 - Contrari n. 3 (Bellicardi, Follis, Panaro)

Ciò premesso il CONSIGLIO COMUNALE

DELIBERA

Di approvare il seguente documento, già approvato dal Consiglio della Comunità Montana Bassa Valle di Susa e Val Cenischia il 14 dicembre ’05:

“I Sindaci della Valle di Susa e della Gronda di Torino ed i Presidenti delle Comunità Montane della Valle di Susa riuniti nella conferenza del 13 dicembre, dopo ampia discussione dalla quale, pur ribadendo la netta contrarietà all’opera, sono emerse la volontà e l'opportunità di confronto e di dialogo con il Governo, la Regione Piemonte, la Provincia ed il Comune di Torino, formulano la seguente proposta in merito al documento scaturito dall'incontro del 10 dicembre.

1. Istituzionalizzazione del "Tavolo di Palazzo Chigi", integrato rispetto all'iniziale composizione ed esteso al rappresentante del Coordinatore della Commissione Europea e alla Gronda di Torino; 2. Rilancio e potenziamento dell'Osservatorio, già istituito presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, esteso ai Ministeri della Salute, dell'Ambiente e delle Politiche Comunitarie, aperto agli esperti delle diverse competenze, anche di nomina degli Enti Locali interessati dal progetto e affidato alla responsabilità di una personalità di alto prestigio e di riconosciuta competenza professionale. Sarà questo il luogo di confronto per tutti gli approfondimenti di carattere ambientale, sanitario, economico e progettuale, per valutare e dare risposta sia alle preoccupazioni espresse dalle popolazioni della Valle sia alle alternative ed ai contributi proposti dagli Enti Locali del territorio; 3. Avvio di una ordinaria procedura VIA per la galleria di Venaus e per il progetto definitivo dell'intera opera, come previsto anche dalla D. comunitaria 884/2004/CE sulle TEN-t; 4. Al termine di ogni procedura, l'Osservatorio presenterà una dettagliata relazione al "Tavolo di Palazzo Chigi"; 5. Per tutta la durata del confronto concordano sull'impegno di tutti per un ritorno alla normalità sull'intero territorio , insieme alla sospensione di qualsiasi attività legata al progetto infrastrutturale in esame.” Del che si è redatto il presente verbale Il Presidente Il Segretario Comunale Capo PLANO Sandro SIGOT Dr. Livio ______

CERTIFICATO DI PUBBLICAZIONE

N______DEL REGISTRO PUBBLICAZIONI.

La presente deliberazione viene pubblicata all’Albo Pretorio del Comune per 15 giorni consecutivi con decorrenza dal…………………… , come prescritto dall’art.124 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n.267

Susa, ______Il Responsabile dell’Area Amministrativa Grazia Pent

DICHIARAZIONE DI ESECUTIVITA’

DIVENUTA ESECUTIVA IN DATA ……………….

ß Per la scadenza dei 10 giorni della pubblicazione (art.134 3° comma, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267)

Il Responsabile dell’Area Amministrativa Grazia Pent