Sandra Petrignani racconta la Ginzburg

Al via un ciclo di incontri importanti in una “location” speciale, in collaborazione con Ubik

Comincia “I Fiori Blu”, nel segno di Natalia.Venerdì 23 febbraio, ore 19.45. Nella splendida Sala della Pietra di Tenuta Fujanera (Via Bari, km 2,5, Foggia)

Conversa con l’autrice, l’editore Alessandro Laterza. Introduzione a cura della giornalista Alessandra Benvenuto

Una serata speciale per inaugurare un interessante ciclo di incontri, con grandi nomi del panorama letterario e giornalistico italiano, di scena nella suggestiva masseria di Tenuta Fujanera (Via Bari, km 2.5, Foggia), organizzata in collaborazione con la libreria Ubik. Si intitola I Fiori Blu: letture preziose nell’atmosfera magica della Sala della Pietra (locali ristrutturati delle cantine di fine Ottocento) dove, a conclusione della conversazione, ci si potrà trattenere ad ascoltare musica e godere di un ricco aperitivo. Apre la rassegna l’autrice Sandra Petrignani, protagonista venerdì 23 febbraio alle ore 19.45, con il suo libro dal titoloLa corsara. Ritratto di Natalia Ginzburg (Neri Pozza, 2018), presentato a Foggia un giorno dopo l’anteprima nazionale romana. Un lavoro editoriale che, freschissimo di stampa, ha già ricevuto importanti recensioni da parte dei principali critici, in grado di regalare un ritratto inedito e minuzioso di una grande protagonista della storia culturale italiana, autrice di un libro-mito come Lessico familiare ma anche saggista e parlamentare di rilievo. Dialoga con l’autrice, Alessandro Laterza, titolare dell’omonima casa editrice pugliese. Introduce, la giornalistaAlessandra Benvenuto, ideatrice e organizzatrice dell’intera kermesse di incontri. L’attrice Grazia Abeille leggerà alcuni passi scelti.

La corsara. Ritratto di Natalia Ginzburg (Neri Pozza, febbraio 2018; 464 pagine). Dalla nascita palermitana alla formazione torinese, fino al definitivo trasferimento a Roma,Sandra Petrignani ripercorre la vita di una grande protagonista del panorama culturale italiano. Ne segue le tracce visitando le case che abitò, da quella siciliana di nascita alla torinese di via Pallamaglio – la casa diLessico famigliare – all’appartamento dell’esilio a quello romano in Campo Marzio, di fronte alle finestre di Italo Calvino. Incontra diversi testimoni, in alcuni casi ormai centenari, della sua avventura umana, letteraria, politica, e ne rilegge sistematicamente l’opera fin dai primi esercizi infantili. Un lavoro di studio e ricerca che restituisce una scrittrice complessa e per certi aspetti sconosciuta, cristallizzata com’è sempre stata nelle pagine autobiografiche, ma reticenti, dei suoi libri più famosi. Accanto a Natalia – così la chiamavano tutti, semplicemente per nome – si muovono prestigiosi intellettuali che furono suoi amici e compagni di lavoro: Calvino appunto, Giulio Einaudi e Cesare Pavese, Elsa Morante e Alberto Moravia, Adriano Olivetti e Cesare Garboli, Carlo Levi e Lalla Romano e tanti altri. Un destino romanzesco e appassionante il suo: unica donna in un universo maschile a condividere un potere editoriale e culturale che in Italia escludeva completamente la parte femminile. E donna vulnerabile, e innamorata di uomini problematici. A cominciare dai due mariti: l’eroe e cofondatore della Einaudi, Leone Ginzburg, che sacrificò la vita per la patria, lasciandola vedova con tre figli in una Roma ancora invasa dai tedeschi, e l’affascinante, spiritoso anglista e melomane Gabriele Baldini che la traghettò verso una brillante mondanità: uomini fuori dall’ordinario ai quali ha dedicato nei suoi libri indimenticabili ritratti.

Sandra Petrignani. Nasce a Piacenza e vive a Roma e nella campagna umbra. È scrittrice, giornalista e blogger. Ha scritto per Il Messaggero, Panorama, L’Unità, Il Foglio. Al suo primo romanzo pubblicato nel 1987 seguiranno molte opere. Tra le più recenti: per Laterza, E in mezzo al fiume (2010). Con Neri Pozza ha pubblicato: La scrittrice abita qui (2011), pellegrinaggio nelle case di grandi scrittrici del Novecento; i racconti di fantasmi Care presenze (2004); il libro di viaggio Ultima India (2006); il romanzo-documento Addio a Roma (2013) e la biografia romanzata di Duras, Marguerite (2014). Da Beat è stato recentemente riproposto il suo secondo libro, del 1988, Il catalogo dei giocattoli.

Maurizio Rana, “Music For Handpan” Interessante fuoriprogramma musicale in anteprima nazionale. La percussione che viene dal futuro. Mercoledì 14 febbraio, alle ore 18, nello spazio live della libreria Ubik di Foggia. Live set e presentazione al pubblico e alla stampa dell’EP prodotto da RadioSpia records

Un interessantissimo fuoriprogramma in musica con protagonista un artista locale e, soprattutto, uno strumento assolutamente innovativo e ancora poco conosciuto a livello mondiale. Si intitola Music For Handpan (RadioSpia records), l’EP che verrà presentato mercoledì 14 febbraio, alle ore 18, nello spazio live della libreria Ubik di Foggia, firmato dal musicista Maurizio Rana, naturalmente presente in occasione dell’evento. La presentazione sarà arricchita dalla proiezione di un videoclip originale realizzato in collaborazione con Sara Sabatino e da una performance in unplugged aperta al pubblico e alla stampa, con la moderazione della giornalista Giovanna Greco. Il lavoro, nato da un’idea di Marco Maffei, prende le mosse dalla composizione A Two Stars Collision, che vede danzare violoncelli, sitar e percussioni indiane attorno all’handpan e che getta le basi per un nuovo stile “handpan- based” nel panorama internazionale: uno linguaggio che unisce il Giappone all’India e alla Scozia, con una produzione realizzata in Puglia (ai Mastering.it audio labs) e con musicisti pugliesi (tra cui ilMaestro Mario Longo ai violoncelli). L’EP verrà distribuito in tutto il mondo dal 19 febbraio 2018.

Foggiano, Maurizio Rana scopre lo strumento handpan, destinato a diventare il congegno per affermare le proprie idee, grazie ad una dedizione accurata e costante. In età matura e dopo circa 3 anni di pratica e di studio, nel 2017 realizza il suo primo album per handpan solo, lungo 70 minuti circa, registrato con tecnica olofonica immersiva da Marco Maffei e denominato The Moon and The Sun (CD). L’handpan è una percussione armonica, una scultura sonora composta da leghe metalliche particolari che rappresenta l’evoluzione strumentale dello steel pan (o steel drum) di Trinidad e Tobago. Il primo handpan, chiamato Hang®, fu costruito a Berna (Svizzera) nel 1999 dalla PanArt, assemblato a mano (come tuttora fanno i più bravi costruttori) ed accordato a colpi di martello. Per Maurizio Rana, la scoperta si è tramutata in una irrefrenabile passione che ha trasformato dei tocchi intuitivi in vere composizioni musicali. Il fascino dell’handpan è evidente e l’artista lo considera come parte fondamentale di una propria vita parallela, per condividere con il mondo le stesse emozioni che prova nel suonarlo.

Leggo QuIndi Sono, ecco Davide Enia. Lampedusa, luogo dell’anima Il secondo di cinque autori selezionati incontra i lettori e le scuole di Capitanata. Lo scrittore e drammaturgo siciliano presenta “Appunti per un naufragio” (Sellerio) Giovedì 15 febbraio, alla Ubik di Foggia. Venerdì 16 febbraio, all’istituto “B. Pascal”

“Ho frequentato Lampedusa per anni. Ho visto sbarcarvi qualche migliaio di persone, ho incontrato il personale medico e gli uomini della Guardia Costiera, ho mangiato a casa dei residenti, sono uscito in barca con i pescatori, ho ascoltato ragazzi sopravvissuti alla e ho dialogato con i testimoni diretti”. Davide Enia, scrittore e drammaturgo, autore di un romanzo-verità di stringente attualità, presto in scena nei migliori teatri d’Italia in forma di pièce teatrale. È il secondo ospite del concorso-progetto Leggo QuIndi Sono-Le giovani parole 2018, rivolto agli oltre 500 studenti di Foggia e provincia, in una due-giorni tutta da seguire: giovedì 15 febbraio, alle ore 18.30, l’autore siciliano presenta il suo Appunti per un naufragio (Sellerio, 2017) nello spazio live della Ubik di Foggia, incontrando i lettori della libreria e gli studenti del Liceo C. Poerio. L’indomani, venerdì 16 febbraio, alle ore 11, l’autore incontra gli alunni dell’Istituto B. Pascal di Foggia che, per l’occasione, ospiterà anche i colleghi del Giordani di Monte Sant’Angelo che hanno aderito ad LQS. Nel pomeriggio di giovedì 15 febbraio inoltre, anche Davide Enia, al pari degli altri ospiti selezionati, incontrerà il gruppo di lettura dei detenuti della Casa Circondariale di Foggia, protagonista del progetto Lib(e)ri dentro realizzato dal CSV Foggia. Appunti per un naufragio (Sellerio, 2017; pagine 216). Lampedusa, da lepas, lo scoglio eroso dalla furia degli elementi, che resiste nella vastità del mare aperto. Oppure Lampedusa da lampas, la fiaccola che risplende nel buio, che sconfigge l’oscurità. Su questa isola protesa a sud, tra Africa e Europa, Davide Enia guarda in faccia chi arriva e chi attende, e narra la storia di un naufragio individuale e collettivo. Da un lato una moltitudine in movimento, che attraversa intere nazioni e poi il Mar Mediterraneo, in condizioni al di là di ogni immaginazione. Dall’altro, a cercare di accoglierla, un pugno di uomini e donne sul confine di un’epoca e di un continente. Nel mezzo si è posto l’autore stesso, per raccontare la scoperta di ciò che accade davvero in mare e in terra, e il fallimento delle parole che si inabissano nel tentativo di comprendere i paradossi del presente. A partire da una forte esperienza, dal toccare con mano la disumana tragedia degli sbarchi, Enia dà voce ai volontari, agli amici d’infanzia, alle testimonianze dei ragazzi che approdano miracolosamente sull’isola. E mette a nudo le conseguenze emotive di questa realtà toccante e sconcertante, soprattutto nel rapporto con il padre, medico da poco in pensione, che accetta di recarsi con lui a Lampedusa. Ritrovarsi assieme a testimoniare il dolore pubblico di quelli che approdano e di coloro che li salvano dalla morte, accanto a quello privato della malattia dello zio, li spinge a reinventare un rapporto, a forgiare un nuovo e inedito dialogo che si sostituisce ai silenzi del passato. In Appunti per un naufragio emerge la vera storia di persone accomunate dall’esperienza della fragilità della vita, che come una rivelazione spinge ognuno verso un nuovo approdo, verso l’ascolto e la scoperta dell’altro.

Davide Enia. Nato a Palermo nel 1974, è drammaturgo, attore e romanziere, autore e interprete diItalia-Brasile 3 a 2 (pubblicato da Sellerio nel 2010),Scanna , I capitoli dell’infanzia, per i quali vince i più importanti premi del teatro italiano. Per Radio Rai Due realizza il radiodramma «Rembò». Ha pubblicato anche i romanzi Così in terra (2012) e Uomini e pecore (2014), e con Sellerio maggio ’43 (2013) e Appunti per un naufragio (2017), vincitore del Premio Anima Letteratura 2017.

“L’anno del ferro e del fuoco” Ezio Mauro racconta la Rivoluzione russa

Corrispondente durante il crollo dell’Urss, il noto giornalista torna nei luoghi della rivolta

Mercoledì 31 gennaio, ore 19, libreria Ubik di Foggia. Protagonista l’ex direttore del quotidiano La Repubblica

In un libro-reportage pubblicato da Feltrinelli, uno straordinario “cortocircuito” tra passato e presente

A distanza di un secolo dalla Rivoluzione russa, lo storico direttore del quotidiano La Repubblica (in carica per vent’anni, dal 1996 sino al 2016) ritorna nei luoghi dell’insurrezione popolare che ha invertito la direzione della storia. Un grande reportage per le strade, i vicoli e i palazzi sfarzosi che hanno visto il tramonto degli zar e il divampare della rivoluzione di Lenin: in un libro, la narrazione straordinaria di un mutamento storico, raccontata da chi ha potuto osservare da vicino – e narrare – la fine e l’inizio di una nuova epoca. Mercoledì 31 gennaio, alle ore 19, nello spazio live della libreria Ubik di Foggia, Ezio Mauro presenta il suo importante lavoro editoriale, dal titolo L’anno del ferro e del fuoco. Cronache di una rivoluzione (Feltrinelli, 2017). A conversare con l’autore, il direttore artistico della libreria, Michele Trecca.

L’anno del ferro e del fuoco. Cronache di una rivoluzione (Feltrinelli, 2017: pagine 256). “Di notte, cent’anni dopo, tutto sembra com’era, in questa composizione intatta di storia e di luce, di marmi e di fato, di ghiaccio e di memoria. Cammino da un ponte all’altro fino al canale Prjažka cercando una finestra. Al numero 57 di via Dekabristov, dove il poeta Aleksandr Blok passava ore al buio, in quelle notti, guardando il ‘freddo violetto’ di Pietrogrado e, oltre la finestra, ‘la Russia che vola chissà dove, nell’abisso azzurro-blu dei tempi’.” Ezio Mauro attraversa la rabbia, la paura e la tragedia di una popolazione stremata dalla guerra e dalla carestia. Rimette in scena il furore che ha afferrato l’anima di una città e la storia di un Paese, cambiando per sempre il loro destino. Con la penna del grande inviato, crea un cortocircuito tra passato e presente che rievoca nei luoghi della Rivoluzione la stessa atmosfera di sofferenza, di lotta e di speranza nel cambiamento che l’ha ispirata e accesa, sfociando poi nel Terrore. “Tutto quel che è accaduto dopo comincia qui. Anche se sembrava un inizio, ed era la fine del mondo.”

Ezio Mauro. È stato dal 1996 al 14 gennaio 2016 il direttore di “Repubblica”. Ha cominciato la sua carriera alla “Gazzetta del Popolo” di Torino. Ha poi collaborato con “La Stampa” come inviato di politica interna e con servizi e inchieste in particolare dagli Stati Uniti. Nel 1988 ha iniziato la sua collaborazione con “Repubblica” come corrispondente dall’Urss. Nel 1990 è tornato a “La Stampa”, di cui è stato direttore dal 1992 al 1996. Ha scritto La felicità della democrazia con Gustavo Zagrebelsky (Laterza, 2012), Babel con Zygmunt Bauman (Laterza, 2016) e L’anno del ferro e del fuoco. Cronache di una rivoluzione (Feltrinelli, 2017).

Un unico sogno: “Bruciare la frontiera”

Incontro organizzato in occasione della Settimana della Memoria, a scuola e in libreria. Tra storia e narrativa, Carlo Greppi

Venerdì 26 gennaio, ore 19, spazio live della Ubik. Il giovane storico torinese presenta il suo nuovo romanzo

Nel pomeriggio, incontro alla scuola da Feltre-Zingarelli di Foggia. L’indomani, all’Istituto Majorana di Termoli

In occasione della Settimana della Memoria, tornano le “storie del filo spinato” raccontate da un giovane e brillante storico che ha scelto il linguaggio della narrativa per affrontare temi come Shoah, razzismo, migranti e xenofobia. Dopo il grande successo del precedenteNon restare indietro (Feltrinelli), ecco il nuovo libro di Carlo Greppi, dottore di ricerca in Studi storici, collaboratore di Rai Storia, nonché membro del Comitato scientifico dell’Istituto piemontese per la storia della Resistenza, apprezzato dagli studenti di tutta Italia per i percorsi formativi che da tanti anni organizza nelle scuole, raccontando di storie e memorie del Novecento. Venerdì 26 gennaio, alle ore 19, l’autore incontra il pubblico della Ubik di Foggia per presentare il suo nuovissimo romanzo, Bruciare la frontiera (Feltrinelli, 2018), conversando con il direttore artistico della libreria, Michele Trecca, e con la docente Lucia Palmieri. Quello con l’autore e storico torinese, vincitore nel 2017 del premioDIG Awards – Documentari, Inchieste, Giornalismi con il documentario intitolato No Border. Militanti ai confini dell’Europa, è un appuntamento particolarmente importante dal punto di vista educativo, soprattutto in relazione alla stringente attualità storica. Non a caso, nel pomeriggio di venerdì, alle ore 16, l’autore sarà all’Istituto da Feltre-Zingarelli di Foggia e l’indomani, 27 gennaio, all’Istituto Majorana di Termoli: due progetti-lettura organizzati dalla libreria allo scopo di sensibilizzare le nuove generazioni su temi “di frontiera”.

Bruciare la frontiera (Feltrinelli, gennaio 2018). È il giorno che si aspetta da tutta una vita. È il diciottesimo compleanno di Francesco, e lui sta preparando un viaggio. Lo ha promesso a Kappa, il suo migliore amico: una volta scattata l’ora “X” partiranno insieme. A piedi. Vogliono andare a vedere come è fatta una frontiera, vogliono che le montagne raccontino loro delle storie del passato. È il presente, per chissà quale ragione, ad apparire lontano – come se ci fossero da regolare dei conti, prima di tutto. Nel frattempo Abdullah – Ab –, coetaneo di Fra e Kappa, ha lasciato casa sua. È partito dalla Tunisia: vuole arrivare in Francia e incontrare nel mondo reale Céline, una ragazza conosciuta online di cui non può più fare a meno. Ab cerca la via della costa ligure, dove passavano gli ebrei in fuga e gli italiani clandestini che cercavano lavoro. Oggi, però, la frontiera è sbarrata, impenetrabile. Che stia cercando un rifugio o l’amore, chi tenta di bruciare la frontiera viene respinto. Ab incontra ragazzi sperduti come lui, venuti da ogni parte del mondo. Sembrano ombre. Forse, per passare, deve risalire verso nord e provare la via dei monti. Anche se dicono che ogni mese, lassù, muore qualcuno. Le vite di Ab, Fra e Kappa qui si intrecceranno, come i sentieri di montagna, a disegnare una nuova geografia che proprio non ne vuole sapere della frontiera. Una linea, questa, che esiste perché tracciata sulle carte, e che ogni giorno decide un numero incalcolabile di destini.

Carlo Greppi. Nato a Torino nel 1982, ricercatore, autore, presentatore, inviato e ospite di Rai Storia, è membro della società contemporanea “Giorgio Agosti”. Socio fondatore dell’associazione Deina e presidente dell’associazione Deina Torino, collabora con Doppiozero e con la Scuola Holden. Il suo libro L’ultimo treno. Racconti del viaggio verso il lager (Donzelli 2012) ha vinto il premio “Ettore Gallo”, destinato agli storici esordienti. Con Feltrinelli ha pubblicato l’ebook La nostra Shoah. Italiani, sterminio, memoria (2015), i romanzi per ragazzi Non restare indietro (2016) e Bruciare la frontiera (2018) e il saggio Uomini in grigio. Storie di gente comune nell’Italia della guerra civile (2016).

Leggo QuIndi Sono, la “carica” dei 535 studenti. Il giovane Antonio Schiena apre il giro di incontri

Il primo di cinque autori selezionati incontra lettori e alunni delle scuole di Capitanata

“Record” di adesioni per “Le giovani parole” 2018, il concorso rivolto agli studenti Il 24 e 25 gennaio, al “Giannone” di San Marco in Lamis, “Pascal di Foggia e Ubik

Parte la giostra letteraria di Leggo Quindi Sono, terza edizione del premio-concorsoLe giovani parole,la manifestazione che porta gli studenti delle scuole superiori di Capitanata a leggere, incontrare e votare il miglior autore tra cinque selezionati tra le case editrici indipendenti italiane. Al via gli incontri con i cinque scrittori che, da quest’anno, dovranno confrontarsi con ben535 studenti- giurati, stando al nuovo record di adesioni raggiunto (lo scorso anno furono 284). Oltre alle scuole fondatrici – “Pascal” e “Poerio” di Foggia – e a quelle che hanno partecipato all’edizione 2017 –“Giordani” di Monte Sant’Angelo e “Giannone” di San Marco in Lamis – si sono aggiunte, infatti, anche le scuole “Notarangelo-Rosati” di Foggia e “Virgilio” di Vico del Gargano: i cinque autori, da gennaio a maggio, saranno ospiti degli istituti coinvolti. Inoltre, oltre a presentare i propri libri nello spazio live della libreria Ubik (partner della manifestazione), gli scrittori incontreranno anche i detenuti dell’istituto carcerario di Foggia, grazie alla riproposizione dell’iniziativa Lib(e)ri dentro a cura del CSV Foggia.

Ad aprire ufficialmente il giro di appuntamenti è il giovane autore Antonio Schiena con il suo romanzo Non contate su di me (Watson edizioni, 2016), coinvolto in una due-giorni tutta da seguire: mercoledì 24 gennaio, alle ore 18, lo scrittore presenta il suo libro nel Teatro dell’Istituto P. Giannone di San Marco in Lamis, peraltro sua città d’origine, incontrando gli studenti aderenti al concorso e i lettori del comune garganico. L’indomani poi, giovedì 25 gennaio, alle ore 11.15, l’autore è ospite del Pascal di Foggia mentre, in serata, alle ore 18.15, presenta il suo romanzo nello spazio live della Ubik, incontrando i lettori e le delegazioni di studenti del Poerio e del Giordani di Monte Sant’Angelo. Alle ore 15 inoltre, sempre del 25 gennaio, previsto l’incontro con il gruppo di lettura dei detenuti della Casa Circondariale di via delle Casermette.

Non contate su di me (Watson Edizioni, 2016). Primo è un ragazzo solitario e riservato. Nei momenti più bui della sua vita, si è sempre affidato alla scrittura per sfogarsi e andare avanti. Un giorno però ritrova una lettera scritta dal padre, prima che morisse, e le sue certezze si sgretolano. Deluso da tutto, afferra i suoi appunti e sale sul tetto del palazzo per farne un falò. Qui incontra Futura, una ragazza dall’aria ingenua e indifesa che, in piedi sul parapetto, sta per gettarsi di sotto. Primo non ha la vocazione dell’eroe, anzi il cinismo che lo contraddistingue lo porta a scrollare le spalle di fronte a quella scena, proseguendo nell’intento di bruciare gli scritti che per anni ha custodito nella sua stanza. Futura però aspettava solo qualcuno a cui aggrapparsi. Inizia così a essere una presenza fissa nella vita di Primo, che invece non vuole alcun legame con lei e deve barcamenarsi fra uno strano sentimento non corrisposto per D e il coinquilino, Elia, che si sta lentamente distruggendo a causa del vortice malato in cui il suo compagno Riccardo lo sta trascinando. Quando, una notte, Primo e Futura troveranno il corpo senza vita di una giovane ragazza, Primo capirà che rimanere uniti è l’unica possibilità per affrontare la vicenda e che è arrivato il tempo di agire

Antonio Schiena. Nato a San Marco in Lamis, risiede a Roma ormai da molti anni. Blogger, ha dato vita alla pagina Facebook Antipatia gratuita, tra le più seguite in Italia, con oltre 450 mila fan. È autore dei libri È liberami dalla gente. Amen, Un gioco da ragazzi e Il mondo perfetto di mister Owen, tutti pubblicati dalla casa editrice Watson.

“L’estate muore giovane”. L’esordio di Mirko Sabatino

Nel giorno della sua “uscita” editoriale nazionale, la presentazione

Giovedì 18 gennaio, ore 19, spazio live della libreria Ubik. Una storia forte, ambientata sul Gargano

Originario di Foggia, l’autore presenta in anteprima nazionale il suo primo romanzo edito da Nottetempo

“Sogna, Primo, fallo sempre. Ma pianta i tuoi sogni nella terra: cresceranno robusti e non voleranno via”. Una storia di provincia, in un territorio che, rispetto al resto del mondo, vive gli anni ’60 in modo del tutto diverso. Sullo sfondo il Gargano e davanti tre ragazzini, i loro sogni, le loro fughe sulla scogliera e, brutale, la fine della loro giovinezza: L’estate muore giovane è il romanzo d’esordio diMirko Sabatino, giovane scrittore originario di Foggia che ha scelto proprio la sua città per presentare in anteprima nazionale il suo libro, nel giorno della sua uscita ufficiale sul mercato editoriale italiano. Giovedì 18 gennaio, infatti, alle ore 19, l’autore incontra il pubblico della Ubik, conversando nello spazio live con il direttore artistico della libreria, Michele Trecca, e con il libraio Salvatore D’Alessio.

L’estate muore giovane (Nottetempo, 18 gennaio 2018). Estate del 1963. I Beatles hanno da poco registrato il loro primo disco, Martin Luther King annuncia il suo sogno all’America e in un paesino del Gargano tre ragazzini, Primo, Damiano e Mimmo, trascorrono le lunghe e afose giornate tra la piazza, i vicoli e il loro rifugio segreto sulla scogliera. Amici per la pelle come si può essere solo a dodici anni, condividono tempo e segreti. Un giorno, un gruppo di teppistelli si accanisce su Mimmo e i ragazzini decidono di suggellare un patto di alleanza: quando uno di loro o della loro famiglia sarà vittima di un sopruso, i tre risponderanno con una vendetta proporzionale all’affronto. Ma gli eventi di quell’estate sonnolenta sterzeranno verso traiettorie brutali e inaspettate, e il patto verrà rispettato in modo sempre più drammatico e disperato. In un crescendo febbrile, il romanzo ci conduce in un viaggio dentro alla provincia, con i suoi orrori annidati nelle pieghe di un’apparente stabilità, inarrestabili come la fine della giovinezza che attende i protagonisti.

Mirko Sabatino. Nato a Foggia nel 1978, vive tra Roma e Nardò. Si è laureato in Scienze della comunicazione con una tesi in Semiotica sul rapporto tra montaggio nel cinema e montaggio in letteratura. Lavora come editor e redattore free-lance. L’estate muore giovane è il suo primo romanzo.

“Non è lavoro, è sfruttamento”. L’inchiesta di Marta Fana

Un incontro di taglio politico- economico sulla situazione lavorativa italiana

Mercoledì 17 gennaio, ore 19, spazio live della libreria Ubik. La giornalista e ricercatrice presenta il suo libro

Dibattito aperto al pubblico di Foggia. Conversano con l’autrice, Marco Barbieri e Gemma Pacella “Dicevano: meno diritti, più crescita. Abbiamo solo meno diritti. La modernità paga a cottimo. Così dilaga il lavoro povero, spesso gratuito, la totale assenza di tutele e di stabilità lavorativa. È una condizione che coinvolge più di una generazione. Non più solo la generazione Erasmus e i Millennials, ai quali si è ripetuto il mantra dei giovani schizzinosi o emigranti per scelta. Ma anche le generazioni precedenti. Da troppo tempo si tace sulla perdita di diritti e sul crescente sfruttamento, la chiamano pace sociale. Ora è il momento di fare pulizia: il lavoro è la questione fondamentale del nostro tempo”. Giornalista d’inchiesta di taglio politico- economico, ricercatrice, tra le personalità maggiormente in grado di animare il dibattito sul tema del lavoro in Italia, Marta Fana ha scritto un libro dal titolo inequivocabile: Non è lavoro, è sfruttamento (Laterza, 2017). Mercoledì 17 gennaio, alle ore 19, nello spazio live della libreria Ubik, l’autrice presenta la sua inchiesta, protagonista di un dibattito aperto al pubblico di Foggia. A conversare con Marta Fana, Marco Barbieri (docente di Diritto del lavoro dell’Università degli studi di Foggia) eGemma Pacella (dottoranda di ricerca all’Università politecnica delle Marche).

Non è lavoro, è sfruttamento (Laterza, 2017; pagine 192). Giovani e meno giovani costretti a lavorare gratis, uomini e donne assuefatti alla logica della promessa di un lavoro pagato domani, lavoratori a 3 euro l’ora nel pubblico e nel privato: questa è la modernità che paga a cottimo. Sottoccupazione da un lato e ritmi di lavoro mortali dall’altro. Diritti negati dentro e fuori le aziende per quanti non vogliono cedere al ricatto. Storie di ordinario sfruttamento, legalizzato da vent’anni di flessibilizzazione del mercato del lavoro. Malgrado la retorica della flessibilità espansiva e del merito come ingredienti indispensabili alla crescita sia stata smentita dai fatti, il potere politico ha avallato le richieste delle imprese. Il risultato è stato una cornice legislativa e istituzionale che ha prodotto uno sfaldamento del mondo del lavoro: facchini, commesse, lavoratori dei call-center, addetti alle pulizie in appalto procedono in ordine sparso, non sentono più di appartenere alla medesima comunità di destino.

Le inchieste di Marta Fana sul Jobs Act e la sua lettera al ministro Poletti, condivise da migliaia e migliaia di lettori, hanno portato alla luce la condizione del lavoro in Italia, imponendola all’attenzione pubblica come voce di un’intera generazione.

Marta Fana. Ha conseguito un dottorato di ricerca in Economia presso l’Institut d’Études Politiques di SciencesPo a Parigi. Scrive per “Internazionale” e “il Fatto Quotidiano”. Ha iniziato l’attività di ricerca studiando appalti e corruzione e oggi si occupa di political economy, in particolare di diseguaglianze economico-sociali e mercato del lavoro. Ha lavorato all’ufficio studi di Consip, all’EBRD e all’OCSE e ha collaborato con “il manifesto” e “Pagina99”.

Otto conversazioni tra suoni e parole, da gennaio ad aprile: si comincia

Musica Civica, apre Paolo Di Paolo. “Essere all’altezza dei sogni”. Domenica 7 gennaio, ore 18, Teatro U. Giordano. La prestigiosa rassegna curata dal Maestro Gianna Fratta Il giovane autore romano inaugura la kermesse con una conversazione ispirata al suo ultimo libro

Otto conversazioni tra suoni e parole, da gennaio ad aprile. Torna la splendida rassegna a cura del Maestro Gianna Fratta, con la libreria Ubik ancora una volta partner letterario della manifestazione: quest’anno, per la IX edizione, la kermesse si sposta nella prestigiosa cornice del Teatro U. Giordano di Foggia. Ad inaugurare Musica Civica, pertanto, un giovane ma affermato scrittore, più volte ospite della libreria e tra gli autori più amati dal pubblico foggiano:Paolo Di Paolo. Domenica 7 gennaio, alle ore 18, sul palcoscenico del principale contenitore culturale della città, l’autore romano – pupillo di Antonio Tabucchi, nonché pluripremiato per i suoi romanzi – terrà una conferenza dal titolo Essere all’altezza dei sogni. Il bello dei romanzi. Ispirato al Grande Gatsby di Francis S. Fitzgerald, l’incontro raccoglie le suggestioni contenute nell’ultimo libro dello scrittore, pubblicato nel 2017 da Laterza e intitolato Vite che sono la tua. A seguire, dopo la conversazione con Paolo Di Paolo, avrà luogo come di consueto il concerto dal vivo. Titolo: Piano Ring. Andrea Bacchetti vs Michele Di Toro. I biglietti saranno disponibili al botteghino del Teatro U. Giordano dalle ore 17 del giorno dello spettacolo.

Vite che sono la tua. Il bello dei romanzi in 27 storie (Laterza, 2017). «Tom era come me. Io ero Tom. E per la prima volta mi sembrava di esistere anche fuori di me, da qualche altra parte. Mi pareva che Twain sapesse qualcosa degli interminabili pomeriggi di vacanza, delle battaglie per gioco fra cugini, di certi assalti, di certi azzardi. Il bello era questo: ritrovare in una storia altrui la mia». A volte, da un romanzo, riporti anche solo una frase. Un’intuizione. Una cosa che ignoravi. A volte, anche solo una visione o un gesto. Altre volte, una storia che somiglia alla tua. Da Tom Sawyer al giovane Holden, da Jane Eyre a Raskòl’nikov e ai personaggi di Roth, la magia dei grandi libri, guide strane, insolite, spiazzanti. Leggendo possiamo vivere il non ancora vissuto e il mai vivibile, dichiararci a qualcuno con un coraggio mai avuto, percepire un dolore che somiglia al nostro o solo sapere che esiste. Perché la letteratura ci racconta. La sorpresa del crescere, le sfide, la scoperta del desiderio, l’amore, le ambizioni, le illusioni – magari perdute; la voglia di andare lontano o di tornare a casa; la paura di invecchiare e tutte le paure, ma anche tutte le speranze.

Paolo Di Paolo. Nato nel 1983 a Roma. Finalista nel 2003 al Premio Italo Calvino per l’inedito e al Campiello Giovani, è autore dei romanzi Raccontami la notte in cui sono nato (2008), Dove eravate tutti (2011, Premio Mondello e Super Premio Vittorini), Mandami tanta vita (2013, Premio Salerno Libro d’Europa, Premio Fiesole Narrativa e finalista Premio Strega) e Una storia quasi solo d’amore (2016), tutti nel catalogo Feltrinelli dove, nella collana digitale Zoom, sono anche compresi gli scritti La meravigliosa stranezza di essere vivi (2012) e L’Italia del pomeriggio (2014). Per l’Universale Economica ha curato un’antologia di Piero Gobetti, Avanti nella lotta, amore mio! Scritture 1918-1926 (2016). Molti suoi libri sono nati da dialoghi: con Indro Montanelli, a cui ha dedicato Tutte le speranze (2014, Premio Benedetto Croce), con Antonio Debenedetti, Dacia Maraini, Raffaele La Capria, Antonio Tabucchi, di cui ha curato Viaggi e altri viaggi (Feltrinelli, 2010), e Nanni Moretti. Ha pubblicato tra l’altro Ogni viaggio è un romanzo (2007), per bambini La mucca volante (2014, finalista Premio Strega Ragazze e Ragazzi) e Giacomo il signor bambino (2015; Premio Rodari), per il teatro Istruzioni per non morire in pace (2015). È tradotto in diverse lingue europee.

Django Reinhardt: vita, morte e…chitarra

Evento-spettacolo a ingresso libero: concerto dal vivo e narrazione “live”. Storia di una leggenda manouche. Giovedì 14 dicembre, ore 22. Allo Zapoj Ristopub, in via Grecia 36, Foggia

La band Gypsy Project incontra l’attore Roberto Galano: reading in musica

«Con la mia chitarra tra le mani non ho paura di nessuno, neanche del papa o del presidente degli Stati Uniti». Parola di Jean Reinhardt, per tutti Django. Analfabeta, storpio, nato in un carrozzone nomade nel 1910. Genio, compositore, inventore del gypsy-, morto nel 1953. La storia della sua vita è la storia di una musica e giovedì 14 dicembre, alle ore 22, allo Zapoj Ristopub di Foggia (in via Grecia 36, “Macchia Gialla”), si racconta proprio una delle avventure più appassionanti del XX secolo, intrecciando parole e note in un viaggio tutto da vivere. Di scena: . Storia di una leggenda manouche: reading in musica. I Gypsy Project – formazione fondata dai due chitarristi dauni Vittorio Menga e Nunzio Ferro e arricchita dal violinista abruzzese Domenico Mancini – incontrano la voce recitante dell’attoreRoberto Galano, direttore artistico del Teatro dei Limoni di Foggia. Un evento-spettacolo a ingresso libero nel quale trovano fusione musica dal vivo e narrazione (info prenotazioni: 338.8499520).

READING IN MUSICA. Vita e morte del chitarrista zingaro che, con sole tre dita, riuscì a stravolgere la storia della musica europea, intrecciando il virtuosismo tzigano della tradizione manouche con il più frenetico jazz americano. Dalla nascita nel carrozzone di Liberchies, in Belgio, all’infanzia trascorsa nella “Zone” dei nomadi alle porte di Parigi, passando per le vie “maledette” di Pigalle e Montmartre attraverso il sodalizio artistico stretto con il violinista Stephane Grappelli, fino ad arrivare a quel concerto alla Carnegie Hall di New York, quando si scusò due volte con il pubblico, prima per l’assenza ingiustificata di Django e poi per il suo arrivo inaspettato… E ancora, “”, “”, “Tiger Rag”: le sue straordinarie composizioni – create dal nulla, senza saper leggere le note, fischiettando le parti dei suoi musicisti –suonate e “raccontate” dal vivo, con riferimenti precisi al loro significato, al momento storico e alla vita leggendaria di questo straordinario artista.

GYPSY PROJECT FEAT ROBERTO GALANO. Da un lato, i Gypsy Project, band nata proprio nel solco della musica di Django, ormai tra le formazioni di jazz manouche più richieste in Italia e all’estero, come confermano i tour estivi realizzati in Spagna, Croazia e Slovenia. Dall’altro, l’arte attoriale di Roberto Galano, interprete e regista di numerosi spettacoli riproposti nei principali teatri “off” d’Italia, di recente impegnato nelle riprese del film Sulla mia pelle incentrato sulla tragica vicenda di Stefano Cucchi, per la regia di Alessio Cremonini, con Alessandro Borghi e Jasmine Trinca. Il testo del reading, ricavato dalla biografia di Michael Dregni e da altre fonti storiche e musicali, è a cura del giornalista Alessandro Galano.