«NATURA BRESCIANA» Ann. Mus. Civ. Sc. Nat. Brescia, 2016, 40: 5-16

RICERCHE SULLE POPOLAZIONI DI CANESCENS (L.) P. Beauv. () NELLA VALLE DEL FIUME TICINO

Gu i d o BRUSA1

Parole chiave – Clima; conservazione della natura; dinamica Key words – Climate; ecology; endangered species; fluvial dy- fluviale; ecologia; specie a rischio di estinzione namics; nature conservation

Riassunto – Corynephorus canescens è una pianta considerata Abstract – Research on populations of Corynephorus canescens a rischio di estinzione in Italia. Lo scopo del presente studio (Poaceae) in the valley of River Ticino. Corynephorus cane- è stato colmare le lacune esistenti circa la conoscenza della scens is a regarded as endangered species in Italy. The aim sua distribuzione in una parte significativa dell’areale italiano, of this study was to fill the existing gaps about the knowledge raccogliendo dati accurati sulla consistenza delle popolazioni, of its distribution within a significant part of its Italian range, per trarre utili implicazioni per la conservazione della specie. by collecting accurate data on the population size, in order to I risultati hanno evidenziato il fondamentale ruolo del Fiume develop practical implications for the species conservation. The Ticino nel formare depositi di sabbia colonizzabili dalla specie. results demonstrated the essential role of the River Ticino in Il principale fattore di rischio per la conservazione della specie creating sandy deposits which are easily colonized by the spe- potrebbe essere rappresentato dai cambiamenti in atto nel cli- cies. The main risk factor for the species conservation could ma, in primis dagli episodi di severa aridità estiva a causa dei be the ongoing climate changes, especially events of severe quali le popolazioni risultano fortemente danneggiate. summer drought because of which the populations are strongly injured.

INTRODUZIONE ropea. Finalità ultima del presente studio è infatti quella di trarre utili implicazioni per la conservazione di C. ca- Corynephorus canescens (L.) P. Beauv. è una pianta della nescens alla scala regionale e nazionale. Una particolare famiglia delle Poaceae. In Italia la sua importanza con- attenzione nell’analisi è stata riservata alle popolazioni servazionistica è legata all’inclusione nella più recente presenti nella Zona Speciale di Conservazione (ZSC) versione della Lista Rossa (Ro s s i et al., 2013) come spe- ai sensi della Direttiva Habitat denominata IT2010013 cie a rischio di estinzione (categoria IUCN: EN, Endan- “Ansa di Castelnovate” (località Barbellera, provincia di gered). Le motivazioni addotte al suo inserimento nella Varese), in cui si è manifestato un elevato tasso di morta- Lista Rossa (As s i n i & Ab e l i , 2012) sono da ricondurre lità durante l’estate 2015. alla “riduzione della popolazione prevista per i prossimi 10 anni o tre generazioni”, sia in termini di numero di MATERIALI E METODI popolazioni, che di areale complessivamente occupato, a causa del declino della qualità dell’habitat (ridotta esten- Corynephorus canescens sione dei siti di crescita, concomitante invasione di specie esotiche e avanzamento del bosco). Inoltre, l’importanza Note su ecologia e biologia conservazionistica di C. canescens è imposta dal fatto C. canescens è diffusa in gran parte dell’Europa occiden- che la specie contraddistingue fisionomicamente l’habi- tale e centrale, essendo un elemento della regione flori- tat “Praterie aperte a Corynephorus e Agrostis su dossi stica atlantica, con presenze in aree dell’Europa boreale sabbiosi interni” (cod. Natura 2000: 2330), considerato o sub-continentale; la distribuzione è comunque discon- di interesse comunitario ai sensi della Direttiva 92/43/ tinua, con un’elevata proporzione di aree marginali, tra CEE (Direttiva Habitat). cui quelle in Italia (Me u s e l et al., 1965). La distribuzione Lo scopo del presente studio è stato colmare le lacune ri- di C. canescens è altresì rarefatta per la sua associazione guardo la conoscenza della distribuzione di C. canescens a habitat altamente dispersi sul territorio, rappresentati in una parte importante del suo areale italiano (la valle da suoli sabbiosi aridi, acidi, poveri di nutrienti e aperti del Fiume Ticino), raccogliendo anche dati precisi sulla (Ry c h n o v s k á , 1963; Qu i ng e r & Me y e r , 1995; Je n t s c h consistenza delle popolazioni. Inoltre, sono stati analiz- & Be y s c h l a g , 2003). Le popolazioni di C. canescens di- zati i principali fattori ecologici che ne condizionano la pendono dalle dinamiche del substrato e più precisamen- distribuzione locale, rapportandoli anche alla scala eu- te dal frequente disturbo al suolo, soprattutto per gli spazi

1 Via Corridoni 97, 21100 Varese -  [email protected] 6 Ricerche sulle popolazioni di Corynephorus canescens (L.) P. Beauv. (Poaceae) nella valle del fiume Ticino

aperti nella vegetazione, prodotti ad esempio dalla siccità, Co r b e t t a , 1968; As s i n i , 2007), provincia dove era inol- da animali, da escavazioni da parte dell’uomo o da eser- tre segnalata “in luoghi sterili arenosi delle sponde del citazioni militari (Ma r s h a l l , 1965; Je n t s c h et al., 2002, Ticino” (Pa r l a t o r e , 1848), quantunque non vi siano ri- 2009; Ts c h ö p e & Ti e l b ö r g e r , 2010). Quando il distur- scontri attuali. Per la provincia di Varese, C. canescens bo termina, questi habitat sono inclini a una successione era riportata per i boschi del basso Varesotto (Br i z i & ecologica corrispondente a una evoluzione edafica che Fe n a r o l i , 1927; Co z z i , 1913); in queste zone è tuttavia determina il progressivo accumulo di sostanza organica, scomparsa (Ma c c h i , 2005; Br u s a G., oss.pers.). In pro- condizione che avvilisce le scarse capacità competitive di vincia di Varese è stata però di recente riscontrata in una C. canescens (Je n t s c h & Be y s c h l a g , 2003; El l e nb e r g & località presso il Fiume Ticino, a Castelnovate (Ma c c h i , Le u s c h n e r , 2010; Uj h á z y et al., 2011). Nella fase iniziale 2005), zona a cui si riferiscono probabilmente anche le della colonizzazione, tra i cespi ben distinti di C. cane- segnalazioni storiche per la provincia di Como lungo il F. scens, si può osservare della sabbia nuda, su cui in pri- Ticino (Pa r l a t o r e , 1848). mavera crescono le terofite; in seguito allo sviluppo delle piante di C. canescens e alla contemporanea riduzione Censimento delle popolazioni nella mobilità del substrato, che si arricchisce progressi- vamente di humus, sopraggiungono nuove piante vasco- La distribuzione delle popolazioni di C. canescens è stata lari e soprattutto muschi e licheni (Me d w e c k a -Ko r n a s et indagata nel tratto della valle del Fiume Ticino compreso al., 1966). Una successione simile è stata osservata anche tra il Comune di Somma Lombardo (VA) a nord e quello in Italia (As s i n i et al., 2013). di Vigevano (PV) a sud (Fig. 1). L’indagine ha riguardato C. canescens sopravvive 5-6 stagioni di crescita in Gran unicamente siti sulla sponda idrografica sinistra, ammini- Bretagna (Ma r s h a l l , 1967), ma soltanto 3-4 in Europa strativamente compresa entro i confini regionali lombar- centrale (Ry c h n o v s k á -So u d k o v á , 1961). La riproduzio- di (Parco Lombardo del Ticino). Nei Comuni di Lonate ne avviene prevalentemente da seme (Ma r s h a l l , 1967), Pozzolo, Somma Lombardo e Vizzola Ticino (VA), sono che si forma per impollinazione anemogama incrociata stati indagati anche i siti sulla sponda idrografica destra. (Bö g e r , 2007). La produzione di seme cala rapidamen- Alcuni siti, comunque strettamente limitrofi al confine te dopo la quarta o quinta stagione (Sy m o n i d e s , 1979). regionale ma amministrativamente in Piemonte, sono In Gran Bretagna, il tempo minimo richiesto per fiorire stati compresi nell’indagine. è di 2 stagioni di crescita (Ma r s h a l l , 1967). L’antesi è I potenziali siti di crescita di C. canescens sono stati pre- massima intorno alla seconda settimana di luglio e le ca- ventivamente individuati all’interno di superfici che sulla riossidi maturano da fine luglio in poi (Ma r s h a l l , 1967). base delle ortofoto risultavano occupate da vegetazioni Tuttavia, viene riportata anche una riproduzione per via naturali aperte, entro una fascia di 500 m dall’alveo ba- vegetativa in particolari condizioni (Sc h u l z , 1950; Fr e y gnato del F. Ticino. I sopralluoghi sono stati svolti tra & He n s e n , 1995): C. canescens è infatti in grado di sop- gennaio e marzo 2015, periodo in cui C. canescens è portare la copertura della sabbia, poiché i cespi presen- facilmente riconoscibile allo stato vegetativo dalle altre tano più livelli di crescita che possono produrre radici specie della medesima famiglia di appartenenza. Durante avventizie (Me d w e c k a -Ko r n a s et al., 1966). Sebbene la questi sopralluoghi, sono stati accertati alcuni siti di cre- produzione di semi risulti elevata, sia la vitalità che la scita in precedenza non identificati tramite le ortofoto. dispersione del seme sono limitate, e la distanza di di- Ciascun sito indagato è stato valutato secondo il seguente spersione delle diaspore avviene nell’arco di pochi metri schema: (Ma r s h a l l , 1968; Bö g e r , 2007). La sua banca di semi, • siti con presenza di C. canescens (denominati “co” che non presentano una dormienza primaria, ha una bre- nelle analisi): ve durata (Je n t s c h , 2001). Le cariossidi sono sparse dai -- con popolazione areale, ovvero con presenza delle primi di agosto in poi, anche se il principale periodo per piante di C. canescens su una superficie superiore la dispersione è probabilmente l’inizio di settembre; la a 50 m2. Tale superficie corrisponde al limite per il germinazione avviene bruscamente per l’inumidimento riconoscimento dell’habitat 2330 (AA.VV., 2014). dello strato superficiale di sabbia in seguito alla pioggia La superficie è stata delimitata percorrendo diretta- (Ma r s h a l l , 1967). La mortalità delle piantine da seme è mente sul terreno il limite della superficie entro cui elevata (Sy m o n i d e s , 1979). si trovava la popolazione e tenendo traccia di tale percorso con il GPS. Con l’utilizzo di un program- Distribuzione in Italia ma GIS la traccia è stata quindi trasformata in un La distribuzione di C. canescens comprende alcune sta- poligono, apportando minime correzioni; zioni in provincia di Novara e di Vercelli (Va r e s e et al., -- con popolazione puntiforme, ovvero con presenza 2010), sebbene in passato la specie fosse presente anche delle piante di C. canescens su una superficie infe- in altre località piemontesi (es. quelle riportate da Abb à , riore a 50 m2. Il sito così individuato è stato geore- 1991). In Lombardia si rinviene nei cosiddetti “sabbioni” ferenziato tramite GPS (centroide approssimativo della Lomellina, in provincia di Pavia (Be r t o s s i , 1950; della popolazione); G. Brusa 7

• siti in cui C. canescens è assente (marcati tramite La consistenza delle popolazioni è stata valutata in alcu- GPS): ne popolazioni areali nella parte nord del Parco. Lungo -- siti denominati “am”: compresi nell’alveo di mor- transetti, ogni 2 m sono stati posizionati plot di 1 x 1 m, bida, con scarsa vegetazione (es. comunità pioniere in cui la copertura di C. canescens è stata stimata visiva- di greto) oppure comunità erbacee spesso ben svi- mente con l’ausilio di nastri metrici. Il dato di copertura luppate (es. alte erbe) nell’ambito di formazioni fo- raccolto in cm2 è stato quindi convertito in percentuale restali ripariali (saliceto, pioppeto); rispetto all’intera superficie del plot. Per quanto concerne -- siti denominati “pe”: presentanti una vegetazione le popolazioni puntiformi, la copertura di C. canescens è erbacea di tipo non strettamente ripariale (es. prati stata valutata su tutta la superficie e stimata direttamente aridi), quantunque rientranti ordinariamente nell’al- in cm2. La scelta di utilizzare come unità di popolazio- veo di piena eccezionale del F. Ticino. ne la copertura e non il numero di individui è derivata dall’impossibilità, senza dover procedere all’estirpazione delle piante, di distinguere se i cespi fossero costituiti da un unico individuo oppure da singole piante strettamente vicine tra loro. Poiché i dati sulle popolazioni presentava- no una distribuzione log-normale, sono stati trasformati logaritmicamente al fine di poter calcolarne i parametri statistici. La frammentazione del poligono dell’habitat è stata va- lutata tramite l’indice Patton’s diversity (Pa t t o n , 1975), che rapporta il perimetro di un poligono a quello di una circonferenza di un cerchio avente la stessa area del poli- gono. L’indice è quindi una misura dell’irregolarità di un poligono, in quanto più l’indice si discosta dal valore 1, più il poligono è irregolare.

Analisi ecologica alla scala locale

Non essendo disponibile una dettagliata cartografia to- pografica e geomorfologica dell’area di studio, per l’in- terpretazione della distribuzione delle popolazioni di C. canescens sono stati considerati i seguenti tre fattori eco- logici, rappresentati per mezzo di un raster avente una risoluzione di 20 m: • quota (denominata “q” nelle analisi): altezza in metri del sito rispetto al punto più prossimo dell’alveo di morbida, per il quale è stata definita una quota arbitra- ria pari a 0 m. Questo fattore rappresenta, in modo del tutto approssimativo, l’appartenenza all’alveo inonda- bile da parte del F. Ticino nel caso di piena; • distanza (“d”): distanza lineare, in metri, del sito rispet- to al punto più prossimo dell’alveo di morbida. Il fatto- re è all’incirca proporzionale alla possibilità che un sito possa essere inondato dal F. Ticino nel caso di piena; • lunghezza (“l”): distanza, in metri, dall’uscita del F. Ticino dal Lago Maggiore, seguendo l’alveo principa- le del fiume stesso.

Ai fini dell’analisi, per ciascuna popolazione di tipo are- ale sono stati generati punti casuali all’interno del cor- rispettivo poligono. Il numero di punti è proporzionale alla superficie del poligono, con una densità di 1 punto ogni 50 m2, sino a un massimo di 20 punti per ciascun Fig. 1 - L’area di studio (linea bianca spessa) nella valle del Fiume Tici- poligono. Per ciascuna popolazione di tipo puntiforme no, tra le province lombarde di Varese (VA), Milano (MI) e Pavia (PV) e quella piemontese di Novara (NO). Le stelle indicano le popolazioni sono state invece considerate le coordinate del suo cen- censite di C. canescens. troide. 8 Ricerche sulle popolazioni di Corynephorus canescens (L.) P. Beauv. (Poaceae) nella valle del fiume Ticino

Analisi ecologica alla scala europea RISULTATI

La distribuzione di C. canescens in Europa è stata rica- Censimento delle popolazioni vata georeferenziando e quindi digitalizzando la mappa riportata da Me u s e l et al. (1965). Soltanto l’areale princi- Complessivamente sono state rilevate 27 popolazioni pale della specie è stata considerata nella presente analisi, areali, di cui 5 interamente in territorio piemontese, e 80 mentre il restante territorio, comprendente anche le sta- puntiformi, di cui 12 in Piemonte (Fig. 1). Tutte le popo- zioni isolate dall’areale principale (es. quelle italiane), è lazioni ricadono nei Siti della Rete Natura 2000 in Lom- stato considerato come area non ospitante la specie (area bardia (IT2010013, IT2010014, IT2050005, IT2080002, di controllo). IT2080301) oppure in Piemonte (IT1150001). Mediante GIS sono stati generati casualmente 1000 pun- Nella Tabella I sono riportati i parametri statistici delle ti sia per l’areale principale, sia per quello di controllo, popolazioni analizzate. La percentuale di C. canescens imponendo una distanza minima di 30 km tra i punti. A nei plot di 1 x 1 m non supera il 10% in quasi il 50% dei ciascun punto sono stati assegnati valori dei parametri plot rilevati, mentre nei due terzi dei plot la copertura climatici riguardanti temperatura e precipitazione (v. Ta- non supera il 20%. Il valore medio di copertura nei plot bella II per un elenco esaustivo dei parametri analizzati), rilevati è statisticamente compreso tra 6.42 e 6.81%. desunti dal database WordClim (version 1.4, release 3: La superficie del poligono non supera i 500 2m in circa il http://www.worldclim.org/) e scaricati in formato raster 70% delle popolazioni. Il valore medio della superficie come dati climatici (periodo 1950-2000) alla risoluzione dei poligoni è statisticamente compreso nell’intervallo chilometrica (Hi jm a n s et al., 2005). 258-336 m2. Per ciascun parametro climatico è stato costruito un Nelle popolazioni di tipo puntiforme la copertura di C. modello logistico tramite Generalized Linear Models canescens non supera i 2,000 cm2 nel 70% delle popo- (GLM), considerando come funzione una parabola dai lazioni. Il valore medio di copertura è statisticamente cui coefficienti sono stati calcolati quelli di una curva compreso tra 759 e1357 cm2. gaussiana (Jo ngm a n et al., 1987). La bontà di ciascun Considerando che in questo studio sono state comples- modello nell’interpretare la distribuzione di C. canescens sivamente rilevate 80 popolazioni puntiformi, la super- in Europa è stata valutata sulla base del valore della sua ficie occupata da C. canescens in queste popolazioni è residual deviance. stimata in 7 m2 (intervallo di confidenza al 95%: 6-11 m2). Tale valore è nettamente inferiore al solo valore me- In seguito, sono state derivate le curve gaussiane di di- dio di 282 m2 stimato per la superficie occupata da una stribuzione della probabilità di presenza di C. canescens singola popolazione areale. rispetto al parametro di temperatura e a quello di preci- L’indice di Patton presenta valori inferiori a 1.5 soltanto pitazione che in maggior misura interpretano la distribu- nel 15% dei poligoni; il suo valore medio è pari a 2.80. zione di C. canescens. Sulle due curve gaussiane, oltre L’intervallo di confidenza (2.51-3.09) è ben al di sopra alle soglie di ±1 volta il valore di tolleranza (intervallo del valore 1, così da attestare statisticamente una elevata dell’optimum ecologico), di ±2 volte il valore di tolleran- irregolarità del poligono. za (intervallo della tolleranza ecologica) e di ampiezza massima del gradiente occupato dalla specie (intervallo di sopravvivenza), sono stati riportati i valori di proba- Tab. I - Valori dei parametri statistici quantificati nelle popolazioni diC. C. canescens canescens (copertura nei plot, n=179; superficie dei poligoni ePatton’s bilità di presenza di calcolati dai seguenti diversity, n=27; copertura popolazioni puntiformi, n=51). dati per la stazione meteorologica di Malpensa, distante in linea d’aria ca. 4 km dalle popolazioni di C. canescens Intervallo Parametro Min. Max. Media nella ZSC IT2010013 “Ansa di Castelnovate”: confidenza (95%) • 1961-1990: valori medi corrispondenti al periodo trentennale di riferimento dell’Organizzazione Popolazioni areali Meteorologica Mondiale (fonte Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Categoria:Stazioni_ copertura nei plot (%) 0.04 84.75 6.56 6.42-6.81 meteorologiche_d%27Italia); 2 • 2014: valori riferiti all’anno 2014 (fonte Arpa superficie del poligono (m ) 66 5,274 282 258-336 Lombardia: http://www2.arpalombardia.it/); Patton’s diversity (m/m2) 1.06 7.66 2.80 2.51-3.09 • 2015: valori riferiti all’anno 2015 (fonte Arpa

Lombardia: http://www2.arpalombardia.it/). Popolazioni puntiformi

Tutte le analisi statistiche sono state effettuate utilizzan- copertura (cm2) 100 20,000 924 759-1,357 do diversi pacchetti nella piattaforma software R. G. Brusa 9

Analisi ecologica alla scala locale ancora una complessiva differenza statisticamente signi- ficativa (χ2=41.65, gdl=2, p<0.001). Altresì per questo La distribuzione dei valori dei tre fattori ecologici suddivi- fattore, i test post-hoc evidenziano una differenza signi- si per i tre gruppi di siti indagati è riportata nella Figura 2. ficativa tra i siti conC. canescens e quelli nella fascia in- Per il fattore quota, il test di Kruskal-Wallis indica una teressata dalle piene eccezionali rispetto ai siti nell’alveo complessiva differenza statisticamente significativa tra i di morbida. gruppi di siti (χ2=27.54, gdl=2, p<0.001). I test post-hoc Anche per il fattore lunghezza, il test di Kruskal-Wal- (test di Wilcox, con correzione di Bonferroni) evidenzia- lis denota una differenza statisticamente significativa no una differenza significativa tra i siti con C. canescens (χ2=41.05, gdl=2, p<0.001). Per questo fattore i test post- e quelli nella fascia interessata dalle piene eccezionali hoc stabiliscono una differenza significativa tra i due rispetto ai siti nell’alveo di morbida. gruppi di siti senza C. canescens rispetto al gruppo di siti Per il fattore distanza, il test di Kruskal-Wallis denota con questa specie.

Fig. 2 - Diagrammi box-plot rappresentanti la distribuzione dei tre fattori ecologici analizzati rispetto ai tre gruppi di siti indagati (am: alveo di morbida; co: popolazioni di C. canescens; pe: alveo di piena eccezionale). A lettera diversa, corrisponde un valore statisticamente significativo nel test post-hoc (p < 0.05). 10 Ricerche sulle popolazioni di Corynephorus canescens (L.) P. Beauv. (Poaceae) nella valle del fiume Ticino

Analisi ecologica alla scala europea Dato che i parametri climatici riferiti al quarto di anno più caldo rappresentano nel complesso quelli che meglio I valori di residual deviance calcolati dai GLM sono ri- interpretano la distribuzione europea di C. canescens, per portati nella Tabella II. Per tutti i parametri climatici ana- la costruzione delle curve gaussiane di distribuzione sono lizzati, i modelli sono risultati altamente significativi sot- stati considerati soltanto i parametri BIO_10 (temperatu- to il profilo statistico (test χ2, p<0.001). Sette parametri ra) e BIO_18 (precipitazioni). I dati climatici per la sta- di temperatura sono quelli che presentano una minor resi- zione meteorologica di Malpensa sono stati quindi deri- dual deviance. Tra questi, il parametro BIO_10 (χ2=426, vati unicamente per i mesi di giugno, luglio e agosto, cioè gdl=2, p<0.001), riferito alla temperatura media del per il trimestre più caldo dell’anno nell’area di studio. quarto di anno più caldo (Mean temperature of warmest Il grafico di Figura 3 mostra la distribuzione della proba- quarter), è quello con la residual deviance più bassa; di bilità di presenza di C. canescens rispetto al parametro conseguenza, è il parametro climatico che in maggior mi- BIO_10. La media del periodo 1961-1990 per la stazione sura interpreta la distribuzione di C. canescens alla scala meteorologica di Malpensa (20.7 °C) è compresa tra i li- europea. I parametri climatici riferiti alle precipitazioni miti superiori rispettivamente dell’optimum e della tol- presentano, in generale, una maggiore residual deviance; leranza ecologica. Entro questi limiti è compreso anche in altre parole, questi parametri climatici interpretano in il valore per l’anno 2014 (20.9 °C), molto simile a quel- minor misura la distribuzione di C. canescens alla scala lo della media trentennale. Oltre la soglia di tolleranza europea rispetto ai parametri di temperatura. Il modello ecologica è invece il valore per l’anno 2015 (23.8 °C), del parametro BIO_12 (χ2=192, gdl=2, p<0.001), riferito temperatura che si avvicina a quella del limite superiore alla quantità annuale di precipitazioni (Annual precipi- di sopravvivenza della specie (25.2 °C). tation), è quello con la residual deviance più bassa tra Il grafico di Figura 4 espone invece la distribuzione della tutti i parametri climatici riferiti alla quantità di preci- probabilità di presenza di C. canescens rispetto al para- pitazioni. Il secondo parametro di precipitazioni con la metro BIO_18. La media trentennale (274 mm) è com- residual deviance più bassa è il quarto di anno più caldo presa entro l’intervallo dell’optimum ecologico, così (BIO_18: χ2=185, gdl=2, p<0.001) ed è quindi riferito al come il valore riferito al 2015 (182 mm). Nel 2014 le medesimo periodo dell’anno del parametro di tempera- precipitazioni (291 mm) sono state di poco superiori alla tura (BIO_10) risultato interpretare in maggior misura la soglia superiore dell’optimum ecologico. distribuzione di C. canescens. DISCUSSIONE

Tab. II - Valori di residual deviance (espressi come percentuale del- C. canescens la null deviance = 2772.6) Calcolati dai glm sugli undici parametri di Le popolazioni puntiformi di presentano temperatura (evidenziati in corsivo) e sugli otto di precipitazioni. I pa- collettivamente una consistenza trascurabile rispetto rametri sono ordinati in ordine crescente di residual deviance, ovvero a quella delle popolazioni areali. Su queste ultime, in in misura decrescente di bontà del modello. un’ottica di ottimizzazione delle risorse, dovrebbero es- sere di conseguenza concentrate primariamente le misure Periodo Residual Codice Parametro di conservazione sulla specie. Data la relativa scarsa ca- dell’anno deviance (%) BIO_10 Mean temperature of warmest quarter warmest 84.6 pacità di dispersione dei semi (Ma r s h a l l , 1968; Bö g e r , BIO_01 Annual mean temperature 85.0 2007), le popolazioni isolate, anche se di tipo puntiforme, Temperature annual range (BIO_05- BIO_07 85.3 potrebbero però essere un’importante sorgente di semi BIO_06) BIO_05 Max temperature of warmest month warmest 87.3 per la fondazione di nuove popolazioni, anche numerica- BIO_09 Mean temperature of driest quarter driest 88.9 mente più consistenti di quelle originarie. Le popolazioni BIO_11 Mean temperature of coldest quarter coldest 90.3 isolate dovrebbero subordinatamente ricevere anch’esse BIO_06 Min temperature of coldest month coldest 91.3 adeguate misure di conservazione. BIO_12 Annual precipitation 93.1 Nell’area indagata, le popolazioni di C. canescens pre- Mean diurnal range (mean of BIO_02 93.1 monthly) (max temp - min temp) sentano una scarsa copertura rispetto a quella dell’habitat BIO_18 Precipitation of warmest quarter warmest 93.3 (poligono) in cui sono inserite. Pur in assenza di precisi BIO_17 Precipitation of driest quarter driest 93.4 valori di densità, dai dati floristico-vegetazionali riferiti BIO_14 Precipitation of driest month driest 93.6 alle comunità di C. canescens si può desumere come in Temperature seasonality (standard BIO_04 94.3 deviation *100) altre zone dell’areale italiano questa specie presenti una Precipitation seasonality (coefficient scarsa copertura, con bassi valori sui dossi della Lomel- BIO_15 95.5 of variation) lina (As s i n i , 2007) e più variabili in Piemonte (As s i n i et BIO_16 Precipitation of wettest quarter wettest 95.7 al., 2013). Una scarsa copertura di C. canescens è di fatto BIO_13 Precipitation of wettest month wettest 96.4 Isothermality (BIO_02/BIO_07) rilevata anche nelle comunità all’interno dell’area prin- BIO_03 97.8 (*100) cipale (si vedano, a titolo d’esempio, i dati riportati da BIO_08 Mean temperature of wettest quarter wettest 97.9 Ha s s e , 2005). Questa condizione può però determinare, BIO_19 Precipitation of coldest quarter coldest 99.0 congiuntamente all’elevata irregolarità del poligono (cioè G. Brusa 11

Fig. 3 - Curva gaussiana della probabilità di presenza di C. canescens alla scala europea rispetto al parametro climatico BIO_10 (temperatura media del quarto di anno più caldo). Sulla curva sono mostrati i valori per la stazione meteorologica di Malpensa.

Fig. 4 - Curva gaussiana della probabilità di presenza di C. canescens alla scala europea rispetto al parametro climatico BIO_18 (precipitazioni nel quarto di anno più caldo). Sulla curva sono mostrati i valori per la stazione meteorologica di Malpensa. 12 Ricerche sulle popolazioni di Corynephorus canescens (L.) P. Beauv. (Poaceae) nella valle del fiume Ticino

al forte effetto margine) e alle modeste dimensioni dello Lombardia: http://www.cartografia.regione.lombardia. stesso, un’elevata criticità nella conservazione locale del- it). Tuttavia durante i sopralluoghi, alcune piccole po- la specie, come ad esempio l’ingresso nella comunità di polazioni risultavano costituite da cespi completamente specie esotiche invasive (As s i n i & Ab e l i , 2012), tra cui è morti, in particolare nei luoghi più vicini all’alveo di presente l’invasiva Senecio inaequidens. Nello specifico morbida, in corrispondenza di recenti depositi di sedi- le misure di conservazione dovrebbero riguardare inter- menti fini, che ricoprivano anche le piante deperite di venti non solo rivolti a promuovere artificialmente le di- C. canescens. Inoltre, le piante di C. canescens, nonché namiche di substrato (Je n t s c h , 2001), agendo ad esempio di altre specie erbacee, risultavano coricate in un verso sul tappeto di briofite e licheni e soprattutto sul muschio compatibile con quella del flusso delle acque di piena esotico Campylopus introflexus (Sp a r r i u s & Ko o i jm a n , del Fiume. Tutti questi indizi denotano verosimilmente 2011), ma anche a incrementare la superficie (poligono) l’altezza raggiunta dalle acque durante il modesto evento in cui una popolazione cresce, agendo primariamente di piena avvenuto nel novembre 2014. Considerando che sulla diminuzione dell’effetto margine e quindi rendendo la specie non può sopportare la sommersione dell’acqua meno irregolare la superficie del poligono stesso. L’incre- in inverno (Ma r s h a l l , 1967), le piante di C. canescens mento della superficie potrebbe determinare un conflitto deperite sono dunque quelle che sono rimaste sott’acqua conservazionistico, in quanto le comunità spazialmente durante l’ultimo episodio di piena. L’alveo di morbida limitrofe subirebbero un danno a causa dell’espansione non rappresenta per questo motivo un ambiente partico- della popolazione di C. canescens; queste comunità sono larmente adatto a C. canescens; all’opposto, nell’alveo talvolta costituite da prati aridi riconducibili anch’essi a di piena eccezionale, essendo meno ricorrenti le piene e un habitat di interesse comunitario: le “Formazioni er- quindi le deposizioni di sabbia, le comunità sono inclini bose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su a evolvere verso prati aridi. substrato calcareo (Festuco-Brometalia)” (cod. Natura 2000: 6210). Le popolazioni situate a nord e al centro dell’Ansa di Ca- stelnovate (Barbellera) non hanno subito la piena ecce- L’analisi ecologica alla scala locale ha evidenziato come zionale dell’anno 2000. Perlomeno le popolazioni poste le popolazioni C. canescens occupino prevalentemen- al centro dell’Ansa di Castelnovate sono localizzate su te una fascia esterna all’alveo di morbida (Fig. 5). Più depositi fluviali probabilmente soggetti a rimaneggia- precisamente, si rinvengono alla stessa quota e distanza mento antropico, come si evidenzia dall’esposizione in dall’alveo bagnato dove sono presenti altre comunità er- superficie dei depositi fluviali nella foto aerea del 1954; bacee di tipo non strettamente ripariale e talvolta, come in ancora oggi di tali rimaneggiamenti vi è traccia per la precedenza accennato, di notevole interesse conservazio- morfologia alterata nel piano campagna. Tutte le popo- nistico come i prati aridi, che ne rappresentano lo stadio lazioni hanno inoltre beneficiato di una serie d’incendi, cenotico successivo nell’evoluzione ecologica (As s i n i i più importanti in tempi recenti avvenuti nel 2011 e nel et al., 2013; Je n t s c h & Be y s c h l a g , 2003). Queste evi- 2013, che hanno contrastato l’avanzata del bosco e quin- denze, supportate dal dato statistico, determinano espli- di mantenuto una struttura aperta nell’habitat. In genere, citamente un ruolo del F. Ticino come fattore ecologico le popolazioni di C. canescens possono essere distrutte preponderante nel determinare le dinamiche di substrato. da un incendio, poiché non vi sono parti sotterranee da Se nell’area di studio mancano pressoché completamente cui la rigenerazione può avvenire; una successiva ricolo- i fattori che in altre zone d’Europa determinano un di- nizzazione di C. canescens è stata comunque osservata in sturbo sul suolo (Ma r s h a l l , 1965; Je n t s c h et al., 2002, seguito a incendio (Ry c h n o v s k á -So u d k o v á , 1961). 2009; Ts c h ö p e & Ti e l b ö r g e r , 2010), il dinamismo del Le segnalazioni di inizio Novecento riportavano C. cane- F. Ticino, con le sue piene di varia portata, determina il scens tra le specie della “categoria delle boschive” (Co z - ricorrente deposito di sabbia e quindi crea nuovi substrati z i , 1913) e più precisamente “nel sottobosco del Pinetum idonei per l’insediamento o comunque per il ringiova- di Casorate Sempione e Gallarate” (Br i z i & Fe n a r o l i , nimento delle popolazioni. Una conferma di queste evi- 1927). Si tratta di segnalazioni interessanti, perché nelle denze è avvenuta dall’esame delle immagini aeree lungo formazioni forestali di tipo non strettamente ripariale la una cronosequenza di oltre cinquanta anni (fonti: Geo- specie è oggi assente nell’area di studio, se si escludono portale Nazionale, http://www.pcn.minambiente.it/GN/; le radure boschive come quelle della località Barbellera. Geoportale della Lombardia: http://www.cartografia.re- Ancor più interessante risulta essere l’indicazione per le gione.lombardia.it). Da queste immagini è stato possibile pinete artificiali di due località dove la specie è oggi as- riscontrare l’evoluzione della vegetazione partendo da sente e dove non si rinvengono nemmeno radure su suoli depositi fluviali spogli, spesso localizzati lungo percorsi con strato minerale esposto in superficie. La combina- di deflusso delle acque durante gli episodi di piena ecce- zione radura boschiva e suolo di natura sabbiosa doveva zionale. Tutte le popolazioni censite nel presente studio però essere una situazione piuttosto consueta nel passato. rientrano infatti nella fascia di piena eccezionale del F. in relazione alla gestione tradizionale degli ambienti di Ticino avvenuta nell’anno 2000 (fonte: Geoportale della brughiera in senso lato, ovvero alla raccolta del brugo G. Brusa 13

Fig. 5 - L’alveo di morbida del F. Ticino, posto sulla sinistra (sullo sfondo si intravede l’alveo bagnato), è separato da una scarpata morfologica naturale alta circa un metro (nel centro della foto) dall’alveo di piena eccezionale (a destra), formato da un terrazzo con depositi sabbiosi su cui si trovano le popolazioni di C. canescens (area presso il confine tra Lombardia e Piemonte).

con lo strato organico superficiale del suolo (Br u s a & • nutrienti: in assenza di dati specifici nei suoli, si può Pi a z z a , 2015). Oggi, di questa alternanza di boschi e ra- comunque riscontrare come la qualità delle acque del dure, oppure di boschi “aperti”, frutto dell’opera dell’uo- F. Ticino decada progressivamente da nord verso sud mo, non c’è praticamente più traccia dove si rinvengono (La n t i c i n a et al., 2005): più precisamente i dati sul le pinete. contenuto in nitrati nelle acque sono positivamen- I siti con C. canescens sono presenti in aree più prossime te correlati statisticamente con la distanza dall’usci- all’uscita del F. Ticino dal Lago Maggiore; in altre parole, ta del F. Ticino dal Lago Maggiore (coefficiente di i siti con questa specie diminuiscono procedendo verso correlazione di Spearman per ranghi: rho = +0.833, sud. Questo particolare fattore rappresenta indubbiamen- p = 0.015; da rielaborazione inedita dei dati riportati te una variabile di tipo proxy, che potrebbe approssimare in La n t i c i n a et al., 2005). Il Fiume potrebbe quindi uno o più dei seguenti tre fattori ecologici: contribuire ad incrementare la quantità di nutrienti nei • clima: esiste un andamento decrescente di precipita- suoli. Essendo C. canescens una specie oligotrofica, è zioni lungo il F. Ticino da nord a sud (Ca s s i & Wi n d e - quindi plausibile che la presenza nel substrato di una m e i j e r , 1992; D’Al e s s i o & Co m o l l i , 1996). Tuttavia quantità maggiore di nutrienti procedendo da nord l’esistenza di popolazioni di C. canescens in Lomel- verso sud possa essere il fattore responsabile della ri- lina (Be r t o s s i , 1950; Co r b e t t a , 1968; As s i n i , 2007), duzione progressiva di questa specie. Nei sopralluoghi a una latitudine equiparabile a quella della parte me- si è infatti riscontrata una maggior ricorrenza di specie ridionale dell’asta fluviale, costituisce un’indicazione erbacee nitrofile (Artemisia verlotiorum e A. vulgaris, che il clima non rappresenta ragionevolmente un fat- Saponaria officinalis, Urtica dioica, ecc.) procedendo tore ecologico approssimato dalla distanza dal Lago verso sud. Maggiore; Le analisi sui parametri climatici alla scala europea han- • tessitura dei depositi fluviali: procedendo da nord a no evidenziato una particolare sensibilità di C. canescens sud, i depositi fluviali divengono più fini, diminuendo rispetto ai valori di temperatura media e di precipitazioni progressivamente ciottoli e ghiaie e arricchendosi in- nel periodo più caldo dell’anno. Questo periodo, appros- vece di limi; tuttavia non manca mai una consistente simativamente coincidente nell’area di studio con i mesi quota di sabbia (Bo nf a n t i et al., 1991; Ca s s i & Wi n - estivi, è quello in cui si è assistito a un elevato tasso di d e m e i j e r , 1992; D’Al e s s i o & Co m o l l i , 1996). Valuta- mortalità in località Barbellera durante il 2015. Questa zioni puramente qualitative consentono di affermare situazione di diffuso deperimento era in netto contrasto che C. canescens è sostanzialmente indifferente al tipo con quanto riscontrato durante la precedente stagione di substrato minerale sciolto, essendo diffuso sia su vegetativa, in cui a fine estate 2014 tutti i cespi di C. ca- ghiaie e ciottoli misti a sabbia (ad esempio in località nescens erano lussureggianti e in piena vegetazione. Nel Barbellera), che completamente su sabbia (ad esempio 2015, l’assenza di piante vive è stata accertata anche a sui dossi della Lomellina; As s i n i , 2007); seguito di abbondanti piogge, poiché tutte le piante non 14 Ricerche sulle popolazioni di Corynephorus canescens (L.) P. Beauv. (Poaceae) nella valle del fiume Ticino

presentavano alcun segno di ricrescita (parte aerea com- campestris, Armeria arenaria, Carex liparocarpos, Cen- pletamente secca e radici completamente avvizzite). Inol- taurea deusta subsp. splendens, Euphorbia cyparissias, tre, la presenza di piante senza spighe e di infiorescenze Teucrium montanum, ecc.), tutte specie tipiche dei prati rinsecchite con resti di fiori, ovvero senza cariossidi, è aridi della zona. È quindi plausibile che i fenomeni di stata indicatrice dell’interruzione della fioritura durante aridità estiva favoriscano l’espansione dei prati aridi a la stagione vegetativa. Le pochissime piante sopravvis- svantaggio delle popolazioni di C. canescens. sute, riconosciute per il cespo avvizzito ma con alcuni culmi portanti foglie del tipico colore verde-glauco, rap- CONCLUSIONI presentavano una quota irrisoria dell’intera popolazio- ne. Queste piante sopravvissute erano tra quelle poste Il presente studio ha evidenziato la presenza di numerose a mezz’ombra, nel cono d’ombra di alcuni alberi. Que- popolazioni di C. canescens nella valle del F. Ticino, corso sta osservazione è in accordo con quanto riscontrato da d’acqua che riveste un importante ruolo nel mantenimen- Ts c h ö p e & Ti e l b ö r g e r (2010): i boschi “aperti” possono to delle popolazioni di questa specie. Il naturale dinami- essere un’area di rifugio per C. canescens durante i perio- smo di questo Fiume è quindi un elemento fondamentale di di stress ambientale come negli episodi di siccità. da preservare per la conservazione locale della specie. Tutte queste evidenze rafforzano l’importanza ecologica Tuttavia, le popolazioni sono in genere di modesta enti- del fattore temperatura, anche alla scala locale. Se nel tà e presentano intrinseci problemi di conservazione (es. territorio di Malpensa le precipitazioni medie estive rien- invasione di specie esotiche), ulteriormente aggravati da trano nell’intervallo ottimale per la specie, le temperature episodi di severa aridità. Le popolazioni di C. canescens medie estive sono invece nel campo di tolleranza eco- sono infatti al limite dell’areale naturale della specie, de- logica. I valori di precipitazione e di temperatura media finito plausibilmente da fattori di natura climatica legati su base giornaliera nei mesi estivi dell’anno 2015 indivi- proprio all’aridità durante i mesi estivi. Interventi locali duano un periodo di 37 giorni con precipitazioni pratica- di conservazione potrebbero essere soltanto dei palliati- mente assenti (in totale 2.0 mm) e con temperature molto vi, soprattutto se contestualizzati ai cambiamenti in atto elevate (media 25.2 °C). Questo periodo, compreso tra che dovrebbero esacerbare questi episodi climatici estre- giugno e luglio, coincide con quello della fioritura della mi. Quale sia il ruolo dell’aridità nelle dinamiche delle specie nell’area di studio. Un periodo di aridità più lun- comunità locali è comunque ancora da chiarire, in par- go di 50 giorni viene considerato essere il limite orien- ticolare se le popolazioni sono in grado di riprendersi in tale della distribuzione di C. canescens (Ry c h n o v s k á - modo autonomo, data l’esiguità della banca di semi che So u d k o v á , 1961). In relazione alle elevate temperature la specie può formare. Indubbio è il ruolo di protezione raggiunte nell’estate 2015, si può ipotizzare che il lungo dei boschi, nelle cui radure C. canescens potrebbe tro- periodo di aridità sia stato quindi sufficiente a causare il vare rifugio. Sulla base di quest’ultima evidenza, è stata deperimento delle popolazioni di C. canescens osservato iniziata una reintroduzione in una radura boschiva, dove nell’area di studio. Se C. canescens è considerata una spe- inizialmente si è operato uno scolturamento per portare cie tendenzialmente oceanica e con una scarsa capacità in superficie il sottostante strato minerale, creando così di resistenza all’aridità (Ma r s h a l l , 1967; Ry c h n o v s k á - “artificialmente” ciò che l’uomo ha per centinaia di anni So u d k o v á , 1961), ne consegue che le popolazioni locali attuato con una gestione di tipo tradizionale nell'ambien- sono a rischio d’estinzione, soprattutto se in uno scenario te naturale. di cambiamento climatico si ipotizzano ricorrenti episodi di questo tipo. Tra le specie che accompagnano C. cane- Ringraziamenti – L’Autore desidera ringraziare il Parco scens nelle popolazioni locali, si è riscontrata la soprav- Lombardo della Valle del Ticino per le facilitazioni con- vivenza di quelle perenni con organi ipogei (Artemisia cesse e per il supporto economico alla ricerca.

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