Sabato 14 Gennaio 2017 Cagnardil’ANNIVERSARIO Ad -Avellino AL CARCERE BORBONICO Per IL CONVEGNO Ricordare in MEMORIA DELL’EX Sindacodi Nunno
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L’IRPINIA L’IRPINIA GIORNALE DI POLITICA ECONOMIA CULTURA E SPORT ANNO XXXVI - N. 1 Direzione, redazione e amministrazione: Via Vincenzo Barra, 2 - Avellino - Tel. e fax 0825/72839 www.giornalelirpinia.it Sabato 14 gennaio 2017 CagnardiL’ANNIVERSARIO ad -Avellino AL CARCERE BORBONICO per IL CONVEGNO ricordare IN MEMORIA DELL’EX SINDACODi Nunno AVELLINO – “Non faccio il giudice mente ammirate (ad esempio la stazione sull’attuazione del Piano ma se c’è un Marittima), concludendo con la vicenda guazzabuglio occorre intervenire: tutto è “Crescent”, una struttura “contrastata” modifi cabile, purché si capisca il perché. soprattutto sul piano delle demolizioni Il Piano regolatore non è una bestia, ma e anche oggetto di interventi della ma- una regola necessaria nella quale ci si gistratura, ma che oggi rappresenta un deve occupare necessariamente di tutto, centro che ha messo insieme funzioni delle aree costruite, ma anche di quelle residenziali, direzionali e commerciali. non costruite, che vanno anzi difese, “Tutto questo immane lavoro – ha per evitare il rischio di ben noti disastri concluso De Maio – è stato possibile idrogeologici”: così Augusto Cagnardi, grazie alla continuità amministrativa e al l’architetto di Milano redattore del Piano senso di identità diffusosi nella comunità regolatore di Avellino, intervenendo ieri cittadina che ha condiviso il progetto”. al convegno promosso dal nostro gior- Per parte sua l’assessore all’Urbanistica nale - con il patrocinio della Provincia, del Comune di Avellino, Ugo Tomasone, del Comune di Avellino e del Centro di ha mostrato un’immagine della città ricerca Guido Dorso - in occasione del suddivisa in tre zone: la prima, collinare, secondo anniversario della scomparsa sulla quale condivide la necessità di non di Antonio Di Nunno, il sindaco della edifi care; la seconda, intermedia, delle “città giardino” e protagonista di quella Augusto Cagnardi Da sinistra: Gengaro, Tomasone, De Maio, Picone e Cagnardi costruzioni anni’60-70, bisognosa stagione che si prefi ggeva di voler dare augurandosi, provocatoriamente, che ad miletto e tenuta fuori Solofra? Piuttosto che lavora alla luce del sole, mentre protagonista di quella stagione): “Ra- anche di interventi di ristrutturazio- un’anima alla città. affrontare i temi urbanistici di Avellino Avellino deve uscire dall’isolamento e nessuno invece parla dello smaltimento zionalità e pragmatismo per il presente, ne; infi ne la zona centrale, più antica, Ad introdurre i lavori è stato Antonio non sia questa maggioranza rissosa, ben- ciò può avvenire attraverso la creazione misterioso di tonnellate di rifi uti anche visionarietà per il futuro, con una parola ma anche quella che, a seguito del Gengaro che ha portato i saluti del sì una futura, auspicabilmente più coesa: del treno veloce che serva per il trasporto pericolosi di cui si perde traccia, spesso d’ordine ben precisa: “fare”. sisma dell’80, ha ricevuto interventi professor Francesco Barra, uno dei re- “Nella Beirut di Piazza del Popolo – ha di studenti, lavoratori e merci; e poi organizzato da strutture malavitose”. L’assessore all’Urbanistica di Salerno, strutturali importanti. Tomasone ha latori in programma ed uno degli amici spiegato – meglio lasciar perdere questi pensiamo all’Area vasta come all’area Nel suo breve intervento di “raccordo” Domenico De Maio, utilizzando delle ribadito il concetto del mantenimento storici di Antonio Di Nunno dai tempi argomenti”. Sempre in maniera molto del paesaggio”. dei lavori il responsabile della redazio- slide molto eloquenti, ha descritto il e della conservazione dei tre parchi di Quaderni Irpini, impossibilitato a polemica egli ha brevemente ripercorso Gli ultimi strali sono stati dedicati ne avellinese del Mattino, Generoso “prima” e il “dopo” approvazione del mentre ha parlato anche del progetto di partecipare per un violento attacco alcuni momenti della storia del Puc alla recente polemica sul “Di Nunno, Picone, ha voluto rimarcare come l’an- Piano regolatore a Salerno, strumento “rigenerazione urbana “ dell’area della febbrile. Innanzitutto l’ex presidente del soffermandosi sul concetto della pere- sindaco impopolare” e sulla vicenda niversario della morte di Di Nunno sia la cui realizzazione fu affi data al famoso Ferrovia oltreché di un bando per la Consiglio comunale ha voluto sottoli- quazione, uno strumento che è stata una dell’impianto di lavorazione dei rifi uti. l’occasione per discutere del futuro di urbanista spagnolo Bohigas, durante la riqualifi cazione delle periferie. “Quello neare l’anomalia di un Cagnardi venuto risorsa positiva per città come Torino, e Gengaro ha ricordato l’amore che ancora Avellino, peraltro con un personaggio prima “gestione De Luca”. De Maio ha che auspico – ha concluso – è poter ad Avellino undici anni dopo l’approva- vista invece come una bestemmia nella oggi Avellino mostra verso “Tonino” come l’architetto Cagnardi che alla no- sottolineato la qualità di vita totalmente effettuare un’analisi di quelli che sono zione del Puc e invitato dalla redazione nostra città. Sull’Area vasta Gengaro ricordando come egli sia stato il primo stra città si è ormai legato affettuosamen- “ribaltata” in quartieri precedentemente stati i motivi della mancata attuazione di un giornale piuttosto che dall’ammi- non ha nascosto i suoi dubbi sulla com- sindaco campano a dire sì a un impianto te. Infi ne Picone ha voluto nuovamente degradati (ad esempio Mariconda), il del disegno urbanistico e con quali modi nistrazione comunale, se non altro per posizione: “Se si pensa ad intessere un pulito. “Se abolissimo questo impianto – spiegare cosa sia stato il “dinunnismo” recupero di edifi ci storici, divenuti in poterli invece applicare e realizzare”. “fare il punto” sulla realizzazione del rapporto con Salerno, possono esservi ha proseguito – dove andrebbero i nostri (un concetto che sei mesi orsono espres- precedenza fatiscenti, la costruzione Gennaro Bellizzi Piano. Ma Gengaro ha poi proseguito inclusi paesi come San Mango e Monte- rifi uti? E perché contestare un impianto se ricordando Mimmo Bellizzi, un altro di alcune infrastrutture oggi particolar- CONTINUA A PAGINA 4 IL SIGNIFICATO DI UNA LEZIONE QUALE DIBATTITO SULLE SCELTE Uno slancio di futuro L’urbanistica e la città di LUCA CIPRIANO di UGO SANTINELLI AVELLINO – L’anniversario della zione di recupero di edifi ci storici AVELLINO – Ad Avellino, leggi di un documento, piuttosto a mezza scomparsa di Antonio Di Nunno a vocazione culturale prendesse la parola urbanistica e traduci in bocca ed informalmente, hanno rim- non può certo ridursi al tradiziona- piede, che la qualità fosse eletta a “dove posso costruire”. Hai voglia proverato a Di Nunno di essersi affi - le, sincero o di circostanza, eserci- criterio per la selezione delle classi di spiegare che l’urbanistica non è dato a persone estranee all’ambiente, zio di retorica. La morte, due anni dirigenti, che il ruolo di un sindaco una scienza esatta ma l’incrocio e dunque lontane dal nostro consolidato fa, di un uomo e di un sindaco così fosse collegato alla capacità di ave- il sovrapporsi di tante discipline e modo di fare, e che tanti capolavori incisivi nella storia della città di re idee, progetti, visioni, umanità, metodologie sociali. Che l’urbanista, aveva prodotto dal dopoguerra. Mai Avellino, non può essere soltanto lealtà, passione. Di Nunno frenò in quanto tale, non è solo architetto un contributo sensato al dibattito, celebrata nel ricordo, nel rimpian- bruscamente la sua corsa senza o ingegnere, ma demografo, storico, l’indicazione degli eventuali nodi to, nel cordoglio. La morte di An- avere paracadute alcuno. Si fece misuratore ed interprete del presente da tagliare, dove e come intervenire tonio Di Nunno merita uno slancio male, molto male. La sua anima concreto come del futuro immagina- con proposte di soluzione. Con buona di futuro piuttosto che malinconico sensibile, la sua acuta intelligenza, to. Purtroppo ad Avellino, e in tante pace dei venti dell’innovazione che passato. La morte di Antonio Di il suo fi sico fragile credo ne abbia- altre realtà italiane, l’urbanista è stato soffi ano altrove. Nunno richiede un gesto rivolu- no risentito ben più di quanto sia il punto fi nale e visibile di un tunnel Superfl ua ridiventa la necessità di zionario per celebrare appieno lo stato mai raccontato o percepito. sotterraneo, dove confl uiscono e si discutere tra più attori sociali, tra i spirito, la morale, la passione e Antonio Di Nunno Due anni fa la morte. Da allora il mescolano interessi e desideri di chi Negli anni successivi, quelli di Ga- cittadini tutti, la forma della città, l’insegnamento di quello che ormai ricordo non si spegne, tenuto vivo possiede terreni da rendere edifi ca- la visione complessiva che questa di vita e di agire politico. È stato il lasso e di Foti per intenderci, ho più in tanti ricordano come l’ultimo, soprattutto da quel gruppo di colle- bili, dunque urbanizzabili, con quelli deve trasfondersi in ognuno degli primo sindaco eletto direttamente volte constatato la sorda avversione vero sindaco della città di Avelli- ghi ed amici che instancabilmente di chi intraprende la costruzione avellinesi. Tra gli interessi particolari dagli avellinesi, e per questo più di verso il Puc attuale, in due modi. no. Quando Di Nunno è scomparso omaggiano l’uomo ed il politico in degli abitati. Le strade, i servizi, le da comporre, la discussione deve e tutti amato e odiato allo stesso tem- Con tentativi di interpretazione delle la città ha perso una voce libera e ogni modo possibile, non ultimo opere pubbliche, le connessioni del dovrà ridiventare solo comunicazione po dai concittadini che vedevano in norme attuative, che somigliavano fastidiosa, veritiera e pungente, ir- con il ciclo di eventi sull’urbani- tessuto urbano, considerate come pubblica fi nale degli accordi già presi. quel giornalista appassionato e te- negli esiti a vere e proprie demo- ritante e visionaria, moderna e lu- stica ad Avellino, altra storica pas- contorno del piatto forte. Alla fi ne del Eppure il criterio della perequazione, stardo, irascibile e gentile, il “loro” lizioni; e con mugugni continui di cida.