Supplemento al n. 30 di Toscana Oggi del 2 agosto 2020 – Direttore resp. Domenico Mugnaini – Reg. Trib. di Firenze n. 3184 del 21.12.1983 Poste Italiane Spa - spedizione in abbonamento postale - D.L.353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 1, DCB (Firenze1) Abbazie storiche un patrimonio da tutelare e valorizzare

Istituto per la Valorizzazione delle Abbazie Storiche della Toscana si è costituito il 22 gennaio 2016. L’impulso iniziale fu quello di promuovere e tutelare i ruderi dell’antica abbazia di Santa Maria a Follonica presso Mon- L’tefollonico, nel di Torrita di , di cui oggi rimangono soltanto poche mura che tuttavia testimo- niano, silenziosamente, un importante passato. Da lì la riflessione si è allargata sull’importanza dei monaci e della vita religiosa in tutto il territorio Toscano, sia da un punto di vista storico che nella vita culturale e sociale dei nostri giorni. Abbazie, monasteri e santuari sono “oasi di pace”, luoghi per pregare e ritemprare lo spirito, prima di tutto. Rac- chiudono al loro interno, poi, scrigni d’arte e d’architettura; sono, nel loro complesso, una miniera culturale. Nelle biblioteche monastiche i religiosi, col loro paziente lavoro, hanno salvato la cultura permettendo a essa di giungere fino a noi. Da un impegno centrato sulla Valdichiana e la Valdorcia, lo sguardo si è ben presto allargato ad altre zone della regione. Ecco che allora il nuovo ente ha preso, doverosamente, il nome di Istituto per la Valorizzazione delle Abbazie Storiche della Toscana. Sono trascorsi poco più di quattro anni e mezzo e in questo tempo l’attività è stata davvero… intensa e febbrile! Difficile elencare tutte le mostre, i convegni e le pubblicazioni promosse dall’Istituto. Tra le giornate di studio ricor- diamo quella per i mille anni dell’abbazia di Spineto (che segnò il debutto dell’Istituto), quelle per i 650 anni della morte del beato Giovanni Colombini, fondatore dei Gesuati (che si tennero ad Abbadia San Salvatore, Città di Ca- stello, Venezia e Siena), il convegno sulla presenza dei monaci Silvestrini in Toscana, le giornate di studio su San Gu- glielmo di Malavalle e i Guglielmiti e il convegno sull’arte e la storia delle chiese di Montefollonico. Altre esposizioni degne di essere ricordate sono quelle della serie “Il segno del Sacro”, incentrate sulle abbazie, pievi e monasteri della nostra regione, riprodotte nelle incisioni di artisti contemporanei. A ogni esposizione, inoltre, si accompagna il rela- tivo catalogo. Cospicua e rilevante è la produzione scientifico-bibliografica dell’Istituto. Quest’ultimo ha dato vita, con i tipi della prestigiosa casa editrice “Leo S. Olschki” alla collana “Studi sulle abbazie e gli ordini religiosi della Toscana” in colla- borazione con l’Università di Firenze, l’Università di Siena e la Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Nell’arco di due anni la collana è già arrivata a cinque numeri. Accanto a questa ha preso recentemente avvio la serie dei “Quaderni”, nuovo e accattivante strumento di divulgazione dell’Istituto (ben quattro sono i numeri editi). Ultima arrivata – ma solo in ordine temporale! – è la piccola collana delle placchette “Ad loca Mariana” per riscoprire molti luoghi di culto e tanta devozione alla Madonna. A oggi l’Istituto per la Valorizzazione delle Abbazie Storiche della Toscana conta più di sessanta Comuni aderenti, tre Congregazioni benedettine (Silvestrina, Vallombrosana, Olivetana), la Congregazione delle Sorelle dei poveri di Santa Caterina da Siena e la Comunità di San Leolino, oltre a numerose associazioni e tanti appassionati e studiosi.

LA VALO ER RI P ZZ O A Istituto per la Valorizzazione T Z U I T O I N T E

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A E 53045 Montepulciano Canonica del Tempio di San Biagio

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E C A S Tel 338 6581170 - Cod. Fisc. 90027400523 B O B T A A ZI L E S EL www.abbazietoscana.org TORICHE D Sommario

MONS. ANDREA MIGLIAVACCA Toscana, terra di cammini Pagina 4

FRANCO CARDINI Tutta la vita è un pellegrinaggio “6

• La Francigena in Toscana, 380 km di turismo lento “8 • L’Abbazia di San Caprasio ad Aulla “ 10 • La pieve di Valdicastello Carducci “ 11 • L’abbazia di Fucecchio “ 12 • Le pievi di Santa Maria a Chianni e Cellole “ 13 • L’abbazia di Sant’Antimo “ 14 • Sant’Anna in Camprena “ 15 • La Via Matildica del Volto Santo “ 16 • Il santuario di San Pellegrino in Alpe “ 17 • Monastero benedettino di Santa Maria a Ripa “ 19 • La Romea Strata “ 20 • Il Cammino Jacopeo “ 21 • La Via della Lana e della Seta “ 23 • I Cammini Fiorentini “ 25 • La Via degli Dei e Monte Senario “ 26 • La Via Ghibellina e Vallombrosa “ 27 • I Cammini di Francesco e la Verna “ 28 • La Via dei Cavalleggeri “ 31 • I Cammini della Madonna del “ 33 • I Cammini Gregoriani “ 34 • I Sentieri castiglionesi e l’eremo di Malavalle “ 36 TOSCANA terra di cammini da vivere nel segno della spiritualità

DI ANDREA MIGLIAVACCA*

hi ha camminato, almeno una volta, ne siamo parte e nascono attenzioni e per- Cper sentieri, con uno zaino sulle cezioni nuove. Percepire la pazienza e la spalle, per alcuni giorni, conosce quanto forza della natura nella quale si può fare la strada sia maestra di vita. un percorso ci sollecita a diventare custodi Il cammino è esperienza che regala una di questi doni e a lodare chi ce li ha re- più autentica e profonda conoscenza di se galati. Camminando, paesaggi inaspetta- stessi. Nel camminare si sperimenta anche ti, come quelli che all’improvviso si apro- la fatica, si mettono alla prova le proprie no percorrendo i sentieri delle Apuane, forze, si scoprono talvolta risorse di sé na- quando all’orizzonte si vede anche il scoste e prima impensabili, si affina una mare e talvolta perfino le Alpi, ci regala- disciplina di vita e con più verità, come in no la bellezza e l’invito a custodire la no- una prova sotto sforzo, si svela la stra casa. La nostra regione nostra personalità, i tratti della offre una Si cammina da soli, talvolta, nostra umanità, risorse e limiti. molteplicità di oppure in compagnia. E spesso Così il camminare conduce a far percorsi, eredità anche quando si parte soli non pace con se stessi. di antiche vie mancano incontri, dialoghi, sco- di pellegrinaggio Fare strada aiuta a vivere un poco che ancora oggi perte, nuove amicizie. Capita an- più al rallentatore... È un cam- ci parlano di fede che che la condivisione della fa- mino, questo, che consente di ac- e di storia. tica unisca, solleciti l’aiuto reci- quisire una più raffinata capaci- Itinerari baciati proco, il prendersi cura dell’al- dalla bellezza tà di osservazione della vita, di della natura, tro. Nel cammino si passa presto ciò che ci circonda, degli altri. Il da vivere nella dal “lei” al “tu” e si diventa un ritmo del camminare consente di loro dimensione po’ più fratelli. La strada è scuo- dedicare tempo agli sguardi, al più autentica la e possibilità di fraternità au- pensare, all’assaporare profumi tentica e spontanea. e nuovi suoni naturali. È un po’ come fare Mettersi in pellegrinaggio, camminare è attenzione, per scoprire che si può senti- anche bisogno di spiritualità. Il pellegri- re il battito del cuore... e si dà tempo alla naggio raccoglie molti stimoli: l’esigenza vita. Così l’esperienza regala la scoperta di di purificazione e di penitenza, la neces- realtà e valori che davvero danno vita alla sità di un tempo di silenzio e di revisione vita. di vita, il desiderio di vedere bei posti dove Le vie e i sentieri sono parte della grande la natura è dono per gli sguardi, la ne- opera di Dio che chiamiamo creazione, na- cessità di scoprire e entrare nella comu- tura. Non solo, camminando, si entra in nità che è la chiesa, andare alle origini del- contatto con la natura, ma si scopre che la nostra fede, guardando alla terra di

LA TOSCANA DEI CAMMINI 4 Gesù, intraprendere nuove avventure che Per promuovere maggiormente questa fi- potremmo anche chiamare missione. In nalità le diocesi della Toscana hanno sti- questo modo il camminare diventa ricer- pulato un accordo con la Regione Tosca- ca di Dio, attesa della vita, edificazione di na per l’istituzione di un tavolo di lavoro comunità. riguardante la pastorale turistica e l’espe- La Toscana offre una molteplicità di pos- rienza dei cammini. Ci si augura che sibilità e di percorsi che questa pubbli- questo strumento possa favorire la cono- cazione bene illustra. Nella nostra regio- scenza dei cammini e insieme promuo- ne i cammini sono eredità di antichi per- verne maggiormente anche la dimensio- corsi di pellegrinaggio che ancora oggi ci ne spirituale e cristiana. parlano di fede e di storia; sono percorsi Non ci resta che metterci in cammino, con baciati dalla bellezza della natura che nel- la varietà delle scelte che questa pubbli- la nostra terra offre la varietà dei pano- cazione ci presenta. Insieme alla scoper- rami, dal mare, alle colline, ai monti e re- ta di paesaggi, luoghi, chiese, volti si po- gala storie di armonia. trà forse avviare, in ciascuno di noi, un pel- Questi percorsi offrono certamente op- legrinaggio interiore, una strada da per- portunità turistiche e commerciali, ma de- correre che è la nostra vita. vono essere scoperti e vissuti nella loro di- *Vescovo di San Miniato, delegato della mensione più autentica che è quella del- Conferenza episcopale toscana per la lo spirito, della fede. pastorale del turismo, sport e tempo libero

LA TOSCANA DEI CAMMINI 5 La storia ci insegna che tutta la vita è un PELLEGRINAGGIO

DI FRANCO CARDINI

na premessa necessaria. Chi guardi al l’erudita e spiritosissima Anna Benvenuti, alla Uviaggio-pellegrinaggio con occhi e sen- finissima Lucia Gai, alla versatile Ilaria Sab- so storico tenga ben a mente che non esi- batini; e naturalmente al Gran Maestro del- ste una sola via, un’unica strada capace di le Vie di Santiago Paolo Caucci von Saucken. condurre alla mèta. Come si va in pellegri- Io sono l’ultimo della fila e nulla so né pos- naggio per infinite ragioni, molti sono gli iti- so dirvi che già non sappiate. nerari che si possono seguire. Nel mondo Una sola cosa però ve la so, ve la debbo, ve medievale, ad esempio, gli itinerari si svi- la posso, ve la voglio dire. Anzi, tre. Prima: luppavano secondo veri e propri “fasci via- i “cammini” di Toscana sono molti, l’espres- ri” e ogni itinerario aveva le sue deviazioni, sione è generica e onnicomprendente, essa i suoi diverticoli, le sue mète minori e al- include itinerari storici e no, accertati e ipo- ternative. tetici, reali e inventati. Seconda: i “cammi- Non si va in pellegrinaggio. Si è pellegrini: ni” non s’identificano con la cosiddetta Via lo si è sempre e comunque. La vita è un pel- Francigena o Francigena Strata, ch’è invece legrinaggio. I viaggi e i pellegrinaggi che fac- abbastanza precisa e storicizzata anche se, ciamo nell’arco della nostra vita altro non un po’ come tutti i veri itinerari, è tutt’altro sono se non metafore di essa. Mettersi in che qualcosa di stabilito una volta sole e una viaggio significa mettersi in gioco. Si è pel- volta per tutte e somiglia più a un “fascio via- legrini anche se chiusi in una stanza, se im- rio”, a una rete d’itinerari, che non a un coe- mobilizzati in poche spanne di spazio. rente nastro che attraversi un territorio; e, Viaggio è Libertà. seguendo un’espressione di Giuseppe Sergi, Quanto a me, non ho intenzione alcuna di è più al concetto di ’”area di strada” che non farmi bello con penne di pavone altrui. Non alla sequenza tassonomica e toponomasti- sono uno specialista di “cammini toscani” ca che ci si dovrebbe riferire. Terza, but last, né di “Via Francigena”. Certo, ne ho scritto not least: la Bbc ha mentito. qualcosa; e credo anche di averli percorsi più E comincio da qui, dal terzo punto. Che se o meno tutti, sia a piedi come si deve sia più lo mettano bene in testa sindaci, assessori, volte in auto; in tempi ormai remoti, anche presidi, professori, giornalisti, albergatori, ri- in bici (molti chilogrammi or sono) e durante storatori, titolari di B&B, animatori e figu- una felice adolescenza perfino a cavallo, in ranti di feste e saghe, vinai, oliandoli, pe- Valdorcia. corinai e porchettari di varia estrazione. La Ma se volete leggere qualcosa da parte di Via Francigena non parte da Canterbury né specialisti, accomodatevi altrove. Anzitutto vi fa ritorno: tantopiù che altrimenti – è la- al grande Mario Sensi, all’evergreen Renato palissiano – si chiamerebbe Angligena. Stopani, al dottissimo Giuseppe Sergi, al- Anni fa un folto gruppo di amministratori,

LA TOSCANA DEI CAMMINI 6 Una fitta rete di percorsi collegava con molte variabili i grandi santuari della cristianità. Su quelle strade è transitata la storia d’Europa

politici e fantasiosi “addetti ai lavori” nella diverticoli i grandi santuari della Cristiani- maggior parte dei casi per autocertifica- tà: Santiago de Compostela in Galizia, Roma zione, coautori di un ambizioso quanto vel- (attraverso il passo alpino del Moncenisio, leitario “Progetto Francigena”, fece la gaffe la “Sacra di San Michele” in Piemonte, il di abboccar guizzanti e giulivi all’amo teso Mons Bardonis cioè la Cisa, il santuario luc- loro da alcuni non saperi dire se troppo in- chese del “Santo Volto”, l’ospedale di Alto- genui e disinformati oppure fin troppo fur- pascio, il guado di Fucecchio e il santuario bastri gazzettieri inglesi della Bbc i quali, ap- dedicato al Santo Sepolcro di Acquapen- poggiandosi al testo del buon Sigerico ve- dente) e di là San Michele del Gargano in scovo di Canterbury che la Francigena se l’era Puglia, Costantinopoli, Gerusalemme. Sul- fatta davvero a piedi o a dorso di mulo alla la Francigena è transitata sul serio la storia fine del X secolo recandosi a Roma ad limina d’Europa e del Mediterraneo. Petri per far quindi ritorno nella sua diocesi, Tra Berceto nel Parmense a nord, il tracciato sfruttarono maldestramente il suo bello e della Cassia e la Valdorcia a sud, là di sten- prezioso diario di pellegrinaggio per dar a de la colonna vertebrale dei “cammini di To- intendere a tutti che la Francigena comin- scana”, cui afferiscono le vie e i passi che dal- ciava proprio da là dov’era partito lui, nel l’Emilia, dalla Romagna e dalla Valtiberina territorio della perfida Albione. E giù tut- ne arricchiscono la rete, senza dimenticare ti, da allora, a tracciar mappe e a editar dé- i diverticoli versiliani, maremmani e amia- pliants sulla base di quella fesseria. tini che consentono a questo mirabile testo Macché. Quello splendido testo vale tutta la viario di abbracciare un territorio che dal- fama e tutto il credito che merita e che ha la Lunigiana e dalla Lucchesia giunge a lam- ottenuto presso gli studiosi. Ma si limita a bire il Latium vetus. Una splendida avven- presentare alcune delle molte variabili di tura geostorica e geotopografica in gran par- quel possibile cammino. te ancora tutta da riscrivere o da scrivere tout La Francigena altro non era e non è che il court, da godere e da assaporare in tutti i sen- tratto norditalico e centroitalico della si di questi due verbi tanto promettenti. Una grande, gloriosa via di pellegrinaggio che, gioia per lo spirito e per il corpo, una via lun- tra X e XV secolo (ma anche dopo) collega- go la quale si cammina insieme con Dio va attraverso molte variabili e innumerevoli come con un vecchio compagno di viaggio.

LA TOSCANA DEI CAMMINI 7 LA FRANCIGENA in Toscana, 380 chilometri di turismo lento

DI MARCO LAPI VIA FRANCIGENA antiago, Roma e Gerusalemme. Quelle suddetta Confraternita a fare da pioniera Sche nel Medioevo erano considerate e tutti gli altri a seguire. Non sono man- le tre peregrinationes maiores della cristia- cate, in seguito, polemiche incrociate sulla nità sono state riscoperte, negli ultimi cin- scelta degli itinerari e sulla tipologia dei quant’anni, da una schiera sempre più va- punti tappa, ma soprattutto sul diverso sta di appassionati, seppur mossi da spirito di fondo che caratterizzava, e ca- motivazioni diverse. ratterizza, i differenti approcci al cam- Alla rinascita del pellegrinaggio come mino: immagine di un percorso interiore esperienza religiosa o comunque spiri- per gli uni, occasione di promozione turi- tuale si sono aggiunti infatti interessi di ca- stica attraverso il rilancio di territori mar- rattere sportivo, turistico o culturale, che ginali per altri, talvolta forse dimenticando hanno dato vita a un movimento variegato che ci sarebbe comunque stato posto per e non sempre, anzi non spesso, concorde, tutti. ma comunque importante a vari livelli. Altra questione non secondaria è quella ri- Un fenomeno che ha riguardato in parti- ferita al percorso complessivo della via. A colare Santiago de Compostela (o di Com- essere insignito dello status di itinerario postella, secondo la versione italiana) e culturale europeo, gratificato da investi- Roma, mentre Gerusalemme per ovvii mo- menti per la sua strutturazione e messa in tivi è rimasta meta di nicchia riservata a sicurezza e infine proposto all’Unesco per pellegrini “doc”, come i membri della Con- il suo riconoscimento come patrimonio fraternita di San Jacopo, che assieme al- dell’umanità, è l’itinerario descritto oltre l’attuale vescovo di Lucca Paolo Giulietti, mille anni fa dal vescovo di Canterbury Si- già loro assistente spirituale, ne hanno ri- gerico nel suo viaggio di ritorno da Roma, scoperto i percorsi. dove si era recato a ricevere il pallio dalle Se Santiago e i suoi cammini hanno fatto mani del Papa. Un diario di viaggio grazie da battistrada in questa rinascita delle vie al quale è stato possibile individuare i di pellegrinaggio, la Francigena si è più re- punti tappa di allora anche se non esatta- centemente guadagnata un ruolo di tutto mente il percorso, in quanto la via si ca- livello, pur restando ancora lontana come ratterizzava per essere non una singola ar- numeri dalla più gettonata meta spagnola. teria ma, almeno per certi tratti, un fascio Se n’era cominciato a parlare, anche in di opportunità parallele, come ancora oggi ambito politico e amministrativo, già in diversi tratti dove sono possibili più va- prima del grande Giubileo del 2000, ma è rianti. Tuttavia, nella ricostruzione degli solo dopo questa data che la sua risco- storici, il ramo principale di questa sorta di perta ha cominciato a strutturarsi, con la grande strada medievale andava a ricon-

LA TOSCANA DEI CAMMINI 8 VIA FRANCIGENA

giungersi attraverso il valico del Monceni- Ponte a Rigo, per circa 380 chilometri, sio al cammino di Santiago – il Camino quasi la metà dell’intero percorso italiano, Francés, quello ancor oggi maggiormente dal Gran San Bernardo alla tomba di Pie- percorso – per proseguire inoltre da Roma tro. Un tratto enorme, sul quale la Re- verso sud per Monte Sant’Angelo, Santa gione Toscana, soprattutto nella scorsa le- Maria di Leuca – il nostro finis terrae pu- gislatura, è intervenuta utilizzando i citati gliese – e quindi la Terrasanta. Il diverti- fondi europei per la messa in sicurezza e colo di Canterbury – come spiega Franco la strutturazione del moderno percorso Cardini nell’introduzione - pare debba le ufficiale, quello descritto nel sito internet sue fortune a una vecchia trasmissione www.viefrancigene.org. della Bbc. Ed è stato così che in questi ultimi anni il In Toscana, è bene chiarirlo, la questione “turismo lento” dei pellegrini ha risco- ci coinvolge molto relativamente, in perto luoghi dimenticati certo non da Dio quanto i due percorsi si riuniscono molto ma sicuramente dagli uomini, nella cer- più a nord, nel Vercellese. Ci riguarda in- tezza che il meglio (in termini di frequen- vece eccome la riscoperta della via, che ta- tazione) deve ancora venire e che tutti glia in due la nostra regione come una bi- possiamo andarne a percorrere e ammi- settrice dalla Cisa al confine laziale di rare anche solo un piccolo tratto.

LA TOSCANA DEI CAMMINI 9 L’antica abbazia di SAN CAPRASIO snodo nevralgico della Lunigiana

unto nevralgico della via Francigena in cente, alla luce. Nei locali della canonica è

VIA FRANCIGENA PLunigiana, e di altri itinerari spirituali, riconoscibile la sala capitolare dell’antico come quello francese dei «Cammini di As- monastero, dove ora è stato allestito il «mu- sisi», Aulla conserva una delle più antiche seo del pellegrino» con reperti archeologi- e interessanti abbazie della Provincia di Mas- ci di epoca romana, altomedievale e me- sa Carrara. dioevale. Di notevole qua- I primi documenti attestano lità sono i capitelli in pie- l’esistenza di un chiesa, col- tra dei secoli XII-XIII, uno legata al monastero co- dei quali è attribuito allo lombaniano, risalente scultore padano Oberto all’VIII secolo e dedicata a Ferlendi. Santa Maria. Alla fine del IX Gli scavi archeologici han- secolo, per volere del mar- no confermato l’antichità chese Adalberto I, l’edificio delle reliquie custodite al- venne ampliato. A interve- l'interno della monumen- nire, con tutta probabilità, tale tomba, sigillata tra il maestranze venute da lontano: lo dimo- 1000 e il 1050. Tutta l'area presbiteriale è strerebbe la splendida fattura di alcuni ca- visitabile: oltre al sacello del santo, si pos- pitelli con i tipici motivi a intreccio e i sim- sono ammirare i resti della chiesa prece- boli (l’aquila del Cristo, il demonio tenuto dente. a freno) così frequenti in tutte le chiese ro- Di recente, vicino alle pertinenze dell’ab- maniche, veri e propri «bestiari medievali» bazia sono stati scoperti i ruderi di una «tor- che parlavano con la forza delle immagini. re» di matrice bizantina, databile tra il VI- Fu allora che la nuova chiesa, si presume, VII secolo, e collegata probabilmente a un venne dedicata al santo eremita Caprasio, insediamento militare strategico tra Luni e vissuto a Lerins, le cui spoglie furono por- i valichi appenninici. Aulla, con il complesso tate proprio ad Aulla per evitare che ve- dell’abbazia di San Caprasio, si conferma nissero trafugate dai saraceni. quindi come centro di storia, di spirituali- Il visitatore resta affasciato dalle molte te- tà e di arte. stimonianze architettoniche tornate, di re- Renato Bruschi

Museo e abbazia di San Caprasio, Aulla (MS) tel: 0187 – 420148 Don Lucio Filippi - Parroco di San Caprasio Per prenotazioni camere ostello: [email protected] Amministrazione: [email protected]

LA TOSCANA DEI CAMMINI 10 Pieve di VALDICASTELLO CARDUCCI la bellezza sorprendente dei dettagli

el tratto che va da porta Beltrame a

NCamaiore, l’antico percorso della via VIA FRANCIGENA Francigena si muove attraverso un territorio ricco di suggestioni artistiche religiose e na- turali di grande spessore. Sorpassata la pieve di Santo Stefano a Val- lecchia e il borgo di Sala (Pietrasanta dal- la metà del secolo XIII), la strada raggiun- geva le pendici dei monti Regoli e Castel- laccio dove, tra la fine dell’XI e l’inizio del XII secolo, venne ricostruita da maestranze comacine, trasferendola da un luogo vici- no conosciuto come “Pie- ve Vecchia”, la chiesa dei nel fatto che sorge lad- Santi Giovanni e Felicita. dove si immette nella Le carte di archivio ne Francigena la via di col- fanno menzione fin dal- legamento con la Garfa- l’agosto 855. gnana. Su questa arte- L’attuale edificio, immer- ria, poi via ducale, che so fra gli ulivi, a tre nava- passa dalla foce di Petro- te, monoabsidato e con sciana, insisteva l’ospizio campanile in facciata, è il dei monaci agostiniani risultato di diversi inter- conosciuto come la Chie- venti fra i quali, ai primi saccia, oggi rudere, riedi- del XV secolo, la ristrut- ficato nel 1628 come te- turazione a opera del- stimonia una scritta in l’architetto locale Bonuc- facciata. cio Pardini e l’innesto del campanile attuato La leggenda vuole che i religiosi, stabili- nel 1579 da Vincenzo Bazzichi. tisi successivamente a Pietrasanta, portas- Particolarmente suggestiva, nel ricco ap- sero da lì sulle spalle, giù fino a Valle Bona, parato scultoreo romanico, la decorazione così si chiamava Valdicastello, mille pietre a mensole di coronamento di archetti cie- prelevate dal romitorio originario per co- chi dell’abside dove spicca una figura di pel- struirne un altro, dedicato a sua volta alla legrino ricoperto di pelliccia e con l’im- Maddalena. La struttura, ancora esistente, mancabile bordone. si trova nella zona alta del paese, presso le L’importanza della pieve, di una bellezza miniere. straordinaria in ogni dettaglio, sta anche Anna Guidi

LA TOSCANA DEI CAMMINI 11 L’abbazia di FUCECCHIO da Pietro Igneo all’Episcopessa

ercorrendo la via Francigena da sud, an-

VIA FRANCIGENA Pcora oggi i pellegrini approssimandosi al passo sull’Arno scorgono il caratteristico sky- line di Fucecchio, che nel medioevo si con- notava per l’inconfondibile selva di torri, come riportato ancora all’inizio dell’800 dal Repetti: «Fucecchio, Terra no- bile, grande e popolosa al segno che trabocca da più lati dall’an- tico cerchio delle sue mura torri- sesso solo alla fine del ‘200, cau- te, in gran parte ora disfatte». sa la resistenza dei Vallombro- Ora come allora, in questo pa- sani. Da quel momento in poi si norama, si staglia la silhouette concentrò nelle mani delle ba- dell’abbazia di San Salvatore, imponente e desse del San Salvatore un potere enorme e massiccia costruzione che ai pellegrini avvezzi un profilo giuridico originale e anomalo: a a fatiche e pericoli, doveva manifestarsi ogni badessa veniva infatti riconosciuto l’ap- come un’apparizione rassicurante e apotro- pellativo di «Episcopessa», per l’autorità spi- paica. rituale esercitata sul popolo fucecchiese e sui Fondata dalla potente famiglia feudale dei Ca- territori circostanti. Un’autorità che si estin- dolingi, che a Fucecchio avevano il loro se solo con l’elevazione a diocesi della vici- centro comitale, era collocata inizialmente na San Miniato nel 1622. nella piana vicino l’Arno. Pur conservando ancora tracce medievali (so- Aveva ospitato fin dal Mille l’ordine bene- prattutto la possente torre campanaria e la- dettino e dal 1068 i Vallombrosani con san certi di archi e bifore in cotto nella facciata), Pietro Igneo come abate. In quest’epoca l’ab- la configurazione architettonica attuale del- bazia divenne estremamente potente e Gre- l’abbazia è prevalentemente frutto degli in- gorio VII la dichiarò direttamente dipendente terventi intercorsi tra ‘500 e ‘700. Nell’inter- dalla Santa Sede. no, a navata unica, sono da ammirare l’altar Devastata da una terribile alluvione dell’Ar- maggiore disegnato da Giovan Battista Fog- no nel 1106, fu ricostruita nella parte alta del- gini, una tela con l’allegoria dell’Immacola- l’abitato fucecchiese, dove si trova tutt’ora. ta Concezione, opera giovanile di Jacopo Chi- Dopo l’estinzione dei Cadolingi (1113), iniziò menti (1588) e un bellissimo crocifisso tre- per l’abbazia un lento processo di decaden- centesco, molto venerato e ritenuto miraco- za economica e morale, tanto che Alessandro loso. IV nel 1258 la destinò, assieme a tutti i suoi Vi risiedono tutt’ora le suore clarisse con- beni, alle clarisse del convento di Gattaiola ventuali urbaniane. di Lucca, che poterono però entrarne in pos- Francesco Fisoni

LA TOSCANA DEI CAMMINI 12 Santa Maria a Chianni e Cellole le PIEVI che accompagnano il cammino

a via Francigena attraversa anche il ter-

Lritorio della diocesi di Volterra, toccando VIA FRANCIGENA tre parrocchie. Scendendo da nord, infatti, dopo San Miniato, per una strada sterrata, si giunge alla pieve di San Pietro a Coiano e pro- seguendo in aperta campagna si giunge alla pieve di Santa Maria a Chianni nella par- rocchia di Gambassi Terme. Il percorso poi continua in direzione di San Gimignano e, con una piccola deviazione, passa dalla pieve di Cellole. Queste sono fra le più belle pievi ro- maniche sparse sul vasto e variegato territorio della diocesi. Siccome per ora il complesso gliaia di pellegrini. di Coiano è in restauro e non può essere vi- La pieve di Cellole è poco distante da San Gi- sitato, diamo qualche notizia relativa agli al- mignano e da lì si possono già ammirare le tri due luoghi. celebri torri del borgo medievale. In forma La pieve di Santa Maria a Chianni si trova un più ridotta, la chiesa era già presente intor- po’ fuori dal centro storico di Gambassi. La no alla metà del X secolo. L’edificio attuale, facciata in arenaria color ocra, con caratte- a tre navate, fu consacrato nel 1238, come ri- ri tipici del romanico porta un’iscrizione murata in facciata e con- pisano e l’ampio in- serva intatta la bellezza essenziale della terno a tre navate, con- pietra scolpita nelle bozze lisce delle pareti, serva ancora intatto nei capitelli semplici e multiformi delle co- l’aspetto che le venne lonne, negli intrecci geometrici dei bassori- conferito dall’amplia- lievi nell’abside, che paiono quasi un ricamo. mento del XII- XIII se- Tutto ciò diventa un dono per il fedele o il colo. Le slanciate co- pellegrino che giunge in questo luogo in cer- lonne in pietra, diver- ca di un silenzio accogliente e di una bellezza se tra loro, e i capitel- artistica pulita, necessaria e sostanziale che li finemente scolpiti non distrae dalla preghiera, ma la alimenta con motivi vegetali e e la fa crescere. antropomorfi, fanno Dal 2013 il complesso della pieve di Cellole di questa pieve una è affidato alla custodia dei Monaci di Bose, delle più interessanti tra quelle presenti in i quali oltre alla celebrazione liturgica offrono Valdelsa. Accanto alla chiesa, ricavato negli ospitalità ai pellegrini e a chiunque voglia tra- ambienti dell’antica canonica, dal 2011 c’è scorrere alcuni giorni presso il monastero. anche un ostello che ogni anno ospita mi- Maurizio Volpi

LA TOSCANA DEI CAMMINI 13 L’abbazia di SANT’ANTIMO dove l’arte si confonde con la natura

el percorso della via Francigena, situa- santa Caterina da Siena che, nel 1377, si tro-

VIA FRANCIGENA Nta nella pittoresca Val di Starcia, ai pie- vava nella zona di Sant’Antimo per una di del borgo di Castelnuovo dell’Abate, tro- missione di pace. Nel fianco destro si trova viamo l’abbazia di San- una statua raffigurante t’Antimo, capolavoro del- la Madonna di Sant’Anti- l’architettura romanica, mo realizzata nel XIII se- fabbrica di “pietre vive”. colo da uno scultore di La narrazione non docu- scuola umbra. Maria in mentata fa risalire le ori- trono, Sedes Sapientiae, gini di questo monastero sorregge sulle ginocchia il allo stesso Carlo Magno, il Bambino. La sagrestia era cui esercito, di ritorno da la Cappella carolingia, Roma trovò salute dalla probabilmente la primi- peste grazie all’erba di questa valle. La pri- tiva chiesa abbaziale. Il corpo del monaste- ma attestazione della presenza di una co- ro visibile nel chiostro è oggi adibito a casa munità benedettina risale comunque al IX se- di spiritualità. È inoltre possibile passeggia- colo. La chiesa attuale è stata edificata al- re nell’Orto di Santa Ildegarda, allestito se- l’inizio del XII secolo: la pianta è conforme condo le visioni della santa benedettina a quella delle chiese situate sulle antiche vie oppure entrare nella farmacia monastica, nel- di pellegrinaggio, come testimonia il deam- l’antica sala del tesoro e adiacente all’aula ca- bulatorio con cappelle radiali, pitolare, in cui si trovano prodotti alimentari elemento architettonico di de- e per la cura del corpo. rivazione francese. La navata Nel complesso l’armonia dell’architettura, il presenta capitelli di cui alcuni calore dei materiali costruttivi, il paesaggio realizzati in onice-alabastro. Al circostante punteggiato di ulivi, sagrato na- grande cantiere presero parte turale della chiesa, la raffinatezza degli ele- maestranze italiane e francesi, menti decorativi sono espressione della come la bottega del Maestro di “Vera bellezza”, il Cristo, e l’arte, che si con- Cabestany, autore dello straor- fonde con la natura, diviene un inno di lode dinario capitello raffigurante al Signore. Daniele nella fossa dei leoni. La Messa solenne in canto gregoriano si ce- La visita permette di ammirare lebra la domenica alle 11. Dal lunedì al ve- anche due capolavori di scul- nerdì la Messa feriale si celebra alle ore 17.30. tura lignea: sull’altare della chiesa si erge un L’orario di ingresso per la visita all’Abbazia è magnifico Crocifisso databile tra la fine del XII dalle 11 alle 13.30 e dalle 14 alle 18. Acco- e l’inizio del XIII secolo ricavato da un uni- glienza: 0577 286300, [email protected]. co blocco di legno, ai piedi del quale pregò Andrea Acampa

LA TOSCANA DEI CAMMINI 14 VIA FRANCIGENA

Sant’Anna in Camprena, un monastero da film nel cuore della VAL D’ORCIA

pochissimi chilometri da Pienza – in a sant’Anna, madre della Vergine Maria. Apiena Val d’Orcia – sorge un antico mo- Uno dei luoghi più suggestivi del complesso nastero, Sant’Anna in Camprena, voluto dai è il chiostro, a pianta rettangolare, finito di Monaci Benedettini Olivetani e oggi di realizzare nel 1501 e “spazio ameno”, proprietà dell’Istituto diocesano di sosten- oggi, per i turisti ed i visitatori dell’antico tamento del cero. monastero, divenuto negli ultimi anni Sorto nel XV secolo, rappresenta una delle più agriturismo. significative espressioni monastiche in que- L’antico refettorio contiene gli affreschi fi- sto paesaggio così rappresentativo per bellezze nissimi di Giovanni Antonio Bazzi, detto “Il storiche, architettoniche e paesaggistiche. Di- Sodoma”, autore anche delle decorazioni mora estiva dei seminaristi – almeno sino agli delle pareti laterali raffiguranti “Busti di san- anni Sessanta dello scorso secolo – l’antico ti e storie della vita di sant’Anna”: opere che monastero è divenuto famoso perché il re- vennero realizzate tra il 1502 e il 1503. Gli gista italo-americano Minghella vi ha girato, affreschi della parete d’ingresso raffigura- nel 1996, il celebre film “Il paziente inglese” no invece “San Benedetto in trono in abi- vincitore di ben nove Premi Oscar. ti pontificali tra santi olivetani” oltre al Era il 1324 quando san Bernardo Tolomei “Compianto sul Cristo morto”. – fondatore della vicina abbazia di Monte La grande chiesa – che rappresenta anche Oliveto Maggiore – fondò un romitorio sui la più piccola parrocchia della diocesi di terreni donati da una nobile famiglia se- Montepulciano-Chiusi-Pienza – ha mante- nese, nei pressi di Pienza. La costruzione nuto la sua forma originaria, dotandosi nel però dell’attuale edificio venne avviata tempo di un antico organo che viene re- soltanto agli inizi del XV secolo per con- golarmente suonato anche in occasione di cludersi nel 1517, anno in cui si ebbe la con- celebrazioni o manifestazioni musicali. sacrazione della chiesa annessa, dedicata Domenico Zafarana

LA TOSCANA DEI CAMMINI 15 Da Modena a LUCCA sulle tracce del Volto Santo

a via Matildica del Volto Santo oramai è Lqualcosa di più di un’idea: è un proget- to che ha ripreso corpo un anno fa ma che certo, dopo l’inverno e il lockdown, ha bi- sogno di essere ancor più conosciuto. Non VIA MATILDICA DEL VOLTO SANTO DEL VOLTO VIA MATILDICA solo dagli appassionati che solcano l’itine- rario lungo 284 chilometri che da Mantova arriva a Lucca. Si tratta di 11 tappe sul territorio di tre re- del Volto Santo. La prima è la San Pellegri- gioni (Lombardia, Emilia Romagna, Toscana) no in Alpe-Barga di 32.4 km. La seconda è ricche di cultura, tradizioni e paesaggi stret- la Barga-Borgo a Mozzano di 18 km e infi- tamente legati alla figura di Matilde di Ca- ne la Borgo a Mozzano-Lucca di 29.4 km. nossa e alla meta finale: la cattedrale di San La prima tappa è una lunga e affascinante Martino in Lucca e il suo Volto Santo. Il trat- discesa dai 1525 metri di San Pellegrino in to toscano inizia da San Pellegrino in Alpe Alpe fino al cuore della Garfagnana per poi da dove partono le tre tappe finali della Via risalire leggermente, dopo Castelnuovo, fino a Barga. Si potrà ammirare oltre che lar- ghi tratti incontaminati di paesaggio mon- tano, anche località d’indubbio valore sto- rico e turistico. C’è Castiglione con le mura, il castello medievale e le chiese. C’è la Roc- ca Ariostesca di Castelnuovo e il vicino Duo- mo. C’è la Fortezza di Mont’Alfonso, in que- ste giornate estive luogo di un festival con vari ospiti della musica contemporanea italiana. La seconda tappa invece fa lasciare alle spal- le il Duomo di Barga per dirigersi nella Me- diavalle del Serchio per passare da Piano di Coreglia e Ghivizzano e poi, attraversando con attenzione le arterie viarie del fondovalle, arrivare fino a Borgo a Mozzano dove sen- za dubbio tra chiese e scenari unici, il Pon-

LA TOSCANA DEI CAMMINI 16 SAN PELLEGRINO IN ALPE Il santuario che unisce la Toscana con l’Emilia

uello di San Pellegrino in Alpe è uno dei più antichi santuari d’Ita- Qlia dove storia e leggenda s’intrecciano. Il paesino dall’alto dei suoi 1525 metri sul livello del mare è, di fatto, una sorta di promontorio mon- tano tra le province di Modena e Lucca. Di più: la stessa chiesa e i cor- pi dei due santi, San Pellegrino e San Bianco, all’interno di essa nel tem- pietto marmoreo quattrocentesco di Matteo Civitali, sono divisi tra le due province. Il confine cioè passa dentro le mura del santuario, nella chiesa e sui corpi dei santi. Ma non è un segno di divisione o discordia, anzi. Ricorda SANTO DEL VOLTO VIA MATILDICA nei secoli, come la vicenda di San Pellegrino abbia inevitabilmente le- gato, attraverso il valico montano, Frassinoro sul versante emiliano e Ca- stiglione sul versante lucchese. In ultima istanza, le due città di Modena e di Lucca. Se il primo documento che parla del santuario è datato 6 agosto 1110, gli storici sono convinti che la sua esistenza con annesso hospitale per viandanti e pellegrini esistesse già da molto prima. La leggenda dice fin dai tempi di San Pellegrino figlio del Re di Scozia che abbandonò tutto per farsi mendicante e morire, in piena epoca longobarda, da eremita in un anfratto ricavato in un albero al confine tra Toscana ed Emilia. Inevitabile la diatriba tra vescovi su dove far riposare la salma del venerato Pellegrino. Messa su un carro, i torelli trasportarono il corpo fermandosi proprio dove tutt’ora sorge il santuario e lì si formò nei secoli il luogo che ancora oggi è meta di pellegrini, viandanti, cercatori di spiritualità e di pace, e pure di amanti dei viaggi in moto. Cosa poco nota è che dal XII secolo fino alla prima metà del XV in quel luogo abitarono uomini e donne che, animati da fervore evangelico, vissero in forma comunitaria, so- stentandosi con il mantenimento delle greggi e con questue che li spingevano sia in pianura padana sia all’interno della Toscana. Oggi, ristoranti bar e alberghi accolgono i visitatori. C’è anche un museo etnografico d’indubbio valore sulla cultura della po- polazione montana tra ‘800 e ‘900. te della Maddalena, altrimenti detto del Dia- miliari di origine romana che indicano l’an- volo, con le sue spettacolari arcate sul fiume tichità e l’importanza di queste località e se- Serchio è simbolo millenario del territorio. gnano la distanza da Lucca, meta finale: con L’ultima tappa, infine, ci fa salutare questa le sue Mura, l’anfiteatro, le tante chiese e vie, ardita struttura per dirigersi prima verso Die- fino alla cattedrale e il suo veneratissimo Vol- cimo, con la sua Pieve matildica, poi Val- to Santo.. dottavo e infine Sesto di Moriano: toponimi Lorenzo Maffei

LA TOSCANA DEI CAMMINI 17

Il monastero di Santa Maria a Ripa un gioiello a MONTECATINI ALTO

e intendete partire per un pellegrinaggio, rimasero per un decennio, dopodiché soltanto Suna tappa fondamentale in Toscana sarà due monache fecero ritorno alla loro sede ori- il monastero delle benedettine di Santa Ma- ginaria. ria a Ripa, a Montecatini Alto, punto impor- A queste si aggiunsero altre pie donne e pro- tante della spiritualità in Valdinievole. gressivamente la vita monastica riprese in tut- Il monastero benedettino è un gioiello e la to il suo vigore. Per oltre due secoli il Mona- chiesa, incastonata all’interno, sembra risa- stero continuò a ospitare le Agostiniane fino lire alla prima metà del secolo XIII, ma non a quando con la soppressione lorenese pri- si può escludere che l'edi- ma e quella napoleoni- ficio sia di epoca anterio- ca poi, le religiose si ri- re. Le prime notizie do- tirarono a vita privata e cumentali le troviamo il monastero, messo al- nell'estimo della diocesi l'asta, passò in mano ai di Lucca del 1260, ove tra privati, rimanendo così le chiese dipendenti dal- abbandonato per diver- la Plebs de Montecatino fi- si decenni. gura, appunto, la Ecclesia Nel 1881 mons. Giovan- S.Marie de Ripa con un ni Benini, vescovo di Pe- imponibile di 72 lire. scia, con l'ausilio del La nascita del Monastero proposto di Montecatini è da collocarsi nel 1533, Alto, Leopoldo Paponi, si anno in cui un gruppo di adoperò per riacquista- pie giovani del castello di re l’edificio. Così nello Montecatini decise di ap- stesso anno il Convento partarsi dal mondo per si ripopolò nuovamente abbracciare la Regola degli Eremitani di S. e tornò a svolgere la sua funzione con l'arri- Agostino; fu così assegnata loro la chiesa di vo delle monache dell'Ordine Benedettino S. Maria a Ripa con annesse alcune case, af- provenienti dal vicino Comune di Borgo a finché potessero condurvi vita comune. Ben Buggiano. Ancora oggi, il monastero di S. Ma- poco sappiamo sulla storia più remota del- ria a Ripa continua a essere un punto im- la chiesa a causa del rogo in cui arsero tutti portante di spiritualità e stimola a vivere una gli archivi della comunità di Montecatini, se- felice sintesi di azione e contemplazione. guito all'assedio del 1554 a opera delle Le monache offrono la possibilità di ritiri spi- truppe fiorentine di Cosimo I de' Medici. Du- rituali, incontri di preghiera, incontri di for- rante il sacco del 1554 le monache Agosti- mazione e orientamento per singoli (dispo- niane fecero in tempo a riparare a Pistoia nibilità 15 posti letto). presso il Convento di S. Maria a Ripalta, ove Marco Giorgetti

LA TOSCANA DEI CAMMINI 19 PISTOIA la «piccola Santiago»

dove si incrociano le vie

l territorio pistoiese è percorso da diversi ROMEA STRATA ROMEA Icammini di fede che esprimono un’anti- ca vocazione cittadina. Pistoia è infatti nata in epoca romana lungo la via Cassia e cre- sciuta in età altomedioevale come punto di passaggio obbligato tra nord e sud Europa. Lo ricorda anche il geografo arabo Al-Idrisi (1099 circa–1165) che descrive Pistoia come la città ai piedi della montagna «per la qua- Nonantola, toccando le si va in Lombardia». La svolta più signifi- importanti centri devo- cativa avvenne nel 1145, quando il vescovo zionali, tra cui proprio Atto fece giungere a Pistoia una reliquia dal- Pistoia. La Romea Stra- l’apostolo Giacomo da Santiago di Compo- ta prevede tre tappe stella. Una scelta lungimirante che diede una prevalentemente mon- spinta propulsiva allo sviluppo della città e tane per arrivare a Pi- che inserì Pistoia nelle vie di pellegrinaggio stoia e, da qui, altre due legate al culto iacobeo al punto da farla chia- tappe collinari per rag- mare la “Santiago minor”. giungere la Via Franci- Oggi a Pistoia confluiscono più cammini le- gena a San Miniato. Sul gati al turismo religioso e al pellegrinaggio: tratto montano, che en- la via Francesca della Sambuca (“diverticolo” tra in diocesi dal passo della via Francigena), il Cammino di San Bar- della Croce Arcana, si tolomeo, il Cammino di San Jacopo e, tra i me- incontrano diversi punti di interesse come le glio organizzati, la Romea Strata. pievi di Cutigliano, San Marcello, Gavinana, Questo progetto è promosso dall’Ufficio Pel- Saturnana e, in città, la pieve di Sant’Andrea legrinaggi della Diocesi di Vicenza in colla- e la Cattedrale di San Zeno che conserva la borazione con il Centro Italiano Studi Com- reliquia di San Jacopo. postellani e intende riscoprire antiche vie di Il secondo tratto esce da Pistoia puntando ver- pellegrinaggio che attraversano l’Europa, so il Montalbano, toccando le chiese di Vi- secondo un tracciato nord-sud che da Tallinn, nacciano e l’antica pieve di San Baronto, con in Estonia, attraversa la Polonia e altri pae- un’interessante cripta romanica dedicata a si fino a entrare in Italia nel nord est e scen- questo santo eremita. Il cammino prosegue dere fino a Roma. incrociando i resti dell’eremo di Sant’Allucio Il percorso che attraversa il territorio dioce- e, una volta scollinato, la chiesa di Santa Cro- sano è anche noto come Via Romea-No- ce a Vinci, paese natale del celebre Leonar- nantolana, perché si innesta sulla strada che do, ultimo lembo della diocesi di Pistoia. conduceva all’antica abbazia benedettina di Ugo Feraci

LA TOSCANA DEI CAMMINI 20 L’altare di San Jacopo nella cattedrale di Pistoia turali che animeranno Pistoia e rafforzeranno il legame spirituale con la città galiziana. Ad anticipare le celebrazioni 2021, nel novembre 2019 in Piazza Duomo, si appose un naggio delle diocesi toscane verso la Reliquia di San Jacopo e le celebrazioni cittadine grammadel2021 sarà dunque ricco dieventi religiosi, trapiùi salienti, ilpellegri- cippo donato dalla Xunta de Galicia, a simbolo di Pistoia “città dei camminanti”. Il pro- Toscana. messaggio di pace e fratellanza, concedendo un ulteriore respiro internazionalecongiunzione allatra numerose Vie storiche tradizionali transfrontaliere,Un cammino riccoporta di devozionecon sé e storiaun quello della città di Pistoia, collegamentodei viandanti.e gliasimbolo del pellegrino che, disponibile innumerose farciture, delizierà palatii stronomia:èstata infatti presentata la Jacopina, cioè la focaccia aforma di conchi- eventicollaterali, culturaliartistici e talvoltache manifestano si anchenell’enoga- in onore del Santo dal 18 al 25 giugno. A corredo di questi, la città sarà vivacizzata da I di Compostela, si presenterà un calendario ricco di cheeventil’attraverseranno. religiosi In concomitanza e cul- con le celebrazioni di Santiago tura della Porta Santa che concederà l’indulgenza plenaria ai poichépellegrini inizieranno le celebrazioni per l’anno Santo Jacobeo,Il con9 l’aper-gennaio 2021 sarà un giorno particolarmentepellativo di “Piccola importante Santiago”. per Pistoia, ha dato origine a un culto così l’internoprofondo di tantoun preziosissimo da concedere reliquiario alla nella stoiacittà percattedrale omaggiarel’ap- la diReliquia San di Zeno,San Jacopo, che custodita ancora dioggi Compostela,al- desiderosi di ricevere una benedizione, si Medioevorecavano che a acquistaPi- un valore speciale; i pellegrini direttiLa a Santiagostoria del tracciato dunque, ha antiche univaorigini, Luni a Roma. ma è in particolare dal mento etrusche e soprattutto romane, come la popolare Via Cassia che antico.Cammino,Il infatti, ispirasialle tradizionali stradecollega-di affrontare invece le vie pedecollinari e cercando Lucca,di evitando rispettaredi attraversare il “la piana” tracciatofortemente urbanizzata, per lepiù importanti città della Toscana del nord, Firenze, Prato, Pistoia e puntodi vista naturalistico. In poco più di cento chilometri, si toccano per venerare la reliquiaNel 2021 le celebrazioni L’ANNO SANTO JACOBEO stici e religiosi, riuscendo a coinvolgere il camminatorecoinvolgerereligiosi,dal ancheriuscendoila e stici l Cammino di San Jacopo si distingue per i suoi connotati storici, arti- LA TOSCANA DEI CAMMINI DEI TOSCANA LA 21 Barbara Gizzi

CAMMINO DI SAN JACOPO

La badia di MONTEPIANO una splendida chiesa tra storia e leggenda

ungo il cammino che collega Bologna e LPrato, sui monti dell’Appennino che di- DA BOLOGNA A PRATO vidono le due province, esisteva fin dalla se- tra borghi e vallate conda metà dell’XI secolo un romitorio fre- Bologna e Prato, due città accomunate quentato dal Beato Pietro, un uomo di fede dalla loro importante storia produttiva, la cui fama di santità ebbe una vasta eco gra- unite da un itinerario che permette di immergersi nelle bellezze naturali zie a una serie di eventi prodigiosi che lo vi- dell'Appennino Tosco-Emiliano, ricco dero protagonista. di eccellenze e tradizione. Il percorso attraversa borghi, cime e vallate

Siamo a Montepiano e qui, in una piana del LA VIA DELLA E DELLA LANA SETA congiungendo due centri storici torrente Setta, prima del 1096 un gruppo di di grande valore: Bologna, per secoli religiosi e laici decise di ritirarsi per vivere in capitale della seta, e Prato, capitale solitudine e in contemplazione. Grazie al- del distretto della lana e del tessile. l’assenso e all’aiuto dei conti Cadolingi furo- www.viadellalanaedellaseta.com no creati una chiesa primitiva dedicata a San- ta Maria e un mona- stero, posto sotto la re- tasse in groppa al suo gola Vallombrosana. È cavallo piuttosto che la il primo nucleo di quel- lepre fosse tra i piedi la che poi sarà chia- dell’eremita. A quel mata la Badia di Mon- punto un albero si tepiano, splendida adagiò sulla sella del chiesa romanica che cavallo. Questa scena è conserva ancora oggi le raffigurata in un af- forme che maestranze fresco duecentesco e in lombarde diedero al- un bassorilievo del l’edificio nel XII secolo. E nello stesso perio- 1700 presenti in chiesa, dove sono conservate do l’interno fu finemente affrescato con im- le reliquie del Beato. Grazie a donazioni e ac- magini di santi e con scene raffiguranti i pro- quisizioni nel corso dei secoli la Badia ampliò digi del Beato Pietro, che della Badia fu il pri- i suoi possedimenti e con essi la sua impor- mo abate. tanza. Per molto tempo i monaci eremiti ge- Durante una caccia, racconta uno di questi stirono un ospitale per l’accoglienza dei pel- episodi, una lepre cercò di sfuggire ai cani del legrini diretti a Prato o a Bologna. La chiesa conte, signore del luogo, nascondendosi sot- non è sede parrocchiale ma nel periodo esti- to la tonaca di Pietro. Quando arrivò, il con- vo viene aperta ogni domenica per la cele- te chiese al religioso se avesse visto l’anima- brazione della Messa festiva alle 9,45 officiata le, questi disse la verità e il nobiluomo rispose dal parroco di Montepiano. che sarebbe stato più facile che un albero sal- Giacomo Cocchi

LA TOSCANA DEI CAMMINI 23

C’è un nuovo percorso a FIRENZE che porta alla Santissima Annunziata

irenze, città del Rinascimento, ha una sto- Cuore, la basilica di S. Marco e infine la ba- Fria colma di fascino e meraviglie, famose silica santuario della Santissima Annunzia- in tutto il mondo. Nonostante ciò è possibile ta. Il tragitto tuttavia non presenta particolari

ancora oggi scoprirne nuovi scorci, per ri- vincoli, a livello di marcia, per chi vi parte- CAMMINI FIORENTINI manere stupiti. L’Istituto Ambasciatori Ma- cipa. La partenza sarebbe fissata da piazza riani Onlus attraverso l’iniziativa dei Cam- Duomo, ma non è vincolante. L’unico pas- mini Fiorentini si prefigge il proposito di dare saggio che non ammette deroga alcuna ri- la possibilità ai partecipanti di gustare nuo- guarda l’epilogo del cammino, fissato ne- ve prospettive della città. cessariamente davanti all’immagine del- “È un’attività - spiega il presidente dell’isti- l’Annunciazione venerata dai fiorentini. tuto Emanuele Albano - nata da un’idea di All’interno del percorso sono stati inseriti an- recente elaborazione da parte della nostra che dei tabernacoli come punti intermedi Onlus che opera congiuntamente sia con che dilatano il tratto da percorrere, ren- l’Ordine dei Servi di Maria sia con la Ponti- dendolo ancor più interessante. ficia Facoltà Teologica Marianum di Roma, Un aspetto da non sottovalutare è che il per- con l’obiettivo di diffondere e approfondi- corso non comporta alcun costo per i par- re la cultura mariana nel mondo grazie a ini- tecipanti. L’arcidiocesi di Firenze, da subi- ziative culturali”. to, ha creduto in questo progetto, conce- L’iniziativa dei Cammini Fiorentini dunque dendo il patrocinio. All’indirizzo cammini- nasce in quest’ottica e nel tentativo di tu- fiorentini.it si possono scaricare i percorsi e telare e valorizzare il patrimonio artistico cit- le credenziali da riempire. tadino. “L’obiettivo che il percorso mira a co- Daniele Taiuti gliere – prosegue Albano - è quello di ac- comunare l’aspetto religioso con quello storico–culturale. I Cammini Fiorentini han- no carattere mariano,: “Ciascun aderente avrà in dote la preghiera del pellegrino, un’orazione rivolta alla Madonna”. Per quanto concerne il profilo culturale del- l’iniziativa, il tragitto fa tappa in diversi pun- ti di interesse artistico. Il percorso calcola- to in circa 5 km si articola nel passaggio da sette tappe: la sede della venerabile arci- confraternita della Misericordia di Firenze, la Badia Fiorentina, la chiesa di Santa Ma- ria del Carmine, la chiesa di Santa Maria Mag- giore, la chiesa di Nostra Signora del Sacro

LA TOSCANA DEI CAMMINI 25 Sulla via degli Dei non può mancare una sosta a MONTE SENARIO

entotrenta chilometri che attraversa- tica strada militare Flaminia minor e at- no secoli ricchi di storia e un pae- traversa numerosi luoghi di interesse na- LA VIA DEGLI DEI C saggio naturale straordinario, quello del- turalistico e paesaggistico con quote in- l’Appennino Tosco-Emiliano. torno ai 1000 metri sul livello del mare. Il È la via degli Dei il cammino che collega percorso può essere fatto a piedi o in Bologna a Firenze, due città di arte e cul- mountain bike, dal centro di Bologna si ar- tura, proprio nel loro cuore pulsante: si par- riva a San Luca per scendere a Sasso Mar- te da Piazza Maggiore e l’arrivo è in Piaz- coni, poi Monzuno e la Madonna dei For- za della Signoria. Il suo nome, divenuto nelli per arrivare al Passo della Futa. molto popolare tra gli appassionati (lo scor- In territorio toscano, lungo la strada che so anno in 12.000 l’hanno attraversata) de- porta a San Piero a Sieve, troviamo il con- riva dai nomi di alcuni monti che si trovano vento di Bosco ai Frati e il Castello del Treb- lungo il sentiero, Monte Venere, Monte Ado- bio fino ad arrivare al Sacro Eremo di Mon- ne e Monte Luario, nei pressi del Passo del- te Senario, culla dell’Ordine dei Servi di Ma- la Futa. ria. Momento molto atteso di tutto il Oggi la via è segnata dal Cai e utilizza un cammino è proprio l’arrivo a Monte Senario percorso di crinale usato già ai tempi dei dove dall’alto dei suoi quasi 800 metri si Romani; alcuni tratti infatti sono dell’an- gode un’ampia vista su Firenze, l’ambita meta finale. Luogo per un veloce ristoro e anche per la credenziale che arricchisce il “passaporto” della Via degli Dei, Monte Senario è una co- munità internazionale formata da frati di diverse nazionalità, luogo di fede, preghiera e lavoro che durante l’estate si anima di ap- puntamenti, esercizi spirituali, concerti di musica antica, oltre alla consueta liturgia giornaliera che è aperta a tutti. Un luogo ricco di storia, silenzio, preghie- ra, arte e bellezze naturali. All’interno del- la chiesa nella Cappella dedicata viene con- servata l’urna dorata con le reliquie dei San- ti Fondatori. Per informazioni su orari e ospitalità si possono consultare: www.montesenariosacroeremo.eu oppure www.viadeglidei.it Sebastiana Gangemi

LA TOSCANA DEI CAMMINI 26 Da Firenze al Casentino per castelli e santuari, attraverso VALLOMBROSA

abbazia di Vallombrosa fu legata a Fi- L’renze fin dall’origine, nel 1036, visti i

continui rapporti che Giovanni Gualberto, LA VIA GHIBELLINA fondatore dell’ordine valombrosano, man- tenne sempre con la città del giglio. L’in- fluenza fiorentina si estese fino alle porte del Casentino già dal XII secolo anche se l’opposizione continua dei conti Guidi e le lotte con Arezzo costrinsero Firenze a ral- lentare la sua espansione. Il percorso del- l’antica via di epoca romana (ancora oggi visibile in alcuni tratti lastricati) divenne quindi fondamentale per collegare i tan- verso i castelli del Casentino a Montemi- ti castelli casentinesi con Firenze: in quel- gnaio, Castel San Niccolò e Poppi, su stra- l’epoca prese il nome di via Ghibellina. Ol- de lastricate di varie epoche in mezzo a bo- tre che da mercanti e truppe militari, la via schi e coltivi. Da Poppi si prosegue per il veniva percorsa da numerosi pellegrini, in santuario di Santa Maria del Sasso (Bib- quanto giungeva fino al santuario della Ver- biena), per giungere a Chiusi della Verna na, passando per l'abbazia di Vallombro- e quindi al santuario di San Francesco. Da sa: lungo il suo percorso sorsero numeri questa località si può proseguire per Pe- spedali. rugia e Assisi con la Via Tiberina o con i Oggi il recupero di questa via fa parte di Cammini di Francesco. un progetto che l'associazione “Comuni- Il collegamento di Firenze con Poppi, de- tà toscana il Pellegrino” si è impegnata a stinazione storica della via Ghibellina, si realizzare. Il primo tratto è proprio la stra- realizza in circa 63 km, per poi raggiungere da fiorentina che si chiama via Ghibellina: con altri 20 km La Verna, meta spiritua- parte dal Bargello e si dirige verso est. Sa- le dell’ itinerario. Il percorso è in sicurez- lendo le colline di Bagno a Ripoli, si rag- za su sentieri, strade bianche, tratturabi- giunge la prima testimonianza importan- li, o asfaltate con scarso traffico. La presenza te di questa via, lo Spedale del Bigallo. Si di lunghi tratti lastricati ci danno l’emo- prosegue per Rignano per poi salire al- zione di camminare su vie antiche delle l’abbazia di Vallombrosa, altro luogo si- quali è impossibile conoscere l’epoca di co- gnificativo del cammino. Qui i monaci of- struzione. frono possibilità di ristoro fisico e spirituale, Informazioni su tappe e percorsi sul sito condividendo momenti di preghiera o della comunità Il Pellegrino all’indirizzo iniziative culturali. www.francigenaintoscana.org Da Vallombrosa il percorso scende attra- Riccardo Bigi

LA TOSCANA DEI CAMMINI 27 Tra Toscana e Umbria, camminando sulle orme di SAN FRANCESCO

n Toscana è possibile fare un cammino lo dai pellegrini Arcano ed Egidio, tornati dal- Iparticolare, o meglio dei cammini, poiché la Terrasanta, vicino al centro abitato c’è l’ere- tante furono le strade e le valli percorse dal mo di Montecasale, donato a Francesco nel Santo d’Assisi. Parliamo dei Cammini di Fran- 1213. cesco che, citandone solo due, da La Verna Da lì, percorrendo le strade umbre di Citerna, CAMMINI DI FRANCESCO a Sansepolcro (km 45 circa) e da Arezzo a Cor- Città di Castello e Perugia si raggiunge As- tona (km 30 circa), entrambi in direzione di sisi. Assisi, permettono di percorrere gli stessi pas- La Valtiberina e il Casentino si congiungo- si fatti da Francesco e dai suoi frati. no anche grazie alla via che passa per An- Il primo percorso parte dal santuario de La ghiari, che - dal 1534 – ha una chiesa sor- Verna, sul monte ove Francesco ricevette le ta esattamente dove Francesco piantò una Stimmate il 14 settembre croce benedicendo la città. 1224 e che il conte Orlando di Era il 1202 e il Santo sostò al- Chiusi (oggi Chiusi de La Ver- cuni giorni nel castello di na), colpito dalla sua predi- Montauto, nei pressi della cit- cazione, gli donò nel 1223. tadina. Il conte Alberto gli Percorrendo circa 15 km ver- donò un nuovo saio rice- so la Valtiberina, ecco Pieve vendo in cambio il vecchio Santo Stefano, detta città del abito, oggi esposto al San- diario per il suo originale tuario della Verna. museo, con il cinquecentesco Il secondo Cammino va da santuario della Madonna dei Arezzo a Cortona. France- Lumi, dalla cupola in piombo sco predicò a lungo ad Arez- e con le immagini interne dei santi Giaco- zo (famosa La cacciata dei diavoli dalla cit- mo e Cristoforo, da sempre protettori dei tà, rappresentata da Giotto nella Basilica su- viandanti. periore di Assisi) e molti lo seguirono, tra cui Poco conosciuto, in direzione Sansepolcro, Benedetto Sinigardi, a lungo provinciale in in una zona ricca di anfratti naturali e sor- Terra Santa. A lui si deve, oltre la commis- genti, a strapiombo sulla costa montuosa di sione del Crocifisso della Basilica di san Fran- un'altura, si affaccia l'eremo di Cerbaiolo. cesco di Arezzo, la consuetudine della reci- Oggi ricostruito secondo la struttura origi- ta quotidiana dell’Angelus Domini, pre- naria, sorse nell’VIII secolo come monaste- ghiera cara all’Ordine francescano e alla Chie- ro benedettino e donato nel 1216 alla co- sa. munità francescana, ma Francesco non vi In direzione sud, percorsi una trentina di chi- soggiornò mai. Una cappella ricorda che, nel lometri, troviamo Cortona. Qui, sul monte 1230, si fermò sant’Antonio da Padova. san Egidio, in località Celle, c’è un eremo Raggiunta Sansepolcro, fondata nel X seco- dove Francesco, frate Elia e altri seguaci co-

LA TOSCANA DEI CAMMINI 28 LA VERNA Sul sacro monte delle stimmate vi troverete a ripetere “Laudato si’...”

a quasi ogni angolo in cui vi troviate in Casentino, è visibile all’orizzonte una sor- Dta di sperone lungo il crinale appenninico a cavallo tra Romagna e Valtiberina. Quel “crudo sasso intra Tevero e Arno”, come lo definisce Dante nel Canto XI della Di- vina Commedia, è il luogo dove sorge il santuario di La Verna. Dopo Assisi, si tratta del luogo francescano più importante del mondo. Fu qui che il Poverello, che vi si re- cava per periodi di preghiera e penitenza, ricevette le Stimmate il 17 settembre del 1224. La Verna è così diventata nel corso dei secoli meta di pellegrinaggio, ristoro, ri- cerca. Un luogo unico dove trovare pace (e il fresco) mettendo in dialogo la maesto- sità della natura con l’arte in esso custo- dita, la semplicità con una spiritualità pro- fonda, il silenzio con la possibilità di tro- vare ascolto presso la giovane e vivace co- munità dei frati. È qui che in un groviglio di corridoi, chiostri in pietra e cappelle, può capitare di scorgere a sorpresa un pae- saggio mozzafiato, percepire le melodie dell’importante organo, o venire attratti dagli echi della preghiera in basilica. Il modo più bello per arrivare al santuario è a piedi. Convergono qui i Cammini di Francesco, ovvero tutti quei percorsi tracciati a caratterizzati da momenti significa- tivi della vita del “Giullare di Dio”. Ma passano da La Verna anche percorsi che por- tano nel cuore del Parco nazionale delle foreste casentinesi, oppure fino a Firenze se- guendo la via Ghibellina, o a Roma, percorrendo l’antica via Romea germanica di Stade. Perché la Verna è un luogo dove arrivare, ma anche dove tornare e sostare, poi ancora e ancora. Scoprendo ogni volta un pezzetto di questo microcosmo tra cielo e terra: il bosco delle fate, la scogliera delle Stimmate, il Monte Penna… e senza quasi accorgersene ci ritroveremo a ripetere “Laudato si’ mi’ Signore”. Luca Primavera struirono le prime celle nel 1211 e dove, nel Francesco. maggio 1226, quattro mesi prima di mori- Seguendo, poi, la costa orientale del lago Tra- re, Francesco dettò il suo testamento. Nel simeno, anche questo cammino giunge ad 1239, vi si ritirò frate Elia terminando la co- Assisi, dove il Poverello nacque nel 1181 e struzione della chiesa che, ancora oggi, con- morì nel 1226. tinua l'esperienza di preghiera ereditata da Elisabetta Giudrinetti

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Sul promontorio di PIOMBINO un tempo c’erano le guardie a cavallo

L’abbazia concattedrale di sant’Antimo VIA DEI CAVALLEGGERI Sorta in luogo del preesistente a via dei Cavalleggeri è un’antica via di pat- Romitorio dei Frati Agostiniani, la Ltugliamento creata dalla Repubblica ma- trecentesca chiesa attuale (1377) rinara di Pisa a protezione delle coste ebbe annesso il convento, ampliato nel toscane che andava da Bocca d’Arno Quattrocento e corredato, fino a Capalbio. grazie alla munificenza di Non fu dunque mai propriamente via Jacopo III d'Appiano, di pellegrinaggio, ma ebbe principal- signore di Piombino, del raffinatissimo chiostro mente la funzione di difendere il ter- rinascimentale. Nel 1502 ritorio dalle incursioni saracene. venne solennemente Era organizzata in torri d’avvistamen- consacrata da Papa to poste a distanze regolari, sufficien- Alessandro VI; oggi è concattedrale della diocesi di Massa ti a permettere una rapida comunicazione del Marittima e Piombino. pericolo tramite fuochi o segnali di fumo. Le distanze tra le torri erano coperte da guar- nigioni di guardia a cavallo, cavalleggeri, per l’appunto, da cui l’origine del suo nome. Piombino per tutta l’estensione delle sue co- Del tracciato originale sono ancora oggi te- ste. L’ultimo suo principe, Felice Baciocchi, stimoni silenziose molte delle torri di avvi- cognato di Napoleone, marito di Elisa Bo- stamento realizzate, da Calafuria a San Vin- naparte, nel 1805 ne rinverdì l’antica funzione cenzo, a Populonia e giù, attraverso il parco istituendo il primo settembre di quell’anno dell’Uccellina, fino a Capalbio. un’apposita guarnigione di cacciatori volontari Con il declino della repubblica marinara di di costa, con il compito di pattugliare i cin- Pisa, la via fu a più riprese parzialmente uti- quanta chilometri che vanno dalla località la lizzata dai signori che si avvicendarono nel Torraccia - all’attuale confine sud del comu- governo dei territori che attraversa. Per que- ne di S. Vincenzo - fino a . sto alcuni suoi tratti sono andati perduti, men- Di questo antico percorso conserva oggi il to- tre altri si sono ben conservati. L’ultimo che ponimo la cosiddetta via dei Cavalleggeri, sen- la utilizzò integralmente, sempre nella fun- tiero escursionistico ad alto valore naturali- zione difensiva originaria pensata dai pisa- stico che attraversa integralmente il pro- ni, fu Cosimo I de’ Medici, nella seconda metà montorio di Piombino, partendo da Baratti, del ’500. In particolar modo si continuò però ripercorrendone il tracciato originale. ad utilizzarla nello Stato, poi Principato, di Anna Giorgi

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Da al FRASSINE sull’antica via di devozione mariana

l cammino del Frassine è un’antica via di CAMMINO DEL FRASSINE Ipellegrinaggio che conduceva i fedeli da Massa Marittima, sede della cattedra vesco- vile, fino al santuario mariano diocesano più l’arianesimo ed a Totila fino al martirio. Del- importante, quello del Frassine, in mezzo al la statua della Madonna si dice che fosse af- bosco, una quindicina di chilometri a nord fidata nel 799 alla custodia dei monaci di San ovest in direzione di Monterotondo. Veniva Pietro in Palazzolo a Monteverdi e che utilizzata generalmente nel mese di aprile. quando nel 1225 i Pannocchieschi signori di Del percorso si erano Sassetta assalirono però perse le tracce il monastero, un mo- e quasi la memoria. naco, di nome – Oggi, recuperate le guarda caso – Ma- testimonianze dagli riano, la mise in sal- anziani della città di vo nascondendola Massa Marittima, è sopra il tronco di un possibile di nuovo frassino. Verso il camminare su quel- 1350 un bifolco os- l’antica via maria- servò che uno dei na: venti chilome- suoi buoi ogni gior- tri, parte nel bosco di no si rifugiava nel Maremma, parte in bosco: seguitolo, lo campagna e tra i poderi, con partenza dal- trovò inginocchiato davanti a un frassino che la chiesa di san Francesco a Massa, salendo nascondeva tra i rami una statua della Ma- a Montebamboli, attraversando il torrente Mi- donna. Su quel vetusto tronco la statua del- lia, per giungere al santuario del Frassine, luo- la Madonna è ancora venerata, meta di pel- go del rinvenimento, verso la metà del XIV legrinaggi specialmente il 25 aprile, il lune- secolo, di un’antica statua lignea della Ma- dì di Pentecoste e l'8 settembre. donna. La statua, dice la leggenda, fu portata Il cammino è percorribile comodamente in da S. Regolo, che nel VI secolo, provenendo sei ore ed è interamente segnato per l’orien- dall’Africa insieme a Felice, Giusto, Ottavia- tamento con bolli di vernice azzurra, colore no, Clemente e Cerbone, visse e operò mi- tipico della devozione mariana. racoli nella Val di Cornia, opponendosi al- Anna Giorgi

LA TOSCANA DEI CAMMINI 33 CAMMINI GREGORIANI Camminare nella storia per i mille anni di GREGORIO VII

n grande papa nato mille anni fa che, cesi di Pitigliano--Orbetello. Ua causa del Covid-19, non ha potuto Dal lato del mare ci si muoverà dalla Sgrilla almeno finora essere celebrato secondo i – località la cui parrocchia è a lui intitolata programmi già stabiliti e come soprattutto – toccando poi , mentre dal- avrebbe meritato. l’interno sarà percorsa la Via Gregoriana, Tuttavia Ildebrando di Sovana, grande di- cammino proposto dal Comune di Sorano fensore della libertà della Chiesa dal potere tramite un progetto del 2016 e già inserito civile, eletto nel 1073 al soglio pontificio ufficialmente nella Rete Escursionistica To- con il nome di Gregorio VII, morto esule a scana. Salerno nel 1085 e canonizzato da Paolo V Si tratta di un percorso di grande interesse nel 1606, ha potuto far ritorno lo scorso storico e paesaggistico tra la Via Francigena febbraio nell’antichissima cattedrale della e l’antichissima Via Clodia, che sarà inau- sua terra di origine, che ne ha accolto gurato proprio in questa occasione: par- l’urna con le reliquie e che sarà meta, il 26 tendo dal paese laziale di Proceno (un e 27 settembre, di un pellegrinaggio in tempo appartenente anch’esso alla dio- sua memoria che muoverà verso Sovana cesi di Sovana) e snodandosi per circa 35 da due punti di partenza diversi, abbrac- chilometri, attraversa alcune aree più sel- ciando così buona parte dell’attuale dio- vagge del territorio comunale soranese per raggiungerne il capoluogo e infine Sovana. Il percorso consente di ammirare i calan- chi che solcano le pendici di San Giovanni delle Contee, il castello e le mura di Mon- torio, i ruderi della rocca e la chiesa di san Bartolomeo a Castell’Ottieri, la Fortezza Orsini e l’intero centro storico di Sorano, le suggestive vie cave di San Valentino, So-

LA TOSCANA DEI CAMMINI 34 SOVANA Il piccolo borgo dove il tempo si è fermato

entornato a casa Papa Gregorio”! Con “Bqueste parole, pronunciate nella ma- gnifica Cattedrale di San Pietro, padre Giovanni Roncari, vescovo di Sovana, Pitigliano e Orbetello, il 22 febbraio scorso ha dato il ben- CAMMINI GREGORIANI venuto alle spoglie di Papa Gregorio VII, al secolo Ildebrando da Soana, traslato da Salerno a Sovana in occasione del millenario della sua nascita nella città maremma- na. Oggi Sovana è un incantevole borgo, abitato da poco meno di cento residenti, ma se non fosse per i ricercati monumenti che ne scandiscono il perimetro urbano, nulla fa- rebbe pensare che la sua storia sia stata segnata da grandi momenti di gloria e di po- tere. Sorta alla sommità di un impervio sperone tufaceo che ne ha garantito la pro- tezione per oltre due millenni, divenne un notevole centro etrusco dedito al commercio tra le miniere di mercurio amiatine e il porto di Vulci, da dove partivano le rotte com- merciali verso tutto il bacino del Mediterraneo. Le Tombe Rupestri, ricche e imponenti, sono sopravvissute al tempo e alle insidie del- l’uomo e posso essere ancora ammirate agevolmente visitando il Parco Archeologico “Città del Tufo” che raccoglie le più importanti emergenze archeologiche del comu- ne di Sorano. Intorno al VI secolo divenne sede di diocesi e a partire dal X secolo divenne la capi- tale politica e amministrativa del grande feudo di Maremma, dominato dalla potente famiglia degli Aldobrandeschi. In questo periodo furono eretti i più importanti edi- fici che caratterizzano l’elegantissima piazza del Pretorio e sorse anche l’incantevole Cattedrale di San Pietro, che costituisce un raro esempio di fusione tra romanico e go- tico. Le vicende storiche successive videro la fine della dinastia aldobrandesca, il pas- saggio agli Orsini e la conquista senese che dette il colpo di grazia a una situazione politica ormai insostenibile. La città fu semi abbandonata, ma paradossalmente, gra- zie a tutto ciò, il tempo è rimasto immobile, tanto da mostrarci ancora oggi l’antica bellezza di questo borgo. Carlo Rosati rano e Sovana per finire con quest’ultimo cammino che resterà poi a ulteriore me- borgo, che oggi appare piccolo rispetto al- moria di Ildebrando, il santo papa Grego- l’importanza del passato ma che conserva rio VII, al di là del millenario della na- tutto il suo fascino e in particolare la bel- scita. lissima cattedrale dedicata a San Pietro. Un Lorella Pellis

LA TOSCANA DEI CAMMINI 35 All’eremo di MALAVALLE per ritrovare la solitudine di San Guglielmo

è un luogo carico di fascino, di storia C’e di spiritualità nel territorio della Ma- remma. È l’eremo di Malavalle, nel comune di Castiglione della Pescaia. È qui che il 10 feb- braio 1157 moriva Guglielmo, l’eremita e ana- SENTIERI CASTIGLIONESI coreta, che aveva scelto quel luogo aspro e selvaggio, chiamato Stabulum Rodi, per vivere una vita fatta di penitenza e di colloquio in- timo con Dio. È qui che, subito dopo la sua morte, germinò l’Ordine dei Guglielmiti, a cui dette un impulso decisi- vo Alberto, primo com- cheologia, belle arti e pagno del santo. paesaggio per le provin- L’eremo di Malavalle è un ce di Siena, Grosseto e luogo fondamentale per Arezzo, a seguito del- comprendere la vita e la l’approvazione del pro- spiritualità del santo ere- gramma lavori per il mita e del primitivo Or- 2020, è riuscita a stor- dine monastico, che lì nare una piccola somma ebbe la sua culla e il suo dalle manutenzioni per punto di riferimento. Oggi le aree archeologiche, dell’antico cenobio restano solo dei ruderi. investita per far fronte al ripristino dello sca- La chiesetta, in particolare, ancora tutta in- vo nella chiesetta e alla pavimentazione in tera e, accanto ad essa, brandelli di mura, a coccio pesto, nonché al ricollocamento del- descrivere quel che doveva essere l’impo- la mensa in pietra dell’altare. I lavori sono ter- stazione spaziale del monastero. L’eremo di minati a febbraio. Malavalle fra il 2001 e il 2005 è stato ogget- L’eremo di Malavalle è meta ideale per coloro to di lavori di restauro, consolidamento, in- che amano camminare e scoprire luoghi sa- dagini e scavi archeologici da parte della so- cri. Per raggiungere il sito si possono per- printendenza. Uno degli ultimi lavori è sta- correre due differenti itinerari. Uno è quel- to proprio lo scavo all’interno della chiesa, che lo che da Castiglione della Pescaia porta al- però si è interrotto per il taglio drastico di fi- l’eremo. Percorrendo a piedi la strada inter- nanziamenti statali sui lavori portati avanti na, parallela alla provinciale del Padule, a un su edifici non demaniali, com’è, appunto, il certo punto c’è un piccolo bivio con l’indi- caso del complesso di Malavalle. E così l’in- cazione “Eremo di San Guglielmo”. tervento è rimasto incompiuto. Finalmente, S’imbocca il percorso e, piano piano, ci si la- però, in tempi recenti, la soprintendenza ar- scia alle spalle la contemporaneità per im-

LA TOSCANA DEI CAMMINI 36 Diciotto percorsi tra mare e natura intorno a Castiglione della Pescaia ltre 140 km di percorsi nella natura, forse meno “blasonati” di altri cammini che Oattraversano la Toscana, ma che nulla hanno da invidiare in termini di qualità e di contatto con l’ambiente. Sono i “Sentieri castiglionesi”, itinerari sportivi e turistici su cui il territorio di Castiglione della Pescaia sta investendo ormai da alcuni anni. Quello del turismo slow, legato all’ambiente, ma anche a itinerari storico-religiosi è un ambito che anno dopo anno riscuote sempre più successo. C’è voglia, da parte della gente, di scoprire contesti che, lontani dalle mete vacanziere affollate, aiutino davvero a “staccare” dalla routine e a ricaricare le pile. Una di queste esperienze è proprio quella SENTIERI CASTIGLIONESI dei “Sentieri castiglionesi”, nei cui itinerari c’è anche quello legato all’eremo di Mala- valle. Nel 2016 Comune e associazione Albero delle idee hanno anche lanciato un por- tale che mette in rete i percorsi, che si snodano tra i luoghi più suggestivi dell’entro- terra fino al mare e che collegano tra loro anche le frazioni castiglionesi. Il progetto ha messo le gambe intorno al 2012 con la mappatura dei sentieri, la realizzazione della cartellonistica, l’apertura di nuove strade nel verde e la realizzazione di una car- tografia dettagliata. Nel 2016 l’inserimento di tutto questo patri- monio sul sito www.turismocastiglionedellapescaia.it, portale com- pleto per conoscere la “Piccola Svizzera” da tutte le sue angolature. Cliccando su “cosa fare”, c’è un’apposita voce che si chiama, ap- punto, sentieri castiglionesi. Qui è possibile conoscere ben 18 per- corsi da percorrere a piedi o anche in bici. Di ogni percorso vengono indicati chilo- metraggio, dislivelli, grado di difficoltà. Per quanto riguarda l’eremo di Malavalle, il percorso proposto è quello che, partendo dal Val di Loro, conduce, costeggiando il fosso Valle, fino all’eremo lungo un percorso di poco più di 2 chilometri e mezzo.

mergersi in uno spazio fuori dal tempo, con vanni Nicolucci detto “da San Guglielmo”. Si l’antico acquedotto romano ancora in piedi può partire dalla chiesetta di , al cui in- e un mulino. È da qui che il bosco si fa più terno è conservata la reliquia della testa di fitto e resta solo il rapporto tra l’uomo e la Guglielmo e, attraversando il paese salire ver- natura. Lungo una strada fatta di terra bat- so Poggio Ballone. Da qui si imbocca un per- tuta e sassi, si sale per alcuni chilometri fino corso anch’esso totalmente immerso nella na- ad arrivare a Malavalle, con i ruderi dell’eremo tura. Se provenendo da Castiglione l’eremo che spuntano come all’improvviso. L’altro sen- di staglia di fronte, percorrendo il tragitto da tiero è quello che da Tirli, borgo collinare a Tirli i ruderi di Malavalle si intravedono dal- pochi chilometri da Castiglione della Pesca- l’alto, finché l’ultimo pezzo consente di ar- ia, conduce all’eremo. È il percorso al contrario rivare proprio davanti alla chiesetta. compiuto nel ‘600 dal venerabile padre Gio- Giacomo D’Onofrio

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