DI REPUBBLICA laDOMENICA 31 AGOSTO 2014 NUMERO 495 domenica

La copertina. Se l’arte va in tournée Straparlando. Ruggero Savinio: “Amo lo scuro” Cult La poesia del mondo. I cani di D’Annunzio

Scala montagne da quando era bambino e adesso che sta per compiere settant’anni il grande alpinista torna sui suoi passi. E si racconta Messner Ora scendo ESTATE 1945, TORRI FERMEDA: LA SIGNORA MESSNER INSEGNA A SUO FIGLIO REINHOLD DI UN ANNO CAMMINARE/© ARCHIV

GUIDO ANDRUETTO L’attualità. Io e Madiba REINHOLD MESSNER

CASTEL FIRMIANO (BOLZANO) parla la segretaria RA CHE STO INVECCHIANDO, e dopo cinquant’anni di salite, mi (bianca) di Mandela ICORDO UN’ESCURSIONE nel bosco con i miei genitori. Io e Helmut, il mio sta bene andare anche un po’ in discesa. Con l’età l’unica Spettacoli. Io e Nemo, fratello maggiore. Fintanto che erano davanti a noi non avevo alcun cosa che aumenta è la ricerca di un po’ di comodità». Alla intervista a Mr. Pixar timore. Era tardi, e il tratto di bosco che mia madre aveva appena ere- vigilia dei suoi settant’anni, li compirà il prossimo 17 set- ditato, e che i miei volevano visitare per farsi un’idea, era ancora trop- tembre, Reinhold Messner non sembra affatto turbato dal- Next. Mai più senza, po lontano perché potessero raggiungerlo con noi bambini. Così ci la- «Ola prospettiva di invecchiare, sebbene la sua vita sia sempre stata consacrata al- le invenzioni Rsciarono ad aspettarli sotto un abete. Io e Helmut ci sedemmo l’uno accanto al- le sfide più avventurose e alle ascensioni più impegnative. tutte da inventare l’altro e osservammo papà scomparire nel nel bosco. Mamma gli era alle spalle. SEGUE CON UN’INTERVISTA NELLE PAGINE SUCCESSIVE SEGUE NELLE PAGINE SUCCESSIVE la Repubblica LA DOMENICA DOMENICA 31 AGOSTO 2014 32 La copertina. Reinhold Messner

La paura? Un bosco di notte. Il dolore? Il Nanga Parbat. La gioia? Arrivare in cima Per il Re degli Ottomila l’ultima fatica è un’autobiografia lunga settant’anni

RIMO uomo al mondo a scalare tutti i quattordici Ottomila, e il pri- mo a salire sull’Everest in solitaria e senza ossigeno, l’alpinista sudtirolese, uno dei più grandi di tutti i tempi, ha realizzato tre- milacinquecento imprese di cui cento prime ascensioni, oltre ad avere attraversato a piedi il Tibet, l’Antartide, la Groenlandia e i deserti del Gobi e di Taklamakan. Ora, davanti a sé, vede il rifu- gio dei suoi settant’anni, un nuovo punto di arrivo che lo ha spro- nato a fare un bilancio della propria esistenza in un libro intitola- to La vita secondo me (Corbaccio): settanta capitoli, uno per cia- scun valore o sensazione che la montagna gli ha insegnato o tra- smesso. Ce ne parla dal suo Castel Firmiano, sopra Bolzano, dove nel cortile di uno dei sei musei dedicati alla montagna che com- pongono l’itinerario del Messner Mountain Museum, si è appena raccontato intorno al fuo- Pco in una bella serata. Sono in tanti a dirlo: lei settant’anni non li dimostra affatto. «E io dico che questi tanti si sbagliano. È da quando ho cinque anni che scalo montagne. I miei genitori mi hanno portato per la prima volta a fare un’ascensione che ero piccolissimo. Raggiungemmo la cima del Sass Rigais nelle Odle. E avevo cinque anni quando Bonatti, a di- ciannove, realizzava la sua ascensione dello sperone Walker alle Grandes Jorasses o della parete ovest dell’Aiguille Noire de Peuterey. Quello che voglio dire è che ho fatto tanto nel- la mia vita. I miei settant’anni me li sento tutti. La montagna è stata la mia seconda casa fin da quando ho imparato a stare in piedi. Non è stata la scuola o la chiesa a formarmi. I miei campanili sono state le torri di roccia e le cime delle montagne». ALBUM A proposito di Bonatti, qual è il segno più profondo che secondo lei ha lasciato? IN SENSO ORARIO: «La sua prima solitaria invernale lungo una via diretta, sulla parete nord del Cervino, ha I NOVE FRATELLI sancito la fine dell’alpinismo classico. Dopo il suo esempio la montagna ha rappresentato la MESSNER, possibilità di fare innumerevoli prime esperienze. E quelle esperienze hanno formato anche LUI È IL SECONDO il mio sapere. Oggi le trasmetto agli altri». DA DESTRA; Il suo ultimo museo sul Plan de Corones è un omaggio all’alpinismo tradizionale. DA RAGAZZO «Al mio, a quello di Bonatti, di Cassin. Sì, è un bagaglio di valori ed esperienze che si sta IN ARRAMPICATA; perdendo. Per questo ho ritenuto importante mettere in rilievo il potenziale dell’esperien- SUL CAMMELLO za dell’ultima realtà della natura e così custodire una parte della natura selvaggia della mon- COL FIGLIO SIMON; tagna. L’avventura in alta quota presuppone ancora uno spazio libero del pericolo». DURANTE UNA Dopo una vita tanto avventurosa ha davvero deciso di deporre le armi? SPEDIZIONE; «Sono salito fin dove mi è stato possibile. Più in alto e più lontano sinceramente non pote- CON BONATTI vo andare. Adesso non si tratta di non fare nulla perché ho già fatto tutto, ma di dare un sen- ALL’ERMITAGE so nuovo alla mia vita nella vecchiaia». © RIPRODUZIONE RISERVATA DI COURMAYEUR Più su non potevo

1979 - 1985 1979: K2 (8611) 1980: EVEREST (8848) 1982: KANGCHENJUNGA (8598) GASHERBRUM II (8035) BROAD PEAK (8048) 1985: ANNAPURNA (8091)

1978 CIMA EVEREST (8848) SENZA OSSIGENO. NANGA PARBAT (PARETE DIAMIR)

1973 DOLOMITI: MONTE PELMO, PARETE NORDOVEST MARMOLADA (SPIGOLO OVEST) E FURCHETTA (PARETE OVEST)

1970 HIMALAYA, VERSANTE RUPAL DEL NANGA PARBAT (8125 MT.): SUO FRATELLO GÜNTHER MUORE SOTTO UNA VALANGA

salire 1968 PILASTRO DI MEZZO DEL SASS D’LA CRUSC, PRIMO 7° IN LIBERA Sopra di noi, si ergeva enorme la montagna con le sue cascate di ghiaccio e in sottofondo si udiva il rombo delle slavine: la fine del mondo. Il tempo si mantenne buono, e io po- tetti cercare mio fratello, senza però trovar- ne la minima traccia. Partivo all’alba e tor- navo a notte inoltrata, al chiarore della luna. Dai piedi della parete, dal passo Mazeno che mi aiutava con l’orientamento. All’inizio ero stanco e depresso, in seguito consapevole del fatto che il ghiacciaio su cui si erano ab- battute altre slavine, avrebbe restituito i suoi morti solo dopo molti anni. Alla prima neve lasciammo il campo base. Adesso sapevo che avrei potuto ricomin- ciare a vivere la mia vita selvaggia. Forse per- sino dovuto. Se fosse sopravvissuto insieme 1966 a me, Günther sarebbe stato d’accordo. Ri- ASCENSIONE nunciare alle mie avventure non avrebbe ri- ALLA PUNTA WALKER portato in vita mio fratello — il dolore per la DELLE GRANDES sua perdita sarebbe stato solo un rimprove- JORASSES ro fatto a me stesso che mi avrebbe accom- PER LA VIA CASSIN pagnato per tutta la vita. Se invece io avessi (MONTE BIANCO) realizzato i nostri sogni comuni, avrei potu- to essere di nuovo felice e condividere con lui la mia responsabilità. Io e Günther rimarre- mo per sempre una cordata indivisibile. Lui 1949 mi ha dato la forza per affrontare gli altri pe- A CINQUE ANNI ricoli in cui mi sono imbattuto. E mi soster- COL PADRE rebbe, se fosse necessario difendere il nostro PRIMA ASCENSIONE entusiasmo per l’avventura in montagna SULLE DOLOMITI contro qualunque idealista che specula sul- (3000 METRI) la nostra tragedia sul Nanga Parbat. Da allo- ra non credo più a chi proclama i valori tanto abusati di “morale”, “cameratismo” e “ve- rità”, per me e Günther la responsabilità l’u- no verso l’altro era naturale. © Piper Verlag GmbH, Munchen 2014. © 2014 Garzanti libri s.r.l. Milano

© RIPRODUZIONE RISERVATA © ARCHIV REINHOLD MESSNER la Repubblica LA DOMENICA DOMENICA 31 AGOSTO 2014 34 L’attualità. Strane coppie

Zelda la Grangeera una ragazza bianca, bionda e razzista quando il presidente Mandela la volle come sua segretaria In un libro, e in questa intervista, si confessa “Se sono cambiata io, possono farlo tutti”

ENRICO FRANCESCHINI

LONDRA NA RAGAZZA STAVA facendo i tuffi nella piscina di casa, a Johanne- sburg, quando suo padre le annunciò preoccupato: «Hanno li- berato dalla prigione il terrorista. Saranno guai». Era il febbraio 1990. Il “terrorista” era Nelson Mandela. La ragazzina che face- va il bagno si chiamava Zelda la Grange. Non aveva le idee chia- re sui motivi per cui quell’uomo dalla pelle nera fosse rimasto a lungo in carcere, né sul significato della sua liberazione. Sapeva solo che i blacks erano una specie inferiore, anche quelli gentili come la sua domestica — per questo in casa non lasciavano che toccasse le posate. Passò un po’ di tempo. In Sudafrica vennero, dal punto di vista dei bianchi, i previsti “guai”: finì l’apartheid. Mandela diventò il primo presidente nero nella storia del suo paese. E un bel giorno Zelda si ritrovò a fare la dattilografa proprio nell’ufficio del presidente. UAveva ventitré anni. Bianca, bionda e razzista, oltre che piuttosto carina, non pensava che fos- se esattamente il lavoro per lei. Ancora meno si sarebbe aspettata di diventare la segretaria personale di Mandela. Molto più di una segretaria: praticamente nessuno, nei vent’anni suc- cessivi, ha trascorso così tanto tempo a stretto contatto con uno dei più grandi personaggi del- la storia contemporanea, il leader che ha vinto il premio Nobel per la pace, che ha riconciliato bianchi e neri, che è diventato un simbolo per l’Africa e per il mondo. È stata il suo aiutante di campo, portavoce, confidente, accompagnatore, sergente di ferro, perenne sostegno. La «ni- pote onoraria», come la definiva lui (quando non le si rivolgeva con il diminutivo di Zeldina), a cui lei rispondeva con l’appellattivo di «non- no». Per due decenni gli è stata vicina diciotto ore al giorno, durante viaggi, riunioni, incontri con capi di governo e di stato, sovrani e princi- pesse, artisti e vip, rinunciando ad avere una vi- ta privata, un marito o compagno, dei figli. Sino alla fine, o meglio sin quasi alla fine, perché la li- tigiosa e complicata famiglia di Mandela, quan- do si è ammalato, l’ha messa al bando per gelo- sia, vietandole di vederlo e tenendola a distan- za perfino al funerale. Adesso la razzista redenta ha scritto un libro di memorie, Good morning, Mr Mandela, in cui racconta il suo rapporto con Madiba, come lo chiamano tutti in Sudafrica. Si dice che nessun uomo sia grande secondo il proprio maggior- Io domo, ma Zelda fa un’eccezione: «Se sono cam- &Madiba biata io grazie a Madiba significa che tutti pos- meno due anni a percorrere dentro di sé la tra- Era la filosofia che lo guidava anche politica- sono cambiare», ci dice davanti a una tazza di sformazione da razzista — «no, non per intima, mente, come la sua ex-segretaria ricorda nel li- cappuccino in un caffè italiano di Londra, dove ragionata convinzione, ma perché accettare bro. «Qualcuno gli rimproverava, per esempio, la Penguin, sua casa editrice, l’ha portata per l’apartheid per noi bianchi era la norma, nien- le sue relazioni con Gheddafi: come poteva un pubblicizzare l’autobiografia. «La prima volta te di assurdo o vergognoso, era la nostra vita» democratico andare d’accordo con un tiranno? che l’ho incontrato, nell’ufficio della presiden- — a convinta paladina del nuovo Sudafrica de- Ma Mandela cercava di dimostrare rispetto per za, non sapevo cosa aspettarmi», racconta. mocratico e multirazziale. Ripensa alla deci- tutti, diceva che se rispetti il tuo nemico, anche «Non sapevo se, vedendo questa ragazza bian- sione di Madiba di volerla con lui senza alcuna la persona peggiore può tirare fuori qualcosa di ca alle sue dipendenze, mi avrebbe licenziata o ingenuità: «Era un grande stratega. Sapeva buono. Di Gheddafi diceva che si era impegna- umiliata. La prima cosa che mi venne in mente che era importante mostrare all’interno, al po- to con lui a consegnare i responsabili dell’at- fu: “ho mandato quest’uomo in prigione, la mia polo sudafricano, e all’esterno, al resto del mon- tentato di Lockerbie, a dare segnali di dialogo FOTO © REUTERS SIPHIWE SIBEKO gente lo ha chiuso in galera, gli abbiamo porta- do, che il suo Sudafrica abbracciava tutte le cul- con l’Occidente, e lo aveva fatto. Il rispetto era FOTORICORDO to via una gran parte della sua vita”. Di colpo ture e le razze, che era un paese arcobaleno e servito, aveva funzionato». Le chiedo degli al- ZELDA LA GRANGE (OGGI HA 44 ANNI) scoppiai a piangere. E allora lui mi prese la ma- che dunque c’erano dei bianchi anche attorno tri incontri a cui ha assistito, degli altri grandi CON NELSON MANDELA (1918 - 2013). no tra le sue sue, cominciò a parlarmi in afrika- a lui». Eppure l’affetto, l’amicizia tra l’anziano della storia che ha visto da vicino. Fidel Castro? DAL 1996 FINO ALLA MORTE ner (la lingua dei sudafricani bianchi, che Man- presidente (all’epoca settantacinquenne) e la «C’era grande calore fra loro. Castro aveva ap- DEL PRESIDENTE SUDAFRICANO dela aveva imparato in carcere, ndr), poi mi ab- giovane segretaria dai capelli biondi sboccia- poggiato la lotta di Mandela contro l’apartheid È STATA LA SUA SEGRETARIA PERSONALE. bracciò e disse “non è necessario, non reagire rono genuini. «All’inizio mi sentivo colpevole, e Madiba non lo dimenticava. Si abbracciarono IN BASSO: MANDELA CON GE0RGE W. BUSH così, è esagerato”. Quindi cominciò a farmi do- mi era stato insegnato a temere quest’uomo come fratelli». Arafat? «Un colloquio cortese E CON LA REGINA ELISABETTA mande, dov’ero cresciuta, che lavoro facevano che ora si dimostrava con me gentile, genero- ma non calorosissimo. Da Mandela il leader pa- i miei. Tutto durò cinque minuti ma fu uno so, attento. Provavo orrore per me stessa. Ma lestinese si aspettava forse un sostegno incon- shock, come se avessi avuto una visione». Ci vol- proprio Madiba mi aiutò a vincerlo, spiegando- dizionato, invece Madiba gli fece anche criti- le qualche mese prima che Zelda fosse promos- mi che è ammesso sbagliare, anche fare cose che per i metodi con cui governava e con cui cer- sa da anonima dattilografa a collaboratrice del- terribili, se poi si cerca di ripararle. Diceva sem- cava di ottenere uno Stato». I leader israeliani? lo staff del presidente e infine a sua segretaria pre che gli uomini non sono mai del tutto buoni «Anche con loro ci fu una certa freddezza. Ehud personale (al posto della nera che si vede nel o del tutto cattivi, che in ognuno di noi c’è una Barak, l’allora primo ministro, trattava Man- film Invictus di Clint Eastwood). Impiegò al- parte di bene e di male». dela con impazienza. Probabilmente lo consi- la Repubblica DOMENICA 31 AGOSTO 2014 35 FOTO © ALET VAN HUYSSTEEN AND THE NELSON MANDELA FOUNDATION

derava troppo filo-palestinese. Ricordo che Ma- sembrava dimagrita, in gran forma, e a Sua diba fu molto impressionato dal museo dell’O- Maestà fece piacere». locausto. Ma poi disse che non si potevano sca- L’ultima volta che Zelda lo ha visto, era in ricare sui tedeschi di oggi le colpe dei loro padri ospedale, Mandela ormai non era più in grado o nonni. Il suo messaggio era sempre lo stesso, di parlare: «Ma quando ha sentito la mia voce ERA ANZIANO, E GEORGE riconciliazione e perdono». E i presidenti ame- ha aperto gli occhi e ha sorriso». Non prova ran- W. BUSH NON LO FACEVA ricani? «George W. Bush mi fece quasi arrab- core per i membri della sua famiglia che alla fi- MAI FINIRE DI PARLARE biare, Mandela era già molto anziano quando ne l’hanno allontanata? «Ho sofferto. E mi è di- DICEVA: OKAY, OKAY, si incontrarono, parlava lentamente, ripeteva spiaciuto per come le autorità sudafricane MA ADESSO VEDIAMO qualche frase e Bush gli faceva fretta, non lo la- hanno organizzato il funerale, Madiba avreb- DI ANDARE sciava finire, diceva “okay, okay basta, andia- be meritato di meglio. Ora però mi è passata ALLA CONFERENZA STAMPA mo a fare la conferenza stampa”». Clinton? «Un anche la rabbia. Sono piccole cose, rispetto a grande amico. Si adoravano a vicenda, e si ve- quello che noi bianchi abbiamo fatto ai neri. La deva. Clinton cercava di essere sempre con lui lezione di Madiba è che bisogna perdonare e per il suo compleanno». Obama, il primo nero guardare avanti». alla Casa Bianca? «Si incontrarono brevemen- E a cosa guarda lei ora? Cosa c’è nel suo fu- te quando Obama era ancora senatore, non ci turo senza “nonno” Mandela? «Magari vorrei fu tempo per un rapporto più profondo». La re- un compagno, un uomo, quelli che mi cercava- gina Elisabetta? «Oh, legarono moltissimo, for- no finché c’era lui erano solo attirati dalla pos- se si intendevano anche per la vicinanza di età, sibilità di conoscere Madiba attraverso di me. CON LA REGINA ELISABETTA Madiba andava d’accordissimo con le persone E poi voglio dei fiori, tanti fiori. Sa che le dico? INVECE LEGÒ MOLTISSIMO. della sua generazione, per quanto anche con i Vorrei aprire un negozio di fiori». La razzista LUI LA COPRIVA bambini, forse aveva più difficoltà con quelli di bianca diventata segretaria dell’uomo che ha DI COMPLIMENTI, ANDANDO mezzo. Le posò una mano su una spalla, poi ci sconfitto l’apartheid, un negozio di fiori e un ANCHE OLTRE spiegarono che il protocollo non permette di nuovo amore: scommettiamo che questo libro IL CERIMONIALE, LEI ERA toccare la regina, ma lei non si risentì per nulla. diventerà un film?

FELICE DI SENTIRSELI FARE Madiba la coprì di complimenti, le disse che gli © RIPRODUZIONE RISERVATA la Repubblica LA DOMENICA DOMENICA 31 AGOSTO 2014 36 La storia. Punti di vista

Quale rosso? Quale blu? Esiste una sola lingua dei colori parlata in tutto il mondo. La inventò Lawrence Herbert Mezzo secolo fa nella sua tipografia nel New Jersey decise che, per non sbagliare, a ogni sfumatura dovesse corrispondere un numero. Per la gioia di aziende, stilisti e designer. E con buona pace di filosofi, artisti e poeti

MICHELE SMARGIASSI

NTRAMONTABILE tricolore!» esclamò lo speaker del cinegiornale Incom, ma sul podio Gino Bartali guardava perplesso la sua maglia tricolore di campione d’Italia 1952, borbottando ai giornali- sti: «Il verde è diventato più chiaro...». Aveva ragione. Quello era squillante, mentre sul suo pri- mo trofeo, nel 1935, era grigiastro. Ma che importa? Bianco rosso e verde, no? Ma quale rosso, quale bianco, quale verde? L’occhio umano percepisce migliaia di sfumature. Una vale l’altra? Poteva l’eroico Bravehart immolarsi per una bandiera d’un blu qualsiasi? Mai, infatti nel 2003 il parlamento scozzese attribuì per legge, alla sua croce di sant’Andrea, una tonalità precisa. Og- gi l’orgogliosa Scozia si commuove solo se sull’asta garrisce il Blu Pantone PMS300. I colori, per Kandinskij «linguaggio universale dell’anima», per secoli hanno sfidato il vocabolario. Come si parlano i colori? Mallarmé li identificava con le vocali, A nera, E bianca, I rossa... Per gli artisti, ogni nuance aveva un passaporto, un certificato Doc: blu di Prussia, terra di Siena, rosso pom- peiano... Poi, mezzo secolo fa, qualcuno disse basta con le approssimazioni analogiche. Niente poesia: numeri. Precisi, inconfondibili, ordinabili in righe e colonne. Ora si dice 2767C, 7607C, 1805C. «IL’uomo che mise i colori sulla griglia è Lawrence Herbert, nel 1962 comprò la tipografia in cui lavorava part-time da sei anni, la Pantone (nome di fantasia vagamente grecizzante) nel New Jersey, e subito si buttò alla ricerca della soluzione del problema di tutti i tipografi: i clienti che non sono mai soddisfatti dei colori. «Non è il giallo che volevo!». E quale giallo vole- va scusi? «Più caldo». Ma quanto più caldo? Un rompicapo, mettersi d’accordo così, a spanne. Ma conta così tanto una sfumatura? Eccome: chiedete alla Kodak, che fece del suo giallo un marchio di fabbrica, pur- troppo ogni tipografia glielo stampava diverso, e i clienti non compravano le scatoline più scure pensando fossero più vec- chie. Il colore è un investimento, poche storie. Il viola Cad- bury, il verde Tiffany, la suola rossa Loubotin sono colori- precisa e accurata». Di più: nelle sue iridescenti pubblica- brand esclusivi grazie al sistema Pantone. Se puoi battez- zioni Pantone rilegge la storia dell’arte come successione di zare con precisione un colore, puoi anche brevettarlo: così tavolozze numerate che «definiscono i colori di un’epoca», alla fine decise una sentenza della Corte suprema Usa, nel e da un quindicennio proclama il «colore dell’anno» come ‘95. Puoi impadronirti di un colore, se puoi definirlo con as- «espressione dei bisogni della società» (se volete saperlo, la soluta precisione. miss Colore 2014 è Radiant Orchid, orchidea raggiante, nu- Bene, Herbert l’aveva capito. Tempo un anno e sfornò la mero 18-3224, che qualcuno di noi, con imperdonabile sua prima anagrafe dei colori: allora era un libretto con po- sciatteria, chiamerebbe magari “lilla”). che centinaia di tinte numerate. Ciascun numero identifi- Contrariamente a quanto molti credono, Pantone non cava una precisa miscela dei colori base. Impossibile sba- produce vernici, inchiostri o pastelli (anche se concede il gliare: da allora, i colori si scelgono sul catalogo. Con i volu- marchio a chi lo fa). Vende solo una tassonomia, un ordine metti Pantone in mano, la tinta di una copertina di libro o di mentale. In forma di dizionari, cartacei e elettronici, pieni una tappezzeria si può ordinare anche al telefono, sicuri che di rettangolini colorati e numerati. Il suo core businessè sor- sul prodotto finale sarà proprio quella. Era nato il Pantone retto da una convinzione: che i colori siano individui, cia- Color Matching System, il più diffuso sistema per intender- scuno con un distinto carattere, inconfondibili uno con l’al- si sui colori, che sbaragliò tutte le altre precedenti e parzia- tro, identificabili e “comunicabili” con assoluta precisione. li classificazioni, ed ora è utilizzato come lingua cromatica Ma secoli di pensiero filosofico ne hanno dubitato. Il ros- franca dal mondo della moda, del design, dell’editoria. so che vedo io è quello che vedi tu? Da Poincaré a Cartesio a Oggi la tavolozza Pantone elenca 1757 tinte diverse ma Goethe la teoria dei colori è stata il banco di prova della do- continua ad espandersi, annettendosi i colori digitali, me- manda epistemologica per eccellenza: la conoscenza che tallici, fluorescenti. “Colori senza compromessi”, è lo slo- abbiamo del mondo è oggettiva o soggettiva? La risposta di gan. Acquisita dalla multinazionale X-Rite, Pantone si con- Leatrice Eiseman salta a piè pari il problema: «Il colore è la sidera «il leader del colore», ci spiega cortesemente Leatri- prima cosa che noti, l’ultima che dimentichi. Produce emo- ce Eiseman, direttore del Pantone Color Institute: «Noi con- zioni e business, e noi lavoriamo per entrambi». sentiamo a un’infinità di persone, designer, artisti, clienti, imprenditori, stampatori, di dialogare fra loro in una lingua © RIPRODUZIONE RISERVATA United * ofColors ®

PAN® TONE I COLORI DELLA SCRITTA PANTONE : “P” 229-2C. “A” 86-1C. “N” 36-1C. “T” 18-3224C. “O” 279-1C.“N” 145-2C. “E” 287-4C la Repubblica DOMENICA 31 AGOSTO 2014 37

COLORE DELL’ANNO IL “PANTONE 18-3224 RADIANT ORCHID” È IL COLORE DEL 2014 A INSINDACABILE GIUDIZIO * DELL’AZIENDA AMERICANA. IN QUESTE PAGINE ALCUNI DEI 1757 COLORI DEL CATALOGO PANTONE

Michel Pastoureau. “Ma è assurdo voler ingabbiare una magia in un campionario”

FABIO GAMBARO

PARIGI COLORI SONO RIBELLI, difficili da definire. Per questo la classificazione di Pantone si illude inutilmente d’ingabbiare la natura». Per Michel Pastoureau, il grande specialista della storia sociale dei colori, la nomenclatura inventata mezzo secolo fa dall’azienda americana è solo «I una tra le tante possibili e non può avere pretesa di verità assoluta. «Dato che sfrutta una dimensione scientifica, vale a dire lo spettro dei colori che compongono la luce, la classificazione di Pantone tende a presentarsi come una certezza universale. Ma non è così. Anche perché le pratiche sociali del colore funzionano molto diversamente», ci dice lo studioso francese che ha da poco pubblicato Verde. Storia di un colore (Ponte alle Grazie). «Certo, i suoi codici possono essere utili dal punto di vista pratico, perché consentono d’intendersi a distanza sulla stessa sfumatura di colore. Da qui il suo successo. Ma non ha senso pretendere di definire esattamente le frontiere tra una tonalità e l’altra. Il colore è un continuum. Inoltre, è assurdo proporre mille e settecento diverse tonalità, giacché l’occhio umano non può distinguerne più di trecento e le lingue non hanno i vocaboli necessari per nominarle. Senza dimenticare che i colori cambiano a seconda delle ore, della luce e di chi li guarda. Insomma, la classificazione di Pantone è un’illusione, è l’espressione di una forma di scientismo che da Newton arriva fino ai giorni nostri. È solo una convenzione per provare a definire e classificare i colori». Altri tentativi di classificazione? «In Europa, almeno fino al XVII, abbiamo utilizzato la classificazione di Aristotele che è radicalmente diversa da quella di Pantone, anche perché, a differenza dell’azienda americana, considera il bianco e il nero come due colori a tutti gli effetti. La storia dell’arte fino al Rinascimento deve essere considerata tenendo conto di questa classificazione. I pittori partivano da Aristotele e non dallo spettro dei colori della fisica, che non conoscono. Un altro esempio riguarda alcune culture africane che, per classificare i colori, si appoggiano sulla materialità più che sulle tonalità cromatiche, insistendo su carattere secco o umido, liscio o ruvido, duro o morbido di un colore, mentre è indifferente che un colore si avvicini di più al rosso o al giallo. Ma si pensi anche alla convenzione per cui noi oggi consideriamo il blu un colore freddo e il giallo un colore caldo, mentre ancora all’inizio del XIX secolo, nella sua Teoria dei colori, Goethe considerava il blu un colore caldo e nel Medioevo il giallo era considerato piuttosto freddo». Da dove vengono i nomi dei colori? «Per quelli fondamentali — rosso, blu, giallo, verde, bianco o nero — non possiamo dirlo con precisione, anche perché i loro nomi non rimandano ad alcun elemento del reale. Altri invece si rifanno ad aspetti della realtà come fiori, frutti, minerali: rosa, arancio, viola o marrone nascono così». Chi definisce e nomina i colori? «Storicamente, i tintori e i mercanti di stoffe. I pittori lo hanno fatto solo in alcuni casi per alcune tonalità particolari. Ciò si spiega col fatto che nell’antichità il mondo della pittura era assai ristretto, mentre l’artigianato riguardava una parte più vasta della società. L’economia viene prima dell’arte. Non a caso tra i latini il vocabolario dei colori dei tintori è molto più ricco di quello dei pittori». Sono nominati diversamente anche secondo il contesto... «Gli esempi non mancano. A differenza di quanto avviene da noi, in Africa si riconoscono molte diverse sfumature di marrone, tutte definite da una diversa parola. E in Giappone si distinguono diversi tipi di bianco o di rosa con altrettanti vocaboli. Alcune società utilizzano la stessa parola per il verde e il blu, mentre per noi sono due colori diversi. In francese, a differenza dell’italiano, c’è una sola parola per indicare il blu e l’azzurro. Da queste differenze nascono evidentemente moltissimi problemi di traduzione. Tutte le teorie dei colori si sono sempre rivelate inadeguate. Motivo per cui oggi prevale un certo relativismo culturale, che alle teorie generali preferisce una somma di convenzioni legate a contesti specifici. Così, per definire il colore si fa appello di volta in volta a criteri diversi, alla materia, alla luce, alla percezione, alla linguistica, ecc., anche se alla fine, più semplicemente, i colori dovrebbero essere considerati solo dei concetti che servono all’uomo per ordinare e classificare il reale. Insomma, nei colori c’è sempre qualcosa d’imprendibile e sfuggente, ma questo è proprio il motivo del loro fascino e della loro magia».

© RIPRODUZIONE RISERVATA la Repubblica LA DOMENICA DOMENICA 31 AGOSTO 2014 38 Spettacoli. Incredibili Senza di lui capolavori come “Toy Story”, “Nemo”, “Ratatouille” e “Cars”non sarebbero nati

FRANCESCO FASIOLO più realistici all’occhio dello spettatore». pensato che l’animazione al computer È lì che comincia a nascere la Pixar, divi- avrebbe quasi interamente soppiantato ETTIAMOLA così: senza di lui il pesciolino Nemo, Saetta Mc- sione della Lucasfilm che si occupava di quella a mano: io amavo entrambe». Queen o i giocattoli di Toy Story sarebbero rimasti solo computer grafica. Finché non fu acqui- Woody il cowboy e Buzz Lightyear ebbero delle bellissime idee. Ed Catmull ha passato una vita in- stata da Steve Jobs, nel 1986. un grande successo. Quali sono stati i per- tera a studiare come realizzarle. Ha fondato la Pixar con «Steve nella sua vita è passato attraverso sonaggi o le sequenze più difficili da rea- Steve Jobs e John Lasseter, ha sviluppato RenderMan, il il classico “viaggio dell’eroe”, dalla caduta al lizzare? software utilizzato nei film dei creatori de Gli Incredibili trionfo. Era stato messo da parte dalla Apple «Se oggi andiamo a guardare le figure de- e di Up. E ora ha scritto tutta questa storia in un libro, Ver- quando comprò la Pixar e cominciammo a la- gli umani in Toy Story dobbiamo ammette- so la creatività e oltre (Sperling&Kupfer), che è insieme vorare insieme. Poi tornò alla Apple da vin- re che non sembrano molto realistiche. Al- un manuale su come gestire una fabbrica dell’immagi- citore, ma mi dispiace che negli anni si sia l’epoca non avevamo computer abbastanza nario, una miniera di aneddoti per gli appassionati, e an- continuato a scrivere del suo carattere diffi- potenti o le conoscenze tecniche per farli me- che un modo per capire perché sulla doppia poltrona di cile: pochi sanno che era profondamente glio di così. E infatti decidemmo che i prota- presidente della Walt Disney Animation e della Pixar sie- cambiato. Le prime volte che lo incontrai si gonisti della storia sarebbero stati dei gio- da un signore laureato in fisica e informatica. «I miei due idoli da bambino erano Walt Di- comportava proprio come veniva dipinto cattoli: per noi erano più facili da realizzare. Msney e Albert Einstein. Sono cresciuto negli anni Cinquanta nello Utah, quando la faccia di nella sua immagine pubblica, a volte nega- Con il secondo film, A Bug’s Life (1998) af- Disney e i suoi personaggi comparivano regolarmente sui primi televisori. E c’era questa im- tiva. Ma la sua intelligenza lo ha portato a di- frontammo una sfida ancora più grande: magine di Einstein, l’icona del genio. Da ragazzo il mio sogno era diventare un disegnatore, ventare sempre più pronto al dialogo, all’a- creare tutta quella fitta vegetazione in cui si ma mi sono reso conto che non avrei mai raggiunto certi livelli, e così al college cominciai a scolto e se all’inizio voleva sempre vincere, muovevano i personaggi. E in Alla ricerca di studiare fisica. Può sembrare incoerente, ma per me arte e scienza hanno molto in comune: ha poi imparato cosa vuol dire essere davve- Nemo (2003) i pesci e gli effetti nell’acqua sono entrambe basate sull’osservazione». ro dei partner. Parte del suo successo è do- erano davvero perfetti. Ma provate a guar- Presto infatti avrebbe utilizzato le sue co- RTV-LA EFFE vuta a questo». dare le persone all’interno dello studio den- noscenze nel cinema, incontrando Geor- Nel 1995 arriva Toy Story: il primo film di tistico: non erano altrettanto efficaci. Co- ge Lucas in piena era Star Wars. DOMANI SU RNEWS (CANALE 50 animazione interamente realizzato in nunque ogni errore o limite è stato utile: a un «Dopo la laurea mi sono dedicato alla com- DIGITALE TERRESTRE E 139 SKY) computer grafica. Eravate consapevoli certo punto ci siamo detti, okay, adesso dob- puter grafica, era un campo emergente. L’u- ALLE 13,45 IL SERVIZIO VIDEO che stavate inventando un nuovo lin- biamo fare bene gli umani. E ci siamo con- nica persona nell’industria cinematografi- DI FRANCESCO FASIOLO guaggio? centrati su quel problema». ca che davvero voleva puntarci, sul finire de- «Non del tutto: eravamo troppo concen- Il suo libro è anche una guida sulla gestio- gli anni Settanta, era proprio George. Sono trati nella realizzazione del film. Sapevamo ne di gruppi di lavoro: il campus Pixar in stato assunto nel ‘79 alla Lucasfilm, dove che riuscirci avrebbe cambiato l’industria California è da molti considerato un esem- l’informatica era usata come un mezzo per dei cartoon, anche se non era chiaro quanto pio: campo da calcio, volley, piscina e ogni raggiungere qualcosa di assolutamente profondamente. Ad esempio non avrei mai nuovo nella storia del cinema. Avevano svi- luppato un effetto di sfocatura dell’immagi- ne che rendeva i movimenti delle astronavi

PRESIDENTE EDWIN "ED" CATMULL HA FONDATO LA PIXAR CON STEVE JOBS E JOHN LASSETER E NE È ATTUALMENTE IL PRESIDENTE

1 Sono uno scienziato dacartoon Ed Catmull.“Il segreto di Pixar? Mischiare Disney con Einstein” la Repubblica DOMENICA 31 AGOSTO 2014 39

Intervista al creatore del software che ha realizzato i personaggi della casa di Emeryville

dipendente è incoraggiato a personaliz- to le cucine per vedere come si lavora in que- STEVE JOBS LE PRIME VOLTE E alla Pixar su cosa state lavorando ora? zare la sua postazione. Crede sia un mo- gli ambienti e poterne poi ricreare le atmo- SI COMPORTAVA PROPRIO «Su Inside Out, uscirà l’anno prossimo, è dello esportabile anche ad aziende che sfere nel film. Certo, avrebbero potuto ve- COME VENIVA DIPINTO un film ambientato all’interno della testa hanno meno a che fare con la creatività? dere i programmi di cucina su qualche cana- NELLA SUA IMMAGINE PUBBLICA del protagonista. A volte siamo nel mondo «Io ho un concetto di creatività molto va- le tematico, ma non sarebbe stata la stessa NEGATIVA. MA LA SUA INTELLIGENZA esterno, ma per buona parte abbiamo a che sto. Naturalmente so che non tutti hanno lo cosa. Per lo stesso motivo molti ragazzi che LO HA PORTATO AD ACCETTARE fare con dei personaggi che rappresentano spazio o la possibilità di costruire un campo lavoravano a Nemo presero il brevetto da IL DIALOGO. E SE ALL’INIZIO VOLEVA le emozioni che prova una ragazza dentro la da calcio sotto l’ufficio, ma credo che a un di- sub. E un nostro gruppo ha visitato un im- SEMPRE VINCERE, POI HA IMPARATO sua testa, dalla paura alla gioia. Una sfida im- pendente che lavora duro bisogna mandare pianto per il trattamento delle acque di sca- COSA VUOL DIRE ESSERE PARTNER pegnativa, ma il materiale prodotto finora ci il messaggio: prenditi cura di te stesso. Alla rico a San Francisco: la sceneggiatura pre- sta piacendo molto, sono ottimista». Pixar incoraggiamo anche chi magari ha vedeva che il pesciolino finisse in una fogna Ha un personaggio o un film preferito tra comportamenti inusuali a non limitarsi. Qui e avevamo bisogno di sapere se effettiva- quelli che avete realizzato? ci sono persone che fanno cose strane». mente un pesce può sopravvivere a un viag- «Voi vedete dei personaggi, io vedo lavo- Quanto strane? gio dal lavandino fino al mare». ro, persone, fatica, dubbi, problemi risolti. «Beh per esempio il regista di Ribelle — Nel 2006 la Disney, che veniva da un pe- CON TOY STORY SAPEVAMO Però se proprio devo scegliere, amo molto il The Brave (2006), Mark Andrews, la matti- riodo poco brillante, acquisisce la Pixar e CHE AVREMMO CAMBIATO discorso finale in Ratatouille, perché il pub- na prima di iniziare il lavoro portava i ragaz- lei e Lasseter cominciate a gestire en- L’INDUSTRIA DELL’ANIMAZIONE blico rimane sinceramente sorpreso. E la co- zi della troupe sul prato qui davanti e gli in- trambe le realtà. Oggi abbiamo di nuovo ANCHE SE NON ERA CHIARO QUANTO sa più bella che puoi fare è sorprendere dav- segnava a combattere con la spada. La cosa successi come Frozen. Che tipo di proble- PROFONDAMENTE. PER ESEMPIO vero la gente». Per la cronaca, il discorso è mi divertiva molto, non so perché ma cerca- mi avete dovuto risolvere? NON AVREI MAI PENSATO quello di Anton Ego, severissimo critico ga- va sempre di coinvolgere tutti». «Parecchi. In Disney i registi non avevano CHE IL COMPUTER AVREBBE stronomico francese: dopo aver scoperto Lei e John Lasseter credete molto nel- il pieno controllo dei loro film. Chi gestiva lo QUASI INTERAMENTE SOPPIANTATO che a cucinare la sua deliziosa cena è stato un l’importanza della ricerca sul campo. studio era molto più concentrato sui proces- LA MANO: IO AMAVO ENTRAMBI piccolo topo, deve ammettere che “un gran- «Fondamentale. Tanti sanno costruire si di lavorazione che non sulle storie. C’era- de artista può celarsi in chiunque”. una sceneggiatura per un film ma serve poi no molte persone di talento, ma non sape- © RIPRODUZIONE RISERVATA la ricerca per realizzarla in modo credibile, vano su chi puntare. Abbiamo cominciato fresco, nuovo. Durante la lavorazione di Ra- con il riunire tutti quelli che lavoravano su tatouille (2007) abbiamo mandato i mem- storie e sceneggiature per fare in modo che bri della troupe a Parigi: hanno cenato nei si aiutassero e stimolassero a vicenda». migliori ristoranti della città e hanno visita-

5 4

3

2

9 8

7

6

13 12

11

10

IL LIBRO I FILM “VERSO LA CREATIVITÀ E OLTRE: 1. TOY STORY (1995) 2. A BUG’S LA LEZIONE DELLA FABBRICA LIFE (1998) 3. TOY STORY 2 (1999) DEI SOGNI” DI ED CATMULL 4. MONSTERS & CO (2001) È IN LIBRERIA 5. ALLA RICERCA DI NEMO (2003) PER SPERLING & KUPFER 6. GLI INCREDIBILI (2004) 7. CARS (18 EURO, 384 PAGINE, (2006) 8. RATATOUILLE (2007) TRADUZIONE DI PAOLO LUCCA) 9. WALL-E (2008) 10. UP (2009) L’AUTORE SARÀ PRESENTE 11. TOY STORY 3 (2010) IL 4 OTTOBRE A FERRARA (ORE 19) 12. CARS 2 (2011) 13. RIBELLE AL FESTIVAL DI GIORNALISMO (2012) 14. MONSTERS 14 DI “INTERNAZIONALE” UNIVERSITY (2013) la Repubblica LA DOMENICA DOMENICA 31 AGOSTO 2014 40 Next. Scherzi a parte

Dall’app che vi dice ciò che state mangiando Local radio È una radio che mette insieme notizie locali, feed (per esempio gli aggiornamenti del vostro Comune) al drone che controlla vostro figlio. Oggetti ed eventi, e costruisce algoritmicamente un notiziario pronunciato da una voce incantevole. Trovate tutti i vostri feed di dati digitali non vocali di tecnologicamente demenziali ma del tutto servizi locali, squadre di emergenza ecc. e ascoltateli su un apparecchio radio elegantissimo, come un notiziario di quelli di una volta! plausibili.Che non esistono. Ma potrebbero Prodotto # LOC.552.257 $89 Si diverte a raccontarli un guru della futurologia + $1,99 ...... mese per tassa servizi locali

BRUCE STERLING

I CHIAMA Near Future Laboratory Nella visione del futuro contenuta nel catalogo, tutte queste (“Laboratorio del futuro prossimo”). novità sono state rese comuni, democratiche e pienamente ac- È un gruppo di esperti di progetta- cessibili. Sono diventate cose normali, parte della vita di tutti zione industriale che sperimentano i giorni. Costano perfino poco, nella maggior parte dei casi. visioni del futuro. Il loro esponente Il Near Future Laboratory è consapevole del ruolo della pro- più famoso, il professor Julian gettazione industriale, via di collegamento fra i miracoli da la- Bleecker, è l’ingegnere e accademico boratorio e i prodotti di uso quotidiano. Quando i suoi inge- californiano che ha inventato il ter- gneri inventano un «fantaprodotto», è fantascienza con tutto mine “design fiction” (fantaproget- il rigore del vero design industriale. tazione). Di tanto in tanto questo la- I progettisti sono anche consapevoli che gli oggetti devono boratorio multinazionale sforna un nuovo prodotto ufficiale. essere redditizi, desiderabili e producibili in serie. Gli oggetti SL’ultimo sforzo è il nuovo catalogo dei prodotti del Near Futu- del mondo reale devono superare ostacoli importanti: la nor- re Laboratory: tutti rigorosamente fittizi. L’iniziativa è im- mativa legale, la pirateria, i capricci dei consumatori, l’ambi- portante per due ragioni: perché gli ingegneri del Near Futu- zione dei capitalisti. I beni di consumo progettati hanno forme re Laboratory sono persone che la progettazione industriale accattivanti e gamme di colori invitanti. la conoscono davvero, e perché conoscono bene anche il “fu- Insomma, quando il Near Future Laboratory progetta un turismo” (inteso come studio del futuro). Il risultato sono pro- prodotto immaginario, non è incredibile: è incredibilmente dotti immaginari estremamente acuti e divertenti. plausibile. Generalmente, ogni volta che pubblicano uno di Il Tbd Catalog (Tbd sta per “to be designed”, ancora da pro- questi cataloghi, devono affannarsi a ripetere che queste cose gettare) è un compendio di idee moderne e di tendenza dal- non sono reali. Che genere di mondo potrebbe fabbricare e usa- l’aria quanto mai esotica ed eccitante: criptovalute, ingegne- re una cosa come questa? Semplicemente il nostro mondo, ria genetica, social media, stampa 3D, crowdfunding e così via. questo mondo, in un altro stato d’animo, in un altro tempo. Il Near Future Laboratory ha moltissimi amici nelle professio- E ora sfogliate il catalogo e buon divertimento.

ni più varie, quindi è ben aggiornato su tutte queste materie. © RIPRODUZIONE RISERVATA Mai più senza Sfoglia anche tu il catalogo delle invenzioni inventate

Processore Bit-Coin

Create direttamente i vostri bitcoin grazie al produttore più affidabile di hardware per il Bitcoin mining, l’unità di elaborazione PixAx, progettata dal nostro team di ingegneri per diventare l’interfaccia più affidabile per l’economia Bitcoin. La RiVETS Hardware è famosa per produrre hardware di altissima qualità dedicato specificamente al mondo del Bitcoin. Garantiamo il prodotto, protetto mediante algoritmi da attacchi e hash incontrollati, al 99,999. Espansioni hardware opzionali e break-out zones consentono modifiche fai da te. Oppure andate sul nostro negozio RiVETS Hard Goods™ e date un’occhiata alle migliaia di estensioni personalizzate per i servizi di Bitcoin mining che desiderate. Prodotto # RIV.290.551 $899...... GHz/processore fino a un massimo di 32 GHz/32 processori Densimetro nutrizionale Il nostro apparecchio usa le tecnologie di cloud e crowd computing più avanzate per analizzare il cibo che state mangiando, perfino mentre lo state mangiando. Basterà fare una foto, il più chiara possibile, di quello che mangiate e caricarla attraverso la nostra applicazione. Il vostro pasto sarà valutato, recensito e Typewriter votato secondo una serie di parametri: caratteristiche nutritive, appropriatezza, desiderabilità, colore, valore, sapidità, dilettevolezza, agliosità, composizione, quoziente di rotondità, pollici su, pollici giù e La macchina da scrivere molto altro. Il modo semplice e veloce per capire che cosa state mangiando e perché. Basta inserire una del futuro è moderna porzione, grande quanto uno stuzzichino, del vostro cibo nella vaschetta-campione del nutriziometro! e ad azionamento meccanico . Fatta su misura, funziona con il delizioso sistema qwerty Prodotto # NUT.871.577 di una Olivetti Underwood Lettera 32. $99...... fabbricato in Ucraina $79 ...... fabbricato in Brasile Prodotto # TYP.305.766 $69...... fabbricato in Corea del Nord (la versione nordcoreana è disponibile solo in Grigio Lunare, Blu Zaffiro, Grigio Orientale e Nero Oceano) $199,00 la Repubblica DOMENICA 31 AGOSTO 2014 41

Drone di sorveglianza per bambini

Se veniste a sapere che vostro figlio o vostra figlia è coinvolto in qualcosa che potrebbe rovinare il suo futuro, non fareste tutto quello che è in vostro potere per salvarlo? Il Child Follow Flying AV vi permetterà di avere le risposte che vo- lete, e che è giusto che abbiate. Il Child Follow Flying AV è un veicolo autonomo volante con caratteristiche avanzate, in grado di monitorare tutte le attività di È fantastico poter vedere più spesso vostro figlio e fornire, se lo desiderate, aggiornamenti video in tempo reale. Po- i miei nipotini e nipotine, anche ora che faccio tete scaricare, installare e cominciare a usare il Child Follow AV Software in po- fatica a camminare e non posso più portarli a chi minuti. Proteggete e controllate i vostri figli 24 ore su 24, anche quando non scuola o al parco. Mi sembra di stare con loro sono in casa. anche quando sono a letto. Prodotto # FIS.291.575 E anche loro si sentono più sicuri.

$899,00 ...... con batteria chimica $699,00 ...... con alimentatore Kink-Spring R. Kwang, Maracaibo, Venezuela

Valigie senza rotelle Gnomo da giardino Mee wee monitor Una linea completa dei marchi delle valigie più po- polari e completamente senza rotelle! Queste me- allarmato Monitoraggio biologico continuo di campioni ravigliose valigie in stile vintage sono solo ed L’Animatronic Garden ScareGnome individua di urina per fornire una valutazione dello stato esclusivamente da sollevare! Potenziate la vostra i passettini di moleste creature da giardino co- corrente, dai livelli di alcol ai quozienti ormo- resistenza e forza fisica! Ricordate i meravigliosi me scoiattoli e conigli, gira la testa e si toglie il nali, colore, pH, nitrati, glucosio, nitriti, cheto- tempi celebrati anche dai film del famoso regista cappello per scacciarli via. Il modulo vocale gli ni, emoglobine, eritrociti, leucociti, proteine, Wes Anderson! fa bofonchiare parole dissuasive che sicura- minerali. I risultati vengono poi caricati sul vo- Sollevate le vostre valigie, non fate i delicatini! mente spingeranno quei pestiferi animaletti a stro profilo dati online, per condividerli con pa- pensarci due volte prima di pensare che nes- renti e amici o con algoritmi di valutazione bre- Prodotto # LUG.364.603 suno li guarda. Potete scegliere fra il formato vettati. Collegamento a Facebook, Foursqua- standard (15 cm) o maxi (38 cm). Fabbricati in re, Twitter, Tumblr e molti altri! $99 - $6.999 per pezzo. Zambia, Sudafrica o Capo Verde. Negli Stati Uniti e in Africa, potete aver diritto all’assistenza del programma Medicaid. Controllate il nostro inventario su internet per le Prodotto # GAR.829.576 ultime offerte. Spese di spedizione non incluse, Prodotto # MEW.712.525 supplementi a seconda della regione. $89,00 ...... creatura 15 cm $179,00 ...... creatura 38 cm $25...... ognuno $80...... pacchetto famiglia Sconto 10% sugli gnomi fabbricati in Sudafrica COPYRIGHT JULIAN BLEECKER, PH.D. TBD CATALOG: HTTP://SHOP.NEARFUTURELABORATORY.COM/PRODUCTS/TBD-CATALOG

Soporific Abbinati a un monitoraggio del ritmo del sonno, i nostri vaporizzatori spargono effluvi controllati e inodori che vi mantengono in perfetto stato di sonno per tutta la notte. Basta con la violenta intrusione delle sveglie! Prodotto # SOP.678.262 $23...... /due dosaggi

ELECTRIX - il vintage moderno Dire «Mi piace» non è mai stato così facile. Prima c’era la Social Alarm Clock. Ora la Electrix™ presenta una sveglia da comodino che quando la spegnete clicca «Mi piace» a ogni cosa che la vostra rete di contatti ha fatto durante la notte. Potrete svegliarvi con la fresca sensazione di aver fatto tutto quello che potevate fare per quel giorno, ancora prima di scendere dal letto. Non sentirete più alcun rimorso a girarvi dall’altra parte e continuare a dormire!

Con il meccanismo «Like» (brevetto in corso di registrazione), non farete mai la figura del cattivo amico. Tutto quello che i vostri amici hanno postato da quando siete andati a dormire riceverà un MiPiace, un Solletichino, un SaltoPettoControPetto, un CinqueAPugno, un MassimoRispetto o un CuoreDoppio a seconda del social network. Facilmente integrabile con tutti i moderni servizi di social media, come Facebook, GerDardin, MoCard, Instagram, Douban, Tencent, Flickr, Yahoo! Pakes, Vine, Twitter, Tumblr, Ghost, Medium, BaiBai, NixNova, Sina Weibo, Renren e altri ancora. E siamo sempre aggiornatissimi! Aggiungia- mo in media sei nuovi servizi social di tendenza ogni giorno.

Electrix™. Portiamo il sociale nella rete con l’estetica vintage neomoderna di tutti i giorni. la Repubblica la Repubblica LA DOMENICA DOMENICA 31 AGOSTO 2014 42 DOMENICA 31 AGOSTO 2014 43 Sapori. Infiniti

MENTRE IL NUOVO FILM Il pranzo DI MARIO MARTONE VIENE solitario PRESENTATO 10 AL FESTIVAL piatti firmati DI VENEZIA del tenero VIAGGIO TRA LE PASSIONI CULINARIE DEL POETA Giacomo DI RECANATI 8. Riso al burro CON TANTO GIACOMO LEOPARDI DI LISTA Scalogno e sedano DEI PIATTI insaporiti nel burro, LI antichi però PREFERITI poi vino bianco avevano ragione, Far evaporare e tostare perché essi non il riso. Tirare a cottura con brodo conversavano di pesce, aggiungendo a metà insieme a tavola, se i filetti di triglie di scoglio Gnon dopo mangiato, e nel tempo del simposio 11. Frittelle propriamente detto, cioè della di borragine comessazione, ossia di una Le foglie di borago compotazione, usata da loro officinalis (sbollentate, dopo il mangiare, come oggi raffreddate, asciugate e infarinate) dagl’inglesi, e accompagnata al si tuffano in una pastella di farina, piú da uno spilluzzicare di lievito, pecorino grattugiato qualche poco di cibo per destar e acqua, per poi friggerle la voglia del bere. Quello è il tempo in cui si avrebbe piú 16. Bignés allegria, piú brio, piú spirito, piú di patate buon umore, e piú voglia di Burro sciolto in acqua conversare e di ciarlare. Ma nel bollente salata, farina tempo delle vivande tacevano, o e tuorli. Formare delle palline, parlavano assai poco. infornare, farcire gli choux Noi abbiamo dismesso l’uso con puré di patate e formaggio, naturalissimo e allegrissimo imburrare e infine gratinare della compotazione, e parliamo mangiando. Ora io non posso 22. Selleri mettermi nella testa che Zuppetta di sedano quell’unica ora del giorno in cui tagliato a tocchetti, si ha la bocca impedita, in cui gli sbianchito in acqua organi esteriori della favella Gli aneddoti salata, aggiunto a un soffritto hanno un’altra occupazione Si intitola “Leopardi a Tavola”(Fausto Lupetti editore, di carote, cipolla e cotenna (occupazione 2008) il libro di Domenico Cottura con acqua interessantissima, e la quale Pasquariello e Antonio Tubelli Alla fine, cacio grattugiato importa moltissimo che sia (nella foto), che svela il rapporto fatta bene, perché dalla buona goloso tra il poeta e la cucina: digestione dipende in massima aneddoti, ricordi, cronache 24. Ravaiuoli di buon mangiare e le ricette Per farcire i ravioli, parte il ben essere, il buono dei suoi piatti preferiti, elencati cipolla ammorbidita stato corporale, e quindi anche nella sua lista autografa nel burro, macinato mentale e morale dell’uomo, e di carne, vino bianco e sale la digestione non può esser A freddo, ricotta vaccina, buona se non è ben cominciata Parmigiano Reggiano e tuorli nella bocca, secondo il noto Condire con sugo di pomodoro proverbio o aforismo medico), abbia da esser quell’ora Chez Leopardi.Dolci, 25. Bodin appunto in cui piú che mai si di ricotta debba favellare; giacché molti si Ricotta di bufala trovano, che dando allo studio o setacciata, lavorata al ritiro per qualunque causa fritti, maccheroni e ragù con zucchero a velo e rossi d’uovo tutto il resto del giorno, non (uno alla volta), rum, maraschino, conversano che a tavola, e Il bistrò scorzette candite e gherigli di noce sarebbero bien fachés di Ispirato dalla misconosciuta trovarsi soli e di tacere in passione di Leopardi quando il cibo è una poesia Far riposare in frigo per la tavola, lo chef marchigiano quell’ora. Ma io che ho a cuore la Moreno Cedroni ha dedicato 42. Prosciutto buona digestione, non credo di al poeta il menù estivo del bistrò Per la spumetta, essere inumano se in quell’ora “Clandestino” sulla spiaggia LICIA GRANELLO prosciutto cotto voglio parlare meno che mai, e di Portonovo: tra i piatti, frittelle a dadini schiacciati se però pranzo solo. Tanto piú di acciughe, gelato al miele, PRI, o canora Musa, i boschi di Elicona,/ E la tua cetra cinga si modera poco o nulla quando un cibo gli ag- ma anche “L’ermo colle” d’alloro una corona./ Non or d’Eroi tu devi, o degli Dei can- grada particolarmente. In nome delle buone La ricetta con la forchetta, poi Marsala secco che voglio potere smaltire il mio e “Odio alla minestra” tare,/ Ma solo la Minestra d’ingiurie caricare./ Ora tu sei, Mi- pratiche salutari (“...dalla buona digestione di- e crema di latte. Alla fine, cibo in bocca secondo il mio nestra, de’ versi miei l’oggetto,/ E dir di abbominarti mi ap- pende in massima parte il ben essere, il buono Un favoloso profumo di noce moscata bisogno, e non secondo quello porta un gran diletto./ Ah se potessi escluderti da tutti i re- stato corporale, e quindi anche mentale e mo- Servire con pane abbrustolito degli altri, che spesso divorano gni interi;/ Sì certo lo farei contento, e volentieri.…”. rale dell’uomo”), Leopardi assaggia, sperimen- gelato al miele e non fanno altro che imboccare 31. Paste frolle Ha appena undici anni Giacomo Leopardi quando scrive ta, gode dei manicaretti che Ignarra gli prepa- e ingoiare. Del che se il loro al burro Contro la minestra, dando nobiltà letteraria alla campio- ra in mille modi, dagli ziti spezzati col ragù den- INGREDIENTI 45. Pasticcini o strutto nessa delle idiosincrasie culinarie dei bambini di tutto il so alle linguine allo scammaro (sugo magro di 260 G.DI MIELE DI CORBEZZOLO di maccheroni stomaco si contenta, non segue Frolla classica mondo. Antipatia rimasta immutata fino al giorno della di- pesce). Si appassiona di gelateria, “…grand’ar- 500 ML. DI LATTE INTERO FRESCO Frolla di farina, tuorli, che il mio se ne debba te onde barone è Vito”, pasticcere a Largo Ca- 400 ML. DI PANNA FRESCA a foderare partita, quando, ormai morente, al posto del brodo che la zucchero, strutto e sale contentare, come pur suora vuole fargli sorbire per ammortizzare i due cartocci di rità. E poi il vino, che occhieggia tra le righe co- bisognerebbe, mangiando in gli stampini confetti di Sulmona divorati qualche ora prima, pretende (a testimoniarlo è l’amico fraterno An- me arma di seduzione: “Dicono e suggeriscono ersare il latte in un pentolino e scaldarlo LO CHEF Ripieno di linguine cotte al dente, imburrati, spadellate in soffritto di olive, compagnia, per non fare ‘‘Atonio Ranieri) “una limonea gelata che qui chiamano granita, sorbita con la consueta avidità”. che volendo ottener dalle donne quei favori che a fuoco basso. Aggiungere la panna, gi- GIACOMO LEOPARDI aspettare, e per osservar le poi in forno Una morte da ribelle goloso, che poco s’attaglia con la figura pallida e disperata dell’agiografia si desiderano, giova prima il ber vino, ad ogget- rando col cucchiaio lungo. Tenere da par- (1798 - 1837) capperi, acciughe, aglio, Per il ripieno, ufficiale, ma in linea con l’affezione al buon cibo sviluppata negli ultimi anni di vita, complice la to di rendersi coraggioso, non curante, pensar Vte. Scaldare anche il miele lentamente, È L’AUTORE cozze e prezzemolo, poi in forno bienséances che gli antichi non zabaione permanenza nella Campania Felix, tra Napoli, poco alle conseguenze e se non altro brillare nel- per renderlo liquido. Se si vuole un gusto più ca- DELLA RICETTA credo curassero troppo in Il libro di tuorli battuti Capodimonte e Torre del Greco (nel quartiere miliari, che gli mancano nel peregrinare tra Bo- la compagnia coi vantaggi della disinvoltura”. ramellato, portarlo a ebollizione mescolando QUI RIPENSATA questo caso; altra ragione per In “Sette anni di sodalizio che in suo onore verrà battezzato Contrada Leo- logna, Firenze e Roma. Ma quando Ranieri rie- Così entusiasta da stilare l’elenco dei piatti continuamente. 47. Zucche PER I LETTORI cui essi facevano molto bene a con Giacomo Leopardi”, Antonio con zucchero pardi). Non ha certo un’adolescenza da candi- sce a portare il trentacinquenne Leopardi a Na- che più gli piacciono. Ben prima del lavoro di si- Togliere dal fuoco e aggiungere latte e panna cal- o insalate con carne e succo di limoni DI “REPUBBLICA”. mangiare in compagnia, come Ranieri racconta: “...perseverava dato gourmet, il poeta raccontato ne Il giovane poli, l’approccio al cibo cambia in modo radica- stematizzazione culinaria di Pellegrino Artusi, di, lavorando con una frusta. Lasciar riposare a LA LISTA DEI 49 PIATTI Polpa di vitello cotta i più incredibili eccessi: il caffè, d’Amalfi, mescolato favoloso in concorso domani al festival del cine- le. Gran parte del merito va a Pasquale Ignarra, la mappa gourmand di Leopardi fissa 49 piatti temperatura ambiente. Una volta raffreddata la PREFERITI al forno, tagliata io credo fare ottimamente a sciroppo di caffè; la limonea, a panna fresca ma di Venezia, sovrastato dagli studi “matti e finissimo monsù (ovvero monsieur, il cuoco di imperdibili, che attraversano buona parte d’I- preparazione, mantecare in gelatiera (ai tempi DAL POETA (A DESTRA) a striscioline insieme a olive mangiar da me. sciroppo di limone; il cioccolatte, disperatissimi” e dalle avvisaglie della tuberco- casa della corte napoleonica), pronto a soddi- talia, con una sfacciata preferenza per i fritti: ali- di Leopardi, il contenitore veniva calato in un ma- È CONSERVATA da Zibaldone di pensieri sciroppo di cioccolatte (e non losi ossea, prima delle malattie che ne mine- sfare ogni desiderio e bizzarria dell’ospite, che bi straordinario per tutti gli appassionati di let- stello pieno di ghiaccio e sale, staccando man ma- di Gaeta snocciolate, fettine PRESSO di carciofi, menta, emulsione 6 luglio 1826 senza le vainiglie, rigorosamente ranno inesorabilmente la salute. Da lì in poi, il spesso scambia il giorno per la notte, mangia l’e- teratura col colesterolo border line. no il composto che si ghiacciava sulle pareti con LA BIBLIOTECA vietategli); e così via” cibo viene associato soprattutto alle ritualità fa- satto contrario di quanto prescrivono i medici, una spatola di legno). d’olio, limone, pepe e sale © RIPRODUZIONE RISERVATA NAZIONALE DI NAPOLI la Repubblica DOMENICA 31 AGOSTO 2014 43

Il pranzo 10 solitario piatti firmati del tenero Giacomo 8. Riso al burro GIACOMO LEOPARDI Scalogno e sedano insaporiti nel burro, LI antichi però poi vino bianco avevano ragione, Far evaporare e tostare perché essi non il riso. Tirare a cottura con brodo conversavano di pesce, aggiungendo a metà insieme a tavola, se i filetti di triglie di scoglio Gnon dopo mangiato, e nel tempo del simposio 11. Frittelle propriamente detto, cioè della di borragine comessazione, ossia di una Le foglie di borago compotazione, usata da loro officinalis (sbollentate, dopo il mangiare, come oggi raffreddate, asciugate e infarinate) dagl’inglesi, e accompagnata al si tuffano in una pastella di farina, piú da uno spilluzzicare di lievito, pecorino grattugiato qualche poco di cibo per destar e acqua, per poi friggerle la voglia del bere. Quello è il tempo in cui si avrebbe piú 16. Bignés allegria, piú brio, piú spirito, piú di patate buon umore, e piú voglia di Burro sciolto in acqua conversare e di ciarlare. Ma nel bollente salata, farina tempo delle vivande tacevano, o e tuorli. Formare delle palline, parlavano assai poco. infornare, farcire gli choux Noi abbiamo dismesso l’uso con puré di patate e formaggio, naturalissimo e allegrissimo imburrare e infine gratinare della compotazione, e parliamo mangiando. Ora io non posso 22. Selleri mettermi nella testa che Zuppetta di sedano quell’unica ora del giorno in cui tagliato a tocchetti, si ha la bocca impedita, in cui gli sbianchito in acqua organi esteriori della favella salata, aggiunto a un soffritto hanno un’altra occupazione di carote, cipolla e cotenna (occupazione Cottura con acqua interessantissima, e la quale Alla fine, cacio grattugiato importa moltissimo che sia fatta bene, perché dalla buona 24. Ravaiuoli digestione dipende in massima Per farcire i ravioli, parte il ben essere, il buono cipolla ammorbidita stato corporale, e quindi anche nel burro, macinato mentale e morale dell’uomo, e di carne, vino bianco e sale la digestione non può esser A freddo, ricotta vaccina, buona se non è ben cominciata Parmigiano Reggiano e tuorli nella bocca, secondo il noto Condire con sugo di pomodoro proverbio o aforismo medico), abbia da esser quell’ora 25. Bodin appunto in cui piú che mai si di ricotta debba favellare; giacché molti si Ricotta di bufala trovano, che dando allo studio o setacciata, lavorata al ritiro per qualunque causa con zucchero a velo e rossi d’uovo tutto il resto del giorno, non (uno alla volta), rum, maraschino, conversano che a tavola, e scorzette candite e gherigli di noce sarebbero bien fachés di Far riposare in frigo trovarsi soli e di tacere in quell’ora. Ma io che ho a cuore la 42. Prosciutto buona digestione, non credo di Per la spumetta, essere inumano se in quell’ora prosciutto cotto voglio parlare meno che mai, e a dadini schiacciati se però pranzo solo. Tanto piú La ricetta con la forchetta, poi Marsala secco che voglio potere smaltire il mio e crema di latte. Alla fine, cibo in bocca secondo il mio Un favoloso profumo di noce moscata bisogno, e non secondo quello Servire con pane abbrustolito degli altri, che spesso divorano gelato al miele e non fanno altro che imboccare

INGREDIENTI 45. Pasticcini e ingoiare. Del che se il loro 260 G.DI MIELE DI CORBEZZOLO di maccheroni stomaco si contenta, non segue 500 ML. DI LATTE INTERO FRESCO Frolla di farina, tuorli, che il mio se ne debba 400 ML. DI PANNA FRESCA zucchero, strutto e sale contentare, come pur bisognerebbe, mangiando in ersare il latte in un pentolino e scaldarlo LO CHEF Ripieno di linguine cotte al dente, a fuoco basso. Aggiungere la panna, gi- spadellate in soffritto di olive, compagnia, per non fare GIACOMO LEOPARDI aspettare, e per osservar le rando col cucchiaio lungo. Tenere da par- (1798 - 1837) capperi, acciughe, aglio, Vte. Scaldare anche il miele lentamente, È L’AUTORE cozze e prezzemolo, poi in forno bienséances che gli antichi non per renderlo liquido. Se si vuole un gusto più ca- DELLA RICETTA credo curassero troppo in ramellato, portarlo a ebollizione mescolando QUI RIPENSATA questo caso; altra ragione per continuamente. 47. Zucche PER I LETTORI cui essi facevano molto bene a Togliere dal fuoco e aggiungere latte e panna cal- o insalate con carne DI “REPUBBLICA”. mangiare in compagnia, come di, lavorando con una frusta. Lasciar riposare a LA LISTA DEI 49 PIATTI Polpa di vitello cotta temperatura ambiente. Una volta raffreddata la PREFERITI al forno, tagliata io credo fare ottimamente a preparazione, mantecare in gelatiera (ai tempi DAL POETA (A DESTRA) a striscioline insieme a olive mangiar da me. di Leopardi, il contenitore veniva calato in un ma- È CONSERVATA da Zibaldone di pensieri stello pieno di ghiaccio e sale, staccando man ma- di Gaeta snocciolate, fettine PRESSO di carciofi, menta, emulsione 6 luglio 1826 no il composto che si ghiacciava sulle pareti con LA BIBLIOTECA una spatola di legno). NAZIONALE DI NAPOLI d’olio, limone, pepe e sale la Repubblica LA DOMENICA DOMENICA 31 AGOSTO 2014 44 L’incontro. Forever young

Un’infanzia come una folle corsa da un angolo all’altro del pianeta, con un padre ogni volta diverso e una madre costumista che lo intro- duce da giovanissimo al mestiere dell’attore: «Trascorrevo ore e ore negli studi di registrazione. Mi ricordo il folclore delle regine del country rock. Mi ero abituato alle stranezze, tutto m’appariva nor- male». Ruoli importanti in film che fanno epoca, da Il Piccolo Buddha a Matrix: «Il cinema mi sulla terrazza panoramica di Publicis Cinémas, giro d’orizzonte mozzafiato sul- l’intera città. Ma lui sceglie la sedia che dà le spalle a Parigi: «Preferisco l’om- affascina anche per le magie tec- bra». Parla calmo, e lento. Si gratta la gamba destra scoprendo un’ampia cica- trice ricurva: incidente in moto nel ‘96, dopo quello d’anni prima sul Topanga Canyon Boulevard, tra la Los Angeles Valley e il Pacifico, che gli ha lasciato un’al- nologiche che lo rendono possi- tra “firma” lunga fino allo stomaco. «Il mio uncino di pirata — ironizza, andan- doci sopra con l’indice — o il mio punto interrogativo. Tutti e due, forse: dipen- de da come lo si guarda». Tra i suoi soprassalti atletici, c’è stato anche l’hockey su ghiaccio: «Avevo cominciato molto presto, quand’ero a Toronto: giocavo in bile». Tra due giorni compirà cin- porta, non malaccio, tanto che progettavano di passarmi professionista per le Olimpiadi. Mi chiamavano “the Wall”, il muro. Ma è finita con un brutto inci- dente alle ginocchia, che tra l’altro m’impedisce da allora di praticare il surf. quant’anni: «Crisi di mezza età? Però non tutti i sogni di ragazzo si sono infranti: mi è rimasto quello di andare nello Spazio. Non dispero un giorno di realizzarlo». E la musica ? «È storia pa- rallela al cinema. A ventitré anni mi ero comprato una chitarra sul Sunset Bou- SONO Quale età?». levard. Volevo imparare. M’incantava Peter Hook, bassista dei Joy Division, UN MOTOCICLISTA specie in pezzi come Love Will Tear Us Apart,Ceremony, Atmosphere. Qualche SPERICOLATO tempo dopo scopro un vicino con la maglietta da hockey. Anche lui è attore, Ro- COSA PROVO bert Mailhouse. Siamo diventati fratelli di hockey e di musica». Dopo i primi al- NELL’ANDARE bum, Our Little Visionary del ‘96 e il successivo Happy Ending, che posto ha la TROPPO FORTE? musica nelle sue giornate? «Casa mia è una sauna sonora: Archers of Loaf, Built UNA LIBERAZIONE. to Spill, Hüsker Dü, Elvis Costello, Dean Martin, Bobby Darin, Dinosaur Jr, Stra- DA COSA? vinsky, Sonic Youth…». È rimasta solo un hobby ? «Sono stato bassista di band DALL’ANDARE come i Dogstar o i Becky e ho contribuito al repertorio con le mie “ditties”, can- TROPPO PIANO zonette. Abbiamo inciso dischi. Ce la spassiamo. Questo è hobby? Non so. Ci fac- ciamo pagare: questo è professionismo ? Okay, diciamo che è un hobby pro- fessionistico». Torniamo all’altro “hobby professionistico”, il cinema: come mai ha sempre Keanu snobbato uno dei suoi maggiori successi, Speed, e ha rifiutato dieci milioni di dollari per Speed 2, preferendo raggiungere Al Pacino ne L’avvocato del dia- volo ? Con Reeves, talvolta, dopo una domanda si aspetta. Anche per settanta- due secondi. Questa è una di quelle volte. Lui riflette («Voglio trovare la rispo- sta precisa»). Nel frattempo, nello Spazio, i pianeti si scontrano, le stelle esplo- dono in supernova, sulla Terra sparisce la foresta amazzonica e, lì sotto, l’Arc de Triomphe fa da ombelico a un’immobile giostra d’auto come in un film di Ta- ti. Ripensiamo con pena solidale ai troppi strappi di un’aurea carriera — il pa- Reeves dre in prigione per traffico d’eroina, la morte dell’amico River Phoenix, della fi- glia appena nata, nel ‘99 e, poco dopo, della giovane compagna Jennifer Syme — smarrita poi tra flirt da rotocalco: Winona Ryder, Cameron Diaz, Charlize Theron, Parker Posey… Ma ecco: «Speed! Pensi che avevo detto no anche la pri- MARIO SERENELLINI ma volta, minimizzando: una bomba su un bus, e allora? E anche mentre lo in- terpretavo avevo la testa altrove. Pensavo all’Amleto. Ne conosco a memoria PARIGI sonetti e soliloqui, in viaggio ne ho sempre una copia con me, mi piace recitar- A SUA INFANZIA è stata una folle corsa, come l’autobus in fuga dalla mi- ne i passaggi a voce alta quando sono in camera da solo». Dopo gli Shakespeare naccia d’esplosione in Speed, il film che vent’anni fa lo rese definitiva- giovanili Reeves ha interpretato Tanto rumore per nulla di Kenneth Branagh mente popolare: un viavai a perdifiato da un angolo all’altro del pia- e, nel ‘95, in teatro a Winnipeg, priorio Amleto. «Ormai ho capito che per quan- neta e cambi choc non solo d’abitazione ma d’equilibri domestici, con to lontano si possa andare, Amleto ci segue e ci giudica. Meraviglioso e terrifi- Lun “padre” ogni volta diverso. Nato nel 1964 a Beirut da madre bri- tannica e padre sino-hawayano, nei primi anni di vita è stato sbal- lottato tra Libano, Australia, America fino a stabilizzarsi a sette anni, per una QUEL CHE HO SCOPERTO NEL RECITARE briciola di calendario, a Toronto, con la madre, divorziata da quando lui aveva AMLETO È CHE S’È FATTO CARICO PER ME tre anni e da allora in totale turbinio di nuovi mariti: «Vi abbiamo vissuto fino al DI TUTTA LA RABBIA CHE MI SENTIVO trasloco a Hollywood dove ancora ragazzo ho cominciato a fare l’attore. Intan- DENTRO NEI CONFRONTI DI MIA MADRE: to, mia madre era diventata costumista e io trascorrevo ore e ore negli studi di ERA LÌ E NON ME NE ERO MAI ACCORTO registrazione. Mi ricordo il folclore delle regine del country rock, Dolly Parton, Emmylou Harris e di Alice Cooper, alle prese con Welcome to My Nightmare: mi ero abituato alle stranezze, tutto mi appariva normale». cante». Ha a che fare anche con le sue vicende familiari ? Madre Reeves, barba e capelli nerissimi, elastico e leggero nell’abbinamento t- risposata, padre fantasma… «Vero. Quel che ho scoperto nel re- shirt e giacca Armani, compirà cinquant’anni il due settembre («Crisi di citare Amleto è che si è fatto carico per me di tutta la rabbia che mezza età? Quale età?»). Già star a poco più di vent’anni — Point Break di sentivo nei confronti di mia madre. Ne sono stato sorpreso: era Kathryn Bygelow, My Own Private Idaho di Gus Van Sant, il Draculadi Fran- già tutto lì dentro e non me ne ero mai accorto». E come si passa cis Ford Coppola e Il Piccolo Buddha di Bernardo Bertolucci — l’attore ame- da Shakespeare ai Wachowski di Matrix? «Mi è piaciuto subito il ricano tenacemente abbarbicato alla nazionalità canadese, divenuto fan- personaggio: e l’interrogativo “Quale verità ?”. E poi sono ta-icona con la saga di Matrix, è oggi regista di , thriller da sempre un cultore di graphic novels (di Frank Mil- arabescato di kung-fu, e produttore di Side by Side, inchiesta sul- ler in particolare). Senza parlare delle arti marziali! I l’epocale cinetrapasso dalla pellicola al digitale dove, da inatteso film di kung-fu io me li studio. Mi divertono troppo i cinefilo, intervista maestri del grande schermo, da Lynch a Scor- combattimenti finti». Nella sua fitta filmografia c’è sese, Lucas, Von Trier, Boyle, Cameron: «Il cinema mi affascina anche un po’ d’Italia: «Bertolucci è il migliore di tut- anche per le magie tecnologiche che lo rendono possibile. Sono ti, il regista da cui ho imparato di più come attore e, spero, adesso, come regista. Con Il Piccolo Buddha mi ha fatto per la prima volta entrare nel- CASA MIA È UNA SAUNA SONORA: ARCHERS OF LOAF, la spiritualità dell’Oriente, percepire il divino che è HÜSKER DÜ, ELVIS COSTELLO, STRAVINSKY, nell’uomo». E Monica Bellucci: il divino che è nella SONIC YOUTH. SONO STATO BASSISTA DEI DOGSTAR donna? «Una presenza unica, fantastica. Purtrop- E DEI BECKY E HO SCRITTO CANZONETTE. ABBIAMO po sacrificata in mini-ruoli come in The Private Li- ANCHE INCISO DISCHI. CE LA SBROGLIAMO ves of Pippa Lee di Rebecca Miller e nel Dracula di Coppola». Negli Usa lo aspettano due film, il thriller Knock stato un bambino curioso: smontavo i giocattoli, chiedevo sem- Knockdi Eli Roth e The Whole Truthdi Courtney Lo- pre “perché ?”. Così mi sono divertito a mettere il naso dentro ve, sulla fine misteriosa di Kurt Cobain. Poi? Si lan- macchinari e processi digitali di riprese e proiezioni. Una curio- cerà di nuovo sulle due ruote? «Inforco la moto appe- sità già estesa ai motori, altra mia passione fin da ragazzo: sono na posso, in ogni scampolo di tempo libero, quando un motociclista spericolato, fan delle Norton, la moto per eccel- ne ho abbastanza del cinema, della chitarra e persino lenza, e adesso anche costruttore dilettante di cilindrate. Sono di Amleto. Di giorno, di notte, prendo e, in un ruggito, fiero di poterle anticipare che presto l’Arch Motorcycle Company via dalla città. Assaggi di catarsi, tutto alle spalle». Che svelerà un mio prototipo». piacere prova nell’andare troppo forte? «Una libera- Ospite d’onore del festival Champs-Elysées di Sophie Dulac, tra zione». Da che cosa? «Dall’andare troppo piano?».

un incontro e l’altro con le platee di teen adoranti, Reeves si rilassa © RIPRODUZIONE RISERVATA