Sviluppi di medio lungo-periodo della realtà socio- economica del di Andora Report Finale

Sviluppi socio-economici del Comune di Andora

COORDINAMENTO E GRUPPO DI LAVORO ...... 4 INTRODUZIONE ...... 5 1 METODOLOGIA E PIANO DI LAVORO ...... 8

1.1 PERCORSO CONOSCITIVO ...... 9 2 LA REALTA’ DI ANDORA ...... 10

2.1 IL TESSUTO SOCIALE ...... 15 2.1.1 Popolazione e demografia ...... 15 2.1.2 I giovani e l’istruzione ...... 18 2.1.3 Gli adulti e il livello occupazionale ...... 20 2.1.4 Gli anziani ...... 21 2.1.5 La famiglia ed i consumi ...... 23

2.2 IL TESSUTO ECONOMICO ...... 26 2.2.1 ll sistema produttivo ...... 26 2.2.2 Il tessuto imprenditoriale ...... 28 2.2.3 Il settore turistico ...... 30

2.3 QUADRO DI SINTESI DEGLI INDICATORI (ANNO DI RIFERIMENTO 2011) ...... 33

2.4 IL CONTESTO URBANISTICO: PAESAGGIO E INFRASTRUTTURE ...... 34 2.4.1 Il Piano Urbanistico Comunale del 2008 ...... 34 2.4.2 Disposizioni per le attività turistico-ricettive ...... 40 2.4.3 Disposizioni per le attività commerciali ...... 42 2.4.4 Sviluppo infrastrutturale ...... 43 3 ANALISI QUALITATIVA ...... 46

3.1 INTRODUZIONE ...... 46

3.2 L’ANALISI QUALITATIVA ...... 49 3.2.1 I giovani ...... 49 3.2.2 Gli anziani ...... 53 3.2.3 Gli adulti ...... 55 3.2.4 Gli operatori economici ...... 57

3.3 CONCLUSIONI ...... 61 4 LA RILEVAZIONE QUANTITATIVA ...... 63

4.1 IL CAMPIONE ...... 64 4.1.1 Gli aspetti della vita di Andora ...... 68 4.1.2 Mezzi di trasporto e di comunicazione telematica ...... 75 4.1.3 Settori economici locali ...... 79 4.1.4 La formazione delle opinioni e la partecipazione ...... 81

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4.1.5 I rapporti sociali ...... 84 5 CONCLUSIONI E INDICAZIONI ...... 85 6 BIBLIOGRAFIA ...... 88 7 GLOSSARIO ...... 90 8 ALLEGATI ...... 91

8.1 TRACCIA INTERVISTA SEMI-STRUTTURATA AGLI INTERLOCUTORI PRIVILEGIATI...... 91

8.2 QUESTIONARIO PER LO STUDIO DELLA REALTÀ SOCIO-ECONOMICA DI ANDORA (DOMANDE) ...... 93

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COORDINAMENTO E GRUPPO DI LAVORO

COORDINAMENTO ISTITUZIONALE

o Franco Floris – SINDACO DEL COMUNE DI ANDORA o Antonella Soldi –DIRIGENTE AREA AMMINISTRATIVA

COORDINAMENTO TECNICO COMUNE DI ANDORA

o Lucia Gagliolo – RESPONSANBILE SETTORE POLITICHE SOCIALI, SCOLASTICHE E TURISMO o Patrizia D’Agostino – RESPONSABILE SETTORE ATTIVITÀ PRODUTTIVE o Monica Napoletano – UFFICIO STAMPA

SUPPORTO SPECIALISTICO E INDAGINI TERRITORIALI

o Massimo Bianchi - Lem REPLY o Anna Cossetta –Università di Genova (team Lem REPLY) o Beba Molinari - Lem REPLY o Daniele Diaz – Lem REPLY

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INTRODUZIONE

La prima lettura dei dati sulla popolazione e sulle dinamiche socio-economiche del Comune di Andora rivela una città che gode di una condizione particolarmente favorevole. Un reddito medio-alto, una bassa ospedalizzazione, un indice di vecchiaia medio rispetto alle dinamiche della , una ricca gamma di servizi e di agevolazioni messi a disposizione dal Comune formano un quadro singolarmente positivo nonostante sia comunque inserito all’interno di dinamiche economiche regionali, nazionali e globali di grave e profonda crisi. Crisi finanziaria ed economica, soprattutto dal 2008 ad oggi, che ha già prodotto pesanti conseguenze sul mercato del lavoro, sulla fiducia, sul clima sociale. Una crisi che affonda tuttavia le sue radici nelle difficoltà strutturali del nostro sistema di welfare nonché nella relazione stessa tra cittadini e istituzioni. Negli ultimi decenni è infatti venuto meno quell’assunto, dato spesso per scontato, grazie al quale le amministrazioni locali e nazionali potevano fondare le proprie policy sulla base del principio di “oggettivazione dei bisogni”, stabilendo cioè in modo autonomo quali erano i bisogni dei cittadini. Le trasformazioni culturali e sociali intervenute soprattutto negli ultimi vent’anni, la frammentazione degli stili di vita, le dinamiche demografiche e quelle relative all’immigrazione hanno invece incrinato questi assunti, sfidando la creatività politica degli enti che si sono trovati a dover assorbire un cambiamento tanto generale quanto silenzioso. Come riconosceva Pier Paolo Donati (1993), ormai quasi vent’anni fa, il Welfare dopo la crisi degli anni Ottanta del Novecento ha visto un forte ripensamento che ha portato all’uscita dall’impostazione tradizionale di tipo razionalistico-prescrittivo-statuale, per andare a contemplare la pluralità di attori ed interessi e costruire politiche sociali come espressione di gruppi e soggetti sociali. È da questo nuovo sviluppo e orientamento che le politiche sociali hanno assunto un carattere prevalentemente locale (municipale) e hanno dovuto considerare la dimensione “relazionale” in atto nei vari ambiti della vita sociale. Una relazionalità spesso confliggente tra una dimensione locale che tenta una forte vicinanza coi cittadini, ma che si scontra con una logica ancora in parte hobbesiana dello Stato (Donati, 2011) e che porta con sé inevitabili contraddizioni e potenzialità conflittuali.

Con la riforma del titolo V della costituzione e l’entrata in vigore della l. 328/00 “Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali” si è configurato uno scenario che ridisegna le politiche sociali in Italia, definendo nuovi ambiti di intervento e ruoli per gli enti locali. Nasce così l’idea di un nuovo welfare municipale (Rossi, 2011) dove acquisiscono maggior valore la territorialità e la sussidiarietà orizzontale, intese come progettazione e programmazione politica partecipata (Palumbo- Torrigiani, 2010). Al centro di tale meccanismo vi sono gli enti locali che, in particolar modo i Comuni, collaborando con la cittadinanza definiscono il funzionamento del sistema pubblico (Donati-Colozzi, 2007; Giarelli, 2008). Cambia quindi lo sguardo con il quale i cittadini si rivolgono alle istituzioni e il Comune diviene un mezzo attraverso il quale soddisfare buona parte dei bisogni e diviene altresì il luogo principe in cui costruire e interpretare nuovi percorsi di sviluppo. Per la dimensione locale del welfare si aprono così nuove e difficili sfide che, in un processo storico di forte individualizzazione e insicurezza sociale (Paci, 2005), devono rispondere a richieste di libertà e di progettualità, di empowerment e di supporto alla realizzazione del sé.

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Si tratta quindi di utilizzare come faro non più soltanto l’idea di sviluppo locale e di micro-governance, ma tentare di fare un salto in avanti, concependo quindi il benessere stesso come realmente fondato sulla relazione e come la capacità di acquisire funzionamenti per il raggiungimento del proprio benessere sociale, e più in generale come “la libertà di procedere verso obiettivi ritenuti importanti” (Sen, 1992: 64) Questa ricerca intende pertanto analizzare Andora attraverso la lente di ingrandimento della relazionalità del benessere, della sua necessità di integrare aspetti spesso concepiti separatamente, ma che solo nella loro integrazione concorrono alla definizione del benessere. Attraverso una metodologia costruita ad hoc sarà pertanto possibile implementare e integrare differenti strumenti agevolando quindi la riflessività e la narrazione partecipata. Per fare questo sarà quindi particolarmente importante considerare questo modello di analisi come un cantiere aperto, che già nelle sue fasi intermedie procederà a cogliere tendenze da condividere e rielaborare congiuntamente, in un’ottica di partecipazione, ma anche di chiaro orientamento verso l’obiettivo di conoscere meglio la realtà di Andora per elaborare strategie e interventi che possano migliorarne la qualità della vita, oggi come nel futuro prossimo. Occorre quindi sottolineare l’impegno dell’Amministrazione comunale per la partecipazione dei cittadini. Il Piano Urbanistico Comunale, ad esempio, nel perseguire gli orientamenti individuati, pone proprio l’accento sul tema della partecipazione alle scelte l'Amministrazione tramite il coinvolgimento dei cittadini degli Enti e degli organismi socio-economici sia nella fase di elaborazione sia in quella della gestione del Piano, nella convinzione che far discutere gli aspetti tecnici e le esigenze della cittadinanza a progettisti, cittadini, amministratori e soggetti economici serva, oltretutto, a far maturare una diversa coscienza delle scelte che l'Amministrazione si appresta a definire.

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1 METODOLOGIA E PIANO DI LAVORO

L’analisi che supporta la programmazione e la individuazione di nuove strategie che il Comune può mettere in campo per affiancare i cittadini in questo percorso relazionale denso di indeterminatezze e di sfide non può che essere strutturata sulla base di questi assunti sociologici e quindi prevedere, oggi più che mai, il diretto coinvolgimento dei cittadini, delle loro narrazioni delle loro manifestazioni di relazionalità. Si tratta quindi di percorrere, anche da un punto di vista metodologico, un cammino che parte dalla persona, dalla sua concezione dei bisogni, fino ad arrivare alla rete di relazioni nella quale è inserito e quindi al capitale sociale che può essere attivato in un determinato contesto, inevitabilmente collocato in un quadro territorialmente e culturalmente più ampio. Riconoscere le peculiarità locali, le diverse strategie di vita dei cittadini, ricomporle e analizzarle alla luce delle connessioni che i cittadini stessi detengono con i territori vicini, con le reali occasioni di produzione di beni relazionali (Uhlaner, 1989; Gui, 2003; Bruni, Zamagni, 2004). Il piano di lavoro ha previsto differenti fasi con specifiche attività: - Raccolta dati: analisi documentale dei materiali, mappatura dei soggetti coinvolti, ricognizione delle fonti, raccolta dei dati, sistematizzazione e comparazione delle diverse fonti di dati; - Interviste testimoni significativi: sulla base delle prime informazioni raccolte e in relazione alla definizione più precisa di una tematizzazione localizzata degli obiettivi del percorso d’indagine, sono stati individuati testimoni significativi al quale sono state somministrate interviste semistrutturate. Il team di lavoro Comune-Lem REPLY ha elaborato tracce di interviste in grado di sollecitare i testimoni al fine di rispondere al duplice obiettivo di: confermare, integrare e ampliare il quadro delineato dalla raccolta delle informazioni avviata nella fase precedente e, parimenti, di avviare un processo di cooperazione cognitiva in termini di analisi dell’attuale strutturazione del welfare andorese. - Multimedia survey: è stato predisposto uno strumento agile e snello di rilevazione al fine di ricomporre il mosaico della percezione dei cittadini rispetto ai propri bisogni, alla propria definizione di obiettivi di benessere e rispetto alle aspettative rispetto alle policy locali. Sono state pertanto elaborate alcune domande, semplici ed efficaci, con risposte immediate. Il questionario è stato predisposto sia in versione online, con accesso diretto dal sito del Comune di Andora, sia in versione cartecea, in modo da poter agevolare la compilazione da parte di tutti. - Elaborazione dati: sono state trattate le informazioni con l’ausilio di programmi di elaborazione, a livello quantitativo e qualitativo. - Feedback club: i dati emersi dalle rilevazioni quantitative e qualitative sono stati sintetizzati in alcune macroaree e sono stati ridiscussi con i testimoni qualificati. In questa fase, pertanto, si è proceduto a superare la narrazione delle problematiche, per divenire ad alcune proposte concrete e iniziative specifiche. - Analisi e interpretazione: elaborazione del rapporto di ricerca che, a partire dalle informazioni primarie e secondarie raccolte, sia in grado di dare una fotografia il più ampia possibile del quadro socio economico e sociale nel comune di Andora, mettendo in relazione i dati rilevati con gli elementi teorici e di tendenza. - Costruzione scenari: l’ultima fase del percorso conoscitivo ha riguardato la costruzione di uno strumento di prospettiva atto a definire i possibili scenari evolutivi in relazione alle diverse tendenze individuate e ritenute prioritarie.

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1.1 Percorso conoscitivo Il percorso conoscitivo individuato è formato da differenti fasi conseguenti orientate alla costruzione di uno strumento di prospettiva atto a definire i possibili scenari evolutivi in relazione alle diverse tendenze individuate e ritenute prioritarie. All’interno degli scenari individuati sono state successivamente declinate le proposte.

Figura 1. Illustrazione del percorso conoscitivo

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2 LA REALTA’ DI ANDORA

Andora, così come emerge dalla nostra analisi, appare come una città in cui si vive bene: il clima è mite, il paesaggio è bello, la vita in famiglia è serena e non ci sono particolari problemi o ansie in merito alla sicurezza. Una città in cui la vita fluisce con il ritmo imposto dalla stagionalità del turismo e dalle fluttuazioni che esso comporta. Un’economia che vive di riflesso da ciò che accade al di là delle Alpi, di quelle montagne che circondano la Valle del e la rendono tanto autonoma quanto dipendente da ciò che accade là fuori.

Una città da sempre lontana dai grandi centri urbani, ma anche e soprattutto dai simboli delle istituzioni: tribunali, ospedali, centri amministrativi. Una municipalità lontana ben 53 chilometri da e oltre 100 da Genova. Più a ovest si arriva in fretta al confine con la Francia, dove il senso di lontananza diviene sempre più percepibile.

Andora lo sa e si è attrezzata da tempo.

La Valle del Merula è divenuta, nel corso dei lunghi secoli di storia, un luogo a sé stante, quasi un principato che segna, anche grazie alla cornice delle montagne che raggiungono quasi 1.000 metri di altezza (Muntin, A Turia, U Munte da Cireja) e dei due capi Mele e Mimosa, un confine dorato. Andora è così ancora la capitale di un piccolo feudo, la cui vita non si svolge solo in prossimità del mare, ma lungo tutto l’ambito vallivo.

A differenza della maggior parte dei comuni vicini, stretti e affollati lungo la costa e cresciuti intorno a un nucleo storico, Andora ha vissuto uno sviluppo tutto particolare: costretta ai lati, ma con l’ampiezza dell’entroterra e sotto lo sguardo saggio dei pendii densi di storia, aveva lasciato al fiume Merula la possibilità di avvicinarsi al mare con naturalezza e generosità, incontrandosi in un luogo che, ancora oggi, presenta caratteristiche uniche.

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La storia di Andora è davvero molto antica e parte senz’altro dall’epoca preromana, quando probabilmente i focesi, provenienti dall’Asia Minore, fondarono la città nel VII secolo a.C. Successivamente Andora ebbe un ruolo di rilevo in età romana e ne sono testimonianza la probabile fondazione romana del celebre ponte a dieci arcate che caratterizza l’area di Marina. Proprio lungo il mare passava infatti l’Aurelia Antica e poi la Via Julia Augusta che passava per Colla Micheri per poi declinare lungo il litorale e risalire a Rollo.

Il clima di Andora era malsano e viziato dalle paludi formate dallo stesso fiume Merula e, proprio per questo motivo, gli andoresi vivevano in piccoli e ben costruiti borghi sulle pendici della valle, scendendo in pianura solo per recarsi nei frantoi disseminati lungo il fiume.

Dopo il declino romano e i secoli delle invasioni barbariche Andora divenne possesso delle famiglie nobiliari appartenenti agli aleramici Bonifacio e in particolare i Del Vasto, Del Carretto e infine i . Andora venne poi venduta per 8.000 lire al Comune di Genova, il giorno 7 giugno 1252. L’influenza di Genova, in realtà, era iniziata già alcuni decenni prima e perdurò a lungo in un clima di sostanziale pace e prosperità. I ritrovamenti avvenuti presso il Castello dimostrano infatti come ad Andora si potesse sostenere un alto tenore di vita e anche i registri delle decime indicano che Andora era in grado di fornire un elevato reddito.

Un momento storico interessante fu quello annotato dai genovesi, come riportano i celebri Annali di Genova scritti da Agostino Giustiniani e poi trascritti nel 1535 da Uberto Foglietta e citati nella celebre Storia di Genova di Giovanni Battista Semeria, in cui lo scontro tra Guelfi e Ghibellini arrivò fino a Andora. Nell’anno 1321, i Genovesi partirono in difesa della “non felice terra di Andora” inviando trenta galere (venti provenienti dalla Provenza e dieci addirittura dalla Puglia) e iniziando una breve guerra vittoriosa che vide presto la morte di Manuello Spinola, vescovo di che “Lo Spinola, dimenticandosi d’esser vescovo e non ricordossi che d’esser Ghibellino” si era messo alla testa della fazione difensiva.

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I genovesi diedero giudizi molto negativi su Andora e sugli andoresi “Un’aria umida e soffocante, rimutata e viziata dalle esalazioni delle acque stagnanti, fa torpidi, squallidi, infingardi e quindi più miseri gli abitatori della valle Andorina. Il Castello siede ad un miglio in su dalla spiaggia. Il dipintor di paesi non si perdoni la fatica del breve tragitto; egli troverà torri e rovine del medio evo, capricciose, fantastiche, austere, che s’accordavano con la storiella di un nunzio pontificio ucciso, di una maledizione data, dello spopolamento che ne venne al paese. Ed in una fontana artefatta, così come ne’ sostegni di un ponte, gli si pareranno innanzi i caratteri di quella costruttura romana che nella Liguria s’è continuata sì tardi da non permettere all’esame la distinzione delle epoche” (Bertolotti, 1834).

Nonostante quindi questo primo incontro non troppo carico di speranze, il legame con Genova fu stabile e proficuo. Attilio Zuccagni Orlandini scriveva nel 1839 nel suo celebre “Corografia fisica, storica e statistica dell’Italia e delle sue isole”: “Andora giace sul mare in angusta pianura, cui il fiume danneggia con rovinose corrosioni, perché non arginato; mentre coi suoi frequenti straripamenti rende altresì l’aria viziata e malsana. Ad un miglio di distanza dal lido sorge sopra un colle l’antico castello: ivi esiste tuttora un vasto recinto di mura, entro le quali e un edifizio detto il Parascio, ove poteano alloggiare oltre a cinquecento uomini d’arme. In esso i Podestà pronunziavano le loro sentenze, gli anziani tenean consiglio, ed il popolo vi si congregava a parlamento”. Per lunghi secoli Andora ha vissuto come fuori dal tempo, protetta da Genova. Godeva dei suoi antichi gioielli architettonici, si prendeva cura delle sue mulattiere e dei suoi sentieri medievali che impreziosiva con cappelle e piccoli monumenti votivi. Si partecipava alla vita religiosa, nelle diverse Confraternite dei Disciplinanti (San Nicolò al Castello, Santa Caterina a San Giovanni, San Luca a San Pietro). ma anche molto attivamente alla vita pubblica, si prendeva parte alle lunghe discussioni riferite alle richieste di collaborazione della Repubblica per campagne di esplorazione e di guerra nei più diversi mari e così via. Si vissero tuttavia anche momenti di grande dolore, come il terribile biennio tra il 1835 al 1837 quando una terribile epidemia di colera mieté moltissime vittime in tutto il ponente ligure. Nei cinquant’anni trascorsi dall’Unità d’Italia al censimento del 1911 la popolazione è andata via via lentamente decrescendo; proprio nel 1911 si è assistito al minimo storico degli abitanti censiti. Soltanto 1.675 contro i 1.940 del 1861. Proprio negli anni prossimi all’Unità d’Italia, riporta la versione del 1870 del dizionario corografico curata da Amato Amati, Andora poteva vantare 106 elettori (iscritti nel collegio di Albenga), 301 militi attivi e 87 di riserva. E aveva già un ufficio postale proprio, una sede di giudicatura di mandamento dipendente dal tribunale di circondario di Finalborgo, un ospizio di carità, un ospedale, un monte di pietà e scuole comunali.

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Nei decenni successivi e fino alla fine della seconda guerra mondiale si superò la soglia dei 2.000 abitanti, ma dal 1951 in avanti la crescita fu fortissima. Nel 1961 gli abitanti di Andora erano già 3.328 per poi crescere a 4.695 nel 1971 e 6.068 nel 1981. In pratica tra il ‘51 e l’81, in appena trent’anni, la popolazione di Andora triplicò per poi assestarsi in una crescita costante, ma molto più graduale. Il decennio dal 1961 al 1971 fu davvero rivoluzionario: la bonifica delle aree paludose nonché la costrizione del Merula ad allungarsi soltanto nel percorso voluto dall’arginatura fecero vivere ad Andora un cambiamento epocale e, dopo un lungo fluire di secoli caratterizzati sostanzialmente dalla pace e dalla quiete, vivendo infine una silente invasione, quella del turismo. Una vera e propria rivoluzione che gli andoresi hanno accolto senza clamore, cercando di agevolare il benessere degli ospiti e lasciando loro spazi, tempi, luoghi. In pochissimi anni il mare, quel mare che veniva guardato da lontano dai borghi storici, è rimasto coperto da un fronte di grandi edifici, specificamente progettati per il turismo: grandi terrazzi, finestre affacciate sul mare, giardini e strade dritte a comporre una nuova città nata e cresciuta per altri. E così gli andoresi hanno scoperto di vivere qui e là e hanno stentato a incontrarsi lungo strade tanto affollate in estate quanto deserte in inverno. Hanno accettato questa vita a due velocità con calma e serenità, consapevoli che l’estate richiede tante energie, ma che porta con sé una ricchezza costante e insperata mentre durante l’inverno ci si può rintanare nella propria casa, in quell’unica finestra illuminata, un punto di luce nel grande condominio buio. Qualcosa è andato perduto: la vita che si viveva negli antichi borghi, la vita rurale delle frazioni più interne, cui si arrivava grazie a quella fitta rete di mulattiere e sentieri medievali, costituiva un ambiente umano in cui ci si riconosceva come abitanti di questa valle tanto chiusa quanto bella, mentre ora incontrarsi è paradossalmente più difficile. Stupisce ascoltare, nelle parole degli andoresi, il racconto di vite vissute tutte all’interno della propria famiglia, spostandosi il meno possibile da quella valle del Merula che sembra fare da cornice a ogni evento importante della propria esistenza e di quella dei cari. E non importa se i residenti ad Andora ormai siano per lo più “foresti” che sono venuti a vivere qui grazie alla mitezza del clima e alle condizioni socio- economiche favorevoli. sembra quasi che questa valle accolga i suoi ospiti fino a farli diventare totalmente affezionati al suo territorio.

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La crisi economica, nonostante sia vissuta di riflesso da quanto sta accadendo nel resto dell’Italia, comincia a farsi sentire anche qui. Gli andoresi sono preoccupati, anche in questo caso senza troppo clamore: temono che il turismo non possa reggere più come una volta, che le occasioni di guadagno stiano diminuendo, che la fiduciosa stabilità degli ultimi decenni stia ormai inesorabilmente scricchiolando.

Gli andoresi non “mugugnano”, non tanto come i loro vicini che abitano nel resto della provincia di Savona: hanno aspettative che riguardano ancora non soltanto loro stessi, ma anche e soprattutto i turisti che vogliono continuare ad accogliere. Vogliono crescere, migliorare la propria cultura, non soltanto in termini di offerta di eventi o occasioni di ampio respiro, ma anche e soprattutto per ritrovare le proprie radici, il passato che per molto tempo hanno quasi dimenticato perché già troppo pieni del presente e del dovere di traslarsi verso l’altro, tipico del vivere sociale del turismo. Il presente di oggi invece lascia spazio a una doverosa riflessione su se stessi e sulla possibilità di collaborare per ritrovare un significato di bene comune e di condivisione che da troppo tempo non è stato possibile immaginare. Andora sembra quindi avere bisogno di ricostruirsi e chiede che vengano riaperti o rianimati nuovi cantieri: non più certo quelli edilizi, ma quelli sociali ove raccogliere il proprio patrimonio storico, la propria vita sociale e il proprio tessuto relazionale e fornire un senso comune, una interpretazione contemporanea. Nelle parole degli andoresi così come nelle rilevazioni scientifiche che abbiamo effettuato e che illustriamo in questo rapporto di ricerca emerge quindi un timido ma chiaro bisogno di reciprocità, di mutuo riconoscimento, non soltanto tra turisti e nativi, ma anche e soprattutto tra andoresi che possono così diventare cittadini più attivi, che non rinunciano al proprio soddisfacimento personale e alla vita nucleare della propria famiglia, ma che al tempo stesso comprendono l'importanza della comunità e del senso di responsabilità nei confronti della collettività.

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2.1 IL TESSUTO SOCIALE Prima di entrare nel merito di quelle che sono le caratteristiche che contraddistinguono il tessuto sociale del Comune di Andora, è necessario fare un passo indietro e cercare di contestualizzare il quadro legislativo e burocratico con il quale l’istituzione pubblica ha il dovere di dialogare. L’istruzione, la salute, così come l’accesso al contesto lavorativo, alla mobilità intesa nel senso più ampio del termine, sono argomentazioni che interessano e/o colpiscono, ognuna a suo modo, fasce diverse della popolazione. Verranno quindi argomentate le specificità per ogni singola fase dello sviluppo dell’uomo, dall’età giovanile fino alla vecchiaia. Tale decisione nasce dall’esigenza di seguire l’andamento nazionale che da sempre ha influenzato ed influenza le scelte politiche sopradescritte. È infatti idea condivisa che le fasce della popolazione più anziana siano nettamente maggiori rispetto a quelle giovanili, mentre la fascia centrale della popolazione dei 30-50enni resti comunque costante. Una tale distribuzione non incrementerebbe uno sviluppo occupazionale e quindi trasversalmente verrebbe a mancare proprio quel sostegno da parte della popolazione attiva che tanto contribuisce alla spesa sociale ed alla crescita del paese. Per tali motivi delineare i trend in atto delle fasi della giovinezza, dell’adultità e dell’anzianità permette di evidenziare le specificità, nonché le criticità della città di Andora in termini anche di produzione e di sostegno contributivo.

2.1.1 Popolazione e demografia La popolazione residente ad Andora è in costante, seppur negli ultimi anni lieve, crescita. Se si considerano i dati a partire dal 1990 gli abitanti sono cresciuti di circa il 15,2% passando dai 6.524 residenti del 1990 ai 7.694 del 2011.

7.694 7.800 7.657 7.600

7.400

7.200

7.000

6.800 6.740

6.600 6.524

6.400

6.200

6.000

5.800 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011

Grafico 1. Trend demografico della popolazione di Andora (Fonte: rielaborazione su dati ISTAT)

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Il tasso di natalità risulta del 6,8 per mille nel 2010, a fronte di un tasso di mortalità dell‘11,4 per mille che ha portato quindi ad una crescita naturale negativa del 4,6 per mille che è stata riportata in positivo grazie al saldo migratorio del 7,1 (che ha visto un ribasso di circa dieci punti nel 2010 rispetto agli anni precedenti). Si tratta quindi di un andamento demografico sostanzialmente in linea con quelli degli altri comuni costieri liguri anche se, nella comparazione con i comuni limitrofi, appaiono singolarità interessanti: rispetto ad esempio al comune di il tasso di natalità risulta più alto (ad Alassio è del 5,7), mentre il tasso di mortalità è più basso (ad Alassio è del 13, 2). Rispetto invece al Comune di Diano Marina, sebbene il tasso di natalità sia più basso (a Diano nel 2010 si è arrivati al 7,8), il tasso di mortalità risulta essere inferiore di più di tre punti (Diano è al 14,8).

NATALITA’ MORTALITA’ CRESCITA NATURALE MIGRATORIO CRESCITA TOTALE

2007 2008 2009 2010 2007 2008 2009 2010 2007 2008 2009 2010 2007 2008 2009 2010 2007 2008 2009 2010

Andora 9,1 8,4 8,4 6,8 10,4 10,8 12,9 11,4 -1,4 -2,4 -4,5 -4,6 18,3 15,9 17,0 7,1 16,9 13,5 12,5 2,5

Prov 7,8 7,6 7,4 7,2 12,8 13,2 13,2 12,5 -5,2 -5,6 -5,8 -5,3 11,7 11,1 8,2 7,4 6,5 5,5 2,3 2,1 SV

Liguria 7,6 7,7 7,6 7,4 13,1 13,4 13,5 13,3 -5,5 -5,7 -5,9 -5,9 6,7 9,0 6,4 6,4 1,2 3,3 0,5 0,5

Tabella 1.Tassi di crescita del Comune di Andora

Da questi primi dati si evince come Andora sia un comune che vive alcune delle tendenze tipiche del nostro paese ed in particolare della Liguria: una crescita naturale negativa dovuta soprattutto a un basso tasso di natalità, compensato da un tasso migratorio che nel caso del Comune dell’estremo ponente savonese sembra avere subito nel 2010 una pesante battuta d’arresto che ha avuto inevitabili conseguenze rispetto alla crescita totale della popolazione, comunque sensibilmente superiore rispetto a quella ligure. Per completare il quadro demografico risulta importante osservare che l’indice di vecchiaia, che nel 2010 si è assestato al 216,1%, in progressiva diminuzione, risulta essere inferiore sia rispetto al dato riferito alla provincia di Savona, sia a quello ligure che nel 2010 è arrivato al 235%. L’età media del Comune di Andora risulta quindi essere inferiore di quasi un anno rispetto alla media regionale, 46,5 anni rispetto ai 47 della Liguria. Rimane comunque da tenere in considerazione come la percentuale di adulti ultrasessantacinquenni sia comunque elevata e cioè pari al 25,8% del totale, più che doppia rispetto ai giovani sotto i 14 anni che arrivano, proprio nel 2010, al 12% della popolazione totale andorese.

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Grafico 2. Età media (Fonte: elaborazione su dati ISTAT)

Distribuendo la popolazione per decenni non si riscontrano grandi differenze di genere, bensì un andamento del tutto in linea con le tendenze regionali e nazionali; aumenta infatti la disparità tra uomini e donne oltre i 65 anni, già di fatto emersa con l’andamento del tasso di mortalità e dell’indice che misura la crescita totale. Rispetto alle città limitrofe non si riscontrano differenze se non con la città di Alassio, dove la forbice tra gli ultra 65enni è pari a ben 20 punti percentuali contro i 10 punti della città di Andora e dell’andamento regionale e nazionale.

Grafico 3. Popolazione per classi d’età - anno 2011 – v.a. (Fonte: elaborazione su dati ISTAT)

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Non si riscontrano nemmeno specificità di alcun tipo tra lo stato civile e l’età, le curve disegnano un andamento simile all’ambito provinciale e regionale. Emerge tuttavia come il ruolo della famiglia sia ben visibile: intorno ai 30 anni diminuiscono le persone celibi/nubili ed aumentano i coniugati segno dell’interesse dei giovani a costituire una nuova famiglia. Un altro dato significativo riguarda la presenza dei vedovi: ad Andora la percentuale è sensibilmente inferiore, soprattutto per quel che concerne le femmine.

Grafico 4. Stato civile ed età - anno 2011 – v.a. (Fonte: rielaborazione su dati ISTAT)

2.1.2 I giovani e l’istruzione Descrivere la realtà giovanile ad Andora significa approfondire le specificità rispetto alla numerosità, alla presenza di stranieri, all’istituzione scolastica e non per ultimo all’ambito culturale ed educativo. L’andamento per età e per genere, riferito al 2011, è equamente distribuito, ma al fine di comprendere la qualità della vita dei giovani residenti sarebbe necessario approfondire sia l’offerta formativa presente sul territorio sia le attività culturali della città. È stato possibile approfondire soltanto in parte l’aspetto più prettamente culturale per la mancanza di dati secondari, mentre è possibile avanzare alcune ipotesi in ambito scolastico, soffermandoci in particolar modo fino all’entrata dei giovani nella scuole secondarie superiori, poiché queste ultime non sono presenti se non al di fuori dell’area comunale.

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Grafico 5. Popolazione per fasce d’età scolastica - anno 2011 – v.a. (Fonte: elaborazione su dati ISTAT)

La popolazione scolastica ad Andora è tutta raccolta nell’Istituto Comprensivo Andora-. Sul territorio andorese sono presenti due Scuole dell’Infanzia (Don Angelo Bianco a Marina e a Molino Nuovo), due Scuole primarie (San Giovanni e Molino Nuovo) e un Istituto Secondario di Primo grado “Benedetto Croce” a Marina per un totale di 676 alunni (2010). Per quel che riguarda la presenza di stranieri è interessante notare come ad Andora il numero complessivo superi di poco l’8% della popolazione totale: si tratta per lo più di famiglie che si sono insediate stabilmente e verosimilmente da poco tempo; infatti il numero di bambini tra gli 0 e i 4 anni arriva al 43% del totale dei minorenni stranieri soltanto nel 2011, mentre negli anni precedenti la distribuzione nelle altre fasce di età giovanile era distribuita più equamente. Ciò dimostrerebbe come un così elevato incremento di bambini stranieri potrebbe far nascere una domanda potenziale di servizi per l’infanzia nei prossimi anni, in particolare nei posti del recente asilo nido interaziendale di Molino Nuovo, ma anche presso le Scuole dell’Infanzia e Primaria nei prossimi anni.

Grafico 6. Giovani stranieri - anni 2009-2011 – v.a. (Fonte: rielaborazione su dati ISTAT)

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Se si considerano i dati relativi alla presenza di alunni stranieri nelle scuole della provincia di Savona, si nota un netto incremento in tutti gli ordini scolastici, ed in particolar modo nelle scuole secondarie sia di primo che di secondo grado (dove la maggiore presenza degli alunni stranieri tra il 2007/2008 supera addirittura il 34%), nonostante una presenza complessiva di alunni che vede segnare un numero negativo. Se la popolazione scolastica provinciale cresce, seppur di un modesto 3,5% complessivo, ciò è infatti dovuto soltanto all’incremento significativo dei giovani stranieri presenti sempre più non soltanto nelle scuole dell’obbligo, ma anche negli Istituti Superiori.

Provincia di Savona Variazioni alunni totali Variazioni alunni stranieri

2007/08 – 2010/11 2007/08 – 2010/11

Scuola primaria 405 3,8 130 14,7

Scuola secondaria di I grado 607 9,5 197 30,2

Scuola secondaria di II grado -65 -0,6 220 34,2

Totale 947 3,5 547 25,1

Tabella 2. Variazioni alunni e alunni stranieri iscritti nelle scuole della Provincia di Savona (Fonte: Agenzia Liguria lavoro – O.M.L. – Elaborazioni su dati SIDDIFT Regione Liguria)

In ambito culturale e ricreativo sul territorio sono presenti solo due associazioni con sede ad Andora, l’Avis e la Croce Bianca, realtà che in diverso modo si rivolgono strutturalmente ai giovani (Dati Regione Liguria, 2012, albi regionali di volontariato e di promozione sociale). La Croce Bianca, in quanto realtà legata alla pubblica assistenza, organizza corsi gratuiti di formazione di primo soccorso, così come l’Avis, che grazie al Servizio Civile avvicina i ragazzi al volontariato ed alla donazione del sangue.

2.1.3 Gli adulti e il livello occupazionale La situazione occupazionale ad Andora non sembra presentare particolari problematiche: il tasso di attività è pari al 46,8%, superiore di 0,7 punti a quello provinciale, mentre quello di occupazione è leggermente inferiore 62,5% a Andora a fronte di 63,3% del dato provinciale. Il tasso di disoccupazione è del 5,5, significativamente più alto, sia se si compara il dato con quello provinciale (4,6%) sia con quello di comuni limitrofi come Alassio (5,0%) e Albenga (4,7%). I dati ISTAT disponibili sono aggiornati al 2010 e pertanto è possibile che nei mesi successivi si sia assistito a qualche cambiamento, visto il perdurare della crisi economica. Si tratta comunque di dati molto più positivi rispetto a quelli nazionali che, sempre nel 2010 registravano il tasso di occupazione al di sotto del 57%, mentre quello di disoccupazione all’8,4%, ben tre punti in più rispetto ad Andora.

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Andora Prov. Sv Albenga Alassio

Tasso di Attività 46,8 46,1 50,4 45,1

Tasso di Occupazione 62,5 63,3 65,8 63,9

Tasso di Disoccupazione 5,5 4,6 4,7 5,0

Tabella 3. Tassi livelli occupazionali – anno 2010 - (Fonte: elaborazione su dati ISTAT)

Gli occupati, che, come si è visto, sono il 62,5% della popolazione in età lavorativa e il 39% della popolazione totale, sono per la maggior parte impiegati all’interno di attività produttive volte alla fornitura di servizi (31%); gli altri settori, come l’industria (5,2%) e l’agricoltura e pesca (2,5%), hanno una presenza marginale. Potrebbe stupire il dato sull’agricoltura, storicamente una delle attività di riferimento di Andora, la spiegazione può essere ricercato nel fatto che spesso tale attività venga intrapresa da coloro che risultano impiegati in altri settori (ad esempio nel turismo) o da persone ufficialmente inattive, in quanto pensionato o inoccupato, risultando difficile evidenziarne il reale impiego. Le attività agricole iscritte a fine 2010 presso la Camera di Commercio di Savona sono 139, a fronte di 279 imprese di costruzioni e 178 imprese volte al commercio all’ingrosso ed al dettaglio, per un totale di ben 983 imprese presenti ad Andora (di cui 57 iscritte nel 2010), oltre a ben 71 agenzie immobiliari. Si rivela quindi, anche da questi dati quantitativi, la specifica vocazione turistica di Andora, fondata soprattutto sulla commercializzazione delle seconde case: gli alberghi e le strutture ricettive sono 20 e costituiscono la quarta realtà economica della città.

2.1.4 Gli anziani Gli anziani ultra 65enni residenti nella città al 2011 sono 1989 e rappresentano il 25,8% del totale della popolazione. E’ stata suddivisa la popolazione anziani in tre sub fasce d’età in modo da poter comprenderne meglio le dinamiche e le distribuzioni.

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Grafico 7. Popolazione per fasce d’età - anni 2009-2011 – v.a. (Fonte: rielaborazione su dati ISTAT)

Un primo aspetto che risulta evidente dal grafico precedente è relativo al fatto che la popolazione anziana di Andora negli ultimi anni non ha subito variazioni: oltre la metà degli ultra sessantacinquenni hanno un’età compresa tra 65 e 74, un terzo tra 75 e 84 anni, mentre chi ha superato gli ottantacinque anni rappresenta il 13%.

Grafico 8. Invecchiamento della popolazione- anno 2011 – % (Fonte: elaborazione su dati ISTAT)

Se si confrontano questi dati con quelli delle città limitrofe e col dato provinciale, emerge che Andora risulta sostanzialmente in linea con Albenga, presentando invece, rispetto ad Alassio, una percentuale più alta di abitanti in età compresa tra 64 e 74 anni ed inferiore oltre i 74 anni. Rispetto invece al dato provinciale (è noto che la provincia di Savona sia una delle più “vecchie” d’Italia), si evince come la popolazione anziana di Andora sia considerevolmente “più giovane”.

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Andora Alassio Albenga Prov. Sv Età

Da 65 a 74 anni 1.033 1.598 248 38.320 Da 75 a 84 anni 687 1.212 164 36.245 Da 85 anni in poi 269 517 64 23.949 Totale 1.989 3.327 476 98.514

Tabella 4. Fasce d’età ultra 65enni – anno 2011 - (Fonte: elaborazione su dati ISTAT)

Questo aspetto appare significativo anche in vista di una programmazione di servizi socio-sanitari specificatamente rivolti agli anziani: la quota di ultraottantacinquenni è significativa, ma non certo consistente come quella provinciale. Il Comune tuttavia dovrebbe prepararsi alla programmazione di servizi per la terza età nel prossimo futuro, quando una quota consistente di andoresi entrerà in una fase ulteriore del percorso di vita. Molto significativo anche il fatto, comune a tutta l’Italia, dell’ingresso nel 2012 dei cosiddetti “baby boomers” nell’età pensionabile e quindi in un probabile quanto significativo aumento del numero di anziani che invece avranno richieste di servizi e offerte culturali e ricreative del tutto diverse. In pratica anche ad Andora si sta delineando quel processo ormai in corso di una fascia “giovane della terza età” che richiederà un’offerta turistica, culturale e ricreativa particolarmente diversificata e sofisticata, del tutto diversa dalla fascia di “grandi anziani” sempre più avanti con l’età e quindi probabilmente richiedenti servizi di assistenza e di cura domiciliare.

2.1.5 La famiglia ed i consumi La vita degli andoresi si svolge prevalentemente in famiglia. Le famiglie sono in crescita lenta ma costante. Come evidenzia il grafico, dal 2002 al 2010 il numero delle famiglie è aumentato di ben 649 unità (+20%).

Grafico 9. Numero di famiglie residenti ad Andora - anno 2002-2010 – (Fonte: elaborazione su dati ISTAT)

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Il numero dei componenti della famiglia mostra tuttavia un trend negativo: da un numero di componenti medio di 2,12 nel 2002 si è arrivati nel 2010 ad un secco 2,0. Si tratta di un dato significativo, che pone Andora tra i comuni con un numero medio di componenti della famiglia tra i più bassi di tutta Italia (7.362mo posto su 8.094 comuni).

2,20 2,17

2,15 2,12 2,11 2,10 2,10 2,07 2,06

2,05 2,04 2,02

2,00 2,00 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010

Grafico 10. Trend del n° componenti della famiglia (ISTAT, 2010)

Il numero di celibi/nubili è tuttavia molto basso e, come si è visto rispetto agli altri comuni liguri, è basso anche il numero dei vedovi. Sembra quindi che la dimensione famigliare sia prevalente, ma che si tratti soprattutto di famiglie di soli coniugi.

Classifiche 7.362mo posto su 8.094 per numero di componenti medi della famiglia 6.489mo posto su 8.094 comuni per % di Celibi/Nubili 319mo posto su 8.094 comuni per % di Divorziati/e 2.796mo posto su 8.094 comuni per % di Vedovi/e

Se si confrontano questi dati con l’indice di ricambio della popolazione attiva, che misura il rapporto percentuale tra la fascia di popolazione che sta per andare in pensione (55-64 anni) e quella che sta per entrare nel mondo del lavoro (15-24 anni), notiamo che tale indice nel 2011 è arrivato a 209,3; un tale risultato dimostra che la popolazione in età lavorativa è molto anziana e significativamente più anziana rispetto a quella del resto della provincia di Savona e della Liguria, la regione con l’indice più alto di tutta Italia.

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Indice Andora Provincia di Savona Liguria

Ricambio della popolazione attiva 209,3 189,8 179,7

Carico di figli per donna feconda 16,8 18,3 19,2

Tabella 5. Indici occupazionali – anno 2011 - (Fonte: elaborazioni su dati ISTAT)

Le famiglie con almeno uno straniero sono 341, pari al 4,45% della popolazione. Di queste ben 278 hanno il capofamiglia straniero. Il totale degli stranieri minorenni è di 100, pari al 1,31% della popolazione. Anche gli stranieri seguono l’andamento degli andoresi: prevalgono le famiglie, ma il numero dei figli è sensibilmente più basso rispetto alle altre città. Il reddito disponibile pro-capite è di 19.127 euro, più alto della media Italiana (108 su Italia pari a 100), mentre l’indice del consumo è pari a 114 sul dato nazionale pari a 100. Le spese degli andoresi coincidono con quelle degli altri abitanti della provincia di Savona e incidono per il 15,8% in alimentari e tabacco, 7,1% per abbigliamento e calzature, 29,5% per la casa, 3,3% per la salute, 13,2 per i trasporti, 2,5% per le comunicazioni, 11,6% per consumi personali, 11,2 in servizi alloggiativi e pubblici esercizi, 5,9% in altri servizi (servizi sociali, assicurazioni, servizi finanziari ecc.). La spesa totale pro-capite è di 17.740 euro.

Grafico 11. Andora: spesa pro capite (fonte Istat 2011).

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Un dato significativo riguarda il numero di auto, addirittura al 6° posto in Liguria. Ad Andora si registrano ben 4642 auto e 1677 motocicli. Il numero di auto per mille abitanti è addirittura di 608 unità, molto al di sopra della media ligure di 518 (dati riferiti al 2010, fonte PRA).

2.2 IL TESSUTO ECONOMICO L’economia andorese presenta da un lato caratteristiche tipiche dei paesi della costa ligure, fortemente orientati al settore turistico, e dall’altro alcune peculiarità, rappresentate in particolare dalla presenza, seppur ridimensionata rispetto al passato, di un settore agricolo ancora competitivo presente nella piana del Merula.

2.2.1 ll sistema produttivo Per analizzare il sistema produttivo di Andora sono stati presi in considerazione alcuni dati e indicatori elaborati da Unioncamere nell’Atlante della competitività delle Regioni e Province italiane. Le analisi territoriali sono state elaborate all’interno dei Sistemi Locali del Lavoro (SSL), aggregando unità amministrative elementari (Comuni) individuati sul territorio dalle relazioni socio-economiche1. Nel caso di Andora, il sistema locale comprende anche i Comuni di e , che effettivamente rappresentano un tutt’uno a livello economico e anche sociale. Su una popolazione totale di 8.345 persone (dato 2007) ed una popolazione in età lavorativa (con 15 anni o più) di 7.369 persone, gli occupati risultano essere 3.498, mentre quelli in cerca di occupazione 163. Il tasso di attività nell’area è del 49,7%, ben al di sopra del tasso italiano che si attesta intorno al 42%, mentre il tasso di disoccupazione è del 4,5%, più basso di quello registrato in Italia, del 6,1%. In relazione ai settori di attività, risultano prevalenti commercio e turismo: sui 2.242 addetti del territorio del SSL, il 44% sono impiegati nel settore turistico (alberghi e ristoranti) e nel commercio, il 27% nei servizi, il 21% delle costruzioni e l’8% dell’industria in senso stretto.

1 I sistemi locali del lavoro sono aggregazioni di comuni che derivano da una ricerca condotta da Istat e il Dipartimento di Economia dell’Università di Parma a partire dai dati relativi al pendolarismo dei componenti delle famiglie per motivi di lavoro ricavati dagli appositi quesiti posti nel Censimento Generale della Popolazione del 2001. L'obiettivo di base è la costruzione di una griglia sul territorio determinata dai movimenti dei soggetti per motivi di lavoro; l'ambito territoriale che ne discende rappresenta l'area geografica in cui maggiormente si addensano quei movimenti. http://www.unioncamere.gov.it/Atlante/

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Grafico 12. Addetti per settore economico (2007, Atlante della competitività, Unioncamere)

L’Atlante Unioncamere riporta inoltre la quantificazione del valore aggiunto ai prezzi base del settore, indicatore utile per analizzare il sistema economico locale, inteso come l'aggregato che consente di apprezzare la crescita del sistema economico in termini di nuovi beni e servizi messi a disposizione della comunità per impieghi finali2. Anche in questo caso, il settore dei servizi risulta la fonte principale nella produzione di ricchezza per il territorio. Su un valore aggiunto ai prezzi base totale di 144 milioni di euro (dato 2005), il 77% proviene dai servizi, il 19% dall’industria ed il 4% dall’agricoltura e dalla pesca.

Grafico 13. Valore aggiunto ai prezzi base (2005, Atlante della competitività, Unioncamere)

2 E' l'ammontare complessivo del valore aggiunto prodotto da tutte le imprese della provincia nell'anno di riferimento. Il valore aggiunto è inteso come la risultante della differenza tra il valore della produzione di beni e servizi conseguita dalle singole branche produttive ed il valore dei beni e servizi intermedi dalle stesse consumati (materie prime e ausiliarie impiegate e servizi forniti da altre unità produttive). Corrisponde alla somma delle retribuzioni dei fattori produttivi e degli ammortamenti. E' calcolata al costo dei fattori.

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2.2.2 Il tessuto imprenditoriale Il tessuto imprenditoriale di Andora risulta piuttosto ricco e variegato. Nel 2010 ad Andora sono state registrate un totale di 1.185 unità locali, circa il 2% in meno rispetto al 2009 (quando erano 1.215). Nel corso degli ultimi anni il dato relativo alle unità locali è rimasto pressoché stabile, evidenziando una sostanziale tenuta del settore produttivo.

Grafico 14. Unità locali attive (Fonte: Camera di Commercio di Savona)

Per quanto riguarda la classificazione delle unità locali per settore di attività economica, nel 2010 la maggior parte risultano concentrate nelle costruzioni, nel commercio all’ingrosso e al dettaglio, nell’agricoltura e nelle attività di alloggio e ristorazione.

Grafico 15. Unità locali attive per settore di attività (2010, Fonte Regione Liguria).

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L’andamento del numero di unità locali nel periodo 2008-2011, evidenzia alcuni cambiamenti, che possono essere interpretati come mutamenti congiunturali del sistema produttivo andorese. Alcuni settori economici hanno visto aumentare il numero delle unità locali, si pensi alle attività dei servizi di alloggio e comunicazione passate da 113 nel 2008 a 136 nel 2010 (+20%), o alle attività finanziarie e assicurative, che sono passate da 18 a 20 (+11%). Per contro, in altri settori sono state registrate contrazioni significative. Nelle attività manifatturiere le unità locali sono passate da 109 nel 2008 a 88 nel 2010, con una diminuzione del 19%, nell’agricoltura e pesca si è passati da 158 unità locali del 2008 alle 140 del 2010 (-11%) e nel trasporto e magazzinaggio da 20 a 24 nel 2010 (-17%). La contrazione maggiormente significativa è stata tuttavia registrata nelle attività immobiliari, dove le unità locali sono passate da 126 del 2008 a 79 del 2010, registrando un risultato negativo del 37%. Tale dato può essere interpretato in due direzioni, sia in relazione alla contrazione del settore dell’edilizia, che nel corso degli anni ha subito un rallentamento, sia in relazione alle norme stringenti sulle attività economiche previste nel Piano Urbanistico Comunale a tutela del tessuto commerciale del centro di Marina.

2010 2009 2008 (*) A Agricoltura, silvicoltura pesca 140 145 158 C Attività manifatturiere 88 92 109 D Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata 2 2 1 E Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento 3 4 F Costruzioni 297 302 290 G Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli e motocicli 255 261 258 H Trasporto e magazzinaggio 20 20 24 I Attività dei servizi alloggio e ristorazione 136 137 113 J Servizi di informazione e comunicazione 11 9 K Attività finanziarie e assicurative 20 18 18 L Attività immobiliari 79 80 126 M Attività professionali, scientifiche e tecniche 14 15 N Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese 27 31 P Istruzione 1 1 1 Q Sanità e assistenza sociale 5 4 5 R Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento 47 47 S Altre attività di servizi 35 35 77 X Imprese non classificate 5 12 7 TOTALE 1.185 1.215 1.187 (*) Classificazione ATECO 2002

Tabella 6. Imprese artigiane nel Comune di Andora (Fonte: Regione Liguria)

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Occorre infine analizzare l’andamento delle imprese artigiane, elemento di grande rilievo nell’economia locale. Nel corso dell’ultimo decennio si è assistito ad un crescita importante di tale tipologia di soggetti economici, che sono passati dalle 339 del 2000 alle circa 400 del 2009, con un incremento del 17%.

Grafico 16. Imprese artigiane attive nel Comune di Andora (Fonte: Sistema Statistico Regione Liguria)

Scomponendo il dato delle imprese artigiane per settori di appartenenza è possibile vedere come la forza del sistema artigianale andorese si sia sviluppata sul territorio soprattutto in relazione alle costruzioni edili, che nel corso dell’ultimo decennio hanno visto uno sviluppo importante per l’economia del territorio. Se nel 2000 le imprese artigiane attive nell’edilizia erano 183, dopo 9 anni sono diventate 239, registrando un incremento del 31%.

2.2.3 Il settore turistico Come già accennato, l'economia andorese si basa in gran parte sul turismo. A tal proposito le indicazioni inserite nel PUC del 2008 prevedono l’introduzione di un iter accelerato per la creazione di nuove strutture ricettive, agrituristiche, bed & breakfast nonché per l'ampliamento di quelle esistenti. Per quanto concerne la consistenza dei flussi turistici, gli arrivi nel 2009 hanno sfiorato quota 37 mila, mentre le presenze3 hanno raggiunto, sempre nello stesso anno, la cifra di 205 mila.

3 Il dato delle presenze turistiche è calcolato come n. di ingressi per i giorni di permanenza

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Grafico 17. Arrivi turistici ad Andora 2007-2010 (Fonte: Comune di Andora - * Dato parziale, fino ad agosto 2010)

La provenienza dei flussi evidenzia un peso dei turisti italiani del 70%. L’andamento degli arrivi e, in misura maggiore, delle presenze turistiche sul territorio risulta in lieve calo. Nel triennio 2007-2009 (i dati del 2010 sono parziali in quanto si riferiscono a soli 6 mesi) sia gli arrivi sia le presenze dei turisti italiani risultano in calo, mentre quelle degli stranieri sono aumentate, contribuendo a ridurre la perdita di flussi totali. Tale performance potrebbe avere un legame con la crisi economica in corso, percepita i differenti modi e a differenti livelli nei vari paesi.

Grafico 18. Presenze turistiche ad Andora 2007-2010 (Fonte: Comune di Andora - * Dato parziale, fino ad agosto 2010)

Analizzando infine le strutture ricettive, Andora conta in totale 14 alberghi, 5 residence ed un villaggio turistico, arrivando ad un totale di 20 strutture con una capacità di posti letto di 1.444, evidenziando una ricettività discreta ma migliorabile. Da notare come i 5 residence ed il villaggio turistico, rispetto ai 14 alberghi, contino insieme 680 posti letto, pari al 48% del totale.

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N. medio Strutture Numero Posti letto posti letto Alberghi 3 stelle 7 533 76 Alberghi 2 stelle 6 204 34 Alberghi 1 stelle 1 10 10 TOTALE ALBERGHI 14 747 53 Residence 5 408 82 Villaggi turistici 1 272 272 TOTALE STRUTTURE RICETTIVE 20 1.427 71 Tabella 7. Strutture turistico-ricettive del Comune di Andora (Fonte: PUC 2008)

In secondo luogo, il ridimensionamento dello sviluppo edilizio dovrebbe consentire lo sfruttamento del suolo a fini agricoli, favorendo nel contempo una ripresa del tessuto produttivo e soprattutto di attività dell’indotto. A tal proposito, la vasta area destinata nel PUC alle attività produttive potrebbe vedere l’insediamento anche di attività produttive legate alla trasformazione dei prodotti agricoli, in particolare di quelli più tipici (basilico, , olio, , acciughe), non solo della piana e delle coste andoresi, ma anche dei territori limitrofi. Tale possibilità trova un proprio punto di forza anche in relazione alla situazione economica internazionale che influisce negativamente sulla fiducia e sulla sostenibilità di investimenti produttivi nuovi, quali potrebbero essere quelli relativi al settore della nautica legata allo sviluppo del porto turistico. Ultimo elemento sul quale occorre fare una riflessione, in relazione allo sviluppo anche economico di Andora, è rappresentato dalla Qualità. La ricerca della Qualità, è sicuramente l’elemento distintivo dello sviluppo futuro dei nostri territori, che ormai sempre di più, devono rispondere a numerosi criteri legati alla tutela della salute dei cittadini, alla sostenibilità ambientale, alla razionalizzazione dei costi ed anche al mantenimento dell’immagine. Tutto ciò significa, quindi, qualità della vita, dell’ambiente, della socialità e culturale.

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2.3 QUADRO DI SINTESI DEGLI INDICATORI (Anno di riferimento 2011)

Totale popolazione: 7657 residenti Femmine: 52,2% Maschi: 47,8% Variazione % media annua (2005-2011): +1,42% 0-14 anni: 12% 15-64 anni: 62% oltre 65 anni: 26% età media: 46,5% Variazione % media annua (2005-2011): +1,42%

Indice di vecchiaia: 215,7 Indice di dipendenza strutturale: 61,3 Indice di ricambio della popolazione attiva: 209,3 Indice di struttura della popolazione attiva: 143, 3 Indice di carico di figli per donna feconda: 16,8 Indice di natalità: 6,8 Indice di mortalità: 11,4 Bilancio demografico: -35 saldo naturale; +54 saldo migratorio, +19 saldo totale

Reddito disponibile pro-capite: 19.127 euro Numero indice reddito disponibile (Italia=100): 108 Consumo complessivo pro-capite: 17.741 euro Numero Indice del Consumo (Italia=100): 114

Tasso di attività: 46,8% Tasso di occupazione: 62,5% Tasso di disoccupazione 5,5%

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2.4 IL CONTESTO URBANISTICO: PAESAGGIO E INFRASTRUTTURE Come è stato accennato, la conurbazione attuale della città di Andora non si è formata da un centro storico originario per espansioni successive, ma da piccoli nuclei di diversa valenza e importanza localizzati sia sulle zone pianeggianti che di crinale, un elemento questo costituisce una peculiarità. I primi insediamenti, legati all’attività agricola, avevano interessato il fondovalle del Merula e le sue pendici fino a spingersi sui versanti collinari più alti, senza però mai interessare le parti prossime alla costa. Negli ultimi 50 anni, in seguito alle bonifiche ed alla valorizzazione del fondovalle, il territorio di Andora è stato interessato da una grande espansione urbanistica, arrivando a raddoppiare il numero dei residenti. Da un’economia basata principalmente sull’agricoltura sviluppata nel suo ampio entroterra (pescheti, uliveti e coltivazioni varie) la città ha assunto progressivamente una sua identità turistica, a partire dagli anni Sessanta. Tale fenomeno si è verificato anche in conseguenza di un boom edilizio che ha visto la realizzazione di numerose nuove costruzioni, destinate in prevalenza alla popolazione non residente, contribuendo a quel fenomeno, tipico dei paesi costieri, di riempimento e saturazione del territorio durante la stagione estiva e conseguente svuotamento nel corso della bassa stagione. I maggiori flussi turistici si hanno nel bacino di utenza proveniente dal Piemonte, dalla Valle d'Aosta e dalla Lombardia. Il Comune di Andora ha approvato nel 2008 il Piano Urbanistico Comunale (PUC), nuovo strumento di pianificazione urbanistica che sostituisce il precedente Piano Regolatore Generale (PRG).

2.4.1 Il Piano Urbanistico Comunale del 2008 Il P.U.C. di Andora non prevede profonde trasformazioni del territorio o espansioni urbane di forte consistenza. Gli interventi che comportano un significativo aumento del carico insediativo vengono sviluppati prevalentemente negli ambiti di riqualificazione e consolidamento e solo marginalmente nei distretti di trasformazione (DTR). La pianificazione prevista si configura quindi in prevalenza come uno strumento urbanistico di assestamento del territorio urbanizzato, cercando di razionalizzare i processi di sviluppo urbano che si sono concretizzati negli ultimi decenni del secolo scorso, piuttosto che prevedere grandi scenari di trasformazione urbana al momento non sostenibili con uno sviluppo coerente delle risorse territoriali. Questa scelta di fondo si traduce in un’articolazione del territorio comunale ove gli ambiti di conservazione e riqualificazione prevalgono rispetto ai distretti di trasformazione: le azioni da prevedere sul territorio dovranno tendere alla razionalizzazione del costruito, piuttosto che ad incentivare ulteriore consumo di risorse territoriali.

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Risulta chiaro quindi come gli obiettivi che lo strumento urbanistico si prefigge vadano nella direzione di uno sviluppo dell’edificato caratterizzato da un’evidente inversione di tendenza rispetto al passato: meno seconde case ed una maggiore offerta di prime case accessibili ai residenti (giovani coppie o lavoratori che esercitano la loro attività nel territorio comunale), attraverso l’individuazione di nuove aree per l’edilizia convenzionata o a canone moderato. La riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, dei territori parzialmente urbanizzati e delle aree dove è prevista nuova espansione dovrebbe avvenire attraverso interventi volti a migliorare complessivamente la qualità della vita e dell'abitare. La descrizione fondativa del PUC individua quei luoghi che hanno caratteri omogenei, sia dal punto di vista storico, sia dell’identità morfologica e socio-economica. Infatti, la definizione di questi ambiti implica il riconoscimento dei caratteri da tutelare, evidenziati nelle analisi morfologiche e negli approfondimenti di livello puntuale, anche attraverso la sostituzione di attività oggi non più compatibili con le caratteristiche urbane del contesto in cui si trovano. Questi orientamenti trovano le loro basi in quelli che sono gli elementi caratterizzanti sui quali è costruito l’impianto del PUC: - la tutela e valorizzazione degli elementi naturali e dell'identità storica e culturale del paesaggio; - la rivitalizzazione del rapporto costa/entroterra; - la riqualificazione degli insediamenti dell’entroterra e la valorizzazione delle identità delle comunità locali, perseguendo un miglioramento del livello di qualità della vita; - la riorganizzazione dei settori produttivi e delle potenzialità innovative presenti sul territorio, con particolare riferimento al turismo e all’agricoltura; - il riassetto delle reti infrastrutturali; - la riqualificazione e il potenziamento dei servizi anche con interventi mirati a sviluppare ed incrementare le attività sportive e del tempo libero, con particolare riferimento ai giovani; - la messa a punto degli strumenti di governo del territorio in grado di garantirne l'operatività e l'efficacia.

Tutti gli interventi individuati dovranno quindi “concorrere alla riqualificazione del sistema insediativo esistente, dell’assetto territoriale nel suo insieme ed alla prevenzione e al recupero del degrado ambientale” (Descrizione fondativa, PUC). Come elemento di primo piano è presente il tema della tutela ambientale, da perseguire attraverso la razionalizzazione degli sprechi ed il risparmio energetico, obbligando le nuove costruzioni alla realizzazione di vasche per la raccolta delle acque piovane; e l’introduzione di una norma che consenta agli immobili esistenti ed a quelli che verranno un ampliamento condizionato al risparmio energetico e/o alla produzione di energia alternativa. Lo scenario individuato dal PUC vede un territorio con una superficie totale pari a 31,61 kmq sul quale insiste un peso insediativo di circa 7.200 abitanti, con una ed una densità di 225 abitanti/ kmq.

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Figura 2. Vista aerea del territorio comunale

E’ interessante sottolineare come la Descrizione Fondativa del PUC, il documento che descrive lo stato di fatto, o, per meglio dire, “il punto di partenza”, mette in luce alcune considerazioni di base circa il peso insediativo di Andora. Partendo dai volumi di costruito (stock) e dividendo la volumetria complessiva per una media di 80 mc/abitante, viene calcolato che il numero di abitanti teorici insediabili sul territorio comunale sarebbe di circa 37.200 unità, con una densità di 1.177 abitanti/kmq. Un dato che mette in luce l’elevato peso delle seconde case e degli “abitanti fluttuanti”, pari a circa 30 mila persone, evidenziando una popolazione teorica complessiva (residenti più fluttuanti) pari a circa 38.000 unità. Occorre pertanto evidenziare come i residenti rappresentino il 20% della popolazione teorica complessiva. In tal senso, la scelta strategica di fondo del P.U.C. va nella direzione di “ribaltare il rapporto residenti/fluttuanti individuando interventi edilizi di nuova edificazione che favoriscano prevalentemente la prima casa”. Infatti, rispetto ai circa 3.300 nuovi abitanti previsti, almeno il 60% dovrebbe andare ad incrementare il numero dei residenti e soltanto il 40% quello degli abitanti “fluttuanti”, arrivando ad un peso insediativo totale di circa 40.800 unità (+9% rispetto a quello attuale). Viene previsto che almeno il 60% delle nuove superfici residenziali vengano destinate alla prima casa, di cui circa il 15% ad interventi di edilizia residenziale pubblica convenzionata e/o agevolata, al fine di soddisfare la forte domanda di prima casa per i redditi medi e medio-bassi che certamente non possono accedere al mercato dell’edilizia libera, che ormai ha raggiunto valori di mercato non più alla portata del ceto medio. Nel settore produttivo invece, il PUC prevede superfici per attività pari a circa 61.500 mq. nelle quali potranno insediarsi circa duecento nuove aziende artigianali di medie dimensioni. Vengono di seguito evidenziati i principali interventi di sviluppo urbanistico previsti dal PUC in vigore, suddivisi in relazione ai differenti ambiti (conservazione, completamento, trasformazione).

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L’ambito di conservazione del PUC è unico e riguarda il nucleo di Castello posto ad est nel territorio comunale, su un promontorio di crinale, ben visibile sia da Pian Grande, sia dai principali punti di vista panoramici del territorio. Annessa all’area vi è la zona archeologica, di notevole pregio, con la chiesa di SS. Nicolò e Sebastiano, la chiesa di SS. Giacomo e Filippo e il Castello. All’interno dell’ambito non sono ammessi interventi di nuova edificazione, ma esclusivamente interventi limitati alla manutenzione (in assenza di Piano Urbanistico Operativo - PUO) o restauro conservativo e ristrutturazione (in presenza di PUO). Per quanto riguarda invece gli ambiti di conservazione urbana, deve innanzitutto essere menzionata la riqualificazione del fronte mare e della foce del torrente Merula, di elevato valore paesistico sia per il posizionamento sia per l’esistenza di una estesa pineta. L’intervento prevede la realizzazione di un parco urbano attrezzato con relativa viabilità pedonale in proseguimento della passeggiata a mare esistente lungo la via Aurelia, all’interno della pineta e lungo l’argine del Merula. Al posto dell'Hotel Lido, abbattuto nel 2010 e trasferito sull’area comunale “Ex Colonia d’Asti”, è prevista la realizzazione di una terrazza sul mare e di un’area verde con piantumazione di palme, mentre tra l'area verde e la spiaggia sono previsti percorsi pedonali e ciclabili illuminati. Nella parte ovest troverà inoltre attuazione (in base alla norme del PUC) la riqualificazione dell'ex complesso "Ariston", mediante la completa demolizione dell’attuale manufatto e la ricostruzione, a destinazione sia residenziale sia alberghiera, di due corpi trasversali rispetto alla Via Aurelia, in modo da garantire una migliore visibilità verso il mare. A carico dei privati attuatori dell'intervento vi sarà, inoltre, la realizzazione di un parco verde pubblico e la completa costruzione della passeggiata che collegherà il tratto che oggi termina all'ex Albergo Lido, con la passeggiata di ponente anche mediante al costruzione di un ponte in legno mobile che consentirà l'attraversamento del Torrente Merula.

Figura 3. Progetto definitivo del fronte mare (aree ex-Lido)

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Un ulteriore intervento ha riguardato la riqualificazione della zona di Largo Milano. Nel 2006 è stata inaugurata la Nuova Biblioteca che ha sede nella ristrutturata chiesa dei Canonici Regolari dell’Immacolata, che sorge accanto a Palazzo Tagliaferro, riaperto al pubblico il 16 maggio 2009 dopo i lavori di restauro. Entro la fine dell’estate sarà completata l’opera di riqualificazione dell’area esterna al Palazzo dove sorgerà un anfiteatro, un giardino all’italiana, due campi di bocce, un parco giochi per bambini e un giardino mediterraneo. Con un successivo intervento, verrà riqualificato anche il piazzale attiguo a Tagliaferro: al posto del parcheggio e della palazzina esistente verranno creati campi da basket e volley all’aperto ed un palazzo dello sport dedicato agli sport prettamente femminili. Per attuare quest’ultima parte del progetto, bisognerà attendere la costruzione della nuova casa comunale (in costruzione nell’area dietro alla Croce Bianca) dove saranno spostate le famiglie che ora risiedono nell’immobile che sarà demolito.

Figura 4. Progetto di riqualificazione di Largo Milano

Per quanto riguarda gli ambiti di completamento, il PUC ha individuato 21 ambiti di dimensioni differenti tra i quali occorre anzitutto menzionare il recupero della tenuta di Stampino, comprendente la Villa, di origine tardo settecentesca, nonché l’insieme dei manufatti pertinenziali e delle sistemazioni del terreno agricolo e boschivo, che costituiscono un unicum territoriale di importanza storica e di estremo valore culturale. La rete dei percorsi interni alla tenuta ha uno sviluppo di circa 25 Km. Con l’obiettivo di migliorare ed accrescere l’offerta turistica, l’intervento prevede il recupero del complesso architettonico e di tutta la sistemazione paesaggistico-ambientale che lo circonda e la trasformazione in parco urbano con ingresso a pagamento, con la possibilità di attuare una serie articolata di interventi riconducibili ad un disegno unitario. Nello specifico il PUC prevede: - un’area di 1 milione di mq. da destinarsi a parco urbano dove svolgere attività all’aria aperta (maneggio, trekking, attrezzature per attività sportiva e ricreativa e campi da gioco); - un albergo da realizzarsi nella villa storica; - un villaggio turistico con 35 bungalow e 85 piazzole;

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- due nuclei, di cui uno da destinare a finalità turistico-ricettivo (Residenza Turistico Alberghiera - RTA) e residenziale ed uno esclusivamente residenziale.

Tra gli altri ambiti di completamento i principali riguardano: - Via del Poggio, area attualmente in stato di abbandono e degrado, con la realizzazione di circa 4.500 mq. di superficie residenziale agibile, di cui 1.350 destinata all’Edilizia convenzionata e/o Edilia Residenziale Pubblica (ERP), 3.600 mq. di verde pubblico attrezzato e 900 mq. di parcheggi pubblici; - Vecchia Strada della Ferraia, zona di filtro tra la piana a produzione agricola intensiva e la zona collinare gravitante attorno Villa Stampino, con la realizzazione di circa 1.905 mq. di superficie residenziale agibile, 2.800 di verde pubblico attrezzato, 1.800 mq per la sistemazione e allargamento della vecchia strada per Ferraia e 900 mq. di parcheggi pubblici; - Molino (Ponente e Sud), con il completamento delle aree attigue all’insediamento di Molino Nuovo rispettivamente ai piedi del Nucleo di Duomo (nord) e l’ambito agricolo di Pian Grande (sud); - S. Bartolomeo sotto Sferisterio, con la realizzazione di circa 724 mq di nuova superficie agibile a prezzo convenzionato (edilizia convenzionata e/o E.R.P.); - Quattro ambiti di completamento nei quali realizzare edifici di edilizia residenziale pubblica.

Per quanto riguarda infine gli ambiti di trasformazione previsti dal PUC occorre menzionare due interventi in particolare, il primo orientato alla nascita di un’area dedicata alle attività produttive, mentre il secondo volto alla riqualificazione della zona compresa tra il nuovo tracciato ferroviario e l’autostrada. Il primo distretto di trasformazione (DTR1) riguarda la riqualificazione dell’area di Pian di Basole, di circa 80 mila mq. non insediata e non utilizzata a fini agricoli per la cattiva esposizione e la scarsa idoneità del suolo per la eccessiva vicinanza del torrente. E’ prevista la destinazione dell’area interamente a strutture produttive destinate sia alla piccola che alla media impresa artigianale (compresi laboratori, uffici, spazi espositivi, attività commerciali, depositi funzionali all’attività svolta). Nelle aree è espressamente vietato l’insediamento di attività legate alla grande distribuzione. Viene inoltre prevista la possibilità di ricavare superfici residenziali da destinare ad alloggio per il custode o il conduttore dell’azienda nella misura massima di 100 mq. di superficie per ogni azienda con almeno 1.000 mq. di superficie edificata.

DISTRETTO DI TRASFORMAZIONE DI PIAN DI BASOLE Superficie totale 78.018 mq.

Superficie coperta 19.504 Indice di copertura 0,25 100 mq. per ogni azienda con Superficie agibile residenziale almeno 1.000 mq di superficie

Tabella 8. Caratteristiche del distretto di trasformazione di Pian di Basole

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Il secondo Distretto di Trasformazione (DTR2) riguarda invece una vasta area che gravita intorno al sito dove sorgerà la nuova stazione ferroviaria (lungo il nuovo tracciato della linea ferroviaria Genova-), fortemente condizionato dalla presenza di attraversamenti infrastrutturali di rilevanza sovracomunale (autostrada e ferrovia) che incidono profondamente sul territorio. A monte del nuovo tracciato ferroviario, la presenza del viadotto autostradale ed in particolare degli imponenti piloni di sostegno ha di fatto impedito il permanere della funzione agricola che è stata nel tempo spontaneamente sostituita da quella dell’artigianato e delle piccole e medie attività produttive favorita anche dalla presenza di ampi spazi liberi, ben serviti dalla viabilità e sufficientemente lontani dal centro abitato. A valle della nuova ferrovia invece, tra il vecchio tracciato e le ultime propaggini della “città costruita”, è presente una vasta porzione di territorio oggetto di un piano particolareggiato di recente approvazione che consente ancora margini di trasformazione a servizio degli spazi ferroviari, immediatamente connessi con i flussi di passeggeri e merci. A tal proposito, il DTR è stato suddiviso in 4 sub-ambiti che riguardano: - la realizzazione di una serie di edifici nella parte più a sud, in corrispondenza dell’edificio del Municipio e l’individuazione di alcune aree a verde pubblico e a parcheggio pubblico nelle parti più a nord, in adiacenza con il nuovo tracciato ferroviario. In particolare sono previsti circa 5.500 mq. di nuova superficie a destinazione d’uso residenziale più circa 1.700 per l’edilizia convenzionata e 1.200 mq. da destinare ad attività turistico ricettive. Sono inoltre previste aree verdi, parcheggi ed nuova viabilità pubblica a servizio della nuova stazione e di collegamento con la viabilità esistente tramite una rotatoria. Le previsioni riguardano anche il riutilizzo dell’attuale tracciato ferroviario che, una volta dismesso, “dovrà essere riutilizzato come percorso pedonale pubblico attrezzato che eventualmente preveda l’uso di sistemi di mobilità pubblica automatizzati leggeri e non invasivi, né dal punto di vista paesaggistico né da quello dell’inquinamento acustico ed atmosferico” (si veda paragrafo successivo); - la realizzazione della nuova ferrovia, con le aree dei binari, e della nuova stazione; - la sistemazione degli ambiti in cui sono già presenti attività produttive di tipo artigianale, piccolo- industriale, commerciale, organizzate in modo occasionale su residuali percorsi agricoli, tramite un opportuno disegno della viabilità e l’uso di viali alberati lungo l’intero perimetro delle aree industriali al fine di isolare e quasi nascondere, rispetto al contesto urbano, i piloni autostradali ed il terrapieno ferroviario, imponendo anche a chi proviene da nord un accesso alla nuova ferrovia esclusivamente da sud.

2.4.2 Disposizioni per le attività turistico-ricettive Negli ultimi anni, inoltre, il Comune di Andora ha intrapreso una serie di iniziative volte alla tutela del litorale e della vocazione turistico-ricreativa della costa andorese, quali ad esempio il Progetto di utilizzo degli Arenili (PUA), come attuazione del Piano della Costa e del Piano di Utilizzazione delle aree Demaniali Marittime (PUD) della Regione Liguria. Lo strumento prevede la pianificazione degli interventi in grado di armonizzare le attività esistenti con l’ambiente ed il paesaggio, preservando in particolare la costa da edificazioni ulteriori e da intenti speculativi.

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Gli obiettivi del PUA riguardano in particolare: - tutelare e valorizzare i tratti di costa emersa e sommersa che rivestono un grande valore paesaggistico, naturalistico ed ambientale; - riorganizzare e riqualificare i tratti costieri costruiti; - difendere spiagge e scogliere dall'erosione marina; - incentivare la fruizione da parte di tutti delle spiagge e delle scogliere con finalità turistico ricreative;

Il Piano Urbanistico Comunale evidenzia la necessità di incrementare e riqualificare la dotazione di strutture turistico-ricettive. Secondo quanto emerso dalla relazione fondativa, le strutture esistenti non offrono un livello di servizi particolarmente elevato, essendo nella maggior parte dei casi di categoria medio bassa: il 30% dei posti letto è di esercizi a 1, 2, stelle; la categoria a 3 stelle copre il restante 70% (non esistono strutture a 4 e 5 stelle). Viene quindi previsto un processo di riqualificazione dell’offerta tramite un adeguamento delle strutture esistenti e la realizzazione di nuove strutture qualificate (almeno 4 stelle) di grande dimensione (circa 100 stanze), di cui una localizzata nell’ambito del bacino portuale, mentre nuove strutture di minori dimensioni potranno essere realizzate negli ambiti di conservazione e riqualificazione individuati dal P.U.C. Occorre inoltre sottolineare l’importanza assegnata all’elevata qualità del patrimonio naturalistico andorese il quale, partendo dall’ alta via dei monti liguri, “raggiunge aree di grande pregio vegetazionale, trame di insediamenti con preesistenze agricole storiche, terrazzamenti, monumenti storici significativi, in parte ancora da valorizzare e riscoprire”. Tale intervento dovrebbe rafforzare e sostenere un progetto turistico a forte valenza ambientale, retto sostanzialmente dal patrimonio edilizio esistente in termini di ville storiche collinari e strutture edilizie utilizzabili per fini agrituristici. In questa prospettiva va collocata l’azione più significativa che il P.U.C. individua nel settore del turismo: il recupero e la riqualificazione della Tenuta Stampino, delle sue immediate pertinenze e del parco circostante. Il PUC ha stimato una capacità ricettiva nel territorio comunale pari a circa 2.935 posti letto, destinando per le nuove superfici per la ricettività turistica in senso stretto (di tipo alberghiero) circa 32.800 mq., corrispondenti a circa 1.491 posti letto. La situazione attuale vede la presenza sul territorio andorese di un totale di circa 1.427 posti letto, distribuiti in 14 alberghi (747 posti letto), 5 residence (408 posti letto) ed un villaggio turistico (272 posti letto). Le norme stabilite prevedono, per tutta la vigenza del PUC, il divieto di trasformare sia le strutture turistico- ricettive esistenti sia quelle previste, ad esclusione degli alberghi, in residenze o in strutture ricettive extra- alberghiere. La possibilità di trasformazione in residenza di tali strutture, e di quelle assimilabili quali colonie, residence per anziani o residenze socio-sanitarie, viene concessa a condizioni piuttosto restrittive destinando il 50% delle residenze all’edilizia convenzionata4.

4 Il PUC condiziona la trasformazione in residenza alla sussistenza di almeno una delle seguenti condizioni: la realizzazione di una RTA o albergo, di categoria uguale o superiore, in altra zona del territorio comunale; non aver beneficiato negli ultimi dieci anni di incrementi di superficie o di finanziamenti pubblici; la dimostrazione tramite perizia dell’impossibilità tecnica di adeguare la struttura alla normativa in vigore; avere una procedura di fallimento in corso.

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Inoltre, gli alberghi, i residence e le strutture turistiche all’aria aperta (campeggi e villaggi turistici) esistenti, in qualunque zona siano essi collocati, avranno la possibilità di aumentare sino al 30% le superficie, secondo determinate condizioni. Le nuove strutture, siano esse residence o alberghi, dovranno innanzitutto essere separate rispetto alle residenze ed essere classificate almeno con 3 stelle, vietando espressamente il cambio di destinazione d’uso. Viene inoltre prevista la creazione di nuove strutture turistiche all’aria aperta di categoria non inferiore a 3 stelle.

2.4.3 Disposizioni per le attività commerciali Il PUC individua i centri storico-commerciali “tessuto urbanistico ed edilizio interno dotato di un elevato grado di omogeneità e localizzato in corrispondenza dei nuclei originari e delle aree urbane circostanti” e da una forte concentrazione di esercizi commerciali tradizionali, con attività a largo raggio. Vengono stabiliti limiti alle tipologie di vendita ed ai settori merceologici in relazione alle superfici massime degli esercizi; in particolare il PUC vieta espressamente l’insediamento, su tutto il territorio comunale, di nuove strutture di vendita, alimentare e non, di grandi dimensione.

Figura 5. Delimitazione delle zone commerciali di Marina (in verde il centro storico) e Molino Nuovo. (Fonte: Norme di settore - Allegati B-C)

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Con la finalità di preservare il tessuto commerciale, nelle zone commerciali di Marina (area rossa di Figura 5) e di Molino Nuovo, il Piano vieta:  il cambio di destinazione d’uso in residenziale dei piani terra degli edifici a carattere residenziale superiori a due piani e adiacenti alla strada, specificando che essi “devono avere esclusivamente destinazione artigianale consentita (salubre e non rumorosa), commerciale o studio medico/ufficio;  di utilizzare i locali al piano strada come magazzini scorte delle attività, destinando a tale scopo i piani interrati o i primi piani;  la destinazione commerciale o artigianale dei locali posti al primo piano.

Inoltre, per preservare la vocazione commerciale del centro storico, viene espressamente vietato l'insediamento al "piano strada" di specifiche tipologie di negozi, quali studi professionali (ad esclusione degli studi medici), di pubblici esercizi non diretti alla somministrazione, di agenzie immobiliari, agenzie d'affari, agenzie di intermediazione finanziarie, attività bancarie, phone center e sale giochi. Inoltre, nelle zone di maggior pregio del centro storico (Viale Roma, Piazza Santa Rita e in parte di Via Doria), le attività consentite vengono limitate a quelle tipiche dello shopping.

2.4.4 Sviluppo infrastrutturale La rete viaria di Andora è strettamente connessa con lo viluppo urbanistico relativamente recente, risultando ben organizzata e rispondente a criteri funzionali e moderni. La presenza di numerosi incroci regolati con impianti semaforici, alcuni dei quali ultimamente sostituiti da rotonde, rendono il traffico sull’intero territorio comunale piuttosto scorrevole. Come è stato sottolineato nella Relazione Fondativa del PUC, le problematiche legate al sistema viabilistico sono perlopiù derivanti dal sovraccarico dell’Aurelia nei periodi estivi, nonostante la situazione di Andora sia comunque meno critica rispetto ad altri Comuni. La viabilità rappresenta un elemento di valore dello sviluppo urbanistico di Andora, in quanto rispondente a criteri funzionali di recente concezione, basati sulle abitudini di mobilità moderne, legati all’uso dell’auto, al contrario di numerose località liguri e italiane (borghi storici), caratterizzate da un tessuto viario antico. Tuttavia è risaputo come l’estremizzazione di tale concezione, oltre a causare un aumento della congestione viaria, incrementa l’inquinamento, da quello atmosferico a quello acustico, contribuendo a diminuire la qualità della vita. Le criticità principali si verificano soprattutto in concomitanza dei periodi di maggior afflusso turistico ed in occasione di eventi particolari. Oltre agli stati di congestione della S.S.1-Aurelia, vi sono l’elevato numero di movimenti di attraversamento, generati dalla mobilità fra lo svincolo autostradale e le destinazioni/origini, in particolare Laigueglia e Alassio, ed il sensibile squilibrio tra la domanda ed offerta di sosta, dovuto anche alla prevalenza della sosta di lunga durata rispetto a quella di breve durata, che disincentiva la rotazione degli stalli. In tale ottica, tra gli impegni che l’attuale Amministrazione comunale ha assunto con i cittadini compare la ricerca, con gli Enti interessati, di una soluzione per la realizzazione del primario asse infrastrutturale, come prosecuzione dell'Aurelia Bis sino ad Andora.

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L’altro grande tema infrastrutturale della cittadina è sicuramente rappresentato dai lavori della nuova tratta Andora - San Lorenzo della linea ferroviaria Genova-Ventimiglia, nonché il completamento della tratta conclusiva Andora - . Lo spostamento della sede dell'attuale ferrovia, dovrebbe infatti consentire nei prossimi anni il ripensamento dell’intera Via Carminati, con un ridisegno che preveda l'allargamento in modo da poter realizzare nuovi parcheggi ed un percorso pedonale e ciclabile, collegato all'attuale percorso già esistente Santo Stefano-, dando l'opportunità di realizzare una delle piste ciclabili più lunga d'Europa.

La nuova linea ferroviaria nel comune di Andora RFI ha ormai da numerosi anni avviato i cantieri per il raddoppio della linea ferroviaria Genova-Ventimiglia, dando priorità ad alcuni lotti funzionali, tra i quali compare la tratta Finale-San Lorenzo al Mare che comprende anche il territorio di Andora. I lavori sono stati avviati e risultano fortemente in ritardo rispetto ai tempi previsti. Il completamento del raddoppio della tratta si svilupperà interamente a monte dell’attuale tracciato e verrà realizzato mediante due fasi funzionali: la prima in corso di esecuzione, Andora-San Lorenzo, della lunghezza di circa 18,5 km e la seconda, in corso di progettazione, Finale-Andora, della lunghezza di circa 31,5 km. La tratta Andora-San Lorenzo si collega, lato ponente, alla tratta contigua a doppio binario San Lorenzo- Ospedaletti, attivata all’esercizio ferroviario nel settembre 2001 e, a levante, alla linea esistente in prossimità della stazione di Andora verso Genova, in corrispondenza dell’attuale ponte Il nuovo tracciato assicura un notevole incremento delle prestazioni della linea ferroviaria rispetto alla precedente. Infatti, le curve con raggio minimo di 2.000 metri e la pendenza massima contenuta entro il 3 per mille permettono un aumento della velocità dei treni dagli attuali 80-90 km/h a 200 km/h e una sensibile riduzione dei tempi di percorrenza. Il raddoppio assicura anche una maggiore regolarità e sicurezza della circolazione ferroviaria. La collocazione della nuova stazione di Andora, oltre che conseguenza diretta del nuovo tracciato ferroviario in variante all’attuale linea, tiene conto dell’assetto viario, nonché degli insediamenti abitativi ed industriali dell’area e si inserisce tra l’attuale attraversamento del torrente Merula e la nuova galleria Collecervo. La realizzazione della stazione è prevista nella posizione definitiva congruente con l’assetto che il tracciato assumerà con il completamento del raddoppio verso Finale Ligure. Il progetto della stazione prevede la realizzazione di due fabbricati distinti, disposti a “L”. Tra i due edifici si individua una piazza pedonale dove verrà attestata la fermata degli autobus e uno spazio di parcheggio veloce, il cosiddetto Kiss and Ride, ossia approccio rapido ai treni.

Figura 6. Progetti della nuova stazione ferroviaria di Andora

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Figura 7. Raddoppio della tratta Andora-S. Lorenzo al Mare (Fonte: RFI S.p.A.)

Ulteriore elemento di sviluppo per il territorio è certamente rappresentato dal porticciolo turistico. Dal momento che è stata riscontrata un'offerta notevolmente inferiore alla domanda, è stata avanzata la possibilità di ampliare il porto tramite il ricorso al capitale privato (mantenendo l'attuale struttura pubblica sotto la gestione della società comunale AMA S.p.A.,) con un'eventuale concessione di costruzione e gestione per gli anni necessari onde consentire l'accoglienza delle imbarcazioni superiori ai 40 metri. Secondo quanto analizzato, tale possibilità, oltre ad avere un impatto minimo (non si va a creare un nuovo porto), rappresenterebbe una grande opportunità per lo sviluppo della nautica e dell'indotto. Per quanto riguarda il porto inoltre, è prossima la realizzazione delle opere a terra previste e già approvate in conferenza dei servizi quali l'Albergo, l'RTA, i negozi, la sala conferenze, il mercato ittico, la passeggiata dalla terrazza sul mare all'interno del porto. Dovrebbe inoltre essere presa in considerazione al possibilità d'utilizzo, anche pubblico, della piscina prevista all’interno dell’albergo, tramite una eventuale convenzione con la struttura ricettiva.

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3 ANALISI QUALITATIVA

3.1 Introduzione L’indagine qualitativa che ha segnato la seconda fase della ricerca sul campo ha permesso di approfondire, completare e analizzare i dati secondari e le informazioni reperite nell’analisi di sfondo. L’intervista agli stakeholder si inserisce infatti in un’area del percorso di ricerca preliminare o centrale, al fine di far emergere gli aspetti essenziali della realtà sociale, acquisendo così non soltanto dati, ma anche le scelte, il vissuto, nonché le relazioni esistenti all’interno di specifici settori al fine di orientare al meglio il successivo percorso di ricerca. I settori di approfondimento sono stati scelti in accordo con il Comune, confermando quindi la tendenza, evidenziata ormai da tempo dalla letteratura scientifica di riferimento, di approfondire anche tutte quelle scelte che consapevolmente ed inconsapevolmente sono state oggetto di interesse nella scelta degli stessi interlocutori privilegiati (Majone-Wildavsky,1978): individuare una serie di soggetti che siano informati e ritenuti idonei e quindi invitati ad una riflessione mirata sulle caratteristiche della città, sapere quali siano le persone che meglio di altre conoscono uno spaccato specifico del comparto economico piuttosto che sociale, significa al contempo conoscere il proprio territorio e le persone che vi abitano. L’analisi degli stakeholder effettuata quindi in modo allargato tra il gruppo di ricerca in senso stretto e le diverse figure interne all’Amministrazione Comunale, ha messo in luce da un lato i settori di analisi ritenuti più rilevanti, e quindi le figure di riferimento relativamente alle cariche istituzionali ricoperte, ma ha altresì voluto considerare la rappresentazione concreta di punti di vista diversi, sia per età, che per esperienza pregressa. L’obiettivo fondamentale era infatti quello di riconoscere le figure chiave che potessero fornire una visione più articolata possibile rispetto agli attori dello sviluppo di Andora. Definiti gli stakeholder da intervistare attraverso un piano di campionamento sociologico (Palumbo- Garbarino, 2006), è stata costruita, sempre in accordo con l’amministrazione comunale di Andora, la traccia di intervista che, attraverso uno schema non direttivo, potesse sollecitare gli interlocutori a riflettere sulla realtà di Andora, sulle sue dinamiche sociali, sulle sue realtà e potenzialità di sviluppo socio-economico. La traccia di intervista si è rivelata ottimale e ha permesso quindi un fluire di domande abbastanza flessibili, ma in grado di permettere un unico criterio di studio in fase di analisi dei dati (Bichi, 2007). La dimensione discorsiva del racconto per sollecitare la riflessività nell’interlocutore ha avuto un ruolo chiave non soltanto in questa fase della ricerca, ma nel corso dell’intero percorso di analisi perché uno dei bisogni essenziali di Andora, come si è visto e come verrà ripreso nelle conclusioni, è proprio quello di riconoscersi, di ritrovarsi in una narrazione. Come infatti sosteneva Geertz già nel 1962 “il pensiero umano è fondamentalmente sia sociale sia pubblico (…) Il pensare infatti non consiste in “avvenimenti nella testa”, ma nel traffico di quelli che sono stati chiamati da G.H. Mead ed altre, simboli significativi”. L’uomo necessita di queste fonti simboliche di illuminazione per trovare la sua strada nel mondo”. Il Comune di Andora ha contattato in via preliminare gli stakeholder, che sono stati poi intervistati dal gruppo di ricerca. La risposta da parte degli intervistati è stata fin da subito molto positiva e ha permesso di effettuare tutte le 21 interviste in un tempo piuttosto breve.

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Tra Operatori Economici figurano gli Agricoltori, i Bagni Marini, gli Albergatori, le Agenzie Immobiliari, i Commercianti, gli Artigiani, la Cantieristica, le Associazioni di Via, gli Edili, mentre tra le Associazioni di volontariato sono state effettuate interviste ad associazioni di carattere sanitario, che sociale e sportivo. Tutti gli altri stakeholder istituzionali sono compresi tra le Altre Istituzioni. La traccia di intervista è stata suddivisa in due parti: nella prima si è cercato di riflettere su tre categorie di concittadini, i giovani, gli adulti e gli anziani, per conoscerne le dinamiche, le caratteristiche, i tratti distintivi rispetto ad altre realtà sociali conosciute dall’interlocutore; nella seconda parte invece si è tentato di sollecitare la riflessione sui più importanti servizi pubblici (trasporti, impianti sportivi, scuole, cultura, assistenza, servizi all’impresa e edilizia privata), quindi non soltanto i servizi strettamente comunali, ma più in generale tutto quanto attiene alla vita pubblica dei cittadini, alla loro percezione di capacità e di opportunità forniti dal territorio andorese.

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Traccia di intervista

Giovani, adulti e anziani i giovani ? (Come passano il tempo libero, che interessi hanno, come rispondono alle iniziative a loro dedicate, che valori hanno). Quali fabbisogni hanno secondo lei? E quali risorse possono mettere in campo (oppure a disposizione della comunità)? gli adulti? Che caratteristiche hanno? (Come passano il tempo libero, che interessi hanno, come rispondono alle iniziative a loro dedicate, che valori hanno, che occupazione hanno). Quali fabbisogni hanno secondo lei? E quali risorse possono mettere in campo (oppure a disposizione della comunità)? gli anziani? Che caratteristiche hanno? (Come passano il tempo libero, che interessi hanno, come rispondono alle iniziative a loro dedicate, che valori hanno, che occupazione hanno). Quali fabbisogni hanno secondo lei? E quali risorse possono mettere in campo (oppure a disposizione della comunità)?

Vorremmo una sua opinione sui servizi pubblici: Trasporti (su gomma, ferroviari) Impianti sportivi Scuole Cultura Assistenza (anziani, disabili) Servizi all’impresa Edilizia privata

Le interviste sono state effettuate nel mese di dicembre 2011, direttamente dai quattro membri del gruppo di ricerca, e sono state suddivise secondo le competenze degli stessi, in modo da favorire quel clima di co- costruzione e di continuità tra atteggiamento naturale e atteggiamento scientifico, senza fratture à la Schutz (1997). Si è cercato quindi di coinvolgere gli intervistati nella fase di co-produzione dei giudizi in merito agli argomenti trattati e, contemporaneamente, di approfondire quel processo mentale con il quale il testimone qualificato esprime e/o formula tali opinioni (Niero, 2008).

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La presentazione dei risultati delle interviste segue lo schema classico in cui si riportano fedelmente stralci di parti di intervista, in modo da mantenere lo schema narrativo e non alterare il materiale rilevato e cercando così di trasmettere al lettore in modo fedele le riflessioni degli intervistati5. Inizialmente viene sviluppato il tema grazie a una riflessione del ricercatore che, grazie allo stralcio di intervista, tenta di descrivere lo scenario che emerge dalle conversazioni. Ogni tema è stato poi ricostruito graficamente attraverso una mappa concettuale che sintetizza dal lato destro le macro-tematiche oggetto di opinioni positive, mentre a sinistra i giudizi più negativi.

3.2 L’analisi qualitativa

3.2.1 I giovani I giovani andoresi, nel racconto degli intervistati, sono ragazzi tranquilli, con la testa sulle spalle e molto sportivi: uno scenario che sembra quasi uno spot pubblicitario, ma questo è il riepilogo, seppur stringato, di come i giovani ad Andora siano valutati dai loro concittadini.

3.2.1.1 Lo sport Lo sport appare come l’attività di svago preferita, data anche la grande quantità di strutture e di possibilità di praticare le più diverse discipline. Ad Andora si possono infatti praticare quasi tutti gli sport: calcio, pallacanestro, pallavolo, bicicletta, pattinaggio, bocce, danza, karate, vela, windsurf, immersioni, e così via.

La situazione sportiva per i giovani è piuttosto dinamica. I ragazzi ed anche gli adulti hanno la possibilità di scegliere lo sport che più gli interessa: pattinaggio artistico, pallone elastico, etc, le associazioni sportive sono molte e il palazzetto dello sport dà la possibilità a tutti i svolgere lo sport che desidera. (AV3)

Una pluralità delle associazioni sportive che rivela una prima timida polemica rispetto al fatto che esiste una eccessiva atomizzazione delle società:

“Ci sono molte società sportive. Direi che questa è proprio una delle caratteristiche di Andora. I ragazzi fanno soprattutto calcio, ma anche basket e volley. Ci sono ben due società di pattinaggio e mi sembrano decisamente troppe, ma vabbè lasciamo perdere. Poi c’è la danza, il karate, il tennis e chi più ne ha più ne metta. Il calcio è il più praticato, ma anche gli altri sport hanno seguito.” (AV2)

Nonostante l’offerta sportiva sia vasta, non tutti concordano sulla qualità degli spazi e degli orari: due aspetti fortemente legati tra loro, avere spazi limitati significa concentrare in poche ore di punta del giorno diversi sport, con la conseguente penalizzazione di alcuni sport rispetto ad altri. Ciò non accade invece per quelle attività sportive che hanno uno spazio dedicato come avviene per il calcio e per la corsa ciclistica.

5 Gli intervistati sono stati suddivisi in AV (associazioni di volontariato e sportive), OE (operatori economici), AI (altre istituzioni).

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“Qui c’è solo un palazzetto e un campo da calcio. A dire il vero scelta ce n’è ma le strutture sono poche (ad esempio la pista di pattinaggio avrebbe bisogno di lavori perché ci piove dentro). Gli orari sono assurdi perché, essendo tante società a alternarsi, si vanno a coprire orari che non sono adatti allo sport.” AV1

3.2.1.2 La scuola Ai giovani andoresi mancano i luoghi di svago, ritrovi al di fuori dei contesti strettamente sportivi. Molti rivelano la necessità di favorire la realizzazione di luoghi di aggregazione o di ritrovo, per evitare la “fuga” verso località limitrofe che sembrano offrire di più:

Andora è poco stimolante, mancano i divertimenti: i giovani vanno ad Alassio o per divertirsi, non rimangono mica qui. (OE2)

Il fatto che i giovani si incontrino soprattutto ad Alassio o a Imperia è tuttavia favorito dal fatto che ad Andora non ci sono istituti scolastici superiori e quindi, a partire dalla conclusione della scuola dell’obbligo, devono necessariamente spostarsi verso altre città e quindi inserirsi fra gruppi di pari che provengono da luoghi diversi.

“Fino alle scuole medie inferiori c’è un buon livello di aggregazione, dopo con l’entrata alle superiori i giovani tendono a spostarsi verso le città vicine che offrono maggiori possibilità di svago sia in ambito sportivo (nuoto nell’albenganese) che ricreativo (Alassio per il giro per negozi e locali).” (OE3)

I giovani non rimangono in città, anche solo per fare un giro per negozi si spostano ad Alassio, le amicizie poi nascono in ambito scolastico e non avendo istituti scolastici di istituti superiori instaurano amicizie prevalentemente fuori dal comune.” (AV4)

La mancanza di istituti secondari superiori viene vissuta come un problema non soltanto per la costruzione dell’identità sociale dei giovani andoresi, ma anche in riferimento alle potenzialità di promozione del volontariato, della cultura della cittadinanza e della costruzione del capitale sociale che in quel quinquennio potrebbe rivestire un ruolo importante:

I giovani di Andora fanno tanto sport, ma poco volontariato. È difficile coinvolgerli e in effetti forse avremo dei problemi di ricambio. Un problema che abbiamo è che non avendo scuole superiori ad Andora è difficile fare promozione. Andiamo alle Medie che è già qualcosa, ma ci manca la fascia di giovani che potrebbe essere più sensibile poi a venire qui alla Croce Bianca. AV1

La mancanza di istituti scolastici superiori viene vissuta in modo problematico, ma in compenso le scuole di ordine inferiore sono belle e percepite come un’istituzione positiva, un punto di riferimento importante. Le strutture sono state giudicate positivamente da tutti gli interlocutori.

I genitori hanno la possibilità di iscrivere i propri figli nell’asilo comunale che funziona particolarmente bene, appena aperto aveva già raggiunto il massimo delle iscrizioni, così come le scuole dell’obbligo. (OE10)

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Le stesse figure coinvolte direttamente nella scuola sembrano particolarmente orgogliose e motivate:

“La scuola, come vede, è molto bella, abbiamo i pannelli solari, delle aule ampie, un giardino degno di questo nome, ma anche un corpo docente motivato, che cerca di fare del suo meglio, poi chi più chi meno, ovvio. I ragazzi vanno bene…” AI1

3.2.1.3 I trasporti La necessità di spostarsi per frequentare le scuole superiori o l’Università mette in evidenza una delle problematiche più urgenti e considerate come rilevanti da tutti gli interlocutori: i trasporti pubblici. Per i giovani la scelta negli spostamenti è tra gli autobus di linea e le ferrovie. I treni, che potrebbero risultare una scelta appetibile, sono tuttavia scarsamente utilizzati a causa degli orari del tutto non congrui con quelli di entrata a scuola:

Per i giovani la mattina è un dramma, non ci sono treni che li portino in orario a scuola, ne tantomeno autobus: i pochi bus che ci sono arrivano in ritardo oppure sono già stracolmi prima ancora di arrivare ad Andora. (OE1)

Pensando invece di usufruire degli autobus di linea il problema principale è il sovraffollamento: accade spesso che i pullman arrivino ad Andora già colmi di persone, dal momento che essa è l’ultima fermata della linea che copre la provincia di Savona (e quindi anche l’ultima della provincia di Imperia). Tra le due aziende di trasporti provinciali spesso non c’è coordinamento e chi arriva dalla zona est di Andora e deve recarsi ad Imperia, ad esempio, non riesce a trovare coincidenze convenienti. Il risultato è che molti giovani devono farsi portare a scuola dai propri genitori e, come si vedrà, ad Andora il mezzo di trasporto utilizzabile per gli spostamenti è essenzialmente l’automobile.

Sarebbe il caso di chiedere come mai la RT e la TPL non riescano a mettersi d’accordo, perché non si riesca a coordinare i bus. Le due società non si parlano ed il risultato è che Andora è l’ultima stazione per entrambe le tratte percorse dagli autobus delle due società, questa situazione crea una serie di disservizi notevoli. ( OE5)

3.2.1.4 Il capitale sociale e la devianza giovanile Se si esclude lo sport, ad Andora l’associazionismo non sembra essere particolarmente sviluppato: le associazioni di carattere culturale o ambientale praticamente non esistono (o non hanno natura giuridica tale da essere state inserite nell’Albo Regionale), scarseggia di fatto una vita sociale costruita da loro o per loro. Il volontariato in particolare è concentrato in alcune grandi organizzazioni, ben strutturate e frequentate attivamente, ma la presenza giovanile sembra scarseggiare. Il problema, come si è visto, della mancanza di istituti scolastici superiori, ma anche la scarsa capacità di innovazione sociale fanno sì che i giovani andoresi siano poco protagonisti del loro presente e progettino poco per il futuro al di là delle questioni di carattere strettamente individuale:

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Vanno bene gli impegni nel volontariato quando richiedono poco tempo. La Chiesa non avvicina a queste cose, dopo la Cresima i giovani scappano e nessuno fa niente per coinvolgerli, per spiegare che cos’è il bene comune ecc. (AV1)

L’individualismo diffuso sembra essere un tratto della società contemporanea che ha coinvolto molto profondamente anche la città di Andora ed è per questo che stenta a crescere un senso di appartenenza che sfocia nella costruzione di capitale sociale:

“Non c’è bisogno di grandi gesti, ma di continuità, di costanza e questo manca per via di quello che dicevamo prima, cioè che prima viene il mio benessere ecc. questa è una città dispersiva, in cui è difficile trovarsi e aggregarsi.” (AV7)

Nonostante uno scarso radicamento culturale e in una realtà dove il volontariato coinvolge più gli adulti dei ragazzi, i giovani andoresi vivono nel rispetto della legalità: la devianza giovanile è scarsamente rilevata e nessuno percepisce problematiche specifiche in merito alla sicurezza o alla microcriminalità:

C’è qualche ragazzo che fuma delle droghe leggere: in genere sono ragazzi un po’ sbandatelli che non studiano o non lavorano, ma non è nulla di preoccupante (AI2)

3.2.1.5 L’occupazione giovanile Il problema dei giovani, secondo la maggior parte degli interlocutori, è il lavoro: nonostante si tratti di una città in cui la vita fluisce tranquilla e serena offre poco in termini di occupazione giovanile:

Ecco forse l’unico problema che mi viene in mente è il lavoro per i giovani; in effetti fanno fatica. (OE3)

Al di là dei lavori stagionali, e in cui la stagione turistica diviene sempre più ristretta in termini temporali, i giovani si trovano costretti a rimanere senza lavoro e di fatto sono gli unici a sentire in modo più netto gli effetti della crisi economica:

La crisi la sentono soprattutto i giovani: è dura per loro perché da queste parti non si trova tanto lavoro per loro, al di là ovviamente di quello estivo, stagionale. (OE4)

Di fatto quindi, la prospettiva per i giovani sembra essere o quella di spostarsi oppure di mantenersi in una situazione di precarietà e stagionalità del lavoro:

Sono quasi certo che i giovani con l’entrata all’università perdono la voglia di stare ad Andora e nella ricerca di un lavoro si spostino o restino nella città nella quale hanno frequentato l’Università, d’altronde la città non offre grandi sbocchi professionali. Anche il turismo, risorsa di rilievo per i cittadini andoresi, comincia ad essere in crisi e comunque è un lavoro legato alla stagionalità. (AV6)

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3.2.1.6 Il quadro di sintesi dei giovani

3.2.2 Gli anziani Mentre per i giovani la situazione appare piuttosto povera per tutte quelle attività culturali e di svago, Andora è da tutti riconosciuta come una città a misura di anziano, anche in ambiti in cui non vi è offerta per le restanti fasce della popolazione: sono infatti molte le iniziative, dall’offerta di servizi di supporto ed accompagnamento alle attività sportive.

“Gli anziani stanno bene: quasi tutti vivono in case di loro proprietà e hanno un piccolo orto. Spesso hanno degli appartamenti che affittano ai turisti, quindi i soldi non mancano.” (OE9)

D’altro canto gli anziani sono parte attiva della cittadinanza, sono infatti coloro che compongono le fila dei volontari nelle associazioni di volontariato locali, frequentano la biblioteca e i servizi offerti dal Comune. È importante sottolineare che se da un lato vi è una offerta consistente di servizi per questa fascia della popolazione, gli anziani stessi non sono solo coloro che usufruiscono passivamente dei servizi, ma si prodigano anche per fornirli.

“Forse gli anziani sono quelli che trovano il maggiore spazio nella città di Andora. Hanno diversi centri di aggregazione, come ad esempio le varie bocciofile, per non parlare del bocciodromo che funziona molto bene. Pensando ai locali di ritrovo mi viene in mente anche la sala da ballo Il Timone” (OE8)

In una città in cui lo sport è pratica condivisa, esistono una vasta gamma di attività a loro dedicate, dalla rieducazione motoria a sport di tipo agonistico comunque sempre nel rispetto dell’età, ma praticare uno sport significa anche frequentare luoghi di socializzazione e permettere una rinegoziazione del proprio ruolo all’interno della società ed evitare il fantasma della solitudine. Nonostante la vita quotidiana per le persone anziane ad Andora sia facilitata da molte agevolazioni e benefit, restano alcune problematicità relative alla lontananza del primo presidio medico utile.

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Gli anziani hanno tanti servizi e strutture. Manca però un poliambulatorio per i servizi medici. (AV2)

Gli ambulatori più vicini del servizio sanitario nazionale sono ad Albenga ed in orari prestabiliti, gli spostamenti da e per tali luoghi sono già di per se stessi complessi per la scarsità delle corse dei mezzi pubblici, ma le difficoltà sono ancor più spinose se pensiamo anche ad eventuali problemi di deambulazione che spesso sorgono con la vecchiaia. Proprio per questo motivo la Croce Bianca, una realtà molto dinamica e attiva, ha sottoscritto una convenzione con il Comune che fornisce molteplici servizi, tra i quali il volontariato a domicilio e l’assistenza telefonica. Gli anziani ad Andora sono particolarmente attivi: oltre a dedicarsi allo sport e al volontariato, in molti sono tornati a coltivare gli appezzamenti di terreno e parecchi supportano i figli nella gestione famigliare. Molti sono pensionati provenienti da altre regioni del nord dell’Italia che, considerata la qualità della vita ad Andora, hanno deciso di viverci stabilmente, ma non è ancora del tutto costituito il legame tra gli anziani andoresi, più chiusi e riservati, e gli anziani residenti che provengono da altre regioni. Anzi, sono soprattutto i “foresti” a partecipare alla vita sociale di Andora, sia frequentando i servizi offerti dal comune che impegnandosi nel volontariato:

Quelli che fanno più volontariato sono i volontari lombardi: sono loro che danno una grossa mano soprattutto nella Croce Bianca. La maggior parte poi va al centro anziani che è molto frequentato, ma pochissimi sono andoresi. I liguri sono più orsi, preferiscono andare in campagna, con i foresti non ci vogliono stare. (OE2)

“L’anziano andorese difficilmente partecipa alle attività dei centri anziani presenti sul territorio, tende a rimanere a casa con i propri cari ed i propri concittadini sono orsi.” (OE4)

3.2.2.1 Il quadro di sintesi degli anziani

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3.2.3 Gli adulti La situazione economica e famigliare degli andoresi fa si che non vi siano grandi problematiche legate alla crisi in atto in Italia. L’economica delle famiglie è fortemente legata al benessere della città, le difficoltà economiche sono esigue se paragonate all’andamento nazionale ed anche la situazione economica degli extracomunitari ha registrato solo lievi cali.

“L’adulto tipo ha un’attività, nell’edilizia o nel commercio, quindi è molto impegnato d’estate mentre d’inverno va in campagna.” (OE2)

L’operosità della città è evidente, nel commercio, nel turismo e in agricoltura, nonostante quest’ultima non possa se non in pochi casi rappresentare una fonte unica di reddito: le coltivazioni più ampie sono ormai fuori dal territorio di Andora e nei confini comunali gli appezzamenti di terreno sono troppo piccoli per vere e proprie imprese agricole:

“Nel settore agricolo ci sono stati pochi cambiamenti, anche perché si lavora molto fuori dal territorio comunale. Il cambiamento più importante è stata la frammentazione dei terreni per il quale anche chi non è dedito all’agricoltura ha acquistato un pezzo di terra (1000/2000 mq) sul quale ha edificato la casa. Questo fenomeno non ha permesso di salvaguardare l’agricoltura nella piana andorese anche perché chi vi abita ora non ha stili di vita compatibili con chi lavora in agricoltura (ritmi diversi, lavoro all’alba rumoroso con trattore, ecc). (OE8)

Nonostante la crisi economica l’agricoltura sembra tenere abbastanza bene:

“Chi lavora in agricoltura continua nella sua attività anche perché in molti casi sono stati fatti investimenti che impediscono il cambiamento. La situazione lavorativa è ferma, non c’è crescita, ma nemmeno decrescita”. (OE4)

e garantisce altresì il rispetto e la cura del territorio nonché un’immagine positiva e “verde” della città:

Un altro vantaggio di Andora è l’agricoltura, che rappresenta tuttora una valvola di sfogo per chi fa turismo e dà anche un’immagine positiva alla città. (OE3)

L’attività economica prevalente è, ormai da parecchi decenni, il turismo, che si esplica non soltanto nelle attività turistiche in senso stretto, ma anche e soprattutto nell’indotto: commercio, mercato immobiliare, manutenzione degli stabili, artigianato e così via:

“Molti dei cittadini oggi si trovano ad avere molti appartamenti che affittano nei periodi estivi, fortunatamente c’è un buon turismo che crea quindi benessere. (…) i condomini non sono nuovi e quindi necessitano di lavori: l’edilizia sta in piedi anche grazie a questo”. (AV2)

Il turismo delle seconde case tuttavia, benché come si è visto riesca a tenere nonostante la crisi e comporti un buon indotto anche in altri settori, non è stato seguito da un comparto alberghiero comparabile a livello quantitativo: gli hotel sono pochi, così come la ricettività alternativa (B&B, agriturismi, ecc).

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“C’è una proporzione sfavorevole tra il patrimonio edilizio e le attività alberghiere, sono troppe le seconde case; ieri sera ho fatto un giro in centro ed ho visto solo pochissimi appartamenti illuminati.” (AI4).

È opinione condivisa che ad Andora sia stato edificato in modo eccessivo, la maggior parte delle opinioni in merito evidenzia come sia rischioso pensare di “cementificare” e sviluppare ulteriormente l’edilizia, anche se è indubbio che essa porta lavoro e benessere per tutta la città:

Devo dire che l’economia è tenuta su soprattutto dall’edilizia. In molti diciamo che Andora è bandiera blu del cemento, ed è vero (OE11).

“Fortunatamente c’è benessere determinato prevalentemente dal settore edile, in continua espansione, nel bene e nel male. (OE1)

Considerata la centralità del settore turistico, secondo i testimoni qualificati è necessario salvaguardare la bellezza dei luoghi, creare maggiore collaborazione e sinergia con i comuni della Valle del Merula (Stellanello e Testico) e cercare di incentivare il settore prolungando la stagione turistica con manifestazioni che siano di richiamo. Si pensa in particolare al turismo sportivo e outdoor, che può avvalersi sia delle discipline nautiche come di quelle più legate alla bicicletta e al trekking. Rispetto alle manifestazioni culturali invece i giudizi sono piuttosto negativi, ma si pone molta fiducia nelle potenzialità di Palazzo Tagliaferro:

“Per quanto riguarda la cultura: d’estate mancano manifestazioni che attirino gente e che siano di alto livello (come spettacoli culturali ecc.). Bene invece il nuovo Palazzo Tagliaferro”. (OE7)

Ciò che traspare dalla narrazione degli intervistati è la necessità di riscoprire la propria storia e le proprie tradizioni, di ritrovare quel senso di appartenenza che, anche a causa del turismo, spesso sembra liquefarsi nella dicotomia temporale, ma anche sociale, dell’estate e dell’inverno:

“Il problema fondamentale di Andora è riferito al fatto che manca una storia. La maggior parte delle persone vengono da fuori, vivono sparsi in un territorio piuttosto vasto rispetto agli abitanti reali e hanno poche occasioni per incontrarsi”. (AI1)

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3.2.4 Gli operatori economici Dopo questa prima rassegna, il cui focus è stato quello di riassumere il punto di vista in merito alla qualità della vita dei cittadini andoresi, è ora il momento di cambiare lente interpretativa e approfondire un altro punto di vista, quello degli operatori economici. Non a caso nella presentazione rispetto alle fasi della vita gli adulti sono stati lasciati per ultimi, in quanto la gran parte degli operatori hanno espresso il loro parere non solo come lavoratori, ma anche come residenti; quindi le considerazioni riportate di seguito integrano quanto riassunto nel sovrastante paragrafo. Occorre innanzitutto partire dagli elementi salienti del tessuto produttivo di Andora evidenziati dagli intervistati, soffermandosi in particolare sui punti di forza e di miglioramento emersi nel corso degli incontri. Opinione consolidata tra gli interlocutori sembra essere quella che vede il turismo come attività economica primaria per Andora. E’ infatti emerso come lo sviluppo edilizio non rappresenti più come un tempo il settore economico di punta e che in certi casi ha addirittura contribuito ad impoverire il tessuto sociale di Andora, in relazione alla crescita notevole del numero di seconde case. Ciò che emerge è una chiara consapevolezza della fine di un ciclo storico, iniziato negli anni ’60 con il boom edilizio e proseguito fino a pochi anni fa, all’incirca fino all’approvazione del nuovo Piano Urbanistico Comunale (PUC). L’elevato numero di seconde case rappresenta comunque, nell’opinione degli interlocutori, un elemento dalla duplice valenza. Se da un lato viene sottolineata la necessità di arrestare lo sviluppo edilizio di Andora, arrivato ad un punto di saturazione, non in linea con la valorizzazione turistica ed un utilizzo sostenibile del territorio, dall’altro emerge la consapevolezza che l’afflusso turistico venga garantito proprio dalla presenza delle numerose seconde case, soprattutto a Marina. Lo slogan spesso ripetuto nel corso delle interviste era proprio “stop al cemento”, sottolineando la necessità di riqualificare l’esistente, valorizzando in particolare la zona centrale anche ai fini commerciali.

“Ad Andora l’edilizia fa la parte del leone, anche se le seconde case rappresentano almeno i tre quarti del totale. Lo sviluppo edilizio ha incrementato la popolazione, favorendo l’afflusso di persone da comuni esterni, soprattutto nelle frazioni dove i costi sono più abbordabili (anche se i servizi non vanno di pari passo, vedi ferrovia)”. (OE1)

Gli elementi di forza sui quali si basa l’offerta turistica di Andora vedono al primo posto il mare, particolarmente pulito, le spiagge di sabbia fine, sia quelle in concessione sia quelle libere, ed il clima. Non manca, però, chi evidenzia la necessità di valorizzare maggiormente l’entroterra tramite un’offerta turistica di qualità, basata sull’enogastronomia e sull’accoglienza. In relazione alla stagionalità viene sottolineata, soprattutto dagli operatori, l’esigenza di allungare il periodo di afflusso turistico sul territorio, anche tramite la valorizzazione, tutto l’anno, delle manifestazioni sportive all’aria aperta sia sul mare (windsurf, kitesurf e vela, piccole e grandi barche in relazione alla presenza del porto) sia in montagna (mountain bike e running). Quello che secondo l’opinione diffusa manca ad Andora è una programmazione turistica, attrattiva e culturale, in grado di caratterizzare la stagione ed attirare turisti.

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Dal punto di vista turistico, viene sottolineato come l’offerta ricettiva di Andora risenta particolarmente della crisi economica in corso. Gli interlocutori, lamentando anche l’assenza dell’Amministrazione comunale, sottolineano la necessità di mettere in campo iniziative volte a saturare l’offerta alberghiera, contrastando anche il fenomeno della chiusura delle strutture e della trasformazione in residence. Inoltre, per contrastare un altro fenomeno crescente, quello delle case sfitte, viene avanzata l’ipotesi di creare il cosiddetto “albergo diffuso”, mettendo in rete le seconde case ed offrendole anche per periodi brevi. Inoltre, la nascita di agriturismi, B&B e, in generale, di residenze che offrano un contatto con la natura e con i prodotti della terra, potrebbero andare a completare l’offerta ricettiva. Ulteriore punto di forza è indicato nel porto di Andora, elemento determinante per lo sviluppo turistico e dei servizi legati alla nautica, oltre ad aver contribuito a mantenere la spiaggia, proteggendo la costa. Innanzitutto è necessario il completamento delle aree con la realizzazione delle opere previste (albergo, strutture per servizi), in modo da potenziare i servizi per la nautica (rimessaggio, riparazioni, movimentazioni) aumentando l’offerta e la qualità ed arrivando a creare un vero e proprio indotto.

“Tra 10 anni mi immagino Andora con un porto che traina l’economia ed attira investimenti nel settore nautico. La chiusura del cantiere Sciallino ha reso disponibile know-how su cui bisogna investire per non perderlo”. (OE2)

Elemento di punta del porto è la posizione, particolarmente centrale, in grado di rappresentare un elemento di arricchimento del fronte mare ed una possibile continuazione del centro commerciale di Andora.

“Occorre far leva sul porto turistico e completare le strutture a mare (Ariston e porto) anche se, per via della crisi economica, non è il momento giusto per la mancanza di investimenti”. (OE10)

Ulteriore settore economico è rappresentato dal commercio, a cui è strettamente collegata la valorizzazione del centro e del turismo, come elementi trainanti dell’economia. La mancanza di un centro commerciale (“come ad Alassio”, ndr) rappresenta l’elemento ricorrente nei dialoghi con gli interlocutori privilegiati. Tale assenza viene in parte imputata allo sviluppo relativamente recente del centro cittadino, che viene quindi percepito come privo di valore storico e, in un certo senso, di valore tout court. Spesso nei borghi liguri e italiani l’elemento storico coincide con la parte di maggior pregio, da valorizzare soprattutto con la presenza delle attività commerciali che mantengono viva l’area e garantiscono una fruizione continua dello spazio urbano.

“Andora non ha un centro (come Alassio), non si capisce perché, considerando tra l’altro che è di recente edificazione. Bisogna dire che Andora ha più o meno tutti i tipi di negozi (ad esempio ce ne sono due di computer). Effettivamente negli ultimi anni c’è stato un po’ di movimento e un po’ di crescita”. (OE4)

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Nonostante il commercio abbia risentito dei cambiamenti in atto per le nuove forme di consumo, fatto di centri commerciali e di aree dedicate, Andora appare in controtendenza rispetto a questo fenomeno. Le disposizioni inserite nel regolamento comunale, che limitano l’insediamento di alcune tipologie di attività nel centro del paese e negano la diffusione delle grande distribuzione, insieme alla scelta di pedonalizzare alcune vie di Marina, realizzando un’area dedicata al commercio a ridosso dell’Aurelia, rappresentano secondo molti interlocutori un elemento di arricchimento e mantenimento del “centro”, una scelta vincente in grado di mantenere la sua funzione aggregativa primaria, preservando nel contempo il tessuto commerciale. L’arricchimento delle aree centrali vede un esempio particolarmente ben riuscito, secondi gli intervistati, nel recupero delle aree di Palazzo Tagliaferro che devono essere restituite alla cittadinanza sotto forma di spazi da vivere e di iniziative per i giovani.

“Secondo me Palazzo Tagliaferro rappresenta un’ottima occasione per la città. Forse non serve avere numerose iniziative, basta avere qualcosa in particolare per i giovani e soprattutto per il periodo invernale”. (OE5)

Appare invece fortemente ridimensionata l’opinione degli interlocutori in relazione all’artigianato, un settore economico non più in grado di rappresentare l’elemento trainante dell’economia locale, nonostante offra e abbia offerto numerosi posti di lavoro, anche in relazione alla contrazione dello sviluppo edilizio. Viene comunque posto l’accento sulla necessità di indirizzare il settore verso attività manutentive e conservative, o di miglioramento tecnologico anche in relazione al risparmio energetico, del patrimonio immobiliare esistente, che inizia ad avere un certo numero di anni. Ultimo settore economico considerato, ma non per importanza, è l’agricoltura. Pur a fronte di numerose difficoltà, il settore rappresenta ancora un motore per lo sviluppo economico, nonostante l’aumento del costo del gasolio da riscaldamento abbia fatto levitare i costi di produzione del basilico. Un ulteriore elemento di criticità è rappresentato dallo sviluppo urbanistico: la trasformazione dei terreni agricoli in edificabili ha contribuito a fare sorgere residenze di privati non attivi nell’agricoltura in prossimità dei terreni, costringendo ad una difficile convivenza (incompatibilità di stili di vita).

Il cambiamento più importante è stata la frammentazione dei terreni per cui anche chi non è dedito all’agricoltura ha acquistato un pezzo di terra (1000/2000 mq) sul quale ha edificato la casa. Questo fenomeno non ha permesso di salvaguardare l’agricoltura nella piana andorese anche perché chi vi abita ora non ha stili di vita compatibili con chi lavora in agricoltura (ritmi diversi, lavoro all’alba rumoroso con trattore, ecc).

E’ comunque interessante sottolineare come sia condivisa tra gli intervistati, addetti ai lavori e non, la consapevolezza del valore dell’agricoltura per il territorio andorese, elemento distintivo di grande valenza storica e culturale. In particolare, viene posta un’attenzione particolare sullo sviluppo dell’attività di trasformazione dei prodotti agricoli (in particolare del pesto) e sull’offerta crescente di prodotti a “km 0” sia verso gli operatori turistici sia verso i consumatori finali, ad esempio attraverso punti di incontro tra domanda e offerta (mercati rionali, mercati “bio”). Vi è inoltre un ulteriore gruppo di argomenti affrontati con gli interlocutori vertenti sui temi dei trasporti, collegamenti e dei servizi.

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Tra i punti di forza annoverati dalla totalità degli interlocutori devono essere certamente considerati l’organizzazione della viabilità e l’elevata disponibilità di parcheggi gratuiti, anche in relazione al processo di valorizzazione e arricchimento del centro commerciale e della città nel suo complesso. Entrambi gli elementi, non particolarmente frequenti nel panorama ligure, garantiscono collegamenti veloci e comodi con le diverse zone del territorio e con i territori esterni, anche grazie alla presenza del casello autostradale. In relazione all’elevata offerta di sosta, occorre aggiungere il cenno fatto ad elementi distorsivi di tale scelta: la presenza di un elevato numero di stalli gratuiti, oltre a non incentivare la rotazione, attira sul territorio le auto dei villeggianti/turisti delle località limitrofe, che occupano spazi per periodi medio-lunghi.

“La viabilità di Andora è ottima: il must a questo punto è completare la ferrovia con la nuova stazione. Secondo me non ha nessuna utilità l’Aurelia bis.” (OE2).

Un problema sollevato dalla quasi totalità degli intervistati sono i collegamenti tra la città e le frazioni, non solo per agevolare il commercio, ma per aumentare la visibilità delle aree dell’entroterra altrettanto suggestive di quelle a mare. Migliorare i collegamenti significa anche migliorare la vita ai giovani ed alle persone anziane, che per motivi diversi, sono costretti ad utilizzare i mezzi pubblici.

“Se parliamo di adulti e di supporto alla famiglia non possiamo non parlare anche dei trasporti che per Andora è forse il primo dei problemi al quale si dovrebbe cercare di porre rimedio, nonostante sia estremamente difficoltoso scontrarsi con ferrovie e agenzie di trasporto di diverso tipo (autostrade, autobus, etc.)” (OE8)

Sempre in relazione ai collegamenti con le aree esterne, la vera “spina nel fianco” di Andora, e delle località limitrofe, è sicuramente rappresentata dalla ferrovia. Secondo la totalità degli interlocutori (tra i quali ci sono comunque numerosi non utilizzatori), non viene attualmente garantito un servizio ferroviario passeggeri di qualità: tempi di percorrenza con i principali centri eccessivamente elevati, numero basso di treni (corse) e in orari non particolarmente comodi. In tal senso, vengono riposte forti speranze di miglioramento nel raddoppio della linea ferroviaria, nonostante rimangano comunque alcune perplessità rispetto ai tempi di esecuzione dei lavori. Secondo la maggior parte degli stakeholder, lo spostamento della linea ferroviaria, rappresenterebbe l’occasione sia per avere trasporti ferroviari più moderni e veloci sia per riqualificare alcune aree della città poco sfruttate, diventando quindi occasione di sviluppo. In particolare, il riutilizzo del vecchio tracciato come nuova viabilità, anche ciclabile, consentirebbe di avere un nuovo collegamento mare-entroterra, evitando di avere zone decentrate “tipo dormitorio”, riqualificando nel contempo la Via Carminati.

“Andora è costruita bene, squadrata, segue criteri moderni. La viabilità è ben organizzata. Quando verrà spostata la ferrovia sarà possibile deviare la Via Aurelia dal lungomare e passare da Via Carminati/Via Colombo in modo da valorizzare di più l’interno del paese (così come fa il bus che fa capolinea nell’interno).” (OE6)

Per quanto riguarda i servizi comunali, sono emersi elementi di criticità in relazione ai tempi eccessivamente lunghi impiegati dagli uffici nelle pratiche inerenti l’edilizia privata e per l’assenza sul territorio di un depuratore.

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3.3 Conclusioni Dalle interviste emerge una preoccupazione rispetto al diffuso individualismo che emerge in tutte le fasce di età, ma in particolar modo in quella giovanile e adulta mentre gli anziani, spesso provenienti da altre città del nord Italia, sembrano più propensi alla costruzione di capitale sociale di solidarietà. Andora si caratterizza anche come una città del fare: dal volontariato strutturato dell’AVIS, della Croce Bianca e della Protezione civile, fino a tutti i settori economici prevalenti (turismo, commercio, artigianato, agricoltura, porto). Se si analizzano congiuntamente tutte le interviste effettuate emerge chiaramente come la narrazione si concentri sui lemmi “bene” , “fare”, “giovani, “attività”. Nella figura che segue sono state raccolte tutte le trascrizioni delle interviste effettuate e, grazie a un software specifico di tagclouding, emergono graficamente le parole più utilizzate. Si tratta di un sistema che esprime in modo semplice e diretto ciò che emerge anche quantitativamente dalle narrazioni effettuate dagli stakeholder:

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La vita scorre serena, ma i giovani destano molte preoccupazioni, non tanto, come in molti altri contesti, per potenzialità di devianza, ma soprattutto per la mancanza di un lavoro per loro. Il punto debole risulta tuttavia la coesione sociale: le persone faticano ad incontrarsi, a ritrovarsi, a sentirsi andoresi, mancano simboli urbani e storici nei quali riconoscersi. Per questo si riversano grandi speranze nel ripopolamento della frazione Molino, antico cuore (rurale) della città. Per quanto riguarda invece il tessuto produttivo, pur riconoscendo gli interlocutori una congiuntura economica particolarmente sfavorevole, emerge una consapevolezza di fondo nei confronti del settore turistico, come risorsa del territorio da valorizzare. Per contro, risultano pressoché tutti concordi nel constatare come lo sviluppo edilizio non rappresenti più l’elemento cardine dell’economia di Andora, sottolineando l’esigenza di interrompere l’urbanizzazione a vantaggio della riqualificazione dell’esistente. All’arresto dello sviluppo edilizio, favorito anche dal nuovo PUC del 2008, si lega la contrazione del comparto artigianale, cresciuto nel territorio in relazione alle realizzazioni edilizie e che, nell’opinione degli addetti ai lavori, potrà trovare nuovi sbocchi nelle manutenzioni delle residenze attuali ed in particolare negli adeguamenti tecnologici, andando verso il risparmio energetico. In relazione allo sviluppo turistico emergono due istanze forti. La prima riguarda l’allungamento della stagione turistica, con l’obiettivo di garantire un flusso anche nei periodi di bassa stagione, favorendo attività e sport all’aria aperta e l’organizzazione di eventi di richiamo. Il secondo aspetto riguarda il completamento dell’area del porto, in grado di far integrare l’infrastruttura con servizi e attività adeguate, e del fronte mare, creando un lungomare da est ad ovest collegato con il tessuto commerciale a monte dell’Aurelia. Commercio e agricoltura completano i settori economici che presentano potenzialità, se non di sviluppo almeno di tenuta. Nell’opinione degli intervistati, il commercio trova terreno fertile nella valorizzazione del centro di Marina, avviata con la pedonalizzazione delle vie principali. L’area centrale dovrebbe inoltre trovare ulteriore elemento di abbellimento con il termine dei lavori di Largo Milano e, in futuro, con l’utilizzo del sedime dell’attuale ferrovia e la valorizzazione di Via Carminati. Pur evidenziando le difficoltà riscontrate con l’aumento dei costi di produzione, l’agricoltura rappresenta nell’opinione collettiva ancora una risorsa da valorizzare il più possibile arrestando l’esodo di lavoratori andoresi da questo settore. L’avvio di alcune imprese specializzate nella trasformazione dei prodotti (in particolare del basilico per la produzione di pesto) rappresenta uno dei possibili sviluppi del settore. In relazione alla mobilità, gli interlocutori hanno unanimemente riconosciuto come punti di forza assoluti l’organizzazione della viabilità, che risponde a criteri urbanistici moderni basati sull’utilizzo dell’auto, e l’elevata disponibilità di parcheggi gratuiti, elemento che va nella direzione di favorire la valorizzazione e l’arricchimento sia del centro commerciale sia della città nel suo complesso. Gli elementi di forte criticità emersi dagli interlocutori riguardano i collegamenti ferroviari e l’assenza di un depuratore. L’attuale servizio ferroviario, poco efficace, taglia fuori il territorio nel collegamento con i centri limitrofi maggiori, dove studiare e lavorare. Il completamento del raddoppio ferroviario e la realizzazione della nuova stazione rappresentano un chiaro punto di forza, nonostante pesi ancora fortemente una forte incertezza sui tempi di realizzazione dell’opera. L’arresto della realizzazione del depuratore con i comuni limitrofi rappresenta un ulteriore elemento di complicazione anche in relazione allo sviluppo turistico.

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4 LA RILEVAZIONE QUANTITATIVA

Grazie alle informazioni pervenute dalle interviste semistrutturate è stato successivamente predisposto un questionario a domande prevalentemente chiuse ed erogato ad un campione rappresentativo di andoresi. La scelta di utilizzare una pluralità di metodologie di analisi è stata determinata dal fatto che se con l’intervista non standardizzata è possibile rivelare in modo approfondito e completo la realtà degli intervistati, senza semplificazioni e distorsioni, sembrava comunque opportuno allargare l’analisi ai cittadini andoresi tutti, non soltanto cioè coloro i quali occupano posizioni chiave nelle attività economiche o sociali. Scopo di questa fase dell’indagine era infatti quello di rendere misurabile il fenomeno delle aspettative e delle basi dello sviluppo economico di Andora, passando quindi da uno “stato” in cui lo sviluppo stesso era stato narrato e reso astratto attraverso l’articolazione del pensiero e del processo riflessivo, a un dato empirico, più semplice e approssimato, ma misurabile e interpretabile attraverso l’inferenza statistica. Proprio per intercettare un campione rappresentativo di tutta la popolazione di Andora è stato predisposto un questionario che è stato erogato in due modalità: la prima si avvaleva di un supporto cartaceo, che è stato messo a disposizione in alcuni luoghi chiave della città (Comune, Biblioteca, esercizi commerciali ecc.), la seconda modalità ha visto lo stesso questionario reso fruibile online grazie ad uno spazio ufficiale del Comune di Andora che è stato poi via via “linkato” attraverso altri luoghi della rete quali il profilo del Sindaco e del Comune di Andora su Facebook o sui profili di cittadini che hanno liberamente condiviso e promosso questa indagine. La scelta di questa forma di questionario multimediale si è rivelata vincente: gli strumenti classici dell’erogazione dei questionari, come il telefono e la posta, si stanno rivelando via via sempre meno rappresentativi. Di contro se si fosse erogato il questionario soltanto per via telematica si sarebbero escluse quelle fasce della popolazione che non utilizzano ancora la rete dando vita a un processo di autoselezione che avrebbe compromesso la scientificità del campione. Il doppia canale si è invece rivelato molto utile e ha dato vita, come si vedrà, alla costruzione di un campione altamente rappresentativo e affidabile. La costruzione del questionario è stata piuttosto complessa: la scelta delle domande è partita dall’analisi di sfondo e soprattutto dalla ricerca qualitativa che ha evidenziato gli aspetti maggiormente significativi e critici della realtà sociale di Andora, ma ha tenuto conto anche delle diverse articolazioni del tema dello sviluppo. Sono state altresì considerate una serie di domande relative ad una ricerca svolta dall’Università di Genova per conto dell’Unione Industriali della Provincia di Savona e diretta da un membro del gruppo di ricerca, in modo da permettere un certo grado di comparabilità col livello provinciale, dal momento che non sono state mai condotte ricerche quantitative su Andora. Insieme con il Comune è stato quindi condiviso un primo schema che è stato via via perfezionato e semplificato al fine di rispondere alla legge aurea del questionario: “deve essere il più breve possibile”. Il questionario è stato poi testato più volte e ulteriormente rifinito per evitare qualsiasi problematica linguistica o riferita alla comprensione delle domande.

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4.1 Il campione Il campione è stato estratto secondo elementi rappresentativi, vista la relativa conoscenza della struttura generale della popolazione e l’esiguo numero dell’universo di riferimento, 7657 (Istat, 2011) abitanti del Comune di Andora. Si è trattato di una scelta metodologica obbligata date le dinamiche della popolazione italiana e la difficoltà di effettuare un campionamento probabilistico classico. La numerosità del campione è stata calcolata attraverso la relazione fondamentale del campionamento:

secondo lo schema di campionamento esaustivo senza reimmissione. Nel nostro caso la numerosità ottimale, di 321 unità, è stata poi superata per arrivare ad un totale di 348 questionari di cui il 67% reperiti attraverso la rilevazione online e 33% attraverso la versione cartacea. L’età media è di 48 anni, il più giovane andorese che ha risposto al questionario ha 15 anni, mentre il più anziano ne ha ben 99.

La ripartizione di genere del campione ha visto una lieve prevalenza della componente femminile (52,45%), percentuale che corrisponde perfettamente all’universo di riferimento in cui le percentuali risultano del 52,16% per le femmine e 47.84% per i maschi (Istat, 2011).

Per quel che concerne invece la nazionalità la prevalenza è quella degli italiani: gli stranieri sono soltanto 6 in valore assoluto, dato che conferma le specificità nelle dinamiche demografiche della città di Andora che, come si è visto, presenta una scarsa percentuale di residenti stranieri (il dato non arriva all’8% del totale della popolazione residente) rispetto ai dati provinciali o regionali. Il titolo di studio prevalente è il diploma di scuola media superiore (47,7%), seguito dalla licenza media, 24,1%, laurea 20,4% e infine coloro che hanno la licenza elementare o non hanno conseguito alcun titolo di studio che si attestano al 7,8% del totale.

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La maggior parte degli intervistati residenti ad Andora è coniugata: oltre la metà della popolazione risulta infatti avere un coniuge, soprattutto nella fascia d’età dai 40 ai 53 anni, mentre la percentuale dei vedovi si attesta intorno al 5,5%. Separati/divorziati e conviventi hanno percentuali simili, intorno all’8% della popolazione, aspetto, anche questo, che coincide con l’universo di riferimento.

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Per quel che attiene all’attività lavorativa la maggior parte dei residenti ad Andora afferma di ricoprire una posizione di carattere impiegatizio (22%), seguita dai pensionati (20,6%). dai liberi professionisti (8,36%), dai commercianti (7,8%), studenti, 5,57%, lavoratori autonomi (6,69%), quest’ultima pari a quella dei dirigenti e imprenditori. Risultano invece con percentuali intorno al 4% le altre attività lavorative come casalinga, operaio, insegnante. Coltivatori diretti e persone in cerca di prima occupazione risultano invece intorno all’1%. La quota così bassa di coltivatori diretti, in una città che vede comunque una parte comunque rilevante dell’attività economica ruotare intono a questo settore, è dovuta al fatto che spesso si tratta di pensionati o di lavoratori che aggiungono l’occupazione agricola a quella in un altro settore. Questo dato emerge infatti in modo consistente anche se si considera lo specifico settore di attività nella quale sono occupate le persone che hanno composto il campione, in cui prevale il commercio (21%) seguito da servizi, pubblica amministrazione (15%), studi professionali (14%), turismo (12%), artigianato (9%), banche e assicurazioni (4%), agricoltura (2%), trasporti (1%) e altro (11%).

La maggior parte degli intervistati, oltre il 56% del totale, risiede a Marina di Andora. Le altre zone vedono una presenza nettamente inferiore: Molino Nuovo, il 14%, San Giovanni 8%, Rollo, Pinamare, Castello 4%, San Bernardo solo 1%. Circa l’11% degli intervistati ha selezionato l’opzione “altro” inserendo addirittura l’indirizzo preciso che, benché in alcuni casi corrispondesse a zone sopracitate, abbiamo ritenuto opportuno mantenere nell’opzione indicata dall’intervistato.

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Circa i 4/5 del campione risiedono nella città da più di 10 anni (256 persone). Per quanto riguarda la distribuzione per fasce d’età, si evidenzia una concentrazione elevata tra coloro che hanno dai 40 ai 53 anni (85 persone su 256).

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4.1.1 Gli aspetti della vita di Andora La rilevazione ha dato ampio spazio alla raccolta di valutazioni e giudizi da parte dei cittadini residenti, circa alcuni aspetti della vita di Andora. Per effettuare questa parte di indagine sono state scelte alcune scale additive di tipo Likert6, che rappresentano lo strumento principe nella rilevazione delle opinioni e degli atteggiamenti. Per misurare l’atteggiamento degli andoresi rispetto ad alcuni aspetti della vita (pulizia delle strade e dei marciapiedi, raccolta rifiuti, acqua e fognature, possibilità di parcheggio, trasporti pubblici, esercizi commerciali, impianti sportivi, biblioteca, attività ricreative e culturali, servizi sanitari, servizi sociali, possibilità di trovare casa, accessibilità rete mobile/internet) si è scelto di utilizzare una scala con cinque punti di continuità (da 1 a 5), in modo da permettere agli intervistati di esprimersi lungo un continuum rispetto agli aspetti della vita considerati rilevanti nella quotidianità. Questa procedura incoraggia l’intervistato a iniziare un percorso di riflessione che verrà poi approfondito grazie alle domande successive che serviranno quindi da approfondimento e da controllo rispetto alla coerenza degli atteggiamenti rilevati. Gli item sono stati scelti non soltanto per iniziare ad analizzare gli aspetti più generali e rilevanti della vita degli andoresi, in cui ci potessero essere anche eventuali rimandi a elementi di policy da parte del comune, ma anche per stabilire un clima di reciproca chiarezza fra ricercatori e intervistati, in modo da entrare fin da subito nel vivo delle questioni senza ulteriori introduzioni o elementi passibili di fraintendimenti. La chiarezza e la modalità di elencazione degli item hanno infatti evitato uno dei possibili rischi delle scale Likert, il cosiddetto response set, vale a dire la tentazione da parte dell’intervistato di rispondere sempre nello stesso modo e cercando soprattutto di utilizzare il valore centrale (3) fra quelli proposti. I diversi aspetti invece sono stati valutati in modo autonomo e hanno avviato un percorso di riflessione che risulta coerente con quanto è stato espresso successivamente. In generale il giudizio sulla qualità della vita che deriva da questa prima batteria di domande è piuttosto elevato, ma la biblioteca, la raccolta dei rifiuti e la possibilità di trovare parcheggio, risultano di gran lunga le risorse giudicate più positivamente: oltre il 52% degli intervistati infatti afferma un giudizio significativamente positivo a fronte di un 17% di giudizi negativi per quanto concerne la biblioteca, mentre rispetto alla possibilità di trovare parcheggio la percentuale positiva raggiunge addirittura il 70%, contro un solo 10% che non si ritiene soddisfatto di questo aspetto. Per quel che concerne la raccolta rifiuti, come si evince dal grafico che segue, la percentuale di giudizi positivi si attesta intorno alla metà degli intervistati, mentre soltanto il 20% della popolazione fornisce un giudizio più negativo.

6 Le scale Likert misurano l’atteggiamento degli intervistati. Si formula un item (una affermazione o si propone un tema specifico), un oggetto di cui si vuole misurare un giudizio, e si attribuiscono dei punteggi.

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Per quel che attiene alla pulizia delle strade e dei marciapiedi il giudizio è mediamente positivo (la mediana7 è pari a 3 su una scala che va da 1 a 5), così come la raccolta dei rifiuti che segna un dato decisamente positivo, dato dalla mediana pari a 4. Il giudizio appare ancora positivo rispetto gestione dell’acqua e delle fognature, pari ancora a 3 e che corrisponde al giudizio dato anche rispetto agli esercizi commerciali e agli impianti sportivi.

7 La mediana indica il valore di una variabile che lascia metà del campione o della popolazione alla sua sinistra e metà alla sua destra e che quindi misura la tendenza centrale delle risposte.

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Gli impianti sportivi mostrano un giudizio che si concentra nella mediana pari a 3, anche se la media è pari a 2,69, lievemente inferiore rispetto a quella degli esercizi commerciali, alla pulizia delle strade e all’acqua e fognature, mentre la biblioteca, come si è visto, detiene una mediana pari a 4 confermando il giudizio altamente positivo da parte dei residenti ad Andora. Questo dato risalta ulteriormente se lo si compara con l’item successivo, quello relativo alle attività ricreative e culturali, che invece hanno una mediana pari a 2 (e una media pari a 2,34) stabilendo quindi il giudizio più negativo rispetto a tutti gli aspetti proposti.

I servizi sanitari vengono giudicati in modo neutro (mediana pari a 3 e media pari a 2,54): la mancanza di presidi sanitari pubblici viene quindi accettata come un dato di fatto, mentre i servizi sociali vengono giudicati in modo ancora positivo (mediana=3). Un dato negativo riguarda invece l’accessibilità della rete mobile e Internet: in questo caso la mediana scende a 2 (media 2,44) denunciando quindi un problema persistente nella Valle del Merula, in cui le connessioni sono ancora difficoltose e in molte aree addirittura impraticabili a causa della scarsità della copertura della rete cellulare e dell’adsl. Gli aspetti giudicati più negativamente riguardano quindi le attività ricreative e culturali e l’accesso alla rete Internet: si inizia quindi già a delineare quanto emergerà anche da ulteriori stimoli che sono stati rivolti agli intervistati e che mettono in evidenza con chiarezza gli elementi che stanno maggiormente a cuore agli andoresi e che vorrebbero vedere migliorati al fine di accrescere la propria qualità della vita e agevolare lo sviluppo economico della propria città. E’ interessante, infatti, comparare i dati appena presentati con quelli che risultano dalla successiva domanda rivolta agli intervistatori circa quali aspetti, tra quelli precedentemente giudicati, dovrebbero essere migliorati. Sono molte le attività che gli andoresi vorrebbe vedere migliorate, ma di sicuro quelle ricreative e culturali detengono oltre il 39% dei consensi, mentre seguono con il 34% sia le acque e le fognature che gli impianti sportivi. Intorno al 30% si attestano invece la pulizia delle strade e dei marciapiedi, i servizi sanitari, l’accessibilità della rete mobile e gli esercizi commerciali. La percentuale scende al 24% con i trasporti pubblici, al 18% con la raccolta rifiuti e al 16% con i servizi sociali. La possibilità di parcheggiare (9%) e ancor più la biblioteca (5%) sono giudicate adeguate e pertanto le percentuali di persone che affermano che andrebbero ulteriormente migliorate sono davvero molto basse.

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Quali a suo parere potrebbero/dovrebbero essere migliorati?

Possibilità di risposte multiple (massimo 3) Questa domanda rivela come per gli andoresi le attività ricreative e culturali rivestano un’importanza essenziale e, non essendo qualitativamente e quantitativamente aderenti alle aspettative, dovrebbero essere più ricche e articolate. L’importanza che i residenti ad Andora attribuiscono a questo aspetto è così elevata perché esse rappresentano non soltanto un momento di svago e di leisure per gli abitanti stessi, ma possono arricchire l’offerta turistica per coloro i quali trascorrono le vacanze nella città dell’estremo ponente savonese. La tendenza degli andoresi a pensare più in funzione degli ospiti che per se stessi è confermata dal fatto che servizi essenziali quali i servizi sanitari, i servizi sociali e i trasporti pubblici, che in genere detengono i primati nelle richieste dei cittadini, in questo caso non raggiungono elevati livelli di scelta. Se infatti si paragona questa rilevazione con quanto indagato in una altra indagine effettuata dall’Università degli Studi di Genova, si nota come per i cittadini di Andora i servizi alla persona, ma più in generale i servizi rivolti espressamente alla popolazione residente, rivestano un ruolo di minor interesse in relazione alle aspettative iniziali. L’attenzione verso i turisti e verso un’offerta turistica sempre più appetibile ricopre una importanza maggiore soprattutto in questi tempi di crisi economica in cui si teme di perdere quote anche in un mercato a domanda sostanzialmente rigida, come quello del turismo delle seconde case che caratterizza Andora. Andora è bella e ci si vive bene: gli andoresi ne hanno consapevolezza e, benché ci siano alcuni aspetti da migliorare, nel complesso sono molto soddisfatti di vivere in questa città. La bellezza dei luoghi e il clima soddisfa oltre il 90% degli intervistati, mentre viene riconfermata la scarsa offerta di occasioni e luoghi di svago e di intrattenimento culturale o più in generale relativi al tempo libero: il 44% degli intervistati si dice poco soddisfatto e il 32% addirittura afferma di non esserlo per nulla. La mediana, pari a 2 (su un range questa volta fissato tra 1 e 4), indica che si tratta di un basso livello di soddisfazione e corrisponde matematicamente alla media, confermando ulteriormente il giudizio degli andoresi. La mobilità e la relativa lontananza di Andora dalle città più vicine (Imperia e Savona), invece, benché siano oggettivamente problematiche, non hanno ricevuto un livello di soddisfazione così negativo: il 43% degli intervistati si dice abbastanza soddisfatto (in questo caso la mediana si sposta su un positivo 3) anche perché, come si vedrà nel dettaglio in seguito, molti andoresi non si spostano e preferiscono svolgere la loro attività all’interno della Valle del Merula.

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Questa propensione a voler rimanere preferibilmente ad Andora si scontra con un dato che rivela una forte preoccupazione: il 36% degli intervistati infatti si dice per nulla soddisfatto della possibilità di trovare un’occupazione nel Comune dell’estremo ponente savonese e un consistente 44% afferma di essere poco soddisfatto. In questo caso, quindi, la mediana dei dati si sposta sul 2 (media 1,87, la più bassa tra tutti gli item) confermando la preoccupazione degli andoresi circa le chance di trovare un’occupazione nei pressi del proprio luogo di residenza. Meno negativo invece il giudizio sulla tassazione comunale: nonostante la difficoltà a proporre un item come quello relativo ai tributi, i risultati vedono una mediana pari a 2, ma una media del 2,14 che corrisponde quindi a un’opinione negativa, ma che appare più relativa alla ostilità sociale verso i tributi piuttosto che un giudizio negativo sulla tassazione comunale in senso stretto.

L’offerta di servizi privati appare invece adeguata e in linea con le aspettative. Quasi il 60% degli andoresi si dice abbastanza soddisfatto e solo il 24% si ritiene poco soddisfatto, mentre le posizioni più estreme, quindi sia chi si ritiene per nulla soddisfatto o chi è molto soddisfatto, non hanno avuto risposte significative. Il giudizio che emerge quindi non è particolarmente radicale in nessun senso, ma più un’occasione

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per approfondire ulteriormente tali opinioni, ma soprattutto le aspettative dei cittadini rispetto a potenziali policy da attuare sul territorio. E’ stata posta quindi questa domanda che si è rivela centrale: “A suo avviso quali sono gli interventi più importanti di cui dovrebbero occuparsi le istituzioni locali?”. Rispetto a questa sollecitazione, gli Andoresi hanno risposto nel modo seguente:

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Al primo posto (44%) si posiziona la realizzazione di un centro di aggregazione giovanile, al secondo la promozione delle energie alternative (38%), al terzo la realizzazione di aree wifi per migliorare l’accessibilità alla rete Internet (35%). Leggermente al di sotto del 30% invece si trovano opzioni come tutelare la sicurezza dei cittadini e sviluppare servizi socio sanitari che, solitamente, in ricerche analoghe ricoprono le primissime posizioni. Questo aspetto sembra parzialmente contraddire quanto emerso dalla ricerca qualitativa nella quale gli stakeholder hanno lamentato la lontananza dagli ospedali e da poliambulatori, elemento tra i più problematici tra quelli considerati. Promuovere la cultura si attesta al 28% (a conferma di quanto affermato dai testimoni qualificati), mentre intorno alla quota del 20% si trovano la possibilità di migliorare l’accessibilità delle frazioni, la promozione del dialogo con i cittadini attraverso servizi informatizzati e l’estensione dell’area pedonale. La promozione dell’agricoltura supera di poco il 16%, mentre favorire la commercializzazione degli alloggi turistici è in assoluto l’item che incontra meno consensi (9%). Se si confronta questa domanda con quanto emerso precedentemente si può notare che la propensione degli andoresi a investire in attività ricreative e culturali o di intrattenimento riguarderebbe soprattutto i giovani. Colpisce infatti che l’esigenza di realizzare un centro di aggregazione giovanile non arrivi soltanto da parte di chi ha una giovane età, ma come si evince dagli incroci effettuati, tutte le fasce di età sono rappresentate Rispetto ad altre rilevazioni effettuate sul territorio dell’intera provincia di Savona, si nota come Andora non presenti aspettative rimarcabili riguardo la sicurezza, né rispetto allo sviluppo di servizi socio-sanitari, che per gli abitanti della provincia di Savona risultano essere al primo posto. Un altro elemento di differenziazione rispetto agli altri abitanti della provincia risiede nella promozione della cultura che sta molto più a cuore dei cittadini Andoresi. Anche la promozione delle energie alternative, per quanto detenesse un livello di interesse molto alto anche a livello provinciale, per gli andoresi riveste un’importanza ancor più marcata, che dimostra una particolare attenzione rispetto alle tematiche relative alla sostenibilità ambientale e alla tutela del proprio territorio. Coloro i quali hanno risposto “altro” e hanno avuto modo di scrivere in modo più ampio ciò che vorrebbero vedere realizzato sono stati circa il 17% degli intervistati. Analizzando le varie risposte, tuttavia, molti hanno affermato in modo più o meno generico di sostenere il più possibile il turismo perché è il settore traino per tutti gli altri. In qualche caso gli intervistati hanno invece espresso la loro contrarietà nei confronti dell’espansione dell’edilizia nella città. Alcuni item specifici proposti per analizzare alcune caratteristiche peculiari di Andora, come ad esempio estendere l’area pedonale e favorire la commercializzazione degli alloggi turistici, hanno riscontrato un interesse non troppo elevato. Nel caso dell’estensione dell’area pedonale i più favorevoli sono i giovani e i giovanissimi, mentre la possibilità di favorire la commercializzazione degli alloggi a uso turistico non sembra interessare gli andoresi a prescindere dalla classe d’età. Questo aspetto potrebbe stupire perché, come è noto, la città rivierasca detiene una quota particolarmente elevata di appartamenti che potrebbero divenire una risorsa economica ancor più appetibile se promossa e commercializzata in modo adeguato e aggregato. È parso opportuno approfondire la prima scelta espressa dagli intervistati circa gli interventi che la pubblica amministrazione dovrebbe affrontare, distinguendo tali aspetti tra coloro che vivono una condizione di miglioramento/peggioramento della situazione economica negli ultimi 5 anni. Emerge come sia un aspetto centrale tra coloro che hanno condizioni economiche peggiorative rispetto al passato la promozione culturale (30%), seguita con circa 10 punti di scarto dalla preferenza verso lo sviluppo dei servizi socio- sanitari (19,4%). L’attenzione verso la promozione culturale è una priorità sia per coloro che non hanno subito variazioni nella condizione economica (26% circa), sia tra coloro che hanno avuto un miglioramento della stessa (26% circa), nonostante per questi ultimi sia altrettanto rilevante porre particolare attenzione all’accessibilità delle aree wifi (26,3%).

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4.1.2 Mezzi di trasporto e di comunicazione telematica Gli andoresi si spostano poco, in genere utilizzano l’auto, favoriti da un’alta possibilità di trovare parcheggio, spesso gratuito anche in centro e tutto sommato sono contenti così. Molti vorrebbero utilizzare di più la bicicletta o, in seconda battuta, i mezzi pubblici, ma sembrano quasi avere accettato il fatto che treni e bus non offrano un servizio appetibile e quindi accettano, loro malgrado, di continuare ad usare l’auto. Come si evince dal seguente grafico, gli andoresi lavorano o studiano poco distante da dove risiedono: circa il 65% degli intervistati non supera la distanza dei 20 km mentre il 24% addirittura non si sposta perché non studia o non lavora. Soltanto il 7% si sposta per una distanza compresa tra 21 e 50 km, mentre il restante 5% deve compiere più di 50 km.

Se si effettua un approfondimento rispetto alle fasce d’età, si nota che i piccoli spostamenti, quelli cioè che rimangono sotto i 5 km riguardano soprattutto coloro che sono compresi tra 40 e 53 anni (39,4%), a riprova del fatto che le attività lavorative e produttive si svolgono all’interno dei confini della Valle del Merula. Distanze maggiori, tra 6 e 20 km e tra 21 e 50 km coinvolgono invece tutti gli adulti, sia coloro che sono compresi nella fascia 26-39 anni che quelli tra i 40 e i 53 anni. A spostarsi oltre i 50 km sono invece soprattutto i giovani adulti, vale a dire coloro che sono compresi tra 26 e 39 anni.

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Il mezzo più utilizzato per gli spostamenti è l’automobile (69%), mentre il 18% degli andoresi va a piedi e il 16% utilizza la moto o lo scooter (16%). Il 10% degli intervistati usa invece la bicicletta che, come emerge nella domanda successiva, è di gran lunga il mezzo di trasporto che si vorrebbe utilizzare di più (quasi l’80% degli intervistati). Solo il 7% utilizza il pullman e un esiguo 5% il treno. Questi ultimi due dati sono particolarmente significativi in quanto fanno emergere che l’offerta dei trasporti pubblici locali sia scarsamente utilizzabile, viste le esigenze di chi studia o lavora in distanze così ravvicinate. Ciò conferma quanto emerso anche nelle interviste ai testimoni privilegiati, che non solo avevano segnalato il problema, ma avevano auspicato anche un intervento da parte delle autorità competenti, per avere servizi di trasporto pubblico in grado di soddisfare le esigenze, soprattutto degli studenti delle scuole superiori e dei lavoratori, che sono costretti ad utilizzare l’automobile in quanto di fatto l’unico mezzo di trasporto in linea con le esigenze di spostamento. Rispetto ai testimoni privilegiati, gli andoresi sembrano però meno risoluti (o più scoraggiati): il livello di soddisfazione rispetto alla mobilità è medio (voto 3 in una scala da 1 a 5).

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Rispetto invece all’utilizzo di Internet, gli andoresi risultano molto connessi: circa l’80% degli intervistati utilizza le rete. Il dato risulta superiore a quello nazionale (anche se le rilevazioni Nielsen considerano gli utenti Internet in modo restrittivo, vale a dire soltanto coloro che ne fanno uso abituale o che affermano di essersi collegate almeno una volta negli ultimi sette giorni), ma sostanzialmente in linea con quanto più di recente rilevato rispetto all’Italia Nord Occidentale8.

Al riguardo possiamo aggiungere che tra le persone che utilizzano Internet vi siano in primis i cittadini dai 40 ai 53 anni, seguiti dalle due classi d’età contigue, dei 54-67enni e dei 26-39enni, con scarti rispettivamente di 8 e di 10 punti percentuali ed è altrettanto interessante evidenziare che la metà del campione che utilizza la rete è in possesso di un diploma di Scuola Media Superiore.

8 Non ci sono dati comparabili più puntuali: come è noto gli utenti della rete crescono ogni giorno, anche a causa della diffusione sempre più massiccia di smartphone, tablet ecc., e quindi i dati sono purtroppo approssimativi.

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Il mezzo attraverso il quale gli andoresi si collegano è decisamente il PC di casa. Ben il 77% degli utenti del Web ne ha uno e si connette, mentre il 32% si collega dal lavoro. Il 26% si connette invece dal cellulare o dallo smartphone, mentre un basso ma significativo 7% ha un tablet. Gli andoresi navigano molto e in rete effettuano molte attività: l’85% degli intervistati afferma di navigare in siti di informazione, quota che supera addirittura l’utilizzo della posta elettronica (81%), da sempre prevalente nei comportamenti sul Web. Oltre la metà degli utenti frequenta i social network come Facebook o Twitter e ben il 42% fa acquisti online. Il 25% guarda i video, mentre il 10% afferma di effettuare giochi online. Un esiguo 5% invece ha un blog o un sito che gestisce direttamente.

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4.1.3 Settori economici locali L’economia andorese è dominata dal turismo, ma per capire quali sono le opinioni e le aspettative degli intervistati si è scelto di effettuare una coppia di domande: con la prima è stato chiesto quali sono i settori che producono maggiore ricchezza, mentre con la seconda quali settori andrebbero maggiormente incentivati. Queste due domande, poste una dopo l’altra, hanno la finalità di agevolare la riflessione da parte degli intervistati rispetto alle risorse da mettere in campo per incentivare lo sviluppo economico locale. Se consideriamo congiuntamente le due sollecitazioni vediamo che non solo il turismo risulta essere il settore che produce più ricchezza (opinione espressa dal 73% degli intervistati), ma anche quello che andrebbe ulteriormente incentivato (62%). Il giudizio espresso sul turismo non solo è quello prevalente in termini quantitativi ma, insieme al porto, risulta coerente tra le realtà e le aspettative di sviluppo. Infatti per quel che attiene ad esempio al commercio e all’agricoltura, solo il 18-19% degli intervistati afferma che producono ricchezza, mentre più del doppio, cioè il 41% ritiene che il commercio debba essere sostenuto e incentivato e il 30% lo pensa per l’agricoltura. Di segno opposto invece l’edilizia: a fronte di un 51% che ritiene produca ricchezza, solo un 5% vorrebbe che essa venisse ulteriormente sviluppata. Infine i servizi alla persona: soltanto l’1% ritiene che producano ricchezza, mentre il 29% degli intervistati vorrebbe incentivi su questo settore.

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Se si comparano questi dati con quanto emerso nella rilevazione di livello provinciale emergono alcune peculiarità nelle risposte degli andoresi, che riguardano in particolare le quote relative ai servizi alla persona e al commercio. Nel caso dei servizi alla persona, benché la realtà produttiva venga valutata in modo simile, le richieste di incentivazione sono più basse (29%) per gli andoresi a fronte del 40% del dato provinciale, mentre per quel che attiene al commercio la rilevazione sulla provincia vedeva un riconoscimento rispetto alla capacità di produrre ricchezza sensibilmente più alto (41% contro il 19% delle opinioni degli andoresi), cui faceva riscontro una richiesta di incentivazione molto più bassa (26% del dato provinciale contro il 41% di quello riferito ad Andora). Da questi elementi si evince quanto gli andoresi abbiano chiaro il riferimento centrale alla loro economia turistica e di quanto altri settori, come il commercio, l’agricoltura, il porto e i servizi alla persona, siano strettamente collegati ad esso e possano altresì fornire non solo un miglioramento nella qualità della vita agli andoresi stessi, ma anche e soprattutto un prodotto turistico più completo e adeguato agli andamenti del mercato. Gli andoresi sanno benissimo che le richieste dei turisti sono quanto mai ampie e diversificate e che necessitano di un vero e proprio sistema costituito, non soltanto dalle attrattive paesaggistico ambientali o dai servizi turistici offerti in senso stretto, ma anche da tutte quelle risorse materiali e immateriali che interessano i diversi segmenti di un territorio e da cui solo nella loro complessità è possibile rendere soddisfacente l’esperienza di visita e di fruizione turistica.

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Tutto questo diventa tanto più importante se si considera la difficoltà del sistema economico generale nel quale anche Andora è inserita. Se proprio le caratteristiche delle risorse economiche della città non hanno ancora reso evidente un peggioramento del contesto economico a livello generale, gli andoresi sono preoccupati e una quota rilevante denuncia un peggioramento nella situazione economica della propria famiglia. Se un consistente 45% afferma che la situazione è rimasta invariata, dato che rimanda a una situazione sensibilmente più positiva rispetto ad altre aree del paese, in particolare quelle a vocazione industriale che vedono performance pesantemente recessive, circa il 34% degli intervistati afferma comunque che la situazione, rispetto a 5 anni fa è peggiorata e un 15% addirittura la descrive come decisamente peggiorata. Questo dato, che comunque potrebbe essere sovrastimato a causa del clima generale relativo al permanere ormai dal 2007-2008 di un pesante crisi strutturale del nostro paese e del mondo occidentale intero, desta comunque qualche preoccupazione, anche perché solo il 4% afferma che vi è stato un miglioramento e addirittura un minimo 1% che sia decisamente migliorata. Se si vanno ad analizzare ulteriormente questi dati, si nota come a vedere peggiorare le proprie condizioni economiche siano principalmente i 40-53enni (33,6%), la cosiddetta fascia centrale della popolazione, coloro che contribuiscono in maggior misura alla spesa pubblica, ma ciò che ancor più desta preoccupazione è il fatto che siano anche coloro che lamentano situazioni di deciso peggioramento della propria condizione economica nella misura del 37% circa.

4.1.4 La formazione delle opinioni e la partecipazione Gli andoresi si aggiornano, cercano di tenersi informati e utilizzano soprattutto le pagine locali dei quotidiani come Il Secolo XIX e La Stampa, ma ne parlano tra di loro, in famiglia o con gli amici più cari. Sempre più spesso vanno anche su Internet e, come si è visto, consultano soprattutto siti di informazione sia di carattere nazionale che locale, mentre utilizzano poco i social network a scopo informativo. La fiducia nei politici, come è tendenza ormai consolidata nel nostro paese, è piuttosto bassa e in generale si preferiscono le reti primarie, soprattutto quelle di carattere famigliare.

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Al riguardo è possibile, grazie alla tecnica dell’analisi delle componenti principali, distinguere il campione in due grandi gruppi. Il primo gruppo è composto da coloro che sono interessati ad un tipo di comunicazione/informazione fornita attraverso l’utilizzo della rete Internet “Vado su siti di informazione in Internet” e “Utilizzo i social network”, mentre il secondo gruppo rappresenta coloro che prestano maggiore attenzione all’informazione politica costruita attraverso le relazioni di prossimità: “Ascolto i politici locali”, “Chiedo a persone più competenti di me” e “Leggo i quotidiani con le pagine locali”.

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Matrice di struttura

Fattore

1 2

vado su siti di informazione in Internet ,921 ,177

utilizzo i social network ,484 ,220

ascolto i politici locali ,212 ,719

chiedo a persone più competenti di me ,289 ,468

leggo i quotidiani con le pagine locali ,324 ,456

seguo le tv locali ,001 ,384

parlo con amici, colleghi o famigliari ,281 ,289

Metodo estrazione: fattorizzazione dell'asse principale. Metodo rotazione: Promax con normalizzazione di Kaiser.

Rispetto alla partecipazione politica e alla disponibilità ad attivarsi direttamente per concorrere alla vita pubblica a livello locale, gli andoresi dimostrano una certa propensione alla vita comune, senz’altro più alta (almeno rispetto alle risposte al questionario) rispetto a quanto affermato dai testimoni privilegiati durante le interviste. In particolare la disponibilità degli andoresi risulta più elevata rispetto all’organizzazione di iniziative culturali e sportive, dimostrando quindi non solo di lamentare una scarsa offerta di eventi e di occasioni di leisure, ma anche di essere disponibili ad un coinvolgimento più diretto. Piuttosto alta anche la propensione dichiarata a fare volontariato attivo (33%), cosa questa che non stupisce se si considera che ad Andora sono presenti poche organizzazioni di volontariato, ma molto strutturate e fortemente riconosciute dalla popolazione intera. Gli altri livelli di partecipazione che implicano un coinvolgimento politico più diretto, invece, in linea con i trend locali e nazionali sono piuttosto bassi: soltanto il 12% degli intervistati si candiderebbe per una carica elettiva locale, percentuale che scende addirittura al 7% per coloro che sarebbero disposti a iscriversi a un partito politico.

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4.1.5 I rapporti sociali Gli andoresi, come si è visto, amano vivere nella loro città e curano soprattutto le relazioni delle reti primarie ed in particolare la famiglia. I rapporti con i famigliari sono sereni, distesi e vengono giudicati molto positivamente. Più in generale sono buone tutte le relazioni sociali anche se i giudizi più negativi sono rivolti proprio agli andoresi. Nulla di preoccupante, se si considera che la media dei giudizi è comunque sempre piuttosto alta, ma che descrive bene il clima sociale che si respira nella città dell’estremo ponente savonese.

Ciò che colpisce è infatti il giudizio positivo relativo alle relazioni sociali ed in particolare alle relazioni famigliari. Ben il 64% degli intervistati infatti afferma di essere molto soddisfatto dei rapporti famigliari e il 22% si ritiene abbastanza soddisfatto: in totale quindi circa l’86% degli intervistati è soddisfatto dei rapporti famigliari a fronte di un 9% che dà un giudizio più neutro. Quello che è importante è che un giudizio più negativo arriva soltanto dal 5% degli andoresi, a dimostrazione del clima sociale sereno nonostante le ombre che derivano dalle preoccupazioni economiche.

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5 CONCLUSIONI E INDICAZIONI

Questa ricerca ha permesso di far emergere aspettative e opinioni, dati e motivazioni degli andoresi. Si tratta di un lavoro che non ha precedenti in questa città e nemmeno sull’area del ponente savonese. La scarsità di dati, ma soprattutto di analisi sociologiche su questa realtà ha richiesto uno sforzo scientifico notevole, vista la mancanza di riferimenti comparabili o di una bibliografia recente. Ciò dimostra, al tempo stesso, il merito del Comune di Andora che ha voluto avviare un progetto ambizioso di programmazione passando necessariamente attraverso la sfida del giudizio dei cittadini. Far emergere i bisogni, le aspettative, le preoccupazioni, ma anche avviare percorsi di valutazione partecipata delle policies, diventano quindi delle sfide importanti in cui il Comune di Andora si fa anche capofila rispetto ai suoi omologhi del ponente ligure. L’obiettivo è quindi quello di ricercare un nuovo modo per comprendere il carattere poli-centrico e polisemico della società e soddisfare così adeguatamente le nuove istanze della programmazione, senza dare nulla per scontato, ma anzi, tentando di cogliere proprio quelle dinamiche e quelle risorse che potranno costituire il futuro della città. Il percorso adottato ha avuto quindi l’intento di rispondere ad esigenze fondanti della partecipazione civica che nasce dalla massima dotazione di informazioni disponibili e dal rigore scientifico con il quale esse sono state raccolte e che cresce attraverso il coinvolgimento diretto dei cittadini nella lettura delle informazioni stesse. Il punto di arrivo di questo percorso è la consapevolezza che quanto emerso sarà preso in considerazione dai pubblici poteri, non certo per sostituirsi a chi ha un mandato di rappresentanza e di governo, ma per incrementare la qualità e l’efficacia di una riflessione che, come si è visto, sembra mancare non solo ad Andora, ma più in generale in tutta l’area del ponente ligure. La ricerca che abbiamo presentato in questo documento, grazie alla sua articolazione metodologica e alla ricchezza di contenuti che ha fatto emergere, ha prodotto molte sollecitazioni che qui cercheremo di sintetizzare e di mettere nelle mani della città: 1. Andora è una città in cui si vive bene, in cui ci si percepisce sicuri. Ci sono buone scuole e buoni servizi sociali e un numero considerevole di infrastrutture e associazioni sportive. 2. Gli andoresi hanno una spiccata sensibilità ambientale: desiderano vivere in una città che non si espanda più, ma piuttosto venga riqualificata e resa ancor più vivibile; sono inoltre interessati alle energie alternative e rinnovabili, puntando su uno sviluppo della città secondo i principi della green economy. 3. Il legame tra sviluppo sostenibile, tradizione agricola e vocazione turistica della città potrebbe quindi rappresentare il tema di riferimento in grado di orientare tutte le politiche relative alla promozione del territorio, all’organizzazione di eventi e manifestazioni, caratterizzando sempre più fortemente la vita (e il brand) Andora. Ciò sembra essere del tutto in linea con quanto si sta già iniziando a fare, ad esempio con alcune manifestazioni attuali (es: “Sale e Pesce”, “Festa delle Erbe”). Oltre alla realizzazione di nuove manifestazioni, sarebbe auspicabile investire ulteriormente su quelle attuali, con lo scopo di aumentarne l’interesse e la capacità di attrazione. L’obiettivo è quello di organizzare eventi annuali di richiamo in grado di attirare un pubblico sempre più numeroso sia nei bacini storici del basso Piemonte e Lombardia sia nella vicina Francia.

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4. Lo sviluppo di Andora tuttavia è possibile solo se si supporta la crescita di capitale sociale. Il vero problema di Andora sembra infatti essere la scarsa coesione sociale. Nonostante non emergano particolari problematiche, gli andoresi si frequentano poco, non elaborano progetti comuni, non sembrano riuscire a costruire occasioni per ripensare la propria città, alla sua storia e alle sue prospettive. Questa ricerca è stata forse un primo passo che deve essere colto e portato avanti non soltanto dall’Amministrazione Comunale, ma da tutti i cittadini. Il progetto di Palazzo Tagliaferro, con la sistemazione delle aree esterne e la realizzazione di spazi comuni, potrebbe rappresentare in questo senso il luogo fisico in cui incontrarsi e scambiare opinioni, centro sociale e culturale della città. 5. La dicotomia tra “vita estiva”, tutta dedita al lavoro nel o per il turismo, e “vita invernale” caratterizzata da una chiusura nelle mura della propria abitazione, potrebbe essere in qualche modo risolta attraverso un nuovo protagonismo degli stessi andoresi che, almeno nei mesi invernali, potrebbero cercare di trovare occasioni di incontro e di co-progettazione. Come è emerso dall’analisi non solo gli andoresi lamentano una scarsa offerta culturale dedicata a loro, ma manifestano una nuova e insperata disponibilità a compartecipare a un’eventuale organizzazione degli stessi. Varrebbe la pena quindi cogliere questa disponibilità e renderla viva quanto prima. Sarebbe interessante a questo scopo istituire borse di studio o premi per approfondire la conoscenza della cultura locale, le tradizioni antropologiche in modo da contribuire ad accrescere la consapevolezza delle proprie radici. 6. Le preoccupazioni degli andoresi si concentrano sui giovani: anche qui, come del resto in tutta Italia, sono loro la fascia della popolazione più fragile e con minori opportunità. Nonostante abbiano la possibilità di vivere in un contesto sereno, con famiglie più unite e meno problematiche dei loro coetanei che vivono in altre città, possono contare solo su scarse occasioni di lavoro qualificato, motivate anche dal fatto che la stagione turistica si fa sempre più corta e l’indotto del turismo delle seconde case soddisfa una domanda già esistente e difficilmente ampliabile. Da questo punto di vista gli interventi auspicabili espressi dai cittadini andoresi sono rivolti alla realizzazione di un centro di aggregazione giovanile, dove i ragazzi possano incontrarsi, divertirsi, ma anche seguire percorsi formativi e dove costruire anche iniziative imprenditoriali. Possono essere messe a disposizione risorse attraverso il sistema del microcredito con finanziamenti per lo start-up di impresa, dando priorità ai giovani o a coloro che sono in cerca di prima occupazione. Promuovendo le idee innovative e sostenibili a livello ambientale, si potrebbero supportare le iniziative degli andoresi attirando nel contempo nuovi giovani da altri territori. 7. Gli andoresi hanno mostrato un elevato interesse per le potenzialità offerte dalla rete Internet, evidenziando un largo utilizzo. Proprio per incontrare questa esigenza sempre più importante per i cittadini, considerando anche la scarsa connettività del territorio anche rispetto alle linee mobile, diventerebbe rilevante realizzare punti di accesso ad internet con banda larga senza fili e gratuiti in modo che i cittadini possano accedere con facilità e frequenza al web. L’iniziativa potrebbe inoltre andare nella direzione di aumentare le occasioni di incontri nei luoghi di aggregazione (piazze, biblioteca, aree a mare comuni, ecc.). 8. Il Comune di Andora, che fa parte del club dei comuni virtuosi, ha messo in campo numerose iniziative innovative con l’obiettivo di rispondere ai reali bisogni dei cittadini e di alleggerire quanto possibile la pressione fiscale. Tutte queste iniziative dovrebbero essere sostenute da una comunicazione più puntuale ed efficace, migliorando la relazione con il cittadino e agevolando un sistema aperto e fondato sulla programmazione condivisa.

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9. Oggi il turismo è sicuramente il settore trainante dell’economia locale che rende necessaria sia la definizione di strumenti di gestione del territorio in grado di preservare tale vocazione sia la ricerca di una continua sinergia con gli operatori del settore, in modo da sfruttare le potenzialità e definirne le modalità. Il completamento del Porto turistico, la valorizzazione del fronte mare e la realizzazione del parco di Stampino sono tutti elementi in grado di favorire un impulso all’economia locale, soprattutto valorizzando l’offerta turistica in termini qualitativi. La realizzazione di ulteriori strutture alberghiere, seppur in un momento congiunturale non particolarmente favorevole, può rappresentare una ulteriore occasione di sviluppo. Una delle possibili azioni da intraprendere nella direzione di recuperare nuova “qualità urbana” potrà essere volta al riutilizzo delle aree dimesse dal vecchio tracciato della linea ferroviaria, attraverso la realizzazione di piste ciclabili, aree di verde pubblico attrezzate e parcheggi. 10. Per garantire uno sviluppo socio-economico del territorio quanto più organico e di lungo periodo, dovranno essere sviluppati i settori produttivi già presenti. Per le attività agricole, quelle artigianali e commerciali occorrerà trovare forme di convivenza e soprattutto di cooperazione, in grado di mettere in campo le sinergie necessarie e le condizioni ottimali di insediamento sul territorio. Da questo punto di vista, alcuni elementi contenuti nel Piano Urbanistico Comunale sembrano andare nella direzione sopra evidenziata. 11. Il ridimensionamento dello sviluppo edilizio potrebbe contribuire ad una ri-valorizzazione dello sfruttamento del suolo a fini agricoli, favorendo nel contempo una ripresa del tessuto produttivo e soprattutto delle attività dell’indotto. Le nuove aree previste nel PUC, destinate alle attività produttive, potrebbero vedere l’insediamento anche di attività legate alla trasformazione dei prodotti agricoli, in particolare di quelli più tipici (basilico, pesto, olio, olive, acciughe, ecc.), non solo provenienti dalla piana e dalle coste andoresi, ma anche dai territori limitrofi. 12. Per incentivare la commercializzazione dei prodotti agricoli del territorio, possono essere create e sviluppate piattaforme, anche dalle stesse associazioni di categoria, in modo da favorire l’incontro di domanda e offerta direttamente sul web, favorendo l’aggregazione dei produttori e rendendo più diretto il rapporto con il consumatore finale. 13. Ultimo elemento sul quale occorre fare una riflessione, in relazione allo sviluppo anche economico di Andora, è rappresentato dalla Qualità. La ricerca della Qualità è sicuramente l’elemento distintivo dello sviluppo futuro dei nostri territori, che ormai sempre di più devono rispondere a numerosi criteri legati alla tutela della salute dei cittadini, alla sostenibilità ambientale, alla razionalizzazione dei costi ed anche al mantenimento dell’immagine. Tutto ciò significa qualità della vita, dell’ambiente, della socialità e culturale.

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6 BIBLIOGRAFIA

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7 GLOSSARIO

Indice di vecchiaia Rappresenta il grado di invecchiamento di una popolazione. È il rapporto percentuale tra il numero degli ultrassessantacinquenni ed il numero dei giovani fino ai 14 anni. Ad esempio, nel 2011 l'indice di vecchiaia per il comune di Andora dice che ci sono 215,7 anziani ogni 100 giovani. Indice di dipendenza strutturale Rappresenta il carico sociale ed economico della popolazione non attiva (0-14 anni e 65 anni ed oltre) su quella attiva (15-64 anni). Ad esempio, teoricamente, ad Andora nel 2011 ci sono 61,3 individui a carico, ogni 100 che lavorano. Indice di ricambio della popolazione attiva Rappresenta il rapporto percentuale tra la fascia di popolazione che sta per andare in pensione (55-64 anni) e quella che sta per entrare nel mondo del lavoro (15-24 anni). La popolazione attiva è tanto più giovane quanto più l'indicatore è minore di 100. Ad esempio, ad Andora nel 2011 l'indice di ricambio è 209,3 e significa che la popolazione in età lavorativa è molto anziana. Indice di struttura della popolazione attiva Rappresenta il grado di invecchiamento della popolazione in età lavorativa. È il rapporto percentuale tra la parte di popolazione in età lavorativa più anziana (40-64 anni) e quella più giovane (15-39 anni). Carico di figli per donna feconda È il rapporto percentuale tra il numero dei bambini fino a 4 anni ed il numero di donne in età feconda (15-49 anni). Stima il carico dei figli in età prescolare per le mamme lavoratrici. Indice di natalità Rappresenta il rapporto percentuale tra il numero delle nascite ed il numero della popolazione residente. Indice di mortalità Rappresenta il rapporto percentuale tra il numero dei decessi ed il numero della popolazione residente. Età media È la media delle età di una popolazione, calcolata come il rapporto tra la somma delle età di tutti gli individui e il numero della popolazione residente. Da non confondere con l'aspettativa di vita di una popolazione. Reddito Disponibile Reddito - Tasse Numero Indice del Reddito comune A = (Reddito comune A / Reddito Medio Italia) * 100 Tasso di Attività = (Forze Lavoro / Popolazione di 15 anni o più) * 100 Tasso di Occupazione = (Occupati / Popolazione dai 15 ai 64 anni) * 100 Tasso di Disoccupazione = (Forze Lavoro / Disoccupati) * 100

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8 ALLEGATI

8.1 Traccia intervista semi-strutturata agli interlocutori privilegiati

1. Da quanto tempo vive od opera ad Andora?

2. In questi anni, quali sono i cambiamenti più importanti che ha potuto vivere e osservare?

3. L’attuale fase di crisi che sta vivendo il nostro paese, come viene percepita ad Andora? Quali sono i settori che, a suo parere, ne risentono maggiormente?

4. Quali sono i punti di forza e di debolezza di questa città?

5. A suo parere, i punti di debolezza come potrebbero migliorare? A quali condizioni?

6. Proviamo a pensare alle diverse fasce di popolazione di Andora: - come vede i giovani? (Come passano il tempo libero, che interessi hanno, come rispondono alle iniziative a loro dedicate, che valori hanno) Quali fabbisogni hanno secondo lei? E quali risorse possono mettere in campo (oppure a disposizione della comunità)? - gli adulti? Che caratteristiche hanno? (Come passano il tempo libero, che interessi hanno, come rispondono alle iniziative a loro dedicate, che valori hanno, che occupazione hanno). Quali fabbisogni hanno secondo lei? E quali risorse possono mettere in campo (oppure a disposizione della comunità)? - gli anziani? Che caratteristiche hanno? (Come passano il tempo libero, che interessi hanno, come rispondono alle iniziative a loro dedicate, che valori hanno, che occupazione hanno). Quali fabbisogni hanno secondo lei? E quali risorse possono mettere in campo (oppure a disposizione della comunità)?

7. Cosa pensa dell’urbanistica e della viabilità di Andora (come si costruisce, come è gestito il traffico, i parcheggi, le zone pedonali, ecc.). Ha dei suggerimenti su come migliorare la viabilità e l’utilizzo degli spazi pubblici?

8. Vorremmo una sua opinione sui servizi pubblici: - Trasporti (su gomma, ferroviari) - Impianti sportivi - Scuole - Cultura - Assistenza (anziani, disabili) - Servizi all’impresa

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- Edilizia privata

9. Secondo lei quali opportunità lavorative offre Andora: - Per un giovane - Per chi ha superato i 40 anni

10. A suo avviso quale settore economico andrebbe sviluppato e (se ha delle proposte) come: - Agricoltura - Industria - Turismo - Edilizia - Servizi - Come immagina Andora tra 10 anni?

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8.2 Questionario per lo studio della realtà socio-economica di Andora (domande)

1. Da quanto tempo vive ad Andora? □ da meno di un anno □ da 1 a 3 anni □ da 3 a 10 anni □ oltre 10 anni

2. In quale zona della città risiede? □ Marina □ Molino Nuovo □ Rollo □ San Giovanni □ Pinamare □ Castello □ San Bernardo □ altro, specificare ………………………………

3. Se lei dovesse assegnare un punteggio da 1 (pessimo) a 5 (perfetto) alla città di Andora in cui abita, come valuterebbe i seguenti aspetti? 1 2 3 4 5 Pulizia (strade, marciapiedi)      Raccolta rifiuti      Acqua e fognature      Possibilità parcheggio      Trasporti pubblici      Esercizi commerciali      Impianti sportivi      Biblioteca      Attività ricreative e culturali      Servizi sanitari      Servizi sociali      Accessibilità rete mobile/internet     

4. Quali a suo parere potrebbero/dovrebbero essere migliorati? (indicarne al massimo tre) □ pulizia strade □ raccolta rifiuti □ acqua e fognature □ possibilità parcheggio □ trasporti pubblici □ esercizi commerciali □ impianti sportivi □ biblioteca □ attività ricreative e culturali □ servizi sanitari

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□ servizi sociali □ accessibilità rete mobile/internet □ altro, specificare………………………………

5. In generale, quanto è soddisfatto relativamente ai seguenti aspetti della vita nel comune di Andora? Per niente Poco Abbastanza Molto soddisfatto soddisfatto soddisfatto soddisfatto Bellezza (dei luoghi, del clima ecc.)     Intrattenimento (cultura, attività ricreative,     locali ecc.) Mobilità (possibilità di muoversi con i     mezzi pubblici o privati) Offerta di servizi privati (banche, assicurazioni, professionisti, medici ecc.)     Qualità dei negozi     Sicurezza urbana     Possibilità di lavoro     Possibilità di trovare casa     Tassazione comunale (casa, rifiuti …)    

6. A suo avviso quali sono gli interventi più importanti di cui dovrebbero occuparsi le istituzioni locali? (Massimo 3 risposte). □ promuovere la cultura □ favorire il dialogo coi cittadini attraverso servizi informatizzati □ realizzare aree wifi per migliorare l’accessibilità a Internet □ tutelare la sicurezza dei cittadini □ estendere l’area pedonale □ favorire l’accessibilità delle frazioni □ favorire la commercializzazione degli alloggi per i turisti □ promuovere le energie alternative □ realizzare un centro di aggregazione per i giovani □ Incentivare l’agricoltura sul territorio □ altro, specificare ______

MEZZI DI TRASPORTO E DI COMUNICAZIONE TELEMATICA 7. Quanto dista la sua abitazione da dove lavora o studia? □ meno di 5 km □ tra 6 e 20 km □ tra 21 e 50 km □ più di 50 km □ non mi sposto (non lavoro, non studio) 8. Quale mezzo utilizza prevalentemente per gli spostamenti abituali? □ auto □ treno

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□ moto/scooter □ pullman □ bicicletta □ vado a piedi 9. Potendo scegliere un mezzo alternativo, quale utilizzerebbe? ………………………...

10. In generale, quanto è soddisfatto dei collegamenti per gli spostamenti abituali in città e verso il luogo di lavoro? Per nulla 1 2 3 4 5 Molto

11. Utilizza la rete Internet? □ sì □ no Se sì, da dove si connette prevalentemente? □ pc di casa □ pc del lavoro □ cellulare/smartphone □ tablet

12. Che tipo di attività svolge in rete? (Possibili più risposte) □ faccio acquisti online □ navigo in siti di informazione □ vado sui Social network come Facebook □ utilizzo la posta elettronica □ guardo video □ ho un blog/sito □ partecipo a giochi □ altro, specificare…………..………

ECONOMIA 13. A suo avviso, quali sono i settori che producono maggiore ricchezza ad Andora? (massimo 2 risposte) □ agricoltura □ commercio □ edilizia □ porto □ servizi alla persona, servizi socio-sanitari □ turismo □ altro, specificare………………………………………………….

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Sviluppi socio-economici del Comune di Andora

14. Quali sono i settori che andrebbero maggiormente incentivati? (massimo 2 risposte) □ agricoltura □ commercio □ edilizia □ porto □ servizi alla persona, servizi socio-sanitari □ turismo □ altro, specificare………………………………………………….

15. Rispetto a 5 anni fa la situazione economica della sua famiglia: □ è decisamente peggiorata □ è peggiorata □ è rimasta invariata □ è migliorata □ è decisamente migliorata

VITA SOCIALE 16. Generalmente per formarsi un’opinione su un problema locale quali fonti utilizza e con quale frequenza? (sono possibili più risposte o nessuna di queste). Qualche Mai Spesso sempre volta Leggo i quotidiani con le pagine locali     Seguo le tv locali     Ascolto i politici locali     Parlo con amici, colleghi o famigliari     Vado su siti di informazione in Internet     Chiedo a persone più competenti di me     Utilizzo i social network come Facebook    

17. Quale di queste cose sarebbe disposto a fare? (sono possibili più risposte o nessuna di queste). Lo farei Sottoscrivere una petizione, firmare un referendum  Partecipare a una manifestazione politica  Iscrivermi a un partito  Fare volontariato attivo  Candidarmi a una carica elettiva locale  Partecipare a forum, blog su Andora  Partecipare all’organizzazione di iniziative culturali o sportive 

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18. Utilizzando un punteggio da 1 (per niente d’accordo) a 5 (completamente d’accordo), può dirci quanto è soddisfatto dei suoi rapporti con: 1 2 3 4 5

Famigliari      Amici      Andoresi      Colleghi     

ANAGRAFICA Sesso: □ maschio □ femmina Anno di nascita ______Stato civile □ Celibe/nubile □ Coniugato/a, convivente □ Vedovo/a □ Separato/divorziato

Nazionalità □ Italiana □ altro (indicare il Paese) ______

Titolo di studio □ Nessun titolo/licenza elementare □ Licenza media □ Diploma Scuola media Superiore □ Diploma Universitario, Laurea, Post laurea

Attività lavorativa □ Dirigente, Imprenditore □ Libero Professionista iscritto ad Albo □ Insegnante □ Lavoratore Autonomo non iscritto ad □ Albo, Artigiano □ Impiegato □ Operaio □ Commerciante □ Coltivatore Diretto □ In cerca di prima occupazione □ Disoccupato

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□ Casalinga □ Studente □ Pensionato □ altro, specificare ______

Settore di attività □ Agricoltura □ Artigianato □ Banche, Assicurazioni □ Commercio □ Pubblica Amministrazione □ Servizi □ Studi Professionali □ Trasporti □ Turismo □ altro, specificare ______

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