LUCA ARZUFFI - FABIO RENNA passiquarantaquattro itinerari per famiglie in Brianza e Lario occidentale

LYASIS EDIZIONI LUCA ARZUFFI FABIO RENNA passiquarantaquattro itinerari per famiglie in Brianza e Lario occidentale

LYASIS EDIZIONI Con il patrocinio di: Prefazione Quando dissi basta con l’alpinismo delle grandi imprese era giugno del 1993. Per settimane avevamo lottato contro la parete ovest del Makalu, che ci aveva respinti, e anche se alla fine avevamo posto i piedi sulla cima in me non c’erano la gioia e la soddisfazione che normalmente accom- pagnano risultati come quelli. Forse perché il Makalu mi aveva chiesto troppo, come troppo mi aveva chiesto l’Everest due anni prima. O forse perché nella mia mente iniziava ad affacciarsi un nuovo tipo di montagna? Dagli Ottomila avevo allora spostato decisamente gli occhi su montagne C.A.I. Sezione di Cantù minori che mi richiamavano esclusivamente per la loro bellezza, come il Lila Peak, un’incredibile punta che come un’affilata lancia bianca trafigge il cielo del Karakorum, quasi a sentinella del poco distante K2: era un ultimo breve ciclo che mi avrebbe riportato alle montagne di casa. Ma quali montagne? Il 19 luglio 1996 era nato Franco, il primo dei miei due figli. Con lui di pochi mesi sulle spalle, dove avrei potuto andare? Abitando a Erba non avevo molta scelta: “collinette” come il Cornizzolo, i , il Bolettone, il Palanzone e il San Primo iniziarono a diventare per me mete abituali. Collinette in confronto agli 8000 a cui ero abituato, ma che su- bito cominciarono a conquistarmi, come mi dicono ancora i tanti ricordi così vivi di quei tempi ormai lontani. Mi rivedo come fosse ieri, infatti, mentre salgo i prati del Cornizzolo completamente imbiancati da una magnifica fioritura di narcisi. È una mattina di metà aprile e un tiepido sole appena nato mi riscalda con i suoi raggi, mentre il profumo di quei meravigliosi fiori mi dona una gioia immensa. Un’altra volta, sempre con il mio bambino sulle spalle, sono in cima al Bolettone. È domenica, quasi l’ora del tramonto, e tra il gruppetto di persone sedute ai piedi della Madonnina sento una signora dire: “Dopo un momento come questo ho la carica per iniziare la nuova settimana.” Com’era vero! Ogni volta che scendo è come se sentissi una voce dirmi di tornare presto perché quella “nuova montagna” mi deve ancora dare tanto: così continuo a ritornare, anche da solo per poter ascoltare meglio quella voce, per penetrare l’intimità di montagne così uniche. O per aprirmi al loro cuore. E allora eccomi in cima al Palanzone nel momento del tramonto, quando il Monte Rosa è una silouette a forma di trapezio che mi porta la nostalgia della sera. O sui crinali sommitali del San Primo, mentre a sera il cielo sulle Grigne si prepara a far nascere la luna con una sequenza di colori dal rosso, al rosa, al violetto e ad altre tinte così Presentazione belle che mi torna difficile descriverle. O ancora al Cornizzolo, mentre sbuco da una fitta nebbia e mi ritrovo ai piedi di un immenso mare in Il volume che avete in mano, Quarantaquattro passi, è il secondo di burrasca, con gigantesche onde color dell’oro, rese tali da un sole di fine una serie di guide escursionistiche rivolte soprattutto alle famiglie, in anno prossimo al tramonto! O sul Monte Barro a godere dell’arrivo della particolare a quelle con bambini. Il progetto editoriale, pensato inte- sera che prima fa arrossire l’acqua dei laghi di Annone, Pusiano e Alserio, ramente mettendo al centro proprio le famiglie, nasce soprattutto e poi lascia salir le stelle oltre il Resegone, mentre si accende con dalla considerazione che, nonostante l’assalto dei centri commer- le luci della notte. ciali, dei canali digitali, delle playstation, sempre più persone voglio- Fu lì, in quei momenti, che il mio spirito di guerriero degli 8000 si trasfor- no avvicinarsi alla montagna, all’ambiente delle nostre Alpi e Prealpi, mò in quello di grande innamorato della montagna, e se da anni parlo al territorio della regione in cui vivono e alla sua storia, consapevoli di questa mia ultima montagna con articoli, libri, filmati e conferenze, lo dell’importanza di recuperare e diffondere una passione sana della mon- faccio per dare la possibilità a tanti altri di vivere le tantissime emozioni tagna e della sua cultura, anche (ri)partendo dalle giovani generazioni. che hanno reso più ricca la mia vita. Ecco allora che Quarantaquattro passi - il libro - vuole essere un punto di Per questo, quando Luca Arzuffi mi chiamò per chiedermi una prefazio- partenza, uno spunto per tutti quelli che, soprattutto con una famiglia al ne di questo “44 passi” gli dissi subito di sì: non per dire che era stato bra- seguito, vogliono scoprire un lembo di territorio della nostra Lombardia, vo nella scelta degli itinerari, o che aveva trovato nell’amico Fabio Renna tra le colline della Brianza e le Prealpi affacciate sul Lago di , con la persona migliore per condividere questa avventura, ma per aggiungere due “incursioni” in territorio elvetico! una voce in più alla loro, perché sono certo che questa guida merita Le 44 escursioni che proponiamo - in fila per sei col resto di due (quelle e potrà dare tanto. E allora, magari anche a costo di ripetere in parte in Svizzera) - spaziano dalle mete “classiche” ad altre più sconosciute: quello che gli autori avranno già detto, vorrei rivolgere ai lettori l’invito a abbiamo scelto solo una piccolissima parte di tutte quelle possibili in un vivere queste pagine, a non perdere la fioritura di fine primavera al Mon- territorio così vasto. te Barro, o quella di narcisi al Cornizzolo, o ancora la spettacolare vista Troverete escursioni in montagna, semplici itinerari a piedi, proposte di sul lago di Lecco e sulle Grigne se si sale ai Corni di Canzo da . visite più “culturali” alla scoperta di piccoli tesori di storia o di arte del Dalla cima del Palanzone ho goduto di albe e tramonti straordinari, so- territorio o ancora infine passeggiate in bicicletta: l’impegno in termini di prattutto d’inverno: raccomando questi momenti, anche se è molto bello tempo sarà pertanto anch’esso molto vario, permettendo così di coglie- essere lassù anche con il verde dell’estate, o quando il bosco ha già preso re alcuni suggerimenti validi anche solo per una mezza giornata all’aria aperta. i colori dell’autunno. Una caratteristica comune a quasi tutti gli itinerari è quella di essere facil- Il San Primo poi è per me la montagna delle montagne. Forse perché è mente e velocemente accessibili dalla pianura, dalle nostre città e dai no- la più alta, o perché da lassù lo sguardo porta fino alle montagne della stri paesi: molti distano addirittura solo una mezz’ora di auto da Milano! mia Valtellina? Che dire? Abbiamo cercato di offrire una grande varietà di luoghi e di spunti, pro- Dirò soltanto che ci andrei di corsa! Come su qualunque di queste mon- prio perchè ciascuno potesse poi lasciarsi affascinare da una valle, un tagne, perché sono montagne che danno veramente tanto senza chie- paesaggio, un angolo del lago, da una storia, magari approfondirne la dere di rischiare. conoscenza… per un’esperienza sempre nuova da costruire con la pro- pria famiglia.

Oreste Forno

6 7 GUIDA portata di qualunque età, ma magari per i bambini più piccoli dovremo trovare altri stimoli al di fuori della storia o dell’arte… ALLA LETTURA Molti degli itinerari sono percorribili con il passeggino, anche se la possibilità di utilizzarlo, per i percorsi escursionistici, si riferisce esclu- STAGIONI, ETÀ, TEMPISTICHE... sivamente a quei modelli di passeggino esplicitamente pensati per un Nell’indice troverete una tabella sulla stagione ottimale per percor- utilizzo “off-road”. rere ciascun itinerario: si tratta di un’indicazione generale, che tiene Abbiamo dato un’indicazione anche sui tempi, che sono uno degli conto della quota, dell’apertura dei rifugi, del clima; capiterà così di tro- aspetti più critici: per le escursioni, in generale, occorre calcolare alme- vare non consigliati, ad esempio, i mesi estivi più caldi per itinerari che no una volta e mezza i tempi indicati per gli adulti, ma il consiglio è che sono percorribili anche tutto l’anno, proprio perché magari visitandoli per andare in montagna con i bambini, soprattutto i più piccoli, occorre “fuori stagione” si possono apprezzare di più. lasciare a casa l’orologio; prendetevi il tempo necessario anche per In generale molti, se non quasi tutti, gli itinerari scelti si possono percor- una sosta in più, una merenda, uno sguardo al paesaggio, che possono rere anche in autunno o in primavera: anche con i bambini è possibile rappresentare un diversivo utile a spezzare la fatica. infatti vivere la montagna tutto l’anno, con poche e semplici precauzioni che tengono conto del clima e della diversa lunghezza QUALCHE CONSIGLIO IN PIU’ delle giornate. Molti itinerari escursionistici, data la loro semplicità sono Per vivere serenamente un’esperienza in montagna con i bambini percorribili anche d’inverno, specie con la complicità di inverni secchi: occorre in generale adattarsi alle loro possibilità e ai loro diverso è il caso in presenza di neve, quando è d’obbligo una maggiore ritmi: programmate escursioni alla loro portata, magari costruendo prudenza. un percorso progressivamente più impegnativo nella stagione per All’inizio di ciascun itinerario trovate poi una scheda che ne riassume dare anche a loro obiettivi a medio termine. alcune caratteristiche; tra di esse, abbiamo inserito una classificazione Tenete conto che il bambino difficilmente accetta la fatica, se non per età, che si riferisce all’età minima perché il bambino possa affron- c’è uno scopo a lui evidente e tangibile (un “bel panorama” non ba- tare quell’itinerario in autonomia, camminando da solo e apprezzando- sta…): il rifugio, la cima, una meta precisa, un premio, un amico che ci ne le caratteristiche; si tratta di un dato utile, ma estremamente indica- precede possono essere alcuni tra i tanti “sproni” che gli permettera- tivo e generale: le proposte di visita più culturali sono ovviamente alla no di raggiungere risultati sorprendenti. Cercate sempre quanto più possibile di offrire ai bambini un’esperienza completa della montagna e dei territori che visi- UN CONSIGLIO tate: nel programmare un’escursione, reperite su internet o su una Per permettere ai bambini più piccoli, fino a guida qualche informazione in più, che vi consenta da un lato di entu- 3-4 anni, di acquisire sicurezza nel camminare siasmare i piccoli fin da prima della partenza, dall’altro di distrarli nei sui sentieri, consigliamo di utilizzare una pic- momenti di maggior fatica con qualche racconto, qualche curiosità cola imbragatura: permette loro di cammina- storica, qualche osservazione di un elemento del paesaggio. Qualche re da soli, senza tenere la mano dell’adulto, elemento abbiamo cercato di darlo anche in questa guida, suggerito abituandosi al terreno sassoso e rimanendo anche di volta in volta una serie di link, ai quali poter approfondire e in tutta sicurezza “legati” alla mano del geni- magari estendere la visita (come nel caso dei molti parchi citati nella tore. Possono essere utilizzate sia le vere e guida) anche ad altri percorsi limitrofi. proprie imbragature pettorali in commercio, sia (pur con limitazioni per la taglia e il peso) Fate in modo che i bambini siano in compagnia durante le vostre le cosiddette “redinelle” che si utilizzano per escursioni: se appena potete invitate famiglie di amici, cuginetti, anche far imparare ai bimbi a camminare. amici adulti; la novità dell’amico fa dimenticare loro la fatica e rende più piacevoli le salite.

8 9 STAGIONI CONSIGLIATE PRIMAVERA ESTATE INDICE AUTUNNO INVERNO POSSIBILE CON PASSEGGINO

1 L’ DI LEONARDO 14 23 I FALÒ DI SAN GIUSEPPE A 93 2 DA MONZA AD AGLIATE 18 24 IL TORCHIO DI PALANZO E LA STRADA REGIA 96 3 IL PRESEPE VIVENTE DI AGLIATE 22 25 IL MONTE PIATTO E LA PIETRA PENDULA 99 4 IL PARCO DI MONTEVECCHIA E LA VALLE DEL CURONE 24 26 LUNGO IL CONFINE 102 5 IL PARCO DELLA BRUGHIERA BRIANTEA 27 27 LA TRAVERSATA DAL BISBINO AL COLMEGNONE 106 6 IL PARCO DEL LURA 31 28 IL MONTE SAN GIORGIO 110 7 LA VIA DELLA SETA 34 29 IL 114 8 IL MONTE BARRO 38 30 I FAGGI MONUMENTALI DEL MONTE GENEROSO 117 9 IL SENTIERO DELLA VASCHE DI 41 31 LE TRINCEE DELLA LINEA CADORNA IN VAL D’INTELVI 120 10 SAN TOMASO 44 32 IL PIZZO DELLA CROCE 123 11 SAN PIETRO AL MONTE E IL MONTE CORNIZZOLO 46 33 BRÈ E IL MONTE BOGLIA (CH) 127 12 SUI LAGHI IN CANOA 50 34 IL MONTE DI E IL RIFUGIO VENINI 131 13 LO SPIRITO DEL BOSCO 55 35 L’ISOLA COMACINA 135 14 IL RIFUGIO SEV AI CORNI DI CANZO 58 36 IL SACRO MONTE DI 138 15 ARTE E SACRO NEL TRIANGOLO LARIANO 62 37 L’ABBAZIA DI SAN BENEDETTO IN VAL PERLANA 141 16 IL MONTE MEGNA 68 38 IL ROGOLONE DI GRANDOLA 144 17 IL MONTE SAN PRIMO 72 39 IL RIFUGIO 147 18 IL RIFUGIO MARTINA E IL MONTE NUVOLONE 76 40 SAN LUCIO (VAL CAVARGNA) 150 19 REZZAGO: IL CASTAGNETO E I FUNGHI DI TERRA 80 41 IL RIFUGIO CROCE DI CAMPO 154 20 IL MONTE PALANZONE 84 42 IL RIFUGIO SAN IORIO 157 21 IL MONTE BOLETTONE E LA CAPANNA MARA 87 43 IL RIFUGIO COMO 160 22 IL MONTE BOLETTO 90 44 IN BATTELLO SUL LAGO DI COMO 163 43 42

Gazzirola 41 CARTINA Svizzera Italia 40 GENERALE 39

38 o m o Monte Boglia PORLEZZA GRANDOLA o m Co ED UNITI i C SS i 33 d d SS

o o no g a MENAGGIO g ug a L a i L d L Gli itinerari che proponiamo spaziano LANO go La 37 dalle porte di Monza alla sponda occi- 44 36 dentale dell’Adda, passando per la Brian- 34 za, per arrivare a comprendere il Trian- SAN FEDELE BELLAGIO INTELVI 35 golo Lariano, con le sue cime affacciate 32 MERIDE 30 LEZZENO sulla pianura padana e le valli del Lario Monte Generoso 31 23 Monte18 occidentale (il “ramo di Como” del lago), San Primo Monte 29 San Giorgio su fino a Gravedona e l’alto lago. 17 MAGREGLIO Per ciascun itinerario proponiamo un 28 semplice schizzo topografico sempli- 15 16 ficato, ma sul sito www.simand.it S 27 19 VALBRONA CAGLIO abbiamo raccolto le tracce GPS e le MENDRISIO Resegone 24 SS carte di tutte le escursioni a piedi e in 20 ASSO 14 TORNO SS 21 CANZO VALMADRERA bicicletta. E 25 Monte 13 LECCO Bolettone 11 9 10 CHIASSO CIVATE 22 8 BRUNATE 26 ERBA GALBIATE COO BOSISIO 12 PARINI 7 File.gpx scaricabili qui: http://www.simand.it/44passi.aspx

Bergamo BRENNA SS 5 SS CANTÙ

E

LOMAZZO 4 MERATE MONTEVECCHIA Ad 3 d 6 CARATE BRIANZA a ROVELLASCA A SOVICO 2 CESANO MADERNO 1 TREZZO SULL’ADDA SS

12 Milano ONZA 13 ’ 1 L Adda di Leonardo

Partenza: Trezzo d’Adda (MI), m 160 Arrivo: Imbersago, m 195 Dislivello: 35 m Tempo: 2 ore Difficoltà: sterrato di lunghezza pari a 13 km da percorrere in bicicletta Interesse: paesaggistico, storico, architettura, fauna Età: 6+, 0+, Periodo:

La ciclabile del fiume Adda permette di vivere un’esperienza dav- Ispirato dalla incredibile bellezza del paesaggio, Leonardo dipinse la vero unica nel suo genere: immaginate di recarvi in un gigantesco celebre “Vergine delle rocce” (Parigi, Louvre) e grazie al suo ingegno museo a cielo aperto e di poterlo visitare… in bicicletta! L’ecomuseo e all’amore per la tecnologia, concepì e progettò un sistema per col- del Fiume Adda unisce l’interesse naturalistico, botanico e faunistico, legare il Lago di Como con Milano sfruttando proprio il corso del a quello architettonico e storico. Al giorno d’oggi l’Adda separa le fiume Adda. Gli studi di idraulica e le intuizioni di Leonardo si tramu- province di Milano e di Bergamo, ma per centinaia di anni il fiume è tarono in un progetto effettivo solo settant’anni dopo la sua morte, stato territorio di confine tra il ducato di Milano e la Repubblica di con l’inizio dei lavori per la realizzazione del Naviglio di Paderno. Venezia. Un territorio ricco di storia dunque, dove non sarà difficile L’itinerario ciclabile completo prende il via da Trezzo d’Adda e per- trovare testimonianze di un passato piuttosto tormentato, a partire mette di arrivare fino a Lecco grazie ad un percorso di circa 35 dal Castello Visconteo di Trezzo d’Adda per arrivare poi alle molte chilometri. Non spaventatevi! opere legate al genio di Leonardo da Vinci, che qui trascorse gli anni La nostra escursione termina ad Imbersago, in corrispondenza del tra il 1506 ed il 1513. Traghetto sul fiume (altro incontro con Leonardo): in questo modo

14 15 avremo comunque la possibilità di per- correre il tratto più interessante, peda- lando per circa 13 chilometri su strada sterrata adatta alla maggior parte delle tipologie di bici (sconsigliata quella da corsa). Si parte dal Castello Visconteo di Trez- zo d’Adda e dopo una visita alla sua torre, patrimonio architettonico e sim- bolo di questa città, si scende fino al fiume per raggiungere la cen- trale idroelettrica Taccani, vero e proprio monumento industriale e impianto storico attualmente di proprietà dell’ENEL. Da qui, co- steggiando il corso del fiume lungo una comoda ed ampia strada sterrata, si prosegue in direzione nord prestando attenzione agli esemplari di vari uccelli che è possibile osserva- re nei pressi della riva. Dopo circa 5 chilometri incontriamo la I chilometri che seguono rappresentano il tratto più suggestivo Centrale Esterle di Cornate d’Adda, dell’intera escursione con bellissime vedute sulle rapide dell’Adda: costruita in perfetto stile liberty e in meno di tre chilometri, il fiume perde un dislivello di ben trenta realizzata nel 1914 per soddi- metri. Oltre alla bellezza del paesaggio, la pista ciclabile ci permette sfare le sempre più importan- di costeggiare il Naviglio di Paderno e le chiuse idrauliche, testimo- ti richieste energetiche di nianze del progetto di Leonardo. Sempre in questa zona, si incontra Milano: essa rappresenta una scalinata che porta in cima allo sperone su cui sorge il Santuario la più potente centra- della Madonna della Rocchetta, privilegiato punto panoramico sulle le del medio corso rapide del fiume. dell’Adda. Poco dopo, Dopo circa dieci chilometri si incontra il Ponte di Paderno (Ponte incontriamo un’altra San Michele), costruito nel 1899 su progetto dell’Ing. Julius Rothli- importate centrale sberger: il ponte si presenta come un arco di ferro posto ad un’al- idroelettrica: la Ber- tezza di circa 80 m dal letto del fiume e ricorda come architettura la tini di Porto d’Ad- Tour Eiffel di Parigi. da costruita nel Appena oltre il ponte, si passa 1898 dalla Edison. un’altra centrale elettrica, la Se- menza, costruita nel 1920 nei pres- Nelle vicinanze si trova il si della Diga di Robbiate. Superati villaggio operaio di Crespi il Naviglio e le rapide, la pista cicla- d’Adda, fondato nel 1875 bile del fiume Adda si apre addol- dall’industriale del cotone cendosi con i monti orobici lecche- Cristoforo Benigno si e bergamaschi sullo sfondo; giunti . Nel 1995 è stato ad Imbersago, dove è presente il Crespi traghetto che consente di attraver- riconosciuto Patrimonio sare il fiume sfruttando la sua stessa dell’Umanità dell’Unesco. corrente, il nostro viaggio termina.

16 17 L’itinerario che proponiamo qui interessa i primi 10 km e si ferma nei pressi di Agliate con la sua bellissima basilica romanica (itinerario 2 Da Monza 3); rappresenta un’ottima opportunità per una piacevole passeggiata in bicicletta. ad Agliate Si parte dal Parco di Monza: per comodità possiamo prendere come riferimento la porta di Biassono, dove si trovano ampie possibilità di parcheggio. Da qui, si imbocca la ciclabile asfaltata di colore rosso mattone che costeggia il Parco di Monza in direzione di Peregal- lo. Lasciata a sinistra cascina Pirotta, si attraversa la linea ferroviaria Monza – Molteno – Lecco e, dopo aver percorso un centinaio di metri, si prende la strada sterrata alla no- stra sinistra. Si prosegue lungo il tracciato che co- steggia il fiume Lambro e la ferro- via a destra, proseguendo sempre dritto e seguendo le indicazioni dell’itinerario ciclabile del Lam- bro in direzione Canonica – Erba. La strada in questo pun- to alterna tratti di sterrato a tratti in asfalto. Si supera- no due ponti in ferro e si Il Parco della Valle del Lambro è stato istituito nel 1983 e conta oggi ben 35 comuni di 4 differenti province: occupa più di 8000 ettari di cui la metà sono di parco naturale. Il suo territorio si estende lungo un tratto di 25 km del fiume Lambro compreso tra i laghi di Pusiano e di Alserio a nord e il Parco della Villa Reale di Monza a sud. Esistono moltissime possibilità per visitare le Partenza: Parco di Monza (MB) zone più interessanti del parco, ma Arrivo: Agliate una in particolare ci permette di per- Dislivello: 340 m correrne l’intera lunghezza attraver- Tempo: 3 ore per andata e so una pista ciclabile interrotta solo ritorno in qualche punto da attraversamenti Difficoltà: pista ciclopedonale su strade aperte a traffico veicolare. di circa 10 km (20 km A/R) con La pista ciclabile, partendo da Mon- qualche attraversamento su za, permette di raggiungere Erba e strade provinciali, due salite il lago di Alserio dopo aver attra- brevi versato quasi tutta la Brianza, con Interesse: paesaggistico un percorso di circa 40 chilometri. Età: 6+, 0+, Periodo:

18 19 arriva a Canonica Lambro in presente un cartello. Si segue in direzione “Agliate – Erba” e dopo un corrispondenza di un ponte tratto di strada carrozzabile con il fondo in ciottoli, si riprende la pista per il traffico veicolare e di ciclabile che attraversa la “piana di Albiate” lungo una serie di campi. un parcheggio per le auto. Si Si entra nel comune di Carate Brianza e si ritorna a costeggiare il attraversa la strada ignoran- fiume Lambro dopo aver superato un tratto piuttosto ripido in di- do il ponte e si continua lun- scesa (seconda difficoltà del percorso, in salita, durante il ritorno). go il sentiero che costeggia Terminata la discesa e oltrepassato un antico filatoio, la pista ciclabile il fiume. termina per immettersi in una strada aperta al traffico veicolare. Si Si prosegue fino ad arrivare supera un ponte e in corrispondenza del primo tornante si seguono nel territorio di Sovico; pre- nuovamente le indicazioni per Agliate – Erba. state attenzione alla vostra In questo punto si incontra nuovamente la pista ciclabile che corre sinistra: lungo il sentiero è lungo il versante sinistro del fiume; con qualche saliscendi si passa presente una piccola grotta al di sotto del grande ponte in ferro che collega le due sponde del nella quale è possibile entra- Lambro, e quindi si raggiungono le Grotte di Realdino. re. Il sentiero corre lungo la Superato un bar/ristorante, in leggera salita si scavalca un piccolo destra idrografica del -Lam dosso e si ridiscende a costeggiare il fiume quando ormai siamo nei bro ed è sempre sufficiente- pressi della località Borgo San Dazio nel comune di Agliate, dove me- mente largo per permettere rita una visita approfondita la basilica romanica con il suo Battistero e una percorrenza abbastanza il parco che fa da cornice. agevole anche con le bici. Dalla Basilica di Agliate è possibile proseguire oltre ed arrivare fino Inoltre, in molti punti la scar- ad Erba ma, vista la distanza ed il percorso che diventa più impegna- pata sul fiume è resa sicura grazie a staccionate protettive in legno. tivo per via degli attraversamenti e del tipo di terreno, noi decidiamo Dopo aver incontrato un ponte ciclopedonale in legno e acciaio che di fermarci qui e ritornare verso Monza. Per chi volesse continuare i conduce al vicino Mulino (convertito in ristorante), si prosegue dritto comuni che si attraversano sono Verano Brianza, Giussano, Veduggio, seguendo le indicazioni per Albiate – Erba. Si raggiunge la località Nibionno, Merone ed Erba per un totale di quasi 40 km. Molino Bassi e, dopo aver attraversato il nucleo di case, si prosegue nuovamente lungo il sentiero che costeggia il fiume. In breve, ci si lascia nuovamente alle spalle la pista ciclabile, per uscire in corrispondenza di un parcheggio in località Ponte di Albiate. In questo punto la pista cessa temporaneamente di seguire il corso del fiume. Prestando molta attenzione, è necessario attraversare la stra- da e puntare dritto verso una serie di scalini che conducono ad una stret- ta viuzza piuttosto ripida con fondo di ciottoli ed al cui termine troviamo tre gradini da scavalcare con la bici in Per informazioni spalle. Questo passaggio rappresenta sugli itinerari del parco la prima vera difficoltà di questo iti- nerario a causa della pendenza della visitare il sito via che per fortuna è molto breve www.leviedelparco.it (circa cento metri). Una volta in cima, si raggiunge un incrocio a “T” dove è

20 21 Intorno al VI secolo, nel borgo fu costruita una chiesetta, sui resti 3 Il Presepe vivente della quale sorse poi tra il X e l’XI secolo l’attuale Basilica romanica dei Per informazioni di Agliate Santi Pietro e Paolo; la basilica è uno dettagliate e aggiornate dei più importanti esempi di roma- sulla rappresentazione nico in Lombardia, con una pianta presepe Era l’ormai lontano 1976 quando un gruppo di giovani brianzoli sacra del a tre navate separate da una dop- vivente ebbe l’idea di riprendere l’antica tradizione del presepe vivente, pia fila di colonne tutte diseguali, la per rinnovare e far rivivere il mistero di un Dio che si fa presenza visitate il sito maggior parte probabilmente di re- umana dentro la Storia. Nasce così il Presepe vivente di Agliate, www.presepeagliate.it che da più di trent’anni si ripete, nel pomeriggio del 26 Dicembre, cupero come pure i capitelli, ricavati nel grande prato dietro la basilica. Questa che proponiamo non è da materiali romani (are o cornici): il un’escursione, e nemmeno un itinerario: è una proposta, una parti- che proverebbe come la chiesa sarebbe sorta sulle rovine di un tem- colare proposta di visita ad Agliate, un piccolo centro della brianza, pio dell’epoca romana. All’esterno, il fondo della chiesa presenta tre frazione di Carate, che sorge proprio sulle rive del fiume Lambro, absidi regolari ed eleganti nella loro ruvida semplicità; nel complesso meta anche del precedente itinerario ciclistico (n 2). della basilica si trova un Battistero con una singolare pianta a nove lati, Con i suoi vicoli contorti, le antiche corti, i muri sbrecciati sovrastata da una cupola a otto spicchi, nel quale si conserva il fonte delle case semplici e le ville signorili, l’antico borgo battesimale e resti di affreschi. era un importante insediamento celtico, anche se L’invito alla visita è certamente valido in ogni periodo dell’anno, ma alcuni ritrovamenti archeologici hanno porta- durante il periodo natalizio, nel borgo di Agliate, in particolare nel Par- to a stabilire che l’area dove oggi sorge il co delle Fontanelle, sulle rive del Lambro alle spalle della Basilica, mi- paese dovesse essere frequentata fin dal- la preistoria, e utilizzata forse per scopi gliaia di persone si raccolgono ogni anno da più di trent’anni per assi- religiosi o funerari. stere alla sacra rappresentazione del Presepe vivente: nel pomeriggio del giorno di Santo Stefano, centinaia di figuranti in costume offrono diverse scene legate alla natività; l’Annunciazione, la visita di Maria a Elisabetta, la corte di Erode, il censimento, i pastori di Betlemme, gli angeli e i Magi in visita al bambino Gesù; e ancora scene di vita vissuta d’altri tempi, mestieri di una volta come le lavandaie, i maniscalchi, i falegnami. Spesso poi il presepe viene “attualizzato” inserendo scene relative a figure religiose d’attualità: nel 2009 si è voluto ad esempio ricordare Don Carlo Gnocchi, proclamato beato a Milano solo due mesi prima, il 25 ottobre, mentre nel 2014 si è ricordata la figura di Don Bosco, nel bicentenario della nascita nel 2015. Rivive così dal 1977, grazie dell’Associazione Presepe Vivente di Aglia- te, di numerosi gruppi e associazioni e delle Parrocchie locali, una tradizione che risale a San Francesco, il primo che per celebrare il Natale volle rappresentare la nascita di Gesù con dei personaggi vi- venti, dando vita al Presepio. Era il 1223, a Greccio, al confine tra Lazio e Umbria vicino a Rieti: in quasi 800 anni si sono moltiplicati i paesi, i borghi, le cittadine che ogni anno offrono questi “spettacoli” religiosi. Ma, come ad Agliate, rimane intatta la semplicità e lo stupore per una nascita di 2000 anni fa.

22 23 4 Il Parco di Montevecchia Partenza: Montevecchia Alta e la Valle del Curone (LC), m 450 Arrivo: Parco del Curone, Ci troviamo nel cuore della produttiva Brianza, ad un passo dalle aree m 400 370 m, con urbane che circondano il centro nevralgico dell’economia e dell’indu- Dislivello: saliscendi stria italiana. È difficile immaginare che proprio qui, in un piccolo angolo Tempo: 3 ore per il giro di territorio, possa nascondersi una vera e propria oasi naturale dove è completo ancora possibile respirare e assaporare l’antico vivere legato alla terra. Difficoltà: mulattiera e È il Parco di Montevecchia con la sua Valle del Curone, situato tra i sentieri comuni di Cernusco Lombardone, Lomagna, Merate, Missaglia, Monte- Interesse: paesaggistico vecchia, Olgiate Molgora, Osnago, Perego, Rovagnate, Sirtori e Viganò. Età: 3+ Il Parco è stato istituito nel 1983 e ricopre un’area il cui interesse va Periodo:

da quello paesaggistico-ambientale a quello agricolo ed architettonico; in quest’area, gli undici sentieri “ufficiali”, che attraversano da Nord a Sud e da Est a Ovest l’intero parco, collegando tutti i comuni confi- nanti, insieme a tutta una serie di altri sentieri meno noti, creano una fitta rete di percorsi amati dagli escursionisti e dagli appassionati della mountain bike. Il percorso che vi proponiamo rappresenta perciò solo una delle tante possibilità escursionistiche e vuole essere uno spunto per accompa- gnarvi alla scoperta di questo ultimo “angolo di paradiso” a due passi dalla città. Si raggiunge in auto Montevecchia Alta dove è possibile parcheggiare. Ricordiamo che nelle domeniche pomeriggio di bel tempo è difficile trovare parcheggio in quanto la località è piuttosto frequentata e i par- cheggi sono piuttosto limitati. Una rapida visita al Santuario della Beata Vergine del Carmelo è d’obbligo anche per il bel panorama che si gode dal sagrato della chiesa. Dal parcheggio si segue in leggera discesa un comodo sentiero costi- tuito da ciottoli che conduce fino a Ca’ del Soldato, Centro Visite del Parco del Curone e sede del gruppo Guardie Ecologiche Volontarie. Il centro è un punto di riferimento turistico dove trovare depliant e informazioni, ma anche un museo dove il visitatore può osservare la

La collina dei cipressi di Montevecchia è il punto più elevato dell’itinerario. 24 25 La cascina Galbusera Nera.

fauna e i molteplici ambienti naturali che caratterizzano il Parco. Da Ca’ del Soldato si riparte lungo la strada sterrata che, piegando verso destra, conduce ad un’ampia area adibita a parcheggio. Da qui, imboc- chiamo verso sinistra la strada asfaltata; in corrispondenza di una curva, si abbandona il breve tratto di asfalto notando una strada sterrata che pro- segue nella nostra direzione di marcia e che in poco tempo si addentra in un bosco. Si prosegue fino ad una prima deviazione a destra che porta in leggera salita in una bellissima zona di terrazzamenti e campi coltivati con moltissimi alberi da frutto. Si continua in salita fino a raggiugere il bellissimo borgo di Galbusera Bianca, recentemente ristrutturato. Proseguendo ancora lungo l’ampia strada sterrata è possibile giunge- re fino alla cascina Galbusera Nera dove si osserva un altro interes- sante esempio di architettura rurale storica. Da qui, puntiamo in salita verso la località Pianello dove è possibile in- traprendere uno dei due sentieri: il sentiero alto ed il sentiero basso con- ducono alla località Cipressi, punto di osservazione molto panoramico sull’intero parco. Entrambi i sentieri transitano in una zona ricca di vigneti, autentico patrimonio di questa terra, gra- zie ai quali viene prodotto un ottimo vino Consigliamo di percorrere locale. itinerario durante questo Si può fare quindi ritorno a Galbusera

il mese di Settembre Bianca, e quindi percorrere lo stesso sen- in prossimità del periodo tiero dell’andata. della vendemmia!

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