1988-2001 di

Formai gli Anal Cunt nel marzo del 1988. Quando il gruppo cominciò nessuno di noi aveva la minima intenzione di fare grandi cose. Tutto ciò che avevamo pianificato era registrare un demo tape e fare un’esibizione dal vivo, ma poi finimmo per fare molto più di questo. A quel tempo suonavo il basso in un gruppo chiamato Executioner ed ero continuamente in tour da una costa all’altra degli Stati Uniti. Suonavo anche la chitarra e cantavo in un gruppo parodia del death metal chiamato Satan’s Warriors. Inoltre avevo l’hobby di formare continuamente gruppi-farsa. La maggior parte di loro suonava già come gli Anal Cunt, ma non riuscì mai a registrare più di uno schifoso demo nella mia camera da letto, oppure nell’attico o nello scantinato di qualche mio amico. Una band animata dalla stessa attitudine degli Anal Cunt l’avevo già formata nel 1980 con mio cugino Michael. Suonavamo nel mio attico. L’avevamo chiamata The Losers, ma più tardi ne mutammo il nome in Noise. Quel “gruppo” ero io con una chitarra giocattolo (non sono riuscito a permettermene una vera per anni) e lui che suonava scatole di cartone il più velocemente possibile. Anni dopo, quando finalmente ebbi fra le mani una chitarra decente, incisi diverse cassette. Fu allora che nacque il nome Anal Cunt. Di solito mi divertivo in maniera idiota. Facevo una lista di parole dal significato offensivo, che poi combinavo fra loro per ottenere il più cattivo, stupido e ottuso nome possibile. Un giorno mi venne in mente Anal Cunt. Come ho già detto avevo da molto tempo l’abitudine di formare un mucchio di gruppi che assomigliavano agli Anal Cunt, ma di solito c’erano dentro le stesse persone. Stavolta volevo farlo con gente diversa. Volevo che il gruppo fosse la cosa meno musicale possibile. Niente testi, niente musica scritta per le canzoni, niente titoli dei pezzi, NIENTE che assomigliasse minimamente alla musica. Volevo anche che il gruppo avesse sul palco una presenza molto intensa, aggressiva e violenta, e poiché pensavo che non ci fosse nessuno più intenso, aggressivo e violento di me decisi di abbandonare la chitarra e passare alla voce. Così chiamai il mio migliore amico di quel tempo (che è lo stesso di oggi), Mike Mahan, e gli chiesi di suonare la chitarra con me. Il problema fu che lui mi disse subito di no. Era ossessionato dall’idea di prendere un impegno così gravoso, suonare regolarmente in un gruppo, provare ogni settimana, andare in giro senza cibo e un posto sicuro per dormire. Non mi restò altra scelta se non quella di parlargli della cosa da un punto di vista psico-analitico, dicendogli che era una specie di scherzo e che in realtà avremmo suonato solo una volta, all’Università Brandeis. Il progetto si sarebbe esaurito in un’unica esibizione. Era tutto. Quel posto era organizzato in modo che lo spettacolo fosse aperto al pubblico. Charlie Infection, che a quel tempo faceva un programma radiofonico proprio lì, era anche il batterista dei Cancerous Growth e degli Psycho, e aveva l’incarico di organizzare una “notte hardcore” ogni mese. I gruppi che ci suonavano dovevano avere al loro attivo almeno un demo tape, perciò era abbastanza facile assistere a buoni show. Naturalmente si esibivano Psycho e Cancerous Growth, ma anche PTL Klub, The F.U.’s, Bulge, Satan’s Warriors, e altri ancora. Dovevo assolutamente trovare il modo di suonarci con gli Anal Cunt. Dopo aver pensato per giorni a chi prendere alla batteria, mi ricordai di questo ragazzo che avevo odiato fin dal principio, Tim Morse. L’avevo visto suonare una volta in maniera davvero veloce e pensai che se fosse riuscito a farlo ancora nello stesso modo sarebbe stato perfetto. Invece la prima volta che provammo insieme fu uno schifo. In compenso finii per essere un vero maestro dell’esercitazione per Mike e Tim, facendoli diventare più veloci e più decisi, e convincendoli a suonare un frastuono totale. Il primo show si svolse in casa di mia madre il giorno di Pasqua del 1988. Il pubblico era composto da lei, i miei due fratellini, mia nonna e alcuni amici di mia madre. Subito dopo registrammo un demo con un quattro piste, che ancora oggi aspetta di essere mixato. Fu ascoltato solo dalle nostre ragazze mentre lo stavamo registrando nell’attico di mia madre. Però eravamo pronti. Suonammo il nostro primo spettacolo pubblico all’Università Brandeis il primo giugno. Il concerto fu trasmesso in diretta per radio, e in un certo senso fu un successo, perché convinse Mike e gli altri a continuare. Per non farli riflettere troppo e nel timore che potessero tornare indietro nella decisione organizzai un tour negli Stati Uniti. Siccome non avevamo ancora registrato niente mentii a tutti i promoter dei clubs dicendo che avevamo un disco in uscita. Il tour cominciò alla fine di agosto e durò una settimana e mezza. Arrivammo perfino in Florida. Un paio di giorni prima avevamo registrato il “47 Song demo”, in modo da avere qualcosa per diffondere in giro il nome del gruppo. La cosa riuscì bene, a tal punto che da allora molti cominciarono a scopiazzare il nostro sound e il nostro modo di stare sul palco, estremamente aggressivo e violento. Quello stesso anno registrammo il nostro primo disco,”88 Song E.P.”. L’anno dopo, invece, quando il 7” era appena uscito, organizzammo altri tour. Quello era un momento molto felice per gli Anal Cunt, perché stavamo ricevendo offerte da molte etichette. Una di queste era la Earache, ma noi rifiutammo la loro proposta. Preferivamo concentrarci sul nostro lavoro piuttosto che inseguire i loro profitti, registrando materiale per uno split 7” con i Seven Minutes Of Nausea e altro ancora per una compilation 10” intitolata “Apocalyptic Convulsions”. Quell’estate fummo sempre in giro a suonare, e vaffanculo la Earache. A settembre cominciammo a registrare un disco che, per quanto ne sappia, nessuno aveva mai provato a suonare in quel modo. Alla fine fu intitolato “5643 Song E.P.”. Si, ci sono effettivamente così tante canzoni su quel 7”. Ecco perché: andammo in uno studio a 16 piste e registrammo un intero 7” di canzoni su una traccia, poi un altro sulla seconda traccia, e così sulla terza, sulla quarta, ecc., fino a quando ci ritrovammo sedici tracce occupate. Così, quando lo si ascolta, ci sono realmente 16 canzoni che suonano nello stesso tempo. Stampai quel disco con una piccola tiratura di 307 copie, pensando che nessuno l’avrebbe voluto, e anche perché ero infastidito dall’idea che le persone che ci ascoltavano per la prima volta potessero pensare che tutto il nostro materiale fosse simile a quello. Dig della Earache chiese l’autorizzazione per una stampa europea, perché contrariamente a me era convinto di trovare pubblico per quella roba, a tal punto che quando gli dissi di no si offrì di comprare l’intera stampa. Vaffanculo un’altra volta. No. In compenso concessi l’autorizzazione in Europa al tipo che fece uscire lo split con i Seven Minutes Of Nausea. Al di là di questo, in noi c’era la convinzione che le cose non andassero più bene come una volta. Qualcuno cominciava ad annoiarsi, perché tutto il nostro materiale suonava allo stesso modo. Inoltre Mike e Tim erano penosi ai loro strumenti. Era ormai chiaro che non saremmo mai riusciti a progredire, così decidemmo di scioglierci. Prima di farlo, però, volevamo almeno tentare qualcosa di più importante del solito, così decidemmo di fare un tour in Europa. La maggior parte delle lettere dei nostri fans proveniva proprio da là, così fissammo il tour per aprile. L’ultima esibizione si svolse a Berlino il 20 di quel mese. Il nostro ultimo disco, ”Another E.P.”, l’avevamo tirato fuori già a gennaio. Tutto era compiuto. Addio. Dopo lo scioglimento degli Anal Cunt cominciai a rimuginare su un mucchio di cose. Cosa dovevo fare adesso, io, Seth Putnam ? Insomma iniziai un nuovo gruppo chiamato “George H. Brown”. Nelle mie intenzioni doveva trattarsi di una band blues/rock, con me alla chitarra, il futuro membro dei riformati Anal Cunt, Fred Ordonez, alla seconda chitarra, e John McCarthy (a quel tempo ex cantante dei Post Mortem) alla voce. A causa del nostro terrificante modo di suonare il gruppo non andò mai da nessuna parte, sebbene una delle sue canzoni, ”Foreplay with a tree shredder”, sarebbe apparsa più tardi sul cd degli Anal Cunt “”. Delusi, io e John decidemmo di dar vita a un nuovo gruppo chiamato “Sloth”, ma dopo aver scoperto che esisteva un’omonima band Sloth a New York, lo cambiammo in “From Sloth To Anger” (preso dalla copertina interna di un disco dei “Borgetomagus”). Quel “gruppo” fece una cassetta che nessuno ha mai ascoltato. Alla fine io mi unii ai Post Mortem come cantante, Tim mise incinta una tipa, e Mike si trasferì ad Indiana per circa sei mesi. Tutte quelle esperienze furono però frustranti nello stesso modo, così decisi, insieme a Tim, di riformare gli Anal Cunt il primo marzo del 1991,con musica leggermente più complessa. La nostra scelta iniziale per la chitarra fu il futuro membro Paul Kraynak, ma quando fu chiaro che non ci avrebbe mai assecondato nel progetto, ripiegammo su Fred Ordonez. A marzo registrammo un mucchio di materiale per lo split 7” con gli Psycho, quello coi Meat Shits, alcuni pezzi per una compilation 12” chiamata “Master Of Noise”, ed il primo disco noisecore acustico del mondo, l’E.P. “Unplugged”. A luglio tornammo in tour negli Stati Uniti con Phlegm e Incantation. Due degli show finirono sul “Live E.P.”, mentre il secondo lato dell’E.P. “Unplugged” fu registrato live a casa di alcuni hippy ad Austin, in Texas. Poi, improvvisamente, quasi come un sentimento che si fa strada nell’anima come un colpo di cannone, sentimmo il bisogno di provare un paio di canzoni “vere”. Fu in quel periodo che prendemmo in considerazione la possibilità di ampliare i nostri orizzonti compositivi. Cominciammo a chiederci se il fatto di avere in repertorio delle canzoni “normali” avrebbe potuto mandare in rovina gli Anal Cunt. Per trovare una risposta cominciammo a scrivere canzoni in quella direzione e il risultato, sei pezzi che quasi nessuno ha mai ascoltato, fu archiviato con un sorriso. Nella primavera del 1992 mi aggregai alla riformata vecchia band hardcore Siege, ma poco dopo venne il momento di un altro tour europeo degli Anal Cunt. Questa volta Tim si tirò indietro come un poppante un paio di giorni prima del tour. Invece di rinunciare, il promoter mi consigliò di partire comunque, e di trovare un batterista sul posto. Arrivati in Europa provammo effettivamente due tipi, ma non erano abbastanza veloci, così per i primi due show fummo costretti a farli suonare entrambi alla stessa batteria contemporaneamente. Poi approfittammo di un paio di giorni liberi per provare con il più veloce dei due e continuammo il tour con lui. Dal momento che conosceva a malapena la struttura del nostro materiale, negli spettacoli accadeva di tutto. Per cercare di distogliere l’attenzione del pubblico dai suoi errori io o Fred, o tutti e due insieme, saltavamo giù dal palco a dare pugni alle persone e a rompere qualunque cosa ci capitasse a tiro. Divertente. Durante il tour ci capitarono diverse cose interessanti, anche al di fuori dell’attività con gli Anal Cunt. Io, ad esempio, suonai la batteria per un’esibizione dei Fear Of God. Insieme a Fred, poi, mi unii ai Seven Minutes Of Nausea per una registrazione. Ne uscimmo con l’umore giusto per riprendere Tim nel gruppo appena rientrati in America, e con un’attitudine meno distratta e più incline alla riflessione. Finalmente ci rendevamo conto che nella maggior parte degli show demolivamo tutto, distruggevamo ogni cosa, ferivamo le persone; che il microfono si rompeva sempre e la corda della chitarra si sfilava continuamente; che tutto ciò che si riusciva a sentire era la batteria (e le persone che urlavano). Così decidemmo di prendere un secondo chitarrista per mantenere costante il rumore mentre si verificava tutto questo casino. E’ così che abbiamo scelto John Kozik. Proprio in quel periodo cominciai anche ad essere stanco del fatto che tutti i nostri dischi fossero fuori stampa e che nessuno riuscisse a trovarli. Così decisi che era arrivato il momento di accettare le proposte di un’etichetta importante, una di quelle che avrebbe potuto garantire alle nostre produzioni una buona distribuzione, e che magari avrebbe anche pagato i nostri tour. Per andare in giro a suonare avevamo sempre perso un mucchio di denaro, e in tutta sincerità la cosa cominciava a darmi fastidio. Insomma stipulai un contratto con la Earache, e affanculo le riserve “morali”. Quando ci dissero che volevano ascoltare del nuovo materiale registrammo quello che più tardi sarebbe uscito con il titolo di “Morbid Florist”. Non fu un lavoro facile. Avevamo cominciato ad avere problemi con Fred per motivi personali, inoltre John dovette recarsi in ospedale proprio il giorno della registrazione, per il dolore causato dai calcoli renali. Le parti di chitarra furono registrate da me e Tim, e forse per questo fu la prima produzione degli Anal Cunt con “vere” canzoni. Nel marzo del 1993, dopo aver ripreso Fred nel gruppo, cominciammo a registrare altre nove canzoni “vere” per “Everyone Should Be Killed”. Qualche mese dopo cercammo di arricchire il lavoro con altri pezzi, ma quella parte di registrazione fece così schifo che non venne mai pubblicata. Così, in effetti, ci sono quaranta minuti circa di canzoni degli Anal Cunt tratte da “Everyone Should Be Killed” che non sono mai state pubblicate. Altri aneddoti? Ecco qua: in quel tempo gli Anal Cunt furono invitati a partecipare a un tour-farsa metal chiamato “Lollapalooza”. I gruppi dovevano essere cinque, ma solo altri due, e Deceased, erano stati confermati. Gli altri andavano e venivano ogni giorno, come Uncle Slam e qualche altra band gay. Alla fine non se ne fece nulla, e poiché smaniavamo dalla voglia di suonare ce ne andammo in California per una serie di concerti. Organizzammo delle date anche a e in Colorado. Fu l’occasione giusta per sbattere definitivamente Fred fuori dal gruppo e sostituirlo con Paul Kraynak. Una sera, durante un concerto a San Francisco, fui arrestato per aver preso a pugni in faccia delle stupide bastarde. Quello spettacolo durò solo due minuti, seguito da urla e grida. Ne approfittammo per dare un’immagine deviata e violenta degli Anal Cunt. Lo show, insieme ad altri spettacoli simili, finì su una registrazione estremamente rara chiamata “Breaking The Law”. Dopo questo tour Paul lasciò il gruppo, ma ormai John era abbastanza bravo per farcela da solo. Quando si era unito a noi faceva quasi pena, ma ora era diverso. Non ci serviva un nuovo chitarrista. Il 1994 vide la pubblicazione di “Everyone Should Be Killed” su Earache Records. Uscì in Europa e Giappone con alcuni mesi di anticipo rispetto all’America. Quelli della Earache cambiarono la copertina senza dircelo, e questo ci sembrò molto gay. Non ci hanno mai dato una spiegazione plausibile del perché si siano comportati in quel modo; hanno solo dato la colpa a dei tipi che sono stati licenziati su due piedi, tutto qui. Si sbarazzarono completamente del retro-copertina originariamente designato (che includeva tre nostre foto dal vivo) e stamparono il disco così come pareva a loro. Bella roba… Quell’estate portammo a termine un tour europeo che toccò Germania, Spagna e Austria, con W.B.I. e Necrophiliacs. Poi, sei giorni dopo la fine di quel tour, ne iniziammo un altro negli Stati Uniti con Incantation, Morpheus Descends, Afterlife e Gutted. Fu allora che registrammo “Top 40 Hits”. Non assomigliava affatto a come io volevo che suonasse. L’intenzione iniziale era quella di far saltare i vostri altoparlanti quando riproducevate le canzoni più rumorose, ma poiché lo studio era digitale, non analogico, fu impossibile ottenere questo effetto. Peccato. Per la verità proprio in quel periodo stavo progettando di cambiare le canzoni maggiormente rumorose, per dotarle di un suono più reale, prevalentemente in uno stile hardcore veloce. Ma siccome non volevo che il cambiamento fosse troppo improvviso, feci in modo che il disco fosse per metà totale casino e per l’altra metà occupato da canzoni “vere”. Uscì a marzo o ad aprile del 1995, prima di partire per un altro tour negli Stati Uniti, e in seguito per il nostro primo giro in Giappone. La fatica schiantò John Kozik, che fu sostituito da . Subito dopo cominciammo a registrare “40 More Reasons To Hate Us”, nello studio di un tipo grasso e irritante. Su questa registrazione feci quasi tutte le parti di chitarra e suonai anche la batteria in una decina di canzoni. Tim non riuscì a suonare come volevo, così feci quasi tutto io, con Scott alla seconda chitarra. Penso che ci siano solo tre pezzi in cui Scott e Tim hanno registrato insieme. Su Scott cosa posso dirvi? Non è che suonasse male, ma era quello che era, era nuovo del gruppo e non conosceva tutte le canzoni. Dopo pochi show non proprio entusiasmanti, e con la prospettiva di un altro tour di due settimane con gli Eyehategod, fummo costretti ad arruolare nuovamente John Kozik. Non c’era altra scelta possibile, avevo motivo di credere che non avrebbe funzionato con Scott da solo. Dopo quel tour la band stava nuovamente per sciogliersi. Tim aveva avuto un bambino e cercava sempre di incasinare le cose, io ero quasi intenzionato a farla finita. Invece mi sbarazzai di Tim. Dopo tutto le cose possono essere viste da un mucchio di prospettive diverse, no? Poco tempo dopo, insieme a Scott Hull, registrai una canzone di Morrissey per il cd tributo agli Smiths. Giusto il tempo di decidermi a raggiungere New Orleans, dove feci le voci di fondo per “The Great Southern Trendkill” dei e cantai anche in uno show degli Eyehategod, dato che il loro cantante viveva in quel momento a New York. Per l’ennesima volta stavo valutando di sciogliere il gruppo, ma alla fine decisi di continuare con Josh Martin alla chitarra, che avevo conosciuto quando gli Anal Cunt avevano suonato a New York tra il 1994 e il 1995. Dopo aver conseguito la laurea al College Josh si era trasferito a Boston, e là lo trovai. Provammo una manciata di idioti alla batteria e alla fine decidemmo di prendere Nate Linehan. Suonammo un mucchio di show per raggiungere l’intesa necessaria, prima di registrare il cd “I Like It When You Die” e partire per un lungo tour insieme a Incantation e Mortician. Dopo quella lunga ed estenuante serie di concerti Nate lasciò il gruppo, e gli Anal Cunt si ritrovarono nuovamente senza batterista. Nell’attesa di trovare un sostituto Josh ed io registrammo uno split 7’’ con gli Eyehategod, e mettemmo su alcune cover dei con me alla batteria. Per mesi cercammo un batterista senza riuscire a trovarlo, così io e Josh, sotto l’effetto della cocaina, implorammo il fratello di Nate perché facesse da intermediario per farlo tornare nella band. E così fu. Cosa altro aggiungere? Ah, si…abbiamo fatto altri show, un altro tour con il gruppo peggiore di tutti i tempi, i Murder One, un altro giretto in Giappone nel 1998 e poi registrato “”. In questo disco la batteria e la chitarra furono registrate su un quattro piste nella nostra sala prove. Poi portai la nostra penosa attrezzatura allo studio, feci le voci e mixai le canzoni. Il disco uscì proprio alla fine del nostro tour europeo del 1999 con Flächenbrand e qualche altro gruppo gay. Più tardi, sempre in quell’anno, Nate ci abbandonò di nuovo (questa volta per sempre) e fu sostituito da Josh Gillis. Nel settembre del 2000 registrammo il 7’’ “Defenders Of The Hate” e portammo a termine l’ennesimo tour negli Stati Uniti. Il 2001 vide gli Anal Cunt registrare altro materiale e fare esibizioni su e giù per l’America, per poi sciogliersi definitivamente. Sembrò il momento giusto per farlo, e non c’è molto altro da aggiungere. Ero veramente stanco di andare avanti ed è finita. Niente disordini, conflitti interiori, scandali, o cose di questo genere. E’ semplicemente finita…