REGIONE Comune di POLICORO

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (VAS) RELATIVO ALLA REALIZZAZIONE DELLA LOTTIZZAZIONE COMPARTO D12/5 NEL COMUNE DI POLICORO.

VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA’ A PROCEDURA DI VAS RAPPORTO PRELIMINARE

COMMITTENTI EDEN CASA Soc. Coop. a r.l. MASTROGIULIO Nicola S. CO.DE.SA. S.r.l. EDILIZIA MATERANA S.n.c. FABIANO Antonio AFFUSO Valerio FABIANO Giuseppina LAVIOLA Paolo G. FABIANO Maria SCATTINO Teresa FABIANO Vincenzo LAVIOLA Antonio MASTROGIULIO Rocco LAVIOLA Marco MASTROGIULIO Angela LAVIOLA Nicola MASTROGIULIO Maria D. PROGETTO Ing.MASTROGIULIO ACINAPURA MariaPASQUALE T.

COMUNE DI POLICORO (MT)

VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA’ A PROCEDURA DI VAS

RAPPORTO PRELIMINARE

IL RAPPORTO PRELIMINARE E’ STATO REDATTO IN BASE ALLE INDICAZIONI DELL’ALLEGATO I DEL D.LGS. N°4 del 16/01/2008

GRUPPO DI LAVORO

PROGETTO Ing. ACINAPURA PASQUALE

Screening di VAS – Lottizzazione Comparto D12/5 Pag. 2 1 INTRODUZIONE Questo documento costituisce il Rapporto Preliminare di verifica di assoggettabilità a VAS ai sensi dell'art. 12 del D.Lgs. n. 4/2008 sostitutivo per la parte seconda del D.Lgs. n. 152/2006, RELATIVO ALLA LOTTIZZAZIONE DENOMINATA COMPARTO D12/5 NELLA VARIANTE AL P.R.G. DEL COMUNE DI POLICORO, collocata in un’ampia zona di espansione posta sul lato sud della Zona Urbana, ha forma trapezoidale ed è delimitata ad Ovest dalle tipologie edilizie tipiche del Comparto C3 (Villette Unifamiliari); ad Est dalla tipologia tipo B2 (Interventi a Servizi); a Nord dal Comparto tipo C2 con tipologie variabili ed a Sud da comparto con caratteristiche analoghe. Le zone D12, perimetrate nella tavola di zonizzazione del P.R.G., riguardano zone di espansione destinate al Terziario-Direzionale, da attuarsi con intervento edilizio diretto o planovolumetrico. Il progetto del Comparto D12/5 viene attuato rispettando i seguenti indici e parametri:

Iff = 1,50 mc/mq Np = PT + 2 + attico Rc = 50% dell'area (Sf) H = 15,00 ml

Alla rinnovata domanda di qualità del mercato terziario, residenziale e commerciale alle più attente esigenze di sviluppo ambientale compatibile con i caratteri tipo-morfologici prevalenti del paesaggio del Metapontino, i richiedenti intendono rispondere con una proposta urbanistica relativa alle aree in oggetto, caratterizzata da un modello insediativo formato da edifici a blocchi, con un basso rapporto complessivo di copertura dell’area oggetto di intervento. 1.1 METOLOGIA UTILIZZATA Il Rapporto Preliminare è uno strumento per lo svolgimento delle consultazioni preliminari finalizzate alla verifica di assoggettabilità di cui all'art. 6, comma 3 del D.Lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii. L'esito della verifica di assoggettabilità deve consentire di valutare, se il piano può avere un impatto significativo sull'ambiente e debba essere sottoposto alla fase di valutazione. Il Rapporto Preliminare comprende le informazioni e i dati necessari alla verifica degli impatti significativi sull'ambiente ai sensi del D.Lgs. n. 4/2008, art. 12 e allegato.

Screening di VAS – Lottizzazione Comparto D12/5 Pag. 3 Figura 1 – Contenuto del Rapporto Preliminare di VAS.

2 INQUADRAMENTO NORMATIVO La Valutazione Ambientale Strategica (VAS) valuta gli effetti di determinati piani e programmi sull'ambiente e ha come obiettivo principale quello di garantire un elevato livello di protezione dell'ambiente e di contribuire all'integrazione delle considerazioni ambientali all'atto dell'elaborazione e dell'adozione di piani e programmi. La VAS è un processo che accompagna l'intera redazione del piano o programma e permette di indirizzare le scelte verso una maggiore sostenibilità. 2.1 NORMATIVA EUROPEA La VAS é stata introdotta nell'Unione Europea con la Direttiva 2001/42/CE, entrata in vigore il 21 luglio 2004. La Direttiva 2001/42/CE, del Parlamento e del Consiglio Europeo, concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull'ambiente, ha come obiettivo primo quello di garantire un elevato livello di protezione dell'ambiente e di contribuire all'integrazione delle considerazioni ambientali all'atto dell'elaborazione e dell'adozione di piani e programmi, al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile. La Direttiva 2001/42/CE, deve essere applicata a tutti i piani e programmi elaborati per il settore agricolo, forestale, della pesca, energetico, industriale, dei trasporti, della gestione dei rifiuti e delle acque, delle telecomunicazioni, turistico, della pianificazione territoriale o della destinazione dei suoli, e che definiscono il quadro di riferimento per l'autorizzazione dei progetti elencati negli allegati I e II della Direttiva 85/337/CEE o, per i quali, in considerazione dei possibili effetti sui siti, si ritiene necessaria una valutazione ai sensi degli articoli 6 e 7 della Direttiva 92/43/CEE. La Direttiva 2001/42/CE (art. 3, item 1) individua specificatamente una serie di piani e programmi che devono essere sottoposti a VAS e ne esclude altri. Screening di VAS – Lottizzazione Comparto D12/5 Pag. 4 In particolare (ex art. 3, item 2, Direttiva 2001/42/CE), devono essere sistematicamente sottoposti a VAS “i piani e programmi elaborati nel settore agricolo, forestale, della pesca, energetico, industriale, dei trasporti, della gestione dei rifiuti e delle acque, delle telecomunicazioni, turistico, della pianificazione territoriale o della destinazione dei suoli, e che definiscono il quadro di riferimento per l'autorizzazione dei progetti elencati negli allegati I e II della Direttiva 85/337/CEE" e tutti quei piani e programmi "per i quali, in considerazione dei possibili effetti sui siti, si ritiene necessaria una valutazione ai sensi degli articoli 6 e 7 della Direttiva 92/43/CEE". Non devono essere sottoposti a VAS i piani e programmi destinati esclusivamente a scopi di difesa nazionale e di protezione civile e quelli finanziari e di bilancio. Per tutti i piani e programmi che non rientrano direttamente nelle categorie sopra elencate si deve effettuare lo screening o verifica di assoggettabilità. Una volta verificato che il documento programmatico in esame rientra nella definizione di Piano o Programma, così come inteso dalla Direttiva 2001/42/CE, si può procedere allo screening. 2.2 NORMATIVA NAZIONALE In Italia la Direttiva è stata recepita dalla Parte Seconda del Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152, "Norme in materia ambientale", entrata in vigore il 31 luglio 2007 - "Procedure per la valutazione ambientale strategica (VAS), per la valutazione d'impatto ambientale (VIA) e per l'autorizzazione integrata ambientale (IPPC)". Il Decreto Legislativo 16 gennaio 2008, n. 4 ("Correttivo") ha introdotto modifiche alla parte seconda del D.Lgs. n. 152/2006 ed è entrato in vigore il 13 febbraio 2008. La fase di verifica di assoggettabilità, detta anche screening, è finalizzata a valutare la possibilità di applicare la VAS ai piani e ai programmi di cui all'art. 6 comma 3 del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i secondo le modalità definite dall'art. 12. L'Autorità procedente trasmette all'Autorità Competente un Rapporto Preliminare comprendente una descrizione del Piano o Programma e le informazioni e i dati necessari alla verifica degli impatti significativi sull'ambiente definiti sulla base dei criteri dell'allegato l del Decreto. Detto Rapporto Preliminare è inviato ai soggetti competenti in materia ambientale i quali, entro trenta giorni dal ricevimento, inviano il proprio parere all'Autorità Competente e a quella Procedente. L'Autorità Competente valuta, sulla base degli elementi di cui all'allegato 1 e tenuto conto delle osservazioni pervenute, se il Piano o Programma possa avere impatti significativi sull'ambiente ed emette un provvedimento di verifica assoggettando o escludendo il Piano/Programma dai successivi obblighi della procedura di VAS. Il risultato della verifica di assoggettabilità, comprese le motivazioni, deve essere reso pubblico. 2.3 NORMATIVA REGIONALE Le Regioni adeguano il proprio ordinamento alle disposizioni del presente decreto, entro dodici mesi dall'entrata in vigore. In mancanza di norme vigenti regionali trovano diretta applicazione le norme del

Screening di VAS – Lottizzazione Comparto D12/5 Pag. 5 decreto Nazionale. Nel periodo intercorso tra l'entrata in vigore della Direttiva e la sua trasposizione a livello nazionale, alcune regioni hanno emanato disposizioni normative concernenti l'esercizio della VAS, talvolta con norme dedicate al recepimento della direttiva comunitaria, in altri casi nell'ambito di norme sulla pianificazione territoriale o sulla VIA. Le Regioni devono adeguare il proprio ordinamento alla nuova disposizione nazionale sulla VAS. La Regione Basilicata non ha ancora provveduto all'adeguamento del proprio ordinamento alle disposizioni del D.Lgs. n. 4/2008, pertanto, in mancanza di norme regionali aggiornate, trovano diretta applicazione le norme di cui al presente decreto. I procedimenti in corso al 31.7.2007 (data di entrata in vigore della parte II D.Lgs. n. 152/06) si concludono in conformità alle disposizioni e alle attribuzioni di competenza in vigore all'epoca in cui il procedimento e stato avviato. Per i procedimenti in corso dall'1.08.2007 al 12.02.2008 (giorno precedente all'entrata in vigore del nuovo D.Lgs. n. 4/2008) si applica la disciplina dettata dal D.Lgs. n. 152/2006; dal 13.02.2008 si applica la disciplina dettata dal D.Lgs. n. 4/2008. In base all'Art.6, comma 2 del D.Lgs. n. 4/2008, viene effettuata una valutazione ambientale strategica per tutti i piani e i programmi: a) che sono elaborati per la valutazione e gestione della qualità dell'aria ambiente, per i settori agricolo, forestale, della pesca, energetico, industriale, dei trasporti, della gestione dei rifiuti e delle acque, delle telecomunicazioni, turistico, della pianificazione territoriale o della destinazione dei suoli, e che definiscono il quadro di riferimento per l'approvazione, l'autorizzazione, l'area di localizzazione o comunque la realizzazione dei progetti elencati negli allegati II, III e IV del presente decreto; b) per i quali, in considerazione dei possibili impatti sulle finalità di conservazione dei siti designati come zone di protezione speciale per la conservazione degli uccelli selvatici e quelli classificati come siti di importanza comunitaria per la protezione degli habitat naturali e della flora e della fauna selvatica, si ritiene necessaria una valutazione d'incidenza al sensi dell'articolo 5 del Decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357, e successive modificazioni. ln base all'Art. 6, comma 3 del D.Lgs. n. 4/2008, tutti i piani e i programmi, di cui al comma 2 dell'Art. 6 del presente Decreto, che determinano l'uso di piccole aree a livello locale e per le modifiche minori dei piani e dei programmi di cui al comma 2, possono essere sottoposti alla procedura di verifica di assoggettabilità alla valutazione ambientale, secondo le disposizioni di cui all'articolo 12 del D.Lgs. n. 4/2008. La procedura di verifica di assoggettabilità ha lo scopo di valutare se piani, programmi o progetti possano avere o meno impatti significativi sull'ambiente. Secondo le disposizioni del presente decreto, dell'autorità competente conclude questa fase con la verifica di assoggettabilità o meno a procedura di VAS. Gli Artt. 6 e 12 del D.Lgs. n. 4/2008 disciplinano i Piani o Programmi da sottoporre a verifica di assoggettabilità tali Piani o Programmi saranno sottoposti a VAS solo qualora l'Autorità Competente valuti che possono avere effetti significativi sull'ambiente. Screening di VAS – Lottizzazione Comparto D12/5 Pag. 6 Tale valutazione viene effettuata sulla base di un Rapporto Preliminare redatto dall'Autorità Procedente. l soggetti coinvolti nelle procedure preliminari, ai sensi dell'Art. 7 del D.Lgs. n.4/2008, sono i seguenti: - Soggetti Proponenti: EDEN CASA Soc. Coop. a r.l.; CO.DE.SA. S.r.l.; FABIANO Antonio; FABIANO Giuseppina; FABIANO Maria; FABIANO Vincenzo; MASTROGIULIO Rocco; MASTROGIULIO Angela; MASTROGIULIO Maria D.; MASTROGIULIO Nicola S.; EDILIZIA MATERANA S.n.c.; AFFUSO Valerio; LAVIOLA Paolo G.; SCATTINO Teresa; LAVIOLA Antonio; LAVIOLA Marco; LAVIOLA Nicola. - Autorità Procedente: Comune di Policoro nel cui territorio ricade il Planovolumetrico D12/5. - Autorità Competente: Regione Basilicata Ufficio di Compatibilità Ambientale. Il termine massimo entro cui i Soggetti Competenti in materia Ambientale (SCA) potranno inviare il parere di cui alla lettera precedente è di 30 gg. dalla data di invio del Rapporto Preliminare. Tale parere dovrà essere inviato sia all'autorità competente che all'autorità procedente. L'autorità competente, infine, sentita l'autorità procedente e tenuto conto dei pareri pervenuti, dovrà emettere il provvedimento finale di verifica di assoggettabilità, con atto adeguatamente motivato, entro il termine massimo di 90 gg. dalla data di trasmissione del Rapporto Preliminare. Il provvedimento finale di verifica di assoggettabilità, che è obbligatorio e vincolante, significativo sull'ambiente, può disporre che: a) Il Progetto Planovolumetrico sia assoggettato a VAS, qualora si accerti che potrebbe comportare impatti significativi sull'ambiente; b) Il Progetto Planovolumetrico non sia assoggettato a VAS (esclusione), qualora si accerti che non comportano impatti significativi sull’ambiente; Figura 2 – Schema di Sviluppo del Processo di Screening.

Screening di VAS – Lottizzazione Comparto D12/5 Pag. 7 3 INQUADRAMENTO TERRITORIALE E AMBIENTALE

3.1 INQUADRAMENTO STORICO Policoro sorge a poca distanza dalle rovine dell'antica città di Heraclea che fu fondata dai coloni Tarantini e Thurioti intorno al 434 a.C., dopo una guerra che le aveva viste nemiche. La città situata su un'altura tra i fiumi e sui resti della città di Siris, nel 374 a.C. fu scelta come capitale della Lega Italiota al posto di Thurii che era caduta in mano ai Lucani. Successivamente venne creato un agglomerato urbano sulla costa con il nome di Siris, che però con l'antica Siris ha solo continuità onomastica ma non topografica. Nel 280 a.C. la città fu teatro della battaglia di tra e Roma. Sempre intorno al 280 a.C. i Romani proposero alla città di Eraclea uno speciale trattato di alleanza, riuscendo a sottrarla all'influenza di Taranto e facendola diventare città confederata di Roma. A questo periodo risalgono anche le tavole di Eraclea, attualmente conservate al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, che sono tavole di bronzo con testi in greco riguardanti l'ordinamento pubblico e costituzionale della città. Sul retro di queste è trascritta, in latino, la lex Iulia Municipalis. Alla fine della guerra tra Romani e Tarantini, Eraclea, come tutta la Lucania e la Puglia, cadde sotto il dominio romano. Nel 212 a.C. la città fu assediata e conquistata da Annibale. Successivamente diventò nuovamente una città fiorente, e i suoi abitanti furono descritti come Nobiles Homines da Cicerone nel Pro Archia, l'apologia del poeta Aulo Licinio Archia, cittadino di Eraclea. Nell'89 a.C. fu data agli Eraclidi la cittadinanza romana con la lex Plautia Papiria. Durante tutta l'età repubblicana, Eraclea viene turbata da tumulti sociali, giunti al culmine nel 72 a.C. con il passaggio di Spartaco. La popolazione allora si rifugiò nella parte alta della città. Durante l'età imperiale cominciò invece la sua decadenza. Vi hanno risieduto il poeta Archia e il grande pittore Zeusi, forse originario della città. Le rovine sono attualmente visitabili insieme al Museo Nazionale della Siritide di Policoro che custodisce la maggior parte dei reperti lì trovati. Dell'antica città nella parte bassa si possono notare il Tempio di Atena, di cui restano le fondamenta, e il Tempio di Demetra. Sull'acropoli invece i resti della città si sono meglio conservati ed è visibile l'impianto urbano costituito da assi viari ortogonali. A ovest è situato il quartiere dei ceramista con le case con fornaci annesse. A sud e a ovest sono situate le necropoli. Dal Medioevo si sviluppò un piccolo centro urbano nelle vicinanze del Castello Baronale. Nel 1959 cessò di essere frazione di e divenne comune autonomo. Da allora c'è stato un notevole incremento demografico che ha portato Policoro ad essere il quinto centro della regione per numero di abitanti, oltre che uno dei più importanti a livello economico essendo posto al centro della piana del Metapontino.

Screening di VAS – Lottizzazione Comparto D12/5 Pag. 8 Figura 3 – Vista n° 1 dell’abitato di Policoro.

Figura 4 – Vista n° 2 dell’abitato di Policoro.

Screening di VAS – Lottizzazione Comparto D12/5 Pag. 9 3.2 INQUADRAMENTO SOCIO-ECONOMICO Policoro è un comune della provincia di con una popolazione di 16.781 abitanti. Il suo territorio è di 67 km² con una densità di 250,46 abitanti/ Km2. Il dato demografico ancora oggi continua a registrare un costante aumento della popolazione residente. Figura 5 – Andamento Demografico Istat 1861-2010

Figura 6 – Bilancio Demografico 2001-2010

La provincia di Matera non si distingue certamente per numero di imprese registrate sul territorio; le 19.589 unità rilevate nell'anno 2007, contro le quasi 36.000 rilevate per la vicina Potenza, la collocano appena in 85-esima posizione. Il settore agricolo da solo assorbe il 42,3% del totale delle imprese contro il 17,6% del dato medio italiano e il 24% del Mezzogiorno; relativamente a tale settore Matera si colloca, infatti, in terza posizione nella graduatoria nazionale. Per contro il settore dell'industria raccoglie solo l'8,3% delle imprese, facendo così Screening di VAS – Lottizzazione Comparto D12/5 Pag. 10 di Matera la 94-esima provincia italiana nel comparto. La presenza di attività artigianali risulta piuttosto contenuta (20,2% delle imprese), inferiore sia al dato regionale (22,1%) che a quello nazionale (28,6%). Nel 2007 il tasso di evoluzione imprenditoriale (0,5%), risulta in linea rispetto a quello del Mezzogiorno (0,5%) e lievemente al di sopra di quello registrato a livello nazionale (0,45%). La densità imprenditoriale di Matera è di 9,6 ogni 100 abitanti, valore superiore sia al dato relativo alla macro-ripartizione (8,3) che a quello nazionale (8,7). Figura 7 – Composizione delle attività economiche della provincia di Matera (anno 2007).

Il Comune di Policoro presenta i seguenti dati in merito al settore industria, commercio, altri servizi ed istituzioni. Tabella 1 – Tassi di Occupazione residenti Comune di Policoro (anno 2010). (n.) (% pop)

Non Forze Lavoro 10.086 61,5 Forze Lavoro 6.321 38,5 Occupati 5.344 32,6 Agricoltura 986 6,0 Industria 1.040 6,3 Sevizi 3.318 20,2 Disoccupati 977 6,0

Screening di VAS – Lottizzazione Comparto D12/5 Pag. 11 Tabella 2 – Segmentazione in percentuale delle imprese per settore e confronto con l’Italia.

Settore (%) Italia (%) Delta (%) Agricoltura e pesca 34,6 14,3 +141,61 Estrazione di minerali 0,2 0,1 +42,28 Attività manifatturiere 7,9 13,3 -40,29 Energia, acqua, gas 0,4 0,2 +159,64 Edilizia 11,0 14,6 -24,66 Commercio 26,7 29,6 -10,00 Alberghi e ristoranti 4,2 5,1 -16,85 Trasporti 1,9 3,9 -51,91 Attività finanziarie 1,9 2,9 -32,58 Servizi 5,9 10,4 -43,09 Istruzione 0,8 0,5 +66,99 Sanità 0,4 0,6 -36,81 Altre attività 4,0 4,5 -10,55 TOTALE 100,0 100,0 +0,00

3.3 INQUADRAMENTO MORFOLOGICO Il territorio di Policoro si estende per circa 67 km² ed è collocato nella parte terminale del tratto lucano della fascia costiera Jonica. La sua ubicazione geografica e la presenza di assi viari e ferroviari di interesse territoriale (Jonica, Sinnica, ferrovia Taranto-Reggio Calabria) gli conferiscono una importante funzione strategica di snodo per il sistema del Metapontino verso la Calabria e verso le aree dell’interno (Pollino, area della diga di Senise). Policoro confina a nord con il comune di (9 km), ad est con il mar Jonio (3 km), a sud con (23 km) e ad ovest con i territori di (27 km). Dista 65 km da Matera e 129 km dal capoluogo di regione Potenza. Il territorio a livello marittimo comprende una fascia costiera, di circa tre km di estensione, bagnata dal mar Jonio in cui i fiumi Sinni e Agri si immettono dopo aver attraversato il territorio, utili anche per conoscere i confini comunali; infatti il fiume Sinni è il punto di divisione Occidentale con il Comune di , mentre il fiume Agri ne è quello Orientale con il Comune di Scanzano Jonico. La costa è sabbiosa e ricca di dune naturali su cui l'avena marina insieme ad altre piante cresce e prospera, mentre a poca distanza dal mare, le pinete, impiantate in tempi recenti per bloccare un degrado totale delle spiagge dopo un periodo di abbandono del territorio, prosperano dando asilo anche a piante non propriamente autoctone, come gli eucalipto, mentre la flora mediterranea ha ripreso a prosperare grazie all'aiuto sia dell'uomo sia della natura.

Screening di VAS – Lottizzazione Comparto D12/5 Pag. 12 3.4 INQUADRAMENTO IDROGEOLOGICO La Basilicata si estende su un'area di circa 10.000 Kmq (il 3,3% del territorio nazionale), costituita per il 47% da montagna (al di sopra di 700 m s.l.m.), per il 45 % da collina (tra 201 e 700 m s.l.m.) e solo l'8 % da pianura (al di sotto di 200 m s.l.m.). E’ limitata a nord e a sud dalle propaggini appenniniche del Pollino e delle Murge e si estende ad est della catena Appenninica Meridionale. Quest'ultima costituisce il sistema montuoso principale (caratterizzato dal Monte Sirino e dal Pollino), da cui si distaccano una serie di catene trasversali, digradanti verso est, che costituiscono gli spartiacque dei principali bacini idrografici presenti nella regione. I maggiori corsi d'acqua della regione sfociano nel Mar Ionio e si susseguono da NE a SO nell'ordine seguente Bradano, Basento, Cavone, Agri e Sinni. Oltre a questi fiumi in Basilicata ricade anche una parte del fiume Ofanto, che sfocia nel Mar Adriatico, i fiumi Melandro e Platano (affluenti del Sele) e il Noce, che sfociano nel Mar Tirreno. I fiumi Basento, Agri e Cavone scorrono interamente nel territorio regionale, mentre i fiumi Bradano, Sinni, Noce, Lao, Ofanto e Sele ricadono in parte nelle regioni limitrofe Puglia, Calabria e Campania. Per questo motivo la rete idrografica viene suddivisa in 6 bacini di cui 3 regionali (Basento, Agri e Cavone), mentre gli altri hanno valenza interregionale così come sono stati definiti dall'art. 15 della Legge 183/89 e dall'art 1 della Legge Regionale 29/94: - ll bacino del fiume Bradano; - ll bacino del fiume Sinni; - ll bacino del fiume Basento; - ll bacino del fiume Agri; - ll bacino del fiume Cavone; - ll bacino del fiume Noce. Una prima suddivisione tra questi bacini può essere fatta in base alle caratteristiche Idrologiche: - I bacini del Bradano e del Basento sono caratterizzati da ridotte precipitazioni e da poche sorgenti, inoltre i due fiumi hanno portate medie piuttosto basse; - I bacini dell'Agri e del Sinni presentano precipitazioni più elevate, sorgenti consistenti e i due corsi d'acqua presentano portate medie e di magra più elevate rispetto a quelli degli altri bacini.

Screening di VAS – Lottizzazione Comparto D12/5 Pag. 13 Figura 8 – Bacino del Fiume Sinni.

Il bacino del Fiume Sinni ha un’estensione di 1.344,32 Kmq e presenta analogie con quello dell’Agri, sia per l’orografia, sia per il fatto di essere caratterizzato da deflussi estivi che, benché siano minori di quelli dell’Agri , sono comunque cospicui, grazie alla presenza delle sorgenti di Latronico, del Frido e della valle del Sarmento. Questo bacino ha una forma pressoché triangolare , il cui lato lungo , posto più a nord, costituisce lo spartiacque con il bacino dell’Agri, il lato sud-occidentale rappresenta lo spartiacque con i bacini tirrenici del Lao e del Noce, mentre quello sud-orientale rappresenta lo spartiacque con il Crati e con i bacini ionici compresi tra Sinni e Crati. Il bacino presenta caratteristiche montuose essendo caratterizzato da molte cime che superano i 1000 m s.l.m. Quelle più alte appartengono ai sistemi montuosi che vanno dal Monte Sirino (2005 m s.l.m.) al Monte Pollino (2278 m s.l.m.) e che si trovano sul confine sud-occidentale, mentre pro- cedendo verso est i rilievi tendono ad abbassarsi fino ai colli di Rotondella. Le zone pianeggianti sono limitate alla Valle del Sinni e a quella del litorale ionico. La quota media del bacino risulta di 687 m s.l.m. ed in particolare il 16,8 % del territorio si trova a quota compresa tra 900 m s.l.m. e 1200 m s.l.m., il 54 % si trova ad una quota superiore a 600 m s.l.m., mentre solo il 16 % risulta al di sotto dei 300 m s.l.m.. I maggiori affluenti del Fiume Sinni, che contribuiscono notevolmente alla sua portata idrica,sono il Cogliandrino e il Frido , nell’Alto Sinni, il Rubbio, il Serrapotamo e il Sarmento nel Medio Sinni . Lungo il corso del Torrente Cogliandrino è stato realizzato l’invaso di Masseria Nicodemo , mentre sul Sinni , nel comune di Senise , è stato realizzato Screening di VAS – Lottizzazione Comparto D12/5 Pag. 14 l’invaso di Monte Cotugno. Nella parte alta del bacino sono presenti formazioni permeabili quali i calcari del mesozoico, del trias, calcari dolomitici del trias e formazioni eoceniche, molto importanti per l’alimentazione delle sorgenti ricadenti nel bacino. Il Medio Sinni è caratterizzato da rocce semipermeabili che comprendono formazioni sabbiose, conglomerati del pliocene e depositi del quaternario, mentre nel Basso Sinni si ritrovano terreni impermeabili, argille scagliose, argille azzurre, scisti argillosi, sabbie argillose del pliocene. Tabella 3 – Afflusso medio annuo e Deflusso medio annuo del Bacino del Fiume Sinni. Bacino Sezione Area (Kmq) Am (mm) Dm (mm) Cogliandrino 122,00 1.500,70 959,80 Sinni S. Laura 1.261,60 1.046,60 509,70 Figura 9 – Bacino del Fiume Sinni.

Il corso d'acqua si presenta con portata modesta ed alveo ridotto. La profondità media e piuttosto bassa e vi è assenza di fondali profondi. Al momento del campionamento l'acqua si presenta torbida a causa delle recenti piogge è pertanto e difficile fornire indicazioni sulla composizione del substrato, che appare comunque costituito in prevalenza da sabbia e melma. L'acqua si presenta in questo tratto ad andamento lento con anse con acqua stagnante. Il periodo di campionamento, agosto-settembre, unitamente all'annata particolarmente siccitosa (il 2001 e risultato uno degli anni più critici per la scarsità delle piogge) hanno impoverito molto questo fiume che si presenta ad oggi con portate molto modeste. ll tratto campionato, lungo poco più di 100 m, non mostra alterazioni di natura antropica. La temperatura dell'acqua e di 11.5°C. ll tratto indagato è libero alla pesca. Il popolamento ittico è costituito esclusivamente da ciprinidi, presenti con una Screening di VAS – Lottizzazione Comparto D12/5 Pag. 15 popolazione ben strutturata. Tabella 4 – Caratteristiche morfologiche e idrologiche del Fiume Sinni nel tratto campionato.

3.5 INQUADRAMENTO GEOLOGICO I terreni affioranti risultano essere costituiti da sabbia a grana variabile da fine a grossolana, da debolmente limosa a limosa, di colore ocraceo-rossastro e localmente si osservano anche lenti sabbioso-siltose ocracee, di colore rossastro, alternate o sovrapposte, a corpi lenticolari di conglomerati poligenici, in matrice sabbiosa, poco o mediamente cementati. In letteratura tali terreni sono noti con il nome di “Depositi Marini Terrazzati”, ascrivibili al Pleistocene (circa 2.0 Ma). L’origine di tali depositi, è dovuta ad una generalizzata fase di sollevamento della Fossa Bradanica in Lucania, avvenuta nel corso del Pleistocene Inferiore (1.9 –2.0 Ma), i tassi di sollevamento sono compresi all’incirca, tra 0.40 e 1.60 mm/anno. Il sollevamento è principalmente caratterizzato, da movimenti verticali a scatti di riequilibrio isostatico, successivo alle fasi tettoniche neogeniche. Durante tale fase di sollevamento, si ha la deposizione di successioni sabbiose e conglomeratiche regressive. Le superfici sommitali erosive dei Depositi Marini Terrazzati presentano immersione, con debole inclinazione, verso l’attuale linea di costa e sono il risultato di una sedimentazione marina a carattere regressivo. Le superfici dei diversi terrazzi, il cui orlo tende ad essere parallelo all’attuale linea di costa, sono interrotte da varie scarpate più o meno evidenti, queste rappresentano paleolinee di costa e separano quindi, più episodi di Depositi Marini Terrazzati. Nella costa

Screening di VAS – Lottizzazione Comparto D12/5 Pag. 16 Jonica della Basilicata, sono stati riconosciuti, sette ordini di terrazzi marini, disposti su una serie di ripiani posti a quote progressivamente decrescenti, fino a raggiungere la piana costiera jonica. Nello specifico, l’area interessata dall’intervento, appartiene all’ordine numero sei (VI). Lo spessore dei Depositi Marini Terrazzati nell’area oggetto di studio, è di circa 19.00 –22.00 metri, tali informazioni sono state desunte, da lavori di ricerca mineraria da parte della società AGIP - GASPLUS, e da perforazioni a distruzione di nucleo, eseguite in aree poco distanti da quella oggetto d’interesse. I Depositi Marini Terrazzati poggiano, attraverso un contatto trasgressivo e discordante, e lungo superfici inclinate verso SE di pochi gradi, sulle Argille Subappennine, ascrivibili all’età Pliocenico-Calabriano (circa 3.0 Ma). Tale unità affiora sia lungo il Fiume “Agri”, sia lungo il Fiume “Sinni”, almeno per la parte prossima alla zona costiera, e lungo le incisioni che disarticolano i Terrazzi Marini. Essa è prevalentemente costituita da argilla marnosa (CaCO3 14-29%) grigio chiara e grigio azzurra, con alterazioni superficiali grigio giallastre. La successione argillosa, nel suo complesso, è disposta a monoclinale con giaciture N80°W 5-10°NE. Tale unità è costituita da un'alternanza di strati e banchi di argille marnose e silts argillosi, molto compatti, a cui si intercalano livelletti decimetrici di sabbia fine. Non sono rari, strati fossiliferi ricchi in macrofauna. Lo spessore della formazione, risulta essere indefinito. In essa è possibile osservare intercalazioni di lenti e livelli di sabbia, riferite in letteratura, alle Sabbie di “Tursi”, databili al Calabriano. Figura 10 – Carta Geomorfologica.

Screening di VAS – Lottizzazione Comparto D12/5 Pag. 17 3.6 GEOMORFOLOGIA Dal punto di vista geomorfologico, il sito oggetto di studio, si trova ad una quota topografica media, di circa 38,60 -39,50 metri sul livello medio del mare e si sviluppa su un pianoro costituente la superficie sommitale del terrazzo marino (morfotipo dominante nell’area costiera jonica). L’area rientra in una classe di acclività all’incirca 0,00 – 1,00 % corrispondente ad un intervallo di circa 0,0 – 0,5 gradi. Nel sito in oggetto e nelle aree limitrofe al sito stesso, sono del tutto assenti i fenomeni gravitativi ed erosivi (Vedasi Carta Geomorfologica). L’assetto geomorfologico attuale di tutta l’area in esame, può essere considerato stabile e definitivo, inoltre, è da escludere fenomeni gravitativi in atto e/o potenziali e fenomeni erosivi lungo fossi e/o incisioni, che possano sconsigliare l’intervento previsto. Ad avvalorare tale ipotesi, è anche la buona stabilità dei fabbricati limitrofi (area in via di urbanizzazione), che presentano un buono stato di conservazione e non mostrano cedimenti imputabili a qualsiasi movimento del substrato di fondazione. 3.7 IDROGEOLOGIA Dal punto di vista idrogeologico, i terreni sopra descritti, ossia i Depositi Marini Terrazzati, si possono considerare permeabili, la cui permeabilità è per porosità. Essa può avere delle variazioni, in quanto funzione della granulometria, grado di addensamento e, nel caso del conglomerato, grado di cementazione. La permeabilità di tali terreni, è dovuta soprattutto ad un valore di porosità efficace medio-alto, tale parametro è funzione della presenza di meati comunicanti tra loro e con l’esterno ed aventi un diametro maggiore di 10-30 mm. Ciò consente, a profondità variabili, in relazione soprattutto alla presenza dei terreni fini, la formazione di falde acquifere soprattutto di tipo freatico. In tali terreni, è probabile anche la presenza di piccole falde sospese, dovute all’esistenza di lenti limoso-argillose. Le argille siltoso-marnose, sono caratterizzate da una permeabilità molto bassa, tanto da considerarsi, agli effetti pratici, impermeabili e fungono da bacino di contenimento per le acque di deflusso idrico presenti nei depositi soprastanti. Dal punto di vista idrologico, l’area oggetto di studio, come precedentemente detto, ricade su un terrazzo marino, delimitato su due lati, rispettivamente, dai Fiumi “Agri” a nord e “Sinni” a sud. Nell’area è del tutto assente il reticolo idrico. Tenendo conto della litologia dei terreni affioranti e dell’assetto morfologico - geologico dell’area oggetto di studio, si può ritenere che l’erodibilità e la degradabilità dei terreni di fondazione è scarsa. Le acque superficiali defluiscono a valle lentamente, senza dar luogo a processi erosivi a causa della bassa pendenza. Queste, in gran parte, filtrano nel sottosuolo alimentando un deflusso idrico sotterraneo all’interfaccia tra sedimenti terrazzati e le argille grigio-azzurre. Il regime di tale deflusso, è direttamente legato alle precipitazioni pluviometriche nelle aree di affioramento dei depositi marini terrazzati. 3.8 INQUADRAMENTO NATURALE In accordo con quanto evidenziato nel Piano Strutturale della Provincia di Matera (2003), vanno riconosciuti quali "Areali di Valore", i territori caratterizzati da particolari e specifiche qualità naturalistiche, ambientali, paesaggistiche, storico, artistiche, Screening di VAS – Lottizzazione Comparto D12/5 Pag. 18 archeologiche e agronomiche, che singolarmente o nel loro insieme contribuiscono alla definizione dell'identità territoriale. Il bosco Pantano di Policoro costituisce attualmente una testimonianza relitta, di rilevantissimo valore naturalistico, scientifico e paesaggistico, della vasta foresta planiziale di latifoglie che anticamente ricopriva gran parte della costa ionica. L'area, segnalata dalla Società Botanica Italiana come meritoria di tutela dal 1971, è attualmente Sito di Importanza Comunitaria (SIC) in base alla direttiva comunitaria Habitat e Riserva Naturale Regionale ai sensi della legge regionale 28/94, per un'area di 480 ettari. Il WWF ha proposto, per l'area del bosco e della foce del fiume Sinni, l'istituzione di una riserva statale. Lo stesso WWF gestisce dal 1995 ventuno ettari del bosco, di proprietà del Comune di Policoro. Nel territorio in oggetto sono presenti i seguenti "Areali di Valore" - Riserva Naturale Statale di Protezione di (DM 29/3/1972) - Vegetazione spontanea climatica delle coste mediterranee(macchia mediterranea con ginepri costieri, comunità delle dune costiere consolidate) - Foreste riparali, - Pineta costiera, - Depressioni umide retrodunali con steppe e praterie alonitrofile, -Emergenze storiche, artistiche, architettoniche, archeologiche (Metapontum, ecc.,). Negli areali di valore sopra indicati si rinvengono inoltre habitat prioritari e di interesse comunitario designati dalla Direttiva CEE “Uccelli” (79/409 Cee) e dalla direttiva CEE “Habitat” (92/43), riconosciuti anche dalla Regione Basilicata (2001) come destinati alla tutela e conservazione ambientale e di seguito indicati: 1310 Vegetazione annua pioniera di Salicornia e altre delle zone fangose e sabbiose 1410 Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi). 2195 Dune - slack reedbeds and sedgebeds. 2240 Prati dunali di Brachypodietalia e vegetazione annua. 2120 Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria (dune bianche). 2250 Perticaia costiera di ginepri (Juniperus spp.). 1420 Perticaie alofile mediterranee e termo-atlantiche (Arthrocnemetalia fruticosae). 2120 Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenana (dune bianche). 1310 Vegetazione annua pjoniera di Salicornia e altre delle zone fangose e sabbiose. 2250 Perticaia costiera di ginepri (Juniperus spp.). 1420 Perticaie alofile mediterranee e termo-atlantiche Arthrocnemetalia fruticosaeJ. 2195 Dune – slack reedbeds and sedgebeds. 1410 Pascoli inondati mediterranei (Juncetalja maritimi). 2240 Prati dunali di Brachypodietalia e vegetazione annua. Screening di VAS – Lottizzazione Comparto D12/5 Pag. 19 3.9 INQUADRAMENTO PAESAGGISTICO Il territorio allo stato attuale presenta eccezionali risorse naturali: La fertilità del terreno agrario per natura pedologica e ricchezza di falde; La mitezza del clima durante tutto l’anno che conferisce alla zona carattere di isola climatica in tutto il bacino del Mediterraneo; Le lunghe spiagge adatte per una balneazione prolungata anche oltre l’estate; La possibilità di rapido accesso al Parco Nazionale del Pollino ed ai numerosi boschi e laghi artificiali calabresi; Inoltre, la valenza storico - culturale e paesaggistica del luogo è dovuta da molteplici fattori tra cui la presenza degli elementi naturalistici, la presenza di un notevole patrimonio artistico costituito dai reperti del paleolitico del Metapontino e delle vestigia di ricche e fiorenti colonie greche, dai reperti dei relativi musei e le cospicue Tavole Palatine. L’agricoltura presente risulta essere di tipo intensivo, con la presenza di coltivazioni di pregio come agrumeti, frutteti e uliveti. Nell’area in esame la trasformazione antropica dell’uso del suolo è stata profonda. La conformazione orografica della zona è quella di un territorio costituito , in poco spazio, da un alternarsi di catene montuose, trasversali alla costa e valli solcate da incisivi, anche se non copiosi, fiumi. L’area di progetto è inserita nella fascia litorale jonica e risulta nelle immediate vicinanze delle mura dell’antica Heraclea. Qui la presenza umana ha trasformato in misura maggiore , più che altrove , le originarie caratteristiche naturali del territorio sostituendo alla copertura forestale cronologicamente prima il pascolo e poi la coltura cerealicola, dell’olivo, della vite e del frutteto. Le pianure hanno rappresentato da tempo immemorabile, grazie alle favorevoli condizioni morfologiche, i territori più adatti alle pratiche agricole. Il climax originario è quello definito dall’associazione forestale dell’oleastro e del carrubo (Oleo- ceratonium). Trattasi di formazione sempreverdi con dominanza di oleastro (Olea oleaster) e carrubo (Ceratonea siliqua) o di oleastro (Olea oleaster) e lentisco (Pistacia lentiscus). Spingendoci verso l’entroterra troviamo il climax del leccio (Quercion ilicis), formazione sempreverdi con dominanza di leccio (Quercus ilex): Quercetum gallo provinciale. A partire dalla costa si rileva un elevato livello di degrado del manto vegetale insediato sulla duna litorale costituito dalle specie pioniere (Ammofileto, Agropireto) seguito verso l’interno dalla vegetazione di ginepro, lentisco e fillirea. A ridosso della duna ritroviamo la fascia di macchia mediterranea, la quale si interseca con altri elementi del climax quale il bosco, le paludi, la vegetazione alofila dei terreni salmastri e, talvolta, con forme di degradazione a gariga. Nella macchia mediterranea, oltre al ginepro ed al lentisco, che possiamo considerare specie floristiche dominanti, ritroviamo tra le specie più frequenti: la fillirea (Phillyrea angustifolia), il mirto (Myrtus communis), l’oleastro (Olea europaea oleaster). In

Screening di VAS – Lottizzazione Comparto D12/5 Pag. 20 alcuni punti, poi, si riscontrano superfici ricoperte da cisto (Cistus incarnus), mentre nelle zone più umide si ritrovano esemplari di oleandro (Nerium oleander), di agnocasto (Vitex agnus - castus), di fico d’india (Opuntia ficus-indica) e l’agave (Agave americana ) che unitamente costituiscono l’elemento tipico delle bassure umide e delle fiumare . I tratti di macchia più degradati (gariga) sono caratterizzati da superfici ricoperte talvolta da rosmarino (Rosmarinus officinalis), talvolta da cespugli di artemisia (Artemisia variabilis), o di elicriso (Helychrisum stoechas). Le uniche forme di vegetazioni dotate di un sufficiente livello di naturalità sono quelle ripariali costrette e ridotte, però, quasi esclusivamente lungo i corsi d’acqua. L’opera di erosione continua e di degradazione del preesistente bosco dell’oleo ceratonion (bosco arido primitivo) caratterizzato dalla presenza dell’olivo selvatico (Olea oleaster) e del carrubo (Ceratonia siliqua), ha dato luogo a quelle vaste formazioni di calanchi, ormai spogli di vegetazione, che affiorano in tutta quella vasta area solcata dai fiumi Sinni, Agri, Cavone e Basento. I rapporti dinamici tra queste due formazioni vegetazionale evidenziano che , laddove l’erosione è avanzata , o comunque per altri motivi (incendio, eccesso di pascolo ), viene a essere eliminata la copertura arbustiva della macchia , lì si diffonde , appunto, la steppa a sparto. Formazione, questa, che rappresenta chiaramente un’infiltrazione di origine nordafricana ed è presente nel nostro Paese , oltre che in questa area della Lucania che si affaccia sullo Jonio, solo in Sicilia. Per quanto riguarda questa macchia costituita soprattutto da Lentisco, occorre precisare che si tratta, evidentemente, di una forma secondaria di vegetazione derivante dalla degradazione della foresta primaria, che si ritiene fosse costituita soprattutto da Oleastro. La prevalenza del Lentisco nell’attuale composizione è da ricondurre , in senso regressivo, anche alla maggiore appetibilità dell’Oleastro da parte del bestiame. Con il subentro dell’erosione, la situazione regressiva e involutiva della vegetazione diventa ancora più marcata . Potenzialmente, qualcosa di più e di meglio , sebbene la severità dell’ambiente, potrebbe anche esserci e la presenza relittuale di qualche grossa roverella e di qualche nodoso Pyrus pyraster ai bordi della strada o nel bel mezzo di qualche seminativo sta a dimostrarlo. Questi rilievi dimostrano che risultano sempre meno ambientati e giustificabili quei rimboschimenti a Cipressi o a Pino d’Aleppo che crescono spesso stentatamente e la cui presenza è estranea ad un simile contesto vegetazionale. Questa fascia si estende da una quota di poche decine di metri sul livello del mare sino ai 3-400 metri di varie località all’interno. Sia pure con qualche irregolarità , a seconda delle diverse condizioni locali , dovute soprattutto, più che alla quota , alle diverse condizioni geolitologiche viene a contatto con la sovrastante fascia del Leccio. Quest’ultima è quanto mai depauperata ed è rappresentata da forme di macchia più o meno degradate limitandosi a crescere nelle zone nelle quali esiste il substrato geologico adatto, come in alcune aree della valle dell’Agri. Vegetazione delle aree fluviali Screening di VAS – Lottizzazione Comparto D12/5 Pag. 21 Una particolare attenzione deve essere rivolta alla vegetazione naturale che si sviluppa lungo i corsi d’acqua dell’area in esame, dove debbono essere messi in evidenza i greti e le sponde degli stessi che si sviluppano nei terreni più sciolti ed erodibili. Per le loro caratteristiche idrologiche, il Cavone, il Basento, il Bradano hanno dato luogo a vasti greti, percorsi durante il periodo autunno-invernale da piene anche elevate, cui fanno riscontro lunghi periodi di magra primaverile-estiva. In questi ambienti naturali , poco antropizzati , si sviluppa una vegetazione caratteristica e tipica che spesso è anche di notevole interesse fisiocratico. La componente arborea, quando non viene intensamente tagliata, si presenta anche con grandi esemplari di Pioppo bianco (Populus alba), Salice bianco (Salix alba), Olmo comune (Olmus campestris), Frassino maggiore (Fraxinus excelsior), Ontano (Alnus glutinosa), Farnia (Quercus peduncolata). Consociazioni cosi ̀ ricche sono ormai rare ed uno dei po chi esempi può essere rappresentato dal bosco di Policoro anche se, per numerosi corsi fluviali, si riscontrano esempi ridotti e depauperati, come lungo l’Agri, il Basento o lo stesso Sinni. Nelle zone più ricche di sedimenti fini , con suoli più rimaneggiati ed assoggettati al passaggio delle acque, si formano diversi tipi di cespugliati che, a seconda del substrato, possono essere adagiati al suolo (nel caso di granulometria fine) o svilupparsi in elevazione (nel caso di grossolana). Si assiste cosi alla diffusione dei saliceti con alberi di piccole dimensioni (Salix purpurea, Salix trianda) sulle sabbia e sui limi, mentre popolamenti di Tamerici (Tamarix gallica in terreni a consistente salinità) o xerofili di Oleandro (Nerium oleander) si insediano sulle ghiaie. Il tratto di territorio interessato dall’opera di ampliamento del tracciato stradale è quasi privo di vegetazione spontanea . Per realizzare l’opera in oggetto sarà necessario abbattere un numero estremamente limitato di esemplari arborei; tra pini, eucalipti ed ulivi. 3.10 INQUADRAMENTO FAUNISTICO Nel passato si è assistito alla riduzione o alla scomparsa di numerose specie animali legate ad habitat ormai degradati o definitivamente scomparsi. In particolare gli ecosistemi delle zone umide, delle coste e delle foci dei fiumi hanno subito i danni maggiori. I corsi d’acqua hanno perso gran parte della loro vegetazione tipica e non hanno più il supporto delle ampie zone limitrofe una volta paludose. La fascia costiera pur risultando fortemente degradata per la presenza delle maggiori infrastrutture della mobilità, costituisce tuttora un’area di notevole interesse per l’avifauna. In particolare, le spiagge ioniche, in corrispondenza delle foci dei fiumi Bradano, Basento, Cavone, Agri e Sinni , e dei relativi greti , rappresentano un ambiente naturale relativamente omogeneo e già noto per il suo interesse faunistico . In molti tratti, esse si presentano ancora poco rimaneggiate dall’azione antropica e mantengono , perciò, una fauna ricca e caratteristica. Ricerche sui Coleotteri delle dune hanno fatto registrare la presenza di specie interessanti e sempre più rare lungo la costa lucana a causa della rarefrazione di simili Screening di VAS – Lottizzazione Comparto D12/5 Pag. 22 ambienti. Le specie di maggior interesse sono comprese nelle famiglie dei Carabidae, dei Georissidae, dei Tenebrionidae ed Elateridae. I lineamenti della macrofauna, rappresentata soprattutto da Uccelli e Mammiferi (in virtù della maggiore mobilità degli individui di questi g ruppi sistematici), possono essere tracciati sulla base dei dati riguardanti il sito di maggior interesse ai fini protezionistici, cioè il Bosco di Policoro. Tra gli Uccelli stanziali e di passo la letteratura registra numerose specie, tra le quali quelle che possono essere ritenute ancora presenti nel comprensorio risultano essere: Svasso (Podiceps cristatus e P. caspicus), Tuffetto (Podiceps ruficollis), Berta minore (Puffinus puffinus mauretanicus), Cormorano (Phalacrocorax carbo), Marangone dal ciuffo (Phalacrocorax aristotelis), Garzetta (Egretta garzetta), l’Airone cinerino (Ardea cinerea), l’Airone rosso (Ardea purpurea), Nitticora (Platalea leucorodia), Mignattaio (Plegadis falcinellus), Spatola (Platalea leucorodia); Cicogna nera (Ciconia nigra), Germano reale (Anas platyrhyncos ), l’Alzavola (Anas crecca ), Marzaiola (Anas querquedula ), Moretta (Aythya fuligula ), Moretta tabaccata (Aythya nyrocaa), Moriglione (Aythya ferina), Falco pescatore (Pandion haliè’tus), Falco di palude (Circus aeruginosus), l’Albanella reale (Circus cyaneus), Gru (Grus grus), Gallinella d’acqua (Gallinula chloropus), Folaga (Fulica anatra), Piviere dorato (Pluvialis apricaria), Corriere grosso (Charadrius hiaticula) Corriere piccolo (Charadrius dubius), Beccaccino (Gallinago gallinago), Piro-piro piccolo (Tringa hypoleucos), Piro culbianco (tringa ochropus), Piro- piro boschereccio (Tringa glareola), Pantana (Tringa nebularia), Totano moro (Tringa erythropus), Pettegola (Tringa totanus), Combattente (Philomacus pugnax), Gambeccio (Calidris minuta), Piovanello pancianera (Calidris alpina), Cavaliere d’Italia (Himantopus himantopus), l’Occhione (Burhinus aedicnemus), Gabbiano reale (Larus argentatus michahellis), Gabbiano corallino (Larus ridibundus), Mignattino (Chlidonis nigeri), Beccapesci (Sterna sandvices), Rondine di mare (Sterna hirundo), Fraticello (Sterna albifrons), Sterna maggiore (Hydroprogne caspia), Tortora (Streptopelia turtur), Cuculo (Cuculus canorus), Civetta (Athene noctua), l’Allocco (Strix aluco), Barbagianni (Tyto alba), Succhiacapre (Caprimulgus europaeus meridionalis), Rondone (Apus apus), Martin pescatore (Alcedo atthis), Torcicollo (Jynx torquilla), l’Allodola (Alauda arvensis), Topino (Riparia riparia), Rondine (Hirundo rustica), Balestruccio (Delichon urbica), Pispola (Anthus pratensis), Prispolone (Anthus trivialis), Calandro (Anthus campestris), Cutrettola (Motacilla flava s.l.), Ballerina bianca (Motacilla alba), l’Averla capirossa (Lanius senator), Rigogolo (Oriolus oriolus), Storno (Sturnus vulgaris), Ghiandaia (Garrulus glandarius albipectus), Gazza (Pica pica galliae), Taccola (Corvus corone cornix), Scricciolo (Troglodytes troglodytes), l’Usignolo di fiume (Cettia cetti), Beccamoschino (Cisticola juncidis), Forapaglie (Acrocephalus schoenobaenus), Cannaiola (Acrocephalus scirpaceus), Cannareccione (Acrocephalus arundinaceus), Capinera (Sylvia atricapilla), l’Occhiocotto (Sylvia melanocephala), Lui piccolo (Phylloscopus collybita), Lui verde (Phylloscopus sibilatrix), Regolo (Regulus regulus), Pigliamosche (Muscicapa striata), Balia dal collare (Fcedula albicollis), Pettirosso (Erithacus rubecola), l’Usignolo (Luscinia megarhyncos), Merlo (Turdus merula), Tordo sassello (Turdus iliacus), Tordo bottaccio (Turdus philomelos), Cesena (Turdus pilaris), Cinciarella (Parus caeruleus), Cinciallegra (Parus major), Codibugnolo (Aegithalos caudatus italiae), Basettino (Panurus biarmicus), Rampichino (Certhia brachydactyla), Passero d’Italia (passer montanus), Fringuello Screening di VAS – Lottizzazione Comparto D12/5 Pag. 23 (Fringilla coelebs), Verzellino (Serinus serinus), Lucherino (Carduelis spinus), Verdone (Carduelis chloris), Zigolo nero (Emberiza cirlus). Nell’ambito dei mammiferi terrestri, sono probabilmente ancora presenti le seguenti specie: il Moscardino (Muscardinus avellanarius pulcher), una specie non identificata di Chirottero di piccole dimensioni, il Riccio (Erinaceus europaeus), la Lepre (Lepus capensis), l’Istrice (Hystrix cristata), la Volpe (Vulpes vulpes), il Tasso (Martes martes), la Martora (Martes foina), la Donnola (Mustela nivalis). 4 INQUADRAMENTO PROGRAMMATICO E PIANIFICATORIO

4.1 IL PIANO TERRITORIALE PAESISTICO DEL METAPONTINO Il territorio in studio e disciplinato, ai sensi della Legge Regionale n.20/87, dal Piano Territoriale Paesistico di area vasta del Metapontino, approvato con Delibera G.R. Basilicata n. 6139 del 25/10/88 e con L.R. n. 3 del 12/2/90 che ne individua: a) gli elementi (emergenze puntuali, lineari o areali, riconoscibili per caratteri di omogeneità); b) gli insiemi di particolare interesse paesistico; c) gli ambiti compresi nel rispettivo "Insieme" richiedenti una progettazione integrata. Il P.T.P.M. analizza il patrimonio ambientale e culturale del territorio di sua competenza e definisce le classi di valore degli elementi (eccezionale, elevato, medio, basso) presenti. In funzione del valore degli elementi, cioè della loro rilevanza paesistica e ambientale, e dei possibili usi antropici, il P.T.P.M. disciplina le diverse parti del territorio attraverso delle classi di intrasformabilità e di trasformabilità. L'area oggetto del Piano delimitata ai sensi del D.M. n. 2326 del 18 aprile 1985, comprende l'intero territorio comunale di Nova Siri, Rotondella, Policoro, Scanzano e ; parte dei comuni di Tursi, Montalbano e , nonché la zona meridionale del Comune di . Le varie modalità di trasformazione fisica del territorio risultano determinate nella Carta di progetto -P1- “della trasformabilità degli elementi di rilevanza paesistico - ambientale”. Le diverse modalità di trasformazione territoriale, in ragione dei diversi usi antropici, sono distinte in:

Zone soggette a totale intrasformabilità: si tratta di aree sulle quali insistono elementi areali d'interesse naturalistico o a sensibilità geologica eccezionali; su tali zone, in armonia con quanto prescritto al Titolo III, capo 1 delle Norme del Piano, i soli interventi ammessi sono quelli esclusivamente finalizzati alla conservazione ed al ripristino delle caratteristiche costitutive degli elementi presenti. L'unica eccezione ammessa, nei casi tassativamente indicati in normativa, si riferisce al passaggio di canali infrastrutturali di primaria importanza nazionale, quando non esistano in assoluto alternative di percorso accettabili. In tal caso lo studio d'impatto ambientale richiesto in normativa dovrà essere quello prescritto dall'apposita Direttiva comunitaria, tra poco in vigore anche in Italia.

Screening di VAS – Lottizzazione Comparto D12/5 Pag. 24 Zone soggette a intrasformabilità in relazione ad uno specifico uso antropico: sono aree su cui insistono elementi, per lo più di valore elevato che mostrano una assoluta incompatibilità in relazione ad un determinato uso antropico. Ad esempio il bosco litoraneo non ammette l'uso insediativo-residenziale, in quanto qualsiasi intervento in tal senso altererebbe irreversibilmente i caratteri costitutivi dell'elemento.

Zone in cui la trasformazione è soggetta a verifica di compatibilità ambientale: sono aree su cui insistono elementi areali di valore elevato a/o medio nelle quali, in relazione a specifiche necessità d'uso antropico, ogni trasformazione territoriale viene autorizzata solo dopo esito positivo di una specifica valutazione di compatibilità ambientale, riferita alle peculiarità costitutive dell'elemento (B1).

Zone in cui la trasformazione è condizionata all'osservanza di specifiche prescrizioni: sono aree su cui insistono elementi di valore prevalentemente medio, nelle quali ogni trasformazione in relazione alle varie necessità d'uso antropico deve risultare conforme alle prescrizioni degli Strumenti urbanistici comunali.

Zone in cui la trasformazione è regolata dal regime di tutela ordinario: sono aree prive di valori tematici, in cui ogni trasformazione può essere consentita conformemente a quanto attualmente indicato dagli strumenti urbanistici vigenti; nella carta P1 tali zone appaiono prive di indicazioni specifiche.

Interventi Prioritari di Ripristino e Recupero: Oltre che mediante le prescrizioni di cui al Titolo III delle Norme di Piano, la conservazione degli elementi di valore eccezionale ed elevato viene perseguita anche mediante interventi di recupero e ripristino, nei casi, tassativamente indicati nella carta S2 e al Titolo IV, capo 1 delle Norme di Piano, di degrado che comportino il forte rischio di imminenti alterazioni irreversibili, in quelli di alterazioni dovute all'azione di detrattori, da rimuovere o in quelli concernenti la realizzazione degli Ambiti, la cui conservazione è affidata unicamente ai previsti interventi progettuali.

Screening di VAS – Lottizzazione Comparto D12/5 Pag. 25 Figura 11 – Carta della Trasformabilità.

Screening di VAS – Lottizzazione Comparto D12/5 Pag. 26 4.2 IL PIANO REGOLATORE GENERALE Con Delibera del Presidente della Giunta Regionale n. 267 del 28/7/1999, veniva approvato il Piano Regolatore Generale in variante al Piano Carbonara (1971), che regolamentava le trasformazioni urbanistiche di tutto il territorio comunale di Policoro. Tale strumento urbanistico generale dava puntuale risposta ad ogni necessità di sviluppo della comunità di Policoro che dagli anni ’60 in avanti andava generando la duplicazione del proprio abitato. Il PRG prevede: La variante generale al Piano Regolatore vigente, (Piano Carbonara), esplicita la necessità di dare una risposta organizzativa alla pianificazione in atto, alle nuove istanze programmatorie promosse dalla Regione a seguito dei Piani Paesistici ed alla necessità di riconvertire un processo urbanistico fortemente ancorato a fattori quantitativi, in una programmazione capace, nei limiti di un "quadro di indirizzo", di esprimere i fattori di una "qualità urbana", che alla luce delle problematiche emergenti nella tutela del paesaggio (inteso in senso lato) sembrano rappresentare l'unico fattore "compatibile" di sviluppo degli elementi costituenti la realtà urbana: residenza, servizi e strutture produttive. Che le aree di interesse pubblico sono destinate alla realizzazione di infrastrutture e servizi per la collettività, con la specificazione di quelle a valenza locale (di quartiere) e quelle a valenza territoriale (comunale ed intercomunale) e possono essere di proprietà pubblica e privata; La conservazione e la salvaguardia dell’abitato di Policoro, mediante il recupero edilizio e il restauro architettonico, in uno con il consolidamento della struttura urbana, da attuarsi con modeste espansioni e con l’incremento della dotazione di aree a servizi, compatibile con le esigenze di valorizzazione delle caratteristiche storiche e di habitat e con le componenti geomorfologiche del sito; una organizzazione di elevata qualità dell’area del Litorale per la quale si individuava la funzione ricettiva (villaggi turistici, residences, campeggi) immersa in una significativa dotazione di aree a verde e servizi anche di carattere territoriale; far corrispondere uno sviluppo turistico uniformato alle emergenze paesaggistiche e caratterizzato da aree omogenee di intervento sviluppate secondo un'asse attrezzato: in tal senso la pianificazione propone localizzazioni ricettive ed infrastrutturali per il turismo, piuttosto che seconde case e quindi aree normate e relazionate con le emergenze che fanno la storia di questo territorio potenziando un comparto in termini di reale produttività.

Prima dell’approvazione della Variante al P.R.G. venivano varati:  Il 23 novembre 1964 veniva approvato il 1° Piano di Zona ex legge 167 per la realizzazione di circa 3.200 vani di edilizia economico-popolare su di un'area Screening di VAS – Lottizzazione Comparto D12/5 Pag. 27 di circa 178.000 mq;  Il 18 maggio 1972, con D.P.G.R. n. 26 veniva approvato il 2° Piano di Zona ex legge 167 per la realizzazione di circa 3.600 vani di edilizia economico- popolare su di un'area di circa 36,20 ha;  Il 2 agosto 1976, con D.P.G.R. n. 1059 veniva approvato il Piano Particolareggiato zona ad est della 167 (3° Piano di zona) per la realizzazione di circa 2.350 vani su di un'area complessiva di circa 34,60 ha;  Il 16 novembre 1978, con D.P.G.R. n. 1971 veniva altresì approvato il Piano Particolareggiato della zona ovest, per la realizzazione di un comparto del vigente P.R.G. di mq.261.000 ed una cubatura di circa 209.000 mc;  Il Piano Particolareggiato “Lido” per l’Edilizia Turistica approvato nel 1974 e, ad oggi, in fase di completamento;  Il Piano Particolareggiato zona Servizi Urbani approvato nel con D.P.G.R. n. 1294 del 3 agosto 1977 e, ad oggi, in corso di attuazione;  Il Piano Particolareggiato E7 zona per l’Agricoltura approvato nel 1981 e, ad oggi, in corso di attuazione;  L’attività̀ di pianificazione e regolamentazione urbanistica del PRG si completava con il Piano di Recupero della Borgata Vecchia del 1978 e il Piano di Recupero della zona Castello del 1983 che contiene le puntuali modalità di recupero e valorizzazione del tessuto di antica formazione dell’abitato di Policoro.  Il 25 febbraio 1980, con D.P.G.R. n. 255 veniva approvato il Piano di Lottizzazione della zona D1, successivamente modificata con varianti del 6 dicembre 1988 (delibera di G.M. n. 1340) e del 29 dicembre 1989 (delibera di G.M. n. 1566).  Il 20 novembre 1991, con D.P.G.R. n. 977 veniva approvata la Variante al P.R.G. per le aree turistiche. Detto Piano, facendo salve quasi tutte le previsioni del Piano Particolareggiato dei lidi, di cui si è detto in precedenza rielabora tutto un nuovo sistema zonizzativo del comparto a mare del Comune di Policoro. Nel 1995 l’Amministrazione Comunale si è dotata della nuova cartografia aerofotogrammetrica dell’intero territorio comunale. Sul territorio comunale di Policoro sono in vigore i sovraordinati Piano Stralcio per la Difesa dal Rischio Idrogeologico dell’Autorità̀ di Bacino (aggiornamento 2006), Piano Territoriale Paesistico del Metapontino (1990) e Piano regionale per la Utilizzazione delle Aree Demaniali Marittime – Costa Jonica.

Screening di VAS – Lottizzazione Comparto D12/5 Pag. 28 5 DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO

5.1 PREMESSA Le zone D12, perimetrate nella tavola di zonizzazione del P.R.G., riguardano zone destinate al Terziario-Direzionale, da attuarsi con planovolumetrico. L'area oggetto dell'intervento urbanistico è delimitata ad Ovest dalle Tipologie edilizie tipiche del Comparto C3 (villette unifamiliari); ad Est dalla tipologia tipo B2 (interventi a servizi ) a Nord da Comparto tipo C2 con tipologia variabile ed a Sud da comparto con caratteristiche analoghe. Nello sviluppo della fase progettuale si è proceduto alla valorizzazione delle aree umide preesistenti assegnando, dove possibile, una tipologia costruttiva che prevedesse, per ogni gruppo insediativo, almeno una minima area di verde privato oltre a quello pubblico. Si è proceduto pertanto a realizzare un insediamento che si integri tra quanto edificato in precedenza nella B2 e quanto si realizza nelle limitrofe zone C3 del Comparto. La posizione topografica del sito, posta al limite della zona agricola e delimitata dalle nuove strade di penetrazione che la intersecano e la collegano con la zona sud a vocazione edilizia a servizi , la pone come elemento cerniera e di raccordo di tutti gli interventi urbanistici programmati. La soluzione planovolumetrica adottata consiste nella valorizzazione delle vie di penetrazione e nell’assegnazione a tali vie alla funzione di traino e di decollo delle relative attività commerciali e di servizi. La tipologia costruttiva individuata ha realizzato una sistemazione interna con la relativa viabilità che permette una migliore fruibilità delle aree verdi ed una più razionale vivibilità dei volumi realizzati. La forma rettangolare da cui si sviluppa l'intero complesso edilizio, realizza così un disegno urbano ordinato con una viabilità uniforme, con percorsi carrabili e relativa viabilità pedonale secondo gli standard nazionali. La realizzazione delle aree attrezzate e dei parcheggi è stata impostata per definire un asse di collegamento tra l'esistente e l'insediamento progettato, mentre l'area commerciale estesa e di grandi dimensioni è posizionata baricentricamente rispetto alle vicine zone di utilizzo. La fruibilità degli spazi a verde è assicurata da una contiguità urbanistica delle aree del centro con le stesse aree verdi e la loro caratteristica di essere raggruppate in modo da realizzare una continuità visiva delle stesse. Inoltre, onde evitare l'edificazione selvaggia dell'area si è proceduto alla formazione di blocchi omogenei che possano facilitare l'insediamento graduale dell'intervento e possano permettere una più razionale fruizione dei servizi durante la fase costruttiva. Il plano-volumetrico è articolato in blocchi mediante l'aggregazione di più unità abitative che consentono di soddisfare una domanda commerciale e di servizi più svariata. La costruzione di unità anche residenziali di diverso taglio e comunque medio piccole consente tra l'altro la formulazione di proposte economiche che possono differenziarsi nella superficie abitabile, nel grado di finitura ,nell'utilizzo del verde,ecce

Screening di VAS – Lottizzazione Comparto D12/5 Pag. 29 soprattutto finalizzate alla abitazioni di soggetti che acquisiscono attività commerciali e che possano così soddisfare la condizione di controllo della loro attività avendo l’abitazione in corrispondenza dell’attività stessa. L'intervento è concepito come un piccolo agglomerato urbano autosufficiente nei servizi e autopropulsivo nelle sue attività culturali ed aggregative. Per soddisfare tale condizione sono state previste:  Aree per lo svago (piazza in corrispondenza di fosso Ricino);  Aree a parcheggio;  Aree a verde. Tali aree realizzeranno una sufficiente aggregazione. 5.2 INQUADRAMENTO STORICO - URBANISTICO E AMBIENTALE

5.2.1 Il Paesaggio L'area sulla quale sorgerà l'intervento risulta essere debolmente antropizzata e caratterizzata da un'agricoltura che negli anni precedenti risultava del tipo intensivo e che la vocazione edificatoria ha scoraggiato portandola alla definizione di attività marginale agricola. Risulta essere inoltre posta tra l’area a vocazione edificatoria per abitazioni (Comparti C2 e C3 ), l’area a servizi (B2 ex D7) e la stessa area a Terziario Direzionale D12. L’area oggetto dell’intervento risulta essere posizionata al limite dell’area edificabile di Policoro e, con la Riforma Fondiaria del 1950, è stata assoggettata alla trasformazione agraria, mediante assegnazione in appoderamento a coloni provenienti dai Comuni della fascia Metapontina e dall'entroterra lucano. Tale processo di trasformazione risulta essere il regolare ciclo di sviluppo avviato già nell'antichità nelle aree della Magna Grecia e con particolare riguardo all'area di Heraclea e Metapontum, involutosi nel periodo barbarico e ripreso agli inizi del novecento con la valorizzazione e la bonifica delle aree dedite alla malaria. La realizzazione di unità produttive agricole distribuite sul territorio ha consentito l'insediamento stabile dell'uomo nella campagna, nonché la realizzazione di tutte quelle infrastrutture di sostegno quali strade, acquedotti, centri rurali che negli anni ’60 - ‘70 daranno vita ai comuni della fascia Jonica quali Policoro e Scanzano. L'Agro è interessato da un processo evolutivo inarrestabile che nel giro di un ventennio porta Policoro (ex centro agricolo rurale) ad assorgere a Comune autonomo e pilota della fascia Metapontina. Tale processo di trasformazione ha modificato l'originaria Masseria Baronale, posta poco distante dall’insediamento che rappresentava il centro della vita agricola in epoca remota, nel "Centro Agricolo di Zona" che risulta essere lo sviluppo moderno di tale concetto con l'addizionale aggiunta di infrastrutturazioni agricole. Tale modello di sviluppo, a distanza di anni, ripropongono con modestissime varianti la stessa metodologia di intervento, ovvero lo smembramento del latifondo baronale è sostituito da una riduzione in appezzamenti minimi del territorio con insediamenti umani in aree improponibili solo intorno agli anni ‘20 – ‘30 (malaria). Il conseguente incremento demografico, la posizione geografica e la presenza della

Screening di VAS – Lottizzazione Comparto D12/5 Pag. 30 grande viabilità stradale e ferroviaria sono elementi acceleratori che hanno innescato i processi evolutivi dell'area con una richiesta sempre crescente di insediamenti per attività economiche, ricettive e turistiche. Policoro, risorge in prossimità dell'antica Colonia Heraclea, sul primo terrazzo marino e programma il suo sviluppo urbanistico estendendosi su tale altipiano, destinando l’area in oggetto al completamento delle esigenze di espansione demografica. La pianificazione urbanistica ha individuato,come tale ultimo atto del processo di sviluppo insediativo, nella Zona Urbana, le aree da destinare ad insediamenti infrastrutturali, come poi avvenuto, una forte domanda originata dalle aree dell'entroterra. 5.2.2 Il Sistema Insediativo Il sistema insediativo tipico dell'area di Policoro risulta essere prevalentemente quello agricolo sparso dovuto alla frantumazione del latifondo. La formazione delle unità produttive della Riforma Fondiaria ha comportato la suddivisione dei latifondi in poderi della superficie complessiva di circa Ha 5,00 dotati di casa colonica ed annessi agricoli. La casa colonica ed il podere sono gli elementi a base dello sviluppo della nuova agricoltura Metapontina. Intorno al "centro agricolo", sede dei servizi comuni, si sono sviluppate tutte le attività del terziario. La storia del sito, comune alla maggior parte delle unità produttive dette “Quote” dell’Ente Riforma ,è quella originata dallo spezzettamento in due proprietà distinte della vecchia Unità Poderale a) L’appezzamento tipico di c.a. Ha 3,00 su cui si trova l’abitazione principale del proprietario; b) L’uliveto, generalmente posizionato distante dall’area principale, di circa Ha 2,00. L’intervento in oggetto risulta posizionato sui terreni dedicati alla olivicoltura pertanto non risulta munito di insediamenti abitativi. Il lotto risulta come completamento del processo di sviluppo delle aree a vocazione edificatoria del centro di Policoro,avviato già negli anni 70, e successivamente consolidato dal precedente Piano Regolatore Generale approvato nell’anno1973. La successiva "VARIANTE AL PRG" del 1997 ha sviluppato questa tendenza di allargamento dell’azione di accrescimento di Policoro. Il lotto che sorge a ridosso dell’area resa edificabile con il P.R.G. del 1973 aveva già assunto la caratteristica di un area di espansione obbligata dell’attività insediativa del Comune di Policoro. Con la realizzazione della vecchia area a destinazione a servizi (D7) decisamente più distante dal centro. Pertanto nella realizzazione dell’intervento si è cercato di mantenere la tipologia costruttiva del precedente Piano Regolatore cercando di realizzare l’effetto di sfumatura verso la costituenda area a vocazione prettamente artigianale –servizi della limitrofa zona B2. La viabilità di piano ha poi posto le condizioni per una tipologia funzionale e redditizia. Screening di VAS – Lottizzazione Comparto D12/5 Pag. 31 Figura 12 – Area di Intervento.

Screening di VAS – Lottizzazione Comparto D12/5 Pag. 32 5.3 I COMPARTI EDILIZI

Figura 13 – Tavola dei Comparti allegata al P.R.G..

Screening di VAS – Lottizzazione Comparto D12/5 Pag. 33 Figura 14 – Ortofoto con sovrapposizione dei Comparti.

Screening di VAS – Lottizzazione Comparto D12/5 Pag. 34 5.4 DATI CATASTALI PLANOVOLUMETRICO Nella perimetrazione del Planovolumetrico D12/5 sono comprese aree ricadenti nel Foglio 7 del N.C.T. del Comune di Policoro, identificate con le seguenti particelle, per le superfici di fianco evidenziate: Tabella 5 – Tabella delle particelle e delle superfici interessate dal Planovolumetrico D12/5.

Superficie Superficie Superficie totale utilizzata territoriale a PROPRIETARI Particelle del Comparto per strade del volumetria St (mq) Comparto St (mq) Sst (mq)

Mastrogiulio R. ed altri Fg. 7 Part. 133 6.874 1.146 5.728

CO.DESA. S.r.l. Fg. 7 Part. 2840-2839 7.299 1.178 6.121

Fabiano Vincenzo e altri Fg. 7 Part. 128 (parte) 11.387 871 10.516 Fg. 7 Part. 7-2047-2048– Eden Casa Soc. Coop. 12.391 376 12.015 2049–2050 Laviola Paolo G., Scattino Fg. 7 Part. 120-125-151 6.823 594 6229 T., ed altri

Edilizia Materana S.n. c. Fg. 7 Part. 338-127 313 165 148

Affuso Valerio Fg. 7 Part. 119 (parte) 330 0 330

Comune Policoro Fg. 7 Part. 1769 (parte) 1.067 23 1.044 (strada interpoderale) Demanio Pubblico per Fg. 7 Part. 233-234-235, 817 164 653 Opere di Bonifica ecc. Totale 47.301 4.517 42.784 Figura 15 – Planimetria Catastale dell’Intervento.

Screening di VAS – Lottizzazione Comparto D12/5 Pag. 35 5.5 DISEGNO DI PIANO ELEMENTI MORFOLOGICI DELLA COMPOSIZIONE Nello sviluppo della fase progettuale si è proceduto alla valorizzazione delle aree umide preesistenti assegnando, dove possibile, una tipologia costruttiva che prevedesse, per ogni gruppo insediativo, almeno una minima area di verde privato oltre a quello pubblico. Si è proceduto pertanto a realizzare un insediamento che si integri tra quanto edificato in precedenza nella B2 e quanto si realizza nelle limitrofe zone C3 del Comparto. La posizione topografica del sito, posta al limite della zona agricola e delimitata dalle nuove strade di penetrazione che la intersecano e la collegano con la zona sud a vocazione edilizia a servizi , la pone come elemento cerniera e di raccordo di tutti gli interventi urbanistici programmati. La soluzione planovolumetrica adottata consiste nella valorizzazione delle vie di penetrazione e nell’assegnazione a tali vie alla funzione di traino e di decollo delle relative attività commerciali e di servizi. La tipologia costruttiva individuata ha realizzato una sistemazione interna con la relativa viabilità che permette una migliore fruibilità delle aree verdi ed una più razionale vivibilità dei volumi realizzati. La forma rettangolare da cui si sviluppa l'intero complesso edilizio, realizza così un disegno urbano ordinato con una viabilità uniforme, con percorsi carrabili e relativa viabilità pedonale secondo gli standard nazionali. La realizzazione delle aree attrezzate e dei parcheggi è stata impostata per definire un asse di collegamento tra l'esistente e l'insediamento progettato, mentre l'area commerciale estesa e di grandi dimensioni è posizionata baricentricamente rispetto alle vicine zone di utilizzo. La fruibilità degli spazi a verde è assicurata da una contiguità urbanistica delle aree del centro con le stesse aree verdi e la loro caratteristica di essere raggruppate in modo da realizzare una continuità visiva delle stesse. Inoltre, onde evitare l'edificazione selvaggia dell'area si è proceduto alla formazione di blocchi omogenei che possano facilitare l'insediamento graduale dell'intervento e possano permettere una più razionale fruizione dei servizi durante la fase costruttiva. Il plano-volumetrico è articolato in blocchi mediante l'aggregazione di più unità abitative che consentono di soddisfare una domanda commerciale e di servizi più svariata. La costruzione di unità anche residenziali di diverso taglio e comunque medio piccole consente tra l'altro la formulazione di proposte economiche che possono differenziarsi nella superficie abitabile, nel grado di finitura ,nell'utilizzo del verde,ecce soprattutto finalizzate alla abitazioni di soggetti che acquisiscono attività commerciali e che possano così soddisfare la condizione di controllo della loro attività avendo l’abitazione in corrispondenza dell’attività stessa. L'intervento è concepito come un piccolo agglomerato urbano autosufficiente nei servizi e autopropulsivo nelle sue attività culturali ed aggregative. Per soddisfare tale condizione sono state previste:  Aree per lo svago (piazza in corrispondenza di fosso Ricino);  Aree a parcheggio;  Aree a verde. Screening di VAS – Lottizzazione Comparto D12/5 Pag. 36 Tali aree realizzeranno una sufficiente aggregazione. Di seguito vengono riportati la planimetria di progetto con le schede relative alla volumetria complessiva di progetto di 61.620,21 mc. Tabella 6 – Scheda delle superfici e dei volumi interessati dall’intervento.

Superficie nel Superficie da Superficie Coefficiente di VOLUMETRIA PROPRIETARI Comparto utilizzare nella Ragguagliata perequazione Sr x 1,5 (mc) St (mq) Lottizzazione Sr (mq) Mastrogiulio R. ed 6.874 6.874 0,90451 6.217,60 9.326,40 altri CO.DE.SA. Srl 7.299 7.299 0,90451 6602,02 9.903,03

Fabiano Vincenzo e 11.387 11.387 0,90451 10.299,66 15.449,49 altri Eden Casa soc. 12.391 12.391 0,90451 11.207,78 16.811,67 coop Laviola Paolo G, 6.823 6.823 0,90451 6171,47 9.257,21 Scattino T ed altri Edilizia Materna 313 313 0,90451 283,11 424,67 snc

Affuso Valerio 330 330 0,90451 298,49 447,74

Non utilizzata Non utilizzata Comune di Policoro 1.067 0,90451 965,11 volumetricamente volumetricamente Non utilizzata Non utilizzata Demanio 817 0,90451 738,98 volumetricamente volumetricamente Totale 47.301 45.417 42.784,22 61.620,21

Figura 16 – Planimetria di Progetto.

Screening di VAS – Lottizzazione Comparto D12/5 Pag. 37 6 AMBITO DI INFLUENZA AMBIENTALE E TERRITORIALE DEL PLANOVOLUMETRICO Al fine di stabilire l'ambito d'influenza ambientale e territoriale di un Piano/Programma (nel caso in esame il Planovolumetrico D12/5), si procede alla seguente verifica approntata al fine di individuare la sussistenza di impatti significativi e, sulla base dell'esito di tale verifica, escludere o assoggettare a VAS il Planovolumetrico D12/5 in esame. Il percorso di seguito proposto prevede: 1) Individuazione delle possibili interazioni tra Planovolumetrico e aspetti ambientali; 2) Individuazione delle possibili interazioni tra Planovolumetrico e Settori di Governo; Se non vengono individuate interazioni, la verifica di screening si conclude con la NON ASSOGGETTABILITA’ del Planovolumetrico alla procedura di VAS. 6.1 INDIVIDUAZIONE DELLE INTERAZIONI In questo paragrafo si riporta una “Check List” per verificare in che maniera l’attuazione del Planovolumetrico potrebbe modificare le condizioni ambientali, anche in termini di utilizzo di risorse, tenuto conto delle definizione di “ambiente” inteso come sistema di relazioni fra i fattori antropici, naturalistici, chimico-fisici, climatici, paesaggistici, architettonici, culturali, agricoli ed economici (ex art. 5 lettera c) D.Lgs. n. 152/06 e ss. mm. ii.. Tabella 7 – “Check List” Interazioni Aspetti Ambientali. Aspetto Possibile Interazione SI/NO Ambientale Il Planovolumetrico può modificare lo stato di conservazione di NO habitat? Il Planovolumetrico può modificare/influenzare l'areale di NO distribuzione di specie animali selvatiche? Biodiversità Il Planovolumetrico può incidere sullo stato di conservazione di NO specie di interesse conservazionistico? Il Planovolumetrico può incidere sulla connettività tra ecosistemi NO naturali? Il Planovolumetrico può determinare una variazione negli utilizzi SI delle risorse idriche? Il Planovolumetrico può comportare modificazioni alla portata dei NO corpi idrici superficiali? Il Planovolumetrico interferisce con le risorse idriche Acqua NO sotterranee? Il Planovolumetrico può comportare la contaminazione, anche NO locale, di corpi idrici? Il Planovolumetrico può determinare scarichi in corpi recettori NO (superficiali e sotterranei)? Screening di VAS – Lottizzazione Comparto D12/5 Pag. 38 Il Planovolumetrico può comportare una variazione del carico SI inquinante dei reflui destinati agli impianti di depurazione? Il Planovolumetrico può comportare contaminazione del suolo? NO Il Planovolumetrico può comportare degrado del suolo (desertificazione, perdita di sostanza organica, salinizzazione, NO ecc.)? Suolo e Il Planovolumetrico può incidere sul rischio idrogeologico? NO sottosuolo Il Planovolumetrico può determinare variazioni nell'uso del suolo NO in termini quantitativi e/o qualitativi? Il Planovolumetrico può comportare variazioni nell'uso delle NO risorse del sottosuolo? Il Planovolumetrico inserisce elementi che possono modificare il SI/NO Paesaggio paesaggio? Il Planovolumetrico prevede interventi sull'assetto territoriale? SI Il Planovolumetrico può comportare variazioni delle emissioni Aria SI/NO inquinanti? Il Planovolumetrico comporta variazioni nelle superfici destinate NO all'assorbimento di CO2? Cambiamenti Il Planovolumetrico comporta variazioni nell'utilizzo dell'energia? SI climatici Il Planovolumetrico prevede variazioni nell'emissione di gas NO serra? Il Planovolumetrico prevede azioni che possono comportare rischi NO per la salute umana? Salute Il Planovolumetrico può comportare variazioni nell'emissione di NO Umana radiazioni elettromagnetiche? Il Planovolumetrico può comportare variazioni dell'esposizione a NO livelli sonori eccedenti i limiti? Il Planovolumetrico può comportare interferenze con la Popolazione NO distribuzione insediativa? Il Planovolumetrico può comportare il degrado dei beni culturali? NO Beni culturali Il Planovolumetrico prevede azioni che possono interferire con la NO percezione visiva?

Screening di VAS – Lottizzazione Comparto D12/5 Pag. 39 Tabella 8 – “Check List” Interazioni Settori di Governo. Settori di Possibile Interazione SI/NO Governo Il Planovolumetrico può comportare una variazione dei consumi SI energetici? Il Planovolumetrico prevede delle azioni volte al risparmio Energia SI energetico? Il Planovolumetrico prevede l'utilizzo di fonti rinnovabili di SI energia? Il Planovolumetrico può comportare una variazione sulla SI produzione di RSU? Il Planovolumetrico può comportare un incremento sulla Rifiuti NO produzione di rifiuti speciali? Il Planovolumetrico prevede delle azioni volte all'incremento NO della RD? Il Planovolumetrico può comportare variazioni nei flussi di SI traffico? Il Planovolumetrico prevede uno sviluppo di un sistema Mobilità intermodale dei trasporti e sviluppo di nuove forme di mobilità NO alternativa? Il Planovolumetrico prevede il potenziamento del sistema di NO trasporto su ferro? Il Planovolumetrico può comportare variazioni per lo sviluppo Economia SI economico? Il Planovolumetrico può comportare variazioni per la domanda di Lavoro SI posti di lavoro? Turismo Il Planovolumetrico può comportare variazioni sui flussi turistici? NO

Nota: Alcune risposte sono indicate con SI/NO poiché l'eventuale impatto può essere mitigato già in fase di programmazione o possono essere comunque date indicazioni prescrittive in merito già a partire dagli obiettivi di sostenibilità individuati.

Screening di VAS – Lottizzazione Comparto D12/5 Pag. 40 7 VERIFICA DI PERTINENZA In base alle indicazioni dell'Allegato l del D.Lgs. n. 4/2008, ai fini della verifica alla procedura di assoggettabilità a VAS, si descrivono le caratteristiche principali del Programma Integrato di Intervento, tenendo conto in particolare degli aspetti riportati nella seguente tabella. Tabella 9 - Caratteristiche del Piano o del Programma. 1. Caratteristiche del piano o del programma, tenendo conto dei seguenti Criterio di Verifica elementi: 1.A). In quale misura il piano o il programma Il Planovolumetrico D12/5 costituisce stabilisce un quadro di riferimento per strumento di definizione ed attuazione del progetti ed altre attività, o per quanto P.R.G. Comunale, e anche mediante lo riguarda l'ubicazione, la natura, le strumento della perequazione contribuisce dimensioni e le condizioni operative o alla costruzione del paesaggio, alla sua attraverso la ripartizione delle risorse difesa, alla sua valorizzazione e fruizione pubblica. 1.B). In quale misura il piano o il programma Il Planovolumetrico D12/5 è uno strumento influenza altri piani o programmi, inclusi attuativo di pianificazione territoriale quelli gerarchicamente ordinati tramite il quale trova attuazione il P.R.G. del Comune di Policoro. 1.C). La pertinenza del piano o del Il Planovolumetrico contribuisce, a programma per l'integrazione delle riqualificare ed ad integrare nel contesto considerazioni ambientali, in particolare al urbano e paesaggistico del Comune di fine di promuovere lo sviluppo sostenibile, Policoro, una porzione di territorio finora sotto il profilo ambientale, economico e abbandonata, posta strategicamente dal sociale punto di vista economico e sociale. 1.D). Problemi ambientali pertinenti al Non si ravvisano particolari problematiche piano o al programma di carattere ambientale direttamente legate all'attuazione del Planovolumetrico D12/5. 1.E). La rilevanza del piano o del programma Non pertinente. per l'attuazione della normativa comunitaria nel settore dell'ambiente (ad es. piani e programmi connessi alla gestione dei rifiuti o alla protezione delle acque)

Screening di VAS – Lottizzazione Comparto D12/5 Pag. 41 Tabella 10 – Caratteristiche degli Impatti e delle Aree che possono essere interessate. 2. Caratteristiche degli impatti e delle aree che possono essere interessate, tenendo Criterio di Verifica conto in particolare, dei seguenti elementi: A). Probabilità, durata, frequenza e Non si ravvisano impatti significativi tenuto reversibilità degli impatti. conto che sono previsti: Interventi edilizi previsti dallo strumento urbanistico generale; La realizzazione di infrastrutture di urbanizzazione che integrano e completano quelle già presenti nella zona; La realizzazione di spazi pubblici attrezzati. 2.B). Carattere cumulativo degli impatti. Non è previsto alcun carattere cumulativo degli impatti. 2.C). Natura transfrontaliero degli impatti. Il Planovolumetrico D12/5 non ha carattere transfrontaliero. 2.D). Rischi per la salute umana o per Non si prevedono rischi né per la salute l’ambiente (ad es. in caso di incidenti). umana, né per l’ambiente. 2.E). Entità ed estensione nello spazio degli L’area risulta essere collocata sul lato Sud impatti (area geografica e popolazione del Centro abitato, ha forma trapezoidale potenzialmente interessate) ed è delimitata ad Ovest dalle tipologie edilizie tipiche del Comparto C3 (Villette Unifamiliari); ad Est dalla tipologia tipo B2 (Interventi a Servizi); a Nord dal Comparto tipo C2 con tipologie variabili ed a Sud da comparto con caratteristiche analoghe. 2.F). Valore e vulnerabilità dell’area che Viste le caratteristiche dell’intervento potrebbe essere interessata a causa: proposto si può affermare che non produce - delle speciali caratteristiche naturali o del impatti tali da compromettere il valore delle patrimonio culturale; aree nel quale si inserisce. - del superamento dei livelli di quantità ambientale o dei valori limite dell’utilizzo intensivo del suolo. 2.G). Impatti su aree o paesaggi riconosciuti Il Planovolumetrico D12/5 non ricade in come protetti a livello nazionale, nessun sito di interesse di livello nazionale, comunitario o internazionale. comunitario o internazionale.

Screening di VAS – Lottizzazione Comparto D12/5 Pag. 42 8 INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI DI SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE DI RIFERIMENTO Dalle politiche per lo sviluppo sostenibile promosse in questi anni, dal livello internazionale a quello locale, sono emerse una serie di criteri e strategie generali per le quali ogni territorio può e deve fare riferimento. Tali elementi costituiscono un importante supporto per la definizione dei parametri su cui effettuare la Valutazione Ambientale e per la definizione degli obiettivi di sostenibilità territoriale da prendere a riferimento. La fase di selezione degli obiettivi di sostenibilità ambientale, nell'ambito della procedura di valutazione di uno specifico Piano/Programma (nel nostro caso il Planovolumetrico D12/5), è effettuata selezionando, dal suddetto sistema complessivo di obiettivi di sostenibilità ambientale, l'insieme degli obiettivi pertinenti per il piano o programma in esame. Nella tabella seguente si riportano gli obiettivi di sostenibilità ambientale assunti per le valutazioni del Planovolumetrico D12/5, con l'indicazione dei relativi indicatori di riferimento. Tabella 11 – Obiettivi di Sostenibilità Ambientale (Parte 1°).

Screening di VAS – Lottizzazione Comparto D12/5 Pag. 43 Tabella 12 – Obiettivi di Sostenibilità Ambientale (parte 2°).

9 INDIVIDUAZIONE PRELIMINARE DEI POSSIBILI IMPATTI AMBIENTALI La fase di screening (procedure di verifica preventiva) serve a stabilire se un Piano/Programma deve essere accompagnato da un rapporto ambientale che ne approfondisca le potenziali criticità. La fase di screening verifica se le azioni previste dal Piano/Programma avranno verosimilmente un impatto significativo sull'ambiente e sulla salute pubblica. La fase di screening è da intendersi come preliminare all'avvio della procedura di VAS in quanto:  Consente di verificare se il Piano possa avere potenzialmente effetti significativi sull'ambiente.  Consente di determinare se è necessario condurre un'analisi ed una valutazione ambientale di maggior dettaglio. Il Rapporto Preliminare, pertanto, deve contenere una prima individuazione "dei possibili impatti ambientali significativi" a seguito dell'attuazione del Planovolumetrico D12/5 del Comune di Policoro (come prescritto dall'Allegato l di cui all'Art. 12 del D.Lgs. n. 4 del 16/01 2008) 9.1 ANALISI L’analisi ha lo scopo di contribuire ad avviare il processo di diffusione della Valutazione Ambientale Strategica VAS applicata alla pianificazione urbanistica e di Screening di VAS – Lottizzazione Comparto D12/5 Pag. 44 supportare i Comuni nell'approccio metodologico. L’analisi intende proporsi come uno strumento per favorire l'adozione di modelli di pianificazione sostenibile che tengano conto delle implicazioni ambientali fin dalla programmazione preliminare delle scelte. Si intende raggiungere le seguenti finalità:  Evidenziare le opportunità connesse alla verifica ambientale in fase preliminare di pianificazione.  Realizzare un processo di valutazione interno alla formazione dei Piani (screening), associate a forme di audit esterno, per evitare il rischio della auto-legittimazione.  Fornire suggerimenti per i progetti definitivi, nonché per le fasi di attuazione e gestione.  Consentire di far riferimento ad esperienze e buone pratiche disponibili.  Individuare strategie partecipative e di coinvolgimento dei vari attori del processo di Piano. 9.2 SCREENING AMBIENTALE Screening Ambientale per la valutazione preliminare degli impatti indotti dalla realizzazione del PLANOVOLUMETRICO D12/5 del Comune di POLICORO.

CARATTERISTICHE URBANISTICHE:

Strumento Urbanistico: ZONA D12: AREE PER IL TERZIARIO DIREZIONALE; Localizzazione prevalente delle trasformazioni: Aree libere o parzialmente libere in contesto parzialmente urbanizzato; Previsioni insediative: Uffici, residenze private e attività commerciali; Impatto delle trasformazioni: Le trasformazioni previste non rappresentano un notevole cambiamento delle attuali condizioni ambientali, sono di modesta entità rispetto al contesto territoriale del comune di Policoro, esse interessano un limitato numero di popolazione, non avranno conseguenze su flora e fauna in quanto trattasi di ambiente già fortemente antropizzato, esse incideranno sul tessuto socio-economico locale, sono previsti interventi finalizzati a mitigare o compensare eventuali effetti ambientali.

CARATTERISTICHE AMBIENTALI:

Idrogeologia: Non sono riscontrabili problematiche relative alle caratteristiche idrogeologiche del sito. Suolo e sottosuolo: Non si individua la presenza di aree agricole coltivate nell’area oggetto di intervento, ad eccezione di alcuni oliveti. Rete ecologica e aree protette: L’area e la zona contigua all’intervento non rientra in aree protette, parchi, SIC o ZPS, non si riscontra la presenza di valenze naturalistiche o floristiche vegetazionale, di corridoi faunistici o di strutture agricole consolidate. Paesaggio e patrimonio culturale: In considerazione della singolarità del contesto territoriale, sede di antichi insediamenti (civiltà della Magna Grecia e successive Screening di VAS – Lottizzazione Comparto D12/5 Pag. 45 sovrapposizioni) tutto il territorio è considerato zona di interesse archeologico: all'uopo, qualsiasi intervento di edificazione, o di consistente trasformazione è subordinato alla comunicazione alla locale Soprintendenza.

CARATTERISTICHE INFRASTRUTTURALI:

Infrastrutture a rete: Nelle aree contigue all’intervento sono presenti i sottoservizi a rete quali acquedotto, fognatura, rete elettrica e gas metano che favoriscono l’accessibilità e la predisposizione alla trasformazione dal punto di vista infrastrutturale. Mobilità: Le aree contigue all’intervento sono interessate dalla presenza di viabilità a carattere comunale. 9.3 RISULTATI DELLO SCREENING PRELIMINARE L'analisi preliminare dello Screening di Valutazione Ambientale Strategica relativa al Planovolumetrico D12/5 nel Comune di Policoro ha condotto ai risultati riportati di seguito.

SCREENING PRELIMINARE ALLA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DELLO STRUMENTO URBANISTICO

Comune di: Policoro (MT) Popolazione: 16.781 abitanti Densità: 250,46 abitanti/ Km2 Superficie : 67.3 Km2

A) CARATTERISTICHE URBANISTICHE

a1) Strumento Urbanistico: ZONA D12: AREE PER IL TERZIARIO DIREZIONALE.

a2) Localizzazione Prevalente delle Trasformazioni: Aree libere o parzialmente libere in contesto parzialmente urbanizzato.

a3) Previsioni Insediative: Prevalenza di insediamenti terziari, residenziali privati e commerciali.

L’intervento avrà un consumo energetico basso per la presenza di pannelli fotovoltaici, una produzione di rifiuti media ed una richiesta di acqua potabile medio-alta.

Impatto delle Trasformazioni: Le trasformazioni non avranno conseguenze su flora, fauna e sistemi naturali in quanto aree già parzialmente antropizzate. Le trasformazioni incideranno considerevolmente da un punto di vista socio- economico sul sistema locale. E’ possibile mitigare o compensare eventuali effetti ambientali. Screening di VAS – Lottizzazione Comparto D12/5 Pag. 46

Verifica del Livello di Impatto Urbanistico e Territoriale:

Strumento Urbanistico: Impatto BASSO Localizzazione Prevalente delle Trasformazioni: Impatto BASSO Previsioni Insediative: Impatto BASSO Impatto delle Trasformazioni: Impatto BASSO

B) CARATTERISTICHE AMBIENTALI

b1) Idrogeologia: Assenza di fenomeni erosivi delle aree costiere nell’area contigua all’intervento.

b2) Suolo e Sottosuolo: Assenza di aree agricole coltivate nelle aree oggetto di intervento, ad eccezione di alcune piante di ulivo, ed in quelle contigue.

b3) Rete Ecologica ed Aree Protette: L’area e la zona contigua all’intervento non rientra in aree protette, parchi, SIC o ZPS, non si riscontra la presenza di valenze naturalistiche o floristiche vegetazionali, di corridoi faunistici o di strutture agricole consolidate.

b4) Paesaggio e Patrimonio Culturale: Le trasformazioni non avranno conseguenze su flora, fauna e sistemi naturali in quanto aree già parzialmente antropizzate.

Verifica del Livello di Impatto Urbanistico e Territoriale:

Idrogeologia: Impatto BASSO Suolo e Sottosuolo : Impatto MEDIO-BASSO Rete Ecologica ed Aree Protette: Impatto BASSO Paesaggio e Patrimonio Culturale: Impatto BASSO

C) CARATTERISTICHE INFRASTRUTTURALI

c1) Infrastrutture a Rete: Nelle aree contigue all’intervento sono presenti le reti infrastrutturali quali l’acquedotto, la fogna, la rete elettrica e il gas metano che favoriscono l’accessibilità e la predisposizione alla trasformazione dal punto di vista infrastrutturale.

c2) Mobilità: Le aree contigue all’intervento sono interessate dalla presenza di viabilità a carattere comunale.

Screening di VAS – Lottizzazione Comparto D12/5 Pag. 47 Verifica del Livello di Impatto Urbanistico e Territoriale:

Infrastrutture a Rete: Impatto BASSO Mobilità: Impatto BASSO

Dalla fase di screening ed a seguito della verifica di assoggettabilità non sono emerse potenziali criticità ambientali. 10 SINTESI DELLE VALUTAZIONI Nella seguente tabella si riporta la verifica condotta sui potenziali impatti stimati. Di seguito si riportano due tabelle di sintesi estrapolate dalla Valutazione di incidenza: Tabella 13 – Valutazione Sintetica degli Impatti dell’Intervento. A) SETTORE URBANISTICO AMBITO DI VALUTAZIONE Verifica dell’Impatto Stimato attraverso lo Screening Il Planovolumetrico D12/5 costituisce strumento di definizione ed attuazione delle previsioni a1) Strumento urbanistico contenute all’interno dello Strumento Urbanistico Generale. Il livello di impatto stimato del Planovolumetrico D12/5 è risultato basso, in quanto gli interventi di tipo edilizio previsti all’interno sono localizzati a2)Localizzazione prevalente in un’area distante dalla zona costiera del Mar delle trasformazioni Jonio; Inoltre la porzione di territorio interessata dall’intervento risulta essere già abbastanza antropizzata. Gli interventi di trasformazione edilizia riguardano la realizzazione di uffici, abitazioni e di superfici commerciali. L’ intervento avrà un a3) Previsioni insediative consumo energetico basso per la presenza di pannelli fotovoltaici, una produzione di rifiuti media ed una richiesta di acqua potabile medio- alta. Le trasformazioni edilizie apportate dal Planovolumetrico D12/5 incideranno considerevolmente dal punto di vista socio- a4) Impatto delle trasformazioni economico sul sistema locale. L’impatto sulla componente ambientale verrà mitigato attraverso la creazione di aree adibite a verde pubblico attrezzato.

Screening di VAS – Lottizzazione Comparto D12/5 Pag. 48 Tabella 14 – Potenziali Impatti sulle Componenti Ambientali delle attività previste dal

progetto.

vità

mezzi

atti

Impatti

cantiere

Cantiere

Esercizio

abiotiche

materiali e materiali

Movimento

Dismissione

Componenti

OpereScavo Posa Posa opera in Emissione gas di ARIA X X X X X scarico ARIA Emissione polveri X X X X X Emissione rumore ARIA X X X X X X e vibrazioni Immissione acque ACQUA reflue nelle acque marine SUOLO Consumo suolo X X Produzione rifiuti SUOLO X X X X X inerti Consumo acqua SOTTOSUOLO di falda (pozzi) PAESAGGIO Impatto visivo X X X X X X

Screening di VAS – Lottizzazione Comparto D12/5 Pag. 49 Tabella 15 – Matrice di correlazione tra impatti definiti del Progetto, Entità dell’Impatto, reversibilità delle modificazioni indotte, tempi di recupero ambientale e possibili Mitigazioni dei disturbi. Tempi di Impatti Entità Reversibilità Mitigazioni recupero Ripristino superfici; Consumo suolo B P M piantumazione vegetazione autoctona Asportazione veloce, Produzione rifiuti M P B riciclo materiali Alterazione dei Realizzazione recinzione B M B corpi idrici per impedire l’accesso Emissione in Applicazione normativa B P B atmosfera vigente Limitazione dei lavori di Rumore e M P M cantiere nel periodo vibrazioni primaverile Ripristino superfici; Alterazione agli M P NV piantumazione ecosistemi vegetazione autoctona Limitare ai periodi di Illuminazione effettiva necessità M P M notturna utilizzando fari appropriati Limitazioni di volumetria Impatto visivo E NP NV ed altezza costruzioni Legenda: Entità: B = bassa; M = media; E = elevata; ME = molto elevata Reversibilità: P = possibile; NP = Non possibile Tempi di Recupero: B = brevi; M = medi; NV = non valutabili.

11 CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE La superficie interessata dal Planovolumetrico D12/5 ha un'estensione territoriale pari a circa 46.978,00 mq ed è sita sul lato Sud dell’abitato di Policoro. Le azioni prioritarie da attuarsi nel territorio in esame fanno riferimento alle Norme Tecniche previste dal P.R.G. Comunale che individuano i possibili interventi, le prescrizioni, i regolamenti edilizi e gli obblighi da rispettare. In considerazione di quanto precedentemente espresso si ritiene che con l'attuazione delle misure di mitigazione e compensazione non si prevedono incidenze significative sull’area destinata all’intervento. Le opere e le strutture in progetto non arrecheranno disturbi all'assetto generale del sito. Screening di VAS – Lottizzazione Comparto D12/5 Pag. 50 Quindi le misure di mitigazione previste consentono di salvaguardare l'area da azioni indotte di nocumento al sito. In conclusione, sulla base di quanto fin qui esplicitato, nel rispetto di quanto espresso riguardo alle azioni di mitigazione proposte e in considerazione delle superfici interessate dal progetto, si ritiene che l'area in oggetto contrassegnata con il nome "LOTTIZZAZIONE - D12/5” resterà salvaguardata, sarà rispettata l’integrità del sito stesso. Inoltre l'attuazione del Planovolumetrico D12/5 comporta: -Il potenziamento del sistema terziario-residenziale-commerciale di Policoro; -Lo sviluppo socio economico dell'area a livello locale; Le aree di intervento del Planovolumetrico D12/5 non risultano interessate direttamente da vincoli particolari. Il Piano prevede inoltre di limitare il “disturbo antropico”, attraverso la realizzazione di aree destinate a verde pubblico attrezzato e considerevole aumento degli standard quali le aree a parcheggio pubblico. Dal punto di vista normativo e alla luce dei vigenti strumenti urbanistici non si ravvisano elementi di contrasto all'attuazione del Planovolumetrico D12/5. Dalle verifiche condotte il Planovolumetrico D12/5 non presenta impatti o interazioni con componenti ambientali sensibili. Non vi sono interazioni significative con le componenti suolo e sottosuolo. Il Planovolumetrico D12/5 rientra in un territorio che non risulta essere interessato direttamente da rischi dal un punto di vista idrogeologico. L'insediamento residenziale, ha convenzionalmente un consumo energetico medio, una produzione di rifiuti media ed una richiesta di acqua potabile medio-alta. Tali impatti potranno essere contenuti con interventi di mitigazione nell'uso delle risorse ambientali, il contenimento dei consumi e la produzione di energia da fonti rinnovabili. Alla luce della verifica di screening il Planovolumetrico D12/5 si prefigura come un intervento tale da non prevedere un aggravio significativo di impatti. La valutazione di incidenza ha messo inoltre in evidenza che le opere e le strutture in progetto non arrecheranno disturbi all'assetto generale del sito e, si ritiene, che l'area resterà salvaguardata.

Policoro, li 10/05/2014

Firma e Timbro del Progettista

Screening di VAS – Lottizzazione Comparto D12/5 Pag. 51