IL MESSAGGERO VENETO 16 LUGLIO

Si interviene su immobili sempre più vecchi e inadeguati, sono comprese anche le case di riposo L'esito del monitoraggio sugli edifici è pronto per essere inviato al ministero per ulteriori finanziamenti Lavori antisismici nelle scuole scatta il piano da 40 milioni

Maura Delle Case . Scuole sempre più vecchie e meno adeguate sotto il profilo delle norme antisismiche. È l'istantanea restituita dal monitoraggio realizzato sul patrimonio scolastico regionale che oggi richiede interventi più o meno urgenti di riqualificazione. La situazione degli immobili è costantemente monitorata e le posizioni più serie - quelle che alla luce delle verifiche di tenuta statica degli edifici hanno dimostrato la necessità di un intervento immediato, pena il rischio di crolli in occasione di futuri eventi sismici - hanno già trovato copertura finanziaria.i finanziamentiSul piatto il ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca ha messo quasi 40 milioni di euro a finanziare la riqualificazione antisismica di 28 scuole ubicate su tutto il territorio regionale. Fondi ai quali si sono aggiunti diversi milioni della Regione che si prepara a intervenire ancora una volta in Assestamento di bilancio stanziando un ulteriore milione e mezzo, «a dimostrazione - dichiara l'assessore alle Infrastrutture e territorio, Graziano Pizzimenti - dell'attenzione per il tema dell'adeguamento antisismico degli edifici pubblici».Scolastici ma non soloSotto la lente d'ingrandimento della giunta ci sono infatti anche le case di riposo, parimenti protagoniste di una stagione d'interventi di riqualificazione antisismica alimentata da 20 milioni di euro. Il punto della situazione è stato fatto ieri mattina da Pizzimenti insieme al vicepresidente con delega alla Salute e alla Protezione civile Riccardo Riccardi, non ultimo per mettere a punto uno stratagemma giuridico necessario ai Comuni che, per dar corpo agli interventi, dovranno sfollare le strutture e trovare soluzioni di accoglienza alternative coprendone i costi.gli InterventiIl piano relativo all'edilizia scolastica approvato nel 2018 dal Miur prevede 28 interventi per un totale di 38 milioni di euro. Si va da a Mossa, da Pordenone a Martignacco, da Gorizia a San Dorligo della Valle. Per lo più si tratta di opere di adeguamento antisismico delle strutture, fatta eccezione per Pordenone, Zoppola, Brugnera e d'Isonzo, dove l'adeguamento antisismico passerà dalla costruzione di edifici ex novo. Non è il primo piano ad essere varato dal Ministero e partecipato finanziariamente (per diversi milioni) dalla Regione. Nel 2017 erano infatti già stati finanziati 50 interventi per un importo complessivo di 60 milioni di euro che lo scorso mese di marzo sono stati prorogati per consentire la progettazione delle opere che in generale procede a rilento.l'AssestamentoLa norma finanziaria di mezza estate porterà con sè due novità. Una finanziaria, l'altra giuridica. Da un lato il capitolo dedicato agli interventi di adeguamento antisismico sarà come detto rimpolpato con un nuovo milione e mezzo di euro, dall'altro una norma interpretativa consentirà di gestire casi come quello di dove il Comune sarà costretto a spostare alunni di medie ed elementari in un sito alternativo per consentire la demolizione e la ricostruzione della scuola (chiusa a giugno con ordinanza del sindaco). «Insieme a Pizzimenti - ha fatto sapere Riccardi - faremo una norma che consentirà di spesare all'interno del quadro economico dell'opera anche gli oneri relativi allo spostamento delle persone». Vale per le scuole e come detto per le case di riposo. Per Villa Santina come per la casa di risposo di .Il MonitoraggioL'esito delle ultime verifiche sugli edifici è ormai pronto a essere inviato al ministero così che possa scorrere la graduatoria e finanziare nel 2019 ulteriori interventi sugli edifici scolastici. «Negli anni scorsi - ricorda Pizzimenti - sono stati dati contributi ai Comuni per la verifica sismica degli edifici e via via stiamo ricevendo i risultati di quel lavoro che ci restituiscono un panorama di immobili spesso non a norma. Ma attenzione: dire che un edificio non è a norma e dire che non è antisismico sono due cose diverse. Negli ultimi anni l'asticella della normativa si è alzata sempre più e ci troviamo con molti edifici di poco sotto l'indice e per i quali bastano interventi di adeguamento».

primo lotto al via

L'esultanza di Villa Santina che riavrà un edificio nuovo udine. L'esito dell'incontro di ieri mattina in Regione è rimbalzato in tempo reale a Villa Santina dove il sindaco Domenico Giatti l'ha accolto esultante: «Ringrazio tutta l'amministrazione regionale, dal presidente Massimiliano Fedriga agli assessori Riccardi e Pizzimenti che ora ci consegnano la soluzione ai nostri problemi».Con la norma che sarà inserita in Assestamento, il Comune potrà infatti utilizzare parte dei contributi destinati alla costruzione della nuova scuola a copertura delle spese d'affitto dei moduli abitativi che da settembre ospiteranno i 190 alunni di scuola primaria e secondaria di primo grado. «Sono stati i nostri tecnici - fa sapere il sindaco - a proporre la soluzione alternativa non avendo sul territorio alcun immobile a norma da poter utilizzare in alternativa alla scuola che è chiusa da metà giugno».Alla luce delle verifiche antisismiche condotte sull'immobile, Giatti si è trovato a dover prendere una decisione dirompente. «Mi ero insediato da appena 15 giorni quando mi è stato presentato l'esito della verifica statica sull'edificio alla luce del quale i tecnici mi hanno consigliato di chiudere: alle 12.30 del 14 giugno ho firmato l'ordinanza, alle 16 la terra in Carnia è tornata a tremare».L'indice di sicurezza sismica che dovrebbe oscillare entro una forchetta di 0,6-1 è sceso per la scuola di Villa Santina fino a 0,2, ciò nonostante l'immobile sia stato ricostruito, prefabbricato, nel 1978, due anni dopo il terremoto del Friuli. «Sono stato uno degli alunni che l'ha inaugurato - ricorda oggi l'amministratore locale -, ma parliamo di oltre 40 anni fa. Se facessimo com'è d'uso in California, zona ad altissima sismicità, quell'immobile sarebbe stato abbattuto e ricostruito da tempo. Là infatti demoliscono gli edifici pubblici ogni 30 anni, noi dovremmo fare lo stesso».A Villa Santina sono pronti. La progettazione esecutiva del primo lotto di lavori è conclusa e porterà in breve all'abbattimento della vecchia scuola, a ruota inizierà la progettazione dei lotti successivi, per i quali il sindaco intende coinvolgere il corpo docente e una rappresentanza dei genitori. Il costo complessivo dell'opera è di 6 milioni di euro (più 1,8 milioni opzionali per la realizzazione di un asilo 0-6 anni) e l'obiettivo è concludere le prime 12 aule per dicembre 2020. «Se tutto va liscio», dice scaramantico Giatti, che nel frattempo si prepara a gestire il ritorno sui banchi di scuola dei ragazzi a settembre. Il Comune ha già appaltato l'affitto dei moduli abitativi che verranno allestiti in un'ex area prefabbricata del paese ed ha impiegato fondi propri in un bilancio già ridotto all'osso per fare il sedime sul quale posare le strutture e realizzare gli allacciamenti alle utenze.«Abbiamo usato tutto quel che di nostro potevamo usare - conclude il primo cittadino di Villa Santina - per il resto attendiamo fiduciosi la norma regionale».

Il presidente dei costruttori sollecita Regione e Comuni ad agire «Mancano progetti per gli edifici non a norma, marzo è dietro l'angolo»

Contessi (Ance): bene la proroga del governo ma bisogna comunque accelerare i tempi gli scenari«Va bene la proroga del Ministero per la presentazione dei progetti e l'avvio dei lavori al marzo 2020, ma bisogna comunque accelerare. Se fosse rimasto il vecchio termine di agosto, molti Comuni avrebbero perso i soldi e tante ditte avrebbero perso lavori che danno ossigeno all'occupazione del settore». Il presidente regionale dell'Ance (Associazione nazionale costruttori edili) Roberto Contessi tira un sospiro di sollievo. Ci sarà ancora un po' di tempo per presentare i progetti e far partire gli interventi, soprattutto quelli riguardanti gli adeguamenti anti sismici nelle scuole del . «Marzo comunque per noi è domani - avverte ancora Contessi - e quindi dobbiamo muoverci, non c'è tempo da perdere. Sono in ballo lavori per milioni e milioni di euro, non possiamo farceli sfuggire. Oltre che a vantaggio delle comunità questi cantieri sono vitali per il comparto delle costruzioni, che ne ha bisogno, soprattutto per l'occupazione. Le progettazioni, in moltissimi casi, mancano ma queste sono a carico dei Comuni che hanno gli edifici scolastici non a norma. Adesso però è operativa la task force regionale per progettazione e appalti, con la possibilità di indicare anche il Rup (Responsabile unico procedimento) e quindi tutta la procedura dovrebbe essere più semplice e veloce. Ma ripeto, dovremmo accelerare i tempi per non farci sfuggire le somme già stanziate, sarebbe davvero un errore».Dunque i costruttori sollecitano chi di dovere a darsi da fare. Proprio per snellire le pratiche e dare una mano ai Comuni che non sono in grado di farlo autonomamente, è stata appena creata la task force di professionisti voluta dalla giunta regionale per assistere i Comuni in deficit di personale. Architetti, ingegneri, geometri e periti industriali hanno avanzato nelle scorse settimane le proprie candidature all'elenco regionale dal quale poi gli enti locali potranno pescare i nominativi ai quali affidare l'incarico di Responsabile unico del procedimento (Rup). Sono, ora, 118 le richieste di iscrizione. «Un numero importante che dimostra tutto l'interesse dei professionisti a quest'occasione» commenta Lucio Barbiero, presidente del collegio dei geometri di Udine, che giorni fa aveva inviato una missiva ai colleghi invitandoli a cogliere l'opportunità: «È un'occasione importante per la categoria e soprattutto per i giovani, che potranno inserirsi in un settore strategico del sistema economico occupando ruoli che contribuiranno a farli conoscere, a qualificare la loro figura professionale e a dar lustro alla categoria». I requisiti per l'iscrizione all'elenco sono due: «Aver svolto negli ultimi 10 anni almeno un servizio di progettazione, direzione lavori, sicurezza cantieri o ancora da Rup - spiega Barbiero - ed essere iscritti all'albo professionale da almeno 5 anni. Chi maturerà i requisiti nel prossimo futuro potrà far richiesta di iscrizione in un secondo momento, l'elenco verrà aggiornato a cadenza semestrale». Una volta in elenco i professionisti partecipano a 20 ore di formazione.Intanto oggi, a partire dalle 9.30, a palazzo Torriani a Udine, seconda tappa del roadshow organizzato da Esna Soa, in collaborazione con Ance Udine e Confindustria, sul decreto legge "Sblocca cantieri", che ha apportato significative modifiche al codice dei contratti pubblici. L'appuntamento è rivolto a clienti, stazioni appaltanti e professionisti del settore.

Il professore interviene nel dibattito sul Mittelfest dopo le parole del governatore Fedriga «Il direttore del festival non ha mai smesso di fondare pilastri, è la sua missione»

Pasovic costruisce ponti a difesa del libero pensiero l'opinione ANGELO FLORAMO Ma cosa avrà mai detto Haris Pasovic di così tanto sconvolgente? Che i ponti sono meglio dei muri? E che cosa ci si poteva aspettare da uno come lui? La Sarajevo in cui è cresciuto è sempre stata un ponte. Una città ponte, le cui campate si protendevano sul bordo delle lingue, delle religioni, degli accenti, e li mescolavano insieme in meravigliose cromie. Beh, nell'ultima guerra dei Balkani gli uomini dei muri hanno deciso che quel ponte doveva finalmente cadere, perché la diceva lunga su come gli esseri umani possono anche incontrarsi, a prescindere dalla loro fede, dalla lingua che parlano, dal colore delle loro iridi, o dalle idee che nutrono sotto i loro cappelli.Pericolosa, la metafora del ponte, per chi crede invece che il mondo debba essere un sistema ordinato, un di qua e un di là dal fiume, su sponde che proprio in quanto tali si dicono rivali. E allora "bum". Proprio come quell'altro ponte, a Mostar, che gli abitanti chiamavano famigliarmente lo "Stari", il vecchio. E ancor prima, decenni prima, durante la guerra scoppiata proprio a Sarajevo nel 1914 ne era venuto giù un altro ancora, quello lunghissimo sulla Drina, cantato da Ivo Andric in un indimenticabile romanzo. Così la città di Haris venne assediata: dal 5 aprile del 1992 al 29 febbraio del 1996 gli uomini dei muri, dall'alto delle loro postazioni, spararono sulle donne, sui vecchi, sui bambini e su tutti quegli altri uomini che per destino o per amore avevano intrecciato le loro vite tra le strade di quel ponte. Si sa, gli uomini dei muri odiano anche i libri. Forse perché ne leggono pochi o leggendoli non li comprendono bene. Per questo bruciano le biblioteche, che a modo loro sono intimamente, squisitamente ponti, dal momento che sui loro scaffali respirano insieme tutti gli autori del mondo. E anche per questo gli uomini dei muri hanno voluto che la Vijecnica, la ricchissima biblioteca di Sarajevo, bruciasse durante l'assedio. Proprio come nel 1938, nella Germania di Hitler, andarono in fiamme biblioteche a centinaia: roghi di libri che si accesero ad illuminare la notte della Storia. Accade da Alessandria d'Egitto in poi.Pasovic durante l'assedio della sua città non ha mai smesso di fondare pilastri perché il suo ponte non crollasse del tutto: organizzava letture, concerti, incontri, spettacoli teatrali. Temendo la morte del libero pensiero molto di più delle pallottole dei cecchini. Così contribuì assieme a tanti altri a salvare l'umano nella disumanità della guerra. E ora, da direttore del Mittelfest, dovrebbe parlar male proprio dei ponti? O tacere sul fatto che li preferisca decisamente ai muri? Perché mai? È questa la sua missione, per la quale viene anche profumatamente pagato, come è stato sottolineato. È lì per infrangere barriere, per aprire varchi, per tendere fili che si intreccino ad altri fili. Lo ha detto a Cividale, che poi è anche Cividât per i friulani e Cedad per gli sloveni: tanti nomi, tante lingue, strati millenari di culture diverse sedimentatesi nei secoli. Già, Cividale: la Civitas per eccellenza, perfino nella sua origine toponomastica. E la città del Ponte, per di più, cuore di quel Forum Iulii che diede il nome alla nostra Regione. Bisognerebbe ricordare agli uomini dei muri, che oggi la guidano, questa nostra terra da sempre ponte tra il Nord e il Sud, l'Europa e il Mediterraneo, intersezione tra Baltico, Adriatico e Mar Nero, bisognerebbe ricordare dicevo che un Forum non è altro che una piazza. E una piazza è il centro della Polis, quello spazio plurale, meticcio, intersecato, in cui è nata la Democrazia come oggi noi la concepiamo.

IL PICCOLO 16 LUGLIO

Presentata l'idea di un forum entro il 2020 che raggruppi tutte le minoranze transfrontaliere. Radin: sanità più unita Zanin in visita a Pisino: «Un'Europa dei popoli non più delle nazioni»

PISINO. «Un'Europa non più delle nazioni, ma un Europa delle comunità e dei popoli e anche noi dobbiamo muoverci verso tale direzione», questo il concetto che è stato espresso ieri nel capoluogo istriano di Pisino dal presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia Piero Mauro Zanin, nell'incontro stampa che ha preceduto la riunione a porte chiuse con l'omologo istriano Valter Drandic.«In questa prospettiva - ha spiegato - c'è l'idea di creare un forum entro il 2020 tra le componenti italiane, slovene e croate che si trovano al di qua e al di là dei confini per poter ragionare su progettualità concrete che possono conferire una prospettiva e una missione a quella che è la politica comunitaria, appunto l'Europa dei popoli e delle comunità o componenti nazionali». «E in tale disegno - ha proseguito - la comunità italiana dell'Istria potrebbe giocare un ruolo di grande importanza in quanto essa riesce a raggruppare al suo interno sia componenti della repubblica slovena che di quella croata per cui potrebbe essere l'anello di congiunzione tra gli Stati».All'incontro ha preso parte pure il vicepresidente del Parlamento croato Furio Radin. «Però sono qui - ha voluto precisare Radin - come rappresentante degli Italiani al Sabor». Nel suo breve discorso alla stampa si è soffermato sulla possibilita di istituzionalizzare una forma di collaborazione tra il nuovo ospedale istriano che verrà aperto entro l'anno e gli ospedali come quelli di Cattinara e di Aviano che ha definito eccellenti. «Avremo l'eccellenza anche a Pola - ha spiegato - per cui ci sono i presupposti per creare un sistema di tutela sanitaria a beneficio della salute e del benessere della popolazione che vive sul territorio del Fvg, Istria e regione Litoraneo montana». Come spiegato da Radin, l'idea della collaborazione in campo sanitario è ormai di lunga data e ora ci sarebbero i presupposti per passare alla sua concretizzazione. Dal canto suo Valter Drandic ha sottolineato il carattere conoscitivo della visita.

Il social-contest mette in palio due soggiorni. L'obiettivo è trasformare in influencer gli ospiti delle località balneari

A Grado e Lignano l'Instagram Challenge E il turista diventa testimonial a costo zero il progetto Luigi Putignano Via ufficiale ieri all'Instagram Challenge, una sfida che, fino al primo settembre, porterà gli autori dei 10 scatti più popolari - pubblicati usando gli hashtag #gradochallenge o #lignanochallenge e inserendo il tag @FVGlive - a competere per l'assegnazione di due esperienze settimanali (una per località) "Live like a Local". Come si evince dagli hastag saranno due le location oggetto della sfida, cioè e Grado, le località balneari di punta del Fvg. L'obiettivo è quello di coinvolgere attivamente i turisti che, da semplici fruitori di servizi, armati di smartphone, diventeranno così ambasciatori di Grado e Lignano nel mondo, senza la necessità di ricorrere a costosi influencer. A comunicare il brand sarà proprio il "turista della porta accanto". Di questo hanno parlato ieri a il governatore Massimiliano Fedriga, l'assessore al Turismo Sergio Emidio Bini e il direttore generale di PromoTurismoFvg Lucio Gomiero. Proprio quest'ultimo ha illustrato le modalità di promozione dell'Instagram Challenge, che «potrà contare su una campagna offline che coinvolgerà, tra gli altri, i due principali quotidiani nazionali e che prevede inoltre la stampa di 58 mila cartoline in distribuzione presso gli uffici turistici, i locali e le strutture ricettive di Grado e Lignano, la stampa di magliette personalizzate, l'impiego di una cargo bike (due per ogni località, ndr). Una strategia più al passo con i tempi rispetto ai tanti, forse troppi, infopoint». Il costo stimato per questa iniziativa è di 10 mila euro. «L'idea di chiamare i turisti all'azione trasformandoli in veri e propri influencer - ha sottolineato Fedriga - nasce dalla volontà di veicolare messaggi concreti e penetranti lavorando sulla fiducia e sull'identificazione tra l'emittente e il ricevente. Mi chiedo: quanto viene pagato oggi un influencer? Questa invece è un'operazione praticamente a costo zero, che fa leva sulla partecipazione e sull'entusiasmo dei "cittadini temporanei" del Friuli Venezia Giulia, quindi non il "personaggio" del social ma il "vicino di casa", che è credibile ai nostri occhi». E sì, perché nell'ottica della nuova idea di turismo da perseguire, il turista deve essere identificato come un "residente a tempo". In un Fvg che, per Bini, «ha cambiato decisamente passo per quel che concerne la promozione del suo brand, anche grazie alla bontà dell'operato di PromoTurismoFvg, che ha risposto al non facile compito di garantire visibilità a una regione come la nostra, ricca di eccellenze ma anche di potenzialità da sviluppare. Abbiamo riportato la comunicazione all'interno perché PromoTurismo ha tali professionalità che non occorrono esternalizzazioni». L'assessore non ha snocciolato dati ma ha affermato che «negli ultimi dodici mesi tutte le principali località turistiche in Fvg hanno registrato un incremento di presenze. Una testimonianza chiara della credibilità del percorso intrapreso».

IL GAZZETTINO IN ALLEGATO