La biodiversità nei vigneti e nei meleti in Valle d’ La biodiversità nei vigneti e nei meleti in Valle d’Aosta Valle La biodiversità nei vigneti e meleti in

ISBN 978-88-99349-02-8 a cura di Mauro Bassignana e Francesca Madormo La biodiversità nei vigneti e nei meleti in Valle d’Aosta

a cura di Mauro Bassignana e Francesca Madormo Indice

1 I siti di studio (F. Madormo, M. Bassignana) 1.1. Aree a vigneto 9 1.1.1. Sito V1 – 10 1.1.2. Sito V2 – 12 1.1.3. Sito V3 – 14 1.1.4. Sito V4 – Saint-Denis 16 1.1.5. Sito V5 – Quart 18 1.1.6. Sito V6 – 20 1.1.7. Sito V7 – Saint-Pierre 22 1.1.8. Sito V8 – 24 1.2. Aree a meleto 27 1.2.1. Sito M1 – Villeneuve 28 1.2.2. Sito M2 – , Tour de Villa 30 1.2.3. Sito M3 – Gressan, Champlan 32

2 Uso suolo e pratiche agronomiche nei siti di studio (F. Madormo, M. Bassignana) 2.1. Materiali e metodi 37 2.1.1. Uso del suolo 37 2.1.2. Indici per l’analisi del paesaggio 37 2.1.3. Rilievi agronomici 38 2.2. Uso del suolo 38 2.2.1. Vigneti 38 2.2.2. Meleti 40 2.3. Analisi del paesaggio agricolo 41 2.3.1. Sistemazioni del terreno 42 La biodiversità nei vigneti 2.3.2. Forma di allevamento 43 e nei meleti in Valle d’Aosta 2.3.3. Orientamento dei filari 44 2.3.4. Gestione delle infestanti 45 2.4. Bibliografia 47

3 Studio floristico-vegetazionale (M. Bovio, L. Poggio) 3.1 Obiettivi 51 A cura di 3.2 Metodologia 51 Mauro Bassignana e Francesca Madormo 3.3 Risultati 53 3.3.1 Ambienti 53 Editore: Institut Agricole Régional, Rég. La Rochère 1/A, I-11100 Aosta. 3.3.2 Censimento floristico 55 Anno: 2015 3.3.3 Specie di particolare interesse 58 Stampa: Tipografia Testolin Bruno, Sarre (AO) 3.3.4 Specie esotiche 60 ISBN: 978-88-99349-02-8 3.4. Alcuni dati sulle caratteristiche ecologiche dei siti sulla base dell’analisi degli Indici di Landolt 64 3.5 Bibliografia 70 Ringraziamenti Allegato 3.1. Lista completa delle entità floristiche rilevate in ciascuno dei siti di studio 71 Gli autori ringraziano Cristina Tarello, Provino Lale Démoz, Samy Seinera, Federico Lessio e Claude Chatrian per il loro contributo allo svolgimento della 4. Monitoraggio di cinque specie di cicaline nei vigneti valdostani ricerca. (L. Bertignono, F. Madormo, I. Brunet, E. Busato, A. Alma) 4.1. Introduzione 87 Crediti fotografici 4.2. Cicaline presenti nell’agroecosistema vigneto 87 Le foto incluse nella presente pubblicazione, se non diversamente indicato, 4.3. Materiali e metodi 88 sono degli autori. 4.4. Risultati dei campionamenti 89 4.5. Specie agenti di danno diretto alla coltura 89 4.5.1. Empoasca vitis 89 Prefazione 4.5.2. Zygina rhamni 94 4.6. Specie vettrici accertate o potenziali di fitoplasmosi della vite 98 4.6.1. Scaphoideus titanus 98 4.6.2. Anoplotettix fuscovenosus 101 4.6.3. Neoaliturus fenestratus 105 A partire dalla conferenza di Rio (1992), è via li, condotta in 11 aree campione (8 aree coltivate 4.7. Conclusioni 108 via cresciuta la consapevolezza dell’importanza prevalentemente a vigneto e 3 a meleto) rappre- 4.8. Bibliografia 109 di salvaguardare la biodiversità, ossia la varietà sentative delle diverse situazioni geografiche, cli- Allegato 4.1. Descrizione e principali informazioni sulla gestione agronomica 110 di forme di vita, animali e vegetali, presenti in un matiche ed ecologiche della regione. degli appezzamenti in cui sono state collocate le trappole entomologiche determinato ecosistema, e di tutelare il patrimonio Gli approfondimenti tematici, presentati nei suc- Allegato 4.2. Andamento stagionale di Empoasca vitis nei diversi siti di indagine 114 genetico degli organismi facenti parte della biosfe- cessivi capitoli, hanno incluso: Allegato 4.3. Andamento stagionale di Zygina rhamni nei diversi siti di indagine 115 Allegato 4.4. Andamento stagionale di Scaphoideus titanus nei diversi siti di indagine 115 ra. La biodiversità ha un ruolo fondamentale nel • l’analisi dell’uso del suolo e delle pratiche Allegato 4.5. Andamento stagionale di Anoplotettix fuscovenosus nei diversi siti di indagine 116 mantenimento degli ecosistemi, poiché general- agronomiche adottate; Allegato 4.6. Andamento stagionale di Neoaliturus fenestratus nei diversi siti di indagine 117 mente un’elevata diversità permette una maggiore • le indagini sulla flora e sulla distribuzione delle resistenza alle perturbazioni e ai disturbi esterni. specie vegetali; 5. Insetti entomofagi nei vigneti e nei meleti della Valle d’Aosta Questa conseguenza è molto importante e interes- • il censimento di alcuni insetti dannosi e dei loro (L. Bertignono, F. Madormo, I. Brunet, E. Busato, A. Alma) sante se noi la colleghiamo al concetto di sosteni- limitatori naturali; 5.1. Introduzione 121 bilità, che rappresenta la condizione di fornire un • lo studio degli uccelli nidificanti nelle aree col- 5.2. I taxa indagati 121 raccolto senza compromettere la produttività futu- tivate e negli ambienti circostanti. 5.2.1. Hemiptera Heteroptera 121 ra dell’area coltivata. Un’agricoltura sostenibile, 5.2.2. Neuroptera 122 pertanto, valorizza e preserva la diversità biologi- Gli scopi del progetto sono stati: 5.2.3. Rhaphidioptera Inocellidae 123 ca, minimizza gli impatti sull’ambiente e conserva • la valutazione della biodiversità, animale e ve- 5.2.4. Diptera Syrphidae 124 la fertilità del suolo. Per raggiungere questo scopo, getale, negli agroecosistemi e negli areali natu- 5.2.5. Coleoptera Coccinellidae 124 occorre applicare i principi dell’ecologia e sfrut- rali o semi-naturali adiacenti alle zone coltivate 5.3. Materiali e metodi 125 5.4. Risultati dei campionamenti 125 tare al massimo le interazioni positive che si pos- a vigneto e a frutteto. 5.4.1. Vigneti 127 sono instaurare tra i vari elementi della biocenosi • la catalogazione delle specie presenti nella val- 5.4.2. Meleti 130 (sinergie tra organismi viventi). Mantenere e ge- lata centrale (dal fondovalle fino a circa 1000 m 5.5. Conclusioni 132 stire un alto grado di biodiversità all’interno di un s.l.m.). 5.6. Bibliografia 133 sistema agricolo permette di preservare la qualità • l’analisi del valore agro-ambientale delle prati- ambientale, di ottenere un prodotto strettamente che colturali. 6 Studio della comunità ornitica nidificante (S.G. Fasano, G. Gertosio, M. Pavia) legato al territorio che manifesta un’elevata salu- Le attività di rilievo in campo sono state avviate 6.1. Introduzione 137 brità e di garantire la sostenibilità e il mantenimen- nel 2005 e si sono concluse nel 2009; le elabora- 6.2. Metodi 137 to dell’agricoltura nella regione. zioni dei dati e la redazione dei testi si sono con- 6.2.1. Area di studio 137 cluse nel 2015. 6.2.2. Tecnica di rilevamento 139 La Valle d’Aosta è una piccola regione con caratte- Come sarà illustrato nelle pagine che seguono, i 6.2.3. Raccolta dei dati durante le attività di campo 140 ristiche climatiche e ambientali peculiari. Nel cor- frutteti e i vigneti valdostani sono risultati parti- 6.2.4. Distribuzione dei punti d’ascolto 141 so del tempo, l’uomo è riuscito a utilizzare questo colarmente interessanti anche sotto l’aspetto na- 6.2.5. Archiviazione ed elaborazione dati 141 territorio grazie all’adozione di pratiche agricole turalistico, per la ricchezza degli ambienti e delle 6.3. Materiali 143 6.4. Analisi dell’Ornitocenosi 166 in equilibrio con l’ambiente, allevando razze ru- specie censite tanto in campo botanico, quanto in 6.4.1. La comunità ornitica nel suo complesso 166 stiche, coltivando specie e varietà vegetali adatte quello entomologico e ornitologico. Questo risul- 6.4.2. La comunità ornitica valutata per area ornitologica 175 all’ambiente (prati, cereali, meli, viti, patate…) e tato è ancora più interessante se si considera che, 6.4.3. La comunità ornitica dei vigneti 179 ottenendo dal territorio prodotti unici. seppur nel contesto di superfici agricole sottoposte 6.4.4. La comunità ornitica dei meleti 187 L’intervento umano ha aumentato la diversità sul a pratiche colturali specializzate, spesso le zone 6.4.5. Le specie dominanti 191 territorio, grazie alla messa in coltura di superfici coltivate hanno mostrato una diversità biologica 6.5. Conclusioni 197 boscate, al modellamento dei versanti o all’appli- comparabile a quella degli ambienti naturali e se- 6.6. Bibliografia 210 cazione di tecniche colturali diversificate. Si può mi-naturali circostanti. affermare, dunque, che l’attività agricola sul ter- ritorio valdostano è stato un elemento importante I risultati delle ricerche condotte sono già stati pre- per l’incremento della biodiversità regionale. sentati, in parte, in diverse pubblicazioni, tanto di Da questo presupposto è nata la ricerca, di cui carattere scientifico quanto di carattere divulgati- questa pubblicazione presenta i risultati principa- vo, elencate di seguito. Bassignana M., Madormo F., Bertignono L., Bru- valdostane. Poster presentato al workshop “Il va- net I., Poggio L., Bovio M., Alma A., Busato E., lore della biodiversità”, Aosta, 22 maggio 2012. Fasano S.G., Gertosio G., Pavia M., 2010. La bio- Busato E., Bertignono L., Brunet I., Madormo F., diversità nei vigneti e nei frutteti valdostani. Infor- Alma A., 2011. La biodiversità nei sistemi agricoli matore Agricolo, (4), 2-7. valdostani: i coleotteri carabidi (Coleoptera, Cara- Bassignana M., Madormo F., Bertignono L., Bru- bidae). Atti del XXIII Congresso Nazionale Italia- net I., Poggio L., Bovio M., Alma A., Busato E., no di Entomologia, 56, ISBN 978-88-96493-04-5. Fasano S. G., Gertosio G., Pavia M., 2012. La bio- Busato E., Bertignono L., Brunet I., Madormo F., diversità nei vigneti e nei meleti valdostani. Poster Alma A., 2015. Coleotteri Carabidi in agroecosi- presentato al workshop “Il valore della biodiversi- stemi della Valle d’Aosta. Memorie Soc. Entomol. tà”, Aosta, 22 maggio 2012. Ital., 92 (1): 11-46, ISSN 0037-8747. Bertignono L., Madormo F., Brunet I., Bassignana Seinera S., 2009. La biodiversité végétale des sys- M., Busato E., Alma A., 2012. Influenza del mo- tèmes agricoles valdôtains. Rapport de stage en saico ambientale e delle pratiche colturali sulla entreprise, Université de Savoie, 64 p. presenza di insetti entomofagi nelle aree viticole

Capitolo 1 I siti di studio

Francesca Madormo Mauro Bassignana

Foto: S. Seinera I siti di studio La vite e il melo sono le colture arboree più diffuse in Valle d’Aosta, la prima coltivata su 430 ha di su- perficie, la seconda su 300 ha (Annuario Statistico Regionale, 20151). I vigneti sono presenti lungo tutto il fondovalle della vallata centrale, mentre i meleti si concentrano nelle zone agricole attorno ad Aosta. La delimitazione delle aree oggetto di studio ha tenuto conto della diversa distribuzione delle due colture arboree e ha cercato di rappresentare la varietà delle realtà viticole e frutticole regionali, comprendendo anche, insieme alle aree destinate alle colture specializzate, porzioni del territorio circostante. La superficie totale indagata aveva un’estensione di circa 65 ettari, suddivisa in 8 siti a vigneto e 3 a meleto. La delimitazione cartografica delle 11 aree è stata effettuata tramite sopralluoghi in campo e si è basata sulla Carta Tecnica Regionale (anno 2005, scala 1:10.000) e sui fotogrammi aerei digitali (realizzazione C.G.R. di Parma, anno 2005, scala media fotogrammi 1:13.000). Per quanto riguarda lo studio sull’avifauna, poiché le 11 aree di approfondimento botanico ed entomologico erano di estensione troppo limitata per un esaustivo rilevamento dell’ornitocenosi nidificante, sono state definite 8 aree di rilevamento ornitologico, che le comprendevano al loro interno, per una superficie com- plessiva di oltre 2.600 ettari. Per una presentazione dettagliata, si rimanda al Capitolo 6. 1.1. Aree a vigneto Le 8 aree viticole interessano un totale di 50 ettari di superficie, corrispondenti all’11,7% dell’intera super- ficie regionale coltivata a vigneto (Fig. 1.1 e Tab. 1.1). La bassa Valle è rappresentata dai siti V1, V2 e V3, nelle aree viticole di Donnas, Arnad e Montjovet per un totale di 11,1 ha. Nella media Valle sono stati individuati 4 siti di studio: V4, al confine tra Saint-Denis e Chambave; V5, a cavallo tra Quart e Saint-Christophe; V6, con la collina del Côteau La Tour e le superfici limitrofe, ad Aymavilles, e V7, posto sul Mont Torrette nel comune di Saint-Pierre. La superficie totale è di 33,3 ha. L’alta Valle è rappresentata dal sito V8, a Morgex, che copre una superficie di 5,7 ha a monte della frazione Lavancher. Le aree indagate sono tutte collocate sulla sinistra orografica della , il versante che in patois viene indicato con il termine adret, con l’unica eccezione del sito di Aymavilles, posizionato sulla destra orografica, ma in una posizione tale da ricevere un buon irraggiamento solare. Di conseguenza, l’esposizio- ne prevalente è a sud, ad eccezione del sito di Montjovet, rivolto ad occidente poiché è situato in un tratto in cui l’andamento della vallata centrale subisce un cambio di direzione, e del sito di Aymavilles che, collocato alla sommità di una piccola collina, ha un’esposizione a 360°.

Figura 1.1. Vigneti: localizzazione degli 8 siti di studio.

1 Disponibile su: < http://www.regione.vda.it/statistica/pubblicazioni/annuari/annuario2015/11/INDEX.HTM> (consultato il 13/11/2015)

I siti di studio 9 Per quanto riguarda l’uso del suolo, prevalgono i vigneti (Fig. 1.3), che occupano il 68% dell’area del Tabella 1.1. Vigneti: caratteristiche principali degli 8 siti di studio.

sito. Gli incolti sono una presenza molto importante, in quanto rappresentano il 25% dell’area; la restante Superficie Altitudine (m slm) Esposizione superficie è occupata da strade ed edifici, frutteti e ambienti ruderali. Non sono presenti né prati stabili, (a Codice Sito Località (ha) min max prevalente causa della giacitura del terreno e dei terrazzamenti), né aree a vegetazione naturale, anche se è importante V1 Donnas Ronc Gias 6,47 320 450 S-SW sottolineare che la zona alta del sito confina con il bosco. La vicinanza con l’area boscata e la considerevole V2 Arnad Château Vallaise 2,59 433 505 SW presenza di incolti offrono, dunque, delle aree di vegetazione spontanea in prossimità dei vigneti. V3 Montjovet Balmet 2,02 395 471 W Frutteto V4 Saint-Denis Grossa Golliana 4,65 668 745 S Edifici e viabilità 3,2% Amb. ruderali 1,0% 2,3% V5 Quart Olleyes 7,67 605 679 S V6 Aymavilles Les Crêtes 15,01 645 718 tutte Incolto V7 Saint-Pierre M. Torrette 5,94 800 858 S-SE 25,3% V8 Morgex Lavancher 5,69 963 1.045 S TOTALE 50,05

1.1.1 Sito V1 – DonnasTabella 1.2. Meleti: caratteristiche principali dei 3 siti di studio.

Il sito di Donnas, situato sul confine con il comune Pont-Saint-Martin, è esposto tra sud e sud-ovest ed è Superficie Altitudine (m slm) Esposizione Codice Sito Località Vigneto 68,2% compreso tra 320 m e 450 m di altitudine. A nord l’area(ha) confina conmin il bosco, a maxest con altri prevalentevigneti, a sud con un’area abitata, a ovest con incolti (Fig. 1.2). M1 Villeneuve Châtelet - La Crête 5,22 710 720 S M2 Gressan Tour de Villa 4,42 634 688 N M3 Gressan Champlan 5,12 967 1.031 N-NW Figura 1.3. Sito V1Figura - Donnas: 1.3. Sitoripartizione V1 - Donnas: delle diverse ripartizione tipologie delle di usodiverse del suolo tipologie rilevate. di uso del suolo rilevate. TOTALE 14,76

A livello agronomico Donnas è un sito con caratteristiche molto uniformi: i vigneti sono quasi tutti allevati

a pergola (99% dei casi) e sono tutti terrazzati; spesso la terrazza ospita un’unica fila di pergole. Il controllo della vegetazione spontanea avviene prevalentemente tramite sfalci. Il ricorso all’irrigazione è raro e non sono presenti impianti irrigui fissi. Amb. ruderali 2,4% Edifici e viabilità Altro Prato stabile 2,8% 2,2% 3,1% Incolto 4,1%

Vigneto 85,5%

Figura 1.2. Sito V1 - Donnas: delimitazione dell’area d’indagine. Figura 1.6. Sito V2 - Arnad: ripartizione delle diverse tipologie di uso del suolo rilevate.

L’area campionata è pari a 6,5 ha, di cui 6,2 ha con copertura vegetale, pari al 96% dell’area di saggio e 4,6 ha coltivati (71% dell’area). Il terreno fortemente acclive (è sito con il maggior dislivello), la massiccia presenza di terrazze di sostegno (9 km di lunghezza totale di muretti), un’unica strada di accesso (è il sito con la minor presenza di viabilità interna) comportano la presenza di piccoli appezzamenti, di difficile accesso e meccanizzazione. All’inter- no del sito sono infatti presenti due monorotaie per agevolare il trasporto dell’uva vendemmiata e del mate- riale necessario alla coltivazione. La zona più alta del sito, non raggiunta da monorotaie, è ormai dominata da incolti e vigneti abbandonati; quest’ultimi rappresentano il 10% dell’area campionata. Figura 1.4. Sito V1 - Donnas: panoramica dell’area d’indagine.

10 I siti di studio I siti di studio 11 Frutteto Edifici e viabilità 3,2% Amb. ruderali 1,0% 2,3%

Incolto 25,3%

Vigneto 68,2%

Figura 1.3. Sito V1 - Donnas: ripartizione delle diverse tipologie di uso del suolo rilevate.

1.1.2 Sito V2 – Arnad Amb. ruderali 2,4% Edifici e viabilità Altro Il sito di Arnad, situato a monte di Château Vallaise e all’ingresso del vallone di Machaby, è esposto a Prato stabile 2,8% 2,2% 3,1% sud-ovest ed è compreso tra i 433 e 505 m di altitudine. A nord e a est confina con il bosco, a sud con prati sfalciati e la strada regionale di Arnad, a ovest con la frazione Costa (Fig. 1.5). Incolto 4,1%

Vigneto 85,5%

Figura 1.6. Sito V2Figura - Arnad: 1.6. ripartizione Sito V2 - Arnad: delle diverse ripartizione tipologie delle di uso diverse del suolo tipologie rilevate. di uso del suolo rilevate.

Figura 1.5. Sito V2 - Arnad: delimitazione dell’area d’indagine.

Il sito di Arnad è uno dei più piccoli (2,6 ha), è quello con la maggior superficie coltivata (91%) in pro- porzione all’area campionata e quello in cui il vigneto occupa la porzione più ampia (85%) (Fig. 1.6). Per contro, sia gli incolti sia le altre tipologie di uso del suolo sono scarsamente rappresentate; il bosco non è presente nell’area indagata ma confina con il sito su due lati. La copertura vegetale del sito raggiunge il 95% della superficie (2,5 ha). I terreni agricoli di Arnad giacciono tradizionalmente su terrazze: nella zona a est sono ancora presenti i vecchi terrazzamenti, sostenuti da muri a secco, con piccoli appezzamenti e viti allevate a pergola; la zona a ovest è stata recentemente interessata da miglioramenti fondiari: sono state realizzate terrazze più estese, alcuni ciglioni e rampe per l’accesso con piccoli mezzi. Le viti sono per lo più allevate in filare (71%), per la maggior parte disposto a girapoggio; le pergole rap- presentano il 26% dei vigneti ed è presente una modesta percentuale di viti allevate ad alberello (3%), in alcuni appezzamenti piccoli e frammentati. Per quanto riguarda la gestione delle infestanti, nella maggior parte dei vigneti la vegetazione spontanea viene solo sfalciata (85%); il diserbo chimico viene effettuato su appena 3.000 m2. La maggior parte dei vigneti sono dotati di impianto fisso a pioggia, ma il ricorso all’irrigazione avviene solo in via straordinaria. Figura 1.7. Sito V2 - Arnad: panoramica dell’area d’indagine (Foto: S. Seinera).

12 I siti di studio I siti di studio 13 1.1.3 Sito V3 – Montjovet Frutteto Altre colture 2,4% Amb. ruderali 1,3% Il sito di Montjovet, situato a monte della frazione Balmet, è esposto a ovest ed è compreso tra i 395 e i Bosco 5,6% 471 m di altitudine. A nord l’area confina con incolti, a est con pareti di roccia, a sud con vigneti e boschi, 15,7% Incolto a ovest con un villaggio e altri incolti. Si tratta del sito con terreno a maggior pendenza (Fig. 1.8). 43,7%

Vigneto 31,2%

Figura 1.9. Sito V3 - Montjovet: ripartizione delle diverse tipologie di uso del suolo rilevate. Figura 1.9. Sito V3 - Montjovet: ripartizione delle diverse tipologie di uso del suolo rilevate.

Edifici e viabilità 3,5% Amb. ruderali 3,2% Prato stabile 2,7% Altre colture 0,6% Frutteto 3,9% Incolto 6,9%

Scarpata 7,2% Figura 1.8. Sito V3 - Montjovet: delimitazione dell’area d’indagine.

A Montjovet è stata campionata l’area più piccola, corrispondente a 2 ha. Benché sia il sito con la pro- porzione di maggior copertura vegetale (pari al 99% della superficie), solo il 39% dell’area è coltivata e il vigneto è presente solo su 1/3 della superficie (Fig. 1.9). È questo infatti l’unico sito in cui l’incolto occupa una superficie maggiore del vigneto e in cui il bosco occupa il 16% dell’area. In alcuni terreni agricoli, nella Vigneto 71,8% parte più alta dell’area, sono impiantati degli ulivi e messe a dimora delle piante aromatiche. Il sito è interamente terrazzato ed è attraversato da una sola pista trattorabile; la meccanizzazione delle varie operazioni colturali risulta quindi particolarmente difficile e i vigneti più lontani dall’unico accesso sono Figura 1.12. Sito V4 - Saint-Denis: ripartizione delle diverse tipologie di uso del suolo rilevate. stati quasi tutti abbandonati. La forma di allevamento più diffusa è la pergola (80% dei vigneti) e il restante 20% è rappresentato da filari orientati a girapoggio. Non è praticato il diserbo chimico e il controllo delle infestanti avviene solo tramite lo sfalcio. Il ricorso all’irrigazione è saltuario e in generale avviene per scorrimento.

Figura 1.10. Sito V3 - Montjovet: panoramica dell’area d’indagine.

14 I siti di studio I siti di studio 15

Frutteto Altre colture 2,4% Amb. ruderali 1,3% Bosco 5,6% 15,7% Incolto 43,7%

Vigneto 31,2%

Figura 1.9. Sito V3 - Montjovet: ripartizione delle diverse tipologie di uso del suolo rilevate.

1.1.4 Sito V4 – Saint-Denis Edifici e viabilità 3,5% Amb. ruderali 3,2% Prato stabile 2,7% Altre colture 0,6% Il sito di Saint-Denis, situato nei dintorni della frazione Grossa-Golliana, è esposto a sud ed è compreso tra Frutteto 3,9% i 668 m e i 745 m di altitudine. A nord l’area confina con boschi, a est con prati stabili nella parte più alta Incolto 6,9% e con vigneti in basso, a sud con vigneti, a ovest principalmente con boschi e con il villaggio (Fig. 1.11). Scarpata 7,2%

Vigneto 71,8%

Figura 1.12. SitoFigura V4 - Saint1.12. -SitoDenis: V4 ripartizione - Saint-Denis: delle ripartizione diverse tipologie delle didiverse uso del tipologie suolo rilevate. di uso del suolo rilevate.

Figura 1.11. Sito V4 - Saint-Denis: delimitazione dell’area d’indagine.

L’area campionata è pari a 4,7 ha, di cui 4,3 ha (ossia il 93% dell’area di saggio) con copertura vegetale e 3,7 ha coltivati (79% dell’area). Per quanto riguarda l’uso del suolo, prevalgono i vigneti, i quali occupano il 79% dell’area di saggio (Fig. 1.12); incolti e scarpate occupano il 14% dell’area. L’area di Saint-Denis è tra le meno declivi; infatti le terrazze ospitano ampi appezzamenti e nella parte più a sud, di recente interessata da miglioramenti fondiari, sono presenti anche dei ciglioni. Quasi tutti i terreni agricoli sono raggiungibili con piccoli mezzi di trasporto. La maggior parte delle viti sono allevate in filari (86%), non sono presenti pergole e il resto dei vigneti è allevato ad alberello, forma di allevamento che sta scomparendo e presente quasi esclusivamente in questo sito. La metà circa dei filari presenti sono disposti a rittochino e sono concentrati nella parte alta dell’area indagata; per contro nella parte bassa si concentrano i filari a girapoggio i quali interessano il 43% dei vi- gneti. Figura 1.13. Sito V4 - Saint-Denis: panoramica del settore orientale dell’area d’indagine. Per quanto riguarda il controllo delle infestanti a Saint-Denis è meno diffusa la gestione agronomica (17%) e prevale la gestione integrata (44%); il diserbo chimico interessa comunque il 30% dei vigneti. Solo i vigneti più recenti sono dotati di impianto di irrigazione a goccia.

16 I siti di studio I siti di studio 17 1.1.5 Sito V5 – Quart Amb. ruderali 4,1% Prato stabile 2,7% Incolto 2,6% Altro 1,9% Il sito di Quart, situato a monte della frazione Olleyes, è esposto a sud ed è compreso tra i 605 m e i 679 m Capezzagna 4,3% di altitudine. L’area d’indagine è composta da due zone, separate da un’ampia superficie a prato stabile. A Bosco 4,9% nord l’area confina con prati sfalciati, a est con vigneti, a sud con il villaggio, a ovest con differenti tipologie di colture agricole (Fig. 1.14). Frutteto 5,0%

Vigneto 74,4%

Figura 1.15. Sito V5 - Quart: ripartizione delle diverse tipologie di uso del suolo rilevate. Figura 1.15. Sito V5 - Quart: ripartizione delle diverse tipologie di uso del suolo rilevate.

Amb. ruderali 5,2% Prato stabile 5,7% Altro 3,1%

Frutteto 6,8%

Figura 1.14. Sito V5 - Quart: delimitazione dell’area d’indagine.

L’area campionata è pari a 7,7 ha, di cui 7,3 ha con copertura vegetale, pari al 95% dell’area di saggio, e Vigneto 6,3 ha coltivati (83% dell’area). 79,2% Questo sito è quello in cui si è rilevata la maggior varietà di tipologie di uso del suolo (Fig. 1.15). Tra queste prevalgono i vigneti, che occupano il 74% dell’area di saggio, ma il resto della superficie presenta una di- Figura 1.18. Sito V6 - Aymavilles: ripartizione delle diverse tipologie di uso del suolo rilevate. stribuzione abbastanza omogenea tra frutteti, boschetti, prati, incolti e altri utilizzi. Inoltre, questa è l’unica area di studio attraversata da un torrente. Il sito ha una pendenza variabile ma, non essendo eccessivamente acclive, le sistemazioni del terreno sono meno evidenti rispetto agli altri siti e per lo più consistono in piccoli muri che sostengono ampi appezza- menti. In generale, i terreni agricoli sono di facile accesso. Figura 1.16. Sito V5 - Quart: in primo piano, il settore occidentale dell’area d’indagine; sullo sfondo, quello orientale. Tutti i vigneti sono allevati in filare e il 73% di questi è orientato a girapoggio. Per quanto riguarda il controllo delle infestanti, il sito di Quart è quello in cui si ha la maggior superficie a vigneto gestita con metodo integrato; il diserbo chimico totale è praticato solo sul 15% della superficie a vigneto, mentre il controllo esclusivamente agronomico sul restante 15%. La maggior parte dei vigneti è dotata di impianto di irrigazione a goccia.

18 I siti di studio I siti di studio 19 Amb. ruderali 4,1% Prato stabile 2,7% Incolto 2,6% Altro 1,9% Capezzagna 4,3% Bosco 4,9%

Frutteto 5,0%

Vigneto 74,4%

Figura 1.15. Sito V5 - Quart: ripartizione delle diverse tipologie di uso del suolo rilevate.

1.1.6 Sito V6 – Aymavilles Amb. ruderali 5,2% Prato stabile 5,7% Altro 3,1% Il sito di Aymavilles, che comprende la collina del Côteau La Tour e le superfici limitrofe, è esposto a tutti e quattro i punti cardinali e giace sulla destra orografica della vallata centrale; si tratta quindi dell’unico sito Frutteto a vigneto posto all’envers. Quasi tutto il perimetro dell’area è delimitato da strade asfaltate, oltre le quali si 6,8% trovano altri vigneti, a nord, o prati sfalciati e meleti, nel resto dell’area (Fig. 1.17).

Vigneto 79,2%

Figura 1.18. SitoFigura V6 - Aymavilles: 1.18. Sito V6 ripartizione - Aymavilles: delle ripartizione diverse tipologie delle didiverse uso del tipologie suolo rile divate. uso del suolo rilevate.

Figura 1.17. Sito V6 - Aymavilles: delimitazione dell’area d’indagine.

Con i suoi 15 ha, l’area di saggio di Aymavilles è la più estesa; il 94% della sua superficie è coperto da vegetazione e 13,9 ha, pari al 93%, sono coltivati. Rispetto agli altri siti, quindi, è quello con la maggior superficie agricola, sia in termini assoluti sia in relazione all’area campionata. Vigneti, frutteti e prati stabili occupano infatti più del 90% della superficie, gli incolti sono presenti in percentuale bassissima rispetto agli altri siti ed è assente il bosco (Fig. 1.18). L’area viticola di Aymavilles è altamente specializzata: i vigneti sono tutti accessibili con mezzi meccanici, sono tutti in filare, il 64% è orientato a girapoggio e il 36% a rittochino. Il controllo delle infestanti è pre- valentemente chimico (66% della superficie a vigneto); la restante parte dei vigneti è gestita con il diserbo integrato. Gran parte dei vigneti sono dotati di impianto di irrigazione a goccia.

Figura 1.19. Sito V6 - Aymavilles: panoramica del versante orientale dell’area d’indagine.

20 I siti di studio I siti di studio 21 1.1.7 Sito V7 – Saint-Pierre Scarpata 7,8% Amb. ruderali 5,2% Capezzagna 1,3% Edifici e viabilità Il sito di Saint-Pierre, situato nella zona del Mont Torrette, è esposto verso sud e sud-est ed è compreso tra 0,6% 800 m e 858 m di altitudine. Tranne il confine sud che è segnato da un’ampia scarpata rocciosa, il resto Prato stabile 9,1% dell’area confina con incolti e altri vigneti (Fig. 1.20).

Incolto 13,4%

Vigneto 62,6%

Figura 1.21. SitoFigura V7 - 1.21.Saint -SitoPierre: V7 ripartizione - Saint-Pierre: delle ripartizione diverse tipologie delle di diverse uso del tipologie suolo rilevate. di uso del suolo rilevate.

Scarpata 2,5% Frutteto 0,9% Altro 0,7% Amb. ruderali 8,2%

Prato stabile 12,1%

Figura 1.20. Sito V7 - Saint-Pierre: delimitazione dell’area d’indagine.

L’area campionata è pari a 5,9 ha di cui, il 94% è coperto da vegetazione; la superficie coltivata (4,3 ha, pari Bosco Vigneto al 72% dell’area) non è tra le più ampie ma, se si considera che il sito è attraversato da una grossa scarpata 12,3% 49,9% Incolto molto ripida inframmezzata a roccia nuda, i terreni effettivamente coltivabili si riducono sensibilmente e, 13,5% infatti, gli incolti occupano il 13% della superficie (Fig. 1.21). Oltre ai vigneti, che coprono il 63% dell’area di saggio, le uniche altre superfici coltivate risultano essere a prato e non sono presenti né frutteti né altre colture; il sito di Saint-Pierre risulta quindi prettamente viticolo. Figura 1.24. Sito V8 - Morgex: ripartizione delle diverse tipologie di uso del suolo rilevate. Dal momento che le aree coltivabili non presentano forti pendenze, gli appezzamenti non sono stati soggetti a particolari sistemazioni del terreno; quasi tutti i vigneti sono allevati in filari, di cui il 77% a rittochino. Per il controllo delle infestanti nei diversi appezzamenti che costituiscono il sito di studio, le tecniche di gestio- ne (agronomica, integrata e chimica) sono tutte ben rappresentate, senza che una sia prevalente sulle altre. Sono presenti pochi impianti irrigui fissi e si fa ricorso all’irrigazione solo in via eccezionale.

Figura 1.22. Sito V7 - Saint-Pierre: panoramica dell’area d’indagine.

22 I siti di studio I siti di studio 23 Scarpata 7,8% Amb. ruderali 5,2% Capezzagna 1,3% Edifici e viabilità 0,6%

Prato stabile 9,1%

Incolto 13,4%

Vigneto 62,6%

Figura 1.21. Sito V7 - Saint-Pierre: ripartizione delle diverse tipologie di uso del suolo rilevate.

1.1.8 Sito V8 – Morgex Scarpata 2,5% Frutteto 0,9% Altro 0,7% Il sito di Morgex, situato a monte della frazione Lavancher, è esposto a sud ed è compreso tra i 963 m e Amb. ruderali 8,2% i 1045 m di altitudine; si tratta quindi dell’area di studio posta alla quota maggiore. A nord l’area confina Prato stabile con il bosco, a est con altri vigneti, a sud con il villaggio, a ovest con vigneti, boschetti e prati permanenti 12,1% (Fig. 1.23).

Bosco Vigneto 12,3% 49,9% Incolto 13,5%

Figura 1.24. Sito FiguraV8 - Morgex: 1.24. Sito ripartizione V8 - Morgex: delle diverse ripartizione tipologie delle di diverseuso del suolotipologie rilevate. di uso del suolo rilevate.

Figura 1.23. Sito V8 - Morgex: delimitazione dell’area d’indagine.

L’area campionata di Morgex è di 5,7 ha e la copertura vegetale del suolo risulta essere, in proporzione, quella di minor ampiezza (91%); l’area coltivata scende al 63% e i vigneti occupano solo la metà della superficie campionata (Fig. 1.24). Infatti le terrazze a vite sono inframmezzate a piccoli incolti, boschetti e prati, che in totale arrivano a coprire il 37% dell’area di saggio; in particolare, l’alternanza tra vigneti e prati sfalciati raggiunge a Morgex il valore maggiore. Non è da sottovalutare la superficie occupata dagli ambienti ruderali, in particolare dai cumuli di pietre; tali ammassi derivano dal lavoro degli agricoltori che nel tempo, per rendere i loro terreni coltivabili, li hanno liberati dalle pietre e le hanno accumulate ai limiti delle loro proprietà. I vigneti giacciono su ampie terrazze e nell’83% dei casi la vite è allevata su pergole. Nella metà dei vigneti è applicato il metodo integrato di controllo delle infestanti, la gestione agronomica è adottata su circa 1/3 delle superfici, mentre la restante superficie a vigneto è diserbata chimicamente. Non sono presenti impianti di irrigazione.

Figura 1.25. Sito V8 - Morgex: panoramica dell’area d’indagine. Sono riconoscibili i caratteristici cumuli di pietre (meurdzëre in patois), derivanti dalla paziente opera di spietramento degli appezzamenti (Foto: S. Seinera).

24 I siti di studio I siti di studio 25 1.2. Aree a meleto Sono stati studiati 3 siti, di circa 5 ha ciascuno, concentrati nella media Valle, a diverse altitudini ed espo- sizioni (Fig. 1.26 e Tab. 1.2). Il sito M1 è collocato all’adret, nel comune di Villeneuve, è l’unico esposto a sud ed è quello con minor pendenza. Il sito M2, situato all’envers nel comune di Gressan, è esposto a nord. Il sito M3, anch’esso nel comune di Gressan in esposizione settentrionale, è il più elevato (circa 1000 m slm) ed il più acclive tra i tre siti a prevalente vocazione frutticola.

Tabella 1.1. Vigneti: caratteristiche principali degli 8 siti di studio.

Superficie Altitudine (m slm) Esposizione Codice Sito Località (ha) min max prevalente V1 Donnas Ronc Gias 6,47 320 450 S-SW V2 Arnad Château Vallaise 2,59 433 505 SW V3 Montjovet Balmet 2,02 395 471 W V4 Saint-Denis Grossa Golliana 4,65 668 745 S V5 Quart Olleyes 7,67 605 679 S Figura 1.26. Meleti: localizzazione dei 3 siti di studio. V6 Aymavilles Les Crêtes 15,01 645 718 tutte V7 Saint-Pierre M. Torrette 5,94 800 858 S-SE V8 Morgex Lavancher 5,69 963 1.045 S TOTALE 50,05

Tabella 1.2. Meleti: caratteristiche principali dei 3 siti di studio.

Superficie Altitudine (m slm) Esposizione Codice Sito Località (ha) min max prevalente M1 Villeneuve Châtelet - La Crête 5,22 710 720 S M2 Gressan Tour de Villa 4,42 634 688 N M3 Gressan Champlan 5,12 967 1.031 N-NW TOTALE 14,76

I siti di studio 27 Foto: S. Seinera 1.2.1. Sito M1 – Villeneuve Incolto 4,5% Edifici e viabilità 3,6% Amb. ruderali 1,7% Il sito di Villeneuve è posto a est delle frazioni Châtelet e La Crête, verso il confine con il comune di Altro 1,5% Saint-Pierre. Essendo esposto a sud, è l’unico sito a meleto posto all’adret. È anche il sito con minor pen- Scarpata 6,2% denza, in quanto gli estremi altitudinali dell’area sono compresi tra i 710 e i 720 m slm. A nord e a est l’area confina con prati e meleti, a sud e a ovest con giardini di abitazioni (Fig. 1.27). Prato stabile 15,4%

Meleto 67,0%

Figura 1.28. SitoFigura M1 - Villeneuve:1.28. Sito M1 ripartizione - Villeneuve: delle ripartizione diverse tipologie delle di diverse uso del tipologie suolo rilevate. di uso del suolo rilevate.

Bosco 3,7% Amb. ruderali 2,4% Altro 2,6% Altri frutteti 4,8% Prato stabile 14,1%

Figura 1.27. Sito M1 - Villeneuve: delimitazione dell’area d’indagine. Incolto 15,2% Meleto L’area campionata è pari a 5,2 ha, di cui 4,9 ha con copertura vegetale, pari al 95% dell’area di saggio, e 57,4% 4,4 ha coltivati (84% dell’area). Per quanto riguarda l’uso del suolo, prevalgono i meleti, che occupano il 67% della superficie (Fig. 1.28); al secondo posto si situano i prati stabili (15% dell’area), mentre gli incolti occupano il 6% del totale. In questo sito sono assenti aree a vegetazione a naturale. Figura 1.31. Sito M2 - Gressan - Tour de Villa: ripartizione delle diverse tipologie di uso del suolo rilevate. Tra i siti a meleto, Villeneuve è quello con le pratiche colturali meno intensive, in quanto il 90% dei meleti è allevato a prato arborato. Tra i pochi meleti in filare, è più diffuso l’orientamento a girapoggio.

Per quanto riguarda la gestione della vegetazione erbacea, l’intervento prevalente prevede solo lo sfalcio dei prati. Su tutta l’area sono presenti impianti fissi per l’irrigazione a pioggia.

Figura 1.29. Sito M1 - Villeneuve: panoramica dell’area d’indagine.

28 I siti di studio I siti di studio 29 Incolto 4,5% Edifici e viabilità 3,6% Amb. ruderali 1,7% Altro 1,5% Scarpata 6,2%

Prato stabile 15,4%

Meleto 67,0%

Figura 1.28. Sito M1 - Villeneuve: ripartizione delle diverse tipologie di uso del suolo rilevate.

1.2.2. Sito M2 – Gressan, Tour de Villa Bosco 3,7% Amb. ruderali 2,4% Altro 2,6% Il primo sito di Gressan è situato a ovest della frazione Tour de Villa, è esposto a nord e gli estremi dell’area Altri frutteti 4,8% sono compresi tra 634 e 688 m di altitudine. A nord confina con prati stabili, a est con il villaggio, a sud con Prato stabile la strada regionale e con altri meleti, a ovest con incolti (Fig. 1.30). 14,1%

Incolto 15,2% Meleto 57,4%

Figura 1Figura.31. Sito 1.31. M2 -Sito Gressan M2 - - Gressan Tour de Villa:- Tour ripartizione de Villa: ripartizione delle diverse delle tipologie diverse di usotipologie del suolo di uso rilevate. del suolo rilevate.

Figura 1.30. Sito M2 - Gressan - Tour de Villa: delimitazione dell’area d’indagine.

L’area campionata è pari a 4,4 ha, di cui 4,3 ha con copertura vegetale, pari al 97% dell’area di saggio, e 3,4 ha coltivati (77% dell’area). Per quanto riguarda l’uso del suolo prevalgono i meleti, che occupano il 57% dell’area di saggio (Fig. 1.31), al secondo posto si situano gli incolti (15% dell’area), seguiti dai prati stabili che costituiscono il 14% del totale. In questo sito, i meleti in filare stanno man mano sostituendo i vecchi impianti a prato arborato, che comun- que sono ancora presenti su circa 1/3 della superficie. I filari sono disposti quasi tutti a rittochino. Per quanto riguarda la gestione delle infestanti, metà della superficie a meleto viene gestita con metodi integrati, l’altra metà viene soltanto sfalciata. I meleti più vecchi sono dotati di impianti di irrigazione a pioggia, mentre in quelli più recenti sono stati installati impianti irrigui a goccia. Figura 1.32. Sito M2 - Gressan - Tour de Villa: panoramica dell’area d’indagine.

30 I siti di studio I siti di studio 31 1.2.3. Sito M3 – Gressan, Champlan Capezzagna 4,7% Prato stabile 4,7% Amb. ruderali 2,2% Il secondo sito di Gressan è situato a valle della frazione Champlan, è esposto tra nord e nord-ovest e gli Scarpata 0,7% Altri frutteti 4,9% estremi dell’area sono compresi tra 967 e 1031 m di altitudine; si tratta quindi del sito a meleto alla quota maggiore. A nord e sud è delimitato dalla strada regionale, oltre la quale si trovano altre colture agrarie e Bosco 8,6% prati permanenti, a ovest confina con prati, a est con prati e frutteti (Fig. 1.33).

Incolto 16,6% Meleto 57,6%

Figura 1.34Figura. Sito M31.34. - GressanSito M3 -- Champlan:Gressan - Champlan:ripartizione delleripartizione diverse tipologiedelle diverse di uso tipologie del suolo di rilevate. uso del suolo rilevate.

Figura 1.33. Sito M3 - Gressan - Champlan: delimitazione dell’area d’indagine.

L’area campionata è pari a 5,1 ha di cui 5 ha con copertura vegetale, pari al 98% dell’area di saggio, e 3,4 ha coltivati (67% dell’area). Per quanto riguarda l’uso del suolo, prevalgono i meleti, che occupano il 58% dell’area di saggio (Fig. 1.34); al secondo posto si situano gli incolti (17% dell’area) seguiti dal bosco che rappresenta il 9% del totale. Nel sito di Champlan non sono presenti colture diverse da frutteti e prati permanenti. Tra i siti a meleto, quello di Champlan è risultato il più specializzato, in quanto i meleti sono tutti allevati in filari, la cui disposizione è a rittochino. Per quanto riguarda la gestione del suolo, su metà della superficie viene effettuato il diserbo chimico solo sulla fila, con l’interfilare inerbito, mentre sull’altra metà, a condu- zione biologica, la vegetazione spontanea è controllata con metodi esclusivamente agronomici. Tutti i meleti sono provvisti di impianto di irrigazione a goccia.

Figura 1.35. Sito M3 - Gressan - Champlan: scorcio dell’area d’indagine, in cui si osservano la disposizione dei filari a rittochino e la gestione integrata del suolo: diserbo chimico sotto il filare e inerbimento dell’interfilare.

32 I siti di studio I siti di studio 33 Capitolo 2 Uso del suolo e pratiche agronomiche nei siti di studio

Francesca Madormo Mauro Bassignana Foto: S. Seinera 2.1. Materiali e metodi L’attività agricola comporta una semplificazione strutturale dell’ambiente, sostituendo alla biodiversità na- turale degli ecosistemi un numero limitato di piante coltivate e di animali domestici. Non tutte le forme di agricoltura, però, portano allo stesso livello di semplificazione e il grado di biodiversità di un agroecosiste- ma dipende da quattro caratteristiche principali: • la varietà della vegetazione dentro e attorno all’agroecosistema; • la durata delle diverse colture praticate nell’agroecosistema; • l’intensività della gestione; • il grado di isolamento dell’agroecosistema dalla vegetazione spontanea (Altieri et al., 2003). Per cogliere la complessità dell’ambiente, quindi, all’interno delle aree indagate sono stati censiti tutti gli elementi del paesaggio inframmezzati e delimitanti i vigneti e i meleti. 2.1.1 Uso del suolo Delimitati i siti di studio, si è proceduto alla caratterizzazione di tutti gli elementi presenti al loro interno. I rilievi sull’uso del suolo hanno permesso di identificare: • la copertura vegetale; • il livello di naturalità della vegetazione; • la destinazione d’uso delle superfici; • la gestione agronomica delle superfici coltivate. 2.1.2 Indici per l’analisi del paesaggio Gli indici numerici sono il risultato di espressioni matematiche in grado di esprimere sinteticamente le informazioni contenute in un set di dati e di mettere in evidenza le proprietà di un paesaggio. Ricchezza, diversità ed equiripartizione esprimono il livello di complessità posseduto da un sistema (Farina, 2003).

Indice di diversità di Shannon Indice numerico di diversità che esprime l’abbondanza relativa delle specie (o categorie) in quella determi- nata area o collezione biologica (Farina, 2003); può variare tra zero e infinito. L’indice di Shannon è stato calcolato con la seguente formula:

i=S H’ = - p log p Ʃ i * 2 i i=1 Dove: H’=indice di Shannon S = numero totale di specie/categorie rilevate nella collezione pi (p1, p2, p3,…, ps) = abbondanza relativa della specie/categoria i nella collezione.

Equiripartizione Indice numerico di diversità che esprime il modo in cui le specie/categorie sono distribuite nella collezione (Farina, 2003). L’indice di equiripartizione, che varia tra 0 e 1, indica quanto una comunità, a prescindere dal numero di specie che contiene, si avvicina al caso ideale in cui tutte le specie/categorie sono distribuite in uguale proporzione. L’indice è stato calcolato con la seguente formula: H’ E= log2 S Dove: E = indice di equiripartizione S = numero totale di specie/categorie rilevate nella collezione H’ = indice di Shannon.

Uso del suolo e pratiche agronomiche nei siti di studio 37 Tabella 2.1. Usi del suolo e tipi di copertura vegetale rilevati negli 8 siti viticoli.

Superficie Uso del suolo Copertura vegetale ha % Bosco 1,39 2,8 Naturale Incolto 4,84 9,8 Semi-naturale Prato stabile 2,49 5,0 Semi-naturale Ambienti ruderali 2,17 4,4 Semi-naturale Scarpata 1,09 2,2 Semi-naturale Capezzagna 0,47 0,9 Semi-artificiale Vigneto 34,75 70,3 Artificiale Frutteto 1,95 4,0 Artificiale Altre colture 0,25 0,5 Artificiale 2.1.3 Rilievi agronomici Totale 49,41 100,0 100% Definito l’uso del suolo, si è proceduto con l’indagine della gestione agronomica degli appezzamenti agri- coli presenti all’interno di ogni sito. Nel triennio 2006-2008 le interviste agli agricoltori e le osservazioni in 80% Tabella 2.2. Superficie campionata, con copertura campo hanno reso possibile rilevare per ogni appezzamento agricolo: vegetale, coltivata e coltivata aVegetata vigneto in ciascuno degli 8 siti viticoli. • la tipologia di coltura; Coltivata 60% Superficie (ha) • la cultivar o il vitigno coltivato; Sito Campionata Vegetata ColtivataVigneti Vigneti

• la sistemazione del terreno; Superficie Donnas 6,47 6,26 4,56 4,42 • la forma di allevamento; 40% Arnad 2,59 2,53 2,34 2,21 • l’orientamento dei filari; Montjovet 2,02 2,02 0,79 0,63 • le tecniche di gestione delle infestanti; 20% Saint-Denis 4,65 4,49 3,68 3,34 • i trattamenti fitosanitari (soprattutto rivolti contro gli insetti); Quart 7,67 7,59 6,34 5,71 • le tecniche irrigue. Aymavilles 15,01 14,96 13,89 11,89 100% Saint-Pierre 5,94 5,91 4,26 3,72 Morgex 5,69 5,66 3,58 2,84 Totale 50,05 49,41 39,45 34,75 2.2. Uso del suolo 80% Figura 2.1. Proporzione della superficie con copertura vegetale, di quella coltivata Figura 2.1. Proporzione della superficie con copertura vegetale, di quella coltivata e di quella dei vignetVegetatai sul totale della e di quella dei vignetisuperficie sul totale indagata della superficie negli 8 siti indagata viticoli. negli 8 siti viticoli. Coltivata 2.2.1. Vigneti 60% Come già anticipato, la differenza tra la superficie Tabella 2.3. Superficie incolta in rapporto alla superficie Tabella 2.1. Usi del suolo e tipi di copertura vegetale Vigneti All’interno degli 8 siti viticoli, al netto delle super- Tabella 2.1. Usi del suolo e tipi di copertura vegetale campionata negli 8 siti viticoli copertaSuperficie da vegetazione e quella coltivata è gene- rilevati negli 8 siti viticoli. rilevati negli 8 siti viticoli. fici occupate da edifici e viabilità, i vigneti occupa- Incolti Superficie ralmente 40%dovuta alla presenza di boschi e, soprat- Uso del suolo Superficie Copertura vegetale Frazione no il 70% del totale dell’area campionata, mentre Uso del suolo ha % Copertura vegetale tutto, di100% incolti, che in alcuni siti raggiungono delle Sito ha % ha della superficie le superfici colonizzate dalla vegetazione spon- Bosco 1,39 2,8 Naturale estensioni non trascurabili, come nella parte alta Bosco 1,39 2,8 Naturale 20% campionata (%) tanea hanno un ruolo non trascurabile: la somma Incolto 4,84 9,8 Semi-naturale Incolto 4,84 9,8 Semi-naturale di Donnas,80% a Montjovet, a Morgex e a Saint-Pier- Donnas 1,64 25 delle aree naturali e semi-naturali rappresenta qua- Prato stabile 2,49 5,0 Semi-naturale Prato stabile 2,49 5,0 Semi-naturale re (Tab. 2.3). Nel sito di Montjovet, la superficie Arnad 0,11 4 si il 25% della superficie indagata (Tab. 2.1). Ambienti ruderali 2,17 4,4 Semi-naturale Montjovet Ambienti ruderali 2,17 4,4 Semi-naturale incolta supera addirittura la superficie a vigneto 0,88 Incolti44 Scarpata 1,09 2,2 Semi-naturale Avendo scelto zone agricole della Valle d’Aosta Scarpata 1,09 2,2 Semi-naturale (Fig. 2.2).60% Saint-Denis 0,32 7 specializzate in viticoltura, le colture agrarie di- Capezzagna 0,47 0,9 Semi-artificiale Quart 0,20 Vigneti3

Capezzagna 0,47 0,9 Semi-artificiale Superficie Vigneto 34,75 70,3 Artificiale verse dal vigneto risultano poco rappresentate. Vigneto 34,75 70,3 Artificiale Figura 2.1. Proporzione della superficie con copertura vegetale,Aymavilles di quella coltivata e di0,13 quella dei vigneti sul totale1 della Frutteto 1,95 4,0 Artificiale 40% La proporzione della superficie coperta dalla ve- Frutteto 1,95 4,0 Artificiale superficie indagata negliSaint 8 siti-Pierre viticoli . 0,79 13 Altre colture 0,25 0,5 Artificiale getazione e l’uso del suolo variano tra i siti (Tab. Altre colture 0,25 0,5 Artificiale Morgex 0,77 13 Totale 49,41 100,0 2.2 e Fig. 2.1). Morgex è il sito con la minore pro- Totale 49,41 100,0 20% Totale 4,84 10 porzione di superficie occupata dalla vegetazione

(91%), mentre Montjovet è quello con la maggiore Tabella 2.2. Superficie campionata, con copertura Tabella 2.2. Superficie campionata, con copertura 100% (99%); la copertura vegetale, però, è per lo più co- vegetale, coltivata e coltivata a vigneto vegetale, coltivata e coltivata a vigneto stituita da boschi e incolti, mentre i vigneti occu- in ciascuno degli 8 siti viticoli. in ciascuno degli 8 siti viticoli. pano solo il 31% della superficie totale. Nel sito di Superficie (ha) Figura 2.2. Superficie occupata dai vigneti e dagli incolti, espressa in percentuale Sito Superficie (ha) 80% Sito Campionata Vegetata Coltivata Vigneti rispetto alla superficie campionata negli 8 siti viticoli. Aymavilles, invece, la proporzione di vegetazione Campionata Vegetata Coltivata Vigneti Donnas 6,47 6,26 4,56 4,42 naturale e semi-naturale nell’area campionata è Donnas 6,47 6,26 4,56 4,42 Arnad 2,59 2,53 2,34 2,21 Incolti molto bassa e quasi tutta la superficie è coltivata. Arnad 2,59 2,53 2,34 2,21 60% Montjovet 2,02 2,02 0,79 0,63 Montjovet Vigneti Il sito di Arnad è quello in cui il vigneto rappresen- 2,02 2,02 0,79 0,63 Superficie Saint-Denis 4,65 4,49 3,68 3,34 ta la proporzione maggiore sull’insieme dell’area Saint-Denis 4,65 4,49 3,68 3,34 Quart 7,67 7,59 6,34 5,71 40% Quart 7,67 7,59 6,34 5,71 campionata (85%). Aymavilles 15,01 14,96 13,89 11,89 Aymavilles 15,01 14,96 13,89 11,89 Per approfondimenti sui singoli siti di studio si ri- Saint-Pierre 5,94 5,91 4,26 3,72 Saint-Pierre 5,94 5,91 4,26 3,72 20% manda al Capitolo 1. Morgex 5,69 5,66 3,58 2,84 Morgex 5,69 5,66 3,58 2,84 Totale 50,05 49,41 39,45 34,75 Totale 50,05 49,41 39,45 34,75

Tabella 2.3. Superficie incolta in rapporto alla superficie FiguraFigura 2.2. 2.2 .Superficie Superficie occupataoccupata daidai vignetivigneti e daglidagli incolti,incolti, espressaespressa in in percentuale, percentuale Tabella 2.3. Superficie incolta in rapporto alla superficie campionata negli 8 siti viticoli rispettorispetto allaalla superficiesuperficie campionatacampionata neglinegli 88 sitisiti viticoliviticoli.. campionata negli 8 siti viticoli Incolti Incolti Frazione Sito Frazione Sito ha della superficie 38 Uso del suolo e pratiche agronomiche nei siti di studio ha della superficie Uso del suolo e pratiche agronomiche nei siti di studio 39 campionata (%) campionata (%) Donnas 1,64 25 Donnas 1,64 25 Arnad 0,11 4 Arnad 0,11 4 Montjovet 0,88 44 Montjovet 0,88 44 Saint-Denis 0,32 7 Saint-Denis 0,32 7 Quart 0,20 3 Quart 0,20 3 Aymavilles 0,13 1 Aymavilles 0,13 1 Saint-Pierre 0,79 13 Saint-Pierre 0,79 13 Morgex 0,77 13 Morgex 0,77 13 Totale 4,84 10 Totale 4,84 10

Tabella 2.4. Usi del suolo e tipi di copertura vegetale rilevati nei 3 siti frutticoli.

Superficie Uso del suolo Copertura vegetale ha % Bosco 0,60 4,1 Naturale Incolto 1,76 11,9 Semi-naturale Prato stabile 1,67 11,3 Semi-naturale Ambienti ruderali 0,53 3,6 Semi-naturale Scarpata 0,40 2,7 Semi-naturale Capezzagna 0,24 1,6 Semi-artificiale Meleto 8,98 60,8 Artificiale Altri frutteti 0,53 3,6 Artificiale Altre colture 0,06 0,4 Artificiale Totale 14,76 100,0

Tabella 2.5. Superficie campionata, con copertura vegetale, coltivata e coltivata a meleto in ciascuno dei 3 siti frutticoli.

Superficie (ha) Sito Campionata Vegetata Coltivata Meleti Villeneuve 5,22 4,94 4,38 3,50 Gressan La Tour 4,42 4,28 3,42 2,53 Tabella 2.4. Usi del suolo e tipi di copertura vegetale Gressan rilevati nei 3 siti frutticoli. Champlan 5,12 5,01 3,44 2,95 2.2.2 Meleti 2.3. Analisi del paesaggio agricolo Superficie Totale 14,76 14,23 11,23 8,98 TabellaUso del 2suolo.4. Usi del suolo e tipi di coperturaCopertura vegetale vegetale Se nelle aree viticole i vigneti occupano il 70% ha % La diversità è composta da due componenti distinte: la ricchezza, ossia il numero totale di specie (o catego- rilevati nei 3 siti frutticoli. dell’area campionata, nei 3 siti frutticoli i mele- Bosco 0,60 4,1 Naturale rie), e l’equiripartizione, ossia il modo in cui queste si distribuiscono nello spazio (Farina, 2003). Nell’ana- Superficie IncoltoUso del suolo Copertura vegetale ti costituiscono poco più del 60% della superficie 1,76ha 11,9% Semi-naturale lisi del paesaggio agricolo dei siti di studio, il calcolo degli indici numerici è stato applicato al mosaico am- totale (Tab. 2.4) e le coperture vegetali naturali o PratoBosco stabile 1,670,60 11,34,1 SemiNaturale-naturale bientale, allo scopo di descriverne la complessità. semi-naturali rivestono un ruolo più importante. In AmbientiIncolto ruderali 0,531,76 11,93,6 Semi-naturale In particolare, sono stati calcolati alcuni indici di Tabella 2.6. Indici di Shannon e di equiripartizione particolare, aumenta la superficie coperta da bo- ScarpataPrato stabile 0,401,67 11,32,7 Semi-naturale riferiti alla composizione del paesaggio diversità del paesaggio sulla base dell’abbondan- negli 8 siti viticoli. schi, incolti e prati permanenti. Le colture arboree CapezzagnaAmbienti ruderali 0,240,53 1,63,6 SemiSemi-artificiale-naturale za, della superficie e della tipologia degli usi del Sito Indice di Shannon Equiripartizione MeletoScarpata 8,980,40 60,82,7 SemiArtificiale-naturale diverse dal meleto risultano quasi assenti, se non suolo rilevati in ogni sito (Tab. 2.6 e Tab 2.7). Morgex 2,18 0,69 AltriCapezzagna frutteti 0,530,24 3,61,6 SemiArtificiale-artificiale per una piccola percentuale di altre specie fruttife- L’equiripartizione, variando tra 0 e 1, è l’indice di Montjovet 1,92 0,68 AltreMeleto colture 0,068,98 60,80,4 Artificiale re (pereti e noceti). più immediata interpretazione. Dal momento che Saint-Pierre 1,76 0,63 TotaleAltri frutteti 14,760,53 1003,6,0 Artificiale A differenza dei siti viticoli, quelli frutticoli erano per lo studio sono state appositamente scelte zone Donnas 1,23 0,53 Altre colture 0,06 0,4 Artificiale più simili tra loro per quanto riguarda la superficie agricole della Valle d’Aosta specializzate in viti- Saint-Denis 1,58 0,53 Totale 14,76 100,0 totale e la parte rappresentata dalle superfici ve- coltura o frutticoltura, non erano attesi dei valori Quart 1,55 0,47 getate, quelle coltivate e quelle a meleto (Tab. 2.5 di equiripartizione particolarmente alti. Ciò nono- Aymavilles 1,21 0,38 Tabella 2.5. Superficie campionata, con copertura e Fig. 2.3). Il sito di Villeneuve era quello con la vegetale, coltivata e coltivata a meleto stante, per alcuni siti viticoli (Morgex, Montjovet Arnad 0,97 0,32 in ciascuno dei 3 siti frutticoli. Totale 1,73 0,52 maggior proporzione di superficie coltivata (e in e Saint-Pierre), o frutticoli (Villeneuve e Gressan Tabella 2.5. Superficie campionata,Superficie (ha) con copertura particolare a meleto), mentre nel sito di Champlan Sito - La Tour) si sono calcolati dei valori assai eleva- vegetale,Campionata coltivata Vegetatae coltivata Coltivata a meleto Meleti si aveva la maggiore presenza di boschi e incolti in ciascuno dei 3 siti frutticoli. ti, in virtù di un mosaico ambientale ricco e fram- Tabella 2.7. Indici di Shannon e di equiripartizione Villeneuve 5,22 4,94 4,38 3,50 sull’insieme dell’area vegetata. Superficie (ha) mentato. Globalmente, ciò è confermato anche riferiti alla composizione del paesaggio GressanSito nei 3 siti frutticoli. La Tour Campionata4,42 Vegetata4,28 Coltivata3,42 2,53Meleti dagli indici di Shannon che, per i siti citati, sono 5,22 4,94 4,38 3,50 Sito Indice di Shannon Equiripartizione GressanVilleneuve risultati superiori a quelli riportati in letteratura ChGressanamplan 5,12 5,01 3,44 2,95 Villeneuve 2,00 0,63 La Tour 4,42 4,28 3,42 2,53 per ambienti con caratteristiche simili (Agnoletti Totale 14,76 14,23 11,23 8,98 Gressan 1,96 0,62 Gressan et al., 2011; Porte et al., 2012). La Tour Champlan 5,12 5,01 3,44 2,95 A titolo di esempio, si riporta un confronto tra Gressan 1,62 0,54 14,76 14,23 11,23 8,98 Champlan Totale l’uso del suolo nel sito di Aymavilles e in quello Totale 1,99 0,60 di Morgex (Fig. 2.4); per semplificare la lettura

dell’immagine, sono messi in evidenza solo i vi- Tabella 2.6. Indici di Shannon e di equiripartizione 100% riferiti alla composizione del paesaggio gneti (in viola) e le coperture vegetali spontanee. Il sito di Aymavilles appare quasi come un’unica macchia negli 8 siti viticoli. viola, mentre il sito di Morgex presenta una maggior diversità, legata all’alternanza tra il vigneto e gli TabellaSito 2.6. IndiciIndice di di Shannon Shannon e di equiripartizioneEquiripartizione Tabella 2.8. Rapporto tra la lunghezza dei muri a secco riferiti alla composizione del paesaggio ambienti non coltivati. e l’area campionata o l’area coltivata a vigneto Morgex 80% negli2,18 8 siti viticoli. 0,69 negli 8 siti viticoli, per collocazione geografica. Vegetata Montjovet Sito Indice 1,92di Shannon Equiripartizione0,68 Lunghezza dei muri Lunghezza dei muri Saint-Pierre 1,76 Coltivata0,63 a secco sull’area a secco sull’area Morgex 2,18 0,69 Zona campionata a vigneto DonnasMontjovet 1,231,92 0,530,68 60% Meleti (m/100 m2) (m/100 m2)

Superficie Saint-Denis 1,58 0,53 Saint-Pierre 1,76 0,63 Alta Valle Quart 1,55 0,47 2,8 5,7 Donnas 1,23 0,53 Media Valle Aymavilles 1,21 0,38 1,8 2,4 Saint-Denis 1,58 0,53 Bassa Valle 13,6 20,8 40% ArnadQuart 0,971,55 0,320,47 Totale 1,73 0,52 Aymavilles 1,21 0,38 Arnad 0,97 0,32

20% Totale 1,73 0,52 Tabella 2.9. Ripartizione delle superfici in funzione delle Villeneuve Gressan LT Gressan Ch forme di allevamento osservate negli 8 siti viticoli.

Superficie Forma di allevamento ha % Figura 2.3. Proporzione della superficie con copertura vegetale, di quella coltivata e di quella dei meleti V6 - Aymavilles V8 - Morgex Figura 2.3. Proporzionesul totale della della superficie superficie indagata con copertura nei 3 siti vegetale, frutticoli di . quella coltivata Alberello 0,68 2,0 e di quella dei meleti sul totale della superficie indagata nei 3 siti frutticoli. Figura 2.4. Ripartizione dei vigneti (in viola)Pergola e degli ambienti non coltivati 7,82 22,5 (in verde scuro il bosco, in giallo gli incolti, in grigio gli ambienti ruderali) in due siti di studio. Filare 26,25 75,5

Totale 34,75 100,0

Tabella 2.10. Ripartizione delle superfici a vigneti, per forma di allevamento della vite, Pietre nelle diverse zone della Valle d’Aosta. 40AltaUso del suolo e pratiche agronomiche nei siti di studio Uso del suolo e pratiche agronomiche nei siti di studio 41 Valle Forma di allevamento della vite (ha) Forma di allevamento della vite (%) Zona Cemento Alberello Filare Pergola Totale Alberello Filare Pergola Totale Bassa Valle 0,12 1,69 5,45 7,26 1,6 23,3 75,1 100,0 Media Media Valle 0,56 24,08 0,01 24,66 2,3 97,7 0,0 100,0 Valle Alta Valle 0,00 0,48 2,36 2,84 0,0 16,8 83,2 100,0

Bassa Valle

0 5 10 15 20 Km

Figura 2.5. Lunghezza dei diversi tipi di muro, negli 8 siti viticoli, per collocazione geografica.

Tabella 2.7. Indici di Shannon e di equiripartizione Tabella 2.7. Indici di Shannon e di equiripartizione riferiti alla composizione del paesaggio riferiti alla composizione del paesaggio nei 3 siti frutticoli. nei 3 siti frutticoli.

Sito Indice di Shannon Equiripartizione Sito Indice di Shannon Equiripartizione Villeneuve 2,00 0,63 Villeneuve 2,00 0,63 Gressan Gressan 1,96 0,62 La Tour 1,96 0,62 La Tour Gressan Gressan 1,62 0,54 Champlan 1,62 0,54 Champlan Totale 1,99 0,60 Totale 1,99 0,60

100% Tabella 2.8. Rapporto tra la lunghezza dei muri a secco Tabella 2.8. Rapporto tra la lunghezza dei muri a secco 2.3.1. Sistemazioni del terreno 2.3.2.e l’area Forma campionata di o allevamentol’area coltivata a vigneto e l’area campionata o l’area coltivata a vigneto negli 8 siti viticoli, per collocazione geografica. negli 8 siti viticoli, per collocazione geografica.

Dal momento che gran parte del territorio valdostano è acclive, la maggior80% parte degli interventi di sistema- La Vegetata forma di allevamento è uno schema geometrico che viene dato alla singola pianta per regolarne lo Lunghezza dei muri Lunghezza dei muri Lunghezza dei muri Lunghezza dei muri zione del terreno sono finalizzati a rendere coltivabili le aree in forte pendenza. A seconda della natura del sviluppoColtivata vegetativo.a secco L’adozione sull’area dia seccouna formasull’area d’allevamento ha molteplicia secco scopi: sull’area equilibrare a secco il sull’area rapporto Zona Zona suolo, della pendenza e delle modalità operative di coltivazione, nelle aree indagate sono stati individuati i fra apparato vegetativocampionata e apparato riproduttivo,a vigneto adattare la pianta alle condizionicampionata d’illuminazione, a vigneto offrire 60% Meleti 2 2 (m/100 m2) (m/100 m2) seguenti interventi: Superficie un’adeguata aerazione(m/100 della m ) chioma, (m/100facilitare m ) le operazioni colturali. Alta Valle 2,8 5,7 - nessuna sistemazione del terreno; LeAlta forme Valle d’allevamento2,8 rilevate nelle 11 5,7aree valdostane sono state: Media Valle 1,8 2,4 Media Valle 1,8 2,4 - ciglioni; 40% - forme in volume: alberello nei vigneti, a vaso nei meleti; Bassa Valle 13,6 20,8 Bassa Valle 13,6 20,8 - terrazze. - forme in parete: piante in filari;

Nei ciglioni i ripiani sono raccordati da scarpate inerbite, mentre nelle terrazze sono sostenuti da muri in - pergolati. pietra o in cemento. 20% Villeneuve Gressan LT Gressan Ch Le terrazze, i cui muri svolgono sia una funzione di sostegno, sia una funzione di delimitazione dei confini NeiTabella vigneti 2.9. Ripartizionel’alberello stadelle scomparendo superfici in funzione e viene delle man Tabella 2.9. Ripartizione delle superfici in funzione delle forme di allevamento osservate negli 8 siti viticoli. forme di allevamento osservate negli 8 siti viticoli. tra appezzamenti, sono presenti in tutte le aree campionate, mentre la sistemazioneFigura 2.3. Proporzione del terreno della superficie con ciglioni con copertura vegetale, di quella coltivata e di quella deimano meleti sostituito dal filare, che occupa i 3/4 della su-

è stata rilevata quasi esclusivamente nel sito di Saint-Denis. sul totale della superficie indagata nei 3 siti frutticoli. perficie indagata (Tab. 2.9) e che, Superficienelle vigne della Superficie Forma di allevamento Forma di allevamento ha % ha % Nelle 8 aree a vigneto, in 50 ha campionati, la lunghezza totale dei muri supera i 30 km; di questi, il 75% media Valle, è la forma di allevamento praticata in Alberello Alberello 0,68 2,0 sono muri a secco, quindi più interessanti dei muri in cemento, sia dal punto di vista naturalistico che pae- quasi tutte le superfici (Tab. 2.10).0,68 La pergola,2,0 no- saggistico. nostantePergola limiti gli accessi e la meccanizzazione7,82 22,5 di Pergola 7,82 22,5 Filare 26,25 75,5 I muri a secco sono presenti in tutti i siti, ma sono più alcuneFilare operazioni colturali, occupa26,25 ancora una75,5 su - abbondanti in quelli della bassa Valle (Fig. 2.5). Per perficieTotale non trascurabile: essa è largamente34,75 100,0 maggio - Totale 34,75 100,0 ritaria nei siti della bassa Valle e a Morgex, che sono fare un esempio, nel sito di Donnas ne sono stati mi- Alta Pietre Valle anche le aree viticole in cui maggiore è la presenza dei terrazzamenti (cfr. Schede dei siti nel Capitolo 2). surati 9 km di lunghezza totale. Nei 4 siti della media Cemento Valle i muri in cemento hanno sostituito, in parte, dei Tabella 2.10. Ripartizione delle superfici a vigneti, per forma di allevamento della vite, muri a secco, mentre a Morgex (unico sito dell’alta Tabella 2.10. Ripartizione delle superfici a vigneti, per forma di allevamento della vite, Media nelle diverse zone della Valle d’Aosta. nelle diverse zone della Valle d’Aosta.

Valle) i muri in pietra sono ancora largamente pre- Valle Forma di allevamento della vite (ha) Forma di allevamentoForma di allevamento della vite (%) della vite (ha) Forma di allevamento della vite (%) valenti. Tabella 2.7. Indici di Shannon e di equiripartizione Zona Zona Filare Pergola Totale AlberelloFilare FilarePergola PergolaTotale Totale Alberello Filare Pergola Totale riferiti alla composizione del paesaggio Alberello Alberello Bassa nei 3 siti frutticoli. Bassa Valle 0,12 1,69 5,45 7,26Bassa Valle1,6 0,1223,3 1,6975,1 5,45100,0 7,26 1,6 23,3 75,1 100,0 La presenza dei muri a secco nei siti della bassa Valle Media Valle Sito ValleIndice di Shannon Equiripartizione Media Valle 0,56 24,08 0,01 24,66 2,3 0,5697,7 24,080,0 0,01100,0 24,66 2,3 97,7 0,0 100,0 è notevole sia in termini assoluti – 15 km di muri in Villeneuve 2,00 0,63 Alta Valle 0,00 0,48 2,36 2,84Alta Valle0,0 0,0016,8 0,4883,2 2,36100,0 2,84 0,0 16,8 83,2 100,0 pietra – sia in termini relativi, in quanto sono stati Gressan 0 5 10 15 20 2 La Tour 1,96 0,62 misurati circa 14 m lineari di muro ogni 100 m di Km area campionata e ben 21 m ogni 100 m2 di vigneto Gressan 1,62 0,54 Champlan Nei meleti, oltre agli impianti specializzati con forma di allevamento in volume (fusetto) e disposizione (Tab. 2.8). FiguraFigura 2.5. 2 .Lunghezza5. Lunghezza dei diversi diversi tipi tipi di muro, di muro, Totale negli 8 siti1,99 viticoli, per collocazione geografica.0,60 delle piante in filari, si sono rilevati anche dei frutteti più estensivi condotti a prato arborato. Si tratta di Una particolarità del sito di Morgex è la presenza, ol- negli 8 siti viticoli, per collocazione geografica. tre ai muri a secco, di numerosi ed estesi ammassi di impianti a bassa densità di meli, in forma libera ad alto fusto, su un suolo coperto da una cotica erbosa Tabella 2.11. Ripartizione delle superfici in funzione della pietre (le cosiddette meurdzëre), accumulate nei ripe- forma di allevamento, nei 3 siti frutticoli. permanente, utilizzata come prato-pascolo. Nella tuti interventi di spietramento delle superfici. L’insie- Tabella 2.8. Rapporto tra la lunghezza dei muri a secco Forma di allevamento del melo frutticoltura più specializzata, i prati arborati sono (ha) me di questi cumuli e dei muretti a secco misura 9 m e l’area campionata o l’area coltivata a vigneto Sito 2 negli 8 siti viticoli, per collocazione geografica. man mano sostituiti dai filari, che infatti occupano Prato lineari ogni 100 m di vigneto. Filare Totale arborato Lunghezza dei muri Lunghezza dei muri più della metà dei meleti oggetto d’indagine (Tab. a secco sull’area a secco sull’area Villeneuve 3,14 0,35 3,50 Zona 2.11), ma in alcune zone questo tipo di impianto si La presenza di muri nei meleti è molto inferiore: ne campionata a vigneto Gressan - La Tour 0,71 1,82 2,53 2 2 è ancora mantenuto. Villeneuve risulta essere il sito sono stati misurati circa 1.500 m sui 14,8 ha totali (m/100 m ) (m/100 m ) Gressan - Champlan / 2,95 2,95 più estensivo, in cui la maggior parte dei meli sono campionati. Anche in questo caso, si tratta soprattutto Alta Valle 2,8 5,7 Totale 3,86 5,12 8,98 ancora allevati a prato arborato; a La Tour di Gres- di muri a secco (71%). Media Valle 1,8 2,4 san i meleti in filare stanno man mano sostituendo i Bassa Valle 13,6 20,8 vecchi impianti mentre a Champlan tutti i meleti sono allevati in filare (Fig. 2.6). Tabella 2.12. Ripartizione delle superfici in funzione dell’orientamento dei filari negli 11 siti di studio.

Tabella 2.9. Ripartizione delle superfici in funzione delle Orientamento Vigneti Meleti forme di allevamento osservate negli 8 siti viticoli. dei filari ha % ha % Superficie Forma di allevamento 15,45 58,8 0,44 8,7 ha % Girapoggio Rittochino 10,81 41,2 4,68 91,3 Alberello 0,68 2,0 Totale 26,25 100,0 5,12 100,0 Pergola 7,82 22,5 Filare 26,25 75,5 42 Uso del suolo e pratiche agronomiche nei siti di studioTotale 34,75 100,0 Uso del suolo e pratiche agronomiche nei siti di studio 43 Tabella 2.13. Ripartizione delle tecniche di gestione delle infestanti nelle superfici studiate negli 8 siti viticoli.

Gestione Superficie delle infestanti ha % Tabella 2.10. Ripartizione delle superfici a vigneti, per forma di allevamento della vite, Agronomica nelle diverse zone della Valle d’Aosta. 9,34 27,9 Integrata 12,22 36,4 Forma di allevamento della vite (ha) Forma di allevamento della vite (%) Zona Chimica 11,99 35,7 Alberello Filare Pergola Totale Alberello Filare Pergola Totale Totale 33,55* 100,0 Bassa Valle 0,12 1,69 5,45 7,26 1,6 23,3 75,1 100,0 *A questi si aggiungono 1,20 ha di vigneti abbandonati Media Valle 0,56 24,08 0,01 24,66 2,3 97,7 0,0 100,0 Alta Valle 0,00 0,48 2,36 2,84 0,0 16,8 83,2 100,0

Tabella 2.14. Ripartizione delle tecniche di gestione delle infestanti nelle superfici studiate nei 3 siti frutticoli.

Gestione Superficie delle infestanti ha % Agronomica 6,05 68,1% Integrata 2,83 31,9% Chimica 0,00 0,0% Totale 8,88 100,0%

2.3.4. Gestione delle infestanti 100% Gli interventi di gestione delle infestanti hanno l’obiettivo di ridurre o eliminare la competizione per acqua, nutrienti e luce tra la specie coltivata e la vegetazione spontanea. 80% Le diverse tecniche rilevate nelle aree di studio possono essere raggruppate in tre categorie. 1) Gestione agronomica: assenza di diserbo chimico edTabella interventi 2.11 .di Ripartizione tipo meccanico delle superfici come lavorazione in funzione della del suolo, sfalcio, pacciamatura. forma di allevamento, nei 3 siti frutticoli. 60% Prato arborato 2) Gestione chimica: diserbo chimico sull’intero appezzamento; generalmenteForma i viticoltori di allevamento intervengono del melo in

Superficie (ha) Filare Sito primavera con prodotti a base di glifosate, erbicida disseccante non selettivoPrato e non residuale. 40% Filare Totale 3) Gestione integrata: combinando le due precedenti tecniche di controllo dellaarborato flora spontanea, il diserbo chimico è localizzato intorno alla base della pianta arborea,Villeneuve mentre la restante3,14 superficie 0,35 è diserbata3,50 con 20% metodi meccanici. Se l’appezzamento è disposto inGressan filari, -il La diserbo Tour chimico0,71 interessa1,82 solo il2,53 terreno Gressan - Champlan sotto il filare, mentre l’interfilare rimane inerbito. / 2,95 2,95 Totale 3,86 5,12 8,98 0% La scelta tra le diverse tecniche viene effettuata soprattutto in funzione dei costi, dell’efficacia dell’inter- Villeneuve Gressan LT Gressan Ch vento, della possibilità di meccanizzazione delle operazioni, dei tempi di lavoro, nonché dalle prescrizioni

Tabella 2.11. Ripartizione delle superfici in funzione della legate all’erogazione dei contributi agroambientali, nel quadro del Programma di Sviluppo Rurale. Figura 22.6..6. Ripartizione delle superfici in in funzione funzione della della forma formaforma di di allevamento, allevamento,di allevamento, nei nei 3 nei 3siti siti 3 frutticoli sitifrutticoli. frutticoli.. Nei vigneti oggetto d’indagine si è osservata una minore diffusioneTabella 2.12 del. Ripartizione diserbo meccanico delle superfici rispetto in funzione a quello 100% Forma di allevamento del melo dell’orientamento dei filari negli 11 siti di studio. chimico, localizzato o di pieno campo (Tab. 2.13). Il diserbo chimico sull’intera superficie del vigneto è più (ha) Sito Vigneti Meleti 2.3.3. Orientamento dei filari Prato diffuso nella media Valle, in particolare ad Aymavilles e Saint-Pierre,Orientamento dove interessa il 60% della superficie 80% Filare Totale indagata; nella bassa Valle prevale la gestione agronomica, mentredei filari a Saint-Denis,ha Quart% e Morgexha è ampia% - A seconda100% della pendenza del terreno, i filari possono essere collocati: arborato - in piano; Villeneuve 3,14 0,35 3,50 mente praticato il controllo integrato delle infestanti (Fig.Girapoggio 2.8). 15,45 58,8 0,44 8,7 Gressan - La Tour 0,71 1,82 2,53 Rittochino 10,81 41,2 4,68 91,3 - a girapoggio,60% ossia disposti lungo le linee di livello; 80% Prato arborato Totale 26,25 100,0 5,12 100,0 - a rittochino, ossia sono disposti lungo la massima pendenza.Gressan - Champlan / 2,95 2,95

Superficie Totale 3,86 5,12 8,98 Nei terreni in pendenza, la disposizione dei filari influenza la vulnerabilità del suolo all’erosione,Filare che ri- 40% sulta maggiore60% nel rittochino, l’ombreggiamento delle piante (maggiore nella disposizione a girapoggio,

Superficie Girapoggio considerando anche l’esposizione a sud della maggior parte dei vigneti studiati) e l’effettuazione di alcune Rittochino Tabella 2.13. Ripartizione delle tecniche di gestione delle operazioni20%40% colturali, che risultano più agevoli nei fi- infestanti nelle superfici studiate negli 8 siti viticoli. Tabella 2.12. Ripartizione delle superfici in funzione lari disposti a rittochino. dell’orientamento dei filari negli 11 siti di studio. Gestione Superficie delle infestanti ha % 0% Orientamento Vigneti Meleti 20% Agronomica 9,34 27,9 Tra i vigneti disposti Villeneuvein filare, la disposizioneGressan a gira -LT dei filariGressan Chha % ha % Integrata 12,22 36,4 poggio prevale su quella a rittochino, soprattutto in Girapoggio 15,45 58,8 0,44 8,7 0% Chimica 11,99 35,7 bassa Valle (Tab. 2.12 e Fig. 2.7). Nei meleti, invece, Rittochino 10,81 41,2 4,68 91,3 Figura 2.6. RipartizioneBassa Valle delle superfici inMedia funzione Valle della forma di allevamento,Alta Valle nei 3 siti frutticoli. Totale 33,55* 100,0 quasi tutti i filari sono disposti a rittochino. Totale 26,25 100,0 5,12 100,0 *A questi si aggiungono 1,20 ha di vigneti abbandonati

Figura 2.7. Ripartizione delle superfici in funzio ne dell’orientamento dei filari negli 8 siti viticoli, per collocazione geografica. 100% 100%

Tabella 2.13. Ripartizione delle tecniche di gestione delle Tabella 2.14. Ripartizione delle tecniche di gestione delle infestanti nelle superfici studiate negli 8 siti viticoli. infestanti nelle superfici studiate nei 3 siti frutticoli. 80% 80% Gestione Superficie Superficie delle infestanti ha % Gestione delle infestanti ha Agronomica% 60% Agronomica 9,34 27,9 60% Agronomica 6,05 68,1% Superficie Integrata 12,22 Girapoggio36,4 Integrata Integrata 2,83 31,9% Chimica 11,99 Rittochino35,7 Superficie 40% Chimica 40% Totale 33,55* 100,0 Chimica 0,00 0,0% *A questi si aggiungono 1,20 ha di vigneti abbandonati Totale 8,88 100,0% 20% 20%

0% 0% Tabella 2.14. Ripartizione delle tecniche di gestione delle Donnas Arnad St-Denis Quart Aymavilles St- Morgex Bassa Valle Media Valle infestanti nelleAlta superfici Valle studiate nei 3 siti frutticoli. Montjovet Pierre Gestione Superficie delle infestanti Figura 2.7. RipartizioneFigura delle 2superfici.7. Ripartizione in funzione delle dell’orientsuperficiamento in funzio deine filari dell’orientamento negli 8 siti viticoli, dei hafilari per collocazione %geografica. FiguraFigura 22.8..8. RRipartizioneipartizione delledelle tecnichetecniche didi gestionegestione delledelle infestanti infestanti inin quattroquattro zonezone viticoleviticole delladella ValleValle d’Aostad’Aosta.. negli 8 siti viticoli, per collocazioneAgronomica geografica. 6,05 68,1% Integrata 2,83 31,9% Chimica 0,00 0,0% 100% 44 Uso del suolo e pratiche agronomiche nei siti di studio Uso del suolo e pratiche agronomiche nei siti di studio 45 Totale 8,88 100,0% 80%

Agronomica 60% Integrata

Superficie 40% Chimica

20%

0% Pergola Rittochino Girapoggio

Figura 2.9. Ripartizione delle tecniche di gestione delle infestanti in funzione delle forme di allevamento negli 8 siti viticoli.

100%

80%

Tabella 2.11. Ripartizione delle superfici Agronomicain funzione della 60% forma di allevamento, nei 3 siti frutticoli. Integrata Forma di allevamento del melo (ha)

Superficie 40% Sito Chimica Prato Filare Totale arborato 20% Villeneuve 3,14 0,35 3,50 Gressan - La Tour 0,71 1,82 2,53 Si è osservato che la tecnica di gestione delle infestanti variaGressan anche - Champlan in relazione alla/ forma2,95 di allevamento2,95 2.4. Bibliografia (Fig. 2.9). Nelle0% pergole prevale il controllo agronomico,Totale mentre il ricorso al 3,diserbo86 chimico,5,12 esclusivo8,98 Donnas Arnad St-Denis Quart Aymavilles St- Morgex o in gestione integrata, predomina nei vigneti allevati in filare, nei quali le operazioni colturali possono Montjovet Pierre Agnoletti M., Cargnello G., Gardin L., Santoro A., Bazzoffi P., Sansone L., Pezza L., Belfiore N., 2011. essere più facilmente meccanizzate. Tuttavia, vale la pena di sottolineare che la maggior parte dei vigneti Traditional landscape and rural development: comparative study in three terraced areas in northern, central a rittochino, più soggetti ai rischi di erosione del suolo, è inerbita, su tutta la superficie (12%) o almeno Figura 2.8. Ripartizione delle tecniche di gestione delle infestanti in quattro zone viticole della Valle d’Aosta. and southern to evaluate the efficacy of GAEC standard 4.4 of cross compliance. Italian Journal of nell’interfilare (58%). Tabella 2.12. Ripartizione delle superfici in funzione dell’orientamento dei filari negli 11 siti di studio. Agronomy; 6(s1):e16, 121-139. Disponibile su:

Orientamento Vigneti Meleti scape_IJA.pdf> (consultato il 17/11/2015). 100% dei filari ha % ha % Altieri M. A., Nicholls C. I., Ponti L., 2003. Biodiversità e controllo dei fitofagi negli agroecosistemi. Ac- Girapoggio 15,45 58,8 0,44 8,7 cademia Nazionale Italiana di Entomologia, 223 p. 80% Rittochino 10,81 41,2 4,68 91,3 26,25 100,0 5,12 100,0 Totale Farina A., 2003. Ecologia del paesaggio. Principi, metodi e applicazioni. UTET Libreria, 673 p. Agronomica 60% Integrata Porte B., Rochard J., van Helden M., Guenser J., Fulchin E., 2012. GIS for planning conservation actions in viticulture landscapes. IOBC/wprs Bulletin, edited by: John Holland, Bärbel Gerowitt, Oscar Alomar,

Superficie 40% Tabella 2.13. Ripartizione delle tecniche Chimicadi gestione delle Felix Bianchi, Lisa Eggenschwiler, Maarten van Helden, Camilla Moonen, Hans-Michael Poehling and infestanti nelle superfici studiate negli 8 siti viticoli. Walter Rossing, Vol. 75: 155-159. Disponibile su: (consultato il 17/11/2015). Agronomica 9,34 27,9 Integrata 12,22 36,4 0% Pergola RittochinoChimica Girapoggio11,99 35,7 Totale 33,55* 100,0 * A questi si aggiungono 1,20 ha di vigneti abbandonati

Figura 2.9. Ripartizione delleFigura tecniche 2.9 di. R gestioneipartizione delle delle infestanti tecniche in difunzione gestione delle delle forme infestanti di allevamento negli 8 siti viticoli. in funzione delle forme di allevamento negli 8 siti viticoli.

Per quanto riguarda le aree a meleto, non è stato Tabella 2.14. Ripartizione delle tecniche di gestione delle rilevato il ricorso al diserbo chimico totale e, in ge- infestanti nelle superfici studiate nei 3 siti frutticoli. nerale, prevale la gestione agronomica (Tab. 2.14). Gestione Superficie Nel sito di Villeneuve, dove il 97% dei meleti è al- delle infestanti ha % levato a prato arborato, la cotica erbosa è sfalciata, Agronomica 6,05 68,1% mentre nei due siti di Gressan, in cui sono presenti Integrata 2,83 31,9% meleti specializzati, la metà della superficie è ge- Chimica 0,00 0,0% stita con metodo integrato (Fig. 2.10). Totale 8,88 100,0%

100%

80%

60% Agronomica

Superficie Integrata 40%

20%

0% Villeneuve Gressan LT Gressan Ch

Figura 2.10.2.10. RipartizioneRipartizione delle tecniche di gestione delle infestanti nei 3 siti frutticoli.frutticoli.

46 Uso del suolo e pratiche agronomiche nei siti di studio Uso del suolo e pratiche agronomiche nei siti di studio 47 Capitolo 3 Studio floristico- vegetazionale

Maurizio Bovio Laura Poggio 3.1 Obiettivi Lo studio è stato svolto nel triennio 2006-2008 ed ha avuto come scopo la caratterizzazione floristica dei vigneti e frutteti della Valle d’Aosta, utilizzando 11 aree campione (8 vigne e 3 meleti) scelte in modo da rappresentare diverse situazioni geografiche, climatiche ed ecologiche della regione. La caratterizzazione floristica, oltre a rappresentare già per se stessa una finalità dello studio attraverso il censimento delle entità presenti e la loro abbondanza, può fornire anche utili informazioni di carattere eco- logico dei diversi siti studiati che, per alcuni aspetti (ad es. continentalità, temperatura ecc.) possono essere estese all’intero settore della regione in cui sono posti. Infatti, molte specie della flora spontanea sono in- dicatori in grado di dare precise informazioni ecologiche su un sito, dalla qualità dell’ambiente (mediante, ad esempio, l’analisi della diffusione delle specie esotiche), alle caratteristiche del substrato (attraverso la presenza/assenza di specie calcifile o calcifughe, nitrofile, serpentinicole ecc.), alle caratteristiche clima- tiche del territorio o microclimatiche dell’area in cui compaiono (presenza di specie xerofile, termofile, sciafile ecc.). L’analisi globale della flora che cresce nei coltivi campione e ai loro margini, permette di dare informazioni ancora più precise rispetto a quelle fornite da un gruppo ristretto di specie indicatrici. Lo studio floristico è inoltre parallelo a quello entomologico che avviene nelle stesse aree campione; sulla base dell’intimo legame esistente tra entomofauna e flora, il relativo censimento potrà proporre future ana- lisi sui rapporti esistenti tra queste due componenti in vigne e frutteti della Valle d’Aosta.

3.2 Metodologia Compiuti i sopralluoghi preliminari con i tecnici dell’I.A.R allo scopo di individuare i vigneti e i meleti da campionare e delimitate le rispettive aree di rilevamento, si è proceduto alla compilazione delle schede di campagna utilizzate nel censimento floristico per registrare gli habitat presenti in ciascun sito e per rilevare, in ciascun habitat, la presenza e l’abbondanza delle entità floristiche. Nel rilievo floristico sono stati utiliz- zati i seguenti valori: 0 = specie assente 1 = specie presente 2 = specie poco abbondante 3 = specie abbondante 4 = specie molto abbondante Per poter ottenere dei censimenti il più possibile completi, nelle vigne i rilievi floristici sono stati ripetuti tre volte (primavera, estate, autunno), nei meleti due sole volte (primavera e autunno), per un totale di 30 rilievi compiuti nel triennio 2006-2008 (Tab. 3.1).

Studio floristico-vegetazionale 51 Tabella 3.1. Calendario dei rilevamenti floristici. 3.3 Risultati Vigneti Meleti Codice Sito Data Codice Sito Data 3.3.1. Ambienti V1 M1 Donnas 21/04/2006 Villeneuve 07/05/2008 I 54 ambienti standardizzati riportati nella scheda di rilevamento sono presentati nella Tabella 3.2 e com- 26/06/2006 17/09/2008 prendono: 12/09/2006 M2 Gressan, La Tour 08/05/2008 • 25 ambienti naturali e seminaturali, di cui 10 ruderali (includendo anche bordi di strade, sentieri e corsi V2 Arnad 27/04/2007 02/10/2008 d’acqua), 5 di prateria, 2 di boschi, 2 di arbusteti, 3 di detriti naturali, 3 di rupi; 21/07/2007 M3 Gressan, Champlan 19/05/2008 08/10/2007 08/10/2008 • 5 ambienti agricoli diversi da vigne e meleti; V3 Montjovet 02/05/2006 • 20 ambienti di vigneto, che includono le capezzagne e differenziano la zona sotto il filare e quella tra i 17/06/2006 filari, poiché sono spesso gestite in modo differente, in particolare per quanto riguarda il controllo della 06/10/2006 flora avventizia; V4 Saint-Denis 08/05/2007 • 4 ambienti di meleto, nei quali non si è differenziato tra filari, interfilari, capezzagne ecc. perché i rispet- 03/08/2007 tivi confini non erano nettamente definiti, costituendo essi in realtà un unico continuo. 24/10/2007 V5 Quart 12/05/2007 Tabella 3.2. Ambienti presenti nella scheda di rilevamento. 10/08/2007 Ambienti naturali e seminaturali Vigneti 04/10/2007 Rupe silicea Interpergola diserbato V6 Aymavilles 18/05/2007 Rupi Rupe calcarea o calcescisti inerbito 28/07/2007 Rupe di pietre verdi Pergola Sottopergola diserbato 10/10/2007 inerbito Per le analisi di tipo ecologico sono stati scelti gli Detrito siliceo V7 Saint-Pierre 13/05/2006 Capezzagna Indici di Landolt et al. (2010) che permettono di Detriti 03/07/2006 naturali Detrito calcareo o di calcescisti Interfilare diserbato 28/09/2006 ottenere informazioni su parametri climatici quali Detrito di pietre verdi inerbito V8 Morgex 27/05/2006 temperatura, continentalità e luce, e su parametri Bosco o boschetto naturale Filare a rittochino Sottofilare diserbato pedologici quali umidità, reazione (pH), tenore in Boschi 08/07/2006 Bosco o boschetto seminaturale inerbito 26/10/2006 nutrienti, tenore in humus e aerazione del suolo. Siepe, margine boschivo Capezzagna Arbusteti Interfilare diserbato Cespuglieto inerbito Cumulo di pietre Filare a ciglione Sottofilare diserbato Muro a secco inerbito Muro di pietra Capezzagna Muro di cemento Interfilare diserbato Ambienti Ruderi inerbito ruderali Macerie/discarica Filare a girapoggio Sottofilare diserbato inerbito Concimaia Capezzagna Strada e suo bordo o scarpata Meleti Sentiero e suo bordo Diserbato Prato arborato Canale e suo bordo Inerbito Prato-pascolo Diserbato Meleto a filare Pascolo Inerbito Prateria abbandonata Prateria xerica Praterie Prateria umida Ambienti agricoli Vigneto abbandonato Frutteto abbandonato Ambienti agricoli Orto Campo di patate Foto: S. Seinera Seminativo

2 52 Studio floristico-vegetazionale Studio floristico-vegetazionale 53

2 A conclusione dei rilevamenti compiuti negli 8 vigneti e nei 3 meleti, in ciascuna area campione sono state Vigneti di Aymavilles rilevate le tipologie di ambienti riportate in Tab. 3.3. Quasi tutte le vigne sono coltivate a ciglione (tranne quelle più alte, a rittochino), con interfilare diserbato. Per un’analisi dettagliata dell’uso del suolo, si rimanda al Capitolo 2. In questa sede, tuttavia, vale la pena Nel sopralluogo primaverile, Hordeum murinum e Galium spurium sono stati rilevati eccezionalmente ab- di sottolineare che in tutti i siti campionati sono numerosi gli ambienti naturali e seminaturali, confinanti o bondanti negli interfilari. Alcuni vigneti, nelle zone di più recente impianto, sono irrigati. Il sito comprende intercalati alle parcelle coltivate. anche alcuni prati coltivati (Arrhenatheretum) e alcuni meleti, con meli allevati a vaso. Nell’area campione sono stati censiti 20 ambienti: 9 naturali e seminaturali, 9 di vigneto, 2 di meleto. Tabella 3.3. Ambienti rilevati nelle aree campione.

Ambienti naturali Ambienti Ambienti Vigneti di Saint-Pierre Sito Ambienti agricoli e seminaturali di vigneto di meleto Le viti sono coltivate a filari, disposti sia a rittochino sia a girapoggio, con terreno quasi sempre completa- Vigneti mente diserbato. L’uso di diserbanti chimici è assai diffuso, così come il diserbo meccanico (lavorazione Donnas 17 3 7 - terreno). Sono rari gli appezzamenti in cui si pratica lo sfalcio dell’erba, quasi sempre con decespugliatore. Arnad 11 1 13 - Nell’area campione sono stati censiti 22 ambienti: 11 naturali e seminaturali, 1 agricolo, 10 di vigneto. Montjovet 10 2 10 - Saint-Denis 11 1 11 - Vigneti di Morgex Quart 13 1 10 - Tanto i vigneti, allevati per lo più a pergola e sempre inerbiti, quanto le restanti zone con copertura erbacea Aymavilles 9 - 9 2 la cotica è stata falciata più volte nel corso della stagione. Conseguentemente, nel sopralluogo autunnale è Saint-Pierre 11 1 10 - stato evidenziato un notevole ricaccio vegetativo con presenza di specie anche a fioritura primaverile. Morgex 12 1 10 - Nell’area campione sono stati censiti 23 ambienti: 12 naturali e seminaturali, 1 agricolo, 10 di vigneto. Meleti Meleti di Villeneuve Villeneuve 13 - - 2 Vi sono meleti a filare, ma sono molto diffusi i prati arborati, con poche piante allevate a vaso, tra loro assai Gressan, La Tour 12 1 - 2 Gressan, Champlan 11 - - 1 distanti. Tutti i frutteti sono inerbiti e sottoposti a un taglio periodico dell’erba. Nel corso dei sopralluoghi non è stato rilevato alcun diserbo chimico. Nell’area campione sono stati censiti 15 ambienti: 13 naturali e seminaturali, 2 di meleto. Vigneti di Donnas Nel sito è dominante la coltivazione della vite a pergola. Per il controllo della flora infestante sotto le Meleti di Gressan, La Tour pergole viene adottatoTabella prevalentemente 3.4. Specie rilevate il diserbo con maggior chimico, frequenza ma nelanche corso la dei lavorazione censimenti. del terreno (diserbo I meleti in filare, allevati prevalentemente a rittochino, stanno man mano sostituendo i vecchi impianti meccanico) o il taglio dell’erba conEntità il decespugliatore. Autoctone/Esotiche costituiti da prati arborati. Con ciò cambia anche il sistema di gestione dei frutteti: dai meleti inerbiti con TrifoliumNell’area pratensecampione L. sono subsp. stati pratense censiti 27 ambienti: 17 naturali e seminaturali, 3 agricoli,autoctona 7 di vigneto. sfalcio periodico e irrigazione a pioggia, si passa a quelli diserbati sulla fila dotati di impianti di irrigazione a goccia. PlantagoVigneti di lanceolata Arnad L. autoctona Nell’area campione sono stati censiti 15 ambienti: 12 naturali e seminaturali; 1 agricolo; 2 di meleto. MedicagoQuasi tutti sativa i vigneti L. sono sistemati a ciglione, con viti disposte a filare; pochi, conalloctona piante dubbiamolto vecchie, Silenesono allevati latifolia a subsp.pergola. alba Gli (Mill.) interfilari Greuter sono & per Burdet lo più inerbiti e l’erba è tagliata tardivamente,autoctona per lo più col Meleti di Gressan, Champlan Chenopodiumdecespugliatore. album Durante L. s.l. il rilievo condotto in primavera si è notato un minor numero d’interventiautoctona colturali I meleti sono tutti coltivati a filare, il sottofilare è per lo più diserbato con un prodotto disseccante e l’inter- Sedumrispetto album agli altri L. subsp.siti. album autoctona filare è inerbito. L’erba tagliata è spesso lasciata sul posto. ErigeronNell’area canadensis campione sono L. stati censiti 25 ambienti: 11 naturali e seminaturali, 1 agricolo,esotica 13 neofita di vigneto. Nell’area campione sono stati censiti 12 ambienti: 11 naturali e seminaturali, 1 di meleto. Taraxacum sect. Ruderalia Kirschner & al. autoctona ConvolvulusVigneti di Montjovet arvensis L. autoctona ViolaLe viti arvensis sono coltivate Murray soprattuttosubsp. arvensis a pergola, ma anche a filare, sempre con terreno inerbito.autoctona L’uso di diser- Artemisiabanti chimici vulgaris sembra L. assente mentre il diserbo meccanico (lavorazione terreno) è assaiautoctona ridotto; il controllo 3.3.2. Censimento floristico Polygonumdella flora avicularespontanea aggr.è praticato con lo sfalcio dell’erba, sovente con decespugliatore. autoctona Negli 11 siti campione sono state rilevate 529 entità floristiche. La lista completa è presentata nell’Allegato HordeumNell’area murinumcampione L. sono subsp. stati murinum censiti 22 ambienti: 10 naturali e seminaturali, 2 agricoli,autoctona 10 di vigneto. 3.1, in cui sono riportate tutte le entità per le quali si è arrivati a un’identificazione certa. Per la nomencla- Trifolium repens L. subsp. repens autoctona Vigneti di Saint-Denis tura si è fatto riferimento a Bovio (2014). ArtemisiaQuasi tutti absinthium i vigneti sono L. a rittochino, con diserbo chimico sull’intera superficie; soloautoctona negli appezzamenti Dactylis glomerata L. subsp. glomerata autoctona più alti si attua una combinazione tra il diserbo chimico del sottofilare e l’inerbimento dell’interfilare. Di- Le 529 entità per le quali si è giunti a una identificazione sicura rappresentano oltre il 25% dell’in- Salvia pratensis L. subsp. pratensis autoctona versi appezzamenti sono irrigati. Vi sono anche vigneti a girapoggio, soprattutto nella parte bassa. tera flora censita in Valle d’Aosta, il tutto su una superficie di rilevamento (gli 11 siti) pari a circa 65 SetariaNell’area viridis campione (L.) P. sono Beauv. stati subsp. censiti viridis 23 ambienti: 11 naturali e seminaturali, 1 agricolo,autoctona 11 di vigneto. ettari, ovvero allo 0,02% della superficie regionale. Questo dato indica l’elevato grado di biodiversità Clematis vitalba L. autoctona floristica presente nei meleti e, soprattutto, nei vigneti della regione. EchiumVigneti vulgaredi Quart L. s.l. autoctona Vigneti a ciglione e rittochino nella parte bassa, a girapoggio e ciglione in quella alta. Le tecniche colturali sono diverse: alcuni vigneti hanno interfilari inerbiti, in altri l’interfilare è lavorato; le parcelle poste nella parte bassa sono diserbate chimicamente. Gli impianti più giovani sono irrigati. Nell’area campione sono stati censiti 24 ambienti: 13 naturali e seminaturali, 1 agricolo, 10 di vigneto.

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3

Tabella 3.3. Ambienti rilevati nelle aree campione.

Ambienti naturali Ambienti Ambienti Sito Ambienti agricoli e seminaturali di vigneto di meleto Vigneti Donnas 17 3 7 - Arnad 11 1 13 - Montjovet 10 2 10 - Saint-Denis 11 1 11 - Quart 13 1 10 - Aymavilles 9 - 9 2 Saint-Pierre 11 1 10 - Morgex 12 1 10 - Meleti Villeneuve 13 - - 2 Gressan, La Tour 12 1 - 2 Gressan, Champlan 11 - - 1

Tabella 3.4. Specie rilevate con maggior frequenza nel corso dei censimenti.

Entità censite (n.) 250 Entità Autoctone/Esotiche Trifolium pratense L. subsp. pratense autoctona 225 233 Plantago lanceolata L. autoctona Medicago sativa L. alloctona dubbia 200 210 Silene latifolia subsp. alba (Mill.) Greuter & Burdet autoctona 199 202 197 192 175 191 186 Chenopodium album L. s.l. autoctona 180 173 Sedum album L. subsp. album autoctona 150 Erigeron canadensis L. esotica neofita 151 Taraxacum sect. Ruderalia Kirschner & al. autoctona 125 Convolvulus arvensis L. autoctona Viola arvensis Murray subsp. arvensis autoctona 100 Artemisia vulgaris L. autoctona 75 Polygonum aviculare aggr. autoctona Hordeum murinum L. subsp. murinum autoctona 50 Trifolium repens L. subsp. repens autoctona Artemisia absinthium L. autoctona 25 Dactylis glomerata L. subsp. glomerata autoctona Salvia pratensis L. subsp. pratensis autoctona 0 Setaria viridis (L.) P. Beauv. subsp. viridis autoctona Clematis vitalba L. autoctona Echium vulgare L. s.l. autoctona

Si tratta per lo più di entità ruderali. Solo due sono specie esotiche: Erigeron canadensis, entità esotica invasiva di origine americana, già indicata comune in Valle d’Aosta all’inizio del ‘900 da Lino Vaccari; Figura 3.1: Numero di entità censite in ciascun sito. In rosso i vigneti, in verde i meleti. Figura 3.1. Numero di entità censite in ciascun sito. In rosso i vigneti, in verde i meleti. Medicago sativa viene considerata solo come alloctona dubbia, anche se è ampiamente diffusa ma probabil-

mente solo perché introdotta da coltura (si veda anche più avanti il paragrafo dedicato alle specie esotiche). Come accennato, in generale si è osservata una maggiore biodiversità floristica nei vigneti rispetto ai mele- ti. Inoltre, per quel che riguarda i vigneti, dal grafico appare evidente un regolare aumento della biodiversità floristica all’aumentare dell’altitudine, passando dal primo all’ultimo sito. La sola eccezione riguarda il sito V2-Arnad, che sfugge a questa regola e presenta un picco di presenze secondo solo a quello del sito V8-Morgex, che si è rivelato quello nettamente più ricco. Questa maggiore ricchezza potrebbe attribuirsi ad una maggiore naturalità dell’area, dato che la superficie del sito campione non è significativamente maggiore delle altre e non risulta neppure una maggiore diversificazione di habitat o una maggiore varianza 3 degli Indici di Landolt. All’estremo opposto, nel settore più orientale della regione, il sito V1-Donnas offre il dato più basso di biodiversità tra i vigneti (173 entità, il 26% in meno rispetto a Morgex), attribuibile sicuramente a una maggiore monotonia ambientale accompagnata dalla più netta antropizzazione dell’area. Il dato più basso in generale è però quello relativo al meleto M1-Villeneuve con sole 151 entità rilevate (valore del 35% più basso rispetto ai vigneti di Morgex). Sono in totale 26 le specie segnalate in tutti gli 11 siti (All. 3.1), la Tabella 3.4 evidenzia invece le 20 specie maggiormente registrate nel corso dei censimenti (elencate in ordine decrescente di frequenza).

1 56 Studio floristico-vegetazionale Studio floristico-vegetazionale 57 3.3.3. Specie di particolare interesse Lonicera etrusca Santi V1, V3, V5, V7, M2 Nel corso dei censimenti sono state ritrovate varie specie di rilevante significato biogeografico e/o ecologi- Sclerochloa dura (L.) P. Beauv. V6 co. La Tabella 3.5 riporta quelle che riteniamo più significative e i siti in cui sono state rilevate. Sorbus mougeotii Soy.-Will. & Godr. V8 Misopates orontium (L.) Raf. V3, V6 Ononis pusilla L. V4, V6, V7 Tabella 3.5. Specie di particolare significato biogeografico e/o ecologico. Thymus vulgaris L. subsp. vulgaris V3, V4 Per ciascuna sono indicati i siti in cui è stata osservata. Verbascum boerhavii L. V3, V7 Specie tutelate dalla Legge regionale 45/20091. Specie di nuova segnalazione in Valle d’Aosta Allegato A, Specie di flora spontanea autoctona a protezione rigorosa Ceratochloa cathartica (Vahl) Herter (esotica) V1, V5, V6, M1 Asplenium foreziense Legrand ex Magnier V1 Crepis sancta subsp. nemausensis (P. Fourn.) Babc. (esotica dubbia) V4 Carex remota L. V5 Eragrostis frankii C.A. Mey. ex Steud. (esotica) V1 Trisetaria loeflingiana (L.) Paunero subsp. loeflingiana V7 Festuca trichophylla subsp. asperifolia (St.-Yves) Al-Bermani V8 Xeranthemum inapertum (L.) Mill. V4 Allegato B, Specie di flora spontanea autoctona a raccolta regolamentata Specie riconfermate in Valle d’Aosta Artemisia vallesiaca All. V7 Asperula cynanchica L. subsp. cynanchica V8 Galatella linosyris (L.) Rchb.f. subsp. linosyris V7 Festuca stricta Host s.l. V2, V3 Paragymnopteris marantae (L.) K.H. Shing subsp. marantae V3 Laurus nobilis L. V1 Pulsatilla montana (Hoppe) Rchb. subsp. montana V7 Lysimachia foemina (Mill.) U. Manns & Anderb. V7 Stipa eriocaulis Borbás subsp. eriocaulis V4, V7 Rumex conglomeratus Murray V5 Telephium imperati L. subsp. imperati V4, V7 Urtica urens L. V4, V6 Allegato C, Frutti di bosco a raccolta regolamentata Veronica polita Fr. V7 Fragaria vesca L. V2, V8, M1, M2, M3 Xanthoselinum venetum (Spreng.) Soldano & Banfi V2, V3 Juniperus communis L. subsp. communis V7, V8, M3 Allegato D, Specie per uso officinale a raccolta regolamentata Nella Figura 3.2 viene indicato il numero di specie rilevanti individuate in ciascun sito. Thymus vulgaris L. subsp. vulgaris V3, V4

Specie della Lista Rossa regionale2 Specie rilevanti (n.) Categoria VU (Vulnerable), Specie Vulnerabili Asplenium foreziense Legrand ex Magnier V1 22 Carex remota L. V5 20 21 Trisetaria loeflingiana (L.) Paunero subsp. loeflingiana V7 Xeranthemum inapertum (L.) Mill. V4 18 Categoria NT (Near Threatened), Specie Prossime alla Minaccia Adonis aestivalis L. s.l. V8 16 Artemisia vallesiaca All. V7 14 Galatella linosyris (L.) Rchb.f. subsp. linosyris V7 Lathyrus niger (L.) Bernh. V1 12 Telephium imperati L. subsp. imperati V4, V7 12 Triticum cylindricum (Host) Ces., Pass. & Gibelli V5, V6, V7 10 Categoria DD (Data Deficient), Specie con Dati Insufficienti 10 8 Lysimachia foemina (Mill.) U. Manns & Anderb. V7 8 8 Altre specie di rilevante interesse biogeografico 6 Alyssum argenteum All. V3 6 6 4 Bassia prostrata (L.) Beck V4, V6, V7 4 Cleistogenes serotina (L.) Keng V2, V3 2 Heliotropium europaeum L. V6, V7 2 2 2 Lathyrus niger (L.) Bernh. V1 0 Linaria simplex (Willd.) DC. V4, V7

1 L.R. 7 dicembre 2009, n. 45 “Disposizioni per la tutela e la conservazione della flora alpina. Abrogazione della legge regionale 31 marzo 1977, n. 17”. 2 cfr. Poggio et al., 2010 Figura 33.2..2. Numero di specie rilevanti censite in ciascun sito. In rosso i vigneti, in verde i meleti.

58 Studio floristico-vegetazionale 5 Studio floristico-vegetazionale 59

5

2

3.3.4. Specie esotiche Tabella 3.6. Specie esotiche rilevate nei siti di osservazione.

Le specie aliene (o esotiche) sono state classificate secondo le categorie utilizzate nellachecklist della Flora Entità Famiglia Status Situazione Esotica d’Italia (Celesti-Grapow et al., 2009), e che in questa sede sono così codificate: Ailanthus altissima (Mill.) Swingle Simaroubaceae E - NEO natur-inv E - ARC esotica archeofita Amaranthus albus L. Amaranthaceae E - NEO natur E - NEO esotica neofita Amaranthus hybridus aggr. Amaranthaceae E - NEO natur-inv E - DUB esotica dubbia Amaranthus retroflexus L. Amaranthaceae E - NEO natur-inv Antirrhinum majus L. subsp. majus Plantaginaceae E - ARC casual Vengono inoltre considerate le due seguenti categorie, relative alle specie autoctone per la flora italiana, ma Artemisia annua L. Asteraceae E - NEO natur-inv aliene in Valle d’Aosta: Artemisia verlotiorum Lamotte Asteraceae E - NEO natur E - ITA autoctona italiana aliena in Valle d’Aosta Asparagus officinalis L. subsp. officinalis Asparagaceae E - ITA natur E - ITA? come sopra ma con dubbio Bassia scoparia (L.) Voss Amaranthaceae E - ARC natur-inv Bidens bipinnatus L. Asteraceae E - NEO natur Un’ulteriore classificazione distingue le diverse categorie delle specie aliene in base al più o meno profondo Brassica napus L. subsp. napus Brassicaceae E - ARC casual inserimento di esse nella flora della Valle d’Aosta: Bromopsis inermis (Leyss.) Holub Poaceae E - ITA ? casual presenza al momento casuale in Valle d’Aosta Buddleja davidii Franch. Scrophulariaceae E - NEO natur Calepina irregularis (Asso) Thell. Brassicaceae E - ITA ? natur specie naturalizzata in Valle d’Aosta Centranthus ruber (L.) DC. subsp. ruber Caprifoliaceae E - ITA ? natur-inv specie naturalizzata e invasiva in Valle d’Aosta Ceratochloa cathartica (Vahl) Herter Poaceae E - NEO casual Crataegus germanica (L.) Kuntze Rosaceae E - DUB natur Considerando le esotiche delle varie categorie, incluse quelle dubbie a livello nazionale o regionale, ma Crepis sancta subsp. nemausensis (P. Fourn.) Babc. Asteraceae E - DUB natur escludendo le poche entità citate che risultano solo coltivate, sono 55 le entità censite nell’area, pari a circa Eragrostis frankii C.A. Mey. ex Steud. Poaceae E - NEO casual il 10% del contingente floristico totale, delle quali una dozzina possono essere considerate invasive; la per- Eragrostis pectinacea (Michx.) Nees Poaceae E - NEO casual centuale è più alta rispetto a quella calcolata sul contingente totale della flora valdostana indicato da Cele- Erigeron annuus (L.) Desf. subsp. annuus Asteraceae E - NEO natur-inv sti-Grapow et al. (2010) e aggiornato da Bovio (2014) (quest’ultimo considera però generalmente indigene Erigeron canadensis L. Asteraceae E - NEO natur-inv le specie archeofite, salvo quelle che presentano un chiaro comportamento da aliene, come è comunque il Euphorbia esula subsp. tommasiniana (Bertol.) Kuzmanov Euphorbiaceae E - ITA natur caso di tutte le archeofite censite nel presente studio), dato facilmente spiegabile dall’abbondanza nei siti Euphorbia lathyris L. Euphorbiaceae E - ITA natur rilevati di terreni ruderali e scoperti e dalle basse altitudini, fattori che favoriscono l’insediamento di specie Euphorbia prostrata Aiton Euphorbiaceae E - NEO natur alloctone. Le esotiche e le supposte tali sono riportate nella Tabella 3.6. Ficus carica L. Moraceae E - ITA natur Foeniculum vulgare Mill. Apiaceae E - ITA natur Galinsoga parviflora Cav. Asteraceae E - NEO natur Galinsoga quadriradiata Ruiz & Pav. Asteraceae E - NEO natur Impatiens balfourii Hook. f. Balsaminaceae E - NEO natur-inv Isatis tinctoria L. subsp. tinctoria Brassicaceae E - ARC natur Juglans regia L. Juglandaceae E - ITA natur Laurus nobilis L. Lauraceae E - ITA natur Lepidium densiflorum Schrad. Brassicaceae E - NEO natur Linum austriacum L. subsp. austriacum Linaceae E - NEO natur Lunaria annua L. Brassicaceae E - ITA natur Matricaria discoidea DC. Asteraceae E - NEO natur-inv Medicago sativa L. Fabaceae E - DUB natur Melissa officinalis L. subsp. officinalis Lamiaceae E - DUB casual Onobrychis viciifolia Scop. Fabaceae E - ITA ? Oxalis stricta L. Oxalidaceae E - NEO natur Papaver argemone L. subsp. argemone Papaveraceae E - DUB natur Papaver dubium L. subsp. dubium Papaveraceae E - DUB natur Papaver rhoeas L. subsp. rhoeas Papaveraceae E - DUB natur

6 60 Studio floristico-vegetazionale Studio floristico-vegetazionale 61 Entità Famiglia Status Situazione Specie esotiche (%) Phytolacca americana L. Phytolaccaceae E - NEO natur 15 Prunus dulcis (Mill.) D.A. Webb Rosaceae E - DUB natur Robinia pseudoacacia L. Fabaceae E - NEO natur-inv Rosmarinus officinalis L. Lamiaceae E - ITA natur Schedonorus uechtritzianus (Wiesb.) Holub Poaceae E - ITA ? 12 12,6 Sclerochloa dura (L.) P. Beauv. Poaceae E - ITA ? 11,6 Senecio inaequidens DC. Asteraceae E - NEO natur-inv 11,2 Spartium junceum L. Fabaceae E - ITA natur Triticum cylindricum (Host) Ces., Pass. & Gibelli Poaceae E - ARC natur 9 9,5 9,4 Veronica persica Poir. Plantaginaceae E - NEO natur-inv 8,4 Vicia sativa L. subsp. sativa Fabaceae E - ITA ? 7,9 7,2 6 6,9 La Figura 3.3 evidenzia il numero di specie esotiche per ciascun sito, mentre nella Figura 3.4 è riportata la 5,7 5,9 percentuale di esotiche in rapporto al totale della flora di ciascun sito.

3 Specie esotiche (n.)

25 25

0

Tabella 3.7. Medie degli Indici di Landolt22 negli 11 siti di osservazione. 20

20 20

18 Sito 17 Luce Humus

15 Umidità Reazione 16 Nutrienti Aerazione Temperatura

Continentalità Figura 33.4..4. Percentuale di specie esotiche in ciascun sito. In rosso i vigneti, in verde i meleti.

Vigneti 13

Donnas 3,83 3,26 3,59 2,47 3,31 3,15 12 2,86 2,91 Nei meleti è stata rilevata una presenza di specie esotiche pari a circa il 6-8% del totale, mentre nei vigneti si 10 11 11 Arnad 3,89 3,33 3,67 2,40 3,47 3,14 2,74 2,96 va da un minimo del 7% ad un massimo del 12-13%. Si può ipotizzare che i meleti, in cui è minore l’esten- Montjovet 3,86 3,44 3,74 2,24 3,38 2,93 2,65 3,10 sione delle aree non vegetate, si prestino meno delle vigne alla colonizzazione da parte di specie esotiche. Saint-Denis 3,98 3,56 3,79 2,21 3,61 3,08 2,76 2,85 Per i vigneti, i siti che mostrano una minore percentuale di specie alloctone sono quelli di Montjovet e Quart 5 3,90 3,33 3,70 2,51 3,50 3,34 2,83 2,69 di Morgex, mentre le percentuali più alte sono state riscontrate a Donnas, posto all’imbocco della Valle e Aymavilles 3,90 3,38 3,75 2,48 3,51 3,38 2,85 2,61 quindi più esposto all’arrivo di specie esotiche dal vicino Piemonte, e a Quart e Aymavilles, dove il minor Saint-Pierre 4,03 3,69 3,92 2,03 3,63 2,96 2,63 3,06 grado di naturalità delle aree campionate e le pratiche di gestione del suolo per il controllo delle infestanti Morgex 3,76 3,54 3,72 2,31 3,53 2,97 2,78 2,84 potrebbero essere più favorevoli all’insediamento di specie alloctone. Meleti 0 Villeneuve 3,72 3,25 3,66 2,65 3,47 3,44 2,85 2,50 Sono una dozzina le specie esotiche che per la Valle d’Aosta possono essere considerate invasive. Tra esse, Gressan, La Tour 3,64 3,32 3,56 2,65 3,50 3,21 2,94 2,59 quella che è forse da considerarsi la più preoccupante a livello regionale è Senecio inaequidens, di origine Gressan, Champlan 3,63 3,43 3,65 2,42 3,51 3,01 2,80 2,84 sudafricana, censito nei vigneti di Donnas, Arnad e Montjovet, ossia nei tre siti della bassa valle, dato che si

accorda con la sua recente preoccupante esplosione in questo settore della regione, dove era stato osservato per la prima volta nel 1990. La sua rapida propagazione si deve alle abbondanti fioriture che avvengono du- FiguraFigura 3.3. 3Numero.3. Numero di specie di specie esotiche esotiche censite censite in ciascun in ciascun sito. sito. In rosso In rosso i vigneti, i vigneti, in verde in verde i meleti. i meleti. rante quasi tutto l’anno ma soprattutto nel corso del riposo invernale delle altre specie, con la produzione di

elevatissime quantità di semi che vengono trasportati a distanza dal vento grazie ai pappi che li sormontano.

Pianta ruderale, attecchisce facilmente sui suoli più o meno scoperti, sui bordi delle strade, sui muri di so- stegno delle stesse, ma ha cominciato anche a insinuarsi nella vegetazione più evoluta (Curtaz et al., 2011). L’invasiva più comune nei siti è però Erigeron canadensis, specie annua di origine nordamericana e diffusa in Valle d’Aosta da almeno un secolo (veniva già segnalata nel Catalogo della Flora valdostana di Vaccari, 1904-11), anch’essa caratterizzata da un’elevatissima produzione di semi. Ormai comune in tutta la regione nei piani inferiori (osservata fino a 1350 m) è molto più abbondante della precedente ed è stata osservata in tutti i siti.

62 Studio floristico-vegetazionale 7 4 Studio floristico-vegetazionale 63

3 Molto diffusa è anche un’altra invasiva annuale, Erigeron annuus, i cui primi dati di presenza in Valle d’A- osta risalgono solo al 1927 ma che ormai invade tutta la valle centrale e il tratto inferiore di quelle laterali, anch’essa osservata fino alla quota di 1800 m. Questa specie è stata osservata in 8 degli 1 siti censiti. Ailanthus altissima è stato osservato solo nei siti V5 e V6. Specie arborea altamente invasiva, fino a pochi T anni fa la sua diffusione in Valle d’Aosta era contenuta, ma ultimamente appare in intensa e preoccupante espansione nella valle centrale e sono già state osservate popolazioni spontanee in alcune valli laterali. Nei siti appare ben più diffusa Robinia pseudoacacia, censita in 6 degli 11 siti, la specie legnosa esotica al C momento da ritenersi più invasiva nella regione. Nel corso dei censimenti sono state rilevate per la prima volta in Valle d’Aosta alcune nuove esotiche; si tratta di Amaranthus albus (in V6), Crepis sancta subsp. nemausensis (in V4), Eragrostis frankii (in V1) e Ceratochloa cathartica (in V1, V5,Entità V6 e M1). Le prime tre sono state Famigliarinvenute una solaStatus volta, mentreSituazione l’ul - L timaPhytolacca specie, americanarilevata per L. il momento solo negli ambienti ruderali, Phytolaccaceaesembra già dimostrare E - NEOuna certa naturpropen - sionePrunus all’espansione. dulcis (Mill.) Negli D.A. anniWebb successivi a quelli in cui sono stati compiutiRosaceae i censimentiE - DUB floristici natur relativi aRobinia questo studio,pseudoacacia anche CrepisL. sancta ha però iniziato ad espandersi Fabaceaefortemente nelleE vigne - NEO dei naturcomuni-inv di Chambave,Rosmarinus officinalis e Saint-Denis. L. Lamiaceae E - ITA natur Schedonorus uechtritzianus (Wiesb.) Holub Poaceae E - ITA ? Di Spartium junceum, entità stenomediterranea, si conosceva solo la sua abbondante naturalizzazione Sclerochloa dura (L.) P. Beauv. Poaceae E - ITA ? all’imbocco della Val Chalamy, dovuta a introduzione storica. Recentemente ne è stata però osservata una Senecio inaequidens DC. Asteraceae E - NEO natur-inv stazione puntiforme sopra Saint-Vincent, e nel corso di queste ricerche, un’altra nel sito V2. U Spartium junceum L. Fabaceae E - ITA natur Triticum cylindricum (Host) Ces., Pass. & Gibelli Poaceae E - ARC natur Veronica persica Poir. Plantaginaceae E - NEO natur-inv Vicia sativa L. subsp. sativa Fabaceae E - ITA ? R 3.4. Alcuni dati sulle caratteristiche ecologiche dei siti sulla base dell’analisi degli Indici di Landolt

Si sono analizzati e confrontati gli aspetti ecologici dei siti utilizzando la metodologia di Landolt (Landolt N et al., 2010), che assegna a ogni specie un valore indicatore relativamente a 8 fattori ecologici, tre legati al clima (temperatura, continentalità e luce) e cinque legati al suolo (umidità, reazione, tenore in nutrienti, humus e aerazione). La scala dei valori, per tutti gli indici, va da un minimo di 1 a un massimo di 5. La H Tabella 3.7 riporta i risultati relativi alle Medie degli Indici di Landolt in tutti gli 11 siti. Donnas Arnad Montjovet St.-Denis Tabella 3.7. Medie degli Indici di Landolt negli 11 siti di osservazione. Quart Aymavilles

A

St.-Pierre Morgex

Sito

Luce 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0 Humus Umidità Reazione Nutrienti Aerazione Temperatura

Continentalità

Vigneti Figura 3.5. Vigneti. Valori medi degli indici di Landolt calcolati per ciascun sito. Figura 3.5. Vigneti. Valori medi degli indici di Landolt calcolati per ciascun sito. (T=temperatura, C=continentalità, (T=temperatura, C=continentalità, L=luce; U=umidità, R=reazione, N=tenore in nutrienti, H=humus, A=aerazione) Donnas 3,83 3,26 3,59 2,47 3,31 3,15 2,86 2,91 L=luce; U=umidità, R=reazione, N=tenore in nutrienti, H=humus, A=aerazione). Arnad 3,89 3,33 3,67 2,40 3,47 3,14 2,74 2,96 Montjovet 3,86 3,44 3,74 2,24 3,38 2,93 2,65 3,10 Saint-Denis 3,98 3,56 3,79 2,21 3,61 3,08 2,76 2,85 Quart 3,90 3,33 3,70 2,51 3,50 3,34 2,83 2,69 Aymavilles 3,90 3,38 3,75 2,48 3,51 3,38 2,85 2,61 Saint-Pierre 4,03 3,69 3,92 2,03 3,63 2,96 2,63 3,06 Morgex 3,76 3,54 3,72 2,31 3,53 2,97 2,78 2,84 Meleti Villeneuve 3,72 3,25 3,66 2,65 3,47 3,44 2,85 2,50 Gressan, La Tour 3,64 3,32 3,56 2,65 3,50 3,21 2,94 2,59 Gressan, Champlan 3,63 3,43 3,65 2,42 3,51 3,01 2,80 2,84

Il grafico seguente (Fig. 3.5) presenta le medie degli indici di Landolt per i vigneti, mentre in Figura 3.6 sono presentate quelle dei meleti.

64 Studio floristico-vegetazionale 5 Studio floristico-vegetazionale 65

7 delle piante. Nel campione esaminato, i siti con la migliore aerazione risultano essere quelli di Montjovet e di Saint-Pierre, mentre i suoli relativamente più costipati sarebbero quelli dei vigneti di Aymavilles e di T Quart.

C Mediamente, tutti gli indici climatici relativi ai meleti sono risultati più bassi di quelli dei vigneti posti L nella stessa area (Aymavilles e Saint-Pierre). I valori minimi di temperatura si sono calcolati nei due siti di Gressan nei quali, malgrado i 350 m di dislivello che li differenziano, gli indici risultano pressoché uguali. Anche la continentalità è inferiore a quella calcolata per i vigneti vicini e aumenta passando dal versante solatìo di Villeneuve a quello ombreggiato di Gressan e poi salendo di quota. Per l’indice relativo alla luce, U il sito di Gressan La Tour è quello che, in assoluto, presenta i valori più bassi tra tutti i siti studiati. R Con particolare attenzione agli indici riferiti alle condizioni pedologiche, i meleti si differenziano dai vigne- ti per una maggiore umidità, quindi una minore aerazione, una fertilità e un contenuto in humus leggermen- N te maggiori. Per quanto riguarda il livello di acidità, i suoli dei meleti risultano subacidi o neutri. Villeneuve H Gressan LT Passando alle Varianze degli Indici di Landolt, queste sono riportate, per vigneti e meleti, nella Tabella 3.8 e, graficamente, nella Figure 3.7, per i vigneti, e 3.8, per i meleti. A Gressan Ch. Tabella 3.8. Varianze degli Indici di Landolt negli 11 siti di osservazione

2,0 2,5 3,0 3,5 4,0

Figura 3.6. Meleti.Figura Valori 3 medi.6. Melet deglii. Valoriindici di medi Landolt degli calcolatiindici di perLand ciascunolt calcolati sito. (T=temperatura, per ciascun sito. C=continentalità, Sito (T=temperatura, C=continentalità, L=luce; U=umidità, R=reazione, N=tenore in nutrienti, H=humus, A=aerazione) Luce Humus Umidità Reazione Nutrienti

L=luce; U=umidità, R=reazione, N=tenore in nutrienti, H=humus, A=aerazione). Aerazione

Temperatura Continentalità Tra i risultati più interessanti, i rilevamenti floristici nei vigneti confermano il graduale aumento della Vigneti continentalità dalla bassa valle verso il cuore della regione, dato biologico che si affianca a quelli climatici Donnas 0,39 0,49 0,36 0,40 0,37 0,73 0,59 1,22 già ben noti. Il picco di continentalità si ha a Saint-Pierre, nelle vigne del Mont Torrette, nelle quali appare Arnad 0,35 0,55 0,34 0,46 0,40 0,78 0,57 1,27 anche molto interessante e originale l’elevato indice di temperatura, superiore a tutti gli altri, compreso Montjovet 0,43 0,56 0,37 0,48 0,40 0,86 0,67 1,41 quello del sito di Donnas, posto 500 m s.l.m. più in basso. Questo è un segno della particolarità climatica Saint-Denis 0,37 0,52 0,25 0,51 0,35 0,73 0,43 1,20 del sito del Mont Torrette, evidenziata dalla presenza di molte specie termofile. Il sito, che risulta anche il Quart 0,34 0,49 0,28 0,60 0,31 0,67 0,44 1,34 Aymavilles 0,35 0,44 0,32 0,48 0,31 0,66 0,36 1,28 più luminoso e il più secco, è particolarmente favorevole a un innalzamento dei vigneti fino a queste quote Saint-Pierre 0,39 0,57 0,25 0,54 0,38 0,79 0,60 1,40 poste sopra gli 800 m s.l.m. Come prevedibile, l’indice minimo di temperatura tra i vigneti si ha a Morgex, Morgex 0,37 0,43 0,32 0,45 0,38 0,80 0,60 1,34 dove sono coltivate le vigne più alte della regione. Meleti Gli indici relativi al pH del terreno concordano con i tipi di substrati rilevati; il valore di reazione risulta Villeneuve 0,32 0,35 0,29 0,37 0,26 0,61 0,44 1,18 mediamente più basso (maggiore acidità) nel sito di Donnas, esteso sugli gneiss del Sesia-Lanzo, e più ele- Gressan, La Tour 0,28 0,44 0,37 0,46 0,33 0,70 0,54 1,37 vato sui calcescisti del Mont Torrette e di Morgex; sui serpentini di Montjovet il valore risulta medio-basso, Gressan, Champlan 0,35 0,45 0,35 0,46 0,35 0,79 0,53 1,31 vicino a quello di Donnas, fatto che concorderebbe con quanti tendono a includere gli habitat del serpentino tra quelli degli ambienti silicei, pur essendo il serpentino una roccia ultrabasica e non certo acida (ma priva comunque di calcare). Su altri siti, posti su depositi quaternari spesso di origine assai varia, non è facile valutare i risultati in rapporto alla roccia madre. Gli indici relativi all’umidità risultano piuttosto bassi, con valori relativamente più elevati per i siti della bassa Valle d’Aosta (Donnas, Arnad), areale più piovoso, o per quei siti in cui è più diffusa la presenza d’impianti d’irrigazione del vigneto (Quart, Aymavilles). Nel loro insieme, i vigneti esaminati presentano valori di media fertilità del suolo. Spiccano i valori rela- tivamente alti di Aymavilles e Quart, da un lato, e quelli più bassi di Montjovet, Saint-Pierre e Morgex, dall’altro. L’indice di Landolt relativo al contenuto di humus nei suoli risulta complessivamente medio-basso negli otto vigneti, con valori relativamente più alti a Donnas, Aymavilles e Quart e i valori inferiori a Saint-Pierre e Montjovet. L’indice di aerazione evidenzia la disponibilità di ossigeno nei suoli: valori bassi indicano condizioni di dif- ficile circolazione dell’ossigeno, perché i suoli sono compattati o eccessivamente umidi, mentre valori alti indicano suoli (spesso sabbiosi o ciottolosi) che permettono una buona disponibilità di ossigeno alle radici

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8

T Villeneuve Donnas Arnad T Gressan LT Montjovet St.-Denis C Quart Aymavilles Gressan Ch. L St.-Pierre Morgex C

U L R

N

H

A

U 0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 1,0 1,2 1,4

Figura 3.8. Meleti. VarianzaFigura degli3.8. Melet indicii. di Varianza Landolt degli calcolati indici per di ciascunLandolt sito. calcolati (T=temperatura, per ciascun sito.C=continentalità, L=luce; (T=temperatura, C=continentalità,U=umidità, R=reazione, L=luce; U=umidità, N=tenore R=reazione,in nutrienti, N=tenoreH=humus, in A=aerazione). nutrienti, H=humus, A=aerazione) R Tanto nelle vigne quanto nei meleti le varianze risultano essere relativamente basse per gli indici di tempe- ratura, luce e reazione, evidenziando quindi una buona uniformità all’interno dei siti per questi parametri, e N particolarmente ampie per l’indice di aerazione, lasciando quindi presumere una più ampia variabilità delle condizioni di costipazione dei suoli. Confrontando i siti tra loro, globalmente si evidenzia una minor varianza nei siti di Saint-Denis, Quart ed Aymavilles, tra i vigneti, e di Villeneuve, tra i meleti, segno di una maggior omogeneità delle condizioni H pedologiche e climatiche rispetto agli altri siti.

In rapporto alla luce, emerge la bassa varianza del sito del Mont Torrette a Saint-Pierre. Questo dato, unito A all’indice medio particolarmente elevato, parla di un sito fortemente e uniformemente luminoso: vi manca- no quasi del tutto, infatti, ambienti di bosco e di arbusteto e tanto l’esposizione quanto l’inclinazione sono decisamente a favore di un elevato irraggiamento solare. 0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 1,0 1,2 1,4 Il sito di Montjovet si distingue per una maggiore varianza dell’indice di temperatura, forse a causa della sua esposizione più occidentale rispetto alle altre aree. Il sito di Quart emerge per una elevata varianza dell’indice di umidità. Figura 3.7. Vigneti. Varianza degli indici di Landolt calcolati per ciascun sito. Tra i meleti si ripropongono situazioni simili a quelle descritte per i vigneti. Emerge la notevole somiglian- Figura(T=temperatura, 3.7. Vigneti. VarianzaC=continentalità, degli indici L=luce; di Landolt U=umidità, calcolati R=reazione, per ciascun N=tenore sito. (T=temperatura, in nutrienti, H=humus, C=continentalità, A=aerazione) L=luce; U=umidità, R=reazione, N=tenore in nutrienti, H=humus, A=aerazione). za tra le varianze dei siti di Gressan, mentre i meleti di Villeneuve, come detto, si discostano da questi per i minori valori relativi a quasi tutti gli indici.

7 68 Studio floristico-vegetazionale 8 Studio floristico-vegetazionale 69 3.5 Bibliografia Allegato 3.1

Lista completa delle entità floristiche rilevate in ciascuno dei siti di studio (nomenclatura secondo Bovio, 2014) Per le sigle, si veda Tab. 3.1; 0= assenza; 1=presenza. Bovio M., 2014. Flora vascolare della Valle d’Aosta. Repertorio commentato e stato delle conoscenze. Sarre: Testolin Editore. 662 p. Entità floristica V1 V2 V3 V4 V5 V6 V7 V8 M1 M2 M3 Bovio M., 2015 (a cura di). Note di aggiornamento al volume Flora vascolare della Valle d’Aosta - 2. Revue Abies alba Mill. 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 Valdôtaine d’Histoire Naturelle, 69: 153-179. Achillea millefolium aggr. 1 1 1 1 1 1 0 0 1 1 1 Achillea nobilis L. subsp. nobilis 0 0 0 1 1 0 1 0 0 0 0 Celesti-Grapow L., Alessandrini A., Arrigoni P.V., Banfi E., Bernardo L., Bovio M., Brundu G., Cagiotti Achillea setacea Waldst. & Kit. 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 M., Camarda I., Carli E., Conti F., Fascetti S., Galasso G., Gubellini L., La Valva V., Lucchese F., Marchiori Achnatherum calamagrostis (L.) P. Beauv. 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 S., Mazzola P., Peccenini S., Poldini L., Pretto F., Prosser F., Siniscalco C., Villani M.C., Viegi L., Wilhalm Adonis aestivalis L. s.l. 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 T., Blasi C., 2009. The inventory of the non-native flora of Italy. Plant Biosystems 143(2): 386-430. Agrimonia eupatoria L. 0 0 0 1 0 0 0 0 0 1 0 Celesti-Grapow L., Pretto F., Carli E., Blasi C. (a cura di), 2010. Flora vascolare alloctona e invasiva delle Agrostis stolonifera L. subsp. stolonifera 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 regioni d’Italia. Roma: Casa Editrice Università La Sapienza. 207 p. Ailanthus altissima (Mill.) Swingle 0 0 0 0 1 1 0 0 0 0 0 Ajuga chamaepitys (L.) Schreb. subsp. chamaepitys 0 0 0 1 0 1 1 1 0 1 0 Curtaz A., Talichet M., Barni E., Bassignana M., Masante D., Pauthenet Y., Siniscalco C., 2011. Specie Ajuga genevensis L. 1 1 1 0 1 1 0 0 0 0 1 esotiche invasive e dannose nei prati di montagna. Institut Agricole Régional, Aosta, 78 p. Ajuga reptans L. 0 0 0 0 0 0 0 0 1 1 0 Landolt E., Bäumler B., Erhardt A., Hegg O., Klötzli F., Lämmler W., Nobis M., Rudmann-Maurer K., Alchemilla subcrenata Buser 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 Schweingruber F.H., Theurillat J.-P., Urmi E., Vust M., Wohlgemuth Th., 2010. Flora Indicativa–Ökolog- Alliaria petiolata (M. Bieb.) Cavara & Grande 1 1 1 0 1 1 0 1 1 1 1 ische Zeigerwerte und biologische Kennzeichen zur Flora der Schweiz und der Alpen. Haupt Verlag, Bern, Allium oleraceum L. 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 378 p. Allium sphaerocephalon L. subsp. sphaerocephalon 0 0 0 1 0 0 1 0 0 0 0 Poggio L., Vanacore Falco I., Bovio M., 2010. La nuova Lista Rossa e la Lista nera della flora vascolare Alnus glutinosa (L.) Gaertn. 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 della Valle d’Aosta (Italia, Alpi Nord-occidentali). Revue Valdôtaine d’Histoire Naturelle, 64: 41-54. Alyssoides utriculata (L.) Medik. 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 Alyssum alyssoides (L.) L. 0 0 0 1 1 0 1 1 0 0 0 Alyssum argenteum All. 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 Amaranthus albus L. 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 Amaranthus blitum subsp. emarginatus (Moq. ex Uline & W.L. Bray) Carretero, Muñoz Garm. & Pedrol 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 Amaranthus hybridus aggr. 0 1 0 1 1 1 1 0 1 1 1 Amaranthus retroflexus L. 1 1 1 1 1 1 1 1 0 1 1 Anchusa officinalis L. 0 0 0 1 0 1 0 1 0 0 0 Anisantha sterilis (L.) Nevski 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Anisantha tectorum (L.) Nevski 0 1 1 1 1 1 1 1 1 0 1 Anthericum liliago L. 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 Anthoxanthum odoratum L. subsp. odoratum 1 1 1 0 0 1 0 0 1 1 0 Anthriscus sylvestris (L.) Hoffm. s.l. 1 1 1 0 0 1 0 1 1 1 1 Anthyllis vulneraria subsp. alpestris (Kit. ex Schult.) Asch. & Graebn. 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 Anthyllis vulneraria subsp. polyphylla (DC.) Nyman 0 1 0 0 0 1 0 0 0 1 1 Antirrhinum majus L. subsp. majus 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 Aquilegia atrata W. D. J. Koch 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 Arabidopsis thaliana (L.) Heynh. 1 1 1 0 0 0 0 1 0 0 1 Arabis auriculata Lam. 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0

10

70 Studio floristico-vegetazionale Studio floristico-vegetazionale 71 Entità floristica V1 V2 V3 V4 V5 V6 V7 V8 M1 M2 M3 Entità floristica V1 V2 V3 V4 V5 V6 V7 V8 M1 M2 M3

Arabis hirsuta (L.) Scop. 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 Briza media L. 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 Arctium lappa L. 0 0 0 0 1 0 0 0 1 1 0 Bromopsis erecta (Huds.) Fourr. subsp. erecta 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Arctium minus Bernh. subsp. minus 1 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 Bromopsis inermis (Leyss.) Holub 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 Arctostaphylos uva-ursi (L.) Spreng. 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 Bromus hordaceus L. 0 1 0 0 0 1 1 1 1 1 1 Arenaria serpyllifolia L. subsp. serpyllifolia 1 1 1 1 1 1 1 1 0 0 1 Bromus squarrosus L. subsp. squarrosus 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 Aristolochia clematitis L. 1 1 1 1 0 1 1 0 1 0 0 Buddleja davidii Franch. 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 Armeria arenaria (Pers.) Schult. subsp. arenaria 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Buglossoides arvensis (L.) I.M. Johnst. subsp. arvensis 0 0 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Arrhenatherum elatius (L.) P. Beauv. ex J. Presl & C. Presl subsp. Bunium bulbocastanum L. 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 1 elatius 1 1 1 1 1 1 0 1 1 1 1 Bupleurum ranunculoides L. s.l. 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 Artemisia absinthium L. 0 1 1 1 1 1 1 1 1 0 1 Calepina irregularis (Asso) Thell. 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Artemisia annua L. 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Calystegia sepium (L.) R. Br. subsp. sepium 0 0 0 0 1 1 0 0 1 0 0 Artemisia campestris L. subsp. campestris 1 1 1 1 0 1 1 1 0 1 1 Camelina microcarpa Andrz. ex DC. 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 Artemisia vallesiaca All. 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 Campanula bononiensis L. 0 0 1 0 0 0 0 1 0 0 0 Artemisia verlotiorum Lamotte 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Campanula glomerata L. subsp. glomerata 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 1 Artemisia vulgaris L. 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Campanula patula subsp. costae (Willk.) Nyman 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Asparagus officinalis L. subsp. officinalis 0 1 0 0 1 1 1 1 0 1 1 Campanula rapunculoides L. subsp. rapunculoides 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 1 Asperugo procumbens L. 0 0 0 0 0 1 0 0 1 0 0 Campanula rhomboidalis L. 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 Asperula cynanchica L. subsp. cynanchica 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 Campanula rotundifolia L. subsp. rotundifolia 1 0 1 0 1 1 0 1 1 1 1 Asplenium adiantum-nigrum L. subsp. adiantum-nigrum 1 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 Campanula trachelium L. subsp. trachelium 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 1 Asplenium ceterach L. s.l. 0 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 Capsella bursa-pastoris (L.) Medik. subsp. bursa-pastoris 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Asplenium foreziense Legrand ex Magnier 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Cardamine hirsuta L. 0 1 0 0 0 0 0 0 0 1 0 Asplenium ruta-muraria L. s.l. 0 1 0 0 0 0 1 0 0 0 0 Carduus defloratus L. s.l. 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 Asplenium septentrionale (L.) Hoffm. subsp. septentrionale 1 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 Carduus nutans subsp. platylepis (Rchb. & Saut.) Nyman 0 0 1 1 0 1 1 0 0 1 0 Asplenium trichomanes L. s.l. 1 1 1 0 0 0 0 1 0 1 1 Carex caryophyllea Latourr. 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 Astragalus glycyphyllos L. 1 1 1 0 1 0 0 0 0 1 1 Carex digitata L. 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 Astragalus monspessulanus L. subsp. monspessulanus 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 Carex divulsa Stokes subsp. divulsa 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 Astragalus onobrychis L. 0 0 0 0 0 0 1 1 0 0 1 Carex hirta L. 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Athyrium filix-femina (L.) Roth 1 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 Carex liparocarpos Gaudin subsp. liparocarpos 0 0 0 0 0 0 1 1 0 0 1 Atriplex patula L. 0 0 1 0 0 0 1 1 0 0 0 Carex muricata aggr. 0 1 0 0 1 0 0 1 1 0 0 Avena fatua L. subsp. fatua 0 0 0 0 0 1 1 0 0 0 0 Carex remota L. 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 Avena sativa L. subsp. sativa 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 Carum carvi L. 0 0 0 0 0 0 0 0 1 1 1 Ballota nigra subsp. meridionalis (Bég.) Bég. 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 Castanea sativa Mill. 1 1 1 1 1 0 0 0 0 0 1 Barbarea vulgaris R. Br. s.l. 0 0 1 0 1 0 0 0 0 0 0 Caucalis platycarpos L. 0 0 0 0 1 0 1 1 0 0 0 Bassia prostrata (L.) Beck 0 0 0 1 0 1 1 0 0 0 0 Celtis australis L. subsp. australis 1 1 1 1 0 1 1 0 0 0 0 Bassia scoparia (L.) Voss 0 0 0 1 0 1 1 0 0 0 0 Centaurea cyanus L. 0 0 0 1 1 1 1 0 0 0 0 Bellis perennis L. 0 0 0 0 0 0 1 0 1 0 0 Centaurea nigrescens subsp. transalpina (Schleich. ex DC.) Nyman 1 0 1 1 1 1 0 0 0 1 0 Berberis vulgaris L. subsp. vulgaris 0 0 1 1 0 1 1 1 1 1 1 Centaurea scabiosa L. subsp. scabiosa 0 0 0 1 0 0 0 1 0 1 1 Betula pendula Roth 1 0 1 0 1 0 0 1 1 1 1 Centaurea scabiosa subsp. grinensis (Reut.) Nyman 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 Bidens bipinnatus L. 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Centranthus ruber (L.) DC. subsp. ruber 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Biscutella laevigata L. subsp. laevigata 0 0 1 0 0 0 0 1 0 0 1 Cerastium arvense L. s.l. 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 Bothriochloa ischaemum (L.) Keng 1 1 1 1 0 1 1 0 1 0 1 Cerastium brachypetalum Desp. ex Pers. subsp. brachypetalum 0 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 Brachypodium rupestre (Host) Roem. & Schult. 0 0 1 1 0 0 0 0 1 0 0 Cerastium fontanum subsp. vulgare (Hartman) Greuter & Burdet 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 1 Brachypodium sylvaticum (Huds.) P. Beauv. 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 Ceratochloa cathartica (Vahl) Herter 1 0 0 0 1 1 0 0 1 0 0 Brassica napus L. subsp. napus 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0

72 Studio floristico-vegetazionale 10 11 Studio floristico-vegetazionale 73 Entità floristica V1 V2 V3 V4 V5 V6 V7 V8 M1 M2 M3 Entità floristica V1 V2 V3 V4 V5 V6 V7 V8 M1 M2 M3

Chaenorhinum minus (L.) Lange subsp. minus 0 0 0 1 0 1 0 0 0 1 1 Draba verna L. subsp. verna 0 0 0 0 0 0 0 1 0 1 0 Chamaenerion angustifolium (L.) Scop. 0 0 0 0 0 1 0 1 0 0 1 Dryopteris affinis subsp. cambrensis Fraser-Jenk. 1 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 Chelidonium majus L. 1 1 0 0 0 1 1 0 1 1 1 Dryopteris filix-mas (L.) Schott 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Chenopodiastrum hybridum (L.) S. Fuentes, Uotila & Borsch 0 1 0 1 1 1 0 1 0 0 0 Dysphania botrys (L.) Mosyakin & Clemants 0 0 0 1 0 1 1 0 0 0 0 Chenopodium album L. s.l. 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Echinochloa crusgalli (L.) P. Beauv. subsp. crusgalli 0 1 0 0 1 1 0 0 1 1 0 Chondrilla juncea L. 1 1 1 1 1 1 1 1 0 0 0 Echinops sphaerocephalus L. subsp. sphaerocephalus 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 Cichorium intybus L. 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Echium vulgare L. s.l. 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Cirsium arvense (L.) Scop. 0 0 0 1 1 1 1 1 1 0 0 Elymus caninus (L.) L. 0 1 0 0 0 0 0 0 1 0 0 Cirsium vulgare (Savi) Ten. s.l. 0 0 1 0 1 0 0 0 0 0 0 Elytrigia intermedia (Host) Nevski subsp. intermedia 0 1 0 1 1 1 0 0 0 0 0 Cleistogenes serotina (L.) Keng 0 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 Elytrigia repens (L.) Nevski subsp. repens 0 0 1 0 1 0 1 1 1 1 1 Clematis vitalba L. 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Emerus major Mill. subsp. major 0 1 1 1 0 0 0 1 0 0 1 Clinopodium acinos (L.) Kuntze subsp. acinos 0 0 0 0 0 0 1 0 0 1 1 Epilobium collinum C. C. Gmel. 0 0 0 0 1 0 0 0 0 1 0 Clinopodium nepeta (L.) Kuntze s.l. 0 1 1 1 0 0 0 0 0 0 0 Epilobium hirsutum L. 0 0 0 0 1 0 0 0 1 0 0 Clinopodium vulgare L. subsp. vulgare 1 0 1 0 1 0 0 1 1 1 1 Epilobium montanum L. 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 1 Colchicum autumnale L. 0 0 1 0 0 0 0 1 1 1 1 Equisetum arvense L. 0 1 0 1 1 0 0 0 0 1 0 Colutea arborescens L. s.l. 0 1 0 1 0 1 1 0 0 1 0 Equisetum ramosissimum Desf. subsp. ramosissimum 0 0 0 0 1 1 0 0 1 1 0 Convolvulus arvensis L. 1 1 1 1 1 1 1 1 1 0 0 Eragrostis frankii C.A. Mey. ex Steud. 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Cornus sanguinea L. s.l. 1 1 1 1 1 1 0 1 1 1 1 Eragrostis minor Host subsp. minor 0 0 1 1 1 1 1 1 1 0 0 Corylus avellana L. 0 1 1 0 0 0 0 1 1 1 0 Eragrostis pectinacea (Michx.) Nees 0 0 0 0 1 0 0 0 1 0 0 Cotoneaster integerrimus auct. Fl. Ital. 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 Erigeron acris L. s.l. 0 0 0 0 0 0 1 1 0 0 0 Crataegus germanica (L.) Kuntze 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 Erigeron annuus (L.) Desf. subsp. annuus 1 1 1 1 1 1 0 1 1 0 0 Crataegus monogyna Jacq. 1 0 1 0 0 1 1 1 0 1 0 Erigeron canadensis L. 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Crepis biennis L. 0 0 0 1 1 1 0 0 1 1 0 Erodium ciconium (L.) L'Hér. 0 0 0 1 1 1 1 0 1 0 0 Crepis capillaris (L.) Wallr. 1 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 Erodium cicutarium (L.) L'Hér. 1 1 1 1 1 1 1 1 1 0 1 Crepis foetida L. s.l. 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 Erucastrum nasturtiifolium (Poir.) O.E. Schulz subsp. nasturtiifolium 0 0 0 0 0 1 0 0 1 0 0 Crepis pulchra L. subsp. pulchra 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 Eryngium campestre L. 0 0 1 1 1 1 1 0 0 0 0 Crepis sancta subsp. nemausensis (P. Fourn.) Babc. 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 Erysimum rhaeticum (Hornem.) DC. 0 1 0 1 0 0 1 1 0 0 0 Crepis vesicaria subsp. taraxacifolia (Thuill.) Thell. 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 Euonymus europaeus L. 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Cruciata pedemontana (Bellardi) Ehrend. 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Eupatorium cannabinum L. subsp. cannabinum 0 0 0 1 1 0 0 0 0 1 0 Crupina vulgaris Cass. 0 0 0 1 0 0 1 0 0 0 0 Euphorbia cyparissias L. 1 1 1 0 0 0 0 1 0 0 1 Cymbalaria muralis G. Gaertn., B. Mey. & Scherb. subsp. muralis 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Euphorbia dulcis L. 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 Cynodon dactylon (L.) Pers. 1 1 0 1 1 1 1 1 1 0 0 Euphorbia esula subsp. tommasiniana (Bertol.) Kuzmanov 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 1 Cynoglossum officinale L. 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 Euphorbia helioscopia L. subsp. helioscopia 0 0 0 1 0 1 1 1 0 0 0 Cystopteris fragilis (L.) Bernh. 0 1 0 0 0 0 0 1 0 1 1 Euphorbia lathyris L. 0 0 0 0 1 0 0 1 0 0 0 Dactylis glomerata L. subsp. glomerata 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Euphorbia peplus L. 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 Daucus carota L. s.l. 1 1 1 1 1 1 1 1 0 1 1 Euphorbia prostrata Aiton 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 Descurainia sophia (L.) Webb ex Prantl 0 0 0 1 1 0 1 0 1 0 1 Euphorbia seguieriana Neck. subsp. seguieriana 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 1 Dianthus carthusianorum L. s.l. 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 1 Fallopia convolvulus (L.) Á. Löve 1 1 0 0 1 1 1 0 1 1 1 Dianthus seguieri Vill. subsp. seguieri 1 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 Fallopia dumetorum (L.) Holub 1 0 1 0 0 0 0 1 0 1 0 Dianthus sylvestris Wulfen subsp. sylvestris 0 0 1 0 0 0 1 0 0 0 0 Festuca acuminata Gaudin 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 Digitaria sanguinalis (L.) Scop. s.l. 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Festuca stricta Host s.l. 0 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 Dioscorea communis (L.) Caddick & Wilkin 1 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 Festuca trichophylla subsp. asperifolia (St.-Yves) Al-Bermani 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 Diplotaxis tenuifolia (L.) DC. 1 1 0 1 1 1 1 1 1 1 1 Festuca valesiaca Schleich. ex Gaudin subsp. valesiaca 0 0 0 0 0 0 1 1 0 0 0

74 Studio floristico-vegetazionale 12 13 Studio floristico-vegetazionale 75 Entità floristica V1 V2 V3 V4 V5 V6 V7 V8 M1 M2 M3 Entità floristica V1 V2 V3 V4 V5 V6 V7 V8 M1 M2 M3

Festuca varia aggr. 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Hippocrepis comosa L. 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 1 Ficaria verna Huds. subsp. verna 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 Holcus lanatus L. subsp. lanatus 1 1 0 0 1 0 0 0 0 0 0 Ficus carica L. 1 1 1 0 0 1 0 0 0 0 0 Holosteum umbellatum L. subsp. umbellatum 0 0 0 0 0 1 1 1 0 0 0 Filago arvensis L. 0 0 1 0 1 0 1 0 0 0 0 Hordeum murinum L. subsp. murinum 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Filipendula ulmaria (L.) Maxim. subsp. ulmaria 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 Humulus lupulus L. 1 1 1 1 1 1 0 1 0 1 0 Foeniculum vulgare Mill. 1 0 1 1 1 0 0 0 0 0 0 Hylotelephium maximum (L.) Holub subsp. maximum 1 1 1 0 0 0 0 0 0 1 0 Fragaria vesca L. 0 1 0 0 0 0 0 1 1 1 1 Hyoscyamus niger L. 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 Fraxinus excelsior L. subsp. excelsior 0 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Hypericum montanum L. 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 Fumana procumbens (Dunal) Gren. & Godr. 0 0 0 0 0 1 1 0 0 0 0 Hypericum perforatum L. subsp. perforatum 1 0 0 1 1 1 1 1 1 1 1 Fumaria officinalis L. subsp. officinalis 1 1 1 1 1 0 1 0 1 0 0 Hypochaeris radicata L. 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Galatella linosyris (L.) Rchb.f. subsp. linosyris 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 Impatiens balfourii Hook. f. 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Galeopsis pubescens Besser subsp. pubescens 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Inula montana L. 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 Galinsoga parviflora Cav. 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 1 Inula spiraeifolia L. 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 Galinsoga quadriradiata Ruiz & Pav. 1 0 0 0 1 0 0 1 1 1 0 Isatis tinctoria L. subsp. tinctoria 0 0 0 1 1 0 1 0 0 0 0 Galium aparine L. 0 1 0 0 1 1 1 1 1 0 1 Juglans regia L. 0 1 0 0 0 0 0 0 0 1 1 Galium boreale L. 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 Juniperus communis L. subsp. communis 0 0 0 0 0 0 1 1 0 0 1 Galium lucidum All. subsp. lucidum 1 1 1 1 1 0 1 1 0 0 0 Knautia arvensis (L.) Coult.i 0 1 1 1 0 1 0 1 1 1 1 Galium mollugo L. s.l. 1 0 0 1 0 0 0 1 0 0 0 Koeleria pyramidata (Lam.) P. Beauv. 0 0 0 1 1 0 1 1 0 0 0 Galium mollugo L. subsp. mollugo 0 1 1 0 1 1 0 0 1 1 1 Koeleria vallesiana (Honck.) Gaudin s.l. 0 0 0 0 0 0 1 1 0 0 0 Galium mollugo subsp. erectum Syme 0 0 0 0 1 0 0 1 1 1 0 Lactuca perennis L. 0 1 0 1 0 0 1 0 0 0 0 Galium pumilum Murray 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 Lactuca serriola L. 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Galium spurium L. 0 0 0 1 1 1 1 0 0 0 0 Lactuca viminea (L.) J. Presl & C. Presl subsp. viminea 0 0 0 1 1 0 0 0 0 0 0 Galium verum L. subsp. verum 0 0 0 0 0 1 0 1 0 1 1 Lamium amplexicaule L. 1 0 1 1 1 1 1 1 0 1 0 Gentiana cruciata L. subsp. cruciata 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 Lamium purpureum L. 1 1 0 0 0 0 1 1 1 1 1 Geranium molle L. 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 1 Lapsana communis L. subsp. communis 1 1 0 0 0 0 0 0 0 1 0 Geranium pusillum L. 1 1 0 1 1 1 0 1 0 0 1 Larix decidua Mill. subsp. decidua 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 Geranium pyrenaicum Burm. f. subsp. pyrenaicum 1 1 0 0 1 1 1 1 1 1 1 Laserpitium siler L. subsp. siler 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 Geranium robertianum L. 0 1 0 0 0 1 0 1 1 1 1 Lathyrus niger (L.) Bernh. 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Geranium rotundifolium L. 1 1 0 1 1 1 1 1 1 1 0 Lathyrus pratensis L. subsp. pratensis 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 1 Geranium sanguineum L. 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Lathyrus sphaericus Retz. 0 0 0 0 1 0 1 0 0 0 0 Geranium sylvaticum L. 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 Lathyrus sylvestris L. 1 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 Geum urbanum L. 0 1 0 0 0 1 0 1 0 0 1 Laurus nobilis L. 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Glechoma hederacea L. s.l. 0 0 0 0 1 1 0 0 0 0 0 Leontodon hispidus L. s.l. 0 0 0 1 1 1 0 0 1 1 1 Glechoma hederacea L. subsp. hederacea 0 0 0 0 0 0 0 0 1 1 0 Lepidium densiflorum Schrad. 0 0 0 0 0 1 1 1 0 0 0 Globularia bisnagarica L. 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 Leucanthemum vulgare (Vaill.) Lam. subsp. vulgare 0 1 0 1 1 1 0 1 1 1 1 Gymnadenia conopsea (L.) R. Br. 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 Ligustrum vulgare L. 1 1 1 1 0 0 1 1 1 1 1 Hedera helix L. subsp. helix 1 1 1 0 0 1 0 1 1 1 0 Linaria angustissima (Loisel.) Borbás 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 1 Helianthemum nummularium (L.) Mill. subsp. nummularium 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Linaria simplex (Willd.) DC. 0 0 0 1 0 0 1 0 0 0 0 Helianthemum nummularium subsp. obscurum (Celak.) Holub 0 1 1 1 1 0 1 1 1 1 1 Linum austriacum L. subsp. austriacum 0 0 0 0 0 0 1 0 0 1 0 Heliotropium europaeum L. 0 0 0 0 0 1 1 0 0 0 0 Linum tenuifolium L. 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 Helleborus foetidus L. 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 Lolium multiflorum Lam. 1 0 0 1 1 1 0 0 1 1 1 Heracleum sphondylium L. subsp. sphondylium 1 0 1 1 1 1 0 1 1 1 1 Lolium perenne L. 1 1 1 1 1 1 1 1 1 0 1 Hieracium murorum aggr. 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 Lonicera etrusca Santi 1 0 0 1 1 0 1 0 0 1 0

76 Studio floristico-vegetazionale 14 15 Studio floristico-vegetazionale 77 Entità floristica V1 V2 V3 V4 V5 V6 V7 V8 M1 M2 M3 Entità floristica V1 V2 V3 V4 V5 V6 V7 V8 M1 M2 M3

Lonicera xylosteum L. 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 1 Oxalis stricta L. 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Lotus corniculatus L. subsp. corniculatus 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Papaver argemone L. subsp. argemone 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 Lunaria annua L. 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 Papaver dubium L. subsp. dubium 1 0 1 1 1 1 1 1 0 0 1 Lycopsis arvensis L. 0 0 0 1 1 1 1 1 0 0 0 Papaver rhoeas L. subsp. rhoeas 0 1 1 1 1 1 1 1 1 0 0 Lysimachia foemina (Mill.) U. Manns & Anderb. 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 Paragymnopteris marantae (L.) K.H. Shing subsp. marantae 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 Lysimachia vulgaris L. 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 Parietaria judaica L. 1 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 Malva alcea L. 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Parietaria officinalis L. 1 1 1 1 0 1 0 1 1 1 0 Malva neglecta Wallr. 0 0 0 1 1 1 1 1 1 1 1 Pastinaca sativa L. s.l. 0 1 0 1 1 1 0 0 1 1 1 Malva sylvestris L. subsp. sylvestris 1 1 1 0 1 1 0 1 1 1 0 Persicaria maculosa Gray 1 0 0 0 1 0 0 0 0 1 0 Matricaria chamomilla L. 0 0 0 0 1 1 0 0 0 0 0 Petrorhagia prolifera (L.) P.W. Ball & Heywood 0 1 1 1 1 1 1 1 0 0 0 Matricaria discoidea DC. 0 0 0 0 1 1 1 1 1 0 0 Petrorhagia saxifraga (L.) Link subsp. saxifraga 0 0 1 0 0 0 1 0 0 0 0 Medicago falcata L. 0 0 1 1 0 1 1 1 0 0 0 Phleum phleoides (L.) H. Karst. 0 0 0 1 0 0 1 1 0 0 1 Medicago lupulina L. 1 1 0 1 1 1 1 1 1 1 1 Phleum pratense L. subsp. pratense 0 0 0 1 1 1 0 0 1 1 1 Medicago minima (L.) L. 0 1 1 1 1 1 1 1 0 0 0 Phyteuma betonicifolium Vill. 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Medicago sativa L. 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Phytolacca americana L. 1 1 0 0 1 0 0 0 0 0 0 Melica ciliata L. subsp. ciliata 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Picea abies (L.) H. Karst. subsp. abies 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 Melica nutans L. 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 Picris hieracioides L. subsp. hieracioides 1 1 1 1 1 1 0 1 1 1 1 Melilotus albus Medik. 0 1 0 1 0 1 1 1 1 1 1 Pilosella cymosa (L.) F.W. Schultz & Sch.Bip. 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 Melilotus officinalis (L.) Lam. 0 0 0 0 1 1 1 1 0 1 1 Pilosella officinarum Vaill. 0 0 1 0 0 0 1 0 0 0 0 Melissa officinalis L. subsp. officinalis 0 1 0 0 1 0 0 0 0 0 0 Pimpinella saxifraga L. s.l. 0 1 1 1 1 1 0 1 0 1 1 Mentha aquatica L. subsp. aquatica 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 Pinus sylvestris L. 0 0 0 0 0 0 0 1 1 0 1 Mentha longifolia (L.) Huds. 0 0 0 0 1 0 0 0 0 1 0 Plantago lanceolata L. 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Misopates orontium (L.) Raf. 0 0 1 0 0 1 0 0 0 0 0 Plantago major L. s.l. 1 1 0 0 1 1 1 1 1 1 1 Molinia arundinacea Schrank 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 Plantago media L. subsp. media 1 0 0 1 0 0 0 1 0 1 1 Muscari comosum (L.) Mill. 1 1 1 1 0 1 1 1 1 1 1 Poa angustifolia L. 0 0 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Muscari neglectum Guss. ex Ten. 1 0 1 0 0 0 0 1 0 0 1 Poa annua L. 1 1 0 1 0 1 0 1 1 1 1 Myosotis arvensis (L.) Hill subsp. arvensis 0 1 0 0 0 0 0 1 0 1 1 Poa bulbosa L. subsp. bulbosa 1 1 1 1 1 1 1 1 0 1 1 Myosotis ramosissima Rochel ex Schult. subsp. ramosissima 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Poa chaixii Vill. 0 0 0 0 0 0 0 1 0 1 0 Myosotis stricta Link ex Roem. & Schult. 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 Poa molinerii Balb. 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 Myosotis sylvatica Hoffm. subsp. sylvaticaii 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 Poa perconcinna J.R. Edm. 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 Odontites luteus (L.) Clairv. subsp. luteus 0 0 0 1 0 0 1 0 0 0 0 Poa pratensis L. subsp. pratensis 0 0 0 1 0 1 0 1 1 1 1 Onobrychis arenaria (Kit.) DC. subsp. arenaria 0 1 0 1 0 0 0 0 0 0 0 Poa trivialis L. subsp. trivialis 1 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 Onobrychis viciifolia Scop. 0 0 0 1 1 1 0 1 0 1 1 Podospermum laciniatum (L.) DC. subsp. laciniatum 0 0 0 1 1 1 1 0 0 0 0 Ononis natrix L. subsp. natrix 0 1 0 1 0 0 1 1 0 0 0 Polygala vulgaris L. subsp. vulgaris 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 Ononis pusilla L. 0 0 0 1 0 1 1 0 0 0 0 Polygonatum odoratum (Mill.) Druce 0 1 0 0 0 0 0 1 0 0 0 Ononis spinosa L. s.l. 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 Polygonum aviculare aggr. 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Ononis spinosa subsp. procurrens (Wallr.) Briq. 1 0 1 0 0 1 1 1 1 1 1 Polypodium vulgare L. 0 1 0 0 0 0 0 1 0 0 1 Onopordum acanthium L. subsp. acanthium 0 1 0 0 1 1 0 0 0 0 0 Populus alba L. 0 0 0 0 0 0 1 0 0 1 0 Onosma pseudoarenaria Schur s.l. 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 Populus nigra L. subsp. nigra 0 0 0 0 0 1 1 0 1 0 1 Oreoselinum nigrum Delarbre 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Populus tremula L. 1 0 0 0 0 0 1 1 1 1 1 Origanum vulgare L. subsp. vulgare 0 1 1 1 1 0 1 0 0 1 1 Portulaca oleracea L. subsp. oleracea 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 0 Ornithogalum umbellatum L.iii 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Potentilla argentea L. 1 1 1 1 1 1 1 1 1 0 1 Oxalis corniculata L. 1 1 1 0 0 0 0 1 0 0 0 Potentilla pusilla Host 0 0 0 1 0 0 0 1 0 1 0

78 Studio floristico-vegetazionale 16 17 Studio floristico-vegetazionale 79 Entità floristica V1 V2 V3 V4 V5 V6 V7 V8 M1 M2 M3 Entità floristica V1 V2 V3 V4 V5 V6 V7 V8 M1 M2 M3

Potentilla recta L. subsp. recta 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Saponaria officinalis L. 1 1 0 0 1 1 1 1 1 1 0 Potentilla reptans L. 0 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Saxifraga tridactylites L. 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 Potentilla tabernaemontani Asch. 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 Scabiosa columbaria L. subsp. columbaria 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 Poterium sanguisorba L. s.l. 0 1 1 1 1 1 1 1 0 1 1 Scabiosa triandra L. 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 Primula veris L. s.l. 0 0 0 0 0 0 0 1 0 1 1 Schedonorus arundinaceus (Schreb.) Dumort. subsp. arundinaceusiv 0 0 0 0 0 0 0 0 1 1 1 Prunella vulgaris L. subsp. vulgaris 0 0 0 1 0 0 0 0 1 1 0 Schedonorus pratensis (Huds.) P. Beauv. subsp. pratensis 0 0 0 0 1 1 0 0 1 0 1 Prunus avium L. 1 0 1 1 1 0 1 1 1 1 1 Schedonorus uechtritzianus (Wiesb.) Holubiv 0 0 1 1 0 1 0 0 0 0 0 Prunus dulcis (Mill.) D.A. Webb 0 0 1 1 1 1 1 0 0 0 0 Sclerochloa dura (L.) P. Beauv. 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 Prunus mahaleb L. 1 1 1 1 1 0 1 1 1 1 1 Scrophularia nodosa L. 1 0 0 0 0 1 0 1 0 1 0 Prunus spinosa L. subsp. spinosa 1 0 1 0 1 0 0 1 0 0 0 Securigera varia (L.) Lassen 1 1 1 1 1 1 0 1 0 1 1 Pseudoturritis turrita (L.) Al-Shehbaz 0 0 0 0 0 0 1 0 0 1 1 Sedum album L. subsp. album 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Pteridium aquilinum (L.) Kuhn subsp. aquilinum 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Sedum dasyphyllum L. s.l. 1 1 1 0 0 0 1 0 0 1 0 Pulsatilla montana (Hoppe) Rchb. subsp. montana 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 Sedum montanum Songeon & E.P. Perrier 1 1 1 0 1 0 1 1 0 0 1 Quercus pubescens Willd. subsp. pubescens 1 1 1 1 1 0 1 1 1 1 1 Sedum sexangulare L. 0 0 0 0 0 1 0 0 0 1 1 Ranunculus acris L. s.l. 0 0 1 0 0 0 0 1 0 0 1 Selaginella helvetica (L.) Spring 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 1 Ranunculus acris subsp. friesianus (Jord.) Syme 0 0 0 1 1 1 0 0 1 1 0 Sempervivum arachnoideum L. 0 1 1 0 0 0 1 0 0 0 0 Ranunculus bulbosus L. 1 1 1 1 1 0 0 1 1 1 1 Sempervivum tectorum aggr. 1 1 1 0 0 0 1 1 0 0 0 Ranunculus polyanthemophyllus W. Koch & H.E. Hess 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 Senecio inaequidens DC. 1 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 Ranunculus repens L. 0 0 0 0 1 1 0 0 0 1 0 Senecio vulgaris L. 1 0 0 1 1 1 1 1 0 1 0 Reseda lutea L. subsp. lutea 0 1 0 1 0 0 1 0 0 1 1 Seseli libanotis (L.) W.D.J. Koch subsp. libanotis 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Reseda phyteuma L. subsp. phyteuma 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 Setaria pumila (Poir.) Roem. & Schult. 1 1 0 0 1 1 0 0 1 0 0 Rhamnus cathartica L. 0 0 0 0 0 1 0 1 0 0 1 Setaria verticillata (L.) P. Beauv. 1 1 1 1 1 1 1 1 1 0 0 Rhinanthus alectorolophus (Scop.) Pollich subsp. alectorolophus 0 0 0 1 0 1 0 1 1 0 0 Setaria viridis (L.) P. Beauv. subsp. viridis 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Robinia pseudoacacia L. 1 1 0 1 1 0 1 0 1 0 0 Silene dioica (L.) Clairv. 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 Rorippa pyrenaica (All.) Rchb. 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Silene latifolia subsp. alba (Mill.) Greuter & Burdet 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Rosa canina L. var. canina 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 Silene nutans L. subsp. nutans 1 0 0 1 0 0 0 1 0 0 0 Rosa canina var. andegavensis (Bastard) N.H.F. Desp. 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Silene otites (L.) Wibel subsp. otites 0 0 0 1 1 0 1 0 0 0 1 Rosa corymbifera Borkh. 0 0 0 1 0 1 0 0 0 0 0 Silene vulgaris (Moench) Garcke subsp. vulgaris 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Rosmarinus officinalis L. 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 Sisymbrium austriacum Jacq. subsp. austriacum 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 Rubus caesius L. 1 1 0 1 1 1 0 1 1 1 1 Solanum nigrum L. s.l. 1 1 1 1 1 1 1 1 0 1 0 Rubus fruticosus aggr. 1 1 1 1 1 0 0 0 1 0 0 Solidago virgaurea L. subsp. virgaurea 1 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 Rumex acetosa L. subsp. acetosa 0 1 1 1 1 1 0 1 1 1 1 Sonchus asper (L.) Hill subsp. asper 1 1 0 0 0 1 0 0 0 0 0 Rumex acetosella L. subsp. acetosella 1 1 1 0 1 0 0 0 0 0 0 Sonchus oleraceus L. 1 1 1 1 1 1 0 1 1 1 1 Rumex conglomeratus Murray 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 Sorbus aria (L.) Crantz 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 1 Rumex crispus L. 0 0 0 0 0 1 1 0 0 0 0 Sorbus mougeotii Soy.-Will. & Godr. 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 Rumex obtusifolius L. subsp. obtusifolius 1 1 1 0 1 1 0 1 1 1 1 Spartium junceum L. 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Rumex scutatus L. subsp. scutatus 1 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 Stachys recta L. subsp. recta 1 1 1 1 1 1 1 1 0 1 1 Salix alba L. 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 Stellaria media (L.) Vill. subsp. media 1 1 0 1 0 1 1 1 1 1 1 Salix caprea L. 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 1 Stipa capillata L. 0 0 1 0 0 0 1 0 0 0 0 Salix purpurea L. s.l. 0 0 0 0 0 0 0 1 1 0 0 Stipa eriocaulis Borbás subsp. eriocaulis 0 0 0 1 0 0 1 0 0 0 0 Salvia pratensis L. subsp. pratensis 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Taraxacum sect. Erythrosperma (H. Lindb.) Dahlst. 0 0 1 0 0 1 1 0 0 0 0 Sambucus nigra L. 1 1 0 0 1 1 0 1 0 1 0 Taraxacum sect. Ruderalia Kirschner & al. 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Saponaria ocymoides L. subsp. ocymoides 0 1 0 1 1 0 0 1 0 0 1 Telephium imperati L. subsp. imperati 0 0 0 1 0 0 1 0 0 0 0

80 Studio floristico-vegetazionale 18 19 Studio floristico-vegetazionale 81 Entità floristica V1 V2 V3 V4 V5 V6 V7 V8 M1 M2 M3 Entità floristica V1 V2 V3 V4 V5 V6 V7 V8 M1 M2 M3

Teucrium chamaedrys L. subsp. chamaedrys 0 1 1 1 0 0 1 1 0 0 1 Veronica polita Fr. 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 Teucrium montanum L. 0 0 0 0 0 0 1 1 0 0 0 Veronica prostrata L. subsp. prostrata 0 0 0 0 0 0 0 1 0 1 1 Teucrium scorodonia L. 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Veronica triphyllos L. 0 0 0 0 0 0 1 1 0 0 0 Thalictrum minus L. subsp. minus 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Viburnum lantana L. 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 1 Thesium alpinum L. 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 Vicia cracca L. aggr. 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Thesium linophyllon L. 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 Vicia cracca L. subsp. cracca 1 0 1 1 1 1 0 1 1 1 0 Thymus caespitosus (Opiz ex Heinr. Braun) Ronniger 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 Vicia hirsuta (L.) Gray 1 1 0 0 1 0 0 1 0 0 0 Thymus serpyllum aggr. 1 0 1 0 0 0 1 1 0 0 1 Vicia onobrychioides L. 0 0 0 0 0 0 1 1 0 1 1 Thymus vulgaris L. subsp. vulgaris 0 0 1 1 0 0 0 0 0 0 0 Vicia sativa L. subsp. sativa 0 0 0 0 0 1 1 0 0 0 0 Tilia platyphyllos Scop. subsp. platyphyllos 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 1 Vicia sativa subsp. nigra (L.) Ehrh. 1 1 1 1 1 1 1 1 1 0 0 Torilis arvensis (Huds.) Link subsp. arvensis 0 0 0 1 0 1 1 1 1 0 0 Vicia sepium L. 1 0 0 0 0 0 1 1 1 0 1 Torilis japonica (Houtt.) DC. 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Vicia tenuifolia Roth subsp. tenuifolia 0 0 1 0 1 0 0 1 1 0 0 Tragopogon dubius Scop. 0 1 1 1 1 1 1 1 1 0 0 Vincetoxicum hirundinaria Medik. subsp. hirundinaria 0 1 1 0 0 0 1 1 0 0 0 Tragopogon pratensis subsp. orientalis (L.) Celak. 0 1 0 1 1 1 0 0 1 1 1 Viola arvensis Murray subsp. arvensis 1 1 1 1 1 1 1 1 0 1 1 Tragus racemosus (L.) All. 0 0 1 1 1 1 1 0 0 0 0 Viola reichenbachiana Jord. ex Boreau 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Tribulus terrestris L. 0 0 0 1 1 1 1 0 0 0 0 Viola riviniana Rchb. 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 Trifolium arvense L. subsp. arvense 1 1 1 0 1 0 0 0 0 0 0 Viola tricolor L. s.l. 0 0 0 0 0 1 0 1 0 0 1 Trifolium campestre Schreb. 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Vitis vinifera L. 0 0 1 0 0 0 1 0 0 0 0 Trifolium montanum L. subsp. montanum 0 0 0 1 0 0 0 1 0 0 1 Xanthoselinum venetum (Spreng.) Soldano & Banfi 0 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 Trifolium pratense L. subsp. pratense 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Xeranthemum inapertum (L.) Mill. 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 Trifolium repens L. subsp. repens 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Tripleurospermum inodorum (L.) Sch. Bip. 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 i Trisetaria flavescens (L.) Baumg. subsp. flavescens 0 1 0 0 1 1 0 0 1 1 1 Knautia arvensis (L.) Coult.: come sottolineato da Bovio (2014), le popolazioni valdostane differiscono dai caratteri tipici di Knautia arvensis e vanno ulteriormente studiate; il loro attuale inquadramento in questa specie va quindi Trisetaria loeflingiana (L.) Paunero subsp. loeflingiana 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 considerato provvisorio. Triticum cylindricum (Host) Ces., Pass. & Gibelli 0 0 0 0 1 1 1 0 0 0 0 ii Myosotis sylvatica Hoffm.: secondo Bovio (2014) questa specie va ritenuta dubbia per la Valle d’Aosta; infatti si è Turritis glabra L. 0 0 0 0 1 0 0 1 0 0 0 potuto verificare che varie stazioni già attribuite ad essa sono in realtà da riferire a Myosotis decumbens Host (non Tussilago farfara L. 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 sono però state ricontrollate quelle relative al presente lavoro). iii Ulmus minor Mill. subsp. minor 0 1 1 1 1 1 1 0 0 1 0 Ornithogalum umbellatum L.: recentemente Bovio (2015) mette in dubbio la presenza di questa specie in Valle d’Aosta; infatti, in seguito ad alcuni controlli, ipotizza che le stazioni valdostane già attribuite in passato a O. Urtica dioica L. subsp. dioica 1 1 1 0 1 1 0 1 1 1 1 umbellatum siano in realtà tutte o in gran parte relative al simile Ornithogalum divergens Boreau. Urtica urens L. 0 0 0 1 0 1 0 0 0 0 0 iv Schedonorus arundinaceus (Schreb.) Dumort. (incl. Schedonorus uechtritzianus [Wiesb.] Holub): per i problemi Valerianella carinata Loisel. 0 0 0 0 0 1 1 1 0 0 0 legati alla variabilità e alle sottospecie di questa entità si veda quanto scritto da Bovio (2014), pag. 181. Valerianella coronata (L.) DC. 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 Verbascum boerhavii L. 0 0 1 0 0 0 1 0 0 0 0 Verbascum densiflorum Bertol. 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Verbascum lychnitis L. 1 1 0 1 0 0 0 1 0 0 0 Verbascum phlomoides L. 0 1 0 0 1 0 0 0 0 1 0 Verbena officinalis L. 0 1 1 0 0 0 1 1 1 0 0 Veronica anagallis-aquatica L. subsp. anagallis-aquatica 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 Veronica arvensis L. 1 1 0 0 0 1 0 1 0 1 0 Veronica beccabunga L. subsp. beccabunga 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 Veronica chamaedrys L. subsp. chamaedrys 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 Veronica hederifolia L. subsp. hederifolia 1 1 1 0 0 1 1 1 0 1 1 Veronica persica Poir. 1 1 0 1 1 1 1 1 1 1 1

82 Studio floristico-vegetazionale 20 21 Studio floristico-vegetazionale 83 Capitolo 4 Monitoraggio di cinque specie di cicaline nei vigneti valdostani

Luca Bertignono(1), Francesca Madormo(1), Ilaria Brunet (1), Enrico Busato(2), Alberto Alma(2)

(1) Institut Agricole Régional, Aosta (2) DISAFA, Università degli Studi di Torino 4.1. Introduzione In tutti gli ambienti con presenza di piante vivono specie di cicaline (Hemiptera Auchenorrhyncha). Esse agiscono come fitomizi, pungendo le piante per nutrirsi, e quindi hanno uno stretto legame con le essenze botaniche ospiti. Al tempo stesso esse rappresentano un alimento per numerosi predatori e parassitoidi. Il legame con le piante ospiti per motivi alimentari o di ovideposizione è diverso da specie a specie. Accanto a cicaline polifaghe, vi sono quelle legate soltanto a una o poche specie di piante ospiti. Non è sufficiente, però, la presenza della pianta ospite perché ci sia anche la cicalina: altre caratteristiche ambientali, come i fattori microclimatici e determinate strutture vegetazionali, sono necessarie o almeno importanti per la loro esistenza in un determinato ambiente. Questa specializzazione ecologica differenziata rende le cicaline specie indicatrici appropriate per le indagini relative alla qualità ambientale. In particolare, alcune specie posseggono uno spettro alimentare molto stretto, oppure un legame ben definito con un determinato am- biente, e sono molto sensibili a modificazioni o disturbi ambientali, cosicché il loro rinvenimento o la loro assenza forniscono buoni elementi di rilevanza naturalistica per indicazioni di natura biogeografica e per la valutazione di biotopi. 4.2. Cicaline presenti nell’agroecosistema vigneto Nell’agroecosistema vigneto sono comunemente presenti diverse specie di cicaline, appartenenti a varie Famiglie. Fra queste, alcune sono già note ed altre si trovano sotto indagine come vettori di agenti fitopa- togeni, altre ancora hanno assunto importanza sempre più rilevante come fitofagi, rappresentando nel loro insieme uno dei problemi entomologici di maggiore attualità nel contesto della difesa viticola. Nell’ambito del presente studio sono state censite 5 specie di cicaline particolarmente importanti per il ruolo che esse giocano all’interno dell’agroecosistema vigneto e per la loro diffusione all’interno dei siti di indagine. Si tratta di specie fitomize, qualiEmpoasca vitis e Zygina rhamni- annoverate tra le principali av- versità della vite in quanto agenti di danno diretto alla coltura - e di specie vettrici o potenzialmente vettrici di fitoplasmosi della vite, qualiScaphoideus titanus, Anoplotettix fuscovenosus e Neoaliturus fenestratus. In Tabella 4.1 si riportano alcune informazioni riassuntive sulla bioecologia delle cinque specie oggetto di studio. Tabella 4.1. Caratteristiche bioecologiche delle cicaline indagate.

Distribuzione Principali Generazioni Biologia Cicalina geografica piante ospiti nell’anno Svernamento Ovideposizione Neanidi Adulto Femmine Metà aprile, Fra fecondate su Da fine Empoasca Tutta Italia Vite 2 o 3 inizio giugno e vitis piante maggio maggio luglio sempreverdi Femmine Seconda fecondate su Da metà Zygina Tutta Italia Vite 2 o 3 Maggio metà di rhamni piante maggio giugno sempreverdi Dalla Seconda Italia seconda decade Da metà Scaphoideus Vite 1 Uovo titanus settentrionale decade di di luglio luglio maggio Vite, Trifolium, Phaseolus, Nord, Dalla prima Solanum, Da fine Fine Anoplotettix Centro-Sud e 1 Uovo decade di fuscovenosus Dactylis, marzo maggio Sardegna giugno Festuca, Lolium Piante erbacee Diffusa in Informazioni bibliografiche Neoaliturus (Helichrysum), 2 Adulto fenestratus tutta Italia insufficienti Vite, Drupacee

Tabella 4.2. Siti e anni di campionamento entomologico nelle aree a vigneto. Monitoraggio di cinque specie di cicaline nei vigneti valdostani 87

Codice Sito Anno V1 Donnas 2008 V2 Arnad 2007 V3 Montjovet 2007 V4 Saint-Denis 2007 V5 Quart 2007 V6 Aymavilles 2006 V7 Saint-Pierre 2006 V8 Morgex 2006 - 2007

Tabella 4.1. Caratteristiche bioecologiche delle cicaline indagate.

Distribuzione Principali Generazioni Biologia Cicalina geografica piante ospiti nell’anno Svernamento Ovideposizione Neanidi Adulto Femmine Metà aprile, Fra fecondate su Da fine Empoasca Tutta Italia Vite 2 o 3 inizio giugno e vitis piante maggio maggio luglio sempreverdi Femmine Seconda fecondate su Da metà Zygina Tutta Italia Vite 2 o 3 Maggio metà di rhamni piante maggio giugno sempreverdi Dalla Seconda Italia seconda decade Da metà Scaphoideus Vite 1 Uovo titanus settentrionale decade di di luglio luglio maggio Vite, Trifolium, Phaseolus, Nord, Dalla prima Solanum, Da fine Fine Anoplotettix Centro-Sud e 1 Uovo decade di fuscovenosus Dactylis, marzo maggio Sardegna giugno Festuca, Lolium Piante erbacee Diffusa in Informazioni bibliografiche Neoaliturus (Helichrysum), 2 Adulto fenestratus tutta Italia insufficienti 4.3. Materiali e metodi Vite, Drupacee 4.4. Risultati dei campionamenti

I campionamenti entomologici nelle 8 aree viticole Le cinque specie di cicaline prese in esame sono state catturate in tutti i siti indagati, ad esclusione di Tabella 4.2. Siti e anni di campionamento entomologico sono stati effettuati nell’arco di 3 anni, dal 2006 al nelle aree a vigneto. Scaphoideus titanus che è risultato assente a Morgex (Tab. 4.3). 2008 (Tab. 4.2); solo nel sito di Morgex il campiona- Codice Sito Anno mento è stato ripetuto due anni. Per quanto riguarda V1 Donnas 2008 Tabella 4.3. Numero di esemplari catturati per ogni specie di cicalina negli 8 siti di indagine. la descrizione delle aree di indagine si rimanda al Ca- V2 Arnad 2007 Empoasca Zygina Anoplotettix Scaphoideus Neoaliturus pitolo 1. Sito vitis rhamni fuscovenosus titanus fenestratus All’interno di ciascun sito sono state individuate 5 V3 Montjovet 2007 Donnas 12.656 1.506 1.096 71 23 unità campione in cui sono state effettuate le osserva- V4 Saint-Denis 2007 zioni e le raccolte di materiale biologico; in ogni unità V5 Quart 2007 Arnad 12.393 7.178 785 628 48 campione sono state collocate, lungo la diagonale, tre V6 Aymavilles 2006 Montjovet 9204 4.008 455 19 33 trappole cromotattiche, sostituite con cadenza deca- V7 Saint-Pierre 2006 Saint-Denis 7.391 1.381 59 459 198 dale, da aprile a novembre, per un totale di 58 rilievi V8 Morgex 2006 - 2007 Quart 6.710 3.160 146 419 178 compiuti nel triennio e 6960 trappole utilizzate (Fig. Aymavilles 3.759 267 1.690 7 1.386 4.1). Saint-Pierre 5.545 445 742 1 773 Il materiale raccolto è stato analizzato e determinato presso i laboratori dell’Institut Agricole Régional di Morgex 2006 71.005 1.583 1.464 0 243 Aosta. In particolare, sono state svolte le seguenti attività: • lettura delle trappole cromotattiche: classificazione, conteggio e sessaggio degli esemplari catturati; Morgex 2007 70.420 790 815 0 133 • informatizzazione dei dati; Totale 199.083 20.318 7.252 1.604 3.015 • analisi ed elaborazione dei dati mediante il software statistico R. Nelle tabelle che riportano il numero di individui catturati nei diversi siti, i dati mancanti, identificati con il simbolo “/”, sono imputabili a problemi insorti nella conservazione del materiale biologico. 4.5. Specie agenti di danno diretto alla coltura

Nell’Allegato 4.1 sono riportate le informazioni principali sulle caratteristiche e sulla gestione degli appez- Tabella 4.4. Individui di Empoasca vitis campionati zamenti in cui sono state collocate le trappole entomologiche. 4.5.1nelle 3 d iverseEmpoasca zone della Vallevitis d’Aosta (lettere diverse tra loro indicano una differenza statisticamente significativa secondo il test HSD di Tukey). Empoasca vitis (Göthe, 1875, Cicadellidae Typhlocy- Empoasca vitis binae) è specieZona diffusa in tutta Italia (Fig. 4.2). Sverna (n. individui/trappola) da adulto (femmine fecondate) su piante sempreverdi (rovo,Bassa Valleligustro, conifere); i maschi46,8 durante b l’inverno gradualmenteMedia Valle muoiono (Pollini, 20,6 1998). c Attorno alla metàAlta Valledi aprile o all’inizio di maggio,262,4 al germogliamena - top- valuedelle (ANOVA)viti, le femmine si portano0,000 nei vigneti e depon- gono le uova, isolatamente, nelle nervature della pagi-

na inferiore delle foglie. Nuovi adulti compaiono tra giugno e luglio compiendo 2 o 3 generazioni all’anno. Essendo una specie ampelofaga facoltativa, oltre alla vite frequenta altre piante arboree (Nicoli Aldini, 2001). Sia gli adulti sia gli stadi giovanili vivono sulle foglie succhiando la linfa (alimentazione di tipo floe- matico). Sulla vite, pungendo le nervature principali e secondarie delle foglie in accrescimento, causa imbru- nimenti a carico delle nervature, docciatura periferica del lembo, necrosi del margine preceduta da ingialli- mento (vitigni bianchi) o arrossamento (vitigni rossi). In seguito all’attacco le foglie disseccano e cadono (Fig. 4.3); quelle più giovani appassiscono e dissec- cano senza manifestare tali alterazioni cromatiche. Si Figura 4.2. Esemplare adulto di Empoasca vitis hanno infestazioni soprattutto nella parte interna del- (Foto DISAFA). Figura 4.1. Trappola cromotattica utilizzata per la raccolta del materiale biologico. la vegetazione, dove vi è maggiore ombreggiamento

88 Monitoraggio di cinque specie di cicaline nei vigneti valdostani Monitoraggio di cinque specie di cicaline nei vigneti valdostani 89

Tabella 4.3. Numero di esemplari catturati per ogni specie di cicalina negli 8 siti di indagine.

Empoasca Zygina Anoplotettix Scaphoideus Neoaliturus Sito vitis rhamni fuscovenosus titanus fenestratus Donnas 12.656 1.506 1.096 71 23 Arnad 12.393 7.178 785 628 48 Montjovet 9204 4.008 455 19 33 Saint-Denis 7.391 1.381 59 459 198 Quart 6.710 3.160 146 419 178 Aymavilles 3.759 267 1.690 7 1.386 Saint-Pierre 5.545 445 742 1 773 Morgex 2006 71.005 1.583 1.464 0 243 Morgex 2007 70.420 790 815 0 133 Totale 199.083 20.318 7.252 1.604 3.015

si va dai 3.759 esemplari catturati ad Aymavilles, ai Tabella 4.4. Individui di Empoasca vitis campionati 5.545 di Saint-Pierre, ai 6.710 di Quart, fino ai 7.391 nelle 3 diverse zone della Valle d’Aosta (lettere diverse di Saint-Denis. tra loro indicano una differenza statisticamente significativa secondo il test HSD di Tukey). Se si aggregano i siti di campionamento in funzione Empoasca vitis Zona della loro ubicazione lungo la vallata centrale, le tre (n. individui/trappola) zone della Valle d’Aosta si differenziano in modo si- Bassa Valle 46,8 b gnificativo (Tab. 4.4). In Tabella 4.5 vengono riportati i risultati delle cattu- Media Valle 20,6 c re a cadenza decadale della cicalina; per confrontare Alta Valle 262,4 a l’andamento stagionale della popolazione di Empoa- p-value (ANOVA) 0,000 sca vitis, sono stati selezionati 3 siti rappresentativi delle realtà indagate (Fig. 4.5). Nell’Allegato 4.2 è possibile visualizzare l’andamento stagionale degli individui maschili e femminili di Empoasca vitis per tutti i siti indagine. Catture di adulti svernanti sono state ottenute fin dal momento della posa delle trappole, alla fine del mese di aprile. Le dinamiche di popolazione registrate nei siti a est di Aosta (da Donnas a Quart) mostrano una certa similarità comportamentale: Empoasca vitis compie infatti una prima generazione tra giugno e luglio, una seconda a cavallo tra luglio ed agosto e, nella maggior parte dei siti, una terza nell’ultima decade di settembre. Al contrario, nei vigneti di Saint-Pierre, Aymavilles e Morgex, l’insetto sembrerebbe compiere solo due generazioni all’anno, una prima tra giugno e luglio ed una seconda nell’ultima decade di settembre. La posizione geografica dei vigneti sembrerebbe quindi influenzare il ciclo biologico di Empoasca vitis; infatti, la comparsa degli adulti di prima generazione risulta progressivamente ritardata procedendo verso l’alta Valle e il numero di generazioni dell’insetto si riduce da tre a due. Figura 4.3. Alterazioni cromatiche su foglie di vite causate da Empoasca vitis. e umidità. La specie è più frequente in vigneti collinari e su alcuni vitigni. Per la sua dannosità possono Tabella 4.5. Adulti di Empoasca vitis catturati nei diversi siti durante l’intera stagione di indagine.

rendersi necessari trattamenti insetticidi. Sito Donnas Arnad Montjovet Saint- Quart Aymavilles Saint- Morgex Morgex Le trappole poste nel sito di Morgex hanno fatto registrare catture di Empoasca vitis decisamente elevate; Denis Pierre Decade in entrambi gli anni di indagine sono stati conteggiati più di 70.000 esemplari adulti (Fig. 4.4). Popolazioni (2008) (2007) (2007) (2007) (2007) (2006) (2006) (2006) (2007) numericamente più contenute, ma pur sempre molto abbondanti, sono state monitorate anche nei 3 siti della I mag / 315 240 207 261 131 44 5619 / bassa Valle (Donnas, Arnad e Montjovet), rispettivamente con 12.656, 12.393 e 9.204 esemplari catturati. II mag / 244 170 90 130 54 75 11188 / Popolazioni relativamente meno abbondanti, invece, sono state rilevate nei vigneti della media Valle, dove III mag / 339 388 386 333 106 161 4109 5394 I giu / 876 1036 740 371 41 89 713 558 80.000 II giu / 1092 1352 1572 875 53 95 556 471 71.005 70.420 III giu / 774 1023 659 724 198 894 384 7955 I lug / 935 1209 609 661 889 1377 7897 16137 60.000 E.vitis II lug 1440 576 581 207 424 886 1365 13768 12088 III lug 2105 1598 755 621 1000 328 482 8360 11237 40.000 I ago 3726 2491 505 1000 646 308 303 5682 3734 II ago 1899 1163 375 661 355 216 260 2625 2269

n. individui di 12.656 12.393 20.000 III ago 664 359 147 138 132 96 101 1280 1434 9.204 7.391 6.710 3.759 5.545 I set 566 328 145 130 114 78 44 948 879 II set 276 254 113 55 57 37 25 768 1000 0 III set 298 170 221 70 161 59 16 1161 2049 I ott 389 432 426 84 108 127 61 2793 2675 II ott 584 168 182 49 50 94 66 1699 956 III ott / 169 230 72 195 19 7 866 779 I nov 709 110 106 41 113 39 80 589 805 Figura 4.4. Individui di Empoasca vitis catturati nei diversi siti di indagine. Figura 4.4. Individui di Empoasca vitis catturati nei diversi siti di indagine. Totale 12656 12393 9204 7391 6710 3759 5545 71005 70420

2500

90 Monitoraggio di cinque specie di cicaline nei vigneti valdostani Monitoraggio di cinque specie di cicaline nei vigneti valdostani 91 2000 Tabella 4.6. Valori di sex ratio di Empoasca vitis registrati nei diversi siti.

E. vitis Sito Sex ratio di Empoasca vitis 1500 Donnas 1,83 Arnad 1,77 1000 Montjovet 1,96 Individui di Saint-Denis 2,85 500 Quart 2,63 Aymavilles 1,94 0 9-mag 8-giu 8-lug 7-ago 6-set 6-ott 5-nov Saint-Pierre 4,03 Morgex 2006 1,11 Arnad 2007 Quart 2007 Aymavilles 2006 Morgex 2007 1,86

Figura 4.5. Dinamiche di popolazione di Empoasca vitis in tre siti d’indagine. Media 1,60

100 a a 97,0 80 87,3 E.vitis

60 b 40 35,2 20

n. individui/trappola di 0 Bosco Non coltivato Vigneto

80.000 71.005 70.420

60.000 E.vitis

40.000

n. individui di 12.656 12.393 20.000 Tabella 4.5. Adulti di Empoasca vitis catturati nei diversi siti durante l’intera stagione di indagine. 9.204 7.391 6.710 Sito3.759 Donnas 5.545Arnad Montjovet Saint- Quart Aymavilles Saint- Morgex Morgex Denis Pierre 0 Decade (2008) (2007) (2007) (2007) (2007) (2006) (2006) (2006) (2007) I mag / 315 240 207 261 131 44 5619 / II mag / 244 170 90 130 54 75 11188 / III mag / 339 388 386 333 106 161 4109 5394 I giu / 876 1036 740 371 41 89 713 558

II giu / 1092 1352 1572 875 53 95 556 471 Figura 4.4. Individui di Empoasca vitis catturati nei diversi siti 80.000di indagine. III giu / 774 1023 659 724 198 894 71.005384 70.4207955 pergola, infatti, offre alla cicalina maggior riparo, 2500 I lug / 935 1209 609 661 889 1377 7897 16137 Tabella 4.7. Abbondanza di Empoasca vitis in 3 siti in ombreggiamento e umidità (Nicoli Aldini, 2001). funzione della forma di allevamento del vigneto. 60.000 II lugE.vitis 1440 576 581 207 424 886 1365 13768 12088 Per la modalità di gestione delle infestanti, i dati rac-

III lug 2105 1598 755 621 1000 328 482 8360 11237 2000 colti non hanno consentito di associare univocamen- n. individui/trappola I ago 40.0003726 2491 505 1000 646 308 303 te una5682 determinata 3734 tecnica ad una maggiore o minor Arnad E. vitis Morgex 1500 II ago 1899 1163 375 661 355 216 260 presenza2625 della cicalina2269 (Tab. 4.8), anche se le catture Montjovet

n. individui di 12.656 12.393 III ago 20.000664 359 147 138 132 96 101 quantitativamente1280 1434 inferiori negli appezzamenti di- Vigneti in filare 22 46 233 Tabella 4.7. Abbondanza di Empoasca vitis in 3 siti in 1000 I set 566 328 1459.204 1307.391 6.710114 78 44 serbati948 chimicamente 879 farebbero ipotizzare, in linea Vigneti a pergola 3.759 5.545 funzione della forma di allevamento del vigneto. 72 22 371 generale, che il diserbo totale del vigneto disturbi la Individui di II set

276 254 113 55 57 37 25 768 1000 p-value

0,000 0,000 0,002 0 cicalina. 500 III set 298 170 221 70 161 59 16 1161 2049 (test U di Mann-Whitney) Grann. individui/trappolaparte dei vigneti indagati avevano la possibilità I ott 389 432 426 84 108 127 61 2793 2675 Arnad di essere irrigati (58% degli appezzamenti conMorgex trappole); i viticoltori hanno però dichiarato di ricorrere 0 II ott 584 168 182 49 50 94 66 1699 956 Montjovet 9-mag 8-giu 8-lug 7-ago 6-set 6-ott 5-nov all’irrigazione solo occasionalmente; anche per questa ragione non è stato possibile approfondire l’even- III ott / 169 230 72 195 19 7 tualeVigneti effetto866 in filare dell’irrigazione 779 22 sulla presenza46 di233 Empoasca vitis. Tabella 4.8. Abbondanza di Empoasca vitis (n. individui/trappola) in diversi siti in funzione della gestione delle infestanti del vigneto. Arnad 2007 Quart 2007I nov Aymavilles709 2006110 106 41 113 39 80 PerVigneti quanto589 a pergola riguarda 805 l’effetto 72 dei trattamenti22 371fitosanitari sulla densità di popolazione della cicalina, nei siti Gestione delle infestanti ANOVA Figura 4.4. Individui di Empoasca vitis catturati nei diversi siti di indagine. indagatip-value non sono stati effettuati interventi specifici contro EmpoascaSito vitis; si tratta invece di interventi di Totale 12656 12393 9204 7391 6710 3759 5545 71005 70420 p-value Figura 4.5. Dinamiche di popolazione di Empoasca vitis in tre siti d’indagine. (test U di Mann-Whitney) 0,000 0,000 0,002 Agronomica Integrata Chimica Figura 4.5. Dinamiche di popolazione di Empoasca vitis in tre siti d’indagine. lotta diretti contro la tignola e la tignoletta della vite, i quali agiscono anche sulla popolazione di Empoasca Donnas 85 - - - 2500 vitis. 100 a Arnad 35 83 - 0,000 Come avviene in molte specie di cicaline, i dati relati- a 97,0 Tabella 4.6. Valori di sex ratio di Empoasca vitis Montjovet 34 - - - vi alla sex ratio (rapporto maschi/femmine) sono stati 2000 registrati nei diversi siti. Tabella 4.8. Abbondanza di Empoasca vitis (n. individui/trappola) 80 87,3 in diversi siti in funzione della gestioneSaint delle-Denis infestanti del vigneto. - 35 19 0,020

sempreE.vitis a favore dei maschi, a conferma di una loro Sito Sex ratio di Empoasca vitis E. vitis maggiore mobilità all’interno del vigneto (Tab. 4.6). 1500 Gestione delleQuart infestanti 21A NOVA 30 19 n.s. 60 Donnas 1,83 Sito L’attività di monitoraggio nei diversi ambienti (bo- Agronomica IntegrataAymavilles Chimica - p-value 15 13 n.s. Arnad 1,77 sco, incolto e vigneto)b ha confermato il legame tra Donnas 85 Saint- -Pierre - 36 - 28 - n.s. 40 Montjovet1000 1,96 cicalina e vite, ma ha anche evidenziato il ruolo di Arnad 35 Morgex83 - 0,000

Individui di 536 320 289 0,011 serbatoio ecologico35,2 delle zone non coltivate limitro- Saint-Denis 2,85 500 Montjovet 34 - - - 20 Quart 2,63 fe agli appezzamenti viticoli. Le catture negli incolti, Saint-Denis - 35 19 0,020 infatti, sono risultate paragonabili a quelle nei vigne- Aymavilles 1,94 n. individui/trappola di 0 Quart 21 30 19 n.s. ti (Figura0 4.6) e l’abbondanza della cicalina è stata Saint-Pierre 4,03 Tabella 4.9. Individui di Zygina rhamni campionati Bosco Non coltivato Vigneto 9-mag 8-giu 8-lug 7-ago 6-set Aymavilles6-ott 5-nov - nelle15 3 diverse zone della13 Valle d’Aosta (letteren.s. diverse positivamente correlata alla porzione di superficie Morgex 2006 1,11 tra loro indicano una differenza statisticamente Saint-Pierre occupata dagli incolti in ciascun sito (Rho di Spear- 36 28 significativa secondo- il test HSD di Tukey).n.s. Morgex 2007 Arnad 2007 Quart 2007 Aymavilles 2006 1,86 Morgex man=0,678; p=0,045). 536 320 289 Zygina rhamni0,011 Media 1,60 La minor presenza della cicalina nei margini boschivi Figura 4.5. Dinamiche di popolazione di Empoasca vitis in tre siti d’indagine. Zona (n. individui/trappola)

è probabilmente dovuta al fatto che Empoasca vitis Bassa Valle 17,3 a frequenta le specie arboree sempreverdi soprattutto in 100 a 4,6 b a Tabella 4.9. Individui di Zygina rhamni campionati Media Valle inverno, periodo in cui non sono stati effettuati cam- 97,0 nelle 3 diverse zone della Valle d’Aosta (lettere diverse Alta Valle 4,4 b pionamenti. 80 87,3 tra loro indicano una differenza statisticamente E.vitis significativa secondo il test HSD di Tukey). p-value (ANOVA) 0,000 Per quanto riguarda l’influenza delle diverse tecniche di gestione del vigneto sulla popolazione di Empoa- 60 Zygina rhamni Zona (n. individui/trappola) sca vitis, la modalità di campionamento adottata, vol- b Bassa Valle 17,3 a ta a monitorare la presenza della cicalina in diversi 40 ambienti, non ha sempre permesso di metter in rela- 35,2 Media Valle 4,6 b zione la conduzione agronomica con l’abbondanza di 20 Alta Valle 4,4 b individui catturati. p-value (ANOVA) 0,000 È stato possibile analizzare la relazione tra forma di n. individui/trappola di 0 allevamento e abbondanza della cicalina nei 3 siti in Bosco Non coltivato Vigneto cui erano presenti sia vigneti in filare che a pergola (Tab. 4.7); in 2 aree su 3 il sistema a pergola ha fatto Figura 4.6. Abbondanza di individui di Empoasca vitis registrare popolazioni di Empoasca vitis quantitati- suddivisi nei diversi ambienti rilevati (lettere diverse vamente più elevate: la struttura vegetazionale della tra loro indicano una differenza statisticamente significativa secondo il test HSD di Tukey).

92 Monitoraggio di cinque specie di cicaline nei vigneti valdostani Monitoraggio di cinque specie di cicaline nei vigneti valdostani 93

Tabella 4.7. Abbondanza di Empoasca vitis in 3 siti in funzione della forma di allevamento del vigneto.

n. individui/trappola Arnad Morgex Montjovet Figura 4.6. Abbondanza di individui di Empoasca vitis suddivisi nei diversi ambienti rilevati (lettere diverse tra loro indicano una differenza statisticamente significativa secondo ilVigneti test HSD in filare di Tukey ). 22 46 233 Vigneti a pergola 72 22 371 4.5.2. Zygina rhamni 8.000 p-value 7178 (test U di Mann-Whitney) 0,000 0,000 0,002 Zygina rhamni Ferrari (Cicadellidae Typhlocybinae) è una specie diffusa nella regione paleartica e presente in tutta Italia, Sicilia e 6.000

Sardegna (Fig. 4.7). Marcatamente termofila, è più abbondante Z. rhamni nelle regioni meridionali. 4008 Tabella 4.8. Abbondanza di Empoasca vitis (n. individui/trappola) in diversi siti in funzione della gestione delle infestanti del vigneto. 4.000 Specie ampelofaga obbligata, Zygina rhamni compie in Italia tre 3160 Gestione delle infestanti ANOVA generazioni all’anno. Sverna come femmina fecondata su pian- Sito 1506 1583Agronomica Integrata Chimica p-value te arboree o arbustive sempreverdi; a maggio si porta sulla vite 2.000 1381

n. individui di Donnas 85 - - - per deporre le uova nella nervatura mediana della pagina inferio- 790 445 re delle foglie. La schiusura delle uova avviene scalarmente e si Arnad 267 35 83 - 0,000 protrae per circa un mese fino agli ultimi giorni di giugno; i nuovi 0 Montjovet 34 - - - adulti compaiono nella seconda metà di giugno. Gli adulti della Saint-Denis - 35 19 0,020 seconda e della terza generazione compaiono alla fine di luglio e Quart 21 30 19 n.s. alla metà di settembre (Pollini, 1998). Aymavilles - 15 13 n.s. L’attività trofica dell’insetto avviene a carico del parenchima fo- Saint-Pierre 36 28 - n.s. gliare con asportazione di succhi e pigmenti clorofilliani; le puntu- Figura 4.9. Individui di Zygina rhamni catturati nei diversi sitiMorgex di indagine . 536 320 289 0,011 re di nutrizione causano depigmentazioni visibili ad occhio nudo Figura 4.9. Individui di Zygina rhamni catturati nei diversi siti di indagine.

(Fig. 4.8). Nel caso in cui le depigmentazioni siano molto estese si può avere caduta delle foglie con ripercussioni negative sull’atti- 600 vità fotosintetica, sulla lignificazione dei tralci e sulla maturazio- negli areali della media Valle sono stati 3160 a Quart, Tabella 4.9. Individui di Zygina rhamni campionati ne dei grappoli. Data le modalità di alimentazione, Zygina rhamni 1381 a Saint-Denis, 445 esemplari a Saint-Pierre e nelle 3 diverse zone della Valle d’Aosta (lettere diverse non è implicata nella trasmissione di microrganismi fitopatogeni. tra loro indicano una differenza statisticamente 267 a Aymavilles.500 A Morgex, infine, sono state regi- significativa secondo il test HSD di Tukey). La cicalina è stata rilevata in tutti i siti oggetto di monitoraggio strate 1583 catture nel primo anno di indagine, 790 Zygina rhamni (Fig. 4.9): in bassa Valle sono stati catturati 7.178 esemplari ad Figura 4.7. Esemplare adulto di Zygina nel secondo. Zona (n. individui/trappola) Arnad, 4.008 a Montjovet e1506 a Donnas. Gli esemplari catturati rhamni (Foto DISAFA). L’analisi delle catture nelle diverse zone della Valle 400 Bassa Valle 17,3 a

ha confermatoZ. rhamni il comportamento termofilo di Zygi- Media Valle 4,6 b na rhamni: nei siti della bassa Valle sono state infatti registrate catture statisticamente maggiori rispetto ai Alta Valle 4,4 b siti della300 media e dell’alta Valle (Tab. 4.9). p-value (ANOVA) 0,000

Individui di

200

100

0 8-giu 8-lug 7-ago 6-set 6-ott 5-nov

Montjovet 2007 Aymavilles 2006 Morgex 2007

Figura 4.10. Dinamiche di popolazione di Zygina rhamni in tre siti d’indagine.

Figura 4.8. Depigmentazioni su foglie di vite causate da Zygina rhamni.

94 Monitoraggio di cinque specie di cicaline nei vigneti valdostani Monitoraggio di cinque specie di cicaline nei vigneti valdostani 95 Figura 4.6. Abbondanza di individui di Empoasca vitis suddivisi nei diversi ambienti rilevati (lettere diverse tra loro indicano una differenza statisticamente significativa secondo il test HSD di Tukey).

8.000 7178

6.000 Z. rhamni 4008 4.000 3160

1506 1583 2.000 1381 n. individui di 790 267 445 0

Figura 4.9. Individui di Zygina rhamni catturati nei diversi siti di indagine.

In Tabella 4.10 vengono riportati i risultati delle catture a cadenza decadale della cicalina. Per confrontare l’andamento stagionale della popolazione di Zygina rhamni, sono stati selezionati 3 siti rappresentativi 600 delle realtà indagate, i cui risultati sono presentati in Figura 4.10. Nell’Allegato 4.3 è possibile visualizzare l’andamento stagionale degli individui maschili e femminili di Zygina rhamni per tutti i siti indagine. Le dinamiche di popolazione ottenute nei diversi siti sembrerebbero evidenziare la presenza di 2 genera- 500 zioni/anno. L’elevato numero di individui catturati nel mese di maggio è probabilmente rappresentato da adulti svernanti. Tabella 4.10. Adulti di Zygina rhamni catturati nei diversi siti durante l’intera stagione di indagine.

Tabella 4.10. Adulti di Zygina rhamni catturati nei diversi siti durante l’intera stagione di indagine. 400 Sito Donnas Arnad Montjovet Saint- Quart Aymavilles Saint- Z. rhamni Morgex Morgex Denis Pierre Sito Donnas Arnad Montjovet Saint- Quart Aymavilles Saint- Morgex Morgex Decade (2008) (2007) (2007) (2007) (2007) (2006) (2006) (2006) (2007) Denis Pierre Decade (2008) (2007) (2007) (2007) (200I mag7) (2006)/ (200746) (200756) (20075) 22 28 3 739300 / I mag / 74 75 5 II22 mag 28 / 3109 739257 / 52 84 4 0 130 / Individui di II mag / 109 257 52 III84 mag 4 / 0 86 130212 / 54 85 8 1 40 191 III mag / 86 212 54 I85 giu 8 / 1 84 40206 19156 42 2 5 14200 43 I giu / 84 206 56 II42 giu 2 / 5136 14177 43118 101 8 3 17 25 II giu / 136 177 118 III101 giu 8 / 3 92 17210 2554 62 8 11 28 47 III giu / 92 210 54 I62 lug 8 / 11145 28291 4761 141 62 94 100100 125 I lug / 145 291 61 II141 lug 6268 94107 100234 12534 122 25 53 89 75 II lug 68 107 234 34 III122 lug 25106 53359 89412 7580 422 28 42 86 76 0 III lug 106 359 412 80 I422 ago 28160 42450 86204 7698 204 15 36 60 8-giu 30 8-lug 7-ago 6-set 6-ott 5-nov I ago 160 450 204 98 II204 ago 1584 36284 60102 3061 127 14 43 18 37 II ago 84 284 102 61 III127 ago 1425 4383 1826 3716 43 4 9 10 35 Montjovet 2007 Aymavilles 2006 Morgex 2007 III ago 25 83 26 16 I43 set 4 58 9232 1074 3547 107 11 10 15 38 Figura 4.10. DinamicheFigura di popolazione 4.10. Dinamiche di Zygina di popolazione rhamni in di tre Zygina siti d’indagine. rhamni in tre siti d’indagine. I set 58 232 74 47 II107 set 1152 10634 15172 3855 83 5 8 39 13 II set 52 634 172 55 III83 set 5116 8902 39258 13102 299 1 24 14 15 III set 116 902 258 102 I299 ott 1154 241938 14570 15110 239 13 30 Per quanto24 riguarda27 l’influenza delle diverse tecniche di gestione del vigneto sulla popolazione di Zygina I ott 154 1938 570 110 II239 ott 13263 30439 24166 2765 188 2 23 rhamni46, la modalità6 di campionamento adottata, volta a monitorare la presenza della cicalina in diversi II ott 263 439 166 65 III188 ott 2 / 23597 46218 6216 438 0 1 ambienti,47 non ha permesso1 di metter in relazione la conduzione agronomica con l’abbondanza di individui catturati. In ogni caso, nei siti in cui i vigneti sono oggetto di trattamenti insetticidi sono state registrate III ott / 597 218 216 I438 nov 0420 1427 47144 1 97 351 29 49 67 6 popolazioni di Zygina rhamni meno abbondanti rispetto ai siti in cui non vengono impiegati fitofarmaci I nov 420 427 144 97 351Totale 29 49 67 6 1506 7178 4008 1381 3160 267 445 (Tabella1583 4.12). 790 Totale 1506 7178 4008 1381 3160 267 445 1583 790

La sex ratio (rapporto maschi/femmine) è risultata Tabella 4.11. Valori di sex ratio di Zygina rhamni Tabella 4.12. Abbondanza di Zygina rhamni nei diversi siti in funzione dei trattamenti insetticidi impiegati nel vigneto (lettere diverse tra loro indicano una differenza statisticamente significativa secondo il test HSD di Tukey). compresa tra 1,49 (Saint-Pierre) e 4,06 (Arnad), con registrati nei diversi siti. Tabella 4.11. Valori di sex ratio di Zygina rhamni un valore medioregistrati di 2,73 nei (Tab. diversi 4.11). siti. Questo dato sug- Sito Sex ratio di Zygina rhamni Catture totali nei vigneti Confusione sessuale Non trattato Trattato Sito p-value (n.) (n. catture/trappola) (n. catture/trappola) (n. catture/trappola) gerisce unaSito maggior mobilitàSex ratio dei dimaschi Zygina rispettorhamni alle Donnas 2,31 Donnas 879 - 5,75 - - femmine.Donnas 2,31 Arnad 4,06 Arnad 6960 - 25,08 - - Arnad 4,06 Montjovet 2,60 Dal confronto tra le catture nei diversi ambienti (vi- Montjovet 3281 - 14,52 - - Montjovet 2,60 Saint-Denis 2,08 gneto, bosco, incolto) non sono emerse differenze Saint-Denis 1169 - 6,00 2,60 0,021 Saint-Denis 2,08 Quart statisticamente significative tra le medie dei gruppi 2,13 Quart 2559 - 10,51 - - considerati.Quart 2,13 Aymavilles 1,84 Aymavilles 112 0,47 0,53 0,65 n.s. Aymavilles 1,84 Saint-Pierre 1,49 Saint-Pierre 193 0,68 1,58 1,20 n.s. Saint-Pierre 1,49 Morgex 2006 2,61 Morgex 2006 447 - - 2,37 - Morgex 2006 2,61 Morgex 2007 1,75 Morgex 2007 325 - - 1,91 - Morgex 2007 1,75 Media 2,73 Totale Media 2,73 15925 0,58 b 13,48 a 1,76 b 0,000

Tabella 4.13. Adulti di Scaphoideus titanus catturati nei diversi siti durante l’intera stagione di indagine.

Sito Donnas Arnad Montjovet Saint- Quart Aymavilles Saint- Morgex Morgex 96 Monitoraggio di cinque specie di cicaline nei vigneti valdostani MonitoraggioDenis di cinque specie di cicalinePierre nei vigneti valdostani 97 Decade (2008) (2007) (2007) (2007) (2007) (2006) (2006) (2006) (2007) I mag 0 0 0 0 0 0 0 0 / II mag 0 0 0 0 0 0 0 0 / III mag / 0 0 0 0 0 0 0 0 I giu 0 0 0 0 0 0 0 0 0 II giu 0 0 0 0 0 0 0 0 0 III giu 0 0 0 0 0 0 0 0 0 I lug 0 0 0 0 1 0 0 0 0 II lug 1 6 0 0 0 0 0 0 0 III lug 0 48 2 7 21 1 0 0 0 I ago 13 167 5 30 42 2 0 0 0 II ago 15 172 3 107 106 2 0 0 0 III ago 12 55 3 80 129 1 0 0 0 I set 17 102 3 131 77 1 1 0 0 II set 5 49 2 62 16 0 0 0 0 III set 4 15 1 20 17 0 0 0 0 I ott 3 11 0 15 10 0 0 0 0 II ott 1 2 0 6 0 0 0 0 0 III ott / 1 0 1 0 0 0 0 0 I nov 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Totale 71 628 19 459 419 7 1 0 0

4.6. Specie vettrici accertate o potenziali di fitoplasmosi della vite 700 628 4.6.1. Scaphoideus titanus 600 459 500 Scaphoideus titanus Ball (Cicadellidae Deltocephalinae) è S. titanus 419 una specie di origine neartica giunta in Europa all’inizio degli 400 anni ’60; attualmente è presente nella Francia meridionale e in 300 Corsica, in Italia, in Svizzera, nella Spagna settentrionale, in 200 Slovenia, in Croazia, in Serbia e nel Portogallo settentrionale Tabella 4.12. Abbondanza di Zygina rhamni nei diversi siti in funzione dei trattamenti insetticidi impiegati nel vigneto n. individui di (lettere diverse71 tra loro indicano una differenza statisticamente significativa secondo il test HSD di Tukey). (Fig. 4.11). 100 19 Specie ampelofaga obbligata e monovoltina, sverna allo stadio Catture totali nei vigneti Confusione sessuale Non trattato7 1 Trattato0 0 Sito 0 p-value di uovo, deposto generalmente nei tralci di due anni. La schiu- (n.) (n. catture/trappola) (n. catture/trappola) (n. catture/trappola) sura delle uova avviene in modo scalare, dalla metà di maggio Donnas 879 - 5,75 - - fino all’inizio di agosto; gli adulti compaiono alla fine di giu- Arnad 6960 - 25,08 - - gno e si possono trovare fino alla seconda decade di ottobre. Montjovet 3281 - 14,52 - - Scaphoideus titanus non arreca danni diretti alla coltura ma Saint-Denis 1169 - 6,00 2,60 0,021 è gravemente dannoso in quanto vettore del fitoplasma della FiguraQuart 4.13. Individui di Scaphoideus2559 titanus catturati- nei diversi siti di 10,51indagine. - - flavescenza dorata della vite (Fig. 4.12). Figura 4.13. Individui di Scaphoideus titanus catturati nei diversi siti di indagine. Aymavilles 112 0,47 0,53 0,65 n.s. L’indagine condotta ha fatto registrare livelli di popolazione 180 di Scaphoideus titanus variabili (Fig. 4.13). A Morgex, in due InSaint Tabella-Pierre 4.13 vengono193 riportati i risultati delle0,68 catture a cadenza decadale1,58 della cicalina1,20 e nella Figuran.s. 4.14 anni di indagine, non è stato catturato alcun esemplare della gliMorgex andamenti 2006 stagionali447 della popolazione di Scaphoideus- titanus in- 3 siti rappresentativi2,37 delle realtà inda- - cicalina; a Saint-Pierre ed Aymavilles Scaphoideus titanus è gate.Morgex Nell’Allegato 2007 4.4 325sono presentati gli andamenti- stagionali delle- popolazioni degli1,91 individui maschili- 120 presente ma con basse densità di popolazione. Viceversa, sono S. titanus Totale 15925 0,58 b 13,48 a 1,76 b 0,000 stati catturati individui in numero decisamente maggiore a Quart (419) e a Saint-Denis (459). I vigneti della bassa Valle Tabella 4.13. Adulti di Scaphoideus titanus catturati nei diversi siti durante l’intera stagione di indagine.

hanno evidenziato popolazioni differenti tra loro: 19 esemplari Figura 4.11. Esemplare adulto Sito Donnas Arnad Montjovet Saint- Quart Aymavilles Saint- Morgex Morgex di Scaphoideus titanus (Foto DISAFA). 60 catturati a Montjovet, 71 a Donnas, mentre ad Arnad sono stati Individui di Denis Pierre Decade rinvenuti 628 esemplari. (2008) (2007) (2007) (2007) (2007) (2006) (2006) (2006) (2007) I mag 0 0 0 0 0 0 0 0 / II mag 0 0 0 0 0 0 0 0 0 / III mag 9-mag / 8-giu0 0 8-lug 0 7-ago0 0 6-set 0 6-ott0 5-nov0 I giu 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Arnad 2007 Saint-Denis 2007 Quart 2007 II giu 0 0 0 0 0 0 0 0 0 FiguraIII giu 4.14. Dinamiche0 di popolazione0 di0 Scaphoideus0 titanus in0 tre siti d’indagine.0 0 0 0

I lug 0 0 0 0 1 0 0 0 0 1,0 II lug 1 6 0 a 0 0 0 0 0 0 III lug 0,8 0 48 2 0,88 7 21 1 0 0 0 I ago 13 167 5 30 42 2 0 0 0 II ago 0,6 15 172 3 107 106 2 0 0 0 III ago 12 55 3 80 129 1 0 0 0 S. titanus I set 0,4 17 102 3 131 77 1 1 0 0 II set 5 49 2 62 16 0 0 0 0 n. individui/trappolan. di 0,2 b III set 4 b 15 0,06 1 20 17 0 0 0 0 0,01 I ott 0,0 3 11 0 15 10 0 0 0 0 II ott 1 Bosco Non2 coltivato0 Vigneto 6 0 0 0 0 0 III ott / 1 0 1 0 0 0 0 0 I nov 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Figura 4.12. Sintomi di flavescenza dorata su foglie di vite. Totale 71 628 19 459 419 7 1 0 0

98 Monitoraggio di cinque specie di cicaline nei vigneti valdostani Monitoraggio di cinque specie di cicaline nei vigneti valdostani 99 700 628 600 459 500 S. titanus 419 400 Tabella 4.14. Valori di sex ratio di Scaphoideus titanus registrati nei diversi siti (si riportano solo i valori dei 300 siti con catture superiori a 20 esemplari).

Sex ratio di Scaphoideus 200 Sito n. individui di 71 titanus 100 Donnas 0,82 19 7 1 0 0 0 Arnad 1,21 Montjovet - Saint-Denis 2,35 Quart 3,60 Aymavilles -

Figura 4.13. Individui di Scaphoideus titanus catturati nei diversi siti di indagine. Saint-Pierre - Morgex 2006 - Il legame di Scaphoideus titanus con la vite è anche confermato dalle correlazioni positive tra le catture 180700 Morgex 2007 - 628 delle cicalina e la presenza di superfici a vigneto all’interno di ogni sito considerato (Tab. 4.15) e da quelle Media 1,86 600 negative con alcuni indici di diversità nell’uso del suolo (indice di Shannon, equiripartizione, presenza di

459 ambienti ruderali), che dimostrano che la cicalina è maggiormente presente nei siti con un mosaico ambien- 500 S. titanus 120 419 tale meno diversificato. S. titanus 400 Tabella 4.15. Correlazioni tra l’abbondanza di individuidi Scaphoideus titanus e alcuni indicatori di diversità nell’uso del suolo nei siti di indagine. 300 Indicatore di diversità nell’uso del suolo Rho di Spearman p-value 60200 Individui di Superficie occupata dal vigneto n. individui di 71 0,66 0,051 100 Indice di Shannon -0,73 0,026 19 7 1 0 0 0 Equiripartizione -0,78 0,014 0 Superficie occupata da ambienti ruderali -0,75 0,020 9-mag 8-giu 8-lug 7-ago 6-set 6-ott 5-nov

Arnad 2007 Saint-Denis 2007 Quart 2007

Figura 4.14. Dinamiche di popolazione di Scaphoideus titanus in tre siti d’indagine. 4.6.2 Anoplotettix fuscovenosus Figura 4.14. Dinamiche di popolazione di Scaphoideus titanus in tre siti d’indagine. Figura 4.13. Individui di Scaphoideus titanus catturati nei diversi siti di indagine. e femminili1,0 di Scaphoideus titanus per alcuni siti di indagine. A causa dell’esiguo numero di catture non Anoplotettix fuscovenosus (Ferrari) (Cicadellidae Deltoce- a vengono presentate e commentate le dinamiche di popolazione nei siti di Donnas, Montjovet, Aymavilles phalinae) è una specie paleartica, diffusa in Europa centro- 180 0,88 e Saint-Pierre.0,8 meridionale e nell’Africa mediterranea; in Italia è presente al Generalmente, i primi adulti di Scaphoideus titanus sono stati catturati dopo la metà di luglio; il picco di Nord, al Centro-Sud e in Sardegna (Fig. 4.16). popolazione0,6 si colloca generalmente tra la seconda metà di agosto e la prima decade di settembre, in ritardo Gli stadi giovanili di Anoplotettix fuscovenosus si sviluppa- 120 no su varie monocotiledoni e dicotiledoni erbacee spontanee di circaS. titanus 20-30 giorni rispetto a quanto avviene negli areali viticoli piemontesi. I campionamentiS. titanus 0,4 effettuati hanno fatto registrare catture fino all’ultima decade di ottobre. e coltivate (Trifolium, Phaseolus, Solanum, Dactylis, Festu- ca, Lolium, Agropyron, Cynodon), con predilezione per le La sex ratio rilevata sulle trappole che hanno fatto n. individui/trappolan. di 0,2 b Tabella 4.14. Valori di sex ratio di Scaphoideus titanus graminacee; gli adulti si trovano su fruttiferi (Prunus, Pyrus), registrare60 catture sufficientementeb 0,06 elevate (superiori registrati nei diversi siti (si riportano solo i valori dei Individui di siti con catture superiori a 20 esemplari). vite, latifoglie arboree o arbustive di incolti (Quercus, Ulmus,

0,01 a 20 esemplari), è stata quasi sempre a favore dei ma- Cornus, Crataegus), piante volubili (Clematis, Lonicera). Tra 0,0 Sex ratio di Scaphoideus schi (Tab. 4.14). Sito Bosco Non coltivato Vigneto titanus le piante coltivate, la vite è la più frequentata, soprattutto in Essendo una specie ampelofaga obbligata, le catture 0 Donnas 0,82 vigneti marginali confinanti con incolti o boschi cedui di la- nei vari ambienti, mostrano la scarsissima presenza tifoglie. 9-mag 8-giu 8-lug 7-agoArnad 6-set 6-ott1,21 5-nov negli habitat diversi dal vigneto (Fig. 4.15). Anoplotettix fuscovenosus compie una generazione all’anno. Montjovet - Arnad 2007 Saint-Denis 2007 Quart 2007 L’insetto sverna allo stadio di uovo nel ritidoma dei tralci di 2 Saint-Denis 2,35 o più anni; a fine marzo o nella prima decade di aprile inizia la Figura 4.14. Dinamiche di popolazione di Scaphoideus titanus in tre siti d’indagine. Quart 3,60 schiusura delle uova. Le neonate, appena sgusciate dall’uovo, Aymavilles - abbandonano la vite e passano sulle piante erbacee presenti 1,0 a Saint-Pierre - negli interfilari e negli incolti confinanti. La durata dello svi- luppo pre-immaginale varia da 30 a 50 giorni, con adulti in 0,8 0,88 Morgex 2006 - primavera-estate. Dopo lo sfarfallamento, gli adulti migrano Figura 4.16. Esemplare adulto di Morgex 2007 - dalle piante erbacee a piante arbustive o arboree dove avviene Anoplotettix fuscovenosus (Foto DISAFA). 0,6 Media 1,86 l’ovideposizione.

S. titanus In laboratorio, Anoplotettix fuscovenosus si è dimostrato capa- 0,4 ce di trasmettere fitoplasmi, ma il suo ruolo di vettore in campo deve tuttora essere accertato (Alma, 1995).

n. individui/trappolan. di 0,2 b Tabella 4.15. Correlazioni tra l’abbondanza di individuidi Scaphoideus titanus b 0,06 e alcuni indicatori di diversità nell’uso del suolo nei siti di indagine. 0,01 Figura 4.15. Abbondanza di individui di Scaphoideus 0,0 titanus in diversiIndicatore ambienti di(lettere diversità diverse nell’uso tra lorodel suolo indica - Rho di Spearman p-value Bosco Non coltivato Vigneto noSup unaerficie differenza occupata statisticamente dal vigneto significativa secondo il 0,66 0,051 testIndice HSD di di Shannon Tukey). -0,73 0,026 Equiripartizione -0,78 0,014 Superficie occupata da ambienti ruderali -0,75 0,020

100 Monitoraggio di cinque specie di cicaline nei vigneti valdostani Monitoraggio di cinque specie di cicaline nei vigneti valdostani 101 Come già evidenziato in altre indagini compiute dal 2002 al 2004 (Bertignono et al, 2006), Anoplotettix La rappresentazione grafica dell’andamento stagionale dei dati rilevati mostra il comportamento monovol- fuscovenosus è risultato presente in tutto il territorio della Valle d’Aosta (Fig. 4.17), con catture più ab- tino della specie. Le prime catture di esemplari adulti si situano tra l’ultima decade di maggio e la prima bondanti nei siti di Aymavilles, Morgex (nel 2006) e Donnas. Livelli di popolazione più contenuti sono decade di giugno, mentre il raggiungimento del picco di volo è stato registrato tra la seconda decade di giu- stati rilevati ad Arnad, Saint-Pierre e Montjovet, mentre nelle aree di Quart e Saint-Denis la presenza della gno e la prima di luglio. Dopo il picco si assiste a un drastico calo delle catture e, da fine estate, la cicalina cicalina è risultata meno rilevante. non è più stata rilevata. I siti in cui sono state registrate le catture più numerose sono collocati in luoghi geograficamente distanti tra di loro, a diversa altitudine e caratterizzati da gestioni viticole molto diverse; tale ubiquità è probabilmente Tabella 4.16. Esemplari di Anoplotettix fuscovenosus catturati nei diversi siti durante l’intera stagione di indagine. Figura 4.15. Abbondanza di individui di Scaphoideus titanus in diversi ambienti (lettere diverse tra loro indicano una differenzadovuta alla statisticamente spiccata polifagia significativa della specie.secondo il test HSD di Tukey). Sito Donnas Arnad Montjovet Saint- Quart Aymavilles Saint- Morgex Morgex Denis Pierre Decade (2008) (2007) (2007) (2007) (2007) (2006) (2006) (2006) (2007) 2.000 I mag 0 0 0 0 0 0 0 0 / 1690 II mag 0 0 0 0 1 0 0 0 / 1464 1.500 III mag / 101 52 0 16 0 0 0 4 Figura 4.15. Abbondanza di individui di Scaphoideus titanus in diversi ambienti (lettere diverse tra loro indicano una 1096 I giu 43 158 84 1 39 1 0 0 108 differenza statisticamente significativa secondo il test HSD di Tukey). II giu 213 250 135 17 47 222 46 13 247 A. fuscovenosus 1.000 785 815 742 III giu 499 77 62 8 15 982 432 384 137 2.000 455 I lug 114 57 43 9 8 267 151 562 107 500 1690 II lug 34 36 25 6 6 56 46 167 84 59 146 1464 III lug 1.500 61 50 28 8 9 35 23 117 50 n. individui di 1096 0 I ago 52 39 9 4 5 33 17 60 13

II agoA. fuscovenosus 1.000 39 14 13 2 0 34 4 32 32 785 742 815 III ago 31 3 3 1 0 31 4 58 24 455 I set 500 8 0 1 3 0 27 12 51 7 II set 0 0 0 059 1460 2 7 17 2 Figura 4.17. Individui di Anoplotettix fuscovenosus catturati nei diversi siti di indagine. III setn. individui di 0 0 0 0 0 0 0 1 0 Figura 4.17. Individui di Anoplotettix fuscovenosus catturati nei diversi siti di indagine. 0 I ott 2 0 0 0 0 0 0 2 0 In Tabella600 4.16 vengono riportati i risultati delle catture a cadenza decadale della cicalina; per illustrare II ott 0 0 0 0 0 0 0 0 0 l’andamento stagionale della popolazione di Anoplotettix fuscovenosus, sono stati selezionati 3 siti rap- III ott / 0 0 0 0 0 0 0 0 presentativi delle realtà indagate (Fig. 4.18). Nell’Allegato 4.5 è presentato l’andamento stagionale degli I nov 0 0 0 0 0 0 0 0 0 individui400 maschili e femminili di Anoplotettix fuscovenosus per tutti i siti indagine. Totale 1096 785 455 59 146 1690 742 1464 815 Figura 4.17. Individui di Anoplotettix fuscovenosus catturati nei diversi siti di indagine. A. fuscovenosus

600 200 Tabella 4.17. Valori di sex ratio di Anoplotettix fuscovenosus registrati nei diversi siti.

Individui di Sex ratio di Anoplotettix Sito fuscovenosus 0 400 Donnas 1,80 29-mag 28-giu 28-lug 27-ago 26-set 26-ott ArnadA. fuscovenosus 1,64 Arnad 2007 Saint-Pierre 2006 Morgex 2006 Montjovet 1,18 200 Figura 4.18. Dinamiche di popolazione di Anoplotettix fuscovenosus in 3 siti indagati. Saint-Denis 1,81

QuartIndividui di 2,04 5 Aymavilles 0 2,71 a Saint-Pierre 2,31 4,4 29-mag 28-giu 28-lug 27-ago 26-set 26-ott 4 Morgex 2006 1,70 Arnad 2007 Saint-Pierre 2006 Morgex 2006 a Morgex 2007 1,35 3 3,1 Figura 4.18. DinamicheMedia di popolazione1,86 di Anoplotettix fuscovenosus in 3 siti indagati. Figura 4.18. Dinamiche di popolazione di Anoplotettix fuscovenosus in 3 siti indagati. 2 5 A. fuscovenosus a

n. individui/trappolan. di 1 b 4,4 102 Monitoraggio0,9 di cinque specie di cicaline nei vigneti valdostani 4 Monitoraggio di cinque specie di cicaline nei vigneti valdostani 103 a 0 3 Bosco Vigneto Non coltivato 3,1

2 A. fuscovenosus

n. individui/trappolan. di 1 b 0,9 0 Bosco Vigneto Non coltivato

Tabella 4.16. Esemplari di Anoplotettix fuscovenosus catturati nei diversi siti durante l’intera stagione di indagine.

Sito Donnas Arnad Montjovet Saint- Quart Aymavilles Saint- Morgex Morgex Denis Pierre Decade (2008) (2007) (2007) (2007) (2007) (2006) (2006) (2006) (2007) I mag 0 0 0 0 0 0 0 0 / II mag 0 0 0 0 1 0 0 0 / III mag / 101 52 0 16 0 0 0 4 FiguraI giu 4.15. Abbondanza43 di158 individui di84 Scaphoideus 1 titanus 39in diversi ambienti1 (lettere0 diverse 0tra loro indicano108 una differenza statisticamente significativa secondo il test HSD di Tukey). II giu 213 250 135 17 47 222 46 13 247

III giu 499 77 62 8 15 982 432 384 137 2.000 I lug 114 57 43 9 8 267 151 562 107 1690 II lug 34 36 25 6 6 56 46 167 84 1464 III lug 1.500 61 50 28 8 9 35 23 117 50 I ago 52 1096 39 9 4 5 33 17 60 13 II ago 39 14 13 2 0 34 4 32 32 La sexA. fuscovenosus ratio1.000 è risultata compresa tra 1,18 di Montjovet e 2,71 di Aymavilles, con un valore medio di 1,86 785 742 815 4.6.3 Neoaliturus fenestratus (Tab.III ago 4.17). 31 3 3 1 0 31 4 58 24 I set 8 0 1455 3 0 27 12 51 7 500 Neoaliturus fenestratus (Herrich-Schäffer, 1834) (Cicadelli- LeII set catture nei 0 diversi ambienti0 dimostrano0 che0 0 2 7 17 2 59 146 dae Deltocephalinae) è una specie a distribuzione paleartica, AnoplotettixIII set fuscovenosus0 0 frequenta 0poco i margi0 - 0 0 0 1 0 diffusa in Europa centrale e meridionale; in Italia è presente ni boschivin. individui di ed0 è significativamente più abbondante I ott 2 0 0 0 0 0 0 2 0 ovunque, Sicilia e Sardegna comprese (Fig. 4.20). nel vigneto o negli incolti circostanti (Fig. 4.19); II ott 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Neoaliturus fenestratus vive su piante erbacee in vari am- infatti, essendo una specie polifaga che compie bienti: luoghi incolti, radure di boschi, ambienti a vegetazione III ott / 0 0 0 0 0 0 0 0 il proprio ciclo di sviluppo sia su piante coltivate igrofila o xerofila. Con frequenza è presente in pescheti, susi- arboreeI nov sia su spontanee0 erbacee,0 la0 sua presenza0 0 0 0 0 0 neti e vigneti. è sicuramenteTotale 1096 favorita dagli785 ambienti455 in cui si59 al - 146 1690 742 1464 815 Compie due generazioni all’anno e sverna allo stadio adulto. ternano Figura 4.1 vigneti7. Individui e incolti di Anoplotettix erbacei, tipici fuscovenosus degli areali catturati nei diversi siti di indagine. Attualmente è indiziato come vettore di fitoplasmi. viticoli valdostani. Neoaliturus fenestratus è risultato molto diffuso nei siti di Ay-

600 Tabella 4.17. Valori di sex ratio di Anoplotettix mavilles e Saint-Pierre (Fig. 4.21); livelli di popolazione più fuscovenosus registrati nei diversi siti. contenuti sono stati rilevati a Morgex, Saint-Denis e Quart.

Sex ratio di Anoplotettix Popolazioni poco numerose sono state invece monitorate nelle Sito fuscovenosus 400 aree della bassa Valle. La cicalina è quindi diffusa in tutti gli Donnas 1,80 areali viticoli indagati e, nello specifico, la media Valle registra

ArnadA. fuscovenosus 1,64 catture statisticamente maggiori rispetto alle altre due zone Montjovet 1,18 della Valle d’Aosta (Tab. 4.18). 200 Saint-Denis 1,81 Tabella 4.18. Individui di Neoaliturus fenestratus Quart campionati nelle 3 diverse zone della Valle d’Aosta Figura 4.20. Esemplare adulto di Neoaliturus Individui di 2,04 (lettere diverse tra loro indicano una differenza fenestratus (Foto DISAFA). Aymavilles 2,71 statisticamente significativa secondo il test HSD di 0 Tukey). Saint-Pierre29-mag 28-giu 2,31 28-lug 27-ago 26-set 26-ott Morgex 2006 1,70 Neoaliturus fenestratus Zona n. individui/trappola Morgex 2007 Arnad 20071,35 Saint-Pierre 2006 Morgex 2006

Figura 4.18. DinamicheMedia di popolazione1,86 di Anoplotettix fuscovenosus in 3 siti indagati. Bassa Valle 0,1 b Media Valle 2,2 a 5 Alta Valle 0,7 b a Figura 4.19. Abbondanza di individui maschili e femminili di Anoplotettix fuscovenosus in diversi ambienti (lettere diversep-value tra (ANOVA) loro indicano una differenza0,000 statisticamente significativa secondo il test HSD di Tukey). 4 4,4

a Tabella 4.19. Esemplari di Neoaliturus fenestratus catturati nei diversi siti durante l’intera stagione di indagine. 3 1.500 3,1 Sito Donnas Arnad Montjovet Saint- Quart Aymavilles1386 Saint- Morgex Morgex Denis Pierre 2 Decade (2008) (2007) (2007) (2007) (2007) (2006) (2006) (2006) (2007)

A. fuscovenosus I mag 1.000 0 0 0 13 4 0 0 0 / N. fenestratus n. individui/trappolan. di 1 b II mag 0 8 1 49 7 0 7730 0 / 0,9 III mag / 13 2 72 66 2 0 0 16 0 I giu 0 5 1 28 56 132 21 0 31 Bosco Vigneto Non coltivato 500 II giu 2 4 1 1987 5 228 99 243 7 8 178 III giun. individui di 4 23 2 1 1 3 167 116 73 133 3 Figura 4.19. Abbondanza di individui maschili e femminili 48 33 I lug 0 1 0 0 5 233 144 42 3 di Anoplotettix fuscovenosus in diversi ambienti (lettere 0 diverse tra loro indicano una differenza statisticamente II lug 1 1 0 0 2 89 75 28 3 significativa secondo il test HSD di Tukey). III lug 1 0 1 1 10 151 99 11 3 I ago 4 5 0 1 0 82 58 3 0 II ago 1 1 0 0 0 8 15 1 2 III ago 2 0 0 0 1 0 1 0 1 Figura 4.21. IndividuiFigura di Neoaliturus4.21. Individui fenestratus di Neoaliturus catturati fenestratus nei diversi catturati siti di nei indagine. diversi siti di indagine. I set 0 0 0 2 2 1 0 0 0 II set 150 0 0 0 0 1 0 1 0 2 104 Monitoraggio di cinque specie di cicaline nei vigneti valdostani III set 0 0 0 Monitoraggio0 di cinque0 specie 7di cicaline nei2 vigneti valdostani2 10105 I ott 0 2 5 7 2 88 30 22 27 II ott 100 7 2 3 4 2 115 48 35 12 III ott

N. fenestratus / 2 7 9 6 42 35 14 6 I nov 1 2 11 4 6 41 29 5 6 Totale50 23 48 33 198 178 1386 773 243 133

Individui di

0 29-mag 28-giu 28-lug 27-ago 26-set 26-ott Saint-Pierre 2006 Morgex 2006

Figura 4.22. Dinamiche di popolazione di Neoaliturus fenestratus in due siti di indagine.

2,0 a a 1,5 1,5 1,5

1,0 N. fenestratus 0,5 n. individui/trappolan. di b 0,1 0,0 Bosco Vigneto Non coltivato

Figura 4.19. Abbondanza di individui maschili e femminili di Anoplotettix fuscovenosus in diversi ambienti (lettere diverse tra loro indicano una differenza statisticamente significativa secondo il test HSD di Tukey).

1.500 1386

1.000

N. fenestratus 773

500 198 243 178 n. individui di 133 23 48 33 0

Tabella 4.18. Individui di Neoaliturus fenestratus campionati nelle 3 diverse zone della Valle d’Aosta Figura 4.21. Individui di Neoaliturus fenestratus catturati nei diversi siti di indagine. (lettere diverse tra loro indicano una differenza statisticamente significativa secondo il test HSD di Tukey). 150 In Tabella 4.19 vengono riportati i risultati delle catture a cadenza decadale della cicalina, mentre l’anda- Le catture estremamente esigue, o addirittura assenti, Tabella 4.20. Catture di adulti Neoaliturus fenestratus e mento stagionale della popolazioneNeoaliturus di fenestratus Neoaliturus fenestratus in 2 siti rappresentativi della realtà indagata di individui di sesso femminile fanno sì che valori di valori di sex ratio registrati nei diversi siti. Zona n. individui/trappola è illustrato in Figura 4.22. Nell’Allegato 4.6 è presentato l’andamento stagionale degli individui maschili e sex ratio siano molto sbilanciati a favore dei maschi Sito Maschi Femmine Sex ratio femminiliBassa Valle di Neoaliturus fenestratus0,1 perb tutti i siti indagine. (Tab. 4.20). Questo potrebbe fare ipotizzare che le Donnas 100 22 1 22

InMedia bassa Valle Valle, considerata l’esiguità2,2 adelle catture della cicalina, l’analisi delle dinamiche di popolazione femmine scelgano, come siti di nutrizione o di ovide- ArnadN. fenestratus 46 2 23 può risultare poco significativa. In media ed alta Valle sono visibili due 2 generazioni/anno: la prima ad posizione, specie diverse dalla vite. Alta Valle 0,7 b Montjovet 33 0 - inizio giugno, la seconda nel mese di ottobre; in alta Valle la comparsa della prima generazione è ritardata p-value (ANOVA) 0,000 Saint-Denis50 198 0 / di circa 15 giorni. Se si confrontano le catture nei diversi ambienti, Ne- Quart 175 3 58 oaliturus fenestratus è risultato poco presente nel bo- Individui di Tabella 4.19. Esemplari di Neoaliturus fenestratus catturati nei diversi siti durante l’intera stagione di indagine. sco e più abbondante nel vigneto e nelle zone limitro- Aymavilles 1.378 8 172 generazioni/anno:Sito Donnas la primaArnad ad Minizioontjovet giugno, Saint la- secondaQuart nel Aymavillesmese di ottobreSaint;- in altaMorgex Valle laM coorgexmparsa Saint-Pierre della prima generazione è ritardata di circaDenis 15 giorni. Pierre fe non coltivate, senza tuttavia evidenziare differenze 0 770 3 257 Decade (2008) (2007) (2007) (2007) (2007) (2006) (2006) (2006) (2007) statisticamente significative tra gli ultimi due ambien- Morgex 200629-mag 234 28-giu9 2628-lug 27-ago 26-set 26-ott TabellaI mag 4.19. Esemplari0 di 0Neoaliturus 0 fenestratus 13 catturati nei4 diversi siti0 durante 0l’intera stagione0 di indagine/ . ti (Fig. 4.23); questi dati confermano l’attitudine poli- Morgex 2007 131 2 Saint-Pierre66 2006 Morgex 2006 Decade Donnas Arnad Montjovet Saint-Denis Quart Aymavilles Saint-Pierre Morgex Morgex faga della cicalina e la preferenza per gli ambienti con II mag 0 8 1 49 7 0 0 0 / Totale 2.987 28 107 Anno 2008 2007 2007 2007 2007 2006 2006 2006 2007 maggior presenza di specie erbacee. Figura 4.22. Dinamiche di popolazione di Neoaliturus fenestratus in due siti di indagine. III mag / 13 2 72 66 2 0 0 16 I mag 0 0 0 13 4 0 0 0 / I giu 0 5 1 28 56 132 21 0 31 II mag 0 8 1 49 7 0 0 0 / 2,0 IIIII giu mag /2 13 4 2 1 772 566 2282 99 0 7 0 8 16 a a IIII giu giu 04 5 2 1 1 128 356 167132 116 21 73 0 3 31 1,5 1,5 III lug giu 20 4 1 1 0 07 5 5 233228 144 99 42 7 3 8 1,5 IIIII lug giu 41 2 1 1 0 01 2 3 89167 75 116 28 733 3 I lug 0 1 0 0 5 233 144 42 3 III lug 1 0 1 1 10 151 99 11 3 II lug 1 1 0 0 2 89 75 28 3 1,0 I ago 4 5 0 1 0 82 58 3 0 III lug 1 0 1 1 10 151 99 11 3 N. fenestratus III agoago 41 5 1 0 0 01 0 0 882 15 58 1 3 2 0 0,5 IIIII agoago 12 1 0 0 0 00 1 0 0 8 1 15 0 1 1 2 individui/trappolan. di b IIII set ago 20 0 0 0 0 20 2 1 1 0 0 1 0 0 0 1 Figura 4.23. Abbondanza di individui di Neoaliturus 0,1 fenestratus catturati in diversi ambienti (lettere diverse III setset 00 0 0 0 0 02 1 2 0 1 1 0 0 0 2 0 0,0 II set 0 0 0 0 1 0 1 0 2 tra loro indicano una differenza statisticamente significa- III set 0 0 0 0 0 7 2 2 10 Bosco Vigneto Non coltivato III set 0 0 0 0 0 7 2 2 10 tiva secondo il test HSD di Tukey). I ott 0 2 5 7 2 88 30 22 27 I ott 0 2 5 7 2 88 30 22 27 IIII ottott 77 2 2 3 3 44 2 2 115115 48 48 35 3512 12 IIIIII ottott / / 2 2 7 7 99 6 6 4242 35 35 14 146 6 II novnov 11 2 2 1111 44 6 6 4141 29 29 5 5 6 6 TotaleTotale 2323 4848 3333 198198 178178 13861386 773 773 243 243133 133

150

100 N. fenestratus

50 Individui di

0 1-giu 2-lug 2-ago 2-set 3-ott 3-nov

Saint-Pierre 2006 Morgex 2006

Figura 4.22. DinamicheFigura 4.22. di popolazione Dinamiche di popolazioneNeoaliturus di fenestratus Neoaliturus in fenestratus due siti di inindagine. due siti di indagine. Foto: S. Seinera

Le catture estremamente esigue, o addirittura assenti, di individui di sesso femminile fanno sì che valori106 diMonitoraggio sex ratio disiano cinque molto specie sbilanciatidi cicaline nei a vigneti favore valdostani dei maschi (Tab. 4.20). Questo potrebbe fare Monitoraggio di cinque specie di cicaline nei vigneti valdostani 107 ipotizzare che le femmine scelgano, come siti di nutrizione o di ovideposizione, specie diverse dalla vite.

Tabella 4.20. Catture di adulti Neoaliturus fenestratus e valori di sex ratio registrati nei diversi siti. Sito Maschi Femmine Sex ratio Donnas 22 1 22 4.7. Conclusioni 4.8. Bibliografia Nell’agroecosistema vigneto vivono numerose specie di cicaline (Hemiptera Auchenorryncha), apparte- Alma A., 1995. Ricerche bio-etologiche su Anoplotettix fuscovenosus (Ferrari) (Cicadellidae). Bollettino nenti a varie Famiglie, che stabiliscono relazioni più o meno strette con la vite e con le specie botaniche di Zoologia Agraria e Bachicoltura n. 27, p. 45-52. presenti tra i filari e sui bordi degli appezzamenti. Nel presente contributo sono state prese in considerazione 5 specie che, durante l’attività di nutrizione, Bertignono L., Barrel I., Bondaz M., Lessio F., Tedeschi R., Alma A., 2006. Presence of auchenorrhyncha arrecano danni diretti alla pianta o possono trasmettere alla vite agenti fitopatogeni quali virus e fitoplasmi: known or suspected vectors of phytoplasmas in vine growing areas of the . I° Congresso Inter- • Empoasca vitis nazionale sulla Viticoltura di montagna e in forte pendenza, Saint-Vincent (AO), 17-18 marzo 2006. • Zygina rhamni • Scaphoideus titanus Nicoli Aldini R., 2001. Cicaline della vite e del vigneto in Lombardia. Regione Lombardia e Università • Anoplotettix fuscovenosus Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, p. 60. • Neoaliturus fenestratus Le cinque specie di cicaline prese in esame sono state catturate in tutti i siti indagati, ad esclusione di Pollini A, 1998. Manuale di entomologia applicata. Edagricole, p. 1462. Scaphoideus titanus che è risultato assente a Morgex. In Valle d’Aosta, Empoasca vitis è risultata ampiamente diffusa in tutta la vallata centrale, confermando il legame tra la cicalina e la vite; in particolare, sono state registrate densità di popolazione molto elevate nel sito di Morgex dove, in entrambi gli anni di indagine, sono stati conteggiati più di 70.000 esemplari adulti. Per quanto riguarda l’attività di monitoraggio nei diversi ambienti (bosco, incolto e vigneto), negli incolti sono state osservate popolazioni di Empoasca vitis paragonabili a quelle nei vigneti, evidenziando così il ruolo di serbatoio ecologico delle zone non coltivate limitrofe agli appezzamenti viticoli. Con riferimento al ciclo biologico di Empoasca vitis, la comparsa degli adulti di prima generazione è risul- tata progressivamente ritardata procedendo verso l’alta Valle, dove il numero di generazioni dell’insetto si riduce da tre a due; la biologia dell’insetto sembrerebbe quindi influenzata dalla posizione geografica dei vigneti. Zygina rhamni è stata rilevata in tutti i siti oggetto di monitoraggio. Nei siti della bassa Valle sono state registrate catture statisticamente maggiori rispetto a quelli della media e dell’alta Valle, confermando il comportamento termofilo della cicalina. Le dinamiche di popolazione ottenute nei diversi siti sembrerebbero indicare, per la Valle d’Aosta, un com- portamento bivoltino della specie. Il monitoraggio di Scaphoideus titanus ha fatto registrare livelli di popolazione molto variabili nei siti ad est di Aosta e catture estremamente ridotte nelle zone occidentali della Valle; a Morgex, in due anni consecutivi di indagine, non è mai stata rilevata la presenza della cicalina. Malgrado la probabilità di trasmettere il fitoplasma della Flavescenza dorata sia maggiore in presenza di elevate popolazioni del vettore, anche pochi individui di Scaphoideus titanus possono comunque rappre- sentare un rischio per la viticoltura valdostana. Anoplotettix fuscovenosus è risultato presente in tutto il territorio della Valle d’Aosta con livelli di popola- zioni variabili tra i siti indagati. Le catture nei diversi ambienti dimostrano come la cicalina frequenti poco i margini boschivi e sia significa- tivamente più abbondante sia nel vigneto che negli incolti circostanti; infatti, essendo una specie che com- pie parte del proprio ciclo di sviluppo su specie erbacee spontanee, la sua presenza è sicuramente favorita dagli ambienti in cui si alternano vigneti e incolti erbacei, tipici degli areali viticoli valdostani. Neoaliturus fenestratus è risultato diffuso in tutti gli areali viticoli indagati, con popolazioni più numerose nei siti della media Valle. Nei tre anni di studio, sono stati catturati solo 28 esemplari femminili, a fronte di circa 3000 individui maschili; questo potrebbe fare ipotizzare che le femmine scelgano, come siti di nutri- zione o di ovideposizione, ambienti diversi dal vigneto. I dati raccolti e presentati forniscono una documentazione sulla diffusione e sul comportamento di 5 specie di cicaline legate all’agroecosistema viticolo valdostano; possono pertanto costituire un elemento di con- fronto per ulteriori approfondimenti di natura ambientale e fitosanitaria.

108 Monitoraggio di cinque specie di cicaline nei vigneti valdostani Monitoraggio di cinque specie di cicaline nei vigneti valdostani 109

Allegato 4.14.1.. Descrizione e pprincipalirincipali informazioni sulla gestione agronomica degli appezzamenti in Sito V3 – Montjovet cui sono state collocate le trappole entomologiche Superficie Altitudine Gestione infestanti Insetticidi Trappola 2 Esposizione Uso del suolo Irrigazione (m ) (m slm) filare interfila (n. tratt./anno)

Vigneto a Sito V1 – Donnas 1 327 395 W girapoggio Inerbito Inerbito Scorrimento no Superficie Altitudine Uso del Gestione infestanti Insetticidi Trappola Esposizione Irrigazione terrazzato (m2) (m slm) suolo filare interfila (n. tratt./anno) 2 200 415 NW Bosco / / / / Vigneto a Vigneto a 1 500 414 S pergola Inerbito Inerbito Scorrimento No terrazzato 3 438 448 W girapoggio Inerbito Inerbito Scorrimento no terrazzato Vigneto a Vigneto a 2 872 423 S pergola Inerbito Inerbito No No terrazzato 4 566 433 W pergola Inerbito Inerbito Scorrimento no terrazzato Vigneto a Vigneto a 3A-3B pergola Inerbito Inerbito No No 5 358 471 SW-W pergola Inerbito Inerbito Scorrimento no 1278 402 S terrazzato terrazzato Bordo 3C / / / / sentiero

Margine Sito V4 – Saint-Denis 4 250 341 SW boschivo / / / / Superficie Altitudine Gestione infestanti Insetticidi terrazzato Trappola Esposizione Uso del suolo Irrigazione (m2) (m slm) filare interfila (n. tratt./anno) Vigneto a 5 1317 320 S-SW pergola Inerbito Inerbito No No Vigneto a terrazzato 1 2555 672 S girapoggio Diserbato Inerbito A goccia 1 (su ciglioni)

Vigneto a 2 2709 684 S-SW girapoggio Diserbato Inerbito Scorrimento no Sito V2 – Arnad (su ciglioni) Superficie Altitudine Gestione infestanti Insetticidi Trappola 2 Esposizione Uso del suolo Irrigazione Vigneto a (m ) (m slm) filare interfila (n. tratt./anno) 3 2627 719 S Diserbato Diserbato A goccia 1 girapoggio 1 200 461 W Bosco / / / / 4 200 749 SW Bosco / / / / Vigneto a Vigneto a 2 1393 433 S Inerbito Inerbito A pioggia no 5 992 745 S Diserbato Lavorato A goccia no girapoggio rittochino Vigneto a 3 211 476 S-SW Inerbito Inerbito No no pergola Vigneto a 4 660 505 SW pergola Diserbato Inerbito A pioggia no terrazzato Vigneto a girapoggio 5 650 500 S Inerbito Inerbito A pioggia no su due terrazze

110 Monitoraggio di cinque specie di cicaline nei vigneti valdostani Monitoraggio di cinque specie di cicaline nei vigneti valdostani 111

Sito V5 – Quart Sito V7 – Saint-Pierre

Superficie Altitudine Uso del Gestione infestanti Insetticidi Trappola Esposizione Irrigazione Superficie Altitudine Gestione infestanti Insetticidi (m2) (m slm) suolo (n. tratt./anno) Trappola 2 Esposizione Uso del suolo Irrigazione filare interfila (m ) (m slm) filare interfila (n. tratt./anno) Vigneto a Incolto 1A 1281 610 S Inerbito Inerbito No No 1 2013 852 S / / / / girapoggio erbaceo Frutteto a Vigneto a 1B-1C 1630 610 S Inerbito Inerbito A goccia No 2 1690 849 S Diserbato Lavorato No 1 kiwi rittochino Vigneto a Vigneto a 2A 1832 618 S Diserbato Inerbito Scorrimento No 3 1615 847 SE Diserbato Lavorato No 1 girapoggio girapoggio Vigneto a Incolto 2B 3374 611 S Diserbato Inerbito Scorrimento No 4 617 838 SE / / / / rittochino arboreo Vigneto a Vigneto a Confusione 2C 2259 607 S Diserbato Inerbito Scorrimento No 5A-5B 1217 802 SE Diserbato Lavorato A goccia rittochino rittochino sessuale 3 400 605 SW Bosco / / / / Vigneto a 5C 535 802 SE Inerbito Lavorato No / Vigneto a rittochino 4 504 656 S Inerbito Lavorato No No rittochino Vigneto a 5 914 679 S-SW Diserbato Diserbato Scorrimento No Sito V8 – Morgex girapoggio Superficie Altitudine Uso del Gestione infestanti Insetticidi Trappola 2 Esposizione Irrigazione (m ) (m slm) suolo filare interfila (n. tratt./anno) Sito V6 – Aymavilles 1 1211 1063 S Bosco / / / /

Superficie Altitudine Gestione infestanti Insetticidi Vigneto a Trappola Esposizione Uso del suolo Irrigazione 2 1220 1041 S Diserbato Diserbato No 2 (m2) (m slm) filare interfila (n. tratt./anno) rittochino Prato Vigneto a 3A 603 1029 S Inerbito Inerbito No 2 1A-1B 536 700 / arborato a Inerbito Inerbito A pioggia / pergola meleto Vigneto a 3B – 3C 1268 1029 S Diserbato Inerbito No 2 Meleto in pergola 1C 539 700 / Diserbato Inerbito A goccia 6 filare Vigneto a 4 879 1020 S Diserbato Inerbito No 1 Vigneto a pergola 2 8041 716 SE Diserbato Inerbito A goccia 2 rittochino Incolto 5A / / / / Vigneto a arbustivo 3 3525 716 NW Diserbato Inerbito A goccia 2 rittochino Vigneto a 5B 402 1026 S Diserbato Diserbato No 2 4A 590 705 NW Scarpata / / / / pergola confusione Cumulo Vigneto a 5C / / / / 4B-4C 477 705 NW Diserbato Diserbato Scorrimento sessuale di pietre girapoggio (primo anno) Vigneto a 5A-5B 582 Diserbato Inerbito A pioggia / rittochino 668 NE Muro a 5C 302 / / / / secco

112 Monitoraggio di cinque specie di cicaline nei vigneti valdostani Monitoraggio di cinque specie di cicaline nei vigneti valdostani 113 Figura 4.23. Abbondanza di individui di Neoaliturus fenestratus catturati in diversi ambienti (lettere diverse tra loro indicano una differenza statisticamente significativa secondo il test HSD di Tukey).

Allegato 4.2. 4.2 .Andamento Andamento stagionale stagionale di Empoasca di Empoasca vitis neivitis diversi nei diversi siti di sitiindagine di indagine Allegato 4.3. 4.3 Andamento. Andamento stagionale stagionale di Zygina di Zygina rhamni rhamni nei diversi nei diversi siti di sitiindagine di indagine Allegato 4.3. Andamento stagionale di Zygina rhamni nei diversi siti di indagine

Allegato 4.4. Andamento stagionale di Scaphoideus titanus nei diversi siti di indagine Allegato 4.4. Andamento stagionale di Scaphoideus titanus nei diversi siti di indagine Allegato 4.4. Andamento stagionale di Scaphoideus titanus nei diversi siti di indagine

114 Monitoraggio di cinque specie di cicaline nei vigneti valdostani Monitoraggio di cinque specie di cicaline nei vigneti valdostani 115 Allegato 4.5. 4.5 Andamento. Andamento stagionale stagionale di Anoplotettix di Anoplotettix fuscovenosus fuscovenosus nei diversi nei diversi siti di indagine siti di indagine Allegato4.1. Allegato 4.6. Andamento 4.6. Andamento stagionale stagionaledi Neoaliturus di Neoaliturus fenestratus nei fenestratus diversi siti nei di indaginediversi siti di indagine

116 Monitoraggio di cinque specie di cicaline nei vigneti valdostani Monitoraggio di cinque specie di cicaline nei vigneti valdostani 117 Capitolo 5 Insetti entomofagi nei vigneti e nei meleti della Valle d’Aosta

Luca Bertignono(1), Francesca Madormo(1), Ilaria Brunet (1), Enrico Busato(2), Alberto Alma(2)

(1) Institut Agricole Régional, Aosta (2) DISAFA, Università degli Studi di Torino 5.1. Introduzione È generalmente riconosciuto che gli esseri viventi stabiliscono tra loro dei legami di interdipendenza molto stretti: ogni animale è consumatore di certi organismi e a sua volta viene predato da altri. Questa competi- zione alimentare non avviene in modo anarchico; ogni specie ha una posizione e una funzione ben definita e costituisce un anello di catene alimentari molto complesse. Gli insetti dannosi alle colture non fanno eccezione. Generalmente, essi hanno un regime alimentare strettamente fitofago, sovente limitato a poche essenze botaniche se non addirittura ad un singolo organo della pianta, e a loro volta sono vittime di nume- rosi organismi animali e vegetali; si tratta di microrganismi patogeni (virus, batteri, funghi), di nematodi entomoparassiti, di vertebrati (uccelli) e soprattutto di insetti che si nutrono esclusivamente di altri insetti e che, per questo, sono chiamati entomofagi. Questi ultimi rappresentano, all’interno di un vigneto o di un meleto, un importante ed interessante fattore di regolazione delle popolazioni di insetti dannosi per le col- ture e di caratterizzazione dei diversi ambienti (OILB, 1974). In funzione delle loro modalità di alimentazione, gli insetti entomofagi sono suddivisi in due grandi catego- rie: parassitoidi e predatori. I primi fanno sviluppare la propria prole a spese dell’ospite, i secondi si nutrono direttamente della loro vittima. Il presente contributo ha riguardato la raccolta, il censimento e la determinazione di alcune Famiglie di insetti che annoverano al loro interno specie entomofaghe, al fine di mettere in evidenza la loro diffusione nelle aree indagate e di accertare, se possibile, l’influenza esercitata su di essi dalle diverse gestioni del vigneto e del meleto.

5.2. I taxa indagati Tra le diverse categorie tassonomiche comprendenti al loro interno specie predatrici, sono stati presi in considerazione i seguenti taxa: • Ordine Hemiptera, Sottordine Heteroptera: Fam. Miridae e Anthocoridae; • Ordine Neuroptera: Fam. Chrysopidae, Hemerobiidae, Coniopterygidae; • Ordine Rhaphidioptera: Fam. Inocelliidae; • Ordine Diptera: Fam. Syrphidae; • Ordine Coleoptera: Fam. Coccinellidae.

5.2.1. Hemiptera Heteroptera Sottordine di emitteri diffuso in tutto il mondo e che annovera specie con sviluppo post-embrionale solita- mente eterometabolico e dal regime alimentare estremamente vario: principalmente fitofaghe, ma anche sa- profaghe, ematofaghe e zoofaghe (Masutti e Zangheri, 2001). Le forme predatrici sono presenti all’interno di differenti Famiglie e si nutrono principalmente a spese di piccoli artropodi, quali acari, afidi, tisanotteri, psillidi, cicaline e uova di vari Ordini. La maggior parte delle specie che si trovano negli ambienti coltivati vivono in realtà su alberi o arbusti delle zone incolte circostanti; molte di esse, inoltre, sono sensibili agli agrofarmaci, fungicidi compresi. Le popolazioni di eterotteri predatori sono pertanto fortemente influenzate dal tipo di ambiente che circonda il meleto o il vigneto e dal tipo di gestione agronomica degli stessi (OILB, 1974). Nell’ambito del presente studio sono state prese in considerazione le seguenti Famiglie: - Miridae (Fig. 5.1): è la Famiglia di eterotteri più numerosa (Masutti e Zangheri, 2001); la maggior parte delle specie hanno regime dietetico fitofago, altre sono predatrici di piccoli artropodi (acari, afidi, psille e aleurodidi) e di uova. Hanno di norma ciclo biologico uni o bivoltino con svernamento allo stadio di uovo (OILB, 1974). - Anthocoridae (Fig. 5.2): comprende specie che generalmente hanno un regime dietetico zoofago e fre- quentano le screpolature delle cortecce o altre parti delle piante. Sono predatori efficaci, sia allo stadio adulto che larvale. Preferiscono prede piccole, come acari, psille, tisanotteri, cocciniglie e stadi giovanili di afidi; oltre agli stadi mobili, possono nutrirsi anche delle uova. Un giovane, durante il suo sviluppo,

120 Insetti entomofagi nei vigneti e nei meleti della Valle d’Aosta Insetti entomofagi nei vigneti e nei meleti della Valle d’Aosta 121 può predare da 300 a 600 acari o da 100 a 200 afidi (OILB, 1974). Gli antocoridi svernano come adulti, compiono più generazioni l’anno (3-4) e ovidepongono specialmente nelle foglie (Masutti e Zangheri, 2001). Rispetto ai miridi risultano essere più tolleranti alle applicazioni di agrofarmaci (OILB, 1974).

Figura 5.3. Esemplare adulto Figura 5.4. Esemplare adulto Figura 5.5. Esemplare adulto di di crisopide di emerobide coniopterigide (Foto DISAFA). (Foto DISAFA). (Foto DISAFA).

Figura 5.1. Esemplare adulto di miride Figura 5.2. Esemplare adulto di antocoride (Foto DISAFA). (Foto DISAFA). 5.2.3. Rhaphidioptera Inocellidae 5.2.2. Neuroptera Comunemente denominati “insetti-serpenti” per la caratteristica forma del protorace notevolmente allungato in avanti per cui il Ordine di insetti olometaboli comprendente specie dal regime dietetico nella generalità zoofago; non man- capo sembra posto all’estremità di un lungo collo (Fig. 5.6). Sia cano tuttavia specie che si nutrono di liquidi zuccherini, polline, etc. Le specie predatrici (soprattutto allo adulti che larve sono predatori generici, talvolta anche di insetti stadio larvale) svolgono un ruolo importante nel limitare lo sviluppo degli insetti dannosi, principalmente dannosi e acari. Le femmine di questo gruppo ovidepongono tra afidi e acari (un individuo può arrivare a predare fino a 500 afidi o 1.000 acari durante il suo sviluppo), ma le screpolature delle cortecce (Masutti e Zangheri, 2001). anche uova e larve di lepidotteri. Non sono legati ad un ambiente preciso, ma si muovono soprattutto in funzione delle popolazioni di afidi e della copertura vegetale del suolo. Di seguito le Famiglie esaminate. • Chrysopidae (Fig. 5.3): Famiglia comprendente specie che, per la loro efficace attività predatoria, sono utilizzabili nella lotta biologica e integrata in agroecosistemi di pieno campo o di serra (Masutti e Zan- gheri, 2001). Sono gli insetti più rappresentativi, per l’importanza e per la morfologia, dei Neurotteri propriamente detti. Le larve svolgono l’attività di predazione più importante e si nutrono principalmente di afidi, ma anche di acari, psillidi, aleurodidi, uova e larve di diversi lepidotteri. Sono piuttosto mobili, molto attive e voraci; cacciano prevalentemente nelle ore notturne, mentre di giorno in genere riposano protette in nascondigli. Gli adulti si nutrono principalmente di liquidi zuccherini e polline. Hanno di nor- ma ciclo biologico multivoltino. Sono molto sensibili all’azione dei prodotti fitosanitari (OILB, 1974). • Hemerobiidae (Fig. 5.4): simili alle crisope, le larve e gli adulti degli Hemerobiidae sono particolarmen- te voraci e si nutrono soprattutto di afidi, cocciniglie e acari; sono più frequenti negli ambienti forestali e sono considerati di un certo interesse per applicazioni di controllo biologico (Masutti e Zangheri, 2001). Figura 5.6. Esemplare adulto • Coniopterygidae (Fig. 5.5): Famiglia comprendente specie le cui larve si nutrono di aleurodidi, afidi, di inocellide (Foto DISAFA). acari, psille, cocciniglie e frequentano le piante infestate da questi insetti (OILB, 1974). Le femmine depongono le uova fissandole alle foglie delle piante ospiti, in particolare querce e conifere.

122 Insetti entomofagi nei vigneti e nei meleti della Valle d’Aosta Insetti entomofagi nei vigneti e nei meleti della Valle d’Aosta 123 5.2.4. Diptera Syrphidae 5.3. Materiali e metodi

Famiglia dell’Ordine dei ditteri la cui importanza è dovuta a due L’indagine entomologica riguardante gli insetti predatori è stata condotta nell’arco del triennio 2006-2008 aspetti distinti: gli adulti, sempre glicifagi e pollinifagi, sono eliofi- in 8 aree a vigneto e 3 a meleto della Valle d’Aosta (vedi Capitolo 1). All’interno di ciascuna area sono state li e floricoli e giocano un ruolo non trascurabile nella fecondazione individuate 5 unità campione in cui sono state effettuate le osservazioni e le raccolte di materiale biologico; incrociata di molte piante (Masutti e Zangheri, 2001) (Fig. 5.7). Il in ogni unità campione sono state collocate, lungo la diagonale, 3 trappole cromotattiche, sostituite con regime dietetico delle larve, invece, può essere zoofago, saprofago, cadenza decadale, da aprile a novembre, per un totale di 58 rilievi compiuti nel triennio. fitofago. Tra le specie zoofaghe rivestono interesse quelle predatrici Il materiale raccolto è stato analizzato e determinato presso i laboratori dell’Institut Agricole Régional di di insetti fitofagi, in particolare di afidi, cicaline e tripidi (una larva, Aosta. In particolare, sono state svolte le seguenti attività: durante il suo sviluppo, può mangiare da 400 a 600 afidi) (OILB, • classificazione (a livello di Famiglia) e conteggio degli esemplari catturati; 1974). Nella loro generalità, i sirfidi rientrano perciò fra gli insetti • informatizzazione dei dati; ausiliari di maggiore importanza. • analisi ed elaborazione dei dati mediante il software statistico R. La portata pratica del loro ruolo di limitatori naturali deriva inoltre: Nell’Allegato 4.1 del Capitolo 4 sono riportate le informazioni principali sulle caratteristiche e sulla gestio- • dalla precocità di intervento all’interno del vigneto o del meleto ne degli appezzamenti su cui sono state collocate le trappole entomologiche. (risultano già molto attivi in primavera); • dalla mobilità degli adulti che assicurano una rapida ricolonizza- 5.4. Risultati dei campionamenti zione delle piante dopo un trattamento fitosanitario; • dalla loro costante presenza durante tutta la durata della pullula- La raccolta di materiale biologico ha consentito di catturare nel triennio oltre 18.000 esemplari di insetti zione delle diverse specie di afidi; appartenenti a Famiglie che annoverano al loro interno numerose specie predatrici; gli Ordini e le Famiglie, • dal fatto che le femmine ricercano attivamente le colonie di afidi con il relativo numero di esemplari catturati riferito ad ogni singolo sito di indagine, vengono riportati in in quanto luogo propizio per deporre le uova; Tabella 5.1 e Figura 5.9. • dall’elevata voracità delle larve (OILB, 1974). Le 8 Famiglie oggetto di studio sono state rilevate in tutte le aree di saggio, ad eccezione degli inocellidi Figura 5.7. Esemplare adulto di sirfide assenti a Villeneuve e dei coniopterigidi non conteggiati nei 3 siti indagati nel 2006. (Foto DISAFA). In media, nei 3 siti a meleto è stata rilevata una maggior presenza di entomofagi rispetto ai siti a vigneto: 6,9 individui/trappola nei primi, contro 5,1 individui/trappola nei secondi (test di Wilcoxon-Mann-Whitney, 5.2.5. Coleoptera Coccinellidae p-value = 0,019).

La maggior parte delle specie sono predatrici e si nutrono di insetti Tabella 5.1. Numero di insetti catturati nei diversi siti di indagine, suddivisi per Famiglia.

durante tutti gli stadi della loro vita (Fig. 5.8). I coccinellidi sono i

principali predatori di afidi (le larve e gli adulti ne consumano da 50 a 70 al giorno). L’attività predatoria si svolge inoltre a spese di emitteri Sito Anno

sternorrinchi (aleurodidi, psillidi e coccidi), ma anche di altri insetti Diptera Miridae Syrphidae Coleoptera Neuroptera Neuroptera Neuroptera Inocelliidae Heteroptera Heteroptera Chrysopidae Coccinellidae Anthocoridae (tisanotteri, coleotteri crisomelidi, lepidotteri, ortotteri) e artropodi Hemerobiidae Rhaphidioptera Coniopterygidae diversi (acari, crostacei e isopodi). Gli adulti depongono generalmen- te le uova in prossimità o all’interno delle colonie di omotteri. Esisto- Donnas 2008 154 18 57 133 389 9 116 748 no sia specie uni che multivoltine e la durata di un ciclo non dura mai Arnad 2007 144 65 14 31 124 26 71 1293 più di 1 mese (OILB, 1974). Montjovet 2007 216 64 35 136 448 48 168 1650 Saint-Denis 2007 182 150 15 50 59 64 128 455 Quart 2007 183 105 71 45 26 8 173 563 Aymavilles 2006 78 92 54 24 n.r. 1 131 433 Saint-Pierre 2006 90 88 32 15 n.r. 7 124 436 Morgex 2006 60 41 40 69 n.r. 8 69 1060 Morgex 2007 101 83 45 85 57 6 102 684 Villeneuve 2008 164 81 62 75 572 0 166 1266 Gressan LT 2008 278 47 86 121 972 14 137 422 Figura 5.8. Esemplare adulto Gressan Ch. 2008 93 76 43 145 158 24 161 378 di coccinellide (Foto DISAFA). Totale 1743 910 554 929 2805 215 1546 9388

Tabella 5.2. Somma e media delle catture di insetti appartenenti a 7 Famiglie di entomofagi nei siti a vigneto (dai calcoli sono stati esclusi i neurotteri coniopterigidi; lettere diverse tra loro indicano una 124 Insetti entomofagi nei vigneti e nei meleti della Valle d’Aosta differenza statisticamente significativa secondoInsetti il test entomofagi nei vigneti e nei meleti della Valle d’Aosta 125 HSD di Tukey).

Individui catturati Zona Somma Media (n.) (n. individui/trappola) Bassa Valle 5.196 6,21 a Media Valle 3.603 3,47 c Alta Valle 2.288 4,45 b Totale 11.087 p-value 0,000

Tabella 5.3. Somma e media delle catture di insetti appartenenti alle 8 Famiglie indagate nei siti a meleto (lettere diverse tra loro indicano una differenza statisticamente significativa secondo il test HSD di Tukey).

Individui catturati Sito Somma Media (n.) (n. individui/trappola) Villeneuve 2.386 8,87 a Gressan LT 2.077 7,70 a Gressan Ch 1.078 4,01 b Totale 5.541 p-value 0,001

Se si considera l’abbondanza di Famiglie di predatori in funzione del tipo di ambiente, è stata rilevata una 3000 maggiore ricchezza negli ambienti non coltivati rispetto a quelli coltivati (Fig. 5.11). È noto, infatti, che gli ambienti naturali o semi-naturali associati agli appezzamenti coltivati possono fornire agli artropodi utili ri- 2500 Miridi sorse che non sono disponibili nella coltura, come prede e ospiti alternativi, cibo, acqua, riparo, microclimi Antocoridi favorevoli, siti riproduttivi e di svernamento e rifugio dagli agrofarmaci (Altieri et al., 2003). 2000 Crisopidi Considerando solo gli ambienti coltivati, i frutteti Tabella 5.1. Numero di insetti catturati nei diversi siti di indagine, suddivisi per Famiglia.

10 sembrano essere in grado di offrire un habitat più

1500

Emerobidi

appropriato alle esigenze degli entomofagi rispetto a

Individui 8 Coniopterigidi ai vigneti. Ciò è probabilmente dovuto al fatto che 8,0 1000 Sito Anno la struttura vegetazionale di un albero da frutto offre b Diptera

Inocellidi Miridae

6 Syrphidae Coleoptera

3000 Neuroptera Neuroptera Neuroptera Inocelliidae Heteroptera Heteroptera Chrysopidae Coccinellidae Anthocoridae

ai predatori ripari e risorse maggiori rispetto a quella Hemerobiidae

500 Rhaphidioptera Sirfidi Coniopterygidae della vite; inoltre, in Valle d’Aosta, i meleti sono ge- c 5,5 2500 Miridi 4 4,3 0 Coccinellidi neralmente inerbiti o ancora allevati a prato arborato. Donnas 2008 154 18 57 133 389 9 116 748 Antocoridi La copertura vegetale del suolo può dunque rappre- Arnadn. individui/trappola 2007 144 65 14 31 124 26 71 1293 2000 2 Crisopidi sentare un importante ed interessante fattore di rego- Montjovet 2007 216 64 35 136 448 48 168 1650 lazione delle popolazioni di insetti dannosi; infatti, 1500 Emerobidi Saint-Denis0 2007 182 150 15 50 59 64 128 455 Quart 2007 Arnad 2007 i frutteti con una ricca flora sottostante presentano Vigneto Frutteto Non Donnas 2008 Morgex 2006 Morgex 2007 Quart 2007 183 105 71 45 26 8 173 563 Individui Coniopterigidi un’incidenza significativamente minore dei fitofagi, coltivato Montjovet 2007

1000 Villeneuve 2008 Aymavilles 2006 GressanCh 2008 Aymavilles 2006 GressanLT 2008 Saint-Denis 2007 78 92 54 24 n.r. 1 131 433 Saint-Pierre 2006 Inocellidi rispetto a frutteti con terreno ben ripulito, principal- Figura 5.11. Individui appartenenti a 8 Famiglie indagate in 3 diversi ambienti (lettere diverse tra loro indicano una SaintFigura-Pierre 5.11. Individui2006 appartenenti a 8 Famiglie VIGNETI MELETI mente per una maggiore abbondanza ed incidenza differenza statisticamente significativa90 secondo88 il test32 HSD di Tukey).15 n.r. 7 124 436 500 indagate in 3 diversi ambienti (lettere diverse tra loro Sirfidi degli entomofagi (Altieri et al., 2003). Morgex 2006 60 41 40 69 n.r. 8 69 1060 indicano una differenza statisticamente significativa Figura 5.Figura9. Abbondanza 5.9. Abbondanza di individui di individui catturati catturati appartenenti appartenenti alle alle 8 F 8amiglie Famiglie indagate, indagate, suddivisasuddivisa per per sito sito (neurotteri coniopterigidi0 non conteggiati a Aymavilles, Saint-Pierre e Morgex nel 2006). Coccinellidi Il sito di Montjovet si distingue dagli altri per l’ele- Morgex7 secondo2007 il test HSD101 di Tukey).83 45 85 57 6 102 684 (neurotteri coniopterigidi non conteggiati a Aymavilles, Saint-Pierre e Morgex nel 2006). vato numero di esemplari catturati; l’abbondanza di Villeneuve 2008 164 81 62 75 572 0 166 1266 predatori può essere messa in relazione con le caratteristiche dell’area indagata, in cui sono stati registrati Gressan LT 2008 278 47 86 121 972 14 137 422 10% valori elevati negli indici di diversità del paesaggio agricolo e 6dove le zone incolte occupano il 44% della Sulla base del numero di esemplari catturati, i coleotteri coccinellidi sono risultati la Famiglia percentual- Gressan Ch. 2008 93 76 43 145 158 24 161 378 Quart 2007 superficie presa in considerazione (cfr. Cap. 2). Arnad 2007 5% Miridi Donnas 2008 mente più abbondante: il numero di individui rappresentaMorgex 2006 la metàMorgex 2007 delle3% catture totali (Fig.Miridi 5.10); la loro Totale 1743 910 554 929 2805 215 1546 9388

Montjovet 2007 5 Villeneuve 2008 Aymavilles 2006 elevata presenza è molto interessante dal punto di vista ecologico in quanto i coccinellidiGressanCh 2008 si distinguono per GressanLT 2008

Saint-Denis 2007 Saint-Pierre 2006 5% Antocoridi 5.4.1. Vigneti Antocoridi essere tra i predatori più attivi, sia allo stadio giovanile che adulto, e con una dieta molto varia. VIGNETI MELETI Crisopidi Si sottolinea che nonostante i neurotteri coniopterigidi non siano stati conteggiati in 3 siti, risultano comun- In funzione della suddivisione geografica dei siti a Tabella4 5.2. Somma e media delle catture di insetti Crisopidi queFigura essere 5.9. laAbbondanza seconda Famiglia di individui quantitativamente catturati appartenenti più importante. alle 8 Famiglie indagate, suddivisaEmerobidi per sito (neurotteri vigneto, le tre zone della Valle d’Aosta si differen- appartenenti a 7 Famiglie di entomofagi nei siti a vigneto (dai calcoli sono stati esclusi i neurotteri Emerobidi coniopterigidi52% non conteggiati a Aymavilles, Saint-Pierre e Morgex nel 2006). ziano nettamente: in bassa Valle sono state registrate Coniopterigidi coniopterigidi; lettere diverse tra loro indicano una le catture maggiori, seguono quelle dell’alta Valle, differenza3 statisticamente significativa secondo il test Inocellidi

16% Inocellidi n. individui/trappola HSD di Tukey). mentre in media Valle si registrano le catture quan- 10% Sirfidi Individui catturati Sirfidi titativamente meno abbondanti (Tab. 5.2). I valori ri- 2 5% Zona portati in Tabella 5.2 sono da intendersi al netto degli Somma Media Coccinellidi 1%3% MiridiCoccinellidi (n.) (n. individui/trappola) individui appartenenti ai neurotteri coniopterigidi i 5% Antocoridi Bassa Valle 5.196 6,21 a 9% quali, non essendo stati conteggiati in tutti i siti, non 1 Crisopidi sono stati considerati nel confronto delle diverse aree Media Valle 3.603 3,47 c Figura 5.10. Abbondanza percentuale delle Famiglie indagate (neurotteri coniopterigidi non conteggiatiEmerobidi a Aymavilles, di indagine. Alta Valle 2.288 4,45 b Saint-Pierre e Morgex nel 2006). 0 52% In realtà, come si nota nella Figura 5.12, è l’abbon- Totale 11.087 Coniopterigidi Bassa Valle Media Valle Alta Valle danza relativa dei coleotteri coccinellidi a determina- p-value 0,000 16% Inocellidi Figura 5.12. Media delle catture degli individui appartenenti a 7 diverse Famiglie indagate, in funzione della posizione re le differenze più marcate tra bassa, media ed alta geografica degli 8 siti a vigneto. Sirfidi Valle d’Aosta; la distribuzione delle altre famiglie, invece, segue andamenti diversi nelle tre zone conside- rate. Se ciò non consente di stabilire una relazione tra la presenzaTabella di 5. alcuni3. Somma taxa e media con l’areale delle catture di rilevamento, di insetti 1% Coccinellidi dall’altro lato la presenza continua di numerose famiglie diappartenenti entomofagi a llein tutte8 Famiglie e tre indagatele zone dellanei siti Valle a meleto d’A - 9% (lettere diverse tra loro indicano una differenza osta costituisce un elemento sicuramente positivo, al fine distatisticamente garantire lo svolgimentosignificativa secondo del servizio il test HSDecologico di indipendentemente dal contesto considerato. Tukey).

Figura 5.10. Abbondanza percentuale delle Famiglie indagate (neurotteri coniopterigidi non conteggiati a Aymavilles, Individui catturati Figura 5.10. Abbondanza percentuale delle Famiglie indagate (neurotteri coniopterigidi non conteggiati a Aymavilles, Saint-Pierre e Morgex nel 2006). Sito Saint-Pierre e Morgex nel 2006). Somma Media (n.) (n. individui/trappola) Villeneuve 2.386 8,87 a Gressan LT 2.077 7,70 a 126 Insetti entomofagi nei vigneti e nei meleti della Valle d’Aosta Insetti entomofagiGressan nei vigneti Ch e nei 1.078meleti della Valle d’Aosta4,01 b 127 Totale 5.541 p-value 0,001

10 10 a a 9,0 8 8 8,0 10 a b 9,0 6 86 c b 5,5 4 b 4 4,3 6 3,8 4,3 b

n. individui/trappola 2 b n. individui/trappola 4 2 3,8 4,3 0

n. individui/trappola 2 0 Vigneto - Vigneto - Bordo del Vigneto Frutteto Non 0 filare filare vigneto coltivato interno esterno Vigneto - Vigneto - Bordo del Figura 5.11. Individui appartenenti a 8 Famiglie indagate in 3 diversi ambienti (lettere diverse tra loro indicano una Figura 5.13. Catturefilare di individuifilare di 7 diversevigneto Famiglie indagate in funzione della localizzazione della trappola rispetto al differenza statisticamente significativa secondo il test HSD di Tukey). vigneto (lettereinterno diverse tra loroesterno indicano una differenza statisticamente significativa secondo il test HSD di Tukey).

Figura 5.13. Catture di individui di 7 diverse Famiglie indagate in funzione della localizzazione della trappola rispetto al Se si analizza meglio la composizione dei bordi, i 7 vigneto10 (lettere diverse tra loro indicano una differenza statisticamente significativa secondo il test HSD di Tukey). vigneti indagati sono intercalati a tre tipologie di a 8,9 ambienti: 108 6 • boschi e boschetti; a b • incolti (coltura abbandonata, bordura vegetata, 6 8,9 Miridi 8 b cespuglieto, margine boschivo); 5,8 5 5,2 b Antocoridi • ambienti ruderali (muro a secco, cumulo di pie- 64 b tre, sentiero, poderale, rudere …). 5,8 n. individui/trappola 5,2 4 Crisopidi Dall’analisi delle catture è emerso che la tipologia 42

di bordo che ospita il maggior numero di insetti n. individui/trappola Emerobidi 0 entomofagi è l’incolto (Fig. 5.14). Probabilmente 2 3 Bosco Ambiente Incolto Inocellidi quest’ultimo, grazie ad una vegetazione erbacea e n. individui/trappola 0 ruderale arbustiva più ricca e più varia rispetto ai boschi e Sirfidi Bosco Ambiente Incolto FiguraFigura 5. 5.14.14. Abbondanza Abbondanza didi iindividuindividui appartenenti a 7 diverse Famiglie indagate, campionati negli ambienti non coltivati 2 agli ambienti ruderali, offre maggiori risorse per ruderale adiacentidiverse Famiglieai vigneti indagate, (lettere diversecampionati tra loronegli indicanoambienti una differenza statisticamente significativa secondo il test HSD di Coccinellidi una permanenza stabile degli insetti predatori. Tukey). Figuranon coltivati 5.14. Abbondanza adiacenti ai vigneti di individui (lettere appartenenti diverse tra loroa 7 diverse Famiglie indagate, campionati negli ambienti non coltivati Il ruolo giocato dal contesto vegetazionale in cui il 1 adiacentiindicano ai unavigneti differenza (lettere statisticamente diverse tra loro significativa indicano una differenza statisticamente significativa secondo il test HSD di vigneto è inserito è confermato anche dall’influenza Tukey). secondoGestione il test HSD infestanti di Tukey). esercitata dalla vegetazione di copertura all’interno 0 dei filari coltivati. Mettendo a confronto, infatti, il 6 Gestione infestanti a Bassa Valle Media Valle Alta Valle numero di catture con le diverse modalità di gestio- 5,3 6 Figura 5.12. Media delle catture degli individui appartenenti a 7 diverse Famiglie indagate, in funzione della posizione ne del suolo, i vigneti totalmente inerbiti presenta- a Figura 5.12. Media delle catture degli individui appartenenti a 7 diverse Famiglie indagate, 4 geografica degli 8 siti a vigneto. no una maggior ricchezza di insetti utili rispetto a b 5,3 in funzione della posizione geografica degli 8 siti a vigneto. b quelli in cui viene fatto ricorso al diserbo chimico 3,2 3,3 (Fig. 5.15). 4 2 b b Considerando gli effetti degli interventi insettici- 3,2 3,3 di, è risultato che nei vigneti oggetto di trattamenti n. individui/trappola Se si circoscrive l’analisi agli appezzamenti coltivati 2 10 a l’abbondanza di entomofagi si riduce in modo stati-

a vigneto e ai loro contorni (muretto a secco, sen- n. individui/trappola 0 9,0 sticamente significativo (test U di Mann-Whitney e tiero, cumulo di pietre, incolto...), si osserva che i 8 Chimica Integrata Agronomica test di Student: p-value = 0,000; Figura 5.16). No- bordi sono in grado di ospitare, in media, il doppio Figura 05.15. Abbondanza di individui appartenenti a 7 diverse Famiglie indagate, campionati in vigneti con diversa di predatori rispetto al vigneto che circondano (Fig. 6 nostante gli interventi insetticidi siano rivolti contro gestione del suoloChimica (lettere Integratadiverse tra loroAgronomica indicano una differenza statisticamente significativa secondo il test HSD di alcuni dei principali fitofagi della vite (tignole in Tukey). 5.13). Invece, il confronto tra le catture registrate con b Figura 5.15. Abbondanza di individui appartenenti a 7 diverse Famiglie indagate, campionati in vigneti con diversa 4 b primis), essi hanno anche un effetto sulla presenza Figura 5.15. Abbondanza di individui appartenenti trappole posizionate nei filari interni del vigneto con 3,8 4,3 gestionea 7 diverse del suolo Famiglie (lettere indagate, diverse campionati tra loro inindicano vigneti una differenza statisticamente significativa secondo il test HSD di degli insetti predatori; ciò potrebbe dipendere sia Tukey). quelle nei filari esterni, in termini quantitativi non ha con diversa gestione del suolo (lettere diverse tra loro

n. individui/trappola 2 evidenziato alcuna differenza significativa; le piccole dalla selettività dei prodotti utilizzati (gli insetticidi indicano una differenza statisticamente significativa a largo spettro colpiscono tanto gli insetti dannosi dimensioni dei vigneti valdostani (in media di 800 0 secondo il test HSD di Tukey). m2) e l’elevata biodiversità dei loro contorni proba- Vigneto - Vigneto - Bordo del quanto quelli utili), sia dalla diminuzione di prede bilmente favoriscono la colonizzazione dell’intero filare filare vigneto disponibili per gli entomofagi. Infatti, la maggior 6 appezzamento da parte di insetti predatori. interno esterno parte degli insetti ausiliari tende ad alimentarsi a spese di varie specie di prede e si distribuisce sulla 5,2 Figura 5.13. Catture di individui di 7 diverse Famiglie indagate in funzione della localizzazione della trappola rispetto al Figura 5.13. Catture di individui di 7 diverse Famiglie vegetazione in relazione alla disponibilità delle me- 4 vignetoindagate (lettere in funzione diverse della tra localizzazioneloro indicano dellauna differenza trappola statisticamente significativa secondo il test HSD di Tukey). desime piuttosto che alla specie di pianta (Altieri, rispetto al vigneto (lettere diverse tra loro indicano una 2003). differenza10 statisticamente significativa secondo il test 2,9 HSD di Tukey). a 2

8,9 n. individui/trappola 8 b 6 0 b 5,8 Vigneti trattati Vigneti non trattati 5,2 4 FiguraFigura 5. 5.16.16. ConfrontoConfronto tratra l’abbondanzal’abbondanza di di individui individui appartenenti a 7 diverse Famiglie indagate in funzione degli n. individui/trappola interventi insetticidi effettuati nei vigneti. 2 appartenenti a 7 diverse Famiglie indagate in funzione degli interventi insetticidi effettuati nei vigneti. 0 10 Bosco Ambiente Incolto Miridi ruderale 128 Insetti entomofagi nei vigneti e nei meleti della Valle d’Aosta Insetti entomofagi nei vigneti e nei meleti della Valle d’Aosta 129 Antocoridi Figura 5.14. Abbondanza di individui appartenenti a 7 diverse Famiglie indagate, campionati negli ambienti non coltivati 8 adiacenti ai vigneti (lettere diverse tra loro indicano una differenza statisticamente significativa secondo il test HSD di Crisopidi Tukey). Emerobidi

Coniopterigidi 6 Gestione infestanti Inocellidi 6 a Sirfidi 5,3 4 Coccinellidi n. individui/trappola 4 b b 3,2 3,3 2 2 n. individui/trappola 0 0 Villeneuve Gressan LT Gressan Ch Chimica Integrata Agronomica Figura 5.17. Media di individui adulti appartenenti alle 8 famiglie indagate campionati nei 3 siti a meleto. Figura 5.15. Abbondanza di individui appartenenti a 7 diverse Famiglie indagate, campionati in vigneti con diversa gestione del suolo (lettere diverse tra loro indicano una differenza statisticamente significativa secondo il test HSD di Tukey).

Tabella 5.1. Numero di insetti catturati nei diversi siti di indagine, suddivisi per Famiglia.

Sito Anno Diptera Miridae Syrphidae Coleoptera Neuroptera Neuroptera Neuroptera Inocelliidae Heteroptera Heteroptera Chrysopidae Coccinellidae Anthocoridae Hemerobiidae Rhaphidioptera Coniopterygidae

Donnas 2008 154 18 57 133 389 9 116 748 Arnad 2007 144 65 14 31 124 26 71 1293 Montjovet 2007 216 64 35 136 448 48 168 1650 Saint-Denis 2007 182 150 15 50 59 64 128 455 Quart 2007 183 105 71 45 26 8 173 563 Aymavilles 2006 78 92 54 24 n.r. 1 131 433 Saint-Pierre 2006 90 88 32 15 n.r. 7 124 436 Morgex 2006 60 41 40 69 n.r. 8 69 1060 Morgex 2007 101 83 45 85 57 6 102 684 Villeneuve 2008 164 81 62 75 572 0 166 1266 Gressan LT 2008 278 47 86 121 972 14 137 422 Gressan Ch. 2008 93 76 43 145 158 24 161 378 Totale 1743 910 554 929 2805 215 1546 9388

Tabella 5.2. Somma e media delle catture di insetti appartenenti a 7 Famiglie di entomofagi nei siti a vigneto (dai calcoli sono stati esclusi i neurotteri coniopterigidi; lettere diverse tra loro indicano una differenza statisticamente significativa secondo il test HSD di Tukey).

Individui catturati Zona Somma Media (n.) (n. individui/trappola) Bassa Valle 5.196 6,21 a Media Valle 3.603 3,47 c Alta Valle 2.288 4,45 b Totale 11.087 p-value 0,000

5.4.2. Meleti 10 a a 9,6 All’interno delle aree coltivate a meleto, le catture più Tabella 5.3. Somma e media delle catture di insetti 10 9,3 a abbondanti sono state registrate a Villeneuve, seguite appartenenti alle 8 Famiglie indagate nei siti a meleto a 8 9,3 9,6 da Gressan La Tour, mentre a Gressan Champlan è (lettere diverse tra loro indicano una differenza statisticamente significativa secondo il test HSD di 8 stato censito un numero di entomofagi statisticamente Tukey). 6 6 inferiore (Tab. 5.3). I coleotteri coccinellidi e i neurot- Individui catturati teri coniopterigidi sono le Famiglie percentualmente Sito 6 Somma Media b più abbondanti (Fig. 5.17). 5,2 (n.) (n. individui/trappola) 4 b Distinguendo4 tra frutteti specializzati (allevati in fi- b Villeneuve 2.386 8,87 a 3,6 4

n. individui/trappola 3,1 lare) e frutteti più estensivi (prato arborato), l’alleva- b Gressan LT 2.077 7,70 a 2 3,6

mento in filare, sia esso totalmente inerbito o diser- n. individui/trappola 3,1 2,9 Gressan Ch 1.078 4,01 b bato 2 sulla fila, presenta delle catture statisticamente 2 Totale 5.541 0

inferiorin. individui/trappola (Fig. 5.18); la tecnica di gestione del prato p-value 0,001 Filare diserbato, Filare e interfilare Prato arborato Non coltivato arborato, che esclude il diserbo della vegetazione al 0 interfilare inerbito inerbito suolo0 e che prevede solo il ricorso a due sfalci per Filare diserbato, Filare e interfilare Prato arborato Non coltivato anno, fa registrareVigneti unatrattati ricchezzaVigneti in entomofagi non trattati simile Figura 5.18. Individui adulti appartenenti alle 8 Famiglie indagate campionatiinterfilare in frutteti inerbito con differente gestioninerbitoe della vegetazione al suoloFigura (lettere 5.18. Individuidiverse tra adulti loro appartenenti indicano una alle differenza 8 Famiglie statisti indagatecamente campionati significativa in frutteti secondo il test HSD di ai siti di raccolta naturali o semi-naturali. con differente gestione della vegetazione al suolo Tukey). Figura 5.18. Individui adulti appartenenti alle 8 Famiglie indagate campionati in frutteti con differente gestione della Figura 5.16. Confronto tra l’abbondanza di individui appartenenti a 7 diverse Famiglie indagate in funzione degli (lettere diverse tra loro indicano una differenza statisticamentevegetazione significativa al suolo secondo (lettere il diversetest HSD tra di loro Tukey). indicano una differenza statisticamente significativa secondo il test HSD di interventi insetticidi effettuati nei vigneti. Tukey). 4 A livello fitosanitario, tutti i meleti indagati sono og- 10 getto di interventi insetticidi contro3,6 alcuni dei prin- 4 Miridi cipali agenti3 di danno (ragnetto, cocciniglie, psilla, 3,6 Antocoridi afidi, carpocapsa...). A Gressan Champlan, unico sito 3 in cui è stato2 possibile2,4 confrontare le catture in meleti 8 Crisopidi a conduzione biologica con quelle in meleti conven- 2 2,4 Emerobidi zionali, è1 emersa una differenza significativa tra i due sistemin. individui/trappola di gestione (test U di Mann-Whitney, p-value: Coniopterigidi 1

6 n. individui/trappola 0,017): il0 meleto biologico presenta una maggior ric- Inocellidi chezza di insetti entomofagiMeleto (Fig.Meleto 5.19). Sirfidi convenzionale biologico 0 Meleto Meleto 4 Coccinellidi Figura 5.19. Confronto tra le catture di insetti appartenenti a 8 Famiglie indagateconvenzionale in meleti a condubiologicozione biologica e n. individui/trappola convenzionale nel sito di Gressan Champlan. Figura 5.19. Confronto tra le catture di insetti appartenenti a 8 Famiglie indagate in meleti a conduzione biologica e convenzionaleFigura 5.19. nel Confronto sito di Gressan tra le cattureChamplan. di insetti appartenenti a 8 Famiglie indagate in meleti a 2 conduzione biologica e convenzionale nel sito di Gressan Champlan.

0 Villeneuve Gressan LT Gressan Ch

Figura 5.17. Media di individui adulti appartenenti alle 8 famiglie indagate campionati nei 3 siti a meleto. Figura 5.17. Media di individui adulti appartenenti alle 8 famiglie indagate campionati nei 3 siti a meleto.

130 Insetti entomofagi nei vigneti e nei meleti della Valle d’Aosta Insetti entomofagi nei vigneti e nei meleti della Valle d’Aosta 131 5.5. Conclusioni 5.6. Bibliografia

Non vi sono dubbi riguardo al fatto che l’agricoltura comporti una semplificazione strutturale dell’ambien- Altieri M. A., Nicholls C. I., Ponti L., 2003. Biodiversità e controllo dei fitofagi negli agroecosistemi. Ac- te, sostituendo alla biodiversità naturale degli ecosistemi, un numero limitato di piante coltivate e di animali cademia Nazionale Italiana di Entomologia, 223 p. domestici. Ogni volta che l’uomo modifica le comunità vegetali naturali, altera i meccanismi di autoregola- zione insiti in esse e spezza il filo delicato delle relazioni che si verificano al loro interno. In questo contesto OILB, 1974. Les organismes auxiliaires en verger de pommiers. Introduction à la Lutte intégrée. OILB, potrebbero venir meno i servizi ecologici derivanti dall’interazione delle numerose specie presenti, come Organisation Internationale de Lutte Biologique contre les Animaux et les Plantes nuisibles. Section Régio- l’attivazione della componente biotica del suolo, il riciclo degli elementi nutritivi, il controllo del microcli- nale Ouest Paléartique. Brochure n° 3, 242 p. ma locale, la regolazione dei processi idrologici, il controllo degli organismi dannosi e la detossificazione da sostanze chimiche nocive (Altieri et al., 2003). Masutti L., Zangheri S., 2001. Entomologia generale e applicata. CEDAM, 978 p. A tale scompenso si può porre rimedio promuovendo la biodiversità agraria a livello di campo coltivato e di paesaggio. Questo contributo del progetto si è posto l’obiettivo di quantificare la presenza di 8 Famiglie di insetti al cui interno si trovano numerose specie entomofaghe che assicurano un importante servizio ecolo- gico, quale il controllo biologico naturale degli organismi dannosi per le colture agrarie. L’attività di studio, concentrata sulle zone coltivate (aree viticole e frutticole), ha messo in evidenza un’in- teressante presenza di insetti predatori. Le 8 famiglie indagate risultano ben distribuite nell’intera vallata centrale e i coleotteri coccinellidi, noti per la loro intensa attività predatrice, sono la Famiglia percentual- mente più abbondante. Per quanto riguarda le aree viticole, gli ambienti non coltivati che circondano il vigneto sono in grado di ospitare in media il doppio di predatori rispetto all’appezzamento viticolo mentre, all’interno del vigneto, la quantità di entomofagi rilevati si è dimostrata uniformemente distribuita. Quindi, grazie alle piccole dimen- sioni dei vigneti valdostani (in media di 800 m2), alla presenza e alla ricchezza di zone di compensazione ecologica adiacenti, gli insetti utili riescono a colonizzare l’intero appezzamento coltivato, all’interno del quale svolgono il loro ruolo di limitatori naturali nei confronti delle popolazioni di fitofagi. Un ulteriore elemento degno di nota è l’influenza della gestione del vigneto sulla popolazione di entomo- fagi: nei vigneti in cui il suolo è inerbito e le piante infestanti sono controllate tramite metodi meccanici, è stato rilevato un maggior numero di insetti utili rispetto a quelli diserbati chimicamente. Non è da sotto- valutare, inoltre, l’effetto negativo degli interventi insetticidi rivolti contro i fitofagi ma capaci di ridurre significativamente l’abbondanza di entomofagi all’interno del vigneto. Le aree coltivate a melo si sono mostrate più ricche di entomofauna utile rispetto ai vigneti. Ciò è proba- bilmente dovuto al fatto che le caratteristiche gestionali dei meleti valdostani, inerbiti e in certi casi ancora allevati a prato arborato, e la struttura vegetazionale dell’albero da frutto offrono ai predatori ripari e risorse maggiori rispetto a quelli della vite. Un altro elemento interessante è la maggiore densità delle popolazioni di predatori rilevata nei meleti a conduzione biologica rispetto a quelli a conduzione integrata, a testimonianza dell’influenza che le tecniche di difesa possono esercitare sull’entomofauna utile. In generale, la ricchezza di entomofagi all’interno dei vigneti e dei meleti, legata all’alternanza tra ambienti coltivati e non coltivati e a pratiche colturali a ridotto impatto, dimostra la buona qualità ambientale degli agro-ecosistemi viticoli e frutticoli valdostani. Al fine di promuovere la biodiversità all’interno delle aree agricole è pertanto auspicabile favorire le prati- che di gestione più rispettose dell’ambiente e la presenza di zone di compensazione ecologica, in grado di costituire aree rifugio e di svernamento, di assicurare la presenza di prede/ospiti alternativi e di aumentare la predazione e/o la parassitizzazione su determinati fitofagi dannosi alle colture.

132 Insetti entomofagi nei vigneti e nei meleti della Valle d’Aosta Insetti entomofagi nei vigneti e nei meleti della Valle d’Aosta 133 Capitolo 6 Studio della comunità ornitica nidificante

Sergio G. Fasano, Giorgio Gertosio, Marco Pavia

Insetti entomofagi nei vigneti e nei meleti della Valle d’Aosta 135 6.1. Introduzione Il presente contributo rappresenta una sintesi, con aggiornamento tassonomico e sistematico, del rapporto conclusivo consegnato nel dicembre 2007 all’Institut Agricole Régional relativamente al censimento degli uccelli nidificanti nell’ambito del progetto “La biodiversità nei sistemi agricoli valdostani”, inerente lo stu- dio della diversità biologica animale e vegetale negli agro-ecosistemi e negli areali naturali o semi-naturali adiacenti alle zone coltivate a meleto e vigneto. In esso vengono presentati i dati raccolti durante le stagioni riproduttive degli anni 2005, 2006 e 2007. Le elaborazioni eseguite vertono sulla caratterizzazione dell’ornitocenosi riscontrata nell’ambito delle inda- gini, considerando la comunità ornitica sia nel suo complesso che nelle singole aree indagate, e prestando particolare attenzione all’avifauna rilevata negli ambienti dominati da vigneti e meleti.

6.2. Metodi 6.2.1 Area di studio L’area oggetto di studio è costituita da un insieme di appezzamenti separati tra loro e distribuiti lungo il fondovalle della Valle d’Aosta in rappresentanza delle varie tipologie agricole e vegetazionali presenti alle basse quote della Regione (Fig. 6.1). Le aree campione di interesse botanico ed entomologico, individuate dall’Institut Agricole Régional, sono complessivamente 11: vigneti nei comuni di Morgex, Saint-Pierre, Ay- mavilles, Quart, Saint-Denis, Montjovet, Arnad e Donnas, e meleti nei comuni di Villeneuve e di Gressan, a due quote altimetriche (Fig. 6.2). Al fine di eseguire un esaustivo rilevamento dell’ornitocenosi nidifican- te, essendo le aree campione botaniche ed entomologiche di estensione troppo limitata, queste sono state ampliate definendo 8 aree ornitologiche per una superficie complessiva di 2.602 ettari. La denominazione utilizzata nel testo e l’estensione delle singole aree di studio ornitologiche viene definita inTabella 6.1.

Figura 6.1. Localizzazione delle aree di studio ornitologiche.

Studio della comunità ornitica nidificante 137 6.2.2 Tecnica di rilevamento

La tecnica di rilevamento prescelta è quella dei punti di ascolto senza limiti di distanza (Blondel et al., 1981) meglio noti come «Point counts» nella letteratura ornitologica anglosassone. Rispetto ad altri metodi (come quello dei transetti o quello del mappaggio), i rilievi puntiformi sono prefe- riti in molte occasioni per la maggiore facilità di standardizzazione, la possibilità di pianificare esperimenti con una scelta casuale dei punti da campionare, le migliori possibilità di correlazione con le variabili am- bientali e l’adattamento del metodo ad ambienti poco uniformi, a mosaico, o difficili da percorrere. La durata del rilevamento ornitologico in ogni punto è stato oggetto di vari studi. La scuola francese (Blon- del et al., 1981) ha utilizzato prevalentemente una durata di 20 minuti. Molti altri Autori tuttavia raccoman- dano lunghezze di 5-10 minuti (Dawson, 1981; Fuller & Langslow, 1984; Gutzwiller, 1991) per i seguenti motivi: - dal punto di vista statistico sono meglio molti campioni piccoli che pochi grandi, quindi conviene aumen- tare il numero dei punti anche a scapito della loro durata; - benché prolungando il tempo aumenti il numero di uccelli contattati, la maggior parte dei contatti avviene nei primi minuti e solitamente in 10 minuti si ottiene circa l’80% delle registrazioni che si otterrebbero in 20 minuti; - singoli individui che cambiano posizione possono essere contati più volte, probabilità che aumenta col passare del tempo; - col trascorrere del tempo aumenta anche la probabilità che il movimento degli uccelli porti alcuni indivi- dui entro il raggio considerato, cosicché con punti di ascolto più lunghi le densità possono essere sovrasti- Figura 6.2. Localizzazione e codifica delle aree di studio botaniche ed entomologiche (linea rossa) in relazione alle aree mate (Granholm, 1983). di studio ornitologiche (linea blu): vigneti nel comune di Morgex (A), meleti nei comuni di Villeneuve e St. Pierre (B, C), Per il presente studio si è quindi scelto di adottare una durata del rilevamento di 10 minuti (Fornasari et vigneti nel comune di St. Pierre (D), vigneti nel comune di Aymavilles (E), meleti nel comune di Gressan (F), vigneti nel al. 2002). I punti di ascolto vengono eseguiti indicativamente in maggio e giugno, compatibilmente con comune di Quart (G, H, I), vigneti nel comune di St. Denis (L, M), vigneti nel comune di Montjovet (N), vigneti nel comune l’inizio della stagione riproduttiva in base alle condizioni locali (latitudine, quota delle stazioni). I rileva- di Arnad (O) e vigneti nel comune di Donnas (P). menti vanno iniziati poco dopo l’alba e devono essere eseguiti una sola volta. Non vengono effettuati punti d’ascolto con condizioni meteorologiche sfavorevoli (vento forte o pioggia intensa).

Analogamente al metodo dei transetti finlandesi (Huttoet al. 1986), questo metodo prevede che si registrino Tabella 6.1. Denominazione utilizzata nel testo ed estensione delle aree di studio ornitologiche. separatamente i contatti entro un raggio prefissato da quelli esterni a tale raggio. In questo caso l’osservato-

Estensione re deve essere in grado di stimare una sola distanza. Si richiede quindi ai rilevatori di distinguere tra gli uc- Area Denominazione (ha) celli visti e sentiti entro un raggio di 100 metri e oltre tale raggio, in modo da poter correlare con precisione i Morgex Morgex 113 dati dei censimenti ai dati ambientali, consentendo quindi di calcolare quattro diversi indici di abbondanza: Villeneuve - St. Pierre St. Pierre 693 n(r) - numero medio di individui contati entro la circonferenza di raggio prefissato; Aymavilles - Gressan Gressan 595 St. Christophe - Quart St. Christophe 450 n(u) - numero medio di individui contati per punto senza limite di distanza; St. Denis - Chambave - f(u) - frequenza nei punti (numero punti in cui la specie è presente diviso il totale dei punti); Verrayes Chambave 245 p(i) - frequenza relativa del numero di individui contattati per ogni specie. Montjovet Montjovet 132 Il primo indice, n(r), è forse quello che meglio consente il confronto dell’abbondanza fra specie diverse, ma Arnad Arnad 111 risulta meno efficiente per accumulare un buon numero di dati, inoltre alcune specie tendono a rimanere Donnas - Pont St. Martin Donnas 263 silenti nei pressi dell’osservatore. La frequenza nei punti, f(u), presenta caratteristiche ottimali per confronti della stessa specie fra ambienti diversi, ma diviene inefficiente in caso di elevate densità; essa infatti può Tabella 6.2. Classificazione degli ambienti identificati nelle aree di studio ornitologiche. aumentare solamente sino ad uno (almeno un individuo è presente in ogni punto), dopo di che non varia se

Categoria Descrizione Codice Corine la densità di una specie aumenta ulteriormente. In quest’ultimo caso gli indici di abbondanza che meglio Superfici Aree edificate urbane 111 rappresentano le differenze risultano essere n(u) e p(i). Nella discussione e nei grafici che eseguiti per que- artificiali Aree edificate extra-urbane 112 sta analisi si sono utilizzati preferenzialmente i valori di p(i). Vigneti 221 Il numero di individui contattati entro la circonferenza di raggio prefissato verrà quindi trasformato, in Meleti 222 sede di elaborazione finale, in ‘numero di coppie’, l’unità di studio ritenuta più adeguata per i censimenti Zone agricole Prati stabili 231 effettuati durante il periodo riproduttivo; la conversione in tale unità viene eseguita in base a criteri conven- Mosaici agrari (coltivi annuali, pascoli e colture arboree) 242 zionali (Blondel et al. 1981), e permetterà di stimare la densità delle specie nidificanti dividendo il numero Boschi di latifoglie 311 di coppie di uccelli contattati entro il raggio prefissato per la superficie indagata. Boschi e aree Boschi misti 313 semi-naturali Brughiere e cespuglieti 322 Vegetazione boschiva e arbustiva in evoluzione 324

138 Studio della comunità ornitica nidificante Studio della comunità ornitica nidificante 139 6.2.3. Raccolta dei dati durante le attività di campo caso di situazioni diverse si indica se la stazione si trova su di una cresta o in un fondovalle barrando una delle caselle corrispondenti. Nel caso di stazioni non poste su rilievi o nelle altre due situazioni appena Indicazioni generali citate viene barrata la casella “piana”. Per ciascun punto d’ascolto viene riportato: 3. Per poter mettere in relazione la presenza e l’abbondanza delle specie alle caratteristiche ambientali si 1. Nome del rilevatore; richiede ai rilevatori di indicare nel raggio di 100 metri dal punto di rilevamento la presenza percentuale 2. Zona: nome o codifica della zona di rilevamento avifaunistico; delle diverse variabili ambientali elencate (Categorie CORINE Land Cover). Devono essere utilizzati 3. Toponimo più prossimo da cartografia CTR; valori percentuali con incrementi successivi del 5% (5% - 10% - 15% … 95% - 100%); la somma dei 4. Data del rilevamento; valori deve ovviamente ammontare a 100. 5. Punto n°: identificativo del punto (ad es. l’ID del GPS); 6. Ora (legale) di inizio rilevamento; 6.2.4. Distribuzione dei punti d’ascolto 7. Coordinate EST e Nord in proiezione UTM, datum European 1950; I punti d’ascolto, in ogni anno di indagine, sono stati distribuiti uniformemente nell’area indagata ad una di- 8. Zona botanica: se il punto ricade in una delle aree campione botaniche ed entomologiche viene indicato stanza minima di 250 metri l’uno dall’altro. Per le aree di maggiori dimensioni si è scelto di dividerle in set- il nome o la codifica della stessa (Fig. 6.2). tori e monitorarne approfonditamente uno per ogni anno di rilevamento, giungendo al termine dei tre anni alla totale copertura ottenibile, valutata intorno ai 400 punti complessivi. Per le aree di minori dimensioni Indicazioni faunistiche viene inoltre accettato il posizionamento di alcuni punti d’ascolto entro 250 metri dai confini della stessa. Vengono riportati: il nome della specie rilevata; il numero di individui osservati entro i 100 metri dal punto In ogni stagione di rilevamento è stato inoltre effettuato almeno un punto d’ascolto per ogni area campione di rilevamento; il numero di individui rilevati oltre i 100 metri. botanico-entomologica. Allo scopo di trasformare i dati delle osservazioni in numero di coppie nidificanti viene richiesto di unire al numero di uccelli osservati i seguenti codici: 6.2.5. Archiviazione ed elaborazione dati C maschio in canto o mostrante qualche altra manifestazione territoriale (come nel caso di Colum- I dati quantitativi e qualitativi raccolti sono stati catalogati in un apposito database realizzato ed elaborato biformi, Piciformi e Galliformi); per il progetto. M maschio non in canto; L’elaborazione dei dati, effettuata tramite metodi standardizzati, ha anche tenuto conto di valori conserva- F femmina; zionistici e caratteristiche biogeografiche delle diverse specie presenti. j giovani non atti al volo o appena involati (indicandone il numero); Lo status di conservazione in Europa è stato desunto da BirdLife International (2004); le informazioni di r attività riproduttiva (trasporto imbeccata, asportazione di sacche fecali, trasporto di materiale tipo biogeografico sono state tratte da Boano e Brichetti (1989) e Boano et al. (1990); le caratteristiche per il nido, ecc.); ecologiche delle singole specie (habitat, strato di nidificazione, alimentazione preferenziale, strato di ri- V soggetti in volo di trasferimento, la cui presenza non è strettamente connessa alla stazione di cerca del cibo, peso) derivano soprattutto da quanto indicato in Cramp et al. (1977-1994); mentre l’ordine rilevamento; sistematico e la nomenclatura utilizzate sono quelle indicate da Fracasso et al. (2009). Per i confronti con 1, 2, … n numero dei soggetti osservati non in attività, isolati (1) o in gruppo (>1). la situazione avifaunistica regionale si sono consultati principalmente i lavori di Bocca e Maffei (1997) e Maffei e Bocca (2001). Per una corretta valutazione dell’avifauna presente è necessario che vengano indicati anche gli individui Per l’analisi della comunità ornitica, considerata sia nel suo complesso che suddivisa per singola area di che si allontanano dal cerchio di 100 metri di raggio perché disturbati dall’arrivo del rilevatore. rilevamento e per tipologie ambientali principali, sono stati calcolati i seguenti indici: È molto importante che l’utilizzo dei codici venga rispettato in modo da potere poi permettere una facile 1) numero complessivo di specie rilevate introduzione dei dati nel programma di archiviazione e quindi una loro trasformazione in numero di coppie. 2) numero medio di specie per rilevamento È fondamentale che le osservazioni vengano registrate singolarmente e non “facendone una somma”, poi- 3) numero di specie costanti (presenti in più del 50% dei rilievi puntiformi) ché il loro significato in termini di numero di coppie potrebbe, nei due casi, essere diverso. Ad esempio, se 4) numero di specie dominanti (la cui abbondanza supera il 5% dell’abbondanza totale; Turcek, 1956) e il rilevatore vede 4 passeri in volo e successivamente ne vede altri 16 sempre in volo, dovrà indicare “4V, sub-dominanti (la cui abbondanza tra il 2 ed il 5% dell’abbondanza totale; Purroy, 1975) 16V” e non “20V”. 5) indice di Shannon (H’): indice utilizzato per descrivere la “diversità” di una comunità ornitica. Il valore Nel caso di individui in volo e contemporaneamente in canto (come capita ad es. con l’allodola) bisogna dell’indice è 0 per un popolamento composto da una sola specie e aumenta quanto più la comunità ha che l’individuo venga indicato con “C” e non con “V” o “CV”. una composizione diversa. Serve per confrontare una o più comunità ornitiche evidenziando il loro li- L’abbinamento dei codici è permesso nei seguenti casi: Mr - maschio impegnato in qualche attività ripro- vello di diversità: H’= - Σ Pi ln Pi; dove Pi è la frequenza della i-esima specie. duttiva; Fr - femmina impegnata in qualche attività riproduttiva; MV - maschio in volo di trasferimento; 6) equiripartizione (J’): questo parametro misura di quanto ci si allontana da una ripartizione uguale FV - femmina in volo di trasferimento. dell’abbondanza. Viene utilizzato, in aggiunta alla ricchezza specifica, per valutare la diversità di un Ai codici è naturalmente possibile abbinare i numeri relativi agli individui osservati. dato ambiente, poiché a parità di numero di specie, un ambiente in cui tutte le specie hanno abbondanza In generale si richiede di segnare qualunque specie identificata, includendo anche quelle non autoctone o simile è più diversificato di uno in cui vi sono poche specie dominanti quantitativamente e molte specie naturalizzate. presenti in modo esiguo. L’indice è calcolato secondo la formula: J’= H’/H max; dove H’ è il valore dell’indice di Shannon e H max è il ln del numero totale di specie. Indicazioni ambientali 7) indice di Ferry (specie presenti in un solo rilevamento); 1. Quota, il più esatta possibile, del punto; 8) numero dei non-Passeriformi; 2. Nel caso di stazioni poste su rilievi si richiede di indicare l’esposizione del versante sul quale si sta ese- 9) numero degli appartenenti alla guild dei Paridi (cince, picchio muratore, rampichino). guendo il punto d’ascolto. A tale scopo è necessario barrare la porzione di cerchio corrispondente. Nel

140 Studio della comunità ornitica nidificante Studio della comunità ornitica nidificante 141 La densità, espressa come numero di coppie per 100 ettari, è stata calcolata dividendo il numero di coppie Al fine di descrivere la struttura del popolamento ornitico sono stati inoltre realizzati istogrammi specie/ di uccelli contattati complessivamente nel raggio di 100 metri per la superficie indagata. Tenuto conto della abbondanza e curve di diversità-dominanza che, correlando il rango delle specie al numero di individui in prudenza adottata al fine di minimizzare il rischio di doppi conteggi e della inevitabile non esaustività dei scala logaritmica, ben rappresentano la struttura della comunità indagata e sono ritenute il miglior metodo censimenti, i valori tabulati vanno considerati per lo più minimali. Va inoltre sottolineato come le densità per rappresentare le componenti della diversità (Southwood, 1978; Krebs, 1989). calcolate si riferiscano all’intera area di studio, e saranno quindi nettamente inferiori di quelle registrabili negli habitat di elezione od ottenute con metodi di ricerca mirati alle singole specie. Per il confronto delle ornitocenosi che caratterizzano le diverse tipologie ambientali si sono effettuate 6.3. Materiali analisi di agglomerazione (cluster analysis), eseguite con il programma SPSS® v11. Se non diversamente specificato, in tali analisi si è adottato il metodo del quadrato della distanza euclidea per il calcolo della Nel corso dei rilevamenti sono stati effettuati 419 punti d’ascolto, che hanno permesso di raccogliere 3.472 distanza tra le classi, e del legame medio tra gruppi per l’agglomerazione. dati relativi a 79 specie di uccelli. Al fine di confrontare ulteriormente le diverse aree e tipologie ambientali si è inoltre considerato il valore Le stazioni di rilevamento si collocano tra i 286 ed i 1.074 metri s.l.m.; la fascia altitudinale con il maggior ornitologico nazionale, che tiene conto di parametri eco-biologici, di vulnerabilità ed antropici. Tale valore numero di rilevamenti è compresa tra i 601 ed i 700 metri s.l.m. e l’esposizione prevalente è risultata essere risulta calcolato sommando i valori ornitologici nazionali (VN) delle singole specie nidificanti secondo quella meridionale, con una buona percentuale collocata anche in situazione di fondovalle (Fig. 6.3). Brichetti e Gariboldi (1992). Da tale indice si può derivare il VN medio dividendolo per la ricchezza spe- cifica (VN medio= VN/S). Disponendo di indici di abbondanza (ad esempio le frequenze percentuali) si N può attribuire un peso all’indice moltiplicando il VN per l’abbondanza ed eseguendo quindi la sommatoria 1001:1100 (VN(fu)= ∑ (VN*fu)). Il VN medio è utile per confrontare zone con numero di specie molto diverso (ad NO NE 901:1000 esempio a causa della differente estensione territoriale), mentre il VN(fu) può essere utilizzato soprattutto 801: 900 nel confrontoTabella 6.1. di Denominazione ornitocenosi utilizzatasimili per nel composizione testo ed specifica ma diversificate dal punto di vista quanti- estensione delle aree di studio ornitologiche. tativo. 701: 800 L’individuazione degli ambienti presenti èEstensione condizionata dalla necessità di avere un sufficiente numero di Area Denominazione (ha) O E 601: 700 rilevamenti per ogni tipologia ambientale. Ciò ha comportato l’accorpamento di alcuni ambienti più ridotti Quota Morgex Morgex 113 501: 600 oVilleneuve non particolarmente - St. Pierre differenziatiSt. Pierre per quanto riguarda693 la composizione dell’avifauna. In particolare si è tenutoAymavilles conto - Gressan del fatto che leGressan comunità di specie 595molto mobili come gli uccelli sono più legate alle forma- 401: 500 zioniSt. Christophe vegetali -che Quart non alle singoleSt. Christophe associazioni. Ciò450 significa che i raggruppamenti di habitat sono stati fatti SO SE prevalentementeSt. Denis - Chambave in base- a criteri fisionomici (struttura della vegetazione) che non a criteri floristico-vege- 301: 400 Verrayes Chambave 245 201: 300 tazionali.Montjovet Nell’interpretazione Montjovet dei dati non andrà132 comunque sottovalutata l’estrema complessità strutturale S e la notevole frammentazione delle tipologie ambientali che caratterizzano l’area di studio. Quindi, in base Arnad Arnad 111 0 50 100 150 Donnas 263 Fondovalle 27,63% alleDonnas massime - Pont St.presenze Martin percentuali delle diverse variabili ambientali rilevate nei punti d’ascolto, per l’ese- N° di PC cuzione dell’analisi conclusiva si sono identificati 10 ambienti principali (Tab. 6.2). Cresta 0,33%

Tabella 6.2. Classificazione degli ambienti identificati nelle aree di studio ornitologiche. Figura 6.3. Esposizione (a sinistra) e distribuzione altitudinale (a destra) dei punti d’ascolto.

Categoria Descrizione Codice Corine Superfici Aree edificate urbane 111 In Figura 6.4 viene raffigurato il Numero di punti d’ascolto effettuati negli ambienti principali, mentre in artificiali Aree edificate extra-urbane 112 Figura 6.5 è riportata la superficie delle differenti tipologie ambientali rilevata in un raggio di 100 metri in- Vigneti 221 torno al punto d’ascolto. Possiamo quindi osservare come gli ambienti principali presenti nell’area di studio Meleti 222 Zone agricole siano vigneti, aree edificate extra-urbane, prati stabili, frutteti e boschi di latifoglie. Prati stabili 231 Il numero di punti d’ascolto nelle singole aree indagate è riportato in Figura 6.14, mentre la rispettiva di- Mosaici agrari (coltivi annuali, pascoli e colture arboree) 242 stribuzione e caratterizzazione è riportata da Figura 6.6 a Figura 6.13. Boschi di latifoglie 311 Nell’area di Morgex sono stati effettuati 30 punti d’ascolto ripartiti tra i 936 ed i 1.049 metri s.l.m. con Boschi e aree Boschi misti 313 semi-naturali Brughiere e cespuglieti 322 esposizione prevalente sud-occidentale e sud-orientale; le tipologie ambientali maggiormente rappresentate Vegetazione boschiva e arbustiva in evoluzione 324 sono risultate essere prati stabili e vigneti (Fig. 6.6). I 95 rilevamenti relativi a St. Pierre evidenziano una prevalente esposizione meridionale e quote comprese tra i 617 ed i 1.030 metri s.l.m.; varia la caratterizzazione ambientale, con una prevalenza di aree a frutteto ed una buona rappresentanza di boschi di latifoglie, aree edificate extra-urbane, vigneti e prati stabili (Fig. Particolare attenzione si è poi riservata all’analisi degli ambienti caratterizzati dalla maggiore presenza di 6.7). vigneti e meleti. Per quanto riguarda i vigneti, inoltre, si è proceduto ad analizzare non solo le ornitocenosi L’area di Gressan, con esposizione prevalentemente settentrionale, vede 91 stazioni di rilevamento distri- relative alle differenti aree indagate, ma anche in relazione all’ esposizione prevalente (settentrionale o buite, tra i 584 ed i 1.074 metri s.l.m., in ambienti dominati da frutteti, prati stabili, vigneti ed aree edificate meridionale) e raggruppando le aree in alta (Morgex), media (St. Pierre, Gressan, St. Christophe e Cham- extra-urbane (Fig. 6.8). bave) e bassa Valle (Montjovet, Arnad e Donnas), secondo quanto definito per le tre sezioni principali del Aree edificate extra-urbane, prati stabili e vigneti caratterizzano i 75 punti d’ascolto di St. Christophe, di- fondovalle da Maffei e Bocca (2001). stribuiti, con esposizione prevalentemente meridionale, tra i 562 ed i 920 metri s.l.m. (Fig. 6.9).

142 Studio della comunità ornitica nidificante Studio della comunità ornitica nidificante 143 A Chambave sono stati eseguiti 33 rilevamenti con esposizione prevalentemente meridionale ed a quote comprese tra 489 ed 816 metri s.l.m.; gli ambienti principali sono risultati essere vigneti e prati stabili (Fig. 6.10). Bacini d'acqua

L’area di Montjovet vede i relativi 30 punti d’ascolto localizzarsi tra i 286 ed i 711 metri s.l.m., con esposi- Corpi

d'acqua Corsi d'acqua e canali zione prevalente sud-occidentale ed una discreta componente sud-orientale; le tipologie ambientali più rap- Aree con vegetazione rada presentate risultano essere aree edificare extra-urbane, prati stabili, vigneti e boschi di latifoglie (Fig. 6.11). L’esposizione prevalente sud-occidentale ed una distribuzione delle 24 stazioni di rilevamento compresa tra Rocce nude, falesie, rupi, affioramenti i 358 ed i 497 metri s.l.m. caratterizzano l’area di Arnad, nella quale prevalgono, come tipologie ambientali, Veget. boschiva e arbustiva in evoluzione vigneti, prati stabili ed aree edificate extra-urbane (Fig. 6.12). Brughiere e cespuglieti Donnas, con 41 punti d’ascolto localizzati principalmente in aree a vigneto, presenta esposizione prevalente Aree a pascolo naturale e praterie d'alta quota meridionale e quote delle stazioni di rilevamento comprese tra i 287 ed i 481 metri s.l.m. (Fig. 6.13). Va inoltre considerato che la maggior parte delle aree, ad esclusione di Chambave e St. Christophe, presen- Boschi misti tano significative percentuali di stazioni di rilevamento localizzate in situazione di fondovalle. Boschi ed aree semi-naturali edaree Boschi Boschi di conifere Boschi di latifoglie Mosaici agrari prev. con presenza di vegetaz. naturale Mosaici agrari (coltivi annuali, pascoli e colture arboree) Veget. boschiva e arbustiva in evoluzione Colture annuali associate a colture arboree Prati stabili Brughiere e cespuglieti

Zone agricole Zone Frutteti Vigneti Boschi misti Seminativi in aree non irrigue

Boschi edsemi-naturali aree Aree sportive e ricreative Boschi di latifoglie Aree verdi urbane

Mosaici agrari (coltivi annuali, pascoli e colture Cantieri arboree) Discariche Aree estrattive Prati stabili Reti stradali e ferroviarie e spazi accessori Superfici artificiali Aree industriali o commerciali

Zone agricole Frutteti Aree edificate extra-urbane Aree edificate urbane Vigneti 0 50 100 150 200 250 300 Aree edificate extra-urbane Superficie (ha)

Aree edificate urbane Superfici artificiali Figura 6.5. Superficie complessiva delle differenti tipologie ambientali rilevata in un raggio di 100 metri 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 intorno al punto d’ascolto. N° di PC

Figura 6.4. Numero di punti d’ascolto effettuati nelle principali tipologie ambientali.

144 Studio della comunità ornitica nidificante Studio della comunità ornitica nidificante 145 Morgex – Punti d’ascolto Saint-Pierre – Punti d’ascolto

N N 1001:1100 1001:1100

901:1000 NO NE NO NE 901:1000

801: 900 801: 900

701: 800 701: 800

O E O E 601: 700

Quota 601: 700 Quota 501: 600 501: 600

401: 500 401: 500 SO SE SO SE 301: 400 301: 400

S S 201: 300 201: 300

0 5 10 15 20 25 0 5 10 15 20 25 30 35 Fondovalle 0,00% Fondovalle 20,00% N° di PC Cresta 0,00% Cresta 1,05% N° di PC

14 30 12 25 10 20 8 15 6

N° di PCN° di 10 N° di PCN° di 4 2 5 0 0 Aree Aree Vigneti Frutteti Prati stabili Mosaici Boschi di Boschi Brughiere e Veget. Aree Aree Vigneti Frutteti Prati stabili Mosaici Boschi di Boschi Brughiere e Veget. edificate edificate agrari latifoglie misti cespuglieti boschiva e edificate edificate agrari latifoglie misti cespuglieti boschiva e urbane extra- arbustiva in urbane extra- arbustiva in urbane evoluzione urbane evoluzione

Superfici artificiali Zone agricole Boschi ed aree semi-naturali Superfici artificiali Zone agricole Boschi ed aree semi-naturali

Figura 6.6. Morgex. Localizzazione nell’area di studio (in alto), esposizione (al centro a sinistra), distribuzione altitudinale Figura 6.7. Saint-Pierre. Localizzazione nell’area di studio (in alto), esposizione (al centro a sinistra), distribuzione (al centro a destra) e ripartizione nelle principali tipologie ambientali (in basso) dei punti d’ascolto effettuati. altitudinale (al centro a destra) e ripartizione nelle principali tipologie ambientali (in basso) dei punti d’ascolto effettuati.

146 Studio della comunità ornitica nidificante Studio della comunità ornitica nidificante 147 Gressan – Punti d’ascolto Saint-Christophe – Punti d’ascolto

N 1001:1100 N 1001:1100

901:1000 901:1000 NO NE NO NE 801: 900 801: 900

701: 800 701: 800

O E 601: 700 O E 601: 700 Quota Quota

501: 600 501: 600

401: 500 401: 500

SO SE SO SE 301: 400 301: 400

S 201: 300 S 201: 300

0 10 20 30 40 50 60 70 0 5 10 15 20 25 30 35 Fondovalle 29,67% N° di PC Fondovalle 2,67% N° di PC Cresta 0,00% Cresta 0,00%

25 25 20 20 15 15 10 10 N° di PCN° di 5 PCN° di 5 0 0 Aree Aree Vigneti Frutteti Prati stabili Mosaici Boschi di Boschi Brughiere e Veget. Aree Aree Vigneti Frutteti Prati stabili Mosaici Boschi di Boschi Brughiere e Veget. edificate edificate agrari latifoglie misti cespuglieti boschiva e edificate edificate agrari latifoglie misti cespuglieti boschiva e urbane extra- arbustiva in urbane extra- arbustiva in urbane evoluzione urbane evoluzione

Superfici artificiali Zone agricole Boschi ed aree semi-naturali Superfici artificiali Zone agricole Boschi ed aree semi-naturali

Figura 6.8. Gressan. Localizzazione nell’area di studio (in alto), esposizione (al centro a sinistra), distribuzione altitudinale Figura 6.9. Saint-Christophe. Localizzazione nell’area di studio (in alto), esposizione (al centro a sinistra), distribuzione (al centro a destra) e ripartizione nelle principali tipologie ambientali (in basso) dei punti d’ascolto effettuati. altitudinale (al centro a destra) e ripartizione nelle principali tipologie ambientali (in basso) dei punti d’ascolto effettuati.

148 Studio della comunità ornitica nidificante Studio della comunità ornitica nidificante 149 Chambave – Punti d’ascolto Montjovet – Punti d’ascolto

N N 1001:1100 1001:1100

NO NE 901:1000 NO NE 901:1000

801: 900 801: 900

701: 800 701: 800

O E O E 601: 700 601: 700 Quota Quota

501: 600 501: 600

401: 500 401: 500

SO SE SO SE 301: 400 301: 400

S 201: 300 S 201: 300

0 5 10 15 20 0 2 4 6 8 10 12 Fondovalle 3,03% N° di PC Fondovalle 20,00% N° di PC Cresta 0,00% Cresta 0,00%

14 9 8 12 7 10 6 8 5 6 4

N° di PCN° di 3 N° di PCN° di 4 2 2 1 0 0 Aree Aree Vigneti Frutteti Prati stabili Mosaici Boschi di Boschi Brughiere e Veget. Aree Aree Vigneti Frutteti Prati stabili Mosaici Boschi di Boschi Brughiere e Veget. edificate edificate agrari latifoglie misti cespuglieti boschiva e edificate edificate agrari latifoglie misti cespuglieti boschiva e urbane extra- arbustiva in urbane extra- arbustiva in urbane evoluzione urbane evoluzione

Superfici artificiali Zone agricole Boschi ed aree semi-naturali Superfici artificiali Zone agricole Boschi ed aree semi-naturali

Figura 6.10. Chambave. Localizzazione nell’area di studio (in alto), esposizione (al centro a sinistra), distribuzione Figura 6.11. Montjovet. Localizzazione nell’area di studio (in alto), esposizione (al centro a sinistra), distribuzione altitudinale (al centro a destra) e ripartizione nelle principali tipologie ambientali (in basso) dei punti d’ascolto effettuati. altitudinale (al centro a destra) e ripartizione nelle principali tipologie ambientali (in basso) dei punti d’ascolto effettuati.

150 Studio della comunità ornitica nidificante Studio della comunità ornitica nidificante 151 Arnad – Punti d’ascolto Donnas – Punti d’ascolto

N 1001:1100 N 1001:1100

901:1000 901:1000 NO NE NO NE 801: 900 801: 900

701: 800 701: 800

O E 601: 700 O E 601: 700 Quota Quota

501: 600 501: 600

401: 500 401: 500

SO SE SO SE 301: 400 301: 400

S 201: 300 S 201: 300

0 5 10 15 20 0 5 10 15 20 25 30 35 Fondovalle 45,83% N° di PC Fondovalle 31,71% N° di PC Cresta 0,00% Cresta 0,00%

7 18 16 6 14 5 12 4 10 3 8

N° di PCN° di 6 N° N° di PC 2 4 2 1 0 0 Aree Aree Vigneti Frutteti Prati stabili Mosaici Boschi di Boschi Brughiere e Veget. Aree Aree Vigneti Frutteti Prati stabili Mosaici Boschi di Boschi misti Brughiere e Veget. edificate edificate agrari latifoglie misti cespuglieti boschiva e edificate edificate agrari latifoglie cespuglieti boschiva e urbane extra-urbane arbustiva in urbane extra- arbustiva in evoluzione urbane evoluzione Superfici artificiali Zone agricole Boschi ed aree semi-naturali Superfici artificiali Zone agricole Boschi ed aree semi-naturali

Figura 6.12. Arnad. Localizzazione nell’area di studio (in alto), esposizione (al centro a sinistra), distribuzione altitudinale Figura 6.13. Donnas. Localizzazione nell’area di studio (in alto), esposizione (al centro a sinistra), distribuzione (al centro a destra) e ripartizione nelle principali tipologie ambientali (in basso) dei punti d’ascolto effettuati. altitudinale (al centro a destra) e ripartizione nelle principali tipologie ambientali (in basso) dei punti d’ascolto effettuati.

152 Studio della comunità ornitica nidificante Studio della comunità ornitica nidificante 153 MORGEX Donnas N 1001:1100 Arnad NO NE 901:1000

Montjovet 801: 900

Chambave 701: 800

Area O E 601: 700

St. Christophe Quota

501: 600 Gressan 401: 500 St. Pierre SO SE 301: 400

Morgex S 201: 300

0 20 40 60 80 100 0 2 4 6 8 Fondovalle 10,00% N° di PC N° di PC Cresta 0,00%

Figura 6.14. Numero di punti d’ascolto per area indagata. SAINT-PIERRE

1001:1100 N N 1001:1100 901:1000

NO NE NO NE 901:1000 801: 900

801: 900 701: 800

701: 800 O E 601: 700 Quota

O E 601: 700 501: 600 Quota 401: 500 501: 600 SO SE 301: 400 401: 500 SO SE S 201: 300 301: 400

S 0 2 4 6 8 10 201: 300 Fondovalle 7,69% Cresta 7,69% N° di PC

0 5 10 15 20 25 30 35 Fondovalle 4,30% N° di PC Cresta 1,08% GRESSAN

1001:1100 Donnas N

901:1000

Montjovet NO NE 801: 900

Arnad 701: 800

Chambave O E 601: 700 Quota Area 501: 600 St. Christophe

401: 500

Gressan SO SE 301: 400

St. Pierre S 201: 300

Morgex 0 2 4 6 8 10 12 Fondovalle 0,00% Cresta 0,00% N° di PC 0 5 10 15 20 N° di PC

Figura 6.16. Vigneti. Esposizione (a sinistra) e distribuzione altitudinale (a destra) dei punti d’ascolto Figura 6.15. Vigneti. Esposizione (in alto a sinistra), distribuzione altitudinale (in alto a destra) nelle aree di Morgex (in alto), St. Pierre (al centro) e Gressan (in basso). e ripartizione per area (a sinistra) dei punti d’ascolto effettuati.

154 Studio della comunità ornitica nidificante Studio della comunità ornitica nidificante 155 SAINT-CHRISTOPHE ARNAD

N 1001:1100 1001:1100 N

901:1000 NO NE 901:1000 NO NE 801: 900 801: 900

701: 800 701: 800

O E 601: 700 O E 601: 700 Quota Quota

501: 600 501: 600

401: 500 401: 500

SO SE 301: 400 SO SE 301: 400

S 201: 300 201: 300 S

0 2 4 6 8 10 12 0 1 2 3 4 5 Fondovalle 0,00% Cresta 0,00% N° di PC N° di PC Fondovalle 33,33% Cresta 0,00% CHAMBAVE DONNAS

1001:1100 1001:1100 N N 901:1000 901:1000

NO NE NO NE 801: 900 801: 900

701: 800 701: 800

O E 601: 700 O E 601: 700 Quota Quota

501: 600 501: 600

401: 500 401: 500

SO SE SO SE 301: 400 301: 400

S 201: 300 S 201: 300

0 2 4 6 8 0 2 4 6 8 10 12 Fondovalle 0,00% Fondovalle 0,00% Cresta 0,00% N° di PC Cresta 0,00% N° di PC

Figura 6.18. Vigneti. Esposizione (a sinistra) e distribuzione altitudinale (a destra) dei punti d’ascolto MONTJOVET nelle aree di Arnad (in alto) e Donnas (in basso).

1001:1100 N 901:1000

NO NE Le stazioni di rilevamento caratterizzate da elevate percentuali di vigneti, considerate nel loro insieme, 801: 900 evidenziano un’esposizione prevalentemente meridionale e quote comprese tra i 332 ed i 1.039 metri s.l.m., 701: 800 con una maggior frequenza in corrispondenza della classe altimetrica compresa tra 601 e 700 metri s.l.m.;

O E 601: 700 il numero di punti d’ascolto per area indagata risulta essere così ripartito: Morgex 10, St. Pierre 13, Gressan Quota 16, St. Christophe 14, Chambave 13, Montjovet 4, Arnad 6 e Donnas 17 (Fig. 6.15). Da Figura 6.16 a Figu- 501: 600 ra 6.18 vengono riportate le caratterizzazioni relative ad esposizione e distribuzione altitudinale delle sta- 401: 500

SO SE zioni di rilevamento. L’esposizione prevalente risulta essere quella meridionale, ad esclusione dei vigneti 301: 400 delle aree di Morgex, dove prevale la componente sud-occidentale, Arnad, con prevalenza dell’esposizione

S 201: 300 sud-occidentale, Montjovet, dove si riscontrano esposizioni comprese tra i quadranti occidentali e sud-o- rientali, e Gressan, nella quale i vigneti sono rivolti quasi esclusivamente a settentrione. 0 1 2 3 4 Fondovalle 0,00% Cresta 0,00% N° di PC

Figura 6.17. Vigneti. Esposizione (a sinistra) e distribuzione altitudinale (a destra) dei punti d’ascolto nelle aree di Saint-Christophe (in alto), Chambave (al centro) e Montjovet (in basso).

156 Studio della comunità ornitica nidificante Studio della comunità ornitica nidificante 157 Il frutteto, come tipologia ambientale dominante, risulta essere ben rappresentato esclusivamente nelle SAINT-PIERRE aree di St. Pierre e Gressan con, rispettivamente, 26 e 20 punti d’ascolto; in altre quattro aree vi sono state N attribuite otto stazioni di rilevamento (tre a St. Christophe e Donnas, ed una a Chambave ed Arnad). L’espo- 1001:1100 sizione prevalente è quella meridionale, e le quote di rilevamento comprese tra i 320 ed i 1.043 metri s.l.m. NO NE 901:1000 ed una maggiore frequenza nella fascia altimetrica compresa tra i 601 e gli 800 metri s.l.m. (Fig. 6.19). 801: 900 Considerando esclusivamente le aree più significative dal punto di vista quantitativo osserviamo come a St. Pierre i frutteti siano esposti prevalentemente a meridione mentre a Gressan l’impianto sia principalmente 701: 800

O E 601: 700

settentrionale (Fig. 6.20). Quota

501: 600

401: 500

N SO SE 301: 400 1001:1100 201: 300 NO NE 901:1000 S 0 2 4 6 8 10 12 801: 900 N° di PC Fondovalle 26,92% 701: 800 Cresta 0,00%

O E 601: 700

Quota GRESSAN N 501: 600 1001:1100

401: 500 NO NE 901:1000 SO SE

301: 400 801: 900

S 201: 300 701: 800

O E 0 5 10 15 20 25 30 601: 700 Fondovalle 37,74% Quota N° di PC Cresta 0,00% 501: 600

401: 500 SO SE Donnas 301: 400

S Montjovet 201: 300

0 5 10 15 20 Arnad Fondovalle 55,00% N° di PC Cresta 0,00% Chambave Figura 6.20. Meleti. Esposizione (a sinistra) e distribuzione altitudinale (a destra) dei punti d’ascolto Area St. Christophe nelle aree di St. Pierre (in alto) e Gressan (in basso).

Gressan La Tabella 6.3 fornisce l’elenco sistematico complessivo delle specie di uccelli di cui si è accertata la pre- St. Pierre senza all’interno o nelle immediate vicinanze dell’area di studio. Per ogni specie vengono indicate la cate-

Morgex goria corologica di appartenenza, lo stato di minaccia valutato a livello europeo, l’inclusione negli allegati di direttive e convenzioni internazionali, ed alcuni parametri di comunità. I dati sono relativi esclusivamen- 0 5 10 15 20 25 30 te ad osservazioni inedite raccolte nel corso delle indagini. In Tabella 6.4 viene invece indicata, per ogni N° di PC specie, la densità espressa come numero di coppie per 100 ettari calcolata per tipologia ambientale; ed in Figura 6.19. Meleti. Esposizione (in alto a sinistra), distribuzione altitudinale (in alto a destra) Tabella 6.5 il numero di individui contattati complessivamente per ogni specie nelle singole aree campione e ripartizione per area (a sinistra) dei punti d’ascolto effettuati. botaniche ed entomologiche.

158 Studio della comunità ornitica nidificante Studio della comunità ornitica nidificante 159

Nome italiano Nome scientifico Corotipo SPEC DU BE BO N°pt N°ind. CP F% H' Tabella 6.3. Elenco sistematico delle specie contattate nell’area di studio. Viene indicata, per ogni specie, la categoria Beccafico Sylvia borin Si-Eu * 2 1 1 0,1 0,03 0,00 corologica di appartenenza, lo stato di minaccia valutato a livello europeo, l’inclusione negli allegati di direttive e Sterpazzola Sylvia communis PA * 2 1 1 0,1 0,03 0,00 convenzioni internazionali, ed alcuni parametri di comunità. Luì bianco Phylloscopus bonelli Eu 2 2 19 28 1,7 0,55 0,03 Nome italiano Nome scientifico Corotipo SPEC DU BE BO N°pt N°ind. CP F% H' Phylloscopus Luì piccolo PA 2 18 21 0,8 0,52 0,03 Coturnice Alectoris graeca Eu 2 1, 2a 3 1 1 0,1 0,03 0,00 collybita Quaglia comune Coturnix coturnix PA-PT 3 2b 3 2 10 11 0,6 0,29 0,02 Regolo Regulus regulus As-Eu * 2 3 3 0,2 0,09 0,01 Falco pecchiaiolo Pernis apivorus Eu * 1 3 2 5 5 0,2 0,14 0,01 Pigliamosche Muscicapa striata PA 3 2 2 45 55 3,0 1,30 0,06 Nibbio bruno Milvus migrans PA-PT-Au 3 1 2 2 1 1 0,0 0,03 0,00 Codibugnolo Aegithalos caudatus As-Eu 3 16 79 2,0 0,46 0,02 Biancone Circaetus gallicus PA-Or 3 1 2 2 1 1 0,0 0,03 0,00 Cinciarella Cyanistes caeruleus Eu * 2 79 140 6,5 2,28 0,09 Astore Accipiter gentilis OA 2 2 1 1 0,0 0,03 0,00 Cinciallegra Parus major PA-Or 2 210 337 16,1 6,05 0,17 Sparviere Accipiter nisus PA 2 2 7 7 0,3 0,20 0,01 Lophophanes Cincia dal ciuffo Eu 2 2 3 3 0,1 0,09 0,01 Poiana Buteo buteo As-Eu 2 2 17 21 0,4 0,49 0,03 cristatus Aquila reale Aquila chrysaetos OA 3 1 2 2 3 3 0,0 0,09 0,01 Cincia mora Periparus ater PA-Or 2 13 14 0,9 0,37 0,02 Gheppio Falco tinnunculus PA-PT 3 2 2 12 16 0,4 0,35 0,02 Cincia alpestre Poecile montanus Si-Eu 2 5 11 0,6 0,14 0,01 Falco pellegrino Falco peregrinus Co 1 2 2 5 5 0,2 0,14 0,01 Cincia bigia Poecile palustris As-Eu 3 2 16 27 1,1 0,46 0,02 Columba livia Picchio muratore Sitta europaea PA-Or 2 51 61 3,8 1,47 0,06 Piccione torraiolo Co 6 17 0,3 0,17 0,01 var.domestica Averla piccola Lanius collurio CA-Eu 3 1 2 12 15 0,8 0,35 0,02 Colombaccio Columba palumbus CA-Eu-Me * 2a, 3a 9 16 0,6 0,26 0,02 Ghiandaia Garrulus glandarius PA-Or 2b 115 169 7,4 3,31 0,11 Streptopelia Gazza Pica pica OA 2b 16 22 1,0 0,46 0,02 Tortora dal collare PA-Or 2b 3 44 62 3,2 1,27 0,06 decaocto Taccola Corvus monedula PA * 2b 8 26 0,5 0,23 0,01 Tortora selvatica Streptopelia turtur CA-Eu-Me 3 2b 3 3 3 0,2 0,09 0,01 Cornacchia nera Corvus corone WE 2b 84 180 4,8 2,42 0,09 Cuculo Cuculus canorus PA 3 19 19 0,5 0,55 0,03 Cornacchia grigia Corvus cornix Si-Eu 2b 16 21 0,8 0,46 0,02 Rondone comune Apus apus PA 3 118 609 12,0 3,40 0,11 Corvo imperiale Corvus corax OA 3 10 13 0,5 0,29 0,02 Rondone maggiore Apus melba PA-PT 2 1 1 0,0 0,03 0,00 Storno Sturnus vulgaris As-Eu 3 2b 62 259 9,0 1,79 0,07 Passera Passer domesticus Upupa Upupa epops PA-PT 3 2 42 57 2,9 1,21 0,05 SC 3 8 59 2,2 0,23 0,01 Torcicollo Jynx torquilla Si-Eu 3 2 5 5 0,3 0,14 0,01 oltremontana domesticus Passer domesticus Picchio verde Picus viridis Eu 2 2 24 25 1,1 0,69 0,03 Passera d'Italia It 3 259 1825 69,4 7,46 0,19 Picchio rosso italiae Dendrocopos major PA-Or 2 69 101 5,4 1,99 0,08 maggiore Passera mattugia Passer montanus PA-Or 3 3 111 512 20,1 3,20 0,11 Tottavilla Lullula arborea Eu 2 1 3 1 2 0,1 0,03 0,00 Fringuello Fringilla coelebs PA * 3 181 277 12,4 5,21 0,15 Allodola Alauda arvensis PA 3 2b 3 6 6 0,3 0,17 0,01 Verzellino Serinus serinus Eu * 2 98 126 7,9 2,82 0,10 Ptyonoprogne Verdone Carduelis chloris Tu-Eu-Me * 2 44 62 3,1 1,27 0,06 Rondine montana CA-Eu-Me 2 15 54 1,7 0,43 0,02 rupestris Cardellino Carduelis carduelis PA 2 114 210 9,7 3,28 0,11 Rondine Hirundo rustica OA 3 2 65 180 6,0 1,87 0,07 Venturone alpino Carduelis citrinella Eu * 2 1 1 0,1 0,03 0,00 Carduelis Balestruccio Delichon urbicum PA-Or 3 2 114 439 12,9 3,28 0,11 Fanello CA-Eu-Me 2 2 3 5 0,2 0,09 0,01 Ballerina gialla Motacilla cinerea PA 2 12 16 0,8 0,35 0,02 cannabina Ballerina bianca Motacilla alba PA-Or 2 100 161 7,2 2,88 0,10 Ciuffolotto Pyrrhula pyrrhula Si-Eu 3 1 2 0,1 0,03 0,00 Merlo acquaiolo Cinclus cinclus PA 2 3 4 0,2 0,09 0,01 Zigolo giallo Emberiza citrinella Si-Eu * 2 1 1 0,0 0,03 0,00 Troglodytes Zigolo nero Emberiza cirlus Me * 2 78 105 5,6 2,25 0,09 Scricciolo OA 2 8 8 0,6 0,23 0,01 troglodytes Zigolo muciatto Emberiza cia CA-Eu-Me 3 2 20 25 1,4 0,58 0,03

Passera scopaiola Prunella modularis Eu * 2 3 3 0,2 0,09 0,01 Pettirosso Erithacus rubecula Eu * 2 29 32 2,0 0,84 0,04 Legenda alla Tabella 6.3 Luscinia Usignolo Tu-Eu-Me * 2 120 175 8,9 3,46 0,12 Corotipo - As=Asiatico; Au=Australasiano; CA=Centroasiatico; Co=Cosmopolita; Eu=Europeo; It=Italiano; Me=Mediterraneo; megarhynchos OA=Olartico; Or=Orientale; PA=Paleartico; PT=Paleotropicale; Si=Sibirico; SC=Subcosmopolita; Tu=Turanico; WE=W- Codirosso Phoenicurus CA-Eu-Me 2 105 152 7,5 3,02 0,11 Europeo. spazzacamino ochruros SPEC - Le specie indicate con numero da 1 a 3 sono quelle la cui conservazione risulta di particolare importanza per l’Europa Phoenicurus (BirdLife International 2004). La priorità decresce da 1 a 3 secondo il seguente schema: Codirosso comune As-Eu 2 2 109 151 8,1 3,14 0,11 phoenicurus Categoria 1 - specie globalmente minacciata e quindi di particolare importanza conservazionistica a livello globale. Saltimpalo Saxicola torquatus PA-PT 2 4 5 0,2 0,12 0,01 Categoria 2 - specie che non hanno uno stato di conservazione favorevole e la cui popolazione è concentrata in Europa. Merlo Turdus merula PA-Or * 2b 3 402 1285 54,6 11,58 0,25 Categoria 3 - specie che non hanno uno stato di conservazione favorevole in Europa, ma le cui popolazioni non sono concentrate Cesena Turdus pilaris Si-Eu *W 2b 3 3 6 0,2 0,09 0,01 in Europa. Tordo bottaccio Turdus philomelos Si-Eu * 2b 3 8 11 0,5 0,23 0,01 Le specie contrassegnate dal simbolo * presentano popolazioni o areali concentrati in Europa e sono caratterizzate da un favorevole stato di conservazione. Turdus viscivorus PA * 2b 3 6 8 0,3 0,17 0,01 Tordela DU - Specie incluse nella Direttiva 79/409/CEE e successive modifiche. La Direttiva “Uccelli” richiede che le specie dell’annesso Cannaiola Acrocephalus Eu * 2 2 2 0,1 0,06 0,00 1 “siano soggette di speciali misure di conservazione dei loro habitat per assicurare la loro sopravvivenza e conservazione”. Le verdognola palustris specie degli annessi 2 e 3 possono essere cacciate secondo le leggi degli Stati interessati. Canapino comune Hippolais polyglotta Me * 2 10 12 0,8 0,29 0,02 BE - Specie incluse nelle appendici 2 e 3 della convenzione di Berna, che pone speciale attenzione alla protezione delle aree di Capinera Sylvia atricapilla PA * 2 222 340 16,3 6,39 0,18 importanza delle specie migratorie delle due appendici e proibisce la deliberata distruzione dei siti per le specie elencate in appendice 2. BO - Specie incluse nelle appendici 1 e 2 della convenzione di Bonn. I contraenti si impegnano all’immediata protezione delle specie incluse nell’app. 1 e devono conservare e se possibile restaurare gli ambienti. Le specie dell’app. 2 sono quelle che più possono beneficiare della cooperazione tra stati. N°pt - Numero di punti d’ascolto in cui la specie è stata contattata. N°ind - Numero di individui contattati. CP - Densità espressa come numero di coppie per 100 ettari. F% - Frequenza percentuale della specie. H’ - Contributo all’indice di diversità apportato dalla specie

160 Studio della comunità ornitica nidificante Studio della comunità ornitica nidificante 161

Veget. Tabella 6.4. Elenco sistematico delle specie contattate nell’area di studio. Viene indicata, per ogni specie, la densità Aree Aree Boschi Brughiere boschiva e espressa come numero di coppie per 100 ettari calcolata per tipologia ambientale. Nei casi in cui di una specie sia stata edificate Prati Mosaici Boschi riscontrata la sola presenza, senza ulteriori indicazioni di nidificazione, questa viene indicata con il simbolo ‘*’. Nome italiano edificate Vigneti Frutteti di e arbustiva extra- stabili agrari misti Veget. urbane latifoglie cespuglieti in Aree urbane Aree Boschi Brughiere boschiva e evoluzione edificate Prati Mosaici Boschi Nome italiano edificate Vigneti Frutteti di e arbustiva Usignolo 4,5 6,5 9,6 5,6 9,6 29,7 8,2 11,8 6,4 extra- stabili agrari misti urbane latifoglie cespuglieti in Codirosso urbane 9,1 14,5 9,8 4,1 5,5 4,2 2,4 5,9 1,6 evoluzione spazzacamino Coturnice 3,2 Codirosso 18,2 11,7 12,7 4,7 4,3 5,3 4,1 9,1 * Quaglia comune comune 0,8 0,7 1,6 * Saltimpalo 0,3 0,3 0,4 Falco 0,2 0,3 0,9 * Merlo 50,0 58,7 61,0 54,8 47,6 58,4 54,7 55,5 23,0 41,4 pecchiaiolo Cesena 1,8 * Nibbio bruno * Tordo bottaccio 0,7 1,2 1,6 * Biancone * Tordela 0,2 1,2 0,9 Astore * Cannaiola 2,1 * Sparviere 0,2 0,3 * 0,6 0,9 verdognola Poiana 4,5 * * * 0,4 0,8 1,4 3,5 Canapino comune 0,4 1,7 0,4 0,8 6,4 Aquila reale * * * Capinera 9,1 8,1 19,5 13,6 12,2 18,0 28,6 24,1 3,5 35,0 Gheppio 0,2 0,7 0,6 0,2 0,8 * * Beccafico 0,3 Falco pellegrino * 0,3 * 3,2 Sterpazzola Piccione 0,8 torraiolo 0,8 1,0 Luì bianco 0,2 0,3 1,8 0,8 2,1 2,0 10,0 3,2 Colombaccio 0,4 1,2 0,4 2,7 * Luì piccolo 0,9 0,6 0,8 2,4 1,8 * Tortora dal 2,3 8,7 2,4 2,7 2,4 0,8 0,9 Regolo 1,1 1,4 collare Pigliamosche 3,6 4,5 2,9 3,7 4,2 0,4 3,2 Tortora Codibugnolo selvatica 0,3 0,4 * 1,0 2,7 0,6 0,8 2,1 4,9 5,5 Cuculo 0,4 0,7 * 0,4 0,8 0,9 Cinciarella 3,6 8,2 3,5 5,7 8,5 12,2 10,9 1,8 3,2 Rondone Cinciallegra 4,5 15,7 13,9 12,1 15,5 24,4 22,0 20,9 15,9 22,3 comune 22,7 36,3 6,3 4,4 9,2 10,6 0,8 6,4 * 3,2 Cincia dal ciuffo * 0,4 0,5 Rondone * maggiore Cincia mora 1,0 0,6 0,6 0,8 2,7 6,4 Upupa 2,0 4,5 3,8 3,1 6,4 0,8 1,8 Cincia alpestre 1,4 0,9 0,6 Torcicollo * 0,7 0,2 0,9 Cincia bigia 0,7 0,6 0,8 2,1 1,6 4,5 3,2 Picchio verde 0,4 1,2 1,5 0,4 * 1,6 2,7 3,2 Picchio muratore 4,2 3,1 1,5 2,9 6,4 6,5 6,8 9,6 Picchio rosso 4,6 6,3 2,9 3,9 13,8 9,4 5,9 6,4 maggiore Averla piccola 2,6 0,8 3,5 Tottavilla 0,3 Ghiandaia 4,4 10,4 4,7 7,3 7,4 7,8 11,4 7,1 8,0 Allodola 0,2 0,3 0,8 Gazza 4,5 1,8 1,0 0,6 1,2 Rondine 1,6 0,3 2,0 2,4 * 31,8 * Taccola 0,4 1,2 * 1,8 3,2 montana Cornacchia Rondine 15,9 6,7 2,1 6,5 12,5 5,3 4,5 2,7 nera * 5,0 4,3 6,2 6,1 5,3 2,4 5,9 3,5 * Balestruccio 91,0 27,8 7,9 12,7 10,4 2,1 3,7 4,5 * * Cornacchia * 0,4 1,0 2,2 3,2 Ballerina gialla 1,0 0,6 2,0 2,1 0,9 grigia Ballerina Corvo 0,7 0,6 0,4 * 0,9 3,2 bianca 25,0 8,9 4,3 8,3 11,8 5,3 3,7 3,6 1,8 imperiale Storno 9,1 19,8 1,0 5,3 19,8 7,4 1,6 1,8 Merlo 4,5 0,2 0,9 acquaiolo Passera 36,4 6,0 2,4 Scricciolo 0,8 0,7 0,6 2,1 0,8 0,9 oltremontana Passera d'Italia 254,8 152,6 38,7 61,6 71,2 93,4 13,1 21,8 3,5 6,4 Passera 0,4 0,3 0,4 scopaiola Passera 84,2 29,8 20,4 9,4 29,8 24,4 6,5 3,6 Pettirosso 0,8 2,4 0,6 0,6 4,2 5,3 4,5 3,5 mattugia Fringuello 4,5 11,3 15,1 13,9 8,0 17,0 14,7 16,8 * 9,6

162 Studio della comunità ornitica nidificante Studio della comunità ornitica nidificante 163 Veget. St. Aree Morgex St. Pierre Gressan Chambave Montjovet Arnad Donnas Aree Boschi Brughiere boschiva e Specie Christophe edificate Prati Mosaici Boschi Nome italiano edificate Vigneti Frutteti di e arbustiva A B C D E F G H I L M N O P extra- stabili agrari misti urbane latifoglie cespuglieti in urbane Codirosso comune 6 1 1 1 2 8 4 1 2 2 evoluzione Saltimpalo 1 Verzellino 40,9 12,5 10,6 5,3 4,9 4,2 5,3 2,7 Merlo 22 17 12 11 8 4 21 10 17 19 11 14 25 18 Verdone 13,6 5,8 2,6 2,4 2,4 6,4 0,8 1,8 Tordo bottaccio 1 Cardellino 29,6 13,3 8,6 8,8 10,8 9,6 7,3 4,1 9,6 Tordela 1 4 Venturone 0,3 alpino 0,3 Canapino comune 2 3 Fanello 0,3 0,6 0,4 Capinera 5 8 2 2 2 4 9 3 3 5 1 5 6 2 Ciuffolotto 0,4 Beccafico 1 Zigolo giallo * Luì bianco 1 1 Zigolo nero 2,4 11,1 2,4 5,1 8,5 4,9 4,5 7,1 6,4 Luì piccolo 1 1 1 Zigolo muciatto 0,4 2,2 0,6 1,6 2,3 7,1 9,6 Regolo 1 Pigliamosche 1 1 1 3 1 1 Codibugnolo 9

Cinciarella 2 8 6 3 2 8 7 2 Tabella 6.5. Elenco sistematico delle specie contattate nell’area di studio. Viene indicato, per ogni specie, il numero di Tabella 6.5. Elenco Cinciallegra 3 1 3 5 9 5 6 4 7 17 3 2 individui contattati complessivamente nelle singole aree campione botaniche ed entomologiche (per la localizzazione e codifica delle singole aree campione vedi Figura 6.2). Cincia dal ciuffo 1

St. Cincia mora 1 1 Morgex St. Pierre Gressan Chambave Montjovet Arnad Donnas Specie Christophe Cincia alpestre 1 A B C D E F G H I L M N O P Cincia bigia 1 Quaglia comune 1 1 Picchio muratore 1 1 1 1 4 1 Falco pecchiaiolo 1 Averla piccola 2 2 2 Poiana 3 1 1 Ghiandaia 2 1 1 7 6 5 6 1 1 5 2 Gheppio 2 1 1 Taccola 2 Falco pellegrino 1 Cornacchia nera 6 1 6 Colombaccio 3 Cornacchia grigia 3 2 1 2 Tortora dal collare 1 1 Corvo imperiale 1 2 Tortora selvatica 1 1 Storno 1 Cuculo 1 1 1 1 2 2 1 Passera d'Italia 1 27 3 36 3 11 6 20 7 32 Rondone comune 24 8 4 3 10 7 1 1 Passera mattugia 20 14 3 Upupa 5 1 4 2 1 Fringuello 4 1 1 3 4 2 6 2 1 1 9 Torcicollo 1 Verzellino 3 1 3 1 1 4 Picchio verde 1 1 1 2 Verdone 2 1 2 Picchio rosso maggiore 4 4 3 4 2 4 1 Cardellino 4 2 2 1 3 2 1 Tottavilla 2 Fanello 1 Allodola 1 Zigolo nero 1 3 1 4 5 4 7 6 1 Rondine montana 12 Zigolo muciatto 2 1 Rondine 1 1 1 1 N° di specie 16 10 14 12 13 12 30 22 18 28 19 21 22 16 Balestruccio 2 4 3 8 N° di punti d'ascolto 4 4 4 4 4 3 5 5 3 6 4 5 5 3 Ballerina gialla 1 Ballerina bianca 1 1 2 2 3 1 1 1 Scricciolo 1 Passera scopaiola 1 Pettirosso 1 2 1 Usignolo 2 1 7 7 8 7 6 Codirosso 2 1 1 3 3 4 3 6 spazzacamino 2 1 1 3 3 4 3 6

164 Studio della comunità ornitica nidificante Studio della comunità ornitica nidificante 165 6.4. Analisi dell’Ornitocenosi Cuculo Cuculo 6.4.1. La comunità ornitica nel suo complesso Zigolo muciatto Zigolo muciatto Picchio verde Picchio verde

Pettirosso Pettirosso Le specie sino ad ora rilevate nell’area sono 79 (22 non-Passeriformi e 57 Passeriformi), che rappresentano Upupa Upupa il 31,2% di quelle segnalate in Valle d’Aosta (253 specie), il 61,2% di quelle che si riproducono nella re- Verdone Verdone gione (129 specie) ed il 77,5% di quelle nidificanti nel fondovalle valdostano (102 specie) (Bocca e Maffei Tortora dal collare Tortora dal collare 1997, Maffei e Bocca 2001). Pigliamosche Pigliamosche Dal punto di vista biogeografico, la Figura 6.21, sottolinea come il 68,4% delle specie nidificanti abbia Picchio muratore Picchio muratore un’ampia diffusione nella regione Paleartica ed Orientale, mentre il 16,5% è limitato a quella Europea. Storno Storno Discreta risulta la componente oloartica (7,6%) costituita da sei specie (Astore, Aquila reale, Rondine, Rondine Rondine Scricciolo, Gazza e Corvo imperiale), mentre gli elementi mediterranei sono rappresentati da due specie Picchio rosso maggiore Picchio rosso maggiore (Canapino comune e Zigolo nero) e gli endemismi italiani da una sola specie (Passera d’Italia). Zigolo nero Zigolo nero

Cinciarella Cinciarella Cornacchia nera Cornacchia nera Italiano Verzellino Verzellino Ballerina bianca Ballerina bianca

Mediterraneo Codirosso spazzacamino Codirosso spazzacamino W-Europeo Codirosso Codirosso Passera mattugia Passera mattugia Europeo Cardellino Cardellino Balestruccio Balestruccio Turanico-europeo-mediterraneo Ghiandaia Ghiandaia Sibirico-europeo Rondone Rondone Usignolo Usignolo Centroasiatico-europeo-mediterraneo Fringuello Fringuello Centroasiatico-europeo Cinciallegra Cinciallegra Capinera Capinera Asiatico-europeo Passera d'Italia Passera d'Italia Merlo Merlo Paleartico 0 2 4 6 8 10 12 0 20 40 60 80 100 Olartico F % % PC Paleartico-orientale Figura 6.22. Abbondanza (a sinistra; espressa come frequenza percentuale del numero di individui contattati. Paleartico-paleotropicale Le barre rosse indicano le specie dominanti, le barre gialle le specie sub-dominanti) e costanza (a destra; espressa come frequenza percentuale del numero di punti d’ascolto in cui è stata rilevata la specie) Paleartico-paleotropicale-australasiano delle principali 30 specie contattate nell’area di studio. Subcosmopolita Cosmopolita Nel suo complesso la comunità è dominata da Merlo, Passera d’Italia, Capinera, Cinciallegra, e Fringuello, mentre risultano sub-dominanti Usignolo, Rondone comune, Ghiandaia, Balestruccio, Cardellino, Passe- ra mattugia, Codirosso comune, Codirosso spazzacamino, Ballerina bianca, Verzellino, Cornacchia nera, 0 5 10 15 20 Cinciarella e Zigolo nero. Medesimo andamento si presenta analizzando la costanza delle specie nei punti F% d’ascolto (Fig. 6.22).

Complessivamente, per l’ornitocenosi rilevata, sono stati calcolati un indice di diversità di Shannon pari a Figura 6.21. Rapporto tra le categorie corologiche a cui appartengono le specie nidificanti riscontrate nell’area di studio. Le 3,52 e un indice di equiripartizione di 0,58. La Tabella 6.6 riporta i principali parametri sintetici di comunità barre rappresentano la frequenza percentuale del numero di specie appartenente ad ogni categoria corologica. rilevati durante il periodo riproduttivo. Dalla sua analisi osserviamo come la maggiore ricchezza specifica si rilevi in ambienti dominati da vigneto e prato stabile, che mostrano inoltre ottimi valori dell’indice di

166 Studio della comunità ornitica nidificante Studio della comunità ornitica nidificante 167 Shannon e del numero di specie non Passeriformi. Ben diversificati risultano anche i boschi misti, i boschi edificate extra-urbane, vigneti e prati stabili da un lato, e mosaici agrari, boschi di latifoglie, boschi misti e di latifoglie, le aree edificate extra-urbane ed i frutteti, mentre i migliori indici di equiripartizione sono re- frutteti dall’altro. Quantitativamente invece vegetazione boschiva ed arbustiva in evoluzione, aree edificate lativi ad aree edificate urbane, vegetazione boschiva ed arbustiva in evoluzione, mosaici agrari e brughiere urbane e brughiere e cespuglieti si discostano progressivamente da un primo raggruppamento costituito da e cespuglieti. I più elevati numeri medi di specie per rilevamento si sono riscontrati poi in mosaici agrari ed mosaici agrari, frutteti e boschi di latifoglie e misti, e da un secondo in cui troviamo aree edificate extra-ur- aree edificate urbane, dove troviamo anche il più alto numero di specie dominanti. Le aree edificate urbane bane, vigneti e prati stabili. È interessante notare come l’analisi di agglomerazione su base quantitativa mantengono il primato anche per quanto riguarda il numero di specie costanti, mentre per l’indice di Ferry confermi sostanzialmente quanto già evidenziato dall’analisi delle curve di diversità-dominanza. questo spetta agli ambienti dominati da vegetazione boschiva ed arbustiva in evoluzione. Il maggior nume- Il dendrogramma relativo alle similarità quantitative nell’utilizzo dell’habitat tra le principali specie costi- ro di specie appartenenti alla guild dei Paridi si è riscontrato in situazioni con dominanza di bosco misto e tuenti la comunità ornitica dell’area di studio (Fig. 6.25) evidenzia, a parte alcune specie particolari, come prato stabile. la Rondine montana (PTYRUP) con abitudini rupicole o la Cornacchia grigia (CORCCX) sostanzialmente ubiquitaria, due raggruppamenti principali riconducibili a specie maggiormente antropofile rispetto ad altre Tabella 6.6. Principali parametri di comunità delle 10 tipologie ambientali considerate. legate ad ambienti più naturaliformi.

Categoria Descrizione S N s c d H' J' F n-p par Superfici Aree edificate urbane 24 7 9,00 7 7 2,96 0,93 9 3 1 artificiali Aree edificate extra-urbane 52 79 8,73 2 5 3,29 0,83 13 15 4 Vigneti 66 93 8,71 3 5 3,51 0,84 13 17 6 Frutteti 48 54 7,46 3 4 3,29 0,85 13 10 6 Zone agricole Prati stabili 62 78 8,69 3 4 3,50 0,85 13 15 7 Mosaici agrari (coltivi annuali, pascoli e 35 15 9,07 5 7 3,22 0,91 10 4 5 colture arboree) Boschi di latifoglie 48 39 7,46 3 4 3,34 0,86 14 11 5 Boschi ed aree Boschi misti 49 35 8,11 4 4 3,39 0,87 12 12 7 semi-naturali Brughiere e cespuglieti 20 9 5,00 2 5 2,71 0,91 10 4 2 Veget. boschiva e arbustiva in evoluzione 32 10 7,20 2 6 3,19 0,92 16 7 4

Legenda S = numero complessivo di specie rilevate; N = numero rilievi "point counts" di 10'; s = numero medio di specie per rilevamento; c = numero di specie costanti (presenti in più del 50% dei rilevamenti); d = numero di specie dominanti (la cui abbondanza supera il 5% dell'abbondanza totale) (Turcek 1965 in Farina 1987); H' = indice di Shannon (Shannon e Weaver 1949 in Farina 1987); J' = equiripartizione o "evenness" (J' = H'/H'max) (Pielou 1966 in Farina 1987); F = indice di Ferry (specie presenti in un unico rilevamento); n-p = numero di specie di non-Passeriformi; 111 112 221 222 231 242 par = numero di specie per la guild dei Paridi. 311 313 322 324

Valutando le sole specie dominanti in ogni tipologia ambientale considerata, possiamo osservare come Figura 6.23. Curve di diversità-dominanza calcolate per le principali tipologie ambientali individuate nell’area di studio (Per la legenda vedi Figura 6.24). il Merlo rientri sempre tra queste, così come la Capinera, ad eccezione che nelle aree edificate urbane ed extra-urbane, e la Cinciallegra, ad eccezione che nelle aree edificate urbane e nei frutteti. Il Fringuello è dominante nelle aree boscate (latifoglie, miste ed in evoluzione) ed in vigneti, frutteti e mosaici agrari. La Passera d’Italia nelle aree edificate ed in tutte le zone agricole. Il Rondone comune nelle aree edificate ed in brughiere e cespuglieti. Il Balestruccio nelle aree edificate. La Ghiandaia in brughiere e cespuglieti ed in aree dominate da vegetazione boschiva ed arbustiva in evoluzione. Nelle aree edificate urbane troviamo poi tra le specie dominanti Ballerina bianca, Cardellino e Verzellino; nei mosaici agrari il Picchio rosso mag- giore e l’Usignolo; ed in ambienti dominati da vegetazione boschiva ed arbustiva in evoluzione il Picchio muratore. Dall’analisi delle curve di diversità-dominanza (Fig. 6.23) non emergono significative differenze strutturali nelle ornitocenosi dei principali ambienti, ad eccezione di una minore complessità riscontrabile per le aree edificate urbane, brughiere e cespuglieti e vegetazione boschiva ed arbustiva in evoluzione. Gli ambienti maggiormente diversificati appaiono poi vigneti, prati stabili ed aree edificate extra-urbane. In Figura 6.24 e Tabella 6.7 vengono riportati i valori di similarità qualitativa e quantitativa tra le ornitoce- nosi delle principali tipologie ambientali. Possiamo quindi riscontrare come, dal punto di vista qualitativo, vengano raggruppate le aree edificate urbane con brughiere e cespuglieti e vegetazione boschiva ed arbu- stiva in evoluzione, che si discostano dalle altre tipologie ambientali, ulteriormente accomunate tra aree

168 Studio della comunità ornitica nidificante Studio della comunità ornitica nidificante 169 Figura 6.24. Dendrogrammi relativi alla similarità tra le ornitocenosi delle principali tipologie ambientali. In alto analisi qualitativa, in basso analisi quantitativa.

Legenda alle figure 6.23 e 6.24 ed alla Tabella 6.7. Codice Legenda alle figure 6.23 e 6.24 ed alla Tabella 6.7. Categoria Descrizione Corine Codice Categoria Descrizione Superfici Aree edificate urbane 111 Corine artificiali Aree edificate extra-urbane 112 Superfici Aree edificate urbane 111 Vigneti 221 artificiali Aree edificate extra-urbane 112 Frutteti 222 Zone Vigneti 221 Prati stabili 231 agricole Frutteti 222 Zone Mosaici agrari (coltivi annuali, Prati stabili 231 agricole pascoli e colture arboree) 242 Mosaici agrari (coltivi annuali, Boschi di latifoglie 311 pascoli e colture arboree) 242 Boschi ed Boschi misti 313 Boschi di latifoglie 311 aree semi- Brughiere e cespuglieti 322 Boschi ed Boschi misti 313 naturali Veget. boschiva e arbustiva in aree semi- Brughiere e cespuglieti 322 evoluzione 324 naturali Veget. boschiva e arbustiva in evoluzione 324

Tabella 6.7. Valori di similarità calcolati per le diverse tipologie ambientali considerate. In rosso confronto quantitativo, in blu qualitativo. Tabella 6.7. Valori di similarità calcolati per le diverse tipologie ambientali considerate. Ambiente 111 112 221 222 231 242 311 313 In rosso322 confronto324 quantitativo, in blu qualitativo.

111 30 44 30 40Ambiente 21 11132 11231 22124 22232 231 242 311 313 322 324 112 102 20 26 18 111 25 24 2330 3644 3030 40 21 32 31 24 32 221 279 103 22 16 112 35 10226 21 4620 3626 18 25 24 23 36 30 222 186 69 78 22 221 19 27918 10313 38 3022 16 35 26 21 46 36 231 213 58 62 38 222 33 18626 2569 4278 36 22 19 18 13 38 30 242 365 151 76 112 84 231 21319 2058 2962 2538 33 26 25 42 36 311 458 236 79 127 120 242 102 365 15117 3476 11226 84 19 20 29 25 313 403 200 67 107 113 311 91 45843 236 3579 12727 120 102 17 34 26 322 675 437 337 338 339 313 399 264403 284200 67 10724 113 91 43 35 27 324 585 342 149 221 221 322 184 67586 43783 308337 338 339 399 264 284 24 324 585 342 149 221 221 184 86 83Figura 308 6.25. Dendrogramma relativo alle similarità quantitative nell’utilizzo dell’habitat tra le principali specie costituenti la comunità ornitica dell’area di studio. La specie è codificata indicando le prime tre lettere del Genere

e prime tre lettere della specie (es. Sylvia atricapilla = SYLATR).

Durante il periodo riproduttivo le specie contattate nell’area di studio manifestano una netta preferenza ali- mentare nei confronti degli invertebrati (46%) o di vegetali ed invertebrati (16%), mentre il 24% di queste si nutre preferibilmente di semi; dal punto di vista dello strato di ricerca del cibo riscontriamo che ben il Considerando l’habitat di nidificazione preferenziale delle specie nidificanti nell’area di studio nel loro 63% delle specie si nutrono al suolo, il 18% sulla chioma di alberi o cespugli e l’11% in aria (Fig. 6.27). Se complesso (Fig. 6.26), osserviamo come il 48% di queste siano legate ad ambienti boschivi, il 23% ad prendiamo in considerazione le preferenze alimentari ponderate in base al numero di individui contattati ambienti aperti ed il 10% ad ambienti rupestri; mentre valutando lo strato di nidificazione preferenziale si (Fig. 6.28), si osserva come il 59% di questi si nutra in tutto o in parte di invertebrati; valore che scende osserva come le categorie più importanti siano le chiome di alberi e/o cespugli (37%), le cavità (25%) ed al 49% se consideriamo la biomassa (calcolata moltiplicando il numero di individui contattati per il peso il suolo (22%). medio della specie).

170 Studio della comunità ornitica nidificante Studio della comunità ornitica nidificante 171 Indifferente Animali morti Zone umide 4% Ambienti rupestri Dieta onnivora (necrofagi) Animali 5% 10% 4% 1% 1% Vertebrati 8% Ambienti antropizzati Ambienti aperti 5% Semi 23% 24%

Praterie 1%

Cespugli, macchie Boschi Invertebrati 4% 48% Vegetali ed 46% Habitat di nidificazione Invertebrati Alimentazione prevalente 16% Numero di specie Numero di specie

Indifferente Chioma cespugli Tronchi o grossi Cavità Canne e alte erbe 6% e/o alberi rami 25% 1% 18% 3% Rocce o manufatti 9%

Indifferente 3%

Aria 11% Suolo 22%

Canne e alte erbe Chiome alberi e/o Acqua Suolo 1% cespugli 1% 63% 37% Strato di nidificazione Strato di ricerca del cibo Numero di specie Numero di specie

Figura 6.26. Habitat (in alto) e strato di nidificazione (in basso) preferenziali della comunità ornitica rilevata Figura 6.27. Alimentazione e strato di ricerca del cibo preferenziali della comunità ornitica rilevata nell’area di studio, nell’area di studio, espressi come percentuale del numero di specie contattate. espressi come percentuale del numero di specie contattate.

172 Studio della comunità ornitica nidificante Studio della comunità ornitica nidificante 173

Legenda alle figure 6.23 e 6.24 ed alla Tabella 6.7. Codice Categoria Descrizione Corine Animali 6.4.2Superfici La comunitàAree edificate urbane ornitica valutata111 per area ornitologica Animali morti 0% artificiali Aree edificate extra-urbane 112 (necrofagi) Vertebrati Vigneti 221 0% 0% La Tabella 6.8 riporta i principali parametri sintetici di comunità rilevati durante il periodo riproduttivo Frutteti 222 Invertebrati nelleZone singole aree di studio. I più alti valori di ricchezza specifica vengono riscontrati nelle aree di St. Dieta onnivora Prati stabili 231 31% agricole 2% Christophe, St.Mosaici Pierre agrari e Gressan; (coltivi annuali, mentre la maggiore diversità ed equiripartizione sono relative all’area di Morgex, ma buonipascoli valori e colture di arboree)diversità si riscontrano242 anche a St. Christophe e Gressan. Come già osservatoBoschi dila latifogliecomunità ornitica valutata311 nel suo complesso è dominata da Merlo, Passera d’Italia, Boschi ed Boschi misti 313 Capinera,aree semi- Cinciallegra,Brughiere e ecespuglieti Fringuello, mentre322 risultando sub-dominanti Usignolo, Rondone comune, Ghian- daia,naturali Balestruccio, Veget. Cardellino,boschiva e arbustiva Passera in mattugia, Codirosso comune, Codirosso spazzacamino, Ballerina bianca, Verzellino,evoluzione Cornacchia nera, Cinciarella324 e Zigolo nero (Fig. 6.22). Nelle singole aree, come si può osservare in Tabella 6.9, dove vengono riportate le abbondanze delle specie contattate espresse come abbon-

danza relativa, tale situazione tende a ripetersi con piccole variazioni. Merlo e Passera d’Italia sono specie dominanti in tutteTabella le aree; 6.7. Valori la Passera di similarità mattugia calcolati ad Arnad, per le diverse Montjovet, tipologie Chambave, ambientali considerate.Donnas e St. Christophe; il Rondone comune a Montjovet,In rossoMorgex, confronto Donnas, quantitativo, St. Christophe in blu qualitativo e St. Pierre;. Il Balestruccio a Gressan,

Ambiente 111 112 221 222 231 242 311 313 322 324 Semi Donnas e St. Pierre; la Capinera a Gressan, Morgex e St. Pierre; la Cinciallegra ad Arnad, Montjovet e St. 39% Pierre;111 il Fringuello ad Arnad 30e Gressan; 44 la Rondine30 a Gressan40 e lo21 Storno a32 St. Christophe.31 24 32 Dall’analisi112 delle curve102 di diversità-dominanza20 (Fig.26 6.29)18 non emergono25 significative24 23 differenze36 strutturali30 nelle ornitocenosi221 delle279 differenti103 aree, se non una22 relativa16 minor complessità35 26 di Arnad21 e Morgex,46 in parte36 222 186 69 78 22 19 18 13 38 30 Vegetali ed giustificabile in relazione alla minor estensione delle stesse. In Figura 6.30 e Tabella 6.10 vengono ripor- 231 213 58 62 38 33 26 25 42 36 Invertebrati tati i valori di similarità qualitativa e quantitativa tra le ornitocenosi delle principali tipologie ambientali; 28% 242 365 151 76 112 84 19 20 29 25 Alimentazione prevalente dall’analisi di questi possiamo riscontrare come qualitativamente si delineino due gruppi principali costitu- 311 458 236 79 127 120 102 17 34 26 Numero di individui iti da St. Christophe, Gressan e St. Pierre (aree più estese e quindi con un maggior numero di rilevamenti e 313 403 200 67 107 113 91 43 35 27 tipologie322 ambientali)675 e da Chambave,437 337Montjovet, 338 Morgex, 339 Donnas 399 ed Arnad.264 Quantitativamente 284 emergono,24 da un 324lato Morgex e585 St. Pierre,342 dall’altro 149 Montjovet,221 Chambave,221 184St. Christophe,86 Arnad,83 Gressan308 e, un po’ discosta, Donnas. Animali Vertebrati Animali morti 3% (necrofagi) 5% 0,1% Tabella 6.8. Principali parametri di comunità delle differenti aree indagate. Vengono riportati il numero rilievi "point counts" di 10' (N), il numero complessivo di specie rilevate (S), Dieta onnivora Invertebrati l’indice di diversità di Shannon (H’) e l’indice di equiripartizione (J’). 15% 24% Morgex St. Pierre Gressan St. Christophe Chambave Arnad Montjovet Donnas N 30 95 91 75 33 24 30 41 S 45 58 52 59 45 43 43 46 H' 3,07 2,93 3,00 3,01 2,83 2,95 2,86 2,62 J' 0,81 0,72 0,76 0,74 0,74 0,79 0,76 0,69

Vegetali ed Invertebrati Semi 34% 19% Alimentazione prevalente Biomassa

Figura 6.28. Alimentazione preferenziale della comunità ornitica rilevata nell’area di studio, espressa come percentuale del numero di individui contattati (in alto) e della biomassa dell’ornitocenosi (in basso).

174 Studio della comunità ornitica nidificante Studio della comunità ornitica nidificante 175

St. Tabella 6.9. Elenco sistematico delle specie contattate. Vengono indicati, per ogni specie, il numero di punti d’ascolto in Morgex St. Pierre Gressan Chambave Montjovet Arnad Donnas cui è stata contattata (n° PC) e la sua abbondanza relativa (F%) relativi ad ogni area indagata. Christophe Specie n° n° n° n° n° n° n° n° St. F% F% F% St.F% F% F% F% F% Morgex St. Pierre Gressan Chambave Montjovet Arnad Donnas PCMorgex PCSt. Pierre PCGressan PC PCChambave PCMontjovet PCArnad PCDonnas Christophe Specie Christophe Specie Regolo n° n° n°2 0,14 n°1 0,05 n° n° n° n° n° n° n° n° n° n° n° n° F% F% F% F% F% F% F% F% F% F% F% F% F% F% F% F% Pigliamosche PC5 1,28 PC11 1,10 PC7 0,62 PC7 0,34 PC4 0,71 PC PC3 0,61 PC8 0,63 PC PC PC PC PC PC PC PC 8 1,99 12 0,280,14 21 0,290,05 3 1,95 1 4,45 1 0,35 Coturnice 1 0,05 CodibugnoloRegolo 15 0,851,28 119 1,031,10 47 0,830,62 297 2,130,34 104 1,840,71 11 3,91 53 2,020,61 108 1,130,63 Quaglia comune 1 0,07 2 0,14 5 0,29 2 0,28 CinciarellaPigliamosche 17 4,47 43 5,14 28 2,89 45 3,19 22 4,39 21 6,32 13 5,26 21 2,40 Falco pecchiaiolo 1 0,07 1 0,05 1 0,14 2 0,30 CinciallegraCodibugnolo 8 1,99 1 0,28 2 0,29 3 1,95 1 4,45 1 0,35 1 0,210,85 9 1,03 24 0,140,83 29 2,13 10 1,84 11 3,91 5 2,02 10 1,13 Nibbio bruno 1 0,07 CinciaCinciarella dal ciuffo 172 0,434,47 433 0,215,14 285 0,412,89 451 0,053,19 22 4,39 211 0,156,32 13 5,26 211 0,072,40 Biancone 1 0,05 CinciaCinciallegra mora 1 0,21 2 0,14 2 0,19 1 0,20 2 0,42 Astore 1 0,15 Cincia alpestredal ciuffo 42 2,130,43 13 0,070,21 65 0,760,41 1 0,05 2 0,28 1 0,15 1 0,20 21 0,140,07 Sparviere 2 0,14 1 0,07 2 0,10 1 0,20 1 0,07 Cincia bigiamora 2 0,14 4 0,48 17 0,92 4 0,71 12 2,11 5 1,42 7 0,49 Poiana 2 0,43 2 0,34 2 0,14 3 0,15 2 0,42 1 0,15 1 0,20 4 0,28 PicchioCincia alpestremuratore 2 0,19 1 0,20 2 0,42 34 0,642,13 21 0,140,07 26 0,210,76 1 0,10 12 0,28 1 0,15 1 0,20 12 0,070,14 Aquila reale 1 0,07 1 0,20 1 0,07 AverlaCincia bigiapiccola 9 2,55 142 1,030,14 134 0,890,48 3217 2,900,92 154 3,400,71 1412 3,012,11 85 2,831,42 107 0,780,49 Gheppio 1 0,21 3 0,27 2 0,14 2 0,15 3 0,75 1 0,20 GhiandaiaPicchio muratore 23 0,430,64 2 0,14 2 0,21 31 0,150,10 1 0,140,28 1 0,15 1 0,400,20 91 0,990,07 Falco pellegrino 1 0,21 1 0,07 1 0,14 1 0,15 1 0,07 GazzaAverla piccola 39 1,062,55 144 1,371,03 131 0,070,89 32 2,90 15 3,40 14 3,01 8 2,83 10 0,78 Piccione torraiolo 1 0,21 4 0,39 1 1,62 TaccolaGhiandaia Colombaccio 1 0,21 1 0,07 2 0,10 5 0,85 CornacchiaGazza nera 82 2,980,43 14 1,78 22 2,41 363 4,790,15 1 0,14 2 0,30 1 0,610,40 19 0,070,99 23 0,431,06 4 1,37 1 0,07 7 0,44 3 0,75 3 0,81 1 0,07 Tortora dal collare 6 0,68 1 0,07 16 0,97 4 0,75 5 1,42 12 1,34 CornacchiaTaccola grigia 1 0,43 1 0,07 4 0,24 2 0,28 1 0,40 1 0,07 Tortora selvatica 3 0,15 CorvoCornacchia imperiale nera 8 2,98 14 1,78 22 2,41 36 4,79 2 0,30 1 0,61 1 0,07 32 1,910,43 3 0,89 13 2,27 217 6,390,44 5 3,82 73 3,310,75 53 1,620,81 51 1,060,07 Cuculo 1 0,21 2 0,14 5 0,34 9 0,44 1 0,14 1 0,15 StornoCornacchia grigia PasseraCorvo imperiale 1 0,43 1 0,07 4 0,24 2 0,28 1 0,40 1 0,07 Rondone comune 10 12,13 31 12,12 18 4,26 30 8,76 5 2,41 8 5,56 3 1,42 13 5,00 2 1,28 3 1,11 1 1,56 2 1,34 oltremontana Rondone maggiore 1 0,07 Storno 3 1,91 3 0,89 13 2,27 21 6,39 5 3,82 7 3,31 5 1,62 5 1,06 Passera d'Italia 12 8,94 47 14,45 50 19,53 54 20,17 27 24,93 18 25,11 18 19,84 33 30,30 Upupa 4 0,27 8 0,69 20 1,31 9 2,12 1 0,15 2 1,28 3 1,11 1 1,56 2 1,34 Passeraoltremontana mattugia 3 2,34 11 1,51 20 3,23 24 7,35 9 6,66 6 5,41 12 7,69 26 11,21 Torcicollo 1 0,07 2 0,14 1 0,05 1 0,14 FringuelloPassera d'Italia 1312 3,198,94 2647 14,451,92 5250 19,535,78 3554 20,172,76 277 24,931,13 188 25,111,65 1618 19,846,68 2433 30,302,89 Picchio verde 1 0,21 6 0,41 2 0,14 6 0,29 1 0,14 2 0,30 4 1,01 2 0,14 VerzellinoPassera mattugia 123 3,192,34 119 0,681,51 2520 2,343,23 1824 1,267,35 49 0,576,66 36 0,455,41 128 2,027,69 1926 11,211,69 Picchio rosso 2 0,64 2 0,21 3 0,21 32 2,37 4 0,99 10 1,80 8 2,23 8 0,92 5 2,13 1 0,07 9 0,48 2 0,42 3 0,45 3 0,61 21 2,26 maggiore VerdoneFringuello 13 3,19 26 1,92 52 5,78 35 2,76 7 1,13 8 1,65 16 6,68 24 2,89 128 3,19 239 3,420,68 2725 3,302,34 2118 1,791,26 74 1,420,57 43 0,600,45 118 3,042,02 1319 2,181,69 Tottavilla 1 0,14 CardellinoVerzellino 5 2,13 1 0,07 19 0,050,48 2 0,42 3 0,45 3 0,61 21 2,26 Allodola 4 0,28 1 0,20 1 0,07 VenturoneVerdone alpino 18 0,433,19 23 3,42 272 0,213,30 21 1,79 7 1,42 4 0,60 11 3,04 13 2,18 Rondine montana 4 0,75 1 0,55 1 0,14 6 4,36 3 1,01 FanelloCardellino 1 0,43 1 0,05 Rondine 13 2,74 29 5,50 11 0,92 3 1,56 2 0,61 7 1,90 CiuffolottoVenturone alpino Balestruccio 5 2,77 21 8,22 27 6,12 26 2,95 4 0,71 6 3,61 3 1,82 22 8,32 ZigoloFanello giallo 1 0,43 1 0,07 2 0,21 41 0,850,43 21 1,78 9 0,83 18 1,35 18 3,40 5 1,05 3 0,28 Ballerina gialla 3 0,85 2 0,14 1 0,14 3 0,15 1 0,30 2 0,61 ZigoloCiuffolotto nero 1 0,21 4 0,48 3 0,21 1 0,05 3 0,42 6 1,20 1 0,20 1 0,07 Ballerina bianca 7 1,49 13 1,71 26 3,65 21 1,40 8 1,13 6 2,11 9 3,04 10 0,70 Zigolo muciattogiallo 1 0,07 4 0,85 21 1,78 9 0,83 18 1,35 18 3,40 5 1,05 3 0,28 Merlo acquaiolo 1 0,21 1 0,14 1 0,14 Zigolo nero Zigolo muciatto 1 0,21 4 0,48 3 0,21 1 0,05 3 0,42 6 1,20 1 0,20 1 0,07 Scricciolo 3 0,21 1 0,05 3 0,42 1 0,07 Passera scopaiola 1 0,05 1 0,14 1 0,15 Pettirosso 1 0,21 3 0,21 6 0,55 3 0,15 4 0,57 6 0,90 3 0,81 3 0,21 Usignolo 6 1,70 21 2,26 25 2,20 42 3,14 23 4,82 1 0,15 1 0,20 1 0,07

Codirosso 8 2,13 17 1,16 18 2,06 12 0,82 16 3,68 9 1,35 10 2,02 15 2,33 spazzacamino Tabella 6.10. Valori di similarità calcolati per le differenti aree indagate. Codirosso comune 12 3,83 18 1,71 15 1,31 20 1,35 18 3,82 6 0,90 3 0,81 17 1,69 In rosso confronto quantitativo, in blu qualitativo. Saltimpalo 3 0,21 1 0,30 Area ArnadTabella Montjovet 6.10. Valori Chambave di similarità Gressan calcolati Morgexper le differenti Donnas aree indagate.St. Christophe St. Pierre Merlo 29 19,57 93 18,36 81 14,31 73 12,19 33 16,43 29 13,08 23 16,40 41 12,76 In rosso confronto quantitativo, in blu qualitativo. Cesena 3 0,41 Arnad 20 26 19 20 11 24 29 Area Arnad Montjovet Chambave Gressan Morgex Donnas St. Christophe St. Pierre Tordo bottaccio 2 0,14 5 0,55 1 0,05 Montjovet 135 22 21 22 23 24 23 Arnad 20 26 19 20 11 24 29 Tordela 1 0,07 5 0,48 Chambave 157 123 25 24 21 24 27 Cannaiola Montjovet 135 22 21 22 23 24 23 1 0,07 1 0,05 Gressan 141 175 192 23 24 23 20 verdognola Chambave 157 123 25 24 21 24 27 3 0,21 5 0,29 2 0,42 Morgex 363 457 463 283 17 28 33 Canapino comune Gressan 141 175 192 23 24 23 20 Capinera 17 6,17 52 6,44 55 6,26 33 1,98 15 2,41 18 4,21 11 2,63 21 1,90 Donnas 259 171 203 265 724 23 28 Morgex 363 457 463 283 17 28 33 Beccafico 1 0,14 St. Christophe 176 131 148 151 296 242 25 Donnas 259 171 203 265 724 23 28 Sterpazzola 1 0,07 St. Pierre 308 294 367 157 108 488 235 Luì bianco 5 0,48 9 1,10 2 0,10 1 0,14 2 0,30 St. Christophe 176 131 148 151 296 242 25 Luì piccolo 3 0,64 6 0,41 2 0,28 3 0,19 1 0,15 1 0,20 2 0,14 St. Pierre 308 294 367 157 108 488 235

176 Studio della comunità ornitica nidificante Studio della comunità ornitica nidificante 177 6.4.3. La comunità ornitica dei vigneti

Valutazione complessiva La comunità dei vigneti, costituita da 66 specie, è dominata da Merlo, Capinera, Passera d’Italia, Fringuello e Cinciallegra, mentre risultando sub-dominanti Codirosso comune, Codirosso spazzacamino, Zigolo nero, Verzellino, Ghiandaia, Usignolo, Passera mattugia, Cardellino, Cinciarella, Picchio rosso maggiore e Ron- done. La Tabella 6.11 fornisce l’elenco sistematico delle specie di uccelli contattate nei punti d’ascolto con prevalenza di vigneti; per ogni specie vengono riportati il numero di punti d’ascolto in cui la stessa è stata contattata e la sua abbondanza relativa. Dalla Tabella 6.12, che riporta i principali parametri sintetici di comunità rilevati durante il periodo ripro- duttivo, possiamo desumere come la maggiore ricchezza specifica si osservi nelle aree di St. Christophe e Chambave, per l’indice di Shannon i valori massimi si registrano a St. Christophe e Gressan e l’indice di equiripartizione sia invece elevato nelle aree di Montjovet e St. Christophe. L’analisi delle curve di diversità-dominanza evidenzia una minor complessità dell’area di Montjovet e, secondariamente, di quelle di Morgex ed Arnad (Fig. 6.31). In Figura 6.32 e Tabella 6.13 vengono riportati Morgex St. Pierre Gressan St. Christophe Chambave Montjovet Arnad Donnas i valori di similarità qualitativa e quantitativa tra le ornitocenosi delle diverse aree. Qualitativamente l’area di Chambave si discosta nettamente dalle altre, le quali si possono poi ulteriormente raggruppare, con St. Figura 6.29. Curve di diversità-dominanza calcolate per le differenti aree indagate. Christophe, St. Pierre, Morgex e Gressan in un insieme e Montjovet, Donnas ed Arnad in un altro. Quantita- tivamente osserviamo una situazione simile: con Montjovet che si separa decisamente da un gruppo ancora suddivisibile, con Arnad, Donnas e Chambave da un lato e St. Christophe, St. Pierre, Morgex e Gressan dall’altro. Dal punto di vista ecologico possiamo poi osservare come il 47% delle specie contattate in periodo ripro- duttivo nei vigneti si nutra preferenzialmente di invertebrati, ed un altro 17% in alternanza con elementi vegetali; valori che passano, rispettivamente, al 12% ed al 39% se consideriamo la biomassa ornitica che insiste sui vigneti dell’area di studio (Fig. 6.33).

Figura 6.30. Dendrogrammi relativi alla similarità tra le ornitocenosi delle le differenti aree indagate. In alto analisi qualitativa, In basso analisi quantitativa.

178 Studio della comunità ornitica nidificante Studio della comunità ornitica nidificante 179

St. Tabella 6.11. Elenco sistematico delle specie contattate nei vigneti dell’area di studio. Vengono indicati, per ogni specie, Morgex St. Pierre Gressan Chambave Montjovet Arnad Donnas il numero di punti d’ascolto in cui è stata contattata (n° PC) e la sua abbondanza relativa (F%) in ogni area indagata. Christophe Specie n° n° n° n° n° n° n° n° St. F% F% F% F% F% F% F% F% Morgex St. Pierre Gressan Chambave Montjovet Arnad Donnas PC PC PC PC PC PC PC PC Christophe Specie Codibugnolo n° n° n° n° n° n° n° n° 1 2,3 1 0,3 1 14,5 1 1,1 F% F% F% F% F% F% F% F% PC PC PC PC PC PC PC PC Cinciarella 1 3,1 1 3,5 4 St. 2,7 4 2,2 4 14,5 2 6,2 5 1,7 Morgex St. Pierre Gressan Chambave Montjovet Arnad Donnas Quaglia comune Cinciallegra 1 0,3 1 0,4 Specie 6 4,7 5 6,3 6 4,0 Christophe7 4,9 7 3,4 2 8,1 2 2,7 9 2,8 n° n° n° n° n° n° n° n° Falco pecchiaiolo 1 0,4 Cincia mora 1 F%0,8 F% 1 F%0,5 F% F% F% F% 1 F%0,2 PC PC PC PC PC PC PC PC Biancone 1 0,3 Cincia alpestre 1 0,9 1 0,4 Codibugnolo 1 2,3 1 0,3 1 14,5 1 1,1 Sparviere 1 0,2 Cincia bigia 2 1,5 Cinciarella 1 3,1 1 3,5 4 2,7 4 2,2 4 14,5 2 6,2 5 1,7 Poiana 1 0,8 1 0,4 1 0,9 1 0,2 Picchio muratore 3 1,5 1 1,6 3 3,5 2 0,4 Cinciallegra 6 4,7 5 6,3 6 4,0 7 4,9 7 3,4 2 8,1 2 2,7 9 2,8 Aquila reale 1 0,2 Averla piccola 2 1,6 1 0,6 2 1,5 1 0,5 1 0,7 1 1,6 1 0,2 Cincia mora 1 0,8 1 0,5 1 0,2 Gheppio 1 1,1 2 0,8 1 0,9 Ghiandaia 3 3,1 2 1,1 2 1,0 8 6,9 6 4,1 2 2,7 7 1,7 Cincia alpestre 1 0,9 1 0,4 Falco pellegrino 1 0,4 1 0,2 Gazza 2 0,5 1 0,4 1 1,8 Cincia bigia 2 1,5 Colombaccio 4 1,3 Taccola 1 1,6 2 6,9 1 0,5 Picchio muratore 3 1,5 1 1,6 3 3,5 2 0,4 Tortora dal collare 1 0,5 3 0,8 1 0,9 3 0,9 Cornacchia nera 3 5,4 1 0,6 1 0,5 6 5,8 1 2,7 Averla piccola 2 1,6 1 0,6 2 1,5 1 0,5 1 0,7 1 1,6 1 0,2 Tortora selvatica 1 0,3 Cornacchia grigia 1 0,8 1 0,3 1 1,6 1 1,8 Ghiandaia 3 3,1 2 1,1 2 1,0 8 6,9 6 4,1 2 2,7 7 1,7 Cuculo 1 0,8 1 0,5 3 0,8 1 0,4 Corvo imperiale 1 0,5 2 0,8 1 1,8 Gazza 2 0,5 1 0,4 1 1,8 Rondone comune 5 10,9 2 1,5 5 4,7 2 3,4 3 4,5 Storno 4 1,1 1 0,4 1 0,9 Taccola 1 1,6 2 6,9 1 0,5 Upupa 3 1,5 5 1,9 4 2,6 Passera d'Italia 2 3,9 5 7,5 7 7,5 6 7,1 10 18,7 2 11,3 4 17,7 13 27,8 Cornacchia nera 3 5,4 1 0,6 1 0,5 6 5,8 1 2,7 Torcicollo 1 0,6 1 0,4 Passera mattugia 2 3,4 2 1,5 5 11,5 5 11,6 1 0,9 9 7,1 Cornacchia grigia 1 0,8 1 0,3 1 1,6 1 1,8 Picchio verde 1 0,5 1 0,3 1 0,9 2 0,4 Fringuello 5 4,7 3 1,7 8 7,0 7 2,7 3 1,1 1 1,6 5 8,8 13 4,9 Corvo imperiale 1 0,5 2 0,8 1 1,8 Picchio rosso Verzellino 6 6,2 1 1,1 6 4,5 5 1,9 1 0,4 3 3,5 9 2,4 1 0,5 5 2,5 2 1,1 3 4,8 3 2,7 4 1,9 Storno 4 1,1 1 0,4 1 0,9 maggiore Verdone 1 0,8 2 1,1 6 1,7 Tottavilla 1 1,1 Passera d'Italia 2 3,9 5 7,5 7 7,5 6 7,1 10 18,7 2 11,3 4 17,7 13 27,8 Cardellino 3 3,9 2 1,1 6 4,0 4 1,6 3 1,5 1 1,6 2 1,8 3 1,9 Allodola 2 1,0 Passera mattugia 2 3,4 2 1,5 5 11,5 5 11,6 1 0,9 9 7,1 Venturone alpino 1 0,3 Rondine montana 1 0,4 Fringuello 5 4,7 3 1,7 8 7,0 7 2,7 3 1,1 1 1,6 5 8,8 13 4,9 Fanello 1 1,0 Rondine 1 1,1 2 1,0 3 2,2 1 0,4 Verzellino 6 6,2 1 1,1 6 4,5 5 1,9 1 0,4 3 3,5 9 2,4 Zigolo nero 2 1,6 6 4,0 3 1,5 8 4,7 10 5,2 1 1,6 2 0,6 Balestruccio 1 1,6 2 2,3 3 2,0 2 2,5 1 2,7 7 5,8 Verdone 1 0,8 2 1,1 6 1,7 Zigolo muciatto 1 1,1 1 0,5 2 0,7 1 1,6 1 0,2 Cardellino 3 3,9 2 1,1 6 4,0 4 1,6 3 1,5 1 1,6 2 1,8 3 1,9 Ballerina gialla 2 1,6 1 0,3 Ballerina bianca 1 0,8 4 4,0 4 1,6 4 1,5 1 1,6 2 0,4 Venturone alpino 1 0,3

Merlo acquaiolo Fanello 1 1,0 1 0,8 Zigolo nero 2 1,6 6 4,0 3 1,5 8 4,7 10 5,2 1 1,6 2 0,6 Scricciolo 2 0,7 Tabella 6.12. Principali parametri di comunità rilevati nei vigneti delle differenti aree indagate. Passera scopaiola 1 1,6 Zigolo muciattoVengono riportati il numero1 rilievi 1,1 "point 1 counts0,5" di 10' (N), il numero2 0,7comp lessivo1 1,6di specie rilevate (S),1 0,2

Pettirosso l’indice di diversità di Shannon (H’) e l’indice di equiripartizione (J’). 2 0,7 1 1,6 1 0,9 3 0,6 Usignolo 2 1,6 2 1,7 9 6,5 9 4,1 7 3,7 St. St. Codirosso Morgex Pierre Gressan Christophe Chambave Arnad Montjovet Donnas spazzacamino 5 3,9 4 2,3 3 3,0 3 1,4 8 3,7 2 3,2 1 0,9 8 3,4 N Tabella10 6.12. Principali13 parametri16 di comunità 14rilevati nei vigneti13 delle differenti4 aree indagate.6 17 Codirosso comune 6 8,5 4 4,6 5 3,0 3 0,8 10 6,0 2 3,2 1 1,8 9 2,4 S Vengono26 riportati il numero29 rilievi "point35 counts" di39 10' (N), il numero38 complessivo20 di specie rilevate27 (S), 33 l’indice di diversità di Shannon (H’) e l’indice di equiripartizione (J’). Saltimpalo 2 1,1 H' 2,68 2,81 3,00 3,10 2,86 2,58 2,68 2,60 St. St. Merlo 9 28,7 13 23,0 15 19,9 14 14,6 13 16,1 3 16,1 6 23,9 17 18,6 J' 0,82 0,83 0,84 0,85 0,79 0,86 0,81 0,74 Morgex Pierre Gressan Christophe Chambave Arnad Montjovet Donnas Cesena 2 2,0 N 10 13 16 14 13 4 6 17 Tordela 1 0,6 1 0,5 S 26 29 35 39 38 20 27 33 Canapino comune 2 1,1 3 1,1 1 0,4 H' 2,68 2,81 3,00 3,10 2,86 2,58 2,68 2,60 Capinera 7 8,5 7 8,0 12 10,0 10 4,1 6 2,6 2 6,5 4 5,3 11 2,6 J' 0,82 0,83 0,84 0,85 0,79 0,86 0,81 0,74 Beccafico 1 0,4 Luì bianco 1 0,4 Luì piccolo 2 1,1 1 0,3 1 1,6 Pigliamosche 1 0,8 1 1,1 2 1,5 2 0,5 1 0,4 1 0,9 6 1,3

180 Studio della comunità ornitica nidificante Studio della comunità ornitica nidificante 181

Tabella 6.13. Valori di similarità calcolati per i vigneti delle differenti aree indagate. In rosso confronto quantitativo, in blu qualitativo.

St. St. Area Arnad Montjovet Chambave Gressan Morgex Donnas Christophe Pierre Arnad 21 27 24 21 18 20 26 Montjovet 543 26 27 20 19 27 23 Chambave 397 686 27 26 23 25 27 Gressan 281 550 431 19 22 20 20 Morgex 378 741 694 220 21 23 21 Donnas 286 822 235 620 912 28 26 St. Christophe 494 694 244 317 537 608 22 St. Pierre 479 672 443 284 334 646 359

Dieta onnivora Animali 5% 2% Vertebrati 8% Morgex St. Pierre Gressan St. Christophe Chambave Montjovet Arnad Donnas Tabella 6.14. Principali parametri di comunità rilevati Seminei vigneti delle tre sezioni di fondovalle valdostano. 21%Vengono riportati il numero rilievi "point counts" di 10' Figura 6.31. Curve di diversità-dominanza calcolate per i vigneti delle differenti aree indagate. (N), il numero complessivo di specie rilevate (S), l’indice di diversità di Shannon (H’) e l’indice di equiripartizione (J’).

Bassa Valle Media Valle Alta Valle N 27 56 10 S 41 60 26 H' 2,77 3,20 2,68 J' 0,75 0,78 0,82

VegetaliTabella ed 6.15. Valori di similarità calcolati per i vigneti Invertebrati Invertebrati delle tre sezioni di fondovalle valdostano. 47% 17%In rosso confronto quantitativo, in blu qualitativo.

Area Bassa Valle Media Valle Alta Valle Bassa Valle Vigneti29 25 Media Valle 290 Numero di specie 36 Vertebrati Alta Valle 698 358 Animali 3% 8% Invertebrati Dieta onnivora 12% 23% Tabella 6.16. Principali parametri di comunità rilevati nei vigneti suddivisi in base all’esposizione prevalente. Vengono riportati il numero rilievi "point counts" di 10' (N), il numero complessivo di specie rilevate (S), l’indice di diversità di Shannon (H’) e l’indice di equiripartizione (J’).

Esposizione Esposizione Esposizione Cresta Fondovalle settentrionale occidentale meridionale N 13 1 74 1 4 S 31 10 62 5 16 H' 3,12 2,30 3,51 1,61 2,64 J' 0,91 1,00 0,85 1,00 0,95

Figura 6.33. Alimentazione preferenziale delle specie contattate negli ambienti caratterizzati Vegetali ed da prevalenza di vigneti, espressa come Semi Invertebrati percentuale del numero di specie contattate 15% 39% Figura 6.32. Dendrogrammi relativi alla similarità tra le ornitocenosi dei vigneti delle differenti aree indagate. (in alto) e della biomassa dell’ornitocenosi Vigneti In alto analisi qualitativa, In basso analisi quantitativa. (in basso). Biomassa

182 Studio della comunità ornitica nidificante Studio della comunità ornitica nidificante 183 Valutazione per sezione di fondovalle Dalla ripartizione delle aree di studio in sezioni di fondovalle emerge come nella media Valle le aree a vi- gneto risultino come numero assoluto più ricche di specie e con una maggiore diversità, mentre i maggiori valori dell’indice di equiripartizione sono attribuibili all’alta Valle (Tab. 6.14). Tali differenze nella struttu- Tabella 6.13. Valori di similarità calcolati per i vigneti delle differenti aree indagate. In rosso confronto quantitativo, in blu qualitativo. ra della comunità ornitica sono ben evidenziate dal grafico relativo alle curve di diversità-dominanza che St. St. Area Arnad Montjovet Chambave Gressan Morgex Donnas vedono una complessità decrescente tra media, bassa ed alta Valle (Fig. 6.34). Inoltre l’analisi dei dati di Christophe Pierre similarità qualitativa evidenzia un rapporto più stretto tra alta e bassa Valle rispetto alla media Valle; mentre Arnad 21 27 24 21 18 20 26 quantitativamente la media e bassa valle risultano più vicine rispetto all’alta valle (Fig. 6.35 e Tab. 6.15). Montjovet 543 26 27 20 19 27 23 Per quanto riguarda i dati quantitativi ciò è probabilmente da mettere in relazione al diverso campione di- Chambave 397 686 27 26 23 25 27 sponibile per le tre aree. Gressan 281 550 431 19 22 20 20 Morgex 378 741 694 220 21 23 21 Donnas 286 822 235 620 912 28 26 St. Christophe 494 694 244 317 537 608 22 St. Pierre 479 672 443 284 334 646 359 Tabella 6.13. Valori di similarità calcolati per i vigneti delle differenti aree indagate. In rosso confronto quantitativo, in blu qualitativo.

St. St. Tabella 6.13. Valori di similarità calcolati per i vignetiArea delle differentiArnad aree indagate.Montjovet Chambave Gressan Morgex Donnas Christophe Pierre In rosso confronto quantitativo, in blu qualitativo. Arnad 21 27 24 21 18 Tabella 6.14.20 Principali26 parametri di comunità rilevati St. St. Area Arnad Montjovet Chambave Gressan Morgex Donnas nei vigneti delle tre sezioni di fondovalle valdostano. Montjovet 543 Christophe Pierre26 27 20 19 27 23 Chambave 397 686 27 26 23 Vengono riportati25 il numero27 rilievi "point counts" di 10' Arnad 21 27 24 21 18 20 26 (N), il numero complessivo di specie rilevate (S), Montjovet 543 26 Gressan27 20 28119 55027 43123 19 22 20l’indice di diversità20 di Shannon (H’) Morgex 378 741 694 220 21 23e l’indice di21 equiripartizione (J’). Chambave 397 686 27 26 23 25 27 Gressan 281 550 431 Donnas 19 28622 82220 23520 620 912 Figura 6.35.Bassa28 Dendrogrammi Valle 26 Media relativi Valle alla similaritàAlta Valle tra le ornitocenosi dei vigneti delle tre sezioni di fondovalle valdostano. In alto analisi qualitativa, In basso analisi quantitativa. Morgex 378 741 694 St.220 Christophe 49421 69423 24421 317 537 608 N 27 22 56 10 Donnas 286 822 235 St.620 Pierre 912 479 67228 44326 284 334 646 S 359 41 60 26

St. Christophe 494 694 244 317 537 608 22 H' 2,77 3,20 2,68 479 672bassa Valle443 media 284Valle alta334 Valle 646 359 J' 0,75 0,78 0,82 St. Pierre Valutazione per esposizione prevalente

Figura 6.34. Curve di diversità-dominanza calcolate per i vigneti delle tre sezioni di fondovalle valdostano. Anche in questo caso il campione, quantitativamente dissimile tra le categorie considerate, influisce pe-

Tabella 6.14. Principali parametri di comunità rilevati santemente su ricchezza specifica ed indice di diversità, che sono maggiori per i vigneti con esposizione nei vigneti delle tre sezioni di fondovalle valdostano. meridionale;Tabella 6.15. Valoririsultano di similarità comunque calcolati ben diversificatiper i vigneti anche i vigneti rivolti a settentrione e, secondariamente, Vengono riportati il numero rilievi "point counts" di 10' delle tre sezioni di fondovalle valdostano. Tabella 6.14. Principali parametri di comunità rilevati (N), il numero complessivo di specie rilevate (S), quelliIn rosso di fondovalle confronto quantitativo, (Tab. 6.16). in bluLe qualitativo.curve di diversità-dominanza, come atteso, indicano una maggiore

nei vigneti delle tre sezioni di fondovalle valdostano. l’indice di diversità di Shannon (H’) complessitàArea strutturaleBassa Valle delle Media aree Valle con esposizioneAlta Valle meridionale, che va via via decrescendo in relazione alle Vengono riportati il numero rilievi "point counts" di 10' e l’indice di equiripartizione (J’). dimensioni del campione disponibile per le diverse classi (Fig. 6.36); medesima situazione si verifica con i (N), il numero complessivo di specie rilevate (S), Bassa Valle 29 25 Bassa Valle Media Valle Alta Valle l’indice di diversità di Shannon (H’) datiMedia di Vallesimilarità qualitativa290 e, parzialmente, con36 quelli quantitativi, nella cui analisi si evidenzia infatti una e l’indice di equiripartizione (J’). N 27 56 10 maggiore vicinanza tra i settori settentrionali e meridionali (Fig. 6.37 e Tab. 6.17). Alta Valle 698 358 41 60 26 Bassa Valle Media Valle Alta Valle S N 27 56 10 H' 2,77 3,20 2,68 S 41 60 26 J' 0,75 0,78 0,82 Tabella 6.16. Principali parametri di comunità rilevati nei vigneti suddivisi in base all’esposizione prevalente. H' 2,77 3,20 2,68 Vengono riportati il numero rilievi "point counts" di 10' (N), il numero complessivo di specie rilevate (S), J' 0,75 0,78 0,82 l’indice di diversità di Shannon (H’) e l’indice di equiripartizione (J’).

Esposizione Esposizione Esposizione Cresta Fondovalle Tabella 6.15. Valori di similarità calcolati per i vigneti settentrionale occidentale meridionale delle tre sezioni di fondovalle valdostano. In rosso confronto quantitativo, in blu qualitativo. N 13 1 74 1 4 Tabella 6.15. Valori di similarità calcolati per i vigneti Area Bassa Valle Media Valle Alta Valle S 31 10 62 5 16 delle tre sezioni di fondovalle valdostano. H' 3,12 2,30 3,51 1,61 2,64 In rosso confronto quantitativo, in blu qualitativo. Bassa Valle 29 25 Media Valle 290 36 J' 0,91 1,00 0,85 1,00 0,95 Area Bassa Valle Media Valle Alta Valle Bassa Valle 29 25 Alta Valle 698 358 Media Valle 290 36

Alta Valle 698 358 Tabella 6.16. Principali parametri di comunità rilevati nei vigneti suddivisi in base all’esposizione prevalente. Vengono riportati il numero rilievi "point counts" di 10' (N), il numero complessivo di specie rilevate (S), l’indice di diversità di Shannon (H’) e l’indice di equiripartizione (J’).

Tabella 6.16. Principali parametri di comunità rilevati nei vigneti suddivisiEsposizione in base all’esposizioneEsposizione prevalente. Esposizione Cresta Fondovalle Vengono riportati il numero rilievi "point counts" di 10' (N), il numerosettentrionale complessivo di specieoccidentale rilevate (S), meridionale l’indice di diversità di Shannon (H’) e l’indice di equiripartizione (J’). N 13 1 74 1 4 184 StudioEsposizione della comunità orniticaEsposizione nidificante Esposizione Studio della comunità ornitica nidificante 185 Cresta Fondovalle settentrionale occidentale meridionaleS 31 10 62 5 16 N 13 1 H' 74 3,12 1 2,30 4 3,51 1,61 2,64 S 31 10 J' 62 0,91 5 1,00 16 0,85 1,00 0,95

H' 3,12 2,30 3,51 1,61 2,64 J' 0,91 1,00 0,85 1,00 0,95

Tabella 6.17. Valori di similarità calcolati per i vigneti suddivisi in base all’esposizione prevalente. In rosso confronto quantitativo, in blu qualitativo.

Area Esposizione Esposizione Esposizione Cresta Fondovalle settentrionale occidentale meridionale Esposizione settentrionale 25 39 28 23 Esposizione occidentale 668 52 11 12 Esposizione meridionale 104 509 59 46 Cresta 1310 2200 1497 15 Fondovalle 354 583 282 1667

Tabella 6.18. Principali parametri di comunità rilevati nei meleti delle differenti aree indagate. Vengono riportati il numero rilievi "point counts" di 10' (N), il numero complessivo di specie rilevate (S), 6.4.4 La comunitàl’indice ornitica di diversità deidi Shannon meleti (H’) e l’indice di equiripartizione (J’).

St. Pierre Gressan St. Christophe Chambave Arnad Donnas LaN comunità dei meleti,26 costituita da20 48 specie; nel suo3 complesso è dominata1 da Merlo,1 Passera d’Ita3- lia,S Capinera e Fringuello,37 mentre risultano31 sub-dominanti20 Cinciallegra,10 Rondone comune,8 Balestruccio,21 BallerinaH' bianca, Cardellino,2,68 Rondine,2,72 Cornacchia 2,43nera, Usignolo, 1,66Ghiandaia, Passera1,58 mattugia, Storno,2,72 esposizione settentrionale esposizione occidentale esposizione meridionale cresta fondovalle VerzellinoJ' e Codirosso0,74 comune. 0,79 0,81 0,72 0,76 0,89

Tenendo ben presente che la maggior parte dei rilevamenti sono avvenuti nelle aree di St. Pierre e Gressan, Tabella 6.19. Elenco sistematico delle specie contattate nei meleti dell’area di studio. Vengono indicati, per ogni specie, il Figura 6.36. Curve di diversità-dominanza calcolate per i vigneti suddivisi in base all’esposizione prevalente. possiamonumero analizzaredi punti d’ascolto la Tabella in cui 6.18,è stata che contattata riporta (n° i principaliPC) e la sua parametri abbondanza sintetici relativa di (F%) comunità in ogni arearilevati indagata. durante

il periodo riproduttivo. LaSt. maggiore Pierre ricchezzaGressan specifica St. Christophe (Tab. 6.19) Chambavesi osserva, comeArnad atteso, nelleDonnas aree di St. Specie Pierre e Gressan, ma anchen° PC Donnas F% e n°St. PC Christophe F% n° mostrano PC F% valori n° interessanti,PC F% n° soprattutto PC F% inn° relazione PC F% al ridottoSparviere numero di punti d’ascolto.1 0,2 Per l’indice di Shannon riscontriamo i valori massimi a Gressan e Donnas Poiana 1 0,6 (Tab. 6.19), ed è in quest’ultima area che si rileva il massimo indice di equiripartizione. Gheppio 1 0,2 1 0,3 La Tabella 6.19 fornisce l’elenco sistematico complessivo delle specie di uccelli contattate nei punti d’a- Falco pellegrino 1 0,2 scolto con prevalenza di meleti; per ogni specie vengono riportati il numero di punti d’ascolto in cui la Tortora dal collare 4 1,0 1 6,1 1 1,6 stessa è stata contattata e la sua abbondanza relativa. Cuculo 1 0,2 1 0,3 L’analisiRondone comunedelle curve di diversità-dominanza10 11,7 3 evidenzia3,0 3una maggiore13,6 complessità delle aree di St. Pierre e Gressan,Upupa seguite da St. Christophe2 0,4 e Donnas,2 ed1,3 una minima2 per1,8 le aree1 di Arnad6,5 e Chambave (Fig. 6.38). In Picchio Figura verde 6.39 e Tabella 6.204 vengono0,8 riportati i valori1 di similarità0,9 qualitativa e quantitativa tra le orni- tocenosiPicchio rosso delleTabella maggiore diverse 6.17. Valoriaree. 1 Qualitativamentedi similarità0,2 calcolati le per aree i vigneti di3 St. suddivisi Pierre5,5 e in Gressan base all’esposizione si discostano prevalente. nettamente dalle altre,Rondine tra le quali Arnad e Chambave6 In4,2 rosso risultano confronto9 6,9più quantitativo, prossime. in Quantitativamente blu qualitativo. osserviamo una situazione

sostanzialmenteBalestruccioArea identica maEsposizione8 speculare. 14,1 6 Esposizione7,9 2 Esposizione3,6 Cresta Fondovalle EsaminandoBallerina gialla l’alimentazione settentrionale2 preferenziale0,4 delle occidentale specie contattate meridionale in periodo riproduttivo nei meleti possia - moBallerinaEsposizione osservare bianca settentrionale come il 48% di7 queste3,0 si nutra7 preferenzialmente4,6 251 1,8 di invertebrati, 39 ed un altro28 21% in alternanza1 1,623 conScriccioloEsposizione elementi occidentale vegetali; mentre,1 considerando0,2 668 la biomassa ornitica insistente 52 sui meleti11 dell’area indagata, 12 104 509 59 46 possiamoPettirossoEsposizione osservare meridionale come il1 36% 0,2 si nutra di invertebrati e vegetali, mentre solo il 16% di questa seleziona Cresta 1310 2200 1497 15 esclusivamenteUsignolo invertebrati 6(Fig. 1,8 6.40). 5 2,0 1 0,9 1 3,2 354 583 282 1667 CodirossoFondovalle 4 0,8 1 0,7 1 3,0 1 1,6 spazzacamino Codirosso comuneTabella 6.18. Principali6 1,2 parametri 1 di comunità0,3 rilevati nei meleti delle1 differenti3,2 aree indagate. 1 8,2 SaltimpaloVengono riportati il numero1 0,2rilievi "point counts " di 10' (N), il numero complessivo di specie rilevate (S), l’indice di diversità di Shannon (H’) e l’indice di equiripartizione (J’). Merlo 26 17,9 19 17,4 3 16,4 1 25,8 1 9,1 3 18,0 St. Pierre Gressan St. Christophe Chambave Arnad Donnas Cesena 2 1,0 N 26 20 3 1 1 3 Tordo bottaccio 1 0,3 1 0,9 S 37 31 20 10 8 21 Tordela 2 1,3 H' 2,68 2,72 2,43 1,66 1,58 2,72 Capinera 14 4,6 11 4,6 1 0,9 1 3,2 3 4,9 Figura 6.37. Dendrogrammi relativi alla similarità tra le ornitocenosi dei vigneti delle tre sezioni di fondovalle valdostano. J' 0,74 0,79 0,81 0,72 0,76 0,89 In alto analisi qualitativa, In basso analisi quantitativa. Tabella 6.19. Elenco sistematico delle specie contattate nei meleti dell’area di studio. Vengono indicati, per ogni specie, il numero di punti d’ascolto in cui è stata contattata (n° PC) e la sua abbondanza relativa (F%) in ogni area indagata.

St. Pierre Gressan St. Christophe Chambave Arnad Donnas Specie n° PC F% n° PC F% n° PC F% n° PC F% n° PC F% n° PC F% Sparviere 1 0,2 Poiana 1 0,6 Gheppio 1 0,2 1 0,3 Falco pellegrino 1 0,2 Tortora dal collare 4 1,0 1 6,1 1 1,6 186 Studio della comunità ornitica nidificante Cuculo 1 0,2 1 0,3 Studio della comunità ornitica nidificante 187 Rondone comune 10 11,7 3 3,0 3 13,6 Upupa 2 0,4 2 1,3 2 1,8 1 6,5 Picchio verde 4 0,8 1 0,9 Picchio rosso maggiore 1 0,2 3 5,5 Rondine 6 4,2 9 6,9 Balestruccio 8 14,1 6 7,9 2 3,6 Ballerina gialla 2 0,4 Ballerina bianca 7 3,0 7 4,6 1 1,8 1 1,6 Scricciolo 1 0,2 Pettirosso 1 0,2 Usignolo 6 1,8 5 2,0 1 0,9 1 3,2 Codirosso spazzacamino 4 0,8 1 0,7 1 3,0 1 1,6 Codirosso comune 6 1,2 1 0,3 1 3,2 1 8,2 Saltimpalo 1 0,2 Merlo 26 17,9 19 17,4 3 16,4 1 25,8 1 9,1 3 18,0 Cesena 2 1,0 Tordo bottaccio 1 0,3 1 0,9 Tordela 2 1,3 Capinera 14 4,6 11 4,6 1 0,9 1 3,2 3 4,9

Tabella 6.17. Valori di similarità calcolati per i vigneti suddivisi in base all’esposizione prevalente. In rosso confronto quantitativo, in blu qualitativo.

Area Esposizione Esposizione Esposizione Cresta Fondovalle settentrionale occidentale meridionale Esposizione settentrionale 25 39 28 23 Esposizione occidentale 668 52 11 12 Esposizione meridionale 104 509 59 46 Cresta 1310 2200 1497 15 Fondovalle 354 583 282 1667

Tabella 6.18. Principali parametri di comunità rilevati nei meleti delle differenti aree indagate. Vengono riportati il numero rilievi "point counts" di 10' (N), il numero complessivo di specie rilevate (S), l’indice di diversità di Shannon (H’) e l’indice di equiripartizione (J’).

St. Pierre Gressan St. Christophe Chambave Arnad Donnas N 26 20 3 1 1 3 S 37 31 20 10 8 21 H' 2,68 2,72 2,43 1,66 1,58 2,72 J' 0,74 0,79 0,81 0,72 0,76 0,89

Tabella 6.19. Elenco sistematico delle specie contattate nei meleti dell’area di studio. Vengono indicati, per ogni specie, il numero di punti d’ascolto in cui è stata contattata (n° PC) e la sua abbondanza relativa (F%) in ogni area indagata.

St. Pierre Gressan St. Christophe Chambave Arnad Donnas Specie n° PC F% n° PC F% n° PC F% n° PC F% n° PC F% n° PC F% Sparviere 1 0,2 Poiana 1 0,6 Gheppio 1 0,2 1 0,3 Falco pellegrino 1 0,2 Tortora dal collare 4 1,0 1 6,1 1 1,6 Cuculo 1 0,2 1 0,3 Rondone comune 10 11,7 3 3,0 3 13,6 Upupa 2 0,4 2 1,3 2 1,8 1 6,5 Picchio verde 4 0,8 1 0,9 Picchio rosso maggiore 1 0,2 3 5,5 Rondine 6 4,2 9 6,9 Balestruccio 8 14,1 6 7,9 2 3,6 Ballerina gialla 2 0,4 esposizione settentrionaleSt. Pierre GressanesposizioneSt. occidentale Christophe esposizioneChambave meridionaleArnad crestaDonnas fondovalle Ballerina bianca 7 3,0 7 4,6 1 1,8 1 1,6 Scricciolo 1 0,2 Pettirosso 1 0,2 Figura 6.38. Curve di diversità-dominanza calcolate per i meleti delle differenti aree indagate. Usignolo 6 1,8 5 2,0 1 0,9 1 3,2 Codirosso spazzacamino 4 0,8 1 0,7 1 3,0 1 1,6 Codirosso comune 6 1,2 1 0,3 1 3,2 1 8,2 Saltimpalo 1 0,2 Merlo 26 17,9 19 17,4 3 16,4 1 25,8 1 9,1 3 18,0 Cesena 2 1,0 Tordo bottaccio 1 0,3 1 0,9 Tordela St. Pierre Gressan2 1,3 St. Christophe Chambave Arnad Donnas Specie Capinera n° PC14 F%4,6 n° PC11 F%4,6 n° PC1 F%0,9 n° PC1 F%3,2 n° PC F% n° PC3 F%4,9 Luì bianco 2 1,3 Luì piccolo 1 1,6 Pigliamosche 4 0,8 1 0,3 1 3,3 Codibugnolo 1 0,4 Cinciarella 1 0,2 2 5,5 1 3,2 1 1,6 Cinciallegra 8 3,0 6 3,9 2 3,6 1 3,2 2 8,2 Cincia dal ciuffo 1 0,3 Cincia mora 1 0,3 Cincia bigia 1 0,2 1 1,6 Picchio muratore 1 0,2 1 0,9 1 1,6 Ghiandaia 4 0,8 4 1,3 2 1,8 1 3,2 1 3,0 Gazza 1 1,6 Cornacchia nera 7 3,2 6 3,3 2 4,5 Corvo imperiale 1 1,6 Storno 3 2,6 6 3,0 1 4,9 Passera d'Italia 18 17,1 11 21,3 3 26,4 1 45,2 1 45,5 2 11,5 Passera mattugia 4 2,0 4 1,6 1 3,6 1 24,2 1 4,9 Fringuello 6 1,2 15 6,6 2 4,5 3 11,5 Verzellino 3 0,6 6 2,0 1 3,3 Verdone 1 0,3 1 0,9 1 3,0 2 3,3 Figura 6.39. Dendrogrammi relativi alla similarità tra le ornitocenosi dei meleti delle differenti aree indagate. In alto analisi Cardellino 7 3,4 4 1,6 2 1,8 1 3,2 1 6,1 1 3,3 qualitativa, In basso analisi quantitativa. Fanello 1 0,3 Zigolo nero 2 0,4 1 0,7

Tabella 6.20. Valori di similarità calcolati per i meleti delle differenti aree indagate. In rosso confronto quantitativo, in blu qualitativo.

Area Arnad Chambave Gressan Donnas St. Christophe St. Pierre Arnad188 Studio della comunità ornitica nidificante10 25 15 16 31 Studio della comunità ornitica nidificante 189 Chambave 1024 23 17 12 27 Gressan 1488 909 24 19 22 Donnas 2001 1546 408 19 24 St. Christophe 1236 784 319 722 21 St. Pierre 1848 1300 189 639 326

St. Pierre Gressan St. Christophe Chambave Arnad Donnas Specie n° PC F% n° PC F% n° PC F% n° PC F% n° PC F% n° PC F% Luì bianco 2 1,3 Luì piccolo 1 1,6 Pigliamosche 4 0,8 1 0,3 1 3,3 Codibugnolo 1 0,4 Cinciarella 1 0,2 2 5,5 1 3,2 1 1,6 Cinciallegra 8 3,0 6 3,9 2 3,6 1 3,2 2 8,2 Cincia dal ciuffo 1 0,3 Cincia mora 1 0,3 Cincia bigia 1 0,2 1 1,6 Picchio muratore 1 0,2 1 0,9 1 1,6 Ghiandaia 4 0,8 4 1,3 2 1,8 1 3,2 1 3,0 Gazza 1 1,6 Cornacchia nera 7 3,2 6 3,3 2 4,5 Corvo imperiale 1 1,6 Storno 3 2,6 6 3,0 1 4,9 Passera d'Italia 18 17,1 11 21,3 3 26,4 1 45,2 1 45,5 2 11,5 Passera mattugia 4 2,0 4 1,6 1 3,6 1 24,2 1 4,9 Fringuello 6 1,2 15 6,6 2 4,5 3 11,5 Verzellino 3 0,6 6 2,0 1 3,3 Verdone 1 0,3 1 0,9 1 3,0 2 3,3 Cardellino 7 3,4 4 1,6 2 1,8 1 3,2 1 6,1 1 3,3 Fanello 1 0,3 Zigolo nero 2 0,4 1 0,7

Tabella 6.20. Valori di similarità calcolati per i meleti delle differenti aree indagate. 6.4.5. Le specie dominanti In rosso confronto quantitativo, in blu qualitativo.

Area Arnad Chambave Gressan Donnas St. Christophe St. Pierre Di seguito viene proposta una breve sintesi di quanto rilevato per le cinque specie che presentano la mag- Arnad 10 25 15 16 31 giore diffusione sia come abbondanza che distribuzione: Merlo, Capinera, Cinciallegra, Passera d’Italia e Chambave 1024 23 17 12 27 Gressan 1488 909 24 19 22 Fringuello. Donnas 2001 1546 408 19 24 Il Merlo (Fig. 6.41) presenta abbondanze e densità elevate in tutti gli ambienti considerati; unica eccezione St. Christophe 1236 784 319 722 21 è rappresentata da brughiere e cespuglieti, dove riscontriamo i massimi valori di abbondanza ed i minimi di St. Pierre 1848 1300 189 639 326 densità. Abbondante nella fascia altitudinale compresa tra i 601 ed i 700 metri s.l.m. e nelle aree di Morgex e St. Pierre. Dieta onnivora Animali 4% La Capinera (Fig. 6.42) è particolarmente abbondante nella fascia altitudinale compresa tra i 601 ed i 700 2% Vertebrati metri s.l.m. delle aree di St. Pierre, Gressan e Morgex, in ambienti boscati ed aree seminaturali. Le massime 6% densità si riscontrano nelle tipologie ambientali riconducibili a vegetazione boschiva ed arbustiva in evolu- Semi 19% zione, boschi di latifoglie e misti. Abbondante in molte delle aree indagate nella fascia altitudinale compresa tra i 601 ed i 700 metri s.l.m., ed in particolare in quella di Montjovet, la Cinciallegra (Fig. 6.43) preferisce le aree boscate e seminaturali ed i mosaici agrari, dove rileviamo buoni valori sia di abbondanza che densità. Specie tipicamente sinantropa, la Passera d’Italia (Fig. 6.44) è abbondante, con densità decisamente eleva- te, nelle aree edificate, ed in particolare nelle fasce altitudinali tra i 301 ed i 400 e tra i 601 ed i 700 metri s.l.m. Tra le aree indagate rileviamo la massima abbondanza nell’area di Donnas e la minima in quella di Morgex. Il Fringuello (Fig. 6.45) risulta essere più abbondante nelle aree di Arnad e Gressan, alle quote comprese tra i 601 ed i 700 metri s.l.m. ed in ambienti caratterizzati dalla presenza di boschi misti, vegetazione boschiva ed arbustiva in evoluzione, mosaici agrari e frutteti. Elevate densità sono state rilevate in mosaici agrari, boschi di latifoglie e misti, vigneti e frutteti. Vegetali ed Invertebrati Invertebrati 48% 21%

Frutteti Numero di specie

Animali Vertebrati 4% 2% Invertebrati 16%

Dieta onnivora 28% Merlo Cinciallegra

Figura 6.40. Alimentazione preferenziale delle specie contattate negli ambienti caratterizzati da prevalenza di meleti, espressa come percentuale del numero di Vegetali ed specie contattate (in alto) e della biomassa Semi Invertebrati 14% 36% dell’ornitocenosi (in basso). Frutteti Passera d’Italia Fringuello Biomassa

190 Studio della comunità ornitica nidificante Studio della comunità ornitica nidificante 191 Merlo Turdus merula Capinera Sylvia atricapilla N° di PC: 402 N° ind.: 1.285 F%: 11,58 H’: 0,25 N° di PC: 222 N° ind.: 340 F%: 6,39 H’: 0,18

12 25 10 20 8 15 F% 6 F% 4 10 2 5 0 0 Aree Aree Vigneti Frutteti Prati stabili Mosaici Boschi di Boschi misti Brughiere e Veget. Aree edificate Aree edificate Vigneti Frutteti Prati stabili Mosaici agrari Boschi di Boschi misti Brughiere e Veget. edificate edificate agrari latifoglie cespuglieti boschiva e urbane extra-urbane latifoglie cespuglieti boschiva e urbane extra-urbane arbustiva in arbustiva in evoluzione evoluzione Superfici artificiali Zone agricole Boschi ed aree semi-naturali Superfici artificiali Zone agricole Boschi ed aree semi-naturali

Donnas 1001:1100

Donnas 1001:1100 Arnad 901:1000

801: 900 Arnad 901:1000 Montjovet

801: 900 701: 800 Montjovet Chambave 601: 700

701: 800 Area Quota Chambave St. Christophe 601: 700 501: 600 Area Quota St. Christophe Gressan 501: 600 401: 500

Gressan 401: 500 St. Pierre 301: 400

201: 300 St. Pierre 301: 400 Morgex

201: 300 0 5 10 15 20 25 30 35 Morgex 0 1 2 3 4 5 6 7 F % F% 0 5 10 15 20 25 30 0 5 10 15 20 25 F % F%

40 35 30 25 70 20 60 15 50 100ha / CP 10 40 5 30 0

CP / 100ha / CP 20 Aree Aree Vigneti Frutteti Prati stabili Mosaici Boschi di Boschi misti Brughiere e Veget. 10 edificate edificate agrari latifoglie cespuglieti boschiva e 0 urbane extra-urbane arbustiva in Aree Aree Vigneti Frutteti Prati stabili Mosaici Boschi di Boschi misti Brughiere e Veget. evoluzione edificate edificate agrari latifoglie cespuglieti boschiva e Superfici artificiali Zone agricole Boschi ed aree semi-naturali urbane extra-urbane arbustiva in evoluzione Superfici artificiali Zone agricole Boschi ed aree semi-naturali Figura 6.42. Capinera. Per questa specie dominante vengono riportati il numero di punti d’ascolto in cui la specie è stata contattata (N° PC), il numero di individui contattati (N° ind.), la frequenza percentuale della specie (F%), il contributo all’indice di diversità apportato dalla specie (H’) e, raffigurati mediante grafici, l’abbondanza relativa negli ambienti Figura 6.41. Merlo. Per questa specie dominante vengono riportati il numero di punti d’ascolto in cui la specie è stata principali (in alto), l’abbondanza relativa nelle principali aree (al centro a sinistra), l’abbondanza relativa alle differenti contattata (N° PC), il numero di individui contattati (N° ind.), la frequenza percentuale della specie (F%), il contributo quote (al centro a destra), la densità negli ambienti principali espressa come numero di coppie per 100 ha (in basso). all’indice di diversità apportato dalla specie (H’) e, raffigurati mediante grafici, l’abbondanza relativa negli ambienti principali (in alto), l’abbondanza relativa nelle principali aree (al centro a sinistra), l’abbondanza relativa alle differenti quote (al centro a destra), la densità negli ambienti principali espressa come numero di coppie per 100 ha (in basso).

192 Studio della comunità ornitica nidificante Studio della comunità ornitica nidificante 193 Cinciallegra Parus major Passera d’Italia Passer domesticus italiae N° di PC: 210 N° ind.: 337 F%: 6,05 H’: 0,17 N° di PC: 259 N° ind.: 1.825 F%: 7,46 H’: 0,19

12 12 10 10 8 8 F% 6 F% 6 4 4 2 2 0 0 Aree Aree Vigneti Frutteti Prati stabili Mosaici Boschi di Boschi misti Brughiere e Veget. Aree Aree Vigneti Frutteti Prati stabili Mosaici Boschi di Boschi misti Brughiere e Veget. edificate edificate agrari latifoglie cespuglieti boschiva e edificate edificate agrari latifoglie cespuglieti boschiva e urbane extra-urbane arbustiva in urbane extra-urbane arbustiva in evoluzione evoluzione

Superfici artificiali Zone agricole Boschi ed aree semi-naturali Superfici artificiali Zone agricole Boschi ed aree semi-naturali

Donnas 1001:1100 Donnas 1001:1100

Arnad 901:1000 Arnad 901:1000

801: 900 Montjovet 801: 900 Montjovet 701: 800 701: 800 Chambave Chambave 601: 700 Area Quota 601: 700 Area St. Christophe Quota 501: 600 St. Christophe 501: 600

Gressan 401: 500 Gressan 401: 500

St. Pierre 301: 400 St. Pierre 301: 400

201: 300 Morgex 201: 300 Morgex 0 5 10 15 20 25 30 0 1 2 3 4 5 6 7 0 5 10 15 20 25 30 F % 0 5 10 15 20 25 30 35 F% F % F%

30 300 25 250 20 200 15 150

CP / 100ha / CP 10

CP / 100ha / CP 100 5 50 0 0 Aree Aree Vigneti Frutteti Prati stabili Mosaici Boschi di Boschi misti Brughiere e Veget. Aree Aree Vigneti Frutteti Prati stabili Mosaici Boschi di Boschi misti Brughiere e Veget. edificate edificate agrari latifoglie cespuglieti boschiva e edificate edificate agrari latifoglie cespuglieti boschiva e urbane extra-urbane arbustiva in urbane extra-urbane arbustiva in evoluzione evoluzione Superfici artificiali Zone agricole Boschi ed aree semi-naturali Superfici artificiali Zone agricole Boschi ed aree semi-naturali

Figura 6.43. Cinciallegra. Per questa specie dominante vengono riportati il numero di punti d’ascolto in cui la specie è sta- Figura 6.44. Passera d’Italia. Per questa specie dominante vengono riportati il numero di punti d’ascolto in cui la spe- ta contattata (N° PC), il numero di individui contattati (N° ind.), la frequenza percentuale della specie (F%), il contributo cie è stata contattata (N° PC), il numero di individui contattati (N° ind.), la frequenza percentuale della specie (F%), il all’indice di diversità apportato dalla specie (H’) e, raffigurati mediante grafici, l’abbondanza relativa negli ambienti contributo all’indice di diversità apportato dalla specie (H’) e, raffigurati mediante grafici, l’abbondanza relativa negli principali (in alto), l’abbondanza relativa nelle principali aree (al centro a sinistra), l’abbondanza relativa alle differenti ambienti principali (in alto), l’abbondanza relativa nelle principali aree (al centro a sinistra), l’abbondanza relativa alle quote (al centro a destra), la densità negli ambienti principali espressa come numero di coppie per 100 ha (in basso). differenti quote (al centro a destra), la densità negli ambienti principali espressa come numero di coppie per 100 ha (in basso).

194 Studio della comunità ornitica nidificante Studio della comunità ornitica nidificante 195 Fringuello Fringilla coelebs 6.5 Conclusioni

N° di PC: 181 N° ind.: 277 F%: 5,21 H’: 0,15 La comunità ornitica rilevata nell’area di studio appare decisamente ricca (79 specie) e ben diversificata (indice di Shannon 3,52). Il numero di specie contattate nel corso dell’indagine rappresenta infatti il 56,8% 9 8 di quelle segnalate per le Alpi italiane da Brichetti e Gariboldi (1992) (139 specie), il 61,2% di quelle che si 7 6 riproducono nella regione Valle d’Aosta (129 specie) ed il 77,5% di quelle nidificanti nel fondovalle valdo- 5 F% 4 3 stano (102 specie) (Bocca e Maffei, 1997; Maffei e Bocca, 2001). Tali valori, valutati unitamente al rispet- 2 1 tivo valore ornitologico nazionale (Fig. 6.46), pongono l’area in una prospettiva di tutto rispetto; soprattutto 0 Aree Aree Vigneti Frutteti Prati stabili Mosaici Boschi di Boschi misti Brughiere e Veget. considerando il fatto che essi derivano esclusivamente da censimenti puntuali e standardizzati, e non, come edificate edificate agrari latifoglie cespuglieti boschiva e negli altri casi di confronto, dall’insieme di svariate metodiche volte alla realizzazione di check-list delle urbane extra-urbane arbustiva in evoluzione singole unità di rilevamento, piuttosto che alla ricerca di specie rare e localizzate. Andando poi a conside-

Superfici artificiali Zone agricole Boschi ed aree semi-naturali rare la ricchezza specifica delle singole aree indagate nel corso dello studio, e relazionandola alla superficie delle stesse (Fig. 6.47), si evidenzia come questa assuma un andamento lineare dipendente dall’estensione, seguendo la teoria della biogeografia insulare (MacArthur e Wilson, 1967), e confermando ulteriormente la bontà del campione rispetto a quelli di confronto, basato su superfici ben più vaste. Donnas 1001:1100

Arnad 901:1000

801: 900 Montjovet

701: 800 VN medio Chambave 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 601: 700 Area Quota St. Christophe 501: 600 Area di studio Gressan 401: 500

St. Pierre 301: 400 Fondovalle valdostano 201: 300 Morgex

0 5 10 15 20 25 30 0 2 4 6 8 F % F% Valle d'Aosta

18 16 Alpi italiane 14 12 10 8 0 20 40 60 80 100 120 140 160

CP / 100ha / CP 6 4 N° di specie nidificanti 2 0 Aree Aree Vigneti Frutteti Prati stabili Mosaici Boschi di Boschi misti Brughiere e Veget. N° specie nidificanti VN medio edificate edificate agrari latifoglie cespuglieti boschiva e urbane extra-urbane arbustiva in evoluzione Superfici artificiali Zone agricole Boschi ed aree semi-naturali Figura 6.46. Numero di specie contattate in periodo riproduttivo e valore ornitologico nazionale medio (VN medio) dell’area di studio confrontati con gli analoghi valori del fondovalle valdostano, dell’intera Valle d’Aosta (Maffei e Bocca, 2001) e delle Alpi italiane (Brichetti e Gariboldi, 1992). Figura 6.45. Fringuello. Per questa specie dominante vengono riportati il numero di punti d’ascolto in cui la specie è stata contattata (N° PC), il numero di individui contattati (N° ind.), la frequenza percentuale della specie (F%), il contributo all’indice di diversità apportato dalla specie (H’) e, raffigurati mediante grafici, l’abbondanza relativa negli ambienti principali (in alto), l’abbondanza relativa nelle principali aree (al centro a sinistra), l’abbondanza relativa alle differenti quote (al centro a destra), la densità negli ambienti principali espressa come numero di coppie per 100 ha (in basso).

196 Studio della comunità ornitica nidificante Studio della comunità ornitica nidificante 197 Averla piccola Lanius collurio

65 N° di PC: 15 N° ind.: 15 F%: 0,35 H’: 0,02

60 4 S. Pierre S. Christophe 3 55 2 Gressan 50 100ha / CP 1 y = 0,0253x + 40,642

N° di specie N° di Morgex 2 Pont S. Martin R = 0,7663 0 45 Aree Aree Vigneti Frutteti Prati stabili Mosaici Boschi di Boschi misti Brughiere e Veget. Arnad Chambave Berriaz edificate edificate agrari latifoglie cespuglieti boschiva e 40 urbane extra-urbane arbustiva in evoluzione

35 Superfici artificiali Zone agricole Boschi ed aree semi-naturali 0 100 200 300 400 500 600 700 800 Superficie in ettari

Donnas Figura 6.47. Relazione tra numero di specie nidificanti e superficie nelle otto aree indagate. 2 Vengono visualizzate la retta di regressione, la sua equazione ed il valore del coefficiente di determinazione (R ). Arnad

Montjovet Considerando l’avifauna dal punto di vista conservazionistico, possiamo rilevare come, tra le specie con- Figura 6.48. Averla piccola (in basso: un maschio). tattate, otto (Coturnice, Falco pecchiaiolo, Nibbio bruno, Biancone, Aquila reale, Pellegrino, Tottavilla ed Chambave Vengono riportati il numero di punti d’ascolto in cui la

Averla piccola) siano incluse nell’allegato 1 della direttiva 2009/147/CE (Direttiva ‘Uccelli’); mentre sono Area specie è stata contattata (N° PC), il numero di individui St. Christophe contattati (N° ind.), la frequenza percentuale della specie 25 le specie per le quali la conservazione risulta di particolare importanza per l’Europa (BirdLife Interna- (F%), il contributo all’indice di diversità apportato dalla tional 2004): sette SPEC 2 (Coturnice, Picchio verde, Tottavilla, Codirosso comune, Luì bianco, Cincia dal Gressan specie (H’) e, raffigurati mediante grafici, la densità negli ciuffo e Fanello) e 18 SPEC 3 (Quaglia comune, Nibbio bruno, Biancone, Aquila reale, Gheppio, Tortora ambienti principali espressa come numero di coppie per selvatica, Upupa, Torcicollo, Allodola, Rondine, Balestruccio, Pigliamosche, Cincia bigia, Averla piccola, St. Pierre 100 ha (in alto) e l’abbondanza relativa nelle principali aree (a sinistra. Storno, Passera oltremontana, Passera mattugia e Zigolo muciatto). Tra queste, risultano essere di partico- Morgex lare rilevanza nell’ambito degli agro-ecosistemi, Tottavilla, Averla piccola e Codirosso comune. La Tottavilla, specie con popolazioni in decremento in vaste zone d’Europa, è molto localizzata in Valle 0 0,1 0,2 0,3 0,4 0,5 0,6 0,7 d’Aosta (Maffei e Bocca, 2001). Nel corso delle indagini è stata contattata in una sola occasione, il 7.6.2007 F% nell’area botanico-entomologica sita nei pressi della località Mont Torretta (area di St. Pierre), con due maschi territoriali in canto. In forte diminuzione in tutto il suo areale europeo, l’Averla piccola (Fig. 6.48) è ancora ben rappresentata nel fondovalle valdostano con frequenze di osservazione piuttosto elevate (Maffei e Bocca, 2001). Contat- tata in tutte le aree indagate, con un’abbondanza relativa decisamente superiore per Morgex, è presente con densità elevate soprattutto negli ambienti di brughiera e cespuglieti e nei vigneti. Ben distribuito ed abbondante in tutta l’area di studio, il Codirosso comune (Fig. 6.49) è particolarmente abbondante a Chambave e Morgex, preferendo gli ambienti caratterizzati dalla presenza di aree edificate, vigneti e boschi misti.

198 Studio della comunità ornitica nidificante Studio della comunità ornitica nidificante 199 Codirosso comune Phoenicurus phoenicurus N° di PC: 109 N° ind.: 151 F%: 3,14 H’: 0,11 DU_AL1 0 1 2 3 4 5 6 7

20 18 16 14 Donnas 12 10 8 CP / 100ha / CP 6 4 Arnad 2 0 Aree Aree Vigneti Frutteti Prati stabili Mosaici Boschi di Boschi misti Brughiere e Veget. edificate edificate agrari latifoglie cespuglieti boschiva e Montjovet urbane extra-urbane arbustiva in evoluzione

Superfici artificiali Zone agricole Boschi ed aree semi-naturali Chambave Area St. Christophe

Donnas Gressan Arnad Figura 6.49. Codirosso comune (in basso: un maschio

Montjovet catturato durante attività di inanellamento a scopo scientifico). Vengono riportati il numero di punti d’ascolto St. Pierre

Chambave in cui la specie è stata contattata (N° PC), il numero di individui contattati (N° ind.), la frequenza percentuale Area Morgex St. Christophe della specie (F%), il contributo all’indice di diversità apportato dalla specie (H’) e, raffigurati mediante grafici, Gressan la densità negli ambienti principali espressa come numero 0 5 10 15 20 di coppie per 100 ha (in alto) e l’abbondanza relativa nelle St. Pierre principali aree (a sinistra. SPEC 2 e 3

Morgex SPEC 2 SPEC 3 DU_AL1

0 1 2 3 4 5 F% Figura 6.50. Numero di specie contattate nelle singole aree di studio che siano incluse in allegato 1 della direttiva 2009/147/CE (DU_AL1) o la cui conservazione risulti di particolare importanza per l’Europa (SPEC 2 e 3, secondo BirdLife International 2004).

Procedendo quindi ad un confronto della valenza conservazionistica manifestata dalle diverse aree inda- gate, possiamo riscontrare come quelle di St. Pierre e St. Christophe risultino particolarmente importanti, seguite da Gressan e dalle altre a scalare (Fig. 6.50 e Tab. 6.21). La stessa analisi effettuata per i principali ambienti evidenzia una maggiore rilevanza di vigneti, prati stabili ed aree edificate extra-urbane; non sono comunque da sottovalutare le aree con vegetazione boschiva ed arbustiva in evoluzione (Fig. 6.51). Volendo tracciare una valutazione ancora più oggettiva dell’importanza intrinseca delle diverse aree ed ambienti indagati, possiamo calcolare il rispettivo valore ornitologico. Dando maggiore rilevanza al valore nazionale medio, più utile per confrontare zone con differente estensione territoriale, vediamo come, tra le aree, a St. Pierre, Chambave e St. Christophe si rilevino i valori più alti (Fig. 6.52); tra le tipologie am- bientali più rappresentate sembrano avere la maggiore importanza avifaunistica i vigneti e le aree boscate e seminaturali, seguiti da frutteti, prati stabili ed aree edificate extra-urbane (Fig. 6.53). Dalla valutazione complessiva di questi indici si può quindi concludere che i vigneti siano, nell’area di studio, tra le tipologie ambientali più biodiversificate e di maggiore interesse conservazionistico. È quindi su questi ultimi e sui frutteti, importanti dal punto di vista agronomico, che ci si è concentrati per ulteriori approfondimenti.

200 Studio della comunità ornitica nidificante Studio della comunità ornitica nidificante 201 in un eventuale contesto di lotta integrata, come evidenziato in meleti trentini da Caldonazzi et al. (2001). DU_AL1 Inoltre, dato che il 27,3% delle specie rinvenute nei vigneti ed il 33,3% di quelle dei meleti nidificano in ca- 0 1 2 3 4 5 6 7 vità, la densità di uccelli utili, come Codirosso comune, Cinciarella e Cinciallegra, può essere ulteriormente incrementata con il posizionamento di apposite cassette nido, ottenendo così una maggiore predazione di Veget. boschiva e arbustiva in evoluzione insetti dannosi quali, ad esempio, Amphipira pyramidea e Lymantria dispar.

Brughiere e cespuglieti VN 0 500 1000 1500 2000 2500 Boschi misti

Boschi ed aree semi-naturali aree edBoschi Donnas Boschi di latifoglie

Arnad Mosaici agrari (coltivi annuali, pascoli e colture arboree)

Montjovet Prati stabili

Chambave

Zone agricole Zone Frutteti Area

St. Christophe Vigneti

Gressan Aree edificate extra-urbane

Aree edificate urbane St. Pierre Superfici artificiali Superfici

0 5 10 15 20 25 Morgex SPEC 2 e 3

20 25 30 35 40 SPEC 2 SPEC 3 DU_AL1 VN medio e VN(fu)

VN(fu) VN medio VN Figura 6.51. Numero di specie contattate nelle singole aree di studio che siano incluse in allegato 1 della direttiva 2009/147/CE (DU_AL1) o la cui conservazione risulti di particolare importanza per l’Europa (SPEC 2 e 3, secondo BirdLife International 2004). Figura 6.52. Valore nazionale (VN), valore nazionale medio (VN medio) e valore nazionale corretto dall’abbondanza specifica (VN(fu)), calcolati per le differenti aree indagate.

Tra i vigneti delle diverse aree indagate emerge un maggiore valore ornitologico medio per quelli siti nelle Dando uno sguardo alla situazione generale, vediamo come il sesto programma di azione europeo “Am- aree di Donnas e Chambave (Fig. 6.54), mentre, considerando le principali sezioni risulta più importante la biente 2010: il nostro futuro, la nostra scelta”, individua nell’uso razionale delle risorse ambientali e nella media Valle (Fig. 6.55). Per quanto riguarda l’esposizione prevalente si delinea una maggiore rilevanza per salvaguardia degli ecosistemi, integrati con obiettivi socio-economici, i presupposti essenziali dello svilup- i vigneti rivolti a meridione, ma anche quelli di cresta, settentrionali ed occidentali riportano buoni valori po sostenibile. Inoltre, negli ultimi anni, si è andata sempre più affermando la necessità di svolgere attività (Fig. 6.56). Tra le aree a frutteto spiccano invece per importanza quelle localizzate a St. Pierre e Gressan, di controllo con cui verificare lo “stato di salute” di specie ed habitat meritevoli di tutela e potenzialmente ma anche a St. Christophe i valori sono discreti (Fig. 6.57). minacciati da un’ampia gamma di fattori limitanti, sia di origine umana che naturali. Tale fine è perseguibile Dal punto di vista ecologico si è poi riscontrato come il 62% delle specie contattate nell’area di studio attuando attività di monitoraggio, le quali permettono di documentare lo stato di popolazioni e specie, for- durante il periodo riproduttivo (Fig. 6.58), manifestino una netta preferenza alimentare nei confronti degli nendo quindi i primi strumenti cognitivi per identificare difficoltà, collegarle a fattori ad impatto negativo invertebrati (46%) o di vegetali ed invertebrati (16%), e che tali specie rappresentano il 49% della biomassa e, ove possibile, impostare iniziative di rimedio. Gli studi volti al monitoraggio dell’avifauna, individuata ornitica; tali valori salgono poi al 64% nei vigneti (Fig. 6.33) e ben al 69% nei meleti (Fig. 6.40). Conside- quale migliore indicatore di biodiversità ed integrità degli ecosistemi, possono quindi servire a proteggere, rando che, ad esempio, nell’area di studio per le sole cinciallegre si può stimare, in una singola stagione ri- gestire, regolare ed eventualmente sfruttare queste risorse. produttiva (Cramp e Perrins, 1993), un consumo di 216 grammi/ha di invertebrati nei vigneti e 188 grammi/ ha nei meleti, dove predano per l’87% Lepidotteri, ed in particolare Tortricidae, Noctuidae e Geometridae (Monticelli e Toffoli 2000), è facile intuire l’importanza che l’avifauna riveste nella catena alimentare ed

202 Studio della comunità ornitica nidificante Studio della comunità ornitica nidificante 203 In questo contesto può quindi essere decisamente vantaggioso attuare, anche localmente, un monitoraggio

VN dell’avifauna nidificante negli agro-ecosistemi mediante l’applicazione dei criteri e delle metodiche indivi- 0 500 1000 1500 2000 2500 duati a livello europeo quali indici qualitativi degli ambienti agricoli e forestali. Facendo ciò si otterrebbe, non solo la qualificazione della realtà attuale, ma anche, fornendo indicazioni gestionali e programmatiche Veget. boschiva e arbustiva in evoluzione finalizzate ad ottimizzare e ‘personalizzare’ le possibilità di intervento, la messa a punto di strumenti di aiuto alla decisione, i quali permetterebbero di agire localmente ponderando in maniera oggettiva i processi Brughiere e cespuglieti che sfociano in azioni concrete sul territorio valutandone i risultati con cognizione di causa. Si può dunque concludere che lo studio svolto per il monitoraggio e la caratterizzazione dell’avifauna ni- Boschi misti dificante nell’ambito del progetto “La biodiversità nei sistemi agricoli valdostani” ha precorso i tempi, ben adattandosi alle nuove necessità e costituendo una base cognitiva di innegabile importanza.

Boschi edsemi-naturali aree Boschi di latifoglie

Mosaici agrari (coltivi annuali, pascoli e colture arboree) VN 0 200 400 600 800 1000 1200 1400 1600 Prati stabili Donnas

Zone agricole Frutteti

Arnad Vigneti

Aree edificate extra-urbane Montjovet

Aree edificate urbane St. Christophe Superfici artificiali

20 25 30 35 40 Area VN medio e VN(fu) Chambave

VN(fu) VNmedio VN Gressan

Figura 6.53. Valore nazionale (VN), valore nazionale medio (VN medio) e valore nazionale corretto dall’abbondanza spe- St. Pierre cifica (VN(fu)), calcolati per le principali tipologie ambientali dell’area di studio.

Grazie ai dati raccolti attraverso il progetto MITO2000 (Monitoraggio ITaliano Ornitologico, www. Morgex mito2000.it), relativo al monitoraggio degli uccelli nidificanti in Italia, sono state rilevate informazioni im- portanti sulla distribuzione di 103 specie comuni. Dalle indicazioni raccolte nel periodo 2000-2013, risulta 20 25 30 35 40 una certa tendenza alla diminuzione delle specie legate agli agroecosistemi propriamente detti. Infatti solo VN medio e VN(fu) per il 14,3% delle specie è stata riscontrata una situazione di stabilità delle popolazioni, mentre il 35,7% VN(fu) VN medio VN risulta in aumento ed il 46,4% ha una tendenza negativa di medio periodo, seguendo le stesse dinamiche che sono in atto già da tempo a livello continentale. Ciò ben evidenzia come le pratiche e le politiche agricole portate avanti finora non siano quindi sostenibili, a causa dell’intensificazione della produzione, dell’uso di Figura 6.54. Valore nazionale (VN), valore nazionale medio (VN medio) e valore nazionale corretto prodotti chimici e dell’abbandono delle attività agricole nelle aree svantaggiate come le montagne (dove, dall’abbondanza specifica (VN(fu)), calcolati per i vigneti delle differenti aree indagate. considerando l’indicatore relativo alle specie legate alle praterie montane che presenta una marcata tenden- za alla diminuzione, pare di assistere ad un generalizzato stato di crisi di questi sistemi). Tra le specie mo- nitorate in questi sistemi risultano maggiormente a rischio: Torcicollo, Calandrella, Cappellaccia, Allodola, Rondine, Cutrettola, Saltimpalo, Averla piccola, Passera d’Italia, Passera mattugia, Cardellino e Verdone. Emerge quindi chiaramente come gli uccelli possano rappresentare un termometro per lo stato di salute dell’ambiente agricolo. Proprio per questo motivo la Commissione Europea ha adottato come strumento di monitoraggio il cosiddetto “Farmland Bird Index”, un indice di biodiversità e di qualità della vita che misura lo stato e gli andamenti delle popolazioni di uccelli che vivono nelle aree agricole.

204 Studio della comunità ornitica nidificante Studio della comunità ornitica nidificante 205 VN VN 0 500 1000 1500 2000 2500 0 200 400 600 800 1000 1200 1400

alta Valle Donnas

media Valle Arnad

bassa Valle Chambave Area 20 25 30 35 40 VN medio e VN(fu) St. Christophe

VN(fu) VN medio VN

Gressan

Figura 6.55. Valore nazionale (VN), valore nazionale medio (VN medio) e valore nazionale corretto dall’abbondanza specifica (VN(fu)), calcolati per i vigneti suddivisi per sezione di fondovalle. St. Pierre

20 25 30 35 40 VN medio e VN(fu) VN VN(fu) VN medio VN 0 500 1000 1500 2000 2500

Figura 6.57. Valore nazionale (VN), valore nazionale medio (VN medio) e valore nazionale corretto dall’abbondanza alta Valle specifica (VN(fu)), calcolati per i meleti delle differenti aree indagate.

media Valle

bassa Valle

20 25 30 35 40 VN medio e VN(fu)

VN(fu) VN medio VN

Figura 6.56. Valore nazionale (VN), valore nazionale medio (VN medio) e valore nazionale corretto dall’abbondanza spe- cifica (VN(fu)), calcolati per i vigneti suddivisi per esposizione prevalente.

206 Studio della comunità ornitica nidificante Studio della comunità ornitica nidificante 207

Vertebrati / Aria Vertebrati / Suolo Animali / Suolo Tabella 6.21. Elenco sistematico delle specie contattate, suddivise per area indagata, incluse in allegato 1 della direttiva 4% 4% 1% Invertebrati / Acqua 2009/147/CE (DU) o la cui conservazione risulti di particolare importanza per l’Europa (SPEC 2 e 3, secondo BirdLife Animali morti / Suolo International, 2004). Per la descrizione delle rispettive categorie vedi la legenda alla Tabella 6.3. 1% 1% St. St. Specie SPEC DU Morgex Gressan Chambave Montjovet Arnad Donnas Invertebrati / Aria Pierre Christophe Dieta onnivora / Suolo 8% Coturnice 2 1, 2a x 1% Dieta onnivora / Quaglia Invertebrati / Canne e 3 2b x x x x Indifferente comune alte erbe 3% Falco 1% pecchiaiolo * 1 x x x x Nibbio bruno 3 1 x Semi / Suolo Biancone 3 1 x 23% Invertebrati / Chioma cespugli e/o alberi Aquila reale 3 1 x x x 14% Gheppio 3 x x x x x x Falco pellegrino 1 x x x x x Vegetali ed Invertebrati / Sui Tortora Invertebrati / Suolo selvatica 3 2b x tronchi o grossi rami 13% Upupa 3% 3 x x x x x Torcicollo 3 x x x x Vegetali ed Invertebrati / Suolo Picchio verde 2 x x x x x x x x Invertebrati / Chioma 19% Tottavilla 2 1 x cespugli e/o alberi Allodola 3 2b x x x 4% Rondine 3 x x x x x x Alimentazione prevalente e Balestruccio 3 x x x x x x x x strato di ricerca del cibo Codirosso 2 x x x x x x x x Numero di specie comune Luì bianco 2 x x x x x Pigliamosche 3 x x x x x x x Animali Cincia dal 2 x x Animali morti 3% Vertebrati ciuffo (necrofagi) 5% Cincia bigia 3 x x x x x x 0,1% Averla piccola 3 1 x x x x x x x x Storno 3 2b x x x x x x x x Dieta onnivora Invertebrati Passera 24% 15% oltremontana 3 x x x x Passera mattugia 3 x x x x x x x x Fanello 2 x x Zigolo muciatto 3 x x x x x x x x

Vegetali ed Invertebrati Semi 34% 19% Alimentazione prevalente Biomassa

Figura 6.58. In alto: alimentazione e strato di ricerca del cibo preferenziali della comunità ornitica rilevata nell’area di studio (viene indicata la percentuale del numero di specie per ogni categoria). A sinistra: alimentazione preferenziale in relazione alla biomassa ornitica insistente sull’area di studio.

208 Studio della comunità ornitica nidificante Studio della comunità ornitica nidificante 209 6.6 Bibliografia

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210 Studio della comunità ornitica nidificante La biodiversità nei vigneti e nei meleti in Valle d’Aosta La biodiversità nei vigneti e nei meleti in Valle d’Aosta Valle La biodiversità nei vigneti e meleti in

ISBN 978-88-99349-02-8 a cura di Mauro Bassignana e Francesca Madormo