Periodico del Comune di – uscita trimestrale gratuita – Tribunale di n.1\2016 del 29.03.2016 – Anno IV n° 2/4 - Giugno 2019 – www.comune.loro-ciuffenna.ar.it Il tempo della seta Editoriale Passato e presente Moreno Botti Enzo Brogi

E’ un anno speciale per la Setteponti, il “Torno sui miei passi, sulla vecchia stra- 2019. Il cinquecentesimo anno della mor- da” cantava anni fa Adriano Celentano. E’ te di Leonardo da Vinci che con il suo effettivamente così, lasciando la canzonet- ponte della Gioconda, a Ponte Buriano, ne ta potremmo metterla anche in filosofia e sigilla il confine est. Il riconoscimento, da sarebbe la medesima cosa. Per fortuna, parte dell’Unesco, della tecnica di costru- dopo lo scialacquare di risorse e mode ar- zione dei terrazzamenti quale patrimonio riva come un riflusso benefico, un ritorno dell’umanità. L’arte, il genio ed il paesag- alle cose ed alle tradizioni (leggasi culture) gio. Sì, è un anno speciale per la Settepon- del passato. Anche il nostro Pratomagno, ti, ma anche la spinta per progettarne il un tempo ricco di genti, mestieri e risorse futuro, da qui a dieci, venti, trent’anni. venne abbandonato con l’industrializza- Leonardo avrà incontrato i giaggioli, i zione. Tutti giù a valle per il salario garan- terrazzamenti, i gelsi dalle foglie adatte ai tito mensile, di contro al precario e ma- bachi da seta, le filande, lo scuotere amaro trigno guadagno succube di siccità, gelate della falce sugli improbabili campi di gra- o infestazioni. Ora sembra riapparire, sia no, il vapore che risaliva dall’Arno fino al pur timidamente, la stagione di un nuovo confine coi castagni. Sì, forse anche lui si benefico flusso. E così “le frazioni- mon sarà domandato perché qualcuno avesse tane” si ripopolano. Quella a me più cara creato quella strada che non smetteva mai Poggio di Loro ha una manciata di efferve- di confinare con l’infinito e forse, doman- scenti nuovi e giovani nuclei familiari con dandolo ad un contadino del luogo, avrà bambine e bambine che si perdono liberi avuto la stessa risposta che avremmo do- per le scompaginante lastre delle viuzze mandandolo oggi a chi ci è nato: non sta poggesi. Ma più in alto il lavoro per le pa- a noi domandarci il perché del bello, ma Le setaiole della Filanda Brogi alla Ferriera agli inizi degli anni ‘30. tate. Squisite quelle dei piani sopra Rocca ringraziamo ogni giorno di esserci den- Ricciarda. Scendendo a valle si ritrova il tro. La Setteponti negli ultimi decenni era giaggiolo che orna gli olivi e fornisce un strada di collegamento ed è diventata au- Raffaella Simonti reddito interessante. Poi si sa quello che tostrada turistica (pensiamo al Cammino offrono lo zolfino, l’olio ed il vino. Mestie- della Setteponti, al prodotto turistico Set- Anche nel nostro territorio la trattura della seta è storia antica. Non abbiamo do- ri difficili che stanno ritrovando energie e teponti), era strada secondaria ed è diven- cumentazione precisa del suo inizio, ma le sue caratteristiche geomorfologiche con sapienze tra le nuove generazioni: Loren- tata via primaria fra Arezzo e Firenze. Ma la presenza di torrenti a forte pendenza, la vicinanza di importanti mercati lanieri zo, Simone, Viviano, Leonardo, Julien… Leonardo, l’Unesco, il Turismo ci chiedo- come Terranuova e , la messa a coltura del gelso, la lavorazione a do- Magari se risalite ad est, vicino a Chiassa- no di rivederne il ruolo, sia dal punto di micilio, tipica delle famiglie mezzadrili e l’immigrazione di manodopera specia- ia dopo aver gustato l’imbattibile schiac- vista strutturale, sia conservativo che di lizzata da Firenze ne segnano in qualche modo l’avvio. Gino Manneschi nella sue ciata ecco i ragazzi delle capre e il loro restauro. I temi amministravi caldi saran- Notizie storiche sul Comune di Loro Ciuffenna (1921) scrive che alla metà del XIX superbo formaggio. Anche un film hanno no quindi quelli di conciliare la vocazione secolo erano presenti le due filande dei fratelli Davitti , di riconosciuto prestigio, fatto sulla loro esperienza. E poi ancora stradale con la vocazione ciclo-pedona- tantoché nel settembre 1847 sono a Firenze all’Esposizione dei Prodotti di Arti e ci sono quelle persone che attraversano le e turistica (troppi rischi, troppi lutti si Manifatture Toscane. Nel Rapporto della commissione incaricata dell’esame del- le generazioni e possono raccontarti ogni sono verificati) e riconciliarla con la sto- le manifatture si legge che la seta di Felice Davitti era di particolare pregio “molto cosa solamente a guardarle. La storia da ria: quella dei suoi ponti di cui nessuno elastica, lucente, unita di colore e di filo, bella e buona sotto ogni altro aspetto.” dove provengono, la cultura che hanno evidenzia più la memoria. Percorsi alter- (contina a pag. 3) assaporato dai babbi e dalle mamme dei nativi, misure di sicurezza, rifacimenti di loro babbi e mamme e ancora avanti. I ponti e baratti amministravi, cartelli della loro volti e le loro mani ti raccontano di memoria. La Setteponti è una cerniera sul Geologia e muretti a sudori e fatiche, di emozioni, amori e nostro passato e sul nostro futuro, sta a noi poesia. Anche il loro incedere. Raccon- decidere come lasciarla, aperta o chiusa. secco tano sogni e sapienze. Adus Gori, Beppe Sergio Morandi Chiari o Mario Venuti sono sicuramente alcuni di questi. Vere rarità. Vivono las- I nostri nonni e bis-nonni non erano geo- sù, accanto al fiume sulla montagna dal- Un evento per logi, ma sapevano osservare il territorio. I la grande croce. Hanno insegnato a rifar Demetrio Bruschi muretti in pietra a secco del versante val- muretti a secco, cesti o macinar castagne darnese del Pratomagno furono costruiti a studenti, tecnici, storici, amministra- da loro in primo luogo per il terrazzamento I Maestri Michele Manganelli e Daniele tori ed architetti. Lezioni magistrali…e del pendio, attenuando la pendenza delle Dori alla Trappola per celebrare l’organaro potremmo continuare. Magari lo faremo. superfici coltivate e dando alle coltivazioni lorese con una giornata di musica e cultura. un andamento orizzontale per cui, cammi- (pagina 5) nandoci sopra, non si salga né si scenda. (contina a pag. 2) Storie in cammino Omaggio a Piero Spediti Un’amicizia speciale (pagina 5)

(pagina 4) L’associazione MACMA ha realizza- to un cortometraggio dal titolo Pra- Il canto delle erbe tomagno, ambientato sulla nostra montagna, con il quale racconta la (pagina 6) storia straordinaria dell’amicizia tra Il trittico della Madonna Sulayman, ventiduenne del Gambia, e Alberto, bambino di quattro anni. con bambino Il film è stato presentato all’Audi- torium comunale di Loro Ciuffenna (pagina 7) alla presenza di un folto pubblico. 2 Prato Magno giugno 2019 Il muretto a secco Patrimonio dell’UNESCO

Un po’ di storia Geologia e muretti a secco del versante del Pratomagno Stefano Luglioli Sergio Morandi

(continua dalla prima) non solo per motivi di recupero culturale, ma anche perché alcune delle loro funzio- Essi furono costruiti, pur in assenza di ni geo-morfologiche sussistono tutt’ora: concetti geologici precisi, per i seguen- un esempio per tutti il loro ruolo nella di- ti fini: migliorare la coltivabilità di aree fesa del suolo dal dissesto idrogeologico. altrimenti inaccessibili per le colture agricole; liberare dai cosiddetti sassi il terreno (accumulandoli); contenere il versante; creare adeguati drenaggi alle acque meteoriche al fine di assicurare la Intervista a Beppe Chiari Il paesaggio agrario del nostro territorio stabilità del versante (opere che oggi ver- Sofia Capaccioli comunale è caratterizzato dai terrazza- rebbero definite come interventi di difesa menti collinari degradanti fino alla strada del suolo al fine di attenuarne il dissesto Lo scorso mese di marzo ha visto lo svol- dei sette ponti che è quasi una cornice na- idrogeologico). Il muretto presentava alla gersi di un’affascinante iniziativa nata turale lungo tutto il suo percorso da San vista un solo lato mentre il retro veniva dalla collaborazione dei Comuni di Loro Giustino fino a Reggello. Il terrazzamen- immerso nel versante. Esso serviva quin- i pianelli di suolo venutisi a creare con Ciuffenna e . Due to, pur essendo una tecnica antichissima di da consolidamento del pendio, forniva il terrazzamento artificiale per impiantare giornate per il muro a secco: prima una ha avuto una sua intensa diffusione solo ottime capacità di drenaggio delle acque viti, ulivi e coltivare il terreno a grano e/o lezione teorica e poi pratica sulla tec- in epoca moderna; dobbiamo arrivare al meteoriche ed inoltre separava ambiti con patate, coltivazioni in gran parte impos- nica di costruzione, riconosciuta ormai XVI secolo quando l’aristocrazia fioren- funzioni diverse: le colture dalla viabilità sibili lasciando il versante nel suo stato patrimonio artistico. Protagonista della tina acquisisce beni fondiari costruendo rurale, delimitava le varie proprietà ed naturale. Differente è invece il versante seconda giornata il concittadino Bep- ville-fattorie nelle Comunità del contado aveva lo scopo aggiuntivo di sistemare in casentinese del Pratomagno dove gli stra- pe Chiari del Molinaccio, uomo stra- fiorentino. Lungo la Setteponti possiamo qualche modo le pietre in eccesso. L’uso ti sono in gergo geologico principalmente ordinario, padrone e custode del ter- ancora oggi ammirare queste ville, veri e dei materiali avveniva senza mediazioni, a “franapoggio”, in quanto affiorano per ritorio di cui è figlio e della sua storia, propri capolavori artistici. Dal 1700 un in un rapporto diretto con l’ambiente allo lo più inclinati scivolando parallelamen- con cui ho avuto il piacere di parlare: forte impulso fu dato dalla politica rifor- scopo di controllare i fenomeni erosivi sui te al pendio. Non è un caso che in questo matrice di Pietro Leopoldo. Si assiste a terreni coltivabili, regimare le acque e cre- versante della montagna i muretti a secco lavori di ristrutturazione delle ville-fatto- are attraverso terrazzamenti strutture di lungo il pendio siano assenti o comun- rie che diventano centri di una rete di po- accumulo di terra e di acqua interstiziale. que decisamente più rari, in quanto fon- deri a gestione mezzadrile dotate di nuo- Non a caso spesso alla base dei muretti a damentalmente sarebbero molto meno ve abitazioni, le famose “leopoldine” che secco furono realizzate delle nicchie, spes- stabili perché avrebbero dovuto essere miglioreranno le condizioni degli stessi so osservabili ancora oggi, che si riempi- costruiti su superfici principalmente di agricoltori. Le aree collinari vengono vano d’acqua e permettevano agli animali scivolamento e quindi a scarsa tenuta. I messe a coltura attraverso la costruzione utilizzati per l’agricoltura, principalmente muretti a secco rappresentano comunque di nuovi terrazzamenti, che in molti casi asini, di abbeverarsi durante la giornata. un patrimonio culturale fragile per defini- sostituiscono i vecchi “ciglioni” dove la Il risultato tecnico, come quello estetico, zione, in quanto la spinta laterale conti- scarpata o ciglio è realizzato in terra bat- di questi interventi dipendono chiara- nua delle radici delle piante e soprattutto tuta con un cotico erboso che ne assicu- mente dal tipo di materiale lapideo impie- delle acque interstiziali tendono a defor- Come ha iniziato a padroneggia- ra la stabilità, non solo, ma si migliorano gato e le cosiddette pietre del Pratoma- marli costantemente producendo crolli. re la tecnica del muro a secco? le tecniche di costruzione dei terrazza- gno si prestano molto a un’alternanza di menti regolando lo scolo delle acque con grossi banchi arenacei compatti (il cosid- Ho imparato da giovane, adolescente, pendenze e perfezionando la costruzione detto scoglio), spessi anche diversi metri sono sempre stato nel campo dell’edili- dei muri a secco per utilizzarli principal- e che si rompono naturalmente in grossi zia ed ho imparato come si imparano le mente per la coltivazione degli ulivi e viti. blocchi di pietra, con strati argillosi che cose quando fanno parte di una tradizio- Fra il 1700 e il 1800 il paesaggio agrario si rompono invece in scaglie sottili. Quasi ne familiare, quasi senza accorgermene! nelle aree collinari assume quel bellissi- esclusivamente i massi arenacei venivano mo aspetto che noi oggi ammiriamo con usati per costruire i muretti. L’ altra ca- E com’è nata questa tradizione? distese di ulivi e viti che già agli inizi del ratteristica del versante valdarnese del 1800 facevano di Loro uno dei maggio- Pratomagno che ha reso particolarmente La montagna ha alle sue spalle un’epoca ri produttori di olio che viene esportato efficace il terrazzamento con muretti a in cui la popolazione superava quella della in molta quantità: se ne fornisce tutto il secco è data dal fatto che gli strati rocciosi valle e dall’Ottocento in poi la coltivazio- Casentino, e molte parti del Valdarno. giacciono principalmentecome si dice in ne e il terrazzamento la dominavano per gergo geologico a “reggipoggio” e cioè im- necessità. Il muro a secco è sempre stata mergono dentro la montagna dando luogo Rappresentazione schematica del versante un’opera che richiedeva un certo titolo ad una morfologia particolarmente accli- valdarnese, degli strati rocciosi a “reggipog- di professionalità, ma che ha dato dimo- ve. Questo favorisce una migliore stabili- gio” e dei muretti a secco realizzati per rende- strazione di utilità e longevità, per que- tà naturale dei versanti e favorì l’efficacia re coltivabile il versante. sto si è tramandata fino ai nostri giorni, del terrazzamento a secco effettuato dai nonostante che il bosco si sia ormai riap- nostri nonni che utilizzarono la base de- propriato di tanti terreni addomesticati. gli strati rocciosi per fondare i muretti ed Riguardo all’incontro svoltosi, Le loro caratteristiche costruttive richie- quali sono stati i pensieri che ha derebbero una costante conservazione e avuto, il sentimento dominante? manutenzione ed una continua opera di sistemazione e ricostruzione locale che i Prima di tutto un bel po’ di gratificazione! nostri nonni garantivano quotidianamen- Ormai alla mia età non si cercano trampo- La realizzazione dei muri a secco era ope- te e che purtroppo a causa dell’abban- lini di lancio, ma l’essermi ritrovato pro- ra di abili artigiani e la loro manutenzione dono di gran parte di queste coltivazioni tagonista di una situazione che ha avuto è stata sempre un lavoro necessario e im- non si effettua più ormai da decenni. Oggi questo riscontro mi ha reso molto sod- portante, che in alcuni casi, come testimo- essi si presentano per lo più in uno stato disfatto. Un incontro come quello mi ha nia la foto della lapide posta a monte della di avanzato abbandono, e quindi di de- dato la possibilità di dialogare e condivi- provinciale della Setteponti fra Montalto grado, a causa delle mutate condizioni di dere non solo una tradizione familiare ma e la Villa dell’Olio, ricorda il lavoro di uso del suolo e di sviluppo socio-econo- un intero carico di passioni e sentimenti stabilizzazione di una fascia terrazzata, mico rispetto a quelle che ne costituivano che vi si sono legati nel corso di una vita. voluta nel 1895 dall’allora agente agrario la motivazione. Se a questa situazione si Marsilio Nesta del Conte Magherini Gra- aggiunge l’azione demolente dei tanti cin- ziani, proprietario della villa-fattoria di ghiali che vivono lungo il versante valdar- Poggitazzi. Il nostro territorio custodisce nese, la situazione ha subito negli ultimi un vero e proprio monumento nell’arte anni un’accelerazione critica di notevole del terrazzamento, la vigna delle San- preoccupazione che è facilmente osser- zioni, costruita dai Raffanini negli anni vabile percorrendo i sentieri che attra- trenta del 1900, lungo la Setteponti di versano le aree terrazzate. L’auspicio è Levante, una vigna impiantata su terrazze che almeno una parte di tale patrimonio costruite con abile maestria a cui si accede possa essere conservata nella sua forma con una scalinata con cordolo in pietra. ed efficienza con interventi di ripristino; Prato Magno giugno 2019 3 Il tempo della seta di Raffaella Simonti

(continua dalla prima) Qualche notizia sull’arte della seta

Sulla sinistra del Ciuffenna Il bombyx mori, (baco da seta), originario dalla Cina, si nutre della foglia del gelso Manneschi non ci dà informazioni sull’u- (moro), soprattutto di quello bianco. L’al- bicazione delle filande. E’ molto probabile levamento non avveniva solo in filanda. che una si trovasse già nell’edificio dell’Au- Ci raccontano gli intervistati che ogni fa- ditorium, vista anche la presenza nel Cir- miglia lorese per quasi un secolo ha alle- colo Arci di un’antica vasca per l’acqua vato bachi da seta. La donne andavano a necessaria alla lavorazione dei bozzoli. prendere le uova alla filanda, le metteva- no nei ditali da sarta, che avvolgevano in un fazzoletto leggero e tenevano in seno per tre- quattro giorni, finché le uova non si schiudevano. I filugelli, che mangiava- no ininterrottamente per 24 ore, venivano Antica cartolina di Loro Ciuffena, nel cerchio rosso la ciminiera della Filanda Mannozzi - Del Vita messi sul canniccio e data loro la foglia di gelso triturata, prima fine poi sempre più Il consiglio comunale, dopo attento esa- Le setaiole in sciopero grossa. Si tenevano in sala, in soffitta e chi me, vota per l’acquisto della Fattoria non aveva spazio li metteva addirittura in (attuale Palazzo Comunale). L’attività Nel 1907 le donne incrociano le braccia. camera su un graticcio sistemato sopra della filanda continua per altri tre anni, La commissione delle scioperanti è di- il letto. Dopo 4-5 settimane il bacolino poi viene ceduta al Comune, che la darà retta dal giovane studente socialista Gio- aveva una lunghezza di circa 9 cm ed era in affitto all’industriale serico di Monte- vanni Droandi e dal dott. Belli, ambedue pronto per salire “al bosco”, vale a dire, varchi Antonio Del Vita. I Mannozzi non di San Giustino. La richiesta di abbassa- veniva messo su un rametto di scope; qui hanno più interessi che li legano a Loro re l’orario di lavoro da 11 a 10 ore viene smetteva di mangiare e iniziava a costrui- Ciuffenna – anche la loro casa d’abita- accettata, ma le condizioni di lavoro non re il bozzolo, emettendo un filo bavoso che zione è stata messa in vendita e acquista- migliorano. Due anni più tardi riprendo- si induriva a contatto con l’aria. La larva si ta da Giovanni Manneschi – per questo no gli scioperi nel Valdarno e le setaiole trasformava in crisalide e dopo 8-10 gior- lasciano tutto e si trasferiscono altrove. di Loro riescono a costituire una sottose- ni la farfalla era pronta. Per uscire avrebbe zione della Lega delle Setaiole di Mon- tagliato il filo, che poteva essere lungo un tevarchi. La crisi aumenta. Molte piccole chilometro e mezzo. Ma le donne, anche Antica vasca sita sotto l’Auditorium aziende in valle chiudono e ripartono gli quelle che facevano allevamento a casa, scioperi. Del Vita teme la fine della- fi prevenivano la fuoriuscita della farfalla. Nel 1870 Felice Davitti ottiene il permes- landa. L’Amministrazione comunale co- Con le ceste piene di bozzoli bianchi an- so di convertire ad uso commerciale una stituisce un Comitato con l’intenzione di davano in filanda e passavano il controllo. casa di sua proprietà, nella piazza del dare vita a una cooperativa serica, a cui Non tutti erano belli, ma non si buttava mercato, e da questo momento il Comune avrebbero aderito le associazioni e i pro- via niente. Con i bozzoli imperfetti si face- inizia a raccogliere con regolarità notizie duttori locali. Ma il progetto fallisce e Del va il filaticcio, un filato di seta più scaden- sulla bachicoltura e il mercato dei boz- Vita chiude definitivamente. I locali, di te, ma che si vendeva bene. Il lavoro del- zoli. Per tutto il 1800 la produzione della proprietà comunale, vengono ristruttu- le lavoranti esterne veniva pagato molto seta è in continua crescita, lo dimostra il rati e diventano sede della Soc. Operaia poco, perché il prezzo era legato alla qua- costante aumento della messa a coltura di Mutuo Soccorso. e della Filarmonica. lità del bozzolo; in ogni modo era moneta dei gelsi: sui margini dei campi, sui bordi sonante. La setaiola rovesciava i bozzoli delle vicinali, lungo i torrenti. Anche nel nella catinella di acqua bollente, li lavava capoluogo il borro di Tonino e il rio del- Filanda Nocentini di San Giustino più volte per togliere la patina che si era la Madonna (allora scoperto) avevano le formata sopra. Trovato poi il capofilo di sponde contornate di gelsi. Il baco da seta Sulla destra del Ciuffenna 6-7 bozzoli, li teneva insieme e li tirava – produceva lavoro. Dai registri comunali da qui il termine trattura. Questo era uno risulta che la produzione media annua di Nel 1890 Luigi Brogi, giovane lorese dalle dei passaggi più difficili nella produzione bozzoli fosse intorno ai 128 quintali. Non evidenti capacità imprenditoriali, grazie della seta e con il tempo divenne sempre sappiamo ancora per quanti anni le filan- all’eredità della moglie Assunta Artini, più richiesta la maestrina. Le maestrine de, citate da Manneschi, siano rimaste aveva aperto una filanda alla Ferriera e erano spesso giovanissime, se non bambi- proprietà Davitti, né quando entrarono più tardi, per sistemare l’eredità tra i fi- ne, perché avendo le dita ancora piccole, nel patrimonio dei Mannozzi-Torini. Però gli, ne aveva costruita una nuova (quel- riuscivano meglio a srotolare il bozzolo nel 1893 Ferdinando Mannozzi, coniuga- la diventata ai nostri tempi il centro cul- e trovare il filo. Purtroppo tenere conti- to con Claudia Della Bordella e residente turale Filanda). Quelle del Brogi sono le nuamente le mani nell’acqua bollente per nel palazzetto in piazza della Fonte (at- filande che hanno resistito più a lungo. 11-12 ore di lavoro giornaliero provocava tuale piazza Matteotti), chiede al Comu- Nella foto in copertina si vedono le gio- artrosi che deformavano le mani. Il filo così ottenuto veniva avvolto su di un aspo ne il permesso di costruire (ricostruire?) vani lavoranti durante una pausa e tra Filanda Brogi alla Ferriera una nuova filanda nel posto della vecchia loro appaiono anche quattro bambine. per formare la matassa di seta greggia. Si e l’anno successivo questa è in funzione. Nel 1915 si apre a San Giustino la filan- passava quindi alla tessitura su apposito Qui si allevava il baco da seta. La lavora- da Nocentini in fondo alla via centrale, telaio. Oggi, nonostante che il prodotto ci- zione successiva – trattura e tessitura - si dove oggi si trova il barbiere. In un pol- La crisi monetaria internazionale nese sia ancora d’avanguardia, in alcune svolgeva nell’edificio posto nel giardino laio vicino all’Agna sono ancora visibili regioni (Trentino, Veneto, Emilia-Roma- della sua casa. Le donne con i carret- Siamo all’inizio degli anni ’20 l’industria gna, Calabria, Sardegna) ha ripreso vita la ti carichi di bozzoli, uscite dalla filanda, serica nel territorio comunale è di nuovo trattura antica, frutto di un connubio stra- prendevano a sinistra, oltrepassava- fiorente. Tra Loro e San Giustino sono ordinario tra piccole aziende e università. no la muraglia, attraversavano piazza attive in filanda più di cento donne. Il Umberto I, voltavano in via Ricasoli, a numero dei residenti ha oltrepassato le metà piegavano a sinistra nel sottopas- 6000 unità. Loro Ciuffenna si fregia del so ed entravano in via della corte, anco- titolo di centro industriale serico. La seta Si ringraziano Ireneo Bagnole- ra due passi ed erano al cancello di casa di Loro è presente non solo sui mercati si, Maurizio Brogi, Igino Frosinini, Mannozzi. E’ visibile ancora la canna di Firenze e di Arezzo, per acquistarla si Nelly Massini per la collaborazione fumaria del camino, presente in alcune scende anche da Milano. Ma le nubi nere cartoline d’epoca, che serviva per riscal- del crollo monetario si avvicinano e la cri- dare l’acqua. Nel laboratorio erano in si del 1929 si fa sentire in maniera irre- funzione ben 11 telai, di uno dei quali si versibile. Per la nostra seta inizia la fase vedono ancora le impronte sul pavimento. discendente. Giorgio Brogi vende a Ovi- dio Bazzini la sua filanda alla gora e ver- rà trasformata in falegnameria. Nel 1962 Il 19 maggio 1895 muore Ferdinando l’edificio sarà acquistato dal Comune. Nel Mannozzi. Gli eredi non sono pronti a far- 1935 chiude ufficialmente la filanda della si carico dell’impegno paterno e iniziano Ferriera, al suo posto viene impiantato un a vendere la proprietà. Giovanni Manne- frantoio che fallisce in breve tempo. La schi, sindaco di Loro (1891-1899)capisce crisi del settore tessile provoca il collasso che quella è l’occasione da non perdere in tutto il Valdarno, ma da testimoni locali se si vuole trasferire la sede del munici- sappiamo che la trattura della seta conti- pio, che in quel tempo si trovava ancora nuò a livello familiare fino al dopoguerra. in piazza Mazzoni nell’antico castello. I bachi da seta “al bosco” 4 Prato Magno giugno 2019 L’arte dello scalpellino a Nel segno della pietra La rete viaria lorese San Giustino Lorenzo Mascia Stefano Luglioli Brunella Tiossi

Sono cresciuta in mezzo alla pietra. Il bab- farà parte: “Non è un produrre a caso, L’ambito territoriale in cui è collocato il bo Mario faceva lo scalpellino come altri ma creare un’opera destinata a stare lì. paese di Loro Ciuffenna è caratterizzato della sua generazione e anche più grandi: L’artigiano diviene artista quando subli- da tre elementi fondamentali che ne evi- Giovanni Bazzechi, i figli Tullio e Valerio, ma ciò che fa con le mani, poiché lo fa a un denziano la sua identità: la montagna, il Giovanni Menchini, Romano Rampi e Ro- livello più elevato, che è quello di essere fiume e la strada. La rete stradale, così mano Renzi. Estraevano la pietra dalla ispirato e di tirare fuori delle cose uniche”. come la conosciamo noi, è stata model- cava di Trapoggio nei pressi di Sercogna- Azienda capace di lavorare metalli, mar- lata a partire dal medioevo, quando il ca- no, a in zona Sant’A- mi, legno, pietra, la quale si propone l’o- stello di Loro diventa il centro principale gata e nei pressi di Monsoglio. L’uso della biettivo non soltanto di restaurare e di del’area; nell’antichità le strade principali pietra era ampio ed il lavoro non manca- rispondere a richieste di costruzione, ma erano quella di altura lungo il crinale del va, c’era la ricostruzione del dopoguerra, contemporaneamente quello di ideare Pratomagno, via abversa e quella a valle, la rinascita; i cordonati per le strade ed i e di lasciare la traccia di una comunica- cassia vetus (attuale via dei Setteponti), marciapiedi del centro storico di Siena, la zione tra estro e ambiente. E le commis- che intercalate da percorsi di valico con- pietra per la chiesa di Saione ad Arezzo, il sioni sono a livello sia nazionale che in- sentivano il collegamento della Romagna Ciborio per le ostie della Pieve di Gropina, ternazionale. Proprio di recente un lavoro e del Casentino con la Maremma. Lasciato la ristrutturazione della villa di Montal- nel borgo reale di Kingston a Londra e Loro la via principale per la montagna par- tuzzo a Bucine, sono alcuni dei lavori pas- la realizzazione di una scultura in pietra tiva dall’oratorio di San Bastiano (Parco sati dalle loro mani. Verso la metà degli che rappresenta la bolla papale di papa della Rimembranza) e raggiungeva la Ba- anni ’50 furono fatte delle grandi opere di Pio IV concessa 456 anni fa al comune dia di S. Andrea, da cui iniziava la strada restauro alla Pieve Romanica di San Giu- di Melegnano, in provincia di Milano. per Chiassaia e Anciolina, che continua- va poi verso il Casentino. Dalla Badia un stino: l’acquasantiera, il fonte battesima- Pietro Fabbroni le, le riquadrature alla base delle colonne ramo della via proseguiva per la chiesa di per il rialzamento della chiesa, il portale S. Lucia in Sagona e da qui si dipartiva la ed il grande Rosone della facciata. Si rac- La pietra del Valdarno proviene tenden- strada per San Clemente, Poggio di Loro e conta che la messa in opera del Rosone zialmente da questa parte del Pratoma- Rocca Ricciarda, mentre il tracciato prin- sia stata una vera impresa, con i mezzi di gno. In questa zona, infatti, già a partire cipale proseguiva per la Trappola. Modine quei tempi, suscitando molta curiosità di dai primi del Novecento si trovavano cave e Cocollo si raggiungevano con due stra- pubblico. La cava di Trapoggio andò poi di estrazione della pietra, condizione che de che partivano da Fabriola. Oliveto era in disuso ricoprendosi di vegetazione. Nel ha promosso tra le varie mansioni quella raggiungibile da una strada che si stacca- 2012 l’attuale proprietario disboscò la dello scalpellino. Attiva dal 1989, l’azien- va dalla via dei Setteponti nelle vicinanze zona riportando alla luce tutto come era da Biri-Scalpellini di Pietro Fabbroni si di San Miniato (verso Montemarciano). rimasto ed è stata un’emozione vedere presenta così oggi come il prosieguo di Nei secoli successivi non si verificano blocchi di pietra sbancati probabilmente un sapere ben più antico dell’età odierna. grosse modifiche se non la scomparsa del- dalle mani del babbo. Negli anni ’60 - ‘70 Una bottega d’arte rinascimentale che at- la via per il Cocollo, ormai abbandonato e lo spostamento della sua popolazione qualcuno degli scalpellini si trasferì a Fi- traverso le esperienze ha assunto l’intento Bolla di Pio IV per il Comune di Melegnano renze, mentre altri, pur restando a vivere di tramandare capacità e creazioni con un verso Querceto, Oliveto e Modine. Un ra- a San Giustino, andarono a lavorare al- senso più alto del mero manufatto edilizio. dicale intervento di ristrutturazione della trove. Il babbo rimase l’unico qui in paese Mi raccontava Pietro: “Nell’antichità l’uo- Numerosi i lavori di restauro in borghi e rete stradale inizia dalla metà degli anni fino a quando mio fratello Antonio, mani- mo ha scelto la pietra non solo per costru- in centri storici, così come commesse per venti del secolo scorso quando l’architetto festò la volontà di lavorare con lui. Il bab- ire, disporre limiti, ripari, ma l’ha scelta grandi firme e non. “Noi siamo qui perché Lamberto Furiosi viene nominato respon- bo, purtroppo, se ne andò molto giovane per lasciare un segno. La scultura non è questa storia possa continuare”, mi con- sabile dell’Ufficio Tecnico del Comune. e l’opportunità di collaborare ebbe breve solo bella, emozionante, funzionale a de- fidava Pietro. Per il futuro dell’azienda Partendo dallo stato esistente il Furiosi durata. Una delle ultime opere fatte in- terminati usi, possiede anche la finalità c’è anche l’aspirazione personale di Pie- interviene con opere di miglioramento sieme fu il rifacimento del Monumento ai di comunicare un messaggio. E in que- tro di attivare corsi di scalpellino mirati e in alcuni casi di ricostruzione del trac- Caduti - Parco della Rimembranza di San sto c’è l’obiettivo massimo”. Scalpellino ai disabili. L’intenzione non è quella di ciato viario. Il primo intervento è sulla Giustino (1994) quando a causa del forte da quando aveva 12 anni, Pietro porta proporre schematicamente delle tecniche strada per la Trappola che rimane l’asse vento alcuni alberi gli erano caduti addos- avanti un’attività artigianale insieme al base, piuttosto quella di una crescita con- principale da cui si staccano le antiche vie so rompendolo in vari pezzi. Mi è sempre padre e ai fratelli con l’umile coscienza di divisa, dove l’interesse sono la scultura e per Casale, La Casa e la Trappola. I lavo- piaciuto osservare il trasformarsi della essere “artisti nell’anima, liberi di sentir- l’arte in scoperta di se stessi. Poi conclu- ri sono terminati nel 1924, nello stesso pietra da pezzi grezzi a qualcosa di bello e si artisti”. La passionalità del mestiere è deva: “Chi fa questo lavoro lo fa perché lo anno viene completato il primo tratto per unico, sono orgogliosa che due generazio- diventata di volta in volta consapevolezza sente dentro, è un vivere la vita, e la par- la nuova viabilità verso Anciolina con il ni della mia famiglia abbiano lavorato ai di un’alchimia tra l’artigiano e il contesto te più bella è che rimani allievo per sem- raggiungimento della frazione di Trevane. restauri della nostra Pieve che resteranno ambientale di cui l’oggetto richiesto fa o pre; mentre tu plasmi, vieni plasmato”. Negli anni ’30 si iniziano i lavori per la co- nel tempo e nella storia. Antonio ha lavo- struzione della strada di Modine e Gorgiti, rato al restauro più recente (2003-2004) il tracciato si dirama dalla via per Poggio quando saltò il pavimento e nell’occasione di Loro passando per il Molinaccio. Con- oltre al risanamento delle fondamenta fu- Omaggio a Piero Spediti temporaneamente si completa la strada rono fatti importanti lavori in pietra. Pen- Paolo Parigi per San Clemente che segue il vecchio so che pietra e marmo, per occhi inesperti percorso; nel 1936 si costruisce il traccia- freddi e inermi, abbiano una loro “anima” Piero Spediti (all’anagrafe Pietro) era co- to da Trevane a Chiassaia. Nel secondo che solo mani giuste, armate di mazzolo, nosciuto da tutti come grande artista e dopoguerra il primo intervento riguarda subbia e scalpello, riescono a tirare fuori custode della memoria storica del paese. la strada per Oliveto e Querceto (1947- e che l’essenza di questo antico e sem- La sua vita da artigiano parte negli anni 1953), l’opera fu realizzata grazie anche al pre attuale mestiere sia l’arte nelle mani. Trenta, quando all’età di dieci anni entra grande contributo del parroco di Querce- nella fucina di nonno Silvio e scopre un to don Pietro Morandini. Nel 1949 si com- mondo affascinante. Piero vede oltre la pleta la strada per Modine e Gorgiti; nel semplice lavorazione del ferro per utensili 1963 si prolunga la strada da Chiassaia di uso quotidiano. La sua fantasia produce ad Anciolina ed infine nel 1970 si collega immagini che sono vera e propria arte e lo Modine con Rocca Ricciarda, ultima fra- porta a cimentarsi in opere di decorazio- Piero Spediti nella sua fucina zione ancora priva di strada carrozzabile. ne. La sua grande manualità gli permette Dalla metà degli anni sessanta iniziano i di farsi notare da produttori e commer- Studiavano insieme le forme e poi Ven- lavori per una nuova strada che attraversa cianti tanto da realizzare oggetti di arredo turino lasciava fare a Piero, osservando il versante del Pratomagno poco sotto il che varcano i confini nazionali per finire come riusciva a plasmare il ferro e a dare crinale attraversando il monte poco sotto negli Stati Uniti, in Inghilterra e in Ger- vita alla loro fantasia. Con Prato Magno, la croce mettendo in collegamento il Val- mania. Professionisti che si affacciano alla Piero ha parlato molte volte della sua arte darno con il Casentino, un tracciato che ci porta della sua fucina rimangono colpiti e non solo. Lui era davvero memoria per la riporta a quella via abversa che nell’an- dalla qualità dell’artigianato di Piero. Ar- nostra terra. Classe ’25, aveva vissuto uno tichità correva lungo il crinale del mon- chitetti stranieri e appassionati come Don dei momenti più drammatici della nostra te. La strada, nata originariamente come Antonio, parroco di Montelungo, lo spin- storia: la seconda guerra mondiale e il pista della forestale per un maggior con- gono a creare manufatti sempre più com- periodo della Resistenza. Per l’uscita del trollo della montagna e per prevenire gli plessi, vere e proprie sculture e fini oggetti nostro numero 0, dedicato alla Liberazio- incendi boschivi, si è trasformata in una di arredo. Negli ultimi anni saranno que- ne, abbiamo parlato con lui che ne è stato via di interesse turistico chiamata abitual- ste le opere più gettonate: animali, lampa- contento. Non perché quei ricordi fosse- mente Panoramica. Nel 1993 la Giunta dari, candelabri e molto altro. Ottant’anni ro belli, ma perché erano importanti oggi comunale di Loro Ciuffenna stabilisce passati a modellare il ferro. Per questo il più che mai, per non rischiare che vadano il nome ufficiale: Via Panoramica del suo lavoro e le sue opere non possiamo persi e qualcuno dimentichi. La redazio- Pratomagno. Nel frattempo viene com- considerarle solo come una professione, ne di Prato Magno e l’Amministrazione pletata una strada che dalla Panoramica ma una vera vocazione che è stata porta- comunale vogliono salutare Piero e rin- raggiunge Monte Lori (m. 1344) da cui, ta avanti con passione, dedizione e una graziarlo per questo, perché se è possibile attraverso un sentiero lungo il crinale si fantasia che ha colpito colleghi e artisti. ancora oggi, a distanza di settantaquattro può raggiungere, a piedi, la croce del Pra- Lo scorso anno ci ha raccontato della sua anni, raccontare quel pezzo di storia del tomagno. Oggi la rete stradale è quasi del amicizia con Venturino Venturi. L’artista nostro territorio lo dobbiamo a chi come tutto asfaltata, rimangono solo un tratto Mario e Antonio Tiossi si recava spesso nella sua fucina con dise- lui si è speso in questi decenni per man- da Oliveto a Querceto ed un tratto della gni che l’artigiano trasformava in realtà. tenere il ricordo e conservarlo per noi. Panoramica che a breve sarà completato. Prato Magno giugno 2019 5 La Via Crucis vivente Il barbiere di Casale Un evento per Demetrio Mio nonno Libero, Brunella Tiossi Livio Pierallini Bruschi il barbiere della Trappola Parafrasiamo il titolo dell’opera di Rossi- Redazione Giuliana Romoli ni, mentre il lampo di un ricordo fa appa- rire nella memoria i casalini della dome- Il 14 luglio nella chiesa di San Jacopo nica, lindi nei vestiti scuri d’ordinanza, alla Trappola, verrà reso omaggio all’or- la camicia con il solino, il corpetto a ri- ganaro lorese che ebbe riconoscimenti ghe, le scarpe nere e il cappello in testa. e plauso in tutta la Toscana. Attivo per Quando si toglievano il copricapo, ecco circa trent’anni alla fine del XIX secolo, apparire uno strano taglio: capelli più fit- Bruschi ha lasciato anche nella picco- ti sulla sommità del cranio, quasi a forma la località montana una delle sue opere. di scodella rovesciata, e sotto rapati quasi L’organo, costruito nel 1894, giunse alla a zero, dalle tempie fino alla nuca. Era, Trappola dopo alterne vicende. Per l’oc- insomma, il famoso “taglio col pentolo” casione sono stati invitati due Maestri di (immaginate il recipiente, messo in testa livello internazionale, Michele Manganel- a mo’ di elmetto per non far eliminare la li e Daniele Dori. Dopo una presentazione La sera del Venerdì Santo si è svolta a capigliatura sottostante). Ma chi era il dell’arte organara toscana e del nostro ar- San Giustino al 5° edizione della Via Cru- bravo artefice di tutto questo? Si chiama- tista da parte del M° Manganelli, seguirà cis Vivente. Il gruppo organizzatore ha va Giuseppe (Beppe) Fiacchini e operava il concerto per organo e coro. Si alterne- iniziato ad elaborare questo progetto già nella camera di casa sua, l’ultima in alto ranno allo strumento ambedue i Maestri, dallo scorso settembre, un progetto im- a Casale; a fare barba e capelli aveva im- mentre la parte vocale sarà eseguita dalla pegnativo che richiede tempo e dedizione parato durante la guerra. A farci sistema- Corale Santa Cecilia di Loro Ciuffenna. quasi quotidiana per gli allestimenti e le re i capelli ci siamo andati anche noi da Mia madre raccontava spesso della sua prove. Il gruppo si è autofinanziato con ragazzi, quando passavamo l’estate con i famiglia tra il 1920 e 1950. Alla Trappola una cena il 16 marzo per poter acquistare nonni. Mio fratello Giuliano, per la verità, allora c’erano circa 300 abitanti, tre bot- l’impianto audio portatile ed affrontare le rammenta ancora con raccapriccio l’ac- teghe e un barbiere, mio nonno. Il lavoro varie spese. Un percorso nuovo rispetto conciatura che una volta gli fu fatta, tanto veniva svolto nel salotto “bono”, soprat- alle precedenti edizioni con “le Stazioni” che per un bel po’ rifiutò di guardarsi allo tutto durante il fine settimana. Sul tavoli- collocate in diversi angoli di paese. Le Sta- specchio. Io ci feci meno caso; com’erano no nonna Adelinda faceva trovare sempre zioni vengono realizzate attingendo esclu- i miei capelli non ricordo, ero un adole- un biscotto per i bambini e un bicchierino sivamente ai 4 Vangeli; affinché tutto si scente, con troppi sogni dentro il capo per di vinsanto per gli uomini. Chi non poteva svolga nella massima compostezza, le per- preoccuparmi del suo esterno, ma ho an- pagare con la moneta, portava un pezzet- sone in costume mimano le scene, mentre cora abbastanza vivida nella mente la ca- to di formaggio o un paio d’uova. Andava i lettori li accompagnano. In questa edi- mera di Beppe, tenuta linda dalla moglie bene così. Come aiutante aveva mia non- zione sono state introdotte “le meditazio- Emilia (Milia) e nella quale entravo spes- na Adelinda che si dava molto da fare per ni” lette ad inizio e fine scena per “creare” so perché ero amico del loro figlio Mari- portare l’acqua calda e, siccome la cucina momenti di riflessione. La Stazione della no. C’erano pochi mobili, come in tutte le era di sotto, era tutto un salire e scendere crocifissione si è svolta, per la prima vol- case di montagna: un armadio di ciliegio, le scale. Se la nonna arrivava con l’acqua ta, nel giardino di Via Verdi, scelto perché il letto di bandone con la testiera e il fon- troppo tiepida, la rimandava giù, perché leggermente in salita in similitudine con do di lamiera, luccicanti d’intarsi madre- il barbiere, diceva, deve avere l’acqua giu- il Calvario. Una scena molto toccante, perlacei, e i lati abbelliti con palle di otto- sta, sennò la barba non si taglia E a quei inserita per la prima volta, “la Pietà”, il ne, e il cassettone con le gambe a cipolla. tempi le barbe erano molto ispide e dure. momento in cui Gesù viene deposto dal- Su questo troneggiava la specchiera, po- Ai ragazzi e anche alle bambine mio non- la croce e Maria sua madre, per terra, lo sta sul piano di marmo dov’erano alline- no tagliava i capelli col pentolo e i ragazzi tiene in braccio. Il corteo ha poi prosegui- ati i pochi strumenti usati dal nostro per non erano contenti. Alle mamme però an- to per raggiungere la Chiesa e concludere i suoi capolavori: forbici, tazzina metalli- dava bene e a lui bastava questo. A mio con il tradizionale bacio alla bellissima ca per la schiuma con vicino il cilindret- nonno piaceva mangiare. Come diceva statua di Gesù morto. Molte le persone to del sapone da barba, pennello dalle mio fratello Silvano, era di ganascia buo- coinvolte: oltre 70 figuranti, i lettori, gli rigide setole, rasoio, pettini, spazzola, Busto di Demetrio Bruschi, realizzato da na. Il lunedì scendeva giù a Loro Ciuffen- addetti all’impianto, le sarte e tanta, tanta asciugamano e macchinetta per scalare i Pietro Guerri, sito in via Dante sulla facciata na, al mercato e una sosta obbligatoria era partecipazione di popolo. Tanti vogliono capelli, il micidiale aggeggio che “tosava” della casa natale. alla Trattoria Cioni. Poi usava dire, quan- essere i ringraziamenti che i portavoce tutta la capigliatura intorno al pentolo. do il corpo sta bene l’anima non patisce. del gruppo “Via Crucis Vivente” voglio- no fare: la Parrocchia di Terranuova che ha prestato i costumi dei soldati; il GAIB, l’Associazione Carabinieri in congedo di Le campane del Borro Loro Ciuffenna e la Misericordia di San Don Mario Ghinassi Giustino Valdarno che hanno fatto sì che tutto si svolgesse nella massima sicurez- Una Pasqua particolarmente bella, za; la Banda di San Giustino Valdarno che quest’anno, nella parrocchia di S. Biagio al tradizionalmente partecipa ogni anno alla Borro: la benedizione del rinnovato cam- processione del Venerdì Santo suonan- panile e le campane che, con suono bello, do musiche a tema; tutte le persone che vivace e armonioso hanno fatto sentire di in qualsiasi modo hanno contribuito alla nuovo la loro voce dopo un anno di silen- realizzazione di questo progetto. Un sen- zio o di squallido suono. Abbiamo realiz- tito ringraziamento al Comune di Loro zato un sogno, l’elettrificazione delle cam- Ciuffenna che ha dato il patrocinio e la pane che ora riempiono il borgo intero con completa disponibilità logistica e tecni- La camera era esposta a ovest e la luce la loro armonia che allieta il cuore e solle- ca. Un ringraziamento alla popolazione proveniente dalla piccola finestra pren- va lo spirito. Ci è stato fatto un dono bello, che ha partecipato numerosa e dato che, i grandi fatti della nostra fede e i momenti deva in pieno la zona del cassettone e la gradito e desiderato per cui un grazie gran- la Via Crucis Vivente vuole avere una ca- felici di tante persone che nella chiesa ce- testa del cliente, seduto su una seggiola de e sincero è doveroso. Con questa opera denza biennale, appuntamento al 2021. dal curvo schienale di canna. Ombre, co- lebreranno eventi belli e gioiosi della loro abbiamo voluto ricordare don Pasquale vita familiare. Oggi giorno di Pasqua, han- lori, odori, personaggi simpatici, buoni e Mencattini, storico parroco del Borro, il calmi. I tanti di un’adolescenza fortunata. no annunciato a tutti il fatto più grande e cui ricordo è ancora vivo in tutti noi. Ora unico che la storia ricorda: Cristo è risorto. Un filo rosso tra dal campanile si potranno annunciare San Giustino e Montelungo dove vengono organizzati dei campeggi Alessio Muracchini per i bambini delle elementari e i ragaz- zi delle medie e delle superiori. Appro- La vita parrocchiale non si ferma davan- fittando del sole estivo, sfidando spesso ti alla fine del catechismo, ma grazie alla anche il caldo, un buon numero di bam- volontà di animatori giovani e adulti, che bini viene riunito insieme, con giochi, collaborano insieme in un perfetto esem- attività di vario genere a cui vengono pio di sinergia di comunità, si anima con aggiunti pochi ma significativi momenti giochi, risate ma anche momenti di rifles- di preghiera. I bambini vivono insieme, sione. “Lasciate che i bambini vengano mangiano insieme e si impegnano in- a me”. Questo passo del Vangelo, scritto sieme a migliorare. La speranza è che la nell’oratorio di San Giustino su una pa- stagione estiva faccia germogliare quel rete ricoperta di impronte di mani, è la piccolo seme di comunità, che vede nei vita della parrocchia. Questo d’inverno, bambini e nei giovani il futuro. Impara- durante il periodo dedicato al catechi- re a collaborare, uniti per un unico scopo smo, come d’estate. Ed ecco che questo comune, come i rami di una grande pian- filo rosso viene teso, un filo che hauna ta. La parrocchia di San Giustino, insom- delle sue estremità all’interno dell’orato- ma, non muore d’estate, ma usa questa rio della chiesa ma anche a Montelungo, stagione per coltivare la sua futura vita. 6 Prato Magno giugno 2019 Il Canto delle erbe Cammino della Setteponti, Il sentiero di Oliviero così nasce una tradizione Le erbe di giugno, tra Paolo Parigi Al castello di Poggio alla leggenda e verità Arriva giugno e arriva anche il Cammino della Set- Regina Lucrezia Tarquini teponti, appuntamento ormai consueto per tutti gli Oliviero Buccianti amanti del trekking e della vita all’aria aperta, che non possono far a meno di passare il loro fine set- timana (7, 8 e 9 giugno) lungo l’antica strada alla scoperta delle sue meraviglie. Quest’anno per la prima volta lo si percorrerà al contrario. Venerdì 7 giugno la partenza è da Ponte Buriano. Nell’an- no di Leonardo si comincia là, dietro la Monnalisa, per dirigersi poi verso Castiglion Fibocchi, il Borro, San Giustino e finire la prima giornata con l’arri- vo a Paterna. Altra novità di questa edizione sarà Forse non tutti sanno che il nostro Pra- la possibilità di effettuare un risveglio alternati- tomagno è stato abitato fin dai tempi vo, per approntare al meglio il fisico per la grande preistorici e che nel medioevo, sulle sue Le piante hanno da sempre accompagnato camminata. Nelle mattine di sabato e domenica è pendici, furono costruiti numerosi castel- l’uomo nel corso della sua evoluzione: dal prevista una sessione di yoga prima della convi- li, lungo le antiche vie che collegavano il raccoglitore della preistoria all’agricolto- viale colazione. Accanto a queste novità, l’edizio- Leonardo da Vinci, La Gioconda. Valdarno con il Casentino. Uno di questi re dei giorni nostri. La bellezza di questa ne 2019 del Cammino prevede di mantenere dei Nel cerchio rosso, il ponte era denominato nei documenti del tempo coesistenza ha creato un legame molto grandi classici come la visita alle pievi di Gropina, Castiglione della Corte, anche se noi lo intenso con le specie vegetali, sfociato in Piandiscò e Cascia. Tappe imprescindibili queste, perché l’evento è anche un momento conosciamo come il castello di Poggio alla tante tradizioni e nei tanti usi che vedo- per avvicinarsi alla cultura e al grande patrimonio artistico del nostro territorio. Tre Regina. Una fortificazione che si ergeva no impiegate le piante. Ne è un esempio giornate intense per un totale di circa 63 chilometri da percorrere, che sarà possibile a 913 metri sopra il livello del mare poco la notte tra il 23 e il 24 giugno, conosciuta come sempre coprire per intero o unirsi alla comitiva solo per alcuni tratti. Un evento lontano da Reggello, un abitato nato come come notte di San Giovanni, quando il sole che riesce a mettere insieme tanti momenti interessanti e un grande lavoro di equipe, mercato pedemontano nel corso del XIII raggiunge il massimo punto sull’orizzon- cominciando dagli organizzatori e coinvolgendo anche amministratori e personale di secolo, come testimonia la forma trape- te (solstizio d’estate) e da quel momento cinque comuni (Castiglion Fibocchi, Loro Ciuffenna, Terranuova Bracciolini, Castel- zoidale di piazza Potente. Castiglione del- in poi inizierà a tramontare sempre più franco Piandiscò e Reggello). Nella seconda giornata anche la presentazione del libro la Corte era un castello dall’aspetto mas- in basso. La leggenda vuole che durante “A sinistra il Pratomagno” scritto da Enzo Brogi e Oliviero Buccianti, colonne portanti siccio, potente, e molti furono gli abitanti questa notte, si radunassero tutte le stre- del Cammino, che hanno voluto raccontarcelo proprio in questo volume. È importante che trovarono riparo tra le sue mura. Però ghe per mettere in atto i loro sortilegi; per poi ricordare che questa iniziativa non sarebbe realizzabile se non ci fosse il coinvolgi- la domanda è sempre la solita: perché fu proteggersi dalla loro cattiveria si usavano mento di tante associazioni, circoli, gruppi musicali e culturali attivi all’interno delle abbandonato? Non ci fu una ragione pre- le erbe di San Giovanni (iperico, lavanda comunità che si affacciano lungo il percorso della Setteponti. Ecco il vero segreto per cisa, non ci sono prove di una distruzione, e molte altre) ad esempio facendone dei il successo del Cammino della Setteponti: dove si passa si crea aggregazione e parte- ma si ritiene che già all’inizio del Quattro- macerati o degli infusi, o semplicemen- cipazione, con la voglia di conoscere le realtà attive del territorio e condividere con cento il castello fosse stato lasciato al suo te infilandosele sotto la camicia. Come loro un weekend ricco di divertimento. Sarà questa la ricetta per trasformare una ma- destino dai suoi abitanti che trovarono si possono spiegare queste convinzioni nifestazione in una tradizione attesa da appassionati e comunità? Di sicuro c’è che il più conveniente scendere a valle. Se sie- perdurate nel tempo? Le sommità fiorite Cammino della Setteponti sta diventando un appuntamento fisso nel giugno dell’agen- te curiosi di conoscere questo luogo cari- dell’iperico (Hypericum perforatum), ad da valdarnese, riuscendo a registrare ogni anno un numero più alto di partecipanti. co di storia e di leggende e volete toccare esempio, sono un concentrato di sostan- con mano quel che rimane di quel castello ze attive (ipericina ed iperforina), che ne medievale prendetevi una mezza giornata fanno un antidepressivo naturale, indica- libera e salite con l’auto fino all’Oratorio to negli stati depressivi accompagnati da di Ponticelli. Questo edificio, nascosto nel ansia a sfondo emotivo, con agitazione, verde, un tempo accoglieva i viandanti. attacchi di panico, disturbi gastroenterici, Oggi è un luogo di culto dove anche i bam- difficoltà di addormentamento, tensioni bini trascorrono intere settimane all’aria muscolari e che quindi promuovono una aperta. Imboccate a destra una pista fore- sensazione di benessere naturale. I fiori stale (segnata R14) che sale in mezzo ad della lavanda (Lavandula angustifolia), altissimi abeti. La strada, inizialmente, grazie alle numerose proprietà dovute sembra riportarvi da dove siete venuti ma principalmente alla presenza dell’olio es- poi prendete a sinistra e mantenetela per senziale, conferiscono alla pianta azione salire verso il Pratomagno. Fatto circa un chilometro, senza uscire dall’ombra del Campi estivi con la musica bosco, prendete un altro sentiero che tra Laura Cardinali la fitta vegetazione sale, questa volta a de- stra, fino alla cima piatta del Poggio alla Dal 2016 abbiamo proposto ai ra- Regina, per ritrovarvi in mezzo alle rovine gazzi questa formula di aggregazione che gli scavi archeologici di qualche tem- in collaborazione con Grazia Meoli, po fa hanno riportato alla luce. In meno di pianista, laureata in Didattica della un’ora vi ritroverete affacciati su un balco- Musica, che, fra l’altro, spiega così il ne naturale che domina il Valdarno, total- suo lavoro: “La finalità principale del mente rapiti dalla bellezza del posto e dai laboratorio sarà quella di dare un’oc- misteri del nostro passato. Di una grande casione ai bambini per sperimentare torre rimane solo la base come non rima- diversi modi di fare musica: da espe- Lavanda ne molto della cinta muraria, calcolata rienze ritmiche a momenti di ascolto; lunga ben 250 metri. Si notano le fonda- sedativa e calmante sul sistema nervoso, dalla produzione vocale al movimento corporeo, da esplorazioni timbriche a improvvi- menta dei palazzi signorili e la porta prin- in caso di ansia, agitazione, nervosismo, sazioni strumentali; collaborando e costruendo le proprie abilità e competenze insieme cipale d’accesso rivolta a valle. Purtroppo mal di testa e stress e insonnia. E potremo con gli altri, partendo dal mondo sonoro che il bambino possiede. La tecnica e la teoria non ci trovate i pannelli che spiegano e continuare con le proprietà spasmolitiche verranno desunte dalla pratica musicale diretta: non quindi un nozionismo astratto, raccontano le vicende di questo luogo e e digestive dell’assenzio (Artemisia absin- ma un familiarizzare con le strutture sonore elementari, utilizzando mezzi appropria- quindi per saperne di più vi consiglio di thium), nonché quelle allucinogene pre- ti. L’approccio ludico con cui verranno affrontate le attività garantirà ai bambini di leggere “Fortuna e declino di una società sentate dal liquore da esso ricavato (grazie imparare divertendosi.” Durante le 3 mattine della settimana quindi i bambini della feudale valdarnese. Il Poggio alla Regina” alla presenza del principio attivo tujione), scuola primaria si trovano a giocare con la musica, a confrontarsi con un nuovo am- a cura di Guido Vannini (Firenze, 2002). proprietà che sono in grado di fornire biente, a dedicare un po’ di tempo alla un rilassamento generale all’organismo. conoscenza degli strumenti musicali Dell’uso dei preparati a base di queste presenti nella sala musica, illustrati erbe ne giovavano quindi maggiormente dai vari insegnanti dei corsi di musica tutte quelle situazioni dove, non riuscen- che si rendono disponibili a turno nel do a spiegare con una diagnosi precisa il mese dei corsi anche per permettere di comportamento di chi si trovava a vivere provarli e osservarli da vicino. Questa disturbi e problemi di tipo psicologico, si iniziativa riscontra nel paese un buon tendeva a dare la colpa a “spiriti e streghe”. interesse, i giovani che fanno parte della banda si mettono a disposizione per affiancare Grazia nella gestione dei bambini presenti, per la cura delle loro esigenze. E’ giusto evidenziare e riconoscere che è grazie a questo loro volontariato, indispensabile quan- to importante, che La Tramontana ha potuto offrire fino ad oggi questo “servizio” estivo alle tante famiglie che ne fanno richiesta. Quindi invitia- mo tutte le famiglie a iscrivere i loro bambini e ragazzi anche quest’ anno. Iperico Poggio alla Regina (foto La mia bella Toscana) Prato Magno giugno 2019 7 Dal contenitore al contenuto: Il restauro del trittico Doppia festa alla Filanda L’angolo del pensiero della Madonna con bambino di Bicci di Lorenzo Cecilia Del Sala Il dubbio e la libertà

Roberta Fabbrini Il 1° giugno la sala della Filanda di Loro Franco Sabatini Ciuffenna si è riempita di nuova vita. I ra- gazzi della III D del Liceo Varchi di Mon- tevarchi hanno portato a conclusione il percorso iniziato lo scorso ottobre all’in- terno dell’ex-Alternanza scuola-lavoro, una mostra per sottolineare i confronti concettuali fra Venturino e l’arte preisto- rica. Il lavoro è stato guidato dalla diret- trice del Museo Venturino Venturi e dagli Quando si porta a compimento il restauro di un opera d’arte della portata del trittico insegnanti di corso Del Sala e Buggiani di Bicci di Lorenzo, situato oggi nella Chiesa di San Michele Arcangelo a Cetica è sem- con il sostegno del prof. Martini dell’Uni- pre un motivo di festa. Tanto più se tale restauro rappresenta l’ennesimo atto di una versità di Firenze. Molte voci si sono al- serie di interventi, condotti “Dal contenitore al contenuto” come a suo tempo li abbia- ternate per “continuare a celebrare il cen- mo definiti, che, dopo essersi posti il problema della indifferibile salvaguardia di pezzi tenario della nascita dell’artista”, come ha del nostro patrimonio storico-architettonico, hanno concentrato poi l’attenzione sulle sottolineato l’ex-assessore Angiolo Favilli, opere d’arte che tali eccellenti contenitori custodiscono. Nel 1970 fu deciso di togliere per indicare quanto l’attività e la persona la pregevole tavola lignea della Madonna con Bambino dalla Chiesa di Santa Maria di Venturino abbiano lasciato vivo segno a Cetica, sua collocazione originaria, che purtroppo versava (e versa tutt’ora ndr) in in chi l’ha incontrato. Pietro Cioni ne ha pessime condizioni, per trasferirla nella chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo sottolineato la passione e la libertà di pen- a Cetica. Probabilmente nessuno immaginava che, a distanza di quasi 50 anni, il trittico siero; Marco Noferi ha contestualizzato la della Madonna con Bambino, attribuito a Bicci di Lorenzo e databile intorno alla prima vita di Venturino nel Valdarno degli anni metà del 1400, sarebbe stato ancora conservato nella sua dimora di fortuna. Ma tant’è. ‘60 e ‘70, evidenziandone la voglia di stare In ogni caso La Madonna con Bambino, grazie al provvidenziale intervento della So- e parlare con i giovani in modo schietto, printendenza di Arezzo, e all’opera di sensibilizzazione condotta in tal senso dalla co- di insegnare la passione per l’arte. Salva- Oggi su Facebook sembra che il mondo munità, viene oggi riconse- tore Dell’Atti ha ridato vita alla musica di sia pieno di certezze incrollabili. Perfino gnata a nuova vita e a nuovo Venturino: ne ha fatto sentire la voce, ha la comunicazione su stampa comprende splendore dai recentissimi sottolineto come abbia saputo essere ar- giornali con titoli inquietanti come “La lavori di restauro che l’han- tista vero, progettando e suonando i suoi Verità” che richiama la “Pravda” sovieti- no riguardata. Opera di alta strumenti in modo personale.Poi è stata ca: esiste ancora? Socrate, Bacon, Brecht, fattura, realizzata su tavo- la volta dei ragazzi. Vinta l’iniziale timi- il metodo sperimentale, gran parte del la di legno a fondo oro, che dezza, hanno spiegato il loro lavoro sulla pensiero, invitano, ognuno a modo suo, vede l’immagine di Maria scia degli studi del prof. Martini: confron- a non prestare fiducia alle verità inconte- al centro, con veste rossa e ti concettuali fra Venturino e il fare segno stabili, causa spesso di sciagure immani. manto azzurro che tiene sul- dei nostri progenitori per dimostrare che Coltiviamo il dubbio, fondamento della le ginocchia il bimbo. Bel- nulla è cambiato. Una delle caratteristiche ricerca scientifica, fondamento della -for la la seduta, realizzata con salienti del fare segno dei nostri antenati ma del pensiero, strumento di libertà. guanciale damascato. Il Do- è la rappresentazione schematica della re- Non ho voglia di addentrarmi in un di- natore è genuflesso dinanzi altà, segno-guida nell’arte di Venturino. I scorso razionale, freddo, pedagogico, che alla Vergine. A sinistra, San pannelli saranno esposti a settembre nei lascio volentieri ai filosofi di professione; Giovanni Battista che sor- locali del Liceo Varchi. Durante la visita mi piacerebbe invece ripercorrere quelle regge la croce astile accanto al Museo è stata inaugurata l’esposizio- splendide sensazioni suggerite da alcuni a San Giovanni Evangelista ne straordinaria di una nuova scultura in passi di Giacomo Leopardi, il poeta in- con il libro aperto del Verbo. gesso dell’artista lorese, Madre e Figlio, tellettuale che ha saputo arricchire il suo La narrazione iconografica proveniente da una collezione privata fio- pensiero immergendolo nella dimensione posta a destra mostra inve- rentina e che rimarrà presente sino a set- emotiva. Il poeta filosofo ricerca il vero e ce San Pietro con le chiavi tembre. La doppia festa ha condotto nelle si rende conto che, quanto più acquisisce e il libro delle Scritture e sale espositive un numeroso pubblico. in conoscenza, tanto più si amplifica l’a- San Paolo con la spada del bisso dell’ignoto. Il poeta crede nel dubbio martirio. Il tutto ornato da quattro colonne a tortiglione. Nella predella sono leg- come la forma più alta della conoscenza gibili cinque storie di Santi e la Natività. Il 26 Luglio 2019, nell’ambito delle ini- e si prende gioco della fiducia che il suo ziative collaterali alla festa del paese, il team dei restauratori sarà presente per tempo nutre nelle “magnifiche sorti e rendere testimonianza del complesso e articolato lavoro di fermatura e consolida- progressive”, nel progresso senza sosta, mento degli strati pittorici, e delle integrazioni delle lacune sulle architetture li- una certezza incrollabile della società del gnee che la compongono, documentando e raccontando in dettaglio le varie fasi. suo tempo. “Qual fallo mai, qual sì nefan- do eccesso macchiommi anzi il natale, onde sì torvo il ciel mi fosse e di natura il volto? In che peccai bambina, allora che ignara di misfatto è la vita…..?” E’ Saffo, l’antica poetessa, che nella omoni- ma canzone si domanda per quale motivo lei è condannata ad essere infelice in un mondo che al contrario risveglia deside- rio di felicità, di bellezza e di amore. La domanda non ha risposta, il dubbio re- sta, la verità è proprio lì, nel dubbio, nel- la coscienza “socratica” di sapere di non La Sindone del Borro sapere. La luna, simbolo della natura nel Canto Notturno, interrogata sul senso Angela Boninsegni della vita, non risponde e il poeta/pasto- re, nella sua disperata richiesta, esterna il Nella graziosa chiesa del Borro dedicata Venturino Venturi, Madre e figlio dubbio che costituisce l’unica sua certez- a San Biagio è custodita ormai da molto za. Come non ricordare il Dialogo della anni l’unica copia fotografica a grandezza Natura e di un Islandese? Il misterioso naturale della Sacra Sindone. Posiziona- viaggiatore proveniente da mondi lonta- ta sul lato destro dell’unica navata della ni interroga la natura, che appare nella chiesa, fu un dono della Famiglia Savoia Secoli dopo, nel 1985, il Duca Amedeo d’A- forma di una enigmatica indecifrabile ed all’allora parroco del Borro don Pasquale osta - ancora proprietario della tenuta del enorme statua, sul significato del vivere: Mencattini. La Sindone - dal latino sin- Borro prima che la stessa, nel 1993, venis- la natura è muta, indifferente crudele. E’ il don -ŏnis, a sua volta derivato dal greco se venduta a Ferruccio Ferragamo e bene- dubbio la vera libertà, il sapere di non sa- σινδών -όνος, voce di origine semitica che ficiasse di una importante ed oculata ope- pere unito alla conoscenza del proprio io. indica un tessuto di lino e per estensione ra di ristrutturazione - ne fece realizzare E sul dubbio, sulla risposta mancata, na- i manufatti di tale materia - era la tela in una copia fotografica in dimensioni reali sce il messaggio definitivo deLa Ginestra, cui gli Ebrei avvolgevano i defunti prima (4,36 x 1,10 mt) per donarla a Don Pasqua- con l’invito al coraggio, alla solidarietà so- della sepoltura. Quella che si dice avesse le Mencattini, parroco del Borro fin dal ciale e alla condivisione della sofferenza: avvolto il corpo di Gesù al momento della periodo della Seconda Guerra Mondiale. commuove l’immagine della ginestra che sua deposizione dalla croce, fu ceduta ai La perfetta copia di questa sacra reliquia cresce sul Vesuvio, pianta umile, vittima Savoia nel 1453 dai discendenti del pri- prese così posto nella Chiesa di San Biagio costante del fuoco del vulcano, che soc- mo proprietario noto in Europa, Geoffroy al Borro. Fu rimossa per un breve periodo combe per forza alla violenza del fuoco, de Charny. In poco tempo essa divenne dopo l’acquisizione della Tenuta del Bor- senza suppliche, senza paura, senza ce- più che una reliquia dinastica, un segno ro da parte della Famiglia Ferragamo a se- dimenti, senza tracotanza, offrendosi con di legittimazione della dinastia. Per tale guito dei restauri della chiesa per ritorna- fermezza alla necessità universale “e pie- motivo, quando, con Emanuele Filiberto, re in modo definitivo nel settembre 1996, gherai sotto il fascio mortale, non reni- il centro amministrativo dello Stato nel in bella evidenza in una teca illuminata. tente, il tuo capo innocente”. Il frutto della 1578 migrò da Chambéry a Torino, la Sin- libertà che nasce dalla coraggiosa accetta- done venne trasferita nella nuova capitale. zione del dubbio, unica verità possibile. 8 Prato Magno giugno 2019 Storie in cammino Camilla Checchi

Nell’anello che sale da Faeto all’Anciolina è iniziata la nostra breve avventura di un solo giorno: un gruppetto di sedici persone si incammina per risalire parte del- la montagna. Immersi nel verde della natura tutto il mondo attorno a te cambia di significato: i sensi si amplificano e, a un certo punto, ascoltando il canto degli uc- cellini, lo scorrere del fiume e la leggera brezza che accarezza gli alberi, ti ritrovi. Ritrovi la parte più intima di te, ci entri in contatto e in modo quasi magico, come solo la natura può fare: inizi a parlarci. Non era un giorno qualsiasi, perché in quel giorno e in quel sentiero ad accompagnarci non c’era solo la presenza di Oliviero, una guida ambientale molto esperta che arricchiva le nostre conoscenze in merito alla selvicoltura del posto, ma anche Marco un ragazzo che nonostante la giovane età, ha conseguito una formazione filosofica a cui abbiamo potuto attingere. Una volta immersi nel bosco tutto, ovunque si posi lo sguardo, diventa poesia: si pale- sano le infinite sfumature di verde degli alberi a cui non avevi prestato attenzione prima di allora, i rumori che nel caos della vita quotidiana il tuo orecchio non si presta ad ascoltare ma che adesso si fanno forti come non mai, e i profumi! Tutto Urban Sketching nel bosco ha il suo odore che ci traspone in ere ben lontane, ma con la stessa capa- Redazione cità di darci quelle emozioni primitive a noi poco familiari. Tra i vari esperimenti che Marco ci ha suggerito di fare lungo il sentiero, c’è stato quello di concentrarsi Torna usanza fissare il ricordo di un viaggio con su un senso, cercare di coglierne le silenziose parole e successivamente trascri- matite e pennelli come ai tempi del grand tour. Si verle in modo istintivo su un pezzo di carta. Devo ammettere che non è così facile fa a Milano, si fa a Firenze, da questo mese anche come si possa pensare, dato che non vieni governato dalla ragione, ma solo da Loro Ciuffenna ha raccolto intorno a Flavia Lu- quelle sensazioni che, in tale contesto, predominano sul resto. Ai piedi dell’Ancio- glioli un gruppetto di giovani e non, ma tutti con lina, passando per una marroneta sulla vecchia strada ormai inglobata dal bosco, il piacere dei colori. Dopo una visita del borgo, ci siamo messi in cerchio a riflettere sugli oggetti che ognuno di noi aveva trovato hanno raggiunto in passeggiata la pieve di Gropi- lungo il proprio percorso: le bacche degli alberi, piccoli nidi di uccelli, rametti con na e qui, ognuno ha scelto l’emozione da traspor- una strana configurazione, ma sbucano anche residui di plastiche e bossoli di pal- tare sulla pagina bianca del blocco. Flavia, dise- lottole. E così, mentre tocchi questi diversi oggetti vieni assalito dalla repulsione gnatrice esperta, si muoveva da una postazione per alcuni e la naturalità di altri, capendo in tal modo, che l’uomo dovrebbe vivere all’altra e aiutava gli improvvisati globetrotter a con la consapevolezza di far parte di un mondo più grande e più potente di lui, fissare l’immagine. L’incontro è stato una scoper- con il quale si dovrebbe sentire parte di un unico sistema, rivolgendosi con grande ta per tutti, che si sono salutati con una merenda rispetto e ammirazione. Sedici persone sconosciute che camminano rivolgendo lo alla Ghiotta e con la speranza di rivedersi presto. sguardo nella stessa direzione, tutti insieme, tutti da soli, tutti con occhi diversi. Sono grata a chi ha deciso di organizzare questa bella avventura e anche a chi vi ha partecipato, portando un raggio di sole e speranza per il nostro avvenire. Una torta per Gropina Redazione

Fra i vari aspetti che riguardano la pieve di Gropina non poteva mancare l’aspetto culinario e in particolare quello dolciario. Tra i dolci che caratterizzano il nostro territorio ci sono le famose ciambelline con il vin santo, che, si dice, siano state 40 anni di Tramontana inventate proprio nel giardino della chiesa, la cui ricetta viene custodita dalle Redazione signore loresi con un po’ di gelosia. Di recente il M° Mezzasoma ha inventato una crema cui ha dato il nome di Gropina, caratterizzata da cioccolata bianca al pro- In occasione dell’anniversario per i sui fumo di lavanda che ben si presta a rappresentare il paesaggio gropinese. Per la 40 anni di attività, il complesso carat- festa di quest’anno gli Amici di Gropina hanno organizzato un concorso speciale: teristico La Tramontana ha organizzato la realizzazione di una torta che si fregerà di un nome suggestivo: torta Gropina. una serie di appuntamenti che copro- Gli ingredienti sono liberi e ognuno potrà sbizzarrirsi a suo piacere, tanto nel no i mesi di maggio, giugno e luglio. In gusto che nella forma. La torta andrà consegnata il 30 giugno prossimo a Gropi- arrivo quattro date da non perdere per na dalle ore 17 alle 18.30 presso lo stand degli organizzatori, dove una commis- la comunità di San Giustino: il 7 luglio sione eleggerà il vincitore, che riceverà in premio una cestella di prodotti locali. sarà ospitata la Filarmonica di Soci; il 12 sarà la volta della Società Filarmoni- ca Santa Cecilia di Laterina; il 14 il raduno delle bande, con majorette e stand gastronomici; e il 25 serata finale con La Tramontana che si esibirà al Borro. Prato Magno nasce per essere un periodico di divulgazione culturale, promozione del territorio e utilità per il cittadino. Chi volesse parteciparvi con storie e argomenti che possano rientrare nell’ambito di queste finalità, può entrare in contatto con la redazio- ne scrivendo al seguente indirizzo:

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Registrazione: Tribunale di Arezzo n° 1\2016 del 29.03.2016 Proprietà: Amministrazione Comunale di Loro Ciuffenna Direttore Responsabile: Enzo Brogi Caporedattori: Raffaella Simonti, Paolo Parigi Redazione: Camilla Checchi, Lucia Fiaschi, Stefano Luglioli, Giuseppe Macaluso, Franco Sabatini, Brunella Tiossi. Impaginazione e grafica: Paolo Parigi Testata: Alice Rovai Foto: Ireneo Bagnolesi, Igino Frosinini, La mia bella Toscana (sito internet), Stampa: Pixartprinting Spa, a Cimpress Company, via 1° Maggio, 8, 30020 Quarto d’Altino (VE). Hanno collaborato: Sandro Antichi, Angela Boninsegni, Moreno Botti, Patrizia Branchi, Enzo Brogi, Oliviero Buccianti, Sofia Capaccioli, Laura Cardinali, Camilla Checchi, Cecilia Del Sala, Roberta Fabbrini, Don Mario Ghinassi, Stefano Luglioli, Lorenzo Mascia, Alessio Muracchini, Sergio Morandi, Paolo Parigi, Livio Pierallini, Giuliana Romoli, Franco Sabatini, Raffaella Simonti, Lucrezia Tarquini, Brunella Tiossi.

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