Caro mondo dello sport,

La campagna italiana Cartellino Rosso all’Apartheid Israeliana, che si inserisce in una campagna europea, si oppone alla scelta di Israele come paese che ospita la coppa UEFA Under 21 2013 e chiede che la UEFA sposti il campionato da Israele, paese che si fa beffa del diritto internazionale, occupando militarmente la Palestina e imponendo un sistema di apartheid al popolo palestinese.

Anche lo sport palestinese è stato più volte oggetto diretto di attacchi militari israeliani. Nei bombardamenti israeliani su Gaza del novembre 2012, infrastrutture sportive e del calcio, tra cui la sede del Comitato Nazionale Paralimpico e lo stadio nazionale di calcio a Gaza City, sono state distrutte, mentre colpi di artiglieria su campi sportivi hanno ucciso ragazzi palestinesi a Gaza mentre giocavano a pallone.

Queste azioni hanno portato 50 calciatori europei ad affermare: “Il fatto che Israele ospiti il campionato europeo UEFA Under 21, in queste circostanze, verrà visto come un premio per azioni che sono contrarie ai valori dello sport.”

Tra i sostenitori della campagna, personaggi come il regista britannico Ken Loach, Luisa Morgantini, già vice presidente del Parlamento europeo, l’ex senatore Vincenzo Vita, Marie George Buffet, già ministro dello sport francese, e il compianto Stephane Hessel, co-estensore della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, oltre a 15000 persone che hanno firmato lettere a .

Il 24 maggio a Londra, attivisti della campagna, provenienti da diversi paesi europei, Italia inclusa, manifesteranno davanti al congresso annuale della UEFA. Si è anche fatta formale richiesta perché Mahmoud Sarsak, giocatore palestinese, detenuto dalle autorità israeliane per tre anni senza capo d’accusa né processo, e rilasciato solo dopo tre mesi di sciopero della fame ed una protesta internazionale, possa intervenire al Congresso.

Martedì 21 maggio a Roma, in vista alla partecipazione della Federcalcio alle riunioni di Londra, la campagna Cartellino Rosso all’Apartheid Israeliana ha organizzato un sit-in per protestare contro la decisione della UEFA e denunciare la mancata presa di posizione da parte della Federcalcio, che pure ha dichiarato un impegno per il calcio palestinese.

E se si dovesse andare avanti con il mal concepito piano di svolgere il campionato Under 21 in Israele, Cartellino Rosso all’Apartheid Israeliana farà appello perché si svolgano proteste in tutta l’Italia l’8 giugno, giorno della partita Italia – Israele.

Finché Israele non rispetta la legalità internazionale e i diritti umani, e continua a operare contro i valori dello sport, non merita di essere premiato con un evento sportivo di tale portata e non ha nessun diritto a rimanere nella UEFA.

In allegato della documentazione utile per conoscere sia la campagna che l’impatto delle politiche israeliane sullo sport palestinese e sulla vita in Palestina. Siamo a disposizione per illustrare le condizioni dello sport in Palestina e le ragioni della campagna, affinché favorisca la dovuta attenzione e copertura mediatica durante il congresso UEFA e, a giugno, durante il campionato, nel caso la UEFA scegliesse di ignorare i tanti appelli che chiedono di spostarlo.

Per contatti: Cartellino Rosso all’Apartheid Israeliana [email protected] • http://bdsitalia.org/cartellino-rosso

Dichiarazione della campagna europea contro la coppa Uefa Under 21 in Israele

ALZARE IL CARTELLINO ROSSO CONTRO IL RAZZISMO ISRAELIANO

Nel giugno 2011, 42 squadre di calcio palestinese hanno invitato il presidente della UEFA Michel Platini a cambiare la decisione di tenere in Israele il campionato maschile Under 21 del 2013, un paese che impone un’occupazione militare, una colonizzazione e un sistema di apartheid in Palestina.[1]

Da quel momento, in tutta Europa e in tutto il mondo, sono in constante aumento appelli all’UEFA per rimuovere la coppa Under 21 da Israele. Da petizioni online con oltre 13.000 firme, alla dichiarazione di 50 stelle del calcio europeo, alla lettera di Marie-George Buffet, già ministro francese dello Sport, è chiaro che dai fan del calcio e dei diritti umani la concessione a Israele dell'onore di ospitare un evento sportivo internazionale è vista come un premio immeritato per i suoi comportamenti contrari ai valori sportivi.[2]

Una coalizione europea di organizzazioni antirazziste sta conducendo una campagna per alzare il cartellino rosso contro Israele per il mancato risetto del diritto internazionale e per la violazione dei diritti umani dei Palestinesi. La campagna contesta la decisione della UEFA di tenere competizioni sportive in Israele e lavora per assicurare che il potenziale positivo dello sport sia utilizzato per fare pressione su Israele per porre fine agli abusi dei diritti umani, piuttosto che favorirli attraverso impunità e premi. La campagna fa parte del movimento globale BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni) lanciato dalla società civile palestinese nel 2005, che trae ispirazione dal movimento anti-apartheid in Sud Africa, nel quale il boicottaggio sportivo ha svolto un ruolo decisivo.[3]

Nel settembre 2010, il presidente della UEFA Michel Platini ha espresso preoccupazione per le restrizioni che Israele impone ai calciatori palestinesi, affermando che "Israele deve scegliere tra consentire allo sport palestinese di continuare e prosperare oppure essere costretto ad affrontare le conseguenze per il suo comportamento."

Nei due anni e mezzo sono trascorsi da allora, "prosperare" non è una parola che viene in mente se guardiamo le condizioni dello sport palestinese - un microcosmo della realtà vissuta da tutti i Palestinesi, che vivono sotto l'occupazione militare israeliana in Cisgiordania, Gerusalemme Est e a Gaza o come cittadini di seconda classe all'interno di Israele o come rifugiati all'estero.

Sono stati oggetto di attacchi militari israeliani non solo infrastrutture sportive e del calcio, tra cui la sede del Comitato Nazionale Paralimpico e lo stadio di calcio di Gaza, colpi di artiglieria israeliana hanno anche ucciso su campi sportivi ragazzi palestinesi a Gaza mentre giocavano al pallone.[4]

Ci sono voluti tre mesi di sciopero della fame ed una protesta internazionale perché le autorità israeliane rilasciassero il giocatore della nazionale palestinese Mahmoud Sarsak lo scorso luglio. Era stato arrestato mentre viaggiava da Gaza in Cisgiordania per una partita ed era stato detenuto per tre anni senza capo d’accusa né processo. Israele tiene in prigione ancora il portiere della squadra olimpica Omar Abu Rois e il giocatore di Ramallah Mohammed Nimr, insieme a 4.000 prigionieri politici palestinesi.[5]

Come per tutti i Palestinesi, Israele nega sistematicamente il diritto di movimento ai calciatori palestinesi, sia nei Territori palestinesi occupati sia verso l’estero per allenarsi o gareggiare. Inoltre, se l'UEFA dovesse andare avanti con il mal concepito piano di tenere il Campionato Under 21 in Israele, ai migliaia di tifosi di calcio palestinesi provenienti dai territori che Israele occupa illegalmente sarebbe negato l'ingresso per vedere le partite, mentre i coloni israeliani sarebbero liberi di andare e venire senza ostacoli.

Aggiungendo al danno la beffa, i luoghi scelti per le finali Under 21 in Israele comprendono Bloomfield Stadium, già Basa, dal quale è stato espulso il club palestinese Shabab el-Arab nel 1948; Netanya Municipal Stadium che incombe sull'unico edificio rimasto del villaggio palestinese distrutto di Bayyarat Hannun; uno stadio di riserva a Ramat Gan costruito su terreni sequestrati in base alla legge sulle proprietà degli "assenti" ad abitanti dei villaggi palestinesi di Jarisha e al-Jammasin al-Sharqi; e Teddy Stadium, costruito accanto al villaggio palestinese quasi completamente distrutto di al-Maliha.

Teddy Stadium è anche la sede della famigerata squadra israeliana Beitar Jerusalem, i cui tifosi hanno dato alle fiamme la sede amministrativa del club nel mese di febbraio 2013, dopo che sono entrati nella squadra due giocatori musulmani provenienti dalla Cecenia. Un mese dopo, i tifosi hanno lasciato lo stadio quando uno di loro ha segnato il suo primo gol. Moshe Zimmermann, uno storico dello sport presso l’Università ebraica, smentisce le affermazioni che i tifosi del Beitar Jerusalem siano solo una frangia estremista, dichiarando: "Il fatto è che la società israeliana nel suo complesso diventa sempre più razzista, o almeno più etnocentrica, e questi fatti ne sono un'espressione".[6]

La campagna europea Cartellino Rosso sostiene che Israele deve, infatti, essere "costretto ad affrontare le conseguenze". Gli abusi di cui sopra lo rendono inadatto ad ospitare eventi sportivi internazionali. Permetterlo rafforzerebbe il senso di impunità che li perpetua.

Invitiamo la UEFA a ritirare l'onore di ospitare il Campionato europeo Under 21 del 2013 da Israele e ad escludere Israele da considerazioni per futuri eventi sportivi, inviando così di un forte messaggio che nel calcio non c’è posto per la negazione sistematica dei diritti umani.

Note:

[1] http://www.bdsmovement.net/2011/letter-to-platini-7377 [2] UEFA President Michel Platini: Remove UEFA 2013 European Under-21 Championship from http://chn.ge/RFbsLu M. Platini - Président de l'UEFA: Revenez sur votre décision d'organiser l'Euro Espoirs 2013 en Israël http://chn.ge/O4HIt4 European Footballers Declare Support for Palestine http://bit.ly/QugttH Coupe d'Europe de football en Israël, Marie Georges Buffet écrit à Platini http://bit.ly/17zZJcw [3] http://www.bdsmovement.net/bdsintro [4] http://electronicintifada.net/blogs/ali-abunimah/after-destroying-paralympic-hq-and-stadium-gaza-israel- must-not-host- http://www.pchrgaza.org/portal/en/index.php?option=com_content&id=8978 [5] http://electronicintifada.net/blogs/adri-nieuwhof/how-israel-derails-promising-careers-palestinian- football-stars [6] http://www.thenation.com/blog/173288/israel-where-soccer-fans-boo-their-own-players-when-they-score

Luisa Morgantini Former vice President European Parliament

Roma, 19 – 05 - 2013

Al Presidente Michel Platini

Il 5 Giugno la Coppa Uefa under 21 dovrebbe inaugurarsi in Israele. Il 5 Giugno del 1967, Israele in una guerra preventiva, attaccò e occupò la Cisgiordania, Gaza, le alture del Golan e parte del Sinai. Il 5 giugno, giorno di conquista per Israele e di sofferenza e mancanza di diritti per i palestinesi, la Uefa premierà Israele per il suo contributo allo sport. Da ben 46 anni la popolazione palestinese della Cisgiordania e Gaza, vive sotto occupazione militare, ogni generazione nata dopo quella data non ha mai vissuto nella libertà. Ogni giorno subisce la violenza dell’occupazione militare. Ogni giorno la terra coltivata con fatica, rubata per essere trasformata in colonia. Case demolite per impedire la crescita della popolazione palestinese, la costruzione di un muro di annessione coloniale, strade dell’apartheid, dove solo coloni e cittadini israeliani o con carta d’identità di Gerusalemme est possono frequentare, migliaia di prigionieri politici, tra cui giovani, . E nelle colline a Sud di Hebron come nella Valle del Giordano, terra dello Stato Palestinese, l’esercito israeliano fa evacuare forzatamente i pastori e i contadini per esercitazioni militari, in realtà per aprire la strada a nuove colonie. Ma Lei, signor Presidente Platini, è al corrente della situazione, ha visto quanta discriminazione gli Israeliani praticano verso i palestinesi anche nello sport: calciatori arrestati e tenuti in detenzione amministrativa, permessi negati ai palestinesi anche per giocare alle partite del “dialogo” con israeliani , stadi distrutti a Gaza, ma anche in Cisgiordania, check point e ancora il muro, potrei proseguire con molto altro, ma voglio arrivare al punto. Israele deve imparare a rispettare i diritti degli altri, in questo caso di una popolazione che oltre all’occupazione del 67, ha subito l’esodo, la Nakba del 1948, e la distruzione da parte di Israele di centinaia di villaggi palestinesi per cancellarne il ricordo e la memoria, alcuni di questi vicino agli stadi in cui si giocheranno le partite Uefa. Per questo Le chiedo di non tenere la Coppa Uefa under 21 in Israele. Non è troppo tardi! Neppure lo sport può essere al di sopra della violazione dei diritti umani e della legalità internazionale, ed Israele continua a violare ogni risoluzione delle Nazioni Unite ma soprattutto viola ogni codice etico o morale. Ascolti noi, caro Platini, ascolti il suo cuore e la sua coscienza ed ascolti quei coraggiosi cittadini israeliani che si sono uniti all’appello lanciato da 42 organizzazioni sportive palestinesi: non fate la coppa Uefa under 21 in Israele. Attendo una sua risposta, e se terrete la Coppa Uefa in Israele, non rimanete in silenzio ed esprimete con nettezza il 5 giugno, anniversario dell’occupazione militare, che il popolo palestinese ha ogni diritto di vivere in libertà.

Luisa Morgantini Già Vice Presidente del Parlamento Europeo [email protected] tel. +393483921465

Vincenzo Vita: UEFA deve annullare la decisione di tenere i campionati Under 21 in Israele

Aderisco con convinzione all’appello all’UEFA perché annulli la decisione di tenere i campionati under 21 in Israele. Non è giusto che un evento sportivo importante possa essere organizzato da un Paese che tiene comportamenti coloniali e repressivi nei riguardi del popolo Palestinese. E in particolare il riferimento va ad atteggiamenti gravissimi tenuti verso sportivi palestinesi, cui è stato impedito di svolgere l’attività o che sono persino incarcerati senza motivazione e senza processo per lunghi periodi. O alle molte circostanze nelle quali ai giocatori ed ai tifosi è stato impedito di spostarsi all’interno dei Territori Occupati Palestinesi oppure di uscire e rientrare dall’ estero per competizioni sportive.

Lo sport deve mantenere equilibrio, giustizia e senso democratico. Non può rendere protagonisti coloro che violano le regole elementari della convivenza. L’Uefa non deve voltarsi dall’altra parte. Che messaggio state dando alla generazione dei giovani?

Vincenzo Vita Ex vice-presidente Senato italiano della Commissione istruzione pubblica, beni culturali ricerca scientifica, spettacolo e sport

Roma: presidio alla Federcalcio, Cartellino Rosso all'Apartheid Israeliana chiede incontro con Abete

Martedì, 21 maggio, in vista del Congresso annuale della UEFA a Londra, una trentina di manifestanti della campagna Cartellino Rosso all’Apartheid Israeliana ha protestato davanti alla sede nazionale della Federcalcio a Roma per ribadire la richiesta che il campionato Under 21 sia spostato da Israele.

Una delegazione è stata ricevuta dal Direttore Generale Antonello Valentini, al quale è stato consegnato il dossier sulle condizioni dello sport in Palestina e sulla campagna europea contraria a premiare Israele con un evento sportivo di risonanza mondiale. Nel dossier sono state incluse le ultime lettere a sostegno della campagna da parte di Luisa Morgantini, già vice presidente del Parlamento Europeo, e dell’ex senatore Vincenzo Vita, che chiedono entrambi di spostare il campionato da Israele.

Valentini ha ricordato la sensibilità e l’impegno della Federcalcio per lo sport palestinese, affermando che lo scopo della Federazione è sempre stato quello di includere e non escludere. Ha ricordato anche l’impegno della Federcalcio contro il razzismo, questione centrale al congresso UEFA di Londra.

Gli attivisti hanno risposto che svolgere il campionato in Israele vuol dire non solo vanificare gli sforzi fatti nella lotta contro il razzismo, mandando un messaggio ambiguo e fuorviante, ma ancor peggio, acconsentire alle politiche di un paese in cui la discriminazione e l’Apartheid sono stabilite per legge. Israele ha reso l’esclusione parte integrante della vita di tutti i palestinesi, da quelli che vivono e muoiono sotto occupazione militare in Cisgiordania, a Gaza e a Gerusalemme est, ai palestinesi relegati allo stato di cittadini di “terza classe” in Israele, ai profughi ai quali è negato il sancito diritto di ritorno alle loro terre da dove sono stati cacciati da Israele nel ‘48 e nel ’67.

La delegazione ha anche ricordato l’eco globale che avrà la coppa Under 21, creando così una straordinaria occasione per Israele per presentarsi al mondo come un paese normale, democratico ed “europeo”.

Per poter meglio esporre le gravi conseguenze di procedere con il campionato in Israele, la delegazione ha chiesto di poter organizzare un incontro con il Presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete, richiesta che Valentini si è assunto di trasmettere.

Al presidio di Roma hanno aderito e partecipato: Rete Romana di Solidarietà con il Popolo palestinese, Gruppo BDS Roma, Per non dimenticare Gaza, Un ponte per…, Amici della Mezzaluna Rossa Palestinese, Freedom Flotilla Italia, Partito dei Comunisti italiani, la Comunità palestinese di Roma e del Lazio e Amici del prigioniero palestinese in Italia.

Venerdì 24 maggio a Londra, davanti alla sede del Congresso annuale della Uefa, manifesteranno attivisti da tutta l’Europa, l’Italia inclusa, perché l’UEFA, finora sorda, si decida ad ascoltare gli appelli partiti dal mondo del calcio palestinese e sostenute da chi non accetta di vedere lo sport utilizzato per mascherare gravi violazioni del diritto internazionale e dei diritti umani.

La campagna Cartellino Rosso all’Apartheid Israeliana fa appello affinché si organizzino proteste in tutta Italia l’8 giugno, giorno della partita Italia – Israele, nel caso l’UEFA dovesse accettare di prestarsi a questa campagna di immagine per Israele.

Cartellino Rosso all’Apartheid Israeliana [email protected] http://bdsitalia.org/cartellino-rosso

LONDON: PROTESTERS TARGET UEFA ANNUAL CONGRESS OVER GAMES IN ISRAEL

- Protest rally 11.00 – 16.00 FRIDAY MAY 24 Grosvenor House Hotel W1K 7TN - Filmmaker Loach calls under21 finals in Israel “shocking” and “ill-advised” - Platini urged to meet Palestinian footballer and former political prisoner Mahmoud Sarsak

As England’s Under-21 team prepares for the UEFA Finals in Israel on June 5-18, campaign group Red Card Israeli Racism intends to protest outside the UEFA Annual Congress in London on 24th May.

Filmmaker Ken Loach, who has supported the campaign for more than a year, said:

‘It is shocking that UEFA has ignored calls from the Palestinian Football Association and many football clubs, as well as anti-racist human rights campaigners across Europe, to reconsider its ill-advised decision. UEFA should recognise the plight of Palestinian footballers and the intolerable difficulties that are put in their way by the illegal Israeli Occupation.”

A statement prepared by a European coalition of Red Card campaign groups calls on UEFA to “withdraw the honour of hosting the 2012 European Under-21 championship and exclude Israel from consideration for hosting any future sporting events.”

RCIR UK coordinator Geoffrey Lee says, “If we criticise racist chanting against black players in Europe, why do we not criticise a whole system of racism against , created and enforced by successive Israeli goverments?”

The group, which models itself on the campaign for a sporting boycott of South Africa during the apartheid era, is calling on congress delegates to give a hearing to visiting Palestinian footballer Mahmoud Sarsak, who staged a prolonged hunger strike during his third year of detention without trial in Israel . His plight drew support from , and others, leading to his eventual release last July.

For further information please contact: [email protected] http://rcir.org.uk/protesters-target-uefa-annual-congress-over-games-in-israel/ Appello delle squadre sportive palestinesi a Michel Platini- Cartellino rosso all’apartheid di Israele 22 giugno 2011

Noi, calciatori palestinesi, atleti, organizzazioni e funzionari sportivi, siamo costernati nel vedere che Israele è stato premiato, per la sua continua impunità e per la violenta oppressione del nostro popolo, conferendogli l'onore di ospitare il torneo UEFA Under-21 nel 2013. Questa decisione rappresenta una netta inversione rispetto alla coraggiosa posizione da lei presa, appena un anno fa, contro gli attacchi israeliani allo sport palestinese e le sue persistenti violazioni dei principi universali dei diritti umani. Lei,infatti, aveva detto: "Li abbiamo accettati in Europa ed abbiamo loro chiarito le condizioni per l'adesione, quindi devono attenersi a quanto previsto dalle leggi e dai regolamenti internazionali, altrimenti non c'è alcuna giustificazione alla loro permanenza in Europa. Israele deve scegliere tra permettere allo sport palestinese di continuare e prosperare o essere costretto ad affrontare le conseguenze dei propri comportamenti". Scriviamo oggi per ricordare i fatti che senza dubbio hanno informato il suo atteggiamento coraggioso e la esortiamo a fare tutti i passi necessari affinché il torneo 2013 non si tenga in Israele.

Se questo torneo andrà avanti come previsto, gli appassionati di calcio, fuori e dentro l’Europa, avranno l'impressione che Israele sia un paese come qualsiasi altro, e non invece un paese che pratica una combinazione unica di occupazione, di colonizzazione e di apartheid contro la popolazione palestinese indigena. I giochi potranno svolgersi nello Stadio Ramat Gan, che è stato costruito sui terreni dai villaggi palestinesi di Jarisha e al-Jammasin al-Sharqi sequestrati in base alla legge del 1950 sulla proprietà degli assenti. Il calcio non dovrebbe precludere ai rifugiati originari di questi villaggi di tornare alle loro terre, così come sancito dalle risoluzioni ONU.

Le violazioni di Israele del diritto internazionale sono numerose e continuano senza sosta ed hanno un impatto sul calcio palestinese e, più in generale, sul popolo della Palestina. L'infame sistema israeliano dei permessi, che viene usato per negare a tanti palestinesi il diritto di viaggiare, ricorda le " leggi sul movimento" del Sudafrica dell'Apartheid e viene utilizzato per negare ai calciatori il diritto di partecipare a tornei internazionali, o anche partecipare a confronti locali, violando l'articolo 33 della convenzione di Ginevra che vieta le punizioni collettive.[1]

L'uso della immensa forza scatenata nell'operazione piombo fuso dell’inverno 2008-09, ha distrutto le infrastrutture sportive di Gaza, tra cui la sede del Comitato Nazionale Paraolimpico e lo Stadio nazionale di Rafah [2], uccidendo i giocatori di calcio Ayman Alkurd, Shadi Sbakhe e Wajeh Moshate, oltre a 1.400 abitanti.[3]

Il Muro dell'Apartheid costruito da Israele e dichiarato illegale dalla Corte internazionale di giustizia nel 2004, corre con tutta la sua solida e concreta altezza di 8 metri, a 100 metri di distanza dall'attuale stadio nazionale della Palestina, il “Faisal Husseini Stadium” ad Al-Ram [4]. L'arresto arbitrario di migliaia di palestinesi, tra cui Mahmoud Kamel As-Sarsak, membro della squadra nazionale palestinese di Gaza, detenuto senza processo e senza che sia stata data alcuna spiegazione pubblica, è uno strumento usato normalmente dall'occupazione israeliana.[5] Il sistema israeliano di occupazione, colonizzazione ed apartheid colpisce il calcio palestinese e tutti i palestinesi.

A fronte dell'Apartheid sudafricano, Ruud Gullit dedicò, nel 1987, il suo premio come calciatore europeo dell'anno a Nelson Mandela. Noi ti chiediamo di assumere una posizione simile contro l'Apartheid, facendo in modo che a Israele non sia concesso di ospitare i giochi del 2013, e non consentendo che l’organizzazione che tu presiedi premi Israele per la sua violenta repressione dei diritti palestinesi.

Restiamo in attesa della tua risposta,

Firmata da: Alwehda (unity) Club-Rafah Alnuseirat Services Club Alasteqlal (independence) Deir Elbalah Services Club 42 CLUB Club-Rafa Deir Elbalah Union Club Jamaa’i Rafah Club Alsalah Charity Club Alwehda Club- Jabalia Captain Hasaan Salah (vice Jabalia Youths Club president of soccer players Naser Dababesh, club head, Al Beit Hanoun Civil Club veterans) Ahli Palestinian Club Beit Lahyia Club Captain Zoheir Edwan Nather Gaber, coach, Al Repat Albureij Services Club (President—Al-Wehda Club) Palestinian Club Alaqsa Club-Alnuseirat Captain Joma’ Alakhras Salah Gber, vice-president, Deir Almaghazi Services Club (Presdeint-Al Estiqlal Club) El-Balah Youth Union Alnuseirat Sefrvices Club Captain Fathy Abu Ella (Rafah Abdallah al Saqa, soccer player, Alzawaida Youth Club Services Club) Al Sadaqa Club Jabalia Union Club Captain Kamal Alashqar Mohammed abu Aita, soccer Ansaar Jabalia Club (Nusairat Services Club) player, Al Sadaqa Club Alkarama Club Captain Jamal Albuheissy (Deir Islam Salama, soccer player, Al Gaza Sporting Club El Balah Services Club) Beach Club RafahYouths Club Captain Jaber Ayaash (El Salah Iyad al Jiesh, soccer player, ALtarabot Club- Deir Albalah Club) Disabled Union Albureij Civil Club Captain Eissa Zaher (President- Mazen Sarhan, board member, Alredwan Club Jabalia Youth Club) Disabled Union Hetteen Club Captain Amer Alemawi Abed Rabo al Tahrawi, board Alta3awn (Cooperation) Club (President-Beit Hanoun member, Al Redwan Club Alwefaq Club National Club) Wesam Jadallah, volleyball Aljazeera Club Captain Sameer player, Al Sadaqa Sports Club Alyarmouk Club Albarawi(President-Beit Lahia Yasser Dawood, volleyball Alrayaan Club National Club) player, Al Sadaqa Sports Club Albureij Youths Club Captain Mohammed Abo Asa’d al Majdalawi, volleyball Alrebaat Club Shoqwa (President- Bureij player, Al Sadaqa Sports Club Alzawaida Union Club Services Club) Khaled Shameia, club head, Al Almaghazi Youths Club Captain Mohammed Zureid Naser Arab Club Alqarara Club (President-Al-Aqsa Club) Ali Abu Hasheesh, club head, Al Alataa’ Althahabi Club Captain Iyaad Alhozoqi Beach Club Alshaf3′ Club (President-Nusairat National Saeb Jondeya, soccer player, Al Alshareqa Club Club) Sheja’ia Club Canada Club Captain Jalal Abu Zayed Naim Sweerki, coach, Al Alqadessia Club (President-Al Zawaida Club) Sheja’ia Club Tel Alsoultaan Club Captain Mousa Abu Zeer Amer Abu Ramadan, club head, Sports College—Al-Aqsa (President-Gaza Sporting Club) Al Helal Club University Captain Islam Qeshtaa Tayseer Abed al Jawad, union Ali Rabei (President-Rafah head, Handball Union 18 Club Manager e giocatori Jamaai Club) Ramzi Jaber, sports teacher, Al Aqsa University Ibrahim Abu Salim (Vice E altri 19 figure sportive President-Football Union) palestinesi

Note: [1]http://www.fifa.com/aboutfifa/federation/insidefifa/news/newsid=1305932.html [2]http://www.mezan.org/en/details.php?id=8960&ddname=detention&id_dept=9&p=center [3]http://en.rian.ru/world/20090114/119490704.html [4]http://www.nytimes.com/2009/10/29/world/middleeast/29westbank.html?_r=1&hp [5]http://www.mezan.org/en/details.php?id=8960&ddname=detention&id_dept=9&p=center APPELLO DEL CALCIATORE PALESTINESE MAHMOUD SARSAK. A ISRAELE SIA NEGATO IL PRIVILEGIO DI OSPITARE LA COPPA UEFA UNDER 21 17 Ottobre 2012

Mahmoud Sarsak è un calciatore palestinese che ha giocato per la squadra nazionale palestinese. È stato rilasciato dal carcere israeliano nel mese di luglio, dopo tre anni di detenzione e 92 giorni di sciopero della fame. Ha avuto il sostegno di persone di coscienza in tutto il mondo, tra cui figure di spicco del calcio. Fa appello per azioni di pressione sull’UEFA perché neghi ad Israele l’onore di ospitare importanti campionati di calcio.

Il 10 luglio di quest'anno sono stato rilasciato dopo tre anni di reclusione da parte delle forze di occupazione israeliane e dopo 92 giorni di sciopero della fame. La mobilitazione da parte di persone di coscienza in tutto il mondo e le dichiarazioni e i commenti da parte di organizzazioni calcistiche come FIFPro, calciatori professionisti del passato e del presente come Eric Cantona e Frederic Kanoute, figure di spicco del calcio come Sepp Blatter e altri personaggi pubblici di rilievo, sono stati sia fonte di ispirazione che immensamente utili per mantenere la pressione su Israele e una delle principali ragioni per il mio rilascio.

Vorrei offrire la mia più profonda gratitudine a tutti coloro che hanno alzato la voce contro il trattamento disumano dei palestinesi in un momento in cui io e altri prigionieri politici palestinesi in sciopero della fame ne avevamo più bisogno.

Tuttavia, la detenzione arbitraria, l'abuso e la tortura dei prigionieri politici palestinesi continuano. Organizzazioni per i diritti dei detenuti sono particolarmente preoccupate per tre prigionieri che sono attualmente in sciopero della fame prolungato: Samer Al-Barq, Hassan Safadi e Ayman Sharawna.

Israele si adopera incessantemente per reprimere il calcio palestinese, proprio come fa per molte altre forme di cultura palestinese. Il giocatore della Lega Palestinese Mohammed Sadi Nemer e il portiere Omar Khaled Abu Omar Rowis sono stati arrestati a febbraio di quest'anno e rimangono tutt'ora in carcere.

I calciatori Ayman Alkurd, Shadi Sbakhe e Wajeh Moshate, così come oltre 1.400 palestinesi a Gaza, sono stati uccisi e lo stadio nazionale di Rafah è stato distrutto durante l’assalto israeliano a Gaza del 2008-09.[1]

Israele non si comporta come un normale stato in cui i cittadini possono fare liberamente sport. Perché, allora, dovrebbe avere l'onore di ospitare il campionato UEFA Under 21 nel 2013, o l'Under 19 femminile nel 2015? Come affermato in una lettera da parte dei club sportivi di Gaza al presidente dell'UEFA Michel Platini, "Israele non va premiato per la sua violenta repressione dei diritti dei palestinesi".[2]

Platini ha crudelmente dichiarato che il campionato del 2013 "sarà una bella festa del calcio che, ancora una volta, unirà le persone".[3] Invece, permettendo ad Israele di ospitarlo, la UEFA legittima le politiche israeliane di occupazione, oppressione e apartheid. Non ci può essere posto nel calcio per la segregazione e l'oppressione; quindi campionati di prestigio non si possono tenere in Israele.

Chiedo a tutti coloro che si sono mobilitati per il mio rilascio e per la liberazione dei palestinesi in sciopero della fame, di dimostrare ancora una volta il loro impegno per la giustizia e l'uguaglianza, insistendo perché l'UEFA sposti i campionati da Israele.

Il boicottaggio culturale e sportivo, così come altre forme di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS) sono stati fondamentali per la caduta del regime di apartheid in Sudafrica, e analoghe iniziative saranno fondamentali per porre fine all'apartheid israeliana.

Mahmoud Sarsak

EX MINISTRO FRANCESE DELLO SPORT: L’UEFA DOVREBBE ANNULLARE IL TORNEO DI CALCIO IN ISRAELE 7 Marzo 2013

Marie-George Buffet, già Ministro dello Sport francese, ha chiesto all’ente che governa il calcio europeo di cancellare il progetto di tenere i campionati 2013 per gli Under 21 in Israele.

Signor Presidente,

Vorrei richiamare la vostra attenzione al progetto di giocare la Coppa Europa di calcio 2013 meno di 21 anni in Israele.

Questa decisione ha suscitato forti emozioni tra molti atleti – lei sarà certamente a conoscenza delle proteste di molti calciatori - ma anche tra le persone e le associazioni che lottano per la giustizia e la pace in Israele e Palestina. Saprà anche del mio coinvolgimento nella promozione dello sport per tutti in ogni angolo del globo, senza pretendere dagli atleti l’adesione ad una qualsiasi agenda politica.

È questo codice morale che mi ha spinto a scriverle con la richiesta di non svolgere la Coppa europea in Israele. Ero pienamente d'accordo con lei quando nel 2010 ha affermato che "le misure israeliane applicate allo sport palestinese costituiscono una violazione delle norme internazionali e delle leggi in vigore" per essere un membro dell’UEFA.

Questa situazione, lungi dal migliorare, persiste ancora oggi. È un fatto deplorevole che gli atleti palestinesi non solo gli sia negato il permesso di viaggio all'interno e al di fuori dei Territori palestinesi in modo che siano in grado di partecipare in tornei, ma molti atleti vengono spesso arrestati e imprigionati. Faccio notare, in particolare, la carcerazione senza accuse né processo del portiere della squadra olimpica palestinese, Abu Omar Rois, e del calciatore di Ramallah, Mohammed Nmir, così come quella di Mahmoud Sarsak della squadra nazionale palestinese, che è stato imprigionato mentre viaggiava da Gaza alla Cisgiordania per una partita.

Sarete d'accordo con me, signor Presidente e caro amico, che tali pratiche avverse nei confronti di atleti e nei confronti del diritto di un paese di impegnarsi nello sport sono incompatibili con i valori dello sport che devono essere rispettati quando si organizza un torneo internazionale di grande rilievo.

Sono quindi convinta che lei sarà sensibile, in nome dello sport e del diritto di tutti di impegnarsi nello sport, alle proteste in corso contro lo svolgimento di questo torneo in Israele. So di poter contare sul vostro impegno per garantire il rispetto di tale principio come un motivo di riconsiderare la sede per il Campionato europeo Under 21 di calcio 2013.

Cordiali saluti,

Marie-George Buffet OLTRE 50 CALCIATORI EUROPEI DICHIARANO IL LORO SOSTEGNO ALLA PALESTINA 29 novembre 2012

Noi, giocatori di calcio europei, esprimiamo la nostra solidarietà al popolo di Gaza che vive sotto assedio e a cui sono negate la dignità umana e la libertà. Gli ultimi bombardamenti israeliani su Gaza, che hanno causato la morte di oltre un centinaio di civili, sono stati un'altra macchia sulla coscienza del mondo.

Sappiamo che in data 10 novembre 2012 l'esercito israeliano ha bombardato uno stadio sportivo a Gaza, causando la morte di quattro ragazzi che giocavano a calcio, Mohamed Harara e Ahmed Harara, di 16 e 17 anni, e i diciottenni Matar Rahman e Ahmed Al Dirdissawi.

Sappiamo inoltre che dal febbraio 2012 due calciatori della squadra Al Amari, Omar Rowis, di 23 anni, e Mohammed Nemer, di 22 anni, sono detenuti in Israele senza capi d’accusa né processo.

È inaccettabile che i bambini vengano uccisi mentre giocano a calcio. Il fatto che Israele ospiti il campionato europeo UEFA Under 21, in queste circostanze, verrà visto come un premio per azioni che sono contrarie ai valori dello sport.

Nonostante il recente cessate-il-fuoco, i palestinesi sono ancora costretti a sopportare un'esistenza disperata sotto occupazione: devono essere tutelati dalla comunità internazionale. Tutte le persone hanno diritto ad una vita in dignità, libertà e sicurezza. Ci auguriamo che emergerà finalmente una soluzione giusta.

Gael Angoula, Bastia Sporting Club (France) Chris Gadi, US Boulogne (France) Karim Ait-Fana, Montpellier HSC (France) Remi Gomis, FC Valenciennes (France) , Newcastle United (UK) Florent Hanin, SC Braga (Portugal) Abdoulaye Baldé, AC Lumezzane (Italia) Eden Hazard, Chelsea Football Club (UK) Chahir Belghazouani, AC Ajaccio (France) Diomansy Kamara, Eskisehispor Kulübü (Turkey) Leon Best, Blackburn Rovers Football Club (UK) Frédéric Kanouté, Beijing Guoan (China) Ryad Boudebouz, Football Club Sochaux Djamal Mahamat, Sporting Braga (Portugal) Montbéliard (France) Kader Manganne, Al Hilal Riyad Football Club , Granada Football Club (Spain) (Saudi Arabia) Jonathan Bru, Melbourne Victory (Australia) Sylvain Marveaux, Newcastle United (UK) Aatif Chahechouche, Sivasspor Kulübü (Turkey) Nicolas Maurice-Belay, FC Girondins de Bordeaux Pascal Chimbonda, Doncaster Rovers Football Club (France) (UK) Cheikh M’bengué, Toulouse Football Club (France) , Newcastle United (UK) Jérémy Menez, Paris Saint-Germain Football Club , Football Club Sochaux Montbéliard (France) (France) Laurent Nardol, Chartres Football Club (France) , Lekhwiya (Qatar) Mahamadou N’diaye, Vitoria Sport Club Guimares Abou Diaby, Arsenal Football Club (UK) (Portugal) Alou Diarra, West Ham (UK) , Al-Sadd SC (Qatar) Samba Diakité, Queens Park Rangers (UK) Mbaye Niang, SM Caen (France) Pape Diop, West Ham United (UK) Fabrice Numeric, FK Slovan Duslo Sala (Slovakia) Abdoulaye Doucouré, Stade Rennais Football Club Billel Omrani, (France) (France) Lamine Sané, FC Girondins de Bordeaux (France) Ibrahim Duplus, Football Club Sochaux Mamady Sidibé, Stoke City Football Club (UK) Montbéliard (France) Momo Sissoko, Paris Saint-Germain Football Club Soudani El-Arabi Hilal, Vitoria Sport Club Guimares (France) (Portugal) Cheikh Tioté, Newcastle United (UK) Jires Kembo Ekoko, Al Ain Football Club (United AdamaTraoré, Melbourne Victory (Australia) Arab Emirates) Armand Traoré, Queen Park Rangers FC (UK) Nathan Ellington, Ipswich Town Football Club (UK) Djimi Traore, (Mali) Doudou Jacques Faty, Sivassport Kulübü (Turkey) , Fenerbahçe Spor Kulübü (Turkey) , AC Ajaccio (France) , Granada Football Club (Spain) NAKBA DAY E EUROPEI DI CALCIO UNDER 21 IN ISRAELE

Roma, 14 maggio 2013, Nena News - I villaggi palestinesi distrutti tra il '47 e il '48, e cancellati dalla faccia della terra, in quella che è chiamata la Nakba (catastrofe), furono 532: gli abitanti, 750.000, ma secondo alcune fonti 900.000, furono cacciati con la forza o fuggirono, non pochi furono uccisi.

Gli stadi individuati per le finali Under 21 in Israele sono situati nelle città di Gerusalemme, Tel Aviv, Nethania e Petah Tikva, che in parte sono state costruite, o si sono estese, al di sopra dei villaggi distrutti nel corso della Nakba che culminò nel '48, ma si protrasse fino al '49, dopo essere stati ripuliti dai loro originari abitanti palestinesi.

A Tel Aviv, i giochi si svolgeranno nello stadio BLOOMFIELD già BASA, dal quale è stato espulso il club palestinese Shabab el-Arab nel 1948. Come riserva, è stato individuato lo stadio RAMAT GAN, che è stato costruito sui terreni dai villaggi palestinesi di Jarisha e al-Jammasin al-Sharqi sequestrati in base alla legge del 1950 sulla proprietà degli assenti. Altri quartieri e villaggi su cui si è allargata Tel Aviv sono ancora: Al Manshyya, Al-Jamassin al- Gharbi, Al-Shaykh Muwannis, Salama, e Summayl.

Furono distrutti e ripuliti etnicamente dalle bande dell'Irgun Zwai Leumi, dell'Haganah, e dalla famigerata Alexandroni. Tutti erano fiorenti villaggi, sulle cui terre ben coltivate e irrigate (a smentire la narrativa israeliana secondo cui Israele ha trasformato in giardini quello che era un deserto), sorgevano piantagioni di cerali, e si estendevano alberi di agrumi ed uliveti.

A Nethanya, si giocherà nel Nethanya Municipal Stadium, che incombe sull'unico edificio rimasto del villaggio palestinese di Bayyarat Hannun, distrutto e ripulito col terrore dai suoi abitanti il 31 marzo 1948, nell'ambito dell'operazione Coastal Clearing (Ripulitura della costa). Dove siano andati i suoi abitanti non si sa.

L'altro villaggio scomparso è l'antichissima Umm Khalid. A Petah Tikva, i giochi si svolgeranno nello stadio HaMoshava. La città si è estesa fino a ricoprire totalmente la terra e quello che una volta era il villaggio di Fajja, sorto su antichi resti archeologici che, prima della distruzione, erano ancora visibili. Il 17 febbraio del 1948 le bande terroristiche dell'Haganà e dell'Irgun terrorizzarono gli abitanti costringendoli a fuggire. La pulizia etnica fu completata il 15 maggio. Il villaggio fu completamente distrutto tranne una casa.

A Gerusalemme, si giocherà nel Teddy Stadium, costruito accanto al villaggio palestinese, quasi completamente distrutto di al-Maliha, 5.798 abitanti prima dell'occupazione. Il villaggio è stato etnicamente ripulito dai suoi abitanti il 15 luglio del 1948, ad opera di bande dell'Irgun Zvai Leumi e del Palmach. Le poche case arabe rimaste sono abitate da coloni ebrei: la moschea è ancora in piedi col suo minareto che si erge, ormai in stato di abbandono, al centro del villaggio.

Il Teddy Stadium è anche la sede della famigerata squadra israeliana Beitar Jerusalem, i cui tifosi hanno dato alle fiamme la sede amministrativa del club nel mese di febbraio 2013, dopo che sono entrati nella squadra due giocatori musulmani provenienti dalla Cecenia. Un mese dopo, i tifosi hanno lasciato lo stadio quando uno di loro ha segnato il suo primo gol. Moshe Zimmermann, uno storico dello sport presso l'Università ebraica, smentisce le affermazioni che i tifosi del Beitar Jerusalem siano solo una frangia estremista, e dichiara: "Il fatto è che la società israeliana nel suo complesso diventa sempre più razzista, o almeno più etnocentrica, e questi fatti ne sono un'espressione". Gerusalemme fu attaccata dalla bande sioniste nell'aprile del '48.

Il 9 aprile ci fu il massacro di Deir Yassin: il villaggio fu completamente distrutto e gli abitanti massacrati. Alla fine i morti erano oltre 100. Tale massacro sparse il terrore negli altri villaggi ed iniziò la fuga. Il 14 maggio la parte nuova di Gerusalemme fu occupata, mentre 40 villaggi ad ovest della città furono in parte distrutti, e ripuliti di tutti i loro abitanti. Più di 90.000 persone, che abitavano Gerusalemme e i villaggi confinanti persero tutti loro averi e il diritto di vivere nelle loro case. Il 7 giugno 1967, le forze militari israeliane occuparono anche Gerusalemme Est, che fu annessa a Gerusalemme Ovest.

Nell'opera di demolizione dei villaggi intorno a Gerusalemme si distinse la brigata Harel di Hitzhak Rabin, futuro primo ministro e premio Nobel per la pace, che evacuò le case con la forza e le distrusse facendole esplodere.

La Nakba non è finita e si rinnova continuamente, attraverso i bombardamenti su Gaza, attraverso l'espulsione dei palestinesi dalle loro case e la costruzione delle colonie illegali in Cisgiordania, attraverso i raid quotidiani delle forze di occupazione, attraverso le costrizioni cui sono sottoposti i Palestinesi di Israele, trattati come cittadini di serie B.

Per questo, Israele non merita di ospitare la Coppa UEFA Under 21 del 2013. Dare ad Israele l'onore di ospitare un evento sportivo internazionale sarebbe come premiare i suoi comportamenti contrari ai valori sportivi. Nel giugno 2011, 42 squadre di calcio palestinesi si sono rivolte a Michel Platini affinché la UEFA, di cui Platinì è presidente, rivedesse la propria decisione di tenere il campionato in un paese che occupa militarmente la Palestina, non rispetta il diritto internazionale e viola costantemente i diritti umani, infischiandosene della disapprovazione internazionale, peraltro assai blanda.

Da quel momento, in tutta Europa, Italia inclusa, e in tutto il mondo, è cresciuta la campagna di mobilitazione Cartellino rosso all'Apartheid israeliana. La campagna fa parte del movimento globale BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni) lanciato dalla società civile palestinese nel 2005, che trae ispirazione dal movimento anti-apartheid in Sud Africa, nel quale il boicottaggio sportivo ha svolto un ruolo importante. Contro la Coppa UEFA in Israele, finora sono state raccolte oltre 15000 firme online e si sono espresse 50 stelle del calcio europeo, oltre a personalità come il regista britannico Ken Loach, Marie Georges Buffet, già ministro dello sport francese, e il compianto Stephane Hessel, co-estensore della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo.

Nel settembre 2010, Michel Platini si era detto preoccupato per le restrizioni che Israele impone ai calciatori palestinesi, ed era arrivato a dire: "Israele deve scegliere tra consentire allo sport palestinese di continuare e prosperare oppure essere costretto ad affrontare le conseguenze per i sui comportamenti." Da quella dichiarazione sono trascorsi due anni e mezzo, e non sono certo "prosperate" le condizioni dello sport palestinese. I militari israeliani, hanno di nuovo bombardato Gaza, distruggendo le infrastrutture sportive e del calcio, tra cui la sede del Comitato Nazionale Paraolimpico e lo Stadio Nazionale di Rafah, e hanno ucciso quasi 200 persone, tra cui ragazzi che giocavano al pallone.

I calciatori palestinesi sembrano essere proprio nel mirino di Israele: tre giocatori della Nazionale, Ayman Alkurd, Shadi Sbakhe e Wajeh Moshate, sono stati uccisi nell'operazione Piombo fuso. E ci sono voluti tre mesi di sciopero della fame ed una protesta internazionale perché Israele rilasciasse, nel luglio dell'anno scorso, il giocatore della nazionale Mahmoud Sarsak - arrestato mentre viaggiava da Gaza in Cisgiordania per una partita e detenuto per tre anni senza capo d'accusa né processo. Mentre sono ancora in prigione, insieme a 4.500 detenuti politici palestinesi, il portiere della squadra olimpica Omar Abu Rois e il giocatore di Ramallah Mohammed Nimr. Il calciatore Zakaria Issa, invece, è morto di cancro in prigione, senza aver avuto la possibilità di accesso ad alcuna cura.

Come per tutti i Palestinesi, anche per i calciatori vige il divieto di movimento, sia nei Territori Palestinesi Occupati sia verso l'estero, per cui è molto difficile per loro allenarsi o gareggiare. E se verrà confermato il mal concepito piano di tenere il Campionato Under 21 in Israele, a migliaia di tifosi di calcio palestinesi dei TPO sarà negato l'ingresso in Israele per vedere le partite, mentre i coloni israeliani saranno liberi di andare e venire senza ostacoli.

La campagna europea Cartellino Rosso chiede che il potenziale positivo dello sport sia utilizzato per fare pressione su Israele, affinché ponga fine agli abusi e alle violenze, di cui si macchia da 65 anni e che lo rendono inadatto ad ospitare eventi sportivi internazionali. Permettere ad Israele di ospitare i giuochi ne rafforzerebbe il senso di impunità.

Attivisti della campagna provenienti da tutta l'Europa manifesteranno al prossimo Congresso UEFA, che si terrà a Londra il 24 maggio, e chiederanno che Mahmoud Sarsak possa intervenire al Congresso per spiegare le ragioni della campagna che chiede di spostare la coppa Under 21 in un altro paese oltre a sospendere Israele dall'UEFA e dalla possibilità di ospitare futuri eventi sportivi fino a quando non rispetti il diritto internazionale.

Chiediamo che anche gli attivisti e sportivi italiani per la pace si uniscano alla campagna inviando così il messaggio forte che nel calcio non c'è posto per la negazione sistematica dei diritti umani. Nel caso l'UEFA scelga di ignorare i tanti appelli per spostare il campionato, facciamo appello ad indire proteste in tutta l'Italia l'8 giugno, giorno della partita Italia - Israele. Nena News