Gian Paolo Scaratti

Le antiche fonti termali di Bacedasco (PC). Un progetto di nuovo sviluppo economico del sito

Il saggio presenta la storia delle terme di Bacedasco (provincia di , Italia settentrionale), ripercorrendo gli sforzi volti alla valorizzazione del sito ed esponendo gli ambiziosi progetti di riqualificazione territoriale e sviluppo che negli anni sono stati solo in parte realizzati. Benché le terme siano da tempo ormai inattive, si intravede la possibilità di un rilancio economico dell’intero territorio comunale in chiave turistica attraverso il loro recupero funzionale. Ciò potrà avvenire a condizione che sia avviata una valorizzazione integrata dei beni ambientali, culturali, religiosi e, anche, enogastronomici esistenti, da collegare tramite infrastrutture di trasporto ecosostenibili. In questo contesto anche le terme e ciò che rimane del vasto bosco che le circondava potranno diventare un’opportunità di rilancio dell’antica vocazione turistica del territorio.

The Ancient Thermal Sources of Bacedasco (Piacenza). A Project of New Economic Development of Their Site This paper traces the history of the Bacedasco thermal baths (province of Piacenza, Northern ) and the owners’ deve- lopment efforts during past decades and describes the great structural expansion projects that have been partially realized in a territorial perspective over the years. Although the thermal baths have been inactive for many years, their hypothetical functional recovery could outline a possibility of relaunching the entire municipal territory. This project can only be carried out if an integrated vision of still present environmental, historical, religious and even enogastronomical cultural heritage will be supported and if a policy for developing environment-friendly local transport infrastructures will be launched. In this context, even the spas and what remains of the vast forest that surrounded them last century could become a new objective for the development of the ancient tourist activity.

Les anciennes sources thermales de Bacedasco (Piacenza). Un projet pour le nouveau développement économique du site L’essai présente l’histoire del termes de Bacedasco (province de Piacenza, Italie du Nord), retraçant les efforts visant à améliorer le site et exposant les ambitieux projets de réaménagement et de développement territorial qui, au fil de sans, n’ont été que partiellement réalisés. Bien quel es thermes soient longtemps inactifs, la possibilité d’une relance économique de l’ensemble du territoire municipal en termes de tourisme peut être entrevue à travers leur récupération fonctionnelle. Cela peut avoir lieu à condition qu’une mise en valeur intégrée des actifs environnementaux, culturels, religieux et, également, œnogastronomiques existants, à connecter des infrastructures de transport écologiquement durables, soit initiée. Dans ce contexte, même les thermes et ce qui reste de la vaste forêt qui les entourait peuvent devenir l’occasion de raviver l’ancienne vocation touristique du territoire.

Parole chiave: sorgenti termali, Castell’Arquato-sistema turistico integrato, bosco di Santa Franca, pianificazione territo- riale, infrastrutture di comunicazione ecosotenibili Keywords: Thermal Sources, Castell’Arquato-Integrated Tourist System, Forest of Saint Franca, territorial planning, eco- sustainable communication infrastructures Mots clés: souces thermales, Système touristique intégré à Castell’Arquato, bois de Saint Franca, aménagement du territorie, infrastructure de communication éco-durable

Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano e Brescia, Dipartimento di storia, archeologia, storia dell’arte – gianpaolo. [email protected]

1. Il complesso termale qualche decina di km confluisce nel fiume (fig. 2). All’estremità orientale del territorio comu- Nella parte orientale della provincia di Piacen- nale, tra due piccole valli incise rispettivamente za sorge il di Castell’Arquato (fig. 1), su dal rio di Santa Franca e dal rio Acqua Puzza, si di un’altura tra le prime propaggini appennini- estendono le proprietà boschive di ciò che furono che, all’imbocco della valle dell’ che da lì a le Terme di Bacedasco SPA. Esse occupano gran

24 AGEI - Geotema, 60 1. Il complesso termale

Nella parte orientale della provincia di Piacenza sorge il comune di Castell’Arquato (fig. 1), su di 1. Il complesso termale un’altura tra le prime propaggini appenniniche, all’imbocco della valle dell’Arda che da lì a qualche decinaNella partedi km orientale confluisce della nel provinciafiume Po di(fig. Piacenza 2). All’ estremitàsorge il comuneorientale di del Castell’Arquato territorio comunale, (fig. 1), tra su due di piccoleun’altura valli tra incisele prime rispettivamente propaggini appenniniche, dal rio di Santa all’imbocco Franca edella dal vallerio Acquadell’Arda Puzza che, sida estendonolì a qualche le proprietàdecina di boschivekm confluisce di ciò nelche fiumefurono Po le (fig.Terme 2). diAll’ Baestremitàcedasco orientaleSPA. Esse del occupano territorio gran comunale, parte del tra vasto due boscopiccole planiziale, valli incise oggi rispettivamente purtroppo rimaneggiato dal rio di Santa dall’ azioneFranca dell’uomoe dal rio (fig.Acqua 3). PuzzaIn questa, si estendono zona, come le certificaproprietà il boschiveprofessor di Wilhelm ciò che G.furono Korner le Termedell’Università di Bacedasco di Milano: SPA. Esse occupano gran parte del vasto bosco planiziale, oggi purtroppo rimaneggiato dall’azione dell’uomo (fig. 3). In questa zona, come Nelle vicinanze di Bacedasco, distante quaranta minuti da Castellarquato, ai piedi delle colline, vi è un numero certificapiuttosto il professor abbondante Wilhelm di sorgenti G. Korner di acqua dell’Università minerale, più o menodi Milano: considerevoli, conosciute da molto tempo e denominate in quel paese col termine di «Acqua Puzza». La più importante fra queste sorgenti alimenta un modestoNelle vicinanze stabilimento di Bacedasco, balneare distante ove si quarantacurano da minuti più tempo da Castellarquato, e con molto ai suc piedicesso delle tutte colline, le forme vi è undi numeromalattie dellapiuttosto pelle, abbondante come pure conseguedi sorgentinze di di acqua sifilide minerale, ed anche più l’ artriteo meno [Korner, considerevoli, 1878, pp. conosciute 1-6]. da molto tempo e denominate in quel paese col termine di «Acqua Puzza». La più importante fra queste sorgenti alimenta un Le terme,modesto quasi stabilimento totalmente balneare comprese ove si nelcurano Comune da più tempodi Castell’Arquato, e con molto suc nelcesso corso tutte ledel forme tempo di malattie hanno visto della pelle, come pure conseguenze di sifilide ed anche l’artrite [Korner, 1878, pp. 1-6]. succedersi diverse proprietà che hanno acquisito fondi per oltre 158 ettari anche nei Comuni di VernascaLe terme, e quasiAlseno, totalmente ricchi di compreseacque sorgive nel Comunee coperti didi Castell’Arquato,fitti boschi. L’inizio nel corsodocumentato del tempo di questahanno storiavisto sisuccedersi rifà a un diversemanifestino proprietà della Societàche hanno balneare acqui Termesito fondi di Bacedasco, per oltre datato158 ettari maggio anche 1877 nei e siglatoComuni dagli di affittuariVernasca titolarie , della ricchi società di acque di gestione. sorgive e Incoperti esso disi fittiinforma boschi. la L’inizioclientela documentato sugli orari d’ingressodi questa storia e di chiusura dei bagni, con relativo prezzario, e si riprende il serioso intervento del professor Korner si rifà a un manifestino della Società balneare Terme di Bacedasco, datato maggio 18771 e siglato dagli (1878).affittuari Non titolari si registra della nessunsocietà ulterioredi gestione. sviluppo In esso della si società, informa che la si clientela scioglie nelsugli 1921 orari. d’ingresso e di chiusura dei bagni, con relativo prezzario, e si riprende il serioso intervento del professor Korner (1878). Non si registra nessun ulteriore sviluppo della società, che si scioglie nel 19211.

Fig. 1. Il borgo monumentale di Castell’Arquato visto dalla Chiesa di San Lorenzo Fonte: fotografia di Gian Paolo Scaratti Fig. 1. Il borgo monumentale di Castell’Arquato visto dalla Chiesa di San Lorenzo Fig. 1.Fonte: Il borgofotografia monumentaledi Gian Paolo Scaratti di Castell’Arquato visto dalla Chiesa di San Lorenzo

Fonte: fotografia di Gian Paolo Scaratti

Fig. 2. Inquadramento territoriale Fonte: disegno di Gian Paolo ScarattiFig. 2. Inquadramento territoriale Fonte: disegno di Gian Paolo Scaratti

parte del vasto bosco planiziale, oggi purtroppo ove si curano da più tempo e con molto successo rimaneggiato dall’azione dell’uomoFig. 2. Inquadrame(fig. 3). In ntotutte territoriale le forme di malattie della pelle, come pure questa zona, come certifica il professor Wilhelm conseguenze di sifilide ed anche l’artrite [Korner, NelFonte: corso disegno del di 1946Gian Paolo un gruppo Scaratti di medici locali si organizza1878, pp. 1-6] . per riaprire lo stabilimento, questa volta G. Korner dell’Università di Milano: definito «termale». Nel 1952 si costituisce la nuova societàLe terme, Terme quasi totalmente di Bacedasco comprese nel Co SPA- che nel corso dei Nelle vicinanze di Bacedasco, distante quaranta mi- mune di Castell’Arquato, nel corso del tempo 2 decenniNel corso modificherà del 1946 unil suonuti gruppo da assettoCastellarquato, di societario, aimedici piedi delle colline,locali ricapitalizzandosi vi è unsi orhannoganizza visto succedersi per e modificando riaprirediverse proprietà lo chestabilimento, lo han statuto- . In questa un decreto volta numero piuttosto abbondante di sorgenti di acqua no acquisito fondi per oltre 158 ettari anche nei minerale, più o meno considerevoli, conosciute da definito «termale». Nel molto1952 tempo si e denominatecostituisce in quel paesela nuovcol termi-a societàComuni di TermeVernasca e diAlseno, Bacedasco ricchi di acque SPA che nel corso dei ne di «Acqua Puzza». La più importante fra queste sorgive e coperti di fitti boschi. L’inizio documen- 2 decenni modificherà il suosorgenti assetto alimenta un modestosocietario, stabilimento ricapitalizzandosi balneare tato di questa storia e modificandosi rifà a un manifestino lo del statuto- . In un decreto

AGEI - Geotema, 60 25 Fig. 3. Localizzazione dei siti trattati, nel comune di Castell’Arquato; sono indicate le due zone già riserva naturale del Piacenziano Fonte: PSC-POS-RUE, variante 2013 QCV 10a-Uso del suolo e caratteri del paesaggio, completata da Gian Paolo Scaratti

la Società balneare Terme di Bacedasco, datato univocità e complementarietà del bosco secondo maggio 1877 e siglato dagli affittuari titolari della le logiche di «bene comune»; in questo modo tut- società di gestione. In esso si informa la clientela ta la proprietà poteva essere «infrastrutturata» sugli orari d’ingresso e di chiusura dei bagni, con come un unico parco termale. La società Terme relativo prezzario, e si riprende il serioso inter- di Bacedasco SPA, alla vigilia di ulteriori investi- vento del professor Korner (1878). Non si registra menti d’ambito iniziati verso la fine degli anni nessun ulteriore sviluppo della società, che si scio- Cinquanta, ci informava che il comparto territo- glie nel 19211. riale denominato «Terme di Bacedasco» in comu- Nel corso del 1946 un gruppo di medici locali ne di Castell’Arquato (PC) sorgeva su una vasta si organizza per riaprire lo stabilimento, questa area collinare dell’Appennino piacentino a un’al- volta definito «termale». Nel 1952 si costituisce titudine media di 180 metri s.l.m. Il complesso oc- la nuova società Terme di Bacedasco SPA che nel cupava una superficie di oltre 115 ettari, mentre corso dei decenni modificherà il suo assetto socie- le fonti propriamente dette erano localizzate nel- tario, ricapitalizzandosi e modificando lo statuto2. la porzione sud-occidentale di ciò che fu il vasto In un decreto del Ministero dell’industria e del bosco di Bacedasco, prima della realizzazione di commercio del 1954 si cita un atto di concessione un campo da golf nel 1991. Gli edifici del vecchio dello sfruttamento perpetuo delle sorgenti e delle impianto termale sono oggi completamente ab- polle di Bagni di Bacedasco sin dal 19303. Duran- bandonati. Il complesso, sino alla fine degli anni te i primi decenni di attività, la SPA si concentra Settanta, era costituito da: un bosco in gran parte sull’acquisizione dei diritti di emungimento e ceduo, con qualche quercia; un importante filare sull’ottenimento di nuove aree. Le terme si svilup- di platani di più recente impianto; una ferrovia a pano sino a quando durano le sovvenzioni assisti- scartamento ridotto con due fermate capotronco; te degli enti mutualistici pubblici, ossia nel 1997, una palazzina attrezzata per le cure termali e gli quando avviene la chiusura e poi l’abbandono ambulatori sanitari, oltre a una ventina di casette dopo un laborioso e oneroso tentativo di rilancio. prefabbricate in legno; il folto e ricchissimo bosco Le terme vere e proprie rappresentano circa di Santa Franca, a ridosso della frazione San Lo- il 30% dell’intero comparto, ma la società pro- renzo, tuttavia non collegato all’ambito termale, prietaria riuscì a farsi riconoscere il principio di che portava l’immenso parco di proprietà delle

26 AGEI - Geotema, 60 convenzioni INPS e mutualistiche e in parte dalla richiesta di contributi alle istituzioni, suffragata da certificazioni di presenze annuali che avrebbero dovuto superare i 160.000 ingressi (figg. 4 e 5). La convenzioni INPS e mutualistichepalazzina e indove parte erano dalla ospitati richiesta gli ambulatoridi contributi funz alleionò istituzioni, per circa suffragata 25 anni, dopoda di che l’azzeramento dei certificazioni di presenze annualicontributi che assistenzialiavrebbero dovutopubblici superare per le cure i 160.000 termali portòingressi all’inevitabile (figg. 4 e 5).chiusura La del complesso. palazzina dove erano ospitati gli ambulatori funzionò per circa 25 anni, dopo di che l’azzeramento dei contributi assistenziali pubblici1.1. per La lequalità cure delleterm acqueali portò all’inevitabile chiusura del complesso.

TermeA partire a oltre dall’antica150 ettari. Occorre analisi aggiungere del professor la campo Korner da golf (inizialmente(1878), numerosissimi nel bosco di Santa illustri scienziati e tecnici di 1.1. La qualità delle acque presenza di importanti beni ambientali ivi conte- Franca), due parcheggi al servizio delle terme, nutipubblici e costituiti uffici da flora si sonoe fauna, avvicendati fortunatamente per un certificare albergo, uno lestabilimento qualità termale,delle acquela ferrovia di Bacedasco. Tra le ultime ancoraattestazioni copiosa eabbiamo varia. La proprietà quella arricchdellaì laFacoltà potenziata di medicina (da Cortina e alla chirurgia strada per dell’UniversitàSan Lo- di Parma con una A partire dall’antica analisi propriadel professor dote fondiaria Korner con diritti ( 1878),di estrazione numerosissimi dei renzo), un illustri parco giochi scienziati per bambini, e tecnici ma anche di pubblici uffici si sono avvicendatifanghirelazione curativi per del ed certificare emungimento7 luglio le che1997 qualità non sia limi firmadelle- ristoranti,acquedel professor dinegozi, Bacedasco. una Depiù modernalsignore, Tra viale dinellaultime comu -quale, tra l’altro, si legge: tavano«concludendo, solo agli intorni le del acque rio Acqua minerali Puzza e alle di Bacedasconicazione e svincoli posseggono stradali per l’accessouna indubbia a nuovi efficacia terapeutica e, attestazioni abbiamo quellaaree della lungo Facoltà il suo corso, di bensìmedicina includevano e chirurgia anche parcheggi dell’Università sotto la strada di dei Parma Martani. conIl Program una- relazione del 7 luglio 1997lecorrettamente sorgenti a firma del rio del Santa utilizzate professor Franca nel possono bosco De omonilsignore, permettere- ma nella di fabbricazione di quale,ottenere vigentetra risultati l’altro, (strumento favorevoli si provvisolegge: -in vari campi della medicina mo,interna: oltre a dirittigastroenterologia, in altre proprietà nei reumatologia,comuni rio che regolavapneum l’edificabilitàologia, così dei suoli come sul terri - in ginecologia, urologia, «concludendo, le acque mineralicontermini. di Si crearonoBacedasco così le premesseposseggono per dila -4unatorio indubbia comunale, efficaciaprevisto dalla terapeutica legge 1150/1942) e, correttamente utilizzate possonotareotorinolaringolatria il concettopermettere termale di di unicootteneree dermatologia» «bene risultati comune» .favorevoli Èvenne però, modificato ancora in vari unaaccogliendocampi volta, della alcuneil medicinaprofessor proposte Korner con la sua famosa nelanalisi quale chimico-fisicasia le terme, sia il bosco, a sottolineare sia i volumi tec la- somiglianzadella proprietà. nei I costi componenti per il mantenimento minerali del -delle acque locali con quelle interna: gastroenterologia, nicireumatologia, funzionali potevano esserepneum realizzatiologia, in modocosì lecome attività termaliin ginecologia,erano assicurati inurologia, parte dalle 4 otorinolaringolatria e dermatologia»indistintopiù famose e in. Èqualsiasi eauperò, de parte soufreancora del dicomparto, unaAix-Les-Bains, volta, come il professorconvenzioni ma sintetizzandone INPSKorner e mutualistiche con lala suaepeculiarità in partefamosa dalla e l’apprezzabile presenza di piùelementi sopra ricordato. attivi per un uso curativo; concludendorichiesta di contributi come alle le istituzioni, acque disuffragata Bacedasco fossero più ricche di analisi chimico-fisica a sottolineareVisti i contenutila somiglianza delle concessioni nei componenti e dell’atto mineralida certificazioni delle diacque presenze locali annuali con che quelleavrebbe- più famose eau de soufre di Aix-Les-Bains,societario,principi unattivi nuovo (vedima progetto, sintetizzandone nota presentato1). verso la peculiaritàro dovuto superaree l’apprezzabile i 160.000 ingressi presenza (Figg. 4di e elementi attivi per un uso lacurativo; fine degli concludendo anni Settanta, prevedeva come leun acquevasto 5).di LaBacedasco palazzina dove fossero erano ospitati più gliricche ambulato di- principi attivi (vedi nota 1).

Fig. 4. Il parco delle terme alle fonti negli anni Sessanta Fig. 4. Il parco delle termeFonte: alle https://termedibacedasco.weebly.fonti negli anni Sessanta Fonte: https://termedibacedasco.weebly.com/terme-storiche.html/com/terme-storiche.html/

Fig. 4. Il parco delle terme alle fonti negli anni Sessanta Fonte: https://termedibacedasco.weebly.com/terme-storiche.html/

Fig. 5. Il parco lungo le fonti del rio Ac- qua Puzza Fonte: https://termedibacedasco.weebly. com/terme-storiche.html/

Fig. 5. Il parco lungo le fonti del rio Acqua Puzza

Fonte:AGEI https://termedi - Geotema, 60 bacedasco.weebly.com/terme-storiche.html/ 27

Fig. 5. Il parco lungo le fonti del rio Acqua Puzza Fonte: https://termedibacedasco.weebly.com/terme-storiche.html/1.2. Dopo le terme?

1.2. Dopo le terme? Dopo la chiusura dello stabilimento termale subentrano due imprenditori milanesi che operarono attorno a un progetto di riqualificazione presentato un ventennio prima e continuamente rivisto. Le Dopo la chiusura dello stabilimentoamministrazioni termale succedutesi subentrano si due sono imprenditori dimostrate milanesi in parte che sensibilioperarono ai contenuti immobiliari e attorno a un progetto di riqualificazione presentato un ventennio prima e continuamente rivisto. Le amministrazioni succedutesi si sono dimostrate in parte sensibili ai contenuti immobiliari e infrastrutturali della proposta di massima avanzata dai due imprenditori, ma, in particolare gli ultimi sindaci, hanno dimostrato prudenza di fronte a ipotesi di intervento che avrebbero compromesso anche l’intero bosco di Santa Franca, la parte più preziosa del complesso boschivo di cui anche quello termale faceva parte. Il campo da golf è stato in ogni caso realizzato nel vasto bosco delle terme (fig. 6), che venne rimaneggiato, mentre la ferrovia è stata divelta e venduta; sono state realizzate una dozzina di villette sul versante degradante verso la valle del rio di Santa Franca, sulla strada dei Frati e, verso la valletta termale del rio Puzza, è stato costruito l’enorme complesso dell’hotel, «mostro» edilizio ancor oggi non ultimato (fig. 7). Successivamente la nuova società si è divisa: a un socio rimase l’ambito termale, il bosco di Santa Franca e la porzione di terreno occupata dall’edificio alberghiero non ri funzionò per circa 25 anni, dopo di che l’azze- rarono attorno a un progetto di riqualificazione ultimato; all’altro le villetteramento e deiil contributivasto assistenzialicomplesso pubblici perde l presentatoGolf unClub, ventennio struttura prima e continuamente riservata a una clientela non le cure termali portò all’inevitabile chiusura del rivisto. Le amministrazioni succedutesi si sono propriamente popolare, fornitacomplesso. di un edificio polifunzionaledimostrate in parte e sensibili alcune ai contenuti villette immobi- da locare, a servizio dei liari e infrastrutturali della proposta di massima avanzata dai due imprenditori, ma, in particolare soci. Le proprietà ri-accatastate1.1. La qualità sono delle acque recintate. gli ultimi sindaci, hanno dimostrato prudenza di Nuove esigenze della proprietàA partire dall’antica avevano analisi del portato,professor Kor- nelfronte contempo, a ipotesi di intervento il che Comune avrebbero com- a trattare l’acquisizione ner (1878), numerosissimi illustri scienziati e tec- promesso anche l’intero bosco di Santa Franca, dell’intero bosco di Santanici Franca, di pubblici uffici in si cambiosono avvicendati della per cer- concessionela parte più preziosa delladel complesso cubatura boschivo di necessaria a terminare il tificare le qualità delle acque di Bacedasco. Tra le cui anche quello termale faceva parte. Il campo ultime attestazioni abbiamo quella della Facoltà da golf è stato in ogni caso realizzato nel vasto volume alberghiero, cambiandonedi medicina e chirurgia dell’Universitàtuttavia di Parmadest boscoinazione delle terme (fig.d’uso 6), che venne perrimaneggia permettere- un utilizzo con una relazione del 7 luglio 1997 a firma del to, mentre la ferrovia è stata divelta e venduta; economicamente sostenibileprofessor Delsignore,e cedibile nella quale, tradell’intero l’altro, si leg- sono comparto, state realizzate una oggidozzina di compromessovillette sul (si veda l’atto ge: «concludendo, le acque minerali di5 Bacedasco versante degradante verso la valle del rio di Santa unilaterale d’obbligo del posseggono07 febbraio una indubbia 2013) efficacia. terapeuticaUna tesi Franca, di sulla laurea strada dei portò Frati e, verso il ladottor valletta Francesco Buscaglia a e, correttamente utilizzate possono permettere termale del rio Puzza, è stato costruito l’enorme concludere che le emergenzedi ottenere sulle risultati qualifavorevoli inil varisuo campi lavoro del- complesso ha affondato dell’hotel, «mostro » l’interesseedilizio ancor oggi (bosco di Santa Franca) la medicina interna: gastroenterologia, reuma- non ultimato (fig. 7). Successivamente la nuova sono da annoverarsi, cometologia, pneumologia,composizione così come in ginecologia,e costituz societàione si è divisa: del a unterreno, socio rimase l’ambito al Piacenziano; ter- dunque, fatta urologia, otorinolaringolatria e dermatologia»4. male, il bosco di Santa Franca e la porzione di propria dall’amministrazioneÈ però, ancoracomunale, una volta, il professori suoi Korner contenuti con terreno si occupata tradussero dall’edificio in alberghiero forte nonde terminazione a chiedere la sua famosa analisi chimico-fisica a sottolineare ultimato; all’altro le villette e il vasto complesso che le emergenze paleontologichela somiglianza nei delcomponenti bosco minerali di delle Santa ac- del Franca Golf Club, strutturafossero riservata a a lorouna clientela volta ricomprese tra le aree que locali con quelle più famose eau de soufre di non propriamente popolare, fornita di un edifi- tutelate dal «Piacenziano»Aix-Les-Bains,(Buscaglia, ma sintetizzandone 2016, lapp. peculiarità 9, 20cio e polifunzionale succ.). eAttu alcune almentevillette da locare, il a comparto delle fonti, da e l’apprezzabile presenza di elementi attivi per un servizio dei soci. Le proprietà ri-accatastate sono tempo abbandonato, è usooggetto curativo; concludendo di bonifica come le acque e di Badi- riprrecintate.istino dei pozzi d’acqua minerale; si riaprirà cedasco fossero più ricche di principi attivi (vedi Nuove esigenze della proprietà avevano porta- nota 1). to, nel contempo, il Comune a trattare l’acquisi- l’ingresso dalla Via di San Lorenzo e si proporrà l’intezionero dell’interocontesto bosco dia Santaun Franca,utilizzo in cam -protetto e di svago per la bio della concessione della cubatura necessaria 1.2. Dopo le terme? comunità (fig. 8). Le attività industriali legate alla lavorazionea terminare il volume deialberghiero, fanghi cambiandone solforosi e della cosmesi e Dopo la chiusura dello stabilimento termale tuttavia destinazione d’uso per permettere un l’utilizzo delle proprietà termalisubentrano duede imprenditorille acque milanesi saranno che ope- lautilizzo scommessa economicamente impr sostenibileenditoriale e cedibile per futuri proprietari.

Fig. 6. Veduta parziale del vasto complesso del Golf Club un tempo occupato dal bosco di Bacedasco Fonte: http://www.golfclubcastellarquato.com/golf/gallery

Fig. 6. Veduta parziale del vasto complesso del Golf Club un tempo occupato dal bosco di Bacedasco Fonte: http://www.golfclubcast28ellarquato.com/golf/gallery AGEI - Geotema, 60

Fig. 7. Il complesso alberghiero non finito, come appare dalla Via dei Frati Fonte: fotografia di Gian Paolo Scaratti infrastrutturali della proposta di massima avanzata dai due imprenditori, ma, in particolare gli ultimi sindaci, hanno dimostrato prudenza di fronte a ipotesi di intervento che avrebbero compromesso anche l’intero bosco di Santa Franca, la parte più preziosa del complesso boschivo di cui anche quello termale faceva parte. Il campo da golf è stato in ogni caso realizzato nel vasto bosco delle terme (fig. 6), che venne rimaneggiato, mentre la ferrovia è stata divelta e venduta; sono state realizzate una dozzina di villette sul versante degradante verso la valle del rio di Santa Franca, sulla strada dei Frati e, verso la valletta termale del rio Puzza, è stato costruito l’enorme complesso dell’hotel, «mostro» edilizio ancor oggi non ultimato (fig. 7). Successivamente la nuova società si è divisa: a un socio rimase l’ambito termale, il bosco di Santa Franca e la porzione di terreno occupata dall’edificio alberghiero non ultimato; all’altro le villette e il vasto complesso del Golf Club, struttura riservata a una clientela non propriamente popolare, fornita di un edificio polifunzionale e alcune villette da locare, a servizio dei soci. Le proprietà ri-accatastate sono recintate. Nuove esigenze della proprietà avevano portato, nel contempo, il Comune a trattare l’acquisizione dell’intero bosco di Santa Franca, in cambio della concessione della cubatura necessaria a terminare il volume alberghiero, cambiandone tuttavia destinazione d’uso per permettere un utilizzo economicamente sostenibile e cedibile dell’intero comparto, oggi compromesso (si veda l’atto unilaterale d’obbligo del 07 febbraio 2013)5. Una tesi di laurea portò il dottor Francesco Buscaglia a concludere che le emergenze sulle quali il suo lavoro ha affondato l’interesse (bosco di Santa Franca) sono da annoverarsi, come composizione e costituzione del terreno, al Piacenziano; dunque, fatta propria dall’amministrazione comunale, i suoi contenuti si tradussero in forte determinazione a chiedere che le emergenze paleontologiche del bosco di Santa Franca fossero a loro volta ricomprese tra le aree tutelate dal «Piacenziano» (Buscaglia, 2016, pp. 9, 20 e succ.). Attualmente il comparto delle fonti, da tempo abbandonato, è oggetto di bonifica e di ripristino dei pozzi d’acqua minerale; si riaprirà l’ingresso dalla Via di San Lorenzo e si proporrà l’intero contesto a un utilizzo protetto e di svago per la comunità (fig. 8). Le attività industriali legate alla lavorazione dei fanghi solforosi e della cosmesi e l’utilizzo delle proprietà termali delle acque saranno la scommessa imprenditoriale per futuri proprietari.

Fig. 6. Veduta parziale del vasto complesso del Golf Club un tempo occupato dal bosco di Bacedasco Fonte: http://www.golfclubcastellarquato.com/golf/gallery

Fig. 7. Il complesso alberghiero non fini- to, come appare dalla Via dei Frati Fonte: fotografia di Gian Paolo Scaratti

Fig. 7. Il complesso alberghiero non finito, come appare dalla Via dei Frati dell’intero comparto, oggi compromesso (si veda contesto a un utilizzo protetto e di svago per la Fonte: fotografial’atto unilaterale di Gian d’obbligoPaolo Scarattidel 07 febbraio 2013)5. comunità (fig. 8). Le attività industriali legate alla Una tesi di laurea portò il dottor Francesco Bu- lavorazione dei fanghi solforosi e della cosmesi e scaglia a concludere che le emergenze sulle qua- l’utilizzo delle proprietà termali delle acque sa- li il suo lavoro ha affondato l’interesse (bosco di ranno la scommessa imprenditoriale per futuri Santa Franca) sono da annoverarsi, come compo- proprietari. sizione e costituzione del terreno, al Piacenzia- no; dunque, fatta propria dall’amministrazione comunale, i suoi contenuti si tradussero in forte 2. Altri beni ambientali e culturali da valorizzare determinazione a chiedere che le emergenze pa- leontologiche del bosco di Santa Franca fossero Il bosco di Santa Franca si estende per 44 et- a loro volta ricomprese tra le aree tutelate dal tari e rappresenta, assieme al non lontano bosco «Piacenziano» (Buscaglia, 2016, pp. 9, 20 e succ.). Verani, l’unica preziosa testimonianza di bosco Attualmente il comparto delle fonti, da tempo ab- planiziale caratteristico della Pianura Padana, del bandonato, è oggetto di bonifica e di ripristino tutto scomparso per la progressiva forte antropiz- dei pozzi d’acqua minerale; si riaprirà l’ingresso zazione dei luoghi sin dal basso Medioevo. In esso dalla Via di San Lorenzo e si proporrà l’intero vi si trovano eccellenti tracce di ambienti naturali

Fig. 8. L’ingresso degli anni Ottanta, a se- guito di investimenti per il rilancio delle attività. Ancora visibile il bel viale di pla- tani realizzato in quegli anni Fonte: fotografia di Gian Paolo Scaratti Fig. 8. L’ingresso degli anni Ottanta, a seguito di investimenti per il rilancio delle attività. Ancora visibile il bel viale di platani realizzato in quegli anni Fonte: fotografiaAGEI - Geotema, di Gian 60 Paolo Scaratti 29

2. Altri beni ambientali e culturali da valorizzare

Il bosco di Santa Franca si estende per 44 ettari e rappresenta, assieme al non lontano bosco Verani, l’unica preziosa testimonianza di bosco planiziale caratteristico della Pianura Padana, del tutto scomparso per la progressiva forte antropizzazione dei luoghi sin dal basso Medioevo. In esso vi si trovano eccellenti tracce di ambienti naturali antichi ed è colonizzato da specie di animali totalmente assenti in altri contesti di pianura o prima collina (endemismi) (Ambrogio, 2010). L’intera superficie è adagiata su un terrazzo di formazione geologica molto antica, si parla di Pliocene, con i termini riferibili al Piacenziano, per la prima volta denominato, proprio in quest’area, dal geologo Karl Mayer nel 1958. Oggi il Parco dello Stirone e del Piacenziano comprende anche alcuni ambiti del territorio comunale di Castell’Arquato6. La cronaca continua:

non molto lontano dall’oratorio, all’insù del rio, vi è uno spazio di sponda, ove trovasi una specie di ostriche particolari da me non più vedute; la valva maggiore è assai convessa e liscia e inferiore è un terzo più corta e stretta e tutte e due sono di un colore nerognolo che forse l’avranno contratto dalla marga ove giacciono da tanti secoli [Boccia, 1977, p. 19].

Il bosco un tempo era costituito da querce e maestosi olmi, oltre a tre estesi castagneti, in massima parte domestici. L’economia del bosco era curata dalla comunità che «lo coltivava». Il silenzio che regnava nelle nebbiose e umide giornate d’autunno ora si riverbera tutto l’anno, rotto soltanto dal richiamo degli animali, dallo scrosciar delle acque meteoriche e dal vento. La proprietà delle terme l’acquisì, ma col tempo e le difficoltà societarie ne seguì la sorte, così il bosco avanzò e nascose gran parte degli affioramenti rocciosi ripristinando l’antico ordine naturale. Un luogo assolutamente da preservare. Dalla metà degli anni Settanta la proprietà delle Terme SPA effettuò scavi per perforazioni tese a captare la fonte d’acqua «miracolosa», ma la sorgente si estinse quasi del tutto. I tentativi di cementificazione sull’intera proprietà furono in parte contrastati dalle amministrazioni comunali succedutesi.

2.1. L’oratorio di Santa Franca

In un luogo appartato, non lontano dal borgo di San Lorenzo, nel folto e vasto bosco di Santa Franca, che ricopre l’intera area planiziale pedecollinare e di bassa collina compresa tra San Lorenzo e Martani, fu eretto dalla famiglia Visconti, proprietaria del luogo, un oratorio (fig. 9). In una cronaca si legge: «non lungi dalla sua sorgente evvi un oratorio detto di Santa Franca abitato per l’addietro da un romito» (si tratta di una delle sorgenti del rio Santa Franca che scorre subito dietro il luogo santo, vedi note 6 e 7). Sul luogo, una piccola sorgente, ancora oggi, nonostante i generosi interventi che ne hanno danneggiato l’integrità, stilla un rigagnolo d’acqua. Dell’oratorio si ha prova di una ristrutturazione maturata nel 1472. Molte altre vicissitudini accaddero attorno a essa nel corso dei secoli, tra queste le antichi ed è colonizzato da specie di animali total- estinse quasi del tutto. I tentativi di cementifica- mente assenti in altri contesti di pianura o prima zione sull’intera proprietà furono in parte contra- collina (endemismi) (Ambrogio, 2010). L’intera stati dalle amministrazioni comunali succedutesi. superficie è adagiata su un terrazzo di formazione geologica molto antica, si parla di Pliocene, con i 2.1. L’oratorio di Santa Franca termini riferibili al Piacenziano, per la prima vol- ta denominato, proprio in quest’area, dal geologo In un luogo appartato, non lontano dal borgo Karl Mayer nel 1958. Oggi il Parco dello Stirone di San Lorenzo, nel folto e vasto bosco di Santa e del Piacenziano comprende anche alcuni ambi- Franca, che ricopre l’intera area planiziale pede- ti del territorio comunale di Castell’Arquato6. La collinare e di bassa collina compresa tra San Lo- cronaca continua: renzo e Martani, fu eretto dalla famiglia Visconti, proprietaria del luogo, un oratorio (fig. 9). In una non molto lontano dall’oratorio, all’insù del rio, vi cronaca si legge: «non lungi dalla sua sorgente è uno spazio di sponda, ove trovasi una specie di evvi un oratorio detto di Santa Franca abitato per ostriche particolari da me non più vedute; la valva maggiore è assai convessa e liscia e inferiore è un ter- l’addietro da un romito» (si tratta di una delle sor- zo più corta e stretta e tutte e due sono di un colore genti del rio Santa Franca che scorre subito dietro nerognolo che forse l’avranno contratto dalla marga il luogo santo, vedi note 6 e 7). Sul luogo, una pic- ove giacciono da tanti secoli [Boccia, 1977, p. 19]. cola sorgente, ancora oggi, nonostante i generosi interventi che ne hanno danneggiato l’integrità, Il bosco un tempo era costituito da querce e stilla un rigagnolo d’acqua. Dell’oratorio si ha maestosi olmi, oltre a tre estesi castagneti, in prova di una ristrutturazione maturata nel 1472. massima parte domestici. L’economia del bo- Molte altre vicissitudini accaddero attorno a essa sco era curata dalla comunità che «lo coltivava». nel corso dei secoli, tra queste le curiose e vivaci Il silenzio che regnava nelle nebbiose e umide contese confinarie alimentate dalle parrocchie di giornate d’autunno ora si riverbera tutto l’anno, Bacedasco e San Lorenzo, a causa delle generose curiose e vivaci conteserotto confinarie soltanto dal richiamo alimentate degli animali, dalle dal - parrocchieofferte che producevano di Bacedasco la devozione alla e SantaSan e Lorenzo, a causa delle lo scrosciar delle acque meteoriche e dal vento. i numerosi pellegrinaggi, dovuti alle voci di guari- generose offerte che producevanoLa proprietà delle terme la l’acquisì,devozione ma col tempo alla Santagioni, a seguito e i numerosi di bagni alla fonte pellegrinaggi, benedetta. Nel dovuti alle voci di e le difficoltà societarie ne seguì la sorte, così il 2007, alcuni volontari locali, riscoperta la debo- guarigioni, a seguito dibosco bagni avanzò alla e nascose fonte gran benedetta.parte degli affiora -Nelle sorgiva2007, vicina alcuni alla cappelletta, volontari ristrutturarono locali, riscoperta la debole menti rocciosi ripristinando l’antico ordine natu- l’antico oratorio7. 7Ora i luoghi venuti nella dispo- sorgiva vicina alla cappelletta,rale. Un luogo assolutamenteristrutturarono da preservare. l’antico Dalla nibilità oratorio comunale, .curati Ora e rispettati, i luoghi sono metavenuti nella disponibilità metà degli anni Settanta la proprietà delle Terme di svago ed escursioni in attesa di una definitiva comunale, curati e rispettati,SPA effettuò sono scavi per meta perforazioni di tesesvago a captare ed esconsacrazionecursioni ad ambitoin attesa di parco didello una Stirone definitiva e consacrazione ad ambito di parco dellola fonte Stirone d’acqua «emiracolosa del Piacenziano.», ma la sorgente si del Piacenziano.

Fig. 9. L’oratorio dedicato a Santa Franca nel folto dell’omonimo bosco Fonte: fotografia di Gian Paolo Scaratti Fig. 9. L’oratorio dedicato a Santa Franca nel folto dell’omonimo bosco Fonte: fotografia di Gian Paolo Scaratti 30 AGEI - Geotema, 60

2.2. Legislazione e tutele ambientali

Nel 1993 la Regione - ha istituito la riserva naturale del Piacenziano, costituita da nove distinti ambiti di significativa rilevanza paleontologica. Due di queste aree sono comprese nel territorio comunale di Castell’Arquato, entrambe lungo il torrente Arda, a monte e a valle, dove esso attraversa il capoluogo comunale. Dal 2011 la Regione annovera la riserva nel più vasto parco dello Stirone e del Piacenziano (vedi nota 6).

2.3. La piccola ferrovia delle terme

Siamo agli inizi degli anni Cinquanta quando l’idea di creare un grande parco termale, inibito al traffico veicolare, si fa strada coniugando il modello Disneyland d’oltreoceano, quale ricetta per un sicuro successo. Si realizzò così anche un piccolo tracciato ferroviario a scartamento ridotto della lunghezza di oltre 1 km e due asole per garantire il ritorno dei convogli. L’ipotesi si concretizzò con l’acquisto di due automotori diesel usati e già utilizzati per il traino di carrelli nell’industria mineraria; le «carrozze», carrelli minerari ristrutturati e adattati al trasporto di persone, costituivano così i due convogli in grado di trasportare un centinaio di visitatori/pazienti ciascuno. La linea congiungeva la località Cortina8, dove era attrezzato un apposito parcheggio veicolare e l’ingresso alle terme, con la vera e propria zona termale, all’altezza del padiglione sanitario (fig. 10). Completava l’infrastruttura una piccola rimessa per le manutenzioni ordinarie e la pulizia dei trenini, nonché due piccoli prefabbricati in legno a uso sala d’aspetto, sia a Cortina sia alla fermata delle fonti. L’assunzione di personale ferroviario avrebbe garantito il servizio interno con frequenza di 15 minuti. Un progetto di prolungamento e potenziamento, ipotizzato alla fine degli anni Settanta, prevedeva l’allungamento dei binari di ulteriori duecento metri con spostamento dell’asola verso ovest all’altezza di un nuovo parcheggio al bordo del futuro ingresso principale.

2.2. Legislazione e tutele ambientali dei trenini, nonché due piccoli prefabbricati in legno a uso sala d’aspetto, sia a Cortina sia alla Nel 1993 la Regione Emilia-Romagna ha istitu- fermata delle fonti. L’assunzione di personale fer- ito la riserva naturale del Piacenziano, costituita roviario avrebbe garantito il servizio interno con da nove distinti ambiti di significativa rilevanza frequenza di 15 minuti. Un progetto di prolunga- paleontologica. Due di queste aree sono com- mento e potenziamento, ipotizzato alla fine degli prese nel territorio comunale di Castell’Arqua- anni Settanta, prevedeva l’allungamento dei bi- to, entrambe lungo il torrente Arda, a monte e a nari di ulteriori duecento metri con spostamento valle, dove esso attraversa il capoluogo comunale. dell’asola verso ovest all’altezza di un nuovo par- Dal 2011 la Regione annovera la riserva nel più cheggio al bordo del futuro ingresso principale. vasto parco dello Stirone e del Piacenziano (vedi nota 6). 3. Pianificazione urbanistica e territoriale, tra 2.3. La piccola ferrovia delle terme libertà e vincoli

Siamo agli inizi degli anni Cinquanta quando Anche le norme per la gestione del territorio l’idea di creare un grande parco termale, inibi- di carattere nazionale e sovracomunale hanno pa- to al traffico veicolare, si fa strada coniugando il recchio influito sulle scelte urbanistiche dell’inte- modello Disneyland d’oltreoceano, quale ricetta ro comparto, in parte mitigando le velleità della per un sicuro successo. Si realizzò così anche un proprietà, in parte assentendo alle veloci e per- piccolo tracciato ferroviario a scartamento ridot- formanti richieste societarie. Queste normative, to della lunghezza di oltre 1 km e due asole per soprattutto quelle a tutela degli elementi costituti- garantire il ritorno dei convogli. L’ipotesi si con- vi degli antichi sistemi territoriali, hanno definito cretizzò con l’acquisto di due automotori diesel un reticolo di regole e possibilità che, ancor oggi, usati e già utilizzati per il traino di carrelli nell’in- favoriscono il negoziato degli operatori con l’Am- dustria mineraria; le «carrozze», carrelli minerari ministrazione; il tutto, filtrato altresì dal processo ristrutturati e adattati al trasporto di persone, co- di validazione ambientale strategica prevista dai stituivano così i due convogli in grado di traspor- dispositivi della lr 26/20049. Prima di queste, la tare un centinaio di visitatori/pazienti ciascuno. legge tutelava blandamente lo sviluppo razionale La linea congiungeva la località Cortina8, dove dell’inurbamento e della tutela paesaggistica, fa- era attrezzato un apposito parcheggio veicolare e vorendo il sorgere di enormi volumi edilizi che «la l’ingresso alle terme, con la vera e propria zona perenne necessità di ripresa economica» sembra- termale, all’altezza del padiglione sanitario (fig. va richiedere. Il Comune è riuscito ad approvare, 10). Completava l’infrastruttura una piccola ri- tra i primi in Emilia-Romagna, i tre documenti messa per le manutenzioni ordinarie e la pulizia di piano previsti dal Piano strutturale comunale,

Fig. 10. Il trenino in arrivo alla fermata delle fonti Fonte: https://termedibacedasco.weebly.com/terme-storiche.htmlFig. 10. Il trenino in arrivo alla fermata delle fonti Fonte: https://termedibacedasco.weebly.com/terme-storiche.html

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3. Pianificazione urbanistica e territoriale, tra libertà e vincoli

Anche le norme per la gestione del territorio di carattere nazionale e sovracomunale hanno parecchio influito sulle scelte urbanistiche dell’intero comparto, in parte mitigando le velleità della proprietà, in parte assentendo alle veloci e performanti richieste societarie. Queste normative, soprattutto quelle a tutela degli elementi costitutivi degli antichi sistemi territoriali, hanno definito un reticolo di regole e possibilità che, ancor oggi, favoriscono il negoziato degli operatori con l’Amministrazione; il tutto, filtrato altresì dal processo di validazione ambientale strategica prevista dai dispositivi della lr 26/20049. Prima di queste, la legge tutelava blandamente lo sviluppo razionale dell’inurbamento e della tutela paesaggistica, favorendo il sorgere di enormi volumi edilizi che «la perenne necessità di ripresa economica» sembrava richiedere. Il Comune è riuscito ad approvare, tra i primi in Emilia-Romagna, i tre documenti di piano previsti dal Piano strutturale comunale, che gli hanno permesso di pianificare gli interventi sull’intero territorio con valenze almeno quadriennali e un orizzonte programmatico che si snoda dal 2004 al 202410. Durante le attività di diffusione e informazione dei contenuti dei documenti di piano (processo ValSAT  Valutazione della Sostenibilità Ambientale e Territoriale), oltre alle osservazioni di merito espresse dalla cittadinanza convocata in assemblee, appaiono interessanti i riscontri di un questionario distribuito all’intera comunità i cui quesiti spaziavano intorno alle priorità e necessità urbane percepite. Tra esse vi si trova: lo sviluppo turistico-ricettivo; lo sviluppo di piccoli negozi; l’attività agricola-vitivinicola e lo sviluppo del sistema termale. Alla domanda: «quali sono, secondo lei, gli aspetti del territorio di Castell’Arquato a cui è più affezionato e per cui varrebbe la pena vivere in questo luogo?» sono stati sottolineati: la bellezza del paesaggio rurale, le bellezze architettoniche e monumentali, la tranquillità e le relazioni familiari e umane.

4. Quali scelte strategiche possono portare a un buon successo turistico dell’intero comprensorio arquatese?

La vocazione turistica della Val d’Arda con il suo capoluogo, ritenuto tra i Borghi più belli d’Italia, sempre alla ricerca di una definitiva consacrazione turistica, non smette di far sognare; ma oggi è solo escursionismo, passeggiata, il tempo di una merenda, un gelato in piazza. La necessità di ripristinare le fonti termali e la bonifica dei luoghi permetteranno di offrire nuove potenzialità e opportunità d’investimento in tal senso. Un progetto territoriale volto a unificare l’offerta turistica non potrà prescindere da un’attenta analisi degli elementi informativi che sottendono la pianificazione territoriale vigente nel comune di Castell’Arquato. Presupposto per iniziare è un sommario dei luoghi a valenza turistica: il complesso monumentale e storico del capoluogo; le escursioni nel parco del Piacenziano, il golf; l’edificio dedicato alla terza età (leggi hotel); i sentieri naturalistici del bosco di Santa Franca; la tradizione enogastronomica e, finalmente, le acque termali. Con esso sarà necessario svolgere un’analisi che gli hanno permesso di pianificare gli inter- aspetto manifesta e che produce perdite d’inte- venti sull’intero territorio con valenze almeno resse nel viaggiatore a permanervi. Individuate quadriennali e un orizzonte programmatico che le debolezze dell’intero sistema proseguirei a de- si snoda dal 2004 al 202410. Durante le attività di finire una serie di interventi anche pluriennali diffusione e informazione dei contenuti dei do- e tesi a cucire le diseconomie e il calo d’interes- cumenti di piano (processo ValSAT - Valutazio- se. Il progetto, che chiameremo Castell’Arquato ne della Sostenibilità Ambientale e Territoriale), inVerde e che definiremo «di massima», avrà un oltre alle osservazioni di merito espresse dalla capitolo legato ai trasporti, all’offerta di servizi cittadinanza convocata in assemblee, appaiono complementari, sarà permeato di scelte che in interessanti i riscontri di un questionario distri- termini non oppressivi proporranno soluzioni buito all’intera comunità i cui quesiti spaziavano sostenibili e poco invasive. Ciò che rimane della intorno alle priorità e necessità urbane percepite. foresta planiziale va ritenuta una fondamentale Tra esse vi si trova: lo sviluppo turistico-ricettivo; ricchezza di posizione nel comune e va preser- lo sviluppo di piccoli negozi; l’attività agricola- vata. Il definitivo abbandono di politiche volte vitivinicola e lo sviluppo del sistema termale. Alla a incentivare l’insediamento industriale e i vasti domanda: «quali sono, secondo lei, gli aspetti del centri commerciali accompagnerà lo sviluppo territorio di Castell’Arquato a cui è più affezio- di attività compatibili con quanto prima ricor- nato e per cui varrebbe la pena vivere in questo dato. La progettualità che indica una direzione luogo?» sono stati sottolineati: la bellezza del pa- sostenibile è così disarticolata in scommesse più esaggio rurale, le bellezze architettoniche e mo- piccole e abbordabili per una pluralità di figu- numentali, la tranquillità e le relazioni familiari re, proprio come indicato dalla stessa comunità e umane. coinvolta dalla Municipalità. Aspetto importante dopo tutto questo è il capitolo trasporti: infatti, le strade collinari che s’innervano attorno a Ca- 4. Quali scelte strategiche possono portare stell’Arquato sono poco più che vecchie carra- a un buon successo turistico dell’intero recce, tortuose e difficili, non conciliabili con le comprensorio arquatese? alte velocità così inquinanti e roboanti; sarebbe meglio pensare a parcheggi attrezzati presso le La vocazione turistica della Val d’Arda con il fermate di una nuova, minuscola, piccola ferro- suo capoluogo, ritenuto tra i Borghi più belli d’I- via a scartamento ridotto, che correrebbe dal talia, sempre alla ricerca di una definitiva consa- ponte sull’Arda sino a San Lorenzo, poi su per crazione turistica, non smette di far sognare; ma la collina sino alla valletta di Santa Franca, per oggi è solo escursionismo, passeggiata, il tempo proseguire verso l’hotel/RSA e Cortina, dove fer- di una merenda, un gelato in piazza. La neces- merà all’ingresso del grande centro per il golf. A sità di ripristinare le fonti termali e la bonifica velocità bassa, con propulsione a bassa emissione dei luoghi permetteranno di offrire nuove poten- di CO2 e particolato, preservando la bellezza dei zialità e opportunità d’investimento in tal senso. luoghi e ascoltando il soave silenzio della natu- Un progetto territoriale volto a unificare l’offer- ra. Resta da affrontare l’importante capitolo del ta turistica non potrà prescindere da un’attenta marketing, la cui attività e sviluppo probabilmente analisi degli elementi informativi che sottendono dovrebbe venir prima, in modo da definire con la pianificazione territoriale vigente nel comu- chiarezza e sin da subito il processo agli stakehol- ne di Castell’Arquato. Presupposto per iniziare der. Il tempo necessario per il progetto potrebbe è un sommario dei luoghi a valenza turistica: il essere di sei-nove mesi, dopo i quali andrebbero complesso monumentale e storico del capoluogo; recepiti dall’Amministrazione per caratterizzar- le escursioni nel parco del Piacenziano, il golf; ne le scelte di programmazione nel medio perio- l’edificio dedicato alla terza età (leggihotel ); i do. Un tavolo presso la Camera di Commercio sentieri naturalistici del bosco di Santa Franca; interprovinciale assicurerà l’attenzione verso l’o- la tradizione enogastronomica e, finalmente, le rizzonte legislativo, utile ad attivare canali di op- acque termali. Con esso sarà necessario svolgere portunità economico-finanziarie avendo cura di un’analisi delle distanze e dei tempi per raggiun- ordinare gli interventi secondo logiche coerenti. gere i luoghi e si proseguirà con la composizione Se la stanchezza ci prenderà, una sosta tra le fre- cartografica delle reti che uniscono i siti redigen- sche mura di vecchie osterie ci immergerà in un do così lo stato di fatto. Inoltre, senza pretendere mondo dove la tradizione emiliana e l’eccellente una definizione esecutiva del progetto, occorrerà frutto vinificato di Monteruzzo ci accompagnerà individuare i nodi e le criticità che ogni singolo gaudenti verso casa11.

32 AGEI - Geotema, 60 Riferimenti bibliografici e sitografici addì 31 Maggio 1877 – per ogni bagno della durata massima di un ora L,1,00; mancia all’inserviente L,0,20; lingeria (a richiesta del bagnante) L, 0,50. Castell’Arquato addì 7 Giugno 1877» (Archivio Ambrogio Andrea (2010), Arda I. L’eterno passato Castell’Arqua- di Stato di Piacenza, Terme di Bacedasco, scatola 16, busta 68, to, Piacenza, Tipolito Farnese. estremi cronologici 1981-1984). Boccia Antonio (1977) [1805], Viaggio ai Monti di Piacenza, Pia- 2 cenza, Tipografia editoriale piacentina Gallarati. Archivio di Stato di Piacenza, Terme di Bacedasco, Statuti, mo- Buscaglia Francesco (2016), Percorso geoturistico. A spasso nel Pia- difiche, apportate, bozze di statuti di società costituende nell’ambito cenziano, Tesi di laurea a.a. 2015-2016. del nuovo piano di sviluppo delle Terme, scatola 1, busta 1, estremi Comune di Castell’Arquato (2013), Atto unilaterale d’obbligo del- cronologici 1952-1985. 3 la proprietà Euroimmobiliare Leonardo da Vinci S.r.l., registrato il Archivio di Stato di Piacenza, Terme di Bacedasco, Copie di pub- 07 febbraio 2013. blicazioni a stampa e di relazioni…, Copia delle concessioni di sfrut- Comune di Castell’Arquato e Collettivo Urbanistica (2014), tamento…(1929-1966), scatola 1, busta 1, estremi cronologici PSC, POC, RUE, Variante 2013, approvato Consiglio comunale 1897-1966, «Decreto del ministro segretario di Stato», 18 mag- il 09 aprile 2014. gio 1954. Delsignore Roberto (1997), Riconoscimento delle acque minerali 4 «Dal punto di vista farmacologico si dichiara che: […] nelle naturali delle fonti di Bacedasco 25 agosto 1997, Parma, Univer- acque sulfuree lo zolfo si trova in diverse combinazioni ed in

sità di Parma, Facoltà di medicina e chirurgia. continua trasformazione: Na2S, CaS, H2S, iposolfiti, tiosolfati, Efosi Sergio e Fausto Ferrari (2016), Il cammino di S. Franca, solfiti, idrosolfiti, solfati, cloruri, carbonati, silicati. Le acque di Piacenza, GL Editore. Bacedasco sono definibili quindi come: acque Sulfuree e Ac- Korner Guglielmo [Wilhelm] (1878), Analisi dell’acqua minera- que Salsobromoiodate […] Su tali acque sono state compiute le di Bacedasco nel piacentino, verbale adunanza del 27 giugno analisi chimiche, chimico-fisiche, microbiologiche che hanno 1878, Estratto dai rendiconti del Regio Istituto Lombardo, escluso sostanze contaminanti o indesiderabili, allegate analisi Serie II, XI (XI-XII). e contenuti delle acque di Bacedasco, indicazioni e impieghi» Pagliettini Gianfranco, Luca Pagliettini, Elena Maestri, Da- (Delsignore, 1997, p. 34). niela Olzi e Mina Rossi (2014), Piano strutturale comunale. 5 L’Atto unilaterale d’obbligo della proprietà Euroimmobiliare Leonar- Relazione illustrativa, (https://www.provincia.pc.it/xweb/dati/ do da Vinci S.r.l. è il documento ufficiale con il quale si cede il CASTELL’ARQUATO/APPROVATO/P.S.C_21_2004/Norme/ bosco di Santa Franca al Comune. Tale documento, inoltre, PSC1_RelazionePSC.pdf), (ultimo accesso: 15.XI.2019). concede il permesso per il completamento dei volumi dell’e- dificio «hotel» con ampliamenti tecnici (Comune di Castell’Ar- Golf club di Castell’Arquato: http://www.golfclubcastellarquato. quato, 2013). com/golf/gallery/, ultimo accesso: 14.XI.2019. 6 Il vino di Monteruzzo: https://www.castellarquato.com/vini/sto- Il parco dello Stirone e del Piacenziano è stato istituito con ria_vini_castellarquato.php, ultimo accesso: 14.XI.2019. lr n. 24 del 23 dicembre 2011; ne fa parte ciò che già era la Museo provinciale di Castell’Arquato: http://castellarquatotu- Riserva naturale geologica del Piacenziano situata nei Comuni rismo.it/museo-geologico-provinciale-g-cortesi/, ultimo accesso: di , Castell’Arquato, , Luga- 14.XI.2019. gnano Val d’Arda, , in provincia di Piacenza. Aveva Parco Stirone e Piacenziano: https://ambiente.regione.emilia-ro- un’estensione di oltre 300 ettari, distribuita in nove zone, posta magna.it/it/parchi-natura2000/aree-protette/parchi/stip, ultimo nelle valli: del Chero, dell’Ongina, dell’Arda, del Chiavenna e accesso: 14.XI.2019. del Vezzeno. Oggi partner del polo geologico sono: il Museo Riserva naturale geologica del Piacenziano: https://it.wikipedia. geologico G. Cortesi, il Museo il mare antico di Salsomaggio- org/wiki/Riserva_naturale_geologica_del_Piacenziano, ultimo re Terme e il Parco fluviale regionale dello Stirone (si veda: accesso: 14.XI.2019. https://it.wikipedia.org/wiki/Riserva_naturale_geologica_del_Pia- Spunti e immagini del passato delle terme: https://termedibaceda- cenziano; https://ambiente.regione.emilia-romagna.it/it/parchi-na- sco.weebly.com/terme-storiche.html, ultimo accesso: 14.XI.2019. tura2000/aree-protette/parchi/stip) (ultimo accesso: 14.XI.2019). 7 «Il 25 Aprile del 1218 […] moriva dunque la badessa Franca da Vitalta […] iniziò ad essere venerata subito dopo la sua mor- Note te, anche grazie alla narrazione di prodigi innumerevoli […] Si eressero numerosi oratori e cappelle in suo onore, una cap- 1 Il testo del volantino pubblicitario dell’antico stabilimento pellina con fontana tra Bacedasco e San Lorenzo presso Castel- termale è citato all’interno della Presentazione e brevi cenni storici larquato che si ritiene edificata dai Visconti» (Efosi e Ferrari, delle fonti e dei dintorni di Bacedasco, relazione non firmata né 2016, pp. 109, 113, 118, 147 e 163). datata che si fa risalire agli anni Ottanta ad opera degli uffici 8 A Cortina, frazione di Alseno (PC), si trovava l’ingresso delle di gestione delle terme, in quanto propedeutica per la presen- terme e la piccola stazione con rimessa per la manutenzione tazione di progetti, interventi edilizi o richieste di accredita- del trenino. mento. Il testo del volantino, nello specifico, recita: «BAGNI 9 Norme, leggi e piani sovracomunali: lr 20/2000 ValSAT (Valu- DI BACEDASCO AVVISO – I sottoscritti proprietari dei Bagni di Ba- tazione della Sostenibilità Ambientale e Territoriale); lr 26/2004; dcr cedasco, posti in Comune di Castell’Arquato Provincia di Piacenza: hanno l’onore di invitare i signori Bagnanti, assicurandoli che presso 173/2001; PTCP 04/04 aggiornato nel 2010. 10 il piccolo stabilimento troveranno le maggiori comodità, pulitezza, vi- Norme urbanistiche ed edilizie comunali: Piano strutturale veri e rinfreschi a modicissimi prezzi e massima precisione di servizio. comunale (2004); Piano operativo comunale (09 febbraio 2013); Chiunque potrà accedere al bagno dalle cinque antimeridiane alle otto Regolamento urbanistico edilizio (2011). pomeridiane di ciascun giorno. La sperimentata efficacia delle acque 11 Il Monterosso, vini di Castell’Arquato, anche la storia di Papa di queste sorgenti specialmente per le malattie cutanee e del sangue, Paolo III Farnese ha fatto di Castell’Arquato e dei suoi vini, bian- convalidata dalle assicurazioni di distintissimo Professore, lusinga- chi e rossi, un punto di fondamentale importanza, Rivista Europea no i sottoscritti di un continuo e numeroso concorso. Tassa dei bagni (1878), III, (https://www.castellarquato.com/vini/storia_vini_ca- stabilita dall’Amministrazione ed approvata dall’Assemblea Generale stellarquato.php) (ultimo accesso: 14.XI.2019).

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