PTCP 2006 – Rapporto Ambientale

1 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale

Sub-Ambiti compresi nell’AIL

AIL AIR n° Sub-ambito trame APR Ha (*) I AREA 1 NAPOLETANA 23 Napoli CP 11-10-13 808 11,7% 31 CPT 11-13 452 6,6% 32 Napoli Centro CP 11-10-13 1785 25,9% 33 Napoli quartieri orientali CP 10-13-16 1539 22,3% 34 - Cercola - Volla CPT 13-16 1490 21,6% 63 Portici - S.Giorgio a Cremano CP 13-16 817 11,9% 6890 100,0%

(*) Percentuale di superficie totale dell’AIL relativa al singolo sub-ambito

Comuni ricadenti, in tutto o in parte, nel sub- ambito

n° Sub-ambito N° Comuni (**) Ha 23 Napoli Vomero 1 Napoli 100% 808 31 Posillipo 1 Napoli 100% 452 32 Napoli Centro 1 Napoli 100% 1785 33 Napoli quartieri orientali 4 Casoria 7,85%, Napoli 91,44%, Portici 0,04%, San Giorgio a Cremano 0,66% 1539 34 Ponticelli - Cercola - Volla 6 Cercola 19,05%, Napoli 56,22%, Pollena Trocchia 0,27%, San Giorgio a Cremano 1,22%, San Sebastiano al Vesuvio 1,58%, Volla 21,66% 1490 63 Portici - S.Giorgio a Cremano 2 Portici 53,15%, San Giorgio a Cremano 46,85% 817

(**) Percentuale di superficie totale del sb-ambito relativa al singolo comune

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Parte I Descrizione Ambiente Insediativo

1. Caratteristiche del territorio L’AIL “Area napoletana” si presenta come un territorio complesso e fortemente urbanizzato che comprende l’ambito di paesaggio del Centro Storico, quelli collinari del Vomero e di Posillipo, e quello dell’Area Orientale di Napoli. L’AIL in esame, che risulta in parte compreso nella regione vulcanica dei Campi Flegrei, confina ad ovest con la piana alluvionale di -, a nord- ovest con il sistema collinare dei Camaldoli, a nord con quello dei Colli Aminei, di Capodichino e , ad est con i territori dei comuni finitimi di Volla, Cercola e San Giorgio a Cremano. È composto da una parte collinare (Posillipo, Vomero), propaggine del sistema di alture culminanti nei Camaldoli (che territorialmente ricadono nell’AIL Colline di Napoli), da una serie di conche degradanti verso il mare contornate dalle colline già citate (quelle che costituiscono il margine settentrionale appartengono all’AIL Nord di Napoli), e da una parte pianeggiante di origine alluvionale (piana del Sebeto) che, a oriente (quartieri di e Ponticelli), inizia a risalire verso le pendici del Vesuvio. L’originaria morfologia della costa è difficile da ricostruire in seguito ai fenomeni alterni del bradisismo flegreo nonché in rapporto alle imponenti trasformazioni antropiche. Alle spalle del litorale, fra le conche già richiamate si distinguono quelle di e di Neapolis, resti della parte più orientale dei sistemi craterici flegrei. Dal punto di vista geologico, l’AIL è costituito da depositi alluvionali, palustri e di spiaggia delle piane costiere ed intracrateriche e da coperture di prodotti piroclastici eterometrici, a luoghi rimaneggiati ed a matrice prevalente, con aree di limitata estensione costituite da tufo, compresi in un intervallo altimetrico di 0-500 m s.l.m. L’AIL è caratterizzato da una permeabilità per pori, assai variabile ma in genere piuttosto bassa per i depositi alluvionali ed una permeabilità variabile in funzione della granulometria prevalente nei depositi piroclastici. La vulnerabilità di tali unità è connessa prevalentemente alla vulnerabilità medio-alta della falda, ad una pericolosità vulcanica medio-bassa ed a fenomeni di crolli di blocchi tufacei lungo il versante sud-occidentale della Collina di Posillipo.

Il PTCP articola l’AIL nelle seguenti aree di specifico interesse:

AIL I - Area Napoletana Ha % Aree e componenti d'interesse naturalistico 51 0,7% Aree e componenti d'interesse storico culturale e paesaggistico 1902 27,6% Aree e componenti d'interesse rurale 852 12,4% Aree e componenti d'interesse urbano 3931 57,0% Aree di criticità e degrado 13 0,2% Nodi e reti per la connettività territoriale 142 2,1% Aree complessive*** 6890 100,0%

(***) Le aree calcolate sono indicative e rappresentano i luoghi che sicuramente hanno i caratteri identitari dell’AIL tralasciando le aree a margine dove i caratter identitarii si fondano con quelli degli AIL vicini

2. Aree di interesse naturalistico e rurale Il 73% della superficie di questa area è urbanizzata. I suoli sono per il 13.9% ad alta biodiversità, per il 6.6% ad alta sensibilità ambientale e per il 5.8% sono in precario equilibrio con l’ambiente. In particolare in questi ultimi un’eventuale processo di degrado può portare queste tipologie di suoli a processi di desertificazione e di perdita permanente della fertilità. Caratteristiche delle superfici agricole e naturali Naturalmente è la zona più urbanizzata della provincia, in cui residuali appaiono le aree naturali nella zona occidentale (Posillipo) per poco più del 4% della superficie e quelle agricole, soprattutto nella parte orientale, per circa il 13 % della superficie totale.

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AREE DI INTERESSE NATURALISTICO FATTORI STRUTTURANTI

Boschi di latifolie e boschi misti, cespuglieti e vegetazione sclerofilla 304 ha pari al 6% della superficie

ALTRE AREE DI INTERESSE

AREE DI INTERESSE RURALE FATTORI STRUTTURANTI

Frutteti e Frutti Minori (19 ha pari allo 0.4% della superficie) soprattutto verso la zona vesuviana. Sistemi colturali complessi (143 ha pari al 3% della superficie)

ALTRE AREE DI INTERESSE

Colture erbacee (201 ha pari al 4% della superficie) Terrazzamenti (16 ha pari allo0.3% della superficie). Sono da considerarsi aree di criticità e di degrado, le serre con una superficie di 38 ha pari all’1 % della superficie.

Sono stati considerati strutturanti del paesaggio dell'area Napoletana, i frutteti spesso promiscui e tutte le residue aree naturali. L’agricoltura dell’area napoletana viene effettuata in aree residuali ormai comprese all’interno di un tessuto variamente urbanizzato che vanno assolutamente tutelate in quanto rappresentano le uniche discontinuità nel tessuto urbano impermeabilizzato. La conservazione all'uso agricolo di tali aree è particolarmente importante anche in considerazione della bassa presenza di verde urbano nell'area Napoletana. L’attività agricola con alto rischio di impatto ambientale (colture ortive intensive e serre che normalmente richiedono alti input agro-chimici ed intense lavorazioni del suolo che stimolano la degradazione della sostanza organica), deve essere indirizzata verso forme eco-compatibili con maggiore biodiversità.

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3. Fattori storici e caratteri recenti dell’insediamento rurale È nota la storia degli insediamenti nel territorio napoletano, dalla prima fondazione greca di Parthenope sul monte Echia (Pizzofalcone) a quella successiva di Neapolis sui terrazzamenti culminanti con il dosso di Caponapoli, alla evoluzione della città in epoca romana e, poi, nel Medio Evo, alla sua crescita in superficie e densità nell’età moderna. I fattori determinanti dell’insediamento antico nella logica dell’emporio sono certamente da riconoscere nelle favorevoli opportunità di approdo su una costa dotata di un retroterra ricco di risorse agricole e di opportunità di scambio con le popolazioni osco-sannite. Ma giocò presto un ruolo rilevante l’amenità e la fertilità dei luoghi: in epoca imperiale si moltiplicarono nella fascia costiera le ville per il soggiorno di ricchi romani (si ricordano soprattutto quella di Licinio Lucullo sul monte Echia e quella di Vedio Pollione a Posillipo), mentre nell’ager ad oriente si realizzavano colonizzazioni agricole attraverso delimitazioni centuriate. In epoca bizantina iniziò la storia di Napoli capitale, prima, di un piccolo ducato, poi, di un regno di importanza crescente anche alla scala europea, con le ovvie trasformazioni urbane che la resero una delle città di ancienne regime più significative dell’intero continente. Dopo l’unificazione nazionale le trasformazioni infrastrutturali e le ristrutturazioni urbanistiche, anche estese, non sono riuscite a contrastare il declino materiale ed immateriale della città, costante nonostante la crescita quantitativa dell’urbanizzato intorno al nucleo storico. La presenza di castelli e fortezze, palazzi e chiese, teatri e conventi testimonia ancora oggi lo splendore del passato, con il quale ancor più stridente è il contrasto della scarsa qualità delle edificazioni del secondo dopoguerra che – obbedendo quasi sempre a incontenibili logiche affaristiche – hanno soffocato i tessuti antichi cementificando intensivamente la cornice collinare e intasando ulteriorme nte il contesto urbano, con grave pregiudizio anche per le diverse opportunità economico-sociali dello sviluppo capitalistico, dalla fase dell’industrializzazione fordista a quella della globalizzazione.

4. Fattori storici e caratteri recenti dello sviluppo urbanizzativo e delle centralità L’AIL comprende soltanto una parte dell’aggregato urbano napoletano: le dinamiche recenti individuabili in tale parte dipendono spesso da più vasti meccanismi evolutivi. La conferma negli anni ’50 delle presenze industriali di base (siderurgia/cemento a ovest e raffinazione del petrolio ad est) ha condizionato per alcuni decenni le relazioni fra città e contesto “metropolitano”: la città si fregiava di una apparenza industriale, che mascherava la sua realtà fatta di produttivo sommerso e, soprattutto, di attività del settore edilizio-immobiliare e di terziario tradizionale. Sotto il profilo materiale, la crescita edilizia ha prima saturato gli spazi interni al territorio comunale, poi si è saldata all’analoga crescita nei comuni contermini della fascia costiera vesuviana, dei territori flegrei, della “galassia” settentrionale, sfruttando il reticolo stradale e la significativa rete di collegamenti ferroviari locali come supporto della trasformazione insediativa. Negli anni ’60 sono stati programmati gli interventi più cospicui: la grande viabilità (un sistema di autostrade urbane articolate intorno alla “tangenziale”) e il centro direzionale (un intensivo riuso di aree industriali dismesse a ridosso del centro storico), che hanno ulteriormente contribuito alla congestione della parte centrale della città in direzione della quale hanno continuato a gravitare flussi motorizzati da una più estesa periferia metropolitana. L’unica centralità “nuova” alla scala urbana è emersa nell’area di Fuorigrotta per la concentrazione in un breve raggio di grandi servizi (attività ricreative e fieristiche nella ex Mostra d’Oltremare, impianti sportivi e per lo sport-spettacolo di rango sovracomunale, sedi universitarie, centro Rai, Istituto Motori CNR ecc.), anche grazie alla presenza di efficienti collegamenti “metropolitani” su ferro. Sul finire del secolo XX la dismissione delle industrie di base ha aperto la strada alla prefigurazione di nuove centralità sia a Bagnoli- Coroglio che a Poggioreale- , in vista delle quali sono in corso operazioni di riassetto infrastrutturale, che coinvolgono anche la parte orientale del porto. Il miglioramento della mobilità su ferro con l’ammodernamento e la interconnessione delle linee “storiche” e la realizzazione di nuove linee (metro collinare, nuova alifana) hanno favorito anche la concentrazione del commercio in alcuni quartieri, come il Vomero, in precedenza quasi solo residenziali.

5. Situazione socioeconomica e dinamica delle attivi tà produttive Dato che l’AIL costituisce gran parte del comune di Napoli, possono essere significative per esso le indicazioni di scala comunale sulle tendenze demografiche: la popolazione residente diminuisce nell’intera città (oltre 60mila abitanti in meno fra 1991 e 2001; oltre 9mila abitanti in meno nel solo 2006) evidentemente per negatività dei saldi migratori, dal momento che l’indice di vecchiaia della popolazione napoletana è pari a poco più di 91, laddove la media nazionale supera il valore di 131 (va tuttavia segnalato che negli ambiti del Vomero e di Posillipo, nei quali si registrano prodromi di gentryfication, la popolazione è mediamente più anziana che nel resto dell’AIL).

5 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale

Per quel che riguarda gli indici di specializzazione per addetti, essi risultano maggiori di uno nei settori “altre industrie”, “servizi alle imprese” e “servizi alla persona”. Le trasformazioni in atto sono abbastanza confuse e non riferibili ad un modello schematico di de-industrializzazione/ terziarizzazione: nel decennio 1991-2001 si è registrato infatti un decremento nell’industria manifatturiera (-34,95%) contro un aumento nelle “altre industrie” (93,27%) e un aumento ridotto nelle costruzioni (8%); nel terziario, poi, colpisce il decremento nel commercio (-16,32%), probabilmente legato alla chiusura di piccoli negozi in seguito all’apertura di grandi centri commerciali, e impressiona negativamente il decremento dei servizi alla persona (-75,12) mentre il turismo mostra un netto aumento, pari al 24,96%. Rimane perciò aperta la questione dell’identità economico-sociale che la città di Napoli intende proporre. Alcune tendenze potrebbero rafforzarsi: dovrebbero, infatti, potenziarsi quelle attività legate al porto di Napoli, il cui rilancio non riguarda solo il flusso turistico delle grandi navi da crociera, ma anche il movimento delle merci containerizzate specie di provenienza asiatica. In questo contesto potrebbe aversi un aumento più deciso dei servizi alle imprese. Per il settore delle costruzioni, dovrebbero costituire un volano stabilizzante le necessarie attività di manutenzione/ riqualificazione del patrimonio edilizio e delle dotazioni infrastrutturali. Anche le attività del turismo potrebbero espandersi e diversificarsi, specie se si realizzeranno gli interventi previsti per la valorizzazione di nuovi beni culturali, ma preoccupano molto a tali fini la peggiorata condizione ambientale e la insoddisfacente qualità della vita (di cui può essere segnale anche il decremento dei servizi alla persona), nonché la perdurante microcriminalità.

6. Situazione della mobilità e delle infrastrutture Com’è noto, il processo urbanizzativo napoletano, molto mal governato negli anni della grande crescita edilizia, ha prodotto una struttura insediativa asfittica, che rende assai difficile la mobilità urbana. Il tessuto storico, strutturalmente inadatto a sopportare intensi flussi di traffico nelle modalità contemporanee, continua ad ospitare funzioni rare e di rango non locale; le espansioni recenti hanno sfruttato fino all’inverosimile la scarsa accessibilità fornita dalle arterie preesistenti, integrandole solo con il reticolo minimale dei percorsi di lottizzazione, e ciò non ostante ospitano a loro volta funzioni polarizzanti: concentrazioni di attività commerciali, servizi pubblici e/o privati anche di rango più che locale. I grandi interventi stradali degli anni ’70 (tangenziale ecc.) hanno migliorato la situazione per gli spostamenti a medio- lungo raggio, producendo indirettamente, tuttavia, due tipi di contraddizioni: hanno ampliato il bacino gravitazionale sul centro di Napoli, incrementando così i flussi di traffico; vengono fortemente penalizzati da alcuni insediamenti polarizzanti al loro margine (centro direzionale) non ancora adeguatamente serviti dal ferro, che inducono proprio sulla tangenziale carichi di punta spesso insostenibili. Nei lustri più recenti si è prodotto un grande sforzo per il miglioramento della mobilità che comincia a dare frutti positivi: si è potenziata e interconnessa la rete del trasporto collettivo su ferro, si è razionalizzato il trasporto collettivo su gomma, si è operata una gerarchizzazione di base del reticolo stradale, si sono realizzate alcune importanti zone a traffico limitato e aree pedonali. Il bilancio è abbastanza positivo nel centro storico e sulla collina vomerese; lo è meno per quanto riguarda Posilllipo, penalizzata dal condizionamento geomorfologico e dalla difficoltà di interconnessione con la rete del ferro; è ancora negativo nella parte centro-orientale, per la disorganicità del sistema infrastrutturale-insediativo, su cui tardano ad incidere le progettate riorganizzazioni strategiche.

7. Risorse paesistiche e ambientali Non occorre spendere molte parole per confermare lo straordinario valore paesaggistico del territorio incluso nell’AIL, sia per la ricchezza delle articolazioni morfologiche correlate con la natura vulcanica, profondamente rimodellata, della maggior parte di esso, sia per la rilevanza del patrimonio storico-culturale, sia per il peculiare rapporto con il mare. Né va sottovalutato – al di là degli stucchevoli stereotipi o delle deteriori banalizzazioni – l’originalissimo rapporto fra ambiente e paesaggio napoletani e cultura tradizionale della popolazione, che concorre a rendere quanto mai riconoscibile il paesaggio come fattore decisivo per l’identità locale, in tal senso – naturalmente – registrando con adeguata attenzione tanto gli aspetti positivi prodotti da natura e storia quanto gli aspetti negativi da attribuire alla massiva speculazione edilizia contemporanea. Sotto questo profilo, ad un’osservazione di lungo raggio emergono con tutta evidenza gli elementi strutturanti, nel loro chiaroscuro: la costa, disordinatamente artificializzata dal confine orientale dell’AIL fino al centro cittadino, poi connotata da un water front urbano di grande valore formale, infine articolata in uno straordinario intreccio natura-artificio da Mergellina a Capo Posillipo; la cornice collinare, contrappunto a Posillipo di verde e di costruito (anche di mal costruito), totalmente cementificata nel tratto del Vomero (ma con le due straordinarie isole verdi della Floridiana e del colle di San Martino), aggredita ancora, sul margine Scudillo- Capodimonte, dall’edificazione dequalificata che non è riuscita però a cancellare alcuni fondali tufacei e alcuni relitti verdi intorno al parco della Reggia di Capodimonte o all’Osservatorio; i tessuti storici compatti, punteggiati di cupole e campanili e segnati dalle emergenze dei castelli superstiti, ma anche violentati dai “grattacieli sui vicoli”, dal Rione Carità al centro direzionale; il conglomerato ex industriale della piana, repertorio di tipologie e stilemi riconoscibili e di sedimenti indistinti, in cui cominciano a emergere nuove forme cui potrebbe agganciarsi la costruzione di un nuovo paesaggio; le grandi infrastrutture, incerte fra inserimenti violenti e peculiari matrici paesaggistiche (si pensi al porto). 6 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale

In una realtà siffatta, si percepisce con eccezionale evidenza la inseparabilità fra ambiente, paesaggio e urbanistica. Risulta, inoltre, vincolato l’intero territorio di Portici dal D. M. 4/10/1961 e l’intero territorio di San Giorgio a Cremano dal D. M. 28/03/1985. Gli elementi con incidenza paesaggistica di seguito elencati rappresentano valore e significato di elementi costitutivi e connotativi del paesaggio storico. La loro individuazione discende dalla lettura incrociata dei seguenti dati: § Valutazione della valenza paesaggistica posseduta da quei beni culturali per i quali è già riconosciuto l’interesse storico – architettonico dichiarato nei decreti ministeriali di vincolo; § Individuazione tra i beni culturali appartenenti a quelli di cui all’art. 12 comma 1 del D.LGS. 22/01/2004 n. 42, di quelli significativi ai fini della conformazione del paesaggio, della connotazione della città storica ovvero della scena urbana.

Elenco dei Beni Vincolati

DENOMINAZIONE COMUNE DECRETO

Villa e Parco della Floridiana Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1

Castello Aselmeyer Napoli

Tomba di Virgilio Napoli

Certosa di San Martino Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1

Castel Sant’Elmo Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1

La Gaiola Napoli

Area archeologica di Villa Napoli Pausillypon

Torre Ranieri Napoli Decreto Ministero dei Beni Culturali e Ambientali del 8/03/1982

Borgo di Marechiaro Napoli

Villa Rosbery Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1

Villa Gallotti a Riva Fiorita Napoli Decreto Ministero Pubblica Istruzione del 21/11/1922

Villa Volpicelli Napoli

Palazzo Donn’Anna Napoli Decreto Ministero Pubblica Istruzione del 12/02/1928

V illa Pignatelli e Parco Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1

Villa Comunale Riviera di Chiaia Napoli

Palazzo Cellammare Napoli Decreto Ministero Pubblica Istruzione

Castel dell’Ovo Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1

Borgo Marinaro Napoli 7 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale

Lungomare Partenope - Nazario Napoli Sauro

Accademia della Nunziatella Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1

Chiesa e Colonnato di San Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 Francesco di Paola

Palazzo Reale Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1

Galleria Umberto I Napoli Decreto del Ministero dei Beni Culturali e Ambientali del 12/08/1997

Castel Nuovo Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1

Stazione Marittima Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1

Chiesa dell’Immacolatella al Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 Porto

Chiesa Convento e Campanile di Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 Santa Chiara

Chiesa Convento e Campanile Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 del Gesù Nuovo e Guglia dell’Immacolatella

Port’Alba Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1

Guglia e Chiesa di San Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 Domenico Maggiore

Museo Archeologico Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1

Porta San Gennaro Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1

Chiesa della Madre del Buon Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 Consiglio a Capodimonte

Osservatorio astronomico Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1

Duomo e Cappella di San Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 Gennaro- Guglia del Duomo e P.tta Riaro Sforza

Chiesa e Campanile di Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 Sant’Agostino alla Zecca

Chiesa e Campanile di Santa Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 Maria del Carmine

Porta del Carmine, mura e torri Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 aragonesi

Porta Nolana Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1

Chiesa dell’Annunziata Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 8 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale

Castel Capuano Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1

Chiesa e Convento di santa Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 Caterina a Formiello – Porta Capuana

Torri Aragonesi in Caserma Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 Garibaldi

Orto Botanico Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1

Real Albergo dei Poveri Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1

Mercato Ittico Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1

Caserma Bianchini Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1

Chiesa di Santa Maria del Pianto Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 a Poggioreale

Forte Vigliena Napoli

Villa Raiola Scarinzi e Villa Napoli Decreto Ministero dei Beni Culturali e Vittoria al c.so San Giovanni n. Ambientali del 19/10/1976 732, 752

Palazzo Procaccini al c.so San Napoli Decreto Ministero dei Beni Culturali e Giovanni n. 711 Ambientali del 19/10/1976

Villa Vignola, via Lieto n. 14 Napoli Decreto Ministero dei Beni Culturali e Ambientali del 19/10/1976

Villa Giulia o De Gregorio di Napoli Decreto Ministero dei Beni Culturali e Sant’Elia, via Tropeano n. 68 Ambientali del 19/10/1976

Villa Salvetti, via Martucci n. 55 Napoli Decreto Ministero dei Beni Culturali e Ambientali del 19/10/1976

Villa Spinelli di Scalea e Napoli Decreto Ministero dei Beni Culturali e Dipendenza, c.so Sirena n. 165 Ambientali del 19/10/1976 e via G. B. Vela n. 23

Palazzo Bisignano e Villa Napoli Decreto Ministero dei Beni Culturali e Filomena, c.so Sirena n. 67 e 55 Ambientali del 19/10/1976

Villa Pignatelli di Monteleone, Napoli Decreto Ministero dei Beni Culturali e c.so Sirena n. 7 Ambientali del 19/10/1976

Villa Nasti, ora Letizia, via G. Napoli Decreto Ministero dei Beni Culturali e Battista Vela n.110 Ambientali del 19/10/1976

Villa Amalia, via G. Battista Vela Napoli Decreto Ministero dei Beni Culturali e n.273 Ambientali del 19/10/1976

Villa Sant’Anna, via Volpicelli n. Napoli Decreto Ministero dei Beni Culturali e 310 Ambientali del 19/10/1976

Villa Volpicelli I e Villa Volpicelli Napoli Decreto Ministero dei Beni Culturali e II, C.so San Giovanni n. 827 e Ambientali del 19/10/1976 9 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale

II, C.so San Giovanni n. 827 e Ambientali del 19/10/1976 835

Villa Cristina, C.so San Giovanni Napoli Decreto Ministero dei Beni Culturali e n. 879 Ambientali del 19/10/1976

Villa Papa, Villa Paupice, Villa Napoli Decreto Ministero dei Beni Culturali e Percuoco, C.so San Giovanni n. Ambientali del 19/10/1976 88, 893 e 901

Villa Pignatelli di Montecalvo, San Giorgio A Decreto Ministero dei Beni Culturali e largo Arso Cremano Ambientali del 19/10/1976

Villa Ammarino, via Gramsci San Giorgio A Decreto Ministero dei Beni Culturali e Cremano Ambientali del 19/10/1976

Villa Carsana e Chiesa San Giorgio A Decreto Ministero dei Beni Culturali e dell’Addolorata, via Pessina Cremano Ambientali del 19/10/1976

Villa Cerbone, Villa Leone (ex San Giorgio A Decreto Ministero dei Beni Culturali e Berio, ex Vacca Macchucca), via Cremano Ambientali del 19/10/1976 Pessina

Villa Caracciolo di Forino, Villa San Giorgio A Decreto Ministero dei Beni Culturali e Menale, Villa Righi, Villa Cremano Ambientali del 19/10/1976 Zampagliene, via Pessina

Villa Lignola, via Galante San Giorgio A Decreto Ministero dei Beni Culturali e Cremano Ambientali del 19/10/1976

Villa Avallone (ora Tufarelli), San Giorgio A Decreto Ministero dei Beni Culturali e Villa Galante, Villa Giarrusso Cremano Ambientali del 19/10/1976 Maria, Villa Olimpia, via Pessina

Villa Borrelli, Villa Carafa San Giorgio A Decreto Ministero dei Beni Culturali e Percuoco, Villa Galante, via Cremano Ambientali del 19/10/1976 Buozzi

Villa Tanucci, via De Gasperi San Giorgio A Decreto Ministero dei Beni Culturali e Cremano Ambientali del 19/10/1976

Villa Vanucchi, via Roma San Giorgio A Decreto Ministero dei Beni Culturali e Cremano Ambientali del 19/10/1976

Villa Cosenza (ex-Vanucchi), San Giorgio A Decreto Ministero dei Beni Culturali e Villa Giulia o De Marchi, via Cremano Ambientali del 19/10/1976 Cavalli di Bronzo

Villa Bruno, via Cavalli di San Giorgio A Decreto Ministero dei Beni Culturali e Bronzo Cremano Ambientali del 19/10/1976

Villa Salvetella, via Sant’Anna San Giorgio A Decreto Ministero dei Beni Culturali e Cremano Ambientali del 19/10/1976

Villa Pizzicato, via Pittore San Giorgio A Decreto Ministero dei Beni Culturali e Cremano Ambientali del 19/10/1976

Villa Siniscropi, via Pittore San Giorgio A Decreto Ministero dei Beni Culturali e Cremano Ambientali del 19/10/1976

Villa Bonocore, via Manzoni San Giorgio A Decreto Ministero dei Beni Culturali e Cremano Ambientali del 19/10/1976 10 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale

Villa Tufarelli di sotto, via San Giorgio A Decreto Ministero dei Beni Culturali e Tufarelli Cremano Ambientali del 19/10/1976

Villa Marulli, via Bernabò San Giorgio A Decreto Ministero dei Beni Culturali e Cremano Ambientali del 19/10/1976

8. Criticità ambientali e funzionali Ad alcune criticità funzionali di fondo della città di Napoli si è già fatto in certo senso riferimento nel paragrafo precedente: carenza di spazi pubblici attrezzati, specie a verde; disorganica rete stradale; squilibrata distribuzione di attività polarizzanti e di pregio. Ad esse si accompagnano questioni ambientali molto gravi, per ciò che riguarda – oltre al ben noto problema dei rifiuti – l’inquinamento atmosferico e l’inquinamento acustico. Vanno poi segnalati più specifici elementi di criticità, quali, ad esempio, quelli legati ai dissesti idrogeologici e al rischio di frana (coperture piroclastiche incoerenti delle colline) o di crollo, che interessano prevalentemente i costoni tufacei, non solo costieri: fenomeni di erosioni evidenti si rilevano infatti sulle pareti tufacee a ridosso del Castel Sant’Elmo e di Monte Echia e sul versante della collina del Vomero lungo Corso Vittorio Emanuele. È inoltre necessario un continuo monitoraggio del sottosuolo, costellato di cavità prodotte nei secoli per realizzare infrastrutture o per cavare tufo e più volte interessato da crolli improvvisi: il rischio di collasso di vuoti sotterranei, spesso sconosciuti, è aggravato dallo stato insoddisfacente delle reti idriche, le cui perdite incrementano instabilità, dilavamenti e scorrimenti. La presenza di falde superficiali in terreni limosi e le carenze delle reti fognarie sono fattori di criticità nella zona pianeggiante orientale, dove eventi meteorici concentrati possono determinare allagamenti anche cospicui. Nel medesimo territorio un elemento che produce peculiari forme di criticità è rappresentato dalla presenza estesa di serre, che determinano sia negativi effetti paesaggistici per le grandi superfici riflettenti, generalmente in materiali plastici, sia preoccupanti concentrazioni di reflui inquinanti per fitofarmaci e fertilizzanti. La permanenza di depositi petroliferi sempre nella zona orientale costituisce un grave fattore di criticità sia sotto il profilo paesaggistico che in termini di sicurezza.

9. Specificazione delle linee strategiche generali per ambiente e paesaggio, insediamenti,attività, mobilità Le strategie generali del PTCP (tutela del patrimonio naturalistico e culturale del territorio, riassetto policentrico dell’armatura urbana, potenziamento dell’intermodalità e sviluppo della mobilità sostenibile ecc.) intrinsecamente affrontano le questioni cruciali dell’AIL, tanto in termini diretti (conservazione e valorizzazione sostenibile dei beni culturali e dei tessuti storici come delle superstiti risorse naturali/agricole) quanto in forme indirette (la promozione di nuove centralità esterne può decongestionare i centri tradizionali). In termini più specifici il piano propone la riqualificazione strategica dell’area orientale di Napoli per una trasformazione da area industriale degradata a nuova centralità urbana integrata, nel contesto della riorganizzazione policentrica e reticolare del territorio provinciale, in accordo con la vision preferenziale del PTR. Così come definite dagli indirizzi relativi alla “Valorizzazione e riarticolazione del sistema urbano” le priorità che il PTCP indica per il sistema napoletano sono le seguenti: “Razionalizzazione e decongestione dell’area centrale di Napoli attraverso il decentramento di funzioni di livello superiore pubbliche e private e l’incremento e la qualificazione dei servizi al turismo. Realizzazione delle nuove centralità: (...) dell’area orientale attraverso l’integrazione dei servizi pubblici e privati di livello superiore, la qualificazione/riconversione e promozione delle attività produttive e la promozione di servizi alle imprese, cogliendo in particolare le opportunità offerte dalle aree industriali dismesse; ….” Per l’AIL sono inoltre di primaria importanza le linee strategiche relative alla conservazione e valorizzazione del patrimonio naturale, culturale e paesaggistico e alla riqualificazione e tutela della linea di costa. Vanno inoltre sottolineate le scelte del PTCP per mobilità e trasporti. In accordo con la prospettiva strategica regionale e con i criteri che sono stati definiti nel Piano di Bacino dei Trasporti già adottato dalla Provincia di Napoli, il PTCP intende attuare tutte quelle politiche capaci di trasferire il più alto numero di spostamenti possibile dal trasporto automobilistico individuale/privato a quello collettivo/pubblico. Inoltre si richiedono vettori con impatto ambientale minimizzato, come la trazione elettrica o il metano, in attesa della possibilità di utilizzazione sistematica dell’idrogeno. Alla scala più vasta, si riconosce il merito di operare già in questa direzione al programma della metropolitana regionale, le cui previsioni sono pertanto ritenute elementi di base rispetto ai quali disegnare il sistema di trasporto di livello provinciale. E nel settore il PTCP ha incluso tra i progetti di interesse prioritario i due seguenti:

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- logistica intermodale, che punterà a rafforzare le comunicazioni con le isole e gli interporti prioritariamente per il trasporto merci. Saranno messe in rete, ampliate e rifunzionalizzate una serie di infrastrutture esistenti (porti, linee ferroviarie, tronchi stradali) dotandole dei servizi per la gestione delle informazioni e degli strumenti di gestione dei flussi. Il sistema dovrà essere orientato all’utenza della piccola e media impresa dei settori turistici e manifatturieri e dovrà essere programmato in sinergia con le prospettive dei distretti industriali e delle autorità di trasporto, nonché con il programma nazionale delle Autostrade del mare; - rete delle piste ciclabili, che provvederà prioritariamente a connettere i tratti già esistenti e quelli realizzati dai singoli comuni. In base agli indirizzi del Piano, saranno dotate di queste piste le aree naturalistiche accessibili dai visitatori e le zone di maggior valore paesaggistico. Le norme per la progettazione delle piste si danno cura del contesto sia per un armonioso inserimento che per tracciare itinerari da cui sia possibile percepire nel modo migliore le qualità dell’ambiente e del paesaggio. La tutela e la valorizzazione del patrimonio ambientale e la tutela e il miglioramento del paesaggio sono poi elementi fondamentali della strategia di sviluppo proposta dal Piano per il capoluogo. In particolare, sotto questo profilo il Piano è orientato: · alla tutela delle rare componenti dotate di forte specificità e visibilità dal punto di vista paesaggistico-ambientale, nelle quali è ancora possibile riconoscere un significativo grado di naturalità e per le quali è necessario assicurare la conservazione degli equilibri naturali e avere massima attenzione per qualsiasi azione di modifica o trasformazione; · alla tutela e valorizzazione delle superstiti aree agricole di particolare rilevanza storica e paesaggistica per le quali il Piano è orientato ad evitare alterazioni e trasformazioni non congruenti e a valorizzare le relazioni intercorrenti tra le diverse componenti presenti; · alla tutela dei beni culturali e delle strutture insediative di interesse storico-culturale, anche quando soltanto di valore documentario e/o paesaggistico per le relazioni che intercorrono con altre componenti territoriali; · alla riqualificazione urbana, morfologica e paesaggistica degli insediamenti di recente edificazione e a delle infrastrutture di maggior impatto; · alla riprogettazione degli aggregati insediativi nella orientale, con la tutela dei “casali” e degli edifici produttivi significativi in termini di archeologia industriale, con la riqualificazione del paesaggio agrario nelle zone agricole superstiti, anche riducendo/ migliorando l’imp atto degli impianti a serra, e la ricerca di nuove configurazioni insediative paesaggisticamente qualificate.

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Parte II Descrizione Sub-ambiti

31 CPT Centri in contesto di periferia urbanizzata con diffuse trasformazioni urbanizzative nel contesto rurale

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1. Descrizione del sub-ambito Paesaggio di costa alta, raro per la morfologia complessa, la forte identità e la varietà delle componenti (geomorfologiche, vegetazionali, agronomiche e insediative). Dal punto di vista geologico, la lunga collina è parte del bordo di un enorme impalcato vulcanico collassato e sommerso, formato da tufo giallo, del secondo periodo dei Flegrei. L’area si articola su una serie di emergenze morfologiche: le falesie, i promontori, le punte e le baie, le grotte, le colline terrazzate. La bellezza del luogo, con le innumerevoli ville, con i parchi dalla magnifica vegetazione, in parte esotica, con le piccole marine pittoresche, giustifica il nome: in greco Pausilypon vuol significare “che calma il dolore”. Nel contesto agricolo della collina sorgevano fino alla fine dell’ ‘ottocento solo i “casali” di Villanova e Santo Strato e il piccolo borgo di pescatori di Marechiaro. Per la sua panoramicità si segnala Via Posillipo, la cui costruzione fu iniziata da Gioacchino Murat nel 1812; essa si snoda in dolce salita lungo il pendio meridionale della dorsale di Posillipo tra ville famose come villa Doria d’Angri, lo splendido Palazzo Donn’Anna e favolosi giardini. In epoca recente, nel quadro di processi speculativi di edificazione delle pendici, sono state realizzate nuove strade di mezza costa anche più panoramiche: proprio da una di queste si gode la celebre veduta di Napoli, ritagliata con il caratteristico profilo del Vesuvio, il pino marittimo in primo piano e, sullo sfondo, Torre del Greco, la Penisola Sorrentina e Capri. Sulla parte sud-occidentale della collina, la grande villa romana di Vedio Pollione, poi donata ad Augusto, è stata di recente oggetto di restauri e sistemazioni nel quadro del parco archeologico di Pausilypon, di grande interesse per la presenza di un teatro, di un odeon e della nota “grotta di Seiano”, galleria scavata alla fine del I sec. a.C. al fine di collegare la villa con il territorio di Puteolis. Per l’elevato valore paesaggistico si segnala anche il Parco di Posillipo, sistemato sull’estrema punta pianeggiante del promontorio che si affaccia su Coroglio, in posizione dominante tra il golfo di Napoli e quello di con l’antistante emergenza dell’isola di .

Il PTCP articola il sub-ambito nelle seguenti aree di specifico interesse: Sub-ambito n° 31 - Posillipo Ha % Aree ad elevata naturalità 17 3,7% Aree boscate 0 0,0% Laghi, bacini e corsi d'acqua e relative zone di tutela 0 0,0% Aree e componenti d'interesse naturalistico 17 3,7% Aree ed emergenze archeologiche 37 8,1% Centri e nuclei storici 51 11,3% Aree e componenti d'interesse storico culturale e paesaggistico 88 19,5% Aree agricole di particolare rilevanza agronomica 0 0,0% Aree agricole di particolare rilevanza paesaggistica 125 27,7% Aree agricole periurbane 0 0,0% Aree agricole ordinarie 0 0,0% Aree e componenti d'interesse rurale 125 27,7% Insediamenti urbani prevalentemente compatti 192 42,5% Aree di consolidamento urbanistico e di riqualificazione ambientale 30 6,5% Aree di integrazione urbanistica e di riqualificazione ambientale 0 0,0% Aree e complessi per insediamenti produttivi sovracomunali 0 0,0% Aree e complessi per servizi e attrezzature pubbliche sovracomunali 0 0,0% Impianti tecnologici 0 0,0% Aree e componenti d'interesse urbano 222 49,1% Aree di recupero e riqualificazione paesaggistica 0 0,0% Aree di criticità e degrado 0 0,0% Reti infrastrutturali per la mobilità 0 0,1% Nodi e reti per la connettività territoriale 0 0,1% Aree complessive* 452 100,0%

(****) Le aree calcolate sono indicative e rappresentano i luoghi che sicuramente hanno i caratteri identitari del sub- ambito tralasciando le aree a margine dove i caratteri identitari si fondono con quelli dei sub- ambiti vicini

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2. Situazioni di specifico interesse

Il sub-ambito è caratterizzato dai seguenti fattori: di strutturazione naturale N1 Rilievi vulcanici Elementi a morfologia vulcanica con rilevanza nel paesaggio, siti con vulcanismo attivo, geositi N3 Fascia costiera Falesie, spiagge, approdi naturali, isolotti, fasce sottomarine a bassa profondità, grotte, sistema dunale e retrodunale N8 Boschi non coltivati Endemismi, habitat di specie rare (sic, zps o fondali marini), sistemi colturali ad alta biodiversità, aree poco antropizzate in tessuto urbano di strutturazione storica S1 Centri storici Ingressi a centri st, luoghi centrali identitari, emergenza nel paesaggio S2 Viabilità storica Opere civili storiche per strade o altre infrastrutture, percorsi pedonali storici S3 Aree archeologiche Pertinenze archeologiche sistemate, reperti leggibili nel paesaggio (tracce centuriazione etc), sistemi archeopaesistici, approdi storici S5 Siti e complessi isolati produttivi civili, Giardini, parchi storici, filari, viali, ingressi, pertinenze agricole, relazioni terra-mare, religiosi, militari, turistici sistemazioni storiche per fruizione turistica S6 Terrazzamenti, assetti colturali tradizionali dei frutteti dei vigneti degli agrumeti e degli oliveti S7 Panorami identitari rappresentativi della Paesaggi naturali colturali o edificati ad alta identità locale, belvedere o punti regione panoramici locali

3. Indirizzi Il Prg di Napoli individua nel sub-ambito: - la parte dell’edificato storico sorto in contiguità con i tessuti sei-settecenteschi di Chiaia e classificata anch’essa come Zona A (Insediamenti di interesse storico) nella quale gli interventi sono disciplinati dalla normativa connessa con la classificazione tipologica a cui si è già accennato in precedenza; - l’intera zona collinare compresa tra la baia della Gaiola e lo sbocco occidentale della grotta di Seiano, classificata come Sottozona Aa (strutture e manufatti storici isolati) in quanto caratterizzata da organismi architettonici di interesse storico, sia pre-ottocenteschi che otto-novecenteschi, corrispondenti alle fabbriche e alle strutture murarie di particolare interesse sparse nella campagna napoletana; le norme del Prg vi limitano gli interventi ammissibili alle opere di manutenzione ordinaria e straordinaria, di restauro e di risanamento conservativo e le utilizzazioni compatibili ad attività ricettive e ad attrezzature di interesse comune; - tra La Gaiola e Marechiaro, inoltre, il Prg individua la grande area archeologica di villa Pausilypon (Sottozona Ab) per la quale prevede la destinazione a parco archeologico; - il territorio residuo della collina di Posillipo, che conserva tuttora al proprio interno aree agricole di pregio, prevalentemente terrazzate, è disciplinato, nell’ambito della Zona E (Componenti strutturanti la conformazione naturale del territorio), come sottozona Ea - Aree agricole; - la fascia più immediatamente costiera, invece, caratterizzata dalla presenza di spiaggette, scogliere, scogli isolati è regolata, unitariamente con lo specchio acqueo antistante, sempre nell’ambito della Zona E come sottozona Ee - Rupi, costoni, cave, spiagge e scogliere.

Fermo restando il rispetto delle disposizioni dettate dalla normativa paesaggistica vigente per gli specifici elementi e zone ricadenti nella delimitazione del sub-ambito considerato, si definiscono in estrema sintesi i seguenti indirizzi: · valorizzare e qualificare le parti di struttura insediativa storica recuperandovi il patrimonio edilizio antico, riqualificandovi il sistema degli spazi pubblici percorribili, razionalizzandovi il sistema della sosta, tutelando e risistemando le aree inedificate contigue agli insediamenti; · riqualificare le edificazioni recenti anche mediante ristrutturazioni totali o parziali con incremento degli spazi pubblici e intensificazione del verde in modo da conferir loro connotazioni paesaggistiche più qualificate; · regolamentare la disciplina del traffico urbano creando ZTL e aree pedonali;

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· tutelare e valorizzare i beni culturali potenziandone le relazioni con i beni ambientali (reti di fruizione interconnesse); · conservare le aree di paesaggio agrario specie se terrazzato; · recuperare la rete di percorsi pedonali esistenti intervenendo anche con impianti che ne aumentino la sicurezza; · salvaguardare le possibilità di accesso pubblico alla costa; · disciplinare la manutenzione e l’attrezzatura delle coperture, in particolare governando l’installazione di antenne e di pannelli solari attraverso regole che garantiscano – se non il drastico contenimento – almeno l’ordine e la tollerabilità percettiva, anche attraverso l’adozione di modelli e materiali di specifica qualità formale; · disciplinare l’installazione di condizionatori con il divieto di collocarli sui prospetti visibili da spazi pubblici.

4. Valori strutturali da salvaguardare

Fattori di strutturazione naturale N1 Rilievi vulcanici Per le superfici laviche affioranti, i geositi e i siti con vulcanismo attivo: Elementi a morfologia vulcanica con - integrità fisica dei suoli e assenza di interventi antropici, anche colturali (salvo il taglio rilevanza nel paesaggio, forestale, gli interventi necessari alla eventuale messa in sicurezza o alla mitigazione del siti con vulcanismo attivo, geositi rischio idrogeologico connessi alla difesa del suolo e ad eventuali limitati percorsi di servizio, scientifici o didattici). Per la morfologia dei luoghi: - integrità dell’aspetto naturale e visibilità (per l’intorno utile alla fruizione paesistica da luoghi pubblici). N3 Fascia costiera Per la fascia costiera in generale: Falesie, spiagge, approdi naturali, - divieto di edificazione o modificazione del suolo e di ogni altro intervento che possa isolotti, fasce sottomarine a bassa generare ulteriori frammnentazioni o perdita degli habitat, alterare o pregiudicare la profondità, grotte, sistema dunale e struttura, la stabilità o la funzionalità ecosistemica; retrodunale - riduzione (e in assoluto non aumento) delle opere manufatte nella fascia di 50 metri dalla riva (salvo gli interventi necessari alla messa in sicurezza e ad eventuali limitati percorsi e attrezzature di servizio a minimo impatto) e degli impatti inquinanti versati a mare; - naturalizzazione e recupero di fruibilità della battigia con aumento (e in assoluto non riduzione) della accessibilità al mare e lungo il mare attraverso percorsi pubblici. Per falesie, rupi ,grotte, sistema dunale, approdi naturali, isolotti: - integrità fisica dei suoli e assenza di interventi antropici, anche colturali, per un tratto a monte di almeno 30 metri dal ciglio superiore delle falesie e dal piede delle dune e per almeno 30 metri in acqua (salvo gli interventi necessari alla messa in sicurezza e ad eventuali limitati percorsi e attrezzature di servizio a minimo impatto); - integrità dell’aspetto naturale e visibilità senza elementi deterrenti o nuovi elementi cost ruiti impattanti (per l’intorno utile alla fruizione paesistica da luoghi pubblici e da punti panoramici). N8 Boschi non coltivati Per i boschi non coltivati: Endemismi, habitat di specie rare - elevato grado di biodiversità, e di disetaneità, da raggiungere senza introduzione di specie (sic, zps o fondali marini), sistemi alloctone e diminuzione della superficie boscata; colturali ad alta biodiversità aree - assenza di manufatti edilizi o infrastrutturali salvo i percorsi ciclopedonali funzionali alla poco antropizzate in tessuto urbano, fruizione quelli veicolari di servizio e i manufatti per le attività silvocolturali o per varchi utili per la rete ecologica attività compatibili di fruizione naturalistica e di ricerca scientifica. Per le aree di valore naturalistico: - integrità in applicazione dei criteri già adottati per Sic e Zps. Per le aree poco antropizzate in contesto urbano e i varchi utili per la rete ecologica: - usi pubblici con prevalente messa a verde alberato e comunque non edificabilità con blocco degli interventi privati salvo limitate definizioni morfologiche dei bordi costruiti; - rafforzamento (e in assoluto non diminuzione dell’ampiezza) dei varchi non edificati, non recintati e dotati di impianti a verde alberato.

S1 Centri storici Per i centri e nuclei storici: Ingressi a centri storici, luoghi centrali - leggibilità e integrita del disegno dell’impianto urbano con riferimento ai tracciati, agli identitari, emergenza nel paesaggio spazi pubblici e ai relativi affacci e ai complessi costruiti con le relative tipologie o architetture rilevanti, per l’identità storica; - articolazione e dei caratteri tipomorfologici, formali e costruttivi dei tessuti edilizi e degli spazi aperti, da salvaguardare con riferimento alle tipologie ricorrenti, ai mat eriali e alle tecniche costruttive locali; - residenzialità come destinazione prevalente, accompagnata da quella commerciale e artigianale tradizionale e compatibile con l e tipologie edilizie storiche; - leggibilità e fruibilità dell’impianto complessivo nell’inserimento nel territorio circostante e delle strutture e degli elementi naturali o di archeologia antica e medievale che hanno influenzato l’impianto insediativo. S2 Viabilità storica Per la viabilità storica:

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Opere civili storiche per strade o altre - leggibilità e valorizzazione dei punti di contatto tra percorsi storici e centri storici (porte infrastrutture, urbane, scorci prospettici in ingresso e in uscita) e delle direttrici di attraversamento; percorsi pedonali storici - fruibilità dei sedimi esistenti con integrazioni e conservazione degli elementi tradizionali coerenti quali: selciati, alberature, siepi, cigli erbosi, fossi e canalette di scolo, tornanti, ponti, muri di sostegno e scarpate, gradoni e scalini in pietra nei sentieri a forte pendenza; - completezza della rete, da integrare con limitati nuovi tracciati necessari a completarla nei tratti in cui essa non è più riconoscibile; - filari alberati lungo i tracciati da amantenere, integrare o impiantare ex novo. Per le opere civili: - integrazione dei manufatti con ripristino delle relazioni con gli assi viari di riferimento e leggibilità con conservazione di eventuali opere d’arte di particolare pregio e con reintegro delle sistemazioni vegetali (viali, siepi). S3 Aree ed emergenze archeologiche Per le aree ed emergenze archeologiche: Pertin enze archeologiche sistemate, - precauzione e integrità rispetto agli interventi di qualsiasi natura salvo quelli finalizzati reperti leggibili nel paesaggio (tracce alle prospezioni, al completamento degli scavi e alla riqualificazione e alla fruizione centuriazione etc), sistemi dei beni archeologici , archeopaesistici, approdi storici - fruibilità e qualificazione della accessibilità, anche con opere a basso impatto per servizi, rimozione di superfetazioni e di altri interventi deterrenti la leggibilità dei beni. Per i reperti leggibili nel paesaggio: - leggibilità delle tracce del sistema di segni territoriali antichi (lotti, allineamenti, rilevati, relazioni visive tra manufatti ), da potenziare anche con completamento della percorribilità di tracciati viabili in tratti in cui si siano perse le tracce S5 Siti e monumenti isolati religiosi, Per le ville e giardini storici: militari, civili, produttivi turistici - assetto degli edifici e degli spazi a giardino o a corte e delle altre pertinenze nella loro Giardini, parchi storici, filari, viali, articolazione e morfologia originaria, da conservare con particolare attenzione agli ingressi, pertinenze agricole, relazioni aspetti rilevanti dal punto di vista paesistico compreso l’arredo vegetale e manufatto,il terra-mare, sistemazioni storiche per rapporto con la viabilità e gli ingressi, con i belvedere, gli approdi, gli intorni fruizione turistica contestuali ,...). Per gli altri edifici e complessi specialistici di interesse storico, architettonico e monumentale: - articolazione dei complessi edificati e caratteri tipomorfologici degli edifici e delle specifiche peculiarità architettoniche e formali da conservare; - integrità dei caratteri dell’intorno spaziale aperto ad strettamente connessi ai complessi, formato da strade, piazze o corti o altre pertinenze aperte con relative fronti prospicienti, giardini ed elementi architettonici singolari, da mantenere o da rispristinare; - rilevanza urbana e paesistica storicamente assunta e consolidata e rapporto con gli assi di fruizione e i punti di visuale, da mantenere anche con politiche di promozione delle attività e di vincolo agli interventi del contesto. S6 Terrazzamenti, assetti colturali Per i terrazzamenti: tradizionali dei frutteti dei vigneti - trattamento di versante con opere di contenimento da mantenere, nel rispetto del degli agrumeti e degli oliveti disegno paesaggistico e dell’andamento orografico, con la morfologia delle opere in pietra controterra e dei ciglionamenti tradizionali; - omogeneità nell’utilizzo dei materiali e delle dimensioni e morfologie tradizionali nei manufatti edilizi o infrastrutturali presenti nei contesti dei versanti terrazzati. Per gli assetti colturali tradizionali: - assetto delle coltivazioni a colture legnose da mantenere con la varietà delle cultivar locali, della trama parcellare, delle infrastrutture rurali tradizionali (strade poderali, siepi, muretti, fossi di drenaggio, dei sistemi di siepi miste e di eventuali pur ridotte masse boschive presenti); - omogeneità nell’utilizzo dei materiali e delle morfologie, tipologie e dimensioni tradizionali nei manufatti edilizi o infrastrutturali presenti nei contesti. S7 Panorami identitari rappresentativi Per le strade e i punti panoramici: della regione - fruibilità da mantenere o ripristinare senza ostacoli o elementi deterrenti in primo piano Paesaggi naturali colturali o edificati ad delle visuali panoramiche da luogo pubblico; alta identità locale, belvedere o punti Per i paesaggi ad alta identità: panoramici locali - immagine consolidata da mantenere senza elementi alteranti per materiali, colori o dimensioni o ostacolanti la fruizione completa

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32 CP Centri urbani immersi in periferia urbanizzata

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1. Descrizione del sub-ambito Paesaggio complesso ad alta riconoscibilità caratterizzato dall’intreccio tra componenti geomorfologiche ed insediative che lo rendono quadro visivo fortemente connaturato all’identità della città e universalmente riconosciuto. Morfologicamente tale ambito risulta caratterizzato ad ovest da conche e terrazze degradanti verso il mare e, ad est, dalla parte più occidentale della piana alluvionale del Sebeto. Esso è delimitato ad occidente dalle pendici delle colline di Posillipo e del Vomero, a settentrione dalle colline di Capodimonte- Capodichino e ad oriente dai tracciati ferroviari FS verso Aversa e Torre Annunziata. Entro la cornice collinare già sinteticamente descritta, l’emergenza più cospicua è rappresentata dal monte Echia, altura vulcanica di origine flegrea prossima al litorale; nel VII sec. a.C. su di essa, allora circondata per tre lati dal mare con pareti tufacee a picco e separata rispetto all’interno dal vallone di Chiaia, i colonizzatori greci fondarono Parthenope. Davanti a monte Echia, ad ulteriore testimonianza della sua natura vulcanica, l’isolotto di Megaride – su cui sorge Castel dell’Ovo – costituisce un resto del medesimo cratere, collassato e in gran parte demolito dal mare. I tessuti edificati si articolano in rapporto alla morfologia dei luoghi e alla successione storica del loro impianto. Al centro dell’ambito, la Napoli “greco-romana”, stratificata sulla Neapolis del V-IV secolo a.C. e tuttora in gran parte organizzata secondo la trama dei decumani (con orientamento E-W) e cardini (con orientamento N-S), si caratterizza per un’ininterrotta sequenza di piazze, chiese, guglie e palazzi nobiliari. La densità di monumenti (su un allineamento ideale di poche centinaia di metri si susseguono la guglia dell’Immacolata e il Gesù Nuovo, S. Chiara con i suoi chiostri e il convento in parte sovrapposto su edifici termali romani, S. Domenico Maggiore e la cappella San Severo, la statua del Nilo, S. Gregorio Armeno, il complesso di S. Paolo Maggiore (tempio dei Dioscuri) e S. Lorenzo Maggiore (Macellum), il Duomo, con il Battistero paleocristiano e la basilica di Santa Restituta, solo per citare i monumenti maggiori), ma anche lo straordinario interesse tipo- morfologico del tessuto insediativo giustificano largamente l’inserimento del centro storico di Napoli nella World Heritage List dell’UNESCO. Intorno alla città di impianto antico sono cresciuti fra XVI e XVIII secolo i nuovi insediamenti urbani e i borghi fuori delle mura, i “quartieri spagnoli”, Montedidio e Chiaia, l’Olivella e l’Infrascata, la Sanità, i Vergini e Sant’Antonio Abate, secondo trame viarie regolari o variamente ruotate o deformate per aderire alle pendici di conche e dossi, con una ricchezza di articolazioni morfologiche e di caratterizzazioni paesaggistiche spesso con evidenti esiti identitari, talvolta correlati a specifici profili anche sotto il profilo etnoculturale. Alcuni grandi edifici antichi costituiscono riferimenti “polari”, simbolici e percettivi insieme, nella complessa struttura: la Reggia di Capodimonte, il Museo Archeologico, l’Albergo dei Poveri, Castel Capuano, il forte del Carmine, il Maschio Angioino, il Palazzo Reale, il Castel dell’Ovo, Palazzo Donn’Anna, talora segnando lo snodo con AIL adiacenti. Talvolta il riferimento è associato a spazi aperti: Piazza Dante, Piazza Plebiscito, o la Villa Comunale, magnifico e vasto giardino pubblico, realizzato sul finire del ’settecento da Carlo Vanvitelli con il giardiniere Felice Abate: piantato a lecci, pini, palme, araucarie, eucalipti, si estende per oltre 1 km tra le piazze della Vittoria e della Repubblica. Nel contesto storico non sono mancati inserimenti recenti: in epoca fascista la parte pubblica del Rione Carità (in sostituzione del tessuto settecentesco della Corsea ), un po’ retoricamente monumentale ma con una certa dignità di forme; nel periodo delle amministrazioni laurine, la parte privata dello stesso Rione, miserabile nella sua densità edilizia, culminante nel pretenzioso grattacielo della società Cattolica Assicurazioni, e i famigerati palazzi Ottieri, alla Duchesca o al Carmine, emblemi della Napoli di “Mani sulla città”. Effetti paesaggisticamente e urbanisticamente stridenti sono stati prodotti anche negli anni ’60- ’80 da interventi intensivi ai margini dei tessuti storici, quali il nuovo centro direzionale, le torri di via Nuova Poggioreale, il complesso “Piazza Grande” ai Ponti Rossi: interventi presentati all’insegna della riconoscibilità architettonica, ma espressione strutturale della esaltazione dei meccanismi parassitari della rendita urbana.

Il PTCP articola il sub-ambito nelle seguenti aree di specifico interesse: Sub-ambito n° 32 - Napoli centro Ha % Aree ad elevata naturalità 0 0,0% Aree boscate 20 1,1% Laghi, bacini e corsi d'acqua e relative zone di tutela 0 0,0% Aree e componenti d'interesse naturalistico 20 1,1% Aree ed emergenze archeologiche 0 0,0% Centri e nuclei storici 1046 58,6% Aree e componenti d'interesse storico culturale e paesaggistico 1046 58,6% Aree agricole di particolare rilevanza agronomica 0 0,0% Aree agricole di particolare rilevanza paesaggistica 0 0,0% Aree agricole periurbane 0 0,0% Aree agricole ordinarie 0 0,0% Aree e componenti d'interesse rurale 0 0,0% Insediamenti urbani prevalentemente compatti 197 11,1%

19 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale

Aree di consolidamento urbanistico e di riqualificazione ambientale 403 22,6% Aree di integrazione urbanistica e di riqualificazione ambientale 0 0,0% Aree e complessi per insediamenti produttivi sovracomunali 0 0,0% Aree e complessi per servizi e attrezzature pubbliche sovracomunali 0 0,0% Impianti tecnologici 0 0,0% Aree e componenti d'interesse urbano 600 33,6% Aree di recupero e riqualificazione paesaggistica 0 0,0% Aree di criticità e degrado 0 0,0% Reti infrastrutturali per la mobilità 119 6,6% Nodi e reti per la connettività territoriale 119 6,6% Aree complessive* 1785 100,0%

(****) Le aree calcolate sono indicative e rappresentano i luoghi che sicuramente hanno i caratteri identitari del sub- ambito tralasciando le aree a margine dove i caratteri identitari si fondono con quelli dei sub- ambiti vicini

2. Situazioni di specifico interesse

Il sub-ambito è caratterizzato dai seguenti fattori: di strutturazione naturale N3 Fascia costiera Falesie, spiagge, approdi naturali, isolotti, fasce sottomarine a bassa profondità, grotte, sistema dunale e retrodunale N4 Fiumi Fasce fluviali vegetate Reticoli irrigui o di drenaggio di strutturazione storica S1 Centri storici Ingressi a centri st, luoghi centrali identitari, emergenza nel paesaggio S2 Viabilità storica Opere civili storiche per strade o altre infrastrutture, percorsi pedonali storici S3 Aree archeologiche Pertinenze archeologiche sistemate, reperti leggibili nel paesaggio (tracce centuriazione etc), sistemi archeopaesistici, approdi storici, S5 Siti e complessi isolati produttivi civili, Giardini, parchi storici, filari, viali, ingressi, pertinenze agricole, relazioni terra-mare, religiosi, militari, turistici sistemazioni storiche per fruizione turistica, S7 Panorami identitari rappresentativi della Paesaggi naturali colturali o edificati ad alta identità locale, belvedere o punti regione panoramici locali

Infrastrutture e attrezzature dell’insediamento A1 Ferrovie con stazioni A2 Strade Pr, SS, Autostrade Linee di trasporto pubblico locali in sede fissa Reti di percorsi ciclopedonali A3 Porti e approdi da diporto A5 Centri di servizi e funzioni urbane Centri urbani Centri di attrezzature funzionali specialistiche isolate Aree ASI

3. Indirizzi Così come definita dagli indirizzi del PTCP relativi alla “Valorizzazione e riarticolazione del sistema urbano” la priorità per il sistema napoletano è espressa come “Razionalizzazione e decongestione dell’area centrale di Napoli attraverso il decentramento di funzioni di livello superiore pubbliche e private e l’incremento e la qualificazione dei servizi al turismo”. Per la sua approvazione recente, il nuovo PRG di Napoli costituisce certamente un riferimento normativo imprescindibile; al di là dell’aspetto giuridico, va però sottolineato un giudizio di merito che riconosce in esso una impostazione pienamente coerente con le finalità e le strategie del Ptcp, in particolare per ciò che concerne la tutela e la riqualificazione del paesaggio. Ciò consente di assumere come indirizzi paesaggistici di ambito in buona sostanza la disciplina del Prg, solo esprimendo talune specifiche sottolineature o circoscritte integrazioni. Il vigente PRG affida la riqualificazione alla richiamata disciplina degli interventi nel centro storico prevedendo interventi prioritari in siti dove la valorizzazione di rilevanti emergenze archeologiche richiede una nuova sistemazione complessa (come nel caso degli interventi relativi alle mura nord orientali e orientali, al complesso di Carminiello ai Mannesi, all’insula dei teatri, all’area dell’acropoli- piazza Cavour e a S. Lorenzo Maggiore). Il PRG prevede anche: la ristrutturazione urbanistica e

20 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale l’ampliamento del Centro Direzionale (scheda n.63); la riqualificazione del tessuto urbano del rione S. Alfonso (scheda n.64); la riqualificazione del tessuto urbano in cui ricadono manufatti industriali storici come nel caso dell’ex industria Redaelli (scheda n.78) e dei Ponti Rossi (scheda n.79); ma anche la riqualificazione dell’area di Piazza (scheda n.80); la riqualificazione delle aree rese accessibili dalla linea metropolitana 9 dei due musei (scheda n.86); la conservazione dell’impianto urbano e dell’edilizia della zona degli Orefici (scheda n.87); e la riqualificazione della struttura dell’ex-ospedale psichiatrico Bianchi (scheda n.99) per la localizzazione di una attrezzatura di scala urbana e territoriale, probabilmente una sede universitaria. Di particolare rilevanza paesaggistica la proposta riqualificazione dell’area di Via Gianturco (scheda n.65) per la formazione di un moderno insediamento per la produzione di beni e servizi nelle aree della stazione Fs di Gianturco, del Gasometro, del Ponte della Maddalena, della Mecfond e della Feltrinelli. Il PRG prevede ancora un importante intervento sul tratto di costa dal porto al confine orientale, ipotizzando un ricongiungimento della città con il mare non solo nell'area portuale antistante piazza del Municipio, nel quadro di un piano di dettaglio esteso successivamente a tutta la costa cittadina nel quale venga progettata la riqualificazione dei porti turistici, ad iniziare da quello di Mergellina, liberandolo dal traffico passeggeri, e del Borgo Marinari. Fermo restando il rispetto delle disposizioni dettate dalla normativa paesaggistica vigente per gli specifici elementi e zone ricadenti nella delimitazione del sub-ambito considerato, si definiscono in estrema sintesi i seguenti indirizzi: · valorizzare e qualificare la struttura insediativa storica recuperando il patrimonio edilizio antico, potenziando e riqualificando il sistema degli spazi pubblici percorribili, razionalizzando il sistema della sosta, tutelando e risistemando le aree inedificate contigue agli insediamenti; · diffondere la capacità attrattiva dei tessuti perimetrali attraverso interventi di recupero e valorizzazione del patrimonio insediativo, il miglioramento complessivo del contesto, il potenziamento delle attività private turistico-commerciali ed il riequilibrio della relativa distribuzione territoriale, la diversificazione dei servizi compatibili con il contesto, la creazione di specifici elementi di attrattività; · ricalibrare la distribuzione di funzioni polarizzanti e congestionanti; · regolamentare la disciplina del traffico urbano estendendo ZTL e aree pedonali; · riqualificare le edificazioni recenti anche mediante la loro demolizione totale o parziale e – ove necessario – ricostruzioni ma ben più contenute in modo da conferir loro connotazioni compatibili con i caratteri paesaggistici del contesto; · potenziare le relazioni tra beni culturali e beni ambientali (reti di fruiz ione interconnesse); · conservare i segmenti superstiti di paesaggio agrario specie se terrazzato; · recuperare la rete di percorsi pedonali (scale, gradinate, cordonate) esistenti intervenendo anche con impianti che ne aumentino la sicurezza; · disciplinare la manutenzione e l’attrezzatura delle coperture, in particolare governando l’installazione di antenne e di pannelli solari attraverso regole che garantiscano – se non il drastico contenimento – almeno l’ordine e la tollerabilità percettiva, anche attraverso l’adozione di modelli e materiali di specifica qualità formale; · disciplinare l’installazione di condizionatori con il divieto di collocarli sui prospetti visibili da spazi pubblici.

4. Valori strutturali da salvaguardare

Fattori di strutturazione naturale N3 Fascia costiera Per la fascia costiera in generale: Falesie, spiagge, approdi naturali, - divieto di edificazione o modificazione del suolo e di ogni altro intervento che possa isolotti, fasce sottomarine a bassa generare ulteriori frammnentazioni o perdita degli habitat, alterare o pregiudicare la profondità, grotte, sistema dunale e struttura, la stabilità o la funzionalità ecosistemica; retrodunale - riduzione (e in assoluto non aumento) delle opere manufatte nella fascia di 50 metri dalla riva (salv o gli interventi necessari alla messa in sicurezza e ad eventuali limitati percorsi e attrezzature di servizio a minimo impatto) e degli impatti inquinanti versati a mare; - naturalizzazione e recupero di fruibilità della battigia con aumento (e in assoluto non riduzione) della accessibilità al mare e lungo il mare attraverso percorsi pubblici. Per falesie, rupi ,grotte, sistema dunale, approdi naturali, isolotti: - integrità fisica dei suoli e assenza di interventi antropici, anche colturali, per un tratto a monte di almeno 30 metri dal ciglio superiore delle falesie e dal piede delle dune e per almeno 30 metri in acqua (salvo gli interventi necessari alla messa in sicurezza e ad eventuali limitati percorsi e attrezzature di servizio a minimo impatto); - integrità dell’aspetto naturale e visibilità senza elementi deterrenti o nuovi elementi costruiti impattanti (per l’intorno utile alla fruizione paesistica da luoghi pubblici e da punti panoramici).

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N4 Fiumi In generale: Fasce fluviali vegetate - salvaguardia quantitativa e qualitativa della risorsa acqua negli alvei naturali e nei reticoli Reticoli irrigui o di drenaggio irrigui e di drenaggio, con contenimento degli impatti da inquinamento e degli utilizzi impropri; - rispetto o ristabilimento degli equilibri idrogeologici, coerentemente con le indicazioni dei Piani di Bacino; - assenza o almeno minimo impatto di interventi edificatori o infrastrutturali privati per una fascia di rispetto dalle sponde (con riferimento al vincolo ex Galasso); - naturalizzazione e recupero di fruibilità delle sponde con aumento (e in assoluto non riduzione) della accessibilità ciclopedonale al fiume attraverso percorsi pubblici. Fasce fluviali vegetate: - continuità di alberature lungo sponda, da completare e reintegrare ex novo, salvo opere infrastrutturali non evitabili.

Fattori di strutturazione storica S1 Centri storici Per i centri e nuclei storici Ingressi a centri storici, luoghi centrali - leggibilità e integrita del disegno dell’impianto urbano con riferimento ai tracciati, agli identitari, emergenza nel paesaggio spazi pubblici e ai relativi affacci e ai complessi costruiti con le relative tipologie o architetture rilevanti, per l’identità storica; - articolazione e dei caratteri tipomorfologici, formali e costruttivi dei tessuti edilizi e degli spazi aperti, da salvaguardare con riferimento alle tipologie ricorrenti, ai materiali e alle tecniche costruttive locali; - residenzialità come destinazione prevalente, accompagnata da quella commerciale e artigianale tradizionale e compatibile con l e tipologie edilizie storiche; - leggibilità e fruibilità dell’impianto complessivo nell’inserimento nel territorio circostante e delle strutture e degli elementi naturali o di archeologia antica e medievale che hanno influenzato l’impianto insediativo. S2 Viabilità storica Per la viabilità storica: Opere civili storiche per strade o altre - leggibilità e valorizzazione dei punti di contatto tra percorsi storici e centri storici (porte infrastrutture, urbane, scorci prospettici in ingresso e in uscita) e delle direttrici di attraversamento; percorsi pedonali storici - fruibilità dei sedimi esistenti con integrazioni e conservazione degli elementi tradizionali coerenti quali: selciati, alberature, siepi, cigli erbosi, fossi e canalette di scolo, tornanti, ponti, muri di sostegno e scarpate, gradoni e scalini in pietra nei sentieri a forte pendenza; - completezza della rete, da integrare con limitati nuovi tracciati necessari a completarla nei tratti in cui essa non è più riconoscibile; - filari alberati lungo i tracciati da amantenere, integrare o impiantare ex novo. Per le opere civili: - integrazione dei manufatti con ripristino delle relazioni con gli assi viari di riferimento e leggibilità con conservazione di eventuali opere d’arte di particolare pregio e con reintegro delle sistemazioni vegetali (viali, siepi). S3 Aree ed emergenze archeologiche Per le aree ed emergenze archeologiche: Pertinenze archeologiche sistemate, - precauzione e integrità rispetto agli interventi di qualsiasi natura salvo quelli finalizzati reperti leggibili nel paesaggio (tracce alle prospezioni, al completamento degli scavi e alla riqualificazione e alla fruizione centuriazione etc), sistemi dei beni archeologici; archeopaesistici, approdi storici - fruibilità e qualificazione della accessibilità, anche con opere a basso impatto per servizi, rimozione di superfetazioni e di altri interventi deterrenti la leggibilità dei beni. Per i reperti leggibili nel paesaggio: - leggibilità delle tracce del sistema di segni territ oriali antichi (lotti, allineamenti, rilevati, relazioni visive tra manufatti ), da potenziare anche con completamento della percorribilità di tracciati viabili in tratti in cui si siano perse le tracce. S5 Siti e monumenti isolati religiosi, Per le ville e giardini storici: militari, civili, produttivi turistici - assetto degli edifici e degli spazi a giardino o a corte e delle altre pertinenze nella loro Giardini, parchi storici, filari, viali, articolazione e morfologia originaria, da conservare con particolare attenzione agli ingressi, pertinenze agricole, relazioni aspetti rilevanti dal punto di vista paesistico compreso l’arredo vegetale e manufatto,il terra-mare, sistemazioni storiche per rapporto con la viabilità e gli ingressi, con i belvedere, gli approdi, gli intorni fruizione turistica contestuali ,...). Per gli altri edifici e complessi specialistici di interesse storico, architettonico e monumentale: - articolazione dei complessi edificati e caratteri tipomorfologici degli edifici e delle specifiche peculiarità architettoniche e formali da conservare; - integrità dei caratteri dell’intorno spaziale aperto ad strettamente connessi ai complessi, formato da strade, piazze o corti o altre pertinenze aperte con relative fronti prospicienti, giardini ed elementi architettonici singolari, da mantenere o da rispristinare; - rilevanza urbana e paesistica storicamente assunta e consolidata e rapporto con gli assi di fruizione e i punti di visuale, da mantenere anche con politiche di promozione delle attività e di vincolo agli interventi del contesto. S7 Panorami identitari rappresentativi Per le strade e i punti panoramici: della regione - fruibilità da mantenere o ripristinare senza ostacoli o elementi deterrenti in primo piano Paesaggi naturali colturali o edificati ad delle visuali panoramiche da luogo pubblico. alta identità locale, belvedere o punti Per i paesaggi ad alta identità: panoramici locali - immagine consolidata da mantenere senza elementi alteranti per materiali, colori o dimensioni o ostacolanti la fruizione completa.

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33 CP Centri urbani immersi in periferia urbanizzata

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1. Descrizione del sub-ambito Il sub-ambito in esame comprende un territorio pianeggiante che presenta, geograficamente e morfologicamente, uno specifico carattere di depressione ben espressi dalla mappa delle acque e dei sistemi di canalizzazione sommersi. La piana orientale è intesa come cerniera– impluvium, luogo di confluenza e incontro tra le diverse giaciture determinate dai vari sistemi territoriali e urbani che vanno ad innestarsi sul reticolo a maglie larghe sotteso alla formazione della zona industriale: dai quartieri ottocenteschi al margine della struttura urbana napoletana, alla griglia centuriale comune all’organizzazione delle trame agrarie e ai nuclei della fascia periferica esterna, fino allo sviluppo lineare delle autostrade e degli assi storici che ricalcano i limiti geografici (collinari e costiero) dell’area. Particolare importanza assume in questo sistema territoriale il ruolo topografico della Collina di Poggioreale, ideale collegamento visivo tra San Martino e il Vesuvio. E’ lo stesso toponimo a evocare il prestigio e la considerazione di cui godeva il sito da cui si dominava il paesaggio agrario della piana orientale. Ai piedi della collina, in posizione leggermente dominante, si elevava la famosa villa di Poggioreale, archetipo di giardino all’italiana, fatta realizzare nel 1487 da Alfonso d’Aragona. Le ultime vestigia della villa furono definitivamente cancellate quando l’architetto Stefano Gasse sistemò il cimitero e ne realizzò l’ingresso monumentale con l’emiciclo e l’edificio della dogana. L’area orientale è sede di un sistema insediativo che si caratterizza per una singolare sovrapposizione geografico-semantica: essa, infatti, si identifica sia nella zona industriale che tra fine ‘800 ed inizio ‘900 si è andata localizzando tra la coeva espansione edilizia orientale della città, ad ovest, la collina di Poggioreale a nord, le prime pendici vesuviane ad est ed il porto e la fascia litoranea a sud, sia nei nuclei storici degli antichi “casali” rurali (Ponticelli, Barra, S Giovanni, Villa, Pazzigno, il Casale) che coronano e definiscono l’area in quanto cerniera insediativa tra la città capitale e il sistema urbano vesuviano costiero. Da sempre territorio agricolo suburbano utilizzato per attività produttive di supporto alla città, la zona orientale ha progressivamente acquistato nel tempo i caratteri di una periferia urbana industriale, connotata da un notevole livello di promiscuità, degrado e disordine. Storicamente qui sono sempre state localizzate quelle strutture indesiderate che si relegano non a caso “fuori porta” come il cimitero, il carcere, i mercati generali, i grandi impianti industriali e tecnologici (depuratori, centrali termoelettriche, ….), le concerie, i cantieri, le infrastrutture ferroviarie, le autostrade. Tale ambito è fortemente caratterizzato da un paesaggio che trova nel diffuso degrado, nella disarmonia degli elementi che lo compongono e nell’assenza di qualità urbana, tratti distintivi di omogeneità. Disperse, ma in molti casi ancora recuperabili, risultano le preesistenze storiche delle ville suburbane che nel ‘700 punteggiavano il paesaggio agrario con i loro giardini. Non mancano episodi rilevanti di archeologia industriale.

Il PTCP articola il sub-ambito nelle seguenti aree di specifico interesse: Sub-ambito n° 33 - Napoli quartieri orientali Ha % Aree ad elevata naturalità 7 0,4% Aree boscate 0 0,0% Laghi, bacini e corsi d'acqua e relative zone di tutela 0 0,0% Aree e componenti d'interesse naturalistico 7 0,4% Aree ed emergenze archeologiche 0 0,0% Centri e nuclei storici 107 7,0% Aree e componenti d'interesse storico culturale e paesaggistico 107 7,0% Aree agricole di particolare rilevanza agronomica 0 0,0% Aree agricole di particolare rilevanza paesaggistica 0 0,0% Aree agricole periurbane 263 17,1% Aree agricole ordinarie 0 0,0% Aree e componenti d'interesse rurale 263 17,1% Insediamenti urbani prevalentemente compatti 445 28,9% Aree di consolidamento urbanistico e di riqualificazione ambientale 681 44,3% Aree di integrazione urbanistica e di riqualificazione ambientale 0 0,0% Aree e complessi per insediamenti produttivi sovracomunali 1 0,0% Aree e complessi per servizi e attrezzature pubbliche sovracomunali 0 0,0% Impianti tecnologici 0 0,0% Aree e componenti d'interesse urbano 1126 73,2% Aree di recupero e riqualificazione paesaggistica 13 0,8% Aree di criticità e degrado 13 0,8% Reti infrastrutturali per la mobilità 23 1,5% Nodi e reti per la connettività territoriale 23 1,5% Aree complessive* 1539 100,0%

(****) Le aree calcolate sono indicative e rappresentano i luoghi che sicuramente hanno i caratteri identitari del sub- ambito tralasciando le aree a margine dove i caratteri identitari si fondono con quelli dei sub- ambiti vicini

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2. Situazioni di specifico interesse

Il sub-ambito è caratterizzato dai seguenti fattori: di strutturazione naturale N3 Fascia costiera Falesie, spiagge, approdi naturali, isolotti, fasce sottomarine a bassa profondità, grotte, sistema dunale e retrodunale N4 Fiumi Fasce fluviali vegetate Reticoli irrigui o di drenaggio di strutturazione storica S1 Centri storici Ingressi a centri st, luoghi centrali identitari, emergenza nel paesaggio

S3 Aree archeologiche Pertinenze archeologiche sistemate, reperti leggibili nel paesaggio (tracce centuriazione etc), sistemi archeopaesistici, approdi storici, S4 Siti e complessi isolati produttivi civili, Giardini, parchi storici, filari, viali, ingressi, pertinenze agricole, relazioni terra-mare, religiosi, militari, turistici sistemazioni storiche per fruizione turistica,

Infrastrutture e attrezzature dell’insediamento A1 Ferrovie con stazioni A2 Strade Pr, SS, Autostrade Linee di trasporto pubblico locali in sede fissa Reti di percorsi ciclopedonali A3 Porti e approdi da diporto

3. Indirizzi Uno degli obiettivi prioritari del vigente Prg è la riqualificazione della vasta periferia che intende trasformare un territorio uniformemente degradato in un sistema di quartieri urbani, ognuno dei quali deve trovare al suo interno – anche per effetto di una maggiore e meglio organizzata offerta di attrezzature e spazi pubblici – quanto occorre per una confortevole dimensione cittadina di rango metropolitano. In particolare, per la riconversione della zona orientale è prevista l'integrale riconfigurazione dell'assetto urbano e ambientale, a partire dal progressivo allontanamento degli impianti petroliferi. Le aree delle ex raffinerie ospiteranno un parco di oltre 150 ettari, collegato da un ampio viale a piazza Garibaldi, in corrispondenza del nuovo terminal ferroviario dell’ “alta velocità”. Intorno al parco sarà articolato un tessuto di industrie leggere, artigianato, servizi, residenze. Saranno rimosse le infrastrutture ferroviarie dismesse e una parte di quelle stradali di più forte impatto ambientale, riqualificando i tracciati storici. Intento del Prg è avvantaggiare i nuovi insediamenti produttivi e valorizzare gli immobili in modo da consentire il reperimento delle risorse necessarie per le nuove attrezzature collettive.

Inoltre, il processo di riqualificazione che il Prg propone mira a:

- delocalizzare tutti i residui impianti petroliferi: non solo i depositi, ma anche il terminal per le petroliere nel porto con i connessi oleodotti che continuano a rappresentare un'ingombrante e pericolosa presenza, incompatibile con la nuova qualità degli insediamenti;

- attraverso la realizzazione di un grande parco sull’area dismessa dall’industria petrolchimica, restituire alla piana la continuità del paesaggio aperto che si sviluppava tra l’entroterra e la linea di costa;

- in accordo con il piano comunale dei trasporti, proporre una drastica semplificazione dell'attuale intricato reticolo di infrastrutture stradali, anche con la demolizione di taluni tronchi di infrastrutture incompatibili con gli standard di qualità urbana perseguiti;

- riqualificare la fascia litoranea del quartiere di S. Giovanni, dal ponte dei Granili a Pietrarsa, attraverso la costituzione di un sistema di attrezzature di livello urbano e territoriale, recuperando un più diretto rapporto tra il quartiere e il mare, scavalcando la barriera della linea ferroviaria costiera;

- predisporre un piano di dettaglio per il Parco cimiteriale di Poggioreale (Sottozona Fd) che riorganizza in sistema interconnesso l’area cimiteriale discontinuaa e intervallata da inserti di aggregati edilizi e da piccole aree agricole. Le parti del territorio ricadenti in detta sottozona comprendono, tra l’altro: il Cimitero vecchio delle 366 fosse, il Cimitero vecchio dei colerici, il Cimitero di S. Maria del pianto, il Cimitero di Poggioreale, il Cimitero della Pietà, il Cimitero Nuovissimo e il Cimitero Israelita. Il piano ha la finalità di trasformare le succitate aree in un parco cimiteriale dell’estensione di circa 66 ettari.

Nel sub-ambito il Prg prevede interventi complessi come la realizzazione di un mercato dei fiori a S. Pietro a Paterno (scheda n.62); la riqualificazione dell’insediamento dismesso della Cirio (scheda 25 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale n.72); la riqualificazione del paesaggio urbano nell’area di Pazzigno per la formazione di un moderno insediamento per la produzione di beni e servizi in continuità con il sistema degli orti e delle serre (scheda n.73); la riqualificazione dell’ex-campo di alloggi “bipiano” a Barra (scheda n.76); la riqualificazione del nucleo storico di Ponticelli (scheda n.77) e di quello di Barra (scheda n.101); e la riqualificazione della periferia nord-orientale relativa all’area dei Magazzini di approvvigionamento (scheda n.102).

Fermo restando il rispetto delle disposizioni dettate dalla normativa paesaggistica vigente per gli specifici elementi e zone ricadenti nella delimitazione del sub-ambito considerato, si definiscono in estrema sintesi i seguenti indirizzi: · valorizzare e qualificare i nuclei insediativi storici recuperandovi il patrimonio edilizio antico, riqualificandovi il sistema degli spazi pubblici percorribili, razionalizzandovi il sistema della sosta, tutelando e risistemando le aree inedificate contigue agli insediamenti; · valorizzare i manufatti di archeologia industriale riutilizzandoli in modi compatibili; · riqualificare le edificazioni recenti anche mediante ristrutturazioni totali o parziali con incremento degli spazi pubblici e intensificazione del verde in modo da conferir loro connotazioni urbanistiche e paesaggistiche più qualificate; · diffondere la caratterizzazione urbana dei tessuti attraverso interventi di recupero e valorizzazione del patrimonio insediativo, il miglioramento complessivo del contesto, la diversificazione dei servizi compatibili, la creazione di specifici elementi di attrattività; · regolamentare la disciplina del traffico urbano realizzando ZTL e aree pedonali; · tutelare e valorizzare i beni culturali potenziandone le relazioni con i beni ambientali (reti di fruizione interconnesse); · conservare i segmenti superstiti di paesaggio agrario, intensificando l’adozione di siepi e filari arborei, riqualificando la viabilità interpoderale e le recinzioni, riducendo l’impatto delle serre sia con contenimenti dimensionali sia con l’adozione di tipologie e materiali più consoni con il contesto paesaggistico.

3. Valori strutturali da salvaguardare

N3 Fascia costiera Per la fascia costiera in generale: Falesie, spiagge, approdi naturali, - divieto di edificazione o modificazione del suolo e di ogni altro intervento che possa isolotti, fasce sottomarine a bassa generare ulteriori frammnentazioni o perdita degli habitat, alterare o pregiudicare la profondità, grotte, sistema dunale e struttura, la stabilità o la funzionalità ecosistemica; retrodunale - riduzione (e in assoluto non aumento) delle opere manufatte nella fascia di 50 metri dalla riva (salvo gli interventi necessari alla messa in sicurezza e ad eventuali limitati percorsi e attrezzature di servizio a minimo impatto) e degli impatti inquinanti versati a mare; - naturalizzazione e recupero di fruibilità della battigia con aumento (e in assoluto non riduzione) della accessibilità al mare e lungo il mare attraverso percorsi pubblici. Per falesie, rupi ,grotte, sistema dunale, approdi naturali, isolotti: - integrità fisica dei suoli e assenza di interventi antropici, anche colturali, per un tratto a monte di almeno 30 metri dal ciglio superiore delle falesie e dal piede delle dune e per almeno 30 metri in acqua (salvo gli interventi necessari alla messa in sicurezza e ad eventuali limitati percorsi e attrezzature di servizio a minimo impatto); - integrità dell’aspetto naturale e visibilità senza elementi deterrenti o nuovi elementi costruiti impattanti (per l’intorno utile alla fruizione paesistica da luoghi pubblici e da punti panoramici). N4 Fiumi In generale: - salvaguardia quantitativa e qualitativa della risorsa acqua negli alvei naturali e nei reticoli irrigui e di drenaggio, con contenimento degli impatti da inquinamento e degli utilizzi impropri; - rispetto o ristabilimento degli equilibri idrogeologici, coerentemente con le indicazioni dei Piani di Bacino; - assenza o almeno minimo impatto di interventi edificatori o infrastrutturali privati per una fascia di rispetto dalle sponde (con riferimento al vincolo ex Galasso); - naturalizzazione e recupero di fruibilità delle sponde con aumento (e in assoluto non riduzione) della accessibilità ciclopedonale al fiume attraverso percorsi pubblici. Fasce fluviali vegetate: - continuità di alberature lungo sponda, da completare e reintegrare ex novo, salvo opere infrastrutturali non evitabili.

S1 Centri storici Per i centri e nuclei storici: Ingressi a centri storici, luoghi centrali - leggibilità e integrita del disegno dell’impianto urbano con riferimento ai tracciati, agli identitari, emergenza nel paesaggio spazi pubblici e ai relativi affacci e ai complessi costruiti con le relative tipologie o architetture rilevanti, per l’identità storica; - articolazione e dei caratteri tipomorfologici, formali e costruttivi dei tessuti edilizi e degli spazi aperti, da salvaguardare con riferimento alle tipologie ricorrenti, ai materiali e alle tecniche costruttive locali; - residenzialità come destinazione prevalente, accompagnata da quella commerciale e artigianale tradizionale e compatibile con l e tipologie edilizie storiche; - leggibilità e fruibilità dell’impianto complessivo nell’inserimento nel territorio circostante e delle strutture e degli elementi naturali o di archeologia antica e medievale che hanno influenzato l’impianto insediativo.

26 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale

S3 Aree ed emergenze archeologiche Per le aree ed emergenze archeologiche: Pertinenze archeologiche sistemate, - precauzione e integrità rispetto agli interventi di qualsiasi natura salvo quelli reperti leggibili nel paesaggio (tracce finalizzati alle prospezioni, al completamento degli scavi e alla riqualificazione e alla centuriazione etc), sistemi fruizione dei beni archeologici; archeopaesistici, approdi storici - fruibilità e qualificazione della accessibilità, anche con opere a basso impatto per servizi, rimozione di superfetazioni e di altri interventi deterrenti la leggibilità dei beni. Per i reperti leggibili nel paesaggio: - leggibilità delle tracce del sistema di segni territoriali antichi (lotti, allineamenti, rilevati, relazioni visive tra manufatti ), da potenziare anche con completamento della percorribilità di tracciati viabili in tratti in cui si siano perse le tracce. S5 Siti e monumenti isolati religiosi, Per le ville e giardini storici: militari, civili, produttivi turistici - assetto degli edifici e degli spazi a giardino o a corte e delle altre pertinenze nella loro Giardini, parchi storici, filari, viali, articolazione e morfologia originaria, da conservare con particolare attenzione agli ingressi, pertinenze agricole, relazioni aspetti rilevanti dal punto di vista paesistico compreso l’arredo vegetale e manufatto,il terra-mare, sistemazioni storiche per rapporto con la viabilità e gli ingressi, con i belvedere, gli approdi, gli intorni fruizione turistica contestuali ,...). Per gli altri edifici e complessi specialistici di interesse storico, architettonico e monumentale: - articolazione dei complessi edificati e caratteri tipomorfologici degli edifici e delle specifiche peculiarità architettoniche e formali da conservare; - integrità dei caratteri dell’intorno spaziale aperto ad strettamente connessi ai complessi, formato da strade, piazze o corti o altre pertinenze aperte con relative fronti prospicienti, giardini ed elementi architettonici singolari, da mantenere o da rispristinare; - rilevanza urbana e paesistica storicamente assunta e consolidata e rapporto con gli assi di fruizione e i punti di visuale, da mantenere anche con politiche di promozione delle attività e di vincolo agli interventi del contesto.

27 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale

34 CPT Centri in contesto di periferia urbanizzata con diffuse trasformazioni urbanizzative nel contesto rurale

28 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale

1. Descrizione del sub-ambito In posizione mediana tra Napoli e i comuni del Vesuviano interno, il quartiere Ponticelli di Napoli e i comuni di Cercola e di Volla, sono centri che dalla seconda guerra mondiale, prima, dagli anni ’70, poi, hanno registrato una crescita demografica consistente ed un aumento notevole del patrimonio abitativo. Allo stato attuale il quartiere Ponticelli e il comune di Cercola costituiscono un unico continuum abitativo. Le aree agricole periurbane e quelle agricole ordinarie, che completano l’ambito, restano un residuo dell’originaria vocazione agricola di questa parte del territorio napoletano. In particolare è il quartiere Ponticelli a rappresentare un’area di profondo degrado, caratterizzato da un elevato tasso di criminalità e di disoccupazione e una rilevante presenza di immigrati extracomunitari, che ha la sua origine nella grande speculazione edilizia del dopoguerra che portò alla costruzione di centinaia di case popolari – gli attuali rioni malsani e sovrappopolati De Gasperi, Incis e Lotto Zero- che raccolsero la numerosa immigrazione dall'hinterland o gli sfollati dopo il terremoto del 1980. Il PTCP articola il sub-ambito nelle seguenti aree di specifico interesse: Sub-ambito n° 34 - Ponticelli - Cercola - Volla Ha % Aree ad elevata naturalità 0 0,0% Aree boscate 0 0,0% Laghi, bacini e corsi d'acqua e relative zone di tutela 0 0,0% Aree e componenti d'interesse naturalistico 0 0,0% Aree ed emergenze archeologiche 0 0,0% Centri e nuclei storici 38 2,5% Aree e componenti d'interesse storico culturale e paesaggistico 38 2,5% Aree agricole di particolare rilevanza agronomica 0 0,0% Aree agricole di particolare rilevanza paesaggistica 0 0,0% Aree agricole periurbane 422 28,3% Aree agricole ordinarie 0 0,0% Aree e componenti d'interesse rurale 422 28,3% Insediamenti urbani prevalentemente compatti 201 13,5% Aree di consolidamento urbanistico e di riqualificazione ambientale 815 54,7% Aree di integrazione urbanistica e di riqualificazione ambientale 0 0,0% Aree e complessi per insediamenti produttivi sovracomunali 0 0,0% Aree e complessi per servizi e attrezzature pubbliche sovracomunali 14 0,9% Impianti tecnologici 0 0,0% Aree e componenti d'interesse urbano 1031 69,1% Aree di recupero e riqualificazione paesaggistica 0 0,0% Aree di criticità e degrado 0 0,0% Reti infrastrutturali per la mobilità 0 0,0% Nodi e reti per la connettività territoriale 0 0,0% Aree complessive* 1490 100,0%

(****) Le aree calcolate sono indicative e rappresentano i luoghi che sicuramente hanno i caratteri identitari del sub- ambito tralasciando le aree a margine dove i caratteri identitari si fondono con quelli dei sub- ambiti vicini

2. Situazioni di specifico interesse

Il sub-ambito è caratterizzato dai seguenti fattori: di strutturazione naturale N4 Fiumi Fasce fluviali vegetate Reticoli irrigui o di drenaggio di strutturazione storica S1 Centri storici Ingressi a centri st, luoghi centrali identitari, emergenza nel paesaggio S2 Viabilità storica Opere civili storiche per strade o altre infrastrutture, percorsi pedonali storici

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3. Indirizzi L’orientamento progettuale fondamentale della proposta di Ptcp si basa sul riconoscimento del valore storico dei centri e nuclei storici e delle aree urbane prevalentemente consolidate e sul ridisegno urbano delle aree agricole compromesse. Obiettivo fondamentale del Ptcp è “Ridurre il degrado urbanistico ed edilizio” con particolare attenzione alle aree di esclusione e di marginalità, al fine di integrare le politiche di coesione e di equità sociale, con il consolidamento di un assetto residenziale diffusamente organizzato sulla base di spazi pubblici vivibili e sicuri e di adeguate dotazioni di servizi. Sono in atto forti misure delle istituzioni locali dirette soprattutto verso il settore dei trasporti pubblici e del recupero urbanistico di aree depresse, concretizzatesi fra le altre cose con l'allacciamento della zona più a Nord con la Metrò di Napoli, e all'apertura di nuove scuole e di un centro sociale comunale.Inoltre la zona ora ospita uno dei più grandi centri sportivi polifunzionali della periferia di Napoli, ha recuperato il Cinema- Teatro "Pierrot", che è uno dei pochi centri culturali della zona Orientale della periferia di Napoli e sta per essere arricchita dalla costruzione dell'Ospedale del Mare, una grande opera architettonica affidata a Renzo Piano. L'Ospedale del Mare è il primo project financing sanitario avviato in Italia. La struttura servirà mezzo milione di cittadini, anche quelli della popolosa fascia dei comuni vesuviani.

4. Valori strutturali da salvaguardare

Fattori di strutturazione naturale N4 Fiumi In generale: Fasce fluviali vegetate - salvaguardia quantitativa e qualitativa della risorsa acqua negli alvei naturali e nei reticoli Reticoli irrigui o di drenaggio irrigui e di drenaggio, con contenimento degli impatti da inquinamento e degli utilizzi impropri; - rispetto o ristabilimento degli equilibri idrogeologici, coerentemente con le indicazioni dei Piani di Bacino; - assenza o almeno minimo impatto di interventi edificatori o infrastrutturali privati per una fascia di rispetto dalle sponde (con riferimento al vincolo ex Galasso); - naturalizzazione e recupero di fruibilità delle sponde con aumento (e in assoluto non riduzione) della accessibilità ciclopedonale al fiume attraverso percorsi pubblici. Fasce fluviali vegetate: - continuità di alberature lungo sponda, da completare e reintegrare ex novo, salvo opere infrastrutturali non evitabili.

Fattori di strutturazione storica S1 Centri storici Per i centri e nuclei storici: Ingressi a centri storici, luoghi centrali - leggibilità e integrita del disegno dell’impianto urbano con riferimento ai tracciati, agli identitari, emergenza nel paesaggio spazi pubblici e ai relativi affacci e ai complessi costruiti con le relative tipologie o architetture rilevanti, per l’identità storica; - articolazione e dei caratteri tipomorfologici, formali e costruttivi dei tessuti edilizi e degli spazi aperti, da salvaguardare con riferimento alle tipologie ricorrenti, ai materiali e alle tecniche costruttive locali; - residenzialità come destinazione prevalente, accompagnata da quella commerciale e artigianale tradizionale e compatibile con l e tipologie edilizie storiche; - leggibilità e fruibilità dell’impianto complessivo nell’inserimento nel territorio circostante e delle strutture e degli elementi naturali o di archeologia antica e medievale che hanno influenzato l’impianto insediativo. S2 Viabilità storica Per la viabilità storica: Opere civili storiche per strade o altre - leggibilità e valorizzazione dei punti di contatto tra percorsi storici e centri storici infrastrutture, (porte urbane, scorci prospettici in ingresso e in uscita) e delle direttrici di percorsi pedonali storici attraversamento; - fruibilità dei sedimi esistenti con integrazioni e conservazione degli elementi tradizionali coerenti quali: selciati, alberature, siepi, cigli erbosi, fossi e canalette di scolo, tornanti, ponti, muri di sostegno e scarpate, gradoni e scalini in pietra nei sentieri a forte pendenza; - completezza della rete, da integrare con limitati nuovi tracciati necessari a completarla nei tratti in cui essa non è più riconoscibile; - filari alberati lungo i tracciati da amantenere, integrare o impiantare ex novo. Per le opere civili: - integrazione dei manufatti con ripristino delle relazioni con gli assi viari di riferimento e leggibilità con conservazione di eventuali opere d’arte di particolare pregio e con reintegro delle sistemazioni vegetali (viali, siepi).

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63 CP Centri urbani immersi in periferia urbanizzata

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1. Descrizione del sub-ambito Comuni situati alle falde del Vesuvio, parte integrante dell'agglomerato urbano della città di Napoli per il continnum abitativo che le caratterizza. In fatti, l’ ambito si presenta quasi comletamente urbanizzato essendo caratterizzato dalla presenza di centri storici, insediamenti urbani prevalentemente compatti e aree di consolidamento urbanistico. Disabitato fino agli inizi del sec. X, a causa delle numerose eruzioni del Vesuvio, questo territorio venne genericamente denominato Foris Flubeum, ad indicare la separazione da Napoli dal corso dell'antico fiume Sebeto. La città conobbe un periodo florido sotto il dominio spagnolo ed ancor più sotto i Borbone, grazie alle iniziative promosse da Carlo III, che diede impulso alle attività economiche dell'intera area vesuviana. Fu in quel periodo che la città divenne luogo di villeggiatura di famiglie nobili napoletane, come testimoniano le numerose ville settecentesche. Portici è agtualmente tra i comuni al mondo con maggior densità abitativa, con circa 15.000 abitanti su meno di 3 km². I comuni fanno parte della cosiddetta "zona rossa", quella cioè più vicina al Vesuvio e quindi più a rischio in caso di eruzione.

Il PTCP articola il sub-ambito nelle seguenti aree di specifico interesse: Sub-ambito n° 63 - Portici - S.Giorgio a Cremano Ha % Aree ad elevata naturalità 7 0,9% Aree boscate 0 0,0% Laghi, bacini e corsi d'acqua e relative zone di tutela 0 0,0% Aree e componenti d'interesse naturalistico 7 0,9% Aree ed emergenze archeologiche 0 0,0% Centri e nuclei storici 300 36,8% Aree e componenti d'interesse storico culturale e paesaggistico 300 36,8% Aree agricole di particolare rilevanza agronomica 0 0,0% Aree agricole di particolare rilevanza paesaggistica 0 0,0% Aree agricole periurbane 38 4,6% Aree agricole ordinarie 0 0,0% Aree e componenti d'interesse rurale 38 4,6% Insediamenti urbani prevalentemente compatti 192 23,5% Aree di consolidamento urbanistico e di riqualificazione ambientale 280 34,3% Aree di integrazione urbanistica e di riqualificazione ambientale 0 0,0% Aree e complessi per insediamenti produttivi sovracomunali 0 0,0% Aree e complessi per servizi e attrezzature pubbliche sovracomunali 0 0,0% Impianti tecnologici 0 0,0% Aree e componenti d'interesse urbano 471 57,7% Aree di recupero e riqualificazione paesaggistica 0 0,0% Aree di criticità e degrado 0 0,0% Reti infrastrutturali per la mobilità 0 0,0% Nodi e reti per la connettività territoriale 0 0,0% Aree complessive* 817 100,0%

(****) Le aree calcolate sono indicative e rappresentano i luoghi che sicuramente hanno i caratteri identitari del sub- ambito tralasciando le aree a margine dove i caratteri identitari si fondono con quelli dei sub- ambiti vicini

2. Situazioni di specifico interesse

Il sub-ambito è caratterizzato dai seguenti fattori: di strutturazione naturale N4 Fiumi Fasce fluviali vegetate Reticoli irrigui o di drenaggio

32 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale di strutturazione storica S1 Centri storici Ingressi a centri st, luoghi centrali identitari, emergenza nel paesaggio

S2 Viabilità storica Opere civili storiche per strade o altre infrastrutture, percorsi pedonali storici

S3 Aree archeologiche Pertinenze archeologiche sistemate, reperti leggibili nel paesaggio (tracce centuriazione etc), sistemi archeopaesistici, approdi storici, S5 Siti e complessi isolati produttivi civili, Giardini, parchi storici, filari, viali, ingressi, pertinenze agricole, relazioni terra-mare, religiosi, militari, turistici sistemazioni storiche per fruizione turistica,

Infrastrutture e attrezzature dell’insediamento A1 Ferrovie con stazioni A2 Strade Pr, SS, Autostrade Linee di trasporto pubblico locali in sede fissa Reti di percorsi ciclopedonali A3 Porti e approdi da diporto A5 Centri di servizi e funzioni urbane Centri urbani Centri di attrezzature funzionali specialistiche isolate Aree ASI

3. Indirizzi Nell’ambito della riarticolazione del sistema urbano policentrico, l’orientamento progettuale fondamentale della proposta di Ptcp si basa sul consolidamento delle centralità esistenti, lungo l’arco costiero da Pozzuoli a Castellammare di Stabia, finalizzato ad offrire un insieme articolato di opportunità per l’accesso a servizi, risorse, beni ed a percorsi di sviluppo sociale ed economico, all’interno di una logica di inclusione ed equità sociale. Sotto il profilo dell’assetto territoriale, va perseguita un’organizzazione dello spazio caratterizzata dalla compresenza di funzioni diversificate e con elevata capacità di attrazione, legate da relazioni reciproche e con il contesto.

4. Valori strutturali da salvaguardare

Fattori di strutturazione naturale N4 Fiumi In generale: Fasce fluviali vegetate - salvaguardia quantitativa e qualitativa della risorsa acqua negli alvei naturali e nei reticoli Reticoli irrigui o di drenaggio irrigui e di drenaggio, con contenimento degli impatti da inquinamento e degli utilizzi impropri; - rispetto o ristabilimento degli equilibri idrogeologici, coerentemente con le indicazioni dei Piani di Bacino; - assenza o almeno minimo impatto di interventi edificatori o infrastrutturali privati per una fascia di rispetto dalle sponde (con riferimento al vincolo ex Galasso); - naturalizzazione e recupero di fruibilità delle sponde con aumento (e in assoluto non riduzione) della accessibilità ciclopedonale al fiume attraverso percorsi pubblici. Fasce fluviali vegetate: - continuità di alberature lungo sponda, da completare e reintegrare ex novo, salvo opere infrastrutturali non evitabili.

33 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale

Fattori di strutturazione storica S1 Centri storici Per i centri e nuclei storici: Ingressi a centri storici, luoghi centrali - leggibilità e integrita del disegno dell’impianto urbano con riferimento ai tracciati, agli identitari, emergenza nel paesaggio spazi pubblici e ai relativi affacci e ai complessi costruiti con le relative tipologie o architetture rilevanti, per l’identità storica; - articolazione e dei caratteri tipomorfologici, formali e costruttivi dei tessuti edilizi e degli spazi aperti, da salvaguardare con riferimento alle tipologie ricorrenti, ai materiali e alle tecniche costruttive locali; - residenzialità come destinazione prevalente, accompagnata da quella commerciale e artigianale tradizionale e compatibile con l e tipologie edilizie storiche; - leggibilità e fruibilità dell’impianto complessivo nell’inserimento nel territorio circostante e delle strutture e degli elementi naturali o di archeologia antica e medievale che hanno influenzato l’impianto insediativo. S2 Viabilità storica Per la viabilit à storica: Opere civili storiche per strade o altre - leggibilità e valorizzazione dei punti di contatto tra percorsi storici e centri storici infrastrutture, (porte urbane, scorci prospettici in ingresso e in uscita) e delle direttrici di percorsi pedonali storici attraversamento; - fruibilità dei sedimi esistenti con integrazioni e conservazione degli elementi tradizionali coerenti quali: selciati, alberature, siepi, cigli erbosi, fossi e canalette di scolo, tornanti, ponti, muri di sostegno e scarpate, gradoni e scalini in pietra nei sentieri a forte pendenza; - completezza della rete, da integrare con limitati nuovi tracciati necessari a completarla nei tratti in cui essa non è più riconoscibile; - filari alberati lungo i tracciati da amantenere, integrare o impiantare ex novo. Per le opere civili: - integrazione dei manufatti con ripristino delle relazioni con gli assi viari di riferimento e leggibilità con conservazione di eventuali opere d’arte di particolare pregio e con reintegro delle sistemazioni vegetali (viali, siepi). S3 Aree ed emergenze archeologiche Per le aree ed emergenze archeologiche: Pertinenze archeologiche sist emate, - precauzione e integrità rispetto agli interventi di qualsiasi natura salvo quelli finalizzati reperti leggibili nel paesaggio (tracce alle prosp ezioni, al completamento degli scavi e alla riqualificazione e alla fruizione dei centuriazione etc), sistemi beni archeologici ; archeopaesistici, approdi storici - fruibilità e qualificazione della accessibilità, anche con opere a basso impatto per servizi, rimozione di superfetazioni e di altri interventi deterrenti la leggibilità dei beni. Per i reperti leggibili nel paesaggio: - leggibilità delle tracce del sistema di segni territoriali antichi (lotti, allineamenti, rilevati, relazioni visive tra manufatti ), da potenziare anche con completamento della percorribilità di tracciati viabili in tratti in cui si siano perse le tracce. S5 Siti e monumenti isolati religiosi, Per le ville e giardini storici: militari, civili, produttivi turistici - assetto degli edifici e degli spazi a giardino o a corte e delle altre pertinenze nella loro Giardini, parchi storici, filari, viali, articolazione e morfologia originaria, da conservare con particolare attenzione agli ingressi, pertinenze agricole, relazioni aspetti rilevanti dal punto di vista paesistico compreso l’arredo vegetale e manufatto,il terra-mare, sistemazioni storiche per rapporto con la viabilità e gli ingressi, con i belvedere, gli approdi, gli intorni fruizione turistica contestuali ,...). Per gli altri edifici e complessi specialistici di interesse storico, architettonico e monumentale: - articolazione dei complessi edificati e caratteri tipomorfologici degli edifici e delle specifiche peculiarità architettoniche e formali da conservare; - integrità dei caratteri dell’intorno spaziale aperto ad strettamente connessi ai complessi, formato da strade, piazze o corti o altre pertinenze aperte con relative fronti prospicienti, giardini ed elementi architettonici singolari, da mantenere o da rispristinare; - rilevanza urbana e paesistica storicamente assunta e consolidata e rapporto con gli assi di fruizione e i punti di visuale, da mantenere anche con politiche di promozione delle attività e di vincolo agli interventi del contesto.

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