Parrocchia di San Nicolò in Terzolas. Inventario dell'archivio storico (1509 - 1953)

a cura di Cooperativa Koinè

Provincia autonoma di . Soprintendenza per i beni librari e archivistici 2004

Premessa L'ordinamento e l'inventariazione dell'archivio sono stati realizzati, per incarico e con la direzione tecnica della Soprintendenza per i Beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento e con la collaborazione dell'Archivio Diocesano Tridentino, a cura della Cooperativa Koinè di Trento; il lavoro è stato ultimato nel 2004. L'inventario, redatto originariamente con il programma "Sesamo", è stato successivamente convertito alla versione "Sesamo 2000" e pubblicato in questo formato nella sezione riservata agli archivi del portale Trentinocultura (www.trentinocultura.net). L'importazione in AST-Sistema informativo degli archivi storici del è stata curata dalla Soprintendenza per i beni librari e archivistici, con la collaborazione della Cooperativa Arcadia, nel corso del 2008, con l'obiettivo di garantire un livello minimo di coerenza rispetto alle regole di descrizione contenute nel manuale "Sistema informativo degli archivi storici del Trentino. Manuale per gli operatori", Trento, 2006.

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Albero delle strutture

Parrocchia di San Nicolò in Terzolas, 1509 - 2004 Ufficio parrocchiale di San Nicolò di Terzolas, 1673 - 2004 Registri dei nati e battezzati, 1720 - 2003 Registri dei matrimoni e morti, 1732 - 1807 Registri dei nati e battezzati, dei matrimoni e dei morti, 1795 - 1820 Registri dei matrimoni, 1820 - 2004 Registri dei morti, 1820 - 1966 Registri dei cresimati, 1908 - 2002 Stati delle anime, 1901 - 2000 Alberi genealogici, 1851 - 1900 Registri delle pubblicazioni matrimoniali, 1914 - 1955 Atti matrimoniali, 1907 - 1952 Diari delle messe avventizie, 1942 - 1948 Registri dei legati, 1907 - 1948 Registri delle elemosine, 1908 - 1955 Registri di cassa generale, 1923 - 1971 Protocolli degli esibiti, 1907 - 1928 Carteggio e atti, 1673 - 1959 Chiesa di San Nicolò in Terzolas, 1711 - 1982 Urbari, 1711 - 1950 Registri di cassa, 1945 - 1982 Resoconti, 1941 - 1954 Carteggio e atti, 1759 - 1954 Beneficio primissariale di Terzolas, 1903 - 1954 Registri di amministrazione, 1923 - 1923 Resoconti, 1943 - 1954 Carteggio e atti, 1903 - 1953 Legato Cominelli di Terzolas, 1741 - 1954 Registri di amministrazione, 1858 - 1906 Resoconti, 1930 - 1954 Carteggio e atti, 1741 - 1950 Beneficio Ciccolini di Terzolas, 1905 - 1947 Resoconti, 1930 - 1947 Carteggio e atti, 1905 - 1916 Confraternita del Santissimo Sacramento di Terzolas, 1881 - 1961 Registri di cassa, 1920 - 1957 Registri delle riscossioni delle tasse annuali, 1951 - 1961

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Carteggio e atti, 1881 - 1951 Documentazione della Congregazione di carità di Terzolas, 1851 - 1928 Registri di amministrazione, 1896 - 1906 Resoconti, 1906 - 1928 Carteggio e atti, 1851 - 1928 Documentazione della comunità di Terzolas, 1509 - 1788 Carteggio e atti, 1509 - 1788

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Albero dei soggetti produttori

Curazia di San Nicolò, Terzolas, 14 luglio 1710 - 23 giugno 1943 Successori: Parrocchia di San Nicolò, Terzolas, 24 giugno 1943 -

Parrocchia di San Nicolò, Terzolas, 24 giugno 1943 - Predecessori: Curazia di San Nicolò, Terzolas, 14 luglio 1710 - 23 giugno 1943 E' organo/ufficio di : Decanato di Malé, Malé, [1698] - Assorbe : Chiesa di San Nicolò, Terzolas, ante 1302 - 1987

Chiesa di San Nicolò, Terzolas, ante 1302 - 1987 E' assorbito da : Parrocchia di San Nicolò, Terzolas, 24 giugno 1943 -

Beneficio primissariale Domenico Manini in Terzolas, Terzolas, 1903 maggio 20 - 1987 gennaio 24

Legato missario don Carlo Cominelli, Terzolas, 1741 novembre 30 - 1987 gennaio 24

Beneficio Ciccolini, Terzolas, 1844 marzo 30 - [1954 dicembre 12]

Confraternita del Santissimo Sacramento, Terzolas, ante 1881 - [1961]

Congregazione di carità di Terzolas, Terzolas, 1909 - 1928 E' assorbito da : Congregazione di carità di Malé, Malé, [1892] - 1937

Comunità di Terzolas, Terzolas, [1509] - 1810 E' assorbito da : di Malé, Malé, 1810 [settembre 1] - 1817 dicembre 31

5 superfondo Parrocchia di San Nicolò in Terzolas, 1509 - 2004

Storia archivistica Gli archivi parrocchiali, come tutti gli archivi ecclesiastici, sono soggetti storicamente a determinate prescrizioni e regolamenti approvati dall'autorità competente. In particolare attualmente essi trovano una loro legislazione nel Codice di diritto canonico. Per la precisione il can. 535 del nuovo Codice di diritto canonico del 1983, nei paragrafi 1-5 regolamenta gli obblighi del parroco per la tenuta e la conservazione dei "libri parrocchiali" e degli "altri documenti che si devono conservare per la loro necessità o utilità". Lo stesso canone prevede anche i controlli periodici che il Vescovo diocesano o il suo delegato deve effettuare su tali libri e documenti affinchè non vadano dispersi. Tutti i documenti, anche i libri parrocchiali più antichi, devono essere custoditi diligentemente in una stanza apposita detta "tabularium" o archivio. Il Codice di diritto canonico stabilisce ancora che "il Vescovo diocesano abbia cura che anche gli atti e documenti degli archivi delle chiese cattedrali, collegiate, parrocchiali e delle altre chiese che sono presenti nel suo territorio vengano diligentemente conservati e che si compilino inventari o cataloghi in due esemplari, di cui uno sia conservato nell'archivio della rispettiva chiesa e l'altro nell'archivio diocesano" (can. 491 § 1). Circa la consultazione di tali atti e documenti "si osservino le norme stabilite dal Vescovo diocesano" (can. 491 § 3). L'Ordinariato di Trento ha istituito con decreto arcivescovile di data 10 febbraio 1993 l'Archivio diocesano tridentino attribuendogli competenze di conservazione, coordinamento e consulenza, tutela, promozione e valorizzazione degli archivi ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana.

La documentazione appartenente all'archivio storico della parrocchia di Terzolas si trovava, al momento del riordino, variamente sistemata nella canonica abitata dal parroco, parte nell'ufficio parrocchiale e parte in una stanza al secondo piano. Alcune carte attualmente conservate nell'archivio sono state oggetto di studio da parte di Giovanni Ciccolini, che ne curò i regesti insieme a quelli delle pergamene. Confrontando quanto rilevato dal Ciccolini verso la fine degli anni Trenta(1), è evidente la notevole mancanza di documentazione appartenuta all'archivio parrocchiale, perdita che è probabilmente imputabile agli eventi bellici. In fase di ordinamento non sono emerse tracce di precedenti e sostanziali interventi, e tutto il carteggio si trovava raccolto alla rinfusa o al massimo riunito in mazzi per lo più disomogenei. Sul questionario redatto per la visita pastorale del 1924 il curato dichiarava che "gli atti sono ordinati e disposti in teche secondo il loro contenuto" e il decreto visitale elogiava la buona tenuta dell'archivio e dei registri.

Modalità di acquisizione e versamento L'archivio è sempre stato di proprietà dell'ente; in base alla Commissione Beni Culturali del 2 maggio 1994 è stato dichiarato di interesse storico.

Lingua Italiano; latino

Criteri di ordinamento e inventariazione 6

Come riferimento metodologico generale per l'ordinamento e l'inventariazione dell'archivio storico della parrocchia di Terzolas ci si è attenuti a quanto indicato nelle "Direttive circa i requisiti dei locali, i criteri generali di ordinamento e inventariazione, nonché di organizzazione degli archivi" approvate dalla Giunta provinciale di Trento con deliberazione 29 marzo 1993, n. 3692, parte prima, punto 3, che fa riferimento alla C.M. del Ministero dell'interno n. 39/1966, Direzione generale degli archivi di stato, "Norme per la pubblicazione degli inventari" e a quanto indicato nelle "Norme per la descrizione archivistica e per la redazione degli inventari" elaborate dal Servizio beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento. Il presente lavoro ha comportato tre momenti principali: la schedatura, l'ordinamento e l'elaborazione finale. In fase iniziale sono stati schedati tutti i pezzi rinvenuti nell'archivio parrocchiale rispettando, dove possibile, le unità preesistenti. Per quanto riguarda l'organizzazione dell'archivio storico, poiché non è stato possibile ricostruire una struttura preesistente, su esempio di altri archivi parrocchiali è stata formulata una struttura suddivisa secondo le varie attività svolte dal parroco e le amministrazioni che nella parrocchia operano sotto la sua responsabilità. Le valutazioni, le scelte e le operazioni occorse nel presente lavoro di riordino sono state comunque concertate con il direttore dell'Archivio diocesano tridentino e con il referente del Servizio Beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento. Per l'elaborazione delle schede ci si è avvalsi del supporto informatico ed è stato utilizzato il programma History- Sesamo. Si ritiene perciò utile far presente che le modalità di descrizione archivistica corrispondono alle possibilità offerte dal programma e alle scelte compiute dal Servizio beni librari e archivistici della Provincia di Trento, scelte tese ad un progressivo adeguamento alle norme internazionali.

Il presente inventario si chiude al 1953, limitandosi a quella parte dell'archivio dichiarata di interesse storico dalla Commissione Beni Culturali del 2 maggio 1994. Le "Intese fra la Giunta provinciale di Trento e l'Ordinariato diocesano in materia di archivi degli enti ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana", stabiliscono infatti che negli archivi ecclesiastici riconosciuti di interesse storico la documentazione, alla scadenza dei cinquant'anni, entri a far parte dell'archivio storico e ricada sotto le disposizioni ad esso relative. Si segnala comunque che in alcuni casi gli estremi cronologici di una singola unità archivistica possono superare il limite del 1953.

Incrementi previsti Si prevede il continuo accrescimento della documentazione della parrocchia relativa all'anagrafe e all'amministrazione della chiesa parrocchiale, in quanto l'ente è ancora attivo.

Condizioni di accesso In base alle "Intese fra la Giunta provinciale di Trento e l'Ordinariato diocesano in materia di archivi degli enti ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana" e all'art. 20, comma 1, lettera b) della L.P. 14 febbraio 1992, la consultazione dei documenti riguarda esclusivamente la documentazione dichiarata di interesse storico. I documenti di carattere riservato, relativi a situazioni puramente private di persone, sono consultabili dopo 70 anni dalla conclusione dell'affare, ciò in base ad una normativa già in vigore presso gli archivi di Stato (D.P.R. 30 settembre 1963, n. 1409 "Norme relative all'ordinamento ed al personale degli Archivi di Stato"), modificata e integrata con D.P.R. 30 luglio 1999 n. 281 "Disposizioni in materia di trattamento di dati personali per finalità storiche, statistiche e di ricerca scientifica", sfociato con la pubblicazione del provvedimento del garante per la protezione dei dati personali n. 8/P/2001

7 del 14 marzo 2001 'Codice di deontologia e di buona condotta per il trattamento di dati personali per scopi storici'. Ai titolari degli archivi viene riservato il giudizio sulla consultabilità dei documenti che possono ledere il riserbo dovuto alle persone e comunque solo ad essi, o ad operatori autorizzati, è concessa la facoltà di accedere alla parte relativa all'anagrafe. Inoltre, in base alle suddette "Intese", la consultazione da parte degli studiosi deve comunque avvenire mediante motivata richiesta da inoltrarsi al titolare dell'archivio tramite l'Archivio diocesano, il quale dovrà inviare al servizio provinciale competente l'elenco delle autorizzazioni rilasciate.

Condizioni di riproduzione La riproduzione (fotoriproduzione, microfilmatura, ecc.) dei documenti conservati nell'archivio parrocchiale è consentita previa autorizzazione da parte del titolare dell'archivio stesso. L'Ordinariato consente alla Provincia la microfilmatura dei documenti al fine di costituire copie di sicurezza che saranno conservate presso l'Archivio provinciale. Presso l'Archivio diocesano si trovano microfilmati tutti i registri anagrafici (nati e battezzati, matrimoni, morti) dal Concilio di Trento fino alla fine del 1923, data oltre la quale tali registrazioni e certificazioni diventano di competenza comunale.

Bibliografia CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961 Inventari e regesti degli archivi parrocchiali della Val di Sole, a cura di G. CICCOLINI, Trento, 1936-1965

Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda AMBROSI F., Commentari della storia trentina, Trento, 1985 BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888 BENVENUTI S. (a cura di), Storia del Trentino. Periodizzazione e cronologia politico-istituzionale, Trento, 1995 BERTOLOTTI G., Il parroco italiano ne' suoi rapporti con le leggi dello stato, Roma, 1910 BEZZI Q., La Val di Sole, Centro studi per la Val di Sole, Malé, 1975 BEZZI Q., COVI I., SCAGLIA A., Valle di Sole, Trento, 1984 BONELLI B., Monumenta ecclesiae tridentinae, Trento, 1765 Codice di diritto canonico, Roma, 1984 COSTA A., La chiesa di Dio che vive in Trento, Trento, 1986 CURZEL E., Le pievi trentine. Trasformazioni e continuità nell'organizzazione territoriale della cura d'anime dalle origini al XIII secolo (studio introduttivo e schede), Bologna, 1999 Foglio diocesano per la parte italiana dell'arcidiocesi di Trento, XIII (1929-31), XV (1937-41) GORFER A., Le valli del Trentino. Trentino occidentale, Calliano, Arti grafiche Manfrini, 1977 INAMA V., Storia delle Valli di Non e di Sole nel Trentino dalle origini fino al secolo XVI, Trento, 1905 LORENZI E., Dizionario toponomastico tridentino, 1932 (ristampa) QUARESIMA E., Vocabolario anaunico e solandro raffrontato col trentino, Firenze, 1991 Raccolta di concordati su materie ecclesiastiche tra Santa Sede e le autorità civili, a cura di MERCATI A., Città del Vaticano, 1954 SPARAPANI L., I libri parrocchiali della diocesi di Trento, IN: La conta delle anime. Popolazioni e registri

8 parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze a cura di COPPOLA G. e GRANDI C., Bologna, 1989 TOVAZZI G., Parochiale tridentinum, ed. a cura di Remo , Trento, Biblioteca PP. Francescani, 1970 WEBER S., Le chiese della Val di Sole nella storia e nell'arte, Trento, 1936

Note (1) Cfr. Inventari e regesti degli archivi parrocchiali della Val di Sole, a cura di G. Ciccolini, vol. II, La pieve di Malè, Trento, 1939, pp. 285-312.

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Ente Curazia di San Nicolò 1710 luglio 14 - 1943 giugno 23

Luoghi Terzolas

Archivi prodotti Ufficio parrocchiale di San Nicolò di Terzolas, 01/01/1673 - 31/12/2004

Storia La curazia di Terzolas fu eretta il 14 luglio 1710, ma in archivio non esistono documenti relativi all'erezione. Già dal XVII secolo nella chiesa di S. Nicolò vi era un legato perpetuo di due messe settimanali fondato dal canonico Bernardino Malanotti e veniva mantenuto, con contribuzione anche della comunità, un primissario. Oltre alla celebrazione delle due messe, che a beneficio della comunità si tenevano la domenica e nei giorni di festa, il primissario aveva l'obbligo di amministrare i sacramenti, di insegnare la dottrina cristiana, di cantare i Vespri e altri divini uffici conforme l'uso, di tenere scuola e di somministrare i pasti ai predicatori quaresimali. Non essendoci canonica, il sacerdote doveva provvedere all'abitazione a sue spese. In occasione della visita del 1695 il primissario Giacomo Cominelli rispondeva che "per il battesimo vengono alla pieve (...), al s. matrimonio assisto talora delegato"(1). Il non aver ancora concesso particolari privilegi alla cura era dipeso solo dal fatto che essa distava poco meno di due chilometri dalla parrocchiale, per cui non risultava gravoso per la popolazione recarsi a Malé per i sacramenti e le funzioni più importanti. Il 14 luglio 1719 vennero rogati i capitoli che stabilivano i rapporti della curaziale con la matrice(2) e in quell'occasione alla curazia di Terzolas fu concesso il fonte battesimale. I capitoli stabilivano che il diritto delle pubblicazioni matrimoniali rimaneva al parroco, mentre la celebrazione del matrimonio spettava al curato locale mediante delegazione parrocchiale. Al parroco spettava inoltre il diritto di stola per i funerali, ma era data alla comunità di Terzolas la possibilità di affrancarsi da tale aggravio almeno per gli "obitini". Il curato locale era tenuto ad intervenire alla parrocchiale di Malè nei giorni del Corpus Domini, dell'Assunzione e il lunedì delle Rogazioni, mentre tra i doveri dell'arciprete vi erano quelli di intervenire personalmente a Terzolas il giorno di S. Nicolò, patrono della chiesa, e di tenere la predica, dopo pranzo, della festa dell'Immacolata Concezione. Il curato veniva eletto dai vicini di Terzolas con l'approvazione del parroco. Dai capitoli stipulati nel 1840 tra il neo curato don Luigi Campidelli e la rappresentanza comunale, apprendiamo che a fronte degli obblighi relativi alla cura d'anime, il sacerdote di Terzolas percepiva dal comune un onorario fisso annuo di 54 fiorini in segale, di fiorini 27 in legna, aveva diritto a tre raccolte di uova, a burro di malga, all'usufrutto dell'orto canonicale, e inoltre al contributo di 160,42 fiorini dalla Congregazione di carità di Terzolas. Nel 1943 la comunità ecclesiastica di Terzolas aveva rivolto la preghiera all'autorità vescovile perché innalzasse a parrocchia la sua chiesa, motivando la richiesta di distacco dalla matrice per il numero delle anime che ormai superava le 600 unità; in previsione di tale erezione, il 6 giugno di quell'anno i sessanta capifamiglia di Terzolas acconsentirono, per alzata di mano, alla rinuncia del diritto di presentazione dei futuri parroci, mantenendo però "il diritto e il dovere di

10 patronato"(3). Il 24 giugno 1943 il vescovo Carlo de Ferrari, con decreto n. 1714, dichiarò eretta la parrocchia di S. Nicolò in Terzolas.

Funzioni, occupazioni e attività Con il termine "curazia" si vuole indicare un luogo o un territorio determinato, con chiesa propria, situata all'interno dei confini della parrocchia, sottratta parzialmente alla giurisdizione del parroco e affidata a un curato. Nel linguaggio canonico quindi il curato era un sacerdote che, dentro i confini di una parrocchia, aveva una chiesa propria e un territorio determinato dove esercitava la cura d'anime con poteri quasi parrocchiali. La curazia poteva essere, in relazione alla parrocchia d'origine, completamente o parzialmente dipendente, o indipendente a seconda delle concessioni ottenute a mano a mano dall'autorità ecclesiastica e civile. La Luogotenenza del Tirolo e Voralberg riconobbe come indipendenti quelle sole stazioni di cura d'anime delle quali si poteva comprovare l'erezione a cura indipendente con il beneplacito dello Stato. I sacerdoti che ambivano all'assegnazione del beneficio curaziale dovevano sostenere gli esami di concorso indetti dall'Ordinariato. Il curato era tenuto a celebrare la messa "pro populo" ed era autorizzato a tenere, senza delegazione parrocchiale, i registri di battesimo, matrimonio e morte. Nel territorio del Tirolo tuttavia si ebbero curazie erette anche senza la presenza di tutti gli elementi descritti sopra. Tra le due guerre mondiali la maggior parte delle curazie presenti sul territorio tridentino ottennero l'elevazione a parrocchie e il sistema curaziale fu abolito completamente in seguito al Concordato del 1984.

Note (1) Cfr. "Archivio diocesano tridentino", "Atti visitali", n. 22, c. 229. (2) Copia dei capitoli si trova in "Archivio della chiesa di S. Nicolò in Terzolas", "Urbari", reg. 1, pp. 149-150. (3) Cfr. "Archivio dell'ufficio parrocchiale", "Carteggio e atti", f. 3.

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Ente Parrocchia di San Nicolò 1943 giugno 24 -

Luoghi Terzolas

Archivi prodotti Fondo Ufficio parrocchiale di San Nicolò di Terzolas, 01/01/1673 - 31/12/2004

Storia Nel 1943 la comunità ecclesiastica di Terzolas aveva rivolto la preghiera all'autorità vescovile perché innalzasse a parrocchia la sua chiesa, motivando la richiesta di distacco dalla matrice per il numero delle anime che ormai superava le 600 unità; in previsione di tale erezione, il 6 giugno di quell'anno i sessanta capifamiglia di Terzolas acconsentirono, per alzata di mano, alla rinuncia del diritto di presentazione dei futuri parroci, mantenendo però "il diritto e il dovere di patronato"(1). Il 24 giugno 1943 il vescovo Carlo de Ferrari, con decreto n. 1714, dichiarò eretta la parrocchia di S. Nicolò in Terzolas. I confini della nuova parrocchia rimanevano i medesimi della curazia(2), come invariati restavano per la comunità gli oneri di patronato verso la chiesa matrice e in segno della vecchia dipendenza, si sarebbe invitato il parroco di Malé alla festa di S. Nicolò. Il decreto ebbe effetto dal primo luglio. La parrocchia, compresa nel decanato di Malé, fu riconosciuta civilmente il 3 giugno 1955.

Condizione giuridica Con D. M. del 30/12/1986 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 24/01/1987, la parrocchia di Terzolas è stata dichiarata Persona Giuridica Privata (Tribunale di Trento, Registro Persone Giuridiche n. 556).

Funzioni, occupazioni e attività Dal punto di vista etimologico il termine "parrocchia" deriva dal greco e serviva ad indicare nel linguaggio classico qualsiasi circoscrizione territoriale. ll sistema di ripartire il territorio diocesano in circoscrizioni territoriali minori si sviluppò nei secoli fino al basso medioevo anche in conseguenza del moltiplicarsi di nuove chiese sotto la spinta delle crescenti esigenze dei fedeli. La consacrazione definitiva del sistema parrocchiale si ebbe però con il Concilio di Trento che, sulla base della precedente normativa pontificia e conciliare, dettò una nuova e completa disciplina della struttura della Chiesa. Il Concilio prescrisse che, per la più efficace tutela della cura delle anime affidate ai vescovi, il "populus fidelium" si dovesse distinguere in parrocchie proprie con confini determinati e che a ciascuna di esse si assegnasse un parroco proprio e perpetuo, dal quale soltanto si potessero ricevere i Sacramenti (Sess. XXIV, cap. 13). In conseguenza il Concilio ordinò che venissero erette parrocchie in tutti i luoghi in cui esse non esistevano e stabilì delle norme per assicurare ai parroci in ogni caso il minimo reddito. Al parroco era richiesto l'impegno della residenza, era raccomandata la conoscenza del popolo attraverso la compilazione e l'accurata custodia dei libri parrocchiali, egli inoltre doveva partecipare alle adunanze vicariali.

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I principi enunciati dal Concilio di Trento, e successivamente ribaditi nella normativa pontificia, sono stati accolti e sintetizzati nel testo del Codice di diritto canonico del 1917 che nel can. 216 §1 dispone che il territorio di ogni diocesi debba essere diviso in "distinctas partes territoriales", a ciascuna delle quali "sua peculiaris ecclesia cum populo determinato est assignanda suusque peculiaris rector, tamquam proprius eiusdem pastor, est praeficiendus pro necessaria animarum cura". Dunque l'istituzione parrocchiale risulta costituita, oltre all'elemento territoriale, da altri tre elementi, ossia un determinato "popolo", una peculiare "chiesa" e un "pastor". Il Codice di diritto canonico del 1983 ha riconosciuto la personalità giuridica della parrocchia espressamente concepita come "Communitas Christifidelium" (CIC 1983, can. 515 §3). Tale riforma è stata recepita sia nell'accordo tra Stato e Chiesa (legge 121/1985) sia nelle disposizioni sugli enti e beni ecclesiastici (legge 222/1985); le diocesi e le parrocchie acquistano la personalità giuridica civile dalla data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto del Ministero dell'interno che conferisce loro la qualifica di "ente ecclesiastico civilmente riconosciuto".

Note (1) Cfr. "Archivio dell'ufficio parrocchiale", "Carteggio e atti", f. 3; (2) La parrocchia di Terzolas confina attualmente con le parrocchie di Malé, , Magras e Samoclevo.

13 fondo Ufficio parrocchiale di San Nicolò di Terzolas, 1673 - 2004

regg. 22, quad. 1, bb. 2, fascc. 10

Soggetti produttori Curazia di San Nicolò, 1710 luglio 14 - 1943 giugno 23 Parrocchia di San Nicolò, 1943 giugno 24 -

Contenuto La documentazione conservata in archivio è quella tipica presente in tutte le parrocchie, composta prevalentemente dai registri anagrafici e dai relativi atti, da registri di amministrazione, da carteggio e atti vari.

Vedi anche: Fondo Beneficio Ciccolini di Terzolas. Registrazioni di cassa per il periodo che va dal 14 luglio 1923 al 20 agosto 1955 si trovano in "Ufficio parrocchiale San Nicolò di Terzolas", "Registri di cassa generale", reg. 1.

14 serie 1 Registri dei nati e battezzati, 1720 - 2003

Contenuto I registri di battesimo insieme ai registri di matrimonio furono introdotti nel diritto canonico dal "Decretum de Reformatione Matrimonii" del Concilio di Trento (Sess. XXIV, capp. 1-2). I titoli 91-97 del "Rituale Romano" emanato da Paolo V nel 1614 proposero le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri. Tali normative trovarono applicazione nelle parrocchie della diocesi di Trento in tempi relativamente brevi; infatti i libri del battesimo vennero compilati costantemente fino all'epoca contemporanea, prima con finalità solo religiose, poi anche civili ed anagrafiche. L'interesse dell'autorità politica austriaca verso i libri parrocchiali si manifestò con la lettera circolare del primo maggio 1781, che li dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. La successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 prescrisse l'uso di formule ed espressioni linguistiche uniformi nella compilazione in modo da "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' nostri sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Dopo la breve parentesi dei domini bavarese e napoleonico, durante i quali le competenze in materia di stato civile furono trasferite ai comuni - tuttavia senza che per questo venisse meno la regolare tenuta dei libri canonici da parte dei parroci - con il decreto del 21 agosto 1815 la Commissione aulica centrale d'organizzazione restituiva ai curatori d'anime il compito di ufficiali di stato civile, che essi mantennero fino al primo gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano presso i Comuni.

La serie è composta da quattro registri recanti le registrazioni dei battesimi avvenuti a Terzolas dal 1720, quando alla curaziale fu concesso il fonte battesimale. Le registrazioni dei battesimi conferiti nel periodo che va dal 18 settembre 1795 al 24 gennaio 1820 si trovano in "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Terzolas", "Registri dei nati, matrimoni e morti", reg. 1, pp. 1-82, cc.sd 83-90; il numero ordinale che riporta questo registro è infatti il "II". Esso contiene inoltre trascrizioni di nati e battezzati anteriori al 1720 che il curato don Pietro Silvestri riprese dai registri di Malé e di Caldes. Le registrazioni del primo registro di questa serie sono redatte in forma discorsiva mentre gli altri sono strutturati a tabella prestampata secondo le prescrizioni governative.

A. 1. 1 "Libro I dei nati di Terzolas dall'anno 1720 fino al 1795" 1720 giugno 5 - 1795 luglio 14 Latino Registro, legatura in mezza pelle, pp. 205, con indice alfabetico alla fine n.n.

A. 1. 2 "III. Registro de' nati di Terzolas dall'anno 1820 fino ***" 1820 febbraio 14 - 1856 dicembre 18 (con annotazioni del 31 dicembre) Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. sd 2-82, con indice alfabetico alla fine n.n.

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A. 1. 3 "IV. Registro dei nati e battezzati di Terzolas" 1857 febbraio 25 - 1942 novembre 22 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. sd 194, con indice alfabetico a rubrica all'inizio n.n.

A. 1. 4 "V. Registro dei nati e battezzati di Terzolas dal 1943 al ***" 1943 gennaio 17 - 2003 dicembre 21 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. sd 97, con indice alfabetico alla fine n.n.

16 serie 2 Registri dei matrimoni e morti, 1732 - 1807

Contenuto Per un'introduzione generale si vedano le introduzioni alle rispettive serie.

Il registro, redatto in forma discorsiva, costituisce il primo registro della serie dei matrimoni e il primo della serie dei morti.

A. 2. 1 "Libro I dei morti dal 1732 al 1808. Libro I dei matrimoni dal 1732 al 1808" 1732 ottobre 23 - 1807 ottobre 22 pp. 1-99: registro dei morti, 1732 ott. 23-1807 ott. 22; pp. 1-55: registro dei matrimoni, 1733 feb. 17-1786 lug. 6; pp. 1-22: registro dei matrimoni, 1787 giu. 7-1807 set. 10. Latino Registro, legatura in mezza pelle, con appigli, cc. 105 n.n. (num. orig. varia), con indice alfabetico alla fine di ogni parte n.n. (1) Note (1) Si tratta di quattro registri di formato diverso cuciti insieme.

17 serie 3 Registri dei nati e battezzati, dei matrimoni e dei morti, 1795 - 1820

Contenuto Per un'introduzione generale si vedano le introduzioni alle rispettive serie.

La serie è formata da un registro, redatto in forma discorsiva, che costituisce il secondo registro delle serie rispettive; esso contiene inoltre trascrizioni di registrazioni anteriori ricavate dai registri di Malé e di Caldes dal curato Pietro Silvesti nel 1881.

A. 3. 1 "Libro II dei nati dal 1795 al 1819. Libro II dei morti dal 1807 al 1820. Libro II dei matrimoni dal 1808 al 1819. Trascritti dai registri parrocchiali: nati dal 1553 al 1720, morti dal 1628 al 1731, matrimoni dal 1603 al 1731 ed oltre" 1795 settembre 18 - 1820 gennaio 24 pp. 1-82, cc. sd 83-90: registro di nati, 1795 set. 18-1820 gen. 24; cc. sd 1-4, pp. 5-18: registro dei morti, 1808 gen. 26-1820 gen. 10; cc. sd 1-2, pp. 3-6, cc. sd 7-8: registro dei matrimoni, 1808 giu. 22-1818 lug. 29.

Alla fine di ogni parte: trascrizioni dai registri parrocchiali di Malé di nati(1), matrimoni(2) e morti(3) eseguite dal curato don Pietro Silvestri, 1881; sulla c. di guardia: memoria relativa alla posa della prima pietra della nuova chiesa di Terzolas, 23 ago. 1795; memoria di un "fatto compassionevole ma miracoloso"(4), 1797 ago. 13; all'interno del piatto posteriore: memoria parziale della cerimonia della benedizione della nuova chiesa e dell'altare maggiore con inclusione di reliquie, [1825]. Italiano, latino Registro, legatura in mezza pelle, con appigli, cc. 113 (num. orig. varia), con indice alfabetico alla fine di ogni parte n.n. Note (1) Dai registri di Malé trascrizioni di nati dal 1553 al 1720; dai registri di Caldes trascrizioni di nati dal 1605 al 1763. (2) Dai registri di Malé trascrizioni di matrimoni dal 1603 al 1810. (3) Dai registri di Malé trascrizioni di morti dal 1628 al 1731. (4) Durante la costruzione della nuova chiesa crollò un muro seppellendo 11 operai che rimasero miracolosamente illesi.

18 serie 4 Registri dei matrimoni, 1820 - 2004

Contenuto I registri di matrimonio, insieme a quelli di battesimo, furono introdotti nel diritto canonico dal "Decretum de Reformatione Matrimonii" del Concilio di Trento (Sess. XXIV, capp. 1-2). I titoli 91- 97 del "Rituale Romano" emanato da Paolo V nel 1614 proposero le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri. Tali normative trovarono applicazione nelle parrocchie della diocesi di Trento in tempi relativamente brevi; i libri del matrimonio infatti vennero compilati costantemente fino all'epoca contemporanea, prima con finalità solo religiose, poi anche civili ed anagrafiche. L'interesse dell'autorità politica austriaca verso i libri parrocchiali si manifestò con la lettera circolare del primo maggio 1781, che li dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. La successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 prescrisse l'uso di formule ed espressioni linguistiche uniformi nella compilazione: "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' nostri sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Dopo la breve parentesi dei domini bavarese e napoleonico, durante i quali le competenze in materia di stato civile furono trasferite ai Comuni - tuttavia senza che per questo venisse meno la regolare tenuta dei libri canonici da parte dei parroci - con la legge imperiale del 20 aprile 1815 ed il decreto del 21 agosto 1815 della Commissione aulica centrale d'organizzazione veniva restituito ai curatori d'anime il compito di ufficiali di stato civile, che essi mantennero fino al primo gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano presso i Comuni. Se durante la dominazione austriaca il matrimonio celebrato in chiesa aveva validità civile e al parroco veniva richiesta un'attenzione particolare nella produzione degli atti necessari per la celebrazione e la registrazione del sacramento (Cfr. Codice civile austriaco, § 80), negli anni tra l'annessione al Regno d'Italia e il Concordato del 1929 stipulato tra la Santa Sede e l'autorità politica, il rito civile e religioso venivano celebrati separatamente. Con la legge n. 847 del 27 maggio 1929 lo Stato italiano riconobbe la validità civile del matrimonio celebrato secondo le norme di diritto canonico ed il curatore d'anime è tenuto alla notificazione dell'avvenuta celebrazione al Comune, per la sua trascrizione nei registri anagrafici.

La serie è formata da quattro registri recanti le registrazioni dei matrimoni celebrati a Terzolas dal 1820. La serie, che inizia con un registro recante la numerazione ordinale "III" è integrata dalle registrazioni precedenti che si ritrovano in "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Terzolas", "Registri dei matrimoni e morti", e "Registri dei nati, matrimoni e morti". In quelle serie si trovano rispettivamente il primo registro dei matrimoni con registrazioni dal 17 febbraio 1733 al 10 settembre 1807 e il secondo registro dei matrimoni con registrazioni dal 22 giugno 1808 al 25 luglio 1818. Su quest'ultimo registro si trovano inoltre trascrizioni di registrazioni anteriori (dal 1603) ricavate dai registri di Malé dal curato don Pietro Silvestri nel 1881. I registri di questa serie sono strutturati a tabella prestampata secondo le prescrizioni governative e, a partire dal terzo volume, secondo le norme concordatarie.

A. 4. 1

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"Libro III. pubblico registro di matrimoni contratti dall'anno 1820 in Terzolas fino a tutto 1863" 1820 aprile 15 - 1863 dicembre 5 (con annotazioni del 31 dicembre) Italiano Registro, legatura in cartone, cc. sd 2-44, con indice alfabetico alla fine n.n.(1) Note (1) Don Pietro Silvestri riformò l'indice alfabetico, originariamente a rubrica, il 2 febbraio 1881, come sottoscrive egli stesso alla fine delle lettere V-Z.

A. 4. 2 "IV. Registro dei matrimoni di Terzolas. 1864" 1864 febbraio 9 - 1932 novembre 12 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. sd 97, con indice alfabetico a rubrica all'inizio n.n.

A. 4. 3 "Tomo V. Registro dei matrimoni della curazia di Terzolas" 1932 novembre 12(1) - 1952 luglio 10 Italiano Registro, legatura in tela, cc. 69, con indice alfabetico alla fine n.n. Note (1) La prima registrazione è ripresa dal precedente registro.

A. 4. 4 "Tomo VI. Registro dei matrimoni della parrocchia di Terzolas" 1952 novembre 15 - 2004 febbraio 7 Italiano Registro, legatura in mezza pergamena, pp. 168, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n.

20 serie 5 Registri dei morti, 1820 - 1966

Contenuto I registri dei morti vennero introdotti insieme ai registri dei cresimati e agli stati delle anime dal "Rituale Romano" di Paolo V nel 1614, il quale proponeva anche le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri (Cfr. § Formulae scribendae in libris habendis apud parochos ut infra notatur). Tale normativa trovò applicazione nelle parrocchie della diocesi di Trento in tempi relativamente brevi; infatti i libri dei morti vennero compilati costantemente fino all'epoca contemporanea, prima con finalità solo religiose, poi anche civili ed anagrafiche. L'interesse dell'autorità politica austriaca verso i libri parrocchiali si manifestò con la lettera circolare del primo maggio 1781, che li dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. La successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 prescrisse l'uso di formule ed espressioni linguistiche uniformi nella compilazione: "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' nostri sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Dopo la breve parentesi dei domini bavarese e napoleonico, durante i quali le competenze in materia di stato civile furono trasferite ai Comuni - tuttavia senza che per questo venisse meno la regolare tenuta dei libri canonici da parte dei parroci - con il decreto del 21 agosto 1815 la Commissione aulica centrale d'organizzazione restituiva ai curatori d'anime il compito di ufficiali di stato civile, che essi mantennero fino al primo gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano presso i Comuni.

La serie è formata da due registri recanti le registrazioni dei decessi avvenuti a Terzolas a partire dal 1820. La serie, che inizia con un registro recante la numerazione ordinale "III" è integrata dalle registrazioni precedenti che si ritrovano in "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Terzolas", "Registri dei matrimoni e morti", e "Registri dei nati, matrimoni e morti". In quelle serie si trovano rispettivamente il primo registro dei morti con registrazioni dal 23 ottobre 1732 al 22 ottobre 1808 e il secondo registro dei morti con registrazioni dal 26 gennaio 1808 al 10 gennaio 1820. Su quest'ultimo registro si trovano inoltre trascrizioni di registrazioni anteriori (dal 1628) ricavate dai registri di Malé dal curato don Pietro Silvestri nel 1881. I registri di questa serie sono strutturati a tabella prestampata.

A. 5. 1 "Libro III. Registro de' morti di Terzolas dall'anno 1820 fino a tutto 1871" 1820 febbraio 19 - 1871 ottobre 18 Italiano Registro, legatura in cartone, pp. 4-90, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n.(1) Note (1) Segue l'indice rifatto da don Pietro Silvestri il 20 febbraio 1881, che non contiene però i morti sotto i 10 anni.

A. 5. 2 "IV. Registro dei morti di Terzolas. 1872"

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1872 febbraio 11 - 1966 dicembre 13 All'interno del piatto anteriore: memoria relativa alla solenne benedizione del cimitero avvenuta il 13 sett. 1896; memoria relativa all'uccisione dell'imperatrice Elisabetta avvenuta il 10 set. 1898; sulla c. di guardia: memoria relativa al suicidio dell'arciduca Rodolfo avvenuto il 30 gen. 1889. Italiano Registro, legatura in mezza pelle, pp. 242, con indice alfabetico alla fine n.n.

22 serie 6 Registri dei cresimati, 1908 - 2002

Contenuto I registri dei cresimati vennero introdotti insieme ai registri dei morti e agli stati delle anime dal "Rituale Romano" di Paolo V nel 1614, il quale proponeva anche le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri (Cfr. § Formulae scribendae in libris habendis apud parochos ut infra notatur). In realtà nella diocesi di Trento i registri dei cresimati furono compilati con sistematicità solo a partire dal sec. XIX.

La serie è formata da un registro.

A. 6. 1 "Registro dei cresimati nella curazia di Terzolas" 1908 agosto 28 - 2002 maggio 26 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. sd 47, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n.

23 serie 7 Stati delle anime, sec. XX

Contenuto Il "Liber Status animarum" (o Anagrafe) era un registro che permetteva al curatore d'anime di conoscere in modo esatto la composizione del suo "gregge", la situazione anagrafica e quella dell'impartizione dei Sacramenti al fine di facilitare il suo compito pastorale e di ufficiale di stato civile. La compilazione degli stati delle anime venne raccomandata, insieme a quella dei registri dei cresimati e dei morti, dal "Rituale Romano" di Paolo V nel 1614. Successivamente diversi Concilii e Sinodi ordinarono che in ciascun anno durante la Quaresima, o in altra epoca, si rinnovassero questi libri(1). Queste disposizioni tuttavia non furono seguite diligentemente nelle parrocchie della diocesi di Trento: anteriormente al XIX secolo infatti sono conservati pochi registri di questo tipo nonostante le frequenti sollecitazioni provenienti anche dalle autorità civili(2). Sono molti i vescovi che negli atti delle visite pastorali richiamavano l'attenzione su questa lacuna, ma fu il vescovo Celestino Endrici che stilò per la sua prima visita pastorale nella diocesi un formulario in cui si richiedevano, per la prima volta in forma esplicita, gli "Status animarum" o "Anagraphes" (Foglio diocesano, VII, 1905, p. 239). Nel 1917 il Codice di Diritto Canonico li rese obbligatori, lasciando alle disposizioni dei vari Ordinari il compito di introdurli e di stilare anche nuovi e più semplici metodi di compilazione (cfr. CIC, can. 440).

La serie è formata da un registro.

Note (1) Cfr. Bazzanella G., Manuale d'ufficio del clero curato, Trento, 1888, p. 52. (2) Cfr. Sparapani L., I libri parrocchiali nella diocesi di Trento in La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze a cura di Coppola G. e Grandi C., Bologna, 1989, pp. 277-319.

A. 7. 1 "Anagrafe" sec. XX Italiano Registro, legatura in mezza pelle, pp. 256 (bianche molte pp.), con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n.

24 serie 8 Alberi genealogici, sec. XIX seconda metà

Contenuto La serie è formata da un registro.

A. 8. 1 Alberi genealogici sec. XIX seconda metà Genealogie delle principali famiglie di Terzolas formate dal curato don Pietro Silvestri. Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. 30 n.n.

25 serie 9 Registri delle pubblicazioni matrimoniali, 1914 - 1955

Contenuto La serie è formata da un registro sul quale il parroco ha annotato le date delle tre pubblicazioni necessarie alla celebrazione dei matrimoni.

A. 9. 1 "Pubblicazioni matrimoniali fatte in Terzolas" 1914 gennaio 4 - 1955 agosto 21 Italiano Registro, legatura in cartoncino, cc. 50 n.n.

26 serie 10 Atti matrimoniali, 1907 - 1952

Contenuto La documentazione è composta dall'insieme delle pratiche relative ai singoli matrimoni celebrati nella parrocchia. Gli atti, prodotti dagli enti ecclesiastici o civili e dai futuri sposi, variano per genere e quantità a seconda delle epoche e dei governi. Si possono trovare, per esempio, certificati di battesimo e di cresima, esami di religione, attestati di avvenute pubblicazioni, dispense vescovili da impedimenti, permessi politici e militari, consensi paterni. Dal 1820 ai parroci e ai pastori d'anime era vietato benedire i matrimoni a coloro che non avessero prodotto prima il permesso politico. Tale attestazione, introdotta nel Tirolo con il decreto della Cancelleria aulica del 12 maggio 1820, veniva rilasciata dal comune e doveva dimostrare che lo sposo fosse in grado di mantenere una famiglia mediante l'esercizio di un'industria o una paga giornaliera. In seguito alla legge n.847 del 27 maggio 1929, la documentazione di ogni matrimonio viene raccolta nel bifoglio "Esame dei contraenti", consistente nella domande da farsi agli sposi secondo il can.1020 del Codice di diritto canonico, e comprende anche la notificazione al comune dell'avvenuta celebrazione da parte del parroco con la relativa attestazione della sua registrazione nei registri anagrafici comunali.

La serie è formata da due buste contenenti le pratiche matrimoniali divise per anno.

A. 10. 1. b. 1 Atti matrimoniali 1907 - 1931 Busta, cc. 452 n.n.

A. 10. 2. b. 2 Atti matrimoniali 1932 - 1952 Busta, cc. 753

27 serie 11 Diari delle messe avventizie, 1942 - 1948

Contenuto L'autorità ecclesiastica ordinò l'uso di tre diari per la registrazione delle messe: il diario per le messe legatarie, quello per le messe avventizie e il diario personale del sacerdote. I primi due dovevano trovarsi in sacrestia, come si può leggere in una comunicazione ai decani del vicario episcopale Simone Albano Zambaiti del 14 agosto 1804: "Hac occasionem tibi iterum praecipimus, quae in enciclica 'Quamvis iterato' diei 4 ianuarii 1774 demandata fuerunt, in omnibus ecclesiis diligenter, fideliterque observentur, scilicet, ut in singulis sacrariis exponatur liber, in quo quilibet sacerdos inscribere teneatur singulas missas tam beneficii, et capellaniae quam legatarias perpetuas, ac insuper alius separatus liber, in quo notentur missae adventitiae signata in utroque libro cuiuscumque celebrationis die". Tali disposizioni vennero riconfermate dal vescovo Francesco Saverio Luschin (Costituzioni diocesane, 1 marzo 1825). Nei diari delle messe avventizie dovevano essere annotati il numero delle messe da celebrarsi, la data della celebrazione, il luogo, la chiesa, l'intenzione; nei diari delle messe legatarie, invece, si segnavano la data del ricevimento della disposizione testamentaria, il numero, il committente, lo stipendio, l'intenzione, il giorno fissato per la celebrazione e la soddisfazione. Il diario personale doveva essere tenuto da ogni sacerdote presso di sè per annotarvi tutte le messe da celebrarsi e celebrate, come ingiungeva anche la legge diocesana del 1825. In seguito altre circolari rinnovarono le disposizioni della legge e in più ordinarono che ogni sacerdote dovesse porre al principio del suo diario l'obbligo dei suoi eredi di far celebrare le messe di cui egli si fosse incaricato e che alla sua morte non fossero state ancora soddisfatte. Fu anche espressamente ordinato che i diari privati dovessero, alla fine di ogni anno, essere riveduti e firmati dal rispettivo parroco per poterne far fede.

La serie è formata da un registro.

A. 11. 1 "Diarium missarum celebratarum in ecclesia Tertiolasii ab anno 1942 ad annum ***"(tit. int.) 1942 gennaio 1 - 1948 gennaio 20 Latino Registro, legatura in mezza tela, cc. 57 n.n.

28 serie 12 Registri dei legati, 1907 - 1948

Contenuto la serie è formata da un quaderno e un registro.

A. 12. 1 "Registro dei legati missari temporanei" [1907] - 1948 Italiano Quaderno, legatura in carta, cc. 4 n.n.

A. 12. 2 "Urbario delle fondazioni e registro per l'adempimento dei legati" 1923 Italiano Registro, legatura in carta, pp. 59

29 serie 13 Registri delle elemosine, 1908 - 1955

Contenuto La serie è formata da due registri sui quali sono annotate offerte ed elemosine raccolte a favore di opere diocesane, circoli cattolici, poveri e devozioni varie.

A. 13. 1 "Registro delle elemosine per le sante anime" 1908 marzo 29 - 1954 novembre 1 All'inizio: registrazioni relative alle distribuzioni del legato Battisti ai poveri di Terzolas per gli anni 1907-1913. Italiano Registro, legatura in tela, cc. 10 n.n.

A. 13. 2 "Registro degli oboli e collette ordinate dalla reverendissima Curia" 1920 - 1955 giugno 29 Oboli e collette per luoghi santi, redenzione degli schiavi, congresso eucaristico, istruzione religiosa, missioni, ecc. Italiano Registro, legatura in cartoncino, cc. 25 n.n.

30 serie 14 Registri di cassa generale, 1923 - 1971

Contenuto La serie è formata da un registro in uso al parroco sul quale sono riportate annotazioni di entrate e uscite di alcune amministrazioni presenti in parrocchia sulle quali il sacerdote esercitava il suo controllo.

A. 14. 1 "Giornale di cassa della chiesa del legato Cominelli e del beneficio Cicolini" 1923 gennaio 7 - 1971 febbraio 10 - "Giornale di cassa della chiesa di Terzolas", 1923 gen. 7-1944 dic. 31, cc. 13 n.n.; - "Giornale di cassa del legato Cominelli", 1923 lug. 24-1971 feb. 10, cc. 13 n.n.; - "Giornale di cassa del beneficio Cicolini", 1923 lug. 14-1955 ago. 20, cc. 6 n.n. Italiano Registro, legatura in tela, con appigli, cc. 32 n.n.

31 serie 15 Protocolli degli esibiti, 1907 - 1928

Contenuto I protocolli degli esibiti sono registri sui quali devono essere scritti, secondo una numerazione progressiva, gli atti e la corrispondenza in arrivo e in partenza, specificandone la data e il contenuto. La tenuta di questi libri da parte dei parroci venne prescritta dall'autorità politica (cfr. "Raccolta delle leggi provinciali", 19.12.1816) e da quella ecclesiastica (Decreto vescovile 9.03.1887 nel Foglio Diocesano, 1887).

La serie è formata da un registro.

A. 15. 1 "Protocollo degli esibiti" 1907 gennaio 2 - 1928 luglio 21 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 59 n.n.

32 serie 16 Carteggio e atti, 1673 - 1959

Contenuto La serie si compone di 10 fascicoli contenenti la documentazione prodotta o ricevuta dal parroco di Terzolas relativa alla gestione dell'ufficio parrocchiale.

A. 16. 1. b. 1 Miscellanea 1673 - 1903 Atti relativi a privati, appunti e note. Fascicolo, cc. 21 n.n.

A. 16. 2. b. 1 "Attestati di nascita, morte e matrimoni esteri" 1721 - 1953 Notificazioni di nascite (1721-1952), matrimoni (1868-1953) e morti (1804-1945) avvenuti fuori parrocchia. Fascicolo, cc. 302

A. 16. 3. b. 1 Concessioni e privilegi 1725 - 1955 Autentiche di reliquie (1725-1865), consacrazione delle campane (1929), facoltà di binare (1933), atto relativo alla rinuncia da parte dei capifamiglia del diritto di presentazione dei futuri parroci e decreto di erezione a parrocchia (1943), facoltà di condurre processioni (1944), riconoscimento civile della parrocchia (1955), ecc. Fascicolo, cc. 37

A. 16. 4. b. 1 Atti delle confraternite 1750 - 1955 Carteggio e atti relativi a: - confraternita del SS. Rosario: nomina del procuratore, diploma di aggregazione all'arciconfraternita romana, indulgenze, decreto di erezione della confraternita nella chiesa di Terzolas, 1750-1885; - confraternita del S. Cuore di Gesù: elenco di iscritti, carteggio relativo all'acquisto di una statua del S. Cuore, "manuale ad uso del curato" relativo alla congregazione redatto da don Mattia Bottea nel 1827, statuti, decreto di erezione canonica ecc. (1882-1955); - confraternita dell'Immacolata Concezione: statuto della confraternita, diploma di aggregazione all'arciconfraternita romana (1886- 1887). Fascicolo, cc. 85

A. 16. 5. b. 2 "Documenti di fondazione"

33 sec. XVIII - 1924 Atti relativi alla fondazione dei legati missari, riduzioni di messe, elenco delle fondazioni perpetue a carico della chiesa di Terzolas corredato dai relativi atti, legati missari temporanei, prospetti delle messe legatarie. Fascicolo, cc. 123

A. 16. 6. b. 2 Fassioni e prospetti di rettificazione 1826 - 1948 Fascicolo, cc. 18

A. 16. 7. b. 2 Carteggio e atti attinenti all'anagrafe 1860 - 1952 Richieste di certificazioni, alberi genealogici, appunti e note per la compilazione di genealogie, "elenco delle famiglie del comune di Terzolas" compilato da don Stefano Corradini(1), elenco delle famiglie di Terzolas compilato nel 1952, ecc. Fascicolo, cc. 62 Note (1) Don Stefano Corradini fu curato di Terzolas dal 1907 al 1943.

A. 16. 8. b. 2 Carteggio dell'ufficio parrocchiale 1873 - 1953 Circolari ecclesiastiche, elenco di aggregati all'Opera di S. Vigilio, ricevute di oboli e collette, elenco di famiglie associate alla Propagazione della fede, ecc. Fascicolo, cc. 81

A. 16. 9. b. 2 Atti di consegna 1906 - 1955 Verbali di consegna del patrimonio della parrocchia di Terzolas. Fascicolo, cc. 26

A. 16. 10. b. 2 Atti visitali 1909 - 1959 Atti relativi alle visite pastorali del 1908 (decreto visitale), 1924 (risposte al questionario e decreto visitale), 1947 (decreto visitale), 1959 (risposte al questionario e decreto visitale). Fascicolo, cc. 27

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Ente Chiesa di San Nicolò ante 1302 - 1987

Luoghi Terzolas

Archivi prodotti Fondo Chiesa di San Nicolò in Terzolas, 01/01/1711 - 31/12/1982 Fondo Chiesa di San Nicolò in Terzolas, 01/01/1604 - 31/12/1604

Storia La notizia più antica che riferisce di una chiesa nella villa di Terzolas risale al 1302(1). La cappella era dedicata a S. Nicolò e nella festa di Tutti i Santi vi si celebrava la messa. Nel 1528 fu consacrato il suo cimitero. Negli atti visitali del 1579 sono ricordati tre altari: il primo dedicato a S. Nicolò, consacrato e dotato degli adeguati ornamenti, e i laterali, quello destro dedicato a S. Antonio e consacrato, quello sinistro dedicato a S. Biagio e non ancora consacrato(2). In quell'occasione si indicava inoltre la necessità di alcune riparazioni per la chiesa e ancora nei decreti visitali del 1617 e 1649 si raccomandavano riparazioni e provviste di arredi. Nel 1695 la chiesa di Terzolas aveva un reddito annuo di 225 ragnesi, ma le uscite ammontavano a circa 150 ragnesi poiché la chiesa era gravata dalla quota di mantenimento per il primissario, doveva elargire elemosine ai sacerdoti che intervenivano alla festa patronale, doveva pagare l'organista, pagare il sacrestano di Malé per le ostie, pagare il proprio sacrestano, i propri sindaci ed elargire alla parrocchiale un tallero all'anno(3). La chiesa, dichiarata curaziale nel 1710, diventò insufficiente per la popolazione di Terzolas e si cominciò quindi a pensare di ingrandirla. Nel 1786 fu comperata una casa adiacente alla chiesa che, dopo la demolizione, avrebbe dato più spazio alla nuova fabbrica. Il 23 agosto 1795 fu posata la "prima pietra fondamentale della nuova chiesa di Terzolas a parte Evangelii, verso sera, alcuni passi dal centro della porta maggiore (...). Li 27 agosto 1795 fu principiata la fabrica della nuova chiesa"(4) sotto la direzione dei fratelli Bortolo e Ignazio Leita da , maestri muratori. I fratelli Leone e Antonio Cazelini da Lugano curarono tutte le stuccature, e la porta maggiore fu costruita dal maestro scalpellino Zadra da Tres. La nuova chiesa fu eretta in parte sull'area della chiesa antica, della quale si mantenne il campanile e il presbiterio che servì per sacrestia. Gran parte delle spese furono sostenute dalla popolazione che contribuì non solo con denaro, ma anche con prestazioni di manodopera e di trasporto dei materiali con i carri; tale partecipazione viene ricordata nell'iscrizione che si trova sulla parete interna della chiesa, sopra la porta maggiore. La fabbrica si concluse verso la fine del 1800 e la nuova chiesa, insieme all'altare maggiore, venne consacrata il 14 agosto 1825(5). Nel 1831 fu eretta la Via Crucis, opera del pittore Antonio Vanzo di e nel 1883 lo scultore Scannagatta di costruì in pietra il nuovo altare maggiore della chiesa. Furono aggiunti altri altari per un totale di cinque, tutti consacrati: l'altare maggiore, dedicato al titolare della chiesa e gli altri dedicati alla Madonna del Rosario(6), all'Immacolata, al S. Cuore di Gesù(7) e a S. Raffaele arcangelo. Nell'antico campanile sono custodite quattro campane che, requisite durante la prima guerra mondiale, vennero rifuse nel 1929 a spese del governo dalla fonderia De Poli di Vittorio Veneto. Il 9

35 maggio 1929 il decano di Malè le consacrò. Il nuovo cimitero risale all'anno 1853 e il 13 settembre 1896 avvenne la sua benedizione(8). Patrono della chiesa era il Comune, tenuto alle spese di manutenzione e ai restauri del tetto e dei muri della chiesa. La chiesa risulta iscritta nell'elenco delle monumentali. Il Santo titolare si festeggia il 6 dicembre. In applicazione della legge n. 222 del 20 maggio 1985 e in seguito ai DD.MM. del 21 marzo 1986 e 30 dicembre 1986 (pubblicato quest'ultimo sulla Gazzetta ufficiale il 24.01.1987), a decorrere dal 24 gennaio 1987 l'ente Chiesa parrocchiale di Terzolas è stato soppresso e i suoi beni (con tutte le relative pertinenze, accessioni, comproprietà, diritti, servitù e ipoteche) sono stati assegnati all'ente Parrocchia di San Nicolò in Terzolas.

Funzioni, occupazioni e attività Il curatore d'anime era il legittimo amministratore della sostanza della chiesa curata, come anche delle chiese annesse e di tutte le fondazioni istituite a favore delle stesse. Il patrimonio della chiesa era costituito dagli apparati, dagli utensili, dagli arredi sacri di cui essa è provvista per il culto divino, dagli altri beni mobili di sua proprietà, come pure dai fabbricati, fondi, capitali, introiti, diritti ad essa appartenenti, i cui proventi sono destinati a sopperire ai bisogni del culto divino e al mantenimento in buono stato dei fabbricati. Il parroco svolgeva la sua attività di responsabile amministrativo affiancato dai fabbriceri (detti anche sindaci o massari), quali rappresentanti della comunità. L'istituzione e l'azione dei fabbriceri vennero disciplinate da un decreto napoleonico del 26 maggio 1807: venivano nominati per decreto ministeriale o prefettizio, erano generalmente tre per ciascuna chiesa e duravano in carica cinque anni. Nella diocesi di Trento venne emanata nel 1865 una normativa relativa all'amministrazione delle chiese che disciplinava, tra l'altro, anche il rapporto del curatore d'anime coi fabbriceri. Il primo era considerato l'organo ecclesiastico dell'amminstrazione e a lui competeva la principale direzione; i fabbriceri gli erano affiancati "tanto allo scopo di prestargli assistenza, quanto nella loro qualità di rappresentanti della comunità ecclesiastica (...). Tanto il curator d'anime che i fabbriceri devono sempre aver cognizione di quanto concerne l'amministrazione"(4). I fabbriceri venivano di regola proposti al curatore d'anime; il loro ufficio durava due anni, salvo la possibilità di essere riconfermati. Dal 1874 (Legge 7 maggio 1874, Boll. Leggi dell'Impero n. 50) spettava al decano il diritto di nominare i fabbriceri proposti dalla comunità. Le fabbricerie erano perciò organi amministrativi dipendenti dall'autorità ecclesiastica, ai quali era demandata l'amministrazione dei beni temporali di una chiesa, con esclusione di qualsiasi ingerenza nelle questioni di culto. Anche il Codice di diritto canonico del 1917 (cann. 1183-1184) contemplava espressamente la fabbriceria, escludendola però da molte ingerenze (elemosine di messe, ordine della chiesa e del cimitero, disposizione e custodia dei libri parrocchiali, ecc.). Lo stesso Codice conferiva alla chiesa personalità giuridica, con il diritto di acquistare, ritenere, amministrare liberamente ed indipendentemente da ogni potere civile beni temporali per il conseguimento dei propri fini (can. 1495). Dove mancava la fabbriceria, l'amministratore unico era il rettore della chiesa, sotto l'unico controllo dell'Ordinario. Il parroco o rettore della chiesa, che faceva sempre parte di diritto della fabbriceria, per la natura stessa dell'ente ne era il presidente. Il Concordato del 1929 e il regio decreto del 26 settembre 1935 ridimensionarono ulteriormente la rilevanza delle fabbricerie. L'ente chiesa parrocchiale è stato soppresso in seguito all'applicazione degli adempimenti in materia di revisione concordataria seguiti alla legge 20 maggio 1985 n. 222, e all'entrata in vigore del relativo regolamento di esecuzione, in

36 particolare in seguito all'approvazione dei decreti con i quali è stata stabilita la sede e la denominazione dei nuovi enti parrocchia.

Note (1) Cfr. G. Ciccolini, op. cit., p. 285. Altre pubblicazioni riferiscono come prima data quella del 1312, riprendendo quanto scritto da S. Weber, Le chiese della val di Sole nella storia e nell'arte, Trento, 1936, p. 132. (2) Nella relazione visitale del 1695 l'altare laterale sinistro risulta dedicato ai Ss. Tommaso ap. e Biagio vesc. (3) Cfr. "Archivio diocesano tridentino", "Atti visitali", n. 22, c. 228. (4) Cfr. "Archivio dell'ufficio parrocchiale", "Registri dei nati e battezzati, dei matrimoni e dei morti", reg. 1. (5) Ibidem. (6) (7) Entrambi gli altari furono costruiti dallo stuccatore Cometti rispettivamente nel 1823 e 1832, come viene riferito nel questionario per la visita pastorale del 1924. (8) Cfr. "Archivio dell'ufficio parrocchiale", "Registri dei morti", reg. 2.

37 fondo Chiesa di San Nicolò in Terzolas, 1711 - 1982

regg. 2, fascc. 2

Soggetti produttori Chiesa di San Nicolò, ante 1302 - 1987

Contenuto Per un'introduzione generale all'archivio si veda l'introduzione al fondo "Ufficio parrocchiale di Terzolas".

Vedi anche: Fondo Beneficio Ciccolini di Terzolas. Un urbario dei beni del beneficio per gli anni 1859-1869 si trova in "Chiesa di San Nicolò in Terzolas", "Urbari", reg. 1, pp. 112-128.

38 serie 1 Urbari, [1711] - sec. XX prima metà

Contenuto Per la corretta e vigile amministrazione dei beni della chiesa è necessario tenere aggiornati dei libri contabili per dimostrare la regolarità della gestione del patrimonio. Un particolare tipo di registro atto a questo scopo è l'urbario. In esso si registrano i fondi, gli stabili e i capitali di proprietà di un ente, la loro estensione, la rendita annuale, il nome dei locatari, le scadenze dei pagamenti degli interessi, la durata delle locazioni, le ipoteche, le garanzie ed eventuali altre annotazioni.

La serie è formata da un registro.

B. 1. 1 "Urbario antico del 1711 e 1825. Libro maestro rinnovato nel 1859 riguardante pie fondazioni della chiesa e pio Spedale di Terzolas" [1711 dicembre 22] - sec. XX prima metà pp. 1-37: "Inventario de beni stabili, affitti perpetuali, legati, vendite, ragioni appartenenti alla venerabile chiesa di Santo Nicolò di Terzolas renovato l'anno 1711", [1711 dic. 22]; pp. 38-46: affrancazioni dei livelli e nuovi investimenti, 1723; pp. 48-72: "1825. Urbario rinovato in cui si contengono tutti i beni della venerabile chiesa di Terzolas: i beni del fondo de poveri e di pubblica beneficenza e i fondi soggetti alle messe legatarie perpetue", urbario rinnovato dal curato don Mattia Bottea, [1825]; pp. 73-83: legati perpetui istituiti dopo il 1711 e il 1800, sec. XIX; pp. 84-86: elenco degli stabili del fondo primissariale, sec. XIX; pp. 88-97: messe legatarie della chiesa e di privati secondo l'urbario del 1711, s.d.; pp. 98-111: "Catalogo delle carità elemosine perpetuali che devono e sono consuete da distribuirsi ogni anno nella Communità di Terzolas" secondo l'urbario del 1711, s.d.; pp. 112-128: "Libro maestro rinovato nell'anno 1859", urbario dei beni della chiesa, del beneficio Ciccolini, dell'Ospitale, del legato Cominelli, [1859-1869] (con annotazioni posteriori); pp. 129-140: nuovo prospetto dei capitali della chiesa, dell'Ospitale e del beneficio Ciccolini, [1869-1872] (con annotazioni posteriori); pp. 141-148: copie dei capitoli per il primissario (1834), per il curato don Simone Bevilacqua (1854), per il primissario don Aldobrando Cominelli (1863), per il sacrestano (1859), s.d.; pp. 149-150: copia dei "Diritti della curazia di Terzolas" stipulati il 14 lug. 1719, s.d.; pp. 151-154: regolamento relativo alle tasse per obiti e capitoli relativi alla festa del Sacro Cuore, 1860 e 1863; p. 155: annotazione relativa all'uso dell'apparato nero e alle offerte di candele alla chiesa, 1896; pp. 157-161: "Nuovo prospetto dei capitali di questa chiesa redatto dal curato don Pietro Silvestri", 1897 gen. 12-1903 feb. 2; p. 162: patrimonio della Congregazione di carità secondo il conto 1902, [1902]; pp. 163-165: memorie relative a due legati, alla rifusione delle campane nel 1929 e alla nuova pala dell'altare del S. Cuore, prima metà sec. XX. All'interno del piatto post.: annotazioni relative al cambio monetario nel XIX sec. Italiano Registro, legatura in mezza pelle, pp. 165 (bianche alcune pp.), con indice parziale delle parti alla fine n.n.

39 serie 2 Registri di cassa, 1945 - 1982

Contenuto La serie è formata da un registro.

B. 2. 1 "Libro cassa chiesa dal 1945 al ***" 1945 gennaio 1 - 1982 novembre 30 Capovolgendo il registro: "Messe fondate Terzolas", registro della soddisfazione degli oneri delle messe fondate nella parrocchiale di Terzolas e annotazioni relative alla spedizione di elemosine per opere pie, 1956-1993, cc. 14 n.n. Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 80 n.n.

40 serie 3 Resoconti, 1941 - 1954

Contenuto Con il decreto governativo del 3 agosto 1803 il ministero per il culto del Regno d'Italia stabiliva delle regole per una migliore amministrazione economica dei beni in possesso degli istituti religiosi. Tutti gli "stabilimenti di religione e di beneficenza pubblica" erano tenuti a presentare annualmente alle municipalità il bilancio della loro attività, entro i tre mesi dell'anno successivo. In base alla circolare del governo del Tirolo e Vorarlberg del 13 ottobre 1821, ogni anno i sindaci della chiesa, nominati dal capo-comune e confermati dal pastore delle anime e dal giudice distrettuale, dovevano rendere conto dell'amministrazione del patrimonio della chiesa mediante un esatto conto. Sei settimane dopo il termine dell'anno militare che cominciava il 1. novembre e terminava il 31 ottobre, il sindaco della chiesa servendosi di appositi formulari doveva rendere i conti dell'amministrazione della chiesa, alla presenza del giudice, del pastore locale e di una deputazione comunale. Il conto formalmente rivisto e approvato doveva essere custodito nella cassa della chiesa o in un apposito armadio; in questa occasione era cura del pastore locale delle anime di fare un estratto di tale conto e trasmetterlo per conoscenza all'Ordinariato. Rimase sempre comunque al vescovo l'ispezione del patrimonio delle chiese della sua diocesi. La sorveglianza sull'amministrazione dei beni ecclesiastici, che prima del Concordato tra stato austriaco e chiesa del 1855 spettava quindi agli organi locali di governo, passava, in base all'art. 30 dell'accordo, all'autorità ecclesiastica. A Trento nel 1865 venne istituito a questo scopo l'Ufficio amministrativo diocesano. Le "Norme d'amministrazione ecclesiastica" pubblicate nel Bollettino delle Leggi dell'Impero del 25 gennaio 1866 regolamentarono la materia stabilendo, tra l'altro, la formazione dei resoconti secondo determinati formulari. Gli amministratori dovevano redigere annualmente i resoconti che, con il visto del curatore d'anime, dovevano essere inviati per l'approvazione all'Ordinariato con la relativa documentazione in ordine di entrata e di uscita. L'Ordinariato doveva vistare e rispedire una copia dei resoconti al curatore d'anime e inviarne una all'autorità politica provinciale. Il Concordato tra stato italiano e chiesa del 1929 non apportò variazioni sostanziali a questo stato di cose.

La serie è formata da una busta.

B. 3. 1. b. 1 Resoconti della chiesa parrocchiale 1941 - 1954 Nn. 1-3. Dal 1943 con documentazione di corredo. Fascicolo, cc. 370 n.n.

41 serie 4 Carteggio e atti, 1759 - 1954

Contenuto La serie è formata da un fascicolo comprendente documentazione relativa alla chiesa parrocchiale, alla sua amministrazione e gestione.

B. 4. 1. b. 1 Atti amministrativi(1) 1759 - 1954 Rinnovazioni di investiture (1759-89), testamento dei fratelli Giovanni e Gaspero Manini a favore della chiesa (1796), prospetto dei debitori, documenti di credito (1870-71), inventari del patrimonio della chiesa (1894, 1904), foglio di possesso fondiario, obbligazioni di stato, repertorio degli atti, quinternetto d'esazione per l'anno 1924, pagamenti delle imposte, lasciti a favore della chiesa, ecc. Fascicolo, cc. 130 Note (1) Il fascicolo contiene cc. regestate da G. Ciccolini in Inventari e regesti degli archivi parrocchiali della Val di Sole, vol II, La pieve di Malé, Trento, 1939, pp. 285-312, cc. nn. 469, 473-475, 477, 483.

42

Ente Beneficio primissariale Domenico Manini in Terzolas 1903 maggio 20 - 1987 gennaio 24

Luoghi Terzolas

Archivi prodotti Fondo Beneficio primissariale di Terzolas, 01/01/1903 - 31/12/1954

Storia Il beneficio primissariale fu fondato da Domenico fu Domenico Manini detto Ongher di Terzolas con suo testamento del 20 maggio 1903, completato dal codicillo del 21 maggio. Tra le altre disposizioni(1) egli ordinò l'erezione di un beneficio primissariale nel comune di Terzolas e a tale scopo lasciò degli stabili, tra cui una casa con orto da destinare ad abitazione del sacerdote beneficiato. Le rendite derivanti dagli stabili dovevano essere impiegate nel far celebrare nella chiesa di S. Nicolò messe in suffragio del fondatore e della sua famiglia nei giorni di festa e di domenica. Domenico Manini aggiunse poi un codicillo al testamento con il quale ordinava che il sacerdote investito dovesse tenere, nella casa beneficiale, lezioni di dottrina cristiana ai ragazzi di età superiore ai 14 anni, dal primo aprile fino alla fine di settembre di ogni anno (il primo trimestre dottrina per le ragazze, il secondo per i ragazzi). In seguito alla visita pastorale alla chiesa di Terzolas nel 1908, l'autorità vescovile, rilevando le accresciute necessità della cura d'anime, decretò che il primissario venisse chiamato ad aiutare il curatore d'anime locale nell'ascoltare le confessioni, nel fare dottrina ai ragazzi, nell'assistenza agli infermi e all'occorrenza nella predicazione del Vangelo. In applicazione della legge n. 222 del 20 maggio 1985 e in seguito ai DD.MM. del 21 marzo 1986 e 30 dicembre 1986 (pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il 24.01.1987), a decorrere dal 24 gennaio 1987 l'ente Beneficio primissariale Domenico Manini ha perso la personalità giuridica civile.

Note (1) Domenico Manini destinò alcuni stabili all'Asilo infantile di Terzolas e ordinò che nel giorno del suo onomastico venissero distribuiti pane con companatico e vino a 25 fanciulli "dei più robusti di questo asilo infantile".

43 fondo Beneficio primissariale di Terzolas, 1903 - 1954

reg. 1, fascc. 2

Soggetti produttori Beneficio primissariale Domenico Manini in Terzolas, 1903 maggio 20 - 1987 gennaio 24

Contenuto Per un'introduzione generale all'archivio si veda l'introduzione al fondo "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Terzolas".

44 serie 1 Registri di amministrazione, 1923

Contenuto La serie è formata da un registro.

C. 1. 1 "Urbario degli stabili della Primissaria di Terzolas" 1923 ottobre 21 - 1923 ottobre 23 (con annotazioni fino al 1945) In mezzo: registro di cassa della primissaria, 1946 feb. 7-1977 gen. 20; alla fine: annotazioni di cassa del beneficio Cominelli, 1971 ott. 20-1977 gen. 20 Italiano Registro, legatura in tela, cc. 31 n.n.

45 serie 2 Resoconti, 1943 - 1954

Contenuto Per un'introduzione alla serie si veda "Archivio della chiesa di S. Nicolò in Terzolas", "Resoconti".

La serie è formata da un fascicolo.

C. 2. 1. b. 1 Resoconti del beneficio primissariale 1943 - 1954 Nn. 1-5 Resoconti e parziale documentazione di corredo. Fascicolo, cc. 78 n.n.

46 serie 3 Carteggio e atti, 1903 - 1953

Contenuto La serie è formata da un fascicolo.

C. 3. 1. b. 1 Atti amministrativi 1903 - 1953 (con antecedenti del 1885 e 1887) Copia del testamento di Domenico Manini e codicillo (1903), atti relativi alle esecuzioni testamentarie (1904-07), decreto visitale (1908), locazioni di stabili (1913-45), repertorio degli atti, denuncie delle rendite, stato patrimoniale ed economico al 1936, fogli di possesso fondiario, atti relativi al restauro della casa beneficiale (1948), permute di terreni (1951-53), ecc. Fascicolo, cc. 182

47

Ente Legato missario don Carlo Cominelli 1741 novembre 30 - 1987 gennaio 24

Luoghi Terzolas

Archivi prodotti Fondo Legato Cominelli di Terzolas, 01/01/1741 - 31/12/1954

Storia Il legato venne fondato da don Carlo Cominelli con suo testamento del 30 novembre 1741; non fu redatto il documento di fondazione. Il patrimonio lasciato da don Cominelli doveva essere impiegato, a titolo di legato annuale perpetuo, per la celebrazione di messe settimanali da celebrarsi nella chiesa di Terzolas. Secondo la volontà del testatore le messe dovevano venir celebrate secondo l'orario e nei giorni di maggior comodo dei vicini di Terzolas e "da sacerdote ben visto dai medesimi". Don Carlo Cominelli lasciava inoltre la proprietà di alcuni fondi e capitali alla comunità di Terzolas affinché venissero impiegati a beneficio dei poveri infermi(1). Egli ordinava inoltre che tali beni non potessero essere alienati o assoggettati al patrimonio clericale come invece doveva accadere per il legato missario. Qualora le disposizioni di don Cominelli non fossero state rispettate, la comunità di Samoclevo(2) subentrava come beneficiaria a quella di Terzolas. In applicazione della legge n. 222 del 20 maggio 1985 e in seguito ai DD.MM. del 21 marzo 1986 e 30 dicembre 1986 (pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il 24.01.1987), a decorrere dal 24 gennaio 1987 l'ente Legato Cominelli ha perso la personalità giuridica civile.

Note (1) Cfr. Introduzione alla "Congregazione di carità di Terzolas". (2) Don Carlo Cominelli era originario di Terzolas ma abitava a Samoclevo.

48 fondo Legato Cominelli di Terzolas, 1741 - 1954

reg. 1, fascc. 2

Soggetti produttori Legato missario don Carlo Cominelli, 1741 novembre 30 - 1987 gennaio 24

Contenuto Per un'introduzione generale all'archivio si veda l'introduzione al fondo "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Terzolas".

49 serie 1 Registri di amministrazione, [1858] - 1906

Contenuto La serie è formata da un registro. Un urbario dei beni del legato per il periodo 1859-1869 si trova in "Archivio della chiesa di S. Nicolò in Terzolas", "Urbari", reg. 1, pp. 112-128; registrazioni di cassa per il periodo che va dal 24 luglio 1923 al 10 febbraio 1971 si trovano in "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Terzolas", "Registri di cassa generale", reg. 1, cc. 13 n.n.

D. 1. 1 "Urbario del legato pio lasciato dal signor Carlo Cominelli sotto il titolo d'Ospitale dei poveri di Terzolas" [1858] - 1906 gennaio 22 cc. 1-15: urbario dei capitali e fondi spettanti al legato Cominelli, [1858]; cc. 16-52: registro di cassa del legato, 1859-1873; 1883-1906 gen. 22 Italiano Registro, legatura in cartoncino rustico, cc. 52 (bianche le cc. 32-39), con indice alfabetico a rubrica dei debitori all'inizio n.n.

50 serie 2 Resoconti, 1930 - 1954

Contenuto Per un'introduzione alla serie si veda "Archivio della chiesa di S. Nicolò in Terzolas", "Resoconti".

La serie è formata da un fascicolo.

D. 2. 1. b. 1 Resoconti del legato Cominelli 1930 - 1954 Nn. 1-9 Resoconti con parziale documentazione di corredo. Mancano i resoconti per gli anni 1931, 1932. Fascicolo, cc. 46 n.n.

51 serie 3 Carteggio e atti, 1741 - 1950

Contenuto La serie è formata da un fascicolo.

D. 3. 1. b. 1 Atti amministrativi(1) 1741 - 1950 Copia del testamento di don Carlo Cominelli (1741) e copia del codicillo (1761), quietanze relative alla celebrazione delle messe (1885-1903), certificati di prestito austriaco (1916), repertorio degli atti ricevuti (1923-33), atti relativi alla locazione di fondi (1926- 32), stato patrimoniale ed economico (1929), denuncia delle rendite, ecc. Fascicolo, cc. 64 Note (1) Il fascicolo contiene cc. regestate da G. Ciccolini, op. cit., cc. nn. 468, 470.

52

Ente Beneficio Ciccolini 1844 marzo 30 - [1954 dicembre 12]

Luoghi Terzolas

Archivi prodotti Fondo Beneficio Ciccolini di Terzolas, 01/01/1905 - 31/12/1947

Storia Il beneficio venne fondato da don Baldassare Ciccolini con testamento del 1 aprile 1749. Il documento di fondazione fu redatto il 30 marzo 1844 e approvato dall'Ordinariato. L'intera rendita del patrimonio lasciato da don Ciccolini veniva impiegata per la celebrazione di sante messe in suffragio dell'anima del fondatore.

53 fondo Beneficio Ciccolini di Terzolas, 1905 - 1947

fascc. 2

Soggetti produttori Beneficio Ciccolini, 1844 marzo 30 - [1954 dicembre 12]

Contenuto Per un'introduzione generale all'archivio si veda l'introduzione al fondo "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Terzolas".

Vedi anche: Fondo Ufficio parrocchiale di San Nicolò di Terzolas. Registrazioni di cassa per il periodo che va dal 14 luglio 1923 al 20 agosto 1955 si trovano in "Ufficio parrocchiale San Nicolò di Terzolas", "Registri di cassa generale", reg. 1. Fondo Chiesa di San Nicolò in Terzolas. Un urbario dei beni del beneficio per gli anni 1859-1869 si trova in "Chiesa di San Nicolò in Terzolas", "Urbari", reg. 1, pp. 112-128.

54 serie 1 Resoconti, 1930 - 1947

Contenuto Per un'introduzione alla serie si veda "Archivio della chiesa di S. Nicolò in Terzolas", "Resoconti".

La serie è formata da un fascicolo.

E. 1. 1. b. 1 Resoconti del beneficio Ciccolini 1930 - 1947 Nn. 1-8 manca il resoconto per l'anno 1931. Fascicolo, cc. 24 n.n.

55 serie 2 Carteggio e atti, 1905 - 1916

Contenuto La serie è formata da un fascicolo.

E. 2. 1. b. 1 Atti amministrativi 1905; 1916 Inventario del patrimonio beneficiale al 1905 e obbligazioni di stato austriaco (1916). Fascicolo, cc. 5

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Ente Confraternita del Santissimo Sacramento ante 1881 - [1961]

Luoghi Terzolas

Archivi prodotti Fondo Confraternita del Santissimo Sacramento di Terzolas, 01/01/1881 - 31/12/1961

Storia La confraternita del Santissimo Sacramento di Terzolas perseguiva, secondo gli statuti generali, lo scopo di aumentare la devozione verso la SS. Eucaristia. Nel 1881, per rianimare lo spirito e la devozione, fu riveduto il regolamento della confraternita, che per adeguarsi alle circostanze dei tempi, prevedeva l'impiego di tutta la sua entrata annua nella celebrazione di messe "a vantaggio spirituale dei confratelli vivi e defunti". Il nuovo regolamento manteneva invariati alcuni punti del vecchio statuto, tra i quali l'antico privilegio di entrare nella confraternita per diritto ereditario, cioé in seguito alla morte di qualche consanguineo o affine.

Funzioni, occupazioni e attività Le confraternite sono pie congregazioni di persone laiche associate per attendere ad esercizi di culto e anche di beneficenza. Esse possono essere canonicamente erette dalla competente autorità ecclesiastica, oppure mancare di tale approvazione e in questo caso sono enti di natura laicale. Norme generali circa l'erezione delle confraternite, da osservarsi esattamente pena la nullità delle stesse, furono stabilite da papa Clemente VIII (Bolla Quaecumque a Sede Apostolica del 7 dicembre 1604). Fin dal Concilio di Trento la Chiesa sentì la necessità di esercitare su di esse un'azione di controllo, ponendole sotto la vigilanza dei vescovi ed introducendovi il clero. In conseguenza di ciò il curatore d'anime ricoprì presto al loro interno una posizione preminente - generalmente ne era il presidente - ed era chiamato a garantirne il retto funzionamento. Un interesse particolare dell'autorità ecclesiastica era dedicato all'amministrazione dei redditi dei vari sodalizi. Ad essa provvedeva un massaro, che ogni anno doveva rendere conto del suo operato. Per le associazioni trentine, in particolare, lo scopo principale era quello di assicurare la celebrazione di messe in suffragio dell'anima dei confratelli e delle consorelle defunti. Durante il periodo napoleonico le confraternite religiose furono soppresse, ad eccezione di quelle del Santissimo Sacramento, seguendo provvedimenti analoghi a quelli presi da Giuseppe II e dal governo bavarese durante la loro dominazione nel Trentino. Infatti il decreto del 25 aprile 1806 art. I stabiliva: "Sono proibite in tutto il Regno le confraternite, le congregazioni, le compagnie ed in genere tutte le società religiose laicali eccettuate le confraternite sotto la denominazione del Santissimo, delle quali potrà esistere una sola presso ciascuna parrocchia sotto la direzione e dipendenza dell'Ordinariato e del parroco rispettivo per l'esercizio delle sacre funzioni" e l'art. IV prevedeva che i beni e le rendite delle confraternite del Santissimo fossero amministrati dai fabbriceri delle chiese parrocchiali e sussidiarie.

57 fondo Confraternita del Santissimo Sacramento di Terzolas, 1881 - 1961

regg. 2, fasc. 1

Soggetti produttori Confraternita del Santissimo Sacramento, ante 1881 - [1961]

Contenuto Per un'introduzione generale all'archivio si veda l'introduzione al fondo "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Terzolas".

58 serie 1 Registri di cassa, 1920 - 1957

Contenuto La serie è formata da un registro sul quale il cassiere della confraternita segnava gli incassi derivati dalle iscrizioni e la nota delle spese.

F. 1. 1 Conti della confraternita del SS. Sacramento 1920 - 1957 ottobre 1 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 19 n.n.

59 serie 2 Registri delle riscossioni delle tasse annuali, 1951 - 1961

Contenuto La serie è formata da un registro che contiene l'elenco completo dei confratelli con le annotazioni relative ai pagamenti delle tasse annuali di ogni iscritto.

F. 2. 1 "Confratelli del Santissimo. Parrocchia di Terzolas" 1951 - 1961 Italiano Registro a rubrica, legatura in mezza tela, cc. 29 n.n.

60 serie 3 Carteggio e atti, 1881 - 1951

Contenuto La serie è formata da un fascicolo.

F. 3. 1. b. 1 Carteggio e atti 1881; 1946 - 1951 Modifiche ai vecchi capitoli della confraternita (1881), quietanze per l'acquisto di una pianeta (1946), quietanze per la celebrazione di messe (1947), quietanze per la fornitura di vesti (1951). Fascicolo, cc. 7

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Ente Congregazione di carità di Terzolas 1909 - 1928

Luoghi Terzolas

Archivi prodotti Fondo Documentazione della Congregazione di carità di Terzolas, 01/01/1851 - 31/12/1928

Storia Il documento che segna l'erezione ufficiale della Congegazione di carità di Terzolas è datato giugno 1909. La fondazione era dotata di un discreto patrimonio costituito da legati pii e lasciti precedenti. I principali benefattori furono: 1) don Carlo Cominelli da Terzolas con suo testamento del 4 novembre 1741 disposte fra il resto il lascito di alcuni fondi alla comunità di Terzolas, che ne avrebbe impiegato i frutti a beneficio dei poveri infermi. In caso di bisogno la comunità avrebbe dovuto provvedere alla somministrazione di pane, vino, carne e qualche medicina; 2) don Francesco Manini e il fratello Gaspare da Terzolas disposero nel loro testamento cumulativo del 29 luglio 1796, che parte dei loro capitali fosse unita al patrimonio lasciato da don Cominelli a favore degli infermi e poveri della comunità di Terzolas; 3) Antonio Tenni da Terzolas, con suo codicillo del 27 maggio 1867, dispose un lascito all'Ospitale di Terzolas il cui usufrutto andava distribuito ai poveri del Comune; 4) Caterina Greifenberg ved. Rizzi con testamento del 28 ottobre 1894, lasciò la sua sostanza per l'istituzione di un asilo infantile e incaricò la Congregazione di carità di Terzolas di amministrare il fondo; 5) Michele Greifenberg, fratello di Caterina, dispose con testamento del 24 novembre 1896, che alla sua morte la sostanza di sua proprietà passasse alla Congregazione di carità di Terzolas per l'assistenza di persone povere, vecchie e ammalate; 6) don Pietro Silvestri, con suo testamento del 9 giugno 1900, lasciò alla Congregazione 100 corone. Alla stesura del documento di fondazione il patrimonio complessivo della Congregazione di carità di Terzolas ammontava a 20.416,60 corone. Le rendite annue venivano impiegate, a sollievo del Comune, nell'assegnazione di parte della congrua per il curato pro tempore; nell'erogazione di un contributo alla celebrazione della prima messa nella chiesa di Terzolas; nel far celebrare messe in suffragio dei benefattori; in sovvenzione ai poveri infermi mediante provviste di cibo e medicinali. La fondazione aveva carattere misto, civile ed ecclesiastico, e veniva amministrata dalla rappresentanza comunale di concerto con il curatore d'anime locale. Una persona di fiducia, nominata dalle parti e alla quale veniva corrisposto un onorario, amministrava il patrimonio della fondazione, occupandosi della locazione dei fondi, della riscossione degli affitti, dei pagamenti delle imposte, delle distribuzioni delle rendite, ecc. Alla fine di ogni anno solare egli era tenuto a presentare al Comune il resoconto della sua amministrazione che dopo l'approvazione da parte del Comune e del curato, veniva inoltrato al Capitanato distrettuale di Cles per la revisione.

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Nel dicembre 1928 il patrimonio e i documenti della Congregazione di carità di Terzolas furono consegnati alla Congregazione di carità di Malé in seguito alla cessazione, per decreto prefettizio, del comune di Terzolas, che veviva aggregato a quello di Malé.

Funzioni, occupazioni e attività La Congregazione di carità era un'istituzione pubblica di beneficenza istituita in Trentino in base al decreto vicereale del 15 febbraio 1811, n. 49, che all'art. 2 stabiliva: "in ogni comune del Dipartimento dell'Alto Adige e dei Cantoni di Tobiano e Primiero tutti gli spedali, orfanotrofi, luoghi pii, lasciti e fondi di pubblica beneficenza (...) avranno una sola e medesima amministrazione che prenderà il titolo di Congregazione di carità". Essa ebbe quale compito fondamentale l'assistenza e la beneficenza di persone in particolari difficoltà economiche (poveri, anziani, inabili al lavoro, fanciulli esposti, donne partorienti) o fisico-psichiche (malati e mentecatti) che da essa ricevevano sussidi in modo diretto - generi di prima necessità - o, molto spesso, attraverso l'assistenza e le cure prestate in apposite istituzioni di cui la Congregazione curava l'amministrazione patrimoniale. Le entrate della Congregazione provenivano da lasciti, donazioni, legati pii. L'art.10 del suddetto decreto vicereale ordinava che ogni Congregazione dovesse essere divisa in tre sezioni - denominate "degli ospedali", "degli ospizi" e "delle limosine" - ognuna incaricata dell'esecuzione dell'amministrazione affidatale, di cui avrebbe reso conto alla Congregazione. Per quanto riguarda l'organico della Congregazione durante l'amministrazione italica, il decreto vicereale stabiliva che essa fosse composta da "probi e distinti cittadini del comune, scelti fra i proprietari, commercianti e gli uomini di legge più distinti". Il numero dei membri era compreso tra i quattro e i sei ed essi venivano nominati dal podestà o dal sindaco. Nel capoluogo di Dipartimento la Congregazione era presieduta dal Prefetto, nei capoluoghi dei distretti dal Viceprefetto e in tutti gli altri comuni dal podestà o dal sindaco; in tutti i comuni inoltre erano ugualmente membri di diritto il podestà o il sindaco, oppure un parroco del luogo. Le Congregazioni dipendevano dal Ministro dell'Interno del Regno d'Italia che vigilava tramite il consigliere di stato (artt. 1, 5, 6 del decreto vicereale) e intrattenevano con i comuni rapporti assai stretti. Con l'annessione del Trentino all'Austria venne sostanzialmente confermata la normativa vigente in materia di assistenza e beneficenza pubblica e l'unica legge che nomina la Congregazione di carità fu l'editto del commissario in capo del Tirolo del 1° marzo 1814 (artt. 118-125), che confermò le Congregazioni di carità nei luoghi dove esistevano e dispose la loro istituzione nei comuni che avessero dei propri istituti di beneficenza con una rendita lorda di almeno 500 fiorini. Durante la seconda dominazione austriaca le Congregazioni di carità continuarono la loro attività gestite da un apposito comitato. Le direttive date dalle autorità austriache prevedevano sostanzialmente che la rappresentanza della Congregazione fosse composta da un preside (o presidente) che doveva essere possibilmente il curatore d'anime locale, da due consiglieri e da un cassiere. Anche se non eletti come membri con voto attivo nelle deliberazioni, il curatore d'anime e il capocomune locali dovevano comunque far parte dell'organo direttivo della Congregazione. La nomina del preside, dei consiglieri e del cassiere spettava alla rappresentanza comunale con l'approvazione dell'autorità superiore (I.R. Pretura o I.R. Giudizio distrettuale). I rappresentanti della Congregazione si dovevano occupare della conservazione del patrimonio e decidere in merito all'elargizione dei sussidi; le deliberazioni dovevano sempre essere redatte su apposito protocollo. I compiti specifici del cassiere erano quelli di tenere un giornale di tutti i pagamenti effettuati e un registro della contabilità riportante i capitali investiti e i nomi dei debitori con gli interessi a loro dovuti e le somme mano a mano versate. Egli doveva inoltre, sulla base dei mandati rilasciati dal preside, pagare puntualmente le sovvenzioni ai poveri secondo l'importo stabilito. Era incaricato di presentare ogni anno al preside la resa di conto

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(corredata dalle relative pezze d'appoggio) affinché la esaminasse con i consiglieri e la passasse poi per la liquidazione alla rappresentanza comunale. Tale resa di conto veniva infine passata all'autorità superiore per la definitiva revisione ed approvazione. A partire dalla metà del secolo XIX i rapporti con i comuni si intensificarono: alcune leggi stabilirono infatti che, non bastando i mezzi forniti dalle società di beneficenza e dagli istituti esistenti, la rappresentanza comunale avrebbe dovuto sopperire all'importo occorrente per le sovvenzioni ai poveri con i fondi della cassa comunale. Le Congregazioni di carità vennero soppresse con legge 3 giugno 1937 n. 847 e sostituite con tutte le loro attribuzioni dagli Enti comunali di assistenza (E.C.A.).

64 fondo Documentazione della Congregazione di carità di Terzolas, 1851 - 1928

reg. 1, fascc. 2

Soggetti produttori Congregazione di carità di Terzolas, 1909 - 1928

Contenuto Per un'introduzione generale all'archivio si veda l'introduzione al fondo "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Terzolas".

65 serie 1 Registri di amministrazione, [1896] - 1906

Contenuto La serie è formata da un registro relativo all'amministrazione di un fondo lasciato da Caterina Greifenberg vedova Rizzi e destinato all'istituzione di un asilo infantile. La benefattrice, con suo testamento del 28 ottobre 1894, aveva nominato suo erede una istituzione da fondarsi per l'educazione dei bambini appartenenti al comune di Terzolas e aveva ordinato che la sostanza disposta venisse amministrata dalla Congregazione di carità di Terzolas fino a quando non vi fosse un regolare asilo infantile.

G. 1. 1 "Legato di Caterina Rizzi nata Greifenberg detta (Tucia) per l'erigendo asilo infantile di Terzolas" [1896] - 1906 gennaio 22 Registro di amministrazione del fondo pro asilo infantile.

Contiene inoltre: registrazioni di cassa dell'"Asilo infantile parrocchiale di Terzolas", 1946 feb. 2-ago. 5 Italiano Registro, legatura in tela, cc. 11 n.n.

66 serie 2 Resoconti, 1906 - 1928

Contenuto Il cassiere della congregazione aveva l'obbligo di presentare ogni anno al preside la resa di conto (corredata dalle relative pezze d'appoggio) affinchè le esaminasse con i consiglieri e la sottoponesse alla rappresentanza comunale per la liquidazione. Tale resa di conto veniva infine passata all'autorità superiore per la definitiva revisione ed approvazione.

La serie è formata da un fascicolo.

G. 2. 1. b. 1 Resoconti della congregazione di carità di Terzolas 1906 - 1928 Nn. 1-20 Mancano i resoconti per gli anni 1925-1927. Fascicolo, cc. 39 n.n.

67 serie 3 Carteggio e atti, 1851 - 1928

Contenuto La serie è formata da un fascicolo.

G. 3. 1. b. 1 Atti amministrativi 1851 - 1928 Nozione per lo svincolamento della gleba, locazioni di fondi; inventario delle facoltà della congregazione, del legato Cominelli e dell'Asilo infantile (1901), pagamenti delle imposte, copia del documento di fondazione della congregazione di carità di Terzolas (1909), verbale di consegna del patrimonio e dei documenti della congregazione di carità di Terzolas alla congregazione di carità di Malé in seguito all'aggregazione di comuni (1928). Fascicolo, cc. 67

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Ente Comunità di Terzolas [1509] - 1810

Luoghi Terzolas

Archivi prodotti Fondo Documentazione della comunità di Terzolas, 01/01/1509 - 31/12/1788

69 fondo Documentazione della comunità di Terzolas, 1509; 1788

fasc. 1

Soggetti produttori Comunità di Terzolas, [1509] - 1810

70 serie 1 Carteggio e atti, 1509; 1788

Contenuto La serie è formata da un fascicolo che contiene due atti, uno redatto su pergamena e l'altro cartaceo.

H. 1. 1. b. 1 Atti 1509; 1788 Fascicolo, cc. 3 Bibliografia Inventari e regesti degli archivi parrocchiali della Val di Sole, a cura di G. CICCOLINI, Trento, 1936-1965, perg. n. 304, c. n. 476.

H. 1. 1. b. 1 A Compromesso e sentenza arbitrale 1509 ottobre 27; 1509 novembre 5 , Castel Coredo; Malé Davanti a Pancrazio di Castel Bellasio, capitano e vicario generale della valli di Non e Sole, i rappresentanti della comunità di Terzolas da una parte, e i rappresentanti della comunità di Caldes dall'altra, affidano a degli arbitri, che eleggono, la decisione in merito alla controversia relativa al possesso e ai confini della montagna situata sulla destra del fiume Noce detta "Contra". Gli arbitri eletti emettono sentenza. Notaio: Alessandro fu Francesco Compagnazzi da (ST) Originale, atto notarile Documento singolo, pergamena, mm 3900 x 290 (180), formata da 8 fogli cuciti insieme, sul verso breve regesto di G. Ciccolini (1908)

H. 1. 1. b. 1 B Atto relativo a rinnovazione di investitura 1788

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